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Arteterapia: le arti figurative e plastiche - L. Colonnello, C. Passavanti

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1<strong>Arteterapia</strong>: <strong>le</strong> <strong>arti</strong> <strong>figurative</strong> e <strong>plastiche</strong>Lorena <strong>Colonnello</strong> e Camilla <strong>Passavanti</strong>Cenni storiciLa storia dell’incontro fra arte figurativa e “follia” ha radici antiche, profonde epresenti in tutte <strong>le</strong> culture, ed ha raggiunto il suo periodo di massimo fulgore fra lafine dell’800 e l’inizio di questo secolo con l’Art Brut. L’arte terapia ha sicuramente <strong>le</strong>sue radici in questo movimento di pensiero, nel muoversi dell’arte verso la patologiaalla ricerca di nuovi livelli di intensità emotiva da esprimere sulla tela. Dagli anni ‘60negli Stati Uniti (nel 1961 nasce L’American Art Therapy Association), soprattuttocon il lavoro di Margareth Naumburg viene a connotarsi come tecnica di interventoterapeutico autonoma e peculiare.L’arte terapia, intesa come pittura, è, storicamente, la prima del<strong>le</strong> tecnicheterapeutiche non verbali ad aver avuto un’ampia diffusione in ambito clinico,attualmente viene utilizzata in numerosi settori di intervento: dall’età evolutiva, allariabilitazione, alla psichiatria, alla geriatria, al sostegno nel<strong>le</strong> cure ai malati terminali,ai disturbi alimentari; negli ultimi anni, inoltre, a fianco del settore propriamenteterapeutico si è sviluppata come tecnica portatrice di benessere nel campo dellamedicina natura<strong>le</strong>. Tra <strong>le</strong> terapie non a mediazione verba<strong>le</strong> ha la peculiarità diinserire nel sistema di relazione paziente-operatore un mediatore (l’oggetto <strong>arti</strong>sticoprodotto), che ha caratteristiche di esistenza nello spazio e di conservazione neltempo. Contemporaneamente, questo oggetto non è indipendente dal suo creatoree, soprattutto, non è indipendente dalla relazione terapeuta-paziente che ne hafavorito la creazione (Denner, 1967). Ta<strong>le</strong> prodotto è un oggetto che sta a metà fra ilmondo interno del paziente e ciò che esiste nell’ambiente (Winnicot), costituendouno “spazio potenzia<strong>le</strong> che l’individuo crea tra sé ed il mondo esterno per giocare,esercitarsi, confrontarsi attraverso rappresentazioni simboliche, con i bisogni delproprio mondo interno e con <strong>le</strong> esigenze della realtà esterna” (Ricci Bitti, 1998).Tornando a Margareth Naumburg (Dinamically oriented art therapy1966), il modellodi riferimento è rappresentato dalla teoria psicoanalitica e la specificità dell’arteterapia si basa sul presupposto di un’identità di linguaggio fra inconscio ed immagine


2disegnata. I contenuti dell’inconscio, i conflitti, i bisogni, ecc. che per loro stessanatura si esprimono con modalità simboliche ed analogiche vengono trasposti in“immagini reali disegnate”. Attraverso la proiezione di immagini interiori in disegni,visibili e condivisibili, è possibi<strong>le</strong> stabilizzare il ricordo di sogni, fantasie, ecc. chealtrimenti rimarrebbe evanescenti e potrebbero essere facilmente messe da parte.Metodologicamente, la Naumburg utilizza il procedimento della libera associazioneapplicandolo al<strong>le</strong> produzioni spontanee dei pazienti. L’intervento arte terapeutico era,preva<strong>le</strong>ntemente, individua<strong>le</strong> ed il ruolo del terapeuta consisteva nel sostenere ilpaziente nel percorso di scoperta del significato dei suoi disegni; il terapeuta noninterpreta ma sostiene nel passaggio da linguaggio analogico a linguaggio verba<strong>le</strong>.Per questo, l’arte terapia rappresenta un accesso privi<strong>le</strong>giato alla cura di queipazienti che presentano una compromessa capacità di esprimere verbalmente ipropri vissuti, sia per la gravità della patologia che per l’intensità del<strong>le</strong> difese, o neibambini emotivamente disturbati.La storia dell’arte terapia resta <strong>le</strong>gata al modello psicoanalitico anche nel decenniosuccessivo grazie ad Edith Kramer. La sua rif<strong>le</strong>ssione teorica cerca di esplorare imeccanismi psichici su cui fonda l’arte terapia nella convinzione che: “ per affrontarei gravi disturbi che riscontriamo oggi, nessuna disciplina possa pretendere di poterfare da sola competendo con <strong>le</strong> altre”. Quest’approccio è tuttora ricco di significatocome invito a cercare <strong>le</strong> comp<strong>le</strong>mentarità, <strong>le</strong> integrazioni possibili fra <strong>le</strong> varie formed’intervento terapeutico, al fine di avere una gamma di strumenti che possa tentaredi rispondere alla patologia con un progetto quasi creato su misura del paziente.Contemporaneamente la Kramer cercò di mettere a fuoco la specificità del mediumfigurativo, “<strong>le</strong> virtù terapeutiche dell’arte dipendono espressamente dai processipsicologici che si attivano nell’atto creativo (1971) ”e “ dalla sua stretta affinità con ilprocesso primario”, quindi, la rappresentazione <strong>arti</strong>stica non facilita solamentel’espressione dell’inconscio, grazie ad un’identità di linguaggi, ma costituisce unaforma d’intervento non subordinata alla terapia verba<strong>le</strong>. Il rapporto fra arte terapia epsicoterapia consiste “ nella modalità in cui forma e simbolo vengono trattati inqueste due discipline” e non nel diverso livello di comprensione della funzionesimbolica. Esiste una specificità della terapia attraverso l’arte, che dipendestrettamente dal potenzia<strong>le</strong> di guarigione e d’integrazione insito nel procederecreativo, che attiva in maniera specifica il processo di sublimazione.


6importante in ambito terapeutico nei gruppi con pazienti psicotici, ove divieneimportante questo momento di condivisione su un livello diverso da quello verba<strong>le</strong>: lacostruzione di un comune linguaggio analogico rende possibi<strong>le</strong> il passaggiod’esperienze da conduttore a paziente e non solo il contrario.Metodologia e tecnicheQuesta breve e sicuramente parzia<strong>le</strong> introduzione storica non ha, nel<strong>le</strong> nostreintenzioni, semplicemente un significato descrittivo, bensì apre il primo spazio dirif<strong>le</strong>ssione su cosa riteniamo debba essere l’intervento arte terapeutico. Le sceltetecniche di stimolazione, quanto quel<strong>le</strong> metodologiche di conduzione di un gruppo,discendono prioritariamente dalla funzione che attribuiamo all’arte terapia e non,come purtroppo talvolta accade, dal<strong>le</strong> p<strong>arti</strong>colari competenze <strong>arti</strong>stiche opsicologiche dell’arte terapeuta e dal<strong>le</strong> esigenze del committente. Quella che segue,è una rassegna del<strong>le</strong> situazioni più frequenti e del<strong>le</strong> tecniche che più spesso sonoutilizzate in situazioni di gruppo ordinate in un itinerario metodologico.Il settingPer fare arte terapia è necessario uno spazio fisico adatto ad accogliere un gruppo dipersone (possibilmente, da sei ad otto) al<strong>le</strong> quali si vuo<strong>le</strong> dare la possibilità diesprimersi in forma <strong>arti</strong>stica. L’atelier di pittura accoglierà il mondo interno dei suoifruitori ed entrerà a farne parte, sarà un territorio che troverà corrispondenza ad unospazio interno nel qua<strong>le</strong> sperimentare la propria realtà sia “qui ed ora” siaevolutivamente; per <strong>le</strong> sue funzioni, il laboratorio viene definito sia un contenitore siauna cornice del prodotto <strong>arti</strong>stico.In virtù del<strong>le</strong> sue va<strong>le</strong>nze simboliche diventa importante curare il passaggio al<strong>le</strong>caratteristiche ” fisiche” tenendo conto del<strong>le</strong> necessità tecniche del<strong>le</strong> <strong>arti</strong> <strong>figurative</strong>: a)un ambiente luminoso, possibilmente ricco di luce solare, b) provvisto al suo internod’acqua corrente, c) dotato di pavimento e pareti lavabili, pensati come dimensionifruibili e piani d’appoggio attrezzati, d) di un’ampiezza ta<strong>le</strong> da contenere il grupposenza costringerlo in spazi insufficienti al bisogno di ciascuno o da lasciare troppispazi vuoti che potrebbero produrre ansia e dispersione, e) dotato di ripiani esuppel<strong>le</strong>ttili adatte a contenere i fogli, i colori, materiali vari, esposti e pronti all’uso;nonché armadi per <strong>le</strong> scorte e gli archivi. Un gruppo di arte terapia dura


7generalmente due ore, il tempo come lo spazio, non deve essere troppo ristretto, nétroppo dilatato perché altrimenti ingenera ansia.Siamo consapevoli che non è possibi<strong>le</strong> disporre sempre di uno spazio stabi<strong>le</strong> ed adesclusivo uso dell’arte terapia; i laboratori sono solitamente presenti in strutturecome: <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong>, i Centri Diurni, i Centri Socio Terapeutici, <strong>le</strong> comunità pertossicodipendenti. In altre situazioni che, per scelta metodologica o necessitàorganizzativa (come ad es. i rep<strong>arti</strong> ospedalieri) sono meno strutturate, il setting varicostruito per ogni seduta. Venendo a mancare un ambiente fisico specifico, ilsetting si costruisce attraverso <strong>le</strong> rego<strong>le</strong>, la durata della seduta e del gruppo neltempo, <strong>le</strong> tecniche proposte; il gruppo avrà, comunque, bisogno di svolgersi in unambiente che sia, da un lato, un contenitore accogliente e, dall’altro, fornisca unastruttura che aiuti a comprendere ed organizzare.I materialiIl materia<strong>le</strong>, oltre ad avere caratteristiche tecniche precise adatte o meno adeterminate stimolazioni, svolge nell’arte terapia il ruolo di strumento-vettore diemozioni e sentimenti. La scelta di un materia<strong>le</strong> va valutata in virtù del suo significatosoggettivo, intimo, in relazione alla storia del gruppo e del paziente.La proposta dei materiali deve essere il più possibi<strong>le</strong> variegata in quanto: ” uno deipresupposti, è che a maggior possibilità di scelta dei materiali, corrispondanomaggiori possibilità di espressione e di comunicazione” e, poiché “ciascun tipo dimateria<strong>le</strong> ha un suo carattere proprio, il paziente reagirà - in tempi diversi - ad alcunimateriali invece che ad altri”( Wal<strong>le</strong>r,1993).Il supporto su cui dipingere (carta, cartoncino, te<strong>le</strong>, ecc.) ha, al pari degli altrimateriali, un valore affettivo e simbolico; per questo riteniamo opportuno dare lapossibilità di scegliere la dimensione e la robustezza più consona ai propri vissuti. Sela pittura è un linguaggio che si determina in forme e spazio, allora la dimensione ela forma ritagliabi<strong>le</strong> (ad es. ova<strong>le</strong> piuttosto che quadrata) devono essere definite apiacimento , lo stesso va<strong>le</strong> per lo spessore ed il colore del supporto. Tutto questomateria<strong>le</strong> va esposto in formati standard, sta poi a ciascuno renderlo a propriamisura, aiutato dal<strong>le</strong> stimolazioni dei conduttori.In un laboratorio di arte terapia, tutte <strong>le</strong> fasi di produzione dell’oggetto <strong>arti</strong>sticopossono diventare occasioni per stimolare, ogni scelta può essere rappresentativadel proprio modo di “essere nel mondo”: a) tagliare piuttosto che strappare un foglio,


8b) disegnare su qualcosa d’impalpabi<strong>le</strong> e trasparente piuttosto che sul rigido espesso, c) dipingere nel grande o nel piccolo, d) p<strong>arti</strong>re dal bianco, dal rosso o dalnero.I materiali grafici e plastici, (cioè i colori, <strong>le</strong> vernici, la creta, l’argilla, ecc.,) possonoessere divisi sommariamente in tre categorie, come verrà riassunto nella tabella 1,alla fine dell’<strong>arti</strong>colo :- Colori utilizzabili a secco. In genera<strong>le</strong>, si tratta di materiali usati direttamentesenza la mediazione di pennelli o altro. Matite e pennarelli danno a chi li usa lasensazione di un maggior controllo sulla propria produzione, sono moltoconosciute e, a causa del loro effetto rassicurante, possono essere scelte comeprimo materia<strong>le</strong> da sperimentare. Viceversa, possono essere riprese in seguitoda chi, dopo un percorso nel colore, sente la necessità di strutturare meglio <strong>le</strong>sue emozioni. Pastelli a cera e colori a dita sono materiali da usare conattenzione per il loro potenzia<strong>le</strong> regressivo, più adatti ai bambini per stimolarne ilcontatto diretto col colore che agli adulti. I gessi ed i carboncini permettono,secondo l’uso che ne si fa, sia di controllare che di lasciar andare l’emozione;caratteristico di questi materiali è il deteriorarsi rapidamente del prodotto finito,questo aspetto può provocare ansia o delusione.- Colori ad acqua. Si utilizzano attraverso la mediazione di un pennello o di unaspatola. Le tempere sono fra i materiali più utilizzati e conosciuti in arte terapiaperché permettono l’espressione immediata di sentimenti ed emozioni, nonrichiedono una p<strong>arti</strong>colare competenza tecnica e si possono utilizzare con vari tipidi utenza. Sono controindicati in situazioni specifiche di contenimento, come ilServizio psichiatrico di diagnosi e cura, in quanto creano attrito tra i dueinterventi, quello sedativo e contenitivo del farmaco e quello stimolanteespressivo della tempera. Gli acrilici uniscono al<strong>le</strong> caratteristiche della temperaclassica la possibilità difensiva di coprire interamente p<strong>arti</strong> già dipinte. Sonomateriali sofisticati e costosi, quindi vengono considerati <strong>arti</strong>sticamenteprestigiosi, perciò contribuiscono ad accrescere il senso di autostima.Sostituiscono egregiamente i colori ad olio, tradizionalmente, ritenuti inadatti alladurata del<strong>le</strong> sedute di arte terapia.Rif<strong>le</strong>ttendo sui materiali, ci siamo resi conto della difficoltà di definire che cosapuò implicare l'uso degli acquerelli e del<strong>le</strong> chine. Parlarne sembra quasi usarli,come tracci un segno combatti con la sua tendenza a dilatarsi sul foglio, li


9definisci ed immediatamente scopri che non stanno totalmente dentro alladescrizione che ne hai dato. Sono sicuramente un materia<strong>le</strong> comp<strong>le</strong>sso ef<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong>, che va usato quando il fruitore è pronto a sostenerne il rischio e laricchezza.- Materiali plastici. Possiamo dividerli in due gruppi :a) crete ed argil<strong>le</strong> e b) materialidi recupero ( scagliola, sabbia, cartapesta, cordami, ecc.); in entrambi i casi silavora sulla manipolazione e la tridimensionalità. Crete ed argil<strong>le</strong> sonoconsiderate potenzialmente molto regressive: si parte da una massa informe cuipian piano si conferisce una struttura dotata di significato; si tratta di materiali chemettono in forte contatto emotivo col proprio mondo interno.Nei nostri gruppi abbiamo usato più frequentemente materiali plasticiappartenenti alla seconda categoria, poiché suscitano meno resistenze. Nelvasto universo dei materiali di recupero è importante scegliere quelli morbidi,facilmente modellabili, appartenenti al mondo quotidiano dei bambini o deipazienti perché, da un lato, invitano al contatto e, dall’altro, non suscitano paureo insicurezze. “C’è qualcosa di rassicurante in una scatola di cartone, perchénon cela un valore intrinseco e può esser reperita ovunque” questo è tanto piùimportante quando si ha a che fare con persone che non hanno esperienza dipsicoterapie di gruppo e di materiali d’arte (Wel<strong>le</strong>r, 1993).Un “materia<strong>le</strong>” uti<strong>le</strong> da mettere a disposizione del gruppo sono cartoline o immaginid’arte, già utilizzate da Edith Kramer e Elizabeth Stone, come sostegno, comesuggerimento per superare l’angoscia del foglio bianco.Le tecniche di stimolazioneLe tecniche proposte tengono conto dell’ambito in cui si opera, dei fruitori e del livelloevolutivo. Come per i materiali, gli stimoli vanno se<strong>le</strong>zionati in funzione del luogodove si svolge il gruppo (laboratorio strutturato o situazione informa<strong>le</strong>) e degliobiettivi dell’intervento.Ciascun ciclo di arte terapia dovrebbe strutturarsi in un percorso che organizza <strong>le</strong>varie tecniche di stimolazione secondo gli obiettivi del terapeuta. Nella nostrametodologia ogni percorso si <strong>arti</strong>cola in tre p<strong>arti</strong>: a) una prima fase in cui sipropongono stimoli poco direttivi, b) una fase centra<strong>le</strong> di ampia durata, in cui <strong>le</strong>stimolazioni seguono il seguente andamento: dal<strong>le</strong> percezioni, al<strong>le</strong> emozioni, aisentimenti attraverso il rapporto coi colori, gli oggetti, gli e<strong>le</strong>menti naturali, gli altri ed


10il mondo, per acquisire un livello di maggior consapevo<strong>le</strong>zza; c) una fase conclusivacon dei lavori col<strong>le</strong>ttivi.Stimolazioni usate nella prima fase:- Il tema libero: ciascun partecipante sceglie un contenuto o un soggetto persona<strong>le</strong>da esprimere sul foglio;- l’esplorazione guidata dei materiali esposti nel laboratorio;- la scatola del<strong>le</strong> immagini, contiene: foto, cartoline, ritagli di riviste di soggetti vari.Stimolazioni della seconda fase (tabella 2, alla fine del capitolo):- Proposta tematica: sulla base del<strong>le</strong> osservazioni effettuate nella prima fase, ilconduttore offre al gruppo uno stimolo definito. Gli utenti sono incoraggiati adaccettarlo, ma l’invito non è tassativo quindi può essere trasgredito; nellaverbalizzazione fina<strong>le</strong> ci sarà lo spazio per motivare <strong>le</strong> scelte personali. Il temapuò dare un senso di restrizione se l’utente ha del<strong>le</strong> immagini personali daesternare, mentre può dare sollievo all’ansia quando non riesce in questaoperazione. I temi proposti più di frequente sono illustrati nella tabella.- Stimolo proposto dal gruppo, il conduttore invita ognuno a proporre qualcosa chedesidererebbe disegnare, dipingere o scolpire. Due del<strong>le</strong> “immagini” sono scelteliberamente dai partecipanti dopo una breve discussione.- Il movimento: la fase pittorica viene preceduta da un lavoro sul movimento o sulladanza. Queste stimolazioni possono avere diverse finalità secondo il tipo digruppo: al<strong>le</strong>ggerire dal<strong>le</strong> tensioni muscolari ed emotive, recuperare una gestualitàpiù fluida, promuovere l’espressione di contenuti profondi <strong>le</strong>gati al corpo.Stimolazioni della terza fase:in ogni gruppo di arte terapia c’è un momento di presa di distanza e di condivisionedel proprio lavoro nella fase di verbalizzazione fina<strong>le</strong>. Questo terzo gruppo diproposte approfondisce il processo di relazione e di comunicazione con gli altriattraverso degli stimoli specifici; ricordando che il passaggio dal lavoro individua<strong>le</strong> aquello col<strong>le</strong>ttivo deve essere condotto con attenzione e solo quando il grupposembra disponibi<strong>le</strong>. Alcune di queste tecniche possono essere utilizzate dalconduttore per approfondire il rapporto terapeutico con determinati pazienti (Kramer).- Lavori a coppie. Vi sono due gruppi di proposte: a) dipingere sullo stimolo fornitoda un compagno (colore o forma), la relazione costituisce solo uno spunto inizia<strong>le</strong>che ciascuno sviluppa come vuo<strong>le</strong>, b) dipingere come o con il compagno, larelazione entra in primo piano con tutte <strong>le</strong> sue prob<strong>le</strong>matiche.


11- Lavori col<strong>le</strong>ttivi. Sono stati tradizionalmente usati come conclusione di un cicloannua<strong>le</strong>. Riteniamo che possano costituire un percorso in sé dotato di significatoautonomo e siano organizzabili per livello di coinvolgimento; dal mettere incomune opere sostanzialmente eseguite individualmente, al crearecol<strong>le</strong>ttivamente un’unica opera. Riproponiamo il consiglio di usare questetecniche in un gruppo disponibi<strong>le</strong> e coeso perché si può creare un po’ di “trafficoemoziona<strong>le</strong>”, il conduttore dovrà essere un “vigi<strong>le</strong> attento” a rendere scorrevo<strong>le</strong> enon caotica la seduta. Questo tipo di esperienze possono essere interessantiquando più gruppi di arte terapia si incontrano o quando c’è da creare qualcosache verrà esposto al pubblico, l’opera comune è spesso vissuta come protettivadagli utenti più prob<strong>le</strong>matici.Alla fine di un ciclo, è importante dare la possibilità di ripercorrere visivamentel’esperienza per afferrarne il senso evolutivo. Rivedere i propri disegni insieme alconduttore, ri<strong>le</strong>varne l’evoluzione sia nei contenuti che nel<strong>le</strong> caratteristiche formali, èuti<strong>le</strong> per qualunque tipo di utenza. Sul piano analogico, questo lavoro può tradursi inun disegno di sintesi.Per ultimo, è bene chiedersi qua<strong>le</strong> destino aspetta <strong>le</strong> opere prodotte nei laboratori diarte terapia. Di solito non se ne parla, né se ne scrive, eppure per gli utenti èimportante sapere che cosa accadrà di questi lavori. Riteniamo che, laddoveesistano degli spazi adeguati, dovrebbero essere archiviate e conservate se l’utentenon può o non vuo<strong>le</strong> tener<strong>le</strong> con sé (soprattutto chi lavora con i bambini o con glipsicotici sa quanto possa essere pericoloso e frustrante affidar<strong>le</strong> alla famiglia).I luoghi dell’arte terapiaAbbiamo visto come l’arte terapia si sia sviluppata circa quarant’anni or sono comestrumento sussidiario al<strong>le</strong> cure psichiatriche e come, tuttora, questa sua applicazioneclinica sia fra <strong>le</strong> più diffuse e riconosciute. Negli ultimi anni questo panorama si ègradualmente diversificato cosicché, oggi, possiamo individuare tre settori diintervento: a) educativo, b) riabilitativo e c) della salute; parliamo di salute e non diterapia perché questo termine torna a farci pensare esclusivamente all’ambitopsichiatrico. In questo paragrafo tralasceremo <strong>le</strong> prime due aree, così come l’ambitostrettamente clinico, poiché verranno trattate estesamente nei capitoli ad essededicate; qui ci limiteremo a ricordare che <strong>le</strong> tecniche, il setting e gli obiettivi generali


12sono ovviamente comuni; ciò che varia è la modulazione rispetto al<strong>le</strong> capacità ed aibisogni degli utenti.Affermare che l’arte terapia può intervenire nel campo della salute e del benessere,vuol dire considerarla uno strumento al servizio di tutti coloro che ricercano il proprioequilibrio psicofisico, attraverso la creatività e la comunicazione. Anche nel nostrosettore è in atto il superamento del concetto di trattamento della malattia; siinterviene nella prevenzione così come nel quotidiano, per ridurre lo stress, o inquel<strong>le</strong> situazioni “normali” in cui c’è necessità di recuperare un buon equilibrio, peraumentare il livello di benessere genera<strong>le</strong> (in p<strong>arti</strong>colare nei periodi della vitacontraddistinti dal mutamento come il parto o la menopausa nel<strong>le</strong> donne). Si utilizza,inoltre, nell’area del<strong>le</strong> cure palliative come terapia di supporto ai malati terminali o disostegno per gli operatori che li curano.L’arte terapia ha trovato diffusione nell’ambito del<strong>le</strong> cosiddette medicine naturalidove si ritiene che con l’arte si possa creare una migliore connessione fra soma epsiche. Goethe, da un lato, e <strong>le</strong> ipotesi neurofisiologiche sul<strong>le</strong> funzioni dei dueemisferi, dall’altro, costituiscono il riferimento teorico secondo il qua<strong>le</strong> sviluppare illinguaggio analogico vuol dire riappropriarsi di funzioni cerebrali sotto utilizzate ecreare una migliore armonia fra <strong>le</strong> nostre due anime. Il terapeuta, facilitandol’espressione del<strong>le</strong> emozioni, dei desideri e del<strong>le</strong> paure permette all’utente di viver<strong>le</strong>e finalizzar<strong>le</strong> in modo più sano.Riprendiamo il discorso sull’arte come terapia della salute per presentare alcunearee di intervento più recenti e meno note: la dipendenza alcolica, la bulimia edl’anoressia, l’oncologia e <strong>le</strong> cure palliative, <strong>le</strong> patologie psicosomatiche neglioperatori sanitari, l’intervento sugli anziani.L’alcolismo. Questo intervento è stato sperimentato soprattutto nell’Europa del Norde solo di recente è approdato in Italia (Giaume 1996) affiancandosi ai più collaudatigruppi di self-help, mentre da noi l’arte terapia aveva già evidenziato la sua utilitàrispetto al<strong>le</strong> prob<strong>le</strong>matiche dell’abuso di sostanze nel<strong>le</strong> comunità pertossicodipendenti. La struttura del gruppo, <strong>le</strong> proposte e gli interventi del terapeutasono quelli classici, strutturati nello specifico per: accrescere il livello di autostima;rendere più capaci di tol<strong>le</strong>rare la frustrazione, che deriva dalla distanza esistente framondo dei desideri e possibilità di realizzarli; superare <strong>le</strong> tensioni autodistruttive.L’arte terapia consente di misurarsi con queste tematiche in maniera progressiva enon allarmante, la realizzazione dell’oggetto <strong>arti</strong>stico (superata una prima fase di


13ipercritica del giudizio) conferma il soggetto nella sua capacità di realizzare qualcosain senso positivo e la partecipazione ad un gruppo lo sostiene rispetto all’immaginedi sé. Disegnare è fare ogni volta del<strong>le</strong> scelte attingendo al proprio mondo interno,recuperando immagini e percezioni che restituiscono un senso di identità persona<strong>le</strong>;in p<strong>arti</strong>colare, sembra essere efficace il lavoro sul colore per “equilibrare <strong>le</strong>disarmonie psichiche lavorando su eccessi o carenze cromatiche” (Giaume,1996).Nel proseguimento dell’intervento si cerca di far acquisire una maggiore competenzatecnica che permetta all’utente di rendersi sempre più autonomo (quasi di sostituirela dipendenza dall’alcol con quella <strong>arti</strong>stica) dal terapeuta. Nel percorso terapeutico ilgruppo evolve da una prima fase in cui esprime la patologia, ad una seconda in cuiemergono <strong>le</strong> singo<strong>le</strong> personalità.I disturbi alimentari. In questi anni <strong>le</strong> prob<strong>le</strong>matiche psicologiche che si esprimonoattraverso comportamenti alimentari scorretti, dannosi per la salute, si sono diffuse inmaniera preoccupante, spingendo gli operatori sanitari verso la ricerca di forme diintervento integrate; sono sorte, così, collaborazioni fra arte terapeuti e dietologi peril trattamento dell’anoressia e della bulimia. In questo tipo di pazienti laconcentrazione sulla pittura distoglie il centro dell’attenzione dal sintomo,dall’ossessione della dieta, riportandolo sul soggetto; i disegni facilitanol’esplorazione di fantasie <strong>le</strong>gate all’immagine di sé, permettono un accesso menominaccioso a sentimenti come la rabbia, la depressione, la paura o a vissuti diamore-odio verso <strong>le</strong> figure genitoriali. Fondamenta<strong>le</strong> nel trattamento di questo tipo dipatologie è il ruolo attivo del paziente all’interno del gruppo, poiché gli consente,attraverso la partecipazione al proprio trattamento, di smontare il meccanismo dellasfida. L’inizia<strong>le</strong> impegno sul foglio rappresenta l’affermazione concreta dell’impegnonella relazione terapeutica attraverso un atto diretto, proprio, e non solo un avvalloforma<strong>le</strong>. Per i soggetti bulimici ed in p<strong>arti</strong>colare per <strong>le</strong> donne, la partecipazioneregolare ad un gruppo costituisce il primo atto del “prendersi cura di sé” e dellapropria salute, creando all’interno della propria quotidianità uno spazio (fisico ementa<strong>le</strong>) a questo dedicato, in contrasto con una routine in cui i ruoli familiari <strong>le</strong>fanno sentire svuotate e fagocitate.Nel trattamento dei disturbi alimentari la fase inizia<strong>le</strong> del rapporto terapeutico èestremamente delicata, poiché anoressici e bulimici si sentono fortemente minacciatida tutto ciò che può produrre un cambiamento e contemporaneamente desideranoaltrettanto fortemente comunicare ed essere compresi. Nell’anoressia il prob<strong>le</strong>ma del


14controllo (di sé, del proprio corpo e degli altri attraverso l’uso della malattia) ècentra<strong>le</strong> al punto che, in alcuni casi, la paura di perderlo equiva<strong>le</strong> alla paura diperdere la propria esistenza; la pittura, poiché fornisce un mezzo inusua<strong>le</strong> diespressione, può far perdere alcune difese ed aiutare il paziente a prendereconsapevo<strong>le</strong>zza dei meccanismi attraverso cui attua questo rigido controllo. L’arteterapeuta deve accompagnarlo in questo percorso con un approccio non direttivo erassicurante; permettendo al paziente di lavorare col proprio ritmo, con riguardo aipropri spazi e facendolo sentire protetto dai confini del gruppo. Poche e chiarerego<strong>le</strong>, all’interno del<strong>le</strong> quali il conduttore mantiene la capacità di un rapportof<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong>, che sostengano il delicato processo del riconoscimento del<strong>le</strong> propriebarriere e del<strong>le</strong> proprie emozioni.In questo periodo stiamo cercando di formalizzare un progetto che integri gliinterventi medici e educativi di un reparto di dietologia con l’intervento arteterapeutico di gruppo, a p<strong>arti</strong>re dalla fase di se<strong>le</strong>zione dei pazienti da inviare, finoalla creazione di un protocollo di valutazione dei risultati.Ansia e stress negli operatori sanitari. Un settore d’intervento, la cui importanza perla salute non è da sottovalutare, riguarda il sostegno agli operatori chequotidianamente affrontano patologie che attivano profondi livelli di emotività. Innumerosi settori di cura, dalla rianimazione all’oncologia, il carico di stress e lavicinanza con la morte provocano un carico emotivo che può tradursi insomatizzazioni (astenia, cefa<strong>le</strong>e, disturbi del sonno, gastrointestinali, sessuali erespiratori-Tonini,Tamino, Bellotta, Bianchi e Notarangelo 1997) se non trova canalidi espressione adeguati. “L’angoscia di morte è un aspetto fondamenta<strong>le</strong> della vita diognuno. E’ come una voce che ci parla da dentro abbassandosi ed alzandosi divolume in relazione a quelli che sono i nostri vissuti quotidiani… reagire di fronte aqueste grida, diventando sordi, significa obbligare a cercare del<strong>le</strong> vie alternative”(Tonini et al. 1997) Spesso gli psicologi sono intervenuti con un approccio verba<strong>le</strong>che si è rivelato difficoltoso per <strong>le</strong> resistenze e l’atteggiamento ambiva<strong>le</strong>nte deglioperatori, affiancando l’arte terapia come intervento di gruppo, <strong>le</strong> difese sembranoabbassarsi grazie alla modalità indiretta con cui viene affrontato il rapporto conl’angoscia di morte. L’intervento ottiene, quindi, due risultati: fornire nell’immediatoun cana<strong>le</strong> di scarica emoziona<strong>le</strong> che disinveste il corpo e permettere unal<strong>le</strong>ntamento di quel<strong>le</strong> difese che non consentono l’elaborazione dei vissutiprob<strong>le</strong>matici.


15Le cure palliative in oncologia. E’ evidente che l’intervento arte terapeutico in questosettore si inserisce nell’approccio multidisciplinare del<strong>le</strong> cure palliative cheaccompagnano il paziente oncologico nella fase fina<strong>le</strong> della sua vita. Giàsperimentato all’estero con buoni risultati (in p<strong>arti</strong>colare nella Clinica Universitaria diZurigo) pare aumentare la soglia di tol<strong>le</strong>rabilità del dolore; soglia che si abbassa inquei soggetti che evidenziano prob<strong>le</strong>matiche psicologiche irrisolte. In questi casi lamediazione arte terapeutica offre del<strong>le</strong> “soluzioni possibili per <strong>le</strong> emozioni e <strong>le</strong> paure,accompagnando il malato verso una rieducazione psicologica ed una maggioresensazione di benessere” (Thomas, Kennedy 1993). In p<strong>arti</strong>colare il terapeuta aiutail paziente ad esplorare, attraverso <strong>le</strong> immagini prodotte, gli aspetti della sua vitaemotiva sol<strong>le</strong>citati dalla malattia; per Esther Dreyfuss (1991) si fornisce un sostegnoper l’elaborazione del lutto attraverso l’espressione creativa“creando con il malato un quadro che gli sopravviverà, noi cerchiamo di diminuire <strong>le</strong>sue angosce di separazione e di perdita “(Warren,1991). P<strong>arti</strong>colare attenzione vaposta nel non sol<strong>le</strong>citare troppo direttamente il paziente, violando la sua intimità e <strong>le</strong>sue difese, o nel proporgli questo lavoro come un’attività ludica, perché potrebbeessere vissuto come infantilizzante e, di conseguenza, sminuirne il valore; l’arteterapeuta dovrebbe favorire la creazione di uno spazio che calmi <strong>le</strong> ansie del malatoe costituisca un territorio in cui egli è ancora libero di sperimentare (Manusardi, Totis,De Conno 1996).L’intervento sugli anziani. Abbiamo appena <strong>le</strong>tto come l’arte terapia venga utilizzatain contesti in cui la parola “curare” acquista un senso p<strong>arti</strong>colare, non col<strong>le</strong>gato ad undiscorso di evoluzione verso la salute ma di miglioramento esistenzia<strong>le</strong>. Con glianziani può essere fatto un discorso analogo, intendendo l’intervento come unostrumento per frenare il deterioramento provocato da alcune patologie tipiche diquesta fase della vita.Abbiamo sperimentato direttamente l’utilità dell’espressione <strong>arti</strong>stica nel manteneremobili e feconde <strong>le</strong> capacità percettive ed il potenzia<strong>le</strong> espressivo, nondimenol’intervento arte terapeutico di gruppo si è dimostrato efficace nel restituire aglianziani la fiducia nel<strong>le</strong> proprie capacità. E’ importante intervenire con tempismo aiprimi segnali di deterioramento, affiancando l’arte terapia al<strong>le</strong> cure farmacologichetradizionali.


16TABELLA 1: I MATERIALI IN ARTE TERAPIAMATEMATERIALIMateria<strong>le</strong>CARATTERISTICHEUSO UTENZA LUOGOTempere i Colori inSoffice – pastosoPittura coprente oAdultiLaboratorio strutturatopolvere e terre(siamalgamanoacquerellatoColoristiterre naturalicon acqua, colla )TempereMorbide – brillantiPittura coprente oAdatto a tutti,Laboratori e gruppipronte(si diluisce conacquerellatoatossicheperriabilitativi,inadattoacqua)bambiniall’ambiente ospedalieroAcrilici Morbidi – compatti Pittura coprente Adulti con discrete Laboratorio strutturato


– molto coprenti. SpatolatoTecniche(pitturamodellato)mistee17capacità tecniche ebuon uso dellamanualità fine.Acquerelli aSensibili –Coloretenue,Adatto a tutti.Ovunquecialdetrasparentiopaco. Trasparenteo netto a secondadella diluizioneAcquerelli inMorbidi – sensibiliColore spesso eAdultiedLaboratorio strutturatotubettoluminosoado<strong>le</strong>scenticonnon gravi patologieEcolineeLiquidi – brillanti –Colori intensi eAdulti, ado<strong>le</strong>scenti.Laboratorio strutturatochinefluidiluminosi.Non molto adatto aTrasparenti o nettipatologiegravia seconda dellaperché difficili dadiluizionecontrollareColoriadPastosi – moltoPittura e spatolato Adulti edLaboratorio strutturatooliocoprenti – morbidi.ado<strong>le</strong>scenti


18Lungo tempo diasciugaturaMatite:a) nere Dure e morbide Disegno,Adatto a tutti, Ovunqueombreggiature p<strong>arti</strong>colarmenteindicato per chi habuone capacitàorganizzativeb)Carboncin Morbido – tende a DisegnoAdulti ed Laboratori e attivitàosfumareChiaro – scuro ado<strong>le</strong>scenti.riabilitativec) Colorate Dure – controllabili Disegno Adatto a tutti Ovunqued)AcquerellabiliSensibili e diluibilicon l’acquaDisegno e colore Adatte a tutti OvunquePennarelliFacilmenteDisegno e coloreAdatti a tutti, inOvunquecoloratimaneggiabili,p<strong>arti</strong>colareasegnomoltobambinieddefinitoado<strong>le</strong>scenti.Pastelli a Duri e rigidi Disegno, colore e Bambini e adulti. Ovunque


19cera Favoriscono laregressionegraffitiPastelliadConsistenti – trattoColore e forma Adatto a tutti,Ovunqueoliochiaro e morbido.specificoperTattilicoloristiColori a ditaMorbidi, pastosi eColore,Bambini e adultiLaboratori e attivitàsensuali.immediatezzadiancheconriabilitative in situazioniFortementeespressionepatologie gravi estrutturateregressivideficitintel<strong>le</strong>ttivi.Inadatto ai nevroticiGessiCompatti o friabili,Disegno e coloreAdatto a tutte <strong>le</strong>Ovunquetende a scomparireetà, controindicatoo sfumarein soggetti ansiosiCretaMaterialiplastici,ModellareAdultiedLaboratori e attivitàArgil<strong>le</strong>modellabilieCreareoggettiado<strong>le</strong>scenti.Dariabilitative strutturatemorbidi. RegressivitridimensionaliusareconBassorilievi o altoattenzionecoirilievibambiniperchétendono ad ingerirli


20Materiali diVariabiliCrearesculture,Adatto a tutti Laboratori e attivitàrecuperoStimolanolainstallazioni, quadririabilitativecreativitàedoggettiMaterialid’usotridimensionaliquotidianoTabella 2Esempi di proposte tematiche


IL CORPO: a quest’area appartengono <strong>le</strong> proposte di osservare, muovere e poi disegnare o dipingere una parte o tutto il propriocorpo (ad es. la mano o l’autoritratto). E’ un lavoro p<strong>arti</strong>colarmente adatto ai bambini ed agli psicotici per consolidare lapercezione del sé corporeo e per sentire i propri confini.21IL MOVIMENTO: prosegue idealmente il percorso sul corpo ampliandolo; si propone di danzare un colore, di muoversi come ilvento o di animare un soggetto disegnatoE’ p<strong>arti</strong>colarmente indicato nei gruppi di trattamento dei disturbi psicosomatici o dei disturbi alimentari.I COLORI: si propongono i colori a p<strong>arti</strong>re dai tre primari, per proseguire con i secondari ed i comp<strong>le</strong>mentari. In ogni incontro siesplora un colore utilizzando materiali diversi, se ne scopre la luminosità o l’opacità. Si comp<strong>le</strong>ta il lavoro esplorando <strong>le</strong> emozionie <strong>le</strong> sensazioni che esso provoca.COPIA DAL VERO: al centro dell’attenzione sono posti degli oggetti da riprodurre. Questa stimolazione può essere proposta persostenere il rapporto con la realtà concreta o affinare <strong>le</strong> capacità tecniche se i pazienti lo richiedono. L’oggetto puòrappresentare un punto di partenza che l’utente arricchisce in modo persona<strong>le</strong>, mettendo così in relazione mondo rea<strong>le</strong> e mondofantastico.POESIE E BRANI MUSICALI: <strong>le</strong> impressioni e <strong>le</strong> sensazioni che esse evocano vengono tradotte in colori ed immagini. Facilital’esplorazione e l’espressione dei sentimenti.ELEMENTI NATURALI: come in altre forme di arte terapia, si possono proporre tutta una serie di stimoli naturali (dai quattroe<strong>le</strong>menti, agli animali, agli alberi e <strong>le</strong> piante) per scoprirne <strong>le</strong> va<strong>le</strong>nze soggettive. Il lavoro sugli animali può esserep<strong>arti</strong>colarmente lungo per il loro valore simbolico.


23Segue tab. 2LAVORO A COPPIE: ognuno fa un primo intervento su un foglio e quindi lo scambiacon un compagno che, interpretandolo soggettivamente , lo porta a comp<strong>le</strong>tamentoin un disegno. Si può lavorare sulla forma (ritagliando il foglio o ripiegandolo perrenderlo tridimensiona<strong>le</strong>) o lavorare sul segno.IL RITRATTO O LA SAGOMA: il ritratto di un compagno può essere un’esperienzaricca di valori sia per chi ritrae sia per chi è ritratto. Talvolta suscita il timore di urtarela sensibilità del compagno, è uti<strong>le</strong> proporlo quando esiste una buona coesione digruppo ed un clima di reciproca accettazione. Lavorare sulla sagoma è sicuramentemeno prob<strong>le</strong>matico.IL PUZZLE: un grande foglio viene ritagliato dal conduttore in tante forme quantisono i partecipanti al gruppo, ciascuna si incastra con <strong>le</strong> altre. Il disegno avvieneindividualmente e solo al termine il “tutto” viene ricomposto, è una buona immaginedel significato di gruppo.LO SFONDO: ciascuno realizza un disegno di picco<strong>le</strong> dimensioni che verrà poiincollato su un grande foglio comune. Il lavoro col<strong>le</strong>ttivo consisterà nel creare unosfondo comune che accoglierà e col<strong>le</strong>gherà tutti i disegni.IL COLLETTIVO: su un grande foglio o un pannello di compensato, tutto il gruppolavora in contemporanea per produrre un’opera comune.

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