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Arteterapia: le arti figurative e plastiche - L. Colonnello, C. Passavanti

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13ipercritica del giudizio) conferma il soggetto nella sua capacità di realizzare qualcosain senso positivo e la partecipazione ad un gruppo lo sostiene rispetto all’immaginedi sé. Disegnare è fare ogni volta del<strong>le</strong> scelte attingendo al proprio mondo interno,recuperando immagini e percezioni che restituiscono un senso di identità persona<strong>le</strong>;in p<strong>arti</strong>colare, sembra essere efficace il lavoro sul colore per “equilibrare <strong>le</strong>disarmonie psichiche lavorando su eccessi o carenze cromatiche” (Giaume,1996).Nel proseguimento dell’intervento si cerca di far acquisire una maggiore competenzatecnica che permetta all’utente di rendersi sempre più autonomo (quasi di sostituirela dipendenza dall’alcol con quella <strong>arti</strong>stica) dal terapeuta. Nel percorso terapeutico ilgruppo evolve da una prima fase in cui esprime la patologia, ad una seconda in cuiemergono <strong>le</strong> singo<strong>le</strong> personalità.I disturbi alimentari. In questi anni <strong>le</strong> prob<strong>le</strong>matiche psicologiche che si esprimonoattraverso comportamenti alimentari scorretti, dannosi per la salute, si sono diffuse inmaniera preoccupante, spingendo gli operatori sanitari verso la ricerca di forme diintervento integrate; sono sorte, così, collaborazioni fra arte terapeuti e dietologi peril trattamento dell’anoressia e della bulimia. In questo tipo di pazienti laconcentrazione sulla pittura distoglie il centro dell’attenzione dal sintomo,dall’ossessione della dieta, riportandolo sul soggetto; i disegni facilitanol’esplorazione di fantasie <strong>le</strong>gate all’immagine di sé, permettono un accesso menominaccioso a sentimenti come la rabbia, la depressione, la paura o a vissuti diamore-odio verso <strong>le</strong> figure genitoriali. Fondamenta<strong>le</strong> nel trattamento di questo tipo dipatologie è il ruolo attivo del paziente all’interno del gruppo, poiché gli consente,attraverso la partecipazione al proprio trattamento, di smontare il meccanismo dellasfida. L’inizia<strong>le</strong> impegno sul foglio rappresenta l’affermazione concreta dell’impegnonella relazione terapeutica attraverso un atto diretto, proprio, e non solo un avvalloforma<strong>le</strong>. Per i soggetti bulimici ed in p<strong>arti</strong>colare per <strong>le</strong> donne, la partecipazioneregolare ad un gruppo costituisce il primo atto del “prendersi cura di sé” e dellapropria salute, creando all’interno della propria quotidianità uno spazio (fisico ementa<strong>le</strong>) a questo dedicato, in contrasto con una routine in cui i ruoli familiari <strong>le</strong>fanno sentire svuotate e fagocitate.Nel trattamento dei disturbi alimentari la fase inizia<strong>le</strong> del rapporto terapeutico èestremamente delicata, poiché anoressici e bulimici si sentono fortemente minacciatida tutto ciò che può produrre un cambiamento e contemporaneamente desideranoaltrettanto fortemente comunicare ed essere compresi. Nell’anoressia il prob<strong>le</strong>ma del

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