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Arteterapia e tossicodipendenza

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5terapeutici e tempi di percorso. In certi casi l’intervento ambulatoriale del SerT potràaiutare a definire ulteriori interventi. Per alcuni soggetti sarà proposto un Centro crisio una Comunità residenziale, per altri un Centro diurno. Queste strutturegeneralmente offrono un intervento educativo e terapeutico nell’ambito di unprogetto complessivo il cui elemento di base è la vita comunitaria, ossial’esperienza della vita di gruppo. Le diverse azioni educative e terapeutiche sonoguidate per lo più da una visuale teorica di tipo psicodinamico e relazionale.I progetti per ogni soggetto, sebbene inseriti nel contesto di gruppo, sono individualie sottoposti a una continua verifica e ripuntualizzazione degli obiettivi. È utileosservare che negli ultimi vent’anni sul mercato della droga sono state introdottesempre nuove e più potenti sostanze e anche i luoghi e il modo di uso sonototalmente cambiati. Questo fenomeno è eloquente circa la necessita di unaricerca permanente per aggiornare le strutture terapeutiche e cosi seguire il piùpossibile i mutevoli momenti sociali, i continui cambiamenti dei tipi di sostanza edelle modalità di assunzione. L’arteterapeuta dovrà adattare il suo intervento allelinee generali impostate dalla struttura in cui si trova a lavorare. In quei gruppi dovegli obiettivi e i tempi terapeutici non sono uguali per tutti i partecipanti,l’arteterapeuta dovrà affrontare sia le dinamiche di gruppo che le situazioniindividuali.Processo Terapeutico e la sua corniceI giovani che entrano in una struttura terapeutica accettano di partecipare a tutte leattività del progetto, per il tempo ritenuto necessario per ognuno. Le difficoltà chenascono in un laboratorio saranno affrontate all’interno del medesimo e, nel caso dellaboratorio di arteterapia, i disegni saranno conservati nel laboratorio stesso, cometestimonianza di un percorso. Tuttavia sarà opportuno che la comunicazione tral’arteterapeuta e i responsabili della struttura sia permanente. In linea di massima igruppi della durata di due ore, si svolgono una o due volte alla settimana. Adisposizione degli utenti c’è una varietà di materiali artistici di buona qualità. Ogniutente ha una cartellina in cui tenere i suoi disegni, attraverso i quali, in qualunquemomento, può rivedere il proprio percorso sia durante la sua permanenza nellastruttura sia nel momento della chiusura finale.L’obiettivo fondamentale dell’incontro tra pazienti e arteterapeuta è la ricerca delpotenziale nascosto di creatività propria di ogni soggetto (Winnicott, D. 1971);questa capacità assopita va riportata alla sua funzione originaria, attraverso un


8forse quella che possiamo sognare. Senza neanche rispondere, si mette subito alavorare. Disegna un teatrino e una strada che entra dentro al palcoscenico.Sembra molto soddisfatta del suo disegno e tiene a spiegare che non si tratta di unarealtà virtuale, ma una di cosa vera. Aggiunge che davanti alla vita ha messo unteatrino, ma che lei n’è fuori. In qualche modo è riuscita ad abbandonare la suarichiesta quasi ossessiva della prospettiva, per dare spazio a una rappresentazionepiù libera del suo mondo fantasmatico: la difficoltà di collegarsi col mondo vero,quello degli adulti.Il caso del ragazzo che disegnava come una “scarpa”Si tratta di un giovane fisicamente provato, dallo sguardo triste madall’atteggiamento arrogante, e la prima cosa che dice all’arteterapeuta è che lui nonè uguale agli “altri” e che non sa bene perché è entrato nella struttura. Dopo averepreso conoscenza delle caratteristiche dell’attività di arteterapia, ci tiene a precisareche lui disegna come una “scarpa”. Ci sono vari modi di affrontare queste difese.Gli viene proposto di provare a fare un collage, estraendo dalle riviste adisposizione, gli elementi che possono avere qualche analogia con il suo statod’animo. Si tratta del suo primo lavoro.Inizia sfogliando le riviste a disposizione, poi bruscamente decide di disegnare amatita in bianco e nero. Lo stile è molto realistico, quasi quello di una persona cheha buona dimestichezza col disegno.Ci sono due persone di profilo, una seduta per terra e appoggiata ad un muro conespressione triste. L’altra in ginocchio la guarda e le porge una mano. Una voltafinito il disegno lo guarda con sorpresa. Davanti alla duplice contraddizione tra le sueparole – disegno come “una scarpa” – e l’atteggiamento arrogante, è facile perl’arteterapeuta, chiedere se non c’è qualche cosa d’inaspettato nel suo disegno. Larisposta è immediata e il cambiamento del suo atteggiamento sensibile. Rispondecon gentilezza, riconoscendosi nel giovane uomo seduto che riceve aiuto. Attraversoquest’immagine riesce a fare emergere una parte di se stesso, cosa che non riuscivaa fare né attraverso le parole né con l’atteggiamento. Da quel momento stabilisce unrapporto sincero e costruttivo all’interno del laboratorio, abbandonando il discorsoiniziale difensivo così frequente nel tossicodipendente.Il caso del ragazzo che amava fare i disegni protratti nel tempoUn paziente, seppure ben integrato nel gruppo, ha un ritmo di lavoro moltopersonale. Si tratta di un giovane che conserva una vita apparentemente normale,

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