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informasanità numero estate 2010 - Azienda Ospedaliera di Padova

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2informasanitàNOTIZIARIO D’INFORMAZIONEDELL’AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVArivista trimestrale<strong>estate</strong> <strong>2010</strong>SOMMARIOnon solo banca del sangue pag. 3l’aferesi terapeutica pag. 6DIRETTORE RESPONSABILELuisella PierobonVICEDIRETTOREValentina Galanme<strong>di</strong>ci, non stregoni pag. 8alleanza terapeutica tra me<strong>di</strong>co e paziente pag. 11REDAZIONESilvia Baggio, Monica Briani, Eliana Camporese,Alessia Comacchio, Giustina De Silvestro,Elke Erne, Francesco Francini, Marzia Franzetti,Paolo Gazzola, Na<strong>di</strong>a Gussetti, Luisa Longhini,Andrea Meneghini, Cinzia Montagna,Antonella Muraro, Elisabetta Panazzolo,Roberto Rinal<strong>di</strong>, Anna Maria Sajeva, Elisa Salata,Renzo Scaggiante, Dino Sgarabotto,Giuseppe Tarantinipiù tempo per l’angioplastica primaria pag. 13gestire il contenzioso sanitario pag. 15episud pag. 18me<strong>di</strong>cina globale per la qualità della vita pag. 21la malattia drepanocitica in età pe<strong>di</strong>atrica pag. 23DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONEVia Giustiniani 1— <strong>Padova</strong>tel. redazione 049.8213923fax redazione 049.8218283uff.stampa@sanita.padova.it<strong>estate</strong>, stagione <strong>di</strong> vacanze e viaggi pag. 25paese che vai rischio che trovipag.27Registrazione del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>n. 1553 del 4.2.97 Registro Stampaallattare al seno pag. 31in copertina: foto <strong>di</strong> sciencephotolibrarydmo, questa sconosciuta pag. 32


3NON SOLO BANCA DELSANGUEla me<strong>di</strong>cina trasfusionale all’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong><strong>di</strong> Giustina De SilvestroMolti utilizzatori ancora oggi sonoconvinti che la nostra attività consistapraticamente solo nel raccoglieree <strong>di</strong>stribuire il sangue dei donatori.Non è infrequente sentirsirichiedere, soprattutto dai colleghipiù anziani, “un flacone <strong>di</strong> sangue”,quando già negli anni ’70 i flaconi<strong>di</strong> vetro sono stati sostituiti dallesacche in PVC.In realtà la Me<strong>di</strong>cina Trasfusionaleè evoluta rapidamente e oggi, oltreche <strong>di</strong> tutte le “attività riguardantila promozione del dono del sangue,la raccolta <strong>di</strong> sangue intero,emocomponenti e cellule staminaliemopoietiche autologhe, omologhee cordonali, il frazionamentocon mezzi fisici semplici, la validazione,la conservazione e la <strong>di</strong>stribuzionedel sangue umano e deisuoi componenti”, si occupa anchedell’esecuzione delle indagini <strong>di</strong> laboratorioe delle procedure <strong>di</strong> inattivazione dei patogeni, delle indaginiprenatali finalizzate alla prevenzione<strong>di</strong> problemi immunoematologicie della prevenzione dellamalattia emolitica neonatale, delleattività <strong>di</strong> tipizzazione tissutale(HLA) finalizzata al trapiantod’organo e <strong>di</strong> midollo, dellaemaferesi terapeutica per il trattamento<strong>di</strong> malattie autoimmuni,tossico-<strong>di</strong>smetaboliche,ematologiche. Sono compito dellaMe<strong>di</strong>cina Trasfusionale anche leindagini immunoematologiche finalizzatealla trasfusione, il predepositoa scopo <strong>di</strong> autotrasfusione,il controllo <strong>di</strong> tutto il processo el’emovigilanza sugli eventi avversi,il controllo sull’utilizzo appropriatodel sangue e dei suoi componenti,anche attraverso il Comitato perimmagini dalla Me<strong>di</strong>cinaImmunotrasfusionaledell’<strong>Azienda</strong>*


4le apparecchiature del CentroImmunotrasfusionaleil Buon Uso del Sangue (COBUS).La nostra Unità Operativa, che oggisi chiama Immunotrasfusionale, ènata come Banca del Sangue. Contasull’apporto <strong>di</strong> 67 persone neivari ruoli professionali: 11 me<strong>di</strong>ci,prevalentemente specialisti in E-matologia, 6 biologi, 26 tecnici <strong>di</strong>laboratorio e 14 infermieri professionali,10 persone <strong>di</strong> ruolo amministrativoo operatori <strong>di</strong> supporto.L’attività si articola in due processiprincipali: il processo “produttivo”e il processo “clinico-ssistenziale”.Le attività si svolgono in tre se<strong>di</strong>.La sede principale, anche sede <strong>di</strong>Direzione dell’Unità Operativa edel Dipartimento TrasfusionaleProvinciale, presso il MonobloccoOspedaliero, dove avvengono la<strong>di</strong>stribuzione del sangue a fine trasfusionale,le attività <strong>di</strong> consulenzae le attività clinico-assistenzialipropriamente dette; l’Ospedaledei Colli, dove ha sede il Centro <strong>di</strong>raccolta del sangue, che costituiscela base su cui si fondano tuttele attività e i compiti della Me<strong>di</strong>cinatrasfusionale; l’OspedaleSant’Antonio, dove ha sedel’Ambulatorio <strong>di</strong> autotrasfusione esalassoterapia, attività che si collocaa metà strada tra il processoproduttivo e clinico.La nota più piacevole degli ultimianni è l’ingresso <strong>di</strong> persone giovani,soprattutto nel personale tecnico,neo-laureati, prevalentementedonne molto motivate e determinate,e molto serene pur nel grandeimpegno <strong>di</strong> lavoro.Il sangue raccolto a <strong>Padova</strong>, fondamentaleper tutte le attività sanitariesvolte nell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>e negli altri Ospedali <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>, garantiscesolo in parte quello che èl’elevato fabbisogno: 34000 unità<strong>di</strong> globuli rossi hanno costituito la


5richiesta nel 2009, con un trend inaumento <strong>di</strong> circa il 3% annuo. Siamonella me<strong>di</strong>a regionale, ma conuna raccolta a <strong>Padova</strong> <strong>di</strong> solo il50% del fabbisogno. Per il rimanenteè necessario ricorrere agliospedali della provincia. Al fabbisognocontribuiscono anche circa3000 unità all’anno raccoltenell’Ambulatorio <strong>di</strong> autotrasfusione,per quei pazienti che si sottopongonoa intervento chirurgicoin elezione.Nel 2009 sono state trasfuse33982 sacche <strong>di</strong> globuli rossi concentrati,<strong>di</strong> cui più <strong>di</strong> 12000 provenientida ospedali <strong>di</strong> altre provincevenete; quest’anno la richiesta èulteriormente aumentata (+ 4,8 %nei primi 4 mesi), e lo sforzo richiestoai donatori e alle Associazionidei donatori è ancora maggiore.Per il secondo semestre dell’annosi prevede un fabbisogno complessivo<strong>di</strong> 17500 sacche: riuscire a essereautosufficienti sarebbe davveroun bel traguardo da raggiungere.Ecco perché oggi lanciamo unappello, una sfida per la “autonomiatrasfusionale” <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>,perché la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sanguerimane sempre alla base <strong>di</strong> tutto.il Centro raccolta sanguepresso il Complesso sociosanitario dei ColliFoto cortesemente concesse da “Il Corriere del Veneto”


6L’AFERESITERAPEUTICAAll’interno dell’attività clinicadell’Unità Operativa Immunotrasfusionale,<strong>di</strong>retta dalla dr.ssaGiustina De Silvestro, ha un granderilievo la terapia aferetica. L’aferesiterapeutica è una tecnica <strong>di</strong> depurazioneextracorporea del sangue.Si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sciplina che, rimuovendocon <strong>di</strong>spositivi de<strong>di</strong>catisostanze <strong>di</strong> peso molecolare elevatodal plasma, è in grado <strong>di</strong> agiresu uno o più componenti del sanguecoinvolti nello scatenare e nelmantenere una particolaremalattia. La sua efficacia è statavalutata positivamente sin dal1985 dagli esperti della AmericanMe<strong>di</strong>cal Association ed è oggi unsussi<strong>di</strong>o fondamentale non solonella cura <strong>di</strong> alcune malattieautoimmuni, ma anche in casi <strong>di</strong>avvelenamento e comunque in tuttequelle circostanze nelle quali sianecessario asportare rapidamentedal sangue circolante sostanzedannose all'organismo e <strong>di</strong>scioltenel plasma. Il sangue intero, prelevatoda una vena del paziente, vieneseparato in una macchina, chesi chiama appunto “separatore cellulare”,e il componente malatoviene rimosso e sostituito, oppuretrattato per la rimozione della sostanzatossica, e poi restituito alpaziente. Diversi sono gli aspettitecnici dell’aferesi terapeutica, tracui spiccano la separazione del plasmadal sangue intero, eseguitame<strong>di</strong>ante tecnica <strong>di</strong> centrifugazioneo filtrazione; la sostituzione delplasma rimosso e composizionedelle soluzioni <strong>di</strong> re infusione; ilfrazionamento del plasma o rimozioneselettiva dal plasma delle sostanzeanomale, tossiche o in eccesso.I trattamenti durano da unminimo <strong>di</strong> 2 ore, fino a 5-6 ore nelleprocedure più complesse.<strong>Padova</strong> è stata uno dei primi centriad avviare l’attività, fin dai primianni ’80. A questa sua lunga esperienzasi aggiungono il costante aggiornamentotecnologico, con la<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> strumentazioneadeguata anche alle situazioni piùcomplesse; la formazione e la competenzadel personale che vi opera,per cui il Centro è stato, ed èancora, sede <strong>di</strong> formazione perpersonale me<strong>di</strong>co e infermieristico<strong>di</strong> altre se<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutta Italia; gliaspetti <strong>di</strong> sicurezza, alla cui attenzionesi è impegnata sin dall’iniziosviluppandoli nel tempo, così cheGiustina De Silvestrooggi lo standard <strong>di</strong> sicurezza haraggiunto livelli elevatissimi; laparticolare specializzazione per pazientipe<strong>di</strong>atrici, anche <strong>di</strong> basso pesocorporeo.È anche sede del Registro Nazionale<strong>di</strong> Aferesi Terapeutica, siadell’adulto che del bambino, e quiarrivano quoti<strong>di</strong>anamente richieste<strong>di</strong> parere su in<strong>di</strong>cazioni clinichee aspetti tecnici da tutto il Paese.In questo settore sono impegnatidue me<strong>di</strong>ci e cinque infermieri:l’attività si svolge dal lunedì al venerdì,con una pronta <strong>di</strong>sponibilità


7Sindrome da anticorpi antifosfolipi<strong>di</strong> in gravidanza: plasma-exchange e/o immunoadsorbimentoper la fascia notturna e festiva.Negli ultimi 10 anni (2000-2009)sono stati eseguiti 13.979 trattamentiin 1469 pazienti, molti deiquali ricorrenti per patologie croniche.Nell’arco degli anni, alla tecnologiastandard rappresentata dalplasmaexchange (o scambio plasmatico),si sono integrate procedureprogressivamente più specialistichee tecnicamente sofisticate.Aver mantenuto sempre alta l’attenzioneai livelli <strong>di</strong> sicurezza hapermesso <strong>di</strong> adeguare la terapiaalle nuove conoscenze e anche allenuove patologie che con questemeto<strong>di</strong>che possono essere trattate.Le tecniche a <strong>di</strong>sposizione, oltrealle tra<strong>di</strong>zionali, sono lo scambioplasmatico, con rimozione e sostituzionedella componente plasmatica,utilizzato soprattutto per lemalattie immunome<strong>di</strong>ate; l’LDLaferesi,per il trattamento delleipercolesterolemie familiari omozigotio eterozigoti gravi, che non rispondonoad alcuna terapia farmacologica;la raccolta <strong>di</strong> cellule staminaliperiferiche, per autotrapiantonelle malattie oncoematologiche;la fotochemioterapiaextracorporea, con trattamento ereinfusione dei linfociti, per la terapiadella malattia del trapiantoverso l’ospite (GvHD); l’immunoadsorbimento,procedura particolarmenteraffinata per la rimozione<strong>di</strong> anticorpi, riservata a patologie esituazioni molto particolari; la granulocitoaferesisu colonna, per iltrattamento delle malattie infiammatoriecroniche intestinali; loscambio eritrocitario per il trattamentodelle crisi occlusive nei pazienticon anemia falciforme; loscambio eritrocita rio per il trattamentodelle crisi occlusive nei pazienticon anemia falciforme.


8MEDICI,NON STREGONILa possibilità <strong>di</strong> curarsi con le pianteofficinali suscita da tempol’interesse del grande pubblico,tanto da fare del mercato dei fitoterapiciuna delle più floride realtàcommerciali degli ultimi anni. Alfenomeno non sono estraneil’ingenuità <strong>di</strong> chi ritiene sicuro unprodotto solo perché apparentementenaturale né l’enfasi <strong>di</strong> quantiattribuiscono alle piante proprietàcurative senza il supporto <strong>di</strong>evidenze scientifiche. La logicaconsumistica, <strong>di</strong>fficile da eludereanche in ambito sanitario, ha trovatofertile terreno per i suoi fatturatianche nel settore salutistico,espandendoli grazie alla creazione<strong>di</strong> nuovi bisogni.La realtà che si è così configuratarichiede, proprio per le sue <strong>di</strong>mensioni,un approccio attento e competente.Gli atteggiamenti prevalentiche la classe me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>mostranei confronti della fitoterapia sonoinvece il rifiuto e la <strong>di</strong>ffidenza. Loscetticismo, spinto fino alla sistematicariprovazione nei confronti<strong>di</strong> qualsiasi istanza del pazienteche vuol essere curato con fitoterapici,induce quest’ultimo allareticenza e alla ricerca <strong>di</strong> rifericurarsicon la fitoterapia<strong>di</strong> Francesco Francinimenti alternativi. Cosi, progressivamente,altre figure sostituisconoil me<strong>di</strong>co anche nei momenti della<strong>di</strong>agnosi e della prescrizione dellaterapia: il farmacista, l’erborista, ilnaturopata… Molto spesso, inoltre,la fitoterapia <strong>di</strong>venta oggetto<strong>di</strong> autoprescrizione, anche in presenza<strong>di</strong> patologie importanti.Che lo si con<strong>di</strong>vida o meno, invece,il ricorso alle piante officinali è unatendenza consolidata con cui dobbiamoconfrontarci. Per la sua rilevanzal’argomento merita un approcciocritico razionale, basatosulla conoscenza delle basi scientifichesu cui poggiano formulazionie procedure terapeutiche esull’identificazione dei potenzialirischi legati al loro impiego.La fitoterapia è la scienza che previeneo cura le patologie per mezzodelle piante me<strong>di</strong>cinali o <strong>di</strong> prodottida questi derivati, i fitoterapici.La fitoterapia vene impropriamenteconsiderata tra le me<strong>di</strong>cinealternative. In realtà essa con<strong>di</strong>videcon la me<strong>di</strong>cina convenzionalel’approccio scientifico alla malattia.Come la farmacologia ortodossa,la fitoterapia è allopatica, cioè curale cause delle patologie con principiche vi si oppongono, contrariamenteall’omeopatia, che propone<strong>di</strong> curare le patologie me<strong>di</strong>anterime<strong>di</strong> simili agli agenti patogeni(similis similia curantur). La sceltadel suo impiego non poggia su atti<strong>di</strong> fede ma si basa sul riscontrodell’efficacia terapeutica, valutatasecondo i criteri universalmenteadottati dalla comunità scientifica.Molti farmaci ancor oggi <strong>di</strong> comuneimpiego derivano dal mondovegetale. Prodotti fitoterapici sonoriportati nella Farmacopea Ufficialee molti sono specialità me<strong>di</strong>cinali.Le attuali tecniche <strong>di</strong> indaginehanno consentito <strong>di</strong> identificaremolti principi attivi delle pianteme<strong>di</strong>cinali, chiarendone il meccanismod’azione. Numerose rivistescientifiche sono oggi de<strong>di</strong>cate allaricerca in campo fitoterapico e lepiù prestigiose pubblicazioni me<strong>di</strong>cheinternazionali ospitano ognianno centinaia <strong>di</strong> lavori sugli effettiterapeutici delle piante me<strong>di</strong>cinali.Non me<strong>di</strong>cina alternativa quin<strong>di</strong>,piuttosto me<strong>di</strong>cina complementarea quella ufficiale, una integrazioneche intende completare e nonignorare quanto il progresso scientificoha fin qui prodotto.Fatte queste premesse, è il caso <strong>di</strong>rispondere a una critica frequente-


9mente mossa alla fitoterapia. Chenecessità c’è, si chiedono alcuni, <strong>di</strong>ricorrere a una pianta me<strong>di</strong>cinalequando è oggi possibile ottenereper estrazione o per sintesi il suoprincipio attivo isolato? Perchéusare una preparazione vegetale,con tutte le incertezze dovuteall’instabilità della composizione,quando <strong>di</strong>sponiamo del farmaco lacui composizione è nota e stabilenel tempo? La risposta è che lapianta me<strong>di</strong>cinale non agisce invirtù <strong>di</strong> un solo principio attivo magrazie all’azione sinergica <strong>di</strong> moltesostanze che nel loro insieme formanoil fitocomplesso. Questa caratteristicaconsente <strong>di</strong> usare dosisensibilmente minori <strong>di</strong> ciascunprincipio attivo, riducendo gli effettiavversi. Per quanto concernel’incertezza della composizione,oggi sono utilizzati estratti vegetalistandar<strong>di</strong>zzati e titolati, che garantisconola costanza compositiva econsentono <strong>di</strong> conoscere il quantitativodelle principali sostanze attivesomministrate. Certamente lafitoterapia ha anche i suoi aspettinegativi. Per una serie <strong>di</strong> ragioni,alcune intrinseche ma la maggiorparte dovute al contesto in cui vienepraticata, essa è più facilmentedella me<strong>di</strong>cina ufficiale oggetto <strong>di</strong>ciarlataneria. A ciò si aggiunga chele piante officinali possono avereeffetti avversi e interagire con ifarmaci. Possiamo sintetizzare in 4punti i potenziali rischi della fitoterapia.Cominciamo con il ritardodella <strong>di</strong>agnosi: il ricorso a personeimpreparate, millantatori e ciarlatani,può impe<strong>di</strong>re il riconoscimentocorretto dei sintomi <strong>di</strong> una patologiache vengono sottratti perun certo tempo a una <strong>di</strong>agnosi corretta.O il ritardo nell’instaurazione<strong>di</strong> una terapia efficace, perché ilpaziente, una volta effettuata una<strong>di</strong>agnosi corretta può rivolgersi aterapeuti incompetenti che praticano,con pochi scrupoli o in buonafede, una fitoterapia inefficace.Si ritarderà pertanto l’instaurazione<strong>di</strong> una terapia corretta, cosache per alcune patologie può rivelarsi<strong>di</strong> particolare gravità. Altrorischio è rappresentato dagli effettitossici delle preparazioni a base<strong>di</strong> piante me<strong>di</strong>cinali. Le piante me<strong>di</strong>cinalipossono esercitare effettiavversi a causa <strong>di</strong> sostanze propriedella specie usata (per esempio,l’ipopotassiemia da liquirizia), oi preparati fitoterapici dell’ambulatorio ospedalieroper la presenza <strong>di</strong> contaminanti, avolte dovuti alla crescita <strong>di</strong> microrganismiindesiderati, soprattuttofunghi, produttori <strong>di</strong> sostanze tossiche(come le micotossine prodottedai funghi del genere Aspergillus).Le reazioni avverse possonoessere <strong>di</strong> natura farmacologica,con reazione <strong>di</strong> tipo dose/effetto o<strong>di</strong> tipo allergico. La Fitovigilanza èun settore della Farmacologia che,in analogia alla Farmacovigilanza,si occupa <strong>di</strong> raccogliere e catalogarele reazioni avverse segnalate neiconfronti <strong>di</strong> piante me<strong>di</strong>cinali. Infineesiste il rischio <strong>di</strong> interazionicon farmaci. Lo stu<strong>di</strong>o della interazionetra piante officinali e farmaciè in grande espansione. Ciò è dovutoall’attualità del problema,visto l’incremento dei consumi <strong>di</strong>prodotti fitoterapici da parte delle


10popolazioni occidentali. Le modalità<strong>di</strong> queste interazioni sono notesolo in parte e possono riguardareaspetti <strong>di</strong> farmacocinetica o <strong>di</strong> farmaco<strong>di</strong>namica.Alcune sostanze <strong>di</strong>origine vegetale alterano le vie <strong>di</strong>metaboliche del farmaco, mo<strong>di</strong>ficandonele concentrazioninell’organismo, riducendo o amplificandogli effetti terapeutici, determinandoinefficacia delle terapieo tossicità. Altre modalità <strong>di</strong>interazione possono riguardarel’assorbimento intestinale, che puòessere ridotto, come nel caso delcarbone vegetale e <strong>di</strong> alcune fibreidrosolubili. In altri casi può verificarsiun potenziamento degli effettidel farmaco qualora alcuni principiattivi della pianta officinalecon<strong>di</strong>vidano lo stesso meccanismod’azione. L’uso dei prodotti fitoterapicirichiede la conoscenza deiloro possibili effetti avversi e delleinterazioni. Molti prodotti oggisono commercializzati sotto forma<strong>di</strong> integratori alimentari, aspettoche induce a sottovalutarne i rischi.Peraltro anche vegetali d’usocomune possono causare pericoloseinterazioni con farmaci, comecaso del pompelmo (farmaci car<strong>di</strong>ovascolari,statine) e del succo <strong>di</strong>mirtillo (anticoagulanti).L’informazione al consumatore e laformazione degli gli operatori sanitaria vario titolo coinvolti (me<strong>di</strong>ci,farmacisti, infermieri, <strong>di</strong>etisti) sonoi migliori strumenti per garantire lasicurezza nell’impiego dei prodottia base <strong>di</strong> piante officinali.esemplari <strong>di</strong> piante officinali: doricnio <strong>di</strong> Dioscoride e rubbia,Ferrante Imperato, "1550-1625.Historia naturale <strong>di</strong> Ferrante Imperato ...", Venetia : presso Combi& La No,1672. Istituto e Museo <strong>di</strong> Storia della Scienza / EurofotoPresso l’<strong>Azienda</strong> è attivo l’ambulatorio <strong>di</strong> Fitoterapia. Levisite vengono effettuate presso il Centro Clinico Ambulatoriale<strong>di</strong> via Modena n. 9 il giovedì mattina dalle ore10,00 alle 13,00. Per prenotazioni telefonare al <strong>numero</strong>verde 840000664.


11ALLEANZA TERAPEUTICATRA MEDICO E PAZIENTEda ottobre nuove regole per informare il pazientee avere un consenso pienamente informatoIl paziente ha oggi con il me<strong>di</strong>co unruolo attivo, che ha sostituitoquell’atteggiamento rinunciatario,passivo e un po’ paternalistico delpassato. È proprio in questo nuovorapporto che si inserisce il temadel consenso del paziente agli attisanitari e della sua adesione - o rifiuto- consapevoli alle proposteterapeutiche che lo coinvolgono.Uno dei principali ostacoli nella relazionetra me<strong>di</strong>co e paziente è illinguaggio, con la <strong>di</strong>fficoltà perl’uno <strong>di</strong> tradurre e per l’altro <strong>di</strong>comprendere appieno complessitàe tecnicismi della materia.L’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> per prima inItalia ha voluto co<strong>di</strong>ficare sia il modo<strong>di</strong> informare i pazienti sui trattamenti<strong>di</strong>agnostici e terapeuticida affrontare, sia il modo <strong>di</strong> ottenereil loro benestare consapevole,impostando il tutto su chiarezza esemplicità. Se il nome del provve<strong>di</strong>mento“Adozione della proceduraper l’informazione al paziente eacquisizione del consenso all’attosanitario e relativi moduli perl’acquisizione del consenso/rifiutoall’atto sanitario” non farebbe bensperare, il suo contenuto tracciaalla perfezione le linee che i me<strong>di</strong>cidovranno seguire per rapportarsicon i pazienti e per assicurare la loropartecipazione consapevole e lacon<strong>di</strong>visione delle scelte. A partireda ottobre, i nuovi moduli per ilconsenso, o rifiuto, basati su questaimpostazione “partecipativa”sostituiranno tutti i precedenti orain uso.Per il consenso si prevedono caratteristiche,tempi, forma, modalitàin casi particolari (minorenni, interdetti,incapaci, trattamenti sanitariobbligatori, <strong>di</strong>ssenso e statod’emergenza), procedure interne.L’informazione dovrà essere a misura<strong>di</strong> paziente, modulata cioèsulla sua richiesta <strong>di</strong> sapere, neiluoghi e con il linguaggio appropriati,con gradualità delle notizie,attenzione per i terzi che il pazientevuole coinvolgere e garantendoil tempo necessario per lariflessione.Sarà in forma obbligatoriamentescritta nei casi previsti dalla legge,mentre verrà vivamente consigliatoper le pratiche <strong>di</strong>agnostiche eterapeutiche che comportano uncerto rischio.Le modalità operative, anch’esseformalizzate, <strong>di</strong>vidono il processo<strong>di</strong> consenso in due fasi. La prima è<strong>di</strong> informazione generale al pazientesul suo stato <strong>di</strong> salute; la secondaè <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento sulle specificheprocedure che ne richiedonol’esplicito consenso. Sarà necessarioprospettare le <strong>di</strong>verse alternative<strong>di</strong>agnostiche o terapeuticheper aiutare il paziente a in<strong>di</strong>viduareil trattamento più idoneo. Duranteil colloquio si dovrà informareil malato sulle caratteristichedella malattia, proporgli il trattamentosanitario spiegando natura,scopo e come verrà fatto, se vi saràanestesia e quali rischi essacomporta, risultati, probabilità,


12conseguenze, eventuali terapiesuccessive. Altro compito del me<strong>di</strong>cosarà accertarsi che i car<strong>di</strong>nidel <strong>di</strong>scorso siano stati compresi esoltanto allora procedere “ad acquisireil modulo <strong>di</strong> consenso o <strong>di</strong>rifiuto”.Il me<strong>di</strong>co dovrà approcciarsi al pazienteun po’ come l’avvocato facon il proprio cliente. Non un ulterioreadempimento burocratico,ma un momento <strong>di</strong> quella alleanzaterapeutica che è fondamentaleper affrontare correttamente lamalattia e il suo trattamento.IL GRUPPO DI LAVOROdott. Giampietro Rupolo, <strong>di</strong>rettore sanitario azienda o-spedaliera; dott. Mario Grattarola, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>rezioneme<strong>di</strong>ca ospedaliera; dott.ssa Anna Maria Saieva, responsabiledelle funzioni per la sicurezza del paziente; prof.Paolo Benciolini, or<strong>di</strong>nario me<strong>di</strong>cina legale; dott.ssa MariaLaura Chiozza, responsabile qualità e accre<strong>di</strong>tamento;dott. Achille Di Falco, referente <strong>di</strong> area servizio delle professioni;dott.ssa Rosaria Cacco, referente funzioni sicurezza,dott.ssa Ketty Ottolitri, referente funzioni sicurezza;dott.ssa Antonella Spanò, responsabile servizio delleprofessioni; dott.ssa Lucia Stivanello, servizio delle professione;dott.ssa Rossella Perilli, qualità e accre<strong>di</strong>tamento.il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> flusso del processo<strong>di</strong> consenso all’atto sanitario


13PIÙ TEMPOPER L’ANGIOPLASTICAPRIMARIAuno stu<strong>di</strong>o del dr. Tarantini fa cadere il limite tassativo <strong>di</strong>operare entro un’ora in caso <strong>di</strong> infarto miocar<strong>di</strong>co acutorente, due possibilità terapeuticheper intervenire in caso <strong>di</strong> infartomiocar<strong>di</strong>co acuto - afferma il dr.Tarantini -: la terapia riperfusivacon farmaco, detta trombolisi, o laterapia meccanica tramite utilizzo<strong>di</strong> palloncino e stent, detta angioplasticaprimaria. Nonostantel’angioplastica offra al pazientebenefici maggiori, sul territorionazionale meno del 20-30% deipazienti viene <strong>di</strong> fatto trattato contale procedura. Questo sia perl’esigua <strong>di</strong>sponibilità dei centri cherispettano gli standard <strong>di</strong> sicurezza,sia a problemi <strong>di</strong> logistica.L’intervento <strong>di</strong> angioplastica primaria,infatti, deve essere eseguitopresso ospedali dotati <strong>di</strong> laboratorio<strong>di</strong> emo<strong>di</strong>namica e <strong>di</strong> reperibilità24 ore su 24, 7 giorni su 7”.Le linee guida internazionali prevedonoche si debba trasferire il pazientepresso un altro ospedaledove si possa eseguirel’angioplastica primaria entroun’ora, per evitare il rischio <strong>di</strong> ulterioricomplicazioni. È per tale ra-Nei pazienti con infarto miocar<strong>di</strong>coacuto, è noto che l’intervento <strong>di</strong>angioplastica primaria offre il massimodel beneficio clinico se effettuatoin tempi adeguati. In alcunicasi può offrire vantaggi in termini<strong>di</strong> sopravvivenza, rispetto al trattamentoesclusivamente farmacologico,anche quando si rendano necessaritrasferimenti interospedalierio ritar<strong>di</strong> terapeutici contenuti.Una ricerca svolta dal dr. GiuseppeTarantini della Clinica Car<strong>di</strong>ologica<strong>di</strong> <strong>Padova</strong>, <strong>di</strong>retta dal prof. SabinoIliceto, recentemente pubblicatasulla rivista car<strong>di</strong>ologica EuropeanHeart Journal, <strong>di</strong>mostra come lascelta della terapia da eseguire conurgenza sul paziente con infartopuò essere modulata non più soloin base al tempo a <strong>di</strong>sposizione perl’intervento <strong>di</strong> angioplastica, che lelinee guida internazionali fissano inun’ora, bensì in base al rapportotra il rischio del paziente e il tempo<strong>di</strong> ischemia.“Esistono, nella pratica clinica corangioplastica


14un’ambulanzaprontaa interveniregione che spesso si è forzati a optareper la trombolisi.Lo stu<strong>di</strong>o svolto dal gruppo <strong>di</strong> ricercadel dr. Tarantini ha analizzatoi dati <strong>di</strong> mortalità a 30 giorni deipazienti trattati con i due <strong>di</strong>fferentimeto<strong>di</strong> tra gennaio 1990 e <strong>di</strong>cembre2008. Si proponeva <strong>di</strong> stabilirela relazione tra il rischio per il pazientee il ritardo connesso a tuttele fasi <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizionedell’intervento <strong>di</strong> angioplasticaprimaria con un obiettivo era in<strong>di</strong>viduareil tempo massimo accettabileper praticare tale intervento.“Abbiamo <strong>di</strong>mostrato che il limite<strong>di</strong> un’ora non è assoluto - affermail dr. Tarantini -. La soluzione <strong>di</strong>intervento più adatta e il tempo<strong>di</strong>sponibile per intervenire sul singolopaziente vanno valutati inbase al livello <strong>di</strong> rischio clinico delpaziente infartuato. Per esempio,un paziente ad alto rischio andrebbesottoposto ad angioplasticaprimaria, che è preferibile in termini<strong>di</strong> sopravvivenza, anche se ciòsignifica intervenire con un ritardosuperiore a un’ora. Un paziente abasso rischio, invece, non necessita<strong>di</strong> angioplastica se questa prevederitar<strong>di</strong>; e può essere trattatocon trombolisi, in quanto la probabilità<strong>di</strong> fallimento della stessa èbasso”.I risultati ottenuti sono importantiai fini dell’organizzazione territoriale,per ottimizzazione le risorsesanitarie, per superare i ritar<strong>di</strong> terapeuticie avere una miglior curadel paziente.“Gli operatori del SUEM-118 - concludeil dr. Tarantini - dovrebberogià essere in grado <strong>di</strong> operare unaprima stratificazione del rischioper attivare imme<strong>di</strong>atamente ipercorsi prestabiliti <strong>di</strong> trattamentodel paziente con infarto miocar<strong>di</strong>coacuto. Questi percorsi dovrebberoprevedere il trasporto <strong>di</strong> pazienticon infarto ad alto rischio<strong>di</strong>rettamente in ospedali pronti aeseguire l’angioplastica primaria,evitando così ritar<strong>di</strong> legati alla necessità<strong>di</strong> dover ritrasferire il pazienteinstabile in <strong>di</strong>versi ospedali.Nel caso <strong>di</strong> pazienti a basso rischio,invece, questa impellente necessitàsarebbe evitata.”Anche in questo risvolto pratico eorganizzativo, oltre che nella curadei pazienti, risiede l’importanzadello stu<strong>di</strong>o.


15GESTIREIL CONTENZIOSOSANITARIOerrore sanitario e rischio professionale<strong>di</strong> Alessia ComacchioCon il termine rischio s’intende laprobabilità del verificarsi <strong>di</strong> un e-vento sfavorevole. Proprio per lagenericità del concetto, il rischiopuò riguardare chiunque, in qualsiasimomento della vita.In ambito sanitario, coinvolge sia ipazienti che ricorrono ai professionistisanitari per ricevere cure adeguate,sia gli operatori sanitari chesi impegnano nel corrispondere leprestazioni richieste.Si tratta, <strong>di</strong> fatto, delle due faccedella stessa medaglia, il cui denominatorecomune è l’ipotizzatoerrore sanitario. Su entrambi i latipossiamo immaginarne rappresentatele conseguenze: sull’integritàpsico- fisica per i pazienti,sull’immagine (e non solo) per iprofessionisti sanitari.Le reazioni all’errore sanitario hanno<strong>di</strong>verse sfaccettature, assai <strong>di</strong>versificatea seconda dei protagonistiinteressati (pazienti o professionistidella salute), ma tutti in<strong>di</strong>stintamentevittime delle conseguenzedell’errore stesso.I pazienti reagiscono inoltrando laloro denuncia in <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>verse,non sempre coerenti con i fini cheintendono perseguire, protesiall’ottenimento <strong>di</strong> una riparazioneal torto che ritengono d’aver subito.Talvolta l’errore viene segnalatoall’Ufficio Relazioni col Pubblicoallo scopo <strong>di</strong> ottenere spiegazioni,denunciato come sinistroall’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> e alla suaAssicurazione a fini risarcitori oppure,più raramente è oggetto <strong>di</strong>denuncia in sede penale o <strong>di</strong> azionecivile. A volte per un medesimofatto vengono percorse tutte lestrade in<strong>di</strong>cate, proprio in ragionedelle <strong>di</strong>verse motivazioni <strong>di</strong> fondo.C’è da <strong>di</strong>re però che l’ evento avverso,accaduto nel corso dellecure, non sempre <strong>di</strong>pendedall’operato sanitario e dunque<strong>di</strong>venta “errore sanitario”.Anche sul versante dei professionistisanitari le reazioni all’erroreprofessionale sono molteplici: allapreoccupazione etico- deontologicaper le conseguenze sul paziente


16il corridoio della sede <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legalesi aggiungono infatti sentimentiquali il calo <strong>di</strong> autostima, il <strong>di</strong>sagioper l’amplificazione me<strong>di</strong>atica e lapubblicizzazione dell’evento, lapaura per le conseguenze giu<strong>di</strong>ziariea ricaduta personale.In tale prospettiva si spiega il concetto<strong>di</strong> rischio professionale, intesocome probabilità <strong>di</strong> dover risarcire– in termini economici – il dannoarrecato a un paziente per erroreprofessionale.Il problema della responsabilitàprofessionale sanitaria incombe sututti i professionisti, in manieratanto più preoccupante in quanto,negli anni, ha progressivamente esignificativamente mo<strong>di</strong>ficato ilrapporto tra me<strong>di</strong>co e paziente.Pur non essendo completamentechiara la <strong>di</strong>mensione del fenomeno,la percezione a livello nazionalee internazionale è <strong>di</strong> un progressivoincremento delle denunceformulate dai citta<strong>di</strong>ni che si ritengonoinsod<strong>di</strong>sfatti delle cure ricevute.L’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>,analogamente alle altre AziendeSanitarie italiane, ha trasferito –me<strong>di</strong>ante stipula <strong>di</strong> una polizzaassicurativa – il rischio proprio e <strong>di</strong>tutti i propri operatori a una compagnia<strong>di</strong> assicurazioni, che intervienenel risarcire i danni arrecatiai pazienti che abbiano sporto de-


17re l’accaduto. Per incaricodell’Assicurazione, esprime un giu<strong>di</strong>zio,eventualmente integrato dauna visita me<strong>di</strong>co- legale alla personache si ritiene danneggiata, eformula la valutazione tecnica neitermini in<strong>di</strong>cati.Lo stesso accade se vi sia statauna denuncia in sede penale oun’azione civile. In questo caso, ime<strong>di</strong>ci della Struttura operano investe <strong>di</strong> consulenti tecnici <strong>di</strong> parteavvalendosi, se necessario,dell’ausilio <strong>di</strong> colleghi clinici.nuncia. Per un risarcimento delcitta<strong>di</strong>no da parte della compagniaassicurativa, è imprescin<strong>di</strong>bile lavalutazione tecnica dell’eventodenunciato, per poter stabilire ilfondamento della denuncia, la ricorrenza<strong>di</strong> responsabilità professionalee, in caso affermativo,l’entità del danno subito.Nella nostra <strong>Azienda</strong> da oltre <strong>di</strong>ecianni questa valutazione è demandataai me<strong>di</strong>ci della Struttura Complessa<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale che operala gestione me<strong>di</strong>co- legale deisinistri denunciati all’<strong>Azienda</strong> econseguentemente alla Compagniad’Assicurazione della stessa.La Struttura, <strong>di</strong>retta dal prof. SantoDavide Ferrara, conta sul lavoro <strong>di</strong>più specialisti: dott. Paolo Moreni(coor<strong>di</strong>natore), prof. Anna Aprile,prof. Dario Betti, dr. Giovanni Cecchetto,dr.ssa Alessia Comacchio,prof. Massimo Montisci, prof.Daniele Rodriguez, dr.ssa RossellaSnenghi, dr. Clau<strong>di</strong>o Terranova.Opera in sinergia con l’Ufficio Legalee Assicurativo dell’<strong>Azienda</strong>, lacompagnia d’assicurazione e i legali<strong>di</strong> cui essa si avvale.In concreto, pervenuta la denuncia,la struttura <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legaleprovvede alla raccolta <strong>di</strong> tutti i dati<strong>di</strong> carattere sanitario utili a stabilianticasala della biblioteca dell’Istituto


18EPISUDil Sud dell’Europa si unisce agli altri paesi del Me<strong>di</strong>terraneoper rafforzare la sorveglianza delle malattie infettive<strong>di</strong> Cinzia MontagnaIl virus dell’influenza suina H1N1, irecenti casi del virus del West Nile(Nilo occidentale) e della chikungunyasono rappresentazioni delletante forme virali trasmissibili, veree proprie sfide per il futuro dellasalute dei citta<strong>di</strong>ni in un ambitoglobale. Per questo la CommissioneEuropea, nello specifico Programma<strong>di</strong> salute pubblica, incoraggiala costituzione <strong>di</strong> reti internazionali<strong>di</strong> esperti per affrontarele patologie infettive in manierasempre più rapida e coor<strong>di</strong>nata.EpiSouth, ossia Episud, Networkeuropeo per il controllo delle malattietrasmissibili nel Suddell’Europa e nel Me<strong>di</strong>terraneo,ne è un importante esempio.Proposto dall’Istituto Superiore <strong>di</strong>Sanità, in collaborazione conl’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> ealtri istituti europei <strong>di</strong> Francia, Spagna,Grecia e Bulgaria, Episud èstato concepito come un progettocon nove partner iniziali appartenentia paesi del sud dell’Europa,con l’ambizione ma non la certezza<strong>di</strong> aprirsi ad altri paesi dell’areame<strong>di</strong>terranea, balcanica e me<strong>di</strong>oorientale.Dopo circa due anni si è creato unnetwork cui hanno aderito formalmenteistituzioni <strong>di</strong> sanità pubblica<strong>di</strong> 26 paesi delle aree citate eagenzie internazionali, con unarappresentanza <strong>di</strong> 72 esperti a varilivelli in materia <strong>di</strong> sorveglianzadelle malattie infettive, epidemiologiae sanità pubblica umana eveterinaria. A giugno <strong>2010</strong> ilnetwork conta 27 paesi.L’obiettivo iniziale del progetto,presentato alla Commissione Europeanel 2005, costituiva una sfidaimportante: la creazione <strong>di</strong> un ambito<strong>di</strong> collaborazione per la sorveglianzae la risposta rapida alle malattieinfettive, la relativa comunicazionee la formazione tra i varipaesi coinvolti. Per questa ragione,il progetto era stato ideato in<strong>di</strong>viduandotre temi rilevanti <strong>di</strong> sanitàpubblica da attuarsi attraversospecifici pacchetti <strong>di</strong> lavoro: intelligenzaepidemiologica transnazio-nale (Cross-border epidemicintelligence), vaccinazioni in popolazionimigranti (Vaccine Preven-table Diseases and migrants), ezoonosi emergenti (Cross-borderemerging zoonoses).La chikungunya è una malattia viralecaratterizzata da febbre acuta e trasmessadalla puntura <strong>di</strong> zanzare infette.La prima epidemia nota è stata descrittanel 1952 in Tanzania, anche se già nel1779 era stata descritta un’epidemia inIndonesia forse attribuibile allo stessoagente virale. A partire dagli anni Cinquanta,varie epidemie <strong>di</strong> chikungunya sisono verificate in Asia e in Africa. In Europanell'agosto 2007 sono stati notificatii primi casi autoctoni in Emilia Romagna.(fonte: Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità. Permaggiori informazioni, si vedahttp://www.epicentro.iss.it)L’attività trasversale <strong>di</strong>“Networking”, cioè fare rete, assegnataa <strong>Padova</strong> e l’attività <strong>di</strong> formazionerealizzata dalla Spagnahanno supportato il lavoro collega-


19Quarto NetworkingMeeting(Roma – aprile <strong>2010</strong>)to alle tematiche specifiche, creandole con<strong>di</strong>zioni per favorire sia lacreazione della rete, sia la formazionedel personale coinvolto. Ilmonitoraggio e la valutazione delprogetto hanno permesso <strong>di</strong> misurarei risultati raggiunti e contribuirea comprendere lo sviluppo delnetwork.Concretamente, la rete riunisceprofessionisti del settore favorendolo scambio in maniera rapida,più veloce rispetto alle vie istituzionali,<strong>di</strong> informazioni utili per laprevenzione e il controllo <strong>di</strong> malattieendemiche ed emergenti. Questoè reso possibile grazie a strumentiquali: una comune piattaformaper l’intelligenza epidemiologicadove i paesi partecipanti possonoreperire informazioni a livellointernazionale, nazionale e regionale;la valutazione dell’accesso aiprogrammi <strong>di</strong> immunizzazione afavore delle popolazioni migranti elo scambio <strong>di</strong> informazioni su casi/epidemie <strong>di</strong> malattie prevenibilicon la somministrazione dei vaccini;e infine una piattaforma in cuitecnici <strong>di</strong> salute pubblica umana eveterinaria possono beneficiare <strong>di</strong>meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione del rischio emeccanismi <strong>di</strong> scambio <strong>di</strong> informazionitra i due settori. Le attivitàsono state svolte in stretta collaborazionecon le agenzie internazionalipreposte, quali l’OrganizzazioneMon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS)e il Centro Europeo per la Prevenzionee il Controllo delle Malattie(ECDC). Attraverso un lavoro intensoe graduale <strong>di</strong> coinvolgimento enegoziazione, insieme alla progressivacostruzione <strong>di</strong> strumenti con<strong>di</strong>visi,il progetto vanta la straor<strong>di</strong>-


20naria caratteristica <strong>di</strong> aver riunito,in un clima <strong>di</strong> reciproca fiducia,esperti <strong>di</strong> un’area che comprendequasi tutti i paesi che si affaccianosul Me<strong>di</strong>terraneo e quelli dell’areabalcanica, con grande interesse epartecipazione <strong>di</strong>namica dei paesinon Europei.Ne è <strong>di</strong>mostrazione la solerte partecipazioneai meeting programmati(Roma, Atene e Sofia) conuna me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 23 Stati rappresentati.Israeliani, palestinesi e siriani,egiziani, libici e tunisini, serbi ekosovari hanno <strong>di</strong>scusso allo stessotavolo questioni tecniche e strategieper il futuro del network. Conflittistorici, religiosi e politici sisono annullati <strong>di</strong> fronte all’interessecomune <strong>di</strong> proteggere la salutedella popolazione da loro rappresentata.La partecipazione deipaesi non Europei è stata possibilegrazie a un progetto finanziato dalMinistero della Salute Italiano.Prezioso è stato il contributo delleorganizzazioni internazionali intervenutenei vari incontri, come ilCentro Europeo per il Controllodelle Malattie e l’OrganizzazioneMon<strong>di</strong>ale della Sanità con rappresentantidell’Ufficio Europeo(WHO-EURO), del Me<strong>di</strong>o Oriente(WHO-EMRO) e l’Ufficio <strong>di</strong> Lione(WHO-LYO) nonché altre rilevantiorganizzazioni come l’OrganizzazioneMon<strong>di</strong>ale per la Salute Animale(OIE), l’Autorità Europea sullaSicurezza Alimentare (EFSA) el’Organizzazione Internazionaleper la Migrazione (IOM).La conferenza finale del progettodal titolo: “EpiSud, Conferenza sulleMalattie Trasmissibili e SanitàPubblica nell’Area del Me<strong>di</strong>terraneoe dei Balcani”, si è tenuta aRoma in aprile, alla presenza <strong>di</strong>importanti autorità sanitarie a livellonazionale e internazionale.Per l’occasione, è stato presentatoun documento strategico che costituiscela sintesi dei risultati raggiuntie mette in luce il potenzialedel network, con raccomandazioniin<strong>di</strong>rizzate anche ai policy makersai fini della promozione e consolidamentodella rete esistente, unicanel suo genere e <strong>di</strong> valore per lesfide attuali e future della saluteglobale.Il network proseguirà le sue attivitàgrazie a un’iniziativa finanziatadalla Commissione Europea e denominataEpiSouth Plus. La nuovafase ne prevederà lo sviluppo e ilmiglioramento con identificazione<strong>di</strong> aree prioritarie, quali la costituzione<strong>di</strong> un network <strong>di</strong> laboratori,la creazione <strong>di</strong> sistemi interoperativi<strong>di</strong> allerta rapido e scambio <strong>di</strong>dati, nonché l’implementazionedel nuovo regolamento sanitariointernazionale. Le attività sarannocomplementari a quelle dei sistemie network esistenti. Sarà rafforzatala collaborazione con le agenzieinternazionali preposte e promossal’interazione con altre reti.Il progetto ha un sito de<strong>di</strong>catowww.episouth.org con una partepubblica accessibile a tutti, che nepresenta le attività e fornisce utiliinformazioni, con continui aggiornamentisulle endemie, epidemie epandemie. Ulteriori informazionisono fornite dalla CommissioneEuropea, dal Centro Europeo per ilControllo delle Malattie edall’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale dellaSanità.Una parte privata permette aimembri della rete <strong>di</strong> lavorare insieme,scambiandosi informazionirilevanti a favore della salute deicitta<strong>di</strong>ni dei paesi coinvolti.Il progetto EpiSouth - EuropeanNetwork for Communicable DiseaseControl in Southern Europe and Me<strong>di</strong>teranneanCountries è finanziato dallaCommissione Europea – DGSANCO.Né la Commissione Europea né qualsiasipersona che agisca in suo conto è responsabile<strong>di</strong> qualsiasi uso si faccia delle informazionipubblicate nel presente articolo.


21MEDICINA GLOBALEPER LA QUALITÀ DELLAVITAla riabilitazione tra ricerca e innovazione<strong>di</strong> Andrea MeneghiniPer noi me<strong>di</strong>ci della riabilitazione,il fascino <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>sciplina consistenel suo confrontarsi con tuttele altre specialità me<strong>di</strong>che, perchéè ormai assodato che in una specificafase <strong>di</strong> qualsiasi evento morbosoe <strong>di</strong> qualsivoglia procedurame<strong>di</strong>ca e chirurgica il suo coinvolgimentoè inelu<strong>di</strong>bile. Il campod’azione spazia, infatti, dal neonatoprematuro all’anziano ultracentenarioe per ognuno ha un approcciode<strong>di</strong>cato e via via finalizzatoal recupero <strong>di</strong> una funzione lesa,piuttosto che a favorire una migliorequalità <strong>di</strong> vita. Ormai non è piùsufficiente una quantità maggiore<strong>di</strong> vita, ma l’aspetto qualitativodella stessa deve corrispondere acanoni che richiedono un impegnosocio-sanitario sempre più elevato.La trasversalità con la quale la riabilitazioneincrocia tutte le altre <strong>di</strong>sciplineme<strong>di</strong>che, se da un lato larende assolutamente creativa nelsuo operare, dall’altro richiede unamole <strong>di</strong> conoscenze <strong>di</strong> grande respiro,dovendo con quelle confrontarsiin un <strong>di</strong>alogo paritetico estremamentesofisticato.All’interno dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong><strong>di</strong> <strong>Padova</strong> esiste un articolato sistemaoperativo <strong>di</strong> riabilitazione ingrado <strong>di</strong> rispondere adeguatamentealle necessità espresse siadall’utenza sia dai reparti <strong>di</strong> degenza.Per questi ultimi, in special modo,esiste una Unità Operativa chesi occupa <strong>di</strong> fornire assistenza riabilitativaai degenti ricoverati <strong>di</strong>rettamenteal letto del malato.Normalmente entro ventiquattroore si attiva un’assistenza riabilitativacon un terapista che quoti<strong>di</strong>anamentesi recherà presso il malatoper gli interventi necessari, sullabase delle in<strong>di</strong>cazioni espresse dalme<strong>di</strong>co prescrittore. A questo scoposono de<strong>di</strong>cati una decina <strong>di</strong> terapistidella riabilitazione e, oltre alresponsabile del reparto, almenoquattro me<strong>di</strong>ci in formazione.L’operatività raggiunge numeri <strong>di</strong><strong>di</strong>screto interesse se si considerache in un giorno si può anche arrivaread assistere un <strong>numero</strong> <strong>di</strong> pa-Andrea Meneghinizienti vicino a cento. Le prestazionisingole erogate raggiungono unvolume annuo <strong>di</strong> circa trentamila,con un budget che sfiora il milione<strong>di</strong> euro. Molto interessante per lericadute sia sul paziente chesull’intera economia aziendale risultaessere il vantaggio in<strong>di</strong>rettoche l’attività <strong>di</strong> questo pool <strong>di</strong> specialistirealizza: il risparmio indottosul budget <strong>di</strong> ogni reparto dovutoall’anticipata <strong>di</strong>missione del paziente.Da un calcolo forzatamenteapprossimato, si stima in un giornoe mezzo il guadagno me<strong>di</strong>o perogni paziente.


22A questa prima importante attivitàdell’Unità <strong>di</strong> Consulenza Riabilitativasi affianca quella del Laboratorio<strong>di</strong> Alta Tecnologia in Riabilitazione,che si occupadell’innovazione e sperimentazione<strong>di</strong> procedure originali. Sorto perpoter aderire a un programma europeo<strong>di</strong> ricerca nel 1994, si è de<strong>di</strong>catoinizialmente, con la collaborazionedella terapista universitariaMaurizia Pigatto, alla attività clinicasperimentale <strong>di</strong> valutazionedell’efficacia <strong>di</strong> un innovativo percorsoriabilitativo con l’impiegodella realtà virtuale. I risultati ottenutisul gruppo <strong>di</strong> pazienti avviatiapparecchio per terapiacon onde d’urtoalla sperimentazione sono statimolto lusinghieri e hanno ottenutoun prestigioso riconoscimento europeo.Altre attività <strong>di</strong> interesse scientificodel Laboratorio sono lo stu<strong>di</strong>odelle onde d’urto in campi che ancoranon appartengono alla routineclinica <strong>di</strong> questa energia fisica.Un gruppo <strong>di</strong> pazienti sottopostoal trattamento con onde d’urto perla riduzione della spasticitàdell’arto superiore, dovuto a unapregressa, remota paralisi cerebrale,ha esibito risultati molto incoraggiantie assolutamente paragonabiliad altre meto<strong>di</strong>che in usol’OrganizzazioneMon<strong>di</strong>ale della Sanitàha definito lariabilitazione come”l’insieme <strong>di</strong> interventiche miranoallo sviluppo <strong>di</strong> unapersona al suo piùalto potenzialesotto il profilo fisico,psicologico, sociale,occupazionale ededucativo, in relazioneal suo deficitfisiologicoo anatomico eall’ambiente”.per controllare gli stati spastici.Un terzo filone <strong>di</strong> ricerca, in collaborazionecon la Chirurgia Plasticaè l’impiego delle onde d’urto nelleretrazioni cicatriziali cutanee a seguito<strong>di</strong> gravi ustioni. Un case reportin fase <strong>di</strong> pubblicazione <strong>di</strong>mostracome una retrazione altamenteinvalidante all’arto inferiore <strong>di</strong>un piccolo paziente ustionato siastata definitivamente ridotta senzaricorrere a pratiche invasive. I ricercatoridel Laboratorio, infine,collaborano con un gruppo <strong>di</strong> lavorocostituitosi tra vari specialisti interessatialle lesioni del nervo facciale.E’ in corso uno stu<strong>di</strong>o nelquale l’intervento riabilitativo ricalcaun percorso innovativo analogoa quello seguito per le paralisi<strong>di</strong> arto superiore. Con adeguati epersonalizzati esercizi in cui il malatoè invitato a esercitare la praticamentale, si stimolano processi<strong>di</strong> riacquisizione <strong>di</strong> schemi motoriche sembravano perduti.L’attenzione al malato è uno deipunti <strong>di</strong> forza dell’attività scientificadel Laboratorio, che ritienesempre fondamentale per la riuscita<strong>di</strong> un trattamento la convinta edecisa partecipazione del malato.Far ritrovare al paziente le motivazionia guarire è in riabilitazione lametà del lavoro.


23LA MALATTIADREPANOCITICAIN ETÀ PEDIATRICAprevenzione, cura ricerca e prospettive affrontatein una giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o al <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong>pe<strong>di</strong>atria<strong>di</strong> Silvia Baggiocellula normalee falciformeL'anemia drepanocitica è una malattiagenetica del sangue in cui iglobuli rossi circolanti, in con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> bassa tensione <strong>di</strong> ossigeno,assumono una forma irregolarmentecilindrica spesso ricurva cheassomiglia a una mezzaluna o unafalce. I dati ufficiali della OrganizzazioneMon<strong>di</strong>ale della Sanità, in<strong>di</strong>canoche ogni anno nascono più<strong>di</strong> 300.000 bambini con malattiadrepanocitica, nota anche comeanemia falciforme o sickle cell <strong>di</strong>sease.La prevalenza dei bambiniammalati varia tra 1 ogni 10000nati, in paesi dove la malattia nonè endemica ai 2 malati ogni 100nati in Africa. Si tratta <strong>di</strong> una malattiacronica le cui complicanzeacute più temibili sono l’ictus e lecrisi dolorose vaso-occlusive.Negli ultimi decenni, i fenomenimigratori a livello mon<strong>di</strong>ale hannoportato a un costante aumento deibambini affetti da malattia drepanociticanei paesi in cui prima erainfrequente. Per l’aumento del<strong>numero</strong> <strong>di</strong> pazienti e per il pesocrescente della sua gestione suisistemi sanitari, nel 2006l’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale dellaSanità rilasciava il Rapporto “SickleCell Anemia”, che invitava i sistemisanitari dei vari Stati a “rafforzaree sviluppare programmi integratiper la <strong>di</strong>agnosi e la cura della malattiadrepanocitica”. Nel 2008l’Assemblea Generale delle NazioniUnite approvava la risoluzione“Recognition of Sickle Cell anaemiaas a public health problem” cheinvitava i vari Stati ad “aumentareil livello <strong>di</strong> allerta e conoscenza” eistituiva la Giornata Mon<strong>di</strong>ale dellaMalattia Drepanocitica il 19 giugno<strong>di</strong> ogni anno. In quest’ottica si èinserito il convegno “La malattiadrepanocitica in età pe<strong>di</strong>atrica”organizzato dalla Clinica <strong>di</strong> Onco-Ematologia Pe<strong>di</strong>atrica. Per la primavolta nel Veneto, esperti italiani,pe<strong>di</strong>atri operanti sul territorio enelle strutture ospedaliere regionalisi sono confrontati tra loro e


24con il prof. Kwaku Ohene-Frempong del Children’s Hospital<strong>di</strong> Philadelphia (USA), leader <strong>di</strong>fama internazionale nella cura enella ricerca dell’anemia falciforme.È stato anche presentato illibro informativo in tre lingue(inglese, francese e italiano)“Sickle Cell Disease: informationand advice for children and parents”,“Drepanocytose, Renseignementset conseils pour les parents”,“Anemia Falciforme, consigliper genitori”, realizzato dal SickleCell Group <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> con ilcontributo della Fondazione Cittàdella Speranza, per aiutare le famiglie<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza etnicanella gestione quoti<strong>di</strong>ana dellecomplicanze.FLASH NEWSLa scuola in Pe<strong>di</strong>atria: oltre 2500 alunniL’offerta formativa del Dipartimento <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria è completa,dall’asilo nido fino alle superiori. E sono stati duenel mese <strong>di</strong> giugno gli studenti-pazienti che hanno affrontatogli esami <strong>di</strong> maturità durante il ricovero. Le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> salute hanno consentito le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> altri piccolipazienti che hanno affrontato la commissione esaminatricedalla scrivania <strong>di</strong> casa, in videoconferenza via Skype.Fra i banchi delle classi allestite all’interno del Dipartimento<strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria sono passati 836 piccolini del nido, 606bambini della scuola dell’infanzia, 741 alunni delle elementari,155 delle me<strong>di</strong>e a cui si aggiungono 157 iscrittialle superiori.Gli alunni si ritrovano in classe o se sono costretti a lettovengono dotati <strong>di</strong> pc e gli insegnanti li raggiungono nellaloro stanza, anche se sono ricoverati in reparti non pe<strong>di</strong>atrici.L’organizzazione <strong>di</strong> questa “scuola speciale” è affidata al2° Istituto Comprensivo <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>, che funge da polo <strong>di</strong>riferimento per la scuola ospedaliera in tutto il Veneto.Inoltre, i bimbi <strong>di</strong>messi dall’ospedale possono essere affiancati,durante il periodo <strong>di</strong> convalescenza a casa, da unprogramma <strong>di</strong> 200 ore <strong>di</strong> lezione a domicilio. (S.B.)


25ESTATE, STAGIONEDI VACANZE E VIAGGI...ma attenzione alla salute!<strong>di</strong> Eliana CamporeseOggi, soprattutto d’ <strong>estate</strong>, un <strong>numero</strong>sempre maggiore <strong>di</strong> persone,per motivi <strong>di</strong> lavoro o per piacere,viaggia all’estero. Ci si sposta facilmentee si spostano, rispetto a unristiche: anziani, bambini, donne ingravidanza, persone sottoposte atrapianto, operatori e studenti chetempo, soggetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse carattelospot della Croce Rossa americana (Red Cross) per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pericolosità della costante <strong>di</strong>ffusionedelle Anofele, zanzare portatrici del virus della malaria.


26soggiornano in paesi lontani ancheper lunghi perio<strong>di</strong>. Questo ovviamentecomporta una maggioreesposizione a rischi infettivi, legatisia alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute degliin<strong>di</strong>vidui in viaggio che alle con<strong>di</strong>zioniigienico-sanitarie del paese <strong>di</strong>destinazione.“Cio’ che viene ritenuto <strong>di</strong> primariaimportanza - spiega la dott.ssaMarzia Franzetti, responsabiledell’ambulatorio de<strong>di</strong>catoall’interno dell’Unità Operativa <strong>di</strong>Malattie Infettive e Tropicali, <strong>di</strong>rettadal prof. Roberto Rinal<strong>di</strong>, - è lavaccinazione (febbre gialla, richiamoantitetanico, epatite A e tifo lepiù frequenti) che deve essereconsigliata ed eseguita presso centrispecializzati, senza fidarsi delleagenzie <strong>di</strong> viaggio e tanto menodei consigli “fai da te” reperibili neisiti internet. Oltre a questo è necessariomantenere comportamenticorretti, facendo attenzioneall’acqua che si beve, al lavaggiodella verdura e frutta fresca e ancheai…cubetti <strong>di</strong> ghiaccio”.Un cenno a parte merita la malaria,malattia potenzialmente mortalese non <strong>di</strong>agnosticata e curatain tempo, che viene trasmessa dauna zanzara <strong>di</strong>ffusa maggiormentenell’Africa subsahariana, e per laquale è possibile sottoporsi a unachemioprofilassi prima della partenza;anche in questo caso è importanteseguire alcuni accorgimenti,come l’utilizzo <strong>di</strong> vestiario ilpiù possibile coprente e <strong>di</strong> colorechiaro, nonché l’uso <strong>di</strong> repellenticutanei. Al contrario è fortementesconsigliato l’uso <strong>di</strong> profumi intensi.Oltre alla malaria, le zanzare, inparticolare quella tigre, rappresentanoil vettore <strong>di</strong> nuove malattievirali che si stanno <strong>di</strong>ffondendoanche nel nostro territorio come lafebbre West-Nile (febbre del NiloOccidentale), la febbre Chikungunyae la Dengue.È possibile pre<strong>di</strong>sporre un kit daviaggio contenente farmaci <strong>di</strong> basecome: antibiotici, <strong>di</strong>sinfettanteintestinale, collirio, antidolorifici,antifebbrili; a questo andrannoaggiunti i farmaci usati quoti<strong>di</strong>anamentee quelli che potrebbero esserenecessari in relazione a unapatologia pre-esistente.<strong>di</strong>stribuzione geografica deivirus dell’epatite C, West Niloe Dengue.


27PAESE CHE VAIRISCHIO CHE TROVIprepararsi prima <strong>di</strong> un viaggio in paesi a rischiocon l’aiuto del me<strong>di</strong>co infettivologoI rischi per la salute del viaggiatoresono legati all’area geografica incui ci si reca (alcune malattie sonopresenti in certe parti del mondo enon in altre), al periodo in cui siviaggia (per l’andamento stagionale<strong>di</strong> alcune malattie), alle eventualiepidemie in atto. Sono importantianche le caratteristiche del singoloin<strong>di</strong>viduo: possono esserepresenti patologie che costituisconouna controin<strong>di</strong>cazione a recarsiin una certa area o a utilizzare talunivaccini o farmaci. Se si assumonofarmaci, possono verificarsi interazionicon quelli proposti per leprofilassi. Anziani, bambini, donnegravide e trapiantati rappresentanocategorie che richiedono attenzioneparticolare e misure speciali.Molti sono i soggetti che si fermanoa lungo, per lavoro o per stu<strong>di</strong>o,in aree che comportano rischi perla salute: per loro i consigli sarannoun po’ <strong>di</strong>versi rispetto a quellidestinati ai turisti che soggiornanoper perio<strong>di</strong> brevi. Anche per gliimmigrati che tornano nel paesed’origine per le vacanze o per qualchericorrenza ci sono misure specificheda adottare.Se è sempre bene portarsi una piccola“farmacia da viaggio”, nonesiste comunque un modello standard,che vada bene per tutti e pertutti i luoghi. Se si vuole viaggiareprotetti e sicuri è bene prima dellapartenza preferibilmente con buonanticipo, un mese o meglio due,rivolgersi per una consulenza a uncentro <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina qualificato. Siotterranno i giusti consigli, aggiornatie personalizzati e allo stessocentro si potrà eventualmente ùfare riferimento per problemi alrientro.In <strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> risponde aquesto bisogno l’Unità OperativaComplessa Malattie Infettive eTropicali, <strong>di</strong>retta dal dr. RobertoRinal<strong>di</strong>. La prevenzione più sempliceè quella della vaccinazioni. Oggi<strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> vaccini efficaci esicuri, alcuni sono comunementeconsigliati a tutti coloro che si recanoin zone tropicali/subtropicali(febbre gialla, epatite A, tifo, richiamoantitetanico); altre vannoprescritte solo a certe categorie oin certe particolari con<strong>di</strong>zioni (lavaccinazione contro la rabbia perchi svolgerà un lavoro <strong>di</strong> tipo veterinarioo quella antimeningococcicase nel paese in cui ci si reca è incorso un’epidemia <strong>di</strong> meningite).La prevenzione si fa poi con comportamenticorretti. Due i principali.Il primo è noto, evitare acqua,ghiaccio e alimenti potenzialmenteinfetti che potrebbero causare malattie<strong>di</strong>arroiche, epatite A ed E,parassitosi intestinali ecc. L’altro.evitare <strong>di</strong> farsi pungere dagli insetti,usando un vestiario adeguato,repellenti cutanei e zanzariere <strong>di</strong>notte. Molte infatti sono le malattietrasmesse da zanzare, moschee altri insetti tra cui la malaria, lefilariosi, la malattia del sonno,quella <strong>di</strong> Chagas.Un’attenzione particolare va poiriservata alla malaria che è unamalattia potenzialmente mortale,se non <strong>di</strong>agnosticata e curata in


28tempo. I rischi maggiori risiedononei paesi dell’Africa a sud del Sahara.Lì il clima caldo umido è piùadatto alla sopravvivenza dellezanzare, vivono le zanzare più“efficienti” per la trasmissione delparassita malarico perché pungono<strong>di</strong> giorno e <strong>di</strong> notte, ed è <strong>di</strong>ffuso ilPlasmo<strong>di</strong>o più temibile, il falciparum,che provoca i casi più gravi <strong>di</strong>malaria. Possiamo prevenirla, oltreche proteggendoci dalle punture <strong>di</strong>zanzare, con un’adeguata profilassifarmacologica: esistono <strong>di</strong>versifarmaci <strong>di</strong> possibile impiego manon uno schema che vada beneper tutti e per ogni zona dove èpresente.Roberto Rinal<strong>di</strong>Nel corso degli anni la patologialegata alle malattie infettive è notevolmentecambiata. Se un tempoi pazienti ricoverati presentavanomalattie essenzialmente contagiose,cioè facilmente trasmissibili dasoggetto a soggetto, come le malattieesantematiche, varicella,morbillo, pertosse, gastroenteritivirali e batteriche, epatiti virali,meningiti da meningococco, orainvece presentano una patologiamolto più complessa. I batteri e ivirus che oggi dobbiamo combatterecon terapie sempre più aggressivee complesse causano infezionial cuore, come le endocar<strong>di</strong>ti,dell’osso, come le osteomieliti,delle articolazioni soprattutto inpresenza <strong>di</strong> protesi, del sangue,come le setticemie da germi semprepiù resistenti alle tra<strong>di</strong>zionaliterapie antibiotiche. E ancora, delpolmone non solo polmoniti mariacutizzazioni infettive <strong>di</strong> broncopneumopatiecroniche, dell’apparatonervoso come le meningoencefalitinon solo meningococcichema da altri germi ancora più temibili.Da anni ormai una patologiatristemente nota, l’AIDS, ha postoil dramma delle malattie che sicontraggono attraverso rapportisessuali non protetti. I numeri restanomolto elevati e sempre più<strong>numero</strong>si risultano i soggetti affetti.Un servizio de<strong>di</strong>cato, pressol’Unità Malattie Infettive e Tropicalidell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>, accogliechi è affetto da patologia daHIV, in costante incremento nonostantele <strong>numero</strong>se campagne <strong>di</strong>sensibilizzazione da quando la malattiafece la sua comparsa intornoagli anni ‘90. Altre patologie sistanno affacciando, nuove per ilnostro mondo: West-Nile, Chikungunya,Dengue, importate nel territorioitaliano da viaggiatori provenientida aree lontane e trasmesseda zanzare come la zanzaratigre. Altre ancora sono rappresentateda malattie del sistema nervoso,che vengono trasmesse da zec-


29che, parassiti molto <strong>di</strong>ffusi nellearee montane. I recenti allarmisulla possibilità <strong>di</strong> epidemie influenzali<strong>di</strong> vario tipo ci ricordanoinoltre la possibilità sempre latente<strong>di</strong> contrarre nuove epidemie.Gli ambulatori <strong>di</strong> Malattie Infettivee Tropicali offrono assistenza a chiè affetto da malattie del fegato,epatiti virali (molti provengono dapaesi dell’Europa dell’Est dove sonomolto <strong>di</strong>ffuse). Un servizio uni-co nella nostra regione per la suacompetenza e punto <strong>di</strong> riferimentoper molti ginecologi è l’ambulatoriode<strong>di</strong>cato alla patologia infettivadelle future mamme.Di recente istituzione è inoltre ilservizio per i pazienti che hannosubito trapianti <strong>di</strong> organo e che neldecorso post-intervento soffrono<strong>di</strong> malattie causate da batteri ovirus o funghi, che facilmente attecchisconoin quanto le loro <strong>di</strong>feseimmunitarie sono abbassate daifarmaci per evitare il rigettodell’organo trapiantato. Ricor<strong>di</strong>amoinoltre la tubercolosi malattiaritenuta a torto scomparsa. Unambulatorio de<strong>di</strong>cato dà risposta apazienti che ne sono affetti, cosìcome a chi ha contratto malattiedella pelle e altre patologie riconducibiliad agenti infettivi._________UNITÀ MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI IN AZIENDA OSPEDALIERAIl team <strong>di</strong>retto dal dr. Rinal<strong>di</strong> conta supiù ambulatori specializzati.L’ambulatorio del “viaggiatore”, <strong>di</strong>rettodalla dr.ssa Franzetti. Per prenderecontatti per la prevenzione dellemalattie ‘da viaggio’ è possibile chiamareil call center al <strong>numero</strong>049.8213765, ricordando <strong>di</strong> farlo ‘pertempo’, se possibile 1-2 mesi primadella partenza.L’ambulatorio trapianti, <strong>di</strong> cui è responsabileil dott. Dino Sgarabotto,che si occupa delle profilassi e terapiedelle infezioni nei pazienti sottopostia trapianto d’organo.un’immagine della conferenza stampa, tenuta a metà giugno dall’Unità operativa <strong>di</strong>malattie infettive e tropicali della <strong>Azienda</strong> ospedaliera sui rischi del viaggiatore


30L’ambulatorio HIV, <strong>di</strong> cui è responsabileil dott. Renzo Sgaggiante, chesegue le persone sieropositive ed esegue,in maniera anonima e gratuita, iltest dell’HIV in caso <strong>di</strong> contatto a rischio.L’accesso e’ <strong>di</strong>retto, senza prenotazionee senza impegnativa delme<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale, dalleore 08.00 alle 17.00 nei giorni feriali, ilsabato dalle ore 08.00 alle ore 11.00.L’ambulatorio per le epatiti virali, <strong>di</strong>cui e’ responsabile la dott.ssa ElkeErne, presso il quale sono seguite lepersone affette da epatite virale B eC. Oltre alla <strong>di</strong>agnostica, che prevedetest <strong>di</strong> ultima generazione, viene offertala possibilità <strong>di</strong> intraprendereuna terapia antivirale specifica.L’ambulatorio infezioni in gravidanza,<strong>di</strong> cui è responsabile la dott.ssaNa<strong>di</strong>a Gussetti, che si occupa non solodelle patologie infettive delle futuremamme, ma anche dei neonati affettida infezioni materno-fetali come laToxoplasmosi e il Cytomegalovirus.L’ambulatorio TBC, <strong>di</strong> cui e’ responsabileil dott. Andrea Sattin, che segue ipazienti affetti da tubercolosi, patologiaancora attuale, anche in considerazionedei flussi migratori.Per eseguire una visita presso questiambulatori e’ sufficiente contattare il<strong>numero</strong> del call center dell’U.O. <strong>di</strong>Malattie Infettive e Tropicali049/8213765, possibilmente muniti <strong>di</strong>impegnativa del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinagenerale .FLASH NEWSBollini Rosa in ospedaleLe donne rappresentano la principale utenza deiservizi sanitari nazionali, con 5 milioni <strong>di</strong> ricoveril’anno, ed è per questo che l’O.N.Da(Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna)ha deciso <strong>di</strong> promuovere i Bollini Rosa, iniziativaormai giunta alla quarta e<strong>di</strong>zione e tesa a faremergere le strutture più attente alle esigenzefemminili. In questi quattro anni ben 350 ospedalisono stati <strong>di</strong>chiarati “a misura <strong>di</strong> donna”, siain Italia che tra quelli <strong>di</strong> lingua italiana all’estero,e ben 121 eccellono con ad<strong>di</strong>rittura tre bollinirosa, tra cui la nostra <strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong><strong>Padova</strong>. Alle donne forniscono un prezioso consiglioper la scelta dei centri che possano offrireloro l’assistenza migliore, spingendo al contempole strutture sanitarie a farsi carico in modopiù completo della salute delle pazienti. La classifica,in cui <strong>Padova</strong> vanta il secondo postonell’ultima e<strong>di</strong>zione, è stata stilata da una Commissionescientifica presieduta da Laura Pellegrini(Direttore Generale dell’Istituto Malattie InfettiveSpallanzani <strong>di</strong> Roma) e ci restituisce unafotografia della situazione nazionale con un forte<strong>di</strong>vario tra Nord e Sud. Un Sud che conta sìstrutture eccellenti, ma che secondo i dati raccoltirisente <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> immobilismo eche dovrà forzare le tappe per raggiungere illivello dei “women’s hospital” americani. (P.G.)


31ALLATTARE AL SENOi timori delle donne si vincono con la conoscenzaInutile negarlo, molte donne temonole conseguenze dell’allattamentonaturale. Una ricerca curatada Datanalisys per la prima volta inItalia su un campione <strong>di</strong> 1000 donnevenete tra i 18 e i 40 anni <strong>di</strong>ceche <strong>di</strong> loro due su tre pensano cheallattare rovini il seno. La metà desideraun intervento correttivo(meglio se leggero e senza anestesia).Per paura, scarsa informazioneo per non sottrarre tempo albambino, l’80% delle mamme, però,alla fine non interviene.Si è <strong>di</strong>scusso <strong>di</strong> questi dati, per certiversi sorprendenti, durante lapresentazione <strong>di</strong> “Cuore <strong>di</strong> mamma,corpo <strong>di</strong> donna”, a <strong>Padova</strong> ingiugno. L’iniziativa, che ha riunitoginecologi, psicologi e chirurghi e-stetici della regione, si proponeva<strong>di</strong> sensibilizzare le donne venetesull’importanza dell’allattamentoal seno, a volte evitato proprio peril timore che perda quel volume eforma in<strong>di</strong>spensabili per mantenerela propria femminilità.Sull’importanza non solo fisica maanche psicologica <strong>di</strong> riportare il senoalla sua forma naturale dopol’allattamento spiega Maria CristinaStrocchi, psicoterapeuta, cheMadonna del cuscino verdeAndrea Solario, 1507 caParigi—Museo del Louvre“la donna che in seguito a una gravidanzao all’allattamento vedesfiorire il proprio seno è come sesentisse a livello più o meno conscio<strong>di</strong> aver perso la sua femminilitào il suo ruolo <strong>di</strong> donna”. Oggi,poi, gran parte delle maternità riguardadonne <strong>di</strong> 35-40 anni, un’etàin cui i segni della gravidanza sonocertamente più invasivi che nonsul corpo <strong>di</strong> ragazze <strong>di</strong> 20-25 e incui l’allattamento incide molto sullaper<strong>di</strong>ta del volume del seno. “Ilginecologo, che resta il primo interlocutoredella donna soprattuttodurante e dopo una gravidanza,non è in grado in molti casi <strong>di</strong> fornireinformazioni”, sottolinea AntonellaAgnello, ginecologa. Eppurenon occorre necessariamenterivolgersi alla chirurgia. Spesso bastanopochi, mirati aggiustamentiper ovviare agli inevitabili cambiamenti<strong>di</strong> forma e struttura del corpodella neo mamma, riportando alivelli se non identici ai precedenti,certo più accettabili. Informate esenza correre rischi per la salute.


32DMOQUESTA SCONOSCIUTAla <strong>di</strong>rezione me<strong>di</strong>ca ospedaliera<strong>di</strong> Monica BrianiQuando i miei figli mi chiedonoche lavoro faccio, rispondo “il me<strong>di</strong>co”;quando mi chiedono “in chereparto” comincio ad avere delleincertezze: “non è un vero reparto:è la Direzione Me<strong>di</strong>ca <strong>Ospedaliera</strong>(DMO)”. La crisi <strong>di</strong>venta massimaquando mi chiedono cos’è la DMO.Non è semplice spiegarlo, ma ciproverò. La DMO si occupa del governo<strong>di</strong> tutte le unità operativeinserite in ambito ospedaliero ed ècomposta dall'area igienicoorganizzativoe dall'area organizzativo-gestionale.Per quanto riguarda le funzioniigienico-organizzative, coor<strong>di</strong>na econtrolla le attività relative alleinfezioni ospedaliere, all’igienedegli alimenti, allo smaltimento deirifiuti, alle pulizie, <strong>di</strong>sinfezione,sterilizzazione e <strong>di</strong>sinfestazione;coor<strong>di</strong>na l’attività dell’archivio clinicogarantendo la corretta tenutadelle cartelle cliniche nell’interessedegli utenti e dell’<strong>Azienda</strong>; partecipaal governo delle attività clinico-assistenziali e assicura la miglioreefficienza allocativa delle risorse.Per le funzioni organizzativogestionali,garantisce il supportotecnico alle scelte della DirezioneStrategica (Direttore Generale,Direttore Sanitario, Direttore Amministrativo),fornendo aquest’ultima gli elementi utili perle decisioni <strong>di</strong> orientamento dellapolitica aziendale, agendo da “traitd’union” tra la Direzione Generalee le Unità Operative; partecipa allaprogettazione e alla cura dell'organizzazionedell'Ospedale, alla formulazionedel budget e, sulla base<strong>di</strong> priorità e obiettivi definiti dallaDirezione Strategica, si relazionacon le Unità Operative favorendo,con le proprie competenze, il raggiungimentodegli obiettivi.Valuta il prodotto e l'appropriatezzadelle prestazioni erogate, programmagli interventi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>liziasanitaria, gestisce le problematichecontingenti e non preve<strong>di</strong>bili,emergenti sia all'interno che all'esternodell'organizzazione, assicurandouna pronta <strong>di</strong>sponibilitànell’arco delle 24 ore.I professionisti che formano lostaff della DMO, hanno ognunocompetenze specifiche in determinatiambiti. Sono il <strong>di</strong>rettore, MarioGrattarola e i <strong>di</strong>rigenti me<strong>di</strong>ci,rigorosamente in or<strong>di</strong>ne alfabetico,Monica Briani, Giovanni Carretta,Carla Destro, Massimo Girotto,Elena Narne, Anna Maria Saieva. Illoro lavoro è reso possibile grazieal forte supporto fornito dalla segreteria(Cristina Forzan, EmanuelaBarbiero , Enrico Galeazzo, MartaFaggin, Paola Parolin) e dai collaboratoriinfermieristici (MargheritaBoschetto, Rosaria Cacco, GraziellaGiacomazzo, Martino Lana, PaoloMulfari, Ketti Ottolitri, Andrea Scarin)che operano in stretto rapportocon i me<strong>di</strong>ci al fine <strong>di</strong> portare atermine tutte le attività e i compitiistituzionali.


33IL WEB NELLA PAl’innovazione ha un nuovo alleato<strong>di</strong> Elisabetta PanazzoloSe dovessimo scrivere i capitoli <strong>di</strong>storia sui quali stu<strong>di</strong>eranno gli studentitra cent’anni, l’epoca attualesi chiamerebbe probabilmente“internet Era”. Sì, perché l’oggettoche più ha segnato il cambiamentonel modo <strong>di</strong> vivere degli uomini <strong>di</strong>gran parte del mondo è stato proprioil Personal Computer con lesue applicazioni in informatica.Risulta chiaro, già dall’etimologiadel termine, che il principale obiettivodell’informatica è il trattamentodelle informazioni e in particolarela possibilità <strong>di</strong> compiere le operazioninecessarie al loro trattamentoin modo automatico. La<strong>di</strong>ffusione dei sistemi informatici aun <strong>numero</strong> sempre crescente <strong>di</strong>utenti e le pressioni del mercatohanno portato nuovi e interessantispunti per la ricerca. I risultati raggiuntihanno mostrato quanto latecnologia, e quanto le sue nuoveapplicazioni, possano aiutare ilvivere quoti<strong>di</strong>ano attraverso prodotti<strong>di</strong> impatto imme<strong>di</strong>ato.La fiducia progressiva sull’influenzadelle innovazioni tecnologiche hadeterminato lo sviluppo <strong>di</strong> procedureadatte a informatizzare ambienti<strong>di</strong> ogni genere. In particolare,il trattare in modo automaticol’informazione è lo scopo principale<strong>di</strong> tutti i progetti del DipartimentoInteraziendale Information Technology.Ciò conduce innanzituttoa una grande semplificazionedel modo in cui le informazionivengono trattate. Il sito web aziendale,per esempio, permette <strong>di</strong><strong>di</strong>stribuire quelle riguardantil’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> potenzialmentea tutti i calcolatori che sonoinseriti nella rete internet.Il sito www.sanita.padova.it consente<strong>di</strong> avere innumerevoli informazionisulla sanità padovana, aggiornatequoti<strong>di</strong>anamente. Ha unmenù imme<strong>di</strong>ato e intuitivo, perrendere subito semplici anche leoperazioni più complesse. Contieneuna varietà <strong>di</strong> funzioni e informazionipensate per dare la massima<strong>di</strong>ffusione del tipo <strong>di</strong> organizzazioneche caratterizza il “sistema<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>”, prestazionierogate, ambulatori, <strong>di</strong>partimentisanitari, eventi. Contiene il servizioon-line <strong>di</strong> prenotazione delle prestazionispecialistiche, delle attività<strong>di</strong> libera professione; in<strong>di</strong>ca lestrutture presso le quali è possibileQuando cominciai a trafficarecon il programmache avrebbe poi fatto nascerel'idea del WorldWide Web, lo chiamaiEnquire, da EnquireWithin uponEverything, “entrate pureper avere informazioni suogni argomento".Tim Berners-Lee, L'architetturadel nuovo Web,1999


34prenotare <strong>di</strong>rettamente le prestazionispecialistiche, con un elencoche riporta nel dettaglio i riferimentiper poter effettuare le prenotazioni.E’ stato inserito anche il servizioweb <strong>di</strong> <strong>di</strong>sdetta delle prenotazioni<strong>di</strong> visite ed esami specialistici, attuabileconnettendosi <strong>di</strong>rettamenteal sito o con una semplice telefonata.Il pubblico che telefona ha a<strong>di</strong>sposizione un <strong>numero</strong> verde840 140.301, che mette in comunicazionegli utenti con uno specificoprogramma, il quale, interagendoattraverso messaggi vocali, chiededue dati all’utente per poter procedere:il <strong>numero</strong> <strong>di</strong> prenotazionee la data <strong>di</strong> nascita. Il software elaborale informazioni raccolte econclude l’operazione chiedendose si vuole <strong>di</strong>s<strong>di</strong>re o no. Alla finedel processo, se l’operazione èandata a buon fine, il programmafornisce il <strong>numero</strong> <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>sdettae termina l’operazione.L’informatica rende tutto più semplice.FLASH NEWSCon i gemelli,alla ricerca del rischio arteriosclerosiIl Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>, insinergia con il “gemello” Dipartimento <strong>di</strong> Roma,ha selezionato 200 coppie <strong>di</strong> gemelli <strong>di</strong> età<strong>di</strong>fferenti per stimare la componente ere<strong>di</strong>tariadell’arteriosclerosi.Questa patologia degenerativa rappresenta lapiù frequente causa <strong>di</strong> mortalità nella popolazioneoccidentale, ecco perché la sua prevenzioneassume importanza strategica sia dalpunto <strong>di</strong> vista in<strong>di</strong>viduale sia della collettività.Le coppie che hanno accettato <strong>di</strong> partecipareal progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sono in prima battutasottoposte a esami clinici. Dovranno poi compilarealcuni questionari, formulati per valutareil benessere psicologico, lo stato generale <strong>di</strong>salute, le abitu<strong>di</strong>ni al fumo e gli stili <strong>di</strong> vita.Gli esami previsti si basano su una valutazione,eseguita me<strong>di</strong>ante ecografia-doppler, dellospessore della parete delle arterie caroti<strong>di</strong> edel circolo intracranico.(S.B.)

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