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Analisi critica delle procedure di calcolo FEM dei ... - andreabracciali.it

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XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> buona pratica ingegneristica ferroviaria redatti da gruppi internazionali fortementespecializzati e tecnici;• il Com<strong>it</strong>ato Europeo <strong>di</strong> Normazione (CEN. Com<strong>it</strong>é Européen De Normalisation, con sede aBruxelles), che ha, in virtù <strong>di</strong> un accordo, recep<strong>it</strong>o la maggior parte <strong>delle</strong> Fiches UIC e <strong>dei</strong>rapporti tecnici ORE/ERRI convertendoli, nell’amb<strong>it</strong>o del TC256 (Technical Comm<strong>it</strong>te 256,Railway Applications), in una serie <strong>di</strong> “Norme EN” aventi lo scopo <strong>di</strong> uniformare la normativatecnica Europea con lo scopo <strong>di</strong> migliorare la compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à <strong>delle</strong> industrie europee nel settoreferroviario.Non può essere infine assolutamente trascurato il contributo della Direzione Generale per il Trasportoe l’Energia (DG-TREN) della Commissione Europea che si è occupata, con il supporto dellaappos<strong>it</strong>amente cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a AEIF (Association Européenne pour l'Interopérabil<strong>it</strong>é Ferroviaire), <strong>di</strong>re<strong>di</strong>gere <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettive sull’interoperabil<strong>it</strong>à ferroviaria, ossia sulla possibil<strong>it</strong>à <strong>dei</strong> mezzi ferroviari <strong>di</strong>circolare su <strong>di</strong>verse reti <strong>di</strong> paesi europei, armonizzando tutti gli aspetti tecnici relativamente a<strong>di</strong>nfrastruttura, segnalamento, energia, materiale rotabile, etc. sia per quanto riguarda l’interoperabil<strong>it</strong>à<strong>dei</strong> treni ad Alta Veloc<strong>it</strong>à sia per il materiale or<strong>di</strong>nario, emettendo una serie <strong>di</strong> TSI (TechnicalSpecifications for Interoperabil<strong>it</strong>y).E’ importante infine <strong>di</strong>stinguere il ruolo <strong>delle</strong> Direttive, che hanno valore cogente, da quello <strong>delle</strong>Normative, la cui applicazione è e resta comunque volontaria; questa s<strong>it</strong>uazione è complicata dal fattoche alcune Direttive richiamano <strong>di</strong>rettamente alcune Normative, facendo de facto assumere a questeultime lo status <strong>di</strong> documenti la cui applicazione è cogente.2.3. Le normative su casse e carrelliPer quanto riguarda la progettazione ed il testing <strong>delle</strong> casse e <strong>dei</strong> carrelli, le normative possono essereraggruppate come segue:• norme UIC ferroviarie: norme ERRI B 12/RP 17 [1] ed ERRI B 12/RP 60 [2];• norme EN ferroviarie: norma EN 12663 [3] per quanto riguarda le casse e norma EN 13749[4] per quanto riguarda i telai carrello;• norme generali per la progettazione a fatica: norma EN 1993-1-9 (Euroco<strong>di</strong>ce 3) [5] perquanto riguarda le strutture in acciaio e norma EN 1999-1-3 (Euroco<strong>di</strong>ce 9) [6] per quantoriguarda le strutture in alluminio.E’ anz<strong>it</strong>utto interessante osservare come le norme coprano aspetti sostanzialmente <strong>di</strong>stinti,occupandosi <strong>di</strong> questioni specifiche per casse e carrelli in acciaio, fornendo anche i lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> fatica [1,2], identificando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico per il <strong>calcolo</strong> ed i test ma senza fornire i valori <strong>delle</strong> tensioniammissibili per i materiali [3, 4], in<strong>di</strong>cando, per costruzioni qualsiasi, anche se per prevalenteapplicazione nel campo civile, i lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> fatica per strutture in acciaio ed in alluminio (rispettivamente[5] e [6]).Come si osserva, non è stata mai prodotta una norma esclusivamente “ferroviaria” relativamente allacostruzione <strong>di</strong> casse in alluminio, dato che storicamente questa tecnologia è <strong>di</strong>ventata popolare nelperiodo in cui gli Euroco<strong>di</strong>ci erano in fase <strong>di</strong> sviluppo e, peraltro, non vi era esperienza nel settoreferroviario nell’uso <strong>di</strong> tale materiale.Altrettanto, sebbene qualche isolato caso a livello <strong>di</strong> ricerca vi sia stato in passato, sono del tuttoassenti norme sull’uso <strong>delle</strong> leghe <strong>di</strong> alluminio per i telai carrello i quali, per motivi <strong>di</strong> resistenza, <strong>di</strong>rigidezza, e tecnologici vengono costru<strong>it</strong>i in acciaio.In questa memoria si fa riferimento esclusivamente alle strutture in acciaio od in alluminio saldatedato che la costruzione <strong>di</strong> materiale rotabile con tecniche <strong>di</strong> chiodatura, rivettatura o saldatura a punti èrelativamente poco comune quando del tutto inesistente in Italia.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 1: <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman con probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza al 10%, 50%, 75% e 90% pergiunti saldati <strong>di</strong> testa in zone con variazione <strong>di</strong> sezione a basso coefficiente <strong>di</strong> intaglio con coefficiente<strong>di</strong> sicurezza S=1.1 per un acciaio con carico <strong>di</strong> rottura 520 N/mm 2 e carico <strong>di</strong> snervamento <strong>di</strong>360 N/mm 2 per saldature classe B/C secondo UIC 897-13. Viene in<strong>di</strong>cata anche la curva al 10% perun acciaio con carico <strong>di</strong> rottura 370 N/mm 2 e carico <strong>di</strong> snervamento <strong>di</strong> 240 N/mm 2 (a sinistra). Curveper elementi non saldati al 50% <strong>di</strong> probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza per acciai con carico <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong>520 N/mm 2 e 370 N/mm 2 (a destra)Per quanto riguarda i test statici e <strong>di</strong> impatto sulle casse, e facendo riferimento al carico <strong>di</strong>snervamento R p , tale coefficiente è pari a S=1.1 (saldature o cambi <strong>di</strong> sezione con me<strong>di</strong>o effetto <strong>di</strong>intaglio) o S=1 (per materiale non saldato) risultando in valori <strong>di</strong> 220 N/mm 2 e 240 N/mm 2 per zonerispettivamente saldate e non saldate per un acciaio con carico <strong>di</strong> rottura ≥ 370 N/mm 2 ; per acciai concarico <strong>di</strong> rottura ≥520 N/mm 2 tali valori sono pari a 325 N/mm 2 e 360 N/mm 2 .Per quanto riguarda i test statici sui carrelli con carichi <strong>di</strong>namici, occorre <strong>di</strong>stinguere le varie tipologie<strong>di</strong> componente:• per il materiale base b si assume la curva al 50% <strong>di</strong> probabil<strong>it</strong>à ottenuta durante le proverelative e si applica un coefficiente S=1.5;• per i giunti <strong>di</strong> testa in zone con basso coefficiente <strong>di</strong> intaglio a1, si utilizzano le curve al 75%<strong>di</strong> probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza. Questo in base dell’esperienza pluriennale nella progettazione<strong>di</strong> rotabili ferroviari utilizzando i valori <strong>di</strong> queste curve che, fra le altre cose, è attribuibile alfatto che lo spettro <strong>dei</strong> carichi in servizio è più vantaggioso dello spettro <strong>di</strong> test preso comebase. A queste curve si applica la riduzione <strong>di</strong> un ulteriore S=1.5 alla solo alla porzioneorizzontale superiore del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman (per questa parte risulta quin<strong>di</strong> in uncoefficiente <strong>di</strong> sicurezza complessivo <strong>di</strong> S=1.65). I rami inclinati del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodmansono relativi a valori <strong>di</strong> resistenza a fatica che sono intrinsecamente sicuri dato che sono basatisui test <strong>di</strong> fatica con le corrispondenti probabil<strong>it</strong>à e pertanto non vanno ulteriormente ridotti;• per il comportamento a fatica <strong>delle</strong> saldature <strong>di</strong> qualsiasi altro tipo (quin<strong>di</strong> non <strong>di</strong> testa),identificati nelle figure con il simbolo a2, il rapporto precisa che non vi è ancora sufficienteesperienza per poter esprimere un parere defin<strong>it</strong>ivo e che è stato deciso, fino a che non visaranno risultati defin<strong>it</strong>ivi, <strong>di</strong> applicare provvisoriamente le curve relative al componente a1relativamente però alla probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza del 90%.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Le Figura 2 ed in Figura 3 riportano i <strong>di</strong>agrammi corrispondenti. Si tenga presente che il <strong>di</strong>agrammaper l’acciaio con carico <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> 420 N/mm 2 è ottenuto per interpolazione da quelli,sperimentalmente noti, <strong>dei</strong> <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman ricavati dai <strong>di</strong>agrammi R per gli acciai da 370N/mm 2 e 520 N/mm 2 .Figura 2: <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman per acciai con carico <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> 370 N/mm 2 (a sinistra) e420 N/mm 2 (a destra) per materiale base (curva b), giunti <strong>di</strong> testa in zone con variazione <strong>di</strong> sezione abasso coefficiente <strong>di</strong> intaglio (curve a1), giunti <strong>di</strong> ogni altro tipo (curve a2).Figura 3: <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman per acciaio con carico <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> 520 N/mm 2 per materiale base(curva b), giunti <strong>di</strong> testa in zone con variazione <strong>di</strong> sezione a basso coefficiente <strong>di</strong> intaglio concoefficiente <strong>di</strong> sicurezza (curve a1), giunti <strong>di</strong> ogni altro tipo (curve a2).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Nell’Appen<strong>di</strong>ce G il rapporto affronta il problema della determinazione <strong>delle</strong> tensioni lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> faticain presenza <strong>di</strong> stati <strong>di</strong> tensione pluriassiale. La domanda su come comportarsi nel caso in cui il cr<strong>it</strong>erio<strong>di</strong> Tresca relativo alla <strong>di</strong>fferenza <strong>delle</strong> tensioni principali non sia quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente applicabile èstata affrontata ed è stata adottata la proposta <strong>di</strong> una amministrazione ferroviaria. E’ esperienzacomune, infatti, che laddove si verifichi una cricca in una struttura, questa proceda in <strong>di</strong>rezioneperpen<strong>di</strong>colare alla maggiore tensione principale <strong>di</strong> trazione. Il metodo, quin<strong>di</strong>, consiste nel cercarequesta <strong>di</strong>rezione “privilegiata” e nel calcolare le variazioni affaticanti della componente normale <strong>delle</strong>tensioni applicate al materiale in questa <strong>di</strong>rezione prefer<strong>it</strong>a.Il metodo quin<strong>di</strong> prevede tre step, da applicarsi in ogni punto della struttura:• calcolare le tensioni principali per ogni caso <strong>di</strong> carico ed in<strong>di</strong>viduare il massimo valore dellatensione principale <strong>di</strong> trazione σ max nonché la sua <strong>di</strong>rezione;• il tensore <strong>delle</strong> tensioni valutato per ogni caso <strong>di</strong> carico viene quin<strong>di</strong> proiettato su questa<strong>di</strong>rezione e si in<strong>di</strong>vidua qual è il valore che, fra tutti i casi <strong>di</strong> carico, dà il minimo valore σ min ;• il valori <strong>di</strong> σ mean ±∆σ sono calcolati con σ mean =(σ max +σ min )/2 e ∆σ=(σ max -σ min )/2.Si può quin<strong>di</strong> concludere che:• per espressa in<strong>di</strong>cazione del rapporto, i valori in<strong>di</strong>cati non possono essere utilizzati inprogettazione ma esclusivamente per i test <strong>di</strong> verifica <strong>delle</strong> strutture <strong>di</strong> casse e carrelli;• i valori <strong>di</strong> tensione statici sono ridotti <strong>di</strong> un fattore S=1.1 per le saldature <strong>di</strong> testa e <strong>di</strong> un fattoreS=1.0 per il materiale base (rispetto allo snervamento).• i <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman per la fatica nel materiale base sono basati sui dati statistici al 50%<strong>di</strong> probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza ridotti <strong>di</strong> un fattore S=1.5;• i <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman per la fatica nelle saldature <strong>di</strong> testa sono relativi alle curve con il75% <strong>di</strong> probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza con un coefficiente <strong>di</strong> sicurezza globale S=1.1 e sono“tagliati” con un ulteriore coefficiente <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> S=1.5 nella parte orizzontale del<strong>di</strong>agramma;• per le saldature <strong>di</strong> tutti gli altri tipi <strong>di</strong> saldatura si adottano provvisoriamente le curve al 90%<strong>di</strong> probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza a fatica <strong>delle</strong> saldature <strong>di</strong> testa:• viene proposto un cr<strong>it</strong>erio relativamente semplice, e ben suffragato dell’esperienza, per ladeterminazione <strong>delle</strong> tensioni affaticanti in caso <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> tensione pluriassiale.Il rapporto poi include in Appen<strong>di</strong>ce L alcuni estratti dal rapporto ERRI B 12/RP 60 [2] che verrannoanalizzati al paragrafo successivo, nei quali si evidenzia come l’approccio della verifica me<strong>di</strong>anteclassificazione <strong>dei</strong> giunti saldati si facesse già strada in questo tipo <strong>di</strong> documenti.3.3. Il rapporto ERRI B 12/RP 60 [2]Il rapporto in oggetto è stato emesso nel giugno 2001, successivamente quin<strong>di</strong> alla pubblicazione dellanorma EN 12263 [3] sui requis<strong>it</strong>i strutturali <strong>delle</strong> casse. Scopo del rapporto è <strong>di</strong> rivedere i <strong>di</strong>agrammi<strong>di</strong> Goodman del rapporto ERRI B 12/RP 17 [1], mentre si introducono i concetti <strong>delle</strong> tensioninominali e <strong>delle</strong> tensioni locali. Comincia inoltre a farsi strada la tesi che l’analisi <strong>di</strong> fatica si puòeffettuare o me<strong>di</strong>ante un conteggio <strong>dei</strong> cicli <strong>di</strong> carico con un opportuno algor<strong>it</strong>mo <strong>di</strong> accumulo deldanneggiamento o, più classicamente, me<strong>di</strong>ante l’applicazione del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman.Tenendo conto del fatto che i lavori nei gruppi CEN/TC256 (WG2 e WG11) erano già iniziati e che lavalutazione <strong>dei</strong> test <strong>di</strong> resistenza effettuati in accordo alternativamente alle due proposte non avevanocondotto a <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> sicurezza, nel gennaio 2001 la UIC SC 25B prese la decisione <strong>di</strong>accettare solo il metodo del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman per la valutazione della fatica <strong>dei</strong> telai carrello edecise che il metodo <strong>di</strong> accumulo del danneggiamento rimanesse nel rapporto solo per possibiliapplicazioni in altre aree.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Scopo del rapporto è quello <strong>di</strong> specificare le con<strong>di</strong>zioni comuni ai test ai quali vanno sottoposti cassa etelai carrello e <strong>di</strong> determinare tensioni e deformazioni lim<strong>it</strong>e per le varie strutture sotto test. Comeespressamente in<strong>di</strong>cato, il rapporto ERRI B 12/RP 60 sost<strong>it</strong>uisce il documento ERRI B 12/RP 17. Lein<strong>di</strong>cazioni forn<strong>it</strong>e sono mandatorie per la cassa ed i telai carrello e viene raccomandato che venganotenute in considerazione all’atto del progetto del veicolo.Per quanto attiene ai carrelli, si conferma per l’utilizzo del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman il cr<strong>it</strong>erio per lavalutazione <strong>delle</strong> tensioni <strong>di</strong> fatica nel caso <strong>di</strong> fatica multiassiale anche se con simbologia lievemente<strong>di</strong>fferente: σ mean =(σ max +σ min )/2 e 2σ A =(σ max -σ min ). I test <strong>di</strong> fatica sui telai carrello saranno applicati, subanchi prova appos<strong>it</strong>amente costru<strong>it</strong>i, in numero ed ampiezza tali che il danneggiamento per faticaaccumulato sia equivalente a quello che verrebbe accumulato dal carrello durante la sua v<strong>it</strong>a. I testconsentiranno <strong>di</strong> poter esaminare la probabil<strong>it</strong>à che si sviluppino cricche.Le misure <strong>di</strong> deformazione si potranno effettuare o con estensimetri o con trasduttori <strong>di</strong> spostamento.Nel caso dell’uso degli estensimetri sui telai carrello, il rapporto prescrive <strong>di</strong> applicare gli estensimetriin prossim<strong>it</strong>à <strong>dei</strong> giunti; nel caso <strong>di</strong> saldature perpen<strong>di</strong>colari alla <strong>di</strong>rezione <strong>delle</strong> sollec<strong>it</strong>azioni,l’estrem<strong>it</strong>à dell’estensimetro dovrebbe essere posizionato contro il piede della saldatura o il suoscarico. La lunghezza massima dell’estensimetro deve essere 6 mm. Il rapporto in<strong>di</strong>ca anche che incerti casi gli estensimetri possono essere posizionati in zone tali da consentire il confronto con imodelli agli elementi fin<strong>it</strong>i.I lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> tensione ammissibili durante le prove <strong>di</strong> carico statico per ev<strong>it</strong>are che il telaio carrello nonsubisca deformazioni permanenti sono riportati nella Figura 4, estratta dal rapporto ERRI B 12/RP 60.Figura 4: valori massimi <strong>di</strong> tensione raggiungibili nel materiale base e nelle saldature in funzione <strong>delle</strong>caratteristiche del materiale.Per determinare i carichi affaticanti durante le prove <strong>di</strong> fatica, si <strong>di</strong>stinguono i seguenti casi:• per telai carrello non stress-relieved (ossia non soggetti a ricottura <strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione), il valorelim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> ampiezza <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong>namica ammessa 2σ Alim =σ max -σ min è in<strong>di</strong>pendente dal valore <strong>di</strong>σ mean . I valori <strong>di</strong> ampiezza <strong>di</strong>namica ammessi 2σ Alim <strong>di</strong>pendono dalle categorie <strong>di</strong> intagliodefin<strong>it</strong>i in Appen<strong>di</strong>ce C al rapporto e valgono, per acciai con carico <strong>di</strong> rottura minimo <strong>di</strong>420 N/mm 2 , 240 N/mm 2 per il caso A (materiale base o saldatura <strong>di</strong> testa fresata), 158 N/mm 2per il caso B (saldatura <strong>di</strong> testa), 132 N/mm 2 per il caso C (saldatura <strong>di</strong> testa con variazione <strong>di</strong>momento <strong>di</strong> inerzia, ad angolari o piastre <strong>di</strong> testa), 82 N/mm 2 per il caso D (fillet weld,saldatura a coprigiunto), 50 N/mm 2 per il caso E (projection weld, fazzoletti o pioli percollaborazione);• per telai carrello <strong>di</strong>stesi, il valore lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> ampiezza <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong>namica ammessa2σ Alim =σ max -σ min <strong>di</strong>pende dal valore me<strong>di</strong>o σ mean . I valori dovrebbero essere riportati nel<strong>di</strong>agrama <strong>di</strong> Goodman in Figure C.4 (in realtà la figura è denominata C.3 per un refusotipografico).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 5: <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman per telai carrello <strong>di</strong>stesi (il materiale non è riportato, si trattacomunque <strong>di</strong> acciaio con carico <strong>di</strong> rottura ≥520 N/mm 2 ).Il rapporto effettua, nell’Appen<strong>di</strong>ce B - Metodo A (relativa al metodo <strong>di</strong> accumulo del danneggiamentoe quin<strong>di</strong>, per quanto sopra detto, non utilizzabile), una lunga <strong>di</strong>gressione sulla definizione <strong>delle</strong>tensioni nominali, locali (hot spot stresses) e le basic notch stresses per giungere alla conclusione chesi raccomanda <strong>di</strong> effettuare la <strong>di</strong>mostrazione della resistenza a fatica sulla base del concetto <strong>di</strong> tensionenominale, ossia quella tensione che è possibile determinare sperimentalmente per descrivere letensioni che possono essere calcolate me<strong>di</strong>ante la teoria elementare <strong>delle</strong> travi.Sebbene il rapporto riconosca che non sia facile misurare le tensioni con esattezza durante i testspecialmente per quanto riguarda i telai carrello, prevalentemente a causa della <strong>di</strong>mensione fin<strong>it</strong>adell’estensimetro e dell’estinguersi <strong>dei</strong> campi <strong>di</strong> tensione localizzati al piede <strong>delle</strong> saldature, questometodo è stato scelto per poter tener conto della gran quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> dati <strong>di</strong>sponibili nel mondo sui giuntisaldati sulla base <strong>delle</strong> tensioni normali e per tener conto <strong>dei</strong> lavori degli organismi internazionali (IIS,Eurocode, CEN).Per l’applicazione degli estensimetri vengono forn<strong>it</strong>e una serie <strong>di</strong> raccomandazioni sulla base <strong>delle</strong><strong>di</strong>mensioni dell’estensimetro e <strong>dei</strong> risultati riportati in [9], dai quali risulta che ad una <strong>di</strong>stanzacompatibile con quella in<strong>di</strong>cata in Figura 6 si misurano tensioni prossime a quelle nominali senzal’influenza <strong>delle</strong> tensioni locali <strong>di</strong> saldatura.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 6: andamento <strong>delle</strong> tensioni in prossim<strong>it</strong>à del piede <strong>di</strong> saldature <strong>di</strong> vario tipo e posizione degliestensimetri per la misura <strong>delle</strong> tensioni nominali.Sebbene questa Appen<strong>di</strong>ce B – Metodo A non debba essere utilizzata, vi è un commentoparticolarmente interessante (punto 4.1): “il gruppo <strong>di</strong> lavoro (WP) ha trovato che le esperienzeferroviarie con gli intagli <strong>di</strong> categoria “a1” come defin<strong>it</strong>i nel rapporto ERRI B 12/RP 17 (saldatura <strong>di</strong>testa) un<strong>it</strong>amente ai carichi appropriati, siano risultate pos<strong>it</strong>ive. Categorie <strong>di</strong> intagli più sfavorevoli <strong>di</strong>quelle defin<strong>it</strong>e come “a2” nello stesso rapporto non sono state finora valutate come sufficientementeconservative.Il confronto con le saldature <strong>di</strong> testa, che sono state misurate con affidabil<strong>it</strong>à, mostra che l’usoqual<strong>it</strong>ativamente confrontabile della categoria <strong>di</strong> intaglio 90 dell’Euroco<strong>di</strong>ce fornisce per la v<strong>it</strong>a(2x10 6 cicli) e la probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza (97.7%) sopra in<strong>di</strong>cate gli stessi lim<strong>it</strong>i dell’ERRI B12/RP 17. Per questo motivo queste con<strong>di</strong>zioni sono state provvisoriamente selezionate come valoriammissibili per tutte le categorie. Queste assunzioni dovranno essere riesaminate quando i carichisaranno rivisti”.Assai interessante è anche l’affermazione che “l’uso <strong>delle</strong> curve <strong>di</strong> Wöhler (curve S/N) determinateper un singolo livello <strong>di</strong> carico produce stime eccessivamente conservative e che solo un <strong>calcolo</strong>dell’accumulo del danneggiamento può produrre una pre<strong>di</strong>zione più affidabile <strong>dei</strong> risultati che ci sipossono attendere durante i test per stabilire la verifica <strong>di</strong> resistenza a fatica al banco”.L’Appen<strong>di</strong>ce B – Metodo B (<strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman) afferma anz<strong>it</strong>utto che sarebbe necessariomisurare le tensioni più severe ed avere <strong>di</strong>sponibili i lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> tensione del materiale da confrontare conqueste tensioni massime e che in molti casi questo non è possibile a causa <strong>delle</strong> irregolar<strong>it</strong>à nelcordone <strong>di</strong> saldatura. Come compromesso, si usa posizionare gli estensimetri molto vicino agli hotspot stresses definendo la posizione <strong>di</strong> applicazione semplicemente come quella che dà, se applicatada due operatori <strong>di</strong>versi, il medesimo risultato sperimentale e che consente <strong>di</strong> confrontare i valori <strong>di</strong>tensione misurati con quelli ottenuti da provini sui quali le tensioni siano state defin<strong>it</strong>e e misurate nellostesso modo.In mer<strong>it</strong>o alla definizione <strong>delle</strong> categorie <strong>di</strong> intaglio, questa dovrebbe essere abbastanza semplice daconsentire ad un operatore <strong>di</strong> effettuare la scelta corretta durante i test. Dato che la categorie sonopoche e ben illustrate, questo approccio è molto pratico.Vengono infine illustrate le con<strong>di</strong>zioni che hanno portato alla definizione <strong>dei</strong> lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> fatica ed ai<strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman. Per quanto riguarda le saldature <strong>di</strong> testa come defin<strong>it</strong>e nel ERRI B 12/RP 17si r<strong>it</strong>engono ancora valide le conclusioni riportate in [1], dato che si sono avuti riscontri in esercizio


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010pos<strong>it</strong>ivi. Per quanto riguarda invece i dati “recentemente” raccolti dalle SNCF su provini con intagliocaratteristico A (materiale base), B (saldature <strong>di</strong> testa), D (saldatura a coprigiunto, fillet weld) ed E(projection weld) vale quanto segue:• categoria B: per r<strong>it</strong>rovare i valori riportati nell’ERRI B 12/RP 17 è stato necessario <strong>di</strong>videreper 1.25 i lim<strong>it</strong>i trovati con i test con una probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza del 99.7%;• categorie A, D, E: <strong>di</strong>visione per 1.25 <strong>dei</strong> lim<strong>it</strong>i trovati per i test con una probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong>sopravvivenza del 99.7% per definire i lim<strong>it</strong>i da utilizzare nei test al banco <strong>delle</strong> casse e <strong>dei</strong>carrelli <strong>di</strong>stesi;• categoria C (saldatura <strong>di</strong> testa con variazione <strong>di</strong> momento <strong>di</strong> inerzia, ad angolari o piastre <strong>di</strong>testa): categoria aggiunta, valori <strong>di</strong> tensione lim<strong>it</strong>e interpolati fra le categorie B e D;• per prove al banco <strong>di</strong> carrelli non <strong>di</strong>stesi, sono state considerate le ampiezze checorrispondono sui <strong>di</strong>agrammi per le prove al banco <strong>di</strong> carrelli <strong>di</strong>stesi, alle massime tensioniuguali al lim<strong>it</strong>e elastico nel materiale base (A) o nelle saldature (B, C, D, E).Per facil<strong>it</strong>are la lettura <strong>dei</strong> <strong>di</strong>agrammi e le correspondenti scale, il rapporto riporta una tabella (Figura7) con le tensioni lim<strong>it</strong>e per gli acciai con carico <strong>di</strong> rottura superiore a 370, 420 e 520 N/mm 2 sia per icarrelli che per le casse (v. oltre).Figura 7: valori <strong>delle</strong> tensioni <strong>di</strong> fatica ammissibili per carrelli e casse secondo la ERRI B 12/RP 60.1) : carico <strong>di</strong> rottura del materiale. 2) la tensione è determinata dal lim<strong>it</strong>e elastico R p o R p ’.Quali conclusioni sul rapporto ERRI B 12/RP 60 si può <strong>di</strong>re quanto segue:• l’approccio <strong>di</strong> accumulo del danneggiamento, ancorché caldamente perorato da alcuneamministrazioni ferroviarie, non è stato accolto e resta solo per possibile applicazione in altrearee;• i valori <strong>dei</strong> <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman dell’ERRI B 12/RP 17 (che viene completamenterimpiazzato dall’ERRI B 12/RP 60) vengono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i con cr<strong>it</strong>eri <strong>di</strong>versi (99.7% <strong>di</strong>sopravvivenza e coefficiente <strong>di</strong> sicurezza 1.25 contro il 75% massimo prima in<strong>di</strong>cato),ridefinendo peraltro le categorie <strong>di</strong> saldature che prima erano accomunate in una sola categoria“altri tipi <strong>di</strong> saldature”;• si introducono <strong>di</strong>fferenze sostanziali fra i telai carrello non <strong>di</strong>stesi e <strong>di</strong>stesi, in<strong>di</strong>viduando nelprimo caso una nuova serie <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> intagli (con tensioni ammissibili a faticain<strong>di</strong>pendenti dal valore della tensione me<strong>di</strong>a) mentre nel secondo caso non vi sono intagli daconsiderare e le tensioni ammissibili a fatica <strong>di</strong>pendono dalla tensione me<strong>di</strong>a secondo il nuovo<strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman;• viene conservato l’approccio <strong>delle</strong> tensioni nominali e vengono forn<strong>it</strong>e giustificazioni sullemodal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> applicazione degli estensimetri.3.4. La norma Europea EN 13749:2005 [4]La EN 13749 è la prima norma che viene considerata in questa memoria che ha come scopo principalequello <strong>di</strong> consentire un progetto sod<strong>di</strong>sfacente <strong>dei</strong> telai carrello includendo le <strong>procedure</strong> <strong>di</strong> progetto, imeto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione e le specifiche <strong>di</strong> verifica e costruzione.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Dopo aver dato tutta una serie <strong>di</strong> definizioni ed aver sud<strong>di</strong>viso i possibili veicoli in sette categorie,vengono per la prima volta defin<strong>it</strong>e le responsabil<strong>it</strong>à del cliente, che deve fornire una descrizionedettagliata del carrello sotto forma <strong>di</strong> specifica tecnica oltre alle <strong>procedure</strong> <strong>di</strong> accettazione e lerichieste in termini <strong>di</strong> qual<strong>it</strong>à che egli r<strong>it</strong>iene necessarie (in mancanza <strong>di</strong> queste richieste il forn<strong>it</strong>orepuò sottoporre al cliente proprie specifiche che il cliente dovrà esplic<strong>it</strong>amente accettare). Il clientedovrà in<strong>di</strong>care il tipo <strong>di</strong> carrello, la v<strong>it</strong>a totale, la <strong>di</strong>stanza percorsa annualmente e quella totale.Dato che la norma esce decisamente dal campo proprio della UIC, vengono per la prima voltaintrodotte le specifiche sulle caratteristiche della rete sulla quale il carrello viaggerà, comprendenti ilprofilo del tracciato, il tipo <strong>di</strong> binario (inclusi tutti i parametri <strong>di</strong> qual<strong>it</strong>à geometrica del tracciato edella superficie <strong>delle</strong> rotaie e le loro irregolar<strong>it</strong>à) e la sagoma lim<strong>it</strong>e.Il cliente potrà verificare il progetto richiedendo che il forn<strong>it</strong>ore usi tutti i mezzi <strong>di</strong>sponibili (calcoli,<strong>di</strong>segni, prove, etc.) per effettuare correttamente la progettazione.Cuore della norma è il paragrafo 9 “Acceptance of the design”, nel quale vengono in<strong>di</strong>cate tutte lespecifiche per procedere all’accettazione del telaio carrello, comprendendo le <strong>procedure</strong> <strong>di</strong>accettazione (combinazione <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> carico per il <strong>calcolo</strong> ed i test al banco statici e <strong>di</strong> fatica, tratteper le prove in linea, etc.), i valori <strong>dei</strong> <strong>di</strong>fferenti casi <strong>di</strong> carico ed i cr<strong>it</strong>eri <strong>di</strong> accettazione (trattamento<strong>dei</strong> dati misurati, tensioni lim<strong>it</strong>e, cr<strong>it</strong>eri per il completamento <strong>dei</strong> test <strong>di</strong> fatica).Il programma <strong>di</strong> accettazione riguarda quattro fasi:• il <strong>calcolo</strong>;• i test statici;• i test <strong>di</strong> fatica;• i test in linea.Questi step possono essere o meno presenti a seconda che si tratti <strong>di</strong> un nuovo carrello per una nuovaapplicazione o <strong>di</strong> un carrello esistente per una nuova applicazione o <strong>di</strong> un carrello lievementemo<strong>di</strong>ficato per la sua applicazione. Se le <strong>di</strong>fferenze sono piccole, il <strong>calcolo</strong> ed alcune prove lim<strong>it</strong>atesono sufficienti a validare il progetto, anche se la ridotta confidenza che si ottiene nella validazione delprogetto obbligherà alla scelta <strong>di</strong> coefficienti <strong>di</strong> sicurezza maggiorati.Non si entra in questo documento nel dettaglio <strong>delle</strong> definizioni degli argomenti qui non pertinenti; cisi lim<strong>it</strong>a a riportare che i casi <strong>di</strong> carico sono defin<strong>it</strong>i come statici, quasi statici e <strong>di</strong>namici e che lanorma fornisce in Appen<strong>di</strong>ce B una guida per il <strong>calcolo</strong> <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico <strong>dei</strong> veicoli.Nell’Appen<strong>di</strong>ce C la norma riporta una guida per la determinazione <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> carico che sonosostanzialmente sud<strong>di</strong>visi in:• carichi statici eccezionali, che rappresentano quei carichi che possono verificarsi soloraramente durante la v<strong>it</strong>a del carrello, ai quali il telaio del carrello deve resistere senzadeformarsi ad un livello tale da compromettere la funzional<strong>it</strong>à sotto l’applicazione del carico osenza soffrire <strong>di</strong> deformazioni permanenti dopo la rimozione <strong>dei</strong> carichi;• carichi <strong>di</strong> fatica, che rappresentano i carichi <strong>di</strong> normale esercizio, sotto i quali il carrello deve<strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> poter sopravvivere senza cedere per fatica.Vengono riportati quali esempi <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> carico per veicoli UIC, per gli altri occorrerà definire <strong>di</strong>volta in volta gli opportuni casi <strong>di</strong> carico. Analogamente, viene riportato un esempio per un carrellotranviario, ma anche qui gli operatori <strong>di</strong> trasporto potranno chiedere cicli <strong>di</strong> carico <strong>di</strong>versi.L’Appen<strong>di</strong>ce D riporta quin<strong>di</strong> i valori <strong>dei</strong> carichi <strong>di</strong>namici dovuti ai componenti collegati al telaiocarrello o alle boccole.Riportando in parentesi i valori <strong>delle</strong> accelerazioni eccezionali, i valori <strong>delle</strong> accelerazioni normali <strong>di</strong>servizio in verticale sono pari a ±10 m/s 2 (±20 m/s 2 ) a centro carrello e ±30 m/s 2 (±60 m/s 2 ) alleestrem<strong>it</strong>à del carrello; per le accelerazioni trasversali i valori sono pari a ±5 m/s 2 (±10 m/s 2 ) a centrocarrello e ±10 m/s 2 (±20 m/s 2 ) alle estrem<strong>it</strong>à del carrello. Queste accelerazioni, moltiplicate per lamassa <strong>dei</strong> componenti collegati al telaio del carrello, forniscono i carichi inerziali.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Le masse collegate <strong>di</strong>rettamente in boccola sono soggette ad accelerazioni verticali <strong>di</strong> ±250 m/s 2(±500 m/s 2 ), ad accelerazioni trasversali <strong>di</strong> ±30 m/s 2 (±50 m/s 2 ) e ad accelerazioni long<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nali(solamente eccezionali) <strong>di</strong> ±50 m/s 2 .Ovviamente occorre poi inserire nel <strong>calcolo</strong> i valori <strong>delle</strong> forze risultanti dall’applicazione deglismorzatori viscosi, dagli organi <strong>di</strong> frenatura, dai motori <strong>di</strong> trazione e dalle barre antirollio.L’Appen<strong>di</strong>ce E tratta il cuore del problema, cioè i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>calcolo</strong>. Dopo aver in<strong>di</strong>cato che i carichidevono coprire tutte le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico (non vi sono quin<strong>di</strong> ulteriori incertezze su questiparametri), la norma raccomanda fortemente che vengano utilizzati meto<strong>di</strong> numerici, quali il metodoagli elementi fin<strong>it</strong>i, un<strong>it</strong>amente a meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>calcolo</strong> manuale, per interpretare le tensioni appropriate a<strong>it</strong>ipi <strong>di</strong> giunto defin<strong>it</strong>i nelle normative per la verifica a fatica.Per quanto riguarda i parametri del materiale, la norma suggerisce <strong>di</strong> conoscere il carico <strong>di</strong> rottura, ilcarico <strong>di</strong> snervamento ed il comportamento a fatica del materiale, <strong>dei</strong> giunti saldati o <strong>delle</strong> altregiunzioni, sulla base <strong>delle</strong> normative in vigore, per quanto queste siano <strong>di</strong>sponibili. Occorre conoscere:le tensioni con probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza almeno al 95% (meglio al 97.5%), la classificazione <strong>dei</strong>dettagli (incluse le concentrazioni <strong>delle</strong> tensioni) e la derivazione <strong>dei</strong> valori lim<strong>it</strong>e da campioni in scalaridotta con tecniche <strong>di</strong> test ed esperienza sufficienti a garantire la loro applicabil<strong>it</strong>à ai componenti inscala reale. Le curve S/N del materiale dovrebbero contenere tutte le incertezze sul materiale.Per quanto riguarda la verifica statica sotto carichi eccezionali (resistenza allo snervamento o al caricocorrispondente all’allungamento permanente dello 0.2%), si adotta sol<strong>it</strong>amente un coefficiente <strong>di</strong>sicurezza S 1 ≥1.15 se viene effettuato solo il <strong>calcolo</strong>, mentre se sono previsti <strong>dei</strong> test sotto carico staticoe le incertezze sono molto basse si può anche adottare, se comm<strong>it</strong>tente e forn<strong>it</strong>ore sono d’accordo, uncoefficiente <strong>di</strong> sicurezza S 1 =1.0.Fondamentale è il passo seguente: “nel <strong>calcolo</strong> <strong>delle</strong> tensioni per materiali duttili non è necessariotenere in considerazione tutti i dettagli che producono le concentrazioni <strong>di</strong> tensione; se esse vengonocomunque calcolate, allora si accetta che le tensioni teoriche calcolate possano eccedere il carico <strong>di</strong>snervamento o il carico R p0,2 a patto che le aree <strong>di</strong> deformazione plastica associata con leconcentrazioni <strong>di</strong> tensione siano sufficientemente piccole da non causare alcun ce<strong>di</strong>mento o alcunadeformazione globale permanente quando il carico viene rimosso”.Vista la cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à <strong>dei</strong> fenomeni <strong>di</strong> fatica, questa analisi è spesso demandata al forn<strong>it</strong>ore che ha maggioresperienza in questo campo. La fatica può venire considerata, previo accordo forn<strong>it</strong>ore-comm<strong>it</strong>tente,me<strong>di</strong>ante due <strong>di</strong>fferenti approcci: l’approccio del lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> fatica o l’approccio dell’accumulo deldanneggiamento. Se, come prescr<strong>it</strong>to, i casi <strong>di</strong> carico sono omnicomprensivi così come le curve chedescrivono il comportamento a fatica del materiale, questi calcoli devono essere effettuati senzaulteriori coefficienti <strong>di</strong> sicurezza.L’approccio del lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> fatica è accettabile quando un tale lim<strong>it</strong>e esista. Il requis<strong>it</strong>o è garant<strong>it</strong>oquando le tensioni in tutti i casi <strong>di</strong> carico restano al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> tale valore. Nel caso dell’approcciodell’accumulo del danneggiamento, le storie <strong>di</strong> carico vengono espresse in termini <strong>di</strong> ampiezza enumeri <strong>di</strong> cicli ed i danneggiamenti prodotti da ciascun caso vengono prima valutati usando le curveS/N (Wöhler) e poi sommati con un cr<strong>it</strong>erio predefin<strong>it</strong>o (es. Palmgren-Miner), eventualmentesemplificando le storie <strong>di</strong> carico e le combinazioni in modo appropriato.Nell’Appen<strong>di</strong>ce F sono riportati alcuni esempi <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> prova per carichi eccezionali e <strong>di</strong>servizio. Nel caso <strong>dei</strong> carichi affaticanti (<strong>di</strong> servizio), per ciascun caso <strong>di</strong> carico si determinano i valorime<strong>di</strong> e alternati <strong>delle</strong> tensioni. La norma <strong>di</strong>ce che “questi valori vanno confrontati con i lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> faticadel materiale. Il metodo da utilizzare per il trattamento <strong>di</strong> stati <strong>di</strong> tensione pluriassiali dovrà esseredefin<strong>it</strong>o nelle specifiche tecniche”. Dovendo combinare più casi <strong>di</strong> carico semplici, “un altro modoper analizzare i risultati è calcolare il danneggiamento accumulato dai casi <strong>di</strong> carico derivante daicicli in<strong>di</strong>cati nel contratto”.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Nell’Appen<strong>di</strong>ce G la norma riporta degli esempi <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> prova. Lo scopo principale <strong>dei</strong> test èovviamente quello <strong>di</strong> confermare che la resistenza del telaio del carrello è sufficiente. In alcuni test siomettono i carichi in rettilineo, essendo essi notoriamente meno importanti <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> carico in curva esui deviatoi. In generale, dovendo provare un solo telaio carrello per motivi <strong>di</strong> costi e <strong>di</strong> tempi, icarichi <strong>di</strong> test vengono aumentati in successivi step (Figura 8) per determinare il coefficiente <strong>di</strong>sicurezza al fine <strong>di</strong> tener conto della normale <strong>di</strong>spersione nei valori <strong>di</strong> resistenza alla fatica.Figura 8: esempio <strong>di</strong> ciclo <strong>di</strong> carico con valore <strong>di</strong> carico incrementato dopo i 6 milioni <strong>di</strong> cicli.Il telaio carrello è considerato essere sufficientemente resistente se non ci sono cricche al termine <strong>dei</strong>primi due step e se durante il terzo step compaiono <strong>delle</strong> piccole cricche che, se si verificassero inservizio, non necess<strong>it</strong>erebbero una imme<strong>di</strong>ata riparazione.Si può concludere che la norma EN 13749:2005:• lascia libertà al progettista <strong>di</strong> utilizzare l’approccio <strong>delle</strong> tensioni lim<strong>it</strong>e o dell’accumulo deldanneggiamento, prescrivendo solo che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico siano perfettamente note cosìcome il comportamento del materiale (e ovviamente le ipotesi <strong>di</strong> accumulo deldanneggiamento);• per la prima volta si accenna esplic<strong>it</strong>amente alla possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> avere deformazioni localizzatein punti nei quali teoricamente dai meto<strong>di</strong> <strong>FEM</strong> si oltrepassi il carico <strong>di</strong> snervamento durantel’applicazione <strong>dei</strong> carichi eccezionali;• il richiamo alla verifica facendo uso <strong>delle</strong> caratteristiche <strong>di</strong> resistenza a fatica legate alletipologie <strong>di</strong> giunto ed ai co<strong>di</strong>ci per la valutazione della v<strong>it</strong>a lascia intuire il riferimento agliEuroco<strong>di</strong>ci;• la norma non prescrive alcun metodo <strong>di</strong> <strong>calcolo</strong> nel caso <strong>di</strong> campi <strong>di</strong> tensione pluriassiale.In conclusione, la norma è molto descr<strong>it</strong>tiva e poco prescr<strong>it</strong>tiva, in<strong>di</strong>cando molte con<strong>di</strong>zionicontrattuali e negoziali ma allargando <strong>di</strong> fatto il campo a materiali qualsiasi ed a meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazionida definire. La definizione <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> carico e <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> prova lascia ampio spazio per queiveicoli che non siano UIC; in questo caso non risulta semplice per il comm<strong>it</strong>tente definire <strong>delle</strong>specifiche <strong>di</strong> prova senza utilizzare il supporto del forn<strong>it</strong>ore stesso.3.5. L’Euroco<strong>di</strong>ce 3 EN 1993-1-9 (fatica nelle strutture in acciaio) [5]La storia degli Euroco<strong>di</strong>ci è lunga ed inizia nel 1975. Non è scopo <strong>di</strong> questa memoria rendere contodel processo che ha portato alle versioni in vigore; semplicemente verranno estratti dagli Euroco<strong>di</strong>ci isoli argomenti inerenti la problematica <strong>di</strong> progettazione <strong>dei</strong> carrelli e <strong>delle</strong> casse, anche perché fra lenorme strutturali probabilmente gli Euroco<strong>di</strong>ci sono le più conosciute.Non si può non premettere che scopo degli Euroco<strong>di</strong>ci è quello, fra l’altro, <strong>di</strong> “verificare larispondenza degli e<strong>di</strong>fici e <strong>delle</strong> opere <strong>di</strong> ingegneria civile ai requis<strong>it</strong>i essenziali della <strong>di</strong>rettiva del


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010consiglio 89/106/EEC…” e <strong>di</strong> “cost<strong>it</strong>uire una base per la redazione <strong>dei</strong> contratti relativi ai lavori <strong>di</strong>costruzione ed ai servizi <strong>di</strong> ingegneria correlati”. E’ chiara quin<strong>di</strong> l’origine civile degli Euroco<strong>di</strong>ciche, come vedremo, comportano lim<strong>it</strong>azioni non in<strong>di</strong>fferenti in campo meccanico, nel quale lesollec<strong>it</strong>azioni <strong>di</strong>namiche e l’ottimizzazione della forma e della funzione del materiale sonodecisamente più spinte per motivi <strong>di</strong> leggerezza, <strong>di</strong> forze <strong>di</strong> inerzia e <strong>di</strong> economia <strong>di</strong> costruzione inserie.L’Euroco<strong>di</strong>ce qui considerato, relativo alla fatica nelle costruzioni in acciaio, considera l’approcciocon le tensioni nominali, definendo numersosi giunti e profili saldati identificando una serie <strong>di</strong> classicon resistenza a fatica defin<strong>it</strong>a sulla base <strong>di</strong> prove <strong>di</strong> laboratorio su provini.Ai fini della verifica a fatica la norma contempla sia l’approccio del “danneggiamento accettabile”,partendo dal trattamento <strong>delle</strong> storie <strong>di</strong> carico con meto<strong>di</strong> rainflow o reservoir ed utilizzando il metododella sommatoria <strong>di</strong> Miner per cumulare linearmente il danneggiamento, e l’approccio della “v<strong>it</strong>asicura”, scegliendo particolari costruttivi e livelli tensionali tali che alla fine del progetto si verifichiancora lo stato lim<strong>it</strong>e ultimo. E’ evidente che il primo approccio è applicabile a quelle strutture chepossono (e devono) essere ispezionate regolarmente.La designazione numerica <strong>di</strong> ciascuna categoria <strong>dei</strong> particolari costruttivi in<strong>di</strong>viduati nella normain<strong>di</strong>ca la resistenza a fatica <strong>di</strong> riferimento ∆σ c in N/mm 2 , quest’ultima essendo defin<strong>it</strong>a comel’intervallo <strong>di</strong> variazione della tensione normale per N c =2 milioni <strong>di</strong> cicli. Vengono inoltre defin<strong>it</strong>i <strong>dei</strong>“coefficienti parziali <strong>di</strong> sicurezza” γ Ff per ciascuno <strong>dei</strong> livelli <strong>di</strong> tensione nei quali il ciclo <strong>di</strong> carico èscomposto; la norma <strong>di</strong>stingue per basse ed alte conseguenze del collasso in strutture valutate con ilmetodo del “danneggiamento accettabile” (γ Ff =1.00 e γ Ff =1.15 rispettivamente) e con il metodo della“v<strong>it</strong>a sicura” (γ Ff =1.15 e γ Ff =1.35 rispettivamente). Non si tiene conto della tensione me<strong>di</strong>aeventualmente presente, identificando quin<strong>di</strong> un campo <strong>di</strong> fatica alternata in<strong>di</strong>pendente da essa.Occorre rimarcare che “i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione forn<strong>it</strong>i nella presente parte sono applicabili a tutti <strong>it</strong>ipi <strong>di</strong> acciai strutturali, acciai inossidabili e acciai resistenti alla corrosione atmosferica non protettiad eccezione <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>versamente specificato nei prospetti <strong>delle</strong> categorie…”. Le tipologie <strong>di</strong>acciai strutturali sono defin<strong>it</strong>i nella EN 1993-1-1 [10] dalla quale viene riportato l’estratto mostrato inFigura 9.Figura 9: valori nominali <strong>di</strong> resistenza allo snervamento f y a <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> rottura f u per acciaiostrutturale laminato a caldo (a sinistra) e per elementi strutturali a sezione cava (a destra).La norma richiede che tutte le azioni agenti siano modellate e le tensioni valutate con un’analisilineare elastica; le tensioni nominali vanno calcolate nel punto potenziale <strong>di</strong> innesco della fatica. Nelcaso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> particolari costruttivi non contemplati dalla norma occorre considerare uncoefficiente <strong>di</strong> concentrazione <strong>delle</strong> tensioni opportuno.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Per la verifica <strong>dei</strong> giunti saldati vanno defin<strong>it</strong>e le tensioni nominali normali σ e tangenziali τ chevanno poi utilizzate come in<strong>di</strong>cato in Figura 10.Figura 10: tensioni pertinenti nelle saldature a cordone d’angolo [5]. La norma prescrive due <strong>di</strong>stinteverifiche sotto la tensione normale equivalente agente in senso trasversale all’asse della saldatura edsotto la tensione tangenziale.La norma suggerisce che il valore <strong>di</strong> progetto dell’intervallo <strong>di</strong> variazione della tensione da utilizzarsiper le valutazioni a fatica sia l’intervallo <strong>di</strong> variazione della tensione γ Ff ∆σ E,2 corrispondente aN c =2×10 6mm 6cicli. Le curve S/N sono caratterizzate dalla legge ∆σ R N R = ∆σ C 2 x 10 (m=3,N ≤ 5×10 6 ). Per valori <strong>di</strong> tensione superiori ed inferiori a ∆σ C si devono utilizzare lemm 6∆σ R N R = ∆σ C 2 x 10 (m=3, N ≤ 5×10 6 mm 6) e ∆σ R N R = ∆σ C 5 x 10 (m=5, 5×10 6 ≤ N ≤10 8 ).Figura 11: Curve <strong>di</strong> resistenza a fatica per intervalli <strong>di</strong> variazione <strong>delle</strong> tensioni normali (a sinistra) e<strong>delle</strong> tensioni tangenziali (a destra) (adattato da [5]).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010La norma quin<strong>di</strong> introduce l’effetto scala, defin<strong>it</strong>o nei prospetti <strong>delle</strong> categorie <strong>di</strong> particolaricostruttivi. Le verifiche a fatica vanno condotte, nel caso in cui le azioni normali e tangenzialiagiscano separatamente, con lee (2)Nel caso in cui invece le azioni normali e tangenziali agiscano contemporamente, la formula <strong>di</strong>verifica <strong>di</strong>ventaAdottando il metodo del danneggiamento cumulativo, le formule da utilizzare sono:(3)che corrispondono ovviamente alla definizione <strong>di</strong> danneggiamento parziale e <strong>di</strong> danneggiamentoaccumulato secondo l’ipotesi <strong>di</strong> Palmgren-Miner.3.6. Considerazioni sull’uso <strong>delle</strong> varie normativeIl progettista <strong>di</strong> carrelli si trova oggi <strong>di</strong> fronte ad una <strong>di</strong>fficile s<strong>it</strong>uazione. Da un lato l’uso degliEuroco<strong>di</strong>ci lo metterebbe al riparo da qualsiasi dubbio o contestazione, dall’altra ciò lo obbligherebbead utilizzare <strong>di</strong>mensioni eccessive con aggravi <strong>di</strong> costo e <strong>di</strong> peso inutili.Definendo infatti la sollec<strong>it</strong>azione affaticante come alternata sinusoidale con laσ f (t) = σ a sin(ωt) (5)si osserva come l’Euroco<strong>di</strong>ce in<strong>di</strong>ca che “la curva <strong>di</strong> resistenza a fatica associata alla categoria 160 èla più alta. Nessun particolare costruttivo può raggiungere una migliore resistenza a fatica perqualsiasi numero <strong>di</strong> cicli”, il che implica che ∆σ c = 160 N/mm 2 = ± 80 N/mm 2 per N c =2 × 10 6 cicli. Ladefinizione <strong>di</strong> ∆σ c = 2 σ a , pur non essendo espressamente in<strong>di</strong>cata, si puà ricavare in<strong>di</strong>rettamente dallafigura 7.4. della EN 1993-1-9 o, anche se applicata all’alluminio, dalla EN 1999-1-3 (Euroco<strong>di</strong>ce 9,[6]) che utilizza gli stessi concetti (Figura 12).(4)Figura 12: Terminologia relativa alle storie <strong>di</strong> tensione ed ai cicli [6]).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Osservando il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Figura 5, si nota come il carico ammissibile alternato σ a (t) =f (σ m ) ecome, nel caso <strong>di</strong> fatica alternata (R=-1) si ottengano per il materiale base valori ammissibili <strong>di</strong> σ a =±150 N/mm 2 , ossia ∆σ c = 2 σ a = 300 N/mm 2 .Questa <strong>di</strong>fferenza è spiegabile con il fatto che l’Euroco<strong>di</strong>ce non <strong>di</strong>stingue le tensioni applicabili inbase al tipo <strong>di</strong> materiale soggetto a fatica: esse sono infatti “applicabili a tutti i tipi <strong>di</strong> acciaistrutturali”, sia che essi abbiano carico <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> 360 N/mm 2 (S235) che <strong>di</strong> 510 N/mm 2 (S355, forseil tipo <strong>di</strong> acciaio più utilizzato per i telai <strong>dei</strong> carrelli). Questa apparente “leggerezza” è giustificatadall’approccio degli Euroco<strong>di</strong>ci che, come detto, sono in<strong>di</strong>rizzati al settore <strong>delle</strong> costruzioni civili nellequali i fenomeni <strong>di</strong> fatica sulle strutture metalliche sono senz’altro meno frequenti e per le quali ilfattore massa è solo relativamente importante (ed a volte una massa elevata è necessaria perstabilizzare un e<strong>di</strong>ficio).Risulta che l’Euroco<strong>di</strong>ce 3 non è assolutamente proponibile al progettista interessato a sfruttare almeglio il materiale, posizione sempre presente all’atto dell’approccio della progettazione <strong>di</strong> un telaiocarrello.Visto che anche le più recenti <strong>di</strong>rettive Europee nel settore dell’alta veloc<strong>it</strong>à (TSI High Speed RollingStock [11]) <strong>di</strong>chiarano (Annex L) che fra gli “Aspects not specified in the High Speed Rolling StockTSI and for which notification of national rules is required” vi sono anche “Bogies: design,fabrication and approval — Steel grade used — Resistance — Vibrations dampening, Cr<strong>it</strong>ical twistingresonance (traction un<strong>it</strong>)” e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> fatto non vi sono requis<strong>it</strong>i cogenti, al progettista restautilizzabile solo il rapporto ERRI B 12/RP 60 [2] dato che l’ERRI B 12/RP 17 [1] è stato da essosuperato e che, peraltro, quet’ultimo esplic<strong>it</strong>amente non va usato ai fini della progettazione.Da un punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co resta indefin<strong>it</strong>a la questione dell’uso <strong>di</strong> un documento che <strong>di</strong> fatto èrimasto solo un “documento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o”, ossia che non solo non è una Direttiva, una NormativaInternazionale o una Normativa Nazionale ma non ha mai neanche assunto lo status <strong>di</strong> Fiche UIC. Icompetenti organi <strong>di</strong> controllo dovranno quin<strong>di</strong>, vista la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> non competenza <strong>delle</strong> TSI,accettare questo rapporto quale “buona pratica ingegneristica”.Anche l’ERRI B 12/RP 60 non è però scevro da <strong>di</strong>fetti. Anz<strong>it</strong>utto la curva <strong>di</strong> fatica è solo per unacciaio con carico <strong>di</strong> rottura 520 N/mm 2 , e non 510 N/mm 2 come l’S355 <strong>di</strong>sponibile sul mercato.Questo <strong>di</strong>pende dai dati utilizzati in [7] ed [8] sull’acciaio tedesco DIN 1629-St52 ed al corrispondenteFe52 UNI 7070:1982 (r<strong>it</strong>irata), nei quali la sigla in<strong>di</strong>cava il carico <strong>di</strong> rottura espresso in kg f /mm 2 che,convert<strong>it</strong>o in un<strong>it</strong>à <strong>di</strong> misura SI, fornisce appunto 510 N/mm 2 . Il fatto che il rapporto ERRI B 12/RP 17 in<strong>di</strong>chi carichi <strong>di</strong> rottura, ad esempio, <strong>di</strong> 520 N/mm 2 e carichi <strong>di</strong> snervamento <strong>di</strong> 360 N/mm 2 èderivante solo dalla conversione approssimata 1 kg f =10 N; in realtà tali valori vanno letti con lacorretta conversione 1 kg f =9.81 N dalla quale essi risultano <strong>di</strong> 510 N/mm 2 e 355 N/mm 2rispettivamente, in linea quin<strong>di</strong> con i materiali Secondo EN 10025 [12].L’ERRI B 12/RP 60 vieta poi espressamente l’utilizzo dello stesso rapporto per il <strong>calcolo</strong> secondo ilmetodo dell’accumulo del danneggiamento, sebbene affermi che esso conduca a livelli <strong>di</strong> sicurezzanon <strong>di</strong>fferenti da quelli dell’approccio me<strong>di</strong>ante il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman. Questo rappresenta unaenorme lim<strong>it</strong>azione allo sfruttamento del materiale.La questione resta aperta e sarà interessante osservare come, con il <strong>di</strong>sgregarsi <strong>delle</strong> gran<strong>di</strong> compagnieferroviarie nazionali a segu<strong>it</strong>o della Direttiva Europea 440/91, sia la UIC che il CEN possanoad<strong>di</strong>venire alla redazione <strong>di</strong> una norma che complementi la EN 13749 fornendo non solo in<strong>di</strong>cazionivaghe sui meto<strong>di</strong> ma anche linee guida precise a vantaggio dell’ammissione tecnica <strong>dei</strong> rotabili.Per intanto, visto che il mondo deve andare avanti, alcuni costruttori allegano ai loro calcoli<strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman proprietari realizzati negli anni ’70 (Figura 13), rivis<strong>it</strong>azioni in base a datiaziendali (non meglio specificati) del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> appen<strong>di</strong>ce C.3 della ERRI B 12/RP 60 (Figura 14)o ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura rivis<strong>it</strong>azioni grafiche del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> pagina F.3 dell’ERRI B 12/RP 17 (Figura 15). Si


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010precisa che tutti questi <strong>di</strong>agrammi compaiono in <strong>di</strong>verse relazioni <strong>di</strong> <strong>calcolo</strong> presentate recentementeper l’ammisione tecnica alle competenti autor<strong>it</strong>à; per evidenti motivi <strong>di</strong> riservatezza questi <strong>di</strong>agrammisono opportunamente anonimizzati.Figura 13: comportamento a fatica dell’acciaio Fe52 D (documento originale del 1976).Figura 14: presentazione <strong>dei</strong> <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Haigh <strong>di</strong> un acciaio per la costruzione <strong>di</strong> telai carrello indue <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavorazione. Le linee tratteggiate corrispondono a <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> giunti saldati.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 15: plottaggi con MS Excel <strong>delle</strong> curve del rapporto ERRI B 12/RP 17 per materiale base (asinistra) e per materiale saldato (a destra).3.7. Tipici errori commessi nella progettazione e verifica <strong>dei</strong> carrelliL’utilizzo <strong>dei</strong> co<strong>di</strong>ci <strong>FEM</strong> abbinato alle capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>calcolo</strong> attuali consente <strong>di</strong> modellare i telai carrelloutilizzando elementi tri<strong>di</strong>mensionali con buona definizione anche i particolari strutturali più minuti.Nonostante questo si trovano ancora inesattezze nella determinazione <strong>dei</strong> coefficienti <strong>di</strong> sicurezza,marcatamente in corrispondenza degli intagli.Quale esempio, valido per tutti, si consideri un componente saldato su un telaio carrello (Figura 16). Asegu<strong>it</strong>o dell’applicazione <strong>dei</strong> carichi, il co<strong>di</strong>ce <strong>FEM</strong> calcola <strong>delle</strong> tensioni negli elementi soli<strong>di</strong> dellospigolo saldato, pari in questo caso a 92 MPa. Il progettista confronta questa tensione con il lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong>fatica del materiale saldato e perviene alla determinazione del coefficiente <strong>di</strong> sicurezza relativo.Figura 16: Tensioni <strong>di</strong> Von Mises simulate in corrispondenza <strong>di</strong> un giunto saldato su un telaio carrello(non modellato).Questo approccio è purtroppo non conservativo. E’ noto, infatti, che la modellazione <strong>di</strong> uno spigoloconcavo conduca a determinare tensioni che aumentano sempre più al <strong>di</strong>minuire della <strong>di</strong>mensionedell’elemento. In alcuni casi, ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura, i costruttori usano volutamente elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni nontroppo piccole e considerano le tensioni baricentriche all’elemento, sostenendo che “tanto poi ilmateriale si plasticizza da se’”.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Ovviamente questo approccio, se con<strong>di</strong>visibile anche perché espressamente previsto dalla normativaEN 13749 per quanto riguarda le sollec<strong>it</strong>azioni statiche, non lo è altrettanto per le sollec<strong>it</strong>azioniaffaticanti. In questo caso il picco <strong>di</strong> sollec<strong>it</strong>azione può provocare localmente il superamento del lim<strong>it</strong>e<strong>di</strong> fatica provocando una cricca che, in determinate con<strong>di</strong>zioni (telai carrelli non <strong>di</strong>stesi, geometriasfavorevole), può ridurre anche molto rapidamente la v<strong>it</strong>a della saldatura ed a volte compromettereanche la sicurezza del veicolo.Visto che non è pensabile modellare tutti i dettagli <strong>di</strong> tutte le saldature (si tratterebbe <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong>modellazione enorme e poco utile, visto che il numero <strong>di</strong> elementi che si potrebbero utilizzare per<strong>di</strong>scretizzare le saldature sarebbe comunque lim<strong>it</strong>ato), si può pensare si utilizzare due approcci:• le tensioni vengono valutate in zone ove gli effetti locali si sono esaur<strong>it</strong>i (tensioni nominali)utilizzando l’interessantissimo concetto del virtual strain gauge sviluppato in [13]. Con questoelemento fin<strong>it</strong>o si possono “leggere” al termine della soluzione i valori che possono essereutilizzati per la verifica secondo l’ERRI B 12/RP 60 a seconda della categoria <strong>di</strong> giunto, oltrea <strong>di</strong>sporre automaticamente <strong>dei</strong> valori che dovrebbero essere riscontrati durante le prove <strong>di</strong>fatica al banco;• dato che le tensioni elastiche crescerebbero indefin<strong>it</strong>amente al ridursi degli elementi, in [14] èstato proposto un approccio che ha consent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> raggiungere la convergenza <strong>dei</strong> valori <strong>di</strong>tensione in uno spigolo acuto me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> elementi via via più piccoli utilizzando peressi un comportamento elasto-plastico bilineare (Figura 17). In questo caso, relativoevidentemente ad un carico statico, si sono ottenute in<strong>di</strong>cazioni su come le tensioni siripartiscono in tutto il componente e si hanno anche in<strong>di</strong>cazioni sul livello <strong>di</strong> tensione che sipotrà raggiungere dopo plasticizzazione. Questo approccio si potrebbe utilizzare anche nelcaso <strong>dei</strong> carichi <strong>di</strong> fatica andando ad osservare solo determinate zone in grande dettaglio (siveda il paragrafo sul <strong>calcolo</strong> <strong>delle</strong> casse).Figura 17: <strong>di</strong>scretizzazione <strong>di</strong> un componente meccanico con uno spigolo convesso (in alto a sinistra),punti <strong>di</strong> controllo (in alto a destra), deformazioni plastiche nella zona dello spigolo (in basso a sinistra)e massima tensione equivalente in funzione della <strong>di</strong>mensione dell’elemento (in basso a destra)4. LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE DELLE CASSE DEI VEICOLI FERROVIARI4.1. PremessaDiversamente dai telai carrello che vengono costru<strong>it</strong>i esclusivamente in acciaio non legato dacostruzioni, le casse <strong>dei</strong> veicoli ferroviari sono costru<strong>it</strong>e in acciaio o in leghe <strong>di</strong> alluminio a secondadell’applicazione, <strong>delle</strong> richieste del comm<strong>it</strong>tente e, non ultimo in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza, in base allapratica ed alle attrezzature <strong>di</strong>sponibili presso il costruttore.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Le <strong>di</strong>mensioni della cassa e la sua funzione, ossia quella <strong>di</strong> contenere viaggiatori o merci, configuraquesta parte del veicolo come un conten<strong>it</strong>ore con aperture laterali per l’ingresso e l’usc<strong>it</strong>a <strong>dei</strong>viaggiatori nelle vetture e laterali o superiori (molti carri sono aperti) per l’inserimento <strong>delle</strong> merci neicarri. E’ evidente che, quin<strong>di</strong>, nell’intento <strong>di</strong> massimizzare il volume utile e <strong>di</strong> ridurre il peso delveicolo, le casse siano cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e tipicamente da un pavimento, due fiancate, due testate <strong>di</strong> estrem<strong>it</strong>à(che nelle vetture servono per il passaggio <strong>dei</strong> viaggiatori attraverso l’intercomunicante) e, oveprevisto, un tetto (detto imperiale).La struttura può essere quella tra<strong>di</strong>zionale con longheroni, montanti e centine, sia in alluminio che inacciaio, sia ottenuta me<strong>di</strong>ante unione e successiva lavorazione <strong>di</strong> lunghi estrusi <strong>di</strong> alluminio, tecnicaquest’ultima evidentemente mutuata dal settore aeronautico. La tecnica <strong>di</strong> assemblaggio è, salvo casiparticolarissimi, quella <strong>delle</strong> saldature all’arco elettrico.Per sua natura, la cassa assomiglia molto più <strong>di</strong> un telaio carrello ad un solido <strong>di</strong> Saint Venant tantoche tra<strong>di</strong>zionalmente l’approccio alla progettazione è stato effettuato considerando la cassa come traveVierendeel risolta con il metodo <strong>di</strong> Engesser [15]. Di grande interesse, anche se formulata oltre 30anni fa, è l’in<strong>di</strong>cazione <strong>delle</strong> approssimazioni [15] che lim<strong>it</strong>ano la precisione del <strong>calcolo</strong> e che, fattesalve le dovute <strong>di</strong>fferenze ed i miglioramenti <strong>dei</strong> processi costruttivi, continuano ancora oggi a valere:• la struttura è molte volte iperstatica e sono necessarie schematizzazioni ed ipotesisemplificative per ridurre la mole del <strong>calcolo</strong>;• esistono sempre tensioni interne non preve<strong>di</strong>bili dovuti alle saldature;• è incerta la valutazione <strong>dei</strong> fattori <strong>di</strong> forma nei no<strong>di</strong> e negli intagli;• tolleranze e <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> unione scostano la struttura dalla schematizzazione teorica.Da un punto <strong>di</strong> vista strutturale è importante sottolineare come le azioni <strong>di</strong>namiche alle quali una cassaè soggetta siano relativamente ridotte. Beneficiando <strong>di</strong> due sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> sospensione, le casse <strong>delle</strong> vetturehanno sovraccarichi <strong>di</strong>namici ancora più ridotti <strong>di</strong> quelli ai quali è soggetto un carro merci. Laresistenza a fatica viene quin<strong>di</strong> usualmente verificata incrementando opportunamente i carichi statici aiquali la cassa è soggetta, e questo anche in virtù <strong>delle</strong> <strong>di</strong>fficoltà che comporterebbe sottoporre unaintera cassa a sollec<strong>it</strong>azioni <strong>di</strong> fatica (peraltro <strong>di</strong> relativamente bassa ampiezza).4.2. Il rapporto ERRI B 12/RP 17 [1]Il rapporto in<strong>di</strong>ca i test ai quali sottoporre i <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> carri merce. Si in<strong>di</strong>cano i test statici suicarri (test <strong>di</strong> compressione con forze applicate ai respingenti o al gancio automatico, test <strong>di</strong> trazione algancio, test <strong>di</strong> carico verticale, combinazione <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> compressione e carico verticale) dandoin<strong>di</strong>cazioni sulle deformazioni e sulle tensioni massime ammesse. Si in<strong>di</strong>ca come misurare la rigidezzatorsionale del veicoli sotto sghembi <strong>di</strong> binario, come considerare i carichi <strong>di</strong> sollevamento del carro incaso <strong>di</strong> svio e si danno in<strong>di</strong>cazioni sulla resistenza del pavimento del carro.Vengono in<strong>di</strong>cati i test in linea sui carri (escludendo i carrelli dalla prova) ed alcuni test speciali suiportelloni <strong>di</strong> carico e le pareti <strong>di</strong> estrem<strong>it</strong>à. I valori <strong>di</strong> tensione che non devono essere superati durantele prove statiche sono già stati in<strong>di</strong>cati al par. 3.2, al quale si rimanda anche per l’analisi <strong>dei</strong><strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Goodman. Il rapporto rimanda al rapporto ERRI B 12/RP 60 per i valori <strong>di</strong> tensionelim<strong>it</strong>e.4.3. Il rapporto ERRI B 12/RP 60 [2]Per quanto concerne le casse, questo rapporto, già analizzato in mer<strong>it</strong>o alla problematica <strong>dei</strong> telaicarrello, in<strong>di</strong>ca che i carichi <strong>di</strong>namici agenti sul veicolo sono rappresentati da uno spettro <strong>di</strong> carico adampiezza costante, che fornisce lo stesso danneggiamento per fatica <strong>dei</strong> carichi variabili in esercizio, erichiama numerose norme UIC da rispettare a seconda del tipo <strong>di</strong> veicolo. In ogni caso il cr<strong>it</strong>erio dautilizzare per la verifica a fatica è quello della tensione ammissibile, i cui valori sono già stati riportatiin Figura 4.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Il coefficiente <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong>namico da utilizzare durante i test <strong>di</strong> fatica è K=0.2 per veicolipasseggeri e K=0.3 per i carri. Dato che le casse non subiscono processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione, l’ampiezzadella tensione affaticante ammessa 2σ Alim è in<strong>di</strong>pendente dal valore me<strong>di</strong>o σ mean del carico <strong>di</strong>namico.La tensione me<strong>di</strong>a lim<strong>it</strong>e σ mlim si può determinare con l’ausilio <strong>dei</strong> <strong>di</strong>agrammi in Figura 18 a secondache le rette che rappresentano σ min e σ max intersechino il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman nei lati paralleli oall’estrem<strong>it</strong>à superiore.Figura 18: determinazione della tensione statica ammissibile dato il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Goodman ed ilfattore K <strong>di</strong> sovraccarico <strong>di</strong>namico.Le tensioni misurate con gli estensimetri possono risentire dell’effetto del piede <strong>delle</strong> saldature. Lanormativa riporta in Appen<strong>di</strong>ce A alcuni esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> estensimetri per <strong>di</strong>mostrare laresistenza a fatica, che è verificata quin<strong>di</strong> attraverso un aumento del carico statico.I valori <strong>di</strong> tensione ammessa, 2σ Alim , riportati in Appen<strong>di</strong>ce C corrispondono ai valori dell’Euroco<strong>di</strong>ceper una v<strong>it</strong>a <strong>di</strong> 2 × 10 6 cicli sotto un carico sinusoidale e sono defin<strong>it</strong>i con una percentuale <strong>di</strong>sopravvivenza del 97.7 %.4.4. La Norma Europea EN 12663:2000 [3]La norma, emessa precendemente al rapporto ERRI B 12/RP 60, in<strong>di</strong>ca con m 1 la massa della cassaallest<strong>it</strong>a, con m 2 il massimo carico pagante e con m 3 la massa <strong>dei</strong> carrelli. In generale, i veicoliferroviari devono sopportare il massimo carico consistente con i requis<strong>it</strong>i operativi ed effettuare ilservizio desiderato con una adeguata probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza. Questo viene ottenuto verificando iseguenti cr<strong>it</strong>eri:• definizione del carico eccezionale come il massimo carico che deve essere sopportato incon<strong>di</strong>zioni pienamente operative;• verifica <strong>di</strong> un margine <strong>di</strong> sicurezza accettabile tale che se il carico eccezionale viene eccedutonon vi sia un collasso improvviso del veicolo;• la rigidezza del veicolo deve essere tale che le frequenze naturali sono <strong>di</strong>saccoppiate dallesospensioni e le deformazioni siano compatibili con il servizio regolare;• i carichi ciclici o <strong>di</strong> servizio devono essere sopportati per la v<strong>it</strong>a del veicolo senza detrimentodella sicurezza strutturale.La norma in<strong>di</strong>vidua due categorie <strong>di</strong> veicoli merci e cinque categorie <strong>di</strong> veicoli viaggiatori. I carichidevono essere certi (devono coprire tutti i possibili casi <strong>di</strong> carico) e le curve S/N <strong>di</strong> fatica del materialedevono inglobare tutte le incertezze (processi <strong>di</strong> fabbricazione, ambiente, etc.). Nel caso vi fosseroincertezze sulle tolleranze <strong>di</strong>mensionali o sul processo <strong>di</strong> fabbricazione queste possono essereinglobate in un “fattore <strong>di</strong> incertezza” S al momento del confronto fra tensioni calcolate e ammissibili.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010La <strong>di</strong>mostrazione della resistenza statica nei confronti dello snervamento utilizzerà <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o uncoefficiente S 1 =1.15 per ciascun caso <strong>di</strong> carico a meno che esso non venga ridotto a S 1 =1.0 previoaccordo fra costruttore e cliente nel caso in cui sia prevista la verifica sperimentale della cassa, leincertezze sopra in<strong>di</strong>cate siano basse ed i casi <strong>di</strong> carico siano stati sovrapposti numericamente.Il seguente rapporto deve essere verificato a carico eccezionaledove R è il carico <strong>di</strong> snervamento R el o il carico allo 0.2% <strong>di</strong> allungamento residuo R p02 . Nel calcolarele tensioni nei materiali duttili non è necessario tenere in conto le concentrazioni <strong>di</strong> tensione; se il<strong>calcolo</strong> le incorpora automaticamente, allora è possibile che localmente siaσ > R purché in areepiccole e tali da non causare significative deformazioni permanenti alla rimozione del carico.La <strong>di</strong>mostrazione della resistenza statica nei confronti della rottura utilizzerà <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o un coefficienteS 2 =1.5 (che incorpora anche S 1 ) a meno che esso non vi siano percorsi <strong>di</strong> carico alternativi, esistanoparti progettate specificamente per collassare o i calcoli siano sufficientemente dettagliati per fornireun elevato livello <strong>di</strong> affidabil<strong>it</strong>à in mer<strong>it</strong>o alle performance nelle zone cr<strong>it</strong>iche:(6)dove R m è il carico <strong>di</strong> rottura del materiale.La verifica a stabil<strong>it</strong>à e la <strong>di</strong>mostrazione della rigidezza vengono in<strong>di</strong>cate dalla normativa ma nonvengono trattate nel presente lavoro in quanto non <strong>di</strong> interesse.Per quanto concerne la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> resistenza a fatica, la norma premette che esistono alcunezone cr<strong>it</strong>iche nel veicolo:• i punti <strong>di</strong> ingresso del carico (inclusi i punti <strong>di</strong> collegamento <strong>delle</strong> appartecchiature);• i giunti fra gli elementi strutturali (saldature, collegamenti con v<strong>it</strong>i);• cambiamenti nella geometria che danno origine a concentrazioni <strong>di</strong> tensione (porte, angoli<strong>delle</strong> finestre).L’identificazione <strong>di</strong> queste zone è essenziale e viene condotta sulla base dell’esperienza, <strong>di</strong> calcoli e <strong>di</strong>prove.E’ possibile <strong>di</strong>mostrare la resistenza a fatica per mezzo del metodo del lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> fatica o del metododell’accumulo del danneggiamento, previo accordo fra cliente e costruttore. Dato che tutti i casi <strong>di</strong>carico sono stati analizzati ed il comportamento del materiale è noto in tutte le con<strong>di</strong>zioni, non sononecessari ulteriori coefficienti <strong>di</strong> sicurezza nel <strong>calcolo</strong>.Il metodo del lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> fatica è utilizzabile quando tale lim<strong>it</strong>e esista; l’approccio dell’accumulo deldanneggiamento è utile quando si riveli inappropriato mantenere sempre le tensioni al <strong>di</strong> sotto dellim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> fatica o se tale lim<strong>it</strong>e non è defin<strong>it</strong>o. Algor<strong>it</strong>mi <strong>di</strong> conteggio, curve <strong>di</strong> fatica e ipotesi <strong>di</strong>accumulazione del danneggiamento sono state precedentemente descr<strong>it</strong>te (es. par. 3.5).I casi <strong>di</strong> carico per il progetto sono i casi <strong>di</strong> carico statico e <strong>di</strong>namico. Nel primo caso la normativain<strong>di</strong>ca i carichi long<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nali <strong>di</strong> compressione o <strong>di</strong> trazione per ogni tipologia <strong>di</strong> rotabile (a livellorespingenti, finestrini cabina <strong>di</strong> guida, al <strong>di</strong>sopra del pavimento della cabina <strong>di</strong> guida). In mer<strong>it</strong>o aicarichi verticali eccezionali, la norma in<strong>di</strong>ca come, per i veicoli <strong>delle</strong> categorie P-I, P-II e P-III, checoprono la total<strong>it</strong>à <strong>delle</strong> vetture convenzionali e le locomotive, il carico eccezionale sia da assumersipari a 1.3×g×(m 1 +m 2 ), che corrisponde ad un sovraccarico <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> 0.3 volte il carico staticogravante sulla cassa. I casi <strong>di</strong> carico devono poi essere sovrapposti in maniera opportuna secondo latabella 11 della norma (Figura 19).(7)


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 19: sovrapposizione casi <strong>di</strong> carico per la verifica a fatica <strong>delle</strong> casse (le tabelle 1, 2 e 4 c<strong>it</strong>atecontengono i carichi <strong>di</strong> compressione e <strong>di</strong> trazione durante le prove statiche <strong>delle</strong> casse).La verifica degli organi <strong>di</strong> collegamento <strong>delle</strong> apparecchiature fissate, tipicamente, nel sottocassa o sultetto richiede il <strong>calcolo</strong> <strong>delle</strong> forze <strong>di</strong> inerzia derivanti dalle rispettive masse. Per la categoria P-I(locomotive e vetture), i valori massimi <strong>di</strong> accelerazione <strong>di</strong>namica sono pari a ±5g in <strong>di</strong>rezionelong<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nale, ±g in <strong>di</strong>rezione laterale e (1±c)g in <strong>di</strong>rezione verticale, dove c=2 alle estrem<strong>it</strong>à delveicolo e c=0.5 a centro veicolo. Ovviamente in ogni caso è presente il peso proprio <strong>delle</strong>apparecchiature; i casi <strong>di</strong> carico devono essere applicati in<strong>di</strong>pendentemente.Il collegamento cassa-carrello deve sostenere, quale carico eccezionale, in<strong>di</strong>pendentemente il massimocarico derivante dalla massima accelerazione (±5g) in <strong>di</strong>rezione x del carrello, dalla massimaaccelerazione (±3g) in <strong>di</strong>rezione y della cassa ed il sollevamento del carrello nel caso la cassa vengasollevata con i carrelli collegati (1±c)g.I casi <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> fatica possono <strong>di</strong>pendere anche in maniera significativa dalla variazione <strong>di</strong> caricopagante (es.: metropol<strong>it</strong>ane, merci). Per altri tipi <strong>di</strong> veicoli il carico può essere mantenuto costante. Icarichi indotti dalle irregolar<strong>it</strong>à del binario (allineamento, livello, sghembo) possono esseredeterminati con meto<strong>di</strong> numerici, me<strong>di</strong>ante prove sulla tratta in oggetto o su tratte simili orappresentati da dati empirici (accelerazioni, spostamenti). La norma fornisce <strong>dei</strong> valori <strong>di</strong>accelerazione laterale e verticale tipici <strong>di</strong> applicazioni Europee (per la categoria P-I, ±0.2g in <strong>di</strong>rezioney e (1±0.25)g in <strong>di</strong>rezione z), mentre i valori <strong>di</strong> sghembo dovrebbero essere eventualmente concordatifra operatore e progettista. I carichi derivanti da queste accelerazioni possono essere considerati comeagenti per 10 7 cicli. Vengono in<strong>di</strong>cati anche brevemente i carichi aero<strong>di</strong>namici, <strong>di</strong> trazione e frenatura.La verifica a fatica alle interfacce per le connessioni cassa-carrello rimanda ai valori <strong>di</strong> accelerazioniin<strong>di</strong>cati al paragrafo precedente, mentre per le interfacce <strong>delle</strong> apparecchiature, e sempre per lacategoria P-I, si hanno ±0.2g in <strong>di</strong>rezione x, ±0.2g in <strong>di</strong>rezione y e (1±0.25)g in <strong>di</strong>rezione z.La combinazione <strong>dei</strong> casi <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> fatica non è possibile a livello generale e dovrà essere <strong>di</strong> volta involta concordata fra operatore e progettista. <strong>Analisi</strong> modali e altri carichi <strong>di</strong> progetto dovranno essereesaminati nel progetto.Le tensioni ammissibili nei materiali sono legate alle caratteristiche statiche (carico <strong>di</strong> rottura e <strong>di</strong>snervamento) o <strong>di</strong> fatica (curve S/N). Il comportamento <strong>dei</strong> materiali ai carichi affaticanti dovrà esserefatta facendo riferimento ai co<strong>di</strong>ci Europei o Internazionali in vigore od a fonti alternative <strong>di</strong>equivalente reputazione, quando queste fonti siano <strong>di</strong>sponibili. E’ responsabil<strong>it</strong>à del progettista cercaretali dati verificati o sviluppare tali dati per mezzo <strong>di</strong> opportuni test appropriati per l’applicazione. I datiche verranno utilizzati dovranno essere concordati fra l’operatore ed il progettista.Dati idonei dovranno in generale avere le seguenti caratteristiche:• una probabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sopravvivenza preferibilmente del 97.5% ma almeno del 95%;


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010• un numero minimo <strong>di</strong> 2 × 10 6 cicli ad ampiezza costante per gli acciai, corrispondenti al lim<strong>it</strong>e<strong>di</strong> fatica;• un numero minimo <strong>di</strong> 1 × 10 7 cicli ad ampiezza costante per le leghe <strong>di</strong> alluminio,corrispondenti al lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> fatica;• classificazione <strong>dei</strong> dettagli in accordo alla geometria del componente o del giunto (inclusa laconcentrazione <strong>delle</strong> tensioni).Il programma <strong>dei</strong> test sulla cassa dovrà essere concordato e comprenderà, per quanto appropriato, teststatici <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> carico selezionati, misura <strong>delle</strong> tensioni/deformazioni con estensimetri, misura <strong>delle</strong>deformazioni strutturali, misura <strong>dei</strong> parametri modali. I carichi <strong>di</strong> prova sono defin<strong>it</strong>i nella norma cosìcome le <strong>procedure</strong> <strong>di</strong> test.Per quanto riguarda i test con carichi <strong>di</strong> servizio o <strong>di</strong> fatica, essi dovrebbero essere condotti sulla cassao sulle parti strutturali che sono soggette a carichi <strong>di</strong>namici se il <strong>calcolo</strong> contiene <strong>delle</strong> incertezzecr<strong>it</strong>iche o non esistono dati sul comportamento per questi dettagli. Altrettanto opzionali sono i test <strong>di</strong>vibrazione e <strong>di</strong> impatto, a meno che non vi siano normative appos<strong>it</strong>e (es. prove <strong>di</strong> crashworthiness).4.5. L’Euroco<strong>di</strong>ce 9 EN 1999-1-3 (fatica nelle strutture in alluminio) [6]Visto che le leghe <strong>di</strong> alluminio vengono utilizzate solo per la realizzazione <strong>delle</strong> casse <strong>delle</strong> vetture, siriportano brevemente alcune parti dell’Euroco<strong>di</strong>ce, con l’avvertenza che, come impostazione, esoriflette grandemente il documento [5].La norma, come precisato all’inizio del testo, si applica al progetto degli e<strong>di</strong>fici ed ai lavori strutturalie civili in alluminio. L’uso in meccanica è quin<strong>di</strong> previsto ma apparentemente come applicazionesecondaria. Come in<strong>di</strong>cato, “the design rules of EN 1999-1-3 apply to const<strong>it</strong>uent products incomponents and structures as listed in 1999-1-1:05-2005 w<strong>it</strong>h the exception of the low strength alloysEN AW-3005, EN AW-3103, EN AW-5005, EN AW-8011A in all tempers, and EN AW-6060 in temperT5”, quin<strong>di</strong> sostanzialmente alla maggior parte <strong>delle</strong> leghe <strong>di</strong> alluminio per uso strutturale.Valgono le regole già viste in [5], ossia si possono avere gli approcci safe life (con le usuali regole <strong>di</strong><strong>calcolo</strong> del danneggiamento parziale e del suo accumulo) o damage tolerant (con programmaobbligatorio <strong>di</strong> ispezione <strong>delle</strong> cricche).Di particolare interesse è la definizione del coefficiente <strong>di</strong> sicurezza parziale γ Ff da considerare sullabase dell’incertezza sull’ampiezza del carico (ovviamente nel caso safe life), identificato dal numero <strong>di</strong>deviazioni standard considerate k F , ed all’incertezza sul numero <strong>dei</strong> cicli <strong>di</strong> carico, identificato dalnumero <strong>di</strong> deviazioni standard considerate k N (Figura 20). Come si osserva, se si usano sia carichi chenumeri <strong>di</strong> cicli con 2 deviazioni standard non è necessario utilizzare alcun coefficiente <strong>di</strong> sicurezza nel<strong>calcolo</strong> <strong>delle</strong> tensioni, mentre nel caso in cui si considerano solo i valori me<strong>di</strong> (k F =k N =0) il coefficiente<strong>di</strong> sicurezza parziale <strong>di</strong>venti γ Ff =1.5. Questo è il primo caso in cui le affermazioni che sostengono chese i carichi sono certi allora non è necessario usare alcun coefficiente <strong>di</strong> sicurezza vengonoquantificate numericamente.Figura 20: coefficiente <strong>di</strong> sicurezza parziale in funzione dell’incertezza su ampiezza e numero <strong>di</strong> cicli<strong>di</strong> fatica.


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010La norma copre componenti e strutture saldate MIG e TIG e definisce i cicli <strong>di</strong> carico come in Figura12 per l’ampiezza costante e contempla l’uso degli algor<strong>it</strong>mi reservoir e railflow per conteggiare i cicli<strong>delle</strong> storie <strong>di</strong> carico con ampiezza variabile.Vengono defin<strong>it</strong>i la tensione nominale, la tensione mo<strong>di</strong>ficata; quest’ultima può richiedere l’uso <strong>di</strong> uncoefficiente K gt defin<strong>it</strong>o come la concentrazione <strong>di</strong> tensione teorica valutata per il materiale elasticolineare omettendo le influenze (locali o geometriche) già incluse nelle curve <strong>di</strong> fatica ∆σ-N deldettaglio costruttivo considerato come riferimento (Figura 21).Figura 21: esempio <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> tensione mo<strong>di</strong>ficata in presenza <strong>di</strong> una grande variazione <strong>di</strong>sezione.Le tensioni nominali sono calcolate me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> <strong>calcolo</strong> comprendenti, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>compless<strong>it</strong>à crescente, travi, membrane, gusci o elementi soli<strong>di</strong>. Riguardo ai modelli con elementisoli<strong>di</strong>, la norma specifica che quando vengono calcolate le tensioni mo<strong>di</strong>ficate, le concentrazioni locali<strong>di</strong> tensione quali quelle del dettaglio costruttivo classificato ed il profilo <strong>di</strong> saldatura già incluso nellacategoria del dettaglio dovrebbero essere omessi; la mesh nella zona <strong>di</strong> innesco dovrebbe essere fineabbastanza da pre<strong>di</strong>re accuratamente il campo <strong>di</strong> tensione generale intorno al punto prescelto ma senzaincorporare gli effetti appena richiamati.Vengono forn<strong>it</strong>e regole per definire l’orientazione del campo <strong>di</strong> tensioni. Per la definizione deglispettri <strong>di</strong> carico si veda quanto sopra detto; il <strong>calcolo</strong> dell’intervallo <strong>di</strong> tensioni equivalente per modelli<strong>di</strong> carichi <strong>di</strong> fatica standar<strong>di</strong>zzati farà riferimento al valore γ Ff ∆σ E,2 corrispondente a N c =2 × 10 6 cicli.La resistenza a fatica viene verificata me<strong>di</strong>ante le curve S/N (Figura 22) che sono defin<strong>it</strong>e fra 10 5 e5×10 6 cicli dalla relazionementre fra 5×10 6 e 10 8 cicli essa vale(8)dove m 1 ed m 2 , <strong>di</strong>versamente dal caso degli acciai, sono funzione anche del tipo <strong>di</strong> categoria.(9)Vengono quin<strong>di</strong> defin<strong>it</strong>i una serie <strong>di</strong> valori standard <strong>di</strong> ∆σ C con lo scopo <strong>di</strong> definire <strong>delle</strong> categorie <strong>di</strong>comportamento (in alcune con<strong>di</strong>zioni applicative un giunto viene degradato <strong>di</strong> 1, 2 o 3 categorie aseconda della particolare applicazione). Questi valori standard <strong>di</strong> ∆σ C sono riportati in Figura 23.L’Allegato J della norma riporta tutti i particolari, con le costanti m 1 ed m 2 , i dettagli dell’esecuzione e,ovviamente, i valori <strong>di</strong> ∆σ C della categoria del dettaglio un<strong>it</strong>amente ai valori <strong>di</strong> ∆σ per <strong>di</strong>versi numeri<strong>di</strong> cicli. Si osserva come il valore per lamiere, piastre e semplice barre estruse e parti lavorate (adesclusione della lega 7020), corrisponda ad un ∆σ C =90 N/mm 2 , mentre il ∆σ C della maggior parte <strong>dei</strong>componenti saldati sia decisamente basso, con valori <strong>di</strong> 40, 30 o perfino 20 N/mm 2 (il minimo è 12N/mm 2 ).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Questo è evidenziato anche al paragrafo A.1.4.c) della norma: “use of wel<strong>di</strong>ng: Some commonly usedwelded details have low fatigue strength. This applies not only to joints between members, but also toany attachment to a loaded member, whether or not the resulting connection is considered to be'structural'”. Come noto, l’effetto della saldatura sulle leghe <strong>di</strong> alluminio (specialmente per gli estrusi)è deleterio e si applica anche collegamenti che apparentemente non sono considerati essere strutturali.Figura 22: curve S/N per le leghe <strong>di</strong> alluminio.Figura 23: valori standard <strong>di</strong> ∆σ C per le leghe <strong>di</strong> alluminio.4.6. Considerazioni sull’uso <strong>delle</strong> varie normativeAnche nel campo del <strong>calcolo</strong> <strong>delle</strong> casse il panorama è assai variegato, specialmente per le cassecostru<strong>it</strong>e con profilati <strong>di</strong> alluminio anche perché per questi manca una lunga storia pregressa comeviceversa nel caso <strong>delle</strong> casse in acciaio.Al sol<strong>it</strong>o i progettisti non amano l’uso dell’Euroco<strong>di</strong>ce in quanto comporta variazioni <strong>di</strong> tensioniammissibili molto basse (±45 N/mm 2 per il miglior materiale base). Occorre comunque <strong>di</strong>re che lesollec<strong>it</strong>azioni <strong>di</strong>namiche sulle casse sono dell’or<strong>di</strong>ne del 30% rispetto al carico statico (ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura del20% se il veicolo ha sospensioni pneumatiche con un sistema <strong>di</strong> sicurezza che in<strong>di</strong>chi ilmalfunzionamento [3]), pertanto il rischio che una cassa verificata da un punto <strong>di</strong> vista statico nonsod<strong>di</strong>sfi le verifiche globali a fatica è relativamente basso.Alcuni costruttori usano <strong>di</strong>agrammi proprietari per le caratteristiche dell’alluminio (Figura 24) per 10 7cicli, dai quali si evince che la resistenza alternata è ±70 N/mm 2 , corrispondente a ∆σ C =140 N/mm 2(nell’Euroco<strong>di</strong>ce non esiste alcun materiale o giunto in grado <strong>di</strong> offrire questa performance!); peraltronon vi è classificazione del giunto ma solo l’in<strong>di</strong>cazione <strong>delle</strong> tensioni ammissibili nella zona saldata enella zona termicamente alterata. In questo approccio il ∆σ C <strong>di</strong>pende dalla σ me<strong>di</strong>a, cosa che invecenon compare nell’Euroco<strong>di</strong>ce.E’ infine interessante osservare che, nel caso <strong>di</strong> giunti saldati in alluminio in presenza <strong>di</strong> sollec<strong>it</strong>azioni<strong>di</strong> fatica multiassiali, l’ipotesi dell’accumulo del danneggiamento per cui deve risultare D≤1 nonrisulta verificata a <strong>di</strong>scap<strong>it</strong>o della sicurezza [16]; in questo caso gli autori propongono un valore D≤0.5[17].


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 24: Diagramma <strong>di</strong> Goodman per una lega <strong>di</strong> alluminio.4.7. Tipici errori commessi nella progettazione e verifica <strong>delle</strong> casseSenza pretesa <strong>di</strong> completezza, nel presente paragrafo si riportano alcuni casi <strong>di</strong> inesattezze <strong>di</strong>valutazione che hanno comportato problemi strutturali o che comunque mer<strong>it</strong>ano attenzione:• in Figura 25 sono riportate due viste <strong>di</strong> una cassa in alluminio relativamente tra<strong>di</strong>zionale (nellaquale l’imperiale poco contribuisce alla resistenza strutturale) e le tensioni rilevate sotto caricoeccezionale in alcuni spigoli della struttura. E’ evidente come queste tensioni sianoirrealistiche (<strong>di</strong>pendono dalla “non modellazione” della saldatura) ma la loro presenza neirisultati può trarre in inganno chi deve autorizzare la messa in servizio del veicolo.• il caso <strong>di</strong> Figura 26 riguarda invece un veicolo con struttura “combinata” soggetto a caricomassimo <strong>di</strong> fatica; anche in questo caso si presenta il caso <strong>di</strong> una concentrazione <strong>di</strong> tensione“non fisica” che probabilmente sarebbe scomparsa considerando le tensioni nominali.• problemi ancora maggiori si possono riscontrare all’interfaccia tra elementi flessibili,eventualmente modellati con elementi shell, ed elementi rigi<strong>di</strong>, modellati con elementi solid.In Figura 27 si vede un carrozzino per un tram sotto il quale è saldata un supporto per le aste<strong>di</strong> trazione <strong>di</strong> collegamento fra cassa e carrello che si è fessurata in esercizio. La modellazionedell’intero carrozzino con elementi shell è, oltre che del tutto inutile per comprendere ilproblema, anche <strong>di</strong>fficile da gestire per la contemporane<strong>it</strong>à fra elementi 2D e 3D. I risultatiottenuti sugli elementi shell hanno scarsa attinenza con la reale <strong>di</strong>stribuzione <strong>delle</strong> tensioni enon spiegano il perché si siano verificati degli inconvenienti in esercizio. In questo caso ilproblema della <strong>di</strong>agnosi del problema e della successiva risoluzione è stato affrontato con unsottomodello molto più raffinato (Figura 28). La <strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> un modello così fine e cosìrispondente alla realtà ha poi consent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> suggerire la soluzione costruttiva che ha eliminatoil c<strong>it</strong>ato problema (Figura 29).• in alcuni casi l’eccesso <strong>di</strong> confidenza nello “strumento <strong>FEM</strong>” porta a s<strong>it</strong>uazioni paradossali,quali quella mostrata in Figura 30 nella quale viene ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura calcolato il campo <strong>di</strong> tensioneall’interno <strong>delle</strong> spine elastiche <strong>di</strong> fissaggio (centraggio) <strong>di</strong> un supporto avv<strong>it</strong>ato ad una cassa!;• infine si riportano alcune figure che mostrano come una rappresentazione non propriamente“user friendly” possa far sorgere qualche dubbio sul reale stato <strong>di</strong> sollec<strong>it</strong>azione degli elementiconsiderati (Figura 31).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 25: Mesh <strong>FEM</strong> <strong>di</strong> una vettura in profilati <strong>di</strong> alluminio (in alto); valori <strong>di</strong> tensione che superanolocalmente il lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> snervamento del materiale (in basso).Figura 26: Disegno CAD <strong>di</strong> una vettura con pavimenti e fianchi in acciaio ed imperiale in profilati <strong>di</strong>alluminio (a sinistra); valori <strong>di</strong> tensione che superano localmente il lim<strong>it</strong>e <strong>di</strong> snervamento del materiale(a destra).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 27: Modellazione con elementi shell <strong>di</strong> un carrozzino tranviario, con schema proposto dalcostruttore per l’analisi <strong>delle</strong> tensioni nel pavimento (in alto). Andamento <strong>delle</strong> tensioni all’interno delpavimento (sezionato, in basso).Figura 28: Modellazione con elementi solid <strong>di</strong> una porzione <strong>di</strong> un carrozzino tranviario, coningran<strong>di</strong>mento sulla mesh della zona incriminata (in alto). Andamento <strong>delle</strong> tensioni con particolareriferimento alle tensioni all’interfaccia fra supporto dell’asta <strong>di</strong> trazione e pavimento (in basso).


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010Figura 29: Soluzione implementata come retrof<strong>it</strong> in un carrozzino tranviario: mesh e mappa <strong>delle</strong>tensioni risultanti.Figura 30: <strong>Analisi</strong> <strong>delle</strong> tensioni nelle spine <strong>di</strong> centraggio <strong>di</strong> un supporto montato sotto cassa.Figura 31: Plottaggio <strong>delle</strong> tensioni in un supporto <strong>di</strong> una cassa.5. IL PROCESSO DI AMMISSIONE TECNICA IN SERVIZIO DEI ROTABILIAi fini dell’ammissione tecnica in esercizio <strong>di</strong> nuovi rotabili, in Italia la circolazione ferroviaria puòessere sud<strong>di</strong>visa in base agli enti omologatori o <strong>di</strong> controllo in:


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010• rete ferroviaria nazionale, gest<strong>it</strong>a da RFI SpA, la competenza per la quale è affidata allaAgenzia Nazionale per la Sicurezza <strong>delle</strong> Ferrovie (ANSF) con sede in Firenze (www.ansf.<strong>it</strong>);• reti ferroviarie regionali (ex concesse), tranvie e metropol<strong>it</strong>ane, la competenza per le quali èaffidata al Ministero <strong>delle</strong> Infrastrutture e <strong>dei</strong> Trasporti, con sede centrale a Roma e uffic<strong>it</strong>err<strong>it</strong>oriali denominati USTIF (Uffici Speciali per i Trasporti ad Impianti Fissi).L'ANSF, che riunisce in un unico soggetto una serie <strong>di</strong> competenze in materia <strong>di</strong> sicurezzaprecedentemente eserc<strong>it</strong>ate dal Ministero <strong>delle</strong> Infrastrutture e <strong>dei</strong> Trasporti, attraverso la DirezioneGenerale del Trasporto Ferroviario e dalla Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., è soggetto tecnicamentein<strong>di</strong>pendente rispetto a tutti gli operatori nel campo del trasporto ferroviario. Il Ministero <strong>delle</strong>Infrastrutture e <strong>dei</strong> Trasporti eserc<strong>it</strong>a una funzione <strong>di</strong> vigilanza sull'operato dell'ANSF ed espleta anchei controlli <strong>di</strong> legge previsti in relazione alla forma giuri<strong>di</strong>ca che è stata in<strong>di</strong>viduata.ANSF rilascia l’ammissione tecnica alla circolazione <strong>dei</strong> nuovi rotabili <strong>di</strong>etro la presentazione delladocumentazione relativa da parte <strong>di</strong> un Verificatore In<strong>di</strong>pendente della Sicurezza (VIS). I VIS, defin<strong>it</strong>inell’art. 3 comma 1 lettera i) del Decreto legislativo 10 agosto 2007 n. 162, sono "organismi incaricati<strong>di</strong> valutare la conform<strong>it</strong>à <strong>di</strong> un componente ai requis<strong>it</strong>i <strong>di</strong> omologazione relativi alla sicurezza ad essoapplicabili e l'idone<strong>it</strong>à all'impiego dello stesso, e/o <strong>di</strong> istruire la procedura per l'omologazione". Chiintenda far circolare un rotabile deve quin<strong>di</strong> sottoporre l’intera documentazione tecnica ad un VIS (alladata del 11.8.2010 vi sono quattro VIS riconosciuti in Italia), il quale ne valuta la conform<strong>it</strong>à ai finidella sicurezza (sulla base quin<strong>di</strong> <strong>delle</strong> normative vigenti); successivamente l’ANSF, valutata lacongruenza della documentazione proposta e della valutazione del VIS, può ammettere il veicolo acircolare sull’infrastruttura nazionale.L'Ufficio speciale trasporti a impianti fissi - USTIF, è un organo periferico del Ministero <strong>delle</strong>Infrastrutture e <strong>dei</strong> Trasporti <strong>it</strong>aliano, <strong>di</strong>pendente dal Dipartimento per i Trasporti, la Navigazione ed iSistemi Informativi e Statistici - DG della Motorizzazione Civile. I sette uffici USTIF sul terr<strong>it</strong>orionazionale rilasciano il nulla osta all'entrata in servizio, ai fini della sicurezza, <strong>di</strong> ferrovie regionali,metropol<strong>it</strong>ane, tranvie e filovie realizzate ex-novo o in segu<strong>it</strong>o a pesanti ammodernamenti. Sonocompetenti anche su progetti con soluzioni tecniche innovative, o comunque non già favorevolmentesperimentate, ovvero comportanti deroghe alle vigenti normative tecniche.Nel momento in cui una amministrazione locale o regionale intendano acquistare, poniamo, nuoviveicoli per una metropol<strong>it</strong>ana od una tranvia, esse devono sottoporre parte della documentazioneprodotta dal costruttore a livello <strong>di</strong> progetto all’ufficio USTIF competente per terr<strong>it</strong>orio, seguendo loschema dell’Allegato 1 alla “Circolare Ministeriale 201” [18], fra cui anche “verifiche <strong>delle</strong> sezionipiù sollec<strong>it</strong>ate della cassa” e “verifica <strong>dei</strong> carrelli e degli assali nonché <strong>delle</strong> sospensioni e dellatrasmissione”.Nelle more <strong>di</strong> un probabile processo che vedrà passare all’ANSF anche le competenze su ferrovieregionali e, forse, anche su tranvie e metropol<strong>it</strong>ane, è chiaro che al momento sono soggetti <strong>di</strong>versi chevalutano questioni inerenti alla sicurezza degli organi principali <strong>di</strong> un rotabile.6. CONCLUSIONILa valutazione della documentazione presentata dal costruttore per quanto attiene al progetto ed alleverifiche <strong>di</strong> sicurezza della cassa e <strong>dei</strong> carrelli non è, per quanto in<strong>di</strong>cato in questa memoria, comp<strong>it</strong>osemplice.Enti <strong>di</strong>versi devono compiere lavori simili, peraltro in un quadro normativo che non è perfettamentedefin<strong>it</strong>o. Questo, se da un lato può favorire il progresso consentendo l’applicazione <strong>di</strong> nuove soluzioniche non restano quin<strong>di</strong> “congelate” dalla normativa vigente, impone dall’altro lato che i soggetti chedevono verificare la sicurezza (i VIS e gli USTIF) siano in possesso <strong>di</strong> competenze sulla meccanica<strong>dei</strong> materiali, sulla fatica, sulla progettazione <strong>di</strong> organi meccanici con carichi multiassiali e sulle


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010tecnologie <strong>di</strong> costruzione che siano <strong>di</strong> livello elevatissimo quando, ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura, non a livello <strong>di</strong> ricercaaccademica.Come si è visto, mentre gli Euroco<strong>di</strong>ci normano perfettamente il settore civile, il loro utilizzo nelsettore della progettazione <strong>delle</strong> casse, ed ancor più, <strong>dei</strong> carrelli è eccessivamente cautelativo portandoa sovra<strong>di</strong>mensionamenti in contrasto con i comp<strong>it</strong>i funzionali richiesti ad un veicolo ferroviario. Ilprogettista è costretto a ricorrere ad una sorta <strong>di</strong> “fai da te”, ripescando dati da rapporti interni allaUIC, nella migliore <strong>delle</strong> ipotesi, o presentando ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura dati proprietari <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile verifica. L’uso,ormai estensivo e, purtroppo assai spesso, “ad occhi chiusi” <strong>dei</strong> co<strong>di</strong>ci <strong>FEM</strong> porta a conclusioni chepossono essere interpretate ant<strong>it</strong>eticamente, quin<strong>di</strong> esattamente al contrario <strong>di</strong> ciò che servirebbedurante una valutazione <strong>di</strong> sicurezza, che dovrebbe per sua natura essere imme<strong>di</strong>ata, certa e<strong>di</strong>mparziale.E’ pur vero che le prove al banco che vengono effettuate sulle casse e sui carrelli sono certamenterappresentative, essendo il risultato <strong>di</strong> quasi duecento anni <strong>di</strong> esperienza ferroviaria, ma, come tutti <strong>it</strong>est esegu<strong>it</strong>i su un unico esemplare (e non potrebbe essere <strong>di</strong>versamente viste le <strong>di</strong>mensioni el’impegno economico <strong>di</strong> test in scala reale <strong>di</strong> una cassa o <strong>di</strong> un carrello), forniscono in<strong>di</strong>cazioni nonassolute. Se così non fosse, non si registrerebbero in esercizio i ce<strong>di</strong>menti che viceversa sideterminano con frequenza non trascurabile.Resta ovviamente inalterata, ma è una veramente minima consolazione quando si verifichino guaidurante l’esercizio, la responsabil<strong>it</strong>à del costruttore (che è argomento ben <strong>di</strong>verso dalla garanzia sulveicolo). L’effetto imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> ce<strong>di</strong>menti in esercizio, e la storia purtoppo racconta numerosi casi delgenere, è che gli organi <strong>di</strong> vigilanza possono bloccare, e sovente lo fanno, in attesa <strong>di</strong> ulteriori indagin<strong>it</strong>utta la flotta su un esemplare della quale si è verificata la rottura.Si può concludere quin<strong>di</strong> affermando che la valutazione della sicurezza <strong>delle</strong> casse e <strong>dei</strong> carrelli è,soprattutto per quei veicoli non UIC per i quali non esista un’esperienza comune se<strong>di</strong>mentata perdecenni, un argomento altamente specialistico e nel quale c’è bisogno <strong>di</strong> notevole esperienza e <strong>di</strong> unabuona dose <strong>di</strong> engineering judgement.Ovviamente sarebbe importante che venissero sviluppate normative chiare, applicabili con semplic<strong>it</strong>àe con il consenso della comun<strong>it</strong>à tecnica e scientifica <strong>dei</strong> “meccanici” (quale ad esempio la [19]), checonsentissero un miglior utilizzo <strong>dei</strong> materiali e <strong>delle</strong> conoscenze tecnologiche attuali ma, vista las<strong>it</strong>uazione degli Enti Normatori in Europa e la lentezza <strong>dei</strong> processi collegati, lo scrivente r<strong>it</strong>iene chequesto auspicio non vedrà, almeno nell’arco della sua v<strong>it</strong>a, un pos<strong>it</strong>ivo compimento.RINGRAZIAMENTIL’autore desidera ringraziare l’ing. Fabio Piccioli, del Dipartimento <strong>di</strong> Meccanica e TecnologieIndustriali dell’Univers<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Firenze, e l’ing. Fabio Di Faustino, <strong>di</strong> ATAC SpA, per la sincera eprofonda collaborazione.BIBLIOGRAFIA[1] European Railway Research Inst<strong>it</strong>ute, ERRI B 12/RP 17, 8 th E<strong>di</strong>tion, Programme of tests to becarried out on wagons w<strong>it</strong>h steel underframe and body structure (su<strong>it</strong>able for being f<strong>it</strong>ted w<strong>it</strong>h theautomatic buffing and draw coupler) and on their cast steel frame bogie, Utrecht, April 1997,acquistabile su http://www.uic.asso.fr/[2] European Railway Research Inst<strong>it</strong>ute, ERRI B 12/RP 60, 2 th E<strong>di</strong>tion, Tests to demonstrate thestrength of railway vehicles. Regulations for proof stress and maximum permissible stresses,Utrecht, June 2001, acquistabile su http://www.uic.asso.fr/


XXXIX CONVEGNO NAZIONALE – MARATEA, SETTEMBRE 2010[3] Norma Europea EN 12663, Railway Applications – Structural requirements of railway vehiclebo<strong>di</strong>es, CEN - Com<strong>it</strong>é Européen De Normalisation, Bruxelles, Luglio 2000, acquistabile suwww.uni.com.[4] Norma Europea EN 13749, Railway Applications – Wheelsets and Bogies – Methods of specifyingstructural requirements of bogie frames. CEN - Com<strong>it</strong>é Européen De Normalisation, Bruxelles,Aprile 2005, acquistabile su www.uni.com.[5] Norma Europea UNI EN 1993-1-9, Euroco<strong>di</strong>ce 3 - Progettazione <strong>delle</strong> strutture <strong>di</strong> acciaio. Parte1-9: Fatica, Ente Nazionale Italiano <strong>di</strong> Unificazione, Milano, Agosto 2005, acquistabile suwww.uni.com.[6] Norma Europea UNI EN 1999-1-3, Euroco<strong>di</strong>ce 9 - Progettazione <strong>delle</strong> strutture <strong>di</strong> alluminio.Parte 1-3: Strutture sottoposte a fatica, Ente Nazionale Italiano <strong>di</strong> Unificazione, Milano, Luglio2007, acquistabile su www.uni.com.[7] Summarizing evaluation of fatigue strength data for a selection of typical welded joints ofstructural steel, LBF report No. 3205, first part of 16 December 1974.[8] A. Kolimar, Fatigue tests w<strong>it</strong>h materials and butt-welded joints, Der Stahlbau, No. 9 ofSeptember 1956.[9] Gaβner, Haibach, Fatigue strength of welds as shown by local stress measurements, DVS VerlagGmbH, Düsseldorf, 1968.[10] Norma Europea UNI EN 1993-1-1, Euroco<strong>di</strong>ce 3 - Progettazione <strong>delle</strong> strutture <strong>di</strong> acciaio. Parte1-1: Regole generali e regole per gli e<strong>di</strong>fici, Ente Nazionale Italiano <strong>di</strong> Unificazione, Milano,Agosto 2005, acquistabile su www.uni.com.[11] Decisione della Commissione Europea (2008/232/CE), Directive 96/48/EC — Interoperabil<strong>it</strong>y ofthe trans-European high speed rail system technical specification for interoperabil<strong>it</strong>y. ‘Rollingstock’ Sub-System, Official Journal of the European Union, L 84/132, 26.03.2008.[12] UNI EN 10025, Prodotti laminati a caldo <strong>di</strong> acciai per impieghi strutturali, Parti 1-6, EnteNazionale Italiano <strong>di</strong> Unificazione, Milano, acquistabile su www.uni.com.[13] J L San Román, C Álvarez-Caldas, A Quesada, Structural validation of railway bogies andwagons using fin<strong>it</strong>e elements tools, Proc. IMechE Vol. 219 Part F: J. Rail and Rapid Trans<strong>it</strong>, 139-150.[14] A. Bracciali, Dr. F. Piccioli, T. De Cicco, Advanced <strong>FEM</strong> analysis of support beam of a moderntram, Procee<strong>di</strong>ngs of Railway Engineering 2009 Conference, London, 24-25 June 2009 (on CD).[15] F. Di Majo, Costruzioni <strong>di</strong> Materiale Ferroviario, E<strong>di</strong>trice Levrotto & Bella, 1979.[16] M. Kueppers, C.M. Sonsino, Assessment of the fatigue behaviour of welded aluminium jointsunder multiaxial spectrum loa<strong>di</strong>ng by a <strong>cr<strong>it</strong>ica</strong>l plane approach, International Journal of Fatigue28 (2006) 540–546.[17] C.M. Sonsino, A. Berg-Pollack, V. Grubisic, Structural durabil<strong>it</strong>y of automotive aluminium safetycomponents—present state of the art. SAEPaper No. 2005-01-0800, Detro<strong>it</strong>/USA; 2005.[18] Circolare D.G. 201, Approvazione del materiale rotabile per le ferrovie pubbliche in concessioneod in gestione commissariale governativa, per le ferrovie private <strong>di</strong> seconda categoria (ed iraccor<strong>di</strong> a queste assimilabili), per le tranvie extraurbane e per le metropol<strong>it</strong>ane, Ministero <strong>dei</strong>Trasporti, DG-MCTC, Roma, 16 Settembre 1983.[19] FKM-Guideline, Analytical Strength Assessment Of Components In Mechanical Engineering, 5 threvised e<strong>di</strong>tion, 2003, English Version, Forschungskuratorium Maschinenbau (FKM), Frankfurt /Main, Germany.

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