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GALEAZZI Giancarlo, I MARCHIGIANI NELLA COSTITUENTE

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grande serenità, tatto e diplomazia, mediando fra posizioni talvolta divergenti, altrevolte opposte. In 49 sedute, quasi sempre caratterizzate da discussioni dai toniappassionati e culturalmente elevati, la Commissione scrisse i primi 60 articoli dellaCostituzione. Tupini curò personalmente la stesura definitiva del testo e, pur tracontrastate votazioni, riuscì sempre a salvaguardare l’unità di intenti che peraltroscaturiva da comuni finalità. La sua abilità si manifestò in particolare nellaformulazione dell’articolo 7 (rapporti fra lo Stato e la Chiesa), quando egli seppemediare fra le posizioni intransigenti di Dossetti e quelle della parte laica del gruppo;con l’aiuto di Togliatti, contribuì a trovare l’attuale formula.Seconda questioneQuale contributo venne dai deputati marchigiani alla elaborazione dellaCostituzione? Per rispondere a questo interrogativo, va tenuto presente che taleapporto è stato diretto e indiretto, e che, con questa connotazione, può essereprecisato avanzando quattro puntualizzazioni.In primo luogo, è da rilevare che molti dei Costituenti marchigiani svolsero unaattività piuttosto limitata, anche se poi in successive legislature parteciparonoattivamente ai lavori parlamentari, a dimostrazione della specificità del lavoro dellaCostituente rispetto a quello delle legislature ordinarie.E tuttavia è da rilevare l’apporto non secondario che venne da deputati marchigiani sutemi che appaiono oggi di particolare attualità.Così la nascita delle Regioni, che poi avrebbero dovuto attendere oltre un ventennioper essere realizzate, quale riaffermazione dei principi dell’autonomia e deldecentramento contro lo Stato accentratore, fu sostenuta vittoriosamente daimarchigiani Giovanni Conti e Olivieri Zuccarini.E’ poi da ricordare (con Tomaso Perassi) che “è esclusivamente opera di Conti anchel’articolo 104 del nuovo impianto costituzionale, relativo all’autonomia edindipendenza della Magistratura”.4

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