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GALEAZZI Giancarlo, I MARCHIGIANI NELLA COSTITUENTE

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grande serenità, tatto e diplomazia, mediando fra posizioni talvolta divergenti, altrevolte opposte. In 49 sedute, quasi sempre caratterizzate da discussioni dai toniappassionati e culturalmente elevati, la Commissione scrisse i primi 60 articoli dellaCostituzione. Tupini curò personalmente la stesura definitiva del testo e, pur tracontrastate votazioni, riuscì sempre a salvaguardare l’unità di intenti che peraltroscaturiva da comuni finalità. La sua abilità si manifestò in particolare nellaformulazione dell’articolo 7 (rapporti fra lo Stato e la Chiesa), quando egli seppemediare fra le posizioni intransigenti di Dossetti e quelle della parte laica del gruppo;con l’aiuto di Togliatti, contribuì a trovare l’attuale formula.Seconda questioneQuale contributo venne dai deputati marchigiani alla elaborazione dellaCostituzione? Per rispondere a questo interrogativo, va tenuto presente che taleapporto è stato diretto e indiretto, e che, con questa connotazione, può essereprecisato avanzando quattro puntualizzazioni.In primo luogo, è da rilevare che molti dei Costituenti marchigiani svolsero unaattività piuttosto limitata, anche se poi in successive legislature parteciparonoattivamente ai lavori parlamentari, a dimostrazione della specificità del lavoro dellaCostituente rispetto a quello delle legislature ordinarie.E tuttavia è da rilevare l’apporto non secondario che venne da deputati marchigiani sutemi che appaiono oggi di particolare attualità.Così la nascita delle Regioni, che poi avrebbero dovuto attendere oltre un ventennioper essere realizzate, quale riaffermazione dei principi dell’autonomia e deldecentramento contro lo Stato accentratore, fu sostenuta vittoriosamente daimarchigiani Giovanni Conti e Olivieri Zuccarini.E’ poi da ricordare (con Tomaso Perassi) che “è esclusivamente opera di Conti anchel’articolo 104 del nuovo impianto costituzionale, relativo all’autonomia edindipendenza della Magistratura”.4


Ancora: l’articolo 109 relativo al principio che l’autorità giudiziaria disponedirettamente della polizia giudiziaria è sostanzialmente il frutto di un emendamentoproposto da Filippini (questo fu il suo unico intervento in Costituente) e Ghidini;Sul diritto d’asilo politico territoriale intervenne Giuseppe Chiostergi, il quale, sullabase della sua esperienza di esule vissuto in Svizzera durante tutto il periodo fascista,si pronunciò in merito all’emendamento Ravagnan-Perassi che configurò il dirittod’asilo non in termini di diritto internazionale (fra gli Stati), ma di dirittocostituzionale (della persona).Interventi interessanti furono anche quelli di Olivieri Zuccarini in tema di regimedelle radiodiffusioni, di diritto allo sciopero, di statuti delle regioni a statuto specialee, più, in generale di autonomie locali, tanto che (con Malintoppi) si può affermareche “il regionalismo di Zuccarini coglie il nucleo di una lunga elaborazione dipensiero, ponendo sullo stesso piano la duplice esigenza della rottura del centralismoe della responsabilizzazione dei livelli locali”: anche per questo Zuccarini è daconsiderare “una delle maggiori personalità in senso assoluto dell’AssembleaCostituente”.Infine, si possono ricordare gli interventi di Fernando Schiavetti sulla libertà distampa e quelli sui diritti degli italiani all’estero perché con il diritto di votopotessero mantenere il collegamento con la madre-patria.In secondo luogo, è da dire che i Costituenti marchigiani avevano un comunedenominatore: erano stati oppositori del fascismo sia in Italia sia all’estero, per cui illoro contributo alla Costituzione è da vedere, più che in un apporto diretto al testocostituzionale, nella influenza sulla ispirazione complessiva di tale testo; in altritermini, si può dire che furono i valori del loro antifascismo militante a influire erifluire nei principi ispiratori della Costituzione.In terzo luogo, torna utile fare (con Malintoppi) qualche valutazione relativa aiprincipali gruppi parlamentari.Per quanto riguarda il gruppo comunista, piuttosto che l’apporto dato all’AssembleaCostituente, è da considerare soprattutto l’opera svolta nell’opposizione antifascista.5


Per quanto riguarda il gruppo socialista, è da rilevare che i suoi componentiappartenevano tutti alla classe politica prefascista, per cui il loro contributo allaformazione della Costituzione fu quello tipico dell’antico parlamentare; daaggiungere che, nella fattispecie, tale contributo risentì anche della loro comuneformazione forense, nonché dell’orientamento riformista del loro socialismo.Per quanto riguarda il gruppo democristiano, è da dire che, per un verso, fucontrassegnato (come in generale per tutta la DC) da una relativa eterogeneità dovutaalla diversa provenienza delle componenti democristiane; e per altro verso fucaratterizzato dalla indiscussa leadershep di Umberto Tupini che scaturiva dal fattoche egli era stato tra i fondatori del PPI nel 1918-19 (con il “Manifesto ai liberi eforti”), e della DC nel 1943, e (come abbiamo accennato) vice presidente della“Commissione dei 75” e presidente della I sottocommissione. Tutto questo spiegaperché a Tupini sia stata giustamente dedicata una ripetuta attenzione.Ciò non toglie, però, che sarebbe opportuno prestare attenzione, tanto alla presenzacomplessiva dei Costituenti marchigiani (nati ed eletti nelle Marche, nati nelleMarche ed eletti altrove, ed eletti nelle Marche ma nati altrove) quanto a specifichefigure che a diverso titolo furono significative in sede costituente: penso, peresempio, a Giovanni Conti che, come abbiamo accennato, rappresentò in campolaico una figura analoga a quella di Umberto Tupini: sia a livello di incarichi, sia alivello di elaborazione di idee per la Costituzione; penso a Adele Bei, unica donnamarchigiana in quella Assemblea (le donne erano in tutto ventuno, di cui cinquefecero parte della Commissione dei 75); penso a Piero Malvestiti per il suo passato di“neoguelfo”, e a Enrico Medi per il suo futuro sociale e scientifico; ovvero apersonalità che hanno avuto una qualche importanza successivamente: in sedenazionale penso a personalità come quelle dei repubblicani Giuseppe Chiostergi (chefu sottosegretario per il commercio con l’estero) e, soprattutto, Olivieri Zuccarini(che fece parte della II sottocommissione della “Commissione dei 75”) e deidemocristiani Renato Tozzi Condivi e Fernando Tambroni Armaroli(successivamente figure rilevanti a livello parlamentare e governativo) e in sede6


nei protagonisti cattolici più significativi ad un mix di laicità e sacralità; nel sensoche si potrebbe parlare di una “nuova cristianità”, quale referente ineliminabile nellacostruzione della “casa comune”, come si evince scorrendo il testo tupiniano (icorsivi sono miei), che (viene dichiarato all’art. 33) “è ispirato dalla ideafondamentale che più di tutto interessa la persona umana e la sua libertà: che tutti gliistituti (compreso quello che pè all’apice della Costituzione, il Capo dello Stato)dovranno essere creati in funzione della persona umana e a tutela di quelle libertà”.Infatti (fin dall’art. 1) si afferma che “i presupposti morali dello Stato (cui è dedicatala prima sezione) secondo il pensiero e la tradizione cristiana si identificano in duepostulati fondamentali: a) che lo Stato non è di per se stesso creatore e fonte di normemorali (Stato etico) ma che, viceversa, deve sottostare come l’individuo a una moralesuperiore, che per noi è la morale cristiana; b) conseguentemente lo Stato deve porsi aservizio della persona umana per il raggiungimento dei suoi fini naturali, economici,sociali, culturali, religiosi e per l’adempimento del suo destino terreno”.“Si respinge, di conseguenza (come recita l’art. 2) ogni totalitarismo: di caste, diclassi, di gruppi, di razza, di sangue, di nazione, ecc.”Ecco, allora il punto fondamentale (fissato dall’art. 3): “la persona preesiste alloStato. Lo Stato deve garantirne i diritti inalienabili alla libertà” che Tupini concretain quattordici punti.Interessante è sottolineare che i pilastri naturali dello Stato (cui è dedicata la secondasezione) sono identificati, oltre che nella persona (di cui si parla nell’art. 3), nellafamiglia (art. 4), nel comune (art. 5) e nella regione (artt. 6-7-8), per cui lo Stato (cuiè dedicata la terza sezione) “non ha funzioni sostitutive, ma integrative degli organinaturali e fondamentali della società moderna democratica (famiglia, comune regioni)e coordinatrici -dove e quando è necessario- delle loro varie iniziative” (art. 9).“Lo Stato, così concepito non sorge per creare e concedere diritti ai suoiamministrati, ma per riconoscerli e adeguatamente tutelarli. Da qui deriva (come èpuntualizzato nell’art. 10) che anche lo Stato ha dei doveri”, che Tupini precisa neisuccessivi articoli (artt. 11-12).8


apporti tra Stato e Chiesa, ma più in generale come mentalità nei confronti dellapolitica; in ogni caso, quello della laicità è un motivo sottinteso più che un criterioesplicito. Si potrebbe al riguardo ripetere quanto è stato detto per il testo dellaCostituzione, dove non c’è la parola “laicità”, eppure la laicità rappresenta quello chesi può considerare (come ha precisato la Corte Costituzionale) il principio ispiratoredell’intera Costituzione. Potremmo pure dire che, della laicità, si fa un uso“metodologico” e non “ideologico”, nel senso che la laicità era considerata come lacondizione del confronto: proprio questo ha permesso ad esponenti di tradizionipolitiche diverse di lavorare insieme per un progetto comune.In tale ottica appaiono emblematiche tre figure che, espressioni di differenti culturepolitiche (quella democristiana e quella repubblicana o, se si vuole, quella “cattolica”e quella “laica”), si sono distinte per il loro contributo, che è stato significativo sulpiano umano, umanistico e umanizzante. Infatti, il democristiano Tupini e irepubblicani Conti e Zuccarini furono degli autentici protagonisti dei lavori dellaCostituente: per gli incarichi ricoperti (a livello di presidenze e vicepresidenze), per icontributi teorici (le ipotesi costituzionali elaborate), per gli interventi operati su temisignificativi (e tornati oggi di attualità): ruoli, idee e posizioni che -è importantesottolinearlo- riscossero apprezzamento per le capacità di mediazione, di proposta edi realismo che esprimevano. Se fu particolarmente evidente per le tre maggiorifigure (Tupini, Conti e Zuccarini), questo è pur presente anche negli altrimarchigiani: per tutti vale l’affermazione che quanto fu fatto in Costituente, fu fattocon il condiviso obiettivo di perseguire il bene comune nel rispetto delle specificheconvinzioni di ciascuno, per cui si può ben dire che, in quella occasione, si realizzòun fecondo incontro tra coerenza e condivisione.ConclusionePer tutto questo ritengo che sarebbe di qualche utilità far conoscere maggiormentecoloro che parteciparono all’Assemblea Costituente non solo sul piano del lorocontributo diretto o indiretto alla Costituzione, ma anche sul piano delle loro11


personalità, cioè da un punto di vista propriamente umano, come figure che è beneconoscere per capire il senso di una storia, la quale è stata fatta da grandi protagonisti,ma anche con il contributo di figure, che sono minori solo da un punto di vistatecnico o giuridico ma non da un punto di vista esistenziale e politico.Oggi, in particolare, potrebbe tornare opportuno richiamare l’attenzione su due figurea diverso titolo emblematiche: Adele Bei come donna impegnata per una presenzafemminile in politica, ed Enrico Medi come laico cristiano (è in corso il processo dibeatificazione) che fu scienziato prestato alla politica: due situazioni diverse, maugualmente rappresentative di una idea di politica come servizio: un servizio tradottonella ferialità di un impegno, che aveva il carattere della testimonianza civile edumana.12


AllegatoSCHEDE BIOGRAFICHE SUI COSTITUENTI <strong>MARCHIGIANI</strong>Alessandro Arcangeli nacque a Macerata nel 1910. Laureato in Scienze agrarie, fu docenteuniversitario. Partecipò alla Costituente per la DC. Fu componente della I Commissione (Affariinterni) e della IV Commissione (Finanze e Tesoro). Morì nel 1954.Adele Bei nacque a Cantiano (PS) nel 1904. Antifascista, subì una delle più pesanti condannemai comminate dal Tribunale speciale fascista ad una donna: 18 anni di carcere, in un processofarsa. Emigrò in Francia nel 1923 con due figli in tenera età e con il marito Domenico Ciuffoli.(Ricordiamo, tra parentesi, che Domenico Ciuffoli di Cantiano (Pesaro), fu fra i fondatori del Pci.Sposato con Adele Bei, con lei emigrò in Francia, dove iniziò il lavoro per l’organizzazione delpartito, del cui comitato centrale fu membro, fino al momento dell’arresto ad opera dei tedeschinella Francia occupata; deportato nel campo di Mauthausen, fece parte del comitato clandestino diliberazione del lager, assieme a Giuliano Pajetta. Nominato dopo la liberazione segretario dellaFederazione di Bari del Pci fu eletto deputato nella circoscrizione Bari-Foggia.). Ritornando allaBei, è da dire che svolse il rischioso incarico di «corriere» per l’attività clandestina del PCd’I inItalia. Da Parigi e da Mosca dove si trovava il marito, funzionario del PCd’I, tornò frequentementein Italia finché venne arrestata a Roma nel 1933. Passò otto anni in carcere a Perugia e a Roma edue anni a Ventotene. Quando cadde il fascismo, il 25 luglio 1943, venne rimessa in libertà.Scampata fortunosamente all’arresto da parte dei tedeschi, entrò a far parte della Resistenza nelLazio. Dopo la Liberazione venne designata dalla Cgil a far parte della Consulta prima e dellaCostituente poi. Fu segretaria nazionale delle lavoratrici del tabacco, dirigente di primo pianodell’Unione Donne Italiane. Senatrice di diritto nel 1948, fu rieletta nelle Marche per altre duelegislature. Fu una parlamentare diligente, assidua, particolarmente attenta ai problemi del mondofemminile, delle donne lavoratrici, del mondo sindacale a cui si sentiva fortemente legata. Visse conpartecipe attenzione anche i problemi della sua provincia. Morì a Roma nel 1974. E’ da ricordareche nell’Assemblea costituente fu una delle 21 donne elette su 556 Costituenti. La sua presenza simanifestò prevalentemente nell’ambito dell’attività del governo piuttosto che sui temi dellaCostituzione. Non fece parte della “Commissione dei 75” e per cultura e interessi fu tagliata fuoridal dibattito giuridico su cui ruotò in parte l’attività del Parlamento. Fu poi senatrice di diritto equindi deputato nella II e III legislatura.Qui vogliamo menzionare un suo intervento alla Costituente nell’ambito di alcune proposte delgoverno per migliorare la situazione carceraria del paese, tema oggi di particolare attualità. Fortedella sua esperienza nelle “carceri di Perugia e di Roma dove (ebbe a dire alla Costituente) hoavuto occasione di sostare a lungo, e che rassomigliano molto di più a delle tombe che a dei luoghi,sia pure di pena, dove esseri umani devono vivere e dovrebbero soprattutto risanarsi moralmente espesso anche materialmente. In presenza di una tale situazione Non è solo con l’approvare unbilancio, anche se fosse doppio di quello che il Ministro ha chiesto che si curano i mali chedilaniano la società, ma è col prendere rimedi sul serio, curando da vicino questi mali, non conmezzi brutali che irritano e offendono, ma col dimostrare a coloro che sono caduti nell’errore lavia giusta, tendendo loro la mano, paternamente, per rialzarli da dove sono caduti, curandoli erisanandoli moralmente e materialmente. In questo modo essi potrebbero tornare alla società, alleloro case, migliorati sotto ogni aspetto così da rifarne degli uomini. Questa deve essere la funzionedelle case di rieducazione che noi dobbiamo creare nella nuova società democratica italiana”.Luigi Bennani nacque a Fabriano nel 1884. Esercitò la professione di avvocato. Partecipò comesocialista alla Assemblea Costituente. Fu poi deputato nella I legislatura. Fu il primo sindaco di13


Fabriano dopo la Liberazione. Fu membro del consiglio di amministrazione della RAI negli anni’50. Morì nel 1978.Alessandro Bocconi nacque ad Ancona nel 1873. Laureato in giurisprudenza e scienze agrarie,fu avvocato. Processato due volte nel 1894 per motivi politici, nel ’96 si rifugiò in Svizzera. Entrò afar parte del Parlamento fin dal 1905, quando fu eletto primo deputato socialista delle Marche econfermato per sei legislature; fu anche vice presidente della Camera. Visse lunghi anni all’esterocome fuoriuscito. Fu tra gli organizzatori di Concentrazione Antifascista. Rientrato in Italia, dopo il25 luglio partecipò alla resistenza. Dopo la Liberazione, presiedette la commissione centrale diepurazione. Quando fu eletto alla Assemblea Costituente, Bocconi era il decano dellarappresentanza marchigiana. Fece parte della “Commissione dei 75”. Nel 1947 fu con Saragat tra ifautori della scissione del PSI. Fu poi senatore di diritto nella prima legislatura; dopo di che si ritiròdalla vita politica. Mori a Roma nel 1960Giuseppe Chiostergi nacque a Senigallia nel 1889. Fu volontario alla I Guerra Mondiale. Nel1918 fu segretario generale della Camera di Commercio italiana e direttore degli uffici di Ginevra,Zurigo e Lugano, incarichi che gli furono revocati, quando si rifiutò di aderire al fascismo. Sidedicò allora all’insegnamento (fu anche docente di pedagogia all’Università di Ginevra). Nonprese parte attiva alla prima fase dell’Assemblea Costituente perché venne nominato sottosegretarioper il commercio con l’estero nel II ministero De Gasperi, ma, cessate le funzioni digoverno, prese la parole in molteplici occasioni, soprattutto in sede di dichiarazione di voto. Fu,nell’ultima fase della sua vita, consigliere al Comune di Senigallia. Morì a Ginevra nel 1961.Postumo è stato pubblicato il volume: Diario garibaldino e altri scritti e discorsi, a cura di E. FussiChiostergi e V. Parmentola, Milano 1965.Alberto Cianca nacque a Roma nel 1884. Laureato in giurisprudenza, fu giornalista, redattorecapo de “Il Messaggero” di Roma, direttore per poco de “L'Ora” di Palermo e successivamente de“Il Mondo” di Giovanni Amendola. Nel 1929, esule a Parigi, divenne condirettore (con AlbertoGiannini) del giornale antifascista "Il Becco giallo". Nel novembre del 1929 fu tra i fondatori delmovimento Giustizia e Libertà. Fu deputato all'Assemblea Costituente. Fu poi senatore nella II eIII legislatura. Fu anche Ministro senza portafoglio nel II Governo Bonomi, e nel I Governo DeGasperi per le relazioni con la Consulta. Morì nel 1966.Nicola Ciccolungo nacque a Fermo nel 1877. Iscritto all’Azione cattolica, militò sempre nellefile del Partito Popolare, prima, e della Democrazia Cristiana. Oltre ad avere ricoperto importanticariche amministrative: quale presidente della congregazione di carità e presidente dell’istitutotecnico industriale di Fermo, fu sindaco della sua città dal 1914 al 1919, poi dal 1946 fino allamorte. Fu senatore del collegio di Fermo della circoscrizione delle Marche. Fu decorato di medagliad’argento al valor civile e di medaglia di bronzo; fu insignito di importanti onorificenze per isacrifici compiuti per il bene del popolo e per lo slancio con cui si prodigò in tutti i momenti piùardui della vita della sua città. Fu deputato nella Assemblea Costituente: nel 1948 fu eletto senatorenella circoscrizione di Fermo Fece parte anche della Assemblea nella XXV legislatura. Morì nel1952.Giovanni Conti nacque a Montegranaro (AP) nel 1882. Il padre (piccolo industriale calzaturieroche ispirò la propria vita a concetti basati su razionalismo illuminista ed anticlericalismo) educò ilfiglio agli ideali repubblicani, tanto che, appena sedicenne, nel 1898 Giovanni aderì al PartitoRepubblicano fondato solo tre anni prima. Iniziò la sua attività di propaganda repubblicana fra igiovani studenti liceali di Fermo e di Roma.. Non ancora ventenne, continuò la sua opera sia con idiscorsi, sia con la diffusione di giornali, di volantini, manifesti e libri, nelle Marche ed a Roma,dove fu più volte costretto a recarsi per sfuggire alle ricerche. Nel 1908 si laureò in Giurisprudenza.14


Continuava intanto la sua opera di diffusione dell’ideale repubblicano, tanto che nel 1910 fudenunciato per vilipendio ai sovrani defunti. All’interno del PRI si dichiarò contrario alla guerralibica e al colonialismo. In quell’occasione entrò nella Direzione nazionale e nella Commissioneesecutiva come rappresentante della maggioranza, mentre il suo conterraneo Oliviero Zuccarinidiveniva segretario politico. Pregiudicato politico, quando l’Italia entrò nel primo conflittomondiale, si dichiarò interventista arruolandosi poi volontario. Tornato, si dedicò alla ricostruzionedel partito, e nel ’19 fu arrestato, per aver effettuato propaganda sovversiva tra i soldati di ritornodal fronte. Nel 1920 il XIV Congresso del partito, tenutosi ancora ad Ancona, decise di fondare unquotidiano e di affidarne la direzione al Conti, il quale il 15 gennaio 1921 uscì con “La VoceRepubblicana” di cui, oltre che fondatore, rimase direttore sino al dicembre del ’22, quando ilgiornale fu chiuso dalla censura fascista, per poi pubblicarlo durante il periodo clandestino ed infineritornare a dirigerlo nel 1944, quando la testata tornò ad essere pubblica. Nelle elezioni del 1921Conti fu eletto deputato in Parlamento nel Collegio di Roma. Nel 1922-23, durante il regimefascista, ebbe dei contrasti con Mussolini ed in seguito, in sede parlamentare, manifestò attivamentela sua opposizione al regime. Con Randolfo Pacciardi, Raffaele Rossetti, Fernando Schiavetti eCino Macelli, sempre nel ’23, fondò il movimento antifascista “L’Italia libera”. Così per quindicianni, fu sorvegliato speciale, prima della polizia e quindi dell’OVRA. Dopo la liberazione di Roma(1944) Conti dette inizio alla sua battaglia per la Repubblica, indicando come via da perseguirequella delle autonomie regionali e comunali. Tra il 1945 e il 1946, diresse “La Costituente”, rivistadi cultura e politica da lui stesso fondata dopo la liberazione. Nel 1945 si trovò in contrasto conPacciardi, subentratogli nella direzione de “La Voce Repubblicana” e nel novembre dello stessoanno si dimise dalla Direzione del PRI, che nel 1946 dedicava invece i lavori del suo congressonazionale all’esame di un progetto di Costituzione repubblicana dello Stato, elaborato durantel’occupazione nazista da Conti con la collaborazione di Tomaso Perassi. Conti fu eletto deputatoalla Assemblea Costituente nel Collegio di Roma, Latina, Viterbo e Frosinone. Quando laCostituente elesse un Ufficio di Presidenza composto di un presidente e di quattro vicepresidenti,Conti fu uno dei vicepresidenti e fece parte anche della Commissione dei 75. Nel 1948 fusenatore di diritto sino allo scioglimento anticipato nel 1953. Fu presidente del gruppo repubblicanoal Senato, dopodiché non volle riproporre la sua candidatura. Negli anni ’50, nel dibattito pro econtro l’accettazione di Ugo La Malfa nel partito, Conti, che era contrario, fu messo in minoranzada Pacciardi, per cui si dimise dal partito. Morì a Roma nel 1957.Giuseppe Filippini nacque a Pesaro nel 1879. Dopo avere studiato Legge all’Università diRoma, tornò a Pesaro per dedicarsi all’attività professionale, impegnandosi anche in un’intensaattività di propaganda e di organizzazione del socialismo non solo nel pesarese ma anchenell’anconetano e in Romagna. Nel 1903 venne eletto per la prima volta consigliere comunale aPesaro, quindi diede anche un grande contributo alla costituzione della Camera del lavoro. Fu poieletto consigliere provinciale nel 1910, e deputato nel 1919, riconfermato nel 1921. Nel 1922 passòal Partito socialista unitario. Con l’avvento del fascismo venne violentemente emarginato dalla vitapolitica attiva, continuò a vivere a Pesaro dove esercitò la sua attività professionale, diventando unodegli avvocati più rinomati. Dopo il 25 luglio, riallacciò i contatti con l’antifascismo militante erappresentò il Partito socialista nel CLN. Nel 1947 si schierò con il Psli aderendo alla scissione diPalazzo Barberini. Morì a Pesaro nel 1972. Neanche Filippini fece parte della “Commissione dei75” e partecipò quindi ai lavori dell’Assemblea Costituente tenendosi ai margini dal dibattito suitemi più propriamente costituzionali mentre fu molto attivo in aula e nelle commissioni per quantoriguardava tutti gli altri problemi, svolgendo egregiamente il suo mandato. Impegno che siintensificò nella legislatura successiva, quella che va dal 1948 al 1953, quando fu senatore di diritto.Piero Malvestiti nacque ad Apiro (MC), nel 1899. Trasferitosi in Lombardia, dove conseguì ildiploma di ragioniere, partecipò in qualità di ufficiale alla prima guerra mondiale e gli fu conferitala Croce al Merito. Subito dopo il conflitto lavorò presso la Banca Popolare di Milano e frequentò15


un corso per propagandisti cattolici sotto la guida di mons. Francesco Olgiati; da qui un forteimpegno nella propaganda religiosa che lo portò ad essere un costante oratore nelle SettimaneSociali che si svolsero nella diocesi milanese. S’impegnò anche a favore del movimento operaio enei confronti dei reduci di guerra: infatti fu un sindacalista bianco e segretario provincialedell'Unione Nazionale Reduci di Guerra. Poi fondò la Lega Lombarda Reduci di Guerra che fu unadelle prime associazioni sciolte dal regime; significativa dello spirito antifascista della Lega lacommemorazione (che Malvestiti tenne nell'agosto del 1924 a Milano) di don Giovanni Minzoni,ucciso dai fascisti l'anno precedente. Contestò il fascismo fin dal suo sorgere, rifiutando l'idea eticadello Stato, la creazione del sindacato unico, la concezione corporativa, non mancando dirimproverare quei cattolici che appoggiavano il regime nell'intento di cristianizzarlo. In questocontesto, insieme ad altri amici dell'Azione Cattolica come Gioacchino Malavasi, diede vita, sulfinire degli anni '20, al Movimento Guelfo d'Azione, che si presentò sulla scena politica solo nel1931 in occasione delle celebrazioni del 40° anniversario della Rerum Novarum che si svolsero aRoma. L'intera organizzazione clandestina si impegnò a denunciare ai cattolici italiani e stranieri lasituazione politica italiana sotto il fascismo. Tali posizioni portarono l'Ovra e la polizia fascista acompiere numerosi fermi. Lo stesso Malvestiti fu arrestato nel 1933 e dopo nove mesi di carcerecondannato dal Tribunale Speciale a cinque anni di reclusione. Scarcerato, per via delle difficilicondizioni di salute, dovette impegnarsi a non svolgere attività politica per tutta la durata dellacondanna. Intanto il gruppo guelfo, proprio sotto la guida di Malvestiti, proseguìnell'approfondimento del discorso ideologico politico, specie sugli aspetti economico-sociali e intale prospettiva l'espressione maggiore è rappresentata dal cosiddetto Programma di Milano. Dopoalcuni incontri nel 1942 tra Malvestiti e De Gasperi ed altri esponenti sia dei guelfi che degli expopolari, furono poste le basi per la formazione della Democrazia Cristiana. Con l'8 settembre 1943Malvestiti abbandonò l'Italia e trovò rifugio in Svizzera dove svolse un'intensa attività giornalisticanei gruppi di studio mantenendo contatti con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia diMilano. Fra il settembre e l'ottobre del 1944 fu ministro delle Finanze della Repubblica partigianadella Val d'Ossola e dopo la sua caduta riparò in Svizzera, dalla quale ritornò come membro delCLNAI. Con la liberazione del Paese Malvestiti si impegnò nella DC, entrò nel Consiglio Nazionalee partecipò al primo Congresso del partito nell'aprile del '46 a Roma. Eletto deputato all'AssembleaCostituente, fu sottosegretario alle Finanze nel IV governo De Gasperi e sottosegretario al Tesoronel V e riconfermato nel successivo. Nel VII governo De Gasperi fu ministro dei Trasporti, e infineministro dell'Industria e del Commercio nel governo Pella. Dopo l'entrata in vigore del Trattato diRoma, tra il 1958 e il 1959, fu nominato vicepresidente della Commissione della CEE e poipresidente dell'Alta Autorità della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio. Morì a Milano nel1964. Malvestiti scrisse numerosi saggi tra cui Parte Guelfa in Europa pubblicato nel 1945.Oddo Marinelli nacque a Ancona nel 1888. Entrò giovanissimo nel movimento repubblicanosecondo la tradizione della sua famiglia. Fu coinvolto nei moti della Settimana Rossa, esuccessivamente riparò in Svizzera prima e in Francia poi. Interventista, si arruolò volontario nella Iguerra mondiale. Fu assessore vice sindaco nell’ultima amministrazione comunale di Ancona primadel fascismo. Durante il fascismo fu segnalato a più riprese dalla polizia come “oppositore alregime”. Nel 1942 partecipò alla nascita del Partito d’Azione ad Ancona. Dopo l’8 settembre fudirettore del “Corriere Adriatico”. Fu presidente del Comitato di liberazione nazionale delleMarche. Dopo la liberazione fu prefetto della provincia di Ancona. Membro della consultaNazionale, sedette per il PRI (dove era rientrato) all’Assemblea Costituente dal 14 novembre allaprimavera del 1948: non ebbe quindi modo di dare un contributo alla elaborazione dellaCostituzione. Morì a Ancona nel 1972. Nel 1960 aveva pubblicato il libro: La resistenzamarchigiana e la Consulta Nazionale.Umberto Massola, nacque a Pinerolo (TO) nel 1904. Adolescente, prese parte a Torino allemanifestazioni contro la guerra organizzate dopo la rotta di Caporetto. Nel 1920 s’iscrisse a PSI, per16


passare l’anno dopo al Partito Comunista d’Italia. Fu tra i difensori della redazione de “L’OrdineNuovo” dagli assalti delle squadre fasciste. Dopo aver compiuto a Bologna il servizio militare,Massola riprese a Torino il suo impegno antifascista. Arrestato nel 1927 con l’accusa di averorganizzato una manifestazione per il Primo Maggio e prosciolto dopo 13 mesi di carcere, nel 1929espatriò clandestinamente. In Francia lavorò per il Centro estero del suo partito e fu eletto nelComitato centrale della FGCI. Dopo essere stato ispettore nel Veneto, in Friuli-Venezia Giulia eaver diretto l’ufficio organizzazione del partito dovette riparare all’estero. Con l’entrata in guerradell’Italia, ritornò in patria diresse il Centro interno permanente. Nel 1939, assieme a DomenicoCiufoli e Cesare Massini, venne ancora inviato in Italia per organizzare il centro interno ma, tradito,fu di nuovo costretto a riparare in Francia. Alla caduta di Mussolini seguì la nascita del “Comitatonazionale d’azione antifascista” di cui “Francesco” fu uno dei promotori e che divenne, ben presto,il CLN. Incaricato del lavoro nell’Alta Italia, fu tra gli organizzatori delle prime formazionipartigiane in Piemonte e fece parte del Comando generale delle Brigate d’assalto Garibaldi. Sulfinire del 1944 entrò nella Segreteria nazionale del PCI. Sempre eletto nel Comitato centrale,membro della Direzione, divenne segretario regionale delle Marche. Fu membro dell'AssembleaCostituente. Venne poi eletto deputato nelle prime due legislature repubblicane, dal 1948 al 1958.Negli ultimi suoi anni si dedicò alle ricerche storiche. Tra i suoi saggi: Marzo 1943, ore 10 eMemorie 1939-41, pubblicato nel 1974. Morì nel 1978.Enrico Medi nacque a Porto Recanati nel 1911. Fu professore universitario di fisica. Nel 1946risultò il terzo eletto per la Democrazia Cristiana nella Sicilia occidentale e dunque elettonell’Assemblea Costituente, dove svolse due interventi a sostegno della ricerca scientifica e delleassociazioni private di beneficienza e assistenza. Nel 1948 fu confermato deputato al Parlamentoper la DC, come primo eletto della stessa circoscrizione. Nel 1953 decise di mettere fine al suoimpegno politico. Nel 1958 fu nominato vice presidente dell’Euratom, carica da cui poi si dimiseper motivi di coscienza. Nel 1966 fu nominato membro della Consulta dei laici del Vaticano.Ritornò alla politica nel 1968, ma, candidato nei due collegi senatoriali di Trieste, non gli riuscì diessere eletto. Nel 1971 partecipò alle elezioni comunali di Roma, e venne eletto superando tutti glialtri candidati, e fu nominato capogruppo dei consiglieri della DC. Nel 1972 è deputato alParlamento. Morì a Roma nel 1974.Guido Molinelli nacque a Chiaravalle (AN) nel 1894. Fu deputato al Parlamento della XXVIIlegislatura: venne eletto nel 1924, e fu una esperienza fondamentale. Ebbe un passato di fermooppositore del fascismo: scontò quasi sei anni di reclusione in seguito a condanna del tribunalespeciale fascista. Fu eletto all’Assemblea Costituente, dove i suoi interventi riguardaronosoprattutto problemi di carattere locale. Altrettanto fece come senatore della prima e della secondalegislatura, e non a caso fu, dopo il fascismo, sindaco di Chiaravalle fino alla morte, avvenuta nel1972.Giuseppe Ricci nacque a Montelabbate (PS) nel 1890. Sin dalla prima adolescenza fu vicino alleidee socialiste; nel periodo tra le due guerre mondiali emigrò negli U.S.A. ove continuò a condurreattività politica. Con l'avvento de regime fascista aderisce al Partito Comunista d’Italia Nei giorniche vanno dalla caduta del fascismo all’armistizio venne costituita la "Federazione clandestinacircondariale del Partito comunista, organizzata capillarmente sul territorio, con il contributo diRicci in rappresentanza di Cattolica. La sua casa divenne un punto di riferimento per la retecospirativa, per l'attività di propaganda, per le operazioni di supporto degli alleati. Presidente delComitato di Liberazione Nazionale per la zona di Cattolica, fu poi comandante partigiano Aseguito dello sfondamento della Linea gotica venne nominato dalla Giunta del C.N.L. sindaco delComune di Cattolica, incarico successivamente revocato - in quanto comunista - su ordine delgoverno militare alleato provvisorio, ed infine reinsediato a seguito nelle prime libere elezionidell'Italia repubblicana. Candidato dalla Federazione riminese del PCI quale suo rappresentante ed17


eletto deputato all’Assemblea Costituente mantenne la carica fino al 1948 per essere poinuovamente confermato parlamentare, esaurendo il suo mandato nel 1953. Fu componente dellaCommissione giustizia tra il 1948 e il 1952 della commissione Finanze e Tesoro tra il 1952 e il1953 Presidente della Azienda di Soggiorno di Cattolica nei primi anni del dopoguerra, fu tra iprincipali promotori del Premio Nazionale di Poesia "Città di Cattolica", tenutosi nei primi anni'50, dedicato alla poesia popolare dialettale. Morì a Cattolica nel 1972.Luigi Ruggeri nacque ad Ancona nel 1901. Macchinista navale, fu sindaco di Ancona tra il1945 e il 1946. Partecipò all’Assemblea Costituente. Successivamente fu senatore della Repubblicanella I e nella III legislatura. Di Ruggeri va ricordata la forte tempra di amministratore che gli haconsentito di esercitare con coerenza e con dignità le sue funzioni di Costituente e i successivimandati parlamentari. Morì nel 1974.Fernando Schiavetti nacque a Roma nel 1892. Nel 1913 si iscrisse al Partito Repubblicano ealla vigilia della guerra fu interventista, arruolandosi come volontario. Negli anni successivi allaguerra fu partecipe di quel diffuso spirito combattentistico, ma presto si schierò su posizioniantifasciste. Fondò nel 1935, in esilio, il movimento da lui chiamato Azione repubblicana socialista.Passò poi a Giustizia e libertà, poi al Partito d’azione poi al Pci e infine al Psiup. Fu fondatore diriviste, di circoli culturali, direttore de “Il Progresso d’Italia”, condirettore dell’«Avanti» insiemecon Sandro Pertini, fondatore nel 1943 della Federazione delle colonie libere italiane. NeancheSchiavetti fu chiamato a far parte della “Commissione dei 75” dell’Assemblea Costituente. Ma ilsuo contributo alla formulazione della Costituzione repubblicana fu notevole e apprezzato. I suoiinterventi sulla libertà di stampa e sulle successive leggi relative all’ordine dei giornalisti, quelli suidiritti degli italiani all’estero «perché con il diritto di voto potessero mantenere il collegamento conla madre-patria», sono di una scottante attualità. Su questo tema Schiavetti intervenne in aula nellaseduta del 20 maggio 1947 per presentare un emendamento aggiuntivo all’articolo 45,emendamento che però non passò.Fernando Tambroni Armaroli nacque ad Ascoli Piceno nel 1901. Aveva poco più di 18 anniquando si iscrisse al Partito Popolare Italiano del quale, a 24 anni, divenne segretario per laprovincia di Ancona. Col fascismo al potere subì un fermo di polizia, ma successivamente aderì alPNF. Tra il 1943 e il 1945 l’avvocato Tambroni (che nei primi anni della dittatura fascista nonaveva esitato a difendere comunisti ed anarchici, accusati di sovversivismo per aver partecipato alle“giornate rosse” anconetane del 1926 e che fu uno degli artefici della costituzione della DemocraziaCristiana nelle Marche), non s’impegnò personalmente nella Resistenza, ma dopo la Liberazione,come esponente locale della DC raccolse vasti suffragi elettorali. Fu deputato alla AssembleaCostituente. Successivamente fu eletto alla Camera nel 1948, nel 1953 e nel 1958. Considerato un“gronchiano” di sinistra, Tambroni (più volte sottosegretario e ministro) succedette a Scelba nellaguida del Ministero degli Interni. La sua avventura politica terminò il 19 luglio 1960 quando il suoGoverno (sostenuto soltanto da democristiani e missini), cadde per la reazione popolare al tentativodi far celebrare a Genova (Città Medaglia d’oro della Resistenza), il congresso del MovimentoSociale Italiano. Morì a Roma nel 1963Renato Tozzi Condivi nacque nel 1902 ad Ascoli Piceno, si laureò in legge all’età di 22 anni,si distinse subito nella professione e nelle file della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, di cuiricopre l’incarico di Presidente nel circolo “N. Tommaseo” del capoluogo piceno e in seguito diDelegato Regionale per le Marche. All’età di 26 anni rimane vedovo, con due figlie piccolissime.Nel 1938 fonda la sottosezione ascolana dell’Unitalsi e, in qualità di primo Presidente si occupapersonalmente dell’organizzazione dei primi pellegrinaggi per gli ammalati al Santuario di Loreto.La sua congeniale aderenza ai problemi della vita lo spinge naturalmente verso un intenso impegnopolitico, da lui vissuto e interpretato come la più alta forma di carità cristiana. Fu deputato alla18


Assemblea Costituente. Successivamente venne eletto in Parlamento nella DC per sei legislaturefino al 1976, ricoprendo per due volte l’incarico di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.Morì nel 1977.Umberto Tupini nacque nel 1889 a Roma da genitori entrambi marchigiani. Si laureò inGiurisprudenza, e si formò nelle file dell’Azione cattolica: nel 1910 fu nominato presidenteregionale per il Lazio della Gioventù Cattolica. Nel1918 fu Roma tra le 18 persone convocate daDon Sturzo per fondare il Partito popolare italiano (costituitosi ufficialmente a Roma il 18 gennaio1919). Si presentò per la prima volta candidato alla Camera nel collegio Macerata-Ascoli Picenonelle elezioni del 1919 e venne eletto, poi riconferma nel 1921 e nel 1924. Insieme agli altriaventiniani, fu espulso dal Parlamento nel 1926 e subito dopo arrestato, e liberato per l’interventodel cardinale Gasparri presso Mussolini. Ritiratosi a vita privata, si dedicò alla professione.Ricomparve sulla scena politica nel 1943 quando con De Gasperi, Cingolani e Spataro fondò laDemocrazia cristiana. Ministro di Grazia e giustizia nel primo e secondo governo Bonomi. Membrodella Consulta nazionale, fu poi eletto nella Assemblea costituente. Fu ministro dei Lavori pubblicinel IV e V governo De Gasperi. Nel 1954 fu ministro senza portafoglio per la riforma della pubblicaamministrazione nel primo governo Fanfani e nel successivo guidato da Scelba. Nel 1956 venneeletto sindaco di Roma e nel 1959 nominato ministro del turismo e dello spettacolo nel primogoverno Segni, poi nel governo Tambroni. Morì a Roma nel 1973. Alla Assemblea Costituente fueletto vice presidente della “Commissione dei 75” (presidente era Camillo Meucci Ruini), la qualeripartì il lavoro per sottocommissioni: la prima si occupò delle libertà civili e politiche e dei diritti edoveri dei cittadini, e fu presieduta da Tupini, il quale assolse il suo compito con grande serenità,tatto e diplomazia, mediando fra posizioni talvolta divergenti, altre volte opposte. Dal 9 settembre1946 al settembre 1947 in 49 sedute, quasi sempre caratterizzate da discussioni dai toni appassionatie culturalmente elevatissimi la Commissione scrisse i primi 60 articoli della Costituzione. Tupinicurò personalmente la stesura definitiva del testo e, pur tra contrastate votazioni, riuscì sempre asalvaguardare l’unità di intenti che peraltro scaturiva da comuni finalità. La sua abilità si manifestòin particolare nella formulazione dell’articolo 7 (rapporti fra lo Stato e la Chiesa) quando seppemediare fra le posizioni intransigenti di Dossetti e quelle della parte laica del gruppo; con l’aiuto diTogliatti, contribuì a trovare l’attuale formula.Una sola citazione vorrei fare, relativa al ruolo dei partiti, e oggi di particolare attualità; è trattadalle considerazioni svolte da Tupini nel dibattito svoltosi in aula il 5 marzo 1947, quando,chiedendosi A chi spetterà, onorevoli colleghi, il compito di rendere vitale ed efficace il nostrosistema parlamentare? rispondeva: soprattutto, e direi esclusivamente - non si scandalizzi nessuno- ai partiti [...]. Quando manca un partito, ammoniva il Minghetti si resta alla discrezione deigruppi [ancora non si usava il termine lobbies] ed aggiungeva: non è possibile un governo forte,autorevole, parlamentare senza indicazioni di voti, compagini di idee, base di partiti [...]. I partitisaranno invece di grande aiuto alla giovane democrazia italiana a condizione però: che attuinosinceramente il metodo democratico, a cominciare dal loro interno e che si propongano di attuarlonel paese; che non si ingeriscano indebitamente nella pubblica amministrazione; che svolgano frail popolo una vasta funzione educatrice di libertà, suscitatrice di civili competizioni politiche.Olivieri Zuccarini nacque a Cupramontana 28 agosto1883. Fu impegnato fin dal 1910 arilanciare il Partito Repubblicano, di cui fu anche presidente. Deputato alla Assemblea Costituente,si distinse per i numerosi interventi svolti in assemblea plenaria, nelle commissioni esottocommissioni di cui faceva parte, sia su temi attinenti alla Corte Costituzionale sia su questionipolitiche generali. Morì nel 1971.19


BibliografiaIAa. Vv., L’apporto dei parlamentari marchigiani alla elaborazione della Costituzione (Convegnodi studio dell’Istituto Marchigiano Accademia di scienze lettere e arti di Ancona), a c. di G.Galeazzi, introduzione e conclusione di A. Trifogli, Ancona 1979, e precisamente: A. Malintoppi, Ideputati marchigiani alla Costituente e il contributo di quelli comunisti, socialisti e repubblicani,pp. 9-28; A. P. Capotosti, I deputati marchigiani democristiani e il contributo di Umberto Tupinialla Costituente, pp. 29-46; L. Elia, Per una storiografia della Costituzione, pp. 47-60Associazione Ex consiglieri della Regione Marche ed Ex parlamentari della repubblica, Consiglierie parlamentari delle Marche (dal 1945 al 2005), a cura della Regione MarcheE. Bruni, La democrazia difficile. Parlamentari pesaresi alla Costituente,IISulla Bei cfr. L. F. Ercolani, Adele Bei: una donna contro il fascismo, in Società, fascismo eantifascismo nel Pesarese 1900-1940, Offset, Fano 1980; L. Artioli, Le donne all’AssembleaCostituente, in Il parlamento italiano. Storia parlamentare e politica dell’Italia 1861-1968, CEI,Milano 1988; Le donne nella Costituente, II parte di I movimenti femminili nei partiti politici,Centro Progetti Donna; M. Addis Saba, M. De Leo, F. Taricone, Donne e Costituente: alle originidella Repubblica, Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione el'editoria, Roma 1996 ; S. Lunadei, L. Motti, M. L. Righi (a cura) È brava, ma...: donne nella CGIL1944-1962, Ediesse, Roma 1999; Aa. Vv., Le donne della Costituente, Laterza, Roma-Bari 2007.Su Ciccolungo cfr. negli “Atti parlamentari” la Commemorazione svolta da De Cocci, Scelba eChiostergi nella seduta pomeridiana della Camera dei Deputati di martedì 28 ottobre 1952Su Conti cfr. D. Malvestiti, Monte Granaro, Storia dell’antica Terra di monte Granaro dellaMarca d’Ancona, con monografia su San Serafino da Monte Granaro”, Fermo 2008; e il volumeGiovanni Conti, politico, costituente, storico, Il lavoro Editoriale, Ancona 2010 con contributi di M.Severini, L. Pupilli e G. Piccinini.Su Chiostergi cfr. Diario garibaldino e altri scritti e discorsi, a cura di E. Fussi Chiostergi e V.Parmentola, Milano 1965., la Commemorazione di Giuseppe Chiostergi, a c. di S. Anselmi, Urbino1963; gli Atti del convegno di studi su Giuseppe Chiostergi (Senigallia 1978), in “ArchivioTrimestrale”, 1979, pp. 551-614, e il volume di M. Severini: Discorsi politici di GiuseppeChiostergi, Pensiero e Azione, 2008; Aa. Vv., I repubblicani all’Assemblea Costituente,Rubbettino, Soveria Mannelli 2010Su Filippini cfr. E. Santarelli, Filippini, voce in F. Andreucci – T. Detti, Il movimento operaioitaliano. Dizionario biografico 1853-1943, Editori Riuniti, Roma 1976, vol. II, pp. 354-355Su Malvestiti cfr. la monografia di C. Bellò dal titolo L’onesta democrazia di Piero Malvestiti,NED, 1985Su Medi cfr. V. De Marco, Fedele alla verità. Enrico Medi nel cattolicesimo italianocontemporaneo, Rubbettino, Soveria Mannelli 200120


Su Molinelli cfr. L. Garbini e M. Papini (a c. di), Guido Molinelli, in “I quaderni dell’IstitutoGramsci Marche”, n. 6, 1993, pp. 39-52Su Ricci cfr. P. Zaghini, La Federazione Comunista Riminese (1949-1991), Istituto Storico dellaResistenza di Rimini, Pietronero Capitani, Rimini1999.Su Schiavetti cfr. D. Murgia (a c. di), Fondo Fernando Schiavetti, presentaz. di I. Tognarini,Polistampa, 2007; R. Aureli, Fernando Schiavetti, “un uomo a dispoisizione”, in Fondo FernandoSchiavetti, op. cit.; S. Prezioso, Itinerario di un figlio del 1914. Fernando Schiavetti dalla trinceaall’antifascismo, Lacaita, Manduria; M. Tesoro, Fernando Schiavetti dirigente repubblicano, inEad., Democrazia in azione. Il progetto repubblicano da Ghisleri a Zuccarini, Angeli, Milano1996.Su Tupini cfr. Cinquant’anni di vita pubblica di Umberto Tupini, Roma 1958; S. Novelli e G. Turi(a cura di:), Italia: Storia della prima repubblica. La politica, la società, i protagonisti, le date.1945-1994, Libera Informazione Editrice, Roma 1994;A. Caracciolo, I Sindaci di Roma, Donzelli,Roma 1993; G. Pagnotta, All'ombra del Campidoglio: Sindaci e giunte di Roma dal dopoguerra al1993, Il Manifesto, Roma1993.; Ead., Sindaci a Roma: il governo della capitale dal dopoguerra aoggi, Donzelli, Roma 2006; M. Marincolo, Il ruolo dei cattolici nell’Assemblea Costituente, Ferrari,Paludi (CS) 1998.Cfr. anche: V. Atripaldi, Il catalogo delle libertà civili nel dibattito in Assemblea Costituente,Liguori, Napoli 1979; A. Tempestini, Laici e clericali nel sistema partitico italiano. La Costituentee l’articolo 7, Angeli. Milano 1987; M. L. Sergio, Confronto con la fede. Religione civile e identitàcristiana nella cultura laica della Costituente, Studium, Roma 2007.Su Zuccarini cfr. M. Tesoro, Democrazia in azione. Il progetto repubblicano da Ghisleri aZuccarini, Angeli, Milano 1996; Aa. Vv., I repubblicani all’Assemblea Costituente, Rubbettino,Soveria Mannelli 201021

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