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GALEAZZI Giancarlo, I MARCHIGIANI NELLA COSTITUENTE

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Per quanto riguarda il gruppo socialista, è da rilevare che i suoi componentiappartenevano tutti alla classe politica prefascista, per cui il loro contributo allaformazione della Costituzione fu quello tipico dell’antico parlamentare; daaggiungere che, nella fattispecie, tale contributo risentì anche della loro comuneformazione forense, nonché dell’orientamento riformista del loro socialismo.Per quanto riguarda il gruppo democristiano, è da dire che, per un verso, fucontrassegnato (come in generale per tutta la DC) da una relativa eterogeneità dovutaalla diversa provenienza delle componenti democristiane; e per altro verso fucaratterizzato dalla indiscussa leadershep di Umberto Tupini che scaturiva dal fattoche egli era stato tra i fondatori del PPI nel 1918-19 (con il “Manifesto ai liberi eforti”), e della DC nel 1943, e (come abbiamo accennato) vice presidente della“Commissione dei 75” e presidente della I sottocommissione. Tutto questo spiegaperché a Tupini sia stata giustamente dedicata una ripetuta attenzione.Ciò non toglie, però, che sarebbe opportuno prestare attenzione, tanto alla presenzacomplessiva dei Costituenti marchigiani (nati ed eletti nelle Marche, nati nelleMarche ed eletti altrove, ed eletti nelle Marche ma nati altrove) quanto a specifichefigure che a diverso titolo furono significative in sede costituente: penso, peresempio, a Giovanni Conti che, come abbiamo accennato, rappresentò in campolaico una figura analoga a quella di Umberto Tupini: sia a livello di incarichi, sia alivello di elaborazione di idee per la Costituzione; penso a Adele Bei, unica donnamarchigiana in quella Assemblea (le donne erano in tutto ventuno, di cui cinquefecero parte della Commissione dei 75); penso a Piero Malvestiti per il suo passato di“neoguelfo”, e a Enrico Medi per il suo futuro sociale e scientifico; ovvero apersonalità che hanno avuto una qualche importanza successivamente: in sedenazionale penso a personalità come quelle dei repubblicani Giuseppe Chiostergi (chefu sottosegretario per il commercio con l’estero) e, soprattutto, Olivieri Zuccarini(che fece parte della II sottocommissione della “Commissione dei 75”) e deidemocristiani Renato Tozzi Condivi e Fernando Tambroni Armaroli(successivamente figure rilevanti a livello parlamentare e governativo) e in sede6

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