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che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome - Camera di Commercio ...

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L’Albero della Confederazione dai primi tre Cantoni<br />

del 1281 a quelli del 1815.<br />

Nel l<strong>un</strong>go elenco degli atti più meritori dell’Elvetica<br />

ci sono la proclamazione dell’uguaglianza dei<br />

citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> fronte alla legge, la parità linguistica, la<br />

libertà <strong>di</strong> pensiero e <strong>di</strong> opinione; la creazione della<br />

citta<strong>di</strong>nanza svizzera, la separazione dei poteri, la<br />

soppressione delle barriere doganali interne, l’<strong>un</strong>ifi<br />

cazione dei sistemi <strong>di</strong> pesi e <strong>di</strong> misure, la riforma<br />

del <strong>di</strong>ritto civile e penale, l’autorizzazione dei matrimoni<br />

misti (cattolici-riformati), la soppressione<br />

della tortura, l’incentivo all’istruzione, l’impulso<br />

alle opere pubbli<strong>che</strong>. Tra i primi provve<strong>di</strong>menti<br />

presi <strong>dal</strong> Parlamento dell’Elvetica ci furono an<strong>che</strong><br />

l’abolizione degli oneri feu<strong>dal</strong>i <strong>di</strong> natura personale<br />

(4 maggio) e la soppressione del prelevamento<br />

delle decime e <strong>di</strong> altri oneri (10 novembre).<br />

Questo ultimo provve<strong>di</strong>mento, <strong>che</strong> doveva costituire<br />

la grande conquista della Rivoluzione ebbe<br />

invece, come nota William Martin, in Storia della<br />

Svizzera, Bellinzona 1980 «<strong>un</strong> quadruplice effetto<br />

negativo: mandò in rovina lo Stato, <strong>di</strong>sorganizzò<br />

l’assistenza pubblica e il bilancio dei Com<strong>un</strong>i,<br />

scontentò i benefi ciari, <strong>che</strong> la trovavano insuffi -<br />

ciente, irritò i proprietari spodestati, sia nobili feudatari<br />

sia capitalisti citta<strong>di</strong>ni e infi ne sollevò contro<br />

il governo tanto i conta<strong>di</strong>ni dei cantoni montani<br />

quanto gli agricoltori dell’altipiano».<br />

L’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione<br />

Per questo, l’opposizione all’Elvetica cresceva <strong>di</strong><br />

giorno in giorno. Così, non appena l’esercito fran-<br />

cese cominciò a subire le prime sconfi tte sui fronti<br />

orientali, gli Svizzeri accolsero a braccia aperte le<br />

armate alleate contro la Rivoluzione. Man mano<br />

<strong>che</strong> i Francesi si ritiravano, l’Ancien Régime si ricostituiva<br />

automaticamente. La Svizzera <strong>di</strong>venne<br />

allora campo <strong>di</strong> battaglia della tremenda guerra tra<br />

rivoluzione e controrivoluzione. Le sorti del confl<br />

itto furono decise nelle gran<strong>di</strong> battaglie <strong>di</strong> Zurigo<br />

del 4 giugno (40.000 francesi contro 60.000 austriaci)<br />

e del 25-26 luglio 1799 (40.000 francesi<br />

contro 60.000 austro-russi), nelle quali i francesi<br />

del generale Massena riportarono due splen<strong>di</strong>de<br />

vittorie.<br />

Di conseguenza la Svizzera restava ancora sotto il<br />

giogo francese e Napoleone Bonaparte <strong>di</strong>ventava<br />

l’arbitro assoluto del suo destino. Sarà lui, infatti,<br />

a imporre, il 19 febbraio 1803, l’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione<br />

<strong>che</strong> darà alla Svizzera, sconvolta da cinque<br />

anni <strong>di</strong> rivolte e guerre civili, la pace e la stabilità<br />

interna. Nella Confederazione dell’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione,<br />

ai 13 vecchi Cantoni si aggi<strong>un</strong>gevano a<br />

parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti quelli <strong>di</strong> San Gallo, dei Grigioni,<br />

dell’Argovia, della Turgovia, del Ticino e del Vaud.<br />

Per il momento Ginevra e Bienne restavano annesse<br />

alla Francia, Neuchâtel restava fuori <strong>dal</strong>la<br />

Confederazione e il Vallese <strong>di</strong>ventava <strong>un</strong>a Repubblica<br />

sotto il com<strong>un</strong>e protettorato della Svizzera e<br />

della Francia. Memore del fallimento dell’Elvetica,<br />

Napoleone volle allora dare agli Svizzeri <strong>un</strong> governo<br />

<strong>che</strong> tenesse più conto delle tra<strong>di</strong>zioni locali.<br />

Egli aveva soprattutto capito <strong>che</strong> il cambiamento<br />

era possibile solo nella continuità e per questo<br />

impose <strong>un</strong> regime <strong>che</strong> <strong>di</strong> fatto somigliava più a<br />

quello della vecchia Confederazione <strong>che</strong> a quello<br />

dell’Elvetica. Ann<strong>un</strong>ciando, meglio decretando,<br />

l’Atto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione, in <strong>un</strong> appello agli Abitanti<br />

dell’Elvezia, il 30 settembre 1802, Napoleone, tra<br />

l’altro scriveva: «Da due anni offrite <strong>un</strong>o spettacolo<br />

desolante.[...] il vostro governo <strong>ha</strong> espresso il<br />

desiderio <strong>che</strong> si ritirassero le po<strong>che</strong> truppe [francesi]<br />

ancora in Elvezia. Il governo francese <strong>ha</strong> colto<br />

quest’occasione per rendere omaggio alla vostra<br />

in<strong>di</strong>pendenza. E subito i vostri partiti si sono scatenati<br />

con nuova ferocia: il sangue svizzero è stato<br />

sparso da mani svizzere. Per tre anni vi siete azzuffati<br />

senza per questo capirvi. Se vi si lascia fare<br />

continuerete a uccidervi per altri tre anni... È vero<br />

<strong>che</strong> avevo deciso <strong>di</strong> non occuparmi più dei vostri<br />

affari, ma non posso, non devo restare insensibile<br />

alla sventura <strong>che</strong> vi affl igge. Revoco quin<strong>di</strong> la mia<br />

decisione: f<strong>un</strong>gerò da arbitro dei vostri confl itti,<br />

e la mia me<strong>di</strong>azione sarà effi cace. Ogni uomo <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio sarà persuaso <strong>che</strong> la me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> cui<br />

mi faccio responsabile è per l’Elvezia <strong>un</strong> atto della<br />

Provvidenza». Nonostante i molti effetti negativi,<br />

i rinnovamenti introdotti <strong>dal</strong>l’occupazione napoleonica<br />

sarebbero stati d<strong>un</strong>que utili all’Italia e<br />

alla Svizzera per costruire la loro <strong>un</strong>ità nazionale,<br />

nell’ambito <strong>di</strong> <strong>un</strong> moderno Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, ispirato<br />

ai principi <strong>di</strong> democrazia, <strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> uguaglianza<br />

sanciti <strong>dal</strong>la Rivoluzione francese.<br />

la Rivista<br />

n. 10 - Ottobre 2010<br />

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