nostra predicazione e nella catechesi, quando ce ne serviamo pertratteggiare la verità profonda della nostra fede cristiana, la quale èda intendere soprattutto (come ci ricorda particolarmente la “letteratura”giovannea) come amore: «Questo è il mio comandamento:che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12).La misura dell’amore, però, non sta in noi stessi, ma nel Figlio diDio incarnato per opera dello Spirito Santo-Amore. Egli superal’antica sapienza, giunta a concepire addirittura la legge regale, cioèad amare il prossimo come se stessi (cf. Gc 2,8).C’è, però, un’esperienza emblematica tra noi che, in qualche modo,è in grado d’ispirare, chiarire e purificare le infinite modalità e possibiliesperienze dell’amore. Si tratta dell’amore tra un uomo e unadonna, amore in cui le persone, nella loro reciproca integralità dicorpo, di mente, di intenti e di cuore, concorrono inscindibilmentein un processo dinamico, che chiamiamo sempre amore, attraversol’intensità e la sublimità del quale all’essere umano si schiudeuna promessa di felicità, che sembra irresistibile. A quest’amoreche non nasce dal pensare e dal volere, ovvero da una riflessionespeculativa, oppure da una decisione, ma che in certo qual modos’impone a ognuno dei due, come se venisse irresistibilmente dafuori, l’antica Grecia diede il nome di eros.Nel Simposio il medico Erissimaco (al quale Platone affida ilcompito di fornire una cura appropriata sia al corpo, sia all’anima)distingue tra un eros buono (fondato sull’ordine, l’armonia e latemperanza) ed un eros cattivo (fondato sul disordine e l’eccesso):«Eros ha dunque una potenza così vasta e grande, e, anzi, una potenzauniversale. Ma l’amore che tende alle cose buone e si accompagnaa temperanza e a giustizia, sia presso di noi sia presso gli dèi,questo ha la potenza più grande e ci procura ogni felicità, rendendocicapaci di stare insieme gli uni con gli altri, facendoci essere13
amici con gli esseri che sono al di sopra di noi» 13 . A ben vedere, ilcristianesimo non si limiterà a riprendere quanto la grecità filosofica,prima, la latinità poi, avevano già teorizzato sull’amore neisuoi vari aspetti, anche erotici, giungendo talvolta a vere e proprivette poetiche, per esempio con Sofocle e Virgilio. Nei testi biblicicristiani, infatti, la terminologia antica dell’amore viene superataperché giudicata sorpassata. Infatti, «è qualcosa di nuovo, fruttodella libertà trinitaria del Figlio. Non è fatto elitario, ma principiouniversale di socialità liberata e liberante» 14 .In conclusione, mentre i filosofi (e alcuni commentatori cristianisulla loro scia) avevano teorizzato la gerarchia dell’eros (dalla sua“negatività” alla “positività”) e continuavano a teorizzarla ancora,perfino parallelamente al formarsi del canone biblico e del primopensiero cristiano, i libri biblici, a partire dal Cantico dei cantici, seletti correttamente, cioè nello spirito del santo amore che li ispirò,presentano tutta la vasta tastiera dell’amore (sia carnale che spiritualee divino) come un’unica realtà, sia pure articolata, in quantovoluta da Dio stesso. L’amore, insomma, non è una scala, come nellateorizzazione degl’intellettuali antichi, dall’impuro al puro, bensìè una vasta tastiera, voluta dal Creatore e redenta dal Salvatore, incui perfino l’amore sessuale tra uomo e donna, ma anche l’amoredi pura amicizia, nonché la carità ed il servizio o la dedizione generosae senza tornaconti, sono, come in uno strumento musicalea percussione, altrettante «forme qualitativamente differenti, destinate,però […] a compenetrarsi, anche se non si scambiano né siconfondono mai» 15 .La morale orientata in senso cristiano, non è, dunque, contro la13 Platone, Simposio, 188 D 4-9; versione di G. Reale, Per una nuova interpretazione di Platone,Vita e Pensiero Università, Milano 2003, p. 462.14 G. Cicchese-P. Coda-L. Žák (edd.), Dio e il suo avvento. Luoghi, momenti, figure, CittàNuova Editrice, Roma 2003, p. 459.15 A. Milano, Donna e amore nella Bibbia, eros, agape, persona, EDB, Bologna 2008, p. 104.14
- Page 2: Vincenzo BertoloneUbi caritas et am
- Page 5 and 6: sulle necessità che, dalla meditaz
- Page 7 and 8: papa Benedetto XVI sintetizzò cos
- Page 10: tutte le stagioni della vita, l’a
- Page 16 and 17: vasta e complessa tavolozza dell’
- Page 18 and 19: Questo amore di Dio arriva fino all
- Page 20 and 21: miracoli e doni d’amore d’ogni
- Page 22 and 23: dell’amore eucaristico, che è am
- Page 24 and 25: L’essere umano, avendo imparato a
- Page 26 and 27: mo esempio di “carità sfrenata
- Page 30 and 31: Capitolo secondoSaremo giudicati su
- Page 32 and 33: ale del territorio, che raccomando
- Page 34 and 35: In un mirabile testo di Tobia (Tb 4
- Page 36 and 37: (Lc 6,36): questo non è un vago e
- Page 38 and 39: posto 36 , “carità della ragione
- Page 40 and 41: Capitolo terzoIl pane nutre gli aff
- Page 42 and 43: liturgia d’amore vissuta in primo
- Page 44 and 45: uno sgradevole disprezzo per chi, m
- Page 46 and 47: cuore per mezzo di varie virtù all
- Page 48 and 49: ne gravi o terminali, senza mostrar
- Page 50 and 51: delinquenti. Un mondo spesso spieta
- Page 52: clinicamente, sia per accomiatarsi
- Page 55 and 56: occorre essere sempre pronti a disc
- Page 57 and 58: diventa anche opera di carità quan
- Page 59 and 60: dove si annidano anche i mali del m
- Page 61 and 62: tica l’opera di misericordia spir
- Page 63 and 64: co” in grado di trovare una possi
- Page 65 and 66:
che è venuta o vive nel mondo e ch
- Page 67 and 68:
ma intesa propriamente con il signi
- Page 69 and 70:
sofferenza e nella misteriosa gioia
- Page 71 and 72:
dell’antiusura, per venire incont
- Page 73:
Finito di stamparenel mese di Sette