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Untitled - ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI CATANZARO ...

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ale del territorio, che raccomando particolarmente agli uffici diCuria ed ai consigli pastorali parrocchiali.In sostanza, è il “Principio-amore” a dar compimento alle operebuone, che sono il frutto di un cuore rinnovato perché abitato dallagrazia filiale. La carità ci avvicina a Dio nell’affetto, e la misericordia,come la più grande virtù di legame col prossimo, ci rendesimili a lui nell’operare 33 , nel pensare, nel desiderare. Perciò la misericordianon si limita ai soli sentimenti, ma invita a soccorrereconcretamente i nostri fratelli. Per definizione, sono quattordici leopere di misericordia: sette corporali e sette spirituali (sette è cifrasimbolica, che rinvia alla totalità). Tuttavia, le opere di misericordiasono molte di più, sono infatti tante quante le miserie umane,presenti e future, da alleviare sempre, e la misericordia, provenientedallo Spirito Santo-Amore, trascende i gesti sempre nuovi e fantasiosiin cui essa si manifesta, quindi non è riducibile alle opere di33 Avendo già accertata l’etimologia della parola “misericordia”, resta ora da esaminarne l’aspetto“operativo”, o, come è stato definito, il “nuovo decalogo”, specialmente per la mentalità“religiosa” di tante persone che, al di fuori del culto prestato nel tempio, dinanzi alle necessitàdel prossimo, “passano dall’altra parte”, come il sacerdote della parabola del buon Samaritanoovvero “oltre”, come quel levita (cf. Lc 10,31-32).Una religione che non si ferma davanti all’uomo è inutile: potremo avere città e borghi pienidi templi ma sarebbe sempre un mondo senza carità, senza amore, senza misericordia. Civogliono – allora – delle azioni, dei comportamenti, delle “opere”, appunto. Il cristiano deveimitare Gesù – buon Samaritano, la sua virtù morale, il suo senso di giustizia: tanto maggioreè l’indigenza (il bisogno), tanto più aumenta l’obbligo di aiutare chi è in questo stato. I maliin cui giace il fratello indigente sono rispettivamente la fame, la sete, la nudità, l’essere senzadimora, l’infermità, la prigionia e la morte insepolta. Storicamente, sono le sette opere di misericordiacorporale, cui fanno compagnia quelle “spirituali”. La misericordia si configura come«espressione dell’essenza divina» e viene indissolubilmente collegata agli altri attributi di Dioquali la santità, la giustizia, la fedeltà, ecc. Il Dio biblico e a maggior ragione nella sua epifaniain Cristo, non è semplicemente l’ipsum esse subsistens, ma – come ha intuito Blaise Pascal nelsuo Mémorial – è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, il Dio dei poveri, degli orfani e dellevedove, il Dio che si commuove, che penetra la vita umana e si lascia toccare da essa. la misericordiaè specchio della Trinità e della sua intima essenza. La misericordia, attributo divinoè una chiamata ad essere conformi a Dio, a vivere la beatitudine della misericordia, ossia adessere misericordiosi come il Padre celeste. Questa somiglianza è – secondo Tommaso d’Aquino- «summa religionis christianae» (STh II-II, q. 30, a. 4 ad 2). La concretezza di questa prassie imitatio Dei e passa per il perdono reciproco, le opere di misericordia corporale e spiritualee l’amore dei nemici.31

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