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di AndreA GAGliArdi
Tanto tempo fa, a Kurume, un paesino
rurale del Giappone, un ragazzo di nome
Akira Matsumoto, guardando un
cielo pieno di stelle, lontano dall’inquinamento
luminoso dei nostri giorni,
sognava. Il suo sogno era popolato da
strani personaggi che avevano qualcosa
in comune: ideali, scopi, ambizioni.
C’erano due uomini, legati da un’amicizia
tanto forte da superare i luoghi e
gli anni, c’erano le vastità siderali che
nessuno ancora aveva visitato, c’erano
donne bellissime, misteriose e tristi,
c’era il concetto
della libertà individuale
che lotta per
la libertà universale.
Questo ragazzo nel
1956 arrivò a Tokyo
e riuscì a rendere
materiali
i suoi luminosi
sogni creando,
prima
sulla carta
e poi sullo
schermo, un coro di personaggi e ambientazioni
delicatamente geniali. Se il
genio consiste infatti nel creare qualcosa
di unico e mai visto prima, è proprio
questo che accadde quando Leiji
Matsumoto (il suo pseudonimo) diede
vita al suo universo di pirati spaziali
che solcano le galassie in nome della
libertà e della giustizia. Harlock vola
libero nell’universo sull’astronave Arcadia
(nomi presi dalla lingua tedesca,
esotica per un giapponese
a quei tempi) con
un equipaggio di 40
elementi più uno,
il computer centrale
che con- serva in sé l’anima
del suo miglior amico, il costruttore geniale
Tōchiro che, come lo stesso capitano,
ha lottato per restituire al pianeta
Terra la libertà e la dignità perdute.
Anche Esmeralda, bellissima donna pirata
dai capelli rossi, che guida solitaria
la sua rossa astronave
(l’autore credeva che
lo smeraldo fosse rosso!)
vaga nello spazio inseguendo
la giustizia e la malinconica Metel
ripete il suo viaggio sul Galaxy
Express, osservando il comportamento
degli esseri viventi. Questi
ed altri cento personaggi vivono e
intrecciano le loro storie negli universi
di Matsumoto, cambiando ruolo o personalità,
senza smettere di combattere
per i propri ideali. Le cicatrici sui loro
volti rappresentano gli errori da cui
hanno imparato nel passato, le loro ferite
esteriori rispecchiano le ferite del
cuore, perché tutti hanno perso qualcosa
di importante e sanno cos’è il dolore.
Dopo 50 anni i sogni di quel ragazzo
continuano ad essere attuali e
necessari; le sue creature continuano
ad esistere e a parlare. Ci stanno dicendo:
vola libero inseguendo la tua giustizia
senza paura di raggiungere la meta,
rendi sempre onore al nemico sconfitto
e dividi la bottiglia con i veri amici.