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sempre e non stancarmene mai.<br />
Arrivo a Santa Giustina e mi fermo davanti<br />
alla stazione. Lì finiscono le indicazioni,<br />
ora devo trovare il posto. Tre strade<br />
partono dalla stazione, una a destra, una<br />
a sinistra, una al centro. Il mio istinto mi<br />
dice che percorrendo la grossa via centrale<br />
mi avvicinerò ad un bar in cui fare colazione<br />
e chiedere informazioni. Faccio il<br />
mio piccolo hike cittadino e dal bar passo<br />
ad una via secondaria che mi porta verso<br />
le montagne. Comincio ad aver sete<br />
quando trovo via Colonnelo Cumano, una<br />
non aver visto le difficoltà della signora.<br />
Ma io mi sento scaut molto di più quando<br />
non ho l’uniforme addosso, perché senza<br />
uniforme ho una scelta: aiutare o non aiutare.<br />
E posso scegliere senza il timore di<br />
far fare brutta figura a tutti gli altri scaut.<br />
Mi siedo al mio posto. Potrei scrivere al pc<br />
o ascoltare musica, ma ho lasciato a casa<br />
i caricatori… Se la mia Akela mi vedesse<br />
adesso mi rimprovererebbe come faceva<br />
quando ero solo una zampa tenera. Una<br />
vita fa. Guardo il signore davanti a me e<br />
penso che deve suonare strano a persone<br />
più anziane questo mio“una vita fa”, come<br />
quando i miei lupi mi dicono “Akela non ridevo<br />
così dai tempi dell’asilo”. Non avendo<br />
altro da fare e visto che gli scomodi sedili<br />
mi fanno svegliare ogni dieci minuti continuo<br />
a pensare. Ora potevo stare a letto a<br />
dormire, perché andare a quest’Indaba? È<br />
fuori mano, ci verrà poca gente, ci saranno<br />
lunghe cerimonie dentro cimiteri. Perchè?<br />
Scendo a Padova tutto insonnolito e mi dirigo<br />
verso la banchina del treno per Santa<br />
Giustina di Belluno. Un ragazzo mi chiede<br />
se questo è il treno che va a Belluno e io<br />
gli rispondo di sì con un sorriso. Lui mi sorride<br />
di rimando, sorpreso: le persone non<br />
sorridono a quest’ora del mattino. Salgo<br />
sul secondo treno e mentre la terra fugge<br />
sotto di me mi godo il paesaggio. Quanto è<br />
bello il nostro paese. Le pianure, le colline,<br />
i fiumi, le montagne. Potrei guardarli per<br />
strada in salita. Ovviamente. Solo lì sopra<br />
può essere la mia meta. Il paesaggio che<br />
mi attende non ha eguali al mondo: prato<br />
verde chiaro, sulla linea dell’orizzonte<br />
chiome di alberi e sullo sfondo le Dolomiti.<br />
Non ho mai visto nulla come le Dolomiti<br />
ed io ho visto il Kilimangiaro.<br />
Sono arrivato con varie ore di vantaggio e<br />
i pochi organizzatori dell’evento sono sorpresi<br />
nel trovarmi lì di fronte alla struttura.<br />
Li aiuto nei preparativi e verso l’ora di pranzo<br />
arrivano gli altri. Il pomeriggio facciamo<br />
le nostre attività di branca. Ci confrontiamo,<br />
ci sfidiamo, ci prepariamo. Alla sera<br />
4 L’EDITORIALE