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Magazine Avventista -Mar / Avr 2016

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MAGAZINE AVVENTISTA GIORNALE BIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE AVVENTISTA DELLA SVIZZERA ROMANZA E DEL TICINO - N° 2 - MAR / APR <strong>2016</strong><br />

DOSSIER<br />

CZECHOWSKI, GEYMET,<br />

ANDREWS, …<br />

QUESTI MIGRANTI<br />

CHE HANNO FONDATO<br />

L'AVVENTISMO IN SVIZZERA<br />

INTERVISTA<br />

OLIVIER PORCHET<br />

GIOVENTÙ<br />

FATTO PER AGIRE !<br />

MAGAZINEAVVENTISTA.COM


EDITO<br />

UN BASTONE ROTTO…<br />

È con una certa emozione che scrivo all’alba di questa domenica mattina. Non un solo rumore in casa, e<br />

nel silenzio del mondo scorrono davanti a me i volti dei miei cari fratelli e sorelle scomparsi. E noto il loro<br />

costante impegno per la chiesa. Ritorna Signor Gesù!<br />

A cosa serviamo? È il titolo di un articolo. Certo, servo Dio e la Chiesa e servo a rendere felici i miei intimi,<br />

ecc.. Ma non devo servire affinché altri individui, che mi sono completamente sconosciuti e non dipendono<br />

da me, siano felici?<br />

Abbiamo bisogno di respiro, per uscire da relazioni confuse o nocive in famiglia o nella Chiesa. Questo è<br />

altruismo?<br />

E ancora, quei muri che si erigono, questo filo spinato per impedire ai migranti di entrare a casa nostra. Nel<br />

loro paese, a stragrande maggioranza non ha alcuna possibilità di vivere una vita dignitosa, non disponendo<br />

di cibo e di un alloggio. Se Gesù dice “Beati i poveri” è perché il cuore di Dio viene toccato dalla loro<br />

sofferenza. Ci invita alla comprensione e a diventare noi stessi poveri.<br />

La chiesa avventista si trova spesso di fronte alla sua storia. È rivelatrice di questo sentimento<br />

di umiltà che ha caratterizzato i suoi protagonisti in tutti questi anni. È importare dare un colpo<br />

d’occhio retrospettivo, ma senza nostalgia. Niente è statico perché la storia della nostra chiesa<br />

è un progetto dinamico di Dio. Vento in poppa !<br />

David Jennah<br />

Presidente FSRT<br />

SOMMARIO<br />

2<br />

3<br />

5<br />

Fatto per agire !<br />

Intervista Olivier Porchet<br />

Czechowski, Geymet, Andrews…<br />

Questi migranti che hanno fondato<br />

l'Avventismo in Svizzera.<br />

9<br />

10<br />

Un abbraccio, un libro, una nuova vita<br />

Le leguminose, buone per voi<br />

e per il pianeta<br />

12<br />

Versione francese<br />

Giornale bimestrale della Federazione avventista della Svizzera Romanza e del Ticino (FSRT)<br />

N°2 /<strong>Mar</strong>zo-Aprile <strong>2016</strong><br />

Rivista gratuita<br />

Stampato in Germania<br />

Caporedattore : Rickson Nobre - Editore : Dipartimento delle Comunicazioni FSRT - Redazione a cura di : Rickson Nobre, David Jennah, Nathalie<br />

Wagnon, Eunice Goi, Yolande Grezet, Pierrick Avelin, Serena Zagara et Adriana Stazi - Impaginazione e grafica : Eunice Goi - Redattori : Pierrick<br />

Avelin, Rickson Nobre, Eunice Goi, Dr Pamplona Roger - Collaboratori : Olivier Porchet, Dipartimento della Gioventù FSRT - Traduttore : Serena<br />

Zagara - Correzione a cura di : Borbála Galánthay <strong>Mar</strong>ti<br />

Photo credit<br />

Copertina : www.archivesadventistes.org, Eunice Silva Goi - pagina 2 : dollarphoto - pagina 5 : Eunice Goi - pagine 6 et 7 : www.archivesadventistes.org<br />

- pagina 8 : www.archivesadventistes.org, René Frauchiger - pagina 9 : Carlos Alvarenga - pagina 10 : Lebensmittelfotos<br />

La responsabilità degli articoli firmati pubblicati su MAGAZINE AVVENTISTA è dei singoli autori.


GIOVENTÙ<br />

> FATTO PER AGIRE !<br />

Durante la rivoluzione bolscevica, nella stessa<br />

sera si stavano tenendo due riunioni in una via di<br />

Mosca. La prima era quella della chiesa ortodossa<br />

russa. Era in occasione dell'assemblea nazionale e<br />

hanno discusso tutta la notte sul tipo di vestito che<br />

i preti dovevano portare. La seconda riunione era<br />

quella di Lenin e i suoi amici, che preparavano gli ultimi<br />

piani per cambiare la faccia della terra attraverso<br />

la causa comunista.<br />

Due riunioni dagli impatti diversi. Due gruppi,<br />

uno che si occupa di futilità, l'altro<br />

pronto all'azionall'azione.<br />

Questo fatto storico porta a<br />

questionarci su cosa facciamo del<br />

tempo che ci é dato. « Siamo<br />

ciò che ripetiamo ogni giorno<br />

», diceva Aristotele. Tutti disponiamo<br />

di 24 ore al giorno.<br />

Ciò significa 1440 minuti, o<br />

864.000 secondi. Cosa ne facciamo<br />

di questo tempo ? Troppo<br />

spesso mi riconosco nella prima<br />

categoria. Perdendo tempo ed energie<br />

in cose secondarie che spesso<br />

lasciano il tempo che trovano, mentre<br />

in realtà desidero poter fare la differenza.<br />

Come può cambiare tutto questo ?<br />

In realtà, il nostro problema non viene per<br />

forza dal fatto che non agiamo, piuttosto dal fatto<br />

che non viviamo tutti i piani e i progetti di Dio per<br />

noi. Vediamo molto spesso dei chiari obiettivi, come<br />

per esempio un successo professionale, mentre la<br />

Bibbia ci chiama all'avventura ! Michel Ange diceva<br />

« Per la maggior parte di noi, il più grande pericolo<br />

non é aver avuto uno obiettivo troppo alto e non<br />

averlo raggiunto, ma al contrario é avere troppo<br />

poca ambizione per raggiungerlo ».<br />

Che programma ! É così grande che può fare<br />

paure. Ma preferisco vederlo come una sfida che la<br />

Parola ci lancia. <strong>Mar</strong>tin Luther King diceva « vivete i<br />

sogni che la vita vi sfida a sognare ». In questa logica,<br />

abbiamo nel testo di Isaia un sogno che Dio ci<br />

sfida a sognare.<br />

Questo non é solo per fare la differenza nel<br />

mondo, ma anche per noi ! Perché non bisogna dimenticare<br />

una delle chiavi della felicità che Gesù ci<br />

ha donato « C'é piu gioia nel dare che nel ricevere 2<br />

». Conclusione alla quale Jean-Jacques<br />

Rousseau era arrivato: “so e sento che<br />

fare il bene é la più sincera felicità<br />

che il cuore umano possa provare ».<br />

Dio ci lancia questa importante<br />

domanda : che ne faremo della<br />

nostra vita ? Viviremo per noi<br />

stessi o prenderemo la coraggiosa<br />

decisione di diventare<br />

veri discepoli ? Metteremo<br />

dei limiti a ciò che Lui può fare<br />

per noi, dimenticando quello che<br />

diceva Paolo « Io posso ogni cosa in<br />

colui che mi fortifica 3 », o seguiremo<br />

l'esempio di Isaia, « allora ho sentito il<br />

Signore chiedere 'Chi invierò ? Chi sarà il<br />

nostro portavoce ?’ e io ho risposto 'eccomi, manda<br />

me' 4 » ?<br />

Dio ti lancia la stessa sfida: cosa risponderai ?<br />

Sei pronto all'azione ?<br />

1<br />

Isaia 58.6-7 2 Atti 20.35b 3 Filippesi 4.13 4 Isaia 6.8<br />

Qual é dunque l'obiettivo che ci propone la<br />

Bibbia ?<br />

« Ecco ciò che sostengo: liberare le persone<br />

incatenate ingiustamente, togliere il giogo che pesa<br />

su di loro, restituire la libertà a quelli che sono oppressi,<br />

quindi, eliminare tutto ciò che li rende schiavi.<br />

É condividere il tuo pane con colui che ha fame, dare<br />

un alloggio a quelli che non hanno casa, vestire coloro<br />

che non hanno vestiti. Non é evitare colui che é<br />

tuo fratello. 1 »<br />

Pierrick Avelin<br />

Dipartimento della<br />

Gioventù, FSRT<br />

PER RISPONDERE ALL’ARTICOLO<br />

jeunesse@adventiste.ch<br />

2


INTERVISTA<br />

> OLIVIER PORCHET<br />

Intervista a cura di Rickson Nobre<br />

Olivier, ti puoi presentare ?<br />

Sono nato a Losanna, e ho<br />

trascorso i primi anni nella<br />

valle di Joux. Ci siamo<br />

trasferiti nella regione<br />

di Losanna e all’età di<br />

15 anni siamo andati<br />

a Collonges. Lì ho studiato,<br />

ho fatto il liceo e<br />

3 anni di teologia. Non ho<br />

continuato perché mi sono<br />

reso conto che avrei avuto<br />

difficoltà a lavorare come pastore.<br />

Dopo i miei studi ho lavorato<br />

come pastore di pecore per molto tempo.<br />

Ah, quindi non sei fatto per essere pastore di chiesa<br />

ma sì per pastore di pecore ! (risate)<br />

Ecco, pascolavo le pecore. Era divertente! Successivamente,<br />

ho avuto l’opportunità di comprare una<br />

proprietà nel sud della Francia, dove ho potuto sviluppare<br />

una parte delle mie attività agricole e allo<br />

stesso accogliere dei giovani in difficoltà, giovani che<br />

erano passati davanti la giustizia francese. Abbiamo<br />

creato un’associazione con un sorella avventista della<br />

regione che aveva fondato una scuola Montessori.<br />

Ricevevo spesso giovani con difficoltà scolastiche e<br />

andavano a seguire dei corsi da questa sorella.<br />

Come sei tornato in Svizzera?<br />

Mi sono ritrovato solo con 4 bambini. Dovevo prendere<br />

una decisione, se restare in Francia o tornare<br />

in Svizzera. Ero un po’ isolato da tutto. La scuola più<br />

vicina si trovava a 35km e questo complicava le cose.<br />

Presi dunque la decisione di tornare a Vallorbe.<br />

Quando ero studente in teologia, avevo lavorato con<br />

Securitas. Mi misi in contatto con loro dal sud della<br />

Francia. Ma mi dissero che non reclutavano persone<br />

per telefono. Dissi che conoscevo un tal Nanceau<br />

con cui avevo lavorato, che era uno dei responsabili.<br />

Non sapevo se lavorava ancora lì. Ed era lui il<br />

direttore di Securitas di Losanna. Mi ingaggiarono<br />

immediatamente. Lui mi disse “Bisogna aprire un<br />

centro per rifugiato a Vallorbe. Con la tua esperienza<br />

professionale, lavorerai benissimo in questo campo.”<br />

Sei mesi dopo ero uno dei responsabili del centro di<br />

sicurezza di Vallorbe.<br />

Lavori ancora nello stesso posto?<br />

No, un anno e mezzo dopo il direttore mi chiese di<br />

lavorare per la confederazione e dal 2003 mi occupo<br />

di procedure di asilo politico. Faccio delle interviste<br />

ai richiedenti e dopo prendo una decisione. Sono io<br />

che decido se i loro motivi sono rilevanti in materia<br />

di asilo politico o se devono lasciare la Svizzera. O<br />

se devono ottenere una mozione provvisoria per un<br />

motivo in particolare.<br />

Immagino che ti debbano temere. Si chiedono<br />

cosa deciderai. Sono delle decisioni pesanti che<br />

prendi tutti i giorni.<br />

Non tutti i giorni, ma sono delle decisioni che hanno<br />

a che vedere con il futuro di una persona. Non è<br />

sempre facile. Ma non sono temuto dai richiedenti.<br />

Ho dei buoni contatti con loro anche se l’intervista<br />

è a volte difficile. C’è molto rispetto. Le cose vanno<br />

avanti piuttosto bene. Anche quando prendo la<br />

decisione che la persona deve lasciare la Svizzera,<br />

la chiamo nel mio ufficio e le spiego il perché. Mi<br />

prendo del tempo per spiegarle che con gli elementi<br />

che presenta, non gli è possibile restare in Svizzera.<br />

Sei un uomo di chiesa, anziano di chiesa. Sappiamo<br />

bene che non puoi fare proselitismo lì dove<br />

sei. Ma in che modo la tua fede può cambiare tutto<br />

rispetto a un altro che ha la tua stessa fede?<br />

Ho preso l’abitudine di dedicare un tempo in preghiera<br />

nel mio ufficio la mattina prima di cominciare<br />

il mio lavoro. E noto che in determinate situazioni,<br />

reagisco in maniera diversa rispetto ai miei colleghi.<br />

Mi ricordo quando una volta ero con una persona<br />

della Georgia, molto violenta, era uscita di prigione<br />

e aveva aggredito violentemente degli ufficiali di polizia.<br />

Avevo letto il rapporto della polizia. Sapevo<br />

che questa persona era pericolosa. Quando comincia<br />

l’intervista, questo signore provò a dettare lui le<br />

regole del gioco. Rapidamente si creò una tensione.<br />

Vidi che la pelle di questo signore cambiava colore.<br />

Vidi la sua rabbia aumentare. Non dissi niente e mi<br />

misi a pregare in silenzio. Improvvisamente, vidi che<br />

si calmò. Accettò di rispondere alle mie domande,<br />

cosa che all’inizio non voleva fare. Alla fine, chiese<br />

scusa per il suo comportamento. Il traduttore che era<br />

affianco a lui disse “Lei è incredibile. Riesce a fare<br />

cose che nessun altro collega riesce a fare”. Ciò che<br />

è successo non è grazie a me. Ciò che vedo in questo<br />

caso è che la preghiera può essere straordinariamente<br />

efficace e cambiare il comportamento di qualcuno<br />

per un’intervista. Ho vissuto cose incredibili.<br />

3


In generale, essere cristiani in questo contesto è<br />

difficile. Anche se forse per te è diventato normale.<br />

Ma credi che saresti diventato duro o indifferente o<br />

sgradevole come i tuoi colleghi se non avessi avuto<br />

questa fede ?<br />

Vedo dei colleghi che non hanno avuto il coraggio di<br />

lasciare il lavoro a causa dello stipendio interessante<br />

e vivono adesso in uno stato deplorevole. È vero che<br />

non è facile, ma ho anche dei colleghi che fanno un<br />

lavoro straordinario. È anche vero che di fronte a<br />

delle problematiche religiose e a delle persone che<br />

sono state perseguitate per la loro fede, io ho un approccio<br />

diverso da quello dei miei colleghi. Ho una<br />

conoscenza della Bibbia tale che posso distinguere<br />

quando una persona si sta burlando di me o se ha<br />

vissuto una vera conversione.<br />

I tuoi colleghi ti riconosco per questo ?<br />

Oggi lavoro più nel campo amministrativo e meno<br />

nella procedura d’asilo politico, ma c’è stato un tempo<br />

in cui si diceva “Dallo ad Olivier, se la sbrigherà<br />

lui”. Ma per quanto riguarda la fede, la maggior<br />

parte dei miei colleghi non ha alcuna conoscenza<br />

della Bibbia, se non una base.<br />

Mi ricordo di uno proveniente dalla Giordania che<br />

era diventato cristiano. La sua storia lo confermava.<br />

Era una bella conversione. E ovviamente la sua famiglia<br />

non accettò la sua conversione dall’Islam al<br />

Cristianesimo. Era stato diseredato e suo fratello gli<br />

sparò due volte. Fortunatamente, entrambe le volte<br />

la pallottola lo mancò. La sua storia mi toccò profondamente.<br />

E gli diedi protezione. Per una volta, chiesi<br />

alla direzione di non mandargli semplicemente la<br />

lettera per avvisarlo. Perché quando diciamo no, invitiamo<br />

la persona in ufficio per dirlo personalmente.<br />

Ma quando diciamo sì, si manda semplicemente una<br />

lettera per comunicare che è stato concesso lo stato<br />

di rifugiato. E siccome lui era ancora lì, chiesi dunque<br />

di comunicarlo di persona. E fu accettato. Parlai con<br />

uno dei miei colleghi che parla molto bene l’arabo e<br />

gli spiegai che il suo stato era stato accettato e che<br />

avrebbe potuto costruire la propria vita in Svizzera.<br />

Wow ! Deve essere stato un momento molto intenso<br />

!<br />

Sì, mi è piaciuto molto quel momento. Vidi che<br />

all’inizio non capiva bene cosa stesse succedendo.<br />

Tutto d’un tratto, lo capì, si alzò, si mise la mano sul<br />

cuore e mi disse “Le volevo dire…Sarò degno della<br />

fiducia che avete riposto in me”. Così ci sono dei<br />

momenti come questo molto molto intensi che restano<br />

indelebili nella memoria. E ci sono dei momenti<br />

molto difficili. Delle storie di violenza, di tortura che<br />

mi turberanno per il resto dei miei giorni. Ma anche<br />

dei momenti intensi che resteranno vividi fino alla<br />

fine dei miei giorni.<br />

Delle volte, questo ha un impatto sulla mia vita cristiana.<br />

Mi ricordo che una volta, durante la primavera<br />

araba, il centro mi aveva chiamato perché c’erano<br />

5 o 6 persone nord africane che erano esageratamente<br />

violente. Quando andai per provare a parlare<br />

con loro, incominciarono a lanciare delle pietre, dei<br />

proiettili contro i vetri del centro, contro di noi. Eravamo<br />

il bersaglio dei proiettili. La sicurezza chiamò<br />

la polizia, che arrivò. Lo scontro era cominciato. I<br />

magrebini furono fermati dalla polizia a colpi di manganello.<br />

Era venerdì. Il sabato mi recai alla chiesa di<br />

Yverdon per cominciare il sabato con la chiesa. Era<br />

un momento così triste. Ogni volta che chiudevo gli<br />

occhi per pregare, rivedevo quei colpi di manganello,<br />

sentivo le urla, gli insulti. Ero incapace di concentrarmi<br />

su altre cose. A volte ci sono cose così violente<br />

che hanno un impatto forte sulla vita personale<br />

e sulla preghiera.<br />

Un’ultima esperienza. Dall’anno scorso arrivano<br />

molte persone afgane. Uno di loro mi disse che<br />

voleva farmi una domanda. Cominciai a parlare con<br />

lui, e vidi che il suo inglese non era molto buono.<br />

Chiamò un altro afgano che parlava meglio l’inglese.<br />

Allo stesso tempo arrivarono una dozzina di afgani<br />

per vedere cosa stava succedendo. Vidi che la prima<br />

persona si arrabbiò e parlò in maniera molto dura<br />

con gli altri che se ne andarono. Esitò a parlarmi e<br />

alla fine mi chiese con molta esitazione “Non ne posso<br />

più dell’Islam e della sua violenza. Vorrei diventare<br />

cristiano. Dove posso procurarmi un bibbia?”.<br />

Colui che traduce mi chiese se lui poteva rispondere<br />

e gli dico “Certo, fate pure”. E gli disse “Io ho una<br />

bibbia. Quando ho scoperto la Bibbia era una cosa<br />

talmente straordinaria che non ho potuto smettere<br />

di leggerla per 3 giorni. Se vuoi te la do”.<br />

È stato molto impattante vedere che due persone<br />

che non avevano la possibilità di leggere la Bibbia<br />

riuscivano a stare 3 giorni e 3 notti a leggere. Mentre<br />

noi nel nostro paese, dove migliaia di persone hanno<br />

liberamente accesso alla Bibbia e non la leggono<br />

o la leggono in modo aneddotico o trascurabile.<br />

Personalmente, vedere degli afgani immergersi nella<br />

Bibbia mi ha profondamente toccato.<br />

PER RISPONDERE ALL’ARTICOLO<br />

communications@adventiste.ch<br />

4


DOSSIER<br />

CZECHOWSKI, GEYMET,<br />

ANDREWS, QUESTI MIGRAN-<br />

TI CHE HANNO FONDATO<br />

L'AVVENTISMO IN SVIZZERA.<br />

pria identità. Parte per Londra, poi torna a Parigi per<br />

occuparsi dei rifugiati polacchi, successivamente raggiunge<br />

la Polonia come militante politico con l'obiettivo<br />

di liberare il suo paese dall'armata russa, cosa che<br />

non riuscirà a fare. Torna a Parigi.<br />

Dopo un anno e mezzo di “vai-vieni”, nel 1850<br />

Czechowski si incammina verso un'unica direzione.<br />

Lascia l'ordine,sposa <strong>Mar</strong>ia Virginia Delavouet e si stabilisce<br />

con lei in America del Nord (prima degli USA<br />

e subito dopo in Canada) dove lavorerà per 13 anni.<br />

Fondata negli Stati Uniti, la Chiesa <strong>Avventista</strong> del 7°<br />

giorno impiega una quindicina d'anni per arrivare in<br />

Europa. Ed è nella notte del 7 febbraio 1866 che sono<br />

stati realizzati i primi battesimi avventisti in Svizzera<br />

al lago di Neuchâtel. Louise Pigeron, una donna del<br />

cantone di Vaud, sarà la prima avventista dellA confederazione.<br />

La FRST ha celebrato i 150 anni di presenza nel nostro<br />

paese rinnovando l'esperienza con una cerimonia battesimale<br />

nel lago di Neuchâtel. Così,<br />

150 anni dopo, le chiese avventiste<br />

dell'arco del Jura si sono riunite domenica<br />

7 febbraio per il battesimo di<br />

un'altra donna, Fatima.<br />

Come ha fatto il messaggio avventista<br />

ad attraversare il tempo e l'oceano?<br />

Vediamo il percorso di tre migranti<br />

che avevano come unico obiettivo<br />

quello di portare la salvezza agli altri.<br />

La Chiesa <strong>Avventista</strong> del 7° giorno<br />

mondiale viene fondata negli anni<br />

‘40 del 1800 dall'altro lato dell' Atlantico.<br />

E viene dalla Polonia colui<br />

che ha fatto fiorire l'avventismo in<br />

Svizzera. Nato nel 1818 a Cracovia,<br />

Michael Czechowski in un primo momento é stato al<br />

servizio della Chiesta Cattolica. Fu poi ordinato a Varsavia.<br />

Rapidamente deluso dall'ipocrisia che vi regnava,<br />

lascia il monastero e si reca a Roma dove riesce a<br />

incontrare il Papa Gregorio XVI al quale denuncia la<br />

corruzione presente nella chiesa. Non ottenendo alcuna<br />

reazione, visita gli ordini di Parigi dove il risultato<br />

non é diverso. Sono queste varie delusioni che spingono<br />

Czechowski ad allontanarsi dalla chiesa cattolica<br />

e ad avvicinarsi alle Sacre Scritture. Dà degli studi<br />

biblici, predica la temperanza e forma dei gruppi di<br />

lavoro sul miglioramento sociale. La sua leadership e<br />

il suo zelo colpiscono la popolazione dell'epoca. In un<br />

contesto politico fragile, viene arrestato per attivismo<br />

politico. Già i primi anni di vita di Michael Czechowski<br />

rivelano il suo temperamento vigoroso e disponibile.<br />

Dio si é dunque servito delle sue forze e di quelle che<br />

possono essere connsiderate come delle debolezze.<br />

Una volta uscito di prigione, sembra cercare una pro-<br />

Michael Czechowski<br />

Con una formazione di rilegatore, Czechowski prospera<br />

e riesce anche a metter su il suo atelier di rilegatura,<br />

che un giorno prende fuoco, perdendo tutto.<br />

Ancora una prova e una grande delusione che lo<br />

spingono ad imboccare altre strade, più vicine a Dio.<br />

Infatti, é dopo questo disastro che la Società Missionaria<br />

Battista lo invita a formar parte della sua équipe<br />

in un'altra regione canadese. La coppia si trasferisce<br />

e Czechowski, incoraggiato dalla chiesa Battista,<br />

compie un lavoro di evangelizzazione produttivo. Si<br />

tratta dei primi passi del missionario<br />

Michael Czechowski.<br />

Ma l'opera di Dio non si fermerà lì.<br />

Bisognava che Czechowski raggiungesse<br />

il campo missionario battista,<br />

perché fu in quest'occasione che<br />

sentì per la prima volta James White<br />

predicare in una campagna di evangelizzazione.<br />

Profondamente colpito<br />

dalla notizia del ritorno di Gesù,<br />

Czechowski lascia i battisti e viene<br />

battezzato nella chiesa <strong>Avventista</strong> del<br />

7° giorno. Si trasferisce poi a Battle<br />

Creek, sede della chiesa all'epoca,<br />

dove riprende il suo lavoro di rilegatore.<br />

Una nuova e importante tappa<br />

della sua vita comincia.<br />

Ancora una volta, il suo zelo e il suo amore per la Parola<br />

e la sua predicazione fanno di lui un uomo molto<br />

conosciuto. Ellen e James White sono stupiti di vedere<br />

un appena battezzato così impegnato. Vedono<br />

in lui una reale benedizione. Ed é questa la ragione<br />

per cui finanziano la sua missione di evangelizzazione<br />

presso i suoi vecchi amici in Canada, missione che<br />

realizza con successo presentando delle conferenze in<br />

francese. Improvvisamente, senza consultare nessuno<br />

e senza prendersi il tempo per riflettere, Czechowski<br />

decide che lui e la sua famiglia avrebbero lasciato la<br />

regione Clinton per spostarsi nella città di New-York<br />

(Canada). Rendendosi conto delle difficoltà per sopperire<br />

ai bisogni lì dove era stato mandato, Ellen e<br />

James White, comprensivi, decidono di continuare<br />

a sostenerlo finanziariamente. Avvisati in una visione<br />

che Czechowski aveva preso una strada sbagliata,<br />

Ellen e James White gli consigliano di rinunciare a tale<br />

decisione precipitata.<br />

6


Ellen e James White<br />

Ma la sua foga e la sua testardaggine hanno la meglio<br />

su di lui e decide di portare avanti il suo progetto.<br />

Czechowski sbarca in Vermont dove evangelizza<br />

alle minoranze e forma quelle che lui stesso chiama<br />

chiese. Fra due conferenze, scrive la sua biografia<br />

sperando di pubblicarla e guadagnare dei soldi. Ciò<br />

che non faceva parte del piano di Dio non poteva che<br />

trasformarsi in un fallimento. Di fronte alla sua personalità<br />

chiusa a ogni tipo di<br />

richiamo, non gestibile e un<br />

po' dispersa, la chiesa non<br />

riesce più a seguirlo e gli toglie<br />

dunque l'aiuto finanziero.<br />

Questo segna la rottura<br />

fra le due parti a livello “amministrativo”.<br />

Tuttavia, Czechowski continua<br />

il suo cammino e non abbandona<br />

la fede in Dio né le sue<br />

convinzioni religiose avventiste.<br />

Parte alla conquiste del<br />

suo grande sogno, l'evangelizzazione<br />

nel suo continente<br />

di origine, l'Europa. Nel<br />

1864 va in Italia e ottiene uno stipendio dalla Chiesa<br />

<strong>Avventista</strong> del 1° giorno. Quest'ultima scoprirà due<br />

anni dopo che i suoi soldi erano stati utilizzati per la<br />

predicazione del messaggio avventista del 7° giorno,<br />

denominazione che nemmeno conosceva. La determinazione<br />

di Czechowski per i suoi progetti non ha<br />

davvero limiti. É in questo contesto che Czechowski<br />

raggiunge la Svizzera. Ma<br />

non é solo.<br />

Un tal J.D.Geymet (1842-<br />

1923) di Torre Pellice, valle<br />

valdese del Piemonte, é attirato<br />

e toccato dal messaggio<br />

di Daniele predicato nelle<br />

valli da questo missionario<br />

europeo ed erudito. Geymet<br />

chiede di studiare in maniera<br />

più profonda l'insegnamento<br />

del sabato e tutte le verità<br />

bibliche. Seguiranno dei lunghi<br />

mesi di studi e arriverà finalmente<br />

la decisione di farsi<br />

John Nevins Andrews<br />

battezzare. Geymet diventa quindi, nel 1865, il primo<br />

avventista in Europa. Successivamente, arrivano<br />

le prime sfide per questo giovane convertito. La sua<br />

fabbrica di seta dove lavorava da un po' di tempo lo<br />

licenzia a causa del suo rifiuto di lavorare in giorno di<br />

sabato.<br />

Geymet prende la coraggiosa decisione di partire con<br />

il suo mentore per vivere pienamente il mesaaggio<br />

che ha appena accettato. Czechowski, la sua famiglia<br />

e Geymet arrivano dunque a Yverdon, il capolinea dei<br />

treni di quel tempo, e si stabiliscono a Grandson. Geymet<br />

fece qualsiasi tipo di lavoro per aiutare a mante-<br />

nere la truppa, visto che le finanze di Czechowski non<br />

erano sufficienti. Era l'esploratore che cercava le sale<br />

delle scuole, le cappelle e le chiese in cui il suo amico<br />

avrebbe presentato le sue prediche.<br />

In seguito alla presentazione del messaggio avventista<br />

al tempio di Fleurier, due persone decidono di essere<br />

battezzate. La notte del 7 febbraio 1866, quando<br />

il freddo era tale che bisognava rompere il ghiaccio<br />

per entrare nel lago, ebbe luogo il primo battesimo<br />

avventista in Svizzera alla luce delle lanterne, poiché<br />

non si osava ancora battezzare di giorno. Louise Pigueron<br />

e sua figlia si fecero battezzare da Czechowski.<br />

L'anno successivo, nel 1867, grazie a queste due<br />

coraggiose pioniere, si fondata la prima chiesa avventista<br />

ufficiale a Tramelan.<br />

Ma Czechowski, a causa delle sue trattative dubbiose,<br />

perde il sostegno della chiesta <strong>Avventista</strong> del 1°<br />

giorno. In un periodo oscuro della sua<br />

vita, lascia moglie e figli e va in Ungheria<br />

e poi in Romania, dove metterà<br />

ancora una volta il suo zelo al servizio<br />

della proclamazione dell'evangelo.<br />

Dopo aver lasciato il testimone ad altri,<br />

Czechowski muore tristemente in<br />

Austria il 25 febbraio 1876.<br />

Geymet decide allora di continuare<br />

la proclamazione dell'evangelo attraverso<br />

la distribuzione di letteratura<br />

che parlava del messaggio avventista:<br />

nasce quindi il primo colportore<br />

avventista europeo. Avendo visitato<br />

quasi tutte le città svizzere francesi dell'epoca, lascia<br />

al suo passaggio molti esemplari di libri che produrranno<br />

alcuni convertiti nella regione: in particolare,<br />

“La vita del Cristo” e “Da Eden a Eden”, senza considerare<br />

i trattati, le brouchure e i giornali.<br />

lettera scritta a mano<br />

di Michaël Czechowski<br />

Quando Czechowski parte per l'Ungheria, la Chiesa<br />

con sede negli Stati Uniti pensò che era il momento di<br />

sostenere la missione nel nostro paese mandando un<br />

missionario esperto e scelto dalla Conferenza Generale,<br />

nella persona di J.N.Andrews. Ellen White disse<br />

che stavano mandando l'uomo più capace. Nel 1874,<br />

quindi, all'età di 45 anni, vedovo con due giovani adolescenti,<br />

Charles (15 anni) e <strong>Mar</strong>y (12 anni), Andrews<br />

arriva in Svizzera. Il loro coraggio valse la pena, poiché<br />

fu il creatore della rivista “Segni dei tempi”, attraverso<br />

cui la buona novella avrebbe raggiunto vari<br />

paesi europei. Pubblicò anche altre tre riviste: “Herold<br />

der Wahrheit”, in tedesco, “L' Ultimo Messaggio”, in<br />

italiano e “Adeverulu Present” in rumeno. I suoi figli<br />

aiutarono nella traduzione, correzione e stampa della<br />

maggior parte delle pubblicazioni.<br />

É un teologo brillante, anche in Europa, ed è lui che<br />

perfeziona le nostre dottrine come il sabato, il “sonno”<br />

dei morti, il santuario, la decima e il messaggio<br />

dei tre angeli. Anche lui pagherà caro il suo impegno.<br />

Avendo pochi mezzi per vivere, la famiglia si priverà<br />

7


Jean-David Geymet e la sua famiglia<br />

di molte cose. Fu così che <strong>Mar</strong>y si<br />

ammalò e morì nel 1878 a causa di<br />

una tubercolosi all'età di 16 anni.<br />

Più tardi, lui stesso sarà molto malato,<br />

lavorando dal suo letto dettando<br />

gli articoli da scrivere. Morirà<br />

nel 1833, a 54 anni.<br />

Nel decennio successivo, si formarono<br />

dei gruppi in Olanda, Regno<br />

Unito, Belgio, Cecoslovacchia, Ungheria<br />

e Polonia. Più tardi, all'inizio<br />

del secolo, anche nei Balcani,<br />

in Austria, in Spagna e in Portogallo. Si può stimare a<br />

circa dieci mila il numero di avventisti in Europa alla<br />

fine del secolo, 25 anni dopo l'arrivo di J.N.Andrews.<br />

Fu così che la chiesa <strong>Avventista</strong> del 7° giorno divenne<br />

quindi un movimento europeo e mondiale.<br />

Fatima Servain, il giorno del suo<br />

battesimo, le 7 febbraio <strong>2016</strong><br />

Un polacco, un piemontese e un americano. Degli<br />

stranieri di coraggio che hanno dedicato la loro vita<br />

alla predicazione del messaggio avventista in Svizzera.<br />

La loro predicazione non finì mai, attraversando<br />

le epoche e raggiungendoci oggi, come testimonia<br />

il fervore di Fatima, donna straniera proveniente dal<br />

Paraguay, che si è battezzata 150 anni dopo, il 7 febbraio<br />

<strong>2016</strong> al lago di Neuchatel.<br />

Possiamo essere fieri di ciò che l'avventismo è diventato<br />

dopo tanti anni in Svizzera, con i nostri 4500<br />

membri e le nostre istituzioni. Ma é anche il momento<br />

di riflessione e di porsi delle domande. Come testimonia<br />

il battesimo di Fatima, una straniera, il nostro<br />

messaggio ha difficoltà a raggiungere gli autoctoni.<br />

Le nostre chiese si svuotano poco a poco di gente<br />

nata in questo paese, rimpiazzata ancora una volta<br />

da stranieri che ancora una volta vengono nella<br />

nostra confederazione, questa volta non per portare<br />

il messaggio, ma per scoprirlo. Possiamo dire che il<br />

cerchio si chiude. Ma no, cosa fare affinché il messaggio<br />

continui ad essere pertinente in modo che una<br />

persona come Louise Pigueron, donna, una svizzera<br />

intelligente e influente nella sua regione, prenda la<br />

decisione di donarsi a Cristo? Perché non riusciamo<br />

più a raggiungere queste categorie di persone?<br />

Per spiegarlo, alcuni affermano che non ci sono stati<br />

altri evangelisti zelanti ed efficaci come Czechowski,<br />

Geymet o Andrews, che lavorassero con ardore e<br />

amore per la missione. Czechowski, anche se non ha<br />

sempre sottomesso il suo carattere e il suo temperamento<br />

all'azione trasformatrice di Dio, é stato senza<br />

dubbio uno strumento nelle mani di Dio per spargere<br />

il buon seme in Europa e in particolare in Svizzera.<br />

Forse dovremmo cambiare il nostro sguardo sul nostro<br />

bel messaggio e sempre pertinente. Malgrado le<br />

nostre imperfezioni, Dio può fare di noi dei Czechowski<br />

o degli Andrews, con lo stesso coraggio, la stessa<br />

fede e determinazione, affinché ovunque noi siamo,<br />

possiamo avere il ruolo nel piano di Dio per questo<br />

mondo.<br />

PER RISPONDERE ALL’ARTICOLO<br />

communications@adventiste.ch<br />

8


TESTIMONIANZA<br />

> UN ABBRACCIO, UN LIBRO, UNA NUOVA VITA<br />

Era un giorno di una settimana come un’altra. Un<br />

giovedì pomeriggio, il 20 febbraio lei doveva passare<br />

in centro città per sbrigare qualcosa. Nei suoi<br />

pensieri è angosciata e sempre ansiosa per le sfide<br />

della vita. Suo marito, i suoi due bambini, la ricerca<br />

di un lavoro, il senso di colpa per tutto il bene che<br />

non ha fatto o per tutto il bene che avrebbe dovuto<br />

fare. Improvvisamente, si imbatte in un movimento<br />

di gente sul marciapiede. Dei giovani sorridenti con<br />

delle insegne e le braccia aperte le gridano “abbracci<br />

gratuiti!”. Lei non capisce cosa succede. Delle<br />

magliette colorate, un tavolo sulla sinistra con delle<br />

cose sopra. Si fa prendere dalla gioia del momento<br />

e apre le braccia ricevendo vari abbracci<br />

dai giovani. Vede da lontano il titolo “La<br />

via migliore”. “Quanto costa?” chiede.<br />

“Niente” risponde un giovane, “è<br />

gratis”.<br />

Ecco Fatima su un autobus per<br />

tornare a casa leggendo i primi<br />

capitoli di questo libro. Inspiegabilmente,<br />

questo libro la attira molto.<br />

Capitolo dopo capitolo, si sente<br />

ispirata e scopre cose nuove. Dio: lei<br />

ci crede, ma è molto confusa. Ma<br />

quelle pagine sembrano spiegarle le<br />

cose in modo così chiaro che è quasi<br />

“magico”. Legge qualcosa riguardo la preghiera. Si,<br />

può comunicare direttamente con Dio. Legge anche<br />

qualcosa riguardo l’importanza della bibbia. Si, ha<br />

bisogno di una bibbia. Questo piccolo libro le dà voglia<br />

di leggere la bibbia. Ma non ce l’ha! Cosa fare?<br />

È semplice: se la preghiera funziona veramente, prega<br />

affinché qualcuno le regali una bibbia!<br />

Qualche giorno dopo, alla fermata dell’autobus sperduta<br />

da qualche parte nella campagna di Ginevra,<br />

vede una signora che cammina, che viene da lontano<br />

e si avvicina alla fermata. Continua dritto, ma poi<br />

si ferma e torna indietro verso Fatima e le dice “Vuoi<br />

una bibbia,” “Bah, si.” Risponde un po’ sorpresa. La<br />

prende tra le mani la risposta alle sue preghiere un<br />

po’ stupefatta. Qualche secondo dopo, guarda per<br />

capire chi è quella donna che le ha dato questo regalo<br />

prezioso. Non c’era più nessuno!<br />

I giorni a seguire furono caratterizzati da una ricerca<br />

intensa. C’erano tante cose nuove, cose sconosciute.<br />

Ogni dubbio meritava di essere scritto su un<br />

post-it. Dopo un po’ di tempo questo prezioso libro<br />

era pieno di post-it.<br />

Successivamente, sentiva il bisogno di conoscere<br />

coloro che le avevano regalato quel libro. Infatti,<br />

chi erano quei giovani che davano abbracci e libri?<br />

Fatima, il giorno del suo battesimo<br />

9<br />

Guarda un piccolo volantino che invita le persone a<br />

venire agli incontri. Ecco, decide andare.<br />

Un sabato mattina al centro città di Ginevra, Fatima<br />

è persa, non riesce a trovare l’indirizzo esatto dell’incontro.<br />

Chiama e la vanno cercare in strada. E per la<br />

prima volta nella sua vita, arriva in una chiesa avventista.<br />

È piacevolmente sorpresa. E tornerà.<br />

Il sabato successivo, Fatima torna con la sua bibbia.<br />

È la prima volta che la vedo. Mi racconta la sua storia.<br />

Vedo nei suoi occhi quella fiamma dello Spirito<br />

Santo che la fa sognare dei giorni migliori nella sua<br />

vita interiore. Prendiamo un appuntamento il martedì<br />

successivo. Mi ricordo di suo marito quando mi<br />

apre la porta. Robusto e dall’aria decisa.<br />

Ecco! È arrabbiato con questo sconosciuto<br />

a casa sua? Ci mettiamo a tavola e<br />

cominciamo il primo studio. Lui non<br />

dice niente, lei fa tante domande ed<br />

è molto interessata. Tuttavia, il ricordo<br />

più significativo di quell’incontro<br />

è stata la testimonianza di<br />

suo marito “Da quando legge quel<br />

piccolo libro, mia moglie è cambiata.<br />

È più calma, serena, meno preoccupata<br />

e mi assilla meno. Sta meglio”. In<br />

altre parole, mi diceva che era d’accordo<br />

che venisse da noi.<br />

Sono seguiti vari mesi di studio della bibbia a casa<br />

sua, discussioni appassionate, molte letture da parte<br />

sua e una partecipazione regolare da parte sua e dei<br />

suoi bambini. Si sono creati dei legami di amicizia<br />

con la comunità.<br />

Questa volta, un sabato pomeriggio, sempre al<br />

centro di Ginevra, Fatima dona la sua vita al Signore<br />

attraverso le acque del battesimo nella giovane chiesa<br />

avventista VIVO (vieni, vedi e vivi).<br />

Altri uomini e donne passeggiano nelle nostre città,<br />

come Fatima, alla ricerca di un incontro che possa<br />

finalmente dare un nuovo senso alla loro vita. Siamo<br />

pronti ad avvicinarci a loro?<br />

Rickson Nobre<br />

Pastore e<br />

segretario FSRT<br />

PER RISPONDERE ALL’ARTICOLO<br />

rickson.nobre@adventiste.ch


SALUTE<br />

Le leguminose, buone per voi e per il pianeta<br />

Dopo le dichiarazioni dell’OMS nell’ottobre 2015<br />

riguardo l’effetto cancerogeno dei salumi e della<br />

carne rossa, si sarebbe potuto pensare che l’Assemblea<br />

generale dell’ONU dichiarasse il <strong>2016</strong> l’anno<br />

internazionale delle leguminose. Poiché molte persone<br />

di chiedono osa possono ancora mangiare,<br />

l’ONU fa la risposta giusta: le leguminose.<br />

Ora, l’Assemblea generale dell’ONU aveva già scelto<br />

il 2013 come l’anno internazionale delle leguminose.<br />

È stato quindi prima della dichiarazione dell’OMS<br />

sulla carna! Ciò prova che l’ONU non considera le<br />

leguminose come una semplice sostituzione delle<br />

carne, ma le considera per il loro alto valore nutrizionale.<br />

In altre parole, non<br />

è solo perché la carne è<br />

nociva che bisogna sostituirla<br />

con delle lenticchie,<br />

fagioli e piselli, ma per altre<br />

ragioni :<br />

Benefici delle leguminose<br />

sulla salute<br />

• Fonte di proteine vegetali<br />

di alta qualità, che contengono tutti gli<br />

amminoacidi, essenziali e non essenziali. Bisogna<br />

notare che la maggior parte delle leguminose, a<br />

parte la soia, la cui proteina è la più completa<br />

fra tutti i vegetali, sono relativamente poveri in<br />

lisina (amminoacido). Ma questa debole proporzione<br />

può essere facilmente compensata combinando<br />

leguminose con cereali (grano, riso, avena,<br />

etc) ricchi in lisina, che permette di ottenere<br />

una proteina completa favorendo la crescita dei<br />

bambini e degli adolescenti;<br />

• Alto tenore in ferro e zinco, due minerali molto<br />

importanti per la crescita;<br />

• Buona fonte di fibre vegetali che contribuiscono<br />

a evitare il raffreddore e ad avere una flora intestinale<br />

sana nonostante la produzione di gas;<br />

• Fonte di isoflavonoidi e di altri fitoestrogeni protettori<br />

dal cancro al seno e alla prostata;<br />

• Assenza di colesterolo e glutine;<br />

• Debole in tenore di grassi;<br />

• Debole indice glicemico, ottimo per diabetici e<br />

obesi.<br />

Benefici delle leguminose sull’ambiente<br />

• Le leguminose fissano l’azoto atmosferico, e<br />

quindi fertilizzano naturalmente il suolo (soprattutto<br />

se si incorporano le loro cime alla terra<br />

dopo il raccolto);<br />

• Le leguminose sono molto economiche in acqua:<br />

ottenere 1kg di carne di bovino richiede<br />

13.000 litri d’acqua, mentre ne servono solo 50<br />

per raccogliere 1kg di lenticchie;<br />

• Le leguminose possono essere conservate durante<br />

vari mesi senza che perdano il loro alto valore<br />

nutrizionale; ciò riduce la spesa di combustibile<br />

fossile necessario al<br />

loro trasporto.<br />

Si, le leguminose sono<br />

buone per la salute degli<br />

uomini cosi come per<br />

quella del pianeta. Molti<br />

millenni prima che l’ONU<br />

ne raccomandasse la<br />

consumazione, il nostro<br />

Padre celeste aveva detto<br />

alle prime creature umane “Io vi do ogni erba che<br />

fa seme sulla superficie di tutta la terra..” (Genesi<br />

1:29). Possiamo dedurre che le leguminose, piante<br />

erbacee non legnose portatrici di seme, ne fanno<br />

parte, cosi come i cereali.<br />

Quando Dio ordina a Ezechiele di organizzare il razionamento<br />

di Gerusalemme assediata dalle truppe<br />

babilonesi (587-586 a.C.), gli dà una ricetta di un<br />

pane nutriente composto da leguminose (fave, lenticchie)<br />

e cereali (frumento, orzo, miglio e farro).<br />

È significativo sapere che 200g al giorno dovevano<br />

servirgli per sopravvivere durante 390 giorni!<br />

(Ezechiele 4:9-10). Le leguminose offrono molto più<br />

di un’alternativa salutare alla carne. E la Bibbia ce<br />

l’ha insegnato molto prima della scienza.<br />

Dr Pamplona Roger<br />

Dipartimento<br />

della salute, FSRT<br />

PER RISPONDERE ALL’ARTICOLO<br />

sante@adventiste.ch<br />

10


29 LUGLIO<br />

-14 AGOSTO<br />

EVANGELIZZAZIONE DI STRADA<br />

MIMI / CONCERTI / ABBRACCI<br />

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resta a carico dei candidati<br />

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+ lettera di raccomandazione<br />

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facebook.com/missioncalebsuisse


Journal bimestriel de la Fédération adventiste de la Suisse Romande et du Tessin (FSRT)<br />

N°2 /<strong>Mar</strong>s-<strong>Avr</strong>il <strong>2016</strong><br />

Revue gratuite<br />

Imprimé en Allemagne<br />

Rédacteur en chef : Rickson Nobre - Éditeur : Département des communications de la FSRT - Équipe de rédaction : Rickson Nobre, David Jennah,<br />

Nathalie Wagnon, Eunice Goi, Yolande Grezet, Pierrick Avelin, Serena Zagara et Adriana Stazi - Maquettiste : Eunice Goi - Rédacteurs : Pierrick Avelin,<br />

Rickson Nobre, Eunice Goi, Dr Pamplona Roger - Collaborateurs : Olivier Porchet, le Département de la Jeunesse FSRT - Traducteurs : Serena<br />

Zagara - Correctrice : Borbála Galánthay <strong>Mar</strong>ti<br />

Crédit photos<br />

Couverture : www.archivesadventistes.org, Eunice Goi - page 2 : dollarphoto - page 5 : Eunice Goi - page 6 et 7 : www.archivesadventistes.org -<br />

page 8 : www.archivesadventistes.org, René Frauchiger - page 9 : Carlos Alvarenga - page 10 : Lebensmittelfotos<br />

Les articles publiés dans ADVENTISTE MAGAZINE et signés n'engagent que leurs auteurs.


JEUNESSE<br />

> FAIT POUR L'ACTION !<br />

Lors de la révolution bolchévique, deux réunions<br />

ont eu lieu le même soir dans une rue de Moscou.<br />

La première était celle de l’Eglise orthodoxe<br />

russe, qui tenait son assemblée nationale et a débattu<br />

toute la nuit du type de vêtement que les prêtres<br />

devaient porter. La deuxième était celle de Lénine et<br />

de ses amis, préparant leurs ultimes plans pour changer<br />

la face du monde et pour la cause communiste.<br />

Deux réunions aux impacts si différents. Deux<br />

groupes, l’un occupé à des futilités, l’autre prêt pour<br />

l’action.<br />

Ce fait historique a de quoi nous<br />

interpeler sur ce que nous faisons du<br />

temps qui nous est imparti. « Nous<br />

sommes ce que nous répétons<br />

chaque jour », disait Aristote.<br />

Nous avons tous vingt-quatre<br />

heures dans une journée. Ce<br />

qui fait mille quatre cent quarante<br />

minutes ou encore huit<br />

cent soixante-quatre mille secondes.<br />

Que faisons-nous de ce<br />

temps ? Je me reconnais parfois<br />

trop souvent dans la première catégorie.<br />

Perdant du temps et de l’énergie<br />

dans des choses secondaires qui finissent<br />

bien souvent comme emportées<br />

par le vent, alors que je désire réellement pouvoir<br />

faire une différence. Comment cela peut-il changer ?<br />

En réalité, notre problème ne vient pas forcément<br />

du fait que nous n’agissons pas, mais plutôt<br />

que nous ne vivons pas tous les plans et projets de<br />

Dieu pour nous. Nous visons bien souvent de pâles<br />

objectifs, par exemple uniquement une certaine<br />

réussite professionnelle, là où la Bible nous appelle<br />

à l’aventure ! Michel Ange disait : « Pour la plupart<br />

d’entre nous, le plus grand danger n’est pas d’avoir<br />

un but trop élevé et de ne pas l’atteindre, mais au<br />

contraire d’en avoir un trop peu ambitieux et de l’atteindre<br />

».<br />

Quel programme ! Il est tellement grand<br />

d’ailleurs qu’il peut faire peur. Mais je préfère plutôt<br />

le voir comme un défi que la Parole nous lance.<br />

<strong>Mar</strong>tin Luther King disait : « Vivez les rêves que la<br />

vie vous défie de rêver ». Dans cette logique, nous<br />

avons dans le texte d’Esaïe un rêve que Dieu nous<br />

défie de rêver.<br />

Cela non seulement pour faire une différence<br />

dans ce monde, mais également pour nous ! Car il<br />

ne faut pas oublier l’une des clés du bonheur que<br />

Jésus nous a donnée : « Il y a plus de<br />

bonheur à donner qu’à recevoir 2 ».<br />

Conclusion à laquelle Jean-Jacques<br />

Rousseau était également arrivé : «<br />

Je sais et je sens que faire du bien<br />

est le plus vrai bonheur que le<br />

cœur humain puisse goûter ».<br />

Dieu nous lance cette<br />

importante question : qu’allons-nous<br />

faire de notre vie ?<br />

Allons-nous vivre pour nous ou<br />

prendre la décision courageuse<br />

de devenir un véritable disciple ?<br />

Allons-nous mettre des limites à ce<br />

qu’il peut faire dans notre vie et oublier<br />

ce que Paul disait : « Je suis capable de<br />

tout cela grâce au Christ qui me rend fort 3 » ou allons-nous<br />

suivre l’exemple d’Esaïe : « Alors j’ai entendu<br />

le Seigneur demander : "Qui vais-je envoyer<br />

? Qui sera notre porte-parole ?" J’ai répondu : "Me<br />

voici, envoie-moi 4 " » ?<br />

Dieu te lance ce même défi, que vas-tu répondre<br />

? Es-tu prêt à l’action ?<br />

1<br />

Esaïe 58.6-7 2 Actes 20.35b 3 Philippiens 4.13 4 Esaïe 6.8<br />

Quel est donc l’objectif que nous propose la<br />

Bible ?<br />

« Voici ce que je préconise : libérer les gens<br />

enchaînés injustement, enlever le joug qui pèse sur<br />

eux, rendre la liberté à ceux qu’on écrase, bref, supprimer<br />

tout ce qui les rend esclaves. C’est partager<br />

ton pain avec celui qui a faim, loger les pauvres qui<br />

n’ont pas de maison, habiller ceux qui n’ont pas de<br />

vêtements. C’est ne pas te détourner de celui qui est<br />

ton frère. 1 »<br />

Pierrick Avelin<br />

Département de<br />

la jeunesse, FSRT<br />

POUR RÉAGIR À L’ARTICLE<br />

jeunesse@adventiste.ch<br />

2


INTERVIEW<br />

> OLIVIER PORCHET<br />

Propos recueillis par Rickson Nobre<br />

Olivier, peux-tu te présenter ?<br />

Je suis né à Lausanne, passé<br />

les premières années<br />

de ma vie à la Vallée<br />

du Joux. On a ensuite<br />

déménagé dans la<br />

région Lausannoise.<br />

Lorsque j’avais 15 ans,<br />

on est allé à Collonges,<br />

j’y ai fait mes études, le<br />

bac et trois ans de théologie.<br />

J’ai arrêté parce que j’ai<br />

réalisé que j’aurais de la peine<br />

à fonctionner comme pasteur.<br />

Après mes études, j’ai travaillé en Suisse comme<br />

berger pendant plusieurs saisons.<br />

Berger ! Ah, donc tu n’as pas fait pasteur, mais<br />

berger quand-même (rires).<br />

Voilà, je paissais mais les moutons. C’était rigolo !<br />

Après j’ai eu l’opportunité d’acheter une propriété<br />

dans le sud de la France, où j’ai pu développer une<br />

partie de mes activités agricoles et en même temps<br />

accueillir des jeunes en difficulté, des jeunes qui<br />

étaient passés par la justice française. On a créé une<br />

association avec une sœur adventiste de la région<br />

qui avait monté une école Montessori. Je recevais<br />

souvent des jeunes en rupture scolaire et ils allaient<br />

prendre leur cours auprès de cette personne.<br />

Comment es-tu revenu en Suisse ?<br />

Je me suis retrouvé seul avec les quatre enfants. Je<br />

devais prendre une décision : rester sur la France<br />

ou rentrer en Suisse. J’étais un peu isolé de tout. La<br />

première école était à 35 km. Cela compliquait les<br />

choses. J’ai donc pris la décision de rentrer à Vallorbe.<br />

Étudiant en théologie, j’avais travaillé chez Securitas.<br />

Je les ai contactés depuis le sud de la France,<br />

mais ils m’ont dit qu’ils ne recrutaient pas par téléphone.<br />

J’ai dit que je connaissais un M. Nanceau<br />

avec qui j’ai travaillé, c’était un responsable. Je ne<br />

savais pas s’il y travaillait toujours. Et c’était un des<br />

responsables de Securitas Lausanne ! J’ai été engagé<br />

tout de suite. Il m’a dit : « Y’a un centre de réfugiés<br />

qui va ouvrir à Vallorbe. Avec ton expérience<br />

professionnelle, tu travailleras très bien sur ce site ».<br />

Six mois après j’étais l’un des responsables du centre<br />

de sécurité de Vallorbe.<br />

Travailles-tu au même poste encore aujourd’hui ?<br />

Non, au bout d’une année et demi, le directeur<br />

m’a demandé de travailler pour la Confédération et<br />

depuis 2003, je fais de la procédure d’asile. J’auditionne<br />

des requérants, puis je prends une décision.<br />

C’est moi qui décide si ses motifs sont pertinents en<br />

matière d’asile, s’il doit quitter la Suisse ou alors s’il<br />

doit obtenir la motion provisoire pour X raisons.<br />

J’imagine que les familles te craignent. Elles se<br />

demandent ce que tu vas décider. Ce sont des décisions<br />

lourdes que tu prends tous les jours.<br />

Pas tous les jours, mais ce sont des décisions qui<br />

engagent la destinée d’une personne. Ce n’est pas<br />

toujours facile. Mais je ne suis pas craint par les requérants.<br />

J’ai de bons contacts avec eux même si<br />

l’audition est parfois difficile. Il y a beaucoup de respect.<br />

Les choses se passent relativement bien. Même<br />

quand je suis obligé de décider que la personne doit<br />

quitter la Suisse, je l’appelle dans mon bureau et je<br />

lui explique pourquoi. Je prends du temps pour lui<br />

expliquer qu’avec les éléments dont je dispose, il ne<br />

lui est pas possible de rester en Suisse.<br />

Tu es un homme de foi, ancien d’église. On est<br />

bien conscient que tu ne peux pas faire de prosélytisme.<br />

Mais comment ta foi change la donne par<br />

rapport à quelqu'un qui n’a pas cette même foi ?<br />

J’ai pris l’habitude de prendre un temps de prière<br />

seul dans mon bureau le matin avant de commencer<br />

mon travail. Je vois que dans certaines situations, je<br />

réagis différemment de mes collègues. Je me souviens,<br />

une fois j’étais avec une personne de Géorgie,<br />

quelqu’un d’assez violent, elle sortait de prison<br />

et avait agressé violemment des officiers de police.<br />

J’avais lu le rapport de police. Je savais que cette<br />

personne était dangereuse. Lorsque j’ai commencé<br />

l’audition, ce monsieur a voulu imposer ses règles<br />

du jeu. Il y a eu très vite des tensions très fortes. Je<br />

voyais que la peau de ce monsieur changeait de couleur.<br />

Je voyais sa rage décupler. Je n’ai rien dit, mais<br />

me suis mis à prier dans le silence. Puis tout à coup,<br />

je l’ai vu se calmer. Il a accepté de répondre à mes<br />

questions alors qu’il ne voulait pas au début. A la fin,<br />

il a demandé pardon pour son attitude. Le traducteur<br />

a dit : « Mais vous êtes incroyable. Vous arrivez à faire<br />

des choses qu’aucun autre collègue n’arrive à faire ».<br />

Ce qui s’est passé là, ce n’est pas moi. Mais je vois<br />

que dans ces situations, la prière peut être extraordinairement<br />

efficace et amener un esprit différent dans<br />

l’audition. J’ai vécu des choses incroyables.<br />

3


Ce n’est pas simple d’être chrétien dans un milieu si<br />

difficile. Pour toi c’est peut-être devenu commun.<br />

Mais penses-tu que tu serais devenu aussi dur, indifférent<br />

ou amer que tes collègues sans ta foi ?<br />

Je vois des collègues qui n’ont pas eu le courage de<br />

partir à cause du salaire intéressant et ils ont fini dans<br />

un état déplorable. C’est vrai que ce n’est pas facile.<br />

Mais j’ai aussi des collègues humanistes qui font<br />

un travail formidable. Face aux problématiques religieuses,<br />

aux personnes qui sont persécutées pour<br />

leur foi, j’ai une approche différente de celle de mes<br />

collègues. J’ai une connaissance de la Bible qui fait<br />

que je peux très facilement définir si la personne me<br />

mène en bateau ou s’il y a eu une vraie conversion.<br />

Tes collègues te reconnaissent par rapport à ça ?<br />

Aujourd’hui je suis plus dans l’administratif et moins<br />

dans la procédure d’asile, mais il fut un temps où on<br />

disait pour les cas particuliers : « Donne à Olivier, il<br />

va se débrouiller avec ». Mais par rapport à la foi, la<br />

plupart de mes collègues n’ont aucune connaissance<br />

biblique ou tout au plus une connaissance basique.<br />

Je me souviens d’un Jordanien devenu chrétien. Son<br />

récit tenait la route. C’était une belle conversion. Et<br />

bien sûr sa famille a très mal vécu sa conversion de<br />

l’islam au christianisme. Il a été déshérité et son frère<br />

lui a tiré deux fois dessus. Heureusement, les deux<br />

fois, la balle l’a loupé. Son histoire m’a beaucoup<br />

touché. Je lui ai accordé la protection. Pour une fois,<br />

j’ai demandé à la direction de ne pas envoyer simplement<br />

une lettre pour l’avertir. Parce que quand<br />

on dit non, on accueille la personne dans le bureau<br />

pour le lui dire. Quand on dit oui, on envoie simplement<br />

une lettre pour indiquer qu’elle a le statut de<br />

réfugié. Comme le Jordanien était encore au centre<br />

de Vallorbe, j’ai demandé de pouvoir lui communiquer<br />

la décision de vive voix pour une fois. Ce qui a<br />

été accepté. J’ai pris un de mes collègues qui parle<br />

très bien l’arabe et je lui ai expliqué que son statut<br />

était accordé et qu’il allait pouvoir construire sa vie<br />

en Suisse.<br />

Wouahou, ça a dû être un moment très fort !<br />

Oui, j’ai beaucoup apprécié ce moment. J’ai vu<br />

qu’au début il ne savait pas bien ce qu’il se passait.<br />

Tout à coup, il a réalisé, il s’est levé, il a mis la main<br />

sur son cœur et il m’a dit : « Je vais vous dire, je serai<br />

digne de la confiance que vous m’avez accordée ».<br />

Il y a des moments très durs. Des récits de violence,<br />

de torture qui me hanteront jusqu’à la fin de mes<br />

jours. Mais il y a aussi des moments très forts comme<br />

celui-là qui resteront jusqu’à la fin de mes jours.<br />

Des fois, cela a un impact sur ma vie chrétienne. Je<br />

me souviens une fois, lors du printemps arabe, le<br />

centre m’avait appelé car il y avait cinq ou six personnes<br />

nord-africaines qui étaient excessivement<br />

violentes. Lorsque je suis allé pour essayer de discuter<br />

avec eux, ils ont commencé à envoyer des<br />

pierres, des projectiles sur les vitres du centre et sur<br />

nous. La sécurité a appelé la police. Les gendarmes<br />

sont arrivés. La bagarre a éclaté. Les Magrébins ont<br />

été arrêtés par la police à coups de matraque. C’était<br />

un vendredi. Le soir, je me retrouvais à Yverdon pour<br />

commencer le Sabbat avec l’église. C’était un moment<br />

très pénible. Chaque fois que je fermais les<br />

yeux pour prier, je revoyais ces coups de matraque,<br />

j’entendais les hurlements, les insultes. J’étais incapable<br />

de me concentrer sur autre chose. Des fois<br />

c’est tellement violent, ça crée un impact sur la vie<br />

personnelle et sur la prière.<br />

Une dernière expérience. Depuis l’année passée, on<br />

a beaucoup d’Afghans qui arrivent. L’un d’eux me dit<br />

qu’il veut me poser une question. Je commence à<br />

parler avec lui, je vois que son anglais n’est pas très<br />

bon. Il appelle un autre Afghan qui parle mieux l’anglais.<br />

En même temps arrivent une dizaine d’Afghans<br />

pour voir ce qu’il se passe. Je vois que la première<br />

personne se fâche et leur parle un peu durement et<br />

les autres partent. Il hésite à parler et pour finir il<br />

me demande avec beaucoup d’hésitation : « J’en ai<br />

assez de l’islam et de sa violence. Je voudrais devenir<br />

chrétien. Je voudrais lire la Bible. Où puis-je me<br />

procurer une Bible ? » Celui qui traduit me demande<br />

s’il peut répondre. Je lui dis : « Allez-y ». Il lui dit : «<br />

J’ai une Bible. Lorsque j’ai découvert la Bible c’était<br />

tellement extraordinaire que je n’ai pas arrêté de la<br />

lire pendant trois jours. Si tu veux je te la donne ».<br />

Cela a été très très fort de voir que des personnes qui<br />

n’avaient pas eu la possibilité de lire la Bible étaient<br />

capables de passer trois jours et trois nuits à la lire.<br />

Alors que dans notre pays, des milliers de personnes<br />

ont la liberté d'avoir accès à la Bible facilement et ne<br />

la lisent pas ou la lisent de manière anecdotique ou<br />

négligeable. Pour moi, voir ces Afghans se jeter sur<br />

la Bible, cela m’a beaucoup touché.<br />

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communications@adventiste.ch<br />

4


DOSSIER<br />

CZECHOWSKI, GEYMET,<br />

ANDREWS, CES MIGRANTS<br />

QUI ONT IMPLANTÉ<br />

L’ADVENTISME EN SUISSE<br />

Fondée aux Etats-Unis, l’Eglise adventiste du 7e jour<br />

met une quinzaine d’années avant d’arriver en Europe.<br />

C’est dans la nuit du 7 février 1866 que les premiers<br />

baptêmes adventistes en Suisse ont lieu au lac<br />

de Neuchâtel. Louise Pigeron, une femme du canton<br />

de Vaud, sera la première adventiste de la Confédération.<br />

La FSRT a célébré les 150 années de présence de l’adventisme<br />

dans notre pays en renouvelant l’expérience<br />

: une cérémonie de baptême dans le lac de Neuchâtel.<br />

Ainsi, 150 ans après, jour pour<br />

jour, les églises adventistes de l’arc<br />

jurassien se sont réunies le dimanche<br />

7 février <strong>2016</strong> pour le baptême d’une<br />

autre femme, Fatima.<br />

Comment le message adventiste a-til<br />

réussi à traverser le temps et les<br />

océans ? Retour sur le parcours de<br />

trois migrants qui avaient pour principal<br />

objectif d’apporter le salut aux<br />

autres.<br />

L’Eglise adventiste du 7e jour mondiale<br />

prend forme dès les années<br />

1840 de l’autre côté de l’Atlantique.<br />

Pourtant, c’est de Pologne que vient<br />

celui qui va faire fleurir l’adventisme<br />

en Suisse. Né en 1818 à Cracovie,<br />

Michael Czechowski se met d’abord au service de<br />

l’Eglise catholique. Il est d’ailleurs ordonné à Varsovie.<br />

Rapidement déçu par l’hypocrisie qui y règne, il<br />

quitte le monastère. Czechowski se rend alors à Rome<br />

et réussit à rencontrer le pape Grégoire XVI auprès<br />

de qui il dénonce la corruption au sein de l’Eglise.<br />

N’obtenant aucune réaction, il visite les ordres de Paris<br />

où son constat n’est guère différent. Ce sont ces<br />

différentes déceptions qui poussent Czechowski à<br />

s’éloigner de l’Eglise catholique et à se rapprocher<br />

des Saintes Ecritures. Il donne des études bibliques,<br />

prêche la tempérance et forme des groupes de travail<br />

sur l’amélioration sociale. Son leadership et son zèle<br />

effraient la population de l’époque. Dans un contexte<br />

politique fragile, il est emprisonné pour activisme politique.<br />

Les premières années de la vie de Michael Czechowski<br />

révèlent déjà un tempérament fougueux et engagé.<br />

C’est avec ses forces et ce que l’on peut aussi considé-<br />

Michael Czechowski<br />

rer comme des faiblesses que Dieu l’a pourtant utilisé.<br />

A sa sortie de prison, Czechowski paraît se chercher. Il<br />

part à Londres, puis revient à Paris pour s’occuper des<br />

réfugiés polonais. Il rejoint ensuite la Pologne en tant<br />

que militant politique, avec l’objectif de libérer son<br />

pays en proie à l’armée russe, ce qui n’arrivera pas. Il<br />

rentre à Paris.<br />

Après un an et demi de va-et-vient, Czechowski opte<br />

enfin pour une seule et même direction en 1850. Il<br />

quitte les ordres, épouse <strong>Mar</strong>ie Virginia Delavouet et<br />

s’installe avec elle en Amérique du Nord (d’abord aux<br />

Etats-Unis puis très vite au Canada), où il travaillera<br />

pendant 13 ans.<br />

Relieur de formation, Czechowski prospère et réussit<br />

même à monter son atelier de reliure. Un jour, celui-ci<br />

prend feu et Czechowski perd tout. Encore une<br />

épreuve et une grande déception qui le poussent<br />

vers d’autres chemins, plus proches de Dieu. En effet,<br />

c’est suite à ce désastre que la Société Missionnaire<br />

Baptiste l’invite à rejoindre son équipe dans un autre<br />

comté canadien. Le couple déménage et, encouragé<br />

par l’Eglise baptiste, Czechowski accomplit un travail<br />

d’évangélisation précieux et fructueux.<br />

Ce sont les premiers pas du<br />

missionnaire Michael Czechowski.<br />

Mais l’œuvre de Dieu ne s’arrête<br />

pas là. Czechowski devait rejoindre<br />

le champ missionnaire baptiste, car<br />

c’est dans cette ville qu’il entendit<br />

pour la première fois James White<br />

prêcher lors d’une campagne d’évangélisation.<br />

Touché en plein cœur<br />

par la nouvelle du retour de Jésus<br />

et égal à lui-même, entier, engagé<br />

et fougueux, Czechowski quitte les<br />

baptistes et se baptiste dans l’Eglise<br />

adventiste du 7e jour. Il déménage<br />

ensuite à Battle Creek, siège de<br />

l’Eglise à l’époque, où il reprend son<br />

travail de relieur. Une nouvelle et importante<br />

étape de sa vie commence.<br />

Encore une fois, son zèle et son amour pour la Parole<br />

et sa prédication font de lui un homme très remarqué.<br />

Ellen et James White sont ravis de rencontrer un<br />

nouveau baptisé aussi engagé. Ils voient en lui une<br />

réelle bénédiction. C’est la raison pour laquelle ils<br />

financent sa mission d’évangélisation auprès de ses<br />

anciens amis au Canada, mission qu’il réalise avec<br />

succès en animant des conférences en français. Puis,<br />

tout à coup, sans consulter personne et sans prendre<br />

le temps d’une réelle réflexion, Czechowski décide<br />

que lui et sa famille quitteront le comté de Clinton<br />

pour se rendre dans la ville de New-York (Canada). Il<br />

explique sa décision en invoquant des difficultés pour<br />

subvenir à ses besoins là où il a été envoyé et Ellen et<br />

James White, compréhensifs, décident de continuer<br />

à le soutenir financièrement. Alertée dans une vision<br />

que Czechowski faisait fausse route, Ellen White lui<br />

conseille de renoncer à cette décision précipitée.<br />

6


Mais sa fougue et son entêtement ont raison de lui<br />

et il décide de poursuivre son projet. Czechowski débarque<br />

dans le Vermont où il évangélise les minorités<br />

et forme ce qu’il appelle lui-même des églises. Entre<br />

deux conférences, il écrit sa biographie en espérant<br />

la publier et gagner de l’argent. Mais ce qui n’était<br />

pas le plan de Dieu ne pouvait se transformer qu’en<br />

échec. L’Eglise n’arrivant plus à gérer une telle personnalité<br />

– fermée à toute remarque,<br />

ingérable et un peu<br />

dispersée – elle lui retire son<br />

aide financière. Cela signe<br />

la rupture « administrative »<br />

entre les deux parties.<br />

Toutefois, Czechowski continue<br />

son cheminement et<br />

n’abandonne pas sa foi en<br />

Dieu ni ses convictions religieuses<br />

adventistes. Il part<br />

même à la conquête de son<br />

grand rêve, l’évangélisation<br />

de son continent d’origine,<br />

Ellen et James White<br />

l’Europe. En 1864, il arrive<br />

en Italie et obtient un salaire<br />

de l’Eglise adventiste du 1er jour. Celle-ci découvrira<br />

deux ans plus tard que son argent allait en fait à la<br />

prédication du message adventiste du 7e jour, dénomination<br />

qu’elle ne connaissait même pas. La détermination<br />

de Czechowski pour ses projets n’a vraiment<br />

pas de limite. C’est dans ce contexte que Czechowski<br />

rejoint la Suisse. Mais il ne vient pas seul.<br />

Un certain J. D. Geymet<br />

(1842-1923) de Torre-Pellice,<br />

vallées vaudoises du Piemont,<br />

est intrigué et touché<br />

par le message de Daniel<br />

prêché dans les vallées par<br />

ce missionnaire européen<br />

érudit. Geymet demande à<br />

étudier plus profondément<br />

l’enseignement du Sabbat<br />

et toutes les vérités bibliques.<br />

Après de longs mois<br />

d’études, il prend finalement<br />

la décision de se faire baptiser.<br />

Geymet devient donc,<br />

John Nevins Andrews<br />

en 1865, le premier adventiste d’Europe. Suite à cela,<br />

les premiers défis de la vie de ce jeune converti arrivent.<br />

Sa fabrique de soierie, où il travaillait depuis<br />

un certain temps, le renvoie à cause de son refus de<br />

travailler le Sabbat.<br />

Geymet prend la courageuse décision de partir avec<br />

son mentor pour vivre pleinement pour et du message<br />

qu’il vient d’accepter. Czechowski, sa famille et<br />

lui arrivent donc à Yverdon, la fin des chemins de fers<br />

à l’époque, et ils s’installent à Grandson. Geymet doit<br />

accepter toutes sortes de petits travaux pour aider à<br />

nourrir la troupe, vu que les finances de Czechowski<br />

ne sont pas suffisantes. Il est l’éclaireur cherchant les<br />

salles d’écoles, les chapelles et les églises où son ami<br />

allait ensuite faire ses prêches.<br />

Suite à des présentations du message adventiste au<br />

temple de Fleurier, deux personnes se décident pour<br />

le baptême. La nuit du 7 février 1866, alors qu’il fait<br />

froid au point de devoir briser la glace pour entrer<br />

dans le lac, a lieu le premier baptême adventiste en<br />

Suisse à la lueur des lanternes. On n’osait pas encore<br />

baptiser de jour. Louise Pigueron et sa fille se font<br />

baptiser par Czechowski. L’année suivante, en 1867,<br />

grâce à ces deux courageuses pionnières, se forme la<br />

première église adventiste officielle à Tramelan.<br />

Mais Czechowski, rattrapé par ses tractations douteuses,<br />

perd le soutien de l’Eglise adventiste du 1er<br />

jour. Dans une période sombre de sa vie, il quitte<br />

femme et enfants et se rend seul en Hongrie, puis<br />

en Roumanie, où il met encore son<br />

zèle au service de la proclamation<br />

de l’Evangile. Après avoir transmis<br />

le flambeau à d’autres, Czechowski<br />

meurt tristement en Autriche le 25 février<br />

1876.<br />

Geymet, resté tout seul, décide de<br />

continuer la proclamation de l’Evangile<br />

par la distribution de littérature<br />

parlant du message adventiste. C’est<br />

ainsi que naît le premier colporteur<br />

adventiste européen. Ayant visité<br />

presque tous les villages suisses francophones<br />

de l’époque, il laisse sur son<br />

passage des milliers d’exemplaires de livres qui vont<br />

produire des centaines de convertis dans la région.<br />

Il s’agit notamment de La vie du Christ et D’Eden en<br />

Eden, ainsi que de traités, de brochures et de journaux.<br />

Lettre manuscrite<br />

de Michaël Czechowski<br />

Au départ de Czechowski pour la Hongrie, l’Eglise basée<br />

aux Etats-Unis estime qu’il est temps de soutenir<br />

la mission dans notre pays en envoyant un missionnaire<br />

expérimenté et choisi par la Conférence Générale.<br />

Celle-ci charge J. N. Andrews de cette mission.<br />

Ellen White affirme à l’époque qu’il s’agit de l’homme<br />

le plus capable. Andrews arrive donc en Suisse en<br />

1874, à 45 ans, veuf, accompagné de deux jeunes<br />

adolescents, Charles (15 ans) et <strong>Mar</strong>y (12 ans). Le courage<br />

de cette famille s’avère payant, puisqu’Andrews<br />

est notamment le créateur de la revue Signes des<br />

temps, au travers de laquelle la bonne nouvelle va<br />

se propager dans plusieurs pays européens. Il publie<br />

aussi trois autres revues : en allemand, Herold der<br />

Wahrheit, en italien, L’Ultimo Messaggio et en roumain,<br />

Adeverulu Present. Ses enfants aident dans la<br />

traduction, la correction et l’impression de la plupart<br />

de ces publications.<br />

Andrews est un théologien brillant. C’est lui qui,<br />

même depuis l’Europe, affine nos doctrines comme le<br />

Sabbat, le « sommeil » des morts, le sanctuaire, la dîme<br />

7


Jean-David Geymet et sa famille<br />

Fatima Servain, le jour de<br />

son baptême, le 7 février <strong>2016</strong><br />

et le message des trois anges. Il<br />

paie très cher son engagement.<br />

Ayant très peu de moyens pour<br />

vivre, sa famille se prive de beaucoup<br />

des choses. C’est ainsi que<br />

<strong>Mar</strong>y tombe malade et meurt en<br />

1878 suite à une tuberculose à<br />

l’âge de 16 ans. Plus tard, Andrews<br />

lui-même devient très malade. Il<br />

continue à travailler depuis son lit<br />

en dictant les articles et meurt à<br />

son tour en 1883, à 54 ans.<br />

Au cours de la décennie suivante, des groupes se<br />

constituent en Hollande, en Grande-Bretagne, en Belgique,<br />

en Tchécoslovaquie, en Hongrie et en Pologne.<br />

Puis, au début du siècle, dans les Balkans, en Autriche,<br />

en Espagne et au Portugal. On peut estimer à près de<br />

dix mille le nombre d’adventistes en Europe à la fin du<br />

19e siècle, 25 ans après la venue de J. N. Andrews.<br />

C’est ainsi que l’Eglise adventiste du 7e jour devint un<br />

mouvement européen et mondial.<br />

Un Polonais, un Piémontais, un Américain. Des<br />

hommes étranges de courage qui ont donné de leur<br />

vie pour la prédication du message adventiste en<br />

Suisse. Leur prédication ne cessa plus jamais, traversant<br />

les époques et nous atteignant aujourd’hui,<br />

comme en témoigne la ferveur de Fatima, une étrangère<br />

venant du Paraguay, qui se baptisa 150 après,<br />

jour pour jour, le 7 février <strong>2016</strong> au lac de Neuchâtel.<br />

Nous pouvons être fiers de ce que l’adventisme est<br />

devenu après tant d’années en Suisse, avec nos 4500<br />

membres et nos institutions. Mais le moment est plu-<br />

tôt à la réflexion et à la remise en question. Comme<br />

en témoigne le baptême de Fatima, une étrangère,<br />

notre message a du mal à passer chez les autochtones.<br />

Nos églises se vident petit à petit, les gens nés<br />

dans ce pays sont remplacés par des étrangers qui<br />

viennent dans notre Confédération, cette fois-ci non<br />

pour apporter le message, mais pour le découvrir.<br />

Nous pourrions dire que la boucle est bouclée. Mais<br />

non, que faire pour que le message continue à être<br />

pertinent, pour que des personnes comme Louise<br />

Pigueron, Suissesse intelligente et influente dans sa<br />

région, prennent la décision de se donner au Christ ?<br />

Pourquoi n’arrivons-nous plus à atteindre ces catégories<br />

de personnes ?<br />

Pour l’expliquer, certains affirment qu’il n’y a pas<br />

eu d’autres évangélistes aussi zélés et efficaces que<br />

Czechowski, Geymet ou Andrews, qui travaillaient<br />

avec ardeur et amour pour la mission. Czechowski,<br />

même s’il n’a pas toujours su soumettre son caractère<br />

et son tempérament à l’action transformatrice<br />

de Dieu, était, sans aucun doute, un instrument entre<br />

les mains de Dieu pour répandre la bonne semence<br />

en Europe et en Suisse notamment. Peut-être devrions-nous<br />

changer notre regard sur notre beau message,<br />

qui est toujours aussi pertinent. Malgré nos imperfections,<br />

Dieu peut faire de nous des Czechowski<br />

ou des Andrews, ayant le même courage, la même foi<br />

et la même détermination, pour qu’où nous soyons,<br />

nous puissions jouer un rôle dans le plan de Dieu pour<br />

ce monde.<br />

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communications@adventiste.ch<br />

8


TÉMOIGNAGE<br />

> UN CÂLIN, UN LIVRE, UNE NOUVELLE VIE<br />

Fatima, le jour de son baptême<br />

9<br />

Ce fut une journée de semaine comme les autres. Un<br />

certain jeudi après-midi, le 20 février, elle devait passer<br />

au centre-ville pour quelques tracasseries de la<br />

vie. Loin dans ses pensées, elle est angoissée et toujours<br />

anxieuse à cause des défis de la vie. Son mari,<br />

ses deux enfants, la recherche d’un boulot, un sentiment<br />

de culpabilité pour tout ce qu’elle n’a pas fait<br />

de bien ou pour tout le bien qu’elle aurait dû faire.<br />

Tout à coup, elle est réveillée par un petit mouvement<br />

de foule, devant, sur le trottoir. Des jeunes souriants<br />

avec des pancartes qui crient les bras ouverts :<br />

« câlins gratuits ». Elle n’y comprend rien ! Des t-shirts<br />

colorés, une table sur la gauche avec des choses dessus.<br />

Elle tombe sur la gaieté du moment.<br />

Elle ouvre ses bras et reçoit plusieurs câlins<br />

gratuits des jeunes. Elle voit de loin<br />

le titre : Le meilleur chemin. « Combien<br />

ça coûte ?» demande-t-elle. « Rien,<br />

répond un jeune, c’est gratuit ».<br />

Et voici Fatima dans le bus pour<br />

rentrer à la maison lisant les premiers<br />

chapitres. Inexplicablement,<br />

ce livre l’attire beaucoup. Chapitre<br />

après chapitre, il lui parle. Elle découvre.<br />

Dieu, elle y croit, mais c’est<br />

très confus dans sa tête. En revanche,<br />

ces pages semblent lui expliquer les<br />

choses tellement clairement que c’est presque « magique<br />

». Elle lit sur la prière. Oui, elle peut communiquer<br />

directement avec Dieu. Elle lit sur l’importance<br />

de la Bible. Oui, elle a besoin d’une Bible. Ce petit<br />

livre lui donne soif de lire la Bible. Mais elle n’en a<br />

pas ! Que faire ? C’est simple : si la prière marche<br />

vraiment, elle décide de prier pour que quelqu’un lui<br />

donne une Bible ! Quelques jours plus tard, dans un<br />

arrêt de bus paumé quelque part dans la campagne<br />

genevoise, elle voit une dame qui marche, venant<br />

de loin, et qui s’approche de l’arrêt. Elle passe tout<br />

droit, puis s’arrête et, revenant sur ses pas, regarde<br />

Fatima et lui demande : « Veux-tu une Bible ?» « Bah,<br />

oui », répond Fatima, un peu surprise. Elle prend<br />

entre les mains la réponse à ses prières. Elle est stupéfaite.<br />

Quelques secondes après, elle regarde pour<br />

comprendre qui est cette dame qui lui a fourni ce<br />

précieux cadeau. Plus personne !<br />

Les jours suivants furent remplis d’une intense recherche.<br />

Il y a beaucoup de nouveautés, des choses<br />

inconnues. Chaque doute mérite un post-it. Après un<br />

certain temps, il y en a partout dans ce livre si précieux.<br />

Puis, il y a le besoin de connaître ceux qui lui<br />

ont offert le petit livre. Qui étaient ces jeunes qui lui<br />

ont donné les câlins et le livre ? Elle regarde et un petit<br />

flyer invite les gens à venir à des rencontres. C’est<br />

cela ! Elle décide d’y aller.<br />

La voici, pour la première fois de sa vie dans une<br />

église adventiste. Petit-déjeuner, accueil chaleureux,<br />

louange, paroles compréhensibles. Elle est agréablement<br />

surprise. Oui, elle reviendra. Le samedi suivant,<br />

Fatima vient à nouveau avec sa Bible. C’est la<br />

première fois que je la rencontre. Elle me raconte<br />

son histoire. Je vois dans ses yeux cette flamme du<br />

Saint-Esprit qui la fait rêver de jours meilleurs dans<br />

sa vie intérieure. Nous prenons rendez-vous le mardi<br />

suivant. Je me souviens de son mari qui m’ouvre la<br />

porte. Un costaud et au départ l’air un peu fermé.<br />

Mince !... Est-il fâché à l’idée qu’un inconnu<br />

vienne chez lui ? Nous nous mettons<br />

à table et nous commençons la première<br />

étude. Il ne dit rien, elle pose<br />

plusieurs questions. Elle est très intéressée.<br />

Mais le souvenir le plus<br />

marquant de cette rencontre est le<br />

témoignage de son mari : « Depuis<br />

qu’elle lit ce petit livre et la Bible, ma<br />

femme a changé. Elle est plus calme,<br />

plus sereine, elle se prend moins la tête<br />

et s’en prend moins à moi (sourire).<br />

Elle va mieux. » En d’autres termes, il<br />

me disait : « Je suis tout à fait d’accord<br />

qu’elle aille chez vous ». S’en sont suivis plusieurs<br />

mois d’étude de la Bible chez elle, des discussions<br />

passionnantes, beaucoup de lecture. Des liens<br />

d’amitié se sont tissés avec la communauté.<br />

Puis, un samedi après-midi, toujours au centre de Genève,<br />

entourée de sa famille, Fatima donne sa vie au<br />

Seigneur par les eaux du baptême dans la toute jeune<br />

église adventiste VIVO (Viens, vois et vis). Depuis, selon<br />

ses propres dires « ma vie est remplie de paix et<br />

de joie, la connaissance de la parole de Dieu a vraiment<br />

rempli ma vie de bonheur. J’ai compris quelque<br />

chose d’essentiel : la parole de Dieu est vie et elle<br />

vivifie mon âme, moi toute seule je ne peux rien ».<br />

D’autres hommes et femmes se promènent dans nos<br />

villes, comme Fatima, à la recherche d’une rencontre<br />

qui, enfin, donnerait un nouveau sens à leur vie.<br />

Sommes-nous prêts à oser les approcher ?<br />

Rickson Nobre<br />

Pasteur<br />

et secrétaire FSRT<br />

POUR RÉAGIR À L’ARTICLE<br />

rickson.nobre@adventiste.ch


SANTÉ<br />

Les légumineuses, bonnes pour vous et pour<br />

la planète<br />

Suite aux déclarations de l’OMS d’octobre 2015 à<br />

propos de l’effet cancérigène de la charcuterie et<br />

de la viande rouge, on aurait pu penser que l’Assemblée<br />

générale de l’ONU déclarerait <strong>2016</strong> année<br />

internationale des légumineuses. Alors que beaucoup<br />

de gens s’interrogent aujourd’hui sur ce qu’ils<br />

peuvent encore manger, l’ONU offre la bonne réponse<br />

: des légumineuses.<br />

Or, l’Assemblée générale de l’ONU avait déjà choisi<br />

2013 comme année internationale des légumineuses.<br />

C’était donc bien avant la déclaration de<br />

l’OMS sur la viande ! Ce qui prouve que l’ONU ne<br />

considère pas les légumineuses<br />

comme un simple<br />

remplaçant de la viande,<br />

mais qu’elle les estime<br />

pour leur haute valeur<br />

nutritionnelle. Autrement<br />

dit, ce n’est pas seulement<br />

parce que la viande<br />

est nuisible qu’il faut las<br />

remplacer par des lentilles,<br />

des haricots et des<br />

petits pois, mais pour bien d’autres raisons :<br />

Bienfaits des légumineuses sur la santé<br />

• Source de protéines végétales de haute qualité,<br />

contenant tous les acides aminés, essentiels et<br />

non essentiels. A noter que la plupart des légumineuses,<br />

sauf le soja dont la protéine est la plus<br />

complète de tous les végétaux, sont relativement<br />

pauvres en lysine (acide aminé). Mais cette faible<br />

proportion peut être facilement compensée en<br />

combinant les légumineuses avec des céréales<br />

(blé, riz, avoine, etc.) riches en lysine, ce qui permet<br />

d’obtenir une protéine complète favorisant<br />

la croissance des enfants et des adolescents.<br />

• Haute teneur en fer et en zinc, deux minéraux<br />

très importants pour la croissance.<br />

• Bonne source de fibres végétales, qui contribuent<br />

à éviter la constipation et à avoir une flore<br />

intestinale saine malgré la production de gaz.<br />

• Source d’isoflavones et autres phytoestrogènes<br />

protecteurs du cancer du sein et de la prostate.<br />

• Absence de cholestérol et de gluten.<br />

• Faible teneur en graisses.<br />

• Faible indice glycémique, ce qui convient aux<br />

diabétiques et aux obèses.<br />

Bienfaits des légumineuses sur l’environnement<br />

• Les légumineuses fixent l’azote atmosphérique,<br />

donc fertilisent naturellement le sol (surtout si<br />

on incorpore leurs fanes à la terre après récolte).<br />

• Les légumineuses sont très économes en eau :<br />

obtenir 1kg de viande de bœuf demande 13 000<br />

litres d’eau, alors qu’il en faut seulement 50 pour<br />

récolter 1kg de lentilles.<br />

• Les légumineuses<br />

peuvent être conservées<br />

pendant plusieurs mois<br />

sans perdre leur haute<br />

valeur nutritionnelle, ce<br />

qui réduit la dépense de<br />

combustibles fossiles nécessaires<br />

à leur transport.<br />

Oui, les légumineuses<br />

sont bonnes pour la santé<br />

des hommes comme pour celle de la planète. Plusieurs<br />

millénaires avant que l’ONU ne recommande<br />

leur consommation, notre Père céleste avait dit aux<br />

premières créatures humaines : (...) Je vous donne<br />

toute herbe portant de la semence et qui est à la<br />

surface de toute la terre… (Genèse 1.29). On peut<br />

en déduire que les légumineuses, plantes herbacées<br />

non ligneuses portant des semences, en font partie,<br />

de même que les céréales.<br />

Quand Dieu ordonne à Ézéchiel d’organiser le rationnement<br />

de Jérusalem assiégée par les troupes<br />

babyloniennes (587-586 av. J.C.), il lui prescrit une<br />

recette de pain nutritif composée de légumineuses<br />

(fèves, lentilles) et de céréales (froment, orge, millet<br />

et épeautre). Il est remarquable de savoir que 200<br />

g par jour devaient lui suffire pour survivre pendant<br />

390 jours ! (Ézéchiel 4.9-10).<br />

Les légumineuses offrent bien plus qu’une alternative<br />

salutaire à la viande. Et la Bible l’a enseigné bien<br />

avant la science…<br />

Dr Pamplona Roger<br />

Département<br />

de la santé, FSRT<br />

10<br />

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