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N° 1 del 2007 - FITArco

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c a m p i o n a t i i t a l i a n i i n d o o r<br />

In alto il podio compound<br />

maschile con da sin. Antonio<br />

Tosco, Andrea Savegnago e<br />

Pietro Greco; sotto quello femminile<br />

con da sin. Eugenia Salvi,<br />

Laura Longo<br />

e Amalia Stucchi<br />

premiazioni e qui emerge l’unico vero neo <strong>del</strong>la<br />

giornata, l’esasperante lentezza <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>le<br />

medaglie che si protrae fin dopo le 20. Sicuramente<br />

dopo questa esperienza si studierà qualche<br />

alternativa, perché una premiazione così estenuante<br />

mette a dura prova anche i più volenterosi. Forse<br />

si potrebbero effettuare le premiazioni via via che<br />

una divisione conclude la sua prova: di sicuro i vertici<br />

federali stanno già vagliando tutte le possibilità.<br />

L’intera giornata di domenica è stata dedicata ai titoli<br />

assoluti: anche questa soluzione è stata molto<br />

gradita, perché ha permesso agli spettatori di assistere<br />

a tutti gli scontri <strong>del</strong>le tre divisioni, individuali<br />

e a squadre, semplicemente passando da un padiglione<br />

all’altro, per fermarsi in quello centrale durante<br />

le finali per il primo e il secondo posto. Gli<br />

scontri sono apparsi un po’ troppo diluiti agli spettatori<br />

ignari, ed effettivamente tutto si sarebbe potuto<br />

svolgere più in fretta, ma la nostra disciplina<br />

aveva ottenuto una diretta televisiva: l’appuntamento<br />

era per le 17:30, così gli organizzatori hanno<br />

fatto in modo di dilazionare i tempi per arrivare a<br />

quell’ora con le finali <strong>del</strong> compound e <strong>del</strong>l’olimpico,<br />

le divisioni che saranno presenti ai prossimi<br />

Campionati <strong>del</strong> Mondo Indoor a metà marzo.<br />

Bisogna dire che gli scontri hanno avuto un folto<br />

pubblico già a partire dalle semifinali a squadre,<br />

che si sono rivelate piuttosto vivaci ed incerte fino<br />

all’ultimo: punteggi decisamente elevati per l’arco<br />

nudo, l’unica divisione che ha realizzato un 60<br />

(punteggio pieno) in uno scontro. Risultati sovvertiti<br />

all’ultima freccia per i compound e prestazioni di<br />

buon livello per l’olimpico, dove ha fatto l’en plein il<br />

Kappa Kosmos con le due formazioni, maschile e<br />

femminile, sul gradino più alto <strong>del</strong> podio. Gli applausi<br />

più corposi sono venuti sicuramente dal<br />

pubblico presente alle finali individuali: mai così<br />

numeroso e partecipe, e anche questo è stato un<br />

buon biglietto da visita per i telespettatori che, se<br />

mai hanno pensato che il tiro con l’arco fosse una<br />

disciplina per pochi cultori, si saranno ricreduti. La<br />

novità di questa edizione è stata sicuramente la<br />

presenza di tanti atleti <strong>del</strong>le classi giovanili tra i sedici<br />

finalisti, e non solo con il ruolo di comprimari:<br />

tra i finalisti <strong>del</strong>l’olimpico maschile due allievi, Lorenzo<br />

Giori e Luca Melotto, e un ragazzo, Alessandro<br />

Bertolino. Bisogna dire che due di loro hanno<br />

dato filo da torcere ai più titolati avversari: Melotto<br />

poco ha potuto contro il 119 di Galiazzo, ma Giori e<br />

Bertolino hanno passato il primo turno contro Fubiani<br />

e Tonelli e hanno poi ceduto ai quarti contro<br />

Di Buò e Verdecchia, solo allo spareggio. Buone novelle<br />

dunque per il futuro <strong>del</strong>la nostra Nazionale!<br />

Degno di nota il 120 che vale il bronzo ad Ilario Di<br />

Buò, ma davvero straordinaria la finale tra i nostri<br />

due campioni più rappresentativi, Marco Galiazzo e<br />

Michele Frangilli per un 119 a 115 che sicuramente<br />

avrà entusiasmato anche il pubblico a casa, soprattutto<br />

perché i due atleti esprimono una tecnica completamente<br />

diversa, essenziale quella di Galiazzo, più<br />

complessa quella di Frangilli. Quattro telecamere e<br />

maxischermo da cui osservare tutti i particolari <strong>del</strong> tiro,<br />

il padiglione stracolmo di spettatori e un tifo da<br />

stadio ma senza partigianeria, applausi per entrambi<br />

gli atleti, ovazioni ad ogni dieci; se poi aggiungiamo<br />

che il cronista era Lorenzo Roata, lo stesso speaker<br />

che ad Atene ci infiammava con i suoi entusiastici<br />

“deka”, allora va da sé che l’impressione generale era<br />

12 arcieri gennaio - febbraio <strong>2007</strong>

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