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pubblico e per le autorità ponendo grande attenzione<br />
alla sistemazione degli uomini e dei mezzi<br />
<strong>del</strong>la Rai che ripresero in diretta tutta l’ultima fase<br />
dei 50 e 30 metri (era un doppio FITA), ma che per<br />
una tragica circostanza non poté mai essere trasmessa.<br />
Era il 14 giugno <strong>del</strong>l’81 e l’attenzione dei<br />
media era polarizzata in quel pozzo di Vernicino<br />
dove aveva trovato la morte il piccolo Alfredino.<br />
Inoltre quel campionato inaugurò il corridoio per la<br />
stampa e la TV, sistemato dietro la linea di tiro e l’informatizzazione<br />
completa di tutto l’evento che dava<br />
modo ai due enormi tabelloni (15 metri per 3),<br />
uno per gli uomini e uno per le donne, di aggiornare<br />
la classifica ogni tre volée. A fare la spola tra questi<br />
e i computer per portare i risultati era un ragazzetto<br />
su uno scoppiettante motorino. Diventerà un<br />
nazionale, era Christian Deligant.<br />
Era il primo tentativo di utilizzare un programma<br />
informatico per redigere una classifica, e che classifica!<br />
La esasperante stampante ad aghi si prendeva<br />
quasi tutto il tempo necessario, sicché, con il vecchio<br />
ciclostile, trascorremmo la nottata con i responsabili<br />
Gerda Lorenz ed Enrico Ranocchi a<br />
stampare classifiche. Oltre 140 volontari accorsero<br />
da tutte le società italiane per contribuire alla riuscita<br />
<strong>del</strong>la manifestazione. Più di 100 furono gli scoristi,<br />
inquadrati e diretti da Ugo Parenti, mentre Gilberto<br />
Puccetti degli Arcieri Romani fu uno splendido<br />
maestro di cerimonie.<br />
Un curioso episodio avvenne allorquando innalzammo<br />
i pali portabandiera con i vessilli di tutte le<br />
nazioni partecipanti. Per nostra comodità fissammo<br />
le bandiere a terra e interrammo i pennoni. A pochi<br />
minuti dalla cerimonia di apertura la <strong>del</strong>egazione<br />
di Taipei fece ufficiale protesta poiché il drappo issato<br />
non era quello giusto, mostrandoci quello vero.<br />
Che fare a quel punto? Abbattere il palo? Tra i<br />
volontari si alzò una voce: “C’è un valdostano tra di<br />
noi. Quello certo sa arrampicare”. Detto fatto. Tra gli<br />
applausi di tutti, con la bandiera in bocca l’eroe<br />
raggiunse la vetta: era Gianni Guazzetti.<br />
Era un caldissimo e soleggiato giugno che avrebbe<br />
potuto mettere a dura prova gli atleti dei paesi<br />
freddi, ma vinsero il finlandese Kyosti Laasonen e la<br />
russa Natalia Boutouzova. Ci dichiararono di essersi<br />
sentiti a casa loro. Dei nostri ricorderemo per sempre<br />
quei 335 a 50 metri di Orlando Paternesi. L’ultima<br />
sera si chiuse come quel sogno lontano. Sulla<br />
spiaggia, di fronte ad un mare calmissimo ed era il<br />
grande Rick McKinney con la chitarra a far cantare<br />
tutto il mondo presente.<br />
Due anni più tardi ebbi l’occasione di partecipare al<br />
Campionato <strong>del</strong> Mondo a Long Beach, in California.<br />
La cerimonia di chiusura si svolse a bordo <strong>del</strong>la<br />
Queen Elizabeth e il mitico Don Rabska nel suo discorso<br />
finale, disse testualmente: “Abbiamo organizzato<br />
un bel mondiale, perché abbiamo imparato tutto<br />
a Punta Ala”. Al pensiero, ancora oggi, mi emoziono.<br />
s t o r i a<br />
gennaio - febbraio <strong>2007</strong> arcieri 31