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Saibene - 1977 - La Padania

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<strong>La</strong> <strong>Padania</strong><br />

di Cesare <strong>Saibene</strong><br />

Un’uniformitá solo apparente: Palta e la<br />

bassa pianura<br />

Per accostare paesaggi padani e réntame<br />

un’interpretazione bisogna riflettere<br />

sul tipo geográfico di territorio di<br />

cui essi sono espressione.<br />

Una pianura, infatti, qualunque pianura,<br />

nel significato morfológico del termine,<br />

evoca omogeneitá se non uniformitá e<br />

forse monotonia di caratteri e di aspetti<br />

fisionomici. E ció è indubbiamente vero<br />

anche per questa pianura, tale per tutti<br />

i suoi 46 000 chilometri quadrati di<br />

estensione, se si eccettua qualche raro<br />

disturbo, qualche increspatura, che qua<br />

e là rompendo la linearitá degli orizzonti,<br />

peraltro in modo né brusco né<br />

vistoso, funge da discreto richiamo al<br />

massiccio e comparto anfiteatro delle<br />

Alpi erto a segnarne le lontananze e a<br />

governarne le vicende.<br />

Fondamento dell’omogeneitá è in primo<br />

luogo l’origine unitaria di questa pianura.<br />

Oltre un milione di anrii fa al suo<br />

posto si apriva un’enorme conca colmata<br />

dalle acque del mare Adriático che<br />

penetrava come un grande golfo fino<br />

a lambire le zone dove oggi sorgono le<br />

città di Saluzzo, Cuneo e Mondovî. Il<br />

golfo era racchiuso da monti e colline<br />

le cui pendici, neppure molto aspre, si<br />

immergevano molto dolcemente nel mare<br />

formando litoral! lagunosi come quelli<br />

che si osservano ancor oggi tra Monfalcone<br />

e Gomacchio.<br />

Un lento sollevamento della crosta terrestre,<br />

dell’ordine di alcune centinaia di<br />

metri e il successivo sopraggiungere di<br />

un clima molto fresco e piovoso, aumentarono<br />

l’azione erosiva dei fiumi e<br />

dei torrenti diventati piú ripidi e piü<br />

ricchi di acque. E i material! strappati<br />

ai rilievi circostanti dai Corsi d’acqua<br />

vorticosi e in piena si depositarono<br />

nella conca e lentamente la colmarono<br />

e la livellarono. II processo di colmamento<br />

non fu costante e uniforme perché<br />

per ben quattro volte, a causa dell’alterno<br />

variare del clima, scesero dalle Alpi e<br />

avanzarono ben addentro nella pianura<br />

enormi ghiacciai, come quelli che si<br />

osservano oggi lungo i litoral! dell’Alasca.<br />

Le amenissime colline disposte ad<br />

N elle cartine: circa un milione di anni fa ,<br />

le acque íiepide e tranquille di un triare<br />

sommergevano il territorio della Pianura<br />

Padana, lamhendo i l piede de lie A l p i e degli<br />

A ppennini. P o i la terra lentamente si sollevb,<br />

i l clima divenne fresco e piovoso ed enormi<br />

colate glaciali scesero da,lie montagne<br />

mentre le ierre, liberate dalle acque del mare<br />

che si ritirava, erano cólmate progressivamente<br />

dalle ghiaie, dalle sabbie e dalle argille<br />

traspórtate da possenti fum are. Infine<br />

il clima divenne p iü temperato, il mare si alxp<br />

e tra i l mare e i monti rimase una vasta<br />

anfiteatro alio sbocco delle maggiori valíate<br />

alpine sono in gran parte testimoni<br />

di quelle lontanissime vicende glaciali,<br />

l’ultima delle quali si concluse solo ventidnquerriila<br />

anni fa, quando gli uomini,<br />

i primi uomini, avevano cominciato a<br />

popolare queste contrade.<br />

Un altro importantissimo carattere di<br />

questo territorio è infatti il denso, diffuso<br />

e remoto popolamento umano: la<br />

pianura padano-veneta è annoverata fra<br />

le aree piü anticamente e densamente<br />

populate del vecchio continente.<br />

Ora, a differenza di ció che awiene<br />

nelle contrade a popolamento scarso e<br />

disperso il cui vario assetto rivela un<br />

intervento umano puntúale e personalizzato,<br />

in quelle popolose, tanto piú se<br />

si tratta di zone di pianura, è facile riconoscere<br />

una diffusa omogeneitá di sistemazioni<br />

insediative, frutto, certamente,<br />

di una piú intensa vita di relazione e<br />

di una piú agevole comunicabilitá.<br />

Ecco perché chi percorre la nostra pianura<br />

ha spesso l’impressione di traversare<br />

un territorio uniforme e monotono.<br />

E la stessa omogeneitá morfológica per<br />

spazi estes! che non consente di operare<br />

a vista, a giro d’orizzonte, significativi<br />

confront! di ambienti divers!; è anche<br />

il fatto che ci si trova di fronte a territori<br />

pressoché integralmente adattati<br />

per opera umana, dove cioé quanto è<br />

sólitamente qualificato come pertinente<br />

al quadro naturalístico risulta collocato,<br />

allevato, modellato secundo i progetti<br />

degli uomini a scoraggiare ogni lettura<br />

spedita dei connotati fisionomici di queste<br />

contrade. Qui piú che altrove occorre<br />

una paziente e ordinata interpretazione<br />

di quanto ogni fattezza del territorio<br />

evoca e rappresenta.<br />

Un primo orientamento, seppure ancora<br />

sommario, è dato dalla ben nota differenziazione<br />

zonale cui soggiace l’intera pianura<br />

tra il suo limite verso i rilievi e il<br />

corso del Po: la distinzione tra alta e<br />

bassa pianura, sanzionata dalla consuetudine<br />

delle popolazioni contadine prima<br />

ancora che dall’indagine scientifica, riposa<br />

non tanto su un confronto altimetrico,<br />

cui sembrerebbero alludere i<br />

due termini, dal momento che è quasi<br />

pianura, appena ondulata ai bordi. Su di essa<br />

si estesero le foreste e le paludi finché<br />

g li uomini non la occuparono stabilmente,<br />

vi costruirono le loro citta e con tenada<br />

la trasformarono in una distesa di campi.<br />

I P ia tta e uniforme verso i l litorale, facile<br />

alia palude, quasi interamente ricostruita<br />

dagli uomini che con i to^C(i riquadri<br />

dei campi, le strade, i canali le hanno<br />

imposto una nuova geometria, la pianura,<br />

costellata di borgate e case coloniche,<br />

dilaga verso Porirrxonte dove la compatta<br />

barriera dei m onti ne segna i lim iti.<br />

ovunque impercettibile il dislivello al<br />

passaggio dall’una all’altra zona, bensl<br />

e fondamentalmente su opposte condizioni<br />

idrologiche.<br />

L’alta pianura, infatti, corrisponde alia<br />

zona di sedimentazione dei detriti alluvionali<br />

piú grossolani, deposti dall’ancor<br />

turbulento irrompere delle antiche humane<br />

dalle vallate e dalle fronti glaciali :<br />

si è perció in presenza di terreni ciottolosi<br />

pérmeabili, il deflusso di superficie<br />

è quindi scarso, la falda freática è sensibilmente<br />

profonda, l’ariditá è diffusa<br />

anche se le condizioni climatiche denunciano<br />

ovunque una piovositá tutt’altro<br />

che trascurabile (intorno ai 900-1000<br />

mm annui).<br />

<strong>La</strong> bassa pianura è Parea di deposito<br />

delle sabbie e poi dei limi e infine delle<br />

argille, per l’ormai placato fluiré delle<br />

acque verso le prossime foci: l’impermeabilitá<br />

del suolo e del sottosuolo<br />

promuove l’aflfiorare degli aves e il deflusso<br />

di superficie, sicché ne nasce un<br />

problema grave di regolazione e di drenaggio<br />

delle acque.<br />

Inoltre, la zona di aífioramento delle<br />

falde freatiche, quella che convenzionalmente<br />

segna la transizione tra Palta e<br />

la bassa pianura, è caratterizzata dal<br />

pullulare di miriadi di sorgenti spontanée<br />

o fácilmente catturate dalPuomo: è<br />

la zona delle risorgive (o fontanili, fontanazzi,<br />

resultivis, ecc., secondo i dialetti).<br />

Non si tratta né di una zona<br />

continua, né di uniforme larghezza, né<br />

di emunzione costante e egualmente<br />

rilevante, ma costituisce comunque un<br />

primo sostanziale condizionamento per<br />

le forme di utilizzazione del suolo con<br />

tutto quel che ne segue in quanto a<br />

formazione di paesaggi divers! : ne sono<br />

testimonianza gli aggettivi con cui si<br />

usano precisare le prospettive di utilizzazione<br />

delle due zone, chiamate infatti<br />

la prima « asciutta » e I’altra « irrigua ».<br />

<strong>La</strong> costrut^ione della pianura non è avvenuta<br />

ovunque in modo idéntico<br />

Anche i fenomeni che hanno concorso a<br />

costruire la pianura hanno provocato<br />

sensibili diversité di aspetti.<br />

52


Un carattere típico della <strong>Padania</strong> è la sua<br />

ricchet^Xfl di acque. P rim a che g li uomini,<br />

popolandola, la sistemassero gradualmente per<br />

le colture, essa ospitava infat t i es tese<br />

paludi e acquitrini form ati dalle esonda^ioni<br />

dei fium i, ma p iù ancora dal divagare delle<br />

acque dei « fonta nili ». / « fonta nili » (fo t. 4) 0<br />

« resorgive » sono quelle innumerevoli sorgenti,<br />

disposte quasi a fascia continua, da cui<br />

sgorgano le acque che, penetrate, nel<br />

sottosuolo dove la pianura è form ata da ghiaie,<br />

cioè verso le colline e i monti, sono<br />

costrette a risalire alParia aperta perché<br />

incontrano una harriera di argille<br />

impermeahili. N um erosi fiu m i grandi e piccoli<br />

serpeggiano attraverso le campagne e il loro<br />

percorso é segnalato tanto spesso dallo<br />

snodarsi sinuoso delle dense boscaglie<br />

che ne bordano le rive o dai possenti argini<br />

che ne contengono le piene. I I greto si<br />

espande talvolta, come nei fiu m i veneti,<br />

in un immense ghiaione (fo t. j , Tagliamento),<br />

oppure emerge appena, come nei fiu m i lomhardi<br />

e piemontesi, lungo Pansa interna dei meandri<br />

o a me^^o della corrente dove si dispone in lunghi<br />

¡solotti cespugliosi (fo t. /, O glio). A m p io<br />

e possente i l P o raccoglie e porta<br />

a lP A d riá tico gran parte delle acque della<br />

pianura. Una fascia estesa e omhrosa di<br />

salid, ontani, p ioppi, spesso a fila ri<br />

ordinati e immersi in un verde pullulare<br />

d i piante p alustri ne accompagna a tratti<br />

le sponde ed ospita, nella bella stagione,<br />

numeróse comitive d i gitanti. M a quando<br />

le nehhie del tardo autunno indugiano<br />

tra la boscaglia e le acque cominciano a<br />

mulinare tra i p ila stri dei ponti, la gente<br />

dintorno guarda preoccupata a l fium e d i cui<br />

teme le piene tremendo (fo t. 2 ).<br />

Intanto è importante la relazione tra i<br />

processi di deflusso fluviale, ritmi climatici<br />

ed entitá delle glaciazioni : è intuitiva<br />

la diflerenza di quantitá del deflusso rispettivamente<br />

tra i periodi di avanzata<br />

e di regtesso dei ghiacciai. Durante i<br />

primi si attuô la deposizione di enormi<br />

conoidi di detriti (come sempre succédé<br />

nei periodi di piena), durante i secondi<br />

i medesimi corsi d’acqua si scavarono<br />

in quei depositi, incidendoli, un nuovo<br />

letto (come accade nei periodi di magra).<br />

Da un punto di vista morfológico,<br />

dunque, perde alquanto del suo significato<br />

e valore quella uniformitá che si<br />

è soliti attribuire a questo territorio :<br />

verso monte, a ridosso del margine<br />

pedemontano e colimare morenico, i<br />

resti smembrati dei conoidi più antichi<br />

si devano sul livello generale di campagna<br />

a guisa di altipiani a modesta<br />

ondulazione e raccordano a valle con la<br />

pianura i loro margini frontal!, progressivamente<br />

ridotti a sproni digitiformi,<br />

tramite una scarpata di alcuni metri;<br />

oppure, come in Emilia, espandono il<br />

loro ventaglio ai piedi dell’Appennino,<br />

costituendo un rialto pressoché continuo<br />

e blandamente ondulato e sempre<br />

più ristretto procedendo verso sud-est,<br />

o, isolati in piena pianura dalla migrazione<br />

degli alvei fluvial!, alternano le loro<br />

groppe appiattite con ampie bassure depresse<br />

un tempo paludose, ancor oggi<br />

chiamate valli.<br />

E ancora, per il prevalere dei processi<br />

di deposito delle tórbide nell’area in cui<br />

la pendenza generale délia piaña diventa<br />

irrisoria (intorno all’uno per mille), il<br />

livello degli alvei fluvial! si eleva sopra<br />

il livello di campagna, sicché i fiumi<br />

scorrono pensil! e il paesaggio è dominato<br />

dagli argini poderos! e dai canal!<br />

di drenaggio collocati a presidio delle<br />

terre ricuperate con la bonifica idraulica.<br />

Infine, lungo tutto l’arco litoraneo tra<br />

Monfalcone e Comacchio, per il confronto<br />

incessante tra l’azione del moto<br />

ondoso e delle maree e quella delle torbide<br />

fluvial! che, accumulandosi e costipandosi,<br />

provocano anche sensibili<br />

sprofondamenti della zona costiera, il<br />

bordo estremo della pianura, prima di<br />

sommergersi nel mare, si smembra e<br />

si fraziona in lembi di varia forma ed<br />

estensione, spesso anfibi, separad da<br />

speech! d’acqua, canal! natural! e artificial!,<br />

stagni invasi alternatamente, nel<br />

volger della giornata, da acque fluvial! e<br />

marine. Ulteriore varietá di fattezze natural!<br />

si manifestano se, usando una<br />

scala più grande, si considerino altri<br />

fattori regional! che localmente orientarono<br />

la costruzione del territorio.<br />

C’é, per esempio, una certa diversitá<br />

tra la sezione della pianura prospiciente<br />

le Alpi e le Prealpi - in rapporte all’espansione<br />

glaciale quaternaria e attuale<br />

e all’eterogeneitá dei material! da cui<br />

traggono origine i depositi alluvionali -<br />

e quella prospiciente l’Appennino, dove<br />

il glacialismo fu modestissimo o assente<br />

e le cui rocce quasi ovunque sono rappresentate<br />

in prevalenza da arenarie e<br />

calcári marnosi : quale varietá di terreni,<br />

quali diverse dimension! e forme delle<br />

aree di accumulo !<br />

Diverso è anche il comportamento degli<br />

affluent! del Po in rapporto all’andamento<br />

del corso del grande fiume.<br />

Questo, nella zona tra Mondovi e Torino,<br />

è deviato verso nord dall’ostacolo<br />

delle <strong>La</strong>nghe e dei colli monferrini, ma<br />

successivamente devia, in modo asimmetrico,<br />

più vicino agli Appennini che<br />

alie Alpi perché incanalato da una depressione<br />

in corrispondenza di una zona<br />

di faglie longitudinal! profonde; tra le<br />

tante conseguenze di quest! fatti, oltre<br />

all’accentuata profonditá dei solchi fluvial!<br />

che spezza la uniformitá della piaña<br />

tra Mondovi e Saluzzo, v ’é la discontinuitá<br />

fino alia frammentarietá e la<br />

diversa dotazione idrica della zona delle<br />

risorgive in Piemonte, nel Veneto ed<br />

in Emilia. Solo la pianura tra Dora<br />

Saltea e Adige, e più precisamente quella<br />

lombarda, presenta una zona continua e<br />

regulare di risorgive.<br />

Vi è poi il decisivo influsso della presenza<br />

dei laghi prealpini sul regime e<br />

l’entitá delle torbide fluvial! : quanto diversa,<br />

ad esempio, si presenta la pianura<br />

alia destra dell’Adda rispetto a quella<br />

alia sinistra, a monte delle confluenze del<br />

Brembo e del Serio, per l’apporto massiccio,<br />

nella costruzione della prima, di<br />

ghiaie e ciottolami da parte dei due affluent!<br />

non decantati da alcun specchio<br />

lacustre (non a caso quel territorio si<br />

chiama Ghiara d’Adda) e quale contrasto,<br />

quasi un’anomalia, nel ricco e<br />

caldo verdeggiare della pianura friulana,<br />

suscita il blancote abbagliante degli<br />

alvei fluvial! ciottolosi ed assolati, in cui<br />

si stempera il fluiré delle acque dalle<br />

montagne calcareo-dolomitiche, eminentemente<br />

franose.<br />

/ paesaggi costruiü dalPuomo<br />

Ma oltre ai fenomeni natural! anche e in<br />

grande misura è intervenuta Popera dell’uomo<br />

a diflerenziare gli aspetti paesistici.<br />

del nostro territorio.<br />

Prima di tutto occorre ricordare che<br />

Pagricoltura è stata per millenni l’attivitá<br />

dominante in queste plaghe. Essa vi ha<br />

impresso uno schema di organizzazione<br />

territoriale non facile da modificare. Un<br />

esempio particolarmcntc eloquente, fra<br />

i tanti, è costituito dalle maglie della<br />

centuriazione romana cui tuttora si ispirano<br />

la parcellazione e il reticolo della<br />

viabilitá di parte dell’agro trevigiano e<br />

di quello bolognese-romagnolo (dove le<br />

maglie sono anche orientate seconde<br />

l’andamento della via Emilia).<br />

E, del resto, il quadro delle sedi umane,<br />

quanto a ubicazione e sito, è rimasto in<br />

massima parte quello di tanti secoli fa,<br />

anche se di ciascuna sede o di loro gruppi<br />

e complessi sono mutati col tempo la<br />

funzione, il ruolo, la dimensione.<br />

A questo proposito risentiamo ancor<br />

oggi della debele ed episódica presenza<br />

delle città nella bassa pianura dove Pagricoltura,<br />

con Puniformitá e staticitá<br />

dei suoi ordinamenti, abbisogna più di<br />

piccoli centri che di grandi aggregati<br />

urbani. Lo sviluppo moderno di queste<br />

plaghe risulta assai più lento che nel-<br />

Palta pianura dove la lunga tradizione<br />

artigianale e mercantile, accanto a quella<br />

agrícola, ha provócate il sorgere di città<br />

e di grossi centri assai più numerosi e<br />

densi. <strong>La</strong> distinzione tra bassa irrigua e<br />

altopiano asciutto si sottolinea ancor<br />

I<br />

f-<br />

54


L a « bassa », doe la •^ona di pianura prossima<br />

a l P o e a l mare, con suoli prevalentemente<br />

sahbiosi e argillosi, dopo un meticoloso<br />

lavoro d i regolas^ione del deflusso delle acque<br />

e staia adattata alle colture intensive<br />

di cereali e di p r a ti p er P allevamento del<br />

bestiame grosso. F ino a l l’orizKpnte si<br />

estendono allora i riquadri dei campi<br />

meglio se badiamo alle rispettive strutture<br />

agrarie tradizionali.<br />

Tutta I’alta pianura è sempre stata I’area<br />

della piccola azienda a coltura promiscua<br />

di cereali e vite. Si tratta di terre aride,<br />

di difficile lavorazione, che richiedono<br />

un rilevante impiego di mano d’opera e<br />

che comunque rendono poco, sicché<br />

investirvi molto denaro non è conveniente.<br />

Meglio dunque ripartirlo in piccoli<br />

poderi da affidare in compartecipazione<br />

o in affitto, il che permette alla<br />

proprietà di ricavarvi una rendita sicura<br />

con modesto impiego di capitali.<br />

<strong>La</strong> bassa pianura, con la sua dovizia di<br />

acque, presenta invece le possibilità di<br />

un’agricoltura più ricCa e soprattutto<br />

dell’allevamento, del resto già presente<br />

alio stato brado fin dai tempi più remoti.<br />

Naturalmente gli oneri del diboscamento,<br />

della bonifica e della regimazione<br />

delle acque richiedono l’impiego<br />

di grossi capitali e l’impianto di grandi<br />

aziende. Non a caso Topera di ricupero<br />

è dovuta, alTorigine (sec. xi-xiii), al-<br />

Tiniziativa di grandi ordini monastic!.<br />

Questa differenza di ordinamenti, anche<br />

se non cosí netta com’è oggi, si è manifestata<br />

già nel basso Medioevo e proprio<br />

nel periodo in cui, entrato in crisi<br />

il Vecchio sistema feudale, Torientamento<br />

generale era invece quello di frazionare le<br />

grandi tenure padronali in tant! fond! in<br />

affitto o a mezzadria.<br />

Tali ordinamenti non si applicarono o-<br />

vunque, è vero : rimasero infatti organizzati<br />

secondo il sistema feudale<br />

classico gran parte del Friuli e parte del<br />

Piemonte, ma la loro adozione fu sufficiente<br />

a fissare anche una forma di<br />

insediamento rurale disperso che è ancora<br />

molto diffusa nella nostra pianura:<br />

quella delle case rurali e dei nuclei di<br />

cascine sparsi sui campi.<br />

<strong>La</strong> distribuzione attuale nel territorio<br />

padano veneto della grande e della piccola<br />

azienda fa risaltare pero alcune singolari<br />

anomalie che meritano una spiegazione.<br />

Infatti, ad un’area omogenea e ben delimitara<br />

corrispondente alia bassa lombarda<br />

con poche tracimazioni verso sud e<br />

verso occidente, contrassegnata dalla<br />

presenza délia grande coltura cerealicola<br />

e zootécnica, cui si associa Tinsediamento<br />

a grosse cascine, si contrappone il resto<br />

del territorio, anche in ambiente irrigua,<br />

in cui invece è tuttora dominante la<br />

piccola coltura promiscua con piccole<br />

dimore sparse. Naturalmente non si<br />

devono considerare i territori bonificar!<br />

negli ultimi 15o anni che, come vedremo,<br />

sono stati organizzati in base a criteri tecnici<br />

modem! piuttosto che tradizionali.<br />

Per spiegare taie distribuzione, apparentemente<br />

poco coerente con le vocazioni<br />

natural! del territorio, bisogna risalire<br />

nel tempo di qualche secolo ed esaminare<br />

il diverso comportamento dei proprietari<br />

terrier! nelTamministrare i loro<br />

possedimenti, dopo che col secolo xv<br />

erano riusciti a ripristinare i diritti e le<br />

consuetudini signorili di origine medievale.<br />

Tale diverso comportamento appare ispirato<br />

in gran parte alle condizioni politiche<br />

ed economiche degli stati padani<br />

delTepoca e di cui questi proprietari costituivano<br />

la classe dominante. Per esempio,<br />

la Serenissima, favorita anche dalla<br />

sua posizione geográfica, era una potenza<br />

mercantile marittima; il possesso délia<br />

terraferma è, per lo Stato, di interesse<br />

più politico che económico dal momento<br />

che il reddito proviene in larghissima<br />

misura dalTesercizio délia mercatura.<br />

È quindi logico che per la parte<br />

padronale il bene fpndiario sia considerato<br />

corne una forma di investimento<br />

immobiliare per ricavare una rendita<br />

piuttosto che un patrimonio da curare e<br />

migliorare con impiego di capitali di<br />

rischio. Il frazionamento delle proprietà<br />

in piccoli lotti affidati a mezzadria diventa<br />

Tordinamento più conveniente,<br />

tanto è vero che, quando nel corso del<br />

secolo xviii si estinguono le fonti tradizionali<br />

di reddito, i proprietari liquidano<br />

la mezzadria sostituendola, ove<br />

possibile, con Taffittanza impresaria che<br />

consiste in pratica nella delega délia pura<br />

amministrazione delle terre ad un intermediario,<br />

il « fittanziere », il quale per<br />

garantiré la rendita alla proprietà e un<br />

reddito per sé, senza impiegare capitali<br />

di rischio, mantiene, consolida o esalta<br />

i caratteri tradizionali della piccola lottizzazione<br />

e del regime colturale a tre<br />

campi: uno a granturco e due a frumento<br />

in promiscuo con i filar! di vite<br />

a sostegno vivo.<br />

Discorso totalmente diverso per il Milanese,<br />

dove invece è tradizionale il molo<br />

delTagricoltura come supporto delTattivitá<br />

commerciale e di trasformazione,<br />

sicché il possesso e la oculata gestione<br />

dei beni fondiari è al centro degli interessi<br />

della classe padronale.<br />

Ed ecco i precoci interventi per la sistemazione<br />

idraulica e il dissodamento di<br />

tutto il territorio, Tintroduzione-di colture<br />

altamente rimuneranti (riso e gelsobachicoltura<br />

fin dalla seconda metà<br />

del ’400) ed infine, per confronto con i<br />

casi del Veneto, la adozione di ordinamenti<br />

fondiari adatti allé vocazioni agrarie<br />

delle due zone fisiografiche del territorio:<br />

la piccola coltura a grani (con<br />

vite e gelsi) e il contratto di compartecipazione<br />

nelTaltopiano asciutto; la grande<br />

affittanza capitalistica con la grande<br />

coltura cerealicolo-zootecnica nella<br />

« bassa » irrigua, affiancata, specialmente<br />

ad oriente delTAdda e pero a partiré<br />

dalTOttocento, dalla grande proprietà<br />

direttamente coltivatrice.<br />

<strong>La</strong> trasformazione della grande proprietà<br />

più o meno appoderata in impresa capitalistica<br />

con salariat!, quale si affermé<br />

nelTirriguo padano piemontese e lombardo<br />

tra Settecento e Ottocento, promosse<br />

il diffondersi della grande cassina<br />

isolata sui campi, con una popolazione<br />

residente non di rado superiore alle<br />

cento anime, dotata perció di qualche<br />

servizio collettivo e che si puô considerare<br />

quindi corne un tipo delTinsediamento<br />

accentrato.<br />

Puô apparire anomalo invece Tinsediamento<br />

accentrato nelTalto Milanese dove<br />

vigeva il frazionamento fondiario. Qui<br />

perô Tazienda era piuttosto estesa, tanto<br />

che era condotta a mezzadria dalla<br />

famiglia patriarcale composta spesso da<br />

oltre quaranta persone e che dimorava<br />

in grossi cascinali a corte. Dal Settecento,<br />

alla mezzadria si sostituî gradualmente<br />

la piccola affittanza: dô spezzô<br />

Tunità della famiglia patriarcale, frazionô<br />

56


itagliati e solcati dalla rete minuciosa<br />

delle rogge e del fo ssi k cui maglie sono<br />

spesso sottolimate da fila r i di alheri (fo t. 6 ).<br />

E , ogni poco, la fa tto ria coi suoi edtfici<br />

disposti a quadrilatero a serrare la grande<br />

a ia ; é la típica « cassina a corte » della .<br />

« bassa y> lombarda e piemontese (fo t, j ) .<br />

il cascinale in tante sezioni quanta erano<br />

le aziende in affitto, indusse i nuovi<br />

« pigionanti » ad abitare preferibilmente<br />

nei centri, cioè in un luogo più « centrale<br />

» rispetto alla ubicazione degli appezzamenti<br />

da cultivare sui quali vennero<br />

costruiti dei ricoveri temporanei (cassinot).<br />

I due aspetti delineati, proprio per la<br />

loro fisionomía opposta, possono rappresentare<br />

quelli present! anche nel resto<br />

della pianura. Certo le motivazioni<br />

non sono ovunque identiche. Per il territorio<br />

emiliano romagnolo molto ha<br />

giocato il lungo perdurare del contratto<br />

a mezzadria per unità poderali relativamente<br />

piccole (la famiglia rurale estesa<br />

non superava in media le 12 unità). Ma<br />

qui il durevole e minuto frazionamento<br />

politico aveva promosso assai più strette<br />

relazioni tra la città (che era poi la capitale)<br />

e la sua campagna, corne è anche<br />

testimoniato dalla presenza diffusa di<br />

proprietà terriere della borghesia cittadina.<br />

Ed ecco, per le piccole proprietà<br />

il perpetuarsi di antichi rapport! fiduciari<br />

e paternalistici tra padrone e mezzadro<br />

e, per i possess! maggiori e più<br />

recenti l’introduzione della figura dell’intermediario<br />

amministratore (sul tipo<br />

del « fittanziere » veneto), mentre scarsa<br />

fu la diffusione, pur nell’irriguo (salvo<br />

che nel Piacentino) dell’impresa capitalistica.<br />

In Piemonte le forme sparse di insediamento<br />

dipendono dalla précoce diffusione<br />

della piccola proprietà cultivatrice.<br />

Essa fu promossa con l’abolizione delle<br />

servitù feudal! operata da Emanuele Filiberto,<br />

fu accentuata nel primo decennio<br />

dell’Ottocento, eccetto che nel Novarese<br />

e nel Vercellese, ancheper l’applicazione<br />

rigorosa dei criteri di ispirazione<br />

francese nella liquidazione delle<br />

proprietà già vincúlate, dei béni della<br />

chiesa e dei grossi patrimoni di enti, e<br />

fu poi sostenuta da una cospicua espansione<br />

del crédito ipotecario.<br />

Tutto questo ci permette di identificare<br />

delle varietà regional! nella nostra pianura<br />

che dipendono anche da significative<br />

diversità strutturali maturate in un<br />

travaglio seco lare di vicende umane.


L a dovi:^ia di acque ha facilitato<br />

riniroduzione del riso ira le colture<br />

della « hassa », ma le aree p iü típicamente<br />

risiere sono concentrate nel Vercellese,<br />

nel Novarese e nel Pavese dove la pianura,<br />

dopo le semine, sembra un enorme lago<br />

pas^ientemente ritagliato in m ilk fram m enti<br />

regalar i. P iü a oriente, nel basso M ilanese,<br />

e nel Cremasco, Pacqua dei fontanili, che<br />

non gela mai, ha invece suggerito<br />

la coltiva:(ione dei p r a ti « a marcita » bagnati<br />

da un velo d ’acqua e permanentemente verdi<br />

di foraggi: qui la « cassina » si amplia<br />

con grandi stalle e porcili, e l ’ aia, che<br />

serviva per essiccare i cereali, é sostituita<br />

da svettanti silos. A n cora p iü a oriente,<br />

verso il Cremonese e i l Mantovano, i l grano<br />

e i l granoturco prendono decisamente<br />

i l sopravvento e, nei campi, si ajfaccia<br />

i l filare d i v iti che, nel Veneio e in E m ilia ,<br />

si assocera quasi costantemente in coltura<br />

promiscua alie altre coltivasfioni. L a « cassina »<br />

puré a corte, ospita un ampio magas^ino con<br />

por tic ato (la caratteristica « barchessa y>)<br />

per ricoverare macchine e attres^sfi.<br />

8 Risaie nel Vercellese.<br />

g Campagna cremonese.<br />

10 Una cassina con la lunga barchessa<br />

a portici, presso Pagas(x,‘‘ no, nella campagna<br />

intorno a Treviglio.<br />

1 1 I I castello-cascinale di Tolcinasco, nella<br />

bassa milanese. S i tratta di una costruvfione<br />

della seconda metä dei Cinquecento,<br />

con la parte padronale ( i l castello) leggermente<br />

staccata dai rustici costruiti attorno a un<br />

vasto cortile, con quattro torri agli angoli.<br />

i z Una mietitrebbia p er la raccolta dei riso.<br />

Tali diversità hanno spesso influito sullo<br />

sviluppo di queste contrade. Per esempio,<br />

il persistere cos! a lungo della piccola<br />

azienda agrícola a basso reddito<br />

nell’alta e media pianura veneto-friulana<br />

ha avuto la sua parte nel ritardare l’insorgere<br />

delle moderne attività industrial!<br />

e l’organizzazione dell’agricoltura<br />

con criteri più nuovi: e ció perché ha<br />

impedito la formazione di capital!, mortificando<br />

le vocazioni imprenditoriali.<br />

Dipende anche da ció la tradizionale e-<br />

migrazione dei Veneti all’interno e all’estero.<br />

Viceversa, la costante saldatura tra i<br />

settori di attività, l’impostazione capitalistica<br />

dell’azienda agrícola, la precoce<br />

proletarizzazione dei contadini che predispose<br />

un serbatoio di mano d’opera<br />

per le insorgenti attività industrial!, consentí<br />

l’accumulo di capital!, promosse<br />

l’imprenditorialitá, fu insomma, tra i<br />

tanti, uno dei fattori di quello sviluppo<br />

che ha recentemente mutato il volto<br />

delle contrade dell’altopiano milanese.<br />

Sulla scorta dei fatti che abbiamo finora<br />

illustrato la « lettura » del territorio padano-veneto<br />

puó diventare più approfondira<br />

e anche più interessante e appare<br />

anche più agevole il riconoscimento di<br />

paesaggi divers!.<br />

Certo non possiamo attenderci differenziazioni<br />

paesistiche molto accentuate.<br />

Abbiamo infatti notato corne il pur vario<br />

comportamento degli uomini nell’organizzare<br />

queste plaghe per l’insediamento<br />

si sia comunque orientato a tener<br />

ben present! le diverse condizioni idrologiche<br />

tra l’alta e la bassa pianura. E<br />

quindi naturale che alcuni element! di<br />

tale organizzazione che più direttamente<br />

si rifanno alie condizioni fisiche del territorio<br />

si ripetano da un capo all’altro<br />

della pianura o che per vaste estensioni<br />

la varietá di aspetti del paesaggio sia<br />

affidata, oltre che alia cangiante fisionomía<br />

della cornice di rilievi sempre presente<br />

a segnare almeno un lembo degli<br />

orizzonti, alia diversa geometría della<br />

partizione parcellare dei campi, alia mutevole<br />

alternanza delle colture, ai particolari<br />

meno essenziali e funzionali della<br />

dimcnsione e della forma delle dimore<br />

sparse e dei centri abitati.<br />

Ma vediamo dunque quali sono questi<br />

oggetti, queste forme, questi lineamenti.<br />

/ caratteri del paesaggio della bassa irrigua.<br />

I campi e le colture<br />

E per una presentazione ordinata rispettiamo<br />

la più volte menzionata differenza<br />

di fattezze e di ordinamenti tra<br />

l’irriguo e l’asciutto ed incominciamo ad<br />

esplorare i connotati della « bassa ».<br />

Si è spesso affermato che l’abbondanza<br />

di acque ha suggerito quasi ovunque<br />

l’installazione dell’azienza agraria di medie<br />

e grandi dimensión!. II fatto è immediatamente<br />

rilevabile nella estensione<br />

dei campi coltivati e nella limitara differenziazione<br />

dei tipi di coltura. <strong>La</strong> parcella<br />

catastale è di forma grossolanamente<br />

quadrangolare con almeno due<br />

lati di alcune decine di metri sicché la<br />

superficie media di un campo si aggira<br />

tra un quinto e un quarto di ettaro.<br />

Ció riflette antichi criteri di partizione del<br />

terreno fondati sulla valutazione dell’area<br />

lavorabile in una giornata, beninteso,<br />

con impiego al limite sopportabile<br />

del lavoro umano. A tale suddivisione<br />

si è adattato il reticolo dei canal! di<br />

irrigazione e di scolo, fissando la trama<br />

geométrica della parcellazione in modo<br />

che ogni modifica ne risulta difficile e<br />

onerosa.<br />

Ció è evidentemente d’ostacolo alia moderna<br />

meccanizzazione dell’agricoltura e<br />

lo si nota nei non rari tentativi di ampliamento<br />

delle supcrfici parcellari attuati<br />

ove possibile e conveniente anche<br />

sradicando inter! filar! di quegli annosi<br />

alberi, da sempre connotato e ornamento<br />

di queste plaghe.<br />

Un’altra conferma ci viene dalla dimensione<br />

di gran lunga maggiore delle parcelle<br />

nelle aree di bonifica recente, dove<br />

cioè, a parirá di ordinamenti colturali e<br />

fondiari, si è previsto in partenza l’uso<br />

delle macchine.<br />

Quanto alie colture si rileva con sufficiente<br />

immediatezza la dominanza del<br />

binomio grani-foraggi. Essa è certamente<br />

da considerare l’espressione di un « climax<br />

», cioè della realizzazione di un<br />

sostanziale equilibrio tra suolo-climavegetazione,<br />

anche se tale obbiettivo é<br />

conseguito tramite faticoso adattamento<br />

artificiale dei suoli alie succitate colture.<br />

Occorre qui infatti sfatare la frequente<br />

convinzione della naturale fertilitá dei<br />

suoli padani: la loro natura sabbiosoargillosa,<br />

non é certo tra le migliori per<br />

l’agricoltura e il fatto é dimostrato ampiamente<br />

dal secolare intervento dell’uomo<br />

sia per una sapiente irrigazione,<br />

sia per una assidua correzione e concimazione.<br />

D ’altra parte é abbastanza agevole, collegando<br />

la rilevante dimensione dell’azienda<br />

con l’orientamento alia commercializzazione<br />

dei prodotti, comprendere<br />

come il binomio grani (frumento e<br />

mais) - foraggi subisca diversificazioni<br />

qualitative secondo i tempi (si pensi<br />

alia scomparsa delle colture gelsobachicole<br />

e del lino e, piü recentemente della<br />

canapa) e i luoghi in rapporto a specifiche<br />

condizioni fisiografiche e all’onerosa<br />

sistemazione dei terreni per la specializzazione<br />

di certe colture.<br />

Si richiamano ad esempio le aree a specializzazione<br />

risiera (Vercellese e Novarese<br />

in Piemonte, Lomellina e basso<br />

Milanese occidentale in Lombardia), che<br />

traggono la loro localizzazione cosí persistente<br />

e ben delimitata, oltre che dalle<br />

vocazioni di una antica area ad acquitrini,<br />

dalla cospicua disponibilitá di acque<br />

fluvial! (le acque di resorgiva non<br />

sono direttamente utilizzabili in periodo<br />

di maturazione del riso perché troppo<br />

fredde e vanno preventivamente riscaldate<br />

in vasche chiamate « caldane »), e<br />

quelle a foraggere, diffuse soprattutto<br />

nella « bassa» milanese dei fontanili,<br />

dove fin dal xii secolo (1135 sui terreni<br />

dell’abbazia di Chiaravalle) ad opera dei<br />

monaci Benedettini, Cistercensi ed Umiliati<br />

si é impostara la técnica dei « prati<br />

a marcita » o « prati iemali ».<br />

Singolare e peculiare questa técnica di<br />

irrigazione: essa sfrutta anzitutto la accennata<br />

continuitá areale e la dovizia<br />

di emunzione delle resorgive in territorio<br />

lombardo (500 litri al secondo per<br />

chilometro lineare) nonché la temperatura<br />

costante superiore a zero gradi anche<br />

58


¿ a presenta d ell’ albero ha nella pianura<br />

padana una funcione spesso indicativa degli<br />

ordinamenti agrari. I I pioppeto a coltura<br />

specialic(xota e i l filare di p io p p i a pieno<br />

campo sono abbastanc^a tipici della grande<br />

atfenda agrícola a indiri^:(p capitalistico<br />

p er la commerciali;(C(atfone della producfone;<br />

l ’ olmo e con minor frequenc^a i l gelso, l ’ acero<br />

e i l salice allineati in fila ri a sostegno<br />

delle viti compaiono nei campi della piccola<br />

acfenda a met^c(adria { come in E m ilia )<br />

e del piccolo fondo in proprietà o in affitto<br />

( come nel Veneto e nel F r iu li) tradicfanalmente<br />

destinato a ll’ autosufpcienc^a e a ll’ autoconsumo<br />

della fam ig lia contadina.<br />

1 } L a piantata romagnola: fila r i di olmi<br />

p o ta ti a sostegno delle viti.<br />

14 V ig n e ti nella campagna di -S. Bonifacio.<br />

I ; F ila r i di v iti nella pianura presso Marostica.<br />

1 6 Pioppeto alia Mesóla.<br />

in invernó di queste acque sorgenti (in<br />

estate, con temperatura dell’aria di 24 C<br />

esse sgorgano a + 16-+ 18 C; in invernó<br />

a o C esterni, zampillano a<br />

-(-9--I-12 C) ed infine, almeno ove é<br />

possibile, la concimazione da parte delle<br />

acque luride della dttá di Milano, che<br />

per i process! di fermentazione si mantengono,<br />

pure in invernó, a livelli termici<br />

di -f5 C.<br />

Non dimentichiamo che Milano significó<br />

e significa anche un eccezionale mercato<br />

per la collocazione dei prodotti dell’allevamento:<br />

si tratta insomma della felice<br />

concomitanza di fattori natural! ed u-<br />

mani. <strong>La</strong> connotazione paesaggistica piü<br />

evidente consiste anche qui prima di<br />

tutto nella uniformitá per grandi aree<br />

della coltura a prato: si tratta di una<br />

campagna permanentemente verde sistemara<br />

a regolarissimi riquadri rettangolari,<br />

ripartiti in strisce sottili a forma di<br />

tetto a due spioventi sul cui colmo si<br />

inoltra un canaletto a fondo cieco, che,<br />

convogliando l’acqua dalla roggia adduttrice<br />

(adacquatore) la fa tracimare e<br />

colare lentamente sulle due « a li» opposte<br />

in Heve pendenza. Alia base di<br />

queste, due solchi la raccolgono dirigendola<br />

verso l’adduttore a valle e cosí<br />

via.<br />

Ma ben piü sconcertante per la sua singolaritá<br />

é l’anacronistico incontro, in<br />

un caliginoso, stillante dicembre del<br />

suburbio milanese, con un grande prato<br />

vivOj folto di erbe, che spicca prepotente<br />

nella campagna, tra la nebbia, in<br />

mezzo alia neve.<br />

Le piccole arriende dell’area irrigua<br />

Alla periferia rurale dei centri abitati<br />

si nota una accentuazione della diffusione<br />

delle colture granarle cui corrisponde la<br />

rarefazione delle colture foraggere: ció<br />

è in rapporto con la riduzione della dimensione<br />

dell’azienda, perché, sólitamente,<br />

nei centri abitano i contadini che<br />

si sono emancipati piü o meno totalmente<br />

dalla dipendenza dalla grande<br />

conduzione capitalistica e, gestendo un<br />

piccolo fondo in proprietà, magari accresciuto<br />

con l’affitto di qualche altro<br />

appezzamento, non sono owiamente in<br />

grado di mantenere una grande stalla.<br />

<strong>La</strong> presenza della piccola azienda si sposa,<br />

dunque, neU’irriguo, col coagularsi<br />

dei villaggi e ció si rileva anche per la<br />

minor dimensione degli appezzamenti e<br />

la presenza quasi costante dell’orto familiäre<br />

che ripete in piccolo l’antica<br />

cintura di ortaglie attorno ai grossi centri<br />

prima che le tecniche di conservazione e<br />

di trasporto celere dei prodotti orticoli<br />

aprissero la via alla loro coltivazione a<br />

pieno campo.<br />

A proposito, pero, di dimension! aziendali<br />

è indispensabile richiamare una<br />

corposa eccezione che investe una cospicua<br />

parte della « bassa » irrigua.<br />

Le aree dell’irriguo padano dove ah antiquo,<br />

o almeno dal xviii secolo, si installó<br />

la grande azienda, sono i territori<br />

della bassa in Lombardia e in Piemonte,<br />

con tracimazioni in destra del Po nel<br />

Piacentino e nel Parmense.<br />

Per ritrovare analoghe dimension! aziendali<br />

bisogna che ci spostiamo nella grande<br />

area di bonifica che dalle due opposte<br />

strisce litoranee venete e romagnole<br />

si inarca ben addentro nella pianura<br />

fino al basso Veronese e al Polesine di<br />

Rovigo e di Ferrara.<br />

Tra queste due aree s’inserisce una larga<br />

zona a strutture agrarie prevalentemente<br />

fondate sulla piccola e media azienda a<br />

colture promiscué per l’autoconsumo,<br />

che solo recentemente, ma ancora episódicamente<br />

tendono ad ospitate colture<br />

ortofrutticole specializzate per la<br />

commercializzazione : essa comprende<br />

parte del basso Friuli e del basso Veneto<br />

e la bassa emiliana tra il Reggiano e il<br />

Bolognese. <strong>La</strong> conduzione, oltre alia piccola<br />

proprietà, è I’affittanza e quanto<br />

ancora sussiste della mezzadria, sostituita<br />

sempre piü largamente dalla conduzione<br />

in economia. I campi sono a nastri rettangolari.<br />

Tra le colture, assai piü varie<br />

che negli ambienti della grande conduzione,<br />

si installa massicciamente la vite.<br />

Scarsissima o assente l’irrigazione.<br />

Illustrammo precedentemente alcuni motivi<br />

storico-istituzionali che giustificano<br />

tale differenziazione areale. Qui ci sembra<br />

di richiamarne un altro piü squisitamente<br />

fisiografico che puó, in qualche<br />

misura, essersi combinato con quelli.<br />

<strong>La</strong> pendenza della bassa pianura occidentale<br />

consente infatti lo smaltimento<br />

abbastanza agevole delle acque di irrigazione.<br />

Nella bassa pianura orientale che si e-<br />

spande, viceversa, a livello o sotto il<br />

livello marino, i fiumi sono pensil! e le<br />

acque, nei territori tra un fiume e l’altro<br />

non si smaltiscono spontaneamente : o<br />

si procede alia bonifica (per colmata o<br />

con le idrovore) o ci si rassegna alia<br />

palude. È evidente che questa situazione<br />

del deflusso condiziona anche l’uso dell’acqua<br />

nelle zone circostanti a monte;<br />

se queste fossero irrigate come si conviene<br />

per colture intensive e per una<br />

produzione di massa, l’acqua utilizzata<br />

andrebbe a finiré nei territori a valle,<br />

piü bassi, rendendone assai piü difficile<br />

o addirittura vana la bonifica.<br />

Di qui la ritardata irrigazione alia periferia<br />

dell’area delle bonifiche e il persistere,<br />

come del resto è normale nelle aree<br />

asciutte, di altri ordinamenti fondiari,<br />

dove la vite e le colture arboree acquistano<br />

un’importanza cospicua nella formazione<br />

del reddito agrario.<br />

Dall’antica foresta alia «piantatay»; le vicende<br />

degli alheri<br />

<strong>La</strong> varia presenza e funzione dell’albero<br />

in pianura ci suggerisce qualche riflessione.<br />

Anzitutto dobbiamo rifarci alia diffusione<br />

della foresta almeno fino a tutto<br />

l’Alto Medioevo (vii-x secolo) in conseguenza<br />

dell’abbandono delle campagne<br />

e alia dimiriuzione della popolazione<br />

dopo la caduta dell’Impero Romano<br />

d’Occidente.<br />

Le specie principali che componevano<br />

la foresta nelle aree interfluvial! erano<br />

la quercia farnia, il frassino, il carpino,<br />

ma, secondo i dpi di suoli vi si associavano<br />

l’acero, la roverella, il cerro e,<br />

come nelle aree nordoriental!, il tiglio.<br />

Presso i fiumi, in zona piü umida, crescevano<br />

il pioppo, il salice e l’ontano<br />

ñero e nelle zone golenali o delle isole<br />

fluvial! dominava il salice nelle sue mol-<br />

60


I I canale artificíale é un altro elemento<br />

caratteristico del paesaggio padano. L,a sua<br />

funcfione d i regolatore delle acque e,<br />

senada dubbio, la principóle. M a , soprattutto<br />

in Lom bardia e nel basso Véneto, i l canale<br />

serve anche come via interna di navigasfione.<br />

In Lom bardia erano caratteristici, fino a<br />

qualche decennio f a , i barconi per<br />

il trasporto del collettame, chiamati<br />

« bettoline », mentre oggi navigano le grandi<br />

chiatte colme di inerti per l ’ edilisfia.<br />

D e l resto, proprio in Lom bardia i l nome di<br />

« naviglio », con cui sano indicati alcuni<br />

canali, ne palesa la funcione. I natanti<br />

erano trascinati da animali da tiro:<br />

p er questo tanto spesso lungo i l bordo dei<br />

canali corre una strada. D ’ altra parte<br />

la funsfione commerciale ha favorito<br />

i l m oltiplicarsi di sedi umane lungo le rive:<br />

dapprima m ulini e p oi, con Vavvento della<br />

industrialic^s^a:(ione, piccoli opifici che<br />

in quell’ acqua fluente trovavano materia prim a<br />

ed energía meccanica per le loro attivith.<br />

N aturalm ente nelle x.one di bonifica prevale<br />

la funifione di drenaggio delle acque:<br />

i l soleo rettilineo del canale, in quel<br />

paesaggio enfáticamente artificíale, speq^.“ ,<br />

senx,a scompaginarla, la geométrica monotonía<br />

delle campagne.<br />

l y Canali di irriga^ione nel la pianura<br />

ravennate; sulla sfondo. Porto Corsini.<br />

i 8 I I « naviglio t! presso Robecco.<br />

tissime varietá.<br />

Oltre ai documenti dell’epoca ne parla<br />

ancor oggi la toponomástica : Rogoredo,<br />

Roverbella, Albaredo, Nosedo, Cerro,<br />

Teglio, ecc. sono nomi di luogo ben<br />

ampiamente diffusi nella pianura.<br />

<strong>La</strong> colonizzazione sistemática non si accompagné<br />

con la totale distruzione degli<br />

albe'ri, non si ebbe in sostanza quel diboscamento<br />

che nell’Europa Centrale<br />

associé grandi estensioni di campi « a-<br />

perti », cioé disalberati e non recintati<br />

perché di proprietá collettiva, a grandi<br />

isole di hosco, pure di proprietá comune,<br />

per il pascólo brado e le prowiste di<br />

legna.<br />

Da noi si affermé, sulla scorta della<br />

lottizzazione dei fondi signorili e del<br />

loro affidamento in affitto o in compartecipazione,<br />

una campagna piú simile<br />

al bocage dell’Europa Atlántica, con<br />

campi recintati da filari di alberi, ma cui<br />

era maritata, spesso, la vite<br />

È cosí che ha origine la ben nota « piantata<br />

» padana, di cui si ha notizia fin<br />

dall’cpoca comunale e che si afferma<br />

decisamente per tutto il territorio durante<br />

il Rinascimento.<br />

A questo punto va rilevata e motivata<br />

la differenziazione delle specie che contribuisce<br />

a distinguere i paesaggi padani.<br />

Nelle aree dove si affermé la grande<br />

azienda a conduzione capitalistica la<br />

vite scomparve ben presto e l’albero<br />

è menzionato nei patti agrari come fornitore<br />

di legno da opera e da ardere,<br />

di strame per le stalle, di fogliame a<br />

complemento del foraggio: è in questa<br />

prospettiva funzionale che si affermano<br />

lungo le prode dei fossi, a delimitare i<br />

« quartieri » di awicendamento delle<br />

colture, principalmente il pioppo e Colmo,<br />

alternati talvolta a bassi salid capitozzati.<br />

II pioppo, poi, per la sua crescita rapida<br />

e il suo eccellente impiego nell’industria<br />

moderna ha dato luogo addirittura a<br />

colture spccializzate specialmente dopo<br />

che l’esodo rurale e l’aggiornamento<br />

tecnológico dell’azienda agricola consigliarono,<br />

a patita di produzione globale<br />

dei restanti seminativi, di destinarvi parte<br />

degli appezzamenti disponibili.<br />

Va da sé che il criterio per l’adozione<br />

delle colture arboree é quello della rimunerativitá:<br />

non a caso fa la sua apparizione<br />

nel xvii secolo anche il gelso<br />

per la bachicoltura, ma vi scompare tapidamente<br />

non appena, due secoli appresso,<br />

quella cospicua fonte di rendita<br />

si inaridisce.<br />

Nelle zone dove permane l’azienda a<br />

policoltura promiscua e dove quindi<br />

l’albero deve fornire tutto quanto s’é<br />

detto, ma deve anche sostenere la vite e<br />

diffondere poca ombra per non limitare<br />

la tesa del seminativo, si afferma invece<br />

l’acero perché é scarso di radici<br />

(e quindi non impoverisce il suolo) e si<br />

pué potare fino al tronco (e quindi si<br />

riduce Carea ombreggiata), seguito dal-<br />

Colmo e, nelle zone piü umide, dal<br />

salice.<br />

Naturalmente anche la densitá delCalberatura<br />

varia: é piü rada nella « bassa»<br />

lombarda e nelle risaie vercellesi, dove<br />

la dimensione delle parcelle assume i<br />

valori massimi e la meccanizzazione a-<br />

gricola é molto avanzara; é piü intensa<br />

e frequente nel Piemonte dove tra Caltro<br />

é presente anche la quercia e le rive<br />

dei fossi e soprattutto dei fiumi ospitano<br />

spesse fasce di boscaglia spontanea e<br />

fitta, ed é owiamente intensissima nelle<br />

zone a promiscuo. Qui pero, oltre ad<br />

una disposizione evidentemente piü controllata<br />

e ordinata da mano umana. Carborato<br />

con vite costituisce una serie di<br />

cortine allineate a segnare Candamento<br />

delle parcelle di seminativi e scarseggiano<br />

gli alberi d’alto fusto, eccetto che<br />

lungo le strade di grande comunicazione<br />

dove il plátano in doppio filare<br />

ininterrotto forma con Careo delle sue<br />

fronde un fresco riparo al solleone.<br />

Un paesaggio che ovunque si stacca<br />

decisamente da quello dei territori contigui<br />

é quello delle zone litoranee fluvial!.<br />

Le scarpate dei solchi fluvial! della<br />

pianura occidentale, piü o meno terrazzate,<br />

sono dei veri boschi e solo episódicamente<br />

i ripian! dei terrazzi ospitano<br />

appezzamenti a coltivo che interrompono<br />

la coltre di densa verzura. Le zone<br />

che accompagnano alCesterno le arginature<br />

dei fiumi nella « bassa» centroorientale,<br />

accolgono piü frequentemente<br />

colture di pioppi, mentre quelle golenali<br />

e comunque di libera esondazione delle<br />

acque, vedono prosperare il salice, Contano<br />

e il pullulare di un foltissimo sottobosco<br />

erbaceo e arbustivo di piante<br />

igrofile arricchito ormai da numeróse<br />

specie awentizie esotiche in un viluppo<br />

cosí intricato e in un’atmosfera cosí<br />

calda e greve di umiditá da simulare talvolta<br />

un paesaggio equatoriale.<br />

Irriga\ione e drenaggio: una fitta trama di<br />

canali e rogge nascosta nel verde<br />

L ’albero, dunque, qui piü che altrove, é<br />

sintomo della presenza delCacqua: é infatti<br />

singolare che in un’area cosí idrologicamente<br />

dotata le acque fluenti non<br />

si rivelino fácilmente alCocchio e al-<br />

Corecchio, ma si dehbano piuttosto intuiré<br />

tramite la geometría delle piantumazioni<br />

o Caddensarsi improvviso delle<br />

fronde lungo gli arginelli dei fossi, i<br />

primi a coprirsi di viole e di anemoni<br />

in primavera, o si scoprano altrettanto<br />

repentinamente con Capparire di chiaviche,<br />

di chiusini, di sommari ponticelli<br />

lungo i viottoli campestri.<br />

Beninteso, a prescindere per ora da<br />

quanto appare nelle aree di bonifica, di<br />

cui si parlera appresso.<br />

Solo le grandi opere di canalizzazione si<br />

collocano con particolare evidenza nel<br />

paesaggio. Ma anche qui occorrono alcune<br />

precisazioni: prima di tutto sappiamo<br />

che nella « bassa » bonifica e irrigazione<br />

sono, almeno nel tempo, accomunate<br />

nella soluzione delCunico problema<br />

di disciplinare il deflusso spontanen.<br />

In pratica, quando si prowide a<br />

tale regimazione si operé insieme una<br />

bonifica dei terreni acquitrinosi e una<br />

irrigazione delle zone cosí ricuperate.<br />

Ció é di evidenza scolastica, ad esempio,<br />

nel basso Veneto dove il canale costituisce<br />

elemento costante e inseparabile del<br />

paesaggio: ma qui esso svolge contemporáneamente<br />

le due funzioni alie quali<br />

spesso si aggiunge una terza, cioé quella<br />

della navigazione interna. E un po’ la<br />

sintesi materiata delle tradizionali basi<br />

economiche di quelle region!.<br />

6 z


Occorre poi constatare che non ovunque<br />

nella bassa non modernamente bonificata<br />

si assiste ad una elevata densità<br />

della canalizza7,ione. Nella pianura emiliana,<br />

in Friuli, in tutta la pianura centrale<br />

del Veneto ne sono modeste le<br />

tracce e persino nella bassa lombarda<br />

orientale, tra l’Adda e il Mincio, le<br />

grandi opere idrauliche, pur presenti,<br />

non raggiungono la densità e il livello di<br />

dotazione idrica delle zone più tipiche e<br />

cioè del Milanese irriguo e del Piemonte<br />

orientale. Le ragioni sono anche da riferire<br />

al progressivo modificarsi della<br />

natura dei terreni: l’afFermarsi sulle sabbie<br />

delle argille più resistenti alla siccità,<br />

diminuisce la necessità della irrigazione.<br />

<strong>La</strong> più elevata concentrazione dei canali<br />

e la loro installazione più antica si collocano<br />

nelle plaghe di più remota e<br />

più intensa diffusione delle colture foraggere:<br />

la storia ci presenta infatti, proprio<br />

in quella bassa lombarda che ancor oggi<br />

è la più doviziosa di opere idrauliche, il<br />

contemporáneo insorgere di tre fatti:<br />

la reintroduzione dell’erba medica, già<br />

conosciuta da Greci e Romani che l’avevano<br />

importara dalla Media - donde il<br />

nome - e inspiegabilmente caduta in<br />

disuso dopo le invasion! barbariche;<br />

l’avvlo della costruzione dei canali; l’affermazione<br />

della zootecnia e del caseificio.<br />

Un po’ più tardiva (xiii secolo) e<br />

meno intensa e curata è la canalizzazione<br />

nel Piemonte, dove bisogna attendere<br />

l’introduzione del riso come coltura<br />

specializzata per una ripresa delle sistemazioni<br />

idrauliche in pianura e l’avocazione<br />

al Demanio di gran parte delle<br />

acque d’irrigazione per assistere alla<br />

ordinata regolazione delle utenze e all’intensificarsi<br />

della rete irrigua, soprattutto<br />

dopo la costruzione del Canale<br />

Cavour: ma siamo nella seconda metà<br />

dello scorso secolo.<br />

A dare l’idea della massiccia presenza<br />

del canale nell’irriguo lombardo valgano<br />

alcune cifre; i canali derivati da fiumi<br />

sono 83; essi sono affiancati da 233<br />

sistemi irrigui alimentât! da coli e fontanili;<br />

la superficie irrigata supera i<br />

500000 ettari. <strong>La</strong> presenza e l’azione<br />

63


L e dimore d ell’ uomo, aggregate in villaggi<br />

0 sparse p er la campagna, conferiscono<br />

a l paesaggio rurale padano qnelF animas^ione<br />

che g li negherebbero l ’ m iform itd<br />

della morfología e delle colture. Quando<br />

se ne trascurino i m ultiform i aspetti<br />

architettonici e cromatici e se ne colgano<br />

1 lineamenti essen^ialmente fm ^ io n a li essa<br />

si rivela anche un prec^ioso indicators delle<br />

differenti strut ture agrarie: le gia<br />

menciónate « cas sine a corte » nelle loro<br />

dimensioni e nella varieta di destinacione<br />

degli edifici che le compongono si<br />

accompagnano alia grande acjenda a indiriccp<br />

capitalistico; la dimora tmifamiliare col<br />

rustico annesso sparsa nei campi<br />

o associata ad altre intorno ad un cortile<br />

(la tiplea (teurtt) d ell’ altopiano lombardo)<br />

é invece quella della piccola proprietá<br />

e della piccola ajfittanca; essa si f a<br />

piuttosto corposa nelle cpne della mecpadria<br />

dove anche i l fondo da coltivare é di<br />

ampiecstp non modesta,<br />

i^ , 20 C o r ti pluriacjendali a Casatenovo<br />

e a Rho nella campagna milanese.<br />

2 1 Una cascina deIValta pianura asciutta<br />

pressa Caronno.<br />

22 Una típica casa rurale vene ta coi caminí<br />

esterni pressa Nogare.<br />

2 } Una casa colonisa pressa Diam antina<br />

carattericx“ t


si colloca proprio nell’area di più remota<br />

e radicata pratica della zootecnia; e<br />

« cà » è il nome della dimora rurale veneto-emiliana<br />

dell’area a promiscuo dove<br />

la conduzione familiäre dell’azienda<br />

conferisce maggior peso all’abitazione<br />

dei coloni.<br />

Dalle estreme propaggini dell’occidente<br />

piemontese in quel di Cuneo, anch’esse<br />

interessate da tradizionale attività zootécnica,<br />

oggi ancor più accentuata, fino<br />

al Mincio in sinistra del Po, con tracimazioni<br />

alia destra del grande fiume nell’agro<br />

alessandrino, pavese e piacentino<br />

domina la grande cascina isolata o agglomerata<br />

composta di più fabbricati<br />

per l’abitazione e per i servizi, disposti a<br />

quadrilatero intorno a uno spazio aperto<br />

un tempo adibito ad aia per l’essiccazione<br />

dei grani, quella che, forse per<br />

una eccessiva importanza attribuita al<br />

termine « curt » associate alla singolare<br />

e ripetuta topografia quadrangolare (termine<br />

del resto usato solo per le dimore<br />

di tal tipo agglomerate in villaggi) è<br />

stata chiamata e studiata come « dimora<br />

a corte ». I suoi caratteri essenziali sono<br />

invero la grande dimensione e la distinzione<br />

funzioñale dei fabbricati, che riflettono<br />

la corpositá delle attività agricole<br />

cui serve e quindi il numero rilevante<br />

di persone addette, mentre la topografia<br />

quadrangolare manifesta la necessitá<br />

di mantenere a reciproca ragionevole<br />

portata di mano i vari edifici<br />

funzionali rispetto all’estensione dell’aia,<br />

grande perché cospicua era la massa del<br />

raccolto da accumularvi.<br />

Si notino alcuni fatti: l’aumento delle<br />

dimensioni aziendali amplia il quadrilatero<br />

fino a frantumarne la continuitá<br />

del perímetro edificato, come in moite<br />

boarie ferrares! e veronesi; la diminuzione<br />

della dimensione aziendale non<br />

cancella il quadrilatero se si tien conto,<br />

oltre che dell’abitazione e del rustico<br />

congiunti in linea (quando non siano<br />

separat! a fronte o giustapposti a squadra)<br />

dell’immancabile quadrilatero libero<br />

e aperto davanti agli edifici, irrinunciabile<br />

area di disimpegno, non di rado<br />

limitara dall’orto o da una siepe.<br />

Sembra comunque che i prototipi di<br />

65


L e trocee del remoto popolamento umano,<br />

p u r numeróse e significative ( si pensi,<br />

ad esempio, a i reperti preistorici<br />

deirisolino di Varese e dei terramarkoli<br />

del Cremonese-Mantovano e ancora alie<br />

vestigia della centuria^ione romana negli<br />

agri patavini e ravennaii) perdono i l ¡oro<br />

connotato di testimoniando archeologica<br />

e si inseriscono invece con piü diretta<br />

coerendfl nel paesaggio attuale quando<br />

si riportano ad epoche relativamente<br />

p iü recent i, a partiré dal Medioevo. Esse<br />

infa tti ricordano quelle popoladjoni<br />

che hanno attuato form e di organidxaxione<br />

del territorio rimaste valide fino ai giorni<br />

nostri e forse solo ora oggetto di<br />

trasformadione. A l i e antiche abbadje<br />

cistercensi e benedettine risale l ’ inidio<br />

della colonidxavone agrícola d i tanta parte<br />

della pianura; agli insediamenti d ell’ epoca<br />

moderna dohbiamo ascrivere Passm dione<br />

di un molo « europeo » del nostro territorio<br />

sia come area d ’ interesse strategico<br />

sia come uno dei


numéricamente, p iù rappresentata net Veneto<br />

e nel F r iu li, testimonia visibilmente<br />

10 splendido tramonto d i una struttura sociale<br />

ed económica che V incalíante illuminismo<br />

e la rivoluifone industriale emargineranno<br />

sen iß ricuperi.<br />

2 6 U a b h a iia d i Viboldone, un tempo isoldta<br />

nella campagna ë ormai investita dalV espansione<br />

ed iliiia della periferia milanese.<br />

2 J F a palladiana villa E m o a Vedelago.<br />

2 S Palmanova, costruita dat V en eiia n i alla<br />

fine del jo o corne p ia iio fo r te di confine<br />

seconda g li schemi della città ideale.<br />

cordia Sagittaria, Aquileia (oltre, ow iamente,<br />

Ravenna e Rimini) sono i nomi<br />

più noti.<br />

Un corposo aw io dell’opera di bonifica<br />

si colloca intorno ai secoli xv e xvi, ma<br />

non dà buoni risultati.<br />

Solo dai primi decenni del secolo scorso<br />

e fino ai giorni nostri si è realizzata la<br />

redenzione di gran parte di queste terre.<br />

<strong>La</strong> durata e la progressione nel tempo<br />

delle opere è testimoniata attualmente<br />

anche dal diverso livello di adattamento<br />

e di utilizzazione dei terreni. Occorre<br />

rilevare prima di tutto che la bonifica<br />

comporta necessariamente un piano preventivo<br />

di organizzazione del territorio<br />

che, essendo altresi pianeggiante, si presta<br />

ad una sistemazione geométrica elementare<br />

fatta di grandi riquadri rettangolari<br />

limitati da argini, canali, limiti<br />

poderali, limiti parcellari, strade e viottoli,<br />

ecc., il che consente di risparmiare<br />

spazio e di ridurre i costi.<br />

11 paesaggio resta cosí fissato nei suoi<br />

tratti topografici da uno schema di riconosciuta<br />

funzionalitá che si ripete ovunque<br />

senza sostanziali variazioni. <strong>La</strong> diversificazione<br />

dei paesaggi è governata<br />

dal progressive ricuperq, col tempo, della<br />

fertilità dei suoli fino a livello ottimale.<br />

Ma questo processo comporta che dapprima<br />

si destinino le terre alle colture<br />

risiere e ai pascoli naturali, poi alie colture<br />

frumentarie e a quelle prative e ad<br />

altre erbacee e solo dopo lunghi anni le<br />

coltivazioni si possono differenziare e<br />

compare l’albero.<br />

Va da sé che le prime fasi si accompagnano<br />

alia grande dimensione aziendale<br />

comunque gestita (conduzione capitalistica,<br />

cooperative di produttori, ecc.), e<br />

solo l’ultima consente un appoderamento.<br />

Un esempio scolastico di tale successione<br />

si osserva risalendo Tarea Polesana dal<br />

delta padano a Ficarolo.<br />

Meno schematica, ma pur sempre riconoscibile,<br />

la successione dei paesaggi,<br />

dalla costa alTinterno, nella grande area<br />

delle bonifiche romagnolo-ferraresi, dove<br />

la minor recenziorità delle opere di<br />

risanamento ha consentito ormai un<br />

ricupero più completo delle terre.<br />

67


L e v^one periferiche délia <strong>Padania</strong><br />

prospicienti a lP A d riático, in cui le acque<br />

pigramente defluenti dalPentroterra<br />

depositano i loro lim i, impedite a<br />

sciogliersi liberamente nel mare aperto<br />

dal pendió troppo Heve e d a ll’ urgere delle<br />

maree, ospitano ancora ampie lagune ed estesi<br />

acquitrini dove g li uomini si compiacciono<br />

0 si adattano a vivere in un rapporta<br />

p iù immediato e prim itivo con <strong>La</strong>mbiente<br />

naturale. L a caccia, la pesca, P allevamento<br />

brada, p u r in dimensioni ormai lim itate.<br />

s'intonano a questo paesaggio anfibio,<br />

un p o ’ desoíalo e talvolta malinconico<br />

per Passen:^a di am pi oriscxpnti. L a pesca,<br />

tuttavia, sollecitata dalla domanda di un<br />

retroterra imminente, popoloso e urbanir^pato,<br />

si organixxa spesso con tecniche un p o'<br />

sofistícate, come nelle « valli » del<br />

Comacchiese e del basso Veneto, mentre le<br />

plaghe p iù interne, che lo stagno sottraeva<br />

a lP agricoltura, sono state bonifícate ed ora<br />

ospitano pingui campagne e prosperi fru tteti.<br />

2ÿ Casone nella val Cam potto, pressa Argenta.<br />

<strong>La</strong> diffusione della frutticoltura e dell’orticoltura<br />

specializzate e persino del vigneto<br />

sui « montoni » linear! (resti di antichi<br />

cordon! di dune litoranee) nel Comacchiese<br />

(vite introdotta nel ’600 per<br />

produrre la famosa « Uva d’Oro »), non<br />

é che uno dei sintomi del mutamento<br />

anche degli ordinamenti forjdiari: le tipiche<br />

« larghe» romagnole, a seminativo<br />

nudo, completamente disaltrerato,<br />

con poche, rade dimore, stanno ormai<br />

diventando episodi in una pianura sempre<br />

piü occupata dalle culture promiscué<br />

e specializzate.<br />

<strong>La</strong>gune e valli di pesca: un paesaggio anfibio<br />

Le marine<br />

Lungo il litorale veneto-friulano, nel<br />

gran delta padano e poi giü fino a Comacchio<br />

le acque del mare e quelle dolci<br />

dei fiumi si confondono e si mescolano<br />

isolando un’area anfibia, caratterizzata<br />

dall’inestricabile inviluppo di speech!<br />

d’aequa, di canali natural!, di paludi, di<br />

laghi salmastri intercalati a lembi di terra<br />

ora melmosi (velme) ora coperti di vegetazione<br />

palustre (härene) ora emergent!<br />

in dossi linear! sabbiosi (lidi).<br />

Paesaggio quanto mai piatto e uniforme<br />

in cui la varietá infinita dei lineament!<br />

topografici, cangiante anche nel tempo,<br />

é soffocata dalla uniformitá livellata del<br />

terreno, dalla sconcertante ripetitivitá<br />

dei canned sempre uguali, dai suoni sempre<br />

identic!. Pochissimi e lontani i riferimenti,<br />

poiché troppo spesso le cortine<br />

di erbe palustri chiudono gli orizzonti:<br />

un faro, o, subitáneo e solitario, un<br />

« casone », simulacro rifatto delle antiche<br />

capanne di paglia di povera gente (braccianti<br />

o pescatori), oggi sempre piü rari.<br />

Eppure nelle lagune, nel Delta, nelle<br />

« valli » comacchiesi ferve una vita operosa:<br />

piccole variopinto borgate di pescatori<br />

raccolte su magri lembi di litorale<br />

asciutti in cui tutto é di dimensioni<br />

minuscole: le case, serrate Puna all’altra,<br />

i vicoli, le piazzette civettuole, mandano<br />

ancora al largo le barche da pesca con<br />

le piccole vele colórate; lungo gli amplissimi<br />

bracci del Delta compare spesso<br />

la chiatta per il trasporto di mercanzia.<br />

preceduta dalPamichevole ronfare del<br />

motore, e nelle « valli» si articula la<br />

complicata rete dei « lavorerii» per la<br />

piscicultura.<br />

Ma Puomo, la figura umana, in queste<br />

solitudini é isolata e al confronto con<br />

questi strani orizzonti troppo vicini o<br />

troppo lontani, rivela piü che altrove i<br />

limit! della sua statura.<br />

Esplode, é vero, a tratti, un paesaggio<br />

artefatto, innaturale e brutale; quello<br />

delle marine per il turismo balneare col<br />

suo schema senza alternative di villini,<br />

di condomini, di alberghi, capanne,<br />

allineati per chilometri lungo la costa e<br />

appuntati artificiosamente ad una cortina<br />

massiccia di poveri alberi trapiantati<br />

a forza a fungere da sfondo. Grado,<br />

Lignano, Bibione, Caorle, Jesolo, Lido<br />

degli Estensi, Lido di Spina, e la ininterrotta<br />

bastionata di cemento della costa<br />

romagnola sono i luoghi in cui, ogni<br />

estate, una folla bíblica di sei milioni di<br />

Europe! consuma quaranta giorni della<br />

sua esistenza. Questa. visione, cosí diversa<br />

da quelle che finora ci hanno accompagnato,<br />

dirige la nostra osservazione<br />

su quanto di nuovo é awenuto<br />

e continua ad awenire nei tradizionali<br />

paesaggi della « bassa » padana.<br />

Anche la bassa sta cambiando aspetto<br />

In questi ultimi trent’anni anche <strong>La</strong>mbiente<br />

rurale delle nostre pianure è<br />

stato investito e coinvolto nella radicale<br />

trasformazione strutturale che ha portato<br />

il nostro Paese a diventare uno dei piü<br />

industrial! del mondo.<br />

Non a caso si è usato il termine « strutturale<br />

» : infatti, i mutamenti sono intervenuti<br />

prima di tutto e principalmente<br />

nel tessuto portante degli ordinamenti<br />

fondiari, delle tecniche colturali, del<br />

quadro sociale che informava la vecchia<br />

struttura económica della « bassa ». Intanto<br />

si è assistito, tra il 1950 e il 1970<br />

alia penetrazione sempre piü massiccia<br />

del grande capitale finanziario nelle campagne,<br />

sia con investimenti diretti, sia<br />

attraverso il controllo di moment! important!<br />

del processo produttivo con la<br />

fornitura di prodotti di base prima ap-<br />

68


}0 , Æ ron e cinerino e cavalière d ’ Italia,<br />

m elegante trampoliere che vive<br />

ne lie paludi, ne lie valli di Comacchio.<br />

} 2 . C a valli bradi ne lia riserva<br />

d i Boscoforte.<br />

N in fee nella V a l Cam potto.<br />

V a lli da pesca nella lagma veneta.<br />

} J I I Fossatone, m canale nella pineta<br />

di S . V ita le.<br />

} 6 M oderni Jrutteti m l Ferrarese.<br />

prontati direttamente dall’azienda agraria<br />

(ad esempio sementi, concimi, mangimi,<br />

ecc.) ed infine con forme di integrazione<br />

totale tra agricoltura e industria<br />

di trasformazione e conservazione dei<br />

prodotti e imprese commerciali della<br />

grande distribuzione. Contemporáneamente<br />

la crescente e urgente domanda<br />

di mano d’opera da parte dell’industria<br />

in espansione e, diciamolo pure, la prospettiva<br />

di una vita meno isolata, più<br />

animata e indipendente offerta dalla città<br />

ha provocato un esodo agricolo senza<br />

precedent! che ha interessato soprattutto<br />

le classi giovanili. Si è assistito, cioè,<br />

al trasferimento della mano d’opera dall’agricoltura<br />

aile attività industrial! e,<br />

poiché queste sono collocate soprattutto<br />

nell’alta pianura asciutta, il « pendolarismo<br />

», ow ero la migrazione giornaliera<br />

dei lavoratori dalla residenza al<br />

luogo di impiego, ha assunto proporzioni<br />

rilevantissime. Non si è invece<br />

verificato un altrettanto cospicuo spostamento<br />

della popolazione dalla campagna<br />

aile grandi città, ma, piuttosto,<br />

si è avuto, in larghissima misura, l’abbandono<br />

della cascina isolata sui campi<br />

e il trasferimento dell’abitazione nei<br />

centri.<br />

Conseguenze : la carenza di mano d’opera<br />

ha sollecitato le grandi aziende agricole a<br />

migliorare e ad aggiornare le attrezzature<br />

tecniche e ad aggiornare i programmi<br />

di produzione: o ce la facevano da<br />

sole oppure si sono dovute adattare all’intervento<br />

del capitale finanziario e-<br />

sterno di cui s’è detto.<br />

Non è raro, d’altra parte, incontrare specialmente<br />

in vicinanza dei grossi centri<br />

industrial! a cavallo tra la bassa e l’alta<br />

pianura, delle cascine abbandonate i cui<br />

terreni sono oggi coltivati in economia<br />

senza la presenza costante del conduttore<br />

e dei salariat!. Inoltre, i redditi più elevati<br />

ottenuti con l’impiego nelle industrie<br />

hanno reso possibile ai contadini<br />

trasformatisi in opérai e traslocati nei<br />

centri, la costruzione di una nuova abitazione<br />

che non ha più nulla della casa<br />

rurale.<br />

Sicché i centri abitati si sono ingranditi,<br />

costellando la loro periferia con casette<br />

69


L ’ altopiano asciutto é cerío la ^ona ,piü varia<br />

ed animata della pianura. L e montagne vicine<br />

l ’ hanno resa m p o ’ p iü intimamente partecipe<br />

delle loro vicende naturali e ne sono<br />

testimoniando i depositi terraddflti e<br />

ferrettid xflti delle glaciadioni p iü antiche<br />

( le groane, le vaude) e g li immensi ghiaieti<br />

appena coperti da una scarna cotica di suolo<br />

agrario ( le brughiere, i magredis) che<br />

ricordano i l tumultuoso fluiré delle flumane<br />

dopo i l ritiro dei ghiacci. I flu m i<br />

vi scorrono incassati in solchi profondi<br />

con sponde intagliate a ripiani e Vacqua<br />

di pioggia e d i neve scorre con difficolta<br />

in superficie perché è ingoiata nel sottosuolo<br />

dalla massa di ciottoli e ghiaia. L a povertá<br />

dei suoli, che rese insufficiente i l reddito<br />

agrario, la dovidia e l ’ irruenda delle acque<br />

fluviali che fornirono energía, la vicinanda<br />

delle valu e dei valichi alpini che facilito<br />

g li scambi anche a grande raggio, stimolarono<br />

la gente fin da epoche remote a ll’ esercidio<br />

delle attivitá commerciali e manifatturiere.<br />

Industrialiddusdione e urbanidd^tdione d i questa<br />

parte della <strong>Padania</strong> hanno quindi origini<br />

remote: i liberi Com uni ne furono<br />

le espressioni p iü antiche e significative.<br />

Oggi in questa dona si produce oltre un terdo<br />

del reddito nadionale. È un reddito che è<br />

anche speso, almeno in qualche misura durante<br />

le brevi vacande estive, nelle affollate<br />

localitá balneari disposte a coronare<br />

le amplissime spiagge sabbiose d ell’ A driático.<br />

Una veduta della brughiera nella quale<br />

scorre i l Ticino presso la M alpensa.<br />

Cologno a l Serio, un borgo rurale<br />

d i pianura fortificato in época medioevale<br />

che conserva intatto i l fosso e le porte<br />

d ’ accesso. A I T interno della cerchia sono<br />

unifamigliari o palazzine munite di orto<br />

e giardino, mentre al loro interno si sono<br />

arricchiti di nuovi servizi, soprattutto<br />

di negozi di generi di consumo che un<br />

tempo non erano richiesti, ma anche di<br />

luoghi di ritrovo per la gente che è più<br />

socievole e, col difFondersi della motorizzazione,<br />

circola più agevolmente e intensamente.<br />

Tutti i centri? In linea di massima si,<br />

ma con una sostanziale differenziazione<br />

tra quelli direttamente collegati da grandi<br />

arterie di comunicazione e quelli periferici<br />

piü isolati, nel senso che i primi<br />

hanno conosciuto e conoscono uno sviluppo<br />

assai più rápido e consistente.<br />

In tal modo anche la uniformitá dell’insediamento<br />

accentrato della vecchia organizzazione<br />

rurale del territorio in cui,<br />

cioé, la maggior parte dei centri si somigliava<br />

come dimensione, attrezzature<br />

e fisionomía perché tutti, più o meno,<br />

svolgevano la medesima funzione, è<br />

sostituita con una distinzione « gerarchica<br />

» tra gli aggregati ormai in relazione<br />

al molo che ciascuno di essi<br />

svolge come «localitá centrale» di un<br />

lembo più o meno esteso di territorio<br />

circostante.<br />

L’importanza della viabilitá in questo<br />

processo di trasformazione è largamente<br />

motivata e dall’incremento dei traffici<br />

per le nuove relazioni tra azienda agrícola<br />

e industria e dalla grande mobilitá<br />

della popolazione sul territorio. Non<br />

solo, dunque, si sono aperte nuove<br />

grandi arterie, ma anche l’antica rete<br />

delle carrarecce per i collegamenti vicinali<br />

è stata perlomeno asfaltara, anche<br />

se ha mantenuto quella tortuositá, cosí<br />

irrazionale in rapporto alie moderne esigenze<br />

di circolazione, che le derivava<br />

dal rispetto per antiche e intangibili<br />

servitú di passaggio.<br />

Nonostante questi segni di un vivace e<br />

penetrante processo di trasformazione<br />

il pingue e tranquillo paesaggio dei<br />

campi domina tuttora incontrastato. Anche<br />

il traffico commerciale, che è pure<br />

un elemento nuovo almeno come tipo<br />

e intensitá, scorre veloce e incessante<br />

lungo le grandi strade, ma, apparentemente,<br />

senza riguardare e coinvolgere<br />

queste placide distese che ne stemperano<br />

e attutiscono anche il rumore.<br />

Ualta pianura trasformata dalTespansione<br />

industríale<br />

Se la « bassa irrigua », pur investirá dalla<br />

moderna spinta alia trasformazione e al<br />

rinnovamento, mantiene, almeno per<br />

ora, tanti aspetti della sua organizzazione<br />

agrícola e della sua fisionomía bonariamente<br />

rurale, cosí distensiva e cosí suggestiva,<br />

l’alta pianura asciutta sembra<br />

invece voler smantellare rápidamente o-<br />

gni semblanza superstite del suo passato<br />

agricolo.<br />

E in qualche sua parte, come nell’alto<br />

Milanese su verso il Comasco e il Varesotto,<br />

tale operazione si é giá da<br />

tempo conclusa.<br />

In linea generale la piü evidente differenza<br />

paesaggistica tra 1’« irriguo» e<br />

r« asciutto » é data dal persistente predominio<br />

dei campi nel primo e delle<br />

costruzioni nel secondo.<br />

L ’« asciutto » sembra letteralmente investito<br />

da un dilagante furore edilizio<br />

e le colture e la vegetazione piü o meno<br />

spontanea appaiono Come residui precari<br />

di un ambiente superato, specialmente<br />

dove industria e servizi costituiscono<br />

ormai la sola occupazione degli<br />

abitanti.<br />

Questa, del resto, non é una novitá. Giá<br />

s’é visto che il concorrere di molti fattori<br />

(popolamento remoto e fitto, posizione<br />

geográfica specialmente rispetto<br />

alie grandi direttrici delle comunicazioni<br />

transalpine, ariditá e infertilitá dei terreni,<br />

ecc.) contribuí, giá nel passato, a<br />

differenziare le attivitá della gente promuovendo<br />

l’insediamento accentrato e a<br />

suggerire il frazionamento fondiario in<br />

piccole aziende autosufficienti e quindi<br />

il pullulate di dimore rurali. L’elevata<br />

densitá e il rápido incremento della popolazione<br />

costituivano gli incentivi costanti<br />

all’edificazione. L ’industrializzazione<br />

é sopravvenuta con le sue necessitá<br />

tecniche e l’enorme richiamo di mano<br />

d’opera. Essa ha anche provocato molto<br />

spesso il radicale mutamento delle<br />

funzioni della casa, cancellandovi la destinazione<br />

agrícola e trasformandola in<br />

semplice abitazione operaia, pur rispettandone<br />

in molti casi Taspetto, almeno<br />

quello esterno.<br />

Se questi sono i connotati distintivi più<br />

eminenti del paesaggio dell’« asciutto »,<br />

essi pero non si manifestano con accenti<br />

identici ovunque : il fatto essenziale<br />

che determina certe attuali differenze<br />

tra le varie parti dell’alta pianura è da<br />

ricercare nell’etá e nelle modalitá di<br />

installazione e di sviluppo delle attivitá<br />

industriali modernamente intese.<br />

<strong>La</strong> base di partenza, infatti, è ovunque<br />

abbastanza omogenea: reddito insufficiente<br />

della famiglia contadina addetta<br />

alia piccola azienda, forte pressione demográfica<br />

sui campi e quindi ampia<br />

disponibilitá di mano d’opera a buon<br />

mercato, prima qualificazione di tale<br />

mano d’opera con la diffusione della<br />

fabbricazione casalinga dei tessuti (canapa,<br />

lino, lana) per i bisogni familiari,<br />

trasformazione di tale antica consuetudine<br />

in lavoro artigianale a domicilio<br />

sowenzionato e stimolato dai mercanii<br />

che incettano la produzione e la collocano<br />

sul mercato (la figura del mercante<br />

imprenditore senza fabbrica sta all’origine<br />

della imprenditorialitá industriale<br />

moderna nella nostra regione), presenza<br />

tradizionale (eccetto che in Emilia) di un<br />

artigianato metallurgico assai rinomato<br />

anche all’estero e che fa capo, quanto<br />

a materie prime, alie pur modeste ma<br />

diffuse risorse minerarie alpine e che,<br />

col tempo, concentra i suoi « lavorerii »<br />

nelle maggiori localitá pedemontane<br />

(Lecco, Bergamo, Brescia, ecc.).<br />

Su queste basi s’innestano le diverse<br />

politiche degli stati preunitari dopo la<br />

Restaurazione, che, in sostanza, si risolvono<br />

in stimoli o freni alio sviluppo di<br />

quelle fabbriche (soprattutto tessili) giá<br />

sorte in época napoleónica, ma ancora<br />

disperse e scoordinate.<br />

II Lombardo-Veneto, e più precisamente<br />

la Lombardia, è privilegiato dalla sua<br />

appartenenza all’Impero Asburgico, nel<br />

senso che fruisce di tariffe doganali fortemente<br />

protettive e lo sviluppo della<br />

sua industria contribuisce a sostegno del<br />

ruolo di grande potenza della monarchia<br />


visíhili grossi intervenu moderni,<br />

aU ’ esterno Vespansione edilii^ia recente.<br />

Lignano Pineta, m a moderna<br />

città di residencie turistiche, costruita<br />

in questo dopoguerra seconda un piano regolatore<br />

predisposto d a ll’ arch. D ’ Olivo che prevedeva lo<br />

sviluppo deU’ ahitato seconda una linea<br />

a spirale e Pinserimento n ell’ amhiente délia<br />

pineta costiera delle correnti turistiche.<br />

danubiana.<br />

In Piemonte, invece, si rimane al livello<br />

settecentesco delle concezioni e delle<br />

iniziative in materia di organizzazione<br />

manifatturiera sicché bisogna attendere<br />

alcuni decenni per assistera al decollo<br />

dell’industria piemontese moderna, con<br />

l’inconveniente, tuttavia, deU’unicità dell’indirizzo<br />

tipológico e della quasi esclusiva<br />

concentrazione in Torino.<br />

Quanto all’Emilia, l’apparato agrario ba<br />

ancora troppa preponderanza económica<br />

per suggerire il trasferimento di capital!<br />

di rischio verso il settore industriale.<br />

In definitiva, le aree più precocemente e<br />

tapidamente attrezzate conquistano anche<br />

i mercati sicché quelle in ritardo<br />

incontrano anche l’ostacolo della non<br />

facile collocazione della produzione.<br />

Conseguenze: la progressiva e tapida<br />

espansione pressoché a tappeto delle attività<br />

manifatturiere in tutta l’alta pianura<br />

lombarda vi determina la formazione<br />

di una autentica regione industriale;<br />

lo sviluppo tardivo nelle altre<br />

région! provoca la formazione di piccole<br />

zone industrial! o di piccoli nuclei manifatturieri<br />

prevalentemente urbani ; solo<br />

nelperiodo 1950-1970, in corrispondenza<br />

al processo di sviluppo dell’intero Paese,<br />

tali region! conosceranno un nuovo stimolo<br />

all’industrializzazione.<br />

<strong>La</strong> differenza non riguarda soltanto la<br />

localizzazione e il modo di diffondersi<br />

nel territorio degli apparat! industrial!;<br />

essa concerne anche il tipo di Organizzazione<br />

del sistema di produzione.<br />

Infatti, nelle aree di più antica tradizione<br />

industriale, corne nell’alto Milanese, abbiamo<br />

la presenza massiccia della grande<br />

industria di base (metallurgica, chimica<br />

e per la produzione di béni strumentali)<br />

col contorno delle fabbriche che ne sono<br />

il complemento perché si collocano a<br />

sussidio e completamento della ttasformazione<br />

dei prodotti di base fino al<br />

prodotto pronto per il consumo.<br />

Un sistema del genere impiega grandi<br />

masse di lavoratori, quindi provoca immigrazioni<br />

di mano d’opera da altre région!<br />

e un rilevante movimento giornaliero<br />

di « pendolari ».<br />

Nelle altre zone ad industrializzazione<br />

71


l^a trasformaxjone moderna del tradizionale<br />

paesaggio agricole padano è scaglionata nel<br />

tempo. L e manifesta^ioni accost ano quindi<br />

form e chiaramente suggerite da un assetto<br />

territoriale mature ad innovasfoni connesse<br />

alle esigenese della moderna tecnología.<br />

'<strong>La</strong> grande M ilano ha f om ito mes^pf, impulsi,<br />

modeln alla espansione industriale<br />

e urbanística d ell’ altopiano asciutto lombardo.<br />

Torino, vecchia capitale política,<br />

ha coagúlalo intorno a sé, quasi<br />

monopolippandole, le p iü recenti espressioni<br />

del « boom » industriale ; in E m ilia sono<br />

le grandi arterie di trafico che, ripetendo<br />

modello e f u n f o n i della antica « V ia E m ilia »,<br />

attraggono i moderni insediamenti<br />

m anifatturieri e residenpiali, disponendoli<br />

in fasce nettamente lim ítate e distinte dalla<br />

preseni^a ancora dominante della pingue<br />

campagna; nel Veneto, infine, che vive da poco<br />

tempo le vicende in itiait d i una sua vivace<br />

« era industriale », T intraprenden^a degli<br />

piú recente sono sorte prevalentemente<br />

piccole e medie industrie per la produzione<br />

di beni di consumo (mobili, abbigliamento,<br />

elettromecCanici, farmaceutici,<br />

alimentari, ecc.) che reclutano mano<br />

d’opera, mai molto numerosa, direttamente<br />

sul posto, non sono condizionate<br />

come le precedent! dalla presenza di una<br />

vasta gamma di servizi sussidiari e possono,<br />

quindi, spargersi sul territorio,<br />

preferendo, semmai, una localizzazione<br />

lungo le grandi vie di comunicazione.<br />

Questo tipo di industria media e piccola,<br />

con ambizioni di mercato relativamente<br />

limítate, non richiede capital! ingentissimi<br />

e intéressa quindi risparmio e iniziative<br />

imprenditoriali quasi sempre local!.<br />

Essa s’inscrive nel paesaggio come<br />

espressione concreta della operosità, dell’intraprendenza,<br />

della solidarietà della<br />

gente del posto.<br />

Il paesaggio della piú avarrgata urhani\t^atfone<br />

industriale<br />

L ’alto Milanese, dunque, e praticamente<br />

il quadrilatero Magenta-Cassano d’Adda-Merate-Gallarate,<br />

puô essere assunto<br />

corne espressione emblemática del paesaggio<br />

industriale a caratteri più avanzar!<br />

esistente nell’alta pianura.<br />

Ció non vuol dire che anche altrove, nella<br />

pianura padano-veneta, non esistano aree<br />

analoghe. Esse, pero, oltre a mostrare<br />

livelli divers! di evoluzione, appaiono<br />

tuttora più connesse e dipendenti da<br />

una città, quella che ha funzionato da<br />

centro propulsore.<br />

Ne sono esempi, tra i tanti, e non tutti<br />

collocati nell’alta pianura, le zone pedemontane<br />

intorno a Bergamo e a Brescia,<br />

quelle che sottolineano l’andamento<br />

della via Emilia in vicinanza dei capoluoghi<br />

provincial!, gli assi Mestre-Padova<br />

e Mestre-Treviso, l’area, recentissima,<br />

di Pordenone, ecc. episodi tutti,<br />

anche se arealmente corposi, che emergono<br />

piuttosto bruscamente da un territorio<br />

agricolo circostante ancora largamente<br />

intatto.<br />

L’insediamento accentrato è comunque<br />

l’elemento caratterizzante di questo tipo<br />

di paesaggio, in perfetta coerenza con<br />

le esigenze del moderno modo dl produrre<br />

che chiamiamo industria.<br />

Lo sviluppo dei centri già notevolmente<br />

rawicinati in precedenza, ha portato<br />

ad inglobare fácilmente gli esemplari<br />

residui di cascine sparse e a collegare i<br />

centri stessi tra loro con un continuo<br />

edilizio.<br />

Ció è awenuto non senza una selezione<br />

e diíFerenziazione tra i centri diventati<br />

« guida » perché meglio collocati e quindi<br />

scelti per la localizzazione delle fabbriche<br />

e quelli meno servit!, che hanno<br />

assunto la funzione prevalente di residenza<br />

e dormitorio della mano d’opera.<br />

<strong>La</strong> distinzione non è sempre netta, e si<br />

capisce: anche le grandi agglomerazioni<br />

di fabbriche hanno provocato la concentrazlone<br />

delle residenze, ed anzi, esse si<br />

distinguono per la dura e disumana commlstione<br />

degli apparat! tecnici dell’industria<br />

e dei parallelepiped! anonimi e<br />

squallidi delle dimore operaie in un contesto<br />

urbanistico che non si motiva se<br />

non facendo appello all’urgenza della<br />

domanda e alie espressioni piú brutal!<br />

della speculazione fondiaria.<br />

Nell’alto Milanese essa è peró sufficientemente<br />

awertibile confrontando ció che<br />

si osserva lungo le direttrici del Sempione<br />

e di Varese, contiguë, dense di<br />

fabbriche e Parea che le separa dove i<br />

paesi accolgono assai piú abitazioni che<br />

opifici.<br />

Ci si accorge della diíferenza anche perché<br />

le localitá prevalentemente residenziali,<br />

conservano ancora, almeno nei<br />

centri storici, qualche residuo della loro<br />

tradizionale funzione rurale rappresentato<br />

da agglomérat! di « corti ».<br />

Un altro connotato di queste plaghe è<br />

la fittissima rete della viabilità; solo<br />

superstrade e autostrade emergono mentre<br />

si è quasi completamente cancellata<br />

la diíferenza tra strade comunal!, vicinali<br />

e provincial!, conseguenza dell’intreccio<br />

di relazioni, non solo economiche, che<br />

imprimono un aspetto estremamente<br />

nuovo a questi territori. Né si possono<br />

trascurare i tralicci dell’energia elettrica,<br />

che in qualche lembo territoriale ci appaiono<br />

singolare surrogato del piú popolare<br />

albero. Ed ancora la proliferazione<br />

fastidiosa dei cartelli pubblicitari<br />

lungo le strade. E poi il brusio incessante,<br />

e i fumi e il lezzo inquinante degli<br />

spurghi e dei residui delle fabbriche, i<br />

cimiteri allucinanti di automezzi fuori<br />

uso; i deposit! di scorie e di rifiuti di<br />

una societá che consuma in termini sofisticati<br />

; il tutto in un’aria sempre un po’<br />

opaca per la foschia che solo qualche<br />

rara giornata di vento riesce momentáneamente<br />

a dissipate.<br />

E patética la presenza degli alberi e dei<br />

campi in questo paesaggio rifatto. Sussistono<br />

ancora aree coltivate, anche e-<br />

stese, tra il dilagare degli edifici. Sono<br />

campi di frumento e di mais, alternat! a<br />

prati, secondo la tradizionale prassi della<br />

rotazione agraria, curati dagli anziani<br />

e dalle donne non oceupate nelle fabbriche<br />

con l’aiuto dei component! opérai<br />

della famiglia durante le ore libere e<br />

le festivitá.<br />

E l’agricoltura a « tempo parziale » e,<br />

aggiungiamo, a bassa resa, che va gradualmente<br />

scomparendo col rinnovo delle<br />

generazioni.<br />

Campi, ripartiti in parcelle nastriformi,<br />

con qualche cascinotto a interrompere<br />

l’orizzonte dei Coltivi, disalberati, o<br />

semmai con qualche gelso residuo a testimoniare<br />

la fiorentissima bachicoltura<br />

che rese famose queste plaghe durante<br />

tutto lo scorso secolo.<br />

Oppure qualche vivaio di piante da giardino,<br />

altro testimone del rápido e recente<br />

incremento del reddito della popolazione<br />

della plaga, da collegare con la<br />

proliferazione delle seconde residenze e<br />

delle villette con terreno annesso, visibilmente<br />

non al loro posto in questa<br />

campagna disadorna e ancor piú spaesate<br />

quando in esemplari isolati e reclusi,<br />

compaioño dietro le cancellate dei villini<br />

unifamiliari, meta ultima di questa<br />

gente semplice e operosa.<br />

Difficilmente i campi e la vegetazione<br />

arbustiva e arbórea di queste plaghe si<br />

collocano nel paesaggio come element!<br />

di un razionale e coerente progetto di<br />

utilizzazione. Di certe macchie di hosco,<br />

di certe siepi tenaci di sambuco e biancospino,<br />

che si allineano lungo i muri di<br />

quaiche fabbrica o sulle strade e poi<br />

72


“---^^53!<br />

abitanti, fra^ionata e dispersa negli<br />

innumerevoli animati centric manifesta in ogni<br />

borgata k sue vivad, fantasiose inisfative.<br />

40 Uespansione industriale n ell’ alta pianura<br />

lombarda ( Brians^a) .<br />

41 L a campagna romagnola pressa Cesena.<br />

42 L o sviluppo industriale ha trasformato<br />

I ’ aspetto della pianura friulana nella s(pna<br />

attorno a Pordenone-Cordenons.<br />

bruscamente si interrompono, di certi<br />

improwisi coaguli di esotiche robinie,<br />

dal perimetro rigorosamente lineare, che<br />

simulano il bosco e sono in realta aggregati<br />

selvaggi di piante ignórate, non si<br />

riesce a stabilire la connessione lógica<br />

col paesaggio circostante ed é necessario<br />

collocarle con un po’ d’immaginazione<br />

in un ambiente ormai definitivamente<br />

superato dagli eventi. Soltanto<br />

lungo i bordi e sulle piatte sommita<br />

degli altipiani ferrettizzati (le groane) il<br />

bosco s’infittisce e si arricchisce di<br />

specie (ricompare la quercia e perfino<br />

la betulla, accanto al pino impórtate e<br />

trapiantato) e riacquista una sua razionale<br />

motivazione. Ma nel fitto degli<br />

alberi I’incontro con la strada asfaltata,<br />

un viottolo bordato di siepi ben curate,<br />

col biancheggiare di qualche villino fanno<br />

pensare che queste poche e preziose<br />

isole di verde non resisteranno a lungo<br />

all’assalto della demanda di terreni edili.<br />

Queste forme di urbanizzazione del paesaggio<br />

dell’alta pianura, che qui nell’alto<br />

Milanese hanno raggiunto le manifestazioni<br />

piu estese e avanzate e nelle altre<br />

region!, pur con diverse dosature e sfumature<br />

(I’influsso della cultura locale<br />

popolare non é mai estinto) insorgono<br />

con analoga prepotenza a guisa di smagliature<br />

del tessuto rurale antico che<br />

ancora le inviluppa, hanno un connotate<br />

comune: I’uniformita piatta e anónima<br />

delia loro fisionomía.<br />

<strong>La</strong> gente appare da un lato convinta<br />

della loro necessitá ed impeghata a<br />

promuoverne e a perfezionarne la funzionalitá,<br />

dall’altro sembra awertirne<br />

l’ariditá e si volge a ricercare, a conservare,<br />

a contemplare quanto é rimaste<br />

di un mondo e di una cultura, forse piü<br />

appaganti, certamente estinti.<br />

Perció questo paesaggio esprime anche<br />

le contraddizioni dei nostri tempi.


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I'utili^apione del suolo del Friuli-Venepia Giulia,<br />

Roma, 1970<br />

M. Romani, L'agricoltura in Lombardia dal periodo<br />

delle Riforme al iS;g, Milano, 1937<br />

M. Romani, Un secolo di vita agricola in Lombardia<br />

(1861-1961), Milano, 1963<br />

E. Scarin, SulTestensione delle corti nel Veneto<br />

Orientale, in « Scritti vari sulla geografia fisica<br />

e antropica dell’Italia», Soc. Geogr. Italiana.<br />

Memorie, vol. XVII, Roma, 1932<br />

R. Toniolo, L a pona delle « risorgive » nella Pianura<br />

Padana, in « Le Vie d’ltalia», Milano,<br />

X X X IX , 1933<br />

V. Toschi, Memoria illustrativa della carta del-<br />

I'utilippapione del suolo dell'Emilia-Romagna, Roma,<br />

1969<br />

L ’arco ligure<br />

Gli studi sulk configurazione paesistica della<br />

Liguria non hanno fatto molti progressi a livello<br />

regionale, dopo la rapida sintesi di A. Sestini<br />

nel volume « II paesaggio ». Utili elementi<br />

si trovano in:<br />

Archeologia e geografia del popolamento, « Quaderni<br />

storici», n. 24, 1973<br />

Citth e regione in Europa (a cura di R. Mainardi),<br />

Milano, 1973<br />

/ paesaggi rurali europei, Perugia, 1973<br />

M. Quaini, D alla comunitä rurale alTunificapione<br />

capi tails tica del territorio: Storia d el, paesaggio 0<br />

dell'organippapione territoriale^, in « Citta e regione<br />

», gennaio 1976<br />

M. Quaini, Per la storia del paesaggio agrario in<br />

Liguria, Savona, 1973<br />

Territorio e societá nella Liguria moderna, « Miscellanea<br />

Storica Ligure», V, 1973<br />

L ’Appennino settentrionale<br />

E. Ascione, I. Insolera (a cura di), M onti d ’ ltalia.<br />

L ’ Appennino Settentrionale, Roma, 1974<br />

G. Bortolotti, Guida del <strong>La</strong>go Scaffaiolo e del-<br />

I'A lto Crinale dall'Oppio all'Abetone, Bologna,<br />

1930<br />

G. Bortolotti, Guida delTAlto Appennino Modenese<br />

e Lucchese. D ali'Abetone alle Radici, Bologna,<br />

1961<br />

212


G. Bortolotti, L,a sirada di Porretta. Saggio di<br />

storia della viabilità, Bologna, 1954<br />

S. Govi, L ’Appennino Modenese, Il ediz., Roma,<br />

1936<br />

F. Rodolico, Uesploras^one naturalística dell’A p -<br />

penninoy Firenze, 1963<br />

A. R. Toniolo, U. Giusti, L,o spopolamento montano<br />

nelVA.ppennino Emiliano-Tosco-Romagnolo. Lo<br />

spopolamento montano in Italia, vol. IV, Roma,<br />

1934<br />

U. Toschi, Memoria illustrativa della carta del-<br />

Putili^i^as^ione del suolo delP Emilia-Romagna, Roma,<br />

1969<br />

I paesaggi collinari tosco-umbro-marchigiani<br />

G. Barbiéri, Memoria illustrativa della Carta dell^utili^a^ione<br />

del suolo della Toscana, Roma, 1966<br />

H. Desplanques, Campagnes Ombriennes, Parigi,<br />

1969<br />

I. Imberciadori, Campagna toscana nel ’700, Firenze,<br />

1933<br />

F. <strong>La</strong>mi, L a bonifica della collina típica toscana<br />

da <strong>La</strong>ndeschi a Ridolfi, Firenze, 1938<br />

A. Marescalchi, G. Dalmasso, Storia della vite<br />

e del vino in Italia, Casale Monferrato, 1931-39<br />

A. Oliva, L e sistemasfioni dei terreni, Bologna,<br />

1952<br />

C. Pazzagli, L ’agricoltura toscana nella prima metà<br />

dell’ Ottocento, Firenze, 1973<br />

R. Riccardi, Memoria illustrativa della carta della<br />

utilio^o^asfione del suolo dell’ Umbria, Roma, 1966<br />

F. Rodolico, L a Toscana descritta dai naturalisti<br />

del Settecento, Firenze, 1943<br />

A. Serpieri, L a bonifica nella storia e nella dottrina,<br />

Bologna, 1937<br />

<strong>La</strong> fronte marittima tosco-latfale<br />

A A. W . , Studi geografici sull’ Isola d ’ Elba,<br />

« Pubbl. 1st. Geogr. Univ. Pisa », VII-VIII,<br />

1960-61<br />

L. Bortolotti, L a Maremma settentrionale, ly jS -<br />

1970. Storia di un territorio, Milano, 1976<br />

B. Cori, Duecenio anni di organi^is^osfione del territorio<br />

in Maremma, « Nord e Sud » (in corso<br />

di stampa).<br />

G. Guerrini, L a Maremma grossetana, Grosseto,<br />

1964<br />

O. Marinelli e altri. Guida per Tescursione scientifica<br />

e storica d e lT V I lI Congresso Geográfico Italiano.<br />

Toscana centrale e Maremma, in « Atti<br />

VIII Congresso Geogr. Italiano, Firenze 1921 »,<br />

Firenze, 1922, vol. Ill, pp. 1-84<br />

E. Migliorini e L. Cardi, Memoria illustrativa<br />

della Carta dell’utili'7X


Glossario<br />

a cura di <strong>La</strong>mberto <strong>La</strong>ureti<br />

Avvertenza<br />

Presentiamo una seleccione di olire duecento voci,<br />

comprensiva di termini geografici, tecnici o dialettali<br />

poco noti, alio scopo di rendere piü facile la lettura<br />

dei saggi di questo volume, in cui la terminología<br />

specialistica non ha poluto essere evitata dagli A.utori<br />

che pure hanno cércalo di rendere il loro pensiero<br />

nel modo piü piano e accessibile a tutti.<br />

Abbreviazioni :<br />

agr — agronomía;<br />

dial = dialettale;<br />

dim = dimore;<br />

geog = geografia;<br />

geol = geología;<br />

giur = giurisprudenxfl ;<br />

idr = idrologia;<br />

med = medicina;<br />

met = meteorología;<br />

morf = morfología;<br />

preist = preistoria;<br />

scient = scientifico;<br />

tecn = tecnología;<br />

veg = vegetaccione.<br />

abigeato {giur')<br />

reato contro il patrimonio, rappresentato da<br />

furto di bestiame.<br />

acrócoro {morf)<br />

sinónimo di altopiano; indica anche un territorio<br />

morfológicamente vario ma sempre ad<br />

altitudine elevata.<br />

affittuario {giur)<br />

titolare di un contratto di locazione di tm fondo<br />

o podere altrui.<br />

agriturism o {agr)<br />

pratica turistica rivolta verso zone rurali dove<br />

vengono acquistati anche prodotti della terra.<br />

alberata {agr)<br />

sistemazione della vite, a filari o isolata, ma<br />

sempre accoppiata con alberi (olmi, aceri, ecc.)<br />

aventi funzione di sostegno.<br />

alluvione {geol)<br />

materiale detrítico trasportato e depositato da<br />

acque fluvial! o lacustri ; agg. : alluvionale.<br />

alp eggio {agr)<br />

sinónimo di pascólo alpestre; pratica caratterizzata<br />

dallo spostamento di greggi e mandrie<br />

verso i pascoli di alta quota durante i mesi<br />

estivi; anche: alpe.<br />

anticlinale {geol)<br />

plega interessante una serie di strati rocciosi<br />

con la convessitá verso l’alto; opposto di sinclinale.<br />

appoderam ento {ag^)<br />

colonizzazione agrícola di un terreno incoito<br />

mediante l’impianto di un podere (dimora rurale<br />

e coltivi).<br />

areale {veg)<br />

zona caratterizzata dalla distribuzione di una<br />

determinata specie vegetale, spesso in dipendenza<br />

dal clima locale.<br />

autóctono {scient)<br />

originario del luogo, riferito a formazioni rocciose,<br />

a specie vegetal!, a gruppi umani, ecc.<br />

aves {idr)<br />

il complesso delle falde acquifere sotterranee<br />

che alimentano i pozzi di un territorio.<br />

bacino {idr)<br />

area in cui scorrono le acque superficial! defluenti<br />

in un único corso d’acqua.<br />

báita, o {dim)<br />

casolare, fienile, costruito in pietra oppure in<br />

iegno; serve anche per il deposito di attrezzi;<br />

anche: alloggio temporáneo e stagionale nella<br />

zona dei maggenghi e degli alpeggi.<br />

baretia {idr)<br />

spazio interno ad una laguna, rivestito da erbe<br />

salmastre, generalmente scoperto durante la<br />

bassa marea.<br />

bealera {dial)<br />

canali di irrigazione di prati e pascoli (Alpi<br />

occidental!).<br />

bergam ino (a¿r)<br />

allevatore o guardiano di bovini per i quali<br />

affitta pascoli alpini e stalle in pianura, seguendoli<br />

nei loro spostamenti.<br />

bigattiera {dim)<br />

ambiente adibito ad allevamento del baco da<br />

seta, con temperatura ed umiditá costanti; generalmente<br />

adiacente ai local! di abitazione.<br />

boarla {agr)<br />

tipo di conduzione agraria caratterizzato dalla<br />

presenza di una grande azienda cerealicoloforaggera<br />

in cui si utilizzano salariat! fissi (boari)<br />

per il governo del bestiame.<br />

bocage {agr)<br />

paesaggio agrario rappresentato da alternanza<br />

di campi coltivati e piccole zone di hosco di<br />

forma irregolare, accompagnato da piccoli villaggi<br />

e case isolate; termine della 1. francese.<br />

bracciante {agr)<br />

lavoratore agricolo privo di contratto fisso che<br />

presta la propria opera a giornata; sin. di<br />

« bracciale », « giurnatario ».<br />

brolo {dim)<br />

orto o giardino recintato, con alberi, adiacente<br />

all’abitazione.<br />

calanco {morf)<br />

forma di erosione tipica delle argille e delle<br />

sabbie caratterizzata da profonde incision! che<br />

separano creste acute su versanti ripidi e instabih.<br />

cam pi chiusi, apertí {agr)<br />

tipi di paesaggio agrario, generalmente contrapposti,<br />

il primo caratterizzato dalla presenza<br />

di « bocage », recinzioni di muri a secco o siepi,<br />

insediamento sparso, policoltura intensiva e<br />

frazionamento fondiario; il secondo da parcelle<br />

ampie e regolari, di norma prive di alberi,<br />

con insediamento accentrato e cerealicoltura<br />

estensiva.<br />

cam po carreggiato, solcato {morf)<br />

forme di erosione cársica nelle rocce calcaree<br />

rappresentate da incisión! subparallele e spesso<br />

profonde che portano alia demolizione pressoché<br />

totale dello strato roccioso; anche: campo<br />

cársico.<br />

carsism o {morf)<br />

insieme dei fenomeni provocad dall’azione solvente<br />

esercitata dalle acque meteoriche sulle<br />

rocce calcaree, specialmente se fessurate, favorendo<br />

una intensa circoiazione idrica in profonditá<br />

con formazione di cavitá di notevoli<br />

dimension! ; agg. : cársico.<br />

caseína, cassina {dim)<br />

edificio rurale ad uno o piü corpi, con abitazione,<br />

staile, fienili, ecc. variamente disposti.<br />

casone {dim)<br />

abitazione rurale a planta generalmente rettangolare<br />

e con il tetto di paglia.<br />

castelliere {preist)<br />

insediamento preistorico, dell’etá del Bronzo<br />

e del Ferro, costruito in pietra a secco sulla<br />

cima di piccole alture.<br />

cavalcapoggio {agr)<br />

sistemazione di pendici collinari mediante lo<br />

scavo di canali trasversi per facilitare il deflusso<br />

delle acque.<br />

ceduo {ye¿)<br />

hosco di basso fusto sottoposto a taglio periódico.<br />

cenere {geol)<br />

materiale lávico di minuscole dimension! eiettato<br />

violentemente durante un’eruzione vulcanica<br />

e quindi depositato al suolo dove forma<br />

spessi strati di tufo.<br />

cenozoica o terziaria {geol)<br />

era geológica, della durata di circa 70 milioni<br />

di anni, caratterizzata da notevole attivitá vulcanica<br />

e dal grandioso corrugamento alpinohimalaiano<br />

che ha dato origine agli attuali piú<br />

elevati sistemi montuosi della Terra. Le terre<br />

emerse vanno popolandosi delle grandi famiglie<br />

di vertebrati.<br />

centuriazione {agr)<br />

parcellazione catastale di origine romana con<br />

struttura delle division! a scacchiera lungo le<br />

quali si è successivamente impiantato un reticolato<br />

stradale; anche: graticolato romano.<br />

chiusura {agr)<br />

confine delimitante un campo o una parcella,<br />

in genere rappresentato da un fossato, una siepe,<br />

un muro a secco, ecc.<br />

ciglione {agr)<br />

margine di un terrapieno, di un fosso, di un<br />

terrazzo, talvolta rinforzato da un filare di alberi.<br />

circo {morf)<br />

incavatura alia testata di una valle glaciale con<br />

pareti ripide ed il fondo spesso oceupato da un<br />

laghetto; di forma subcircolare, esso corrispondeva<br />

alia zona di alimentazione di un ghiacciaio,<br />

da cui cominciava a discendere la sua<br />

lingua ghiacciata.<br />

clim a {met)<br />

insieme delle condizioni meteorologiche (tipi di<br />

tempo) che si succedono abitualmente in un<br />

determinate luogo, con periodicitá annua, per<br />

un lungo lasso di tempo ; element! fondamental!<br />

del c. sono la temperatura atmosférica, le precipitazioni<br />

e i venti (spostamenti di masse d’aria<br />

provocad dalle variazioni della pressione atmosférica).<br />

clim ax {veg)<br />

stadio evolutivo di un determinato tipo di vegetazione<br />

(foresta, steppa, ecc.) caratterizzato da<br />

condizioni di stabilitá e di equilibrio con Tambiente<br />

(clima, suolo, ecc.).<br />

colata glaciale {idr)<br />

massa di ghiaccio in movimento; sinónimo di<br />

lingua di un ghiacciaio alpino.<br />

colm a {morf)<br />

sin. di passo, valico (dal lat. « culmen ») tra<br />

due valli opposte.<br />

214


colmata {agr)<br />

bonifica idraulica costituita dal riempimento di<br />

depressioni imprégnate di acque stagnanti mediante<br />

sedimenti alluvionali.<br />

coloniz2azione (agr)<br />

valorizzazione agraria di un territorio mediante<br />

l’insediamento di una popolazione agrícola.<br />

colono {giur)<br />

titolare di un contratto di colonia agrícola a<br />

partecipazione (v. anche « mezzadria ») ; sin. di<br />

coltivatore, terratichiere, ecc.<br />

coltivazione {geol)<br />

il complesso delle attivitá di ricerca e di estrazione<br />

di un minerale dal sottosuolo.<br />

conduttore {giur)<br />

locatario di un fondo altrui.<br />

conoide {morf)<br />

superficie subconica convessa formata da materiali<br />

alluvionali deposti da un torrente alia<br />

sua confluenza in una valle principale; lett.;<br />

c. di deiezione.<br />

consortla {agr)<br />

uso e conduzione in comune di pascoli o boschi<br />

fra piú famiglie.<br />

conurbazione {dim)<br />

fusione di piú centri abitati vicini in un único<br />

grande agglomerato in seguito a loro progressiva<br />

espansione.<br />

corografía {geog)<br />

descrizione delle caratteristiche geografiche di<br />

una regione.<br />

correzione {agr)<br />

rettifica delle caratteristiche agronomiche di un<br />

terreno mediante l’aggiunta di fertilizzanti.<br />

corrugamento {geol)<br />

piegamento di vaste dimensioni di strati rocciosi<br />

con conseguente formazione di rilievi<br />

montuosi.<br />

corte {dim)<br />

edificio rurale a piú corpi giustapposti delimitanti<br />

un ampio spazio interno in genere adibito<br />

ad aia; partie, diffusa nella pianura lombarda.<br />

cotica {veg)<br />

Strato erboso naturale che riveste la superficie<br />

del suolo vegetabile.<br />

cratere {morf)<br />

depressione che occupa l’interno della sommitá<br />

di un cono vulcanico da cui fuoriescono lava<br />

ed altri materiali.<br />

crosta terrestre {geol)<br />

involucro esterno della Terra (dello spessore<br />

di circa 30-40 km) formato in prevalenza da<br />

materiali solidi (rocce).<br />

deflusso {idr)<br />

scorrimento delle acque superficial! incanalate.<br />

delta {morf)<br />

accumulo di materiali argillosi e sabbiosi deposti<br />

dalla corrente di un fiume alia sua foce<br />

(marina o lacustre) situata lungo una costa<br />

bassa; la foce del fiume assume in genere un<br />

aspetto ramificato.<br />

demanio {giur)<br />

l’insieme dei beni immobil! (edifici e terreni)<br />

appartenenti alia Pubblica Amministrazione<br />

(Stato, Comuni, ecc.) e sovente destínate ad<br />

usi civici (pascoli, boschi, acque, ecc.).<br />

denudazione {morf)<br />

erosione del terreno da parte degli agenti meteoric!<br />

(acqua, vento, ecc.) che lasciano scoperto<br />

il substrato roccioso.<br />

detrito {geol)<br />

materiale alluvionale prodotto dall’attivitá degli<br />

agenti erosivi; è costituito in genere da frammenti<br />

piú o meno minuti di roccia a spigoli<br />

vivi e ricopre in forma di ampie falde la base<br />

dei versanti montuosi.<br />

dicco {geol)<br />

roccia cristallina consolidatasi entro fratture del<br />

sottosuolo. Non di rado viene messa alio scoperto<br />

quando la roccia incassante, meno resistente,<br />

è asportata dall’erosione.<br />

dilavamento {morf)<br />

azione delle acque superficiali che scorrono<br />

lungo un pendió erodendo spesso la superficie<br />

del terreno asportandone la copertura erbosa.<br />

dolina {morf)<br />

piccola depressione del terreno a forma di imbuto,<br />

ma sovente con il fondo piatto, di origine<br />

cársica.<br />

duna {morf)<br />

accumulo di sabbia provocato dall’azione del<br />

vento, frequente lungo i litorali marini.<br />

ecología<br />

scienza che studia il carattere e l’evoluzione<br />

degli equilibri tra i divers! organism! biologic!<br />

(vegetal!, animali, uomo) conviventi in ambiti<br />

piú o meno vasti.<br />

effusione {geol)<br />

fuoriuscita di materiali fluidi (lava) dal cratere<br />

di un vulcano.<br />

endemismo {vegj<br />

caratteristica esclusiva di una certa specie végétale<br />

di abitare solo determinati territorl con i<br />

cui fattori ambiental i (clima, suolo, ecc.) ha<br />

raggiunto un proprio equilibrio.<br />

enfiteusi {giur)<br />

diritto di godimento, da parte di un agricoltore,<br />

di un fondo altrui a condizione che vi apport!<br />

delle migliorie e previo pagamento di un determinate<br />

canone annuo.<br />

erosione, ciclo di {morf)<br />

insieme delle fasi evolutive dei process! di erosione<br />

subiti da un tratto della superficie terrestre<br />

ad opera degli agenti meteorici (acque<br />

incanalate soprattutto). II ciclo di e. si sviluppa<br />

a partiré da uno stadio di giovanilitá (forme<br />

molto aspre e intensa attivitá erosiva) fino a<br />

condizioni di senilitá (spianamento pressoché<br />

REGIO NI CLIMATICHE<br />

□ Regione alpina: clima típicamente montano,<br />

condiciónalo in prevalenca da fattori<br />

altimetrici, con inverni assai freddi e lunghi<br />

ed estati brevi e piovose specialmente<br />

nella prealpina.<br />

Notevole l ’escursione térmica.<br />

□ Regione padana: clima a carattere<br />

continentale con inverni freddi<br />

ed estati calde ed afose. Piogge frequenti<br />

soprattutto in primavera e in autunno.<br />

Clim a piü mitigato nelle aree<br />

lacustri préalpine.<br />

CZl<br />

Regione adriatica: clima análogo<br />

a quello padano ma con precipitocfoni<br />

piü scarse. .Nonostante la presenta del mare,<br />

gli inverni sono piuttosto freddi anche<br />

per l ’influsso di venti di nord-est.<br />

IZ3<br />

Regione appenninica; clima di tipo<br />

continentale e montano nelle c»ne<br />

piú interne ed elevate. Precipitaejoni<br />

abbondanti soprattutto sui versanti tirrenici.<br />

□ Regione ligure-tirrenica : clima a carattere<br />

marittimo ma con scarse piogge estive.<br />

Inverni non molto freddi ed estati<br />

piuttosto calde. Poco accentuate le escursioni<br />

termiche. Notevole la variabilitá meteorológica.<br />

□<br />

Regione mediterránea: clima carattericpato<br />

da temperature elevate anche in invernó<br />

e da debole escursione térmica. Per contro<br />

gli inverni sono assai piovosi e le estati<br />

piuttosto siccitose. L e epae piú interne<br />

delle grandi isole e della Calabria hanno<br />

clima tendengialmente appenninico.<br />

215


totale del rilievi) dopo avet attraversato una situazione<br />

intermedia, detta di maturità (forme<br />

notevolmente addolcite). Assai di rado, perö,<br />

una tale successione si esplica compiutamente,<br />

a causa di modificazioni prodotte da fattori<br />

geologici, climatici, ecc.<br />

età {geol)<br />

intervallo di tempo nella storia dell’evoluzione<br />

della superficie terrestre (la cui imita di misura<br />

è in genere il milione di anni) caratterizza^o da<br />

particolari vicende geologiche e biologiche.<br />

evapotraspirazione {veg)<br />

emissione di acqua sotto forma di vapore da<br />

parte di una pianta attraverso le foglie; il fenómeno<br />

è particolarmente intenso nei climi caldi<br />

e si riduce notevolmente nella stagione invernale.<br />

facies {geol)<br />

insieme delle caratteristiche litologiche e paleontologiche<br />

che contraddistinguono una determinata<br />

roccia al momento della sua formazione.<br />

faglia, frattura {geol)<br />

spaccatura della crosta terrestre che rompe la<br />

continuità di una formazione rocciosa sottoposta<br />

a determinate sollecitazioni dinamiche.<br />

falcatura {morf)<br />

ampia insenatura costiera costituita in genere<br />

da un basso litorale collegante due promontori<br />

e formatas! per effetto delle correnti costiere e<br />

dei sediment! da esse trasportati verso la costa.<br />

falda detrítica {morf)<br />

accumulo di materiale detrítico (proveniente dal<br />

disfacimento meteorice delle soprastanti pareti<br />

rocciose) alla base di un versante per effetto<br />

della gravita.<br />

falda idrica {idr)<br />

impregnazione acquifera di strati di rocce porose<br />

del sottosuolo con scorrimento a pelo libero<br />

(/. freático) o entro cavità di origine carsica<br />

(/. cársico).<br />

faraglione {morf)<br />

isolotto marino costituito dal residuo di una<br />

scogliera rocciosa smantellata dall’erosione marina.<br />

fascia {agr)<br />

superficie di un terrazzo artificiale costruito per<br />

ospitarvi colture, frequente sui bassi versanti<br />

della Riviera Ligure (vite, olivo, alberi da<br />

frutta, ortaggi, ecc.).<br />

favonio {met)<br />

vento di ponente che soffia nel periodo primaverile.<br />

ferretto {geol)<br />

terreno derivato da trasformazioni chimiche<br />

complesse operate dalle acque su detriti di origine<br />

alluvionale o glaciale, con arricchimento<br />

del tenore ferrífero e conseguente formazione di<br />

una caratteristica tinta giallo-rossastra.<br />

flysch {geol)<br />

formazione rocciosa costituita da una alternanza<br />

di Strati calcare!, argillosi, arenacei, ecc. depostisi<br />

in un ampio hacino di sedimentazione e<br />

provenienti dal disfacimento di una catena<br />

montuosa.<br />

foliatura {tecnol)<br />

trattamento dei tessuti di lana mediante sbattimento<br />

e bagnatura in sostanze acido-alcaline<br />

per favorirne l’infeltratura.<br />

fontanile {idr)<br />

sorgente della pianura padano-veneta, la cui<br />

acqua fuoriesce a temperatura pressoché costante,<br />

al limite tra alta e bassa pianura (alluvioni<br />

ghiaioso-sabbiose e argillose) ed è utilizzata<br />

a scopo irriguo, favorendo le colture<br />

anche nei mesi invernali; sin. di risorgiva.<br />

formazione {geol)<br />

complesso di strati rocciosi depostisi in un determinate<br />

periodo geológico ed aventi peculiari<br />

caratteristiche litologiche, nonché una precisa<br />

ubicazione geográfica.<br />

fossa {geol)<br />

sprofondamento di un tratto della crosta terrestre<br />

in seguito alia formazione di fratture<br />

di notevole entitá.<br />

fossile {geol)<br />

impronta o parte scheletrica pietrificate di un<br />

organismo animale o vegetale vissuto in precedent!<br />

period! geologici e generalmente consérvate<br />

entro uno strato roccioso.<br />

frana {morf)<br />

distacco e scivolamento di materiale roccioso<br />

lungo un versante per effetto della gravita e<br />

come conseguenza delle locali condizioni di<br />

instabilitá del rilievo.<br />

freática, acqua/falda {idr)<br />

impregnazione acquifera del sottosuolo costituita<br />

da acqua defluente a pelo libero.<br />

fronte glaciale {idr)<br />

parte anteriore di un ghiacciaio.<br />

gariga {veg)<br />

formazione cespugliosa che riveste terreni incolti<br />

o abbandonati in ambiente mediterráneo;<br />

spesso sostituisce la macchia dopo il taglio di<br />

quest’ultima.<br />

ghiacciaio {idr)<br />

massa di ghiaccio formatasi al di sopra del limite<br />

delle nevi persistenti, per accumulo della stessa<br />

neve, e quindi discendente, con comportamento<br />

plástico, verso quote più basse.<br />

giara {morf)<br />

rilievo tabulare di origine vulcanica costituito<br />

da rocce di tipo basáltico (Sardegna merid.).<br />

giovanile, stadio {morf)<br />

fase iniziale di un ciclo di erosione caratterizzata<br />

da forme aspre, intensa attività erosiva e notevoie<br />

pendenza del letto dei corsi d’acqua.<br />

girapoggio {ogr)<br />

sistema di terrazzamento in collina mediante<br />

lo scavo di una fossa di sgrondo che parte<br />

dalla sommità e scende con andamento a spirale.<br />

glaciazione {geol)<br />

fase geológica del periodo Pleistocenico (era<br />

Quaternaria) caratterizzata da una notevole<br />

avanzata dei ghiacciai in seguito ad un generale<br />

raffreddamento del clima.<br />

gleba, servitú della {giur)<br />

contadini addetti alia coltivazione di un fondo<br />

(la g.) nel Medio Evo del quale erano considérât!<br />

parte al punto che venivano ereditati con<br />

esso.<br />

golena {idr)<br />

parte compresa tra gli argini principal! ed il<br />

letto di magra di un fiume, regolarmente inondata<br />

durante le piene, non di rado coltivata<br />

ed abitara.<br />

grangia {dim)<br />

fattoria e villaggio rurale; comunità monástica<br />

medievale dedita ad attività agricole,<br />

grava {morf)<br />

valJone profondamente inciso in rocce calcaree<br />

carsificate; anche: gravina.<br />

gualchiera {tecn)<br />

sinónimo di follatoio, impianto ad acqua per<br />

la foliatura dei panni.<br />

habitat {veg)<br />

condizioni ambiental! (di clima, suolo, ecc.)<br />

favorevoli alio sviluppo di una determinata<br />

specie vegetale.<br />

humus {agr)<br />

strato superiore del suolo vegetabile, particolarmente<br />

ricco di sostanze organiche.<br />

inghiottitoio {idr)<br />

pozzo assorbente in zone carsiche dove confluiscono<br />

le acque superficial!,<br />

interglaciale/postglaciale, fase {geol)<br />

intervallo di tempo compreso tra due glaciazioni<br />

(fase int.) o successive ad una di esse<br />

(fase post.), caratterizzato comunque da un<br />

regresso dei ghiacciai in conseguenza di un<br />

generale riscaldamento del clima,<br />

laguna {idr)<br />

specchio d’acqua salmastra separata dal mare<br />

aperto da un sottile cordone litoraneo (lido)<br />

in corrispondenza di coste basse e con notevole<br />

apporte di material! alluvionali fluviali che si<br />

sedimentano lungo la costa; la 1. è sempre<br />

collegata con il mare da un canale naturale,<br />

lapillo {geol)<br />

materiale vulcanice costituito da piccoli frammenti<br />

di lava solidificata lanciati a grande velocità<br />

nel corso di un’eruzione.<br />

lastame {geol)<br />

materiale roccioso stratificato (in genere calcari<br />

marnosi) che si rompe in lastre sottili utilizzate<br />

corne pietre da costruzione e rivestimento.<br />

latifoglie {veg)<br />

alberi a foglie larghe, tipici dei climi temperar!<br />

e mediterrane! (querce, castagni, faggi,<br />

pioppi, ecc.) con specie sia decidue che sempreverdi.


CONDIZIONI GEOLITOLOGICHE<br />

ROCCE SEDIMENTARTE E LORO E T À G EO LO G ICA<br />

Era Periodo Rocce prevalenti<br />

Quaternaria<br />

(neozoica)<br />

Terziaria<br />

(cenozoica)<br />

Secondaria<br />

(mesozoica)<br />

Olocene<br />

Pleistocene<br />

Sedimenti attuali: alluvioni sabbiosey<br />

ghiaiosBy argillose e limóse d i origine<br />

fluviaky lacustre, glaciale.<br />

Pliocene Argille, sabbie, conglomeran □<br />

Miocene<br />

Eocene Oligocène<br />

Cretáceo<br />

Giura<br />

Arenarle, marne, calcari, calcareniti,<br />

depositi gessoso-solfiferi<br />

Argille scagliose<br />

□<br />

m m<br />

Calcari^ calcari marnosi,<br />

calcari selciferi [13<br />

Trias Calcari, dolomie, arenarte<br />

■ i<br />

latifondo {agr)<br />

vasta estensione di terreno un tempo incolta o<br />

scarsamente coltivata, appartenente ad un único<br />

proprietario. Oggi è sin. di grande proprietà<br />

agricola.<br />

Primaria<br />

(paleozoica)<br />

Permiano<br />

Carbonifero<br />

Devoniano<br />

Siluriano<br />

Cambriano<br />

Calcari, arenario<br />

Calcari; seis ti calcarei<br />

ROCCE IG N EE E M ETAM ORFICHE DI E T À DIVERSE<br />

Rocce intrusive<br />

e metamorfiche<br />

Rocce effusive<br />

Graniti, scisti, scisti cristallini<br />

{gneiss, filladi), rocce verdi, porfidi<br />

Esjfusioni laviche e depositi piroclastici<br />

{basalti, trachiti, tufi vulcanici)<br />

A.nfiíeairi morenici ï^inea delle risorgived^ Coni vulcanici Principali linee di fratíura -<br />

■ i<br />

CE3<br />

□<br />

laudi {giur)<br />

statuti medievali delle valli del Cadore in cui<br />

erano minuziosamente codifícate la regolamentazione<br />

délia vita collettiva e le modalità per<br />

I’utilizzazione delle risorse natural!.<br />

lava (.geo/)<br />

materiale fluido ad altissima temperatura (e<br />

quindi incandescente) che fuoriesce dal cratere<br />

di un vulcano durante un’eruzione, discendendo<br />

lungo i fianchi in forma di colate e successivamente<br />

solidificandosi.<br />

legnatico (¿/ar)<br />

diritto di una collettività di far legna in un hosco<br />

di proprietà comunale.<br />

lido (morj)<br />

cordone litoraneo che separa una laguna dal<br />

mare aperto; sinónimo anche di spiaggia; di<br />

costituzione sabbiosa.<br />

litologia [geol)<br />

studio delle rocce della crosta terrestre e delle<br />

loro caratteristiche.<br />

longitudinale, valle {morf)<br />

valle che segue Tandamento dei rilievi, sviluppandosi<br />

parallelamente all’asse delle carene<br />

montuose.<br />

lunetta {agr)<br />

muro di sostegno che delimita un piccolo terrazzo<br />

artificíale di forma semicircolare adibito<br />

a colture legnose (vite, olivo, ecc.).<br />

m aggengo {agr)<br />

prato di mezza stagione, ubicato in posizione<br />

mediana lungo il versante di una valle alpina,<br />

generalmente circondato da boschi; vi sosta il<br />

bestiame durante gli spostamenti tra i pascoli<br />

d’alta quota (alpeggi) e il fondovalle.<br />

m aggese {agr)<br />

terreno lasciato privo di colture e sottoposto a<br />

ripetute arature per ripristinarne la coltivabilitá.<br />

m alga {dim)<br />

alpe, cascina estiva; dimora temporánea degli<br />

alpeggi; indica anche l’insieme dei pascoli e<br />

delle relative dimore.<br />

marcita {agr)<br />

prato irriguo permanente della bassa Pianura<br />

Padana, alimentato con le acque dei fontanili;<br />

consente fino a nove tagli di foraggio nel corso<br />

dell’armo.<br />

masseria {dim)<br />

sin. di podere, fattoria; massaro è l’abitante o<br />

il proprietario della m.<br />

massiccio {morf)<br />

rilievo montuoso di forma comparta e senza<br />

un preciso orientamento delle catene e delle<br />

valli.<br />

217


meandro {idr)<br />

stretta ansa del corso di un fiume, generalmente<br />

nel suo tratto pianeggiante (ma non di<br />

rado incassata anche in quello montuoso), con<br />

la sponda cóncava sottoposta ad erosione e<br />

quella convessa ad accumule.<br />

m egalito (preisi)<br />

monumento preistorico (periodo Neolítico) costruito<br />

con blocchi di pietra grezza; se ne distinguono<br />

due tipi principali : menhir e dolmen.<br />

mesozoica o secondaria {geol)<br />

era geológica, della durata di circa izo milioní<br />

di anni, caratterizzata da scarsi movimenti orogenetici<br />

e da una notevole diffusione di organism!<br />

marini (é nel corso di questa era che si<br />

sono formate le piú potenti stratificazioni di<br />

rocce sedimentarle), mentre nelle terre emerse<br />

predominano i grandi rettili (dinosauri).<br />

meteorico {met)<br />

fenómeno di origine atmosférica (agg.).<br />

mezzadria {giur)<br />

contratto di locazione di un fondo rustico<br />

(podere) che prevede la divisione della produzione<br />

tra il proprietario (che si accolla la maggior<br />

parte degli oneri di gestione) del fondo<br />

ed il coltivatore (colono o mezzadro). Oggi<br />

l’istituto della m. (giá assai diffuso nell’Italia<br />

centr. e nel Veneto) è in forte declino a causa<br />

della legge che ne vieta il rinnovo dei contratti.<br />

modellamento {morf)<br />

azione erosiva esercitata sui rilievi della superficie<br />

terrestre da parte degli agenti meteoric!<br />

(acqua, vento, temperatura, ecc.) con conseguente<br />

mutamento dei loro aspetti morfologici.<br />

monticazione {agr)<br />

spostamento del bestiame dal fondovalle verso<br />

i pascoli di montagna.<br />

morena {morf)<br />

accumulo di materiale detrítico trasportato dai<br />

ghiacciai e poi da questi abbandonato in prevalenza<br />

ai lati e sulle loro fronti in forma di<br />

piccoli rilievi semicircolari (anfiteatri morenici).<br />

morfología {morf)<br />

insieme delle forme che caratterizzano la superficie<br />

terrestre; per estens. anche il loro studio.<br />

neozoica o quaternaria {geol)<br />

era geológica attualmente in corso di svolgimento<br />

da circa un milione di anni, contrassegnata<br />

da intensa attivitá vulcanica e da notevole<br />

espansione periodica dei ghiacci polari e continental!<br />

e della conseguente variazione (fino<br />

ad oltre loo metri) del livello dei mari. Inizia<br />

il popolamento umano della terra.<br />

nitrôfila, vegetazione {veg)<br />

vegetazione erbacea e arbustiva che si sviluppa<br />

in terreni saturi di sostanze ammoniacal!, derívate<br />

in genere dal ripetuto accumularsi di<br />

escrementi animali (ad es. nei pascoli alpini).<br />

nória {leen)<br />

pozzo in cui l’estrazione dell’acqua avviene<br />

CARATTER I D E L L ’IN SEDIAM ENTO RURALE<br />

Forme prevalentemente accentrate:<br />

□<br />

Grossi centri compatti<br />

Piceoli centri e casali<br />

Villaggi e casali di tipo alpino<br />

Forme prevalentemente disperse:<br />

a<br />

Case isolate sui fondi con piu del 50%<br />

di popolas(ione sparsa<br />

Forme intermedie:<br />

Masserie e cascinali; casali e fattorie<br />

dell’agro romano e maremmano<br />

□<br />

Piccoli centri, villaggi, casali e case sparse<br />

« C o r ti» della pianura padano-veneta,<br />

dell’agro romano, della Gucchesia, ecc.<br />

218


AM BIENTI V E G E T A L I<br />

Brughiere alpine e praterie di alta montagna<br />

Foreste di aghifoglie con pini, larici, abêti<br />

Foreste miste di alta montagna e ttpne<br />

in cui si alternano boschi di conifero e di faggi<br />

□<br />

Foreste di latifoglie caduche di alta montagna<br />

con predominio delle faggete;<br />

abetino delle otpne appenniniche<br />

Foreste di caducifoglie di media e basta<br />

montagna con boschi misti<br />

o alternantisi di faggi e castagni<br />

CID<br />

Foreste di latifoglie deciduo di basta montagna<br />

e di collina con prevalensta di castagneti,<br />

querceti e boschi cédai: pianeggianti<br />

e collinari con lembi residui delle antiche<br />

coperture forestali; boseaglie e brughiere<br />

delValta pianura padano-veneta.<br />

□<br />

Foresta sempreverde mediterránea<br />

con leed, sughereti, ecc.; pinete litoranee,<br />

macchie e g a rlee; vegetaofone delle riviere<br />

lacustri préalpine e dei rilievi<br />

isolati della pianura padano-veneta.<br />

mediante un sistema di cinghie o catene che<br />

coliegano una serie di secchi in modo da assicurare<br />

un flusso continuo di acqua.<br />

orogénesi {geol)<br />

insieme dei processi evolutivi della crosta terrestre<br />

che ne provoca il corrugamento e la conseguente<br />

formazione di grandi sistemi montuosi.<br />

orografía {greg)<br />

quella parte delle geografía che studia le caratteristiche<br />

dei rilievi montuosi; anche i rilievi<br />

montuosi stessi.<br />

paesaggio {geog)<br />

aspetto sensibile (percettibile) che assume l’insieme<br />

degli elementi naturali ed umani, tra loro<br />

variamente correlati, che caratterizzano la struttura<br />

di un determinato territorio (regione).<br />

palafítta {preist)<br />

dimora preistorica (etá del Bronzo) costruita su<br />

palificazioni in prossimitá delle rive lacustri dei<br />

laghi prealpini.<br />

paleolitico {preist)<br />

periodo della preistoria caratterizzato dalla diffusione<br />

di sttumenti di pietra scheggiata.<br />

paleozoica o primaria {geol)<br />

era geológica, della durata di circa 310 milioni<br />

di anni, caratterizzata da due grandiosi corrugamenti<br />

orogenetici (caledoniano ed ercinico)<br />

e da una grande diffusione della fauna marina<br />

e della flora continentale. Quest’ultima ha dato<br />

luogo, con potenti accumuli di vegetali, specialmente<br />

nel periodo Carbonifero, a numerosi<br />

giacimenti di carbone.<br />

parcella {agr)<br />

area di, terreno (coltivato) corrispondente all’unitá<br />

catastale di suddivisione della proprietá<br />

fondiaria.<br />

pecceta {veg)<br />

bosco di conifere costituito in prevalenza dalla<br />

specie dell’abete rosso (« picea excelsa »), detto<br />

anche peccio.<br />

pedata {agr)<br />

piccola striscia di terra di forma stretta e allungata<br />

che contraddistingue la divisioñe parcellare<br />

sulle rive occidentali del lago Trasimeno.<br />

pedología {geol)<br />

scienza che studia le caratteristlche dei terreni<br />

vegetabili.<br />

pellagra {med)<br />

malattia un tempo diffusa nelle Zone agricole<br />

italiane provocara dalla mancanza di vitamina<br />

PP in seguito a prolungato uso di farina di mais.<br />

penepiano {morf)<br />

superficie pianeggiante il cui spianamento è attribuito<br />

alie fasi tardive del ciclo di erosione<br />

(stadio di senilitá).<br />

plantara {agr)<br />

sistema di coltura della vite mediante suo accoppiamento<br />

ad alberi (olmi, aceri, ecc.) disposti<br />

singolarmente o in filari attraverso i campi di<br />

seminativi.<br />

219


pieve {dim)<br />

comunità pariocchiale di origine medievale e<br />

relativo territorio da essa abitato.<br />

plastica {morf)<br />

sinónimo di morfologia.<br />

plateau {morf)<br />

sinónimo di altopiano ; termine della 1. francese.<br />

policoltura {agr)<br />

ordinamento agrario caratterizzato dalla coesistenza<br />

di molteplici colture sia legnose che seminative<br />

(coltura promiscua) con carattere intensivo;<br />

si contrappone alla monocoltura che<br />

ha invece carattere estensivo.<br />

polje {morf)<br />

piano cársico in cui le acque superficial! vengono<br />

smaltite per mezzo di un inghiottitoio<br />

interno.<br />

polla {idr)<br />

sinónimo di sorgente.<br />

profilo {morf)<br />

sezione trasversale di una valle; anche: sezione<br />

di un suolo o terreno vegetabile.<br />

promontorio {morf)<br />

prominenza rocciosa ed elevata della costa,<br />

quinconcia {agr)<br />

disposizione di alberi da frutto o viti, a filar!<br />

incrociati, secondo la raffigurazione dei cinque<br />

dischi nell’antica moneta itálica di cinque once.<br />

ravaneti {dial)<br />

grandi distese di detriti relativ! alle cave di<br />

marmo.<br />

regione {geog)<br />

territorio con caratteristiche geografiche, fisiche<br />

e/o natural!, omogenee, e pertanto distinguibile<br />

da analoghi territori adiacenti.<br />

régola {giur)<br />

accordo consortile per Tuso dei terreni adibiti<br />

a pascólo tramite sorteggio, diffuso nel Trentino<br />

e nel Cadore, con valore anche di partizione<br />

amministrativa.<br />

ría {morf)<br />

profonda insenatura costiera, originara dalla<br />

sommersione di una valle fluviale o torrentizia;<br />

frequente nella Sardegna settentrionale ; pl.<br />

rigelo {met)<br />

trasformazione in ghiaccio di acque superficial!<br />

a livello del suolo, provenienti da fusione di<br />

nevi o ghiacci, per effetto di un rápido abbassamento<br />

della temperatura.<br />

riposo {agr)<br />

terreno agricolo di cui é sospesa la coltivazione<br />

per favorirne il rinnovo della fertilitá (ricostituzione<br />

degli element! agronomic!).<br />

risorgiva {idr)<br />

sin. di fontanile; le r. nella Pianura Padana sono<br />

in genere allineate lungo una linea detta appunto<br />

linea delle r.<br />

rittochino {agr)<br />

sistemazione dei terreni in collina mediante lo<br />

scavo di canal! di sgrondo parallelamente alia<br />

direzione di massima pendenza.<br />

roccia {geol)<br />

ammasso comparto di material! amorfi o mineralizzati<br />

costituenti la crosta terrestre. Le r. si<br />

distinguono fondamentalmente in ignee o eruttive<br />

(derivare dalla consolidazione dei material!<br />

fluid! sottostanti la crosta terrestre avvenuta<br />

sia nel sottosuolo con formazione di r. intrusive<br />

di natura cristallina, sia in superficie con formazione<br />

di r. effusive o vulcaniche) e sedimentarie<br />

(originates! da accumuli stratificati di material!<br />

depostisi in ambient! sottomarini o subaerei).<br />

Tutti quest! tipi di rocce, in seguito all’azione<br />

di forti pression! e di elevate temperature si<br />

trasformano nelle cosiddette r. metamorfiche di<br />

natura interamente cristallina.<br />

roccolo {agr)<br />

appostamento fisso per uccellagione, costituito<br />

da un pergolato subcircolare in cui sono sistemare<br />

le reti.<br />

rotazione {agr)<br />

awicendamento delle colture su uno stesso<br />

appezzamento di terreno per meglio sfruttarne<br />

le caratteristiche.<br />

rustico {dim)<br />

insieme dei local! adibiti a deposito di attrezzi<br />

agricoli, a stalla, a fienile, ecc. adiacente I’abitazione<br />

del contadino.<br />

Salto {agr)<br />

terreno tenuto a pascolo o a bosco, generalmente<br />

di proprietà pubblica e concesso in uso<br />

a privati; anche: saltus.<br />

scala {geof)<br />

in una carta geográfica è il rapporte tra una<br />

distanza misurata sulla carta stessa e la rispettiva<br />

misurata sul terreno.<br />

sciara {morf)<br />

accumule di scorie vulcaniche in prossimità di<br />

colate di lava; particolarmente frequente in Sicilia.<br />

scirocco {met)<br />

vento caldo proveniente da sud, nell’area mediterránea.<br />

scoria {geol)<br />

materiale vulcanice di medie dimension! e di<br />

aspetto bolloso, lanciato nel corso di un’eruzione.<br />

seccagna {agr)<br />

grande secca; piú propriamente seccagno, è anche<br />

la coltivazione che non richiede irrigazione.<br />

sedimentazione {geol)<br />

processo di accumule di material! detritici ed<br />

organic! in ambiente sottomarino; dalla loro<br />

costipazione hanno origine le rocce sedimentarie.<br />

servitú feudal! {giur)<br />

in campo agricolo erano rappresentate dalla limitazione<br />

parziale o totale del titolo di possesso<br />

della terra nei riguardi del coltivatore, e finanche<br />

della sua stessa liberta individúale (v.<br />

« gleba, serv. della »).<br />

sfalcio, prato di {agr)<br />

prato adibito a coltura di foraggio<br />

periódico.<br />

con taglio<br />

siderite {geol)<br />

minerale di ferro (carbonato) di origine sedimentaria,<br />

assai frequente nelle Alpi centroorientali.<br />

smottamento {morf)<br />

scivolamento di materiale roccioso misto ad<br />

acqua che ne facilita il movimento lungo un<br />

versante.<br />

sodaglia {agr)<br />

terreno incoito, non ancora dissodato.<br />

spalliera {agr)<br />

disposizione di piante da frutta e di viti su di<br />

una intelaiatura fissa di varie fogge per favorirne<br />

la maggiore ricezione di calore e luce e<br />

limítame i danni del vento.<br />

spartiacque {morf)<br />

linea di displuvio tra due opposti versanti di<br />

una montagna; separa due bacini idrici adiacenti.<br />

spina {agr)<br />

sistemazione delle viti su filari disposti a cordon!<br />

orizzontali con i tralci a frutto piegati a<br />

destra e a sinistra del filare.<br />

stazzo {agr)<br />

recinto dove si ricovera il bestiame di notte.<br />

steppa {veg)<br />

formazione vegetale, tiplea dei climi asciutti,<br />

costituita in prevalenza da graminacee.<br />

sulla {agr)<br />

planta foraggera da awicendamento adatta a<br />

terreni aridi; usata per il sovescio per ilsuo alto<br />

contenuto in sostanza azotata.<br />

termofila, vegetazione {veg)<br />

vegetazione che si sviluppa di preferenza in<br />

ambienti a clima caldo e ben soleggiati.<br />

terrazzo {morf)<br />

rottura di pendió di un versante caratterizzata<br />

dalla presenza di una breve superficie suborizzontale.<br />

terreno {geol)<br />

sin. di roccia •. aggregate di sostanze mineral!<br />

ed organiche cementare. Anche sin. di suolo:<br />

alternanza di strati di materiali sciolti, organic!<br />

e inorganic!, con caratteristiche favorevoli alio<br />

sviluppo della vegetazione e delle colture.<br />

terrigeno {geol)<br />

sedimento originario di ambiente terrestre,<br />

terziaria, economía<br />

settore económico distinto da quello agricolo<br />

(primario) e industriale (secondario), e costituito<br />

oltre che dalle attivitá commercial!, da quelle<br />

inerenti ai trasporti, al crédito, ai servizi, alia<br />

pubblica amministrazione, ecc.


Referenze fotografiche<br />

(I numen si riferiscono alle illustratQoni dei<br />

singoli capitoli, indicati con la numeracpone<br />

romana).<br />

testata {morf)<br />

zona più interna di una valle, corrispondente<br />

all’area sorgentizia, con forte pendenza del fondovalle.<br />

tettonica {geol)<br />

Studio della struttura della crosta terrestre e<br />

della disposizione delle formazioni rocciose che<br />

la compongono.<br />

Tirrènide {geol)<br />

area continentale emersa, in corrispondenza dell’attuale<br />

mar Tirreno, durante le ere Mesozoica<br />

e Cenozoica.<br />

tombolo {morf)<br />

striscia sabbiosa, generalmente coperta di vegetazione<br />

o di pinete, che delimita una laguna separándola<br />

dal mare aperto.<br />

toponomástica<br />

l’insieme dei nomi di un luogo (topónimi) e<br />

la disciplina scientifica che ne studia le caratteristiche<br />

e l’origine.<br />

torbida {geol)<br />

materiale trasportato in sospensione da un corso<br />

d’acqua, di natura in genere sabbiosa e argillosa.<br />

trasversale, valle {morf)<br />

valle incisa trasversalmente ad una catena montuosa<br />

con la formazione di gole e strettoie.<br />

trazzera {agr)<br />

passaggio attraverso i campi riservato agli armenti;<br />

frequente in Sicilia.<br />

trullo {dim)<br />

costruzione rurale, di pianta circulare e dal<br />

tetto conico; frequente in PugUa (Murgia bassa),<br />

isolata o raggruppata in piccoli centri.<br />

tundra {veg)<br />

formazione vegetale, costituita da arbusti, muschi<br />

e licheni, che si sviluppa oltre i limiti della<br />

vegetazione arbórea, nell’alta montagna alpina<br />

e appenninica.<br />

úvala {morf)<br />

depressione cársica formata dalla fusione di<br />

due o più doline adiacenti.<br />

valle a U {morf)<br />

valle scavata da un ghiacciaio, caratterizzata dal<br />

fondo piatto e largo e dalle pareti subverticali.<br />

vedretta {idr)<br />

termine di origine ladina, sin. di ghiacciaio.<br />

velm a {idr)<br />

spazio fangoso di una laguna, generalmente<br />

scoperto a bassa matea.<br />

vena {geol)<br />

zona mineralizzata del sottosuolo.<br />

xerófita {veg)<br />

di organismo vegetale capace di sopportare<br />

condizioni di siccitá prolungata.<br />

Zoila {geol)<br />

lembo di ctosta terrestre di dimensioni continentali.<br />

Archivio T.C.I. cap. II: 5, 14, 16, 17,<br />

18, 19, 20, 22, 29, 31, 34, 37, 39, 46,<br />

47, 62, 63, 65, 66, 68, 69, 70.<br />

G. Berengo Gardin cap. I; 2 / cap. VI:<br />

6, 9, 10, 12, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27 /<br />

cap. VII: 7, 8, 14, 17, 23, 33, 34, 35,<br />

36, 44 / cap. VIII: 2, 45 / cap. IX<br />

13 / cap. X : I, 2, 4, 3, 6, 7, 8, 12, 14<br />

16, 18, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33<br />

35, 36, 37, 38, 40, 42, 43, 44, 45, 4^<br />

48 / cap. XI: I, 7, 8, 9, 10, 12, 14, 17<br />

18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 29, 31<br />

32, 33, 34, 36, 37, 39, 40 / cap. XIII: 27<br />

L. Gasadei cap. IV: 12 / cap. VII<br />

4, 5, 6, II, 18, 22, 25, 41, 42, 43, 46,<br />

47, 5°, 51 / cap. VIII: 6.<br />

A . Casagrande cap. III: 14.<br />

E. Ciol cap. III: 6, 7, i i , 22.<br />

G. Golomho cap. III : 9, 15 / cap. IV :<br />

2, 6.<br />

B. Gori cap. VIII: 5, 16, 41.<br />

H. Desplanques cap. VII: i, 9, 12, 26,<br />

29, 3°, 31-<br />

K. Diemberger cap. IV : 5.<br />

Eros Data Genfer U.S.G.S. (Sioux Falls<br />

U SA) cap. III: i / cap. V : 6 / cap.<br />

XII: I.<br />

M. Fondi cap. IX : 2, 3, 7, 8, 9, 15, 16,<br />

17, 18, 19, 26, 27.<br />

G. Martello cap. IV: 14, 15, 19, 20, 22.<br />

P. Merisio cap. III: 2,- 12, 18, 19, 20,<br />

25, 26, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 36, 37,<br />

38 / cap. V : 35 / cap. VI: 3, 13 / cap.<br />

VIII: 9 / cap. IX: i, 4, 25, 28.<br />

G. Molteni cap. I: i / cap. IX: ii /<br />

cap. XI: 5, 27, 28, 38 / cap. XII: 5,<br />

8 / cap. XIII: 25, 28.<br />

P. Monti cap. VII: 15, 16.<br />

D . Moreno cap. V: i, 2, 3, 4, 5, 7,<br />

8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19,<br />

20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29,<br />

30, 31, 32, 33, 34, 36, 37, 38, 39, 40,<br />

41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48-<br />

T. Nicolini cap. III: 17 / cap. VII:<br />

32 / cap. X: 3, 9, 10, I I , 13, 15, 17,<br />

19, 20, 21, 22, 23, 24, 34, 39, 41 /<br />

cap. XI: 15 / cap. XII: 2, 3, 4, 9, 10,<br />

12, 13, 14, 15, 16, 18, 20, 21, 22, 23,<br />

24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 34, 33, 36.<br />

0 . P.I. cap. III: 8 / cap. IV: 8, 9, 10,<br />

27, 34 / cap. VIII: I / cap. XII: ii.<br />

D . Pace (dal volume « Petroglifi di<br />

Grosio ») cap. II: 9.<br />

M. Pedone cap. II: i, 2, 3, 4, 6, 7,<br />

10, 12, 13, 21, 24, 25, 26, 27, 28, 30,<br />

32, 33, 3 5, 36, 40, 41, 42, 43, 44, 45,<br />

48, 50, 51, 52, 54, 56, 57, 58, 59, 60,<br />

64, 67, 71 / cap. III: 13, 39 / cap. VI:<br />

8 / cap. VII: 3, 13, 19, 20, 21, 24 /<br />

cap. VIII: 14, 36, 39, 43, 44 / cap. IX :<br />

5, 6, 10, 12, 14, 20, 21, 22, 23, 24 /<br />

cap. X : 47 / cap. XI: 2, 3, 4, ii, 30,<br />

35, 41 / cap. XII: 19, 32 / cap. XIII:<br />

13, 18, 22, 23.<br />

V . Piga^pitti cap. I: 3 / cap. II: 61 /<br />

cap. IV: 16, 25, 29, 30, 31, 32, 33, 35 /<br />

cap. VIII: 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 35.<br />

S. Prato cap. XIII: 10, i i , 12, 16, 17,<br />

30, 31, 32, 34-<br />

Pubhliaerfoto cap. III: 3, 4, 40 / cap.<br />

IV: I, 7, I I , 18, 26, 28, 36, 37, 38,<br />

39, 40, 41, 42 / cap. V : II / cap. VI:<br />

5, 18, 20 / cap. VII: 2, 45, 48, 49 /<br />

cap. VIII: 8, 10, 30 / cap. IX : 29 /<br />

cap. XI: 6, 13, 26 / cap. XII: 6 / cap.<br />

XIII: I, 2, 3, 4, 19, 20, 21, 24, 29, 33.<br />

E. Quiresi cap. XII: 33.<br />

V. Rossi cap. IV: 13, 17, 23, 24 /<br />

cap.' VI: I, 2, 4, 7, I I , 14, 15, 16, 17, 19.<br />

C. <strong>Saibene</strong> cap. II: 8, 15, 23, 38, 49,<br />

5 3, 5 5 / cap. IV: 21.<br />

L. Salvati cap. 'VIII: 3, 4, 7, ii, 12,<br />

13, 15, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 31, 32,<br />

33, 34, 37, 38, 40, 42-<br />

d". Sampietro cap. III: 21.<br />

Scala cap. VII: 37, 38.<br />

Scala ( F. Papafava, M. Sarri) cap. II :<br />

II / cap. VII: 10, 27, 28, 39 / cap. XI:<br />

16 / cap. XIII: 14, 15, 26.<br />

A . Terrosu Asolé cap. XIII: 5, 6, 7, 8, 9.<br />

E. Turri cap. III: 5, 10, 16, 23, 24,<br />

27, 34, 35, 41 / cap. IV: 3, 4 / cap. VII:<br />

40 / cap. X : 25.<br />

1. Zannier cap. XII: 7, 17.<br />

221


Indice delle località<br />

I numeri in tondo si riferiscono<br />

alie àtœzioni del testo; i m -<br />

meri in corsivo alie illustrass^ioni:<br />

per queste ultime, perd,<br />

vengono dati, in ordine, prima<br />

il numero di pagina e poi il<br />

numero di ogni fotografia.<br />

Abbasanta (Alt.) aoa<br />

Abetone 88, 93, 94; 9 }¡io<br />

Abruzzo, Parco Nazionale<br />

134<br />

Acitrezza<br />

iS 4 ¡io<br />

Adamello (M.) 14, 32<br />

Adda(F.) 20,21,54,56,63<br />

Adige (F.) 20, 21, 54<br />

Adige (V.) 20, 22; 24 ¡lis<br />

Adone (M.)<br />

9 / ltd<br />

Adria 66<br />

Agordino 22<br />

Agrigento 188; 142 ¡28<br />

Agropoli 161 ¡)2<br />

AgroPontino 118, 128, 129;<br />

I}0¡}2<br />

Agro Romano 128<br />

Alá (Alt.) 202<br />

Alagna Valsesia i6 ¡4 ,2 y ¡}6<br />

Alagna, dintorni 1 6 ¡j<br />

Albani (Colli) 124, 126<br />

Albano (L.) 124; i 2 j ¡ i o l i i<br />

Albaredo 62<br />

Albegna (F.) 129<br />

Albenga 81, 84, 85; 81 ¡2}<br />

Alberese 128 ¡2}<br />

Alberobello 176 ¡4 2 ,}}, 44<br />

Alberona 170 ¡14, 271 jip<br />

Albisola 80 ¡id, 18<br />

Albo (M.) 198, 202<br />

Alburno (M.) 148, 152<br />

Alcantara (F.) 184, 186<br />

Algbero 208<br />

Alimini (L.) 178<br />

A ll Terme t'íz//, 4<br />

Alpi, Occidental! 17¡2<br />

Alpi, piste di sel 44ldß Boite (V.) 20<br />

Altamura 274 ¡26Bologna 88, 90<br />

Amantea : 64 Bolsena (L.) 124<br />

Amatrice (Conca) 145 Bolzano 21, 22<br />

Amiata (M.) 118,124,126;<br />

224 ¡8<br />

Bondone (M.)<br />

Borbera (T.)<br />

34<br />

87 /47<br />

Anapo (F.) 190 Borghetto 82 /23, 30<br />

Ancipa (L.) 190 Borgomanero 38<br />

Anconetano 202 ¡24, Borgo San Sepolcro 114<br />

203 ¡2J, 27<br />

Anglona (Alt.) 203 ¡2j<br />

Antigorio (V.) ^^¡42<br />

Anversa degli Abruzzi<br />

243126<br />

Aosta 21; 23/20<br />

Aosta (V.) 20, 22; 32/32<br />

Appennino 203/26<br />

Apricale 63/33<br />

Apuane (Alpi) 118, 120,<br />

122; 220/2<br />

Apuane, cave 220/2, 222/3, 4<br />

Aquileia 18, 67<br />

Arbatax 208; 203/27<br />

Arbórea 206<br />

Arc! (M.) 198<br />

Arda (T.) 94<br />

Aremogna 137<br />

Arezzo io6, i i i , 115, 116<br />

Argenta 68/23<br />

Argentina (V.) 79/t4<br />

Arm! (Capo) 134<br />

Arno (F.) 98,105,116,118<br />

Arroscia (V.) 63/33<br />

Asciano, dintorni 20 /2,<br />

202/7<br />

Asiago<br />

5 o<br />

Asiago (Alt.) 36, 49, 30<br />

Asmara (Golfo) 208, 211<br />

Asolo 43<br />

Aspromonte 148<br />

Assisi 102, 104, 106<br />

Augusta 66<br />

Augusta (Siracusa) 191;<br />

232/23<br />

Avezzano 142, 144, 145<br />

Ayas (V.) 28/42<br />

Baccano (V.) 124<br />

Bagheria<br />

Baia delle Zagare 268/3<br />

Baldo (M.) 48; 48/34<br />

Bardonecchia 35<br />

Bari 175<br />

Barriera del Bosco 186<br />

Barumini 237//<br />

Basento (V.) 232/23<br />

Bassano 38<br />

Belice (F.) 188, 193, 194<br />

Bellinzona 21<br />

Belluno 21, 38<br />

Belpasso 186<br />

Bergamasche (Prealpi)<br />

47/ßo, 49/34,37,38<br />

Bergamo 38, 70; 33/2<br />

Berici (M.) 36, 40<br />

Bernina (Passo) 20<br />

Bianco (M.) 14, 20, 32;<br />

23/28<br />

Bianco (M.), funivia 33/60<br />

Bibione 68<br />

Biella 38<br />

Campoforogna 137<br />

Biellese 23 /47 Campo Imperatore 137<br />

Bielmonte 33/66 Campo Imperatore, piano<br />

Bienno 47 /ß2<br />

236/4, 238/7<br />

Bisagno (T.) 81; 80/23<br />

Bisceglie 274/23<br />

Bisenzio (V.) 90<br />

Bithia 208<br />

Bitti (Alt.) 202<br />

Boario 48<br />

Bocea Serriola 88<br />

Bocchetta (Passo della) 74<br />

Borgosesia 38<br />

Bormida (F.) 86<br />

Bormida (V.) 82<br />

Bormio, (Conca) 23/23<br />

Borromee (Isole) 44<br />

Bortigali 202 /20<br />

Bosa Marina 208<br />

Boscochiesanuova 50; 32/42<br />

Boscoforte 68/32<br />

Bracciano (L.) 124<br />

Braceo (Passo) 87 /4Í6<br />

Bradano (F.) 148, 154<br />

Brasimone (V.) 90<br />

Brattello (Passo) 88<br />

Bregaglia (V.) 20<br />

Brembana (V.) 37 //<br />

Brembo (F.) 34<br />

Brennero (Passo) 20<br />

Brennero, strada 23/20<br />

Brescia 38, 70<br />

Breuil 34; 34/62<br />

Brianza 73/40<br />

Brindisi 176<br />

Brolio, castello 203 /22<br />

Bronte 186<br />

Buddusó (Alt.) 202<br />

Buggetru 208<br />

Bunnari (L.) 205<br />

Butano, lagune 223 /27,<br />

26, 23<br />

Bussana 64/36<br />

Cabras, stagno 220 /23<br />

Caccia (Capo) 203/23<br />

Caccia (M.) 172<br />

Cadore 19<br />

Cagliari 203, 208, 211<br />

Cala di Volpe 211<br />

Calafuria 232 /ß7, 38<br />

233 /ßß Cala Gonone 208<br />

Calascibetta 188<br />

Calascio 238/8<br />

Calopezzati 162<br />

Calore(V.) 130, 132; 7////a<br />

Caltabellotta 188<br />

Caltagirone 188, 190<br />

Caltanissetta 188<br />

Calvo (M.) 168; 263/6<br />

Camarina 190<br />

Camogli 81<br />

Camonica (V.) 38; 47/32<br />

Campagna Romana 124;<br />

227/22, 22<br />

Campeda (Alt.) 202<br />

Campello 105, 106<br />

Campello Alto 102<br />

Campidano 204, 206; 203/20<br />

Campi Flegrei 150<br />

Campigna 94<br />

Campitello 137<br />

Campo di Giove 141<br />

Camposanto (M.) 152<br />

Campotosto 139<br />

Campotosto (L.) 233 /20<br />

Campotto (V.) 68/23, 63 /ßß<br />

Campu Coghinas 206;<br />

207/24<br />

Campu di Chilivani 204<br />

Campu Giavesu 204<br />

Candelaro (T.) 170, 171<br />

Candoglia 44<br />

Cannero 44/27<br />

Canossa 32/3<br />

Cansiglio (Alt.) 36, 49, 50<br />

Caorle 68<br />

Capestrano (Conca) 142<br />

Capitana 211<br />

Capracotta 139<br />

Carales 208<br />

Carapelle (T.) 171<br />

Carávius (M.) 198<br />

Carbonata (Porto) 208<br />

Carinzia 18<br />

Carloforte 208<br />

Caronno 64 /22<br />

Carpe 83 /42<br />

Carpegna (M.) 93<br />

Carrara 129<br />

Casalbore 243 /6<br />

Casalina 223/33<br />

Casatenovo 64 /23<br />

Casentino 94<br />

Caserta 162<br />

Casertano 263/37<br />

Cassano d’Adda 72<br />

Castelcivita 152<br />

Castel del Monte 273 /20<br />

Casteldoria 208<br />

Castelfidardo n 6<br />

Castellammare 194<br />

Castellammare di Stabia<br />

164<br />

Castellana, grotte 274/27,28<br />

Castellina 118<br />

Castelluccio 139; 238/3<br />

Castelnovo ne’ Monti 83/2<br />

Castelsardo 208<br />

Castelvetrano 194<br />

Castiglione dei Pepoli 90;<br />

92/6<br />

Castrocaro Terme 93/26<br />

Catania 186, 188<br />

Catania (Piaña), 194;<br />

287/26, 27<br />

Catanzaro 162<br />

Catena Costiera 148<br />

Cecina (F.) 120, 122<br />

Cedek (ghiacciaio) 2 7/6<br />

Cefalù 192<br />

Celano 243/28<br />

Ceresoie Reale 23 /44<br />

Cerignola 172<br />

Ceriti (M.) 124<br />

Cerreto 102<br />

Cerreto (Passo) 93<br />

Cerro 62<br />

Cervato (T.) 171<br />

Cervino (M.) 14, 32<br />

Cesena 90<br />

Cesena, campagna 73 /42<br />

Chianti 105; 200/4,6,<br />

203/22, 220/23,27<br />

Chiaravalle 58<br />

Chiavari 76, 84; 73/2, 84/37<br />

Cilento I I 8, 154<br />

Cimini (M.) 124, 126<br />

Cimone (M.) 88, 90<br />

Cinquemiglia (Piano) 140<br />

Cinque Terre 84<br />

Circeo (M.) 88, 118<br />

Cisa (Passo), 88<br />

Cisano 86/44<br />

Cittá di Castello n o<br />

Civitavecchia 132; 232/42<br />

Cixerti 204, 206<br />

Clusone 38<br />

Codaruina 207<br />

Cogne 22<br />

Cogne, hacino 23/23<br />

Colbordolo 37/23,24<br />

Collina 24 /24<br />

Collio 42 /22<br />

Cologno al Serio 72/38<br />

Comacchio 32, 34<br />

Comacchio (V.) 68/30, 32<br />

Comelico (V.) 20; 26/28<br />

Como 21, 38<br />

Como (L.) 4 i', 37¡2, 3314,<br />

43l i 3, U<br />

Conca d’Oro 193, 194<br />

Concatena (M.) 48<br />

Concordia Sagittaria 67<br />

Conero (M.) 227/44<br />

Corciano 102<br />

Cordenons 73 /42<br />

Cornacchia (M.) 172<br />

Cómate (M.) 122<br />

Cornigliano 82 /23<br />

Como alie Scale (M.) 93<br />

Corongiu (L.) 203<br />

Corras! (M.) 202; 233/4<br />

Cortina d’Ampezzo 33;<br />

33Í72<br />

Cortona 106, 108, 114, 115<br />

Cosentino 263/33<br />

Courmayeur 32, 35<br />

Cremonese, cascina 33 /y<br />

Cristallo (M.) 14, 32; 33/38<br />

Cuneo 32, 65<br />

Degano (V.) ^3/26<br />

Diamantina 63/23<br />

Diano (Vallo) 132<br />

Dittaino (F.) 190, 194<br />

Dittaino (V.) 283/22<br />

Dobbiaco (Sella) 20<br />

Dora Baltea (F.) 21, 34<br />

Dota Riparia (F.) 21<br />

Elba (Isola) 118, 132, 133<br />

Eleutero (F.) 194<br />

Elsa (V.) 116<br />

Empoli 227/47<br />

Eolie (Isole) 187<br />

Era (V.) 105<br />

Eraclea 66<br />

Erice 192<br />

Ernici (M.) 134<br />

Etna (M.) 180, 184, 186,<br />

188; 284/3, 283/22<br />

Etnea (regione)<br />

2S6/22, 23, 24; 287/28<br />

Euganei (Colli) 36, 40; 42//<br />

Fabriano 103, 113<br />

Falcade 26/23<br />

Fano 227/43<br />

Fasce (M.) 73 /2ß<br />

Fascia (M.) 66/43, 44<br />

Fella (Canale) 21<br />

Feltre 38<br />

Fenis, castello 23 /22<br />

Fertandina 164<br />

Fertarese, casa 63/24<br />

Ferrarese, frutteti 63 /ß6<br />

Ferru (M.) 198<br />

Ficarolo 67<br />

Fiesole 98, 112<br />

Finale Ligure 84; 73/22, 22,<br />

83/42<br />

Firenze 88, 90, 98, 106, n o ,<br />

III, 112, 116<br />

Flaminia (Via) 88<br />

Flumendosa (F.) 206<br />

Fogliano (L.) 230/32<br />

Foligno 106, 115<br />

Follonica (Golfo) 132;<br />

232/34<br />

Fontanabuona 87 /48<br />

Fontane Blanche 191<br />

Força Canapine 139<br />

Força d’Acero 233/22<br />

Foresta Umbra 263 /3<br />

Forlivese, casa 63/23<br />

Forni di Sotto 28/40<br />

Fortore (F.) 170<br />

Fossa Bradanica 148<br />

Frattamaggiore 163 /40<br />

Frejus (Valico) 20<br />

Frignano 88<br />

Friuli 40<br />

Fucecchio 116<br />

Fucino (Conca), 142, 144;<br />

243/26, 23<br />

Fugazzolo di Sotto 32/3<br />

Furlo 88<br />

Furore (T.) i6o /ß2<br />

Fuscaldo 164<br />

Futa (Passo) 88<br />

Gallarate 72<br />

Gallipoli 278/39<br />

Gallura 208<br />

Gallura, sugherete<br />

203/26, 27<br />

Garda (L.) 43, 44; 40/3,<br />

43/24, 26<br />

Gardena (V.) 27/37,33<br />

Gardone Valtrompia 38<br />

Gargano 88, 166, 167, 168,<br />

170, 172, 178; 168/2<br />

Gargano, agricoltori 263/8,<br />

263 /20<br />

Gavi 74<br />

Gavia (Passo) 27/7, 33/37


Gela 194;<br />

Gela (Plana) 1^4; i^ }¡}6<br />

Gela (T.) 194<br />

Gemona 38<br />

Gennargentu (M.) 198, 200,<br />

202<br />

Genova 74, 78, 80, 81, 83<br />

Genova (Golfo) 76<br />

Genova Quarto 7/ ¡4<br />

Gerocarne<br />

i ^ j l47<br />

Gésturi (Giara) 202<br />

Ghiara d’Adda 34<br />

Giannella (Totnbolo) ¡36<br />

Giannutri (Isola) 133 ¡44<br />

Giglio Gastello 133 ¡43<br />

Ginosa 178<br />

Gioia (Piaña) 162<br />

Giorgino 208<br />

Giovo (M.) 312/7<br />

Gorizia 38<br />

Gornalunga (F.) 194<br />

Grado 68<br />

Grande (F.) 180<br />

Gran Paradiso (M.), Parco<br />

Nazionale 32 ; 33 ¡6i<br />

Gran S. Bernardo (M.) 20<br />

Gran S. Bernardo (V.) 2y¡3S<br />

Gran Sasso (M.) 134, 137,<br />

138, 140, 141; I36¡4<br />

Grappa (M.) 49<br />

Gressoney-S.-Jean 24 ¡21<br />

Greve, dintorni 103 ¡22, 24,<br />

l i o ¡23<br />

Grigne (M.) 48<br />

Grivola (M.) 14<br />

Grosio, incisión! 13 ¡3<br />

Grossetano ¡3» ¡30<br />

Grosseto 106,1 1 8 ,122,130<br />

Grosseto (Piaña) 118, 128<br />

Gualdo (Passo) 139<br />

Gualdo Tadino 116<br />

Gubbio 103, 106, n o , 112,<br />

116<br />

Gusana (L.)<br />

^»7¡13<br />

Iblei (M.) 188, 190<br />

Ibleo (Tavolato) 131 ¡23,26<br />

Imagna (V.) 47/2/, 26, 28<br />

Imera Méridionale (F.) 180<br />

Imera Settentrionale(F.) 180<br />

Impruneta, dintorni l o i ¡10,<br />

103 ¡20, l i o ¡28, 117I31<br />

Indren (Ghiacciaio) 33 ¡68<br />

Irpinia 148; 143¡7<br />

Isarco (V.) 20, 22<br />

Ischia (Isola) 130<br />

Iseo 44¡13, 20<br />

Iseo (L.) 43<br />

Isola Rossa 208<br />

Isonzo (F.) 32, 36, 66<br />

Ispica, Cava 131 ¡24<br />

Ivrea 21<br />

Jerzu 203 ¡I 3<br />

Jesi l i o ; I 0 2 ¡i4 ,13, 103¡13<br />

Jesolo 68<br />

<strong>La</strong>ga (M.) 138, 139<br />

<strong>La</strong>gonegro 132<br />

<strong>La</strong>guna veneta ^9 ¡34<br />

<strong>La</strong> Marmora (P.) 198<br />

<strong>La</strong>mpedusa (Isola) 187<br />

<strong>La</strong>nghe 34<br />

L ’Annunziata 207<br />

L ’Aquila 142<br />

L ’Aquila (Conca) 142;<br />

143¡21<br />

<strong>La</strong>rderello 122<br />

<strong>La</strong>rderello, soffioni 123¡3<br />

<strong>La</strong> Spezia 74<br />

<strong>La</strong>terza 178<br />

<strong>La</strong>tina 119, 130, 132<br />

<strong>La</strong>ttari (M.) 148<br />

<strong>La</strong>vagna 77/7<br />

<strong>La</strong>varedo (Cime) 32 Martignano (L.) 124<br />

Lecco 38, 70; 33¡4 Massa 106, 118, 129, 132<br />

Leira (T.) 81 Massaciúccoli (L.) 128<br />

Lemme (T.) 82 Massafra 178; 133 ¡33<br />

Lentro (V.) 86¡44 Massa Marittima 122<br />

Leonforte 183 ¡20 Mastallone (V.) 23 ¡46<br />

Lepontine (Alpi) 33 ¡1<br />

Lésina (L.) 170; 163 j i i<br />

Lessini (Alt.) 36<br />

Lessini (M.) 49, 30; 40¡3,<br />

471^3, 471^7, 49 b J<br />

Leuca (Capo) 178<br />

Leventina (V.) 20<br />

Libro Aperto (M.) 93 ¡11<br />

Licata 194<br />

Lido degli Esten si 68<br />

Lido del Sole 211<br />

Lido di Spina 68<br />

Lignano 68<br />

Lignano Pineta 71 ¡39<br />

Liguria 33 ¡6<br />

Lima (V.) 88<br />

Limbara (M.) 198, 202;<br />

J99I3<br />

Limentra (V.) 33 ¡12<br />

Limone Piemonte 33<br />

Linas (M.) 198<br />

Linosa (Isola) 187<br />

Lipari (Isole) 187<br />

Liri (F.) 142<br />

Liri (V.) 118<br />

Livigno i f ///,/;<br />

Livorno 118, 132<br />

Locorotondo 176<br />

Logudoro 208<br />

Lolloine (M.) 202<br />

Lomellina 38<br />

Loreto<br />

n o<br />

Lovere 38<br />

Lucca 92, 106, n i<br />

Luco dei Marsi 142<br />

Lugano (L.), 33 ¡1<br />

Lupu (Gollei) 202<br />

Maccarese 129<br />

Macerata 112, 115<br />

Macugnaga 32<br />

Maddalena (Isola) 208<br />

Maddaloni 162<br />

Maderno 44<br />

Madesimo 35<br />

Madonie (M.) 180, 182, 188<br />

Magenta 72<br />

Maggiore (L.) 14, 36, 43<br />

Magione 102 ; 102 ¡12<br />

Maiella (M.) 134, 136, 140,<br />

141; 137 ¡I,<br />

Maielletta (M.)<br />

¡37¡3<br />

137; 133¡3<br />

Maloja (Passo) 20<br />

Manfredonia 170, 172<br />

Marcatello 112<br />

Marceddi 208<br />

Alarcellinara 162<br />

Marchesato 164; 133 ¡13,<br />

20, 21, 22, 133 ¡23<br />

Marecchia (F.) 97<br />

Marecchia (V.) 97<br />

Maremma (Parco Nazionale)<br />

128 ¡24, 23, 26<br />

Margherita di Savoia 171,<br />

172<br />

Marghine (Monti) 198;<br />

199 ¡2<br />

Margine Rosso 211<br />

Marina di Avola 191<br />

Marina di Carrara 120 ¡i<br />

Marmilla 203 ¡18<br />

Marmolada (M.) 32<br />

Maroglio (T.) 194<br />

Marostica<br />

^¡¡13<br />

Marsala 192, 194; 133 ¡31<br />

Marsciano 103, 112<br />

Masua 208<br />

Matera, agro 143 ¡2,<br />

i77b^, 27<br />

Mátese (L.) 239 ¡3<br />

Mátese (M.) 134, 137, 148<br />

Meilogu (Alt.) 203 ¡14<br />

Melito, fiumara 171 ¡10<br />

Menegosa (M.) 94<br />

Metate 72<br />

Mercatale 36 ¡20<br />

Metse (F.) 223 ¡6<br />

Mesóla 61 ¡16<br />

Messina 183<br />

Messinese, Fumare 182 ¡2<br />

Mestre 66, 72<br />

Meta (M.) 134<br />

Metallifere (Colline) 122,<br />

124; 123 ¡3<br />

Metaponto 162, 164<br />

Mezzano (L.) 124<br />

Miglionico 263 ¡43<br />

Milano 21, 36, 44, 60; 33 ¡I<br />

Milazzo 182, 183<br />

Mincio (F.) 63, 63, 66<br />

Mitza Justa 207<br />

Módica (Alt.) 190<br />

Mola di Bari 233 ¡23<br />

Moncenisio (Passo) 20<br />

Mondovi 32, 34<br />

Monfalcone 32, 34, 66<br />

Monginevro (Colle) 20<br />

Montéale 194<br />

Monsumman o 116<br />

Montalbano 103<br />

Montecatini 116<br />

Montecchio Vesponi 100 ¡8<br />

Aíontecorona, Abbazia 102<br />

Montecoronaro (Valico) 90<br />

Montefalco 106<br />

Montefeltro 9^¡12, 22<br />

Montefiascone (V.) 124<br />

Montemarcello 118<br />

Monte Moro (Passo) 32<br />

Montenotte 79 ¡23<br />

Monte Pratello 137<br />

Montepulciano 108<br />

Montereale (Conca) 143<br />

Monteriggioni 103 ¡18<br />

Monte S. Angelo 263 ¡3<br />

Montesanto 102<br />

Montesarchio 243 ¡3, 163 ¡46,<br />

48<br />

Montevarchi i i o ¡26<br />

Monteverdi 118<br />

Monviso (M.) 14<br />

Morano Calabro (Conca)<br />

24SI3<br />

Motrone (M.) 140, 141<br />

Mortola (<strong>La</strong>) ^4¡37<br />

Mozia 192<br />

Mucciafora 102<br />

Mugnano 110 ¡23<br />

Mulargia (L.) 206)21<br />

Murge 88, 148, 166, 172,<br />

174, 175, 176, 177. 178<br />

Murge, case rurali 133 ¡21,<br />

22, 23, 24<br />

Murgia del Trulli 176, 177<br />

Muro Lucano 133 ¡14, 18,<br />

272¡28<br />

Muru (Gollei) 202<br />

Napoli 148, 161, 164;<br />

279128,23<br />

Nebida 208<br />

Nebrodi (M.) 180, 182, 188<br />

Nemi (L.) 124; 124 ¡3,<br />

123¡12, 13<br />

Ñera (F.) 136<br />

Neto (M.) 168<br />

Nervl »4 -, 77 ¡3, 7<br />

Nervia (V.) 84 ¡34, 83 ¡38,33<br />

Pievepelago 88<br />

Neva (T.) 80 ¡20 Pigna 84 ¡34<br />

Nogare 64 ¡22 Pila 34, 33<br />

Nora 208 Piode 24 ¡22<br />

Norchia 126 ¡18, 223 ¡13 Piombino 132; 132 ¡42<br />

Norcia 142; 143 ¡20 Pisa 118, 128<br />

Norcia (Conca) 142 Pisa (Piaña) 118, 128<br />

Nosedo 62 Pisani (M.) 103<br />

Noto 191 Pisanino (M.) 120<br />

Noto Marina 191 Pisticci 133 ¡13<br />

Novacella, Abbazia 22 Pistoia 88, 106, i n , 116<br />

Novalesa, Abbazia 22 Pitigliano 126 ¡1 4 ,16<br />

Novara 18 Platamona 211<br />

Nutra 204, 206; 203 ¡13 Po (F.) 32, 60, 63; 33 ¡2<br />

Ocre 143 ¡21 Poetto 208<br />

Ogliastro (L.) 190 Polcevera (T.) 81; 8o¡i3<br />

Oglio (F.) 33 ¡3 Polcevera (V.) 74, 81, 82<br />

Olbia 208, 211 Policastro 132<br />

Olia Speciosa 207 Polignano a Mare 133¡30, 31<br />

Oliena 133 ¡4 Polistena 162<br />

Oliena (Supramonti) 202 Pollino (M.) 148, 132, 134,<br />

Ombrone (F.) 118, 122, 129<br />

Omodeo (L.) 203 ¡22 Pontine (Paludi) 129<br />

Opi 140 ¡14 Ponza (Isola) 133<br />

Orba (T.) 82<br />

Orcia (V.) 2i i ¡32<br />

Orgósolo (Supramonti) 202<br />

Oristano 208, 211<br />

Orosei (Golfo) 208<br />

Orosei (Porto) 208<br />

Orta (L.) 43<br />

Ortisei 3 Orvieto 98<br />

Orvieto, dintorni 103 ¡23,<br />

223¡34<br />

Ossola (V.) 20<br />

Otro (V.) 23 ¡43<br />

Padana (Pianura) 88, 148<br />

Padana (Pianura), bassa<br />

7714, 77 b, 7<br />

Padola (V.) 32 ¡70<br />

Padova 72<br />

Pagazzano, cascina 33 ¡10<br />

Palau 208 ; 203 ¡26<br />

Palazzolo Acreide 190<br />

Palermo 161, 188, 192, 193 Prato 88, 90, 116; II3¡43, 30<br />

Palmanova 63 ¡28 Pratola Peligna 142<br />

Palmas 208 Premurgia 174, 173, 177<br />

Pantalica, Cava 190 Presolana (M.) 48; 48¡33<br />

Pantelleria (Isola) 187 Prêta (Spluga) 49<br />

Paradiso (Costa) 211 Procida (Isola) 130<br />

Parma 8 Provenza<br />

i g<br />

Parma (V.) 94<br />

Partanna 193<br />

Patria (L.) 132<br />

Pelaud 21 ¡14<br />

Peloritani (M.) 180, 182;<br />

283 ¡7<br />

Peloro (Capo) 180<br />

Pénice (AI.) 94<br />

Perda Liana (M.) 202<br />

Perinaldo 83¡38<br />

Pertosa 132<br />

Perugia 98, 102, 106, 108,<br />

n o , 112, 113, 116<br />

Perugia, dintorni i i i ¡31<br />

Pesaro 213¡48<br />

Pescara 142<br />

Pescarenico 44¡28<br />

Pescasseroli 141; 142 ¡13<br />

Pescia 103, 113<br />

Pescina 243 ¡23<br />

Pescopennataro 240 ¡12<br />

Pian de’ Valli 137<br />

Piano Grande 139; 238¡3<br />

Piave (F.) 21, 32<br />

Piave (V.) 20<br />

Piccolo S. Bernardo 20<br />

Pietrabbondante 140 ¡23<br />

Pietra di Bismantova 83 ¡2<br />

Pietra di Vasca 83¡46<br />

248¡3<br />

Ponziane (Isole) 130<br />

Pordenone 72; 33 ¡42<br />

Poro (M.) 148<br />

Porretta, strada 88<br />

Porto Cervo 211; 2 ii¡ 3 i,<br />

32, 33<br />

Porto Colombu 211<br />

Porto Corsini 63 ¡13<br />

Porto Empedocle 194<br />

Portoferraio 133 ¡43<br />

Portofino 76, 83 ; 33¡2<br />

Porto Rotondo 211<br />

Porto San Paolo 208<br />

Porto Teulada 208<br />

Porto Torres 208; 2 ii¡3 4<br />

Posada (V.) 206, 208<br />

Poschiavo (V.) 20<br />

Potentino 133 ¡16<br />

Potenza 263)43<br />

Pozzillo (L.) 190<br />

Pozzuoli 146; 248 ¡4<br />

Pugnochiuso 164 ¡4<br />

Punta Ala 231 ¡33<br />

Pusteria (V.) 20; 26¡31<br />

Raganello, fiumara 132 ¡4<br />

Ragusa (Alt.) 190, 191<br />

Rapallo 76<br />

Raticosa (Passo) 88<br />

Ravenna 67; 12 ¡3<br />

Reatini (M.) 134<br />

Recco-Boragni 83 ¡42<br />

Recoaro 48<br />

Regalbuto 184 ¡14<br />

Reno (F.) 94<br />

Reno (V.) 88; 43¡i3<br />

Renon (Alt.) 13 ¡g<br />

Resia (Passo) 20<br />

Retiche (Alpi) 33 ¡2<br />

Rho, corte 64 ¡20<br />

Rieti 118, 142<br />

Rieti (Conca) 142, 145<br />

Rimini 67<br />

Riolo Bagni 97 ¡24<br />

Rivello 263 ¡42<br />

Rivisondoli 137<br />

223


Rivoli, anfiteatro motenico<br />

401 ;<br />

Robecco sul Naviglio<br />

Rocca Calascio 141; 141I1S<br />

Roccacaramanico 141<br />

Roccacasale 144 ¡24<br />

Rocca di Cambio 139<br />

Rocca di Mezzo<br />

Roccamonfina (M.) 150<br />

Rocca Fia 140<br />

Roccaraso 137, 141<br />

Rocche (Alt.) 139;<br />

i^Sjé<br />

Rogoredo 62<br />

Rolle (Passo)<br />

V 1^7<br />

Roma II 8, 122, 126<br />

Romagna, piantata 61 ¡1}<br />

Ronchi (V.) 4J ¡^4<br />

Ronciglione 126 ¡1}<br />

Rosa (M.) 14, 18, 26, 32<br />

Rosarno 162<br />

Rosarno (Plana) i 4} ¡ 4i<br />

Rossano 162<br />

Rovetbella 62<br />

Rovere 139<br />

Rovereto 38<br />

Rovigo 66<br />

Rua 41 ¡7<br />

Sabatini (M.) 124<br />

Sabato (F.) 134<br />

Sabaudia 24« ¡4}<br />

Sabaudia (L.) 128<br />

Sabini (M.) 134<br />

Sabiona (Monastero) 22;<br />

19 ¡11<br />

Sabione (L.) 4} ¡4^<br />

Sàdali (Taccu) 202<br />

Sa Irgini (Tonneti) 202<br />

Salemi 192 ¡40<br />

Salento 148, 178; 179 ¡40<br />

Salento, costa 179 ¡48, 41<br />

Salerno 148<br />

Salina (Isola) 187<br />

Salle Vecchio 141<br />

Salpi (L.) 171<br />

Salso (F.) 180, 188, 190<br />

Salso (L.) 171<br />

Saluzzo 52, 54<br />

S. Anna 207<br />

S. Antonio Valfurva 41 ¡49<br />

S. Benedetto (Alpe), 89 ¡4<br />

S. Bonifacio Veronese 81 ¡14<br />

S. Demetrio Corone 162<br />

S. Demetrio ne’ Vestini 142<br />

S. Elia, fiumara 242 ¡ i i<br />

S. Giacomo (V.) 20<br />

S. Gimignano 98, 102;<br />

99 ¡2<br />

S. Giustino n o<br />

S. Leo 96122,22<br />

S. Leonardo (Guado) 244 ¡2<br />

S. Lucia (Giara di) 202<br />

S. Margherita 207<br />

S. Margherita di Pula 209 ¡28<br />

S. Maria del Monte 42 ¡9<br />

S. Martino di Castrozza 35<br />

S. Michele (Sacra) 22<br />

S. Miniato 106, 114<br />

San Nicola di Argentiera<br />

208<br />

S. Pellegrino 48<br />

S. Scolastica (Piaña) 244 ¡20<br />

S. Severina 144124,24<br />

S. Severo 172<br />

S. Stefano di Sessanio 140;<br />

240)24<br />

S. Teresa Gallura 208;<br />

211 ¡40<br />

St-Vincent 21 ¡14<br />

S. Vitale, pineta 69144<br />

Sanluri<br />

^206<br />

Sannio 148<br />

Sanremo 74, 84<br />

Sansepolcro 90, 116<br />

Sardegna, costa 8¡2<br />

Sardegna, vegetazione<br />

20014,6,7,8<br />

Sardegna, pastorizia 200/9,<br />

202¡II, 12<br />

Sarsina 89 ¡2<br />

Sarzana 88<br />

Sassari 203, 211<br />

Sassocorvaro 96 ¡20<br />

Sasso Marconi 94/27<br />

Spluga (Passo) 20<br />

Sauris 27/44, 41/44 Spoleto 102, 106, 112<br />

Savona . 78, 80, 81, 82<br />

Savona (bosco) 86<br />

Scala 264/44<br />

Scanno 141; 141/16, 17<br />

Schio 38<br />

Schwytz (Cantone) 18<br />

Scicli 191; 291/27<br />

Scoppio 102<br />

Scrivia (V.) 82<br />

Secchia (V.) 97<br />

Sele (F.) 132, 162, 164<br />

Sele (Piaña) 161; 249/40<br />

Selinunte 192 /29<br />

Sella (Gruppo del) 44/49<br />

Sella di RazzQ 29 /44<br />

Selvino 50<br />

Sempione, ferrovia 24/19<br />

Senesi (Crete) 104<br />

Senigallia 77/ /40<br />

Serchio (F.)<br />

i zo<br />

Serchio (V.)<br />

n8<br />

Seriana (V.) 47/1, 49/4<br />

Serina 99 /z9<br />

Serio (F.) 54<br />

Sermenza (V.) 26/40<br />

Serpeddi (P.) 198<br />

Serra S. Eleuterio 178<br />

Serre (M.) 148<br />

Serri (Giara di) 202<br />

Sestriere 34<br />

Sestri Ponente 76; 81/24<br />

Setta (V.) 90<br />

Sette Comuni (Alt.) 30<br />

Sibari (Piaña) 162<br />

Sibillini (M.) 134<br />

Sicilia centro orientale<br />

281/1<br />

Sicilia, latifondo 189/22<br />

Siena 98, 106, n o , i n , 112<br />

Siena, dintorni 214/40<br />

Sila (M.) 148, 134, 164<br />

Sillaro (T.) 97<br />

Silva d’Orba 86<br />

Silvestri (M.) 284/9<br />

Simbruini (M.) 134<br />

Simeri (F.) 162<br />

Simeto (F.) 184, 186, 194<br />

Sinalunga l o i /9<br />

Siracusa 190<br />

Sirino (M.) 244/17<br />

Smeralda (Costa) 211<br />

Soave 40/8<br />

Solanto 294/42<br />

Solunto 192<br />

Sondrio 21<br />

Soratte (M.) 88<br />

Sori (V.) 82 /22<br />

Sorrentina (Penisola) 148;<br />

24712, 249/8, 164/46<br />

Sorrento 161 /44<br />

Spalmatore di Dentro 208<br />

Spello 102, 106, 112<br />

Spina 66, 112<br />

Spotorno 82 /26, 27<br />

Stelvio (Parco Nazionale) 32<br />

Stelvio (Passo) 20<br />

Stintino 208<br />

Stromboli (Isola) 187<br />

Strongoli 162<br />

Stura (T.) 82<br />

Sturla (V.) 86/44<br />

Subappennino dauno 166,<br />

172<br />

Sulcis 202, 208<br />

Sulmona 142<br />

Sulmona (Conca) 142,143;<br />

2431222, 244 /24<br />

Su Pallosu 208<br />

Susa 21<br />

Susa (V.) 20, 22<br />

<strong>La</strong>burno (M.) 249/4<br />

Tagliamento (F.) 18, 21;<br />

40/6, 47 ¡3<br />

Tagliamento (V.) 20<br />

Talamone 242/49<br />

Tanagro (F.) 132<br />

Taormina 183; 184/6,7<br />

Taranto 2.76; 277/46,47<br />

Taro (V.) 94<br />

Tarquinia 127/20<br />

Tartaño 24/24, 42/44<br />

Tarvisio (Passo) 21<br />

Taurianova 162<br />

Tavolara (I.) 208<br />

Tavoliere 170, 172;<br />

170/22,14, 171/2 4 ,16 ,2 7 ,18<br />

Tavullia 97/24<br />

Teglio 62<br />

Tegula<br />

Teiro (V.)<br />

Téllaro (F.)<br />

Tenda (Colle)<br />

Teodulo (Passo)<br />

208<br />

81/21<br />

190<br />

20<br />

32<br />

Termini Imerese 192, 193<br />

Terminillo (M.) 137<br />

Temí 142<br />

Terra di Bari 172<br />

Terra di <strong>La</strong>voro 161, 162<br />

Terra Mala 211<br />

Testa (Capo) 211<br />

Testana 84/40<br />

Tevere (F.) 103, 118, 124<br />

Tevere (V.) 100, 108, 116,<br />

118<br />

Texile di Aritzo (M.) 202<br />

Tharros 208<br />

Thiene 38<br />

Tiberina (V.) 108, 113, 116;<br />

224/37, 3

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