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<strong>La</strong> <strong>Padania</strong><br />
di Cesare <strong>Saibene</strong><br />
Un’uniformitá solo apparente: Palta e la<br />
bassa pianura<br />
Per accostare paesaggi padani e réntame<br />
un’interpretazione bisogna riflettere<br />
sul tipo geográfico di territorio di<br />
cui essi sono espressione.<br />
Una pianura, infatti, qualunque pianura,<br />
nel significato morfológico del termine,<br />
evoca omogeneitá se non uniformitá e<br />
forse monotonia di caratteri e di aspetti<br />
fisionomici. E ció è indubbiamente vero<br />
anche per questa pianura, tale per tutti<br />
i suoi 46 000 chilometri quadrati di<br />
estensione, se si eccettua qualche raro<br />
disturbo, qualche increspatura, che qua<br />
e là rompendo la linearitá degli orizzonti,<br />
peraltro in modo né brusco né<br />
vistoso, funge da discreto richiamo al<br />
massiccio e comparto anfiteatro delle<br />
Alpi erto a segnarne le lontananze e a<br />
governarne le vicende.<br />
Fondamento dell’omogeneitá è in primo<br />
luogo l’origine unitaria di questa pianura.<br />
Oltre un milione di anrii fa al suo<br />
posto si apriva un’enorme conca colmata<br />
dalle acque del mare Adriático che<br />
penetrava come un grande golfo fino<br />
a lambire le zone dove oggi sorgono le<br />
città di Saluzzo, Cuneo e Mondovî. Il<br />
golfo era racchiuso da monti e colline<br />
le cui pendici, neppure molto aspre, si<br />
immergevano molto dolcemente nel mare<br />
formando litoral! lagunosi come quelli<br />
che si osservano ancor oggi tra Monfalcone<br />
e Gomacchio.<br />
Un lento sollevamento della crosta terrestre,<br />
dell’ordine di alcune centinaia di<br />
metri e il successivo sopraggiungere di<br />
un clima molto fresco e piovoso, aumentarono<br />
l’azione erosiva dei fiumi e<br />
dei torrenti diventati piú ripidi e piü<br />
ricchi di acque. E i material! strappati<br />
ai rilievi circostanti dai Corsi d’acqua<br />
vorticosi e in piena si depositarono<br />
nella conca e lentamente la colmarono<br />
e la livellarono. II processo di colmamento<br />
non fu costante e uniforme perché<br />
per ben quattro volte, a causa dell’alterno<br />
variare del clima, scesero dalle Alpi e<br />
avanzarono ben addentro nella pianura<br />
enormi ghiacciai, come quelli che si<br />
osservano oggi lungo i litoral! dell’Alasca.<br />
Le amenissime colline disposte ad<br />
N elle cartine: circa un milione di anni fa ,<br />
le acque íiepide e tranquille di un triare<br />
sommergevano il territorio della Pianura<br />
Padana, lamhendo i l piede de lie A l p i e degli<br />
A ppennini. P o i la terra lentamente si sollevb,<br />
i l clima divenne fresco e piovoso ed enormi<br />
colate glaciali scesero da,lie montagne<br />
mentre le ierre, liberate dalle acque del mare<br />
che si ritirava, erano cólmate progressivamente<br />
dalle ghiaie, dalle sabbie e dalle argille<br />
traspórtate da possenti fum are. Infine<br />
il clima divenne p iü temperato, il mare si alxp<br />
e tra i l mare e i monti rimase una vasta<br />
anfiteatro alio sbocco delle maggiori valíate<br />
alpine sono in gran parte testimoni<br />
di quelle lontanissime vicende glaciali,<br />
l’ultima delle quali si concluse solo ventidnquerriila<br />
anni fa, quando gli uomini,<br />
i primi uomini, avevano cominciato a<br />
popolare queste contrade.<br />
Un altro importantissimo carattere di<br />
questo territorio è infatti il denso, diffuso<br />
e remoto popolamento umano: la<br />
pianura padano-veneta è annoverata fra<br />
le aree piü anticamente e densamente<br />
populate del vecchio continente.<br />
Ora, a differenza di ció che awiene<br />
nelle contrade a popolamento scarso e<br />
disperso il cui vario assetto rivela un<br />
intervento umano puntúale e personalizzato,<br />
in quelle popolose, tanto piú se<br />
si tratta di zone di pianura, è facile riconoscere<br />
una diffusa omogeneitá di sistemazioni<br />
insediative, frutto, certamente,<br />
di una piú intensa vita di relazione e<br />
di una piú agevole comunicabilitá.<br />
Ecco perché chi percorre la nostra pianura<br />
ha spesso l’impressione di traversare<br />
un territorio uniforme e monotono.<br />
E la stessa omogeneitá morfológica per<br />
spazi estes! che non consente di operare<br />
a vista, a giro d’orizzonte, significativi<br />
confront! di ambienti divers!; è anche<br />
il fatto che ci si trova di fronte a territori<br />
pressoché integralmente adattati<br />
per opera umana, dove cioé quanto è<br />
sólitamente qualificato come pertinente<br />
al quadro naturalístico risulta collocato,<br />
allevato, modellato secundo i progetti<br />
degli uomini a scoraggiare ogni lettura<br />
spedita dei connotati fisionomici di queste<br />
contrade. Qui piú che altrove occorre<br />
una paziente e ordinata interpretazione<br />
di quanto ogni fattezza del territorio<br />
evoca e rappresenta.<br />
Un primo orientamento, seppure ancora<br />
sommario, è dato dalla ben nota differenziazione<br />
zonale cui soggiace l’intera pianura<br />
tra il suo limite verso i rilievi e il<br />
corso del Po: la distinzione tra alta e<br />
bassa pianura, sanzionata dalla consuetudine<br />
delle popolazioni contadine prima<br />
ancora che dall’indagine scientifica, riposa<br />
non tanto su un confronto altimetrico,<br />
cui sembrerebbero alludere i<br />
due termini, dal momento che è quasi<br />
pianura, appena ondulata ai bordi. Su di essa<br />
si estesero le foreste e le paludi finché<br />
g li uomini non la occuparono stabilmente,<br />
vi costruirono le loro citta e con tenada<br />
la trasformarono in una distesa di campi.<br />
I P ia tta e uniforme verso i l litorale, facile<br />
alia palude, quasi interamente ricostruita<br />
dagli uomini che con i to^C(i riquadri<br />
dei campi, le strade, i canali le hanno<br />
imposto una nuova geometria, la pianura,<br />
costellata di borgate e case coloniche,<br />
dilaga verso Porirrxonte dove la compatta<br />
barriera dei m onti ne segna i lim iti.<br />
ovunque impercettibile il dislivello al<br />
passaggio dall’una all’altra zona, bensl<br />
e fondamentalmente su opposte condizioni<br />
idrologiche.<br />
L’alta pianura, infatti, corrisponde alia<br />
zona di sedimentazione dei detriti alluvionali<br />
piú grossolani, deposti dall’ancor<br />
turbulento irrompere delle antiche humane<br />
dalle vallate e dalle fronti glaciali :<br />
si è perció in presenza di terreni ciottolosi<br />
pérmeabili, il deflusso di superficie<br />
è quindi scarso, la falda freática è sensibilmente<br />
profonda, l’ariditá è diffusa<br />
anche se le condizioni climatiche denunciano<br />
ovunque una piovositá tutt’altro<br />
che trascurabile (intorno ai 900-1000<br />
mm annui).<br />
<strong>La</strong> bassa pianura è Parea di deposito<br />
delle sabbie e poi dei limi e infine delle<br />
argille, per l’ormai placato fluiré delle<br />
acque verso le prossime foci: l’impermeabilitá<br />
del suolo e del sottosuolo<br />
promuove l’aflfiorare degli aves e il deflusso<br />
di superficie, sicché ne nasce un<br />
problema grave di regolazione e di drenaggio<br />
delle acque.<br />
Inoltre, la zona di aífioramento delle<br />
falde freatiche, quella che convenzionalmente<br />
segna la transizione tra Palta e<br />
la bassa pianura, è caratterizzata dal<br />
pullulare di miriadi di sorgenti spontanée<br />
o fácilmente catturate dalPuomo: è<br />
la zona delle risorgive (o fontanili, fontanazzi,<br />
resultivis, ecc., secondo i dialetti).<br />
Non si tratta né di una zona<br />
continua, né di uniforme larghezza, né<br />
di emunzione costante e egualmente<br />
rilevante, ma costituisce comunque un<br />
primo sostanziale condizionamento per<br />
le forme di utilizzazione del suolo con<br />
tutto quel che ne segue in quanto a<br />
formazione di paesaggi divers! : ne sono<br />
testimonianza gli aggettivi con cui si<br />
usano precisare le prospettive di utilizzazione<br />
delle due zone, chiamate infatti<br />
la prima « asciutta » e I’altra « irrigua ».<br />
<strong>La</strong> costrut^ione della pianura non è avvenuta<br />
ovunque in modo idéntico<br />
Anche i fenomeni che hanno concorso a<br />
costruire la pianura hanno provocato<br />
sensibili diversité di aspetti.<br />
52
Un carattere típico della <strong>Padania</strong> è la sua<br />
ricchet^Xfl di acque. P rim a che g li uomini,<br />
popolandola, la sistemassero gradualmente per<br />
le colture, essa ospitava infat t i es tese<br />
paludi e acquitrini form ati dalle esonda^ioni<br />
dei fium i, ma p iù ancora dal divagare delle<br />
acque dei « fonta nili ». / « fonta nili » (fo t. 4) 0<br />
« resorgive » sono quelle innumerevoli sorgenti,<br />
disposte quasi a fascia continua, da cui<br />
sgorgano le acque che, penetrate, nel<br />
sottosuolo dove la pianura è form ata da ghiaie,<br />
cioè verso le colline e i monti, sono<br />
costrette a risalire alParia aperta perché<br />
incontrano una harriera di argille<br />
impermeahili. N um erosi fiu m i grandi e piccoli<br />
serpeggiano attraverso le campagne e il loro<br />
percorso é segnalato tanto spesso dallo<br />
snodarsi sinuoso delle dense boscaglie<br />
che ne bordano le rive o dai possenti argini<br />
che ne contengono le piene. I I greto si<br />
espande talvolta, come nei fiu m i veneti,<br />
in un immense ghiaione (fo t. j , Tagliamento),<br />
oppure emerge appena, come nei fiu m i lomhardi<br />
e piemontesi, lungo Pansa interna dei meandri<br />
o a me^^o della corrente dove si dispone in lunghi<br />
¡solotti cespugliosi (fo t. /, O glio). A m p io<br />
e possente i l P o raccoglie e porta<br />
a lP A d riá tico gran parte delle acque della<br />
pianura. Una fascia estesa e omhrosa di<br />
salid, ontani, p ioppi, spesso a fila ri<br />
ordinati e immersi in un verde pullulare<br />
d i piante p alustri ne accompagna a tratti<br />
le sponde ed ospita, nella bella stagione,<br />
numeróse comitive d i gitanti. M a quando<br />
le nehhie del tardo autunno indugiano<br />
tra la boscaglia e le acque cominciano a<br />
mulinare tra i p ila stri dei ponti, la gente<br />
dintorno guarda preoccupata a l fium e d i cui<br />
teme le piene tremendo (fo t. 2 ).<br />
Intanto è importante la relazione tra i<br />
processi di deflusso fluviale, ritmi climatici<br />
ed entitá delle glaciazioni : è intuitiva<br />
la diflerenza di quantitá del deflusso rispettivamente<br />
tra i periodi di avanzata<br />
e di regtesso dei ghiacciai. Durante i<br />
primi si attuô la deposizione di enormi<br />
conoidi di detriti (come sempre succédé<br />
nei periodi di piena), durante i secondi<br />
i medesimi corsi d’acqua si scavarono<br />
in quei depositi, incidendoli, un nuovo<br />
letto (come accade nei periodi di magra).<br />
Da un punto di vista morfológico,<br />
dunque, perde alquanto del suo significato<br />
e valore quella uniformitá che si<br />
è soliti attribuire a questo territorio :<br />
verso monte, a ridosso del margine<br />
pedemontano e colimare morenico, i<br />
resti smembrati dei conoidi più antichi<br />
si devano sul livello generale di campagna<br />
a guisa di altipiani a modesta<br />
ondulazione e raccordano a valle con la<br />
pianura i loro margini frontal!, progressivamente<br />
ridotti a sproni digitiformi,<br />
tramite una scarpata di alcuni metri;<br />
oppure, come in Emilia, espandono il<br />
loro ventaglio ai piedi dell’Appennino,<br />
costituendo un rialto pressoché continuo<br />
e blandamente ondulato e sempre<br />
più ristretto procedendo verso sud-est,<br />
o, isolati in piena pianura dalla migrazione<br />
degli alvei fluvial!, alternano le loro<br />
groppe appiattite con ampie bassure depresse<br />
un tempo paludose, ancor oggi<br />
chiamate valli.<br />
E ancora, per il prevalere dei processi<br />
di deposito delle tórbide nell’area in cui<br />
la pendenza generale délia piaña diventa<br />
irrisoria (intorno all’uno per mille), il<br />
livello degli alvei fluvial! si eleva sopra<br />
il livello di campagna, sicché i fiumi<br />
scorrono pensil! e il paesaggio è dominato<br />
dagli argini poderos! e dai canal!<br />
di drenaggio collocati a presidio delle<br />
terre ricuperate con la bonifica idraulica.<br />
Infine, lungo tutto l’arco litoraneo tra<br />
Monfalcone e Comacchio, per il confronto<br />
incessante tra l’azione del moto<br />
ondoso e delle maree e quella delle torbide<br />
fluvial! che, accumulandosi e costipandosi,<br />
provocano anche sensibili<br />
sprofondamenti della zona costiera, il<br />
bordo estremo della pianura, prima di<br />
sommergersi nel mare, si smembra e<br />
si fraziona in lembi di varia forma ed<br />
estensione, spesso anfibi, separad da<br />
speech! d’acqua, canal! natural! e artificial!,<br />
stagni invasi alternatamente, nel<br />
volger della giornata, da acque fluvial! e<br />
marine. Ulteriore varietá di fattezze natural!<br />
si manifestano se, usando una<br />
scala più grande, si considerino altri<br />
fattori regional! che localmente orientarono<br />
la costruzione del territorio.<br />
C’é, per esempio, una certa diversitá<br />
tra la sezione della pianura prospiciente<br />
le Alpi e le Prealpi - in rapporte all’espansione<br />
glaciale quaternaria e attuale<br />
e all’eterogeneitá dei material! da cui<br />
traggono origine i depositi alluvionali -<br />
e quella prospiciente l’Appennino, dove<br />
il glacialismo fu modestissimo o assente<br />
e le cui rocce quasi ovunque sono rappresentate<br />
in prevalenza da arenarie e<br />
calcári marnosi : quale varietá di terreni,<br />
quali diverse dimension! e forme delle<br />
aree di accumulo !<br />
Diverso è anche il comportamento degli<br />
affluent! del Po in rapporto all’andamento<br />
del corso del grande fiume.<br />
Questo, nella zona tra Mondovi e Torino,<br />
è deviato verso nord dall’ostacolo<br />
delle <strong>La</strong>nghe e dei colli monferrini, ma<br />
successivamente devia, in modo asimmetrico,<br />
più vicino agli Appennini che<br />
alie Alpi perché incanalato da una depressione<br />
in corrispondenza di una zona<br />
di faglie longitudinal! profonde; tra le<br />
tante conseguenze di quest! fatti, oltre<br />
all’accentuata profonditá dei solchi fluvial!<br />
che spezza la uniformitá della piaña<br />
tra Mondovi e Saluzzo, v ’é la discontinuitá<br />
fino alia frammentarietá e la<br />
diversa dotazione idrica della zona delle<br />
risorgive in Piemonte, nel Veneto ed<br />
in Emilia. Solo la pianura tra Dora<br />
Saltea e Adige, e più precisamente quella<br />
lombarda, presenta una zona continua e<br />
regulare di risorgive.<br />
Vi è poi il decisivo influsso della presenza<br />
dei laghi prealpini sul regime e<br />
l’entitá delle torbide fluvial! : quanto diversa,<br />
ad esempio, si presenta la pianura<br />
alia destra dell’Adda rispetto a quella<br />
alia sinistra, a monte delle confluenze del<br />
Brembo e del Serio, per l’apporto massiccio,<br />
nella costruzione della prima, di<br />
ghiaie e ciottolami da parte dei due affluent!<br />
non decantati da alcun specchio<br />
lacustre (non a caso quel territorio si<br />
chiama Ghiara d’Adda) e quale contrasto,<br />
quasi un’anomalia, nel ricco e<br />
caldo verdeggiare della pianura friulana,<br />
suscita il blancote abbagliante degli<br />
alvei fluvial! ciottolosi ed assolati, in cui<br />
si stempera il fluiré delle acque dalle<br />
montagne calcareo-dolomitiche, eminentemente<br />
franose.<br />
/ paesaggi costruiü dalPuomo<br />
Ma oltre ai fenomeni natural! anche e in<br />
grande misura è intervenuta Popera dell’uomo<br />
a diflerenziare gli aspetti paesistici.<br />
del nostro territorio.<br />
Prima di tutto occorre ricordare che<br />
Pagricoltura è stata per millenni l’attivitá<br />
dominante in queste plaghe. Essa vi ha<br />
impresso uno schema di organizzazione<br />
territoriale non facile da modificare. Un<br />
esempio particolarmcntc eloquente, fra<br />
i tanti, è costituito dalle maglie della<br />
centuriazione romana cui tuttora si ispirano<br />
la parcellazione e il reticolo della<br />
viabilitá di parte dell’agro trevigiano e<br />
di quello bolognese-romagnolo (dove le<br />
maglie sono anche orientate seconde<br />
l’andamento della via Emilia).<br />
E, del resto, il quadro delle sedi umane,<br />
quanto a ubicazione e sito, è rimasto in<br />
massima parte quello di tanti secoli fa,<br />
anche se di ciascuna sede o di loro gruppi<br />
e complessi sono mutati col tempo la<br />
funzione, il ruolo, la dimensione.<br />
A questo proposito risentiamo ancor<br />
oggi della debele ed episódica presenza<br />
delle città nella bassa pianura dove Pagricoltura,<br />
con Puniformitá e staticitá<br />
dei suoi ordinamenti, abbisogna più di<br />
piccoli centri che di grandi aggregati<br />
urbani. Lo sviluppo moderno di queste<br />
plaghe risulta assai più lento che nel-<br />
Palta pianura dove la lunga tradizione<br />
artigianale e mercantile, accanto a quella<br />
agrícola, ha provócate il sorgere di città<br />
e di grossi centri assai più numerosi e<br />
densi. <strong>La</strong> distinzione tra bassa irrigua e<br />
altopiano asciutto si sottolinea ancor<br />
I<br />
f-<br />
54
L a « bassa », doe la •^ona di pianura prossima<br />
a l P o e a l mare, con suoli prevalentemente<br />
sahbiosi e argillosi, dopo un meticoloso<br />
lavoro d i regolas^ione del deflusso delle acque<br />
e staia adattata alle colture intensive<br />
di cereali e di p r a ti p er P allevamento del<br />
bestiame grosso. F ino a l l’orizKpnte si<br />
estendono allora i riquadri dei campi<br />
meglio se badiamo alle rispettive strutture<br />
agrarie tradizionali.<br />
Tutta I’alta pianura è sempre stata I’area<br />
della piccola azienda a coltura promiscua<br />
di cereali e vite. Si tratta di terre aride,<br />
di difficile lavorazione, che richiedono<br />
un rilevante impiego di mano d’opera e<br />
che comunque rendono poco, sicché<br />
investirvi molto denaro non è conveniente.<br />
Meglio dunque ripartirlo in piccoli<br />
poderi da affidare in compartecipazione<br />
o in affitto, il che permette alla<br />
proprietà di ricavarvi una rendita sicura<br />
con modesto impiego di capitali.<br />
<strong>La</strong> bassa pianura, con la sua dovizia di<br />
acque, presenta invece le possibilità di<br />
un’agricoltura più ricCa e soprattutto<br />
dell’allevamento, del resto già presente<br />
alio stato brado fin dai tempi più remoti.<br />
Naturalmente gli oneri del diboscamento,<br />
della bonifica e della regimazione<br />
delle acque richiedono l’impiego<br />
di grossi capitali e l’impianto di grandi<br />
aziende. Non a caso Topera di ricupero<br />
è dovuta, alTorigine (sec. xi-xiii), al-<br />
Tiniziativa di grandi ordini monastic!.<br />
Questa differenza di ordinamenti, anche<br />
se non cosí netta com’è oggi, si è manifestata<br />
già nel basso Medioevo e proprio<br />
nel periodo in cui, entrato in crisi<br />
il Vecchio sistema feudale, Torientamento<br />
generale era invece quello di frazionare le<br />
grandi tenure padronali in tant! fond! in<br />
affitto o a mezzadria.<br />
Tali ordinamenti non si applicarono o-<br />
vunque, è vero : rimasero infatti organizzati<br />
secondo il sistema feudale<br />
classico gran parte del Friuli e parte del<br />
Piemonte, ma la loro adozione fu sufficiente<br />
a fissare anche una forma di<br />
insediamento rurale disperso che è ancora<br />
molto diffusa nella nostra pianura:<br />
quella delle case rurali e dei nuclei di<br />
cascine sparsi sui campi.<br />
<strong>La</strong> distribuzione attuale nel territorio<br />
padano veneto della grande e della piccola<br />
azienda fa risaltare pero alcune singolari<br />
anomalie che meritano una spiegazione.<br />
Infatti, ad un’area omogenea e ben delimitara<br />
corrispondente alia bassa lombarda<br />
con poche tracimazioni verso sud e<br />
verso occidente, contrassegnata dalla<br />
presenza délia grande coltura cerealicola<br />
e zootécnica, cui si associa Tinsediamento<br />
a grosse cascine, si contrappone il resto<br />
del territorio, anche in ambiente irrigua,<br />
in cui invece è tuttora dominante la<br />
piccola coltura promiscua con piccole<br />
dimore sparse. Naturalmente non si<br />
devono considerare i territori bonificar!<br />
negli ultimi 15o anni che, come vedremo,<br />
sono stati organizzati in base a criteri tecnici<br />
modem! piuttosto che tradizionali.<br />
Per spiegare taie distribuzione, apparentemente<br />
poco coerente con le vocazioni<br />
natural! del territorio, bisogna risalire<br />
nel tempo di qualche secolo ed esaminare<br />
il diverso comportamento dei proprietari<br />
terrier! nelTamministrare i loro<br />
possedimenti, dopo che col secolo xv<br />
erano riusciti a ripristinare i diritti e le<br />
consuetudini signorili di origine medievale.<br />
Tale diverso comportamento appare ispirato<br />
in gran parte alle condizioni politiche<br />
ed economiche degli stati padani<br />
delTepoca e di cui questi proprietari costituivano<br />
la classe dominante. Per esempio,<br />
la Serenissima, favorita anche dalla<br />
sua posizione geográfica, era una potenza<br />
mercantile marittima; il possesso délia<br />
terraferma è, per lo Stato, di interesse<br />
più politico che económico dal momento<br />
che il reddito proviene in larghissima<br />
misura dalTesercizio délia mercatura.<br />
È quindi logico che per la parte<br />
padronale il bene fpndiario sia considerato<br />
corne una forma di investimento<br />
immobiliare per ricavare una rendita<br />
piuttosto che un patrimonio da curare e<br />
migliorare con impiego di capitali di<br />
rischio. Il frazionamento delle proprietà<br />
in piccoli lotti affidati a mezzadria diventa<br />
Tordinamento più conveniente,<br />
tanto è vero che, quando nel corso del<br />
secolo xviii si estinguono le fonti tradizionali<br />
di reddito, i proprietari liquidano<br />
la mezzadria sostituendola, ove<br />
possibile, con Taffittanza impresaria che<br />
consiste in pratica nella delega délia pura<br />
amministrazione delle terre ad un intermediario,<br />
il « fittanziere », il quale per<br />
garantiré la rendita alla proprietà e un<br />
reddito per sé, senza impiegare capitali<br />
di rischio, mantiene, consolida o esalta<br />
i caratteri tradizionali della piccola lottizzazione<br />
e del regime colturale a tre<br />
campi: uno a granturco e due a frumento<br />
in promiscuo con i filar! di vite<br />
a sostegno vivo.<br />
Discorso totalmente diverso per il Milanese,<br />
dove invece è tradizionale il molo<br />
delTagricoltura come supporto delTattivitá<br />
commerciale e di trasformazione,<br />
sicché il possesso e la oculata gestione<br />
dei beni fondiari è al centro degli interessi<br />
della classe padronale.<br />
Ed ecco i precoci interventi per la sistemazione<br />
idraulica e il dissodamento di<br />
tutto il territorio, Tintroduzione-di colture<br />
altamente rimuneranti (riso e gelsobachicoltura<br />
fin dalla seconda metà<br />
del ’400) ed infine, per confronto con i<br />
casi del Veneto, la adozione di ordinamenti<br />
fondiari adatti allé vocazioni agrarie<br />
delle due zone fisiografiche del territorio:<br />
la piccola coltura a grani (con<br />
vite e gelsi) e il contratto di compartecipazione<br />
nelTaltopiano asciutto; la grande<br />
affittanza capitalistica con la grande<br />
coltura cerealicolo-zootecnica nella<br />
« bassa » irrigua, affiancata, specialmente<br />
ad oriente delTAdda e pero a partiré<br />
dalTOttocento, dalla grande proprietà<br />
direttamente coltivatrice.<br />
<strong>La</strong> trasformazione della grande proprietà<br />
più o meno appoderata in impresa capitalistica<br />
con salariat!, quale si affermé<br />
nelTirriguo padano piemontese e lombardo<br />
tra Settecento e Ottocento, promosse<br />
il diffondersi della grande cassina<br />
isolata sui campi, con una popolazione<br />
residente non di rado superiore alle<br />
cento anime, dotata perció di qualche<br />
servizio collettivo e che si puô considerare<br />
quindi corne un tipo delTinsediamento<br />
accentrato.<br />
Puô apparire anomalo invece Tinsediamento<br />
accentrato nelTalto Milanese dove<br />
vigeva il frazionamento fondiario. Qui<br />
perô Tazienda era piuttosto estesa, tanto<br />
che era condotta a mezzadria dalla<br />
famiglia patriarcale composta spesso da<br />
oltre quaranta persone e che dimorava<br />
in grossi cascinali a corte. Dal Settecento,<br />
alla mezzadria si sostituî gradualmente<br />
la piccola affittanza: dô spezzô<br />
Tunità della famiglia patriarcale, frazionô<br />
56
itagliati e solcati dalla rete minuciosa<br />
delle rogge e del fo ssi k cui maglie sono<br />
spesso sottolimate da fila r i di alheri (fo t. 6 ).<br />
E , ogni poco, la fa tto ria coi suoi edtfici<br />
disposti a quadrilatero a serrare la grande<br />
a ia ; é la típica « cassina a corte » della .<br />
« bassa y> lombarda e piemontese (fo t, j ) .<br />
il cascinale in tante sezioni quanta erano<br />
le aziende in affitto, indusse i nuovi<br />
« pigionanti » ad abitare preferibilmente<br />
nei centri, cioè in un luogo più « centrale<br />
» rispetto alla ubicazione degli appezzamenti<br />
da cultivare sui quali vennero<br />
costruiti dei ricoveri temporanei (cassinot).<br />
I due aspetti delineati, proprio per la<br />
loro fisionomía opposta, possono rappresentare<br />
quelli present! anche nel resto<br />
della pianura. Certo le motivazioni<br />
non sono ovunque identiche. Per il territorio<br />
emiliano romagnolo molto ha<br />
giocato il lungo perdurare del contratto<br />
a mezzadria per unità poderali relativamente<br />
piccole (la famiglia rurale estesa<br />
non superava in media le 12 unità). Ma<br />
qui il durevole e minuto frazionamento<br />
politico aveva promosso assai più strette<br />
relazioni tra la città (che era poi la capitale)<br />
e la sua campagna, corne è anche<br />
testimoniato dalla presenza diffusa di<br />
proprietà terriere della borghesia cittadina.<br />
Ed ecco, per le piccole proprietà<br />
il perpetuarsi di antichi rapport! fiduciari<br />
e paternalistici tra padrone e mezzadro<br />
e, per i possess! maggiori e più<br />
recenti l’introduzione della figura dell’intermediario<br />
amministratore (sul tipo<br />
del « fittanziere » veneto), mentre scarsa<br />
fu la diffusione, pur nell’irriguo (salvo<br />
che nel Piacentino) dell’impresa capitalistica.<br />
In Piemonte le forme sparse di insediamento<br />
dipendono dalla précoce diffusione<br />
della piccola proprietà cultivatrice.<br />
Essa fu promossa con l’abolizione delle<br />
servitù feudal! operata da Emanuele Filiberto,<br />
fu accentuata nel primo decennio<br />
dell’Ottocento, eccetto che nel Novarese<br />
e nel Vercellese, ancheper l’applicazione<br />
rigorosa dei criteri di ispirazione<br />
francese nella liquidazione delle<br />
proprietà già vincúlate, dei béni della<br />
chiesa e dei grossi patrimoni di enti, e<br />
fu poi sostenuta da una cospicua espansione<br />
del crédito ipotecario.<br />
Tutto questo ci permette di identificare<br />
delle varietà regional! nella nostra pianura<br />
che dipendono anche da significative<br />
diversità strutturali maturate in un<br />
travaglio seco lare di vicende umane.
L a dovi:^ia di acque ha facilitato<br />
riniroduzione del riso ira le colture<br />
della « hassa », ma le aree p iü típicamente<br />
risiere sono concentrate nel Vercellese,<br />
nel Novarese e nel Pavese dove la pianura,<br />
dopo le semine, sembra un enorme lago<br />
pas^ientemente ritagliato in m ilk fram m enti<br />
regalar i. P iü a oriente, nel basso M ilanese,<br />
e nel Cremasco, Pacqua dei fontanili, che<br />
non gela mai, ha invece suggerito<br />
la coltiva:(ione dei p r a ti « a marcita » bagnati<br />
da un velo d ’acqua e permanentemente verdi<br />
di foraggi: qui la « cassina » si amplia<br />
con grandi stalle e porcili, e l ’ aia, che<br />
serviva per essiccare i cereali, é sostituita<br />
da svettanti silos. A n cora p iü a oriente,<br />
verso il Cremonese e i l Mantovano, i l grano<br />
e i l granoturco prendono decisamente<br />
i l sopravvento e, nei campi, si ajfaccia<br />
i l filare d i v iti che, nel Veneio e in E m ilia ,<br />
si assocera quasi costantemente in coltura<br />
promiscua alie altre coltivasfioni. L a « cassina »<br />
puré a corte, ospita un ampio magas^ino con<br />
por tic ato (la caratteristica « barchessa y>)<br />
per ricoverare macchine e attres^sfi.<br />
8 Risaie nel Vercellese.<br />
g Campagna cremonese.<br />
10 Una cassina con la lunga barchessa<br />
a portici, presso Pagas(x,‘‘ no, nella campagna<br />
intorno a Treviglio.<br />
1 1 I I castello-cascinale di Tolcinasco, nella<br />
bassa milanese. S i tratta di una costruvfione<br />
della seconda metä dei Cinquecento,<br />
con la parte padronale ( i l castello) leggermente<br />
staccata dai rustici costruiti attorno a un<br />
vasto cortile, con quattro torri agli angoli.<br />
i z Una mietitrebbia p er la raccolta dei riso.<br />
Tali diversità hanno spesso influito sullo<br />
sviluppo di queste contrade. Per esempio,<br />
il persistere cos! a lungo della piccola<br />
azienda agrícola a basso reddito<br />
nell’alta e media pianura veneto-friulana<br />
ha avuto la sua parte nel ritardare l’insorgere<br />
delle moderne attività industrial!<br />
e l’organizzazione dell’agricoltura<br />
con criteri più nuovi: e ció perché ha<br />
impedito la formazione di capital!, mortificando<br />
le vocazioni imprenditoriali.<br />
Dipende anche da ció la tradizionale e-<br />
migrazione dei Veneti all’interno e all’estero.<br />
Viceversa, la costante saldatura tra i<br />
settori di attività, l’impostazione capitalistica<br />
dell’azienda agrícola, la precoce<br />
proletarizzazione dei contadini che predispose<br />
un serbatoio di mano d’opera<br />
per le insorgenti attività industrial!, consentí<br />
l’accumulo di capital!, promosse<br />
l’imprenditorialitá, fu insomma, tra i<br />
tanti, uno dei fattori di quello sviluppo<br />
che ha recentemente mutato il volto<br />
delle contrade dell’altopiano milanese.<br />
Sulla scorta dei fatti che abbiamo finora<br />
illustrato la « lettura » del territorio padano-veneto<br />
puó diventare più approfondira<br />
e anche più interessante e appare<br />
anche più agevole il riconoscimento di<br />
paesaggi divers!.<br />
Certo non possiamo attenderci differenziazioni<br />
paesistiche molto accentuate.<br />
Abbiamo infatti notato corne il pur vario<br />
comportamento degli uomini nell’organizzare<br />
queste plaghe per l’insediamento<br />
si sia comunque orientato a tener<br />
ben present! le diverse condizioni idrologiche<br />
tra l’alta e la bassa pianura. E<br />
quindi naturale che alcuni element! di<br />
tale organizzazione che più direttamente<br />
si rifanno alie condizioni fisiche del territorio<br />
si ripetano da un capo all’altro<br />
della pianura o che per vaste estensioni<br />
la varietá di aspetti del paesaggio sia<br />
affidata, oltre che alia cangiante fisionomía<br />
della cornice di rilievi sempre presente<br />
a segnare almeno un lembo degli<br />
orizzonti, alia diversa geometría della<br />
partizione parcellare dei campi, alia mutevole<br />
alternanza delle colture, ai particolari<br />
meno essenziali e funzionali della<br />
dimcnsione e della forma delle dimore<br />
sparse e dei centri abitati.<br />
Ma vediamo dunque quali sono questi<br />
oggetti, queste forme, questi lineamenti.<br />
/ caratteri del paesaggio della bassa irrigua.<br />
I campi e le colture<br />
E per una presentazione ordinata rispettiamo<br />
la più volte menzionata differenza<br />
di fattezze e di ordinamenti tra<br />
l’irriguo e l’asciutto ed incominciamo ad<br />
esplorare i connotati della « bassa ».<br />
Si è spesso affermato che l’abbondanza<br />
di acque ha suggerito quasi ovunque<br />
l’installazione dell’azienza agraria di medie<br />
e grandi dimensión!. II fatto è immediatamente<br />
rilevabile nella estensione<br />
dei campi coltivati e nella limitara differenziazione<br />
dei tipi di coltura. <strong>La</strong> parcella<br />
catastale è di forma grossolanamente<br />
quadrangolare con almeno due<br />
lati di alcune decine di metri sicché la<br />
superficie media di un campo si aggira<br />
tra un quinto e un quarto di ettaro.<br />
Ció riflette antichi criteri di partizione del<br />
terreno fondati sulla valutazione dell’area<br />
lavorabile in una giornata, beninteso,<br />
con impiego al limite sopportabile<br />
del lavoro umano. A tale suddivisione<br />
si è adattato il reticolo dei canal! di<br />
irrigazione e di scolo, fissando la trama<br />
geométrica della parcellazione in modo<br />
che ogni modifica ne risulta difficile e<br />
onerosa.<br />
Ció è evidentemente d’ostacolo alia moderna<br />
meccanizzazione dell’agricoltura e<br />
lo si nota nei non rari tentativi di ampliamento<br />
delle supcrfici parcellari attuati<br />
ove possibile e conveniente anche<br />
sradicando inter! filar! di quegli annosi<br />
alberi, da sempre connotato e ornamento<br />
di queste plaghe.<br />
Un’altra conferma ci viene dalla dimensione<br />
di gran lunga maggiore delle parcelle<br />
nelle aree di bonifica recente, dove<br />
cioè, a parirá di ordinamenti colturali e<br />
fondiari, si è previsto in partenza l’uso<br />
delle macchine.<br />
Quanto alie colture si rileva con sufficiente<br />
immediatezza la dominanza del<br />
binomio grani-foraggi. Essa è certamente<br />
da considerare l’espressione di un « climax<br />
», cioè della realizzazione di un<br />
sostanziale equilibrio tra suolo-climavegetazione,<br />
anche se tale obbiettivo é<br />
conseguito tramite faticoso adattamento<br />
artificiale dei suoli alie succitate colture.<br />
Occorre qui infatti sfatare la frequente<br />
convinzione della naturale fertilitá dei<br />
suoli padani: la loro natura sabbiosoargillosa,<br />
non é certo tra le migliori per<br />
l’agricoltura e il fatto é dimostrato ampiamente<br />
dal secolare intervento dell’uomo<br />
sia per una sapiente irrigazione,<br />
sia per una assidua correzione e concimazione.<br />
D ’altra parte é abbastanza agevole, collegando<br />
la rilevante dimensione dell’azienda<br />
con l’orientamento alia commercializzazione<br />
dei prodotti, comprendere<br />
come il binomio grani (frumento e<br />
mais) - foraggi subisca diversificazioni<br />
qualitative secondo i tempi (si pensi<br />
alia scomparsa delle colture gelsobachicole<br />
e del lino e, piü recentemente della<br />
canapa) e i luoghi in rapporto a specifiche<br />
condizioni fisiografiche e all’onerosa<br />
sistemazione dei terreni per la specializzazione<br />
di certe colture.<br />
Si richiamano ad esempio le aree a specializzazione<br />
risiera (Vercellese e Novarese<br />
in Piemonte, Lomellina e basso<br />
Milanese occidentale in Lombardia), che<br />
traggono la loro localizzazione cosí persistente<br />
e ben delimitata, oltre che dalle<br />
vocazioni di una antica area ad acquitrini,<br />
dalla cospicua disponibilitá di acque<br />
fluvial! (le acque di resorgiva non<br />
sono direttamente utilizzabili in periodo<br />
di maturazione del riso perché troppo<br />
fredde e vanno preventivamente riscaldate<br />
in vasche chiamate « caldane »), e<br />
quelle a foraggere, diffuse soprattutto<br />
nella « bassa» milanese dei fontanili,<br />
dove fin dal xii secolo (1135 sui terreni<br />
dell’abbazia di Chiaravalle) ad opera dei<br />
monaci Benedettini, Cistercensi ed Umiliati<br />
si é impostara la técnica dei « prati<br />
a marcita » o « prati iemali ».<br />
Singolare e peculiare questa técnica di<br />
irrigazione: essa sfrutta anzitutto la accennata<br />
continuitá areale e la dovizia<br />
di emunzione delle resorgive in territorio<br />
lombardo (500 litri al secondo per<br />
chilometro lineare) nonché la temperatura<br />
costante superiore a zero gradi anche<br />
58
¿ a presenta d ell’ albero ha nella pianura<br />
padana una funcione spesso indicativa degli<br />
ordinamenti agrari. I I pioppeto a coltura<br />
specialic(xota e i l filare di p io p p i a pieno<br />
campo sono abbastanc^a tipici della grande<br />
atfenda agrícola a indiri^:(p capitalistico<br />
p er la commerciali;(C(atfone della producfone;<br />
l ’ olmo e con minor frequenc^a i l gelso, l ’ acero<br />
e i l salice allineati in fila ri a sostegno<br />
delle viti compaiono nei campi della piccola<br />
acfenda a met^c(adria { come in E m ilia )<br />
e del piccolo fondo in proprietà o in affitto<br />
( come nel Veneto e nel F r iu li) tradicfanalmente<br />
destinato a ll’ autosufpcienc^a e a ll’ autoconsumo<br />
della fam ig lia contadina.<br />
1 } L a piantata romagnola: fila r i di olmi<br />
p o ta ti a sostegno delle viti.<br />
14 V ig n e ti nella campagna di -S. Bonifacio.<br />
I ; F ila r i di v iti nella pianura presso Marostica.<br />
1 6 Pioppeto alia Mesóla.<br />
in invernó di queste acque sorgenti (in<br />
estate, con temperatura dell’aria di 24 C<br />
esse sgorgano a + 16-+ 18 C; in invernó<br />
a o C esterni, zampillano a<br />
-(-9--I-12 C) ed infine, almeno ove é<br />
possibile, la concimazione da parte delle<br />
acque luride della dttá di Milano, che<br />
per i process! di fermentazione si mantengono,<br />
pure in invernó, a livelli termici<br />
di -f5 C.<br />
Non dimentichiamo che Milano significó<br />
e significa anche un eccezionale mercato<br />
per la collocazione dei prodotti dell’allevamento:<br />
si tratta insomma della felice<br />
concomitanza di fattori natural! ed u-<br />
mani. <strong>La</strong> connotazione paesaggistica piü<br />
evidente consiste anche qui prima di<br />
tutto nella uniformitá per grandi aree<br />
della coltura a prato: si tratta di una<br />
campagna permanentemente verde sistemara<br />
a regolarissimi riquadri rettangolari,<br />
ripartiti in strisce sottili a forma di<br />
tetto a due spioventi sul cui colmo si<br />
inoltra un canaletto a fondo cieco, che,<br />
convogliando l’acqua dalla roggia adduttrice<br />
(adacquatore) la fa tracimare e<br />
colare lentamente sulle due « a li» opposte<br />
in Heve pendenza. Alia base di<br />
queste, due solchi la raccolgono dirigendola<br />
verso l’adduttore a valle e cosí<br />
via.<br />
Ma ben piü sconcertante per la sua singolaritá<br />
é l’anacronistico incontro, in<br />
un caliginoso, stillante dicembre del<br />
suburbio milanese, con un grande prato<br />
vivOj folto di erbe, che spicca prepotente<br />
nella campagna, tra la nebbia, in<br />
mezzo alia neve.<br />
Le piccole arriende dell’area irrigua<br />
Alla periferia rurale dei centri abitati<br />
si nota una accentuazione della diffusione<br />
delle colture granarle cui corrisponde la<br />
rarefazione delle colture foraggere: ció<br />
è in rapporto con la riduzione della dimensione<br />
dell’azienda, perché, sólitamente,<br />
nei centri abitano i contadini che<br />
si sono emancipati piü o meno totalmente<br />
dalla dipendenza dalla grande<br />
conduzione capitalistica e, gestendo un<br />
piccolo fondo in proprietà, magari accresciuto<br />
con l’affitto di qualche altro<br />
appezzamento, non sono owiamente in<br />
grado di mantenere una grande stalla.<br />
<strong>La</strong> presenza della piccola azienda si sposa,<br />
dunque, neU’irriguo, col coagularsi<br />
dei villaggi e ció si rileva anche per la<br />
minor dimensione degli appezzamenti e<br />
la presenza quasi costante dell’orto familiäre<br />
che ripete in piccolo l’antica<br />
cintura di ortaglie attorno ai grossi centri<br />
prima che le tecniche di conservazione e<br />
di trasporto celere dei prodotti orticoli<br />
aprissero la via alla loro coltivazione a<br />
pieno campo.<br />
A proposito, pero, di dimension! aziendali<br />
è indispensabile richiamare una<br />
corposa eccezione che investe una cospicua<br />
parte della « bassa » irrigua.<br />
Le aree dell’irriguo padano dove ah antiquo,<br />
o almeno dal xviii secolo, si installó<br />
la grande azienda, sono i territori<br />
della bassa in Lombardia e in Piemonte,<br />
con tracimazioni in destra del Po nel<br />
Piacentino e nel Parmense.<br />
Per ritrovare analoghe dimension! aziendali<br />
bisogna che ci spostiamo nella grande<br />
area di bonifica che dalle due opposte<br />
strisce litoranee venete e romagnole<br />
si inarca ben addentro nella pianura<br />
fino al basso Veronese e al Polesine di<br />
Rovigo e di Ferrara.<br />
Tra queste due aree s’inserisce una larga<br />
zona a strutture agrarie prevalentemente<br />
fondate sulla piccola e media azienda a<br />
colture promiscué per l’autoconsumo,<br />
che solo recentemente, ma ancora episódicamente<br />
tendono ad ospitate colture<br />
ortofrutticole specializzate per la<br />
commercializzazione : essa comprende<br />
parte del basso Friuli e del basso Veneto<br />
e la bassa emiliana tra il Reggiano e il<br />
Bolognese. <strong>La</strong> conduzione, oltre alia piccola<br />
proprietà, è I’affittanza e quanto<br />
ancora sussiste della mezzadria, sostituita<br />
sempre piü largamente dalla conduzione<br />
in economia. I campi sono a nastri rettangolari.<br />
Tra le colture, assai piü varie<br />
che negli ambienti della grande conduzione,<br />
si installa massicciamente la vite.<br />
Scarsissima o assente l’irrigazione.<br />
Illustrammo precedentemente alcuni motivi<br />
storico-istituzionali che giustificano<br />
tale differenziazione areale. Qui ci sembra<br />
di richiamarne un altro piü squisitamente<br />
fisiografico che puó, in qualche<br />
misura, essersi combinato con quelli.<br />
<strong>La</strong> pendenza della bassa pianura occidentale<br />
consente infatti lo smaltimento<br />
abbastanza agevole delle acque di irrigazione.<br />
Nella bassa pianura orientale che si e-<br />
spande, viceversa, a livello o sotto il<br />
livello marino, i fiumi sono pensil! e le<br />
acque, nei territori tra un fiume e l’altro<br />
non si smaltiscono spontaneamente : o<br />
si procede alia bonifica (per colmata o<br />
con le idrovore) o ci si rassegna alia<br />
palude. È evidente che questa situazione<br />
del deflusso condiziona anche l’uso dell’acqua<br />
nelle zone circostanti a monte;<br />
se queste fossero irrigate come si conviene<br />
per colture intensive e per una<br />
produzione di massa, l’acqua utilizzata<br />
andrebbe a finiré nei territori a valle,<br />
piü bassi, rendendone assai piü difficile<br />
o addirittura vana la bonifica.<br />
Di qui la ritardata irrigazione alia periferia<br />
dell’area delle bonifiche e il persistere,<br />
come del resto è normale nelle aree<br />
asciutte, di altri ordinamenti fondiari,<br />
dove la vite e le colture arboree acquistano<br />
un’importanza cospicua nella formazione<br />
del reddito agrario.<br />
Dall’antica foresta alia «piantatay»; le vicende<br />
degli alheri<br />
<strong>La</strong> varia presenza e funzione dell’albero<br />
in pianura ci suggerisce qualche riflessione.<br />
Anzitutto dobbiamo rifarci alia diffusione<br />
della foresta almeno fino a tutto<br />
l’Alto Medioevo (vii-x secolo) in conseguenza<br />
dell’abbandono delle campagne<br />
e alia dimiriuzione della popolazione<br />
dopo la caduta dell’Impero Romano<br />
d’Occidente.<br />
Le specie principali che componevano<br />
la foresta nelle aree interfluvial! erano<br />
la quercia farnia, il frassino, il carpino,<br />
ma, secondo i dpi di suoli vi si associavano<br />
l’acero, la roverella, il cerro e,<br />
come nelle aree nordoriental!, il tiglio.<br />
Presso i fiumi, in zona piü umida, crescevano<br />
il pioppo, il salice e l’ontano<br />
ñero e nelle zone golenali o delle isole<br />
fluvial! dominava il salice nelle sue mol-<br />
60
I I canale artificíale é un altro elemento<br />
caratteristico del paesaggio padano. L,a sua<br />
funcfione d i regolatore delle acque e,<br />
senada dubbio, la principóle. M a , soprattutto<br />
in Lom bardia e nel basso Véneto, i l canale<br />
serve anche come via interna di navigasfione.<br />
In Lom bardia erano caratteristici, fino a<br />
qualche decennio f a , i barconi per<br />
il trasporto del collettame, chiamati<br />
« bettoline », mentre oggi navigano le grandi<br />
chiatte colme di inerti per l ’ edilisfia.<br />
D e l resto, proprio in Lom bardia i l nome di<br />
« naviglio », con cui sano indicati alcuni<br />
canali, ne palesa la funcione. I natanti<br />
erano trascinati da animali da tiro:<br />
p er questo tanto spesso lungo i l bordo dei<br />
canali corre una strada. D ’ altra parte<br />
la funsfione commerciale ha favorito<br />
i l m oltiplicarsi di sedi umane lungo le rive:<br />
dapprima m ulini e p oi, con Vavvento della<br />
industrialic^s^a:(ione, piccoli opifici che<br />
in quell’ acqua fluente trovavano materia prim a<br />
ed energía meccanica per le loro attivith.<br />
N aturalm ente nelle x.one di bonifica prevale<br />
la funifione di drenaggio delle acque:<br />
i l soleo rettilineo del canale, in quel<br />
paesaggio enfáticamente artificíale, speq^.“ ,<br />
senx,a scompaginarla, la geométrica monotonía<br />
delle campagne.<br />
l y Canali di irriga^ione nel la pianura<br />
ravennate; sulla sfondo. Porto Corsini.<br />
i 8 I I « naviglio t! presso Robecco.<br />
tissime varietá.<br />
Oltre ai documenti dell’epoca ne parla<br />
ancor oggi la toponomástica : Rogoredo,<br />
Roverbella, Albaredo, Nosedo, Cerro,<br />
Teglio, ecc. sono nomi di luogo ben<br />
ampiamente diffusi nella pianura.<br />
<strong>La</strong> colonizzazione sistemática non si accompagné<br />
con la totale distruzione degli<br />
albe'ri, non si ebbe in sostanza quel diboscamento<br />
che nell’Europa Centrale<br />
associé grandi estensioni di campi « a-<br />
perti », cioé disalberati e non recintati<br />
perché di proprietá collettiva, a grandi<br />
isole di hosco, pure di proprietá comune,<br />
per il pascólo brado e le prowiste di<br />
legna.<br />
Da noi si affermé, sulla scorta della<br />
lottizzazione dei fondi signorili e del<br />
loro affidamento in affitto o in compartecipazione,<br />
una campagna piú simile<br />
al bocage dell’Europa Atlántica, con<br />
campi recintati da filari di alberi, ma cui<br />
era maritata, spesso, la vite<br />
È cosí che ha origine la ben nota « piantata<br />
» padana, di cui si ha notizia fin<br />
dall’cpoca comunale e che si afferma<br />
decisamente per tutto il territorio durante<br />
il Rinascimento.<br />
A questo punto va rilevata e motivata<br />
la differenziazione delle specie che contribuisce<br />
a distinguere i paesaggi padani.<br />
Nelle aree dove si affermé la grande<br />
azienda a conduzione capitalistica la<br />
vite scomparve ben presto e l’albero<br />
è menzionato nei patti agrari come fornitore<br />
di legno da opera e da ardere,<br />
di strame per le stalle, di fogliame a<br />
complemento del foraggio: è in questa<br />
prospettiva funzionale che si affermano<br />
lungo le prode dei fossi, a delimitare i<br />
« quartieri » di awicendamento delle<br />
colture, principalmente il pioppo e Colmo,<br />
alternati talvolta a bassi salid capitozzati.<br />
II pioppo, poi, per la sua crescita rapida<br />
e il suo eccellente impiego nell’industria<br />
moderna ha dato luogo addirittura a<br />
colture spccializzate specialmente dopo<br />
che l’esodo rurale e l’aggiornamento<br />
tecnológico dell’azienda agricola consigliarono,<br />
a patita di produzione globale<br />
dei restanti seminativi, di destinarvi parte<br />
degli appezzamenti disponibili.<br />
Va da sé che il criterio per l’adozione<br />
delle colture arboree é quello della rimunerativitá:<br />
non a caso fa la sua apparizione<br />
nel xvii secolo anche il gelso<br />
per la bachicoltura, ma vi scompare tapidamente<br />
non appena, due secoli appresso,<br />
quella cospicua fonte di rendita<br />
si inaridisce.<br />
Nelle zone dove permane l’azienda a<br />
policoltura promiscua e dove quindi<br />
l’albero deve fornire tutto quanto s’é<br />
detto, ma deve anche sostenere la vite e<br />
diffondere poca ombra per non limitare<br />
la tesa del seminativo, si afferma invece<br />
l’acero perché é scarso di radici<br />
(e quindi non impoverisce il suolo) e si<br />
pué potare fino al tronco (e quindi si<br />
riduce Carea ombreggiata), seguito dal-<br />
Colmo e, nelle zone piü umide, dal<br />
salice.<br />
Naturalmente anche la densitá delCalberatura<br />
varia: é piü rada nella « bassa»<br />
lombarda e nelle risaie vercellesi, dove<br />
la dimensione delle parcelle assume i<br />
valori massimi e la meccanizzazione a-<br />
gricola é molto avanzara; é piü intensa<br />
e frequente nel Piemonte dove tra Caltro<br />
é presente anche la quercia e le rive<br />
dei fossi e soprattutto dei fiumi ospitano<br />
spesse fasce di boscaglia spontanea e<br />
fitta, ed é owiamente intensissima nelle<br />
zone a promiscuo. Qui pero, oltre ad<br />
una disposizione evidentemente piü controllata<br />
e ordinata da mano umana. Carborato<br />
con vite costituisce una serie di<br />
cortine allineate a segnare Candamento<br />
delle parcelle di seminativi e scarseggiano<br />
gli alberi d’alto fusto, eccetto che<br />
lungo le strade di grande comunicazione<br />
dove il plátano in doppio filare<br />
ininterrotto forma con Careo delle sue<br />
fronde un fresco riparo al solleone.<br />
Un paesaggio che ovunque si stacca<br />
decisamente da quello dei territori contigui<br />
é quello delle zone litoranee fluvial!.<br />
Le scarpate dei solchi fluvial! della<br />
pianura occidentale, piü o meno terrazzate,<br />
sono dei veri boschi e solo episódicamente<br />
i ripian! dei terrazzi ospitano<br />
appezzamenti a coltivo che interrompono<br />
la coltre di densa verzura. Le zone<br />
che accompagnano alCesterno le arginature<br />
dei fiumi nella « bassa» centroorientale,<br />
accolgono piü frequentemente<br />
colture di pioppi, mentre quelle golenali<br />
e comunque di libera esondazione delle<br />
acque, vedono prosperare il salice, Contano<br />
e il pullulare di un foltissimo sottobosco<br />
erbaceo e arbustivo di piante<br />
igrofile arricchito ormai da numeróse<br />
specie awentizie esotiche in un viluppo<br />
cosí intricato e in un’atmosfera cosí<br />
calda e greve di umiditá da simulare talvolta<br />
un paesaggio equatoriale.<br />
Irriga\ione e drenaggio: una fitta trama di<br />
canali e rogge nascosta nel verde<br />
L ’albero, dunque, qui piü che altrove, é<br />
sintomo della presenza delCacqua: é infatti<br />
singolare che in un’area cosí idrologicamente<br />
dotata le acque fluenti non<br />
si rivelino fácilmente alCocchio e al-<br />
Corecchio, ma si dehbano piuttosto intuiré<br />
tramite la geometría delle piantumazioni<br />
o Caddensarsi improvviso delle<br />
fronde lungo gli arginelli dei fossi, i<br />
primi a coprirsi di viole e di anemoni<br />
in primavera, o si scoprano altrettanto<br />
repentinamente con Capparire di chiaviche,<br />
di chiusini, di sommari ponticelli<br />
lungo i viottoli campestri.<br />
Beninteso, a prescindere per ora da<br />
quanto appare nelle aree di bonifica, di<br />
cui si parlera appresso.<br />
Solo le grandi opere di canalizzazione si<br />
collocano con particolare evidenza nel<br />
paesaggio. Ma anche qui occorrono alcune<br />
precisazioni: prima di tutto sappiamo<br />
che nella « bassa » bonifica e irrigazione<br />
sono, almeno nel tempo, accomunate<br />
nella soluzione delCunico problema<br />
di disciplinare il deflusso spontanen.<br />
In pratica, quando si prowide a<br />
tale regimazione si operé insieme una<br />
bonifica dei terreni acquitrinosi e una<br />
irrigazione delle zone cosí ricuperate.<br />
Ció é di evidenza scolastica, ad esempio,<br />
nel basso Veneto dove il canale costituisce<br />
elemento costante e inseparabile del<br />
paesaggio: ma qui esso svolge contemporáneamente<br />
le due funzioni alie quali<br />
spesso si aggiunge una terza, cioé quella<br />
della navigazione interna. E un po’ la<br />
sintesi materiata delle tradizionali basi<br />
economiche di quelle region!.<br />
6 z
Occorre poi constatare che non ovunque<br />
nella bassa non modernamente bonificata<br />
si assiste ad una elevata densità<br />
della canalizza7,ione. Nella pianura emiliana,<br />
in Friuli, in tutta la pianura centrale<br />
del Veneto ne sono modeste le<br />
tracce e persino nella bassa lombarda<br />
orientale, tra l’Adda e il Mincio, le<br />
grandi opere idrauliche, pur presenti,<br />
non raggiungono la densità e il livello di<br />
dotazione idrica delle zone più tipiche e<br />
cioè del Milanese irriguo e del Piemonte<br />
orientale. Le ragioni sono anche da riferire<br />
al progressivo modificarsi della<br />
natura dei terreni: l’afFermarsi sulle sabbie<br />
delle argille più resistenti alla siccità,<br />
diminuisce la necessità della irrigazione.<br />
<strong>La</strong> più elevata concentrazione dei canali<br />
e la loro installazione più antica si collocano<br />
nelle plaghe di più remota e<br />
più intensa diffusione delle colture foraggere:<br />
la storia ci presenta infatti, proprio<br />
in quella bassa lombarda che ancor oggi<br />
è la più doviziosa di opere idrauliche, il<br />
contemporáneo insorgere di tre fatti:<br />
la reintroduzione dell’erba medica, già<br />
conosciuta da Greci e Romani che l’avevano<br />
importara dalla Media - donde il<br />
nome - e inspiegabilmente caduta in<br />
disuso dopo le invasion! barbariche;<br />
l’avvlo della costruzione dei canali; l’affermazione<br />
della zootecnia e del caseificio.<br />
Un po’ più tardiva (xiii secolo) e<br />
meno intensa e curata è la canalizzazione<br />
nel Piemonte, dove bisogna attendere<br />
l’introduzione del riso come coltura<br />
specializzata per una ripresa delle sistemazioni<br />
idrauliche in pianura e l’avocazione<br />
al Demanio di gran parte delle<br />
acque d’irrigazione per assistere alla<br />
ordinata regolazione delle utenze e all’intensificarsi<br />
della rete irrigua, soprattutto<br />
dopo la costruzione del Canale<br />
Cavour: ma siamo nella seconda metà<br />
dello scorso secolo.<br />
A dare l’idea della massiccia presenza<br />
del canale nell’irriguo lombardo valgano<br />
alcune cifre; i canali derivati da fiumi<br />
sono 83; essi sono affiancati da 233<br />
sistemi irrigui alimentât! da coli e fontanili;<br />
la superficie irrigata supera i<br />
500000 ettari. <strong>La</strong> presenza e l’azione<br />
63
L e dimore d ell’ uomo, aggregate in villaggi<br />
0 sparse p er la campagna, conferiscono<br />
a l paesaggio rurale padano qnelF animas^ione<br />
che g li negherebbero l ’ m iform itd<br />
della morfología e delle colture. Quando<br />
se ne trascurino i m ultiform i aspetti<br />
architettonici e cromatici e se ne colgano<br />
1 lineamenti essen^ialmente fm ^ io n a li essa<br />
si rivela anche un prec^ioso indicators delle<br />
differenti strut ture agrarie: le gia<br />
menciónate « cas sine a corte » nelle loro<br />
dimensioni e nella varieta di destinacione<br />
degli edifici che le compongono si<br />
accompagnano alia grande acjenda a indiriccp<br />
capitalistico; la dimora tmifamiliare col<br />
rustico annesso sparsa nei campi<br />
o associata ad altre intorno ad un cortile<br />
(la tiplea (teurtt) d ell’ altopiano lombardo)<br />
é invece quella della piccola proprietá<br />
e della piccola ajfittanca; essa si f a<br />
piuttosto corposa nelle cpne della mecpadria<br />
dove anche i l fondo da coltivare é di<br />
ampiecstp non modesta,<br />
i^ , 20 C o r ti pluriacjendali a Casatenovo<br />
e a Rho nella campagna milanese.<br />
2 1 Una cascina deIValta pianura asciutta<br />
pressa Caronno.<br />
22 Una típica casa rurale vene ta coi caminí<br />
esterni pressa Nogare.<br />
2 } Una casa colonisa pressa Diam antina<br />
carattericx“ t
si colloca proprio nell’area di più remota<br />
e radicata pratica della zootecnia; e<br />
« cà » è il nome della dimora rurale veneto-emiliana<br />
dell’area a promiscuo dove<br />
la conduzione familiäre dell’azienda<br />
conferisce maggior peso all’abitazione<br />
dei coloni.<br />
Dalle estreme propaggini dell’occidente<br />
piemontese in quel di Cuneo, anch’esse<br />
interessate da tradizionale attività zootécnica,<br />
oggi ancor più accentuata, fino<br />
al Mincio in sinistra del Po, con tracimazioni<br />
alia destra del grande fiume nell’agro<br />
alessandrino, pavese e piacentino<br />
domina la grande cascina isolata o agglomerata<br />
composta di più fabbricati<br />
per l’abitazione e per i servizi, disposti a<br />
quadrilatero intorno a uno spazio aperto<br />
un tempo adibito ad aia per l’essiccazione<br />
dei grani, quella che, forse per<br />
una eccessiva importanza attribuita al<br />
termine « curt » associate alla singolare<br />
e ripetuta topografia quadrangolare (termine<br />
del resto usato solo per le dimore<br />
di tal tipo agglomerate in villaggi) è<br />
stata chiamata e studiata come « dimora<br />
a corte ». I suoi caratteri essenziali sono<br />
invero la grande dimensione e la distinzione<br />
funzioñale dei fabbricati, che riflettono<br />
la corpositá delle attività agricole<br />
cui serve e quindi il numero rilevante<br />
di persone addette, mentre la topografia<br />
quadrangolare manifesta la necessitá<br />
di mantenere a reciproca ragionevole<br />
portata di mano i vari edifici<br />
funzionali rispetto all’estensione dell’aia,<br />
grande perché cospicua era la massa del<br />
raccolto da accumularvi.<br />
Si notino alcuni fatti: l’aumento delle<br />
dimensioni aziendali amplia il quadrilatero<br />
fino a frantumarne la continuitá<br />
del perímetro edificato, come in moite<br />
boarie ferrares! e veronesi; la diminuzione<br />
della dimensione aziendale non<br />
cancella il quadrilatero se si tien conto,<br />
oltre che dell’abitazione e del rustico<br />
congiunti in linea (quando non siano<br />
separat! a fronte o giustapposti a squadra)<br />
dell’immancabile quadrilatero libero<br />
e aperto davanti agli edifici, irrinunciabile<br />
area di disimpegno, non di rado<br />
limitara dall’orto o da una siepe.<br />
Sembra comunque che i prototipi di<br />
65
L e trocee del remoto popolamento umano,<br />
p u r numeróse e significative ( si pensi,<br />
ad esempio, a i reperti preistorici<br />
deirisolino di Varese e dei terramarkoli<br />
del Cremonese-Mantovano e ancora alie<br />
vestigia della centuria^ione romana negli<br />
agri patavini e ravennaii) perdono i l ¡oro<br />
connotato di testimoniando archeologica<br />
e si inseriscono invece con piü diretta<br />
coerendfl nel paesaggio attuale quando<br />
si riportano ad epoche relativamente<br />
p iü recent i, a partiré dal Medioevo. Esse<br />
infa tti ricordano quelle popoladjoni<br />
che hanno attuato form e di organidxaxione<br />
del territorio rimaste valide fino ai giorni<br />
nostri e forse solo ora oggetto di<br />
trasformadione. A l i e antiche abbadje<br />
cistercensi e benedettine risale l ’ inidio<br />
della colonidxavone agrícola d i tanta parte<br />
della pianura; agli insediamenti d ell’ epoca<br />
moderna dohbiamo ascrivere Passm dione<br />
di un molo « europeo » del nostro territorio<br />
sia come area d ’ interesse strategico<br />
sia come uno dei
numéricamente, p iù rappresentata net Veneto<br />
e nel F r iu li, testimonia visibilmente<br />
10 splendido tramonto d i una struttura sociale<br />
ed económica che V incalíante illuminismo<br />
e la rivoluifone industriale emargineranno<br />
sen iß ricuperi.<br />
2 6 U a b h a iia d i Viboldone, un tempo isoldta<br />
nella campagna ë ormai investita dalV espansione<br />
ed iliiia della periferia milanese.<br />
2 J F a palladiana villa E m o a Vedelago.<br />
2 S Palmanova, costruita dat V en eiia n i alla<br />
fine del jo o corne p ia iio fo r te di confine<br />
seconda g li schemi della città ideale.<br />
cordia Sagittaria, Aquileia (oltre, ow iamente,<br />
Ravenna e Rimini) sono i nomi<br />
più noti.<br />
Un corposo aw io dell’opera di bonifica<br />
si colloca intorno ai secoli xv e xvi, ma<br />
non dà buoni risultati.<br />
Solo dai primi decenni del secolo scorso<br />
e fino ai giorni nostri si è realizzata la<br />
redenzione di gran parte di queste terre.<br />
<strong>La</strong> durata e la progressione nel tempo<br />
delle opere è testimoniata attualmente<br />
anche dal diverso livello di adattamento<br />
e di utilizzazione dei terreni. Occorre<br />
rilevare prima di tutto che la bonifica<br />
comporta necessariamente un piano preventivo<br />
di organizzazione del territorio<br />
che, essendo altresi pianeggiante, si presta<br />
ad una sistemazione geométrica elementare<br />
fatta di grandi riquadri rettangolari<br />
limitati da argini, canali, limiti<br />
poderali, limiti parcellari, strade e viottoli,<br />
ecc., il che consente di risparmiare<br />
spazio e di ridurre i costi.<br />
11 paesaggio resta cosí fissato nei suoi<br />
tratti topografici da uno schema di riconosciuta<br />
funzionalitá che si ripete ovunque<br />
senza sostanziali variazioni. <strong>La</strong> diversificazione<br />
dei paesaggi è governata<br />
dal progressive ricuperq, col tempo, della<br />
fertilità dei suoli fino a livello ottimale.<br />
Ma questo processo comporta che dapprima<br />
si destinino le terre alle colture<br />
risiere e ai pascoli naturali, poi alie colture<br />
frumentarie e a quelle prative e ad<br />
altre erbacee e solo dopo lunghi anni le<br />
coltivazioni si possono differenziare e<br />
compare l’albero.<br />
Va da sé che le prime fasi si accompagnano<br />
alia grande dimensione aziendale<br />
comunque gestita (conduzione capitalistica,<br />
cooperative di produttori, ecc.), e<br />
solo l’ultima consente un appoderamento.<br />
Un esempio scolastico di tale successione<br />
si osserva risalendo Tarea Polesana dal<br />
delta padano a Ficarolo.<br />
Meno schematica, ma pur sempre riconoscibile,<br />
la successione dei paesaggi,<br />
dalla costa alTinterno, nella grande area<br />
delle bonifiche romagnolo-ferraresi, dove<br />
la minor recenziorità delle opere di<br />
risanamento ha consentito ormai un<br />
ricupero più completo delle terre.<br />
67
L e v^one periferiche délia <strong>Padania</strong><br />
prospicienti a lP A d riático, in cui le acque<br />
pigramente defluenti dalPentroterra<br />
depositano i loro lim i, impedite a<br />
sciogliersi liberamente nel mare aperto<br />
dal pendió troppo Heve e d a ll’ urgere delle<br />
maree, ospitano ancora ampie lagune ed estesi<br />
acquitrini dove g li uomini si compiacciono<br />
0 si adattano a vivere in un rapporta<br />
p iù immediato e prim itivo con <strong>La</strong>mbiente<br />
naturale. L a caccia, la pesca, P allevamento<br />
brada, p u r in dimensioni ormai lim itate.<br />
s'intonano a questo paesaggio anfibio,<br />
un p o ’ desoíalo e talvolta malinconico<br />
per Passen:^a di am pi oriscxpnti. L a pesca,<br />
tuttavia, sollecitata dalla domanda di un<br />
retroterra imminente, popoloso e urbanir^pato,<br />
si organixxa spesso con tecniche un p o'<br />
sofistícate, come nelle « valli » del<br />
Comacchiese e del basso Veneto, mentre le<br />
plaghe p iù interne, che lo stagno sottraeva<br />
a lP agricoltura, sono state bonifícate ed ora<br />
ospitano pingui campagne e prosperi fru tteti.<br />
2ÿ Casone nella val Cam potto, pressa Argenta.<br />
<strong>La</strong> diffusione della frutticoltura e dell’orticoltura<br />
specializzate e persino del vigneto<br />
sui « montoni » linear! (resti di antichi<br />
cordon! di dune litoranee) nel Comacchiese<br />
(vite introdotta nel ’600 per<br />
produrre la famosa « Uva d’Oro »), non<br />
é che uno dei sintomi del mutamento<br />
anche degli ordinamenti forjdiari: le tipiche<br />
« larghe» romagnole, a seminativo<br />
nudo, completamente disaltrerato,<br />
con poche, rade dimore, stanno ormai<br />
diventando episodi in una pianura sempre<br />
piü occupata dalle culture promiscué<br />
e specializzate.<br />
<strong>La</strong>gune e valli di pesca: un paesaggio anfibio<br />
Le marine<br />
Lungo il litorale veneto-friulano, nel<br />
gran delta padano e poi giü fino a Comacchio<br />
le acque del mare e quelle dolci<br />
dei fiumi si confondono e si mescolano<br />
isolando un’area anfibia, caratterizzata<br />
dall’inestricabile inviluppo di speech!<br />
d’aequa, di canali natural!, di paludi, di<br />
laghi salmastri intercalati a lembi di terra<br />
ora melmosi (velme) ora coperti di vegetazione<br />
palustre (härene) ora emergent!<br />
in dossi linear! sabbiosi (lidi).<br />
Paesaggio quanto mai piatto e uniforme<br />
in cui la varietá infinita dei lineament!<br />
topografici, cangiante anche nel tempo,<br />
é soffocata dalla uniformitá livellata del<br />
terreno, dalla sconcertante ripetitivitá<br />
dei canned sempre uguali, dai suoni sempre<br />
identic!. Pochissimi e lontani i riferimenti,<br />
poiché troppo spesso le cortine<br />
di erbe palustri chiudono gli orizzonti:<br />
un faro, o, subitáneo e solitario, un<br />
« casone », simulacro rifatto delle antiche<br />
capanne di paglia di povera gente (braccianti<br />
o pescatori), oggi sempre piü rari.<br />
Eppure nelle lagune, nel Delta, nelle<br />
« valli » comacchiesi ferve una vita operosa:<br />
piccole variopinto borgate di pescatori<br />
raccolte su magri lembi di litorale<br />
asciutti in cui tutto é di dimensioni<br />
minuscole: le case, serrate Puna all’altra,<br />
i vicoli, le piazzette civettuole, mandano<br />
ancora al largo le barche da pesca con<br />
le piccole vele colórate; lungo gli amplissimi<br />
bracci del Delta compare spesso<br />
la chiatta per il trasporto di mercanzia.<br />
preceduta dalPamichevole ronfare del<br />
motore, e nelle « valli» si articula la<br />
complicata rete dei « lavorerii» per la<br />
piscicultura.<br />
Ma Puomo, la figura umana, in queste<br />
solitudini é isolata e al confronto con<br />
questi strani orizzonti troppo vicini o<br />
troppo lontani, rivela piü che altrove i<br />
limit! della sua statura.<br />
Esplode, é vero, a tratti, un paesaggio<br />
artefatto, innaturale e brutale; quello<br />
delle marine per il turismo balneare col<br />
suo schema senza alternative di villini,<br />
di condomini, di alberghi, capanne,<br />
allineati per chilometri lungo la costa e<br />
appuntati artificiosamente ad una cortina<br />
massiccia di poveri alberi trapiantati<br />
a forza a fungere da sfondo. Grado,<br />
Lignano, Bibione, Caorle, Jesolo, Lido<br />
degli Estensi, Lido di Spina, e la ininterrotta<br />
bastionata di cemento della costa<br />
romagnola sono i luoghi in cui, ogni<br />
estate, una folla bíblica di sei milioni di<br />
Europe! consuma quaranta giorni della<br />
sua esistenza. Questa. visione, cosí diversa<br />
da quelle che finora ci hanno accompagnato,<br />
dirige la nostra osservazione<br />
su quanto di nuovo é awenuto<br />
e continua ad awenire nei tradizionali<br />
paesaggi della « bassa » padana.<br />
Anche la bassa sta cambiando aspetto<br />
In questi ultimi trent’anni anche <strong>La</strong>mbiente<br />
rurale delle nostre pianure è<br />
stato investito e coinvolto nella radicale<br />
trasformazione strutturale che ha portato<br />
il nostro Paese a diventare uno dei piü<br />
industrial! del mondo.<br />
Non a caso si è usato il termine « strutturale<br />
» : infatti, i mutamenti sono intervenuti<br />
prima di tutto e principalmente<br />
nel tessuto portante degli ordinamenti<br />
fondiari, delle tecniche colturali, del<br />
quadro sociale che informava la vecchia<br />
struttura económica della « bassa ». Intanto<br />
si è assistito, tra il 1950 e il 1970<br />
alia penetrazione sempre piü massiccia<br />
del grande capitale finanziario nelle campagne,<br />
sia con investimenti diretti, sia<br />
attraverso il controllo di moment! important!<br />
del processo produttivo con la<br />
fornitura di prodotti di base prima ap-<br />
68
}0 , Æ ron e cinerino e cavalière d ’ Italia,<br />
m elegante trampoliere che vive<br />
ne lie paludi, ne lie valli di Comacchio.<br />
} 2 . C a valli bradi ne lia riserva<br />
d i Boscoforte.<br />
N in fee nella V a l Cam potto.<br />
V a lli da pesca nella lagma veneta.<br />
} J I I Fossatone, m canale nella pineta<br />
di S . V ita le.<br />
} 6 M oderni Jrutteti m l Ferrarese.<br />
prontati direttamente dall’azienda agraria<br />
(ad esempio sementi, concimi, mangimi,<br />
ecc.) ed infine con forme di integrazione<br />
totale tra agricoltura e industria<br />
di trasformazione e conservazione dei<br />
prodotti e imprese commerciali della<br />
grande distribuzione. Contemporáneamente<br />
la crescente e urgente domanda<br />
di mano d’opera da parte dell’industria<br />
in espansione e, diciamolo pure, la prospettiva<br />
di una vita meno isolata, più<br />
animata e indipendente offerta dalla città<br />
ha provocato un esodo agricolo senza<br />
precedent! che ha interessato soprattutto<br />
le classi giovanili. Si è assistito, cioè,<br />
al trasferimento della mano d’opera dall’agricoltura<br />
aile attività industrial! e,<br />
poiché queste sono collocate soprattutto<br />
nell’alta pianura asciutta, il « pendolarismo<br />
», ow ero la migrazione giornaliera<br />
dei lavoratori dalla residenza al<br />
luogo di impiego, ha assunto proporzioni<br />
rilevantissime. Non si è invece<br />
verificato un altrettanto cospicuo spostamento<br />
della popolazione dalla campagna<br />
aile grandi città, ma, piuttosto,<br />
si è avuto, in larghissima misura, l’abbandono<br />
della cascina isolata sui campi<br />
e il trasferimento dell’abitazione nei<br />
centri.<br />
Conseguenze : la carenza di mano d’opera<br />
ha sollecitato le grandi aziende agricole a<br />
migliorare e ad aggiornare le attrezzature<br />
tecniche e ad aggiornare i programmi<br />
di produzione: o ce la facevano da<br />
sole oppure si sono dovute adattare all’intervento<br />
del capitale finanziario e-<br />
sterno di cui s’è detto.<br />
Non è raro, d’altra parte, incontrare specialmente<br />
in vicinanza dei grossi centri<br />
industrial! a cavallo tra la bassa e l’alta<br />
pianura, delle cascine abbandonate i cui<br />
terreni sono oggi coltivati in economia<br />
senza la presenza costante del conduttore<br />
e dei salariat!. Inoltre, i redditi più elevati<br />
ottenuti con l’impiego nelle industrie<br />
hanno reso possibile ai contadini<br />
trasformatisi in opérai e traslocati nei<br />
centri, la costruzione di una nuova abitazione<br />
che non ha più nulla della casa<br />
rurale.<br />
Sicché i centri abitati si sono ingranditi,<br />
costellando la loro periferia con casette<br />
69
L ’ altopiano asciutto é cerío la ^ona ,piü varia<br />
ed animata della pianura. L e montagne vicine<br />
l ’ hanno resa m p o ’ p iü intimamente partecipe<br />
delle loro vicende naturali e ne sono<br />
testimoniando i depositi terraddflti e<br />
ferrettid xflti delle glaciadioni p iü antiche<br />
( le groane, le vaude) e g li immensi ghiaieti<br />
appena coperti da una scarna cotica di suolo<br />
agrario ( le brughiere, i magredis) che<br />
ricordano i l tumultuoso fluiré delle flumane<br />
dopo i l ritiro dei ghiacci. I flu m i<br />
vi scorrono incassati in solchi profondi<br />
con sponde intagliate a ripiani e Vacqua<br />
di pioggia e d i neve scorre con difficolta<br />
in superficie perché è ingoiata nel sottosuolo<br />
dalla massa di ciottoli e ghiaia. L a povertá<br />
dei suoli, che rese insufficiente i l reddito<br />
agrario, la dovidia e l ’ irruenda delle acque<br />
fluviali che fornirono energía, la vicinanda<br />
delle valu e dei valichi alpini che facilito<br />
g li scambi anche a grande raggio, stimolarono<br />
la gente fin da epoche remote a ll’ esercidio<br />
delle attivitá commerciali e manifatturiere.<br />
Industrialiddusdione e urbanidd^tdione d i questa<br />
parte della <strong>Padania</strong> hanno quindi origini<br />
remote: i liberi Com uni ne furono<br />
le espressioni p iü antiche e significative.<br />
Oggi in questa dona si produce oltre un terdo<br />
del reddito nadionale. È un reddito che è<br />
anche speso, almeno in qualche misura durante<br />
le brevi vacande estive, nelle affollate<br />
localitá balneari disposte a coronare<br />
le amplissime spiagge sabbiose d ell’ A driático.<br />
Una veduta della brughiera nella quale<br />
scorre i l Ticino presso la M alpensa.<br />
Cologno a l Serio, un borgo rurale<br />
d i pianura fortificato in época medioevale<br />
che conserva intatto i l fosso e le porte<br />
d ’ accesso. A I T interno della cerchia sono<br />
unifamigliari o palazzine munite di orto<br />
e giardino, mentre al loro interno si sono<br />
arricchiti di nuovi servizi, soprattutto<br />
di negozi di generi di consumo che un<br />
tempo non erano richiesti, ma anche di<br />
luoghi di ritrovo per la gente che è più<br />
socievole e, col difFondersi della motorizzazione,<br />
circola più agevolmente e intensamente.<br />
Tutti i centri? In linea di massima si,<br />
ma con una sostanziale differenziazione<br />
tra quelli direttamente collegati da grandi<br />
arterie di comunicazione e quelli periferici<br />
piü isolati, nel senso che i primi<br />
hanno conosciuto e conoscono uno sviluppo<br />
assai più rápido e consistente.<br />
In tal modo anche la uniformitá dell’insediamento<br />
accentrato della vecchia organizzazione<br />
rurale del territorio in cui,<br />
cioé, la maggior parte dei centri si somigliava<br />
come dimensione, attrezzature<br />
e fisionomía perché tutti, più o meno,<br />
svolgevano la medesima funzione, è<br />
sostituita con una distinzione « gerarchica<br />
» tra gli aggregati ormai in relazione<br />
al molo che ciascuno di essi<br />
svolge come «localitá centrale» di un<br />
lembo più o meno esteso di territorio<br />
circostante.<br />
L’importanza della viabilitá in questo<br />
processo di trasformazione è largamente<br />
motivata e dall’incremento dei traffici<br />
per le nuove relazioni tra azienda agrícola<br />
e industria e dalla grande mobilitá<br />
della popolazione sul territorio. Non<br />
solo, dunque, si sono aperte nuove<br />
grandi arterie, ma anche l’antica rete<br />
delle carrarecce per i collegamenti vicinali<br />
è stata perlomeno asfaltara, anche<br />
se ha mantenuto quella tortuositá, cosí<br />
irrazionale in rapporto alie moderne esigenze<br />
di circolazione, che le derivava<br />
dal rispetto per antiche e intangibili<br />
servitú di passaggio.<br />
Nonostante questi segni di un vivace e<br />
penetrante processo di trasformazione<br />
il pingue e tranquillo paesaggio dei<br />
campi domina tuttora incontrastato. Anche<br />
il traffico commerciale, che è pure<br />
un elemento nuovo almeno come tipo<br />
e intensitá, scorre veloce e incessante<br />
lungo le grandi strade, ma, apparentemente,<br />
senza riguardare e coinvolgere<br />
queste placide distese che ne stemperano<br />
e attutiscono anche il rumore.<br />
Ualta pianura trasformata dalTespansione<br />
industríale<br />
Se la « bassa irrigua », pur investirá dalla<br />
moderna spinta alia trasformazione e al<br />
rinnovamento, mantiene, almeno per<br />
ora, tanti aspetti della sua organizzazione<br />
agrícola e della sua fisionomía bonariamente<br />
rurale, cosí distensiva e cosí suggestiva,<br />
l’alta pianura asciutta sembra<br />
invece voler smantellare rápidamente o-<br />
gni semblanza superstite del suo passato<br />
agricolo.<br />
E in qualche sua parte, come nell’alto<br />
Milanese su verso il Comasco e il Varesotto,<br />
tale operazione si é giá da<br />
tempo conclusa.<br />
In linea generale la piü evidente differenza<br />
paesaggistica tra 1’« irriguo» e<br />
r« asciutto » é data dal persistente predominio<br />
dei campi nel primo e delle<br />
costruzioni nel secondo.<br />
L ’« asciutto » sembra letteralmente investito<br />
da un dilagante furore edilizio<br />
e le colture e la vegetazione piü o meno<br />
spontanea appaiono Come residui precari<br />
di un ambiente superato, specialmente<br />
dove industria e servizi costituiscono<br />
ormai la sola occupazione degli<br />
abitanti.<br />
Questa, del resto, non é una novitá. Giá<br />
s’é visto che il concorrere di molti fattori<br />
(popolamento remoto e fitto, posizione<br />
geográfica specialmente rispetto<br />
alie grandi direttrici delle comunicazioni<br />
transalpine, ariditá e infertilitá dei terreni,<br />
ecc.) contribuí, giá nel passato, a<br />
differenziare le attivitá della gente promuovendo<br />
l’insediamento accentrato e a<br />
suggerire il frazionamento fondiario in<br />
piccole aziende autosufficienti e quindi<br />
il pullulate di dimore rurali. L’elevata<br />
densitá e il rápido incremento della popolazione<br />
costituivano gli incentivi costanti<br />
all’edificazione. L ’industrializzazione<br />
é sopravvenuta con le sue necessitá<br />
tecniche e l’enorme richiamo di mano<br />
d’opera. Essa ha anche provocato molto<br />
spesso il radicale mutamento delle<br />
funzioni della casa, cancellandovi la destinazione<br />
agrícola e trasformandola in<br />
semplice abitazione operaia, pur rispettandone<br />
in molti casi Taspetto, almeno<br />
quello esterno.<br />
Se questi sono i connotati distintivi più<br />
eminenti del paesaggio dell’« asciutto »,<br />
essi pero non si manifestano con accenti<br />
identici ovunque : il fatto essenziale<br />
che determina certe attuali differenze<br />
tra le varie parti dell’alta pianura è da<br />
ricercare nell’etá e nelle modalitá di<br />
installazione e di sviluppo delle attivitá<br />
industriali modernamente intese.<br />
<strong>La</strong> base di partenza, infatti, è ovunque<br />
abbastanza omogenea: reddito insufficiente<br />
della famiglia contadina addetta<br />
alia piccola azienda, forte pressione demográfica<br />
sui campi e quindi ampia<br />
disponibilitá di mano d’opera a buon<br />
mercato, prima qualificazione di tale<br />
mano d’opera con la diffusione della<br />
fabbricazione casalinga dei tessuti (canapa,<br />
lino, lana) per i bisogni familiari,<br />
trasformazione di tale antica consuetudine<br />
in lavoro artigianale a domicilio<br />
sowenzionato e stimolato dai mercanii<br />
che incettano la produzione e la collocano<br />
sul mercato (la figura del mercante<br />
imprenditore senza fabbrica sta all’origine<br />
della imprenditorialitá industriale<br />
moderna nella nostra regione), presenza<br />
tradizionale (eccetto che in Emilia) di un<br />
artigianato metallurgico assai rinomato<br />
anche all’estero e che fa capo, quanto<br />
a materie prime, alie pur modeste ma<br />
diffuse risorse minerarie alpine e che,<br />
col tempo, concentra i suoi « lavorerii »<br />
nelle maggiori localitá pedemontane<br />
(Lecco, Bergamo, Brescia, ecc.).<br />
Su queste basi s’innestano le diverse<br />
politiche degli stati preunitari dopo la<br />
Restaurazione, che, in sostanza, si risolvono<br />
in stimoli o freni alio sviluppo di<br />
quelle fabbriche (soprattutto tessili) giá<br />
sorte in época napoleónica, ma ancora<br />
disperse e scoordinate.<br />
II Lombardo-Veneto, e più precisamente<br />
la Lombardia, è privilegiato dalla sua<br />
appartenenza all’Impero Asburgico, nel<br />
senso che fruisce di tariffe doganali fortemente<br />
protettive e lo sviluppo della<br />
sua industria contribuisce a sostegno del<br />
ruolo di grande potenza della monarchia<br />
7°
visíhili grossi intervenu moderni,<br />
aU ’ esterno Vespansione edilii^ia recente.<br />
Lignano Pineta, m a moderna<br />
città di residencie turistiche, costruita<br />
in questo dopoguerra seconda un piano regolatore<br />
predisposto d a ll’ arch. D ’ Olivo che prevedeva lo<br />
sviluppo deU’ ahitato seconda una linea<br />
a spirale e Pinserimento n ell’ amhiente délia<br />
pineta costiera delle correnti turistiche.<br />
danubiana.<br />
In Piemonte, invece, si rimane al livello<br />
settecentesco delle concezioni e delle<br />
iniziative in materia di organizzazione<br />
manifatturiera sicché bisogna attendere<br />
alcuni decenni per assistera al decollo<br />
dell’industria piemontese moderna, con<br />
l’inconveniente, tuttavia, deU’unicità dell’indirizzo<br />
tipológico e della quasi esclusiva<br />
concentrazione in Torino.<br />
Quanto all’Emilia, l’apparato agrario ba<br />
ancora troppa preponderanza económica<br />
per suggerire il trasferimento di capital!<br />
di rischio verso il settore industriale.<br />
In definitiva, le aree più precocemente e<br />
tapidamente attrezzate conquistano anche<br />
i mercati sicché quelle in ritardo<br />
incontrano anche l’ostacolo della non<br />
facile collocazione della produzione.<br />
Conseguenze: la progressiva e tapida<br />
espansione pressoché a tappeto delle attività<br />
manifatturiere in tutta l’alta pianura<br />
lombarda vi determina la formazione<br />
di una autentica regione industriale;<br />
lo sviluppo tardivo nelle altre<br />
région! provoca la formazione di piccole<br />
zone industrial! o di piccoli nuclei manifatturieri<br />
prevalentemente urbani ; solo<br />
nelperiodo 1950-1970, in corrispondenza<br />
al processo di sviluppo dell’intero Paese,<br />
tali region! conosceranno un nuovo stimolo<br />
all’industrializzazione.<br />
<strong>La</strong> differenza non riguarda soltanto la<br />
localizzazione e il modo di diffondersi<br />
nel territorio degli apparat! industrial!;<br />
essa concerne anche il tipo di Organizzazione<br />
del sistema di produzione.<br />
Infatti, nelle aree di più antica tradizione<br />
industriale, corne nell’alto Milanese, abbiamo<br />
la presenza massiccia della grande<br />
industria di base (metallurgica, chimica<br />
e per la produzione di béni strumentali)<br />
col contorno delle fabbriche che ne sono<br />
il complemento perché si collocano a<br />
sussidio e completamento della ttasformazione<br />
dei prodotti di base fino al<br />
prodotto pronto per il consumo.<br />
Un sistema del genere impiega grandi<br />
masse di lavoratori, quindi provoca immigrazioni<br />
di mano d’opera da altre région!<br />
e un rilevante movimento giornaliero<br />
di « pendolari ».<br />
Nelle altre zone ad industrializzazione<br />
71
l^a trasformaxjone moderna del tradizionale<br />
paesaggio agricole padano è scaglionata nel<br />
tempo. L e manifesta^ioni accost ano quindi<br />
form e chiaramente suggerite da un assetto<br />
territoriale mature ad innovasfoni connesse<br />
alle esigenese della moderna tecnología.<br />
'<strong>La</strong> grande M ilano ha f om ito mes^pf, impulsi,<br />
modeln alla espansione industriale<br />
e urbanística d ell’ altopiano asciutto lombardo.<br />
Torino, vecchia capitale política,<br />
ha coagúlalo intorno a sé, quasi<br />
monopolippandole, le p iü recenti espressioni<br />
del « boom » industriale ; in E m ilia sono<br />
le grandi arterie di trafico che, ripetendo<br />
modello e f u n f o n i della antica « V ia E m ilia »,<br />
attraggono i moderni insediamenti<br />
m anifatturieri e residenpiali, disponendoli<br />
in fasce nettamente lim ítate e distinte dalla<br />
preseni^a ancora dominante della pingue<br />
campagna; nel Veneto, infine, che vive da poco<br />
tempo le vicende in itiait d i una sua vivace<br />
« era industriale », T intraprenden^a degli<br />
piú recente sono sorte prevalentemente<br />
piccole e medie industrie per la produzione<br />
di beni di consumo (mobili, abbigliamento,<br />
elettromecCanici, farmaceutici,<br />
alimentari, ecc.) che reclutano mano<br />
d’opera, mai molto numerosa, direttamente<br />
sul posto, non sono condizionate<br />
come le precedent! dalla presenza di una<br />
vasta gamma di servizi sussidiari e possono,<br />
quindi, spargersi sul territorio,<br />
preferendo, semmai, una localizzazione<br />
lungo le grandi vie di comunicazione.<br />
Questo tipo di industria media e piccola,<br />
con ambizioni di mercato relativamente<br />
limítate, non richiede capital! ingentissimi<br />
e intéressa quindi risparmio e iniziative<br />
imprenditoriali quasi sempre local!.<br />
Essa s’inscrive nel paesaggio come<br />
espressione concreta della operosità, dell’intraprendenza,<br />
della solidarietà della<br />
gente del posto.<br />
Il paesaggio della piú avarrgata urhani\t^atfone<br />
industriale<br />
L ’alto Milanese, dunque, e praticamente<br />
il quadrilatero Magenta-Cassano d’Adda-Merate-Gallarate,<br />
puô essere assunto<br />
corne espressione emblemática del paesaggio<br />
industriale a caratteri più avanzar!<br />
esistente nell’alta pianura.<br />
Ció non vuol dire che anche altrove, nella<br />
pianura padano-veneta, non esistano aree<br />
analoghe. Esse, pero, oltre a mostrare<br />
livelli divers! di evoluzione, appaiono<br />
tuttora più connesse e dipendenti da<br />
una città, quella che ha funzionato da<br />
centro propulsore.<br />
Ne sono esempi, tra i tanti, e non tutti<br />
collocati nell’alta pianura, le zone pedemontane<br />
intorno a Bergamo e a Brescia,<br />
quelle che sottolineano l’andamento<br />
della via Emilia in vicinanza dei capoluoghi<br />
provincial!, gli assi Mestre-Padova<br />
e Mestre-Treviso, l’area, recentissima,<br />
di Pordenone, ecc. episodi tutti,<br />
anche se arealmente corposi, che emergono<br />
piuttosto bruscamente da un territorio<br />
agricolo circostante ancora largamente<br />
intatto.<br />
L’insediamento accentrato è comunque<br />
l’elemento caratterizzante di questo tipo<br />
di paesaggio, in perfetta coerenza con<br />
le esigenze del moderno modo dl produrre<br />
che chiamiamo industria.<br />
Lo sviluppo dei centri già notevolmente<br />
rawicinati in precedenza, ha portato<br />
ad inglobare fácilmente gli esemplari<br />
residui di cascine sparse e a collegare i<br />
centri stessi tra loro con un continuo<br />
edilizio.<br />
Ció è awenuto non senza una selezione<br />
e diíFerenziazione tra i centri diventati<br />
« guida » perché meglio collocati e quindi<br />
scelti per la localizzazione delle fabbriche<br />
e quelli meno servit!, che hanno<br />
assunto la funzione prevalente di residenza<br />
e dormitorio della mano d’opera.<br />
<strong>La</strong> distinzione non è sempre netta, e si<br />
capisce: anche le grandi agglomerazioni<br />
di fabbriche hanno provocato la concentrazlone<br />
delle residenze, ed anzi, esse si<br />
distinguono per la dura e disumana commlstione<br />
degli apparat! tecnici dell’industria<br />
e dei parallelepiped! anonimi e<br />
squallidi delle dimore operaie in un contesto<br />
urbanistico che non si motiva se<br />
non facendo appello all’urgenza della<br />
domanda e alie espressioni piú brutal!<br />
della speculazione fondiaria.<br />
Nell’alto Milanese essa è peró sufficientemente<br />
awertibile confrontando ció che<br />
si osserva lungo le direttrici del Sempione<br />
e di Varese, contiguë, dense di<br />
fabbriche e Parea che le separa dove i<br />
paesi accolgono assai piú abitazioni che<br />
opifici.<br />
Ci si accorge della diíferenza anche perché<br />
le localitá prevalentemente residenziali,<br />
conservano ancora, almeno nei<br />
centri storici, qualche residuo della loro<br />
tradizionale funzione rurale rappresentato<br />
da agglomérat! di « corti ».<br />
Un altro connotato di queste plaghe è<br />
la fittissima rete della viabilità; solo<br />
superstrade e autostrade emergono mentre<br />
si è quasi completamente cancellata<br />
la diíferenza tra strade comunal!, vicinali<br />
e provincial!, conseguenza dell’intreccio<br />
di relazioni, non solo economiche, che<br />
imprimono un aspetto estremamente<br />
nuovo a questi territori. Né si possono<br />
trascurare i tralicci dell’energia elettrica,<br />
che in qualche lembo territoriale ci appaiono<br />
singolare surrogato del piú popolare<br />
albero. Ed ancora la proliferazione<br />
fastidiosa dei cartelli pubblicitari<br />
lungo le strade. E poi il brusio incessante,<br />
e i fumi e il lezzo inquinante degli<br />
spurghi e dei residui delle fabbriche, i<br />
cimiteri allucinanti di automezzi fuori<br />
uso; i deposit! di scorie e di rifiuti di<br />
una societá che consuma in termini sofisticati<br />
; il tutto in un’aria sempre un po’<br />
opaca per la foschia che solo qualche<br />
rara giornata di vento riesce momentáneamente<br />
a dissipate.<br />
E patética la presenza degli alberi e dei<br />
campi in questo paesaggio rifatto. Sussistono<br />
ancora aree coltivate, anche e-<br />
stese, tra il dilagare degli edifici. Sono<br />
campi di frumento e di mais, alternat! a<br />
prati, secondo la tradizionale prassi della<br />
rotazione agraria, curati dagli anziani<br />
e dalle donne non oceupate nelle fabbriche<br />
con l’aiuto dei component! opérai<br />
della famiglia durante le ore libere e<br />
le festivitá.<br />
E l’agricoltura a « tempo parziale » e,<br />
aggiungiamo, a bassa resa, che va gradualmente<br />
scomparendo col rinnovo delle<br />
generazioni.<br />
Campi, ripartiti in parcelle nastriformi,<br />
con qualche cascinotto a interrompere<br />
l’orizzonte dei Coltivi, disalberati, o<br />
semmai con qualche gelso residuo a testimoniare<br />
la fiorentissima bachicoltura<br />
che rese famose queste plaghe durante<br />
tutto lo scorso secolo.<br />
Oppure qualche vivaio di piante da giardino,<br />
altro testimone del rápido e recente<br />
incremento del reddito della popolazione<br />
della plaga, da collegare con la<br />
proliferazione delle seconde residenze e<br />
delle villette con terreno annesso, visibilmente<br />
non al loro posto in questa<br />
campagna disadorna e ancor piú spaesate<br />
quando in esemplari isolati e reclusi,<br />
compaioño dietro le cancellate dei villini<br />
unifamiliari, meta ultima di questa<br />
gente semplice e operosa.<br />
Difficilmente i campi e la vegetazione<br />
arbustiva e arbórea di queste plaghe si<br />
collocano nel paesaggio come element!<br />
di un razionale e coerente progetto di<br />
utilizzazione. Di certe macchie di hosco,<br />
di certe siepi tenaci di sambuco e biancospino,<br />
che si allineano lungo i muri di<br />
quaiche fabbrica o sulle strade e poi<br />
72
“---^^53!<br />
abitanti, fra^ionata e dispersa negli<br />
innumerevoli animati centric manifesta in ogni<br />
borgata k sue vivad, fantasiose inisfative.<br />
40 Uespansione industriale n ell’ alta pianura<br />
lombarda ( Brians^a) .<br />
41 L a campagna romagnola pressa Cesena.<br />
42 L o sviluppo industriale ha trasformato<br />
I ’ aspetto della pianura friulana nella s(pna<br />
attorno a Pordenone-Cordenons.<br />
bruscamente si interrompono, di certi<br />
improwisi coaguli di esotiche robinie,<br />
dal perimetro rigorosamente lineare, che<br />
simulano il bosco e sono in realta aggregati<br />
selvaggi di piante ignórate, non si<br />
riesce a stabilire la connessione lógica<br />
col paesaggio circostante ed é necessario<br />
collocarle con un po’ d’immaginazione<br />
in un ambiente ormai definitivamente<br />
superato dagli eventi. Soltanto<br />
lungo i bordi e sulle piatte sommita<br />
degli altipiani ferrettizzati (le groane) il<br />
bosco s’infittisce e si arricchisce di<br />
specie (ricompare la quercia e perfino<br />
la betulla, accanto al pino impórtate e<br />
trapiantato) e riacquista una sua razionale<br />
motivazione. Ma nel fitto degli<br />
alberi I’incontro con la strada asfaltata,<br />
un viottolo bordato di siepi ben curate,<br />
col biancheggiare di qualche villino fanno<br />
pensare che queste poche e preziose<br />
isole di verde non resisteranno a lungo<br />
all’assalto della demanda di terreni edili.<br />
Queste forme di urbanizzazione del paesaggio<br />
dell’alta pianura, che qui nell’alto<br />
Milanese hanno raggiunto le manifestazioni<br />
piu estese e avanzate e nelle altre<br />
region!, pur con diverse dosature e sfumature<br />
(I’influsso della cultura locale<br />
popolare non é mai estinto) insorgono<br />
con analoga prepotenza a guisa di smagliature<br />
del tessuto rurale antico che<br />
ancora le inviluppa, hanno un connotate<br />
comune: I’uniformita piatta e anónima<br />
delia loro fisionomía.<br />
<strong>La</strong> gente appare da un lato convinta<br />
della loro necessitá ed impeghata a<br />
promuoverne e a perfezionarne la funzionalitá,<br />
dall’altro sembra awertirne<br />
l’ariditá e si volge a ricercare, a conservare,<br />
a contemplare quanto é rimaste<br />
di un mondo e di una cultura, forse piü<br />
appaganti, certamente estinti.<br />
Perció questo paesaggio esprime anche<br />
le contraddizioni dei nostri tempi.
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(1861-1961), Milano, 1963<br />
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Orientale, in « Scritti vari sulla geografia fisica<br />
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Padana, in « Le Vie d’ltalia», Milano,<br />
X X X IX , 1933<br />
V. Toschi, Memoria illustrativa della carta del-<br />
I'utilippapione del suolo dell'Emilia-Romagna, Roma,<br />
1969<br />
L ’arco ligure<br />
Gli studi sulk configurazione paesistica della<br />
Liguria non hanno fatto molti progressi a livello<br />
regionale, dopo la rapida sintesi di A. Sestini<br />
nel volume « II paesaggio ». Utili elementi<br />
si trovano in:<br />
Archeologia e geografia del popolamento, « Quaderni<br />
storici», n. 24, 1973<br />
Citth e regione in Europa (a cura di R. Mainardi),<br />
Milano, 1973<br />
/ paesaggi rurali europei, Perugia, 1973<br />
M. Quaini, D alla comunitä rurale alTunificapione<br />
capi tails tica del territorio: Storia d el, paesaggio 0<br />
dell'organippapione territoriale^, in « Citta e regione<br />
», gennaio 1976<br />
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Liguria, Savona, 1973<br />
Territorio e societá nella Liguria moderna, « Miscellanea<br />
Storica Ligure», V, 1973<br />
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E. Ascione, I. Insolera (a cura di), M onti d ’ ltalia.<br />
L ’ Appennino Settentrionale, Roma, 1974<br />
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I'A lto Crinale dall'Oppio all'Abetone, Bologna,<br />
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G. Bortolotti, Guida delTAlto Appennino Modenese<br />
e Lucchese. D ali'Abetone alle Radici, Bologna,<br />
1961<br />
212
G. Bortolotti, L,a sirada di Porretta. Saggio di<br />
storia della viabilità, Bologna, 1954<br />
S. Govi, L ’Appennino Modenese, Il ediz., Roma,<br />
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Putili^i^as^ione del suolo delP Emilia-Romagna, Roma,<br />
1969<br />
I paesaggi collinari tosco-umbro-marchigiani<br />
G. Barbiéri, Memoria illustrativa della Carta dell^utili^a^ione<br />
del suolo della Toscana, Roma, 1966<br />
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A. Marescalchi, G. Dalmasso, Storia della vite<br />
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A. Oliva, L e sistemasfioni dei terreni, Bologna,<br />
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C. Pazzagli, L ’agricoltura toscana nella prima metà<br />
dell’ Ottocento, Firenze, 1973<br />
R. Riccardi, Memoria illustrativa della carta della<br />
utilio^o^asfione del suolo dell’ Umbria, Roma, 1966<br />
F. Rodolico, L a Toscana descritta dai naturalisti<br />
del Settecento, Firenze, 1943<br />
A. Serpieri, L a bonifica nella storia e nella dottrina,<br />
Bologna, 1937<br />
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A A. W . , Studi geografici sull’ Isola d ’ Elba,<br />
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L. Bortolotti, L a Maremma settentrionale, ly jS -<br />
1970. Storia di un territorio, Milano, 1976<br />
B. Cori, Duecenio anni di organi^is^osfione del territorio<br />
in Maremma, « Nord e Sud » (in corso<br />
di stampa).<br />
G. Guerrini, L a Maremma grossetana, Grosseto,<br />
1964<br />
O. Marinelli e altri. Guida per Tescursione scientifica<br />
e storica d e lT V I lI Congresso Geográfico Italiano.<br />
Toscana centrale e Maremma, in « Atti<br />
VIII Congresso Geogr. Italiano, Firenze 1921 »,<br />
Firenze, 1922, vol. Ill, pp. 1-84<br />
E. Migliorini e L. Cardi, Memoria illustrativa<br />
della Carta dell’utili'7X
Glossario<br />
a cura di <strong>La</strong>mberto <strong>La</strong>ureti<br />
Avvertenza<br />
Presentiamo una seleccione di olire duecento voci,<br />
comprensiva di termini geografici, tecnici o dialettali<br />
poco noti, alio scopo di rendere piü facile la lettura<br />
dei saggi di questo volume, in cui la terminología<br />
specialistica non ha poluto essere evitata dagli A.utori<br />
che pure hanno cércalo di rendere il loro pensiero<br />
nel modo piü piano e accessibile a tutti.<br />
Abbreviazioni :<br />
agr — agronomía;<br />
dial = dialettale;<br />
dim = dimore;<br />
geog = geografia;<br />
geol = geología;<br />
giur = giurisprudenxfl ;<br />
idr = idrologia;<br />
med = medicina;<br />
met = meteorología;<br />
morf = morfología;<br />
preist = preistoria;<br />
scient = scientifico;<br />
tecn = tecnología;<br />
veg = vegetaccione.<br />
abigeato {giur')<br />
reato contro il patrimonio, rappresentato da<br />
furto di bestiame.<br />
acrócoro {morf)<br />
sinónimo di altopiano; indica anche un territorio<br />
morfológicamente vario ma sempre ad<br />
altitudine elevata.<br />
affittuario {giur)<br />
titolare di un contratto di locazione di tm fondo<br />
o podere altrui.<br />
agriturism o {agr)<br />
pratica turistica rivolta verso zone rurali dove<br />
vengono acquistati anche prodotti della terra.<br />
alberata {agr)<br />
sistemazione della vite, a filari o isolata, ma<br />
sempre accoppiata con alberi (olmi, aceri, ecc.)<br />
aventi funzione di sostegno.<br />
alluvione {geol)<br />
materiale detrítico trasportato e depositato da<br />
acque fluvial! o lacustri ; agg. : alluvionale.<br />
alp eggio {agr)<br />
sinónimo di pascólo alpestre; pratica caratterizzata<br />
dallo spostamento di greggi e mandrie<br />
verso i pascoli di alta quota durante i mesi<br />
estivi; anche: alpe.<br />
anticlinale {geol)<br />
plega interessante una serie di strati rocciosi<br />
con la convessitá verso l’alto; opposto di sinclinale.<br />
appoderam ento {ag^)<br />
colonizzazione agrícola di un terreno incoito<br />
mediante l’impianto di un podere (dimora rurale<br />
e coltivi).<br />
areale {veg)<br />
zona caratterizzata dalla distribuzione di una<br />
determinata specie vegetale, spesso in dipendenza<br />
dal clima locale.<br />
autóctono {scient)<br />
originario del luogo, riferito a formazioni rocciose,<br />
a specie vegetal!, a gruppi umani, ecc.<br />
aves {idr)<br />
il complesso delle falde acquifere sotterranee<br />
che alimentano i pozzi di un territorio.<br />
bacino {idr)<br />
area in cui scorrono le acque superficial! defluenti<br />
in un único corso d’acqua.<br />
báita, o {dim)<br />
casolare, fienile, costruito in pietra oppure in<br />
iegno; serve anche per il deposito di attrezzi;<br />
anche: alloggio temporáneo e stagionale nella<br />
zona dei maggenghi e degli alpeggi.<br />
baretia {idr)<br />
spazio interno ad una laguna, rivestito da erbe<br />
salmastre, generalmente scoperto durante la<br />
bassa marea.<br />
bealera {dial)<br />
canali di irrigazione di prati e pascoli (Alpi<br />
occidental!).<br />
bergam ino (a¿r)<br />
allevatore o guardiano di bovini per i quali<br />
affitta pascoli alpini e stalle in pianura, seguendoli<br />
nei loro spostamenti.<br />
bigattiera {dim)<br />
ambiente adibito ad allevamento del baco da<br />
seta, con temperatura ed umiditá costanti; generalmente<br />
adiacente ai local! di abitazione.<br />
boarla {agr)<br />
tipo di conduzione agraria caratterizzato dalla<br />
presenza di una grande azienda cerealicoloforaggera<br />
in cui si utilizzano salariat! fissi (boari)<br />
per il governo del bestiame.<br />
bocage {agr)<br />
paesaggio agrario rappresentato da alternanza<br />
di campi coltivati e piccole zone di hosco di<br />
forma irregolare, accompagnato da piccoli villaggi<br />
e case isolate; termine della 1. francese.<br />
bracciante {agr)<br />
lavoratore agricolo privo di contratto fisso che<br />
presta la propria opera a giornata; sin. di<br />
« bracciale », « giurnatario ».<br />
brolo {dim)<br />
orto o giardino recintato, con alberi, adiacente<br />
all’abitazione.<br />
calanco {morf)<br />
forma di erosione tipica delle argille e delle<br />
sabbie caratterizzata da profonde incision! che<br />
separano creste acute su versanti ripidi e instabih.<br />
cam pi chiusi, apertí {agr)<br />
tipi di paesaggio agrario, generalmente contrapposti,<br />
il primo caratterizzato dalla presenza<br />
di « bocage », recinzioni di muri a secco o siepi,<br />
insediamento sparso, policoltura intensiva e<br />
frazionamento fondiario; il secondo da parcelle<br />
ampie e regolari, di norma prive di alberi,<br />
con insediamento accentrato e cerealicoltura<br />
estensiva.<br />
cam po carreggiato, solcato {morf)<br />
forme di erosione cársica nelle rocce calcaree<br />
rappresentate da incisión! subparallele e spesso<br />
profonde che portano alia demolizione pressoché<br />
totale dello strato roccioso; anche: campo<br />
cársico.<br />
carsism o {morf)<br />
insieme dei fenomeni provocad dall’azione solvente<br />
esercitata dalle acque meteoriche sulle<br />
rocce calcaree, specialmente se fessurate, favorendo<br />
una intensa circoiazione idrica in profonditá<br />
con formazione di cavitá di notevoli<br />
dimension! ; agg. : cársico.<br />
caseína, cassina {dim)<br />
edificio rurale ad uno o piü corpi, con abitazione,<br />
staile, fienili, ecc. variamente disposti.<br />
casone {dim)<br />
abitazione rurale a planta generalmente rettangolare<br />
e con il tetto di paglia.<br />
castelliere {preist)<br />
insediamento preistorico, dell’etá del Bronzo<br />
e del Ferro, costruito in pietra a secco sulla<br />
cima di piccole alture.<br />
cavalcapoggio {agr)<br />
sistemazione di pendici collinari mediante lo<br />
scavo di canali trasversi per facilitare il deflusso<br />
delle acque.<br />
ceduo {ye¿)<br />
hosco di basso fusto sottoposto a taglio periódico.<br />
cenere {geol)<br />
materiale lávico di minuscole dimension! eiettato<br />
violentemente durante un’eruzione vulcanica<br />
e quindi depositato al suolo dove forma<br />
spessi strati di tufo.<br />
cenozoica o terziaria {geol)<br />
era geológica, della durata di circa 70 milioni<br />
di anni, caratterizzata da notevole attivitá vulcanica<br />
e dal grandioso corrugamento alpinohimalaiano<br />
che ha dato origine agli attuali piú<br />
elevati sistemi montuosi della Terra. Le terre<br />
emerse vanno popolandosi delle grandi famiglie<br />
di vertebrati.<br />
centuriazione {agr)<br />
parcellazione catastale di origine romana con<br />
struttura delle division! a scacchiera lungo le<br />
quali si è successivamente impiantato un reticolato<br />
stradale; anche: graticolato romano.<br />
chiusura {agr)<br />
confine delimitante un campo o una parcella,<br />
in genere rappresentato da un fossato, una siepe,<br />
un muro a secco, ecc.<br />
ciglione {agr)<br />
margine di un terrapieno, di un fosso, di un<br />
terrazzo, talvolta rinforzato da un filare di alberi.<br />
circo {morf)<br />
incavatura alia testata di una valle glaciale con<br />
pareti ripide ed il fondo spesso oceupato da un<br />
laghetto; di forma subcircolare, esso corrispondeva<br />
alia zona di alimentazione di un ghiacciaio,<br />
da cui cominciava a discendere la sua<br />
lingua ghiacciata.<br />
clim a {met)<br />
insieme delle condizioni meteorologiche (tipi di<br />
tempo) che si succedono abitualmente in un<br />
determinate luogo, con periodicitá annua, per<br />
un lungo lasso di tempo ; element! fondamental!<br />
del c. sono la temperatura atmosférica, le precipitazioni<br />
e i venti (spostamenti di masse d’aria<br />
provocad dalle variazioni della pressione atmosférica).<br />
clim ax {veg)<br />
stadio evolutivo di un determinato tipo di vegetazione<br />
(foresta, steppa, ecc.) caratterizzato da<br />
condizioni di stabilitá e di equilibrio con Tambiente<br />
(clima, suolo, ecc.).<br />
colata glaciale {idr)<br />
massa di ghiaccio in movimento; sinónimo di<br />
lingua di un ghiacciaio alpino.<br />
colm a {morf)<br />
sin. di passo, valico (dal lat. « culmen ») tra<br />
due valli opposte.<br />
214
colmata {agr)<br />
bonifica idraulica costituita dal riempimento di<br />
depressioni imprégnate di acque stagnanti mediante<br />
sedimenti alluvionali.<br />
coloniz2azione (agr)<br />
valorizzazione agraria di un territorio mediante<br />
l’insediamento di una popolazione agrícola.<br />
colono {giur)<br />
titolare di un contratto di colonia agrícola a<br />
partecipazione (v. anche « mezzadria ») ; sin. di<br />
coltivatore, terratichiere, ecc.<br />
coltivazione {geol)<br />
il complesso delle attivitá di ricerca e di estrazione<br />
di un minerale dal sottosuolo.<br />
conduttore {giur)<br />
locatario di un fondo altrui.<br />
conoide {morf)<br />
superficie subconica convessa formata da materiali<br />
alluvionali deposti da un torrente alia<br />
sua confluenza in una valle principale; lett.;<br />
c. di deiezione.<br />
consortla {agr)<br />
uso e conduzione in comune di pascoli o boschi<br />
fra piú famiglie.<br />
conurbazione {dim)<br />
fusione di piú centri abitati vicini in un único<br />
grande agglomerato in seguito a loro progressiva<br />
espansione.<br />
corografía {geog)<br />
descrizione delle caratteristiche geografiche di<br />
una regione.<br />
correzione {agr)<br />
rettifica delle caratteristiche agronomiche di un<br />
terreno mediante l’aggiunta di fertilizzanti.<br />
corrugamento {geol)<br />
piegamento di vaste dimensioni di strati rocciosi<br />
con conseguente formazione di rilievi<br />
montuosi.<br />
corte {dim)<br />
edificio rurale a piú corpi giustapposti delimitanti<br />
un ampio spazio interno in genere adibito<br />
ad aia; partie, diffusa nella pianura lombarda.<br />
cotica {veg)<br />
Strato erboso naturale che riveste la superficie<br />
del suolo vegetabile.<br />
cratere {morf)<br />
depressione che occupa l’interno della sommitá<br />
di un cono vulcanico da cui fuoriescono lava<br />
ed altri materiali.<br />
crosta terrestre {geol)<br />
involucro esterno della Terra (dello spessore<br />
di circa 30-40 km) formato in prevalenza da<br />
materiali solidi (rocce).<br />
deflusso {idr)<br />
scorrimento delle acque superficial! incanalate.<br />
delta {morf)<br />
accumulo di materiali argillosi e sabbiosi deposti<br />
dalla corrente di un fiume alia sua foce<br />
(marina o lacustre) situata lungo una costa<br />
bassa; la foce del fiume assume in genere un<br />
aspetto ramificato.<br />
demanio {giur)<br />
l’insieme dei beni immobil! (edifici e terreni)<br />
appartenenti alia Pubblica Amministrazione<br />
(Stato, Comuni, ecc.) e sovente destínate ad<br />
usi civici (pascoli, boschi, acque, ecc.).<br />
denudazione {morf)<br />
erosione del terreno da parte degli agenti meteoric!<br />
(acqua, vento, ecc.) che lasciano scoperto<br />
il substrato roccioso.<br />
detrito {geol)<br />
materiale alluvionale prodotto dall’attivitá degli<br />
agenti erosivi; è costituito in genere da frammenti<br />
piú o meno minuti di roccia a spigoli<br />
vivi e ricopre in forma di ampie falde la base<br />
dei versanti montuosi.<br />
dicco {geol)<br />
roccia cristallina consolidatasi entro fratture del<br />
sottosuolo. Non di rado viene messa alio scoperto<br />
quando la roccia incassante, meno resistente,<br />
è asportata dall’erosione.<br />
dilavamento {morf)<br />
azione delle acque superficiali che scorrono<br />
lungo un pendió erodendo spesso la superficie<br />
del terreno asportandone la copertura erbosa.<br />
dolina {morf)<br />
piccola depressione del terreno a forma di imbuto,<br />
ma sovente con il fondo piatto, di origine<br />
cársica.<br />
duna {morf)<br />
accumulo di sabbia provocato dall’azione del<br />
vento, frequente lungo i litorali marini.<br />
ecología<br />
scienza che studia il carattere e l’evoluzione<br />
degli equilibri tra i divers! organism! biologic!<br />
(vegetal!, animali, uomo) conviventi in ambiti<br />
piú o meno vasti.<br />
effusione {geol)<br />
fuoriuscita di materiali fluidi (lava) dal cratere<br />
di un vulcano.<br />
endemismo {vegj<br />
caratteristica esclusiva di una certa specie végétale<br />
di abitare solo determinati territorl con i<br />
cui fattori ambiental i (clima, suolo, ecc.) ha<br />
raggiunto un proprio equilibrio.<br />
enfiteusi {giur)<br />
diritto di godimento, da parte di un agricoltore,<br />
di un fondo altrui a condizione che vi apport!<br />
delle migliorie e previo pagamento di un determinate<br />
canone annuo.<br />
erosione, ciclo di {morf)<br />
insieme delle fasi evolutive dei process! di erosione<br />
subiti da un tratto della superficie terrestre<br />
ad opera degli agenti meteorici (acque<br />
incanalate soprattutto). II ciclo di e. si sviluppa<br />
a partiré da uno stadio di giovanilitá (forme<br />
molto aspre e intensa attivitá erosiva) fino a<br />
condizioni di senilitá (spianamento pressoché<br />
REGIO NI CLIMATICHE<br />
□ Regione alpina: clima típicamente montano,<br />
condiciónalo in prevalenca da fattori<br />
altimetrici, con inverni assai freddi e lunghi<br />
ed estati brevi e piovose specialmente<br />
nella prealpina.<br />
Notevole l ’escursione térmica.<br />
□ Regione padana: clima a carattere<br />
continentale con inverni freddi<br />
ed estati calde ed afose. Piogge frequenti<br />
soprattutto in primavera e in autunno.<br />
Clim a piü mitigato nelle aree<br />
lacustri préalpine.<br />
CZl<br />
Regione adriatica: clima análogo<br />
a quello padano ma con precipitocfoni<br />
piü scarse. .Nonostante la presenta del mare,<br />
gli inverni sono piuttosto freddi anche<br />
per l ’influsso di venti di nord-est.<br />
IZ3<br />
Regione appenninica; clima di tipo<br />
continentale e montano nelle c»ne<br />
piú interne ed elevate. Precipitaejoni<br />
abbondanti soprattutto sui versanti tirrenici.<br />
□ Regione ligure-tirrenica : clima a carattere<br />
marittimo ma con scarse piogge estive.<br />
Inverni non molto freddi ed estati<br />
piuttosto calde. Poco accentuate le escursioni<br />
termiche. Notevole la variabilitá meteorológica.<br />
□<br />
Regione mediterránea: clima carattericpato<br />
da temperature elevate anche in invernó<br />
e da debole escursione térmica. Per contro<br />
gli inverni sono assai piovosi e le estati<br />
piuttosto siccitose. L e epae piú interne<br />
delle grandi isole e della Calabria hanno<br />
clima tendengialmente appenninico.<br />
215
totale del rilievi) dopo avet attraversato una situazione<br />
intermedia, detta di maturità (forme<br />
notevolmente addolcite). Assai di rado, perö,<br />
una tale successione si esplica compiutamente,<br />
a causa di modificazioni prodotte da fattori<br />
geologici, climatici, ecc.<br />
età {geol)<br />
intervallo di tempo nella storia dell’evoluzione<br />
della superficie terrestre (la cui imita di misura<br />
è in genere il milione di anni) caratterizza^o da<br />
particolari vicende geologiche e biologiche.<br />
evapotraspirazione {veg)<br />
emissione di acqua sotto forma di vapore da<br />
parte di una pianta attraverso le foglie; il fenómeno<br />
è particolarmente intenso nei climi caldi<br />
e si riduce notevolmente nella stagione invernale.<br />
facies {geol)<br />
insieme delle caratteristiche litologiche e paleontologiche<br />
che contraddistinguono una determinata<br />
roccia al momento della sua formazione.<br />
faglia, frattura {geol)<br />
spaccatura della crosta terrestre che rompe la<br />
continuità di una formazione rocciosa sottoposta<br />
a determinate sollecitazioni dinamiche.<br />
falcatura {morf)<br />
ampia insenatura costiera costituita in genere<br />
da un basso litorale collegante due promontori<br />
e formatas! per effetto delle correnti costiere e<br />
dei sediment! da esse trasportati verso la costa.<br />
falda detrítica {morf)<br />
accumulo di materiale detrítico (proveniente dal<br />
disfacimento meteorice delle soprastanti pareti<br />
rocciose) alla base di un versante per effetto<br />
della gravita.<br />
falda idrica {idr)<br />
impregnazione acquifera di strati di rocce porose<br />
del sottosuolo con scorrimento a pelo libero<br />
(/. freático) o entro cavità di origine carsica<br />
(/. cársico).<br />
faraglione {morf)<br />
isolotto marino costituito dal residuo di una<br />
scogliera rocciosa smantellata dall’erosione marina.<br />
fascia {agr)<br />
superficie di un terrazzo artificiale costruito per<br />
ospitarvi colture, frequente sui bassi versanti<br />
della Riviera Ligure (vite, olivo, alberi da<br />
frutta, ortaggi, ecc.).<br />
favonio {met)<br />
vento di ponente che soffia nel periodo primaverile.<br />
ferretto {geol)<br />
terreno derivato da trasformazioni chimiche<br />
complesse operate dalle acque su detriti di origine<br />
alluvionale o glaciale, con arricchimento<br />
del tenore ferrífero e conseguente formazione di<br />
una caratteristica tinta giallo-rossastra.<br />
flysch {geol)<br />
formazione rocciosa costituita da una alternanza<br />
di Strati calcare!, argillosi, arenacei, ecc. depostisi<br />
in un ampio hacino di sedimentazione e<br />
provenienti dal disfacimento di una catena<br />
montuosa.<br />
foliatura {tecnol)<br />
trattamento dei tessuti di lana mediante sbattimento<br />
e bagnatura in sostanze acido-alcaline<br />
per favorirne l’infeltratura.<br />
fontanile {idr)<br />
sorgente della pianura padano-veneta, la cui<br />
acqua fuoriesce a temperatura pressoché costante,<br />
al limite tra alta e bassa pianura (alluvioni<br />
ghiaioso-sabbiose e argillose) ed è utilizzata<br />
a scopo irriguo, favorendo le colture<br />
anche nei mesi invernali; sin. di risorgiva.<br />
formazione {geol)<br />
complesso di strati rocciosi depostisi in un determinate<br />
periodo geológico ed aventi peculiari<br />
caratteristiche litologiche, nonché una precisa<br />
ubicazione geográfica.<br />
fossa {geol)<br />
sprofondamento di un tratto della crosta terrestre<br />
in seguito alia formazione di fratture<br />
di notevole entitá.<br />
fossile {geol)<br />
impronta o parte scheletrica pietrificate di un<br />
organismo animale o vegetale vissuto in precedent!<br />
period! geologici e generalmente consérvate<br />
entro uno strato roccioso.<br />
frana {morf)<br />
distacco e scivolamento di materiale roccioso<br />
lungo un versante per effetto della gravita e<br />
come conseguenza delle locali condizioni di<br />
instabilitá del rilievo.<br />
freática, acqua/falda {idr)<br />
impregnazione acquifera del sottosuolo costituita<br />
da acqua defluente a pelo libero.<br />
fronte glaciale {idr)<br />
parte anteriore di un ghiacciaio.<br />
gariga {veg)<br />
formazione cespugliosa che riveste terreni incolti<br />
o abbandonati in ambiente mediterráneo;<br />
spesso sostituisce la macchia dopo il taglio di<br />
quest’ultima.<br />
ghiacciaio {idr)<br />
massa di ghiaccio formatasi al di sopra del limite<br />
delle nevi persistenti, per accumulo della stessa<br />
neve, e quindi discendente, con comportamento<br />
plástico, verso quote più basse.<br />
giara {morf)<br />
rilievo tabulare di origine vulcanica costituito<br />
da rocce di tipo basáltico (Sardegna merid.).<br />
giovanile, stadio {morf)<br />
fase iniziale di un ciclo di erosione caratterizzata<br />
da forme aspre, intensa attività erosiva e notevoie<br />
pendenza del letto dei corsi d’acqua.<br />
girapoggio {ogr)<br />
sistema di terrazzamento in collina mediante<br />
lo scavo di una fossa di sgrondo che parte<br />
dalla sommità e scende con andamento a spirale.<br />
glaciazione {geol)<br />
fase geológica del periodo Pleistocenico (era<br />
Quaternaria) caratterizzata da una notevole<br />
avanzata dei ghiacciai in seguito ad un generale<br />
raffreddamento del clima.<br />
gleba, servitú della {giur)<br />
contadini addetti alia coltivazione di un fondo<br />
(la g.) nel Medio Evo del quale erano considérât!<br />
parte al punto che venivano ereditati con<br />
esso.<br />
golena {idr)<br />
parte compresa tra gli argini principal! ed il<br />
letto di magra di un fiume, regolarmente inondata<br />
durante le piene, non di rado coltivata<br />
ed abitara.<br />
grangia {dim)<br />
fattoria e villaggio rurale; comunità monástica<br />
medievale dedita ad attività agricole,<br />
grava {morf)<br />
valJone profondamente inciso in rocce calcaree<br />
carsificate; anche: gravina.<br />
gualchiera {tecn)<br />
sinónimo di follatoio, impianto ad acqua per<br />
la foliatura dei panni.<br />
habitat {veg)<br />
condizioni ambiental! (di clima, suolo, ecc.)<br />
favorevoli alio sviluppo di una determinata<br />
specie vegetale.<br />
humus {agr)<br />
strato superiore del suolo vegetabile, particolarmente<br />
ricco di sostanze organiche.<br />
inghiottitoio {idr)<br />
pozzo assorbente in zone carsiche dove confluiscono<br />
le acque superficial!,<br />
interglaciale/postglaciale, fase {geol)<br />
intervallo di tempo compreso tra due glaciazioni<br />
(fase int.) o successive ad una di esse<br />
(fase post.), caratterizzato comunque da un<br />
regresso dei ghiacciai in conseguenza di un<br />
generale riscaldamento del clima,<br />
laguna {idr)<br />
specchio d’acqua salmastra separata dal mare<br />
aperto da un sottile cordone litoraneo (lido)<br />
in corrispondenza di coste basse e con notevole<br />
apporte di material! alluvionali fluviali che si<br />
sedimentano lungo la costa; la 1. è sempre<br />
collegata con il mare da un canale naturale,<br />
lapillo {geol)<br />
materiale vulcanice costituito da piccoli frammenti<br />
di lava solidificata lanciati a grande velocità<br />
nel corso di un’eruzione.<br />
lastame {geol)<br />
materiale roccioso stratificato (in genere calcari<br />
marnosi) che si rompe in lastre sottili utilizzate<br />
corne pietre da costruzione e rivestimento.<br />
latifoglie {veg)<br />
alberi a foglie larghe, tipici dei climi temperar!<br />
e mediterrane! (querce, castagni, faggi,<br />
pioppi, ecc.) con specie sia decidue che sempreverdi.
CONDIZIONI GEOLITOLOGICHE<br />
ROCCE SEDIMENTARTE E LORO E T À G EO LO G ICA<br />
Era Periodo Rocce prevalenti<br />
Quaternaria<br />
(neozoica)<br />
Terziaria<br />
(cenozoica)<br />
Secondaria<br />
(mesozoica)<br />
Olocene<br />
Pleistocene<br />
Sedimenti attuali: alluvioni sabbiosey<br />
ghiaiosBy argillose e limóse d i origine<br />
fluviaky lacustre, glaciale.<br />
Pliocene Argille, sabbie, conglomeran □<br />
Miocene<br />
Eocene Oligocène<br />
Cretáceo<br />
Giura<br />
Arenarle, marne, calcari, calcareniti,<br />
depositi gessoso-solfiferi<br />
Argille scagliose<br />
□<br />
m m<br />
Calcari^ calcari marnosi,<br />
calcari selciferi [13<br />
Trias Calcari, dolomie, arenarte<br />
■ i<br />
latifondo {agr)<br />
vasta estensione di terreno un tempo incolta o<br />
scarsamente coltivata, appartenente ad un único<br />
proprietario. Oggi è sin. di grande proprietà<br />
agricola.<br />
Primaria<br />
(paleozoica)<br />
Permiano<br />
Carbonifero<br />
Devoniano<br />
Siluriano<br />
Cambriano<br />
Calcari, arenario<br />
Calcari; seis ti calcarei<br />
ROCCE IG N EE E M ETAM ORFICHE DI E T À DIVERSE<br />
Rocce intrusive<br />
e metamorfiche<br />
Rocce effusive<br />
Graniti, scisti, scisti cristallini<br />
{gneiss, filladi), rocce verdi, porfidi<br />
Esjfusioni laviche e depositi piroclastici<br />
{basalti, trachiti, tufi vulcanici)<br />
A.nfiíeairi morenici ï^inea delle risorgived^ Coni vulcanici Principali linee di fratíura -<br />
■ i<br />
CE3<br />
□<br />
laudi {giur)<br />
statuti medievali delle valli del Cadore in cui<br />
erano minuziosamente codifícate la regolamentazione<br />
délia vita collettiva e le modalità per<br />
I’utilizzazione delle risorse natural!.<br />
lava (.geo/)<br />
materiale fluido ad altissima temperatura (e<br />
quindi incandescente) che fuoriesce dal cratere<br />
di un vulcano durante un’eruzione, discendendo<br />
lungo i fianchi in forma di colate e successivamente<br />
solidificandosi.<br />
legnatico (¿/ar)<br />
diritto di una collettività di far legna in un hosco<br />
di proprietà comunale.<br />
lido (morj)<br />
cordone litoraneo che separa una laguna dal<br />
mare aperto; sinónimo anche di spiaggia; di<br />
costituzione sabbiosa.<br />
litologia [geol)<br />
studio delle rocce della crosta terrestre e delle<br />
loro caratteristiche.<br />
longitudinale, valle {morf)<br />
valle che segue Tandamento dei rilievi, sviluppandosi<br />
parallelamente all’asse delle carene<br />
montuose.<br />
lunetta {agr)<br />
muro di sostegno che delimita un piccolo terrazzo<br />
artificíale di forma semicircolare adibito<br />
a colture legnose (vite, olivo, ecc.).<br />
m aggengo {agr)<br />
prato di mezza stagione, ubicato in posizione<br />
mediana lungo il versante di una valle alpina,<br />
generalmente circondato da boschi; vi sosta il<br />
bestiame durante gli spostamenti tra i pascoli<br />
d’alta quota (alpeggi) e il fondovalle.<br />
m aggese {agr)<br />
terreno lasciato privo di colture e sottoposto a<br />
ripetute arature per ripristinarne la coltivabilitá.<br />
m alga {dim)<br />
alpe, cascina estiva; dimora temporánea degli<br />
alpeggi; indica anche l’insieme dei pascoli e<br />
delle relative dimore.<br />
marcita {agr)<br />
prato irriguo permanente della bassa Pianura<br />
Padana, alimentato con le acque dei fontanili;<br />
consente fino a nove tagli di foraggio nel corso<br />
dell’armo.<br />
masseria {dim)<br />
sin. di podere, fattoria; massaro è l’abitante o<br />
il proprietario della m.<br />
massiccio {morf)<br />
rilievo montuoso di forma comparta e senza<br />
un preciso orientamento delle catene e delle<br />
valli.<br />
217
meandro {idr)<br />
stretta ansa del corso di un fiume, generalmente<br />
nel suo tratto pianeggiante (ma non di<br />
rado incassata anche in quello montuoso), con<br />
la sponda cóncava sottoposta ad erosione e<br />
quella convessa ad accumule.<br />
m egalito (preisi)<br />
monumento preistorico (periodo Neolítico) costruito<br />
con blocchi di pietra grezza; se ne distinguono<br />
due tipi principali : menhir e dolmen.<br />
mesozoica o secondaria {geol)<br />
era geológica, della durata di circa izo milioní<br />
di anni, caratterizzata da scarsi movimenti orogenetici<br />
e da una notevole diffusione di organism!<br />
marini (é nel corso di questa era che si<br />
sono formate le piú potenti stratificazioni di<br />
rocce sedimentarle), mentre nelle terre emerse<br />
predominano i grandi rettili (dinosauri).<br />
meteorico {met)<br />
fenómeno di origine atmosférica (agg.).<br />
mezzadria {giur)<br />
contratto di locazione di un fondo rustico<br />
(podere) che prevede la divisione della produzione<br />
tra il proprietario (che si accolla la maggior<br />
parte degli oneri di gestione) del fondo<br />
ed il coltivatore (colono o mezzadro). Oggi<br />
l’istituto della m. (giá assai diffuso nell’Italia<br />
centr. e nel Veneto) è in forte declino a causa<br />
della legge che ne vieta il rinnovo dei contratti.<br />
modellamento {morf)<br />
azione erosiva esercitata sui rilievi della superficie<br />
terrestre da parte degli agenti meteoric!<br />
(acqua, vento, temperatura, ecc.) con conseguente<br />
mutamento dei loro aspetti morfologici.<br />
monticazione {agr)<br />
spostamento del bestiame dal fondovalle verso<br />
i pascoli di montagna.<br />
morena {morf)<br />
accumulo di materiale detrítico trasportato dai<br />
ghiacciai e poi da questi abbandonato in prevalenza<br />
ai lati e sulle loro fronti in forma di<br />
piccoli rilievi semicircolari (anfiteatri morenici).<br />
morfología {morf)<br />
insieme delle forme che caratterizzano la superficie<br />
terrestre; per estens. anche il loro studio.<br />
neozoica o quaternaria {geol)<br />
era geológica attualmente in corso di svolgimento<br />
da circa un milione di anni, contrassegnata<br />
da intensa attivitá vulcanica e da notevole<br />
espansione periodica dei ghiacci polari e continental!<br />
e della conseguente variazione (fino<br />
ad oltre loo metri) del livello dei mari. Inizia<br />
il popolamento umano della terra.<br />
nitrôfila, vegetazione {veg)<br />
vegetazione erbacea e arbustiva che si sviluppa<br />
in terreni saturi di sostanze ammoniacal!, derívate<br />
in genere dal ripetuto accumularsi di<br />
escrementi animali (ad es. nei pascoli alpini).<br />
nória {leen)<br />
pozzo in cui l’estrazione dell’acqua avviene<br />
CARATTER I D E L L ’IN SEDIAM ENTO RURALE<br />
Forme prevalentemente accentrate:<br />
□<br />
Grossi centri compatti<br />
Piceoli centri e casali<br />
Villaggi e casali di tipo alpino<br />
Forme prevalentemente disperse:<br />
a<br />
Case isolate sui fondi con piu del 50%<br />
di popolas(ione sparsa<br />
Forme intermedie:<br />
Masserie e cascinali; casali e fattorie<br />
dell’agro romano e maremmano<br />
□<br />
Piccoli centri, villaggi, casali e case sparse<br />
« C o r ti» della pianura padano-veneta,<br />
dell’agro romano, della Gucchesia, ecc.<br />
218
AM BIENTI V E G E T A L I<br />
Brughiere alpine e praterie di alta montagna<br />
Foreste di aghifoglie con pini, larici, abêti<br />
Foreste miste di alta montagna e ttpne<br />
in cui si alternano boschi di conifero e di faggi<br />
□<br />
Foreste di latifoglie caduche di alta montagna<br />
con predominio delle faggete;<br />
abetino delle otpne appenniniche<br />
Foreste di caducifoglie di media e basta<br />
montagna con boschi misti<br />
o alternantisi di faggi e castagni<br />
CID<br />
Foreste di latifoglie deciduo di basta montagna<br />
e di collina con prevalensta di castagneti,<br />
querceti e boschi cédai: pianeggianti<br />
e collinari con lembi residui delle antiche<br />
coperture forestali; boseaglie e brughiere<br />
delValta pianura padano-veneta.<br />
□<br />
Foresta sempreverde mediterránea<br />
con leed, sughereti, ecc.; pinete litoranee,<br />
macchie e g a rlee; vegetaofone delle riviere<br />
lacustri préalpine e dei rilievi<br />
isolati della pianura padano-veneta.<br />
mediante un sistema di cinghie o catene che<br />
coliegano una serie di secchi in modo da assicurare<br />
un flusso continuo di acqua.<br />
orogénesi {geol)<br />
insieme dei processi evolutivi della crosta terrestre<br />
che ne provoca il corrugamento e la conseguente<br />
formazione di grandi sistemi montuosi.<br />
orografía {greg)<br />
quella parte delle geografía che studia le caratteristiche<br />
dei rilievi montuosi; anche i rilievi<br />
montuosi stessi.<br />
paesaggio {geog)<br />
aspetto sensibile (percettibile) che assume l’insieme<br />
degli elementi naturali ed umani, tra loro<br />
variamente correlati, che caratterizzano la struttura<br />
di un determinato territorio (regione).<br />
palafítta {preist)<br />
dimora preistorica (etá del Bronzo) costruita su<br />
palificazioni in prossimitá delle rive lacustri dei<br />
laghi prealpini.<br />
paleolitico {preist)<br />
periodo della preistoria caratterizzato dalla diffusione<br />
di sttumenti di pietra scheggiata.<br />
paleozoica o primaria {geol)<br />
era geológica, della durata di circa 310 milioni<br />
di anni, caratterizzata da due grandiosi corrugamenti<br />
orogenetici (caledoniano ed ercinico)<br />
e da una grande diffusione della fauna marina<br />
e della flora continentale. Quest’ultima ha dato<br />
luogo, con potenti accumuli di vegetali, specialmente<br />
nel periodo Carbonifero, a numerosi<br />
giacimenti di carbone.<br />
parcella {agr)<br />
area di, terreno (coltivato) corrispondente all’unitá<br />
catastale di suddivisione della proprietá<br />
fondiaria.<br />
pecceta {veg)<br />
bosco di conifere costituito in prevalenza dalla<br />
specie dell’abete rosso (« picea excelsa »), detto<br />
anche peccio.<br />
pedata {agr)<br />
piccola striscia di terra di forma stretta e allungata<br />
che contraddistingue la divisioñe parcellare<br />
sulle rive occidentali del lago Trasimeno.<br />
pedología {geol)<br />
scienza che studia le caratteristlche dei terreni<br />
vegetabili.<br />
pellagra {med)<br />
malattia un tempo diffusa nelle Zone agricole<br />
italiane provocara dalla mancanza di vitamina<br />
PP in seguito a prolungato uso di farina di mais.<br />
penepiano {morf)<br />
superficie pianeggiante il cui spianamento è attribuito<br />
alie fasi tardive del ciclo di erosione<br />
(stadio di senilitá).<br />
plantara {agr)<br />
sistema di coltura della vite mediante suo accoppiamento<br />
ad alberi (olmi, aceri, ecc.) disposti<br />
singolarmente o in filari attraverso i campi di<br />
seminativi.<br />
219
pieve {dim)<br />
comunità pariocchiale di origine medievale e<br />
relativo territorio da essa abitato.<br />
plastica {morf)<br />
sinónimo di morfologia.<br />
plateau {morf)<br />
sinónimo di altopiano ; termine della 1. francese.<br />
policoltura {agr)<br />
ordinamento agrario caratterizzato dalla coesistenza<br />
di molteplici colture sia legnose che seminative<br />
(coltura promiscua) con carattere intensivo;<br />
si contrappone alla monocoltura che<br />
ha invece carattere estensivo.<br />
polje {morf)<br />
piano cársico in cui le acque superficial! vengono<br />
smaltite per mezzo di un inghiottitoio<br />
interno.<br />
polla {idr)<br />
sinónimo di sorgente.<br />
profilo {morf)<br />
sezione trasversale di una valle; anche: sezione<br />
di un suolo o terreno vegetabile.<br />
promontorio {morf)<br />
prominenza rocciosa ed elevata della costa,<br />
quinconcia {agr)<br />
disposizione di alberi da frutto o viti, a filar!<br />
incrociati, secondo la raffigurazione dei cinque<br />
dischi nell’antica moneta itálica di cinque once.<br />
ravaneti {dial)<br />
grandi distese di detriti relativ! alle cave di<br />
marmo.<br />
regione {geog)<br />
territorio con caratteristiche geografiche, fisiche<br />
e/o natural!, omogenee, e pertanto distinguibile<br />
da analoghi territori adiacenti.<br />
régola {giur)<br />
accordo consortile per Tuso dei terreni adibiti<br />
a pascólo tramite sorteggio, diffuso nel Trentino<br />
e nel Cadore, con valore anche di partizione<br />
amministrativa.<br />
ría {morf)<br />
profonda insenatura costiera, originara dalla<br />
sommersione di una valle fluviale o torrentizia;<br />
frequente nella Sardegna settentrionale ; pl.<br />
rigelo {met)<br />
trasformazione in ghiaccio di acque superficial!<br />
a livello del suolo, provenienti da fusione di<br />
nevi o ghiacci, per effetto di un rápido abbassamento<br />
della temperatura.<br />
riposo {agr)<br />
terreno agricolo di cui é sospesa la coltivazione<br />
per favorirne il rinnovo della fertilitá (ricostituzione<br />
degli element! agronomic!).<br />
risorgiva {idr)<br />
sin. di fontanile; le r. nella Pianura Padana sono<br />
in genere allineate lungo una linea detta appunto<br />
linea delle r.<br />
rittochino {agr)<br />
sistemazione dei terreni in collina mediante lo<br />
scavo di canal! di sgrondo parallelamente alia<br />
direzione di massima pendenza.<br />
roccia {geol)<br />
ammasso comparto di material! amorfi o mineralizzati<br />
costituenti la crosta terrestre. Le r. si<br />
distinguono fondamentalmente in ignee o eruttive<br />
(derivare dalla consolidazione dei material!<br />
fluid! sottostanti la crosta terrestre avvenuta<br />
sia nel sottosuolo con formazione di r. intrusive<br />
di natura cristallina, sia in superficie con formazione<br />
di r. effusive o vulcaniche) e sedimentarie<br />
(originates! da accumuli stratificati di material!<br />
depostisi in ambient! sottomarini o subaerei).<br />
Tutti quest! tipi di rocce, in seguito all’azione<br />
di forti pression! e di elevate temperature si<br />
trasformano nelle cosiddette r. metamorfiche di<br />
natura interamente cristallina.<br />
roccolo {agr)<br />
appostamento fisso per uccellagione, costituito<br />
da un pergolato subcircolare in cui sono sistemare<br />
le reti.<br />
rotazione {agr)<br />
awicendamento delle colture su uno stesso<br />
appezzamento di terreno per meglio sfruttarne<br />
le caratteristiche.<br />
rustico {dim)<br />
insieme dei local! adibiti a deposito di attrezzi<br />
agricoli, a stalla, a fienile, ecc. adiacente I’abitazione<br />
del contadino.<br />
Salto {agr)<br />
terreno tenuto a pascolo o a bosco, generalmente<br />
di proprietà pubblica e concesso in uso<br />
a privati; anche: saltus.<br />
scala {geof)<br />
in una carta geográfica è il rapporte tra una<br />
distanza misurata sulla carta stessa e la rispettiva<br />
misurata sul terreno.<br />
sciara {morf)<br />
accumule di scorie vulcaniche in prossimità di<br />
colate di lava; particolarmente frequente in Sicilia.<br />
scirocco {met)<br />
vento caldo proveniente da sud, nell’area mediterránea.<br />
scoria {geol)<br />
materiale vulcanice di medie dimension! e di<br />
aspetto bolloso, lanciato nel corso di un’eruzione.<br />
seccagna {agr)<br />
grande secca; piú propriamente seccagno, è anche<br />
la coltivazione che non richiede irrigazione.<br />
sedimentazione {geol)<br />
processo di accumule di material! detritici ed<br />
organic! in ambiente sottomarino; dalla loro<br />
costipazione hanno origine le rocce sedimentarie.<br />
servitú feudal! {giur)<br />
in campo agricolo erano rappresentate dalla limitazione<br />
parziale o totale del titolo di possesso<br />
della terra nei riguardi del coltivatore, e finanche<br />
della sua stessa liberta individúale (v.<br />
« gleba, serv. della »).<br />
sfalcio, prato di {agr)<br />
prato adibito a coltura di foraggio<br />
periódico.<br />
con taglio<br />
siderite {geol)<br />
minerale di ferro (carbonato) di origine sedimentaria,<br />
assai frequente nelle Alpi centroorientali.<br />
smottamento {morf)<br />
scivolamento di materiale roccioso misto ad<br />
acqua che ne facilita il movimento lungo un<br />
versante.<br />
sodaglia {agr)<br />
terreno incoito, non ancora dissodato.<br />
spalliera {agr)<br />
disposizione di piante da frutta e di viti su di<br />
una intelaiatura fissa di varie fogge per favorirne<br />
la maggiore ricezione di calore e luce e<br />
limítame i danni del vento.<br />
spartiacque {morf)<br />
linea di displuvio tra due opposti versanti di<br />
una montagna; separa due bacini idrici adiacenti.<br />
spina {agr)<br />
sistemazione delle viti su filari disposti a cordon!<br />
orizzontali con i tralci a frutto piegati a<br />
destra e a sinistra del filare.<br />
stazzo {agr)<br />
recinto dove si ricovera il bestiame di notte.<br />
steppa {veg)<br />
formazione vegetale, tiplea dei climi asciutti,<br />
costituita in prevalenza da graminacee.<br />
sulla {agr)<br />
planta foraggera da awicendamento adatta a<br />
terreni aridi; usata per il sovescio per ilsuo alto<br />
contenuto in sostanza azotata.<br />
termofila, vegetazione {veg)<br />
vegetazione che si sviluppa di preferenza in<br />
ambienti a clima caldo e ben soleggiati.<br />
terrazzo {morf)<br />
rottura di pendió di un versante caratterizzata<br />
dalla presenza di una breve superficie suborizzontale.<br />
terreno {geol)<br />
sin. di roccia •. aggregate di sostanze mineral!<br />
ed organiche cementare. Anche sin. di suolo:<br />
alternanza di strati di materiali sciolti, organic!<br />
e inorganic!, con caratteristiche favorevoli alio<br />
sviluppo della vegetazione e delle colture.<br />
terrigeno {geol)<br />
sedimento originario di ambiente terrestre,<br />
terziaria, economía<br />
settore económico distinto da quello agricolo<br />
(primario) e industriale (secondario), e costituito<br />
oltre che dalle attivitá commercial!, da quelle<br />
inerenti ai trasporti, al crédito, ai servizi, alia<br />
pubblica amministrazione, ecc.
Referenze fotografiche<br />
(I numen si riferiscono alle illustratQoni dei<br />
singoli capitoli, indicati con la numeracpone<br />
romana).<br />
testata {morf)<br />
zona più interna di una valle, corrispondente<br />
all’area sorgentizia, con forte pendenza del fondovalle.<br />
tettonica {geol)<br />
Studio della struttura della crosta terrestre e<br />
della disposizione delle formazioni rocciose che<br />
la compongono.<br />
Tirrènide {geol)<br />
area continentale emersa, in corrispondenza dell’attuale<br />
mar Tirreno, durante le ere Mesozoica<br />
e Cenozoica.<br />
tombolo {morf)<br />
striscia sabbiosa, generalmente coperta di vegetazione<br />
o di pinete, che delimita una laguna separándola<br />
dal mare aperto.<br />
toponomástica<br />
l’insieme dei nomi di un luogo (topónimi) e<br />
la disciplina scientifica che ne studia le caratteristiche<br />
e l’origine.<br />
torbida {geol)<br />
materiale trasportato in sospensione da un corso<br />
d’acqua, di natura in genere sabbiosa e argillosa.<br />
trasversale, valle {morf)<br />
valle incisa trasversalmente ad una catena montuosa<br />
con la formazione di gole e strettoie.<br />
trazzera {agr)<br />
passaggio attraverso i campi riservato agli armenti;<br />
frequente in Sicilia.<br />
trullo {dim)<br />
costruzione rurale, di pianta circulare e dal<br />
tetto conico; frequente in PugUa (Murgia bassa),<br />
isolata o raggruppata in piccoli centri.<br />
tundra {veg)<br />
formazione vegetale, costituita da arbusti, muschi<br />
e licheni, che si sviluppa oltre i limiti della<br />
vegetazione arbórea, nell’alta montagna alpina<br />
e appenninica.<br />
úvala {morf)<br />
depressione cársica formata dalla fusione di<br />
due o più doline adiacenti.<br />
valle a U {morf)<br />
valle scavata da un ghiacciaio, caratterizzata dal<br />
fondo piatto e largo e dalle pareti subverticali.<br />
vedretta {idr)<br />
termine di origine ladina, sin. di ghiacciaio.<br />
velm a {idr)<br />
spazio fangoso di una laguna, generalmente<br />
scoperto a bassa matea.<br />
vena {geol)<br />
zona mineralizzata del sottosuolo.<br />
xerófita {veg)<br />
di organismo vegetale capace di sopportare<br />
condizioni di siccitá prolungata.<br />
Zoila {geol)<br />
lembo di ctosta terrestre di dimensioni continentali.<br />
Archivio T.C.I. cap. II: 5, 14, 16, 17,<br />
18, 19, 20, 22, 29, 31, 34, 37, 39, 46,<br />
47, 62, 63, 65, 66, 68, 69, 70.<br />
G. Berengo Gardin cap. I; 2 / cap. VI:<br />
6, 9, 10, 12, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27 /<br />
cap. VII: 7, 8, 14, 17, 23, 33, 34, 35,<br />
36, 44 / cap. VIII: 2, 45 / cap. IX<br />
13 / cap. X : I, 2, 4, 3, 6, 7, 8, 12, 14<br />
16, 18, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33<br />
35, 36, 37, 38, 40, 42, 43, 44, 45, 4^<br />
48 / cap. XI: I, 7, 8, 9, 10, 12, 14, 17<br />
18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 29, 31<br />
32, 33, 34, 36, 37, 39, 40 / cap. XIII: 27<br />
L. Gasadei cap. IV: 12 / cap. VII<br />
4, 5, 6, II, 18, 22, 25, 41, 42, 43, 46,<br />
47, 5°, 51 / cap. VIII: 6.<br />
A . Casagrande cap. III: 14.<br />
E. Ciol cap. III: 6, 7, i i , 22.<br />
G. Golomho cap. III : 9, 15 / cap. IV :<br />
2, 6.<br />
B. Gori cap. VIII: 5, 16, 41.<br />
H. Desplanques cap. VII: i, 9, 12, 26,<br />
29, 3°, 31-<br />
K. Diemberger cap. IV : 5.<br />
Eros Data Genfer U.S.G.S. (Sioux Falls<br />
U SA) cap. III: i / cap. V : 6 / cap.<br />
XII: I.<br />
M. Fondi cap. IX : 2, 3, 7, 8, 9, 15, 16,<br />
17, 18, 19, 26, 27.<br />
G. Martello cap. IV: 14, 15, 19, 20, 22.<br />
P. Merisio cap. III: 2,- 12, 18, 19, 20,<br />
25, 26, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 36, 37,<br />
38 / cap. V : 35 / cap. VI: 3, 13 / cap.<br />
VIII: 9 / cap. IX: i, 4, 25, 28.<br />
G. Molteni cap. I: i / cap. IX: ii /<br />
cap. XI: 5, 27, 28, 38 / cap. XII: 5,<br />
8 / cap. XIII: 25, 28.<br />
P. Monti cap. VII: 15, 16.<br />
D . Moreno cap. V: i, 2, 3, 4, 5, 7,<br />
8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19,<br />
20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29,<br />
30, 31, 32, 33, 34, 36, 37, 38, 39, 40,<br />
41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48-<br />
T. Nicolini cap. III: 17 / cap. VII:<br />
32 / cap. X: 3, 9, 10, I I , 13, 15, 17,<br />
19, 20, 21, 22, 23, 24, 34, 39, 41 /<br />
cap. XI: 15 / cap. XII: 2, 3, 4, 9, 10,<br />
12, 13, 14, 15, 16, 18, 20, 21, 22, 23,<br />
24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 34, 33, 36.<br />
0 . P.I. cap. III: 8 / cap. IV: 8, 9, 10,<br />
27, 34 / cap. VIII: I / cap. XII: ii.<br />
D . Pace (dal volume « Petroglifi di<br />
Grosio ») cap. II: 9.<br />
M. Pedone cap. II: i, 2, 3, 4, 6, 7,<br />
10, 12, 13, 21, 24, 25, 26, 27, 28, 30,<br />
32, 33, 3 5, 36, 40, 41, 42, 43, 44, 45,<br />
48, 50, 51, 52, 54, 56, 57, 58, 59, 60,<br />
64, 67, 71 / cap. III: 13, 39 / cap. VI:<br />
8 / cap. VII: 3, 13, 19, 20, 21, 24 /<br />
cap. VIII: 14, 36, 39, 43, 44 / cap. IX :<br />
5, 6, 10, 12, 14, 20, 21, 22, 23, 24 /<br />
cap. X : 47 / cap. XI: 2, 3, 4, ii, 30,<br />
35, 41 / cap. XII: 19, 32 / cap. XIII:<br />
13, 18, 22, 23.<br />
V . Piga^pitti cap. I: 3 / cap. II: 61 /<br />
cap. IV: 16, 25, 29, 30, 31, 32, 33, 35 /<br />
cap. VIII: 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 35.<br />
S. Prato cap. XIII: 10, i i , 12, 16, 17,<br />
30, 31, 32, 34-<br />
Pubhliaerfoto cap. III: 3, 4, 40 / cap.<br />
IV: I, 7, I I , 18, 26, 28, 36, 37, 38,<br />
39, 40, 41, 42 / cap. V : II / cap. VI:<br />
5, 18, 20 / cap. VII: 2, 45, 48, 49 /<br />
cap. VIII: 8, 10, 30 / cap. IX : 29 /<br />
cap. XI: 6, 13, 26 / cap. XII: 6 / cap.<br />
XIII: I, 2, 3, 4, 19, 20, 21, 24, 29, 33.<br />
E. Quiresi cap. XII: 33.<br />
V. Rossi cap. IV: 13, 17, 23, 24 /<br />
cap.' VI: I, 2, 4, 7, I I , 14, 15, 16, 17, 19.<br />
C. <strong>Saibene</strong> cap. II: 8, 15, 23, 38, 49,<br />
5 3, 5 5 / cap. IV: 21.<br />
L. Salvati cap. 'VIII: 3, 4, 7, ii, 12,<br />
13, 15, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 31, 32,<br />
33, 34, 37, 38, 40, 42-<br />
d". Sampietro cap. III: 21.<br />
Scala cap. VII: 37, 38.<br />
Scala ( F. Papafava, M. Sarri) cap. II :<br />
II / cap. VII: 10, 27, 28, 39 / cap. XI:<br />
16 / cap. XIII: 14, 15, 26.<br />
A . Terrosu Asolé cap. XIII: 5, 6, 7, 8, 9.<br />
E. Turri cap. III: 5, 10, 16, 23, 24,<br />
27, 34, 35, 41 / cap. IV: 3, 4 / cap. VII:<br />
40 / cap. X : 25.<br />
1. Zannier cap. XII: 7, 17.<br />
221
Indice delle località<br />
I numeri in tondo si riferiscono<br />
alie àtœzioni del testo; i m -<br />
meri in corsivo alie illustrass^ioni:<br />
per queste ultime, perd,<br />
vengono dati, in ordine, prima<br />
il numero di pagina e poi il<br />
numero di ogni fotografia.<br />
Abbasanta (Alt.) aoa<br />
Abetone 88, 93, 94; 9 }¡io<br />
Abruzzo, Parco Nazionale<br />
134<br />
Acitrezza<br />
iS 4 ¡io<br />
Adamello (M.) 14, 32<br />
Adda(F.) 20,21,54,56,63<br />
Adige (F.) 20, 21, 54<br />
Adige (V.) 20, 22; 24 ¡lis<br />
Adone (M.)<br />
9 / ltd<br />
Adria 66<br />
Agordino 22<br />
Agrigento 188; 142 ¡28<br />
Agropoli 161 ¡)2<br />
AgroPontino 118, 128, 129;<br />
I}0¡}2<br />
Agro Romano 128<br />
Alá (Alt.) 202<br />
Alagna Valsesia i6 ¡4 ,2 y ¡}6<br />
Alagna, dintorni 1 6 ¡j<br />
Albani (Colli) 124, 126<br />
Albano (L.) 124; i 2 j ¡ i o l i i<br />
Albaredo 62<br />
Albegna (F.) 129<br />
Albenga 81, 84, 85; 81 ¡2}<br />
Alberese 128 ¡2}<br />
Alberobello 176 ¡4 2 ,}}, 44<br />
Alberona 170 ¡14, 271 jip<br />
Albisola 80 ¡id, 18<br />
Albo (M.) 198, 202<br />
Alburno (M.) 148, 152<br />
Alcantara (F.) 184, 186<br />
Algbero 208<br />
Alimini (L.) 178<br />
A ll Terme t'íz//, 4<br />
Alpi, Occidental! 17¡2<br />
Alpi, piste di sel 44ldß Boite (V.) 20<br />
Altamura 274 ¡26Bologna 88, 90<br />
Amantea : 64 Bolsena (L.) 124<br />
Amatrice (Conca) 145 Bolzano 21, 22<br />
Amiata (M.) 118,124,126;<br />
224 ¡8<br />
Bondone (M.)<br />
Borbera (T.)<br />
34<br />
87 /47<br />
Anapo (F.) 190 Borghetto 82 /23, 30<br />
Ancipa (L.) 190 Borgomanero 38<br />
Anconetano 202 ¡24, Borgo San Sepolcro 114<br />
203 ¡2J, 27<br />
Anglona (Alt.) 203 ¡2j<br />
Antigorio (V.) ^^¡42<br />
Anversa degli Abruzzi<br />
243126<br />
Aosta 21; 23/20<br />
Aosta (V.) 20, 22; 32/32<br />
Appennino 203/26<br />
Apricale 63/33<br />
Apuane (Alpi) 118, 120,<br />
122; 220/2<br />
Apuane, cave 220/2, 222/3, 4<br />
Aquileia 18, 67<br />
Arbatax 208; 203/27<br />
Arbórea 206<br />
Arc! (M.) 198<br />
Arda (T.) 94<br />
Aremogna 137<br />
Arezzo io6, i i i , 115, 116<br />
Argenta 68/23<br />
Argentina (V.) 79/t4<br />
Arm! (Capo) 134<br />
Arno (F.) 98,105,116,118<br />
Arroscia (V.) 63/33<br />
Asciano, dintorni 20 /2,<br />
202/7<br />
Asiago<br />
5 o<br />
Asiago (Alt.) 36, 49, 30<br />
Asmara (Golfo) 208, 211<br />
Asolo 43<br />
Aspromonte 148<br />
Assisi 102, 104, 106<br />
Augusta 66<br />
Augusta (Siracusa) 191;<br />
232/23<br />
Avezzano 142, 144, 145<br />
Ayas (V.) 28/42<br />
Baccano (V.) 124<br />
Bagheria<br />
Baia delle Zagare 268/3<br />
Baldo (M.) 48; 48/34<br />
Bardonecchia 35<br />
Bari 175<br />
Barriera del Bosco 186<br />
Barumini 237//<br />
Basento (V.) 232/23<br />
Bassano 38<br />
Belice (F.) 188, 193, 194<br />
Bellinzona 21<br />
Belluno 21, 38<br />
Belpasso 186<br />
Bergamasche (Prealpi)<br />
47/ßo, 49/34,37,38<br />
Bergamo 38, 70; 33/2<br />
Berici (M.) 36, 40<br />
Bernina (Passo) 20<br />
Bianco (M.) 14, 20, 32;<br />
23/28<br />
Bianco (M.), funivia 33/60<br />
Bibione 68<br />
Biella 38<br />
Campoforogna 137<br />
Biellese 23 /47 Campo Imperatore 137<br />
Bielmonte 33/66 Campo Imperatore, piano<br />
Bienno 47 /ß2<br />
236/4, 238/7<br />
Bisagno (T.) 81; 80/23<br />
Bisceglie 274/23<br />
Bisenzio (V.) 90<br />
Bithia 208<br />
Bitti (Alt.) 202<br />
Boario 48<br />
Bocea Serriola 88<br />
Bocchetta (Passo della) 74<br />
Borgosesia 38<br />
Bormida (F.) 86<br />
Bormida (V.) 82<br />
Bormio, (Conca) 23/23<br />
Borromee (Isole) 44<br />
Bortigali 202 /20<br />
Bosa Marina 208<br />
Boscochiesanuova 50; 32/42<br />
Boscoforte 68/32<br />
Bracciano (L.) 124<br />
Braceo (Passo) 87 /4Í6<br />
Bradano (F.) 148, 154<br />
Brasimone (V.) 90<br />
Brattello (Passo) 88<br />
Bregaglia (V.) 20<br />
Brembana (V.) 37 //<br />
Brembo (F.) 34<br />
Brennero (Passo) 20<br />
Brennero, strada 23/20<br />
Brescia 38, 70<br />
Breuil 34; 34/62<br />
Brianza 73/40<br />
Brindisi 176<br />
Brolio, castello 203 /22<br />
Bronte 186<br />
Buddusó (Alt.) 202<br />
Buggetru 208<br />
Bunnari (L.) 205<br />
Butano, lagune 223 /27,<br />
26, 23<br />
Bussana 64/36<br />
Cabras, stagno 220 /23<br />
Caccia (Capo) 203/23<br />
Caccia (M.) 172<br />
Cadore 19<br />
Cagliari 203, 208, 211<br />
Cala di Volpe 211<br />
Calafuria 232 /ß7, 38<br />
233 /ßß Cala Gonone 208<br />
Calascibetta 188<br />
Calascio 238/8<br />
Calopezzati 162<br />
Calore(V.) 130, 132; 7////a<br />
Caltabellotta 188<br />
Caltagirone 188, 190<br />
Caltanissetta 188<br />
Calvo (M.) 168; 263/6<br />
Camarina 190<br />
Camogli 81<br />
Camonica (V.) 38; 47/32<br />
Campagna Romana 124;<br />
227/22, 22<br />
Campeda (Alt.) 202<br />
Campello 105, 106<br />
Campello Alto 102<br />
Campidano 204, 206; 203/20<br />
Campi Flegrei 150<br />
Campigna 94<br />
Campitello 137<br />
Campo di Giove 141<br />
Camposanto (M.) 152<br />
Campotosto 139<br />
Campotosto (L.) 233 /20<br />
Campotto (V.) 68/23, 63 /ßß<br />
Campu Coghinas 206;<br />
207/24<br />
Campu di Chilivani 204<br />
Campu Giavesu 204<br />
Candelaro (T.) 170, 171<br />
Candoglia 44<br />
Cannero 44/27<br />
Canossa 32/3<br />
Cansiglio (Alt.) 36, 49, 50<br />
Caorle 68<br />
Capestrano (Conca) 142<br />
Capitana 211<br />
Capracotta 139<br />
Carales 208<br />
Carapelle (T.) 171<br />
Carávius (M.) 198<br />
Carbonata (Porto) 208<br />
Carinzia 18<br />
Carloforte 208<br />
Caronno 64 /22<br />
Carpe 83 /42<br />
Carpegna (M.) 93<br />
Carrara 129<br />
Casalbore 243 /6<br />
Casalina 223/33<br />
Casatenovo 64 /23<br />
Casentino 94<br />
Caserta 162<br />
Casertano 263/37<br />
Cassano d’Adda 72<br />
Castelcivita 152<br />
Castel del Monte 273 /20<br />
Casteldoria 208<br />
Castelfidardo n 6<br />
Castellammare 194<br />
Castellammare di Stabia<br />
164<br />
Castellana, grotte 274/27,28<br />
Castellina 118<br />
Castelluccio 139; 238/3<br />
Castelnovo ne’ Monti 83/2<br />
Castelsardo 208<br />
Castelvetrano 194<br />
Castiglione dei Pepoli 90;<br />
92/6<br />
Castrocaro Terme 93/26<br />
Catania 186, 188<br />
Catania (Piaña), 194;<br />
287/26, 27<br />
Catanzaro 162<br />
Catena Costiera 148<br />
Cecina (F.) 120, 122<br />
Cedek (ghiacciaio) 2 7/6<br />
Cefalù 192<br />
Celano 243/28<br />
Ceresoie Reale 23 /44<br />
Cerignola 172<br />
Ceriti (M.) 124<br />
Cerreto 102<br />
Cerreto (Passo) 93<br />
Cerro 62<br />
Cervato (T.) 171<br />
Cervino (M.) 14, 32<br />
Cesena 90<br />
Cesena, campagna 73 /42<br />
Chianti 105; 200/4,6,<br />
203/22, 220/23,27<br />
Chiaravalle 58<br />
Chiavari 76, 84; 73/2, 84/37<br />
Cilento I I 8, 154<br />
Cimini (M.) 124, 126<br />
Cimone (M.) 88, 90<br />
Cinquemiglia (Piano) 140<br />
Cinque Terre 84<br />
Circeo (M.) 88, 118<br />
Cisa (Passo), 88<br />
Cisano 86/44<br />
Cittá di Castello n o<br />
Civitavecchia 132; 232/42<br />
Cixerti 204, 206<br />
Clusone 38<br />
Codaruina 207<br />
Cogne 22<br />
Cogne, hacino 23/23<br />
Colbordolo 37/23,24<br />
Collina 24 /24<br />
Collio 42 /22<br />
Cologno al Serio 72/38<br />
Comacchio 32, 34<br />
Comacchio (V.) 68/30, 32<br />
Comelico (V.) 20; 26/28<br />
Como 21, 38<br />
Como (L.) 4 i', 37¡2, 3314,<br />
43l i 3, U<br />
Conca d’Oro 193, 194<br />
Concatena (M.) 48<br />
Concordia Sagittaria 67<br />
Conero (M.) 227/44<br />
Corciano 102<br />
Cordenons 73 /42<br />
Cornacchia (M.) 172<br />
Cómate (M.) 122<br />
Cornigliano 82 /23<br />
Como alie Scale (M.) 93<br />
Corongiu (L.) 203<br />
Corras! (M.) 202; 233/4<br />
Cortina d’Ampezzo 33;<br />
33Í72<br />
Cortona 106, 108, 114, 115<br />
Cosentino 263/33<br />
Courmayeur 32, 35<br />
Cremonese, cascina 33 /y<br />
Cristallo (M.) 14, 32; 33/38<br />
Cuneo 32, 65<br />
Degano (V.) ^3/26<br />
Diamantina 63/23<br />
Diano (Vallo) 132<br />
Dittaino (F.) 190, 194<br />
Dittaino (V.) 283/22<br />
Dobbiaco (Sella) 20<br />
Dora Baltea (F.) 21, 34<br />
Dota Riparia (F.) 21<br />
Elba (Isola) 118, 132, 133<br />
Eleutero (F.) 194<br />
Elsa (V.) 116<br />
Empoli 227/47<br />
Eolie (Isole) 187<br />
Era (V.) 105<br />
Eraclea 66<br />
Erice 192<br />
Ernici (M.) 134<br />
Etna (M.) 180, 184, 186,<br />
188; 284/3, 283/22<br />
Etnea (regione)<br />
2S6/22, 23, 24; 287/28<br />
Euganei (Colli) 36, 40; 42//<br />
Fabriano 103, 113<br />
Falcade 26/23<br />
Fano 227/43<br />
Fasce (M.) 73 /2ß<br />
Fascia (M.) 66/43, 44<br />
Fella (Canale) 21<br />
Feltre 38<br />
Fenis, castello 23 /22<br />
Fertandina 164<br />
Fertarese, casa 63/24<br />
Ferrarese, frutteti 63 /ß6<br />
Ferru (M.) 198<br />
Ficarolo 67<br />
Fiesole 98, 112<br />
Finale Ligure 84; 73/22, 22,<br />
83/42<br />
Firenze 88, 90, 98, 106, n o ,<br />
III, 112, 116<br />
Flaminia (Via) 88<br />
Flumendosa (F.) 206<br />
Fogliano (L.) 230/32<br />
Foligno 106, 115<br />
Follonica (Golfo) 132;<br />
232/34<br />
Fontanabuona 87 /48<br />
Fontane Blanche 191<br />
Força Canapine 139<br />
Força d’Acero 233/22<br />
Foresta Umbra 263 /3<br />
Forlivese, casa 63/23<br />
Forni di Sotto 28/40<br />
Fortore (F.) 170<br />
Fossa Bradanica 148<br />
Frattamaggiore 163 /40<br />
Frejus (Valico) 20<br />
Frignano 88<br />
Friuli 40<br />
Fucecchio 116<br />
Fucino (Conca), 142, 144;<br />
243/26, 23<br />
Fugazzolo di Sotto 32/3<br />
Furlo 88<br />
Furore (T.) i6o /ß2<br />
Fuscaldo 164<br />
Futa (Passo) 88<br />
Gallarate 72<br />
Gallipoli 278/39<br />
Gallura 208<br />
Gallura, sugherete<br />
203/26, 27<br />
Garda (L.) 43, 44; 40/3,<br />
43/24, 26<br />
Gardena (V.) 27/37,33<br />
Gardone Valtrompia 38<br />
Gargano 88, 166, 167, 168,<br />
170, 172, 178; 168/2<br />
Gargano, agricoltori 263/8,<br />
263 /20<br />
Gavi 74<br />
Gavia (Passo) 27/7, 33/37
Gela 194;<br />
Gela (Plana) 1^4; i^ }¡}6<br />
Gela (T.) 194<br />
Gemona 38<br />
Gennargentu (M.) 198, 200,<br />
202<br />
Genova 74, 78, 80, 81, 83<br />
Genova (Golfo) 76<br />
Genova Quarto 7/ ¡4<br />
Gerocarne<br />
i ^ j l47<br />
Gésturi (Giara) 202<br />
Ghiara d’Adda 34<br />
Giannella (Totnbolo) ¡36<br />
Giannutri (Isola) 133 ¡44<br />
Giglio Gastello 133 ¡43<br />
Ginosa 178<br />
Gioia (Piaña) 162<br />
Giorgino 208<br />
Giovo (M.) 312/7<br />
Gorizia 38<br />
Gornalunga (F.) 194<br />
Grado 68<br />
Grande (F.) 180<br />
Gran Paradiso (M.), Parco<br />
Nazionale 32 ; 33 ¡6i<br />
Gran S. Bernardo (M.) 20<br />
Gran S. Bernardo (V.) 2y¡3S<br />
Gran Sasso (M.) 134, 137,<br />
138, 140, 141; I36¡4<br />
Grappa (M.) 49<br />
Gressoney-S.-Jean 24 ¡21<br />
Greve, dintorni 103 ¡22, 24,<br />
l i o ¡23<br />
Grigne (M.) 48<br />
Grivola (M.) 14<br />
Grosio, incisión! 13 ¡3<br />
Grossetano ¡3» ¡30<br />
Grosseto 106,1 1 8 ,122,130<br />
Grosseto (Piaña) 118, 128<br />
Gualdo (Passo) 139<br />
Gualdo Tadino 116<br />
Gubbio 103, 106, n o , 112,<br />
116<br />
Gusana (L.)<br />
^»7¡13<br />
Iblei (M.) 188, 190<br />
Ibleo (Tavolato) 131 ¡23,26<br />
Imagna (V.) 47/2/, 26, 28<br />
Imera Méridionale (F.) 180<br />
Imera Settentrionale(F.) 180<br />
Impruneta, dintorni l o i ¡10,<br />
103 ¡20, l i o ¡28, 117I31<br />
Indren (Ghiacciaio) 33 ¡68<br />
Irpinia 148; 143¡7<br />
Isarco (V.) 20, 22<br />
Ischia (Isola) 130<br />
Iseo 44¡13, 20<br />
Iseo (L.) 43<br />
Isola Rossa 208<br />
Isonzo (F.) 32, 36, 66<br />
Ispica, Cava 131 ¡24<br />
Ivrea 21<br />
Jerzu 203 ¡I 3<br />
Jesi l i o ; I 0 2 ¡i4 ,13, 103¡13<br />
Jesolo 68<br />
<strong>La</strong>ga (M.) 138, 139<br />
<strong>La</strong>gonegro 132<br />
<strong>La</strong>guna veneta ^9 ¡34<br />
<strong>La</strong> Marmora (P.) 198<br />
<strong>La</strong>mpedusa (Isola) 187<br />
<strong>La</strong>nghe 34<br />
L ’Annunziata 207<br />
L ’Aquila 142<br />
L ’Aquila (Conca) 142;<br />
143¡21<br />
<strong>La</strong>rderello 122<br />
<strong>La</strong>rderello, soffioni 123¡3<br />
<strong>La</strong> Spezia 74<br />
<strong>La</strong>terza 178<br />
<strong>La</strong>tina 119, 130, 132<br />
<strong>La</strong>ttari (M.) 148<br />
<strong>La</strong>vagna 77/7<br />
<strong>La</strong>varedo (Cime) 32 Martignano (L.) 124<br />
Lecco 38, 70; 33¡4 Massa 106, 118, 129, 132<br />
Leira (T.) 81 Massaciúccoli (L.) 128<br />
Lemme (T.) 82 Massafra 178; 133 ¡33<br />
Lentro (V.) 86¡44 Massa Marittima 122<br />
Leonforte 183 ¡20 Mastallone (V.) 23 ¡46<br />
Lepontine (Alpi) 33 ¡1<br />
Lésina (L.) 170; 163 j i i<br />
Lessini (Alt.) 36<br />
Lessini (M.) 49, 30; 40¡3,<br />
471^3, 471^7, 49 b J<br />
Leuca (Capo) 178<br />
Leventina (V.) 20<br />
Libro Aperto (M.) 93 ¡11<br />
Licata 194<br />
Lido degli Esten si 68<br />
Lido del Sole 211<br />
Lido di Spina 68<br />
Lignano 68<br />
Lignano Pineta 71 ¡39<br />
Liguria 33 ¡6<br />
Lima (V.) 88<br />
Limbara (M.) 198, 202;<br />
J99I3<br />
Limentra (V.) 33 ¡12<br />
Limone Piemonte 33<br />
Linas (M.) 198<br />
Linosa (Isola) 187<br />
Lipari (Isole) 187<br />
Liri (F.) 142<br />
Liri (V.) 118<br />
Livigno i f ///,/;<br />
Livorno 118, 132<br />
Locorotondo 176<br />
Logudoro 208<br />
Lolloine (M.) 202<br />
Lomellina 38<br />
Loreto<br />
n o<br />
Lovere 38<br />
Lucca 92, 106, n i<br />
Luco dei Marsi 142<br />
Lugano (L.), 33 ¡1<br />
Lupu (Gollei) 202<br />
Maccarese 129<br />
Macerata 112, 115<br />
Macugnaga 32<br />
Maddalena (Isola) 208<br />
Maddaloni 162<br />
Maderno 44<br />
Madesimo 35<br />
Madonie (M.) 180, 182, 188<br />
Magenta 72<br />
Maggiore (L.) 14, 36, 43<br />
Magione 102 ; 102 ¡12<br />
Maiella (M.) 134, 136, 140,<br />
141; 137 ¡I,<br />
Maielletta (M.)<br />
¡37¡3<br />
137; 133¡3<br />
Maloja (Passo) 20<br />
Manfredonia 170, 172<br />
Marcatello 112<br />
Marceddi 208<br />
Alarcellinara 162<br />
Marchesato 164; 133 ¡13,<br />
20, 21, 22, 133 ¡23<br />
Marecchia (F.) 97<br />
Marecchia (V.) 97<br />
Maremma (Parco Nazionale)<br />
128 ¡24, 23, 26<br />
Margherita di Savoia 171,<br />
172<br />
Marghine (Monti) 198;<br />
199 ¡2<br />
Margine Rosso 211<br />
Marina di Avola 191<br />
Marina di Carrara 120 ¡i<br />
Marmilla 203 ¡18<br />
Marmolada (M.) 32<br />
Maroglio (T.) 194<br />
Marostica<br />
^¡¡13<br />
Marsala 192, 194; 133 ¡31<br />
Marsciano 103, 112<br />
Masua 208<br />
Matera, agro 143 ¡2,<br />
i77b^, 27<br />
Mátese (L.) 239 ¡3<br />
Mátese (M.) 134, 137, 148<br />
Meilogu (Alt.) 203 ¡14<br />
Melito, fiumara 171 ¡10<br />
Menegosa (M.) 94<br />
Metate 72<br />
Mercatale 36 ¡20<br />
Metse (F.) 223 ¡6<br />
Mesóla 61 ¡16<br />
Messina 183<br />
Messinese, Fumare 182 ¡2<br />
Mestre 66, 72<br />
Meta (M.) 134<br />
Metallifere (Colline) 122,<br />
124; 123 ¡3<br />
Metaponto 162, 164<br />
Mezzano (L.) 124<br />
Miglionico 263 ¡43<br />
Milano 21, 36, 44, 60; 33 ¡I<br />
Milazzo 182, 183<br />
Mincio (F.) 63, 63, 66<br />
Mitza Justa 207<br />
Módica (Alt.) 190<br />
Mola di Bari 233 ¡23<br />
Moncenisio (Passo) 20<br />
Mondovi 32, 34<br />
Monfalcone 32, 34, 66<br />
Monginevro (Colle) 20<br />
Montéale 194<br />
Monsumman o 116<br />
Montalbano 103<br />
Montecatini 116<br />
Montecchio Vesponi 100 ¡8<br />
Aíontecorona, Abbazia 102<br />
Montecoronaro (Valico) 90<br />
Montefalco 106<br />
Montefeltro 9^¡12, 22<br />
Montefiascone (V.) 124<br />
Montemarcello 118<br />
Monte Moro (Passo) 32<br />
Montenotte 79 ¡23<br />
Monte Pratello 137<br />
Montepulciano 108<br />
Montereale (Conca) 143<br />
Monteriggioni 103 ¡18<br />
Monte S. Angelo 263 ¡3<br />
Montesanto 102<br />
Montesarchio 243 ¡3, 163 ¡46,<br />
48<br />
Montevarchi i i o ¡26<br />
Monteverdi 118<br />
Monviso (M.) 14<br />
Morano Calabro (Conca)<br />
24SI3<br />
Motrone (M.) 140, 141<br />
Mortola (<strong>La</strong>) ^4¡37<br />
Mozia 192<br />
Mucciafora 102<br />
Mugnano 110 ¡23<br />
Mulargia (L.) 206)21<br />
Murge 88, 148, 166, 172,<br />
174, 175, 176, 177. 178<br />
Murge, case rurali 133 ¡21,<br />
22, 23, 24<br />
Murgia del Trulli 176, 177<br />
Muro Lucano 133 ¡14, 18,<br />
272¡28<br />
Muru (Gollei) 202<br />
Napoli 148, 161, 164;<br />
279128,23<br />
Nebida 208<br />
Nebrodi (M.) 180, 182, 188<br />
Nemi (L.) 124; 124 ¡3,<br />
123¡12, 13<br />
Ñera (F.) 136<br />
Neto (M.) 168<br />
Nervl »4 -, 77 ¡3, 7<br />
Nervia (V.) 84 ¡34, 83 ¡38,33<br />
Pievepelago 88<br />
Neva (T.) 80 ¡20 Pigna 84 ¡34<br />
Nogare 64 ¡22 Pila 34, 33<br />
Nora 208 Piode 24 ¡22<br />
Norchia 126 ¡18, 223 ¡13 Piombino 132; 132 ¡42<br />
Norcia 142; 143 ¡20 Pisa 118, 128<br />
Norcia (Conca) 142 Pisa (Piaña) 118, 128<br />
Nosedo 62 Pisani (M.) 103<br />
Noto 191 Pisanino (M.) 120<br />
Noto Marina 191 Pisticci 133 ¡13<br />
Novacella, Abbazia 22 Pistoia 88, 106, i n , 116<br />
Novalesa, Abbazia 22 Pitigliano 126 ¡1 4 ,16<br />
Novara 18 Platamona 211<br />
Nutra 204, 206; 203 ¡13 Po (F.) 32, 60, 63; 33 ¡2<br />
Ocre 143 ¡21 Poetto 208<br />
Ogliastro (L.) 190 Polcevera (T.) 81; 8o¡i3<br />
Oglio (F.) 33 ¡3 Polcevera (V.) 74, 81, 82<br />
Olbia 208, 211 Policastro 132<br />
Olia Speciosa 207 Polignano a Mare 133¡30, 31<br />
Oliena 133 ¡4 Polistena 162<br />
Oliena (Supramonti) 202 Pollino (M.) 148, 132, 134,<br />
Ombrone (F.) 118, 122, 129<br />
Omodeo (L.) 203 ¡22 Pontine (Paludi) 129<br />
Opi 140 ¡14 Ponza (Isola) 133<br />
Orba (T.) 82<br />
Orcia (V.) 2i i ¡32<br />
Orgósolo (Supramonti) 202<br />
Oristano 208, 211<br />
Orosei (Golfo) 208<br />
Orosei (Porto) 208<br />
Orta (L.) 43<br />
Ortisei 3 Orvieto 98<br />
Orvieto, dintorni 103 ¡23,<br />
223¡34<br />
Ossola (V.) 20<br />
Otro (V.) 23 ¡43<br />
Padana (Pianura) 88, 148<br />
Padana (Pianura), bassa<br />
7714, 77 b, 7<br />
Padola (V.) 32 ¡70<br />
Padova 72<br />
Pagazzano, cascina 33 ¡10<br />
Palau 208 ; 203 ¡26<br />
Palazzolo Acreide 190<br />
Palermo 161, 188, 192, 193 Prato 88, 90, 116; II3¡43, 30<br />
Palmanova 63 ¡28 Pratola Peligna 142<br />
Palmas 208 Premurgia 174, 173, 177<br />
Pantalica, Cava 190 Presolana (M.) 48; 48¡33<br />
Pantelleria (Isola) 187 Prêta (Spluga) 49<br />
Paradiso (Costa) 211 Procida (Isola) 130<br />
Parma 8 Provenza<br />
i g<br />
Parma (V.) 94<br />
Partanna 193<br />
Patria (L.) 132<br />
Pelaud 21 ¡14<br />
Peloritani (M.) 180, 182;<br />
283 ¡7<br />
Peloro (Capo) 180<br />
Pénice (AI.) 94<br />
Perda Liana (M.) 202<br />
Perinaldo 83¡38<br />
Pertosa 132<br />
Perugia 98, 102, 106, 108,<br />
n o , 112, 113, 116<br />
Perugia, dintorni i i i ¡31<br />
Pesaro 213¡48<br />
Pescara 142<br />
Pescarenico 44¡28<br />
Pescasseroli 141; 142 ¡13<br />
Pescia 103, 113<br />
Pescina 243 ¡23<br />
Pescopennataro 240 ¡12<br />
Pian de’ Valli 137<br />
Piano Grande 139; 238¡3<br />
Piave (F.) 21, 32<br />
Piave (V.) 20<br />
Piccolo S. Bernardo 20<br />
Pietrabbondante 140 ¡23<br />
Pietra di Bismantova 83 ¡2<br />
Pietra di Vasca 83¡46<br />
248¡3<br />
Ponziane (Isole) 130<br />
Pordenone 72; 33 ¡42<br />
Poro (M.) 148<br />
Porretta, strada 88<br />
Porto Cervo 211; 2 ii¡ 3 i,<br />
32, 33<br />
Porto Colombu 211<br />
Porto Corsini 63 ¡13<br />
Porto Empedocle 194<br />
Portoferraio 133 ¡43<br />
Portofino 76, 83 ; 33¡2<br />
Porto Rotondo 211<br />
Porto San Paolo 208<br />
Porto Teulada 208<br />
Porto Torres 208; 2 ii¡3 4<br />
Posada (V.) 206, 208<br />
Poschiavo (V.) 20<br />
Potentino 133 ¡16<br />
Potenza 263)43<br />
Pozzillo (L.) 190<br />
Pozzuoli 146; 248 ¡4<br />
Pugnochiuso 164 ¡4<br />
Punta Ala 231 ¡33<br />
Pusteria (V.) 20; 26¡31<br />
Raganello, fiumara 132 ¡4<br />
Ragusa (Alt.) 190, 191<br />
Rapallo 76<br />
Raticosa (Passo) 88<br />
Ravenna 67; 12 ¡3<br />
Reatini (M.) 134<br />
Recco-Boragni 83 ¡42<br />
Recoaro 48<br />
Regalbuto 184 ¡14<br />
Reno (F.) 94<br />
Reno (V.) 88; 43¡i3<br />
Renon (Alt.) 13 ¡g<br />
Resia (Passo) 20<br />
Retiche (Alpi) 33 ¡2<br />
Rho, corte 64 ¡20<br />
Rieti 118, 142<br />
Rieti (Conca) 142, 145<br />
Rimini 67<br />
Riolo Bagni 97 ¡24<br />
Rivello 263 ¡42<br />
Rivisondoli 137<br />
223
Rivoli, anfiteatro motenico<br />
401 ;<br />
Robecco sul Naviglio<br />
Rocca Calascio 141; 141I1S<br />
Roccacaramanico 141<br />
Roccacasale 144 ¡24<br />
Rocca di Cambio 139<br />
Rocca di Mezzo<br />
Roccamonfina (M.) 150<br />
Rocca Fia 140<br />
Roccaraso 137, 141<br />
Rocche (Alt.) 139;<br />
i^Sjé<br />
Rogoredo 62<br />
Rolle (Passo)<br />
V 1^7<br />
Roma II 8, 122, 126<br />
Romagna, piantata 61 ¡1}<br />
Ronchi (V.) 4J ¡^4<br />
Ronciglione 126 ¡1}<br />
Rosa (M.) 14, 18, 26, 32<br />
Rosarno 162<br />
Rosarno (Plana) i 4} ¡ 4i<br />
Rossano 162<br />
Rovetbella 62<br />
Rovere 139<br />
Rovereto 38<br />
Rovigo 66<br />
Rua 41 ¡7<br />
Sabatini (M.) 124<br />
Sabato (F.) 134<br />
Sabaudia 24« ¡4}<br />
Sabaudia (L.) 128<br />
Sabini (M.) 134<br />
Sabiona (Monastero) 22;<br />
19 ¡11<br />
Sabione (L.) 4} ¡4^<br />
Sàdali (Taccu) 202<br />
Sa Irgini (Tonneti) 202<br />
Salemi 192 ¡40<br />
Salento 148, 178; 179 ¡40<br />
Salento, costa 179 ¡48, 41<br />
Salerno 148<br />
Salina (Isola) 187<br />
Salle Vecchio 141<br />
Salpi (L.) 171<br />
Salso (F.) 180, 188, 190<br />
Salso (L.) 171<br />
Saluzzo 52, 54<br />
S. Anna 207<br />
S. Antonio Valfurva 41 ¡49<br />
S. Benedetto (Alpe), 89 ¡4<br />
S. Bonifacio Veronese 81 ¡14<br />
S. Demetrio Corone 162<br />
S. Demetrio ne’ Vestini 142<br />
S. Elia, fiumara 242 ¡ i i<br />
S. Giacomo (V.) 20<br />
S. Gimignano 98, 102;<br />
99 ¡2<br />
S. Giustino n o<br />
S. Leo 96122,22<br />
S. Leonardo (Guado) 244 ¡2<br />
S. Lucia (Giara di) 202<br />
S. Margherita 207<br />
S. Margherita di Pula 209 ¡28<br />
S. Maria del Monte 42 ¡9<br />
S. Martino di Castrozza 35<br />
S. Michele (Sacra) 22<br />
S. Miniato 106, 114<br />
San Nicola di Argentiera<br />
208<br />
S. Pellegrino 48<br />
S. Scolastica (Piaña) 244 ¡20<br />
S. Severina 144124,24<br />
S. Severo 172<br />
S. Stefano di Sessanio 140;<br />
240)24<br />
S. Teresa Gallura 208;<br />
211 ¡40<br />
St-Vincent 21 ¡14<br />
S. Vitale, pineta 69144<br />
Sanluri<br />
^206<br />
Sannio 148<br />
Sanremo 74, 84<br />
Sansepolcro 90, 116<br />
Sardegna, costa 8¡2<br />
Sardegna, vegetazione<br />
20014,6,7,8<br />
Sardegna, pastorizia 200/9,<br />
202¡II, 12<br />
Sarsina 89 ¡2<br />
Sarzana 88<br />
Sassari 203, 211<br />
Sassocorvaro 96 ¡20<br />
Sasso Marconi 94/27<br />
Spluga (Passo) 20<br />
Sauris 27/44, 41/44 Spoleto 102, 106, 112<br />
Savona . 78, 80, 81, 82<br />
Savona (bosco) 86<br />
Scala 264/44<br />
Scanno 141; 141/16, 17<br />
Schio 38<br />
Schwytz (Cantone) 18<br />
Scicli 191; 291/27<br />
Scoppio 102<br />
Scrivia (V.) 82<br />
Secchia (V.) 97<br />
Sele (F.) 132, 162, 164<br />
Sele (Piaña) 161; 249/40<br />
Selinunte 192 /29<br />
Sella (Gruppo del) 44/49<br />
Sella di RazzQ 29 /44<br />
Selvino 50<br />
Sempione, ferrovia 24/19<br />
Senesi (Crete) 104<br />
Senigallia 77/ /40<br />
Serchio (F.)<br />
i zo<br />
Serchio (V.)<br />
n8<br />
Seriana (V.) 47/1, 49/4<br />
Serina 99 /z9<br />
Serio (F.) 54<br />
Sermenza (V.) 26/40<br />
Serpeddi (P.) 198<br />
Serra S. Eleuterio 178<br />
Serre (M.) 148<br />
Serri (Giara di) 202<br />
Sestriere 34<br />
Sestri Ponente 76; 81/24<br />
Setta (V.) 90<br />
Sette Comuni (Alt.) 30<br />
Sibari (Piaña) 162<br />
Sibillini (M.) 134<br />
Sicilia centro orientale<br />
281/1<br />
Sicilia, latifondo 189/22<br />
Siena 98, 106, n o , i n , 112<br />
Siena, dintorni 214/40<br />
Sila (M.) 148, 134, 164<br />
Sillaro (T.) 97<br />
Silva d’Orba 86<br />
Silvestri (M.) 284/9<br />
Simbruini (M.) 134<br />
Simeri (F.) 162<br />
Simeto (F.) 184, 186, 194<br />
Sinalunga l o i /9<br />
Siracusa 190<br />
Sirino (M.) 244/17<br />
Smeralda (Costa) 211<br />
Soave 40/8<br />
Solanto 294/42<br />
Solunto 192<br />
Sondrio 21<br />
Soratte (M.) 88<br />
Sori (V.) 82 /22<br />
Sorrentina (Penisola) 148;<br />
24712, 249/8, 164/46<br />
Sorrento 161 /44<br />
Spalmatore di Dentro 208<br />
Spello 102, 106, 112<br />
Spina 66, 112<br />
Spotorno 82 /26, 27<br />
Stelvio (Parco Nazionale) 32<br />
Stelvio (Passo) 20<br />
Stintino 208<br />
Stromboli (Isola) 187<br />
Strongoli 162<br />
Stura (T.) 82<br />
Sturla (V.) 86/44<br />
Subappennino dauno 166,<br />
172<br />
Sulcis 202, 208<br />
Sulmona 142<br />
Sulmona (Conca) 142,143;<br />
2431222, 244 /24<br />
Su Pallosu 208<br />
Susa 21<br />
Susa (V.) 20, 22<br />
<strong>La</strong>burno (M.) 249/4<br />
Tagliamento (F.) 18, 21;<br />
40/6, 47 ¡3<br />
Tagliamento (V.) 20<br />
Talamone 242/49<br />
Tanagro (F.) 132<br />
Taormina 183; 184/6,7<br />
Taranto 2.76; 277/46,47<br />
Taro (V.) 94<br />
Tarquinia 127/20<br />
Tartaño 24/24, 42/44<br />
Tarvisio (Passo) 21<br />
Taurianova 162<br />
Tavolara (I.) 208<br />
Tavoliere 170, 172;<br />
170/22,14, 171/2 4 ,16 ,2 7 ,18<br />
Tavullia 97/24<br />
Teglio 62<br />
Tegula<br />
Teiro (V.)<br />
Téllaro (F.)<br />
Tenda (Colle)<br />
Teodulo (Passo)<br />
208<br />
81/21<br />
190<br />
20<br />
32<br />
Termini Imerese 192, 193<br />
Terminillo (M.) 137<br />
Temí 142<br />
Terra di Bari 172<br />
Terra di <strong>La</strong>voro 161, 162<br />
Terra Mala 211<br />
Testa (Capo) 211<br />
Testana 84/40<br />
Tevere (F.) 103, 118, 124<br />
Tevere (V.) 100, 108, 116,<br />
118<br />
Texile di Aritzo (M.) 202<br />
Tharros 208<br />
Thiene 38<br />
Tiberina (V.) 108, 113, 116;<br />
224/37, 3