ambisce lo Scautismo. Affinché le idee siano “buone”, tuttavia, occorre che abbiano un comune denominatore, che siano incastellate in uno schema di valori davvero universali e condivisibili da tutti. Mi torna in mente la Legge Scaut, sono recidivo. Questo Scautismo mi ha davvero condizionato l’esistenza! Provo a ripensare alla frase di Pasolini, quell’opzione categorica che torna anche in altri scrittori: si è o no qualcosa che non si può fingere o imporre di essere. E come tra Scaut, ci cado ancora! La Legge non è qualcosa che si impone, non si può fingere di rispettare. O ti entra nelle vene, la fai tua, la vivi tutti i giorni o sei fuori. Categorico. E la sua bellezza rientra nella sua capacità propositiva che, sempre perché sono recidivo, viene esaltata nella nostra Legge Raider. Le regole di questo gioco si propongono, non impongono. Appurato che le idee sullo Scautismo mi sono abbastanza chiare, torno al punto iniziale: le (scarse) idee della nostra società, scarse proprio perché non fondate su valori condivisi e condivisibili, ma frutto di dinamiche e contrapposizioni che non puntano alla fratellanza universale. Se ci fosse una buona dose di Scautismo, quello vero, quello basato sulle idee di B.-P., le cose probabilmente andrebbero meglio. In un percorso a ritroso dei pensieri condivisi in queste poche righe, pertanto, mi sento di dire che Pasolini non aveva del tutto ragione. La serietà, quella vera, quella in cui si è davvero qualcosa di buono e positivo per la società, non è affatto una qualità minore, un valore di serie B, anzi: è uno dei valori fondanti del nostro essere uomini, su cui impiantare un sistema di valori che ci guidi a concepire idee positive e condivisibili per la società. Almeno così mi hanno insegnato agli Scaut. Vittorio Sanese Come lo scautismo ha molto opportunamente dettato una legge morale, sostituendo a una serie di divieti - poco appetibili ai ragazzi - una Legge Scaut costituita da una decina di affermazioni che sono più in sintonia con lo spirito giovanile; così il raiderismo, esprime la sua regola di vita in termini di libertà con un etica filosofica più congeniale all’indole individualistica, anticonformista e un tantino ribelle del giovane di oggi. Ma ciò - si noti bene - non tanto per un aspetto formale, quanto per un’aderenza sostanziale alla sua visione spirituale. Eccone il testo: IL RAIDER È UN UOMO LIBERO: - LIBERO DALL’INGANNO - LIBERO DALL’EGOISMO - LIBERO DALL’ODIO - LIBERO DALLA PAURA - LIBERO DAL MATERIALISMO - LIBERO DALL’ORGOGLIO - LIBERO DALLA CRUDELTÀ - LIBERO DAL PESSIMISMO - LIBERO DALL’INDOLENZA - LIBERO DALLA SCHIAVITÙ DEI SENSI IL RAIDER È LIBERO DA SE STESSO 4 L’EDITORIALE