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20 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />
acque 5 .<br />
Il confine, usato inizialmente come strumento<br />
per illustrare la metafora trinitaria, spicca ora<br />
come un attributo dell’agire di Dio: porre confini<br />
alle acque. ÈilDiocreatoredellaGenesi. Questo<br />
eco rinforza la potenza e la serenità dell’immagine<br />
dei mari e allo stesso tempo suggerisce l’identità<br />
dello za ro – presente come cuore pulsante della<br />
massa d’acqua. C’è un profondo occhio azzurro<br />
che guarda. Ecco l’incontro. L’occhio che indaga<br />
i mari trova quest’occhio di za ro e gli si o↵re<br />
con umiltà.<br />
Lo za ro 6 ha anche una connessione biblica<br />
alla visione di Dio. Nel Libro dell’Esodo Mosè<br />
riporta Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi<br />
4 Grenen <strong>the</strong> long sandbar at Skagen.<br />
Copyright c Ehrenberg Kommunikation, 2006. Quest’opera è resa disponibile<br />
nei termini della licenza Creative Commons Attribution–Share alike 2.0, il cui<br />
testo è disponibile alla pagina Internet https://creativecommons.org/licenses/<br />
by-sa/2.0/<br />
5 L’immagine di Dio che fissa per le acque confini da<br />
non oltrepassare si trova non solo nel racconto della Creazione<br />
ma in tutto l’Antico Testamento. Si vedano ad<br />
esempio Gb 38,8–11; Pr 8,29; Sal 104,9.<br />
6 L’ebraico sappiyr può essere tradotto sia come za ro<br />
che come lapislazzuli.