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FORMULA E<br />
e vengono trasportati in loco ad ogni gara per produrre più<br />
dell’energia necessaria a mantenere cariche tutte le 20 vetture<br />
da corsa.<br />
Riuscire ad alimentare elettricamente le vetture<br />
convenzionali significa dissipare i problemi cruciali, come<br />
l’ansia da autonomia della batteria, nonché rendere questa<br />
fonte energetica il più possibile inattaccabile. Mentre lo<br />
sport anela a guadagnare la credibilità del pubblico<br />
dell’automobilismo, abituato al chiasso della combustione<br />
interna, il significato della Formula E per <strong>Jaguar</strong> è più che<br />
lampante. Non si tratta solamente dello spettacolo che offre<br />
l’automobilismo, ma piuttosto di un’etica aziendale all’insegna<br />
del principio “Race To Innovate”, secondo la quale si utilizza<br />
il campionato come piattaforma per supportare lo sviluppo<br />
delle vetture elettriche stradali di nuova generazione.<br />
U<br />
n’altra area cruciale è costituita dall’acquisizione dei<br />
dati: durante un incontro di Formula E, ogni batteria<br />
registra all’incirca 1 GB di dati al giorno ed è in grado<br />
di documentare anche 500 canali di dati fino a 1.000 volte<br />
al secondo. Ecco altri curiosi aneddoti: ogni elemento della<br />
batteria contiene 25 volte più energia e può fornire 400 volte<br />
più potenza di quello di un comune telefono cellulare;<br />
le batterie in sé sono in grado di alimentare uno smartphone<br />
per 4.745 giorni consecutivi e racchiudono la stessa quantità<br />
di energia di 10.000 pile alcaline convenzionali AA.<br />
“Molte delle nozioni di cui disponiamo oggi sulla<br />
combustione interna affondano le loro radici nel passato, ciò<br />
che costruiamo oggi si basa sul lavoro dei nostri antenati”,<br />
afferma McNamara. “In termini di batterie siamo ancora agli<br />
esordi, ci stiamo facendo domande su come raffreddarle al<br />
meglio, su cosa succeda veramente all’interno di quegli<br />
elementi. Si tratta di un’area molto complessa e stimolante e<br />
non esistono ancora tante soluzioni verificate”.<br />
Richard Devenport, un responsabile della ricerca per<br />
<strong>Jaguar</strong> nella Formula E, è convinto che il punto di svolta<br />
nell’elettrificazione sia imminente e riprende le tesi espresse<br />
da McNamara. “L’automobilismo è ed è sempre stato il motore<br />
dell’innovazione. Non abbiamo anni ed anni di esperienza nei<br />
motori elettrici. Per la combustione ci rifacciamo a 120 anni<br />
di sviluppo, ci si ripete e si progredisce. Vivo in tempo reale<br />
ciò che sta succedendo in <strong>Jaguar</strong>. Non aspetto la fine dell’anno<br />
per scrivere un rapporto. Se ne vale la pena, sono reperibile<br />
il giorno dopo”.<br />
Continua Devenport: “Questa tecnologia si sta muovendo<br />
molto rapidamente. Pensiamo a come i telefoni cellulari<br />
cambiarono nei primi anni Novanta e alle migliorie che vennero<br />
apportate in quegli anni. Questa è la situazione attuale dei<br />
veicoli elettrici. Si arriverà al punto in cui l’autonomia della<br />
batteria verrà ottimizzata. A quel punto scomparirà la<br />
cosiddetta ansia da autonomia e ci si concentrerà di più sul<br />
Gerd Mäuser (in alto a sinistra)<br />
Presidente della scuderia<br />
Panasonic <strong>Jaguar</strong> Racing con<br />
il pilota Mitch Evans e James<br />
Barclay (in alto), Team Director,<br />
osservano il debutto del team<br />
discorso della guida e della riduzione del peso. I prossimi<br />
anni saranno assolutamente avvincenti”.<br />
In fin dei conti però si tratta di una serie automobilistica<br />
composta da 20 gladiatori che cercano di spiazzarsi a<br />
vicenda affrontando un cangiante contesto fatto di numerose<br />
variabili. “I piloti hanno molto da fare in macchina”, racconta<br />
James Barclay, team director. “Devono essere i più veloci<br />
e raggiungere i loro obiettivi in termini di energia:<br />
è questo il vero trucco in questo campionato. Quest’anno ci<br />
sarà più “rigenerazione” ed essere veloci durante questa fase<br />
può risultare difficile perché si esercita più resistenza sull’asse<br />
posteriore. È paragonabile ad avere troppa tendenza<br />
frenante sul retro. Esistono in sostanza tre modalità: si può<br />
dare un’accelerata e mettere in folle, recuperare energia in<br />
fase di frenata oppure premere una leva per avviare la<br />
rigenerazione. Il pilota deve sviluppare la miglior tecnica<br />
di sorpasso o di difesa mentre è alla guida su una strada<br />
accidentata”.<br />
Innovativa. Elettrizzante. Competitiva. La Formula E<br />
è tutto questo.<br />
FOTO: SPACESU<strong>IT</strong>, LAT<br />
40 THE JAGUAR