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Giugno 2017

Livorno non stop Giu '17

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LIVORNOnonstop è...<br />

11<br />

industrie livornesi<br />

dalle vigenti disposizioni del<br />

codice militare di guerra, saranno<br />

presi immediati provvedimenti<br />

anche a carico dei<br />

capi famiglia” lo indusse a<br />

presentarsi al Distretto militare,<br />

dove venne arruolato e spedito<br />

in Germania in un Campo<br />

di Addestramento.<br />

Accortosi che veniva addestrato<br />

per combattere altri italiani<br />

decise di fuggire. Toto aveva<br />

notato che i militari che sorvegliavano<br />

i treni in partenza,<br />

procedendo avanti e indietro<br />

lungo la ferrovia, nel girarsi<br />

quando si incontravano lasciavano<br />

uno spazio non sorvegliato<br />

per pochi minuti.<br />

Approfittando di questo, riuscì<br />

a salire su un treno diretto<br />

in Italia. Dopo innumerevoli<br />

peripezie con il fratello Giorgio<br />

ed un amico decise di passare<br />

la linea gotica e di consegnarsi<br />

agli americani.<br />

Per sua sfortuna, quando aveva<br />

lasciato l’Italia per la Germania,<br />

la mamma gli aveva<br />

cucito nella fodera della giacca<br />

della divisa 5.000 Lire avvolte<br />

in una pagina strappata<br />

da un quaderno.<br />

Toto aveva scritto in quella pagina<br />

le canzoni dell’epoca<br />

come: Pippo Pippo non lo sa,<br />

Parlami d’amore Mariù, La<br />

porti un bacione a Firenze e<br />

Marameo perché sei morto.<br />

Gli americani trovando i soldi<br />

e i titoli delle canzoni pensarono<br />

ad un cifrario di una spia<br />

tedesca e lo internarono nel<br />

campo di concentramento di<br />

Coltano (Pisa), dove rimase<br />

per tre anni. Il fratello e l’amico,<br />

al contrario, furono immediatamente<br />

liberati.<br />

La profonda fede religiosa lo<br />

sostenne in quel triste periodo.<br />

Il Monteleone, terminata la<br />

Alcuni modellini prodotti dalla Monteleone: in alto due motoscafi con<br />

nomi tipicamente livornesi: Libeccio e Calafuria. Sotto: un moderno<br />

offshore radiocomandato.<br />

Vincenzo Monteleone e la moglie Bruna Recchi in foto giovanili.<br />

I piccoli Claudio e Giorgio Monteleone con i giocattoli costruiti dal padre.<br />

guerra, tornò in libertà e per<br />

vivere si mise a costruire motorini<br />

nel garage della casa di<br />

suo padre: motorini che vendeva<br />

ai costruttori di giocattoli.<br />

Comprese così che quella<br />

era la sua vita e che poteva<br />

creare giocattoli in proprio.<br />

Partendo da zero si costruì<br />

anche le macchine per produrre<br />

i giocattoli. I primi soldi per<br />

comprare un tornio glieli prestò<br />

l’amico Biagio Amoroso,<br />

che diventerà un noto medico<br />

dermatologo.<br />

Nacque così negli anni ’60 la<br />

ditta Monteleone, prima in<br />

Piazza San Marco, poi in Via<br />

delle Sorgenti 452, zona Cisternino.<br />

Nel 1963 si sposò con Bruna<br />

Recchi, affermata stilista, dalla<br />

quale avrà due figli Claudio<br />

e Giorgio.<br />

La moglie Bruna lascerà il proprio<br />

lavoro per aiutarlo nella<br />

ditta, che, nel periodo di massima<br />

espansione, produrrà più<br />

di 300.000 giocattoli, con una<br />

sessantina di dipendenti. La<br />

fabbrica era costituita dai seguenti<br />

reparti: Ufficio Amministrativo,<br />

Ufficio Progetti,<br />

Officina costruzione stampi,<br />

Reparto stampaggio plastica a<br />

segue a pag. 12

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