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VIAGGI NELLA FANTASIA

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Il viaggio verso quel luogo dove nessun uomo era mai giunto prima fu<br />

brevissimo: la costellazione di Ofiuco era ad un passo dalla prua della<br />

nave; Asclepio, però, era protetto dalle spire sinuose di Draco; era<br />

quindi giunto il momento che Giasone, Odisseo, Eracle e Gilgamesh<br />

unissero le proprie forze per sconfiggere l’ invincibile guardiano.<br />

Fu allora che Odisseo ebbe una delle sue mirabili intuizioni: dispose<br />

scudi ed armi in modo tale da riflettere la luce delle stelle creando la<br />

illusione ottica dell’ occultamento della nave. Giasone, saldamente al<br />

timone, portò l’ invisibile Argo vicina a Draco in modo da permettere ad<br />

Eracle di afferrarlo e bloccarlo con la sua forza mentre Gilgamesh<br />

sferrava il colpo finale tagliandogli la testa.<br />

A quel punto i quattro eroi si avvicinarono ad Ofiuco ed Asclepio si rivelò<br />

nel suo vero aspetto. Le lodevoli motivazioni, che avevano portato<br />

Giasone ed i suoi compagni a chiedere il suo aiuto spingendosi fino al<br />

limite della volta celeste, convinsero Asclepio a donare senza indugio le<br />

gocce di sangue portatrici di vita.<br />

A quel punto Eolo, come previsto da Era, creò un grande vortice sotto la<br />

nave Argo che vene risucchiata e trasportata fino alla città di Iolco.<br />

Arrivati a destinazione, gli eroi corsero subito verso la nobile casa di<br />

Giasone dove Medea disse loro di far bollire sul fuoco il sangue<br />

curatore, in modo da ottenere una pozione di guarigione. Dopo aver<br />

seguito alla lettera tutte le indicazioni della maga, Giasone diede da bere<br />

il magico intruglio ai suoi genitori che tornarono subito in salute tra le<br />

lacrime di gioia del figlio che tanto aveva osato per loro.<br />

Nel frattempo Odisseo era tornato ad Itaca ma la sua fame di<br />

conoscenza lo avrebbe spinto di lì a poco ad intraprendere un altro epico<br />

viaggio; Eracle, scontata con questa ennesima prova la pena morale per<br />

l’ eccidio della sua famiglia, era ritornato a Tebe; Gilgamesh, dopo<br />

essere diventato il comandante della gloriosa nave Argo secondo quanto<br />

stabilito dai patti e contagiato dallo spirito d’ avventura che animava i<br />

suoi compagni, aveva lasciato il governo della città di Uruk nelle mani di<br />

un reggente più umano ed intrapreso una navigazione senza fine.<br />

La fine di un viaggio è solo l’ inizio di un altro.<br />

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