Ivan e le mele d’ oro Tanto tempo fa nella lontana città di Beval vivevano un re, una regina ed il loro figlio Ivan. Un giorno, per porre fine ad una guerra che durava ormai da anni, il re Espon e la regina Uri decisero di affidare il figlio Ivan, l’ intero palazzo ed il popolo allo zio Dektos. Quest’ ultimo, però, non voleva il ragazzo ma solo le sue ricchezze. Così, quando venne a sapere che i sovrani erano morti, diede Ivan alla balia costringendola a tenerlo nascosto, poi andò davanti al popolo riunito e disse: “Il figlio del re è morto a causa di una malattia misteriosa, ora sarò io ad avere il potere che sarebbe spettato a lui”. Da quel giorno governò al suo posto. Quando Ivan fu cresciuto, venne a scoprire la triste verità e, furioso, marciò verso il palazzo reale. Giunto davanti a Dektos, gli urlò minaccioso: “Dektos, come osi tu nascondere la verità a me ed a tutto il popolo; quella corona, quel trono e tutto ciò che possiedi spettano a me e tu me li hai portati via con un inganno, una sciocca bugia a cui, però, credono tutti”. Lo zio si limitò a rispondere: “ Facciamo un patto: se tu riuscirai da solo a portarmi tre mele d’ oro che crescono nei campi della città proibita, io lascerò il trono e tu sarai re”. “Ma come farò da solo- cercò di obiettare Ivan- dovrò ammazzare draghi, prendere erbe magiche, per non parlare delle mele d’ oro che crescono nel giardino della dea Maya a cui agli umani è severamente proibito avvicinarsi”. “O questo o nient’ altro” concluse Dektos. “E va bene” replicò il giovane. Ivan impiegò quindici giorni a progettare la sua nave e venti per costruirla, poi si diresse verso le terre proibite. Dopo tante avventure, giunse proprio davanti all’ albero dalle mele d’ oro e riuscì ad impadronirsene di tre offrendo splendidi abiti che aveva nella nave alla dea Medea. Ritornò davanti a Dektos con i frutti ma lui non accettò quanto aveva promesso anche perché aveva sperato che fosse morto. 22
“Sai, non sono ancora pronto a lasciare il trono” disse lo zio; allora Ivan sguainò la spada e lo invitò a combattere. Il giovane uccise l’ usurpatore e finalmente riprese i diritti che da sempre gli erano spettati. Testo e disegni realizzati da: Colombo Jeson, Omontuehmen Darlene Eghonghon, Pezzoni Margherita, Ruffini Flippo (classe I A) 23