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PAURA DELLE LUMACHE<br />
Salivo lentamente lungo il sentiero del “Vioz”/ alzo gli occhi e vendo venirmi incontro<br />
una lumaca./ Veniva avanti con la solita baldanza/ con la sua corazza a difendere<br />
schiena e pancia./ Lasciava indietro una scia lucida di bava/ e mi puntava le corna,<br />
mano mano che avanzava./ Quando l’ho affrontata, le ha subito ritirate/ ma tosto le ha<br />
puntate nuovamente ancora più lunghe/ come le canne dei panzer pieni di ira/ che<br />
girano qua e là piano piano per prendere la mira./ Poi mi ha fissato dritta e ardita negli<br />
occhi/ e quello sguardo acuto e cattivo mi ha spaventato/ ho fatto un passo indietro<br />
e poi sono scivolato/e con una botta in testa, mi sono addormentato./ Mentre<br />
dormivo, quella maledetta bestia/ mi è passata sopra con tutta la sua roulotte/ ha parcheggiato<br />
sul naso che era quasi notte./ Quando mi sono risvegliato ho gridato di paura/<br />
ma con coraggio, ho deciso di ucciderla./ Però lei con calma e con tutta la sua pazienza/<br />
aveva deciso di fare una strenua resistenza./ Ho trascorso ore e ore a cercarla<br />
in mezzo all’erica/ si faceva gioco di me quella brutta testarda./o di vittoria: ti ho presa,<br />
ti strozzo,/ ma voi avete mai provato a strangolare lumache?/ Non lo crederete, ma<br />
ancora una volta ho dovuto cedere io/ infangato, bagnato fradicio, spossato, sfinito./<br />
Le ho allungato la mano, lei un cornetto. Facciamo la pace/ le ho detto, ma che non ti<br />
trovi più tra i piedi! / E a Voi do un consiglio; Andate pure in montagna e anche su su<br />
sulle crode/ ma non abbiate paura dall’orso, ma dalle lumache!<br />
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