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Tecnologie Alimentari 5 Giugno e Luglio 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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Integratori alimentari,<br />

un settore destinato a crescere<br />

Il mercato europeo<br />

si apre ai “novel food”<br />

Le potenzialità dei nanomateriali<br />

contro le contaminazioni incrociate<br />

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sommario<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 GIUGNO/LUGLIO <strong>2017</strong><br />

2<br />

4 Aromi in polvere, una nuova linea per il comparto food<br />

Con la creazione di L.R. Industries Spa, viene confermata la qualità della visione<br />

aziendale e rafforzate le prospettive di crescita.<br />

28 Integratori alimentari, un mercato destinato a crescere<br />

Un settore da 122 miliardi di dollari che nell’ultimo decennio è cresciuto<br />

mediamente del 7,9%. Diversi i tipi di ingredienti che possono costituire<br />

un integratore: tra questi, vitamine, composti minerali, aminoacidi e acidi<br />

grassi di olio di pesce e omega 3, probiotici, proteine ed enzimi.<br />

34 Lo staff commerciale export si confronta sulle nuove<br />

potenzialità<br />

AromataGroup ha riunito i suoi commerciali per presentare la nuova realtà allargata<br />

e le accresciute potenzialità sui mercati internazionali.<br />

42 Il mercato europeo si apre ai “novel food”<br />

Il nuovo regolamento Ue faciliterà l’ingresso di prodotti provenienti da paesi<br />

extracomunitari, velocizzando la procedura di autorizzazione e garantendo<br />

al contempo la massima sicurezza.<br />

52 Sicurezza e integrità dell’alimento: primo obiettivo<br />

di impiantista e produttore<br />

Nella gestione di temperatura e umidità il progettista, l’installatore, il manutentore<br />

e il committente devono dialogare tra loro e individuare insieme la corretta<br />

metodologia di lavoro. Per raggiungere lo scopo comune: la produzione e la vendita<br />

di cibo sano.<br />

IN COPERTINA<br />

Aromi in polvere, una nuova linea per il comparto food 4<br />

EDITORIALI<br />

Macchine packaging ancora in crescita trainate dal food and beverage (F. Goi) 9<br />

A tavola in connessione perpetua (F. Bray) 11<br />

ATTUALITÀ<br />

Salumi: l’export traino irrinunciabile 12<br />

News fatti, persone, aziende 14<br />

APPUNTAMENTI<br />

Il made in Italy protagonista ad Anuga 22<br />

News appuntamenti 25<br />

INGREDIENTI<br />

Integratori alimentari, un mercato destinato a crescere (G. Tamburini) 28<br />

Lo staff commerciale export si confronta sulle nuove potenzialità (F. Goi) 34<br />

News ingredienti 36<br />

GLOBAL WATCH<br />

Il cake e le sue dolci varianti 38<br />

ENERGIA<br />

News energia 40<br />

pag. 28<br />

pag. 42<br />

pag. 4<br />

pag. 34<br />

pag. 52<br />

SICUREZZA<br />

Il mercato europeo si apre ai “novel food” (L. Leali) 42<br />

Origine in etichetta: presto l’obbligo per pasta<br />

e riso (G. Favagrossa, M. Scorsone) 46<br />

News sicurezza 48<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Le potenzialità dei nanomateriali contro le contaminazioni incrociate (F. Bray) 50<br />

IMPIANTI E COMPONENTI<br />

Sicurezza e integrità dell’alimento: primo obiettivo di impiantista<br />

e produttore (Assofrigoristi) 52<br />

News componenti 57<br />

Prodotti e servizi 4.0 a supporto del progettista 58<br />

AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE<br />

News automazione 60<br />

News strumentazione 61<br />

PACKAGING<br />

I 20 anni del Conai: così il rifiuto è diventato un’opportunità 62<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 64


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L.R. Industries S.p.A.<br />

in copertina<br />

Con la creazione<br />

di L.R. Industries S.p.A.,<br />

viene confermata<br />

la qualità della vision<br />

aziendale e rafforzate<br />

le prospettive di crescita.<br />

AROMI IN POLVERE, UNA NUOVA<br />

LINEA PER IL COMPARTO FOOD<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

4<br />

pio. Dai gusti intensi e decisi come paprika, curry, senape,<br />

ai gusti dolci e delicati come fragola, vaniglia,<br />

arancia, i nostri Powder Flavours completano ogni tipologia<br />

di prodotto finito conferendo un sapore determinante.<br />

Ciascun aroma è il risultato di una combinazione<br />

di materie prime e di uno studio attento e<br />

preciso affinché si possa parlare di unicità e garanzia di<br />

qualità. Il sapore gioca un ruolo determinante negli<br />

alimenti da noi consumati ogni giorno, L.R. Industries<br />

S.p.A. si impegna a garantirlo sempre nel tempo con<br />

costanza e determinazione.<br />

NUOVI SETTORI IN CRESCITA<br />

Consolidati i settori del Beverage, Sweet e Savoury, L.R.<br />

è sempre più in crescita anche per i settori dedicati al<br />

Health & Nutrition, Liquidi E-Cig e Cosmetico.<br />

Health & Nutrition: i laboratori formulano profili aromatici<br />

idonei per il comparto nutraceutico, gli integratori<br />

alimentari rappresentano un importante fetta del settore.<br />

L.R., azienda specializzata da anni nella creazione e<br />

produzione di aromi alimentari e nel commercio di oli<br />

essenziali per il comparto Food, oggi si rinnova in L.R.<br />

Flavours & Fragrances Industries S.p.A., inaugurando<br />

una nuova sede a Brescia che ne testimonia non solo<br />

la serietà e la solidità, ma anche le prospettive di crescita<br />

e la qualità della vision aziendale.<br />

A fronte dei successi conseguiti nell’ambito degli aromi<br />

liquidi naturali e sintetici, L.R. oggi ha sviluppato gli<br />

aromi in polvere, una nuova e ampia linea che sta conquistando<br />

uno spazio importante nel comparto Food.<br />

Attraverso un attento ed esclusivo processo produttivo,<br />

una selezione accurata di materie prime e una alta tecnologia<br />

impiegata, i nostri laboratori realizzano profili<br />

aromatici in polvere caratterizzati da un gusto intenso<br />

e da un olfatto unico.<br />

Utilizzati per qualsiasi campo d’impiego, gli aromi in<br />

polvere giocano un ruolo determinante in molte tipologie<br />

di prodotti richiesti dai clienti, in particolar modo<br />

gli snack salati rappresentano un segmento molto amwww.interprogettied.com


L.R. Industries S.p.A.<br />

Lo staff di L.R. Industries S.p.A.<br />

fili aromatici che garantiscono sapore<br />

e odore di ogni tipologia, dalle note<br />

fruttate come fragola, ananas, passion<br />

fruit, alle note verdi e fresche<br />

come menta, timo, eucalipto.<br />

I laboratori di ricerca e sviluppo di<br />

L.R. Industries S.p.A. sono sempre<br />

pronti a fornire qualsiasi tipo di consulenza,<br />

sia da un punto di vista<br />

tecnico che documentale. Halal,<br />

Kosher, FDA, Bio Comply, sono alcuni<br />

riferimenti che di solito l’azienda<br />

fornisce ai clienti al fine di soddisfarli<br />

nella realizzazione dei loro<br />

progetti più ambiziosi.<br />

Nel campo degli alimenti è sempre<br />

più richiesto l’esecuzione di panel<br />

test, attraverso la selezione di un<br />

gruppo di assaggiatori abili a descrivere<br />

oggettivamente le caratteristi-<br />

Chi è L.R. Industries S.p.A.<br />

Unità produttiva divisione Fragranze<br />

Via Mongibello, 89/A<br />

Zona Industriale Piano Tavola<br />

95032 Belpasso (CT)<br />

Unità produttiva divisione Aromi<br />

Via Alessandro Molinari, 4<br />

Zona Industriale<br />

95045 Misterbianco (CT) - Italy<br />

Tel.: +39 095 7135944 - +39 095 7131050<br />

Fax: +39 095 7135356<br />

Uffici Commerciali Nord Italia<br />

Borgo Pietro Wührer, 123<br />

25123 Brescia (BS)<br />

E-mail: info@lrindustries.it<br />

Web site: lrindustries.it<br />

Liquidi E-Cig: settore che occupa<br />

uno spazio sempre più rilevante sul<br />

mercato. Dai gusti classici come menta,<br />

vaniglia, limone, ai più insoliti<br />

come marshmallow, cheescake, mojito,<br />

crackers, alle note aromatiche che<br />

rappresentano le caratteristiche e<br />

tradizioni di un territorio come cassata,<br />

babà & rum, cannolo.<br />

Cosmetico: dai balsamo labbra, ai<br />

dentifrici, ai colluttori, forniamo prowww.interprogettied.com<br />

Sede di L.R. Industries a Belpasso (CT)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

5


L.R. Industries S.p.A.<br />

Aromi in polvere, una nuova linea<br />

produttiva per il Food<br />

- effettuare un controllo di qualità<br />

- verificare la stabilità e persistenza<br />

nel tempo<br />

- evidenziare eventuali aspetti da<br />

migliorare<br />

Si tratta di una analisi sensoriale che<br />

valuta le caratteristiche di un prodotto<br />

di qualsiasi natura attraverso l’uso<br />

dei sensi (vista, olfatto, gusto, tatto<br />

e udito). Lo scopo di tale strumento,<br />

molto utilizzato nell’industria alimentare,<br />

è quello di studiare la relazione<br />

tra le caratteristiche sensoriali e le<br />

sensazioni che queste suscitano sia<br />

sotto il profilo qualitativo che quello<br />

quantitativo; delineare un profilo sensoriale<br />

in grado di descrivere in modo<br />

univoco ed obiettivo quel prodotto.<br />

L.R., oltre a confermarsi sempre più<br />

presente nei mercati nazionali, gioca<br />

un ruolo determinante anche nei<br />

mercati internazionali. Nell’ultimo<br />

anno L.R. Industries S.p.A. ha registrato<br />

una crescita notevole sia nei<br />

mercati europei che extraeuropei,<br />

grazie al supporto di una efficiente<br />

squadra che garantisce con rapidità<br />

risposte chiare e precise alle diverse<br />

richieste dei clienti, proponendosi<br />

sempre innovativa moderna e al<br />

passo con le tendenze del mercato.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

06<br />

che organolettiche di un prodotto.<br />

Il team L.R., sempre pronto alle<br />

nuove esigenze del mercato, si impegna<br />

nell’esecuzione di tale disciplina<br />

tecnico scientifica per valutare<br />

con attenzione i profili aromatici<br />

realizzati all’interno dei nostri laboratori<br />

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& Bev (strumentazione e processo, efficienza impianti/MES,<br />

sicurezza alimentare, energy management, direttiva macchine,<br />

packaging ecc.) fa tappa a Verona.<br />

Le opportunità per aziende e operatori si moltiplicano, grazie<br />

alla concomitanza con mcT Visione e Tracciabilità (logistica<br />

e identificazione automatica) e SAVE, a coinvolgere il mondo<br />

delle tecnologie per l’automazione, la strumentazione e la<br />

sensoristica.<br />

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editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|Francesco Goi<br />

Le statistiche di quest’anno inerenti i settori di punta del Made in Italy sono generalmente positive: la ripresa è<br />

in atto e talvolta è superiore alle previsioni.<br />

Questa tendenza trova conferma nel settore delle macchine per il packaging, uno dei settori più vitali anche<br />

negli anni della crisi.<br />

Nel 2016 il comparto ha fatto registrare una crescita del 6,6%, superando i 6,6 milioni di euro. Positivi anche<br />

i dati dell’esportazione e quelli riguardanti il mercato interno. L’export rappresenta l’80% del giro d’affari, ma<br />

anche il mercato interno ha confermato notevoli segnali di ripresa con un incremento del 10% rispetto al 2015.<br />

L’importanza dell’esportazione si può riassumere in un unico dato significativo: una macchina su cinque venduta<br />

nel mondo è italiana. Il successo dell’esportazione si esprime in tutti i continenti: l’Unione Europea, con<br />

il 37,2% del totale, è il principale mercato di destinazione, ma anche i risultati ottenuti nelle altre regioni sono<br />

particolarmente rilevanti: Asia (23,4% del fatturato), Nord America (11,2%), Sud America (9,6%), Europa<br />

Extra-UE (9,4%), Africa e Oceania (9,2%).<br />

MACCHINE PACKAGING<br />

ANCORA IN CRESCITA TRAINATE<br />

DAL FOOD AND BEVERAGE<br />

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Per l’andamento del mercato interno sembrano determinanti gli incentivi previsti nel piano Industria 4.0.<br />

I settori Food and Beverage, naturalmente, sono alla base dei successi delle tecnologie per il packaging: il Food<br />

rappresenta il primo settore cliente, assorbendo il 30% del fatturato, mentre il Beverage occupa la seconda<br />

posizione con il 27,6%. Il tabacco e la farmaceutica costituiscono altri settori applicativi interessanti, ma forniscono<br />

un contributo inferiore.<br />

Contrariamente a quanto accade in altri settori, le 51 aziende di dimensioni maggiori (con fatturati superiori a<br />

25 milioni di euro) rivestono un’importanza prioritaria per l’export (68% del totale), mentre quelle con fatturato<br />

inferiore ai 6 milioni di euro sono le più numerose (66,4%), ma contribuiscono solo per il 9,7%.<br />

Il consolidamento delle cifre d’affari su tutti i mercati giustifica previsioni ottimistiche per l’anno in corso e il<br />

biennio successivo: secondo il centro studi Ucima dovrebbe realizzarsi nel prossimo triennio un ulteriore incremento<br />

delle vendite di macchine packaging del 5%, un risultato molto importante per chi è già leader e cresce<br />

da tanti anni.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

9


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e<br />

Ttecnico<br />

|di Franco Bray<br />

editoriale tecnico<br />

Condividere un pasto con amici e colleghi, riunirsi per festeggiare sono attitudini sempre più diffuse, in cui<br />

spesso le scelte del menù sono influenzate dal contesto sociale.<br />

Mangiare frequentemente insieme ad altri è diventato determinante per costruire e mantenere le relazioni<br />

sociali. A questa tendenza crescente partecipano anche i social media. Il pasto si traduce allora in un avvenimento<br />

che viene accompagnato da foto e short film e, come risultato, vengono coinvolti ristoranti, menù<br />

e messaggi pubblicitari.<br />

In sostanza le nostre preferenze finiscono per convergere con quelle dei social connector. A partecipare alle<br />

nostre scelte, infatti, non è solo chi si trova seduto a tavola con noi, ma le centinaia di persone in connessione<br />

tramite un semplice clic. Questa “rivoluzione” è resa possibile dall’uso dello smartphone, attraverso il<br />

quale i social media operano come food inspiration e indiretti partner degli stessi brand. In sostanza, il cibo<br />

A TAVOLA IN<br />

CONNESSIONE PERPETUA<br />

ha una funzione relazionale sempre maggiore, grazie alla sua peculiare capacità di aggregare le persone.<br />

Ma grazie al web, che per definizione ha la funzione di mettere in relazione, la gratificazione viene incrementata,<br />

allargando la partecipazione ai follower on line, oltre che ai diretti commensali. E oggi quindi è il<br />

social web, attraverso lo smartphone, un nuovo luogo per godere l’esperienza conviviale del cibo.<br />

A dispetto di una privacy che pare perdere progressivamente d’importanza, il pasto comune è diventato<br />

un rito per celebrare occasioni importanti o semplicemente approfondire una relazione in presenza della<br />

connessione perpetua.<br />

Ma il tutto in un contesto ben diverso da quello creato dalla comunicazione diretta, faccia a faccia, dove<br />

il recupero della conversazione inizia da quello della nostra attenzione, magari con la partecipazione della<br />

serotonina, l’happy proteina benefica, apportata da un corretto comportamento alimentare.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

11


attualità<br />

Il valore record<br />

delle esportazioni<br />

(1,4 miliardi di euro,<br />

+4,8%) e il rafforzamento<br />

della presenza di prodotti<br />

della salumeria italiana<br />

sui mercati internazionali<br />

compensano la debolezza<br />

dei consumi interni. I dati<br />

della ricerca presentata<br />

all’assemblea di Assica.<br />

Il presidente di Assica<br />

Nicola Levoni<br />

SALUMI:<br />

L’EXPORT TRAINO<br />

IRRINUNCIABILE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

12<br />

Nel corso dell’assemblea annuale, che si è tenuta recentemente<br />

a Roma, Assica – l’Associazione industriali delle<br />

carni e dei salumi – ha presentato i dati economici di un<br />

settore, quello dei salumi, che nonostante gli scenari internazionali<br />

non favorevoli e una crisi dei consumi interni che<br />

persiste ormai da anni, riesce ad avere sui mercati esteri<br />

sbocchi interessanti registrando numeri positivi. Anche sul<br />

fronte interno, gli italiani non rinunciano ai salumi: la produzione<br />

e il fatturato infatti sono sostanzialmente stabili.<br />

Le aziende associate ad Assica rappresentano oltre 80%<br />

del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate<br />

(salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati) pari<br />

a circa 8 miliardi di euro. Di questi, 1,4 miliardi di euro<br />

sono provenienti dall’export.<br />

“Il 2016 è stato un anno ancora molto complesso per i<br />

produttori di salumi”, ha commentato Nicola Levoni, presidente<br />

di Assica dal 2015 e riconfermato alla presidenza<br />

per un altro biennio. Il settore, come il resto del comparto<br />

alimentare, ha continuato ad essere penalizzato dalla debolezza<br />

dei consumi interni. Le problematiche internazionali<br />

che abbiamo dovuto fronteggiare sono state molteplici.<br />

Nel corso dei mesi sono cresciute le preoccupazioni per le<br />

diffuse tensioni geopolitiche, che hanno generato approcci<br />

difensivi improntati al protezionismo e al nazionalismo con<br />

esiti importanti anche nelle economie avanzate, come nel<br />

caso di Brexit, dell’elezione del presidente Trump negli Usa e<br />

della conferma dell’embargo adottato nell’agosto 2014 dal<br />

presidente russo Putin, in conseguenza alla crisi Ucraina”.<br />

“Per fronteggiare questi scenari internazionali siamo<br />

consapevoli che l’export è un traino irrinunciabile”, ha<br />

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attualità<br />

continuato Levoni. Assica ha lavorato<br />

fianco a fianco con le nostre<br />

Istituzioni e con quelle europee per<br />

sostenere il fondamentale lavoro<br />

che svolgono sia sul fronte tecnico<br />

sanitario, sia in ambito commerciale<br />

e agroalimentare e non da ultimo sul<br />

piano della diplomazia economica.<br />

Anche grazie all’attività della nostra<br />

associazione, il 2016 ha registrato<br />

buone performance di esportazioni<br />

di salumi, raggiungendo il valore record<br />

di 1,4 miliardi di euro (+4,8%),<br />

e il rafforzamento della presenza di<br />

prodotti della salumeria italiana sui<br />

mercati internazionali con l’apertura<br />

di nuovi sbocchi commerciali in aree<br />

di valenza strategica per l’agroalimentare<br />

italiano come il continente<br />

nordamericano e l’Asia”.<br />

Nel corso dell’Assemblea di Assica, è<br />

stata presentata la Ricerca Censis sul<br />

valore sociale dei salumi. Dalla ricerca<br />

emergono elementi molto positivi, in<br />

particolare che i salumi sono alimenti<br />

di tutti e per tutti. “Sono 51,6 milioni<br />

gli italiani che mangiano i salumi.<br />

Nell’ultimo anno ha consumato prodotti<br />

di carne di maiale (dai salami ai<br />

prosciutti, dalle salsicce all’arista) ben il<br />

96% degli italiani maggiorenni, di cui<br />

il 59,7% regolarmente (una o più volte<br />

alla settimana) e il 36,3% di tanto in<br />

tanto (qualche volta al mese), mentre<br />

solo il 4% dichiara di non fruirne mai.<br />

Sono alimenti che hanno conquistato<br />

molto tempo fa, per non lasciarlo più,<br />

un posto fondamentale nei carelli della<br />

spesa, nelle dispense e sulle tavole<br />

degli italiani. Le elevate quote di consumatori<br />

di salumi e di carne di maiale<br />

indicano la capacità dei prodotti<br />

del settore di adattarsi alle esigenze<br />

specifiche di soggettività molto diverse<br />

tra loro. E attestano che la grande<br />

articolazione di tipologie dei prodotti<br />

del settore soddisfa un insieme differenziato<br />

di gusti e di disponibilità economiche”,<br />

ha precisato Massimiliano<br />

Valerii, Direttore Generale Censis.<br />

Nel 2016, l’Italia ha conquistato la<br />

leadership mondiale per le esportazioni<br />

di preparazioni e conserve<br />

I numeri del settore<br />

Lieve flessione della produzione (-0,2%) e del<br />

fatturato (-0,1%)<br />

Nel 2016 la produzione di salumi è stata stabile<br />

attestandosi a 1,174 milioni di tonnellate da<br />

1,176 dei dodici mesi precedenti (-0,2%).<br />

A fronte della lieve contrazione delle quantità<br />

prodotte il valore della produzione è rimasto<br />

fermo a 7.875 milioni di euro.<br />

L’insieme delle produzioni del comparto (salumi,<br />

grassi lavorati, altre carni conservate) ha presentato<br />

un fatturato lievemente inferiore (-0,1%) a quello<br />

del 2015 con 8.179 milioni di euro.<br />

Prosciutto cotto sorpassa il crudo nella produzione<br />

Ancora una crescita nella produzione di prosciutto<br />

cotto. Grazie allo stimolo ancora forte esercitato dalla<br />

crescita delle esportazioni, la produzione è salita<br />

a 290 mila tonnellate (+0,4%) per un valore di<br />

1.962 milioni di euro (-0,1%). Il prosciutto cotto si<br />

è confermato così il principale salume prodotto nel<br />

2016 con riferimento ai volumi. Anno positivo anche<br />

se in lieve flessione invece per i prosciutti crudi<br />

stagionati. Dopo il rimbalzo mostrato nel corso del<br />

2015 la produzione di prosciutto crudo stagionato<br />

è tornata a segnare un piccolo aggiustamento,<br />

registrando un -0,6% in quantità per 285.200 ton<br />

suine, superando la Germania. Lo<br />

storico sorpasso è avvenuto soprattutto<br />

grazie alla crescita della<br />

quota detenuta dall’Italia nei primi<br />

tre mercati di sbocco – Germania,<br />

Francia e Regno Unito – che, complessivamente,<br />

rappresentano<br />

quasi la metà del valore generato<br />

dalle vendite all’estero dei salumi<br />

nostrani. Questa l’analisi presentata<br />

da Raffaele Borriello, Direttore<br />

Generale dell’Ismea. “I salumi italiani<br />

vincono il confronto competitivo,<br />

pur posizionandosi su una fascia alta<br />

di prezzo”, ha affermato Borriello.<br />

“Il posizionamento dei prodotti italiani<br />

è nel segmento premium, ma lo<br />

scenario competitivo è più articolato<br />

e soprattutto con notevoli prospettive<br />

di espansione anche in considerazione<br />

dell’apertura di due mercati<br />

rilevanti, come Usa e Canada, a<br />

seguito del superamento di importanti<br />

barriere sanitarie. Significativo<br />

anche il caso del Giappone che, nel<br />

2016, ha complessivamente ridotto<br />

e un +0,2% in valore per 2.173 milioni di euro.<br />

La quota di prosciutti crudi e cotti, prodotti leader<br />

del settore, si è così mantenuta sul 49% in quantità<br />

e sul 52,5% in valore.<br />

Export in crescita<br />

Nel 2016 le esportazioni di salumi italiani hanno<br />

fatto registrare un +6,3% per 173.210 ton e un<br />

+4,8% per 1,4 miliardi di euro.<br />

Export Ue<br />

Ottimo anno per le esportazioni di salumi verso<br />

la Ue che ha registrato un +6,3% in quantità per<br />

oltre 141.090 tonnellate e un +5,4% in valore<br />

per più di 1.104,7 milioni di euro. All’interno<br />

della Ue un contributo positivo è arrivato da tutti<br />

i nostri principali partner commerciali con la sola<br />

eccezione dell’Austria. Molto vivace in particolare<br />

il trend evidenziato dalla Spagna.<br />

Export extra Ue<br />

In crescita gli scambi con i Paesi extra Ue. Nel<br />

corso del 2016, infatti, le esportazioni verso i<br />

Paesi terzi sono salite a quota 32.121 tonnellate<br />

dalle 30.243 tonnellate (+6,2%) del 2015 per<br />

un valore di 310,9 milioni di euro (+3,0%).<br />

dell’8% gli acquisti dall’estero di salumi,<br />

mentre i flussi dall’Italia sono<br />

risultati in aumento del 7%: segnale,<br />

questo, di una capacità competitiva<br />

in grado di spingersi anche oltre le<br />

tendenze del mercato-target”.<br />

L’analisi Ismea presentata in Assemblea<br />

ha evidenziato, inoltre, che<br />

la Germania ha incrementato i propri<br />

acquisti dall’Italia (+4% in valore nel<br />

2016) a discapito dei concorrenti spagnoli<br />

(-3%) e che, in Francia, i salumi<br />

italiani hanno guadagnato terreno<br />

(+7%) nei confronti dei produttori<br />

tedeschi (-7%). Complessivamente,<br />

negli ultimi cinque anni le esportazioni<br />

italiane di preparazioni e conserve<br />

suine sono cresciute del 27% in<br />

valore: oltre la metà è rappresentata<br />

dai prosciutti stagionati (692 milioni<br />

di euro nel 2016).<br />

A seguire, con poco meno di un terzo,<br />

salami e insaccati (417 milioni di<br />

euro nel 2016) e i prosciutti cotti con<br />

una quota pari al 10% in valore (134<br />

milioni di euro nel 2016).<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

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13


news [fatti, persone, aziende]<br />

ACCORDO CETA: PIÙ TUTELA PER I SALUMI DOP E IGP ITALIANI<br />

Con l’approvazione, nel febbraio scorso, da parte del Parlamento<br />

Europeo, il “Comprehensive Economic and Trade Agreement -<br />

Ceta”, l’accordo di libero scambio tra l’Ue il Canada sta entrando<br />

nelle fasi conclusive degli iter legislativi che lo porteranno a essere<br />

definitivamente attuativo.<br />

Isit (Istituto Salumi Italiani Tutelati), associazione di riferimento dei<br />

Consorzi di Tutela dei salumi Dop e Igp – che associa, ad oggi, 16<br />

Consorzi e vanta una grande rappresentatività nel comparto delle<br />

produzioni tutelate – esprime una valutazione positiva dell’accordo,<br />

che consentirà una tutela dei propri prodotti e una loro maggiore<br />

riconoscibilità in difesa del consumatore finale. Questo in<br />

particolare, per quei prodotti, come il Prosciutto di San Daniele e il<br />

Prosciutto Toscano, che potranno finalmente utilizzare la propria<br />

denominazione (preclusa fino a oggi), anche se continueranno a<br />

essere presenti sul mercato e coesistere i marchi canadesi registrati<br />

precedentemente.<br />

Il Canada rientra infatti tra quei Paesi, come gli Usa, regolati dal<br />

diritto anglosassone e che pertanto, basandosi sul sistema del marchio<br />

di impresa, si sono sempre opposti a un riconoscimento del<br />

sistema Eu di qualità dei prodotti Dop e Igp.<br />

“L’accordo, anche se frutto di inevitabili compromessi, rappresenta<br />

Foto Consorzio Cacciatore<br />

un risultato sicuramente positivo nel percorso di salvaguardia dei<br />

prodotti della salumeria tutelata, nonché di trasparenza e corretta<br />

informazione nei confronti del consumatore finale sull’origine<br />

dei prodotti”, commenta Lorenzo Beretta, presidente di<br />

Isit. “Vediamo con estrema positività”, continua Beretta, “che<br />

un Paese nordamericano riconosca il principio delle Indicazioni<br />

Geografiche e delle relative denominazioni, offrendo così un valido<br />

strumento di tutela sul mercato canadese. Ricordiamo che la<br />

crescita dei nostri prodotti è sempre più legata alle esportazioni<br />

nei Paesi Terzi e gli accordi di libero scambio portati avanti dall’Unione<br />

europea diventano sempre più in modo evidente strumenti<br />

fondamentali per l’apertura di nuovi mercati”.<br />

Tra i Consorzi aderenti a Isit e inseriti nell’accordo figurano: il<br />

Consorzio Mortadella Bologna, il Consorzio Zampone e Cotechino<br />

Modena Igp, il Consorzio del Prosciutto di San Daniele, il<br />

Consorzio del Prosciutto Toscano, il Consorzio Tutela Speck Alto<br />

Adige, il Consorzio del Culatello di Zibello, il Consorzio per la<br />

Tutela del nome Bresaola della Valtellina e il Consorzio del<br />

Prosciutto di Modena.<br />

L’Italia si distingue per un patrimonio unico in termini di produzioni<br />

tutelate, di cui ben 41 salumi (21 Dop e 20 Igp). Isit oggi<br />

associa 16 Consorzi di tutela in rappresentanza di 22 eccellenze<br />

Dop e Igp: Consorzio Cacciatore, Consorzio del Culatello di<br />

Zibello, Consorzio del Prosciutto di Carpegna Dop, Consorzio del<br />

Prosciutto di Modena, Consorzio del Prosciutto di San Daniele,<br />

Consorzio del Prosciutto Toscano, Consorzio del Salame di Varzi,<br />

Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP, Consorzio di<br />

Tutela del Salame Felino Igp, Consorzio di Tutela della Coppa di<br />

Parma Igp, Consorzio Mortadella Bologna, Consorzio per la Tutela<br />

del nome Bresaola della Valtellina, Consorzio Salame Brianza,<br />

Consorzio Salumi Dop Piacentini, Consorzio Tutela Speck Alto<br />

Adige, Consorzio Zampone e Cotechino Modena Igp.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

14<br />

PIERLUIGI TOSATO VICEPRESIDENTE DI ASSITOL<br />

Il consiglio generale di Assitol, nella persona del suo presidente Marcello Del Ferraro,<br />

ha nominato Pierluigi Tosato vicepresidente dell’associazione per l’esercizio in corso.<br />

Assitol è l’Associazione italiana dell’industria olearia che rappresenta e tutela nelle<br />

diverse sedi nazionali, comunitarie e internazionali le imprese industriali che operano<br />

nel settore delle materie grasse e dei prodotti derivati.<br />

Questo importante ulteriore riconoscimento al manager italiano, già alla guida<br />

della multinazionale Deoleo, consentirà di apportare un importante contributo<br />

operativo all’associazione.<br />

Deoleo, attraverso la controllata Carapelli Spa, commercializza in Italia i marchi<br />

di olio più storici conosciuti e apprezzati dalle famiglie Italiane, come Carapelli,<br />

Bertolli, Sasso, Maja, Friol, San Giorgio oltre alle linee di aceti Sasso.<br />

Pierluigi Tosato, manager di grande esperienza, già a capo di multinazionali come<br />

San Benedetto e Bolton, potrà dare un contributo di visione internazionale all’associazione<br />

capitalizzando tutte le esperienze e andamenti di mercato nei diversi<br />

paesi del mondo.<br />

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prodotto ed eliminando i composti volatili indesiderati.<br />

15


news [fatti, persone, aziende]<br />

MACCHINE ALIMENTARI: AUMENTANO PRODUZIONE ED EXPORT<br />

I prodotti della tavola italiana, la cui fama<br />

corre per il mondo, vengono lavorati, preparati,<br />

conservati e cucinati dalle tecnologie<br />

alimentari made in Italy. Un settore che nel<br />

2016 ha registrato un valore di produzione<br />

pari a 4,9 miliardi di euro. Di questi il<br />

66%, pari a 3,2 miliardi di euro, è richiesto<br />

all’estero. I lavoratori impiegati sono 22<br />

mila. Le previsioni <strong>2017</strong> leggono un trend<br />

positivo nel corso del prossimi mesi con un<br />

incremento sia a livello produttivo (+0,7%)<br />

che nell’export (+0,8%). Non si registrano<br />

segni negativi in nessuna delle declinazioni<br />

del macrosettore alimentare dell’industria<br />

meccanica italiana.<br />

(+0,5%) rispetto all’anno precedente e si<br />

prevede rimarranno sugli stessi livelli anche<br />

nel corso del <strong>2017</strong>. Le aziende italiane dimostrano<br />

di avere i mezzi per superare una<br />

fase dell’economia che rimane pur sempre<br />

difficile grazie a investimenti specifici sul<br />

marchio e sull’innovazione, capisaldi dell’ingegno<br />

e della forza produttiva che il mondo<br />

intero riconosce al settore.<br />

“Ci aspettiamo dai giorni della manifestazione<br />

Host un nuovo vigore per qualità e<br />

quantità della presenza dei buyer esteri.<br />

La qualità della nostra merce è attraente,<br />

crediamo di poter contribuire alla buona<br />

riuscita della fiera così come abbiamo<br />

caratterizza tutti i comparti operanti in<br />

Assofoodtec e che esplicita al meglio la capacità<br />

di tante aziende italiane di sviluppare<br />

tecnologie e prodotti innovativi che possano<br />

supportare la tradizione e l’esportazione<br />

della cucina italiana in tutto il mondo.<br />

Continueremo a lavorare con Host affinché<br />

tutto questo sia rappresentato al meglio ai<br />

visitatori internazionali come fattore distintivo<br />

delle tecnologie food made in Italy”.<br />

Le produzione di macchine per caffè espresso<br />

professionali, rappresentate dall’associazione<br />

Ucimac/Assofoodtec, nel 2016 è<br />

cresciuta (+1,2%) grazie al mercato estero.<br />

Nel corso del <strong>2017</strong> si prevede un’ulteriore<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

La fiera Host (Fieramilano, 20-24 ottobre<br />

<strong>2017</strong>), alla quale fanno da protagoniste le<br />

associazioni dei produttori delle tecnologie<br />

alimentari federate ad Anima, Assofoodtec<br />

e Fiac, ospita gran parte delle aziende associate<br />

e appartenenti ai comparti degli articoli<br />

casalinghi, delle macchine per caffè espresso,<br />

delle attrezzature frigorifere per il commercio,<br />

delle affettatrici, tritacarne e affini.<br />

Il valore della produzione degli articoli casalinghi<br />

nel 2016 è cresciuto rispetto all’anno<br />

precedente (+0,3%). Per il <strong>2017</strong> si prevede<br />

una situazione di stabilità. L’occupazione nel<br />

2016 è leggermente aumentata (+0,3%) e<br />

si prevede stabile nel corso del <strong>2017</strong>. Alcune<br />

aziende riescono, grazie alle esportazioni, a<br />

mantenere un livello di fatturato sufficiente<br />

a garantire una competitività più che accettabile<br />

su diversi mercati. Nel complesso<br />

le esportazioni nel 2016 sono aumentate<br />

aspettative alte a livello commerciale. Fiac<br />

e i suoi produttori determinano la salubrità<br />

del cibo in padelle e pentole controllate<br />

fase per fase nelle nostre fabbriche. La sfida<br />

quotidiana che affrontiamo riconsegna<br />

al consumatore un prodotto sicuro, controllato<br />

e unico. Italiano in una parola”,<br />

dichiara Andrea Barazzoni, presidente<br />

dell’associazione Fiac.<br />

Gli fa eco Marco Nocivelli, presidente<br />

Assofoodtec, che ribadisce “l’urgente necessità<br />

di fare sistema tra imprese e fiere.<br />

Non ci possiamo concedere il lusso di un<br />

sorpasso da parte di competitor esteri che<br />

possono contare su una macchina di manifestazioni<br />

dal respiro internazionale. La<br />

parte produttiva contribuisce alla crescita<br />

del Paese e ha bisogno di una vetrina che<br />

ne mostri le eccellenze e l’affidabilità. ‘Great<br />

Technologies for Great Food’ è il motto che<br />

incremento (+1,2%). Complessivamente<br />

nel 2016 le esportazioni sono aumentate<br />

(+1,1%) e si confermerà il trend anche nel<br />

corso del <strong>2017</strong> (+1%). I principali mercati<br />

di destinazione restano quelli europei, ma<br />

si evidenzia una quota considerevole verso<br />

i paesi dell’area asiatica, in particolare verso<br />

Corea del Sud e Cina.<br />

Le attrezzature frigorifere per il commercio<br />

hanno chiuso il 2016 con una crescita del<br />

valore della produzione (+0,6%). Secondo<br />

le previsioni, il <strong>2017</strong> potrebbe presentare<br />

un’ulteriore crescita (+0,7%). Le esportazioni,<br />

destinate in larga parte ai mercati europei,<br />

nel corso del 2016 sono aumentate<br />

(+2,4%) e si prevede possano crescere ulteriormente<br />

nel <strong>2017</strong> (+0,9%). Il produttore<br />

italiano, in questo caso, trae beneficio da<br />

una più specifica conoscenza del mondo<br />

del food. Ciò consente lo sviluppo di inno-<br />

16<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

vazioni tecnologiche sui propri prodotti e il<br />

mantenimento della leadership mondiale.<br />

Si recupera così, sulla qualità, il gap verso<br />

altre realtà concorrenziali che traggono un<br />

vantaggio competitivo dalla manodopera<br />

a basso costo.<br />

Il settore delle affettatrici conclude il 2016<br />

con un valore della produzione in crescita rispetto<br />

all’anno precedente (+1,2%). Il mercato<br />

interno dopo una lunga stagnazione<br />

comincia a mostrare segnali di ripresa. Anche<br />

per il <strong>2017</strong> si prevede una leggera crescita<br />

(+0,8%) rispetto al 2016. Le esportazioni nel<br />

2016 sono cresciute rispetto all’anno precedente<br />

(+0,8%) e si prevede possano crescere<br />

anche nel corso del <strong>2017</strong> (+1,1%).<br />

Macchine e forni per pane, biscotti, pasticceria<br />

e pizza nell’anno 2016 hanno<br />

registrato una crescita (+1,9%) del valore<br />

della produzione, confermando il trend<br />

anche nel <strong>2017</strong> (+1,5%). Anche le esportazioni<br />

nel 2016 sono aumentate (+2,3%)<br />

e costituiscono più della metà del mercato.<br />

Sono rivolte principalmente verso i mercati<br />

europei e asiatici. Molto buona anche la<br />

quota di export verso i mercati dell’Africa.<br />

Nel corso del <strong>2017</strong> si prevede un ulteriore<br />

aumento (+1,1%). Il settore impianti per<br />

l’industria dolciaria ha concluso l’anno 2016<br />

con un aumento del valore della produzione<br />

(+1,2%) e un ulteriore aumento (+1,6%) è<br />

previsto per l’anno <strong>2017</strong>. Le esportazioni,<br />

che assorbono la quasi totalità della produzione,<br />

nel 2016 hanno registrato una crescita<br />

(+1,3%) rispetto all’anno precedente<br />

e si prevedono in aumento (+1,3%) anche<br />

nel corso del <strong>2017</strong>. Le principali destinazioni<br />

sono i paesi asiatici – soprattutto India,<br />

Pakistan e Malesia – paesi verso i quali le<br />

esportazioni sono molto cresciute. Molto<br />

positivo anche l’andamento delle esportazioni<br />

verso gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita.<br />

I due comparti sono rappresentati da Ucma/<br />

Assofoodtec.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

17


news [fatti, persone, aziende]<br />

LARGO CONSUMO: IL “FREE FROM”<br />

PRIMO COMPARTO DEL FOOD<br />

Il 18,7% dei prodotti alimentari si dichiara “senza”<br />

qualcosa: dai grassi agli Ogm, dall’olio di palma ai conservanti.<br />

Sono almeno 13 i claim rilevati dall’Osservatorio<br />

Immagino sulle etichette di oltre 6.700 prodotti,<br />

che in pochi anni sono arrivati a pesare per il 28,4%<br />

sul giro d’affari del food in Italia<br />

Da nicchia per un target dalle particolari esigenze nutrizionali<br />

a mainstream che accomuna tutti i consumatori:<br />

è questo il percorso che sottende all’affermazione dei<br />

prodotti free from, ossia quelli caratterizzati dall’assenza<br />

o dalla riduzione di alcune componenti (come additivi o<br />

zuccheri). Un universo molto variegato che l’Osservatorio<br />

Immagino di GS1 Italy e Nielsen ha scandagliato con<br />

il suo approccio innovativo: andando a rilevare il richiamo<br />

al free from sulle etichette e sul packaging di ben 36<br />

mila prodotti alimentari (esclusi acqua e alcolici) venduti<br />

in super e ipermercati di tutta Italia.<br />

Il risultato? La fotografia di un universo molto diversificato,<br />

sia in termini di merceologie che di “ricette” dei<br />

prodotti. L’Osservatorio Immagino ha individuato<br />

6.711 prodotti presentati come “senza” o “a basso<br />

contenuto” e ha identificato i diversi claim maggiormente<br />

presenti sulle etichette: dal “senza conservanti”<br />

al “senza Ogm”, dal “senza grassi idrogenati” al “poche<br />

calorie”.<br />

La galassia dei prodotti free from l’anno scorso ha superato<br />

i 6 miliardi di euro di vendite (+2,3% sul 2015)<br />

ed è arrivata a pesare per il 28,4% sul giro d’affari totale<br />

del largo consumo alimentare rilevato dall’Osservatorio<br />

Immagino.<br />

“Gli stili di consumo e le scelte di acquisto fatte emergere<br />

dall’Osservatorio Immagino raccontano la nascita<br />

e la crescita di nuovi segmenti che vanno oltre le tradizionali<br />

categorie merceologiche”, dichiara Marco<br />

Cuppini, research and communication director di GS1<br />

Italy. “Il free from ne è il migliore esempio: nato con<br />

pochi prodotti destinati a pochi consumatori, ha ampliato<br />

e segmentato l’offerta arrivando ad assecondare<br />

richieste e tendenze salutistiche sempre più peculiari<br />

e specifiche sia sul fronte della naturalità che del<br />

salutismo”.<br />

Dall’analisi dell’Osservatorio Immagino è emerso che<br />

il claim più diffuso nel mondo dei free from è “senza<br />

conservanti”, presente sull’8,5% dei 36 mila prodotti<br />

alimentari monitorati per una quota complessiva del<br />

12,7% sul giro d’affari complessivo.<br />

Si inseriscono nella stessa attenzione alla riduzione degli<br />

additivi anche il claim “senza coloranti”, che accomuna<br />

il 4,3% dei prodotti, quello “senza OGM” (presente<br />

sull’1,9% delle etichette), il “senza grassi<br />

idrogenati” (1,7%) e il “senza aspartame” (0,1%).<br />

Le vendite a valore di tutti questi prodotti, però, sono<br />

in calo mentre crescono quelle di prodotti caratterizzati<br />

da altri claim, che evidentemente rispecchiano<br />

meglio le nuove sensibilità dei consumatori in fatto di<br />

alimentazione. Come “senza additivi”, presente<br />

sull’1,9% delle etichette e con un business in aumento<br />

annuo del 3,8%.<br />

Bilancio positivo anche per le vendite di prodotti “senza<br />

sale” (+15,2%), “senza olio di palma” (+13,5%),<br />

“senza zuccheri aggiunti” (+10,5%), “senza grassi<br />

saturi” (+6,9%), con “poche calorie” (+3,3%), privi o<br />

a minor contenuto di grassi (+2,2%) o di zuccheri<br />

(+2,1%).<br />

EMILIO FERRARI PRESIDENTE DEI SEMOLIERI EUROPEI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

Emilio Ferrari della Barilla G. e<br />

R. F.lli Spa sarà il nuovo presidente<br />

dell’Unione delle associazioni<br />

dei semolieri dell’Ue<br />

per il biennio <strong>2017</strong>-2018.<br />

L’elezione, su proposta di<br />

Italmopa, associazione industriali<br />

mugnai d’Italia, è avvenuta<br />

nel corso dell’assemblea<br />

generale annuale dell’Unione,<br />

svoltasi a Uzwill il 29 maggio.<br />

Ferrari succede a Jean François<br />

Mas (Gruppo Panzani, Francia).<br />

L’Unione delle associazioni dei<br />

semolieri dell’Ue rappresenta<br />

l’industria europea della prima<br />

trasformazione del frumento<br />

duro per la produzione di<br />

semole destinate essenzialmente<br />

all’industria pastaria,<br />

ma anche alla produzione di<br />

pane di grano duro e di couscous.<br />

Nel corso dell’assemblea<br />

generale, i semolieri europei<br />

hanno effettuato una prima<br />

valutazione delle prospettive<br />

del raccolto mondiale di frumento<br />

duro <strong>2017</strong> che, considerata<br />

la prevista riduzione dei<br />

raccolti in Europa e, in particolare,<br />

in Italia, Canada e Stati<br />

Uniti, dovrebbe far registrare<br />

una diminuzione dei volumi<br />

produttivi. Complessivamente<br />

l’offerta globale di frumento<br />

duro dovrebbe situarsi su livelli<br />

record, tenuto conto del livello<br />

elevato delle scorte di inizio<br />

campagna.<br />

18<br />

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ENSINGER INAUGURA UNA FILIALE IN SUD COREA<br />

Ottava filiale Ensinger in Asia, con ufficio commerciale e magazzino di materiali<br />

plastici semilavorati, la nuova sede si trova nella cittadina di Ilsan nei pressi di Seul.<br />

La filiale Ensinger Korea Ltd si compone dell’ufficio commerciale e del magazzino<br />

per lo stoccaggio dei materiali semilavorati, permettendo così tempi più brevi<br />

di approvvigionamento per i clienti del crescente mercato della Sud Corea. Tra i<br />

settori a cui si rivolgerà la nuova struttura Ensinger, figura anche quello della tecnologia<br />

alimentare. Situata nella zona nord-est dell’area metropolitana di Seul, la<br />

nuova filiale è perfettamente collegata alla capitale oltre che alle città di Incheon,<br />

Ansan, Bucheon e Hwasung, nelle quali sono dislocate le sedi di numerosi gruppi<br />

e aziende operanti nell’industria di processo. Inoltre, Ensinger Korea potrà contare<br />

sul supporto delle infrastrutture di Ensinger Asia Holding a Singapore per<br />

la gestione del rapporto con i clienti. Il team commerciale è guidato dal general<br />

manager Jinho Park, ingegnere delle materie plastiche che, prima di entrare in<br />

Ensinger, ha ricoperto varie posizioni in una società produttrice di materie plastiche<br />

di livello internazionale. Ilsan è l’ottava filiale in Asia per il Gruppo Ensinger, che va<br />

ad affiancare i due impianti di produzione di Cina e Malesia e le filiali commerciali<br />

presenti in Giappone, Cina, Singapore, India e Taiwan.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

BOFROST: UNA SEDE<br />

PIÙ GRANDE A TREVISO<br />

L’amministratore delegato di Bofrost<br />

Italia, Gianluca Tesolin<br />

Bofrost punta sul mercato<br />

della provincia di<br />

Treviso e zone limitrofe,<br />

dove negli ultimi<br />

tre anni ha fatto registrare<br />

un aumento<br />

del fatturato di 1,7<br />

milioni di euro. E la<br />

più importante azienda<br />

italiana di vendita<br />

diretta di alimenti surgelati<br />

intende crescere<br />

ancora: per questo<br />

ha scelto di rinnovare<br />

la propria sede nel<br />

comune di Casale sul<br />

Sile e di assumere 8<br />

nuovi dipendenti come venditori, oltre<br />

a ricercare nuovi collaboratori come<br />

promoter commerciali.<br />

Commenta l’amministratore delegato<br />

di Bofrost Italia Gianluca Tesolin: “La<br />

filiale Bofrost di Casale sul Sile è stata<br />

protagonista di una delle migliori performance<br />

degli ultimi anni e ha ancora<br />

ottimi margini di crescita. Il cambio di<br />

sede è per noi una scelta strategica<br />

che rientra nei programmi di ampliamento<br />

dell’azienda.<br />

Attualmente serviamo<br />

sul territorio 16 mila<br />

clienti e prevediamo<br />

di acquisirne di nuovi<br />

grazie all’assunzione,<br />

nei prossimi mesi, di 8<br />

nuovi dipendenti con<br />

il ruolo di venditori.<br />

Inoltre ricerchiamo<br />

una decina di collaboratori<br />

che opereranno<br />

come promoter commerciali”.<br />

La nuova filiale in via<br />

Martin Luther King,<br />

in un edificio di proprietà<br />

più grande e funzionale della<br />

storica sede precedente, attiva fin dal<br />

1988, è stata inaugurata venerdì 16<br />

giugno. Vi hanno già traslocato i 48<br />

dipendenti attuali – venditori, magazzinieri,<br />

personale amministrativo<br />

e promoter commerciali – e i 33 automezzi<br />

refrigerati che saliranno a 40<br />

per servire la zona di Treviso e alcuni<br />

comuni limitrofi delle province di<br />

Venezia e Padova.<br />

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LA CERTIFICAZIONE<br />

FRIEND OF THE SEA<br />

È DNV GL - Business Assurance il primo ente di certificazione<br />

in Italia ad aver ricevuto l’accreditamento<br />

ufficiale nell’Ue per il rilascio delle certificazioni<br />

dei prodotti ittici proavenienti da acquacoltura secondo<br />

lo schema internazionale Friend of the Sea.<br />

Nato nel 2006 su iniziativa del direttore europeo<br />

dell’Earth Island Institute, Friend of the Sea è oggi<br />

uno dei principali schemi internazionali, l’unico al<br />

mondo che può certificare prodotti provenienti<br />

sia da pesca, sia da acquacoltura, con un unico<br />

marchio di approvazione.<br />

La certificazione Friend of the Sea ha come obiettivo<br />

quello di contribuire alla salute degli oceani<br />

attraverso la promozione di pratiche di pesca<br />

sostenibili, verificando che le società aderenti al<br />

programma pratichino tecniche di pesca selettiva<br />

e riducano l’impatto del loro operato sull’ecosistema.<br />

DNV GL è uno dei principali enti di certificazione<br />

a livello mondiale. Aiuta le aziende a garantire<br />

l’efficienza delle proprie organizzazioni, nonché di<br />

prodotti, personale, strutture e catene di fornitura<br />

attraverso servizi di certificazione, verifica, valutazione<br />

e formazione, affiancandole per consolidare<br />

performance aziendali sostenibili e alimentare la<br />

fiducia da parte degli stakeholder.<br />

20<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

TERRANOVA VINCE IL PREMIO LE FONTI<br />

Terranova ® Srl ha conseguito, lo scorso<br />

giugno, il prestigioso premio Le Fonti<br />

come Eccellenza dell’anno per la categoria<br />

Innovazione & Leadership nel settore della<br />

strumentazione di processo.<br />

Questo riconoscimento, che si annovera tra<br />

i prestigiosi premi internazionali IAIR Awards<br />

ed è patrocinato dall’Unione europea, viene<br />

assegnato annualmente a coloro che si<br />

sono distinti nel proprio ambito operativo<br />

secondo precisi criteri stabiliti dalla commissione,<br />

che fanno riferimento alla capacità<br />

di puntare in maniera continua e strategica<br />

su ricerca, innovazione e qualità.<br />

Un risultato che riempie d’orgoglio tutto<br />

lo staff di Terranova, a partire dal<br />

presidente Enio Valletti e dal general<br />

manager Sergio Valletti, dimostrando<br />

ancora una volta quanto sia solida e<br />

ambiziosa questa realtà tutta italiana.<br />

Terranova nasce infatti, della fusione di tre<br />

storici marchi italiani della strumentazione<br />

di processo: Valcom ® , specializzata nella<br />

Il presidente Enio Valletti<br />

progettazione e produzione di strumenti<br />

per il controllo e la misura delle variabili di<br />

processo che trovano applicazione nell’industria<br />

della cellulosa e carta, ma anche<br />

nel settore navale grazie alla scelta accurata<br />

dei materiali adatti alle condizioni di<br />

impiego; Spriano ® , orientata nel comparto<br />

dei misuratori elettronici di pressione e di<br />

temperatura e ricordata principalmente<br />

per essere stata la prima azienda in Italia a<br />

produrre un regolatore pneumatico, contribuendo<br />

così a un significativo miglioramento<br />

tecnico per l’automazione e il controllo<br />

industriale nei settori della Gomma,<br />

dell’Oil&Gas e <strong>Alimentari</strong>; in ultimo Mec-<br />

Rela ® , il marchio dedicato alle valvole di<br />

controllo che ha fornito e fornisce tutt’ora<br />

soluzioni efficaci ed efficienti per applicazioni<br />

industriali anche in condizioni estremamente<br />

difficili, acquistando fama a livello<br />

mondiale fin dai suoi primi anni di vita.<br />

Riuniti strategicamente sotto un’unica<br />

ragione sociale, i tre brand non si allontanano<br />

dal proprio territorio di origine.<br />

Partendo dalla sede legale a Milano fino<br />

alla sua sede operativa di Terranova dei<br />

Passerini (LO), ogni segmento del percorso<br />

produttivo ha luogo in Italia. Una scelta per<br />

nulla scontata, volta a soddisfare attraverso<br />

un’unica entità diversi settori, tra cui le<br />

industrie alimentari e delle bevande<br />

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Taglia la bolletta energetica<br />

con la cogenerazione.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

21


appuntamenti<br />

Alla manifestazione<br />

di Colonia dedicata<br />

al food parteciperanno<br />

1036 aziende italiane<br />

che esibiranno<br />

le proprie eccellenze.<br />

Mentre i dati Ice<br />

confermano che il nostro<br />

export agroalimentare<br />

gode di buona salute.<br />

IL MADE IN ITALY PROTAGONISTA<br />

AD ANUGA<br />

Thomas Rosolia,<br />

AD di Koelnmesse<br />

Italia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

22<br />

Nel 2016 il valore complessivo delle esportazioni agroalimentari<br />

made in Italy è stato di 34.364 milioni di euro,<br />

segnando una crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente.<br />

L’Unione europea, con 22.681 milioni di euro<br />

(+3,7%), si è confermata il mercato di riferimento, assorbendo<br />

quasi i due terzi dell’export totale, ma è la<br />

Germania il partner più importante per il Bel Paese. Con<br />

6.266 milioni di euro (+3,2%) e una quota di mercato di<br />

circa il 18%, rappresenta infatti il primo Paese di destinazione.<br />

Ed è ancora la Germania, con i suoi 81 milioni<br />

di consumatori, a essere attualmente il maggior mercato<br />

di prodotti alimentari nella Ue. Altri come Asia e Medio<br />

Oriente sono emergenti.<br />

Che l’export dell’agroalimentare italiano goda di buona<br />

salute, lo dicono i numeri e la forte presenza delle aziende<br />

italiane ad Anuga (1036) che porteranno in terra teutonica<br />

tutto il loro arsenale seduttivo.<br />

E ancora. Nel futuro il tema della salute condizionerà l’alimentazione<br />

in modo sostanziale. La parola chiave, dopo<br />

sostenibilità (bio, veg, equosolidale), sarà quella di “autoottimizzazione”,<br />

cioè piatti pronti personalizzati, sviluppati<br />

appositamente come prevenzione nei confronti delle patologie<br />

o per migliorare le performance individuali. I consumatori<br />

diventeranno “omnishopper” combinando vari canali<br />

di acquisto e, per orientarsi nelle scelte di prodotti e ricette,<br />

useranno app, robot, chatbot, whatsapp e messenger di FB.<br />

Anuga, il più importante appuntamento al mondo di<br />

food & beverage, si svolgerà a Colonia dal 7 all’11 ottobre<br />

<strong>2017</strong>: 7.200 espositori provenienti da 100 paesi,<br />

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appuntamenti<br />

Tab. 1 - Scambi commerciali di prodotti alimentari<br />

fra Germania e Italia<br />

Area geografica 2016 Variazione<br />

rispetto al 2015<br />

migliaia di € %<br />

Esportazioni dalla Germania 4.656.433 +1,0<br />

Importazioni in Germania 4.631.317 +2,6<br />

Fonte: BVE (Bundesvereinigung der Deutschen<br />

Ernährungsindustrie e.V.)<br />

Tab. 2 - Principali aree di destinazione dell’export<br />

agroalimentare italiano e quote % nel 2016<br />

Area Valore Quote<br />

UE 22,7 mld di euro 66,0%<br />

NORD AMERICA 4,4 mld di euro 12,7%<br />

EUROPA EXTRA UE 2,4 mld di euro 7,0%<br />

ASIA 1,8 mld di euro 5,3%<br />

MEDIO ORIENTE 1,0 mld di euro 2,9%<br />

Fonte: Elaborazione Ice su dati Istat<br />

Nei 2016 il valore<br />

delle esportazioni<br />

agroalimentari<br />

nazionali è stato<br />

pari a 34,3<br />

miliardi di euro,<br />

in crescita<br />

del 3,1%<br />

rispetto al 2015<br />

160.000 operatori (192 paesi e tutte<br />

le più importanti catene distributive<br />

di Germania, Europa e oltreoceano).<br />

Il tutto in 284.000 m² di superficie<br />

espositiva (lorda), ripartiti in 11 padiglioni<br />

e 10 saloni.<br />

Alla conferenza stampa per la presentazione<br />

della fiera, a Milano, sono intervenuti<br />

Katharina C. Hamma, chief<br />

operating officer di Koelnmesse,<br />

Thomas Rosolia, amministratore delegato<br />

Koelnmesse Italia, Ines Arondio,<br />

dirigente Ice settore agroalimentare<br />

e vini e Paolo Zanetti, vicepresidente<br />

Federalimentare, quest’ultima partner,<br />

assieme a Fiere di Parma, del colosso<br />

di Colonia.<br />

“Siamo molto soddisfatti dei risultati<br />

raggiunti”, afferma Thomas<br />

Rosolia amministratore delegato di<br />

Koelnmesse Italia. “1036 aziende cui<br />

si aggiunge la collettiva organizzata<br />

dall’Ice che consentirà di far conoscere<br />

il valore assoluto dell’industria<br />

alimentare italiana che è uno degli<br />

obiettivi dell’alleanza strategica con<br />

Fiere di Parma e Federalimentare”.<br />

“Una triangolazione che, attraverso<br />

progetti concreti in tutte le fiere satellite<br />

di Fiere di Colonia, aiuterà le aziende<br />

dell’agroalimentare nella conquista dei<br />

mercati esteri a più elevato potenziale”,<br />

continua Rosolia. Prossime tappe<br />

Thaifex a giugno a Bangkok, dove è<br />

già presente una collettiva italiana e<br />

Anufood China in agosto a Beijing.<br />

“L’alleanza” – conclude – “vuole essere<br />

sinonimo di garanzia per aziende e<br />

buyer che potranno trovare nelle partecipazioni<br />

a marchio congiunto Cibus-<br />

Anuga tutta l’eccellenza dell’industria<br />

italiana. Due marchi storici metteranno<br />

a fattore comune le loro competenze a<br />

servizio del sistema Italia”.<br />

Anuga è senza dubbio la principale<br />

fiera del settore alimentare a livello<br />

mondiale e la Germania è storicamente<br />

il nostro primo paese partner”,<br />

afferma Luigi Scordamaglia,<br />

presidente di Federalimentare.<br />

“Nell’intento di preservare la credibilità<br />

commerciale delle imprese alimentari<br />

italiane e rendere prioritaria l’azione di<br />

contrasto all’Italian Sounding, il patto<br />

Anuga-Federalimentare rappresenta<br />

un ulteriore elemento di garanzia<br />

per le imprese espositrici e per i buyer<br />

partecipanti, soprattutto dopo gli<br />

spiacevoli episodi che si sono verificati<br />

al Tuttofood di Milano. È per questo<br />

che vogliamo costituire un presidio fisso<br />

durante la manifestazione, in grado<br />

di monitorare i prodotti presenti e<br />

raccogliere le eventuali denunce degli<br />

espositori copiati, così da coadiuvare<br />

in maniera efficace le strutture di<br />

sorveglianza già presenti nella Fiera di<br />

Colonia e direttamente collegate alla<br />

magistratura locale”.<br />

Tra i partner di Anuga anche l’Ice presente<br />

con una importante collettiva<br />

italiana.<br />

“L’Ice Agenzia ha curato anche per<br />

questa edizione l’organizzazione di<br />

una importante collettiva nazionale<br />

con l’obiettivo di supportare la promozione<br />

dei prodotti alimentari ‘Made in<br />

Italy’ e l’ingresso delle aziende italiane<br />

sul mercato internazionale”, prosegue<br />

Ines Aronadio, dirigente Ice settore<br />

Anuga, il più<br />

importante<br />

appuntamento<br />

internazionale per<br />

il food & beverage,<br />

si svolgerà a<br />

Colonia dal 7 all’11<br />

ottobre <strong>2017</strong><br />

agroalimentare e vini. “La Collettiva<br />

Ice sarà sostenuta da una significativa<br />

campagna di comunicazione con inserzioni<br />

e pubblicità su alcune importanti<br />

riviste tedesche del settore come<br />

Lebensmittel Zeitung e Lebensmittel<br />

- Praxis, pubblicità esterna in fiera e<br />

sul catalogo ufficiale, realizzazione<br />

del catalogo cartaceo ed elettronico<br />

della collettiva Ice”.<br />

L’attività di “Show cooking”, che<br />

verrà realizzata nei cinque giorni di<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

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23


appuntamenti<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

fiera, in un’area adiacente al Centro<br />

Servizi Ice, appositamente allestita<br />

e arredata, offrirà ai consumatori/<br />

visitatori stranieri l’occasione per conoscere<br />

la qualità degli ingredienti e<br />

delle materie prime italiane e il loro<br />

uso nella realizzazione delle ricette<br />

tipiche della tradizione gastronomica<br />

del nostro Paese. Le ricette presentate<br />

durante le sessioni di “Show<br />

Cooking” verranno inserite in un ricettario,<br />

in lingua inglese e tedesca,<br />

che sarà distribuito in fiera e durante<br />

gli appuntamenti di Show cooking.<br />

Una presenza, quella dell’industria e<br />

delle Pmi italiane ad Anuga, costante<br />

dal 1999, che sottolinea come nell’agroalimentare,<br />

un gran numero di<br />

aziende del nostro Paese abbia già da<br />

tempo superato la linea “Maginot”<br />

dei confini nazionali: l’interscambio<br />

agro-alimentare tra Italia e Germania<br />

ha infatti registrato, nel 2016, un<br />

saldo positivo pari a 1.734 milioni di<br />

euro, come risultato di 6.266 milioni<br />

di euro di esportazioni e 4.532 milioni<br />

di euro di importazioni.<br />

Tra i prodotti maggiormente esportati<br />

nel 2016 sul mercato tedesco emergono:<br />

l’ortofrutta con 1.500 milioni<br />

di euro (+2,58% rispetto al 2015), i<br />

vini con 978 milioni di euro (+1,7%),<br />

le conserve e i succhi vegetali con<br />

638 milioni di euro (+2,3%), le carni<br />

preparate con 606 milioni di euro<br />

(+7,2%), i prodotti dolciari con 485<br />

milioni di euro (+12,4%) e i prodotti<br />

lattiero-caseari con 453 milioni di<br />

euro (+1,1%).<br />

“10 saloni specializzati sotto lo stesso<br />

tetto”: è questo il format vincente di<br />

Anuga, con due importanti novità: il<br />

salone specializzato Anuga Culinary<br />

Concepts (che ospiterà abilità in cucina<br />

e progetti gastronomici come<br />

i concorsi “Il cuoco dell’anno” e<br />

“il pasticcere dell’anno”) e Anuga<br />

Hot Beverages caffè, tè & Co., tra i<br />

principali trend-setter della distribuzione<br />

e dell’out-of-home: nel 2016<br />

in Germania la spesa per il mercato<br />

dell’out of home è crescita del 3,1%<br />

raggiungendo 76,3 miliardi di euro.<br />

La Germania<br />

rappresenta<br />

il primo Paese<br />

di destinazione<br />

dell’agroalimentare<br />

italiano<br />

Secondo i dati forniti della BVLH di<br />

Berlino (Associazione tedesca della<br />

distribuzione alimentare) e la BVE<br />

(Bundesvereingung der Deutschen<br />

Ernahrungsindustrie) presentati in<br />

conferenza, accanto al “more out of<br />

home” altri saranno i trend globali<br />

del settore alimentare:<br />

1) Prodotti sostenibili: le previsioni<br />

congiunturali positive (secondo le<br />

previsioni dei ricercatori tedeschi<br />

nei 19 stati dell’Eurozona il consumo<br />

privato è destinato a crescere:<br />

+1,4% nel <strong>2017</strong>, mentre nel 2018<br />

il balzo in avanti dovrebbe essere<br />

di un ulteriore 1,5%) rafforzano<br />

anche la fiducia dei consumatori:<br />

l’importanza del prezzo come criterio<br />

di acquisto determinante è in<br />

calo rispetto agli aspetti legati alla<br />

qualità; lo si nota ad esempio se si<br />

osserva lo sviluppo dell’assortimento<br />

di prodotti sostenibili (biologici,<br />

vegani, equosolidali, che promuovono<br />

il benessere animale). Il maggiore<br />

mercato bio in tutto il mondo<br />

è costituito dagli Usa, seguito dalla<br />

Ue; in Europa i maggiori acquirenti<br />

di prodotti bio sono proprio i consumatori<br />

tedeschi. Nel 2016 il 27%<br />

ha acquistato prodotti sostenibili<br />

spendendo il 16% in più.<br />

2) Convenience Food: aumenta il<br />

numero di persone che spende<br />

sempre più tempo nei trasferimenti<br />

verso il luogo di lavoro e anche<br />

quello delle famiglie in cui lavorano<br />

entrambi i partner: meno tempo a<br />

casa significa anche meno tempo<br />

da dedicare alla cucina (nello specifico<br />

in Germania solo il 34% dei<br />

consumatori cucina regolarmente).<br />

La quotidianità del consumatore è<br />

tuttavia contrassegnata da una<br />

contrapposizione tra pressione/<br />

ritmi determinati dal lavoro e idillio<br />

casalingo. Ne consegue una crescente<br />

importanza del cucinare a<br />

casa in particolare per consumatori<br />

attenti alla sostenibilità. Cucinare<br />

si trasforma in hobby cui dedicare<br />

tempo, da qui la crescita dei prodotti<br />

gourmet e regionali.<br />

3) Digitalizzazione: il consumatore<br />

anche di beni alimentari diventerà<br />

un “omnishopper” cambiando a<br />

proprio piacimento i vari canali di<br />

acquisto.<br />

4) Clean Label: il consumatore desidera<br />

sempre più informarsi in modo<br />

approfondito su ingredienti e modalità<br />

di produzione.<br />

5) Reductio: numerose aziende hanno<br />

annunciato di voler ridurre l’impiego<br />

di zucchero per la produzione<br />

di generi alimentari e bevande;<br />

Nestlé e Pepsi sono sicuramente<br />

fra i nomi più noti. Anche marchi<br />

del settore dolciario e degli snack<br />

hanno raccolto questo trend e<br />

propongono alternative ai prodotti<br />

tradizionali.<br />

6) More Gree: in questo ambito i<br />

protagonisti sono frutta, verdura,<br />

legumi e i cosiddetti powerfruit.<br />

Tendenze che hanno tutte un denominatore<br />

comune, il gusto. Se il consumatore<br />

chiede varietà e possibilità<br />

di scelta, si aspetta al contempo che<br />

il cibo sia buono.<br />

24<br />

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appuntamenti<br />

L’agenda<br />

Sana<br />

8-11 settembre <strong>2017</strong><br />

Bologna<br />

www.sana.it<br />

Drinktec<br />

11-15 settembre <strong>2017</strong><br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.drinktec.com<br />

Process Expo<br />

19-22 settembre <strong>2017</strong><br />

Chicago, Usa<br />

www.myprocessexpo.com<br />

Forum Meccatronica<br />

26 settembre <strong>2017</strong><br />

Ancona<br />

www.forumeccatronica.it<br />

Anuga<br />

7-10 ottobre <strong>2017</strong><br />

Colonia, Germania<br />

www.anuga.com<br />

IO-Link User Workshop<br />

11 ottobre <strong>2017</strong><br />

Torino<br />

www.iolinkworkshop.it<br />

SAVE<br />

18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />

Verona<br />

www.exposave.com<br />

MCM<br />

18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />

Verona<br />

www.mcmonline.it<br />

Host<br />

20-24 ottobre <strong>2017</strong><br />

Milano<br />

host.fieramilano.it<br />

Swop<br />

7-10 novembre <strong>2017</strong><br />

Shanghai, Cina<br />

www.swop-online.com/en<br />

www.interprogettied.com<br />

Gluten Free Expo<br />

18-21 novembre <strong>2017</strong><br />

Rimini<br />

www.glutenfreeexpo.eu<br />

Lactose Free Expo<br />

18-21 novembre <strong>2017</strong><br />

Rimini<br />

www.lactosefreeexpo.com<br />

SPS IPC Drives<br />

28-30 novembre <strong>2017</strong><br />

Norimberga, Germania<br />

www.mesago.de/en/SPS<br />

Sigep<br />

20-24 gennaio 2018<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

Upakovka<br />

23-26 gennaio 2018<br />

Mosca, Russia<br />

www.upakovka-tradefair.com<br />

Prosweets-ISM<br />

28-31 gennaio 2018<br />

Colonia, Germania<br />

www.prosweets.com<br />

www.ism-cologne.com<br />

Fieragricola<br />

31 gennaio-3 febbraio 2018<br />

Verona<br />

www.fieragricola.it<br />

Aquafarm<br />

15-16 febbraio 2018<br />

Pordenone<br />

www.aquafarm.show<br />

Anuga Foodtec<br />

20-23 marzo 2018<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Vinitaly<br />

15-18 aprile 2018<br />

Verona<br />

www.vinitaly.com<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

25


appuntamenti<br />

LA PIATTAFORMA PER GLI OPERATORI DEL BIOLOGICO<br />

Da venerdì 8 a lunedì 11 settembre <strong>2017</strong>, a Bologna,<br />

tornerà Sana, la fiera italiana di riferimento per il<br />

mondo del biologico e del naturale. Tante le novità<br />

della prossima edizione, dal più ampio layout alla<br />

riorganizzazione del settore Green Lifestyle che si<br />

presenterà in una formula arricchita di sette sottocategorie<br />

espositive. Confermati gli appuntamenti<br />

divenuti ormai tradizionali come Sana Novità, Sana<br />

Academy, Sana Shop e il VeganFest.<br />

L’edizione 2016 dell’evento aveva registrato 47.221<br />

visitatori, 833 aziende, 50.000 mq di rassegna espositiva,<br />

più di 60 tra eventi e workshop (con 4.800<br />

partecipanti) e 2.300 incontri con buyer provenienti<br />

da 27 Paesi. Numeri che testimoniano la grande<br />

crescita del settore che non accenna a rallentare e,<br />

con esso, del Sana, da anni piattaforma espositiva<br />

di riferimento per operatori e appassionati del biologico<br />

e del naturale in tutte le sue declinazioni.<br />

I cinque padiglioni, ubicati al piano terra, saranno<br />

collegati tra loro da percorsi e resi facilmente accessibili<br />

dagli ingressi Nord e Ovest della Fiera di<br />

Bologna.<br />

Novità importanti ma anche importanti conferme e<br />

ritorni: molte le aziende di spicco del comparto che,<br />

tornate a Sana nel 2016, parteciperanno ugualmente<br />

nel <strong>2017</strong>; numeri significativi sul fronte delle conferme<br />

“storiche” e delle aziende che per la prima<br />

volta saranno presenti a Sana.<br />

Si svolgeranno al padiglione 16 Sana Shop, dove i<br />

visitatori potranno acquistare direttamente i prodotti<br />

esposti, e il VeganFest, l’iniziativa più importante<br />

a livello nazionale sul mondo vegan, organizzata in<br />

collaborazione con Veganok.<br />

La misura del colore non è mai stata così semplice<br />

Excellence in<br />

Colour Management<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

26<br />

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Estratti vegetali Antiossidanti naturali<br />

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ingredienti<br />

Un settore da 122 miliardi<br />

di dollari che nell’ultimo<br />

decennio è cresciuto<br />

mediamente del 7,9%.<br />

Diversi i tipi di ingredienti<br />

che possono costituire<br />

un integratore: tra questi,<br />

vitamine, composti minerali,<br />

aminoacidi e acidi grassi<br />

di olio di pesce e omega 3,<br />

probiotici, proteine ed enzimi.<br />

a cura di<br />

??<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

TITOLO TITOLO<br />

ITITOLO TITOLO<br />

INTEGRATORI ALIMENTARI,<br />

UN MERCATO DESTINATO A CRESCERE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

28<br />

Il dimensionamento del mercato degli integratori alimentari<br />

può variare, anche in maniera considerevole, in funzione<br />

di che cosa si intende con tale termine. In questo articolo si<br />

fa riferimento alla Normativa Europea: Direttiva 2002/46/<br />

CE, che definisce gli integratori alimentari come “prodotti<br />

alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono<br />

una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali<br />

le vitamine o i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto<br />

nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva,<br />

aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine<br />

vegetale, sia mono-composti che pluri-composti, in forme<br />

pre-dosate”. Non hanno un effetto curativo vero e proprio,<br />

non sono quindi medicinali, ma vengono venduti in buona<br />

parte anche nelle farmacie in quanto servono ad integrare<br />

una normale dieta, completandola in caso di un aumentato<br />

reale fabbisogno: si pensi ad esempio ad alcuni prodotti con<br />

funzione disintossicante, o utilizzabili in un contesto di convalescenza<br />

o di stress.<br />

Sono presentati in forma di tavolette, capsule, compresse,<br />

gomme da masticare, polveri in bustina, liquidi in fiale,<br />

flaconcini e flaconi a contagocce e altre forme similari di<br />

liquidi e polveri per fornire un apporto predefinito di nutrienti<br />

e/o sostanze a effetto fisiologico.<br />

La Direttiva 2002/46/CE per il riavvicinamento delle legislazioni<br />

degli Stati Membri relative agli integratori alimentari<br />

agli allegati I e II contiene gli elenchi di vitamine e minerali,<br />

nonché delle relative forme fisiche che possono essere utilizzate<br />

per la produzione degli integratori alimentari. Il successivo<br />

Regolamento CE n. 1925/2006 agli allegati I e II<br />

contiene gli elenchi delle vitamine e dei minerali, nonché<br />

delle relative forme che possono essere aggiunte agli alimenti.<br />

Un ulteriore aggiornamento è stato effettuato col<br />

Regolamento CE 1170/2009 del 30 novembre 2009.<br />

A livello nazionale vale il Decreto Legislativo del 21maggio<br />

2004 N. 169 – Attuazione della Direttiva 2002/46/CE relativa<br />

agli integratori alimentari – e il successivo DM 9<br />

luglio 2012 sulla “Disciplina dell’impiego negli integratori<br />

alimentari di sostanze e preparati vegetali”, che altro<br />

non è che un’integrazione del Decreto Legislativo 21<br />

maggio 2004 N. 169.<br />

L’industria degli integratori alimentari cominciò ad emergere<br />

agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso: negli anni a ca-<br />

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Figura 1 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari: 2006 - 2016<br />

ingredienti<br />

IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2005 – 2016: + 7,9%<br />

Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici di integratori alimentari<br />

fetta più significativa del mercato<br />

mondiale (tabella 1);<br />

• integratori salini: per esempio a base<br />

di magnesio e potassio da assumere<br />

quando si perdono i liquidi per il molto<br />

caldo e per combattere i crampi;<br />

• prodotti vitaminici e multivitaminici:<br />

le sostanze vitaminiche consentite<br />

dalla legislazione per la fabbricazione<br />

di integratori alimentari<br />

comprendono: vitamina A (come<br />

retinolo e beta-carotene); vitamina<br />

D (come colecalciferolo ed ergo<br />

Tab. 1 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari<br />

suddiviso per principali tipologie di prodotto: anno 2016<br />

Figura 2 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari suddiviso<br />

per principali tipologie di prodotto (in %): anno 2016<br />

Tipo di integratore Miliardi $<br />

Fermenti lattici 21,1<br />

Integratori salini 10,0<br />

Vitaminici e multivitaminici 12,8<br />

Dimagranti / controllo peso 7,4<br />

Lassativi 6,4<br />

Altri gastro-intestinali 3,7<br />

Anti-colesterolo / anti-trigliceridi 5,7<br />

Sistemici per capelli, unghie, ciglia 5,5<br />

Tonici 5,4<br />

Calmanti / induttori di sonno 5,3<br />

Oftalmici sistemici 5,5<br />

Integratori per sportivi 5,3<br />

Antivaricosi 5,5<br />

Anti-reumatici / antidolorifici 5,0<br />

Anti-ossidanti 5,1<br />

Integratori nutrizionali 5,2<br />

Immunostimolanti 2,5<br />

Altri vari 4,6<br />

Totale 122<br />

Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici<br />

di integratori alimentari<br />

calciferolo); vitamina E (come DLalfa-tocoferolo<br />

e acetato di D- alfa<br />

- tocoferile); vitamina K (fillochinone);<br />

vitamina B1 (sali di tiamina);<br />

vitamina B2 (riboflavina); vitamina<br />

B6 (cloridrato e 5’ - fosfato di piridossina);<br />

vitamina B12 (cianocobalamina,<br />

idrossocobalamina);<br />

vitamina C (acido L - ascorbico, L<br />

- ascorbati di sodio, calcio e potassio,<br />

6 - palmitato di L - adcorbile);<br />

niacina (acido nicotino, nicotinammide);<br />

acido pantotenico (D - pantenoato<br />

di sodio o di calcio, dexpantenolo);<br />

acido folico; biotina;<br />

• integratori alimentari anti-colesterolo<br />

e anti-trigliceridi: ottenuti da<br />

oli di pesci ad alto contenuto di<br />

acidi grassi Omega 3, lecitina (costituita<br />

da una miscela di varie sostanze<br />

ottenute principalmente da<br />

semi di soia), taurina (un tipo parvallo<br />

del 2000 il tasso di crescita medio<br />

annuo è stato del 7,2%, per poi registrare<br />

una vera e propria esplosione<br />

(+14-15% medio annuo) fino al 2007,<br />

un successivo accentuato rallentamento<br />

negli anni della crisi globale 2008-<br />

2009, ed una successiva decisa ripresa,<br />

anche se più moderata rispetto al<br />

boom 2002-2007. Nell’arco degli ultimi<br />

undici anni il tasso di crescita a livello<br />

mondiale è stato del 7,9% medio<br />

annuo, per arrivare ad attestarsi a 122<br />

miliardi di dollari nel 2016 (figura 1).<br />

Sono molto diversificate le tipologie<br />

di ingredienti che costituiscono un<br />

integratore alimentare: vitamine<br />

(rappresentano la fetta più consistente:<br />

circa il 40%), composti minerali,<br />

aminoacidi e acidi grassi di olio di<br />

pesce e omega 3, probiotici (termine<br />

riservato a quei microorganismi non<br />

patogeni, che si dimostrano in grado,<br />

una volta ingeriti in adeguata quantità,<br />

di esercitare funzioni benefiche<br />

per l’organismo), proteine, enzimi,<br />

ginseng, o combinazione di ingredienti<br />

vari.<br />

La classificazione comunemente<br />

adottata è quella in base alla funzione<br />

svolta dall’integratore alimentare,<br />

di seguito riportata:<br />

• fermenti lattici: i probiotici e prebiotici,<br />

ideali per i disturbi intestinali<br />

e per ristabilire l’equilibrio della<br />

flora batterica, rappresentano la<br />

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29


ingredienti<br />

Tab. 2 - Il mercato mondiale degli integratori<br />

alimentari suddiviso per area geografica: anno 2016<br />

Area geografica Miliardi $<br />

Nord America, di cui: 37,53<br />

. USA 34,20<br />

. Canada 3,33<br />

America Latina 7,90<br />

Europa Occidentale 22,87<br />

Europa dell’ Est 3,00<br />

CSI, di cui: 3,90<br />

. Russia 2,61<br />

. altri paesi 1,29<br />

Asia - Pacifico 38,60<br />

Africa 2,80<br />

Medio Oriente 5,40<br />

Totale mondo 122<br />

Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici di integratori<br />

alimentari<br />

Figura 3 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari<br />

suddiviso per area geografica (in %): anno 2016<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

ticolare di aminoacido contenente<br />

zolfo, utile fra l’altro anche contro<br />

i crampi muscolari);<br />

• integratori sistemici per capelli, unghie<br />

e ciglia: come miglio estratto<br />

oleoso, lievito di birra, olio di germe<br />

di grano, equiseto, estratti botanici<br />

vari, integratori a base di L -<br />

metionina, L - cistina, zinco, rame<br />

e vitamine varie, aminoacidi;<br />

• lassativi o evacuatori di gas intestinale:<br />

come estratti di piante quali<br />

senna, frangula, aloe, rabarbaro,<br />

cicoria, cannella, genziana, chiodi di<br />

garofano o carbone attivo vegetale;<br />

• altri integratori alimentari per disturbi<br />

intestinali: prodotti contro l’infezione<br />

da Helicobacter pylori, prodotti contro<br />

l’acidità intestinale e il reflusso<br />

gastro-esofageo, la dispepsia, l’irritazione<br />

della mucosa, difficoltà digestive,<br />

prodotti per contrastare la nausea<br />

da tensione o nausea gravidica, favorire<br />

un’azione muco-protettiva. Sono<br />

per lo più a base di estratti vegetali<br />

(semi di pompelmo, boswellia, aloe<br />

vera, ananas, centella, cardamomo,<br />

cardo mariano, coriandolo, melaleuca,<br />

finocchio, passiflora, rutina, alloro),<br />

fenulife (estratto di fieno greco<br />

ricco in galattomannani), polisaccaridi<br />

contenuti nelle mucillagini di malva<br />

o derivati dal Fico d’India, polifenoli<br />

Gli integratori non<br />

sono medicinali,<br />

ma vengono<br />

venduti anche<br />

nelle farmacie<br />

in quanto servono<br />

a integrare una<br />

normale dieta,<br />

completandola<br />

in caso di un<br />

aumentato<br />

fabbisogno<br />

contenuti nelle foglie dell’ulivo, enzimi<br />

digestivi da malto-destrine fermentate,<br />

alginato di sodio, citrati di<br />

sodio e potassio, vitamina B2 e B6,<br />

argilla bianca;<br />

• integratori con funzione calmante<br />

e rilassante o conciliatori del sonno:<br />

sono generalmente estratti di<br />

piante varie quali valeriana, melissa,<br />

camomilla, escolzia, passiflora,<br />

flavonoidi (composti polifenolici<br />

metaboliti secondari delle piante),<br />

o contenenti melatonina (sostanza<br />

naturale prodotta dall’epifisi o<br />

ghiandola pineale e presente in<br />

tutte le forme viventi);<br />

• integratori anti-ossidanti: sono composti<br />

a base di vitamina A, vitamina<br />

C, vitamina E, beta-carotene, selenio<br />

(che fra l’altro contribuisce al<br />

normale funzionamento del sistema<br />

immunitario), melatonina (che fra<br />

l’altro ha anche una funzione di induzione<br />

del sonno), gingko biloba,<br />

zinco, rame, magnesio, composti a<br />

base di silibina (o silibinina, principale<br />

componente attivo della silimarina,<br />

estratto standardizzato di acheni<br />

di cardo mariano, fosfatidilcolina<br />

e vitamina E contro lo stress ossidativo<br />

del fegato), e coenzima Q 10<br />

naturale antiossidante adatto a sostenere<br />

l’organismo in caso di espo-<br />

sizione ai radicali liberi prodotti dallo<br />

stesso organismo o dall’ambiente<br />

esterno. Il coenzima Q 10 fra l’altro<br />

può risultare utile a tutti coloro che<br />

praticando degli sport vogliano<br />

mantenere regolare la pressione<br />

sanguigna e salvaguardare il cuore<br />

contro lo stress da affaticamento,<br />

oltre ad essere un utile sostegno al<br />

tessuto periodontale;<br />

• integratori alimentari con funzione<br />

tonica per sostenere la carica fisica e<br />

la memoria, quindi idonei per migliorare<br />

la resistenza allo stress psicofisiologico:<br />

come composti a base<br />

di vitamina del gruppo B, carnitina,<br />

ginseng, pappa reale e mirtillo; composti<br />

a base di tè rosso e altri estratti<br />

di piante quali emblica, fumaria,<br />

tarassaco ecc; composti a base di<br />

ginseng. A volte gli integratori tonici<br />

vengono anche utilizzati nella fase<br />

di crescita dei bambini oppure nei<br />

cambi di stagione: comunemente<br />

sono a base di olio di fegato di merluzzo,<br />

pappa reale liofilizzata, polline<br />

e vitamine naturali;<br />

• integratori alimentari con funzione<br />

antivaricosa: servono ad apportare<br />

gli opportuni nutrienti per aumentare<br />

il tono venoso, il drenaggio linfatico,<br />

nonché il flusso micro circolatorio.<br />

Sono di composizione molto<br />

30<br />

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ingredienti<br />

variegata: il principio attivo è comunque<br />

in generale di origine vegetale:<br />

come i flavonoidi presenti negli agrumi,<br />

l’oxerutina (sostanza ottenuta<br />

dai fiori), l’estratto di foglie di vite<br />

rossa, il melitolo officinale (pianta<br />

della famiglia delle leguminose), la<br />

rutina o rutoside (glicoside flavonico<br />

presente in piante appartenenti a<br />

diverse famiglie, soprattutto la famiglia<br />

delle rutacee) ecc.;<br />

• integratori alimentari per sportivi:<br />

prodotti a base di sali minerali, carboidrati,<br />

proteine, vitamina C, creatina<br />

ecc.;<br />

• oftalmici sistemici: sono integratori<br />

alimentari indicati per neuriti ed<br />

algie oftalmiche, maculopatie e<br />

retinopatie diabetiche, disturbi vascolari<br />

della retina, affaticamenti<br />

visivi dovuti a forte miopia. Sono a<br />

base di mix di vitamine (B1, B2, B6,<br />

B12), acido alfa-lipoico, acido folico,<br />

bio-flavonoidi ottenuti da limone,<br />

estratti vegetali di vario tipo,<br />

sostanze minerali ed oligo-elementi,<br />

anti-radicali liberi ecc.;<br />

• integratori alimentari nutrizionali:<br />

la loro funzione principale è quella<br />

di contribuire ad un completamento<br />

del fabbisogno di nutrizione del<br />

fisico e sono a base di vitamine,<br />

minerali chelati, acidi grassi polinsaturi,<br />

probiotici, aminoacidi,<br />

estratti varie di erbe, composti antiossidanti<br />

ecc.;<br />

• integratori alimentari immuno-stimolanti:<br />

sono indicati per aiutare le<br />

difese immunitarie a base di estratti<br />

vegetali, vitamina A e vitamina C,<br />

sali minerali, olio-elementi, betaglucano:<br />

il beta-glucano fra l’altro<br />

svolge un’efficace azione anti-ossidante<br />

e anti-radicali liberi, ed è<br />

quindi utile contro il cancro: è anche<br />

un riduttore del colesterolo LDL;<br />

• anti-reumatici e anti-dolorifici:<br />

sono utili per contrastare problemi<br />

articolari, tendiniti, osteo-artriti,<br />

artrite reumatoide, dolori osteoarticolari,<br />

con una funzione antiinfiammatoria,<br />

anti-reumatica ed<br />

analgesica. Sono principalmente a<br />

Italia, Germania<br />

e Francia<br />

rappresentano,<br />

insieme, circa il<br />

58% del mercato<br />

europeo degli<br />

integratori<br />

base di composti vegetali quali<br />

aloe vera boswella e withania –<br />

alias ginseng indiano –, salice bianco,<br />

zenzero, curcuma, peperoncino,<br />

pepe nero, artiglio del diavolo<br />

(pianta erbacea del deserto del<br />

Kalahari), olio di enotera, oltre che<br />

boro, manganese, glucosamino<br />

idrocloridrato, solfato di condroitina,<br />

MSM (metilsulfonilmetano),<br />

vitamina C, acido ialuronico ecc.<br />

Da notare che diversi componenti<br />

– quali l’aloe vera, la curcuma, il<br />

peperoncino o il pepe nero – hanno<br />

anche un’azione antiossidante;<br />

• dimagranti e controllori del peso:<br />

sono a base di fibre vegetali, tè verde,<br />

e altri prodotti vegetali quali:<br />

guaranà, damiana, Yerbamate, ginseng<br />

siberiano, estratto di melograno,<br />

estratto a secco di alghe di wakamé<br />

(una pianta originaria del<br />

Giappone), mucillagini di altea, lino,<br />

tiglio, resveratrolo (un fenolo non<br />

flavonoide prodotto da diverse<br />

piante e a cui sono attribuite anche<br />

possibili funzioni anti-tumorali, antitrombotiche<br />

e anti-infiammatorie),<br />

opuntia ecc, oltre che di arginina<br />

(amminoacido polare basico);<br />

• altri vari: prodotti ginecologici e<br />

urologici (a base di sostanze di origine<br />

vegetale, vitamine, ferro, acido<br />

folico ecc), integratori di ferro,<br />

prodotti per la tosse e le vie respiratorie<br />

(a base di Propoli ed estratti<br />

vegetali, bava di lumaca) ecc.<br />

Come emerge dall’elenco riportato,<br />

molto spesso un tipo di integratore<br />

alimentare può svolgere più di una<br />

singola funzione: per esempio alcuni<br />

componenti di integratori alimentari<br />

con funzioni immuno-stimolante<br />

possono avere anche effetti anti-radicali<br />

liberi / anti-ossidanti; altrettanto<br />

vale per componenti di integratori<br />

alimentari con funzioni anti-reumatiche<br />

/ anti-dolorifiche, e così via.<br />

Pertanto la classificazione riportata<br />

non va intesa in maniera rigida.<br />

ASIA E NORDAMERICA I MERCATI<br />

PRINCIPALI<br />

L’Asia è il mercato ormai di maggiori<br />

dimensioni, seguito a breve distanza<br />

dal Nord America (tabella 2).<br />

Il mercato statunitense rimane il<br />

maggior mercato mondiale in termini<br />

di fatturato realizzato, caratterizzato<br />

da una domanda sofisticata in<br />

termini di prodotti richiesti (prodotti<br />

innovativi anche dal punto di vista della<br />

confezione, prodotti particolarmente<br />

efficaci sotto il profilo nutrizionale<br />

ecc), ma è anche un mercato sostanzialmente<br />

maturo, con un consumo<br />

pro-capite di circa 108 dollari contro<br />

una media mondiale di circa 18-19<br />

dollari. Secondo le statistiche del CRN<br />

(Council for Responsible Nutrition) nel<br />

2014 circa il 68% degli abitanti statunitensi<br />

in età adulta ha fatto uso di<br />

integratori alimentari e circa il 35% li<br />

usava regolarmente. La maggior parte<br />

degli utenti è comunque in età matura<br />

o avanzata, e pertanto le speranze<br />

di ulteriori incrementi dei consumi<br />

risiedono nel potenziale bacino della<br />

popolazione giovanile. Inoltre gli operatori<br />

di mercato dovranno conciliare<br />

le esigenze di una domanda sempre<br />

più sofisticata con la concorrenza sul<br />

prezzo da parte dei private label.<br />

Comunque una domanda sofisticata<br />

ed esigente continuerà a fare da propellente<br />

al mercato.<br />

In generale tutto il mercato dell’America<br />

Latina è in fase di crescita, in relazione<br />

ad una crescente attenzione agli<br />

aspetti salutistici e nutrizionali degli<br />

integratori minerali, e ad un crescente<br />

potere medio d’acquisto della popolazione;<br />

il rallentamento degli ultimi due<br />

anni è dovuto principalmente alla recessione<br />

economica del Brasile, il maggior<br />

mercato latinoamericano.<br />

In Europa Occidentale Italia, Germania<br />

e Francia sono i tre maggiori<br />

mercati; rappresentano, insieme, cir-<br />

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31


ingredienti<br />

Tab. 3 - Il mercato degli integratori alimentari<br />

in Asia - Pacifico suddiviso per paese: anno 2016<br />

Figura 4 - Il mercato degli integratori alimentari in Asia - Pacifico<br />

suddiviso per paese (in %): anno 2016<br />

Paese Miliardi $<br />

Cina 17,7<br />

India 2,6<br />

Sud Corea 2,5<br />

Giappone 7,5<br />

Altri paesi 8,3<br />

Totale Asia - Pacifico 38,6<br />

Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici di integratori<br />

alimentari nei paesi asiatici<br />

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Foto Hexdoctor<br />

ca il 58% del mercato totale in<br />

quest’area geografica. Tutti e tre i<br />

paesi, insieme ad Olanda e Svezia,<br />

sono considerati degli hub in termini<br />

di Ricerca & Sviluppo e innovazione<br />

di prodotto. Recentemente Spagna<br />

e Gran Bretagna si stanno rivelando<br />

mercati interessanti di riferimento<br />

per i test su nuovi prodotti.<br />

Nell’area dell’Europa dell’Est i paesi<br />

più propensi al consumo di integratori<br />

alimentari innovativi sono quelli<br />

a maggior reddito pro capite: Repubblica<br />

Ceca, Slovacchia, Slovenia,<br />

Polonia e Ungheria. Anche in Romania<br />

il mercato degli integratori<br />

alimentari ha avuto un forte sviluppo<br />

negli anni precedenti, ma nel 2016<br />

ha registrato un forte rallentamento,<br />

in relazione sia ad una maggior attenzione<br />

dei consumatori al fattore<br />

prezzo, sia ad una certa maturità del<br />

mercato. Nei paesi della ex Jugoslavia<br />

i due mercati più evoluti sono quelli<br />

della Slovenia e della Croazia. Ancora<br />

poco diffuso l’uso di questi prodotti<br />

in Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania<br />

e Bulgaria: il mercato bulgaro, ancora<br />

di piccole dimensioni, è però uno<br />

di quelli a maggior tasso di crescita<br />

nell’Europa dell’Est.<br />

Nell’area CSI il mercato di maggiori dimensioni<br />

è quello russo, che ha registrato<br />

negli anni passati una vera e<br />

propria esplosione nell’uso di integratori<br />

alimentari e vitamine, ma del boom<br />

hanno potuto approfittare solo in minima<br />

parte le grosse multinazionali: il<br />

grosso è stato a tutto vantaggio dei<br />

produttori russi. Ciò sostanzialmente è<br />

dovuto a due motivi:<br />

• in primo luogo la complessità delle<br />

procedure di registrazione: in Russia<br />

i farmaci, gli alimenti e gli integratori<br />

alimentari per poter essere commercializzati<br />

devono ottenere una<br />

certificazione che consente di essere<br />

registrati nel Federal Registry, che è<br />

di competenza del Russian Health<br />

Ministry Certification Center. Le procedure<br />

burocratiche in materia sono<br />

ancora derivate da quelle in vigore<br />

ai tempi dell’Unione Sovietica, anzi<br />

successivamente ulteriormente<br />

complicate;<br />

• in secondo luogo la diffidenza dei<br />

consumatori russi nei confronti dei<br />

prodotti di importazione, soprattutto<br />

dopo la “scottatura” da prodotti<br />

di importazione dalla Cina.<br />

In sintesi, una società americana o<br />

europea produttrice di integratori<br />

alimentari che abbia ottenuto le necessarie<br />

autorizzazioni nel proprio<br />

paese, quindi che sia in regola con gli<br />

standard vigenti in Usa e in Europa,<br />

non ha nulla che non sia in linea an-<br />

Spesso un<br />

integratore può<br />

svolgere più di una<br />

singola funzione:<br />

per esempio alcuni<br />

componenti con<br />

funzioni immunostimolanti<br />

possono<br />

avere anche effetti<br />

anti-radicali liberi<br />

e anti-ossidanti<br />

che con gli standard vigenti in Russia;<br />

ma le insidie derivano da possibili o<br />

probabili ritardi (anche di anni) dovuti<br />

appunto agli aspetti puramente<br />

burocratici relativi alla registrazione.<br />

Tra gli altri paesi della CSI i più evoluti<br />

in termini di domanda di prodotti<br />

più innovativi a maggior valore aggiunto<br />

sono Estonia e Lituania.<br />

Nell’area asiatica il mercato di maggiori<br />

dimensioni è quello cinese (tabella 3).<br />

Sia in Cina che in Giappone è in atto<br />

una forte tendenza ad integrare i prodotti<br />

a base di erbe (TCM o Traditional<br />

Chinese Medicines in Cina e Kampo in<br />

Giappone, un’antica medicina a base<br />

di erbe introdotta nel 414 in Giappone<br />

dalla Cina) negli integratori alimentari;<br />

però, a differenza del Giappone dove<br />

l’innovazione di prodotto è in fase notevolmente<br />

avanzata, il mercato cinese<br />

è molto meno evoluto sotto l’aspetto<br />

dell’innovazione. Inoltre va rilevata una<br />

certa diffidenza dei consumatori cinesi<br />

nei confronti degli integratori alimentari<br />

di produzione nazionale, mentre<br />

c’è una notevole propensione all’acquisto<br />

di prodotti di marchio estero.<br />

In Giappone esistono diversi presupposti<br />

positivi per la crescita del mercato<br />

degli integratori alimentari: innanzitutto<br />

il consumo pro capite di<br />

tali prodotti in Giappone è circa la<br />

metà rispetto a quello in Usa; in secondo<br />

luogo la popolazione adulta e<br />

anziana giapponese è molto attenta<br />

32<br />

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ingredienti<br />

Tab. 4 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale degli<br />

integratori alimentari per area geografica: 2016-2020 (1)<br />

Figura 5 - Peso percentuale delle varie aree geografiche sui consumi<br />

mondiali di integratori alimentari: 2016-2020<br />

Area geografica / paese Milioni $ IMA% (2)<br />

2016 2020<br />

Nord America 37,53 46,50 + 5,5<br />

Europa Occidentale 22,87 26,60 + 3,8<br />

Giappone 7,50 7,84 + 1,1<br />

Cina 17,70 27,04 + 11,2<br />

India 2,60 5,01 + 17,8<br />

Resto Asia 10,80 15,33 + 9,2<br />

Resto mondo 23,0 30,50 + 7,3<br />

Totale mondo 122 159 + 6,8<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2016<br />

(2)<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2016-2020<br />

Fonte: consensus aziende produttrici e distributrici di integratori alimentari<br />

ai problemi nutrizionali; infine la<br />

gamma di prodotti attualmente disponibile<br />

sul mercato è estremamente<br />

ampia e diversificata. Nonostante<br />

tutti questi fattori positivi, un freno al<br />

mercato è costituito dal quadro normativo<br />

relativo agli integratori alimentari,<br />

che in Giappone è ancora<br />

poco trasparente e, per certi aspetti,<br />

limitativo: infatti molti prodotti che<br />

possono essere venduti liberamente<br />

in altri paesi, devono essere ri-formulati<br />

prima di poter essere immessi sul<br />

mercato in Giappone.<br />

In Sud Corea il mercato ultimamente<br />

ha registrato tassi di crescita sostenuti,<br />

soprattutto nel segmento dei probiotici,<br />

ma attualmente il mercato<br />

sudcoreano è, insieme al Giappone,<br />

uno dei più maturi nell’area asiatica.<br />

In forte sviluppo il mercato indiano,<br />

trainato quasi esclusivamente dai<br />

consumi nei grossi centri urbani.<br />

Infine nell’area afro-medio orientale,<br />

particolarmente dinamici sono il mercato<br />

turco (anche se in leggero rallentamento<br />

rispetto al passato), il mercato<br />

dei Paesi Arabi del Golfo, e il<br />

mercato dell’Africa subsahariana<br />

UNA DOMANDA DESTINATA AD AU-<br />

MENTARE<br />

Nei prossimi anni l’evolvere del mercato<br />

degli integratori alimentari sarà<br />

favorito da una serie di fattori:<br />

• orientamento verso stili di vita sa-<br />

lutistici in tutte le aree geografiche<br />

del mondo, dovuto in particolare<br />

ad un generale invecchiamento<br />

della popolazione;<br />

• aumento del reddito medio pro capite<br />

in maniera più o meno marcata in<br />

quasi tutti i paesi “emergenti”; fra gli<br />

altri spicca in particolare la Cina dove<br />

il reddito medio pro capite degli abitanti<br />

è cresciuto negli ultimi anni ad<br />

un tasso medio annuo del 10-11%;<br />

• lancio sul mercato di nuovi prodotti<br />

e nuove confezioni a maggior<br />

valore aggiunto: ne è una conferma<br />

il fatto che il mercato in valore<br />

registra generalmente tassi di crescita<br />

annui di 2-3 punti percentuali<br />

superiori al tasso di crescita in<br />

volume (intendendo per volume il<br />

numero di confezioni vendute);<br />

• molteplicità dei canali di vendita: farmacie,<br />

parafarmacie, supermercati e<br />

ipermercati, direct selling; ultimamente<br />

si va affermando l’internet retailing,<br />

che per esempio in Europa<br />

Occidentale è attualmente intorno al<br />

10-11% contro il 6% di sei anni fa.<br />

Tra i fattori che, per contro, possono<br />

rallentare la crescita del mercato si<br />

possono citare:<br />

• una carenza della consapevolezza<br />

degli aspetti salutistici degli integratori<br />

alimentari, soprattutto nelle<br />

aree rurali dei paesi in via di sviluppo;<br />

in generale, comunque, anche<br />

in questi paesi il fenomeno dell’urbanizzazione<br />

è in costante crescita;<br />

• il fattore prezzo che, soprattutto in<br />

momenti di crisi economica, può<br />

giocare a sfavore degli acquisti: si<br />

tratta infatti generalmente di prodotti<br />

di prezzo medio-alto;<br />

• una generale tendenza alla riduzione<br />

delle spese pubblicitarie, in un<br />

mercato in cui la pubblicità gioca<br />

un notevole ruolo di spinta;<br />

• un quadro normativo ancora non<br />

ben definito, non sufficientemente<br />

chiaro, poco rappresentativo della<br />

domanda e dell’offerta in alcune<br />

aree geografiche (per esempio in<br />

Europa o in Giappone), a differenza<br />

del quadro normativo ben definito<br />

vigente nell’industria farmaceutica.<br />

I fattori di traino comunque tenderanno<br />

a prevalere su quelli di freno: di conseguenza<br />

il mercato mondiale degli<br />

integratori alimentari è previsto crescere<br />

nei prossimi anni ad un tasso medio<br />

annuo del 6,8% per arrivare ad attestarsi<br />

a 159 miliardi dollari nel 2020.<br />

I paesi a maggior tasso di crescita in<br />

assoluto saranno Cina e India (tabella<br />

4): tra gli altri paesi emergenti con<br />

possibilità di crescita più elevata, figurano<br />

in particolare la Turchia, i<br />

Paesi Arabi del Golfo e i paesi dell’Africa<br />

subsahariana.<br />

Tra i prodotti a maggior tasso di crescita<br />

attesa figurano i probiotici, i<br />

multivitaminici, gli anti-colesterolo,<br />

gli integratori per sportivi.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

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33


ingredienti<br />

AromataGroup<br />

ha riunito i suoi partner<br />

commerciali<br />

per presentare<br />

la nuova realtà allargata<br />

e le accresciute<br />

potenzialità sui mercati<br />

internazionali.<br />

Lo staff commerciale<br />

export con il top<br />

management<br />

di AromataGroup<br />

di Francesco<br />

Goi<br />

LO STAFF COMMERCIALE EXPORT<br />

SI CONFRONTA SULLE NUOVE<br />

POTENZIALITÀ<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

Bruno Arena,<br />

Direttore<br />

Commerciale<br />

Estero<br />

di AromataGroup<br />

A tre anni dal primo, tenutosi nel 2014, AromataGroup<br />

ha organizzato nel giugno scorso presso la sede di<br />

Concorezzo (MB) un secondo Seminario di tre giorni dedicato<br />

allo staff commerciale estero del Gruppo.<br />

Questo meeting ha rivestito una particolare importanza,<br />

essendo il primo dopo il rafforzamento del<br />

Gruppo con l’ingresso di Variati Aromi e<br />

Fiorio Colori. Erano presenti quasi tutti i<br />

partner commerciali operanti nei mercati<br />

esteri.<br />

Lo scopo del Seminario è stato quello di<br />

fornire all’intero staff un aggiornamento<br />

sull’attuale struttura del Gruppo, le sue<br />

potenzialità e realizzare un confronto sulle<br />

varie realtà estere.<br />

Attualmente è in atto un forte processo di<br />

internazionalizzazione dal punto di vista<br />

commerciale e l’aumentata visibilità sui mercati esteri ne è<br />

la prova. AromataGroup e le società che ne fanno parte sono<br />

ben conosciute e considerate in diversi paesi partner molto<br />

validi per sviluppare nuovi progetti nel settore degli aromi.<br />

“Siamo veramente soddisfatti dello sviluppo che stiamo<br />

realizzando sui mercati esteri”, osserva il<br />

Direttore Commerciale Estero dott. Bruno<br />

Arena. “Anche lo staff commerciale, alla<br />

conclusone dell’incontro, ha espresso<br />

univocamente un parere positivo e molto<br />

ottimismo sul futuro. In questa ottica, mi<br />

è stato richiesto di organizzare il prossimo<br />

seminario entro 12 - 18 mesi, essendo<br />

gradito il costante aggiornamento su<br />

quanto sta accadendo in azienda, per<br />

poter meglio sviluppare l’attività nei diversi<br />

mercati esteri”.<br />

34<br />

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ingredienti<br />

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE<br />

OBIETTIVO CENTRALE DEL GRUPPO<br />

La prima parte del seminario è stata<br />

dedicata alla presentazione della<br />

storia aziendale di AromataGroup,<br />

in relazione a quanto realizzato finora,<br />

ai progetti in essere ed ai<br />

prossimi sviluppi.<br />

È seguito un aggiornamento sulle<br />

procedure che regolano i rapporti<br />

tra il Gruppo e i vari distributori; in<br />

questa fase lo staff commerciale ha<br />

avuto modo di fare chiarezza sulle<br />

eventuali incertezze legate alla<br />

propria attività.<br />

“In particolare”, aggiunge Arena, “è<br />

stato formulato per ogni paese un<br />

business plan strutturato per porre<br />

le basi su cui lavorare nel biennio<br />

2018-2019. Questo ci permetterà di<br />

stabilire le risorse da allocare nei vari<br />

paesi in cui siamo presenti.<br />

L’internazionalizzazione, come è<br />

noto, rappresenta un obiettivo fondamentale<br />

per il Gruppo. Oltre alla<br />

filiale aperta nel 2013 in Bulgaria,<br />

è prevista una presenza diretta in<br />

altri paesi. Stiamo portando avanti<br />

alcuni progetti che, probabilmente,<br />

verranno completati nel corso del<br />

2018.<br />

Per sviluppare l’attività all’estero<br />

occorre innanzitutto disporre di<br />

prodotti con un rapporto ottimale<br />

qualità-prezzo e offrire un servizio<br />

che faccia considerare il fornitore<br />

come un vero e proprio partner,<br />

quasi un’estensione della propria<br />

azienda.<br />

Questo approccio al mercato, insieme<br />

alla professionalità dei vari player<br />

locali, fa la differenza. La scelta<br />

dei distributori nasce proprio<br />

dall’attenta valutazione delle loro<br />

caratteristiche, adatte a proporre<br />

con successo i prodotti del Gruppo.<br />

Tra i partner commerciali che hanno<br />

partecipato al Seminario, alcuni collaborano<br />

già da diversi anni con le<br />

società di AromataGroup, altri hanno<br />

iniziato la collaborazione proprio<br />

quest’anno. Questo conferma la<br />

crescita costante in nuovi mercati”.<br />

FIORIO COLORI IN AROMATAGROUP:<br />

UN’OCCASIONE PER DIVERSIFICARE<br />

Nel corso del Seminario mezza giornata<br />

di lavoro è stata specificamente dedicata<br />

al recente ingresso in Aromata<br />

Group della società Fiorio Colori.<br />

Sono state presentate la realtà Fiorio,<br />

la struttura, i prodotti, le potenzialità.<br />

Per i partner commerciali è importante<br />

poter disporre di una gamma allargata<br />

di prodotti che si rivolgono a<br />

mercati simili. Sono numerosi, infatti,<br />

i potenziali clienti che utilizzano sia gli<br />

aromi che i coloranti.<br />

Alcuni momenti<br />

del Seminario<br />

dedicato allo staff<br />

commerciale estero<br />

di AromataGroup<br />

UN ANDAMENTO POSITIVO<br />

E MOLTA FIDUCIA<br />

“A metà anno stiamo ottenendo risultati<br />

in linea con il budget”, prosegue<br />

Arena. “Tutti i distributori hanno avuto<br />

la possibilità di mostrare i propri risultati<br />

ed i progetti in atto: è emersa<br />

una notevole soddisfazione per il lavoro<br />

svolto e molta fiducia per il prosieguo<br />

dell’attività.<br />

Il focus costante della direzione export<br />

di AromataGroup migliora e potenzia<br />

l’efficacia delle azioni dei distributori<br />

nei diversi mercati di riferimento.<br />

I business plan permetteranno di capire<br />

dove focalizzare maggiormente il<br />

nostro lavoro, ma tutti i partner commerciali<br />

potranno contare sul nostro<br />

costante sostegno.<br />

Il fattore umano è fondamentale, come<br />

la chimica che si stabilisce tra la società<br />

e chi la rappresenta all’estero. In molti<br />

casi si è creato un rapporto non solo<br />

professionale, ma anche umano. È importante<br />

saper cogliere i punti di debolezza<br />

delle aziende e delle persone,<br />

convertendoli in punti di forza.<br />

I partner commerciali vengono costantemente<br />

aggiornati sui prodotti, le applicazioni,<br />

i trend di mercato e gli aspetti<br />

legislativi. La “famiglia” si sta<br />

allargando: lo staff commerciale comprende<br />

distributori europei, russi, ucraini<br />

e, da quest’anno, anche una società<br />

iraniana. Durante i vari incontri, molti<br />

distributori hanno proprio usato il termine<br />

famiglia per rappresentare la vicinanza<br />

dell’azienda. Rispetto ai rapporti<br />

formali che si stabiliscono con i<br />

commerciali esterni, il nostro team è<br />

riuscito a creare una squadra, coinvolta<br />

e partecipe degli obiettivi del Gruppo.<br />

Abbiamo già pianificato una serie di<br />

incontri, che si terranno tra settembre<br />

e novembre, in cui verranno sviluppati<br />

i business plan citati: il lavoro confluirà<br />

in un unico business plan estero, che<br />

terrà conto dei problemi e delle necessità<br />

dei diversi paesi. Commentando i<br />

risultati del Seminario, anche la direzione<br />

generale ha apprezzato l’approccio<br />

trasparente e costruttivo con cui sono<br />

state affrontate le diverse tematiche”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

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35


ingredienti<br />

UNIONE SINERGICA NEL SETTORE NUTRACEUTICO<br />

Unione sinergica di Brenntag Pharma & Nutraceutical<br />

Italia e Iberia che hanno presentato una proposta unica,<br />

globale e customer oriented per prodotti, soluzioni e<br />

servizi offerti.<br />

Ecco le novità illustrate da Brenntag Pharma & Nutraceutical<br />

alla fiera Vitafoods <strong>2017</strong>.l’evento globale dedicato alla<br />

nutraceutica che si è svolto recentemente a Ginevra:<br />

• nuovo product range;<br />

• know how e forza vendite dedicati specificamente ai<br />

clienti dell’industria pharma, dietetica e nutraceutica;<br />

• prodotti di eccellenza: inulina e Fos di Sensus; proteine<br />

del latte funzionali, specialties e derivati di Lupo -<br />

Ludwig Post;<br />

• soluzioni innovative per sport nutrition, industria dietetica<br />

e nutraceutica;<br />

• applicazioni Low sugar - High protein - High fiber<br />

content;<br />

• soluzioni con proteine vegetali alternative;<br />

• new product concepts: idee per prodotti finiti in linea<br />

con i nuovi trend di mercato;<br />

• partnership strategiche con fornitori di specialties<br />

esclusive;<br />

• scouting novel foods.<br />

Brenntag si propone al fianco dei clienti con know-how,<br />

soluzioni e servizi puntuali e innovativi, quali:<br />

• qualità dei prodotti e dei fornitori;<br />

• gamma prodotti in linea con le esigenze e regolamentazioni<br />

del mercato;<br />

• esperienza nello sviluppo prodotti;<br />

• supporto tecnico;<br />

• sicurezza e tracciabilità della catena di approvvigionamento;<br />

• rete logistica globale per consegne just in time;<br />

• expertise e forza di un gruppo multinazionale leader<br />

di mercato.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

36<br />

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IL CAKE E LE SUE DOLCI VARIANTI<br />

Alla classica ricetta con farina, zucchero e burro, il cake alterna tante versioni diverse, a seconda della<br />

base - che può essere costituita anche da riso, mais o altri cereali - e del tipo di ripieno (con il contribuito<br />

di helpdesk@innovami.com).<br />

Il cake, torta in italiano, è essenzialmente costituito da farina, zucchero,<br />

burro e ingredienti aromatizzanti. Fra le varianti sul tema, i<br />

prodotti particolarmente interessanti sono: cake a base di riso, non<br />

lievitato; cake a base di mais e/o cereali; diversi prodotti sono costituiti<br />

da rotolini di pasta lievitata ripieni di formaggio oppure<br />

rotolini di riso farciti con marmellata; interessante è il pane dolce<br />

speziato ottenuto da una lunga lievitazione, un classico francese;<br />

infine, da segnalare un cake dove la farina di frumento è sostituita<br />

da mais e orzo.<br />

Sostanzialmente, quindi, il cake è un prodotto generalmente lievitato<br />

in formato plurimo, destinato ad essere porzionato e ottenuti<br />

per cottura in forno.<br />

DANONE, REGNO UNITO<br />

Cake di riso con berry e pera<br />

RIVAZUR, FRANCIA<br />

Cakes al cioccolato<br />

LE CLERC, SPAGNA<br />

Cake mais con sei cereali<br />

BOURBON, JAPAN<br />

Rotolini con marmellata di fragole<br />

CAPIV, GRECIA<br />

Cake lievitato<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

38<br />

ROYAL, ECUADOR<br />

Torta al cioccolato<br />

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global watch<br />

Con la denominazione cake, sul mercato si trovano in effetti notevoli<br />

variazioni di forma, gusto e composizione. Ne presentiamo<br />

una selezione.<br />

• Il prodotto Danone è essenzialmente un cake a base di riso e frutta;<br />

• il prodotto Le Clerc è un cake di mais costituito da sei differenti cereali;<br />

• il prodotto Rivazur è in effetti un cioccolato nel quale l’olio di<br />

cocco ha sostituito il burro di cacao;<br />

• molto sofisticato è il prodotto giapponese sotto forma di rotolini<br />

arricchiti con marmellata di fragole;<br />

• il prodotto Royal è sostanzialmente un cioccolato sotto forma di<br />

molteplici sottili sfoglie;<br />

• il prodotto greco è un vero cake da forno ottenuto da lievitazione<br />

e completato con zucchero vanigliato naturale;<br />

• il prodotto francese è il tipico pan di spezie ottenuto da lunga<br />

lievitazione naturale speziato con miele e affettato;<br />

• il prodotto Lamesa, denominato rolled cake, è costituito da rotolini<br />

farciti di formaggio;<br />

• Doña torta è un cake di cioccolato arricchito con frumento ed orzo;<br />

• Il prodotto del Costa Rica è costituito da fette di torta alla frutta;<br />

• Il cake pop è un dolce realizzato a forma di lecca lecca, utilizzando<br />

briciole di torta mescolate con glassa o cioccolato fuso formando<br />

piccole palline infilate in bastoncini e successivamente ghiacciate;<br />

• vista la varietà di prodotti non sempre ufficialmente “cake”, abbiamo<br />

aggiunto un cake rettangolare ridotto a trancino, al cacao.<br />

BROSSARD, FRANCIA<br />

Pan di spezie con miele<br />

DOÑA TORTA, COLOMBIA<br />

Cake al cioccolato con frumento e orzo<br />

LAMESA, KUWAIT<br />

Rotolini farciti di formaggio<br />

CAKE POP<br />

Dolce a forma di lecca lecca<br />

BARACAT, COSTA RICA<br />

Fette di torta alla frutta<br />

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MULINO BIANCO, ITALIA<br />

Trancino al cacao<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

39


energia<br />

TURBINE PER COGENERAZIONE E TRIGENERAZIONE<br />

IBT Group, partner esclusivo di Capstone<br />

Turbine Corporation per l’Italia, ha presentato<br />

le nuove turbine Capstone C600S da 600<br />

kWe e C800S da 800 kWe che presentano<br />

dimensioni e peso ridotti rispetto ai precedenti<br />

modelli.<br />

La società americana, con sede in California,<br />

leader nelle turbine a gas con brevetto oilfree,<br />

ha incorporato nelle nuove serie S numerosi<br />

aggiornamenti di progettazione: pur<br />

presentando, infatti, la stessa tecnologia<br />

delle preesistenti C600 e C800, i nuovi modelli<br />

mostrano una maggiore affidabilità, in<br />

grado di garantire performance invariate e<br />

bassi costi del ciclo di vita per almeno dieci<br />

anni. Inoltre, la maggiore facilità di installazione,<br />

grazie al design più compatto che<br />

passa da una lunghezza di 9 metri a, rispettivamente,<br />

5,8 m per la C600S e 7,5 m per<br />

la C800S, oltre che al bassissimo inquinamento<br />

acustico che le contraddistingue, le<br />

rende adatte ad essere montate in spazi limitati<br />

o abitati.<br />

Ideali per applicazioni cogenerative (CHP)<br />

e trigenerative (CCHP) in tutte quelle<br />

utenze industriali che non<br />

presentano la necessità di<br />

utilizzare solo acqua calda,<br />

le turbine Capstone consentono<br />

di impiegare tutta<br />

l’energia termica di scarto, a<br />

differenza di quanto normalmente<br />

accade con le tecnologie<br />

a motore alternativo a pistoni,<br />

dove il mix dell’energia termica prodotta è<br />

principalmente concentrata nella produzione<br />

di acqua calda a 90 °C, proveniente dai circuiti<br />

di raffreddamento delle camicie e dell’olio<br />

lubrificante dei motori. Utilizzando le turbine<br />

Capstone si può, infatti, massimizzare<br />

la produzione di vapore mediante l’impiego<br />

di una tecnologia di post-combustione dei<br />

gas di scarico esausti. Essi, grazie alla speciale<br />

tecnologia oil-free (ovvero senza l’uso di<br />

liquidi lubrificanti all’interno), oltre ad avere<br />

bassissimi NOx e CO, presentano un contenuto<br />

di O 2<br />

pari a circa il 17% che consente di<br />

utilizzarli come aria comburente a 300°C<br />

all’interno di bruciatori in vena d’aria o postbruciatori<br />

che elevano la temperatura dei gas<br />

combusti fino ad un massimo di 700°C. Tali<br />

gas sono quindi utilizzati in un generatore di<br />

vapore a recupero per la produzione di vapore<br />

saturo, ideali per tutti quei processi, come<br />

nelle industrie alimentari e delle bevande,<br />

che hanno bisogno di vettori termici pregiati,<br />

quali il vapore saturo, acqua surriscaldata e<br />

acqua glicolata a temperatura sotto zero, per<br />

il loro processo produttivo.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

40<br />

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sicurezza<br />

Il nuovo regolamento Ue<br />

faciliterà l’ingresso<br />

di prodotti provenienti<br />

da paesi extracomunitari,<br />

velocizzando la procedura<br />

di autorizzazione e<br />

garantendo al contempo<br />

la massima sicurezza.<br />

di Livio<br />

Leali*<br />

IL MERCATO EUROPEO<br />

SI APRE AI “NOVEL FOOD”<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

*Ex direttore<br />

della Centrale<br />

del Latte di Milano<br />

e già docente<br />

di Ispezione e Controllo<br />

del Latte e degli<br />

Alimenti Derivati<br />

nell’Università degli<br />

Studi di Milano<br />

Il Regolamento Ue 2015/2283 sui nuovi alimenti (novel<br />

food) che modifica il Regolamento Ue n. 1169/11 e<br />

abroga il Regolamento (CE) 258/97 è stato pubblicato<br />

sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue dell’11 dicembre 2015.<br />

Scopo del provvedimento è di apportare un miglioramento<br />

delle condizioni esistenti, affinché le imprese<br />

possano più facilmente introdurre prodotti alimentari<br />

innovativi sul mercato dell’Ue, mantenendo allo stesso<br />

tempo un elevato livello di sicurezza alimentare per i<br />

consumatori europei. Le nuove norme si applicano a<br />

partire dal primo gennaio 2018 salvo alcune disposizioni<br />

già entrate in vigore il 31 dicembre 2015.<br />

Per rendere più efficiente la procedura di autorizzazione,<br />

consentire una maggior rapidità di distribuzione di prodotti<br />

alimentari sicuri e innovativi sul mercato ed evitare<br />

inutili ostacoli agli scambi, garantendo nel contempo<br />

l’indispensabile sicurezza, verrà creato un sistema di autorizzazione<br />

centralizzato allo scopo di fornire una maggior<br />

certezza ai richiedenti che intendono ottenere la<br />

concessione per un nuovo prodotto alimentare, semplificando<br />

e velocizzando il processo di rilascio. In prima<br />

istanza sarà l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza<br />

alimentare) ad effettuare una valutazione scientifica degli<br />

eventuali pericoli legati alla caratteristica di nuovi<br />

prodotti alimentari, mentre la Commissione europea<br />

gestirà la procedura di ogni richiedente e formulerà le<br />

proposte per l’autorizzazione dei nuovi prodotti risultati<br />

sicuri. L’uso dei nuovi prodotti alimentari nell’Ue verrà<br />

concesso solo se essi non presentano rischi per la sanità<br />

pubblica e non comportano svantaggi dal punto di vista<br />

nutrizionale qualora con essi si intenda sostituire un prodotto<br />

alimentare simile già in commercio e altresì non<br />

debbano ritenersi fuorvianti per i consumatori. La valutazione<br />

scientifica sulla loro sicurezza definisce le condi-<br />

42<br />

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sicurezza<br />

zioni per il loro uso, la loro designazione<br />

come prodotti o ingredienti<br />

alimentari e fissa i requisiti di etichettatura.<br />

Le domande in corso, la cui<br />

valutazione non sia stata ultimata al<br />

momento dell’entrata in vigore, dovranno<br />

essere sottoposte alla disciplina<br />

fissata dal nuovo Regolamento.<br />

Compete alla Commissione Ue completare<br />

la valutazione di tali richieste.<br />

La domanda deve essere indirizzata<br />

all’Autorità competente dello stato<br />

membro; in Italia è il Ministero della<br />

Salute al quale va indirizzata da parte<br />

dell’operatore che intenda immettere<br />

al consumo un “novel food”<br />

attenendosi altresì alle modalità indicate<br />

dal nuovo Regolamento e<br />

dalla raccomandazione CE 97/618.<br />

Un’agevolazione è prevista per gli<br />

scambi di alimenti tradizionali provenienti<br />

da Paesi extraeuropei, ma<br />

considerati nuovi nell’Ue: in tal caso,<br />

se si può storicamente dimostrare la<br />

sicurezza e non esistano obiezioni<br />

da parte dell’Efsa o di qualcuno degli<br />

stati membri dell’Ue, l’alimento<br />

tradizionale verrà autorizzato sulla<br />

base di una notifica da parte dell’operatore<br />

del settore alimentare.<br />

Comunque vale il principio che, nonostante<br />

l’approvazione in sede Ue,<br />

uno stato membro può sospendere<br />

o limitare l’uso di qualsiasi nuovo<br />

prodotto alimentare, se ritiene che<br />

possa costituire un pericolo per la<br />

salute in base alle disposizioni di salvaguardia<br />

previste dalla legislazione<br />

alimentare generale. Qualora ciò<br />

avvenga l’autorità dello stato membro<br />

deve informare la Commissione,<br />

che svolgerà un’indagine sulla misura<br />

di protezione adottata dallo<br />

stato membro e qualora il prodotto<br />

risulti rischioso per i consumatori, la<br />

Commissione può immediatamente<br />

sospendere l’autorizzazione alla sua<br />

commercializzazione nell’Ue.<br />

Il nuovo Regolamento prende in<br />

considerazione anche i nanomateriali<br />

eventualmente utilizzati nei<br />

nuovi alimenti. Per questi dovrà essere<br />

richiesta un’autorizzazione specifica<br />

di nuovo prodotto alimentare<br />

prima di essere utilizzati negli alimenti.<br />

La loro sicurezza dovrà essere<br />

valutata dall’Efsa. I richiedenti devono<br />

inoltre dimostrare che per testare<br />

i nanomateriali ingegnerizzati per i<br />

quali si richiede l’autorizzazione<br />

sono stati utilizzati i test più aggiornati.<br />

Per quanto riguarda l’etichettatura<br />

i nuovi prodotti alimentari devono<br />

seguire quanto stabilito dal<br />

Regolamento (CE) n. 1169/2011<br />

tenendo conto che, per informare<br />

correttamente il consumatore, possono<br />

essere richiesti ulteriori requisiti<br />

specifici. L’etichetta deve indicare<br />

il nome del prodotto alimentare e,<br />

nel caso, precisarne le condizioni<br />

d’uso. Per le indicazioni nutrizionali<br />

e salutistiche si fa riferimento allo<br />

specifico Regolamento (CE) n.<br />

1924/2006.<br />

CIRCA 90 I PRODOTTI FINORA AUTO-<br />

RIZZATI<br />

In tutta l’Ue, tra il 1997 e il 2014<br />

sono state presentate circa 170<br />

domande di autorizzazione; finora<br />

sono stati autorizzati circa<br />

90 nuovi prodotti alimentari.<br />

Comprendono prodotti tradizionalmente<br />

consumati in Paesi extraeuropei;<br />

tra questi si riscontrano<br />

i semi di chia ricchi di acidi<br />

Il Regolamento<br />

Ue 2015/2283<br />

sui novel food si<br />

applica a partire<br />

dal 1° gennaio<br />

2018<br />

Sarà l’Efsa a<br />

effettuare la<br />

prima valutazione<br />

scientifica degli<br />

eventuali pericoli<br />

legati ai nuovi<br />

prodotti alimentari<br />

grassi omega -3, semi che già si<br />

trovano sulla crosta dei panini, e<br />

alimenti ottenuti utilizzando recenti<br />

innovazioni tecnologiche<br />

come certi prodotti lattieri trattati<br />

termicamente e fermentati con<br />

Bacteroides xylanisolvens (DSM<br />

23964), un microrganismo che ha<br />

dimostrato di possedere proprietà<br />

probiotiche. Altri esempi di novel<br />

food autorizzati sono i fitosteroli<br />

aggiunti a prodotti caseari, il salatrim,<br />

un grasso a valore calorico<br />

ridotto, un olio ad alto tenore di<br />

DHA, derivato dalle microalghe e<br />

un succo di frutta prodotto ad alta<br />

pressione e come tale considerato<br />

effetto di un nuovo processo<br />

di produzione. Un novel food di<br />

origine lattiero casearia è la lattoferrina<br />

bovina, una proteina del<br />

siero suggerita come ingrediente<br />

benefico per alimenti dietetici.<br />

Altro novel food è il Clarinol, ricavato<br />

da olio di cartamo lavorato,<br />

da utilizzare come ingrediente per<br />

prodotti a base di latte (yogurt)<br />

o bevande di frutta destinate a<br />

consumatori adulti. Per questo<br />

prodotto viene consigliato un consumo<br />

limitato per un periodo non<br />

superiore a sei mesi. Un novel food<br />

che ha ottenuto parere favorevole<br />

dell’Efsa è un latte trattato con<br />

UV. Il trattamento viene applicato<br />

dopo la pastorizzazione al fine di<br />

prolungarne la shelf life; ha effetto<br />

anche sull’aumento del tenore di<br />

Vitamina D3. Il richiedente ha fornito<br />

dati relativi alla composizione<br />

in macro e micronutrienti del latte<br />

così trattato. Gli esperti hanno valutato<br />

favorevolmente il prodotto.<br />

TRA I POSSIBILI NUOVI ALIMENTI<br />

ANCHE INSETTI E CARNE DI COC-<br />

CODRILLO<br />

Le valutazioni sui problemi posti<br />

dal Regolamento sui novel food<br />

evidenziano alcuni aspetti particolari<br />

della normativa. Ad esempio<br />

in essa si chiarisce che tali prodotti<br />

non originano solo dalla presenza<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

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43


sicurezza<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

di tecnologie e processi produttivi<br />

nuovi, ma sono il risultato dell’effetto<br />

che tali processi producono<br />

sul prodotto finale, che presenta<br />

aspetti nuovi e tradizionali in Paesi<br />

terzi tanto da richiedere una attenta<br />

valutazione sulle proprietà nutrizionali<br />

prima di essere ammessi<br />

al mercato dell’Ue. Si fa presente<br />

che l’argomento può coinvolgere<br />

realtà produttive di Paesi del terzo<br />

mondo dove sono in uso alimenti<br />

costituiti da bruchi, coleotteri,<br />

formiche e cavallette che, anche<br />

se ritenuti iperproteici, sono comunque<br />

assai lontani dalle nostre<br />

realtà culinarie. Rimane abbastanza<br />

critica una valutazione di questi<br />

prodotti basata su aspetti culturali<br />

tradizionali di popolazioni molto<br />

diverse in termini di storia e cultura<br />

del cibo rispetto a quelle dei<br />

Paesi dell’Ue e in particolare dell’Italia.<br />

La realtà che emerge da una<br />

analisi Coldiretti/Ipermarketing,<br />

riferita da Rolando Manfredini,<br />

Capo Area Sicurezza alimentare e<br />

produttiva di Coldiretti, dimostra<br />

La normativa<br />

può coinvolgere<br />

alimenti in uso<br />

nei Paesi del Terzo<br />

mondo, come<br />

bruchi, coleotteri,<br />

formiche<br />

e cavallette che,<br />

anche se ritenuti<br />

iperproteici, sono<br />

molto lontani<br />

dalle nostre realtà<br />

culinarie<br />

In tutta l’Ue, tra<br />

il 1997 e il<br />

2014 sono state<br />

presentate circa<br />

170 domande di<br />

autorizzazione:<br />

ne sono state<br />

accettate circa<br />

90, tra cui quella<br />

riguardante i semi<br />

di chia<br />

che l’accettazione di certi prodotti<br />

sarebbe assai scarsa: solo l’8% di<br />

italiani si azzarderebbe ad assaggiare<br />

gli insetti, il 7% i ragni fritti e<br />

il 19% sarebbe propenso a mettere<br />

nel piatto la carne di coccodrillo. Il<br />

problema degli insetti e dei rischi<br />

connessi al loro eventuale uso per<br />

fini alimentari è oggetto di accurate<br />

verifiche in alcuni Stati membri<br />

dell’Ue mentre sta trovando consensi,<br />

perfino in seno alla Fao. Per<br />

un Paese come il nostro, dove la<br />

qualità degli alimenti è un’eccellenza,<br />

si può ipotizzare che dai novel<br />

food potrebbero derivare interessi<br />

non tanto sui requisiti qualitativi,<br />

ma piuttosto eventuali suggerimenti<br />

su processi innovativi e su<br />

speciali metodi riguardanti il confezionamento<br />

e la conservazione<br />

dei prodotti alimentari.<br />

44<br />

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TESTA I TANTI UTILIZZI<br />

DEL CARBONE ATTIVO<br />

Filtrazioni speciali<br />

industriali<br />

Purificazione prodotti<br />

alimentari e farmaceutici<br />

Depurazione<br />

di aria e acqua<br />

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sicurezza<br />

Sull’etichetta del riso<br />

dovranno essere riportati<br />

i Paesi dove la materia<br />

prima è stata coltivata,<br />

lavorata e confezionata.<br />

Le paste di semola<br />

di grano duro dovranno<br />

invece indicare<br />

i Paesi di coltivazione<br />

e molitura del grano.<br />

di Gianluca<br />

Favagrossa*<br />

e Mauro<br />

Scorsone*<br />

ORIGINE IN ETICHETTA: PRESTO<br />

L’OBBLIGO PER PASTA E RISO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

*Area legale e delle<br />

relazioni industriali<br />

di Union<strong>Alimentari</strong><br />

Le iniziative del Ministero delle Politiche agricole alimentari e<br />

forestali e dal Ministero dello sviluppo economico sembrano<br />

basarsi ormai sull’assunto che l’origine, riportata in etichetta,<br />

costituisca la soluzione alle difficoltà in cui versa anche il settore<br />

primario nel nostro paese. A nostro avviso gli impatti limitati<br />

al territorio nazionale e non a quello comunitario di tali<br />

norme, piuttosto che le problematiche nella gestione degli<br />

stoccaggi e degli incarti, rischiano momentaneamente di gravare<br />

in termini economici solo sulle imprese nazionali di trasformazione,<br />

riducendone la competitività, senza per questo<br />

avere un effetto positivo sul livello della produzione primaria,<br />

in particolarità se pensiamo al grano duro.<br />

Prima di entrare nel merito delle bozze di questi due schemi<br />

di decreto interministeriale, concernenti l’origine in etichetta<br />

del riso e del grano duro per le paste secche, potrebbe essere<br />

utile fare alcune considerazioni sull’impiego di tali indicazioni<br />

quale possibile leva di marketing.<br />

In base ai dati della consultazione pubblica, richiamata nei<br />

considerando delle due bozze di decreto, a testimonianza<br />

della maggiore trasparenza che i consumatori chiedono dalle<br />

etichette, la consultazione non va a sconfessare la percezione<br />

che molti consumatori danno all’indicazione di origine, quando<br />

gradita. Infatti, è percepita in molti casi alla stregua di un<br />

brand commerciale qualificante.<br />

Alla domanda “lei sarebbe disposto a spendere di più per<br />

avere certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto<br />

che acquista? Se si, quanto sarebbe disposto a spendere di<br />

più?” il 30,26 % ha risposto che sarebbe disposto a pagare<br />

fino al 5% in più, il 40,33% dal 5% al 20% in più, mentre il<br />

12,01% ha risposto che sarebbe disposto a pagare oltre il<br />

20% in più. In sostanza l’82,60% ha risposto di essere disposto<br />

a spendere di più per il prodotto italiano e solo il 17,39%<br />

ha risposto di non esserlo.<br />

Ma chi scrive si chiede quale valore abbia un’indagine su un<br />

46<br />

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sicurezza<br />

unico aspetto, dove tra l’altro il consumatore<br />

italiano, alla stregua di quello<br />

francese, ha generalmente una percezione<br />

qualitativa positiva dei prodotti<br />

alimentari nazionali. Tuttavia l’atto di<br />

acquisto si concretizza in un contesto in<br />

cui intervengono innumerevoli fattori e<br />

l’origine concorre solo in minima parte.<br />

Ovviamente è innegabile una tendenza<br />

generale a riconoscere un elemento positivo<br />

all’origine del prodotto o dei suoi<br />

ingredienti nei prodotti alimentari. A tal<br />

proposito i Ministeri hanno definito, tramite<br />

i decreti proposti, le modalità di<br />

indicazione di origine per il riso e per il<br />

grano duro per le paste di semola di grano<br />

duro, sempre in via sperimentale fino<br />

al 30 dicembre 2020, con l’avvertenza<br />

che in caso di adozione degli atti esecutivi<br />

comunitari, già previsti dal reg.<br />

1169/2011 art. 26, prima del termine<br />

del periodo sperimentale, i decreti perderanno<br />

di efficacia dal giorno di entrata<br />

in vigore degli stessi.<br />

RISO<br />

Sull’etichetta del riso dovranno essere<br />

riportate le seguenti indicazioni:<br />

• Paese di coltivazione del riso: nome<br />

del paese nel quale è stato coltivato<br />

il risone;<br />

• Paese di lavorazione: nome del paese<br />

nel quale è stata effettuata la lavorazione<br />

e/o trasformazione del risone;<br />

• Paese di confezionamento: nome<br />

del paese nel quale è stato confezionato<br />

il riso.<br />

Qualora le operazioni di coltivazione e<br />

lavorazione avvengano nei territori di<br />

più paesi membri dell’Unione europea<br />

o situati al di fuori, per indicare il luogo<br />

in cui la singola operazione è stata effettuata<br />

possono essere utilizzate le<br />

diciture: “UE, “non UE”, “UE e non<br />

UE”. Al fine di non gravare maggiormente<br />

sui processi di approvvigionamento<br />

delle imprese tale ultima dicitura<br />

può essere impiegata, anche in<br />

assenza di miscele, qualora di norma vi<br />

sia un doppio approvvigionamento.<br />

Da parte nostra resta poco comprensibile<br />

l’obbligo di indicare il paese di confezionamento,<br />

quando il decreto non<br />

si applica ai prodotti legalmente fabbricati<br />

o commercializzati in un altro Stato<br />

membro dell’Unione Europea o in un<br />

Paese Terzo. Inoltre, l’indicazione è proposta<br />

alla vigilia della probabile reintroduzione<br />

dell’indicazione del luogo di<br />

produzione o, se diverso, di confezionamento.<br />

PASTE ALIMENTARI DI GRANO DURO<br />

Lo stesso decreto obbliga le indicazioni<br />

di origine solo in riferimento alle paste<br />

alimentari di grano duro, pertanto sono<br />

escluse le paste alimentari fresche e stabilizzate<br />

e ovviamente le paste avente<br />

requisiti diversi da quelli prescritti dal DPR<br />

9 febbraio 2001, n. 187 e commercializzati<br />

verso altri Paesi dell’Unione europea<br />

o verso altri Paesi contraenti l’accordo<br />

sullo spazio economico europeo,<br />

nonché destinate all’esportazione.<br />

Sull’etichetta dovranno essere riportate<br />

le seguenti diciture:<br />

• “Paese di coltivazione del grano”:<br />

nome del paese nel quale è stato coltivato<br />

il grano duro;<br />

• “Paese di molitura”: nome del paese<br />

nel quale è stata ottenuta la semola di<br />

grano duro.<br />

Qualora ciascuna delle operazioni avvenga<br />

nei territori di più paesi membri<br />

dell’Unione europea o situati fuori<br />

dell’Unione Europea possono essere<br />

utilizzate le seguenti diciture “UE”,<br />

“non UE”, “UE e non UE”.<br />

Anche in tal caso tali formulazioni possono<br />

essere impiegate in assenza di miscele.<br />

A differenza degli altri decreti sull’origine<br />

è stata prevista una specifica formulazione<br />

qualora il grano utilizzato sia<br />

stato coltivato per almeno il 50% in un<br />

singolo Paese. Quindi solo per l’indicazione<br />

relativa al paese di coltivazione è<br />

possibile precisare il nome del paese (se<br />

rappresenta almeno il 50% del grano<br />

duro) seguito dall’indicazione “e altri<br />

Paesi” con precisazione “UE”, “non<br />

UE” e “UE e non UE” a seconda dell’origine<br />

della componente restante. Ad<br />

esempio nel caso si impiegasse grano<br />

duro coltivato in Italia per almeno il<br />

50% e una miscela di grani canadesi<br />

potremmo riportare: Paese di coltivazione<br />

dl grano: Italia e altri Paesi non<br />

UE; Paese di molitura: Italia.<br />

METODO DI PRESENTAZIONE DELLE<br />

DICITURE<br />

Le due bozze di decreto dispongono che<br />

le diciture dovranno essere riportate in<br />

un punto evidente, ma soprattutto nello<br />

stesso campo visivo utilizzando il carattere<br />

di 1,2 mm, senza quindi prevedere<br />

le deroghe del reg. 1169/2011<br />

valevoli in generale per le altre indicazioni<br />

obbligatorie. Questo a nostro avviso<br />

rappresenta una forzatura che potrebbe<br />

anche essere giudicata in contrasto rispetto<br />

alle previsioni contenute nel regolamento<br />

comunitario.<br />

Altra previsione, non introdotta nel decreto<br />

Riso, riguarda la possibilità per la<br />

pasta di poter riportare le diciture tramite<br />

punzonatura, stampigliatura o altro<br />

segno su un elenco riportato in etichetta.<br />

ENTRATA IN VIGORE<br />

Mentre il presente articolo è in fase di<br />

redazione i ministri Martina e Calenda<br />

firmano i decreti di avvio dell’obbligo di<br />

origine in etichetta. A nostro avviso l’atto<br />

della firma dovrebbe concretizzarsi<br />

con la pubblicazione in Gazzetta<br />

Ufficiale solo a partire dalla metà di agosto.<br />

Infatti, le bozze di decreto erano<br />

state notificate alla Commissione europea<br />

il 12 maggio, in applicazione dell’articolo<br />

45 del reg. 1169/2011, quindi, in<br />

assenza di pareri negativi, solo dopo il 13<br />

agosto, i decreti dovrebbero essere pubblicati<br />

in Gazzetta Ufficiale per non incorrere<br />

in un rischio di procedura di infrazione,<br />

ma il condizionale è sempre<br />

d’obbligo. Sono molte le perplessità<br />

verso questa voluntas dei nostri Ministeri<br />

e quindi del Governo, in quanto tali nuovi<br />

obblighi potrebbero avere forse un<br />

effetto indiretto come politiche protezionistiche<br />

nel breve termine, ma non<br />

sono state ben valutate le conseguenze<br />

nel medio termine, ove nella gran parte<br />

dei settori dell’alimentare la produzione<br />

nazionale non è in grado di soddisfare<br />

la richiesta di materie prime alimentari<br />

dell’industria di trasformazione.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

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47


sicurezza<br />

DISPOSITIVI PARACOLPI PER UNA PROTEZIONE CERTIFICATA<br />

Le imprese, sempre più sensibili a una politica di qualità,<br />

elemento chiave per sostenere la propria crescita e migliorare<br />

la competitività sul mercato, investono sempre<br />

di più nella tutela delle proprie risorse, sia strutturali che<br />

umane. I dati parlano chiaro: i risultati degli ultimi studi<br />

di Accredia attestano, infatti, un incremento del 77%<br />

del numero delle società che hanno richiesto certificazioni<br />

in conformità alla norma OHSAS 18001 dal 2012.<br />

L’adozione di uno standard in materia di salute e sicurezza<br />

sul lavoro si lega indissolubilmente all’installazione nei<br />

siti produttivi di elementi safety, come i dispositivi di sicurezza<br />

paracolpi.<br />

Stommpy Srl – leader tecnologico nella produzione di<br />

dispositivi di sicurezza paracolpi per uso industriale – offre<br />

una gamma ampia e completa di prodotti innovativi,<br />

per rendere gli ambienti di lavoro all’interno dei siti industriali<br />

più protetti e sicuri, garantendo al contempo, grazie<br />

alle loro elevate performance tecniche, una sensibile<br />

riduzione dei costi di manutenzione per il ripristino delle<br />

infrastrutture e delle attrezzature.<br />

Quando un veicolo di movimentazione merci urta accidentalmente<br />

un ostacolo, l’energia cinetica posseduta<br />

dalla sua massa in movimento si trasferisce in una frazione<br />

di secondo all’oggetto colpito, danneggiandolo, a<br />

volte irrimediabilmente. In tal senso, Stommpy ha introdotto<br />

per la prima volta sul mercato il concetto di “elasticità”<br />

strettamente connesso alla “deformazione programmata”<br />

della struttura dei suoi paracolpi, allo scopo<br />

di garantirne la massima resistenza agli urti. “Lo sviluppo<br />

di nuovi materiali e programmi di calcolo, unitamente ad<br />

un sistema di ancoraggio rivoluzionario e altamente performante,<br />

e a prove effettuate tramite crash test da un<br />

ente Accredia, hanno permesso di incrementare l’efficienza<br />

complessiva dei dispositivi di sicurezza paracolpi<br />

Stommpy rispetto alle soluzioni tradizionali”, dichiara il<br />

general manager Marco Chiarini. “Realizzare questi<br />

crash test ci permette di comunicare ai nostri clienti parametri<br />

tecnici certi sui nostri prodotti, quali la resistenza<br />

all’energia di impatto, l’ingombro massimo di lavoro<br />

durante l’impatto e l’indice traumatologico restituito<br />

all’operatore alla guida del veicolo. Si tratta di dati non<br />

accessibili al mercato prima d’ora, che mirano a incrementare<br />

la conoscenza tecnica e quindi la competenza<br />

del cliente, consentendogli di selezionare, su base scientifica,<br />

il giusto dispositivo a seconda delle esigenze e<br />

ottenere, inoltre, un’utile certificazione”.<br />

Sicurezza certificata dunque, con i dispositivi paracolpi<br />

Stommpy, sottoposti a specifici test presso il Centro prove<br />

Aisico di Roma – ente di certificazione autonomo accreditato<br />

da Accredia – in conformità al BSI-PAS13 e alla<br />

procedura di prova Aisico-Stommpy. I crash test vengono<br />

realizzati su tutta la gamma di dispositivi lineari (guardrail)<br />

e di dispositivi puntuali (pali) mediante la procedura<br />

Sled Testing.<br />

I risultati registrati raggiungono i migliori valori sul mercato.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

48<br />

In dettaglio, ad esempio, il guardrail paracolpi di diametro<br />

di 120 mm, è in grado di arrestare un veicolo di<br />

4.220 kg di massa complessiva, lanciato alla velocità di<br />

14,7 km/h (equivalente ad una energia di impatto di<br />

36.750 Joules), senza arrecare alcun danno al pavimento<br />

su cui è fissato.<br />

Inoltre, il valore raggiunto dall’indice di severità Asi<br />

(Acceleration Severity Index) è di 0.47, ovvero quasi la<br />

metà del valore massimo ammissibile per il livello di severità<br />

più basso definito dalla normativa UNI EN<br />

1317:2010 - Barriere di sicurezza stradali.<br />

Infine, il ripristino è garantito grazie ad una semplice,<br />

veloce ed economica manutenzione.<br />

“Un risultato raggiunto in anni di ricerca e sviluppo sul<br />

prodotto e prove sul campo, grazie all’equilibrio tra la<br />

resistenza meccanica espressa da ogni singolo componente<br />

del paracolpi – come il Tecklene ® di cui sono costituiti<br />

i dispositivi Stommpy – e quella offerta dal sistema<br />

di ancoraggio FIXA Block System ® , con cui gli elementi<br />

vengono fissati al pavimento”, continua Chiarini.<br />

Brevettato da Stommpy, FIXA Block System unisce in un<br />

unico dispositivo: l’ancoraggio chimico, ad espansione<br />

meccanica e in profondità, ottenendo così nell’insieme<br />

la capacità di scaricare l’energia d’urto su una superficie<br />

del pavimento molto ampia, evitando rotture anche negli<br />

impatti più violenti.<br />

Completa il quadro, l’impermeabilità della malta cementizia,<br />

che rende FIXA Block System idoneo all’impiego<br />

nell’industria alimentare e farmaceutica.<br />

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TRA EFFICIENZA,<br />

PRATICITÀ E DURATA.<br />

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SI MUOVE L’ECCELLENZA<br />

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DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE<br />

PROPOSITION | Cinghie dentate con rivestimento<br />

I nastri di trasporto e di processo FORBO<br />

sono preferiti da costruttori ed utilizzatori<br />

di impianti che vogliono ottenere la<br />

massima efficienza dalle proprie macchine.<br />

Soluzioni riconosciute a livello mondiale<br />

come “eccellenza di settore” per affidabilità,<br />

facilità di pulizia e durata, si confermano dei<br />

veri e propri alleati dell’industria alimentare.<br />

Preferire nastri FORBO significa ottenere<br />

flussi di lavoro sempre impeccabili, ridurre la<br />

necessità di manutenzione e fermi macchina,<br />

diminuire i tempi necessari per pulizia e<br />

sanificazione degli impianti, il tutto con la<br />

sicurezza di un servizio di assistenza rapido<br />

in tutto il mondo grazie alle numerose filiali.<br />

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scienza&tecnologia<br />

Le nanotecnologie<br />

stanno trovando crescente<br />

impiego nell’ambito<br />

della sicurezza alimentare,<br />

in funzione antimicrobica.<br />

Presentiamo alcuni esempi<br />

di applicazione.<br />

di Franco<br />

Bray<br />

LE POTENZIALITÀ<br />

DEI NANOMATERIALI CONTRO<br />

LE CONTAMINAZIONI INCROCIATE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

La contaminazione incrociata degli alimenti con microrganismi<br />

patogeni come i batteri, i virus e i parassiti può verificarsi<br />

in qualsiasi punto della filiera, fino al momento del consumo.<br />

Le superfici di contatto con il cibo e le superfici non alimentari<br />

sono la fonte più frequente di contaminazione incrociata<br />

microbica. Sulla scia di nuove ed emergenti sfide di sicurezza<br />

alimentare, tra cui gli agenti patogeni umani resistenti agli<br />

antibiotici, le pratiche convenzionali di igienizzazione e disinfezione<br />

potrebbero non essere sufficienti per garantire un’elaborazione<br />

sicura dei prodotti alimentari, una corretta preparazione,<br />

oltre a non essere rispettosi dell’ambiente. I nuovi<br />

interventi di sicurezza alimentare abilitati alla nanotecnologia<br />

hanno un grande potenziale per mitigare il rischio di contaminazione<br />

incrociata microbica nella catena alimentare.<br />

Le nanoparticelle particolarmente ingegnerizzate (ENP) stanno<br />

trovando sempre più applicazione come agenti antimicrobici.<br />

Tra le varie ENP, gli ossidi metallici fotocatalizzatori hanno<br />

mostrato grandi prospettive come efficaci disinfettanti destinati<br />

a una vasta gamma di microrganismi.<br />

Forniamo una panoramica delle proprietà antimicrobiche di<br />

vari ossidi metallici fotocatalizzatori e delle loro applicazioni<br />

potenziali come rivestimenti superficiali. Inoltre, questa rassegna<br />

illustra gli approcci più comuni per lo sviluppo di rivestimenti<br />

antimicrobici destinati a impianti alimentari, i metodi<br />

per caratterizzare, testare e valutare l’efficacia<br />

antimicrobica, nonché la stabilità fisica dei rivestimenti.<br />

Vengono evidenziati inoltre i regolamenti e le sfide riguardanti<br />

l’uso di questi nuovi rivestimenti antimicrobici fotocatalitici.<br />

I film di amido hanno buone proprietà barriera all’ossigeno,<br />

all’anidride carbonica e ai lipidi, mentre limitano le proprietà<br />

meccaniche e di resistenza al vapore acqueo. Questo problema<br />

è stato superato con l’ausilio di nanoparticelle a base ZnO, che<br />

infatti aumentano notevolmente la resistenza all’acqua. I film<br />

50<br />

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scienza&tecnologia<br />

destinati al confezionamento risultano<br />

di carattere idrofilo rispetto ai film sintetici<br />

convenzionali come PE e PP. Pertanto,<br />

i film avanzati sono abbastanza adatti<br />

per essere utilizzati come matrice di polimero<br />

portante per idrofili attivi e composti<br />

in applicazioni di confezionamento<br />

attivo. Un nuovo sistema di imballaggio<br />

antimicrobico è stato preparato incorporando<br />

nanoparticelle TiO2 o Ag in matrice<br />

di acido lattico (PLA). È stato studiato<br />

l’effetto di questi PLA / TiO2 e PLA /<br />

TiO2 + Ag sulle proprietà fisicochimiche<br />

e microbiologiche di prodotti marini<br />

commestibili conservato a 5 ± 1°C per<br />

25 giorni. Il film a bassa densità di polietilene<br />

(LDPE) è stato utilizzato come controllo.<br />

Sono stati determinati la perdita di<br />

peso, il valore del pH, il conteggio dei<br />

batteri lattici (LAB), la struttura, la qualità<br />

sensoriale e l’attività antimicrobica. I pesci<br />

imballati da film PLA / TiO2 e PLA /<br />

TiO2 + Ag hanno fornito una migliore<br />

ritenzione nel valore del pH, LAB, qualità<br />

sensoriale e attività antimicrobica rispetto<br />

a quelle imballate da film PLA e LDPE.<br />

La migrazione di nanoparticelle Ti e Ag<br />

risulta essere inferiore al limite di 10 mg<br />

/ kg come definito dall’Efsa per i materiali<br />

a contatto con prodotti alimentari. I<br />

risultati indicano che l’incorporazione di<br />

nanoparticelle TiO2 o Ag in matrice PLA<br />

potrebbe mantenere la qualità del pesce<br />

e prolungare la durata di conservazione<br />

fino a 25 giorni.<br />

Yunnan ricotta è uno dei formaggi più<br />

popolari in Cina. Tuttavia, la durata di<br />

conservazione del formaggio fresco è<br />

solo di 5-7 giorni in condizioni refrigerate.<br />

Il film PLA incorporato con nanoparticelle<br />

di TiO2 o Ag antimicrobiche,<br />

usato come packaging, ha un grande<br />

potenziale per prolungare la durata del<br />

formaggio in condizioni refrigerate. In<br />

generale, quindi, il nuovo materiale di<br />

imballaggio può essere un’alternativa<br />

efficace per la conservazione di prodotti<br />

lattei destinati alla refrigerazione.<br />

Il gelato è un prodotto con particolari<br />

caratteristiche strutturali e organolettiche<br />

ed è molto apprezzato da un’ampia<br />

fetta di consumatori. La struttura colloidale<br />

del gelato, insieme al suo stoccaggio<br />

a bassa temperatura, lo rendono un<br />

vettore molto promettente per la stabilizzazione<br />

e la distribuzione in vivo di<br />

composti bioattivi e microrganismi benefici.<br />

Fino ad oggi sono state documentate<br />

molte applicazioni relative alla<br />

progettazione e allo sviluppo di gelati<br />

funzionali, inclusi i prodotti contenenti<br />

probiotici, prebiotici, sintobiotici, fibre<br />

alimentari, antiossidanti naturali quali<br />

polifenoli. Secondo gli studi in corso, si<br />

prevedono strategie promettenti per<br />

Le superfici<br />

di contatto con<br />

il cibo e le superfici<br />

non alimentari<br />

sono la fonte<br />

più frequente<br />

di contaminazione<br />

incrociata microbica<br />

l’incorporazione di additivi funzionali<br />

innovativi nel gelato attraverso tecniche<br />

di nanoemulsioni e oleogel allo scopo<br />

di ottenere prodotti edonistici ma con<br />

caratteristiche potenziali di funzionalità.<br />

I micronutrienti essenziali, come le vitamine<br />

lipofile, sono vitali per la salute<br />

umana e il benessere. C’è una crescente<br />

domanda di consumo di alimenti a<br />

base di vitamina a causa della crescente<br />

consapevolezza dei consumatori per il<br />

proprio benessere. Ma le persone non<br />

possono prendere la quantità necessaria<br />

di assunzione giornaliera (RDI) di<br />

queste vitamine a causa delle limitate<br />

fonti naturali e della perdita della loro<br />

stabilità chimica durante la produzione,<br />

lo stoccaggio e il trasporto di cibo. Le<br />

tecnologie di incapsulamento protettivo<br />

sono necessarie durante la fortificazione<br />

degli alimenti per impedire la degradazione<br />

delle vitamine e migliorare la loro<br />

biodisponibilità nel sistema gastrointestinale<br />

umano. Le nanoemulsioni dell’olio<br />

in acqua sono descritte come sistemi<br />

promettenti di consegna da parte dei<br />

ricercatori, per incapsulare e stabilizzare<br />

le vitamine lipofile e quindi migliorare la<br />

loro biodisponibilità. La ricerca nel settore<br />

copre le sfide dei metodi di produzione<br />

e dei fattori che influenzano la<br />

stabilità delle vitamine lipofiliche e dei<br />

sistemi di somministrazione delle corrispondenti<br />

nano emulsioni, nonché la<br />

valutazione della biodisponibilità delle<br />

vitamine A, D, E incapsulate in nanoemulsioni<br />

in olio in acqua.<br />

Gli imballaggi alimentari attivi di dimensioni<br />

nanometriche rappresentano la<br />

quota maggiore del mercato delle nanotecnologie<br />

ed è l’area in cui si prevede<br />

nei prossimi anni il maggior sviluppo.<br />

L’Asia, e in particolare il Giappone, è leader<br />

del mercato, seguita dagli Stati<br />

Uniti e dall’Australia, in cui gli imballaggi<br />

attivi vengono usati soprattutto per i<br />

prodotti da forno, la carne, le bibite gassate<br />

e l’acqua.<br />

Bray Consulting: franco_bray@<br />

fastwebnet.it<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

51


impianti<br />

Nella gestione di<br />

temperatura e umidità<br />

il progettista, l’installatore,<br />

il manutentore e il<br />

committente devono<br />

dialogare tra loro<br />

e individuare insieme<br />

la corretta metodologia<br />

di lavoro. Per raggiungere<br />

lo scopo comune:<br />

la produzione e la vendita<br />

di cibo sano.<br />

a cura<br />

dell’ufficio<br />

stampa di<br />

Assofrigoristi<br />

SICUREZZA E INTEGRITÀ<br />

DELL’ALIMENTO: PRIMO OBIETTIVO<br />

DI IMPIANTISTA E PRODUTTORE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

L’obiettivo primario delle norme che regolano il settore<br />

alimentare sono la sicurezza e l’integrità del prodotto. Per<br />

raggiungerlo impiantista e operatore alimentare devono<br />

collaborare a stretto contatto, individuando una corretta<br />

metodologia di lavoro. Un esperto sul campo – Filippo<br />

Castoldi, Responsabile del Dipartimento di Veterinaria<br />

della Regione Lombardia – ci ha aiutato a far luce su questi<br />

temi, illustrando le regole base che dovrebbero seguire<br />

il cliente, il progettista, l’installatore e il manutentore<br />

che intervengono sulla gestione di temperatura e umidità<br />

nell’ambito della produzione e della vendita di cibo.<br />

Dottor Castoldi, partiamo dalle regole che dovrebbero<br />

governare la materia.<br />

Il Pacchetto Igiene e i regolamenti non definiscono vere e<br />

proprie “regole”, danno obiettivi e definiscono responsabilità.<br />

L’operatore economico che effettua la vendita di<br />

un prodotto alimentare deve garantire la consegna di un<br />

prodotto integro e sicuro. La corretta conservazione del<br />

prodotto è quindi uno dei mezzi che l’operatore economico<br />

del settore alimentare può, anzi deve adottare per<br />

raggiungere questo obiettivo. Questa premessa serve a<br />

stabilire una regola di metodo, più che una norma o un<br />

vincolo: l’impiantista deve raccordarsi con l’operatore del<br />

settore alimentare, dialogare con lui per definire gli obiettivi<br />

e a seguire, costruire il metodo corretto per raggiungere<br />

l’obiettivo.<br />

L’impiantista dovrebbe in sostanza ricevere un quadro delle<br />

attese prestazionali dal committente, un quadro che il<br />

committente dovrebbe già concepire secondo le norme?<br />

Esattamente: l’impiantista ha poi libertà d’azione, ma le<br />

indicazioni di partenza da cui ogni progetto dovrebbe<br />

partire sono fornite dal committente, non dal testo nor-<br />

52<br />

www.interprogettied.com


impianti<br />

mativo, perché quest’ultimo regolamenta<br />

l’obiettivo da raggiungere, cioè<br />

la sicurezza e l’integrità dell’alimento.<br />

La condensa, per esempio, è un problema<br />

che deve essere evitato? Bene,<br />

il corretto flusso consiste nel fatto che<br />

il tecnico preposto all’utilizzo dell’impianto<br />

o il suo consulente – tecnologo<br />

alimentare, veterinario, microbiologo<br />

che sia – fornisca preliminarmente l’informazione<br />

al tecnico. Il come è compito<br />

dell’impiantista.<br />

plicemente chiedere di ottenere una<br />

condizione di temperatura, di umidità<br />

o di ventilazione prescindendo<br />

dall’uso dello spazio chiuso (il frigorifero<br />

o la cella) o confinato (l’ambiente<br />

produttivo, di magazzinaggio<br />

o di vendita).<br />

Esiste oggi questa sensibilità? La predominanza<br />

della cultura tecnica di<br />

origine ingegneristica porta spesso a<br />

vedere prevalente la termodinamica<br />

e le sue leggi sull’obiettivo della conservazione<br />

alimentare.<br />

A dire la verità dobbiamo rimettere<br />

in gioco e in ordine le priorità, in<br />

Filippo Castoldi,<br />

Responsabile del<br />

Dipartimento di<br />

Veterinaria della<br />

Regione Lombardia<br />

Allora la regola è metodica, non solo<br />

prescrittiva: l’assenza di condensa<br />

deve comunque essere garantita…<br />

La regola è di comportamento: devo<br />

saper valutare preventivamente quali<br />

rischi genera l’attività produttiva o<br />

la destinazione d’uso dello spazio e<br />

quali caratteristiche deve avere l’impianto<br />

per contenere al massimo i<br />

rischi individuati. Alimenti stoccati<br />

(per esempio i latticini), tipologie di<br />

lavorazione (per esempio affettatura<br />

salumi in un salumificio), modalità di<br />

conservazione e di esposizione (il<br />

banco della macelleria o della pescheria)<br />

sono altrettanti parametri di<br />

cui il progettista e l’installatore devono<br />

essere adeguatamente informati,<br />

perché a loro non si può semquesto<br />

senso corriamo oggi il rischio<br />

di avere contesti produttivi, di lavorazione<br />

e di vendita, tecnicamente<br />

inappuntabili, ma operativamente di<br />

difficilissima gestione. La sanificazione<br />

per esempio non viene presa in<br />

considerazione, pur essendo essa<br />

uno dei principali momenti di salvaguardia<br />

o meglio di contenimento<br />

del rischio di alterazione del prodotto<br />

alimentare, cioè di mancato<br />

raggiungimento dell’obiettivo che<br />

abbiamo definito fondamentale inizialmente:<br />

la sicurezza e l’integrità.<br />

Gli impianti di trattamento dell’aria<br />

si possono rivelare una fenomenale<br />

fonte di inquinamento del prodotto<br />

alimentare e quindi, perché questo<br />

non succeda, è necessario provvedere<br />

a degli interventi periodici di sanificazione<br />

dell’impianto e quindi ciò<br />

significa che l’impianto è raggiungibile<br />

in ogni sua parte, smontabile in<br />

ogni sua parte in modo da poter<br />

applicare il processo di sanificazione,<br />

soprattutto in certi ambienti.<br />

Se il prodotto alimentare corre il rischio<br />

di essere “inquinato” con una<br />

corresponsabilità dell’impianto di<br />

trattamento dell’aria, devo saperlo<br />

nel momento in cui progetto, imposto,<br />

installo l’impianto.<br />

www.interprogettied.com<br />

Ma la correttezza iniziale di un progetto<br />

e di una installazione non risolve<br />

il problema: la salubrità di una<br />

cella frigorifera o di un ambiente di<br />

lavorazione alimentare va conservata<br />

nel tempo…<br />

Se la progettazione già non tiene<br />

conto del fatto che l’impianto ha dei<br />

compiti precisi non ci sarà nessuna<br />

manutenzione che risolve il problema:<br />

qualsiasi tipo di impianto – aria,<br />

acqua, riscaldamento, raffreddamento<br />

– per essere collaborativo al<br />

processo deve essere pensato in<br />

partenza e non rappezzato a posteriori.<br />

Ferma restando la necessità<br />

della manutenzione, sono solo il<br />

progetto e l’installazione corretti e<br />

mirati all’obiettivo che la rendono<br />

possibile in forme e a prezzi sosteni-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

53


impianti<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

bili. Esistono impianti che sono così<br />

complessi e costosi da manutenere<br />

da diventare causa di vero e proprio<br />

rischio di qualità della produzione.<br />

Ma questa condivisione esiste?<br />

Installatore e operatore sanitario alimentare<br />

dialogano fra loro?<br />

Oggi a volte non parlano, ma l’instaurazione<br />

di un dialogo su questi<br />

problemi è un obiettivo, ancora una<br />

volta determinante per garantire<br />

quei requisiti che il prodotto alimentare<br />

deve avere. È necessaria una<br />

crescita da parte degli operatori del<br />

settore alimentare, che devono imparare<br />

a porre le domande giuste a<br />

chi costruisce l’impianto e ad appoggiarsi<br />

a loro per quanto riguarda<br />

gli interventi successivi di manutenzione,<br />

stabilendo calendari, modalità,<br />

tecniche. È necessaria una collaborazione<br />

molto stretta per<br />

raggiungere lo scopo primario. La<br />

centralità dell’obiettivo è fortemente<br />

rivoluzionaria, perché mette al<br />

primo posto non lo strumento, la<br />

tecnologia, ma la corretta proposizione<br />

dell’alimento.<br />

Ma in questo la strumentazione e la<br />

sua proposizione non sembrano aiutare<br />

molto: macchine frigorifere,<br />

“Raccordare la<br />

matrice alimentare<br />

agli strumenti<br />

che governano<br />

gli elementi a<br />

contatto con essa,<br />

come l’aria, è<br />

imprescindibile”<br />

componenti di impianti aeraulici, elementi<br />

costitutivi di sistemi di condizionamento<br />

sono proposti al mercato<br />

sulla base di parametri tecnici e non<br />

funzionali. Concorda?<br />

Abbiamo impianti fatti da ingegneri<br />

che però hanno ragionato sempre<br />

da un punto di vista ingegneristico e<br />

spesso non si sono posti il problema<br />

della finalità ultima del loro lavoro.<br />

Abbiamo casi reali come questo,<br />

che le cito per la sua paradossale<br />

esplosività: un impianto per il trattamento<br />

termico del latte costruito<br />

con un acciaio fantastico, resistente<br />

a tutto fuorché all’acido lattico, che<br />

ha innescato problemi economici<br />

pesantissimi, perché dopo aver fatto<br />

“parecchi danni” è stato sostituito<br />

completamente in quanto inadatto<br />

a quel contesto. Raccordare la matrice<br />

alimentare agli strumenti che<br />

governano gli elementi a contatto<br />

con essa (l’aria in questo caso) è più<br />

che necessaria, è imprescindibile.<br />

L’installatore purtroppo talvolta non<br />

fa altro che assemblare macchine non<br />

nate per l’industria alimentare senza<br />

tenere conto di quel che ne consegue.<br />

Questo in aperta contraddizione<br />

con la regola base dell’HACCP, cioè la<br />

fase di Hazard Analysis, di valutazione<br />

dei pericoli.<br />

Questo però pone il problema della<br />

consapevolezza del rischio.<br />

Sicuramente: vale la pena di citare<br />

l’antico adagio per cui se conosci il<br />

rischio lo puoi affrontare, ma se non<br />

lo conosci annaspi a vuoto. La fase di<br />

analisi richiederebbe un lavoro d’equipe,<br />

che coinvolga chi ha progettato<br />

la macchina, il sistema, chi l’ha<br />

installato, chi lo utilizza. Ma questo<br />

raramente accade.<br />

In uno scenario ideale oggi i sistemi<br />

di monitoraggio in remoto potrebbero<br />

dare un apporto utile e pertinente<br />

all’attività dell’installatore e del manutentore?<br />

Sì, certamente, ma la fase di analisi<br />

ancora una volta è fondamentale:<br />

un pericolo diventa rischio quando<br />

la presenza del pericolo si manifesta<br />

in condizioni di “debolezza”.<br />

Dovremo così monitorare in quali<br />

condizioni i possibili pericoli, i contaminanti,<br />

diventano rischio reale per<br />

la nostra attività ed effettuare rigorosamente<br />

e con la corretta periodicità<br />

le azioni preventive contro la<br />

moltiplicazione dei contaminanti e<br />

cioè contro la manifestazione palese<br />

del rischio. Il monitoraggio effettuato<br />

in remoto o in loco, con una frequenza<br />

opportuna in rapporto alle<br />

054<br />

www.interprogettied.com


impianti<br />

condizioni di lavoro nello spazio,<br />

deve verificare le corrette modalità<br />

di funzionamento del sistema nella<br />

sua capacità di ridurre il rischio. Non<br />

è necessario cercare qualcosa di ulteriore,<br />

ma definire a priori qual è la<br />

problematica e tenerla sotto controllo<br />

con gli strumenti più opportuni.<br />

Quindi più che di indagini, possiamo<br />

parlare di verifiche di corretto funzionamento,<br />

in mancanza del quale è<br />

necessario intervenire o manutentivamente<br />

o effettuando delle vere e<br />

proprie riqualificazioni degli impianti.<br />

Il monitoraggio deve attivare la manutenzione<br />

sanificante, non deve<br />

portare a nuovi monitoraggi più sofisticati,<br />

ma a interventi reali. L’ottica<br />

proattiva di controllo dei pericoli per<br />

evitare che si trasformino in rischi<br />

deve permeare tutto il lavoro, ancora<br />

una volta, dal progetto all’installazione<br />

fino alla gestione del ciclo di vita<br />

dell’impianto di trattamento della<br />

temperatura, dell’umidità e della ventilazione,<br />

perché in sostanza di questo<br />

stiamo parlando. Gli strumenti di<br />

monitoraggio non sono terapeutici,<br />

sono il nostro termometro: la febbre<br />

L’associazione di riferimento per il settore del trattamento aria<br />

Assofrigoristi nasce nel 2006 dall’esigenza di molti imprenditori, del settore della refrigerazione e del<br />

condizionamento dell’aria, di veder riconosciuta la figura del frigorista.<br />

L’associazione senza scopi di lucro raggruppa le aziende artigiane e Pmi che svolgono l’attività di<br />

progettazione, assemblaggio, installazione, manutenzione, riparazione e dismissione di impianti<br />

di refrigerazione industriale e del condizionamento domestico e non domestico dell’aria: oggi<br />

rappresenta circa 1.200 operatori del settore dell’impiantistica del trattamento d’aria (caldo / freddo)<br />

su tutto il territorio nazionale.<br />

Presidente dell’associazione è Gianluca De Giovanni, mentre direttore operativo è Marco Masini.<br />

L’associazione ritiene fondamentale creare cultura e informazione sui benefici economici e sociali<br />

che derivano dal corretto utilizzo della professionalità del frigorista e sta effettuando una campagna<br />

informativa incentrata sulla mancanza di valutazione dei rischi connessi all’impianto aeraulico<br />

presente negli insediamenti produttivi e negli uffici delle aziende del settore alimentare.<br />

Responsabile di questa campagna di studio e di informazione è Diego Calandri, Consigliere delegato<br />

dalla Presidenza al riguardo e socio di Assofrigoristi con un’attività ormai ventennale. La campagna<br />

ha lo scopo di rendere consapevoli i responsabili sicurezza, responsabili qualità e responsabili di<br />

produzione delle difficoltà e delle problematiche generate sia nel prodotto sia nell’attività lavorativa<br />

dalla mancata o errata manutenzione dell’impianto.<br />

non passa misurando di nuovo la<br />

temperatura, ma assumendo un antipiretico.<br />

Una temperatura che sta<br />

sfuggendo, una perdita di efficienza<br />

della pompa e così via sono segnali<br />

utili ad evitare la degenerazione dell’inefficienza<br />

in un fattore di rischio.<br />

“Il monitoraggio<br />

non deve portare<br />

a nuovi monitoraggi<br />

più sofisticati, ma<br />

a interventi concreti<br />

di sanificazione”<br />

Il coagulo di competenze può realizzarsi?<br />

Tecnologi degli strumenti, tecnologi<br />

delle installazioni e tecnologi<br />

alimentari possono trovare terreni<br />

formativi condivisi e cooperanti per<br />

colmare le lacune del sistema?<br />

Più che una formazione comune,<br />

dobbiamo ragionare su lavoro di<br />

team, condivisione di obiettivi, messa<br />

in comune di conoscenze, perché<br />

oggi la verticalizzazione delle competenze<br />

è tale da rendere impossibile<br />

una padronanza a 360 gradi di<br />

tutte le discipline necessarie alla<br />

gestione del rischio alimentare. Tutti<br />

gli ingredienti devono essere messi<br />

sul tavolo per un menu sufficientemente<br />

ricco da risolvere il problema.<br />

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La parola chiave sembra essere ancora<br />

una volta la sostenibilità: un processo<br />

correttamente impostato e<br />

governato genera sostenibilità.<br />

Questo è non solo un auspicio, è<br />

l’obiettivo concreto sia del sistema<br />

produttivo sia del sistema di controllo.<br />

Quest’ultimo non ha il compito<br />

di punire, ma piuttosto di cooperare<br />

con il sistema produttivo a<br />

generare una corretta gestione della<br />

filiera grazie alla catena del freddo,<br />

riducendo gli sprechi, diminuendo<br />

gli scarti, consumando<br />

meno energia. Una sostenibilità a<br />

tutto tondo.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

055


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Estero: o spedizione ordinaria 89,50 €<br />

o spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

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edizione parmense<br />

di SPS IPC Drives.<br />

In evidenza i giunti<br />

per applicazioni ad alta<br />

dinamica e le soluzioni<br />

on line a disposizione<br />

del progettista.<br />

PRODOTTI E SERVIZI 4.0<br />

A SUPPORTO DEL PROGETTISTA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

Marco Benvenuti,<br />

Responsabile<br />

Marketing<br />

di R+W Italia<br />

Giunta alla settima edizione, SPS IPC Drives Italia, corrispettivo<br />

dell’omonima fiera di Norimberga, che si è svolta a<br />

Parma lo scorso maggio, si riconferma come principale manifestazione<br />

per l’automazione industriale nel nostro Paese.<br />

738 espositori (il 16% in più sul 2016) e oltre 33.000 visitatori,<br />

il 15% in più rispetto all’anno precedente, costituiscono<br />

il nuovo record da battere per l’evento, ormai un consolidato<br />

punto di riferimento per le aziende che producono o<br />

utilizzano soluzioni per l’automazione.<br />

Non poteva mancare anche quest’anno R+W Italia,<br />

filiale italiana della multinazionale tedesca R+W<br />

GmbH, leader nella produzione di giunti di precisione<br />

per automazione meccanica, alberi di trasmissione<br />

e limitatori di coppia a sfere di precisione.<br />

Marco Benvenuti, Responsabile Marketing dell’azienda,<br />

ci ha descritto le sue impressioni riguardo<br />

alla partecipazione dell’azienda alla fiera.<br />

Sig. Benvenuti, com’è andata questa edizione, in termini di<br />

numero di visitatori, sia conoscenze consolidate, sia nuovi<br />

contatti?<br />

Possiamo considerarci decisamente soddisfatti dell’affluenza,<br />

che ha ulteriormente migliorato i risultati di un 2016 già<br />

notevole con un +50% di visitatori. Tecnici e commerciali<br />

hanno potuto incontrare, oltre ad una buona parte dei clienti<br />

attivi, anche un numero ragguardevole di nuovi contatti,<br />

o di clienti che, pur conoscendo R+W, hanno scoperto soluzioni<br />

che non avevano ancora considerato. E naturalmente<br />

siamo stati molto contenti del considerevole afflusso di studenti,<br />

giornalisti e persone incuriosite dalla tecnologia, il cui<br />

interesse per le nostre produzioni ci dà sempre soddisfazione.<br />

Quali novità hanno maggiormente attirato l’attenzione dei<br />

visitatori?<br />

Quest’anno i visitatori hanno avuto parecchie conferme del-<br />

58<br />

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componenti<br />

all’Industria 4.0, all’area dedicata ai<br />

System Integrator, hanno attirato il numero<br />

record di visitatori che abbiamo<br />

visto in buona parte anche al nostro<br />

stand. Non potremo mancare quindi<br />

nemmeno nel 2018.<br />

la costante attenzione di R+W per l’innovazione<br />

tecnologica. Oltre ai nuovi<br />

giunti SP3 e SP6 per applicazioni ad alta<br />

dinamica, sono state molto apprezzate<br />

anche le nuove introduzioni a catalogo<br />

di soluzioni per l’industria pesante.<br />

Al di là dei prodotti, ha destato interesse<br />

e curiosità anche la gamma, sempre<br />

più completa, di “servizi 4.0”: soluzioni<br />

gratuite on line che accompagnano<br />

il progettista in ogni fase del suo lavoro<br />

con i giunti. Dal programma di configurazione<br />

per scegliere il giunto più<br />

adatto, alla APP (novità di quest’anno)<br />

per visionarlo a 360° e familiarizzare<br />

con le sue applicazioni, all’inserimento<br />

nel progetto di immagini in 2D e 3D<br />

generate dal software CAD di R+W, i<br />

servizi per facilitare il lavoro del progettista<br />

sono sempre più apprezzati.<br />

Anche il servizio tecnico e commerciale<br />

pre- e post-vendita, da sempre fiore<br />

all’occhiello di R+W, è ora accompagnato<br />

da soluzioni digitali, dal tracking<br />

online per sapere sempre dove si trova<br />

il proprio ordine di giunti fino al momento<br />

della consegna, alla chat per gli<br />

utenti del sito aziendale, che permette<br />

di avere da un interlocutore competente<br />

e disponibile tutte le informazioni<br />

che possono occorrere per facilitare il<br />

proprio lavoro.<br />

L’azienda è conosciuta per l’abilità e<br />

rapidità con la quale realizza soluzioni<br />

su misura per esigenze anche complesse.<br />

Ci sono stati visitatori che hanno richiesto<br />

questa vostra competenza?<br />

Oltre ai nuovi visitatori, che hanno scoperto<br />

con piacere che oltre alla gamma<br />

molto ampia di prodotti a catalogo<br />

offriamo anche soluzioni “su misura”,<br />

in fiera abbiamo incontrato numerosi<br />

clienti che hanno già avuto modo di<br />

apprezzare la nostra flessibilità. Aziende<br />

che sanno di poter sempre contare sul<br />

nostro aiuto per qualsiasi soluzione richiedano<br />

le loro esigenze.<br />

Il successo di questa edizione lascia<br />

quindi presagire una vostra presenza<br />

anche all’ottavo appuntamento con<br />

SPS nel 2018?<br />

Il dinamismo degli organizzatori<br />

invoglia sicuramente a partecipare:<br />

l’area espositiva più ampia e il layout<br />

con due ingressi ha permesso<br />

quest’anno un afflusso ancor meglio<br />

distribuito nell’arco delle giornate.<br />

I progetti speciali di grande<br />

interesse, dal punto informativo<br />

per i piani del governo relativi<br />

Giunti di precisione<br />

R+W esposti<br />

all’edizione <strong>2017</strong><br />

di SPS Italia<br />

Dal programma di<br />

configurazione per<br />

scegliere il giunto<br />

più adatto, alla APP<br />

per visionarlo a<br />

360°: tanti i servizi<br />

4.0 illustrati in fiera<br />

dall’azienda<br />

Oltre al punto informativo, anche convegni,<br />

aree tematiche e APP di SPS hanno<br />

richiamato il tema dell’Industria 4.0.<br />

Come vi ponete nei confronti di questa<br />

importante evoluzione?<br />

Il concetto di Industria 4.0 è nato in<br />

Germania; come filiale di un’azienda<br />

tedesca non possiamo esimerci dal<br />

prestarvi attenzione! Sul territorio italiano<br />

svolgiamo attività di distribuzione<br />

e consulenza tecnica e commerciale,<br />

quindi non strettamente<br />

industriale, ma siamo consapevoli<br />

delle esigenze sempre più complesse<br />

delle industrie nostri clienti: per questo<br />

proponiamo soluzioni con accorgimenti<br />

progettuali che le rendono<br />

ideali per le realtà che perseguono gli<br />

obiettivi di Industria 4.0. Dalla riduzione<br />

del peso a parità di prestazioni, alle<br />

necessità di manutenzione pressoché<br />

azzerate, alla durata praticamente<br />

infinita, i nostri componenti si<br />

integrano perfettamente in<br />

sistemi complessi. Allo stesso<br />

tempo sono sorprendentemente<br />

semplici in rapporto<br />

alle situazioni che<br />

contribuiscono a gestire, e<br />

proprio per questo non<br />

interferiscono nei processi<br />

di comunicazione fra<br />

macchine, autodiagnosi e manutenzione<br />

predittiva che caratterizzano le<br />

realtà più avanzate nel percorso verso<br />

la smart factory. Oltre a fornire “servizi<br />

4.0”, quindi, realizziamo prodotti<br />

decisamente “4.0 ready”: questo vale<br />

naturalmente per i prodotti a catalogo<br />

e a maggior ragione per le soluzioni<br />

custom. Per questo ci troviamo a<br />

nostro agio in eventi incentrati su<br />

questi aspetti innovativi e siamo in<br />

grado di rispondere alle richieste di chi<br />

fa dell’Industria 4.0 il proprio modello<br />

di impresa.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

59


automazione<br />

PERFORMANCES MIGLIORATE NELL’ADVANCED MANUFACTURING<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

Specialista nelle soluzioni di gestione power e<br />

termico, e fornitore di soluzioni di automazione<br />

industriale, Delta ha presentato a SPS IPC Drives<br />

Italia il portfolio completo di prodotti di automazione<br />

industriale di nuova generazione e le<br />

soluzioni volte a migliorare la produttività del<br />

manufacturing e dei processi industriali in una<br />

vasta gamma di applicazioni. Queste includono<br />

i nuovi PLC compatti serie AS, che vantano un<br />

tempo ciclo di 40.000 passi programma in solo<br />

1 ms per controllare fino a 8 assi via CANopen<br />

per supportare macchine automatizzate altamente<br />

avanzate, così come il nuovo sistema<br />

servo ASDA-A3, che vanta un motore ad alta<br />

prestazione con 6,000 rpm e un algoritmo di<br />

soppressione delle vibrazioni per garantire operatività<br />

integrale alle macchine avanzate.<br />

“Il nostro portfolio prodotti e soluzioni mostrato<br />

a SPS Parma <strong>2017</strong> riflette chiaramente il<br />

nostro impegno sul mercato italiano, dove portiamo<br />

una serie di tecnologie capaci di migliorare<br />

in termini di operatività ed efficienza energetica<br />

l’efficienza della produzione, delle<br />

applicazioni industriali e dei processi collegati”,<br />

dichiara Luca Cavagnari, Industrial Automation<br />

Sales Manager per il mercato italiano di Delta.<br />

Di seguito alcune soluzioni presentate quest’anno.<br />

Programmable Logic Controllers (PLC): il nuovo<br />

PLC AS Series offre una CPU 32-bit SoC (System<br />

on Chip) eccezionalmente potente, in grado di<br />

raggiungere i 40.000 steps/ms in macchinari<br />

automatizzati avanzati. Il suo design modulare<br />

compatto e privo di rack permette un’espansione<br />

flessibile e a costi contenuti, poiché gestisce<br />

fino a 32 moduli di estensione o un massimo<br />

di 1,024 I/O points. Il PLC Serie AS può<br />

controllare fino a 8 assi tramite protocollo motion<br />

CANopen o fino a 6 assi con comando ad<br />

impulsi fino a 200-kHz. Sono disponibili<br />

EtherNet/IP e altri protocolli di comunicazione.<br />

AC Servo Systems & Motion Control: il nuovo<br />

sistema servo ASDA-A3 garantisce un’integrità<br />

operativa superiore per applicazioni ad alta precisione,<br />

con il suo algoritmo di soppressione<br />

delle vibrazioni e le sue capacità diagnotistiche<br />

del sistema. Il suo motore ad alto calibro performa<br />

a velocità fino a 6,000 rpm e con un picco<br />

di coppia fino al 350%. Il servo sistema<br />

ASDA-A3 è in grado di controllare motori sincroni<br />

con magneti permanenti di terze parti con<br />

gli encoder EnDat 2.2 e Bisc-C.<br />

PC-based Motion Control Solutions: l’offerta<br />

include un sistema completo per il controllo<br />

fino 64 assi attraverso l’integrazione del nuovo<br />

Motion Controller PC-based Host serie MH1,<br />

la Motion Control Card standard EtherCAT serie<br />

PCI-L221, il drive compatto high-performance<br />

serie MH300 e il AC Servo Drive serie ASDA-<br />

A2-E. Il sistema permette una serie di comandi<br />

motion tra cui comando assoluto, comando<br />

relativo, jog, interpolazione lineare, circolare ed<br />

elicoidale.<br />

Delta, inoltre, ha presentato due architetture di<br />

CNC Control Solution.<br />

PC-based CNC Solution: permette la supervisione<br />

e il controllo di 6 assi e fino a 4 assi interpolati<br />

via EtherCAT, che la rende la scelta elettiva<br />

in applicazioni dove l’alta precisione è un<br />

must, come il taglio legno, il taglio al plasma ed<br />

il taglio vetro. Questo sistema integra il Motion<br />

Controller PC-based Host serie MH1, il AC<br />

Motor Drive ASDA-A2-E e il drive compatto<br />

high-performance serie MH300 per comandare<br />

il motore spindle.<br />

Open CNC Solution: questa opzione permette<br />

il controllo simultaneo di 4 assi e 4 assi interpolati.<br />

Inoltre uno spindle a magnete permanente<br />

o motori a induzione di di terze parti possono<br />

essere pilotati con la soluzione Delta Open<br />

CNC, che integra il nostro Open CNC Controller<br />

serie NC30E, il AC Servo Drive serie ASDA-A2-F<br />

e il the Spindle Motor Drive ASDA-S-N series.<br />

Infine una soluzione per il packaging.<br />

Flow Pack Machine: può facilitare il controllo<br />

fino a 32 assi in macchine per il flow pack tramite<br />

i protocolli EtherNet/IP ed EtherCAT, ed è<br />

la prova delle crescenti capacità di Delta nell’integrazione<br />

di sistemi, poiché combina la serie<br />

HMI DOP-100 appena lanciata, il Motion<br />

Controller serie AH10EMC, i moduli I/O remoti<br />

serie R1-EX, i AC Servo Drive serie ASDA-A2-E<br />

e il drive compatto high-performance serie<br />

MH300. Gli utenti possono trarre maggiori benefici<br />

dall’uso della piattaforma DIACloud<br />

Management di Delta per l’accesso dati globale<br />

veloce e lo storage.<br />

60<br />

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strumentazione<br />

LA TECNOLOGIA DEL FUTURO PER LA MISURA DELLA PORTATA<br />

Endress+Hauser offre una delle gamme di prodotti più complete<br />

al mondo per la misura della portata in liquidi, gas e vapore. La<br />

famiglia di dispositivi Proline ha contribuito a tale successo e continua<br />

a sorprendere gli utenti con innovazioni uniche che garantiscono<br />

i più alti livelli qualitativi dei prodotti e del processo. La<br />

generazione Proline 300/500 combina i sensori Proline, la cui<br />

qualità è stata dimostrata innumerevoli volte, con una tecnologia<br />

di trasmettitori all’avanguardia.<br />

Proline 300/500 offre la misura della portata universale in tutte le<br />

applicazioni dell’industria di processo: dalla misura della quantità<br />

e il monitoraggio del processo fino alle applicazioni di misura fiscale.<br />

Proline consente inoltre di prendere visione del processo,<br />

per consentire ai responsabili d’impianto di ricevere un elevato<br />

numero di dati importanti relativi alla diagnostica e al processo.<br />

Gli utenti beneficiano in questo modo di molti vantaggi: monitoraggio<br />

ottimale del processo, riduzione dei tempi di fermo e controllo<br />

del processo più efficiente.<br />

I trasmettitori Proline 300/500 possono essere abbinati a qualsiasi<br />

sensore Promass e Promag. Di conseguenza, è possibile misurare<br />

contemporaneamente diverse variabili di processo con un<br />

solo dispositivo, ad esempio la portata massica, volumetrica, la<br />

densità, la concentrazione, la viscosità e la temperatura (Coriolis)<br />

o la portata volumetrica, la temperatura e la conducibilità (elettromagnetica).<br />

Tutti i dispositivi sono verificati mediante servizi di<br />

taratura tracciabili e accreditati (ISO/IEC 17025), il che li rende<br />

unici al mondo.<br />

Proline 300/500 fornisce al cliente la maggiore quantità possibile di<br />

informazioni di processo. Non solo è possibile recuperare informazioni<br />

relative a dispositivo, diagnostica, servizio o processo tramite<br />

camera di controllo, ma anche recuperare dati in loco grazie a un<br />

web server integrato che consente una connessione diretta al computer<br />

portatile. È inoltre possibile il recupero completo dei dati a<br />

distanza grazie alla WLAN wireless installata: un’innovazione globale<br />

che semplificherà l’assistenza e la manutenzione future.<br />

Un’altra innovazione è rappresentata dalla tecnologia Heartbeat.<br />

Integrata in tutti i dispositivi Proline, si tratta di una funzione di<br />

controllo che consente l’autodiagnostica permanente, oltre alla<br />

verifica certificata e tracciabile dal punto di vista metrologico durante<br />

il funzionamento. Non è necessaria la presenza dell’operatore<br />

sul campo: è possibile avviare la verifica in qualsiasi momento<br />

mediante tutte le interfacce disponibili, consentendo, ad<br />

esempio, l’estensione degli intervalli di taratura specifici per l’applicazione,<br />

con risparmio di tempo e costi.<br />

Proline 300/500 presenta una gamma unica di uscite segnali e<br />

protocolli: Hart, Profibus, Foundation Fieldbus, Modbus RS485,<br />

EtherNet/IP e Profinet. Questo fa sì che tutti i misuratori di portata<br />

Endress+Hauser si integrino senza problemi nei sistemi di automazione<br />

esistenti.<br />

SENSORE PER MACCHINE DA IMBOTTIGLIAMENTO<br />

Il sensore opto-elettronico PS30<br />

di Sick, ideato per un rapido e<br />

preciso rilevamento della presenza<br />

e posizione di etichette,<br />

materiali per il confezionamento<br />

o bottiglie, è il primo Pattern<br />

Sensor al mondo che legge immagini<br />

ad una velocità fino a 10<br />

m/s sfruttando il principio di<br />

funzionamento di un sensore<br />

lineare. Caratteristica che fornisce<br />

un segnale risoluto e stabile,<br />

risultando vincente nel settore<br />

del packaging.<br />

Oltre ad offrire una possibilità di<br />

progettazione macchina senza<br />

vincoli, PS30 rileva sia i formati<br />

presenti su film in continuo che<br />

singoli oggetti. Il lettore memorizza<br />

delle aree d’interesse comprese<br />

all’interno del formato da<br />

controllare utilizzandole come<br />

riferimento per determinare in<br />

modo preciso la posizione di taglio<br />

o di offset; non sono pertanto<br />

richieste tacche di riferimento.<br />

Ne conseguono una<br />

maggiore libertà di progettazione,<br />

una riduzione significativa<br />

dei consumi del materiale e un<br />

efficace controllo del processo.<br />

La messa in servizio del sensore<br />

è facile e veloce: PS30 può essere<br />

configurato dal pannello di<br />

controllo a bordo del sensore<br />

attraverso il software di supporto<br />

SOPAS o tramite l’HMI della<br />

macchina. Sono inoltre disponibili<br />

dei function block software<br />

per l’integrazione del sensore in<br />

rete e per la semplificazione dei<br />

cambi formati durante il processo,<br />

con un conseguente risparmio<br />

di tempo in fase di programmazione.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

61


packaging<br />

Dalla fondazione<br />

di fine anni Novanta,<br />

Il Consorzio Nazionale<br />

Imballaggi, insieme<br />

al Sistema dei Consorzi,<br />

ha garantito l’avvio<br />

al riciclo di 50 milioni<br />

di tonnellate<br />

di rifiuti di imballaggi,<br />

contribuendo a ridurre<br />

le emissioni in atmosfera<br />

e sviluppare l’economia<br />

circolare.<br />

I 20 ANNI DEL CONAI:<br />

COSÌ IL RIFIUTO È DIVENTATO<br />

UN’OPPORTUNITÀ<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

Cinquanta milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio,<br />

per un totale di 130 milioni di metri cubi di imballaggi e<br />

la mancata emissione in atmosfera di 40 milioni di tonnellate<br />

di CO 2<br />

. Questi i quantitativi di rifiuti per i quali<br />

Conai e il Sistema dei Consorzi hanno garantito l’avvio a<br />

riciclo dal 1998 al 2016, passando da poco meno di 190<br />

mila tonnellate nel 1998 a poco più di 4 milioni di tonnellate<br />

del 2016 ed evitando la costruzione di 130 discariche<br />

di medie dimensioni.<br />

In 20 anni, il tasso di riciclo in Italia è cresciuto più del<br />

doppio rispetto alla media dell’Unione Europea, colmando<br />

il divario di 15 punti percentuali che il nostro Paese<br />

scontava, con un avvicinamento delle performance al<br />

modello di riferimento in Europa, la Germania.<br />

È quanto emerso durante l’assemblea pubblica di Conai<br />

- Consorzio Nazionale Imballaggi, lo scorso maggio, promossa<br />

in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo<br />

Sostenibile, in cui è stato fatto un bilancio dei primi 20<br />

anni di attività del Consorzio, costituito nel 1997 in seguito<br />

all’entrata in vigore del Decreto Ronchi. L’appuntamento<br />

ha anche visto la presentazione della seconda edizione<br />

del Rapporto di Sostenibilità di Conai, che ha mostrato<br />

con evidenze numeriche l’impatto positivo del Consorzio<br />

a livello ambientale, economico e sociale.<br />

In particolare, il contributo del riciclo dei rifiuti di imballaggio<br />

ha permesso il risparmio – nel solo 2016 – di 19<br />

TWh di energia, pari al consumo di ben 11 centrali termoelettriche<br />

(superiori a 1 GWh).<br />

Dal punto di vista strettamente economico, invece, il riciclo<br />

gestito da Conai e dai Consorzi di filiera ha generato<br />

nel 2016 benefici per 901 milioni di euro.<br />

“La sfida che siamo chiamati ad affrontare oggi è la transizione<br />

da un modello di consumo lineare a uno circolare per<br />

uno sviluppo sostenibile duraturo”, ha aggiunto Roberto<br />

62<br />

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packaging<br />

De Santis, presidente uscente di<br />

Conai. “Una volta completato l’iter<br />

europeo, il nostro Paese potrà cogliere<br />

l’occasione, come già fece nel 1997,<br />

per creare uno scenario favorevole<br />

all’ulteriore miglioramento delle performance<br />

di riciclo e recupero. Nel<br />

processo di ammodernamento del<br />

quadro normativo, continuando a tenere<br />

fermi i principi del ‘chi inquina<br />

paga’, della responsabilità estesa del<br />

produttore e dell’universalità del servizio,<br />

un ruolo guida dovrà essere<br />

mantenuto da un sistema di natura<br />

privatistica e non lucrativa, che garantisca<br />

l’autonomia necessaria per la<br />

determinazione degli oneri economici<br />

a carico delle imprese e, al contempo,<br />

l’impegno a intervenire lungo l’intero<br />

ciclo di vita degli imballaggi”.<br />

“In 20 anni siamo riusciti a trasformare<br />

un problema ambientale, il conferimento<br />

di rifiuti in discarica, in un’opportunità<br />

di sviluppo economico per il<br />

Sistema Paese”, ha commentato<br />

Walter Facciotto, direttore generale di<br />

Conai. “Lo sviluppo del riciclo degli<br />

imballaggi ha infatti contribuito a rendere<br />

florido un settore, quello della<br />

gestione dei rifiuti, che conta oggi<br />

6.000 imprese e 155.000 addetti, e<br />

che ha continuato a crescere anche in<br />

periodo di recessione. Inoltre, a questi<br />

numeri dobbiamo aggiungere ulteriori<br />

3.000 imprese e 180.000 addetti<br />

che hanno la loro ragione d’essere<br />

proprio nel recupero dei materiali”.<br />

Giorgio Quagliuolo è il nuovo presidente<br />

Milanese, 64 anni, Giorgio Quagliuolo è stato eletto presidente del<br />

Consorzio Nazionale Imballaggi per il triennio <strong>2017</strong>/2019.<br />

Presidente di Unionplast e vicepresidente della Federazione Gomma<br />

Plastica, è stato anche presidente di Corepla nei trienni 2007-2010<br />

e 2013-2016.Il Consiglio di Amministrazione ha anche nominato<br />

in qualità di vicepresidenti Angelo Tortorelli, in rappresentanza della<br />

componente degli utilizzatori commerciali e distributori, e Aurelio<br />

Ceresoli, in rappresentanza degli utilizzatori di imballaggi.<br />

L’assemblea pubblica di Conai, che si<br />

è svolta presso la Galleria del<br />

Cardinale di Palazzo Colonna a<br />

Roma, ha visto la presenza, di Gian<br />

Luca Galletti, ministro dell’Ambiente<br />

e della Tutela del Territorio e del Mare,<br />

Marcella Panucci, direttore generale<br />

di Confindustria, Edo Ronchi, presidente<br />

della Fondazione per lo<br />

Sviluppo Sostenibile ed Enzo Bianco,<br />

sindaco di Catania e presidente del<br />

Consiglio Nazionale di Anci. Erano<br />

inoltre presenti Piero Capodieci, primo<br />

presidente di Conai, e Innocenzo<br />

Cipolletta, nel 1997 direttore generale<br />

di Confindustria, mentre il professor<br />

Philippe Daverio ha tenuto una<br />

lectio sul riciclo e il recupero nella<br />

storia dell’arte.<br />

Durante l’Assemblea sono anche stati<br />

presentati gli ultimi dati relativi<br />

all’avvio a riciclo e al recupero degli<br />

imballaggi in Italia, allargando il campo<br />

anche agli operatori indipendenti:<br />

nel 2016 è stato avviato a riciclo il<br />

Alcuni prodotti<br />

realizzati riciclando<br />

imballaggi<br />

di alluminio<br />

67,1% dei rifiuti di imballaggio per<br />

un totale di 8,4 milioni di tonnellate<br />

(+2,8% sul 2015). Un risultato che è<br />

ampiamente al di sopra degli obiettivi<br />

europei al 2020, e che già supera<br />

quelli attualmente in discussione per<br />

l’anno 2025.<br />

“Che in Italia il 67,1% dei rifiuti di imballaggio<br />

sia stato avviato a riciclo nel<br />

2016, anticipando l’obiettivo europeo<br />

del 2025, è un indicatore di un indubbio<br />

successo, raggiunto in un Paese<br />

dove le difficoltà nella gestione dei rifiuti<br />

urbani sono state, e in alcune città<br />

sono ancora, rilevanti”, ha detto Edo<br />

Ronchi. “Il sistema Conai-Consorzi di<br />

filiera è il protagonista principale di<br />

questo successo che vale il doppio proprio<br />

perché raggiunto in Italia, Paese<br />

dove lavorare bene nel settore dei rifiuti<br />

è sempre stato molto difficile”.<br />

Considerando, infine, anche la quota<br />

di recupero energetico, il 78,2% degli<br />

imballaggi immessi al consumo in<br />

Italia è oggi sottratto alla discarica.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

63


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Le potenzialità dei nanomateriali<br />

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DIRETTORE RESPONSABILE: Francesco Goi (f.goi@interprogettied.com)<br />

REDAZIONE Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Laura Grimoldi (l.grimoldi@interprogettied.com)<br />

COMITATO DI REDAZIONE: Franco Bray, Livio Leali, Francesca Mostardini<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Gianluca Favagrossa, Mauro Scorsone, Giuseppe Tamburini,<br />

Ufficio Stampa Assofrigoristi<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

64<br />

In questo numero abbiamo parlato di...<br />

In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie<br />

2G 21<br />

ABS FOOD 3<br />

ANIMA 16<br />

ANUGA 22<br />

AROMATA GROUP 17, 34<br />

ASSICA 12<br />

ASSITOL 14<br />

ASSOFOODTEC 16<br />

ASSOFRIGORISTI 52<br />

BIOCHIM 27<br />

BOFROST 20<br />

BOSCH<br />

2A COP.<br />

BRENNTAG PHARMA & NUTRACEUTICAL 36<br />

BUHLER GROUP 1<br />

CAPSTONE 40<br />

CHEMVIRON 45<br />

CONAI 62<br />

DELTA 60<br />

DNV GL 20<br />

EIOM 8<br />

ENDRESS+HAUSER 61<br />

ENSINGER 20<br />

FASINTERNATIONAL 37<br />

FIERAMILANO 16<br />

FIORIO COLORI 41<br />

FLUORTECNO 57<br />

FORBO SIEGLING ITALIA 49<br />

FRISTAM 57<br />

GIUSTO FARAVELLI<br />

3A COP.<br />

GMFLUORCARBON 7<br />

IBT GROUP 40<br />

INNOVA MARKET INSIGHT 10<br />

INTERPROGETTI EDITORI 56<br />

IPACK-IMA 25<br />

ISIT 14<br />

KOELNMESSE ITALIA 22<br />

KONICA MINOLTA 26<br />

L.R. INDUSTRIES 1A COP., 4<br />

MEGADYNE 36<br />

PAVAN GROUP 19<br />

PULITORI & AFFINI<br />

4A COP.<br />

R+W ITALIA 58<br />

SANA 26<br />

SIAD 15<br />

SICK 61<br />

STOMMPY 48<br />

TERRANOVA 21<br />

UNIONE SEMOLIERI UE 18<br />

VICTA FOOD & TRADE 40<br />

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Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Francesco Goi<br />

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