Tecnologie Alimentari 5 Giugno e Luglio 2017
Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.
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Integratori alimentari,<br />
un settore destinato a crescere<br />
Il mercato europeo<br />
si apre ai “novel food”<br />
Le potenzialità dei nanomateriali<br />
contro le contaminazioni incrociate<br />
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sommario<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 GIUGNO/LUGLIO <strong>2017</strong><br />
2<br />
4 Aromi in polvere, una nuova linea per il comparto food<br />
Con la creazione di L.R. Industries Spa, viene confermata la qualità della visione<br />
aziendale e rafforzate le prospettive di crescita.<br />
28 Integratori alimentari, un mercato destinato a crescere<br />
Un settore da 122 miliardi di dollari che nell’ultimo decennio è cresciuto<br />
mediamente del 7,9%. Diversi i tipi di ingredienti che possono costituire<br />
un integratore: tra questi, vitamine, composti minerali, aminoacidi e acidi<br />
grassi di olio di pesce e omega 3, probiotici, proteine ed enzimi.<br />
34 Lo staff commerciale export si confronta sulle nuove<br />
potenzialità<br />
AromataGroup ha riunito i suoi commerciali per presentare la nuova realtà allargata<br />
e le accresciute potenzialità sui mercati internazionali.<br />
42 Il mercato europeo si apre ai “novel food”<br />
Il nuovo regolamento Ue faciliterà l’ingresso di prodotti provenienti da paesi<br />
extracomunitari, velocizzando la procedura di autorizzazione e garantendo<br />
al contempo la massima sicurezza.<br />
52 Sicurezza e integrità dell’alimento: primo obiettivo<br />
di impiantista e produttore<br />
Nella gestione di temperatura e umidità il progettista, l’installatore, il manutentore<br />
e il committente devono dialogare tra loro e individuare insieme la corretta<br />
metodologia di lavoro. Per raggiungere lo scopo comune: la produzione e la vendita<br />
di cibo sano.<br />
IN COPERTINA<br />
Aromi in polvere, una nuova linea per il comparto food 4<br />
EDITORIALI<br />
Macchine packaging ancora in crescita trainate dal food and beverage (F. Goi) 9<br />
A tavola in connessione perpetua (F. Bray) 11<br />
ATTUALITÀ<br />
Salumi: l’export traino irrinunciabile 12<br />
News fatti, persone, aziende 14<br />
APPUNTAMENTI<br />
Il made in Italy protagonista ad Anuga 22<br />
News appuntamenti 25<br />
INGREDIENTI<br />
Integratori alimentari, un mercato destinato a crescere (G. Tamburini) 28<br />
Lo staff commerciale export si confronta sulle nuove potenzialità (F. Goi) 34<br />
News ingredienti 36<br />
GLOBAL WATCH<br />
Il cake e le sue dolci varianti 38<br />
ENERGIA<br />
News energia 40<br />
pag. 28<br />
pag. 42<br />
pag. 4<br />
pag. 34<br />
pag. 52<br />
SICUREZZA<br />
Il mercato europeo si apre ai “novel food” (L. Leali) 42<br />
Origine in etichetta: presto l’obbligo per pasta<br />
e riso (G. Favagrossa, M. Scorsone) 46<br />
News sicurezza 48<br />
SCIENZA E TECNOLOGIA<br />
Le potenzialità dei nanomateriali contro le contaminazioni incrociate (F. Bray) 50<br />
IMPIANTI E COMPONENTI<br />
Sicurezza e integrità dell’alimento: primo obiettivo di impiantista<br />
e produttore (Assofrigoristi) 52<br />
News componenti 57<br />
Prodotti e servizi 4.0 a supporto del progettista 58<br />
AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE<br />
News automazione 60<br />
News strumentazione 61<br />
PACKAGING<br />
I 20 anni del Conai: così il rifiuto è diventato un’opportunità 62<br />
RUBRICHE<br />
Elenco inserzionisti 64
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L.R. Industries S.p.A.<br />
in copertina<br />
Con la creazione<br />
di L.R. Industries S.p.A.,<br />
viene confermata<br />
la qualità della vision<br />
aziendale e rafforzate<br />
le prospettive di crescita.<br />
AROMI IN POLVERE, UNA NUOVA<br />
LINEA PER IL COMPARTO FOOD<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
4<br />
pio. Dai gusti intensi e decisi come paprika, curry, senape,<br />
ai gusti dolci e delicati come fragola, vaniglia,<br />
arancia, i nostri Powder Flavours completano ogni tipologia<br />
di prodotto finito conferendo un sapore determinante.<br />
Ciascun aroma è il risultato di una combinazione<br />
di materie prime e di uno studio attento e<br />
preciso affinché si possa parlare di unicità e garanzia di<br />
qualità. Il sapore gioca un ruolo determinante negli<br />
alimenti da noi consumati ogni giorno, L.R. Industries<br />
S.p.A. si impegna a garantirlo sempre nel tempo con<br />
costanza e determinazione.<br />
NUOVI SETTORI IN CRESCITA<br />
Consolidati i settori del Beverage, Sweet e Savoury, L.R.<br />
è sempre più in crescita anche per i settori dedicati al<br />
Health & Nutrition, Liquidi E-Cig e Cosmetico.<br />
Health & Nutrition: i laboratori formulano profili aromatici<br />
idonei per il comparto nutraceutico, gli integratori<br />
alimentari rappresentano un importante fetta del settore.<br />
L.R., azienda specializzata da anni nella creazione e<br />
produzione di aromi alimentari e nel commercio di oli<br />
essenziali per il comparto Food, oggi si rinnova in L.R.<br />
Flavours & Fragrances Industries S.p.A., inaugurando<br />
una nuova sede a Brescia che ne testimonia non solo<br />
la serietà e la solidità, ma anche le prospettive di crescita<br />
e la qualità della vision aziendale.<br />
A fronte dei successi conseguiti nell’ambito degli aromi<br />
liquidi naturali e sintetici, L.R. oggi ha sviluppato gli<br />
aromi in polvere, una nuova e ampia linea che sta conquistando<br />
uno spazio importante nel comparto Food.<br />
Attraverso un attento ed esclusivo processo produttivo,<br />
una selezione accurata di materie prime e una alta tecnologia<br />
impiegata, i nostri laboratori realizzano profili<br />
aromatici in polvere caratterizzati da un gusto intenso<br />
e da un olfatto unico.<br />
Utilizzati per qualsiasi campo d’impiego, gli aromi in<br />
polvere giocano un ruolo determinante in molte tipologie<br />
di prodotti richiesti dai clienti, in particolar modo<br />
gli snack salati rappresentano un segmento molto amwww.interprogettied.com
L.R. Industries S.p.A.<br />
Lo staff di L.R. Industries S.p.A.<br />
fili aromatici che garantiscono sapore<br />
e odore di ogni tipologia, dalle note<br />
fruttate come fragola, ananas, passion<br />
fruit, alle note verdi e fresche<br />
come menta, timo, eucalipto.<br />
I laboratori di ricerca e sviluppo di<br />
L.R. Industries S.p.A. sono sempre<br />
pronti a fornire qualsiasi tipo di consulenza,<br />
sia da un punto di vista<br />
tecnico che documentale. Halal,<br />
Kosher, FDA, Bio Comply, sono alcuni<br />
riferimenti che di solito l’azienda<br />
fornisce ai clienti al fine di soddisfarli<br />
nella realizzazione dei loro<br />
progetti più ambiziosi.<br />
Nel campo degli alimenti è sempre<br />
più richiesto l’esecuzione di panel<br />
test, attraverso la selezione di un<br />
gruppo di assaggiatori abili a descrivere<br />
oggettivamente le caratteristi-<br />
Chi è L.R. Industries S.p.A.<br />
Unità produttiva divisione Fragranze<br />
Via Mongibello, 89/A<br />
Zona Industriale Piano Tavola<br />
95032 Belpasso (CT)<br />
Unità produttiva divisione Aromi<br />
Via Alessandro Molinari, 4<br />
Zona Industriale<br />
95045 Misterbianco (CT) - Italy<br />
Tel.: +39 095 7135944 - +39 095 7131050<br />
Fax: +39 095 7135356<br />
Uffici Commerciali Nord Italia<br />
Borgo Pietro Wührer, 123<br />
25123 Brescia (BS)<br />
E-mail: info@lrindustries.it<br />
Web site: lrindustries.it<br />
Liquidi E-Cig: settore che occupa<br />
uno spazio sempre più rilevante sul<br />
mercato. Dai gusti classici come menta,<br />
vaniglia, limone, ai più insoliti<br />
come marshmallow, cheescake, mojito,<br />
crackers, alle note aromatiche che<br />
rappresentano le caratteristiche e<br />
tradizioni di un territorio come cassata,<br />
babà & rum, cannolo.<br />
Cosmetico: dai balsamo labbra, ai<br />
dentifrici, ai colluttori, forniamo prowww.interprogettied.com<br />
Sede di L.R. Industries a Belpasso (CT)<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
5
L.R. Industries S.p.A.<br />
Aromi in polvere, una nuova linea<br />
produttiva per il Food<br />
- effettuare un controllo di qualità<br />
- verificare la stabilità e persistenza<br />
nel tempo<br />
- evidenziare eventuali aspetti da<br />
migliorare<br />
Si tratta di una analisi sensoriale che<br />
valuta le caratteristiche di un prodotto<br />
di qualsiasi natura attraverso l’uso<br />
dei sensi (vista, olfatto, gusto, tatto<br />
e udito). Lo scopo di tale strumento,<br />
molto utilizzato nell’industria alimentare,<br />
è quello di studiare la relazione<br />
tra le caratteristiche sensoriali e le<br />
sensazioni che queste suscitano sia<br />
sotto il profilo qualitativo che quello<br />
quantitativo; delineare un profilo sensoriale<br />
in grado di descrivere in modo<br />
univoco ed obiettivo quel prodotto.<br />
L.R., oltre a confermarsi sempre più<br />
presente nei mercati nazionali, gioca<br />
un ruolo determinante anche nei<br />
mercati internazionali. Nell’ultimo<br />
anno L.R. Industries S.p.A. ha registrato<br />
una crescita notevole sia nei<br />
mercati europei che extraeuropei,<br />
grazie al supporto di una efficiente<br />
squadra che garantisce con rapidità<br />
risposte chiare e precise alle diverse<br />
richieste dei clienti, proponendosi<br />
sempre innovativa moderna e al<br />
passo con le tendenze del mercato.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
06<br />
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nuove esigenze del mercato, si impegna<br />
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editoriale<br />
Eeditoriale<br />
|Francesco Goi<br />
Le statistiche di quest’anno inerenti i settori di punta del Made in Italy sono generalmente positive: la ripresa è<br />
in atto e talvolta è superiore alle previsioni.<br />
Questa tendenza trova conferma nel settore delle macchine per il packaging, uno dei settori più vitali anche<br />
negli anni della crisi.<br />
Nel 2016 il comparto ha fatto registrare una crescita del 6,6%, superando i 6,6 milioni di euro. Positivi anche<br />
i dati dell’esportazione e quelli riguardanti il mercato interno. L’export rappresenta l’80% del giro d’affari, ma<br />
anche il mercato interno ha confermato notevoli segnali di ripresa con un incremento del 10% rispetto al 2015.<br />
L’importanza dell’esportazione si può riassumere in un unico dato significativo: una macchina su cinque venduta<br />
nel mondo è italiana. Il successo dell’esportazione si esprime in tutti i continenti: l’Unione Europea, con<br />
il 37,2% del totale, è il principale mercato di destinazione, ma anche i risultati ottenuti nelle altre regioni sono<br />
particolarmente rilevanti: Asia (23,4% del fatturato), Nord America (11,2%), Sud America (9,6%), Europa<br />
Extra-UE (9,4%), Africa e Oceania (9,2%).<br />
MACCHINE PACKAGING<br />
ANCORA IN CRESCITA TRAINATE<br />
DAL FOOD AND BEVERAGE<br />
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Per l’andamento del mercato interno sembrano determinanti gli incentivi previsti nel piano Industria 4.0.<br />
I settori Food and Beverage, naturalmente, sono alla base dei successi delle tecnologie per il packaging: il Food<br />
rappresenta il primo settore cliente, assorbendo il 30% del fatturato, mentre il Beverage occupa la seconda<br />
posizione con il 27,6%. Il tabacco e la farmaceutica costituiscono altri settori applicativi interessanti, ma forniscono<br />
un contributo inferiore.<br />
Contrariamente a quanto accade in altri settori, le 51 aziende di dimensioni maggiori (con fatturati superiori a<br />
25 milioni di euro) rivestono un’importanza prioritaria per l’export (68% del totale), mentre quelle con fatturato<br />
inferiore ai 6 milioni di euro sono le più numerose (66,4%), ma contribuiscono solo per il 9,7%.<br />
Il consolidamento delle cifre d’affari su tutti i mercati giustifica previsioni ottimistiche per l’anno in corso e il<br />
biennio successivo: secondo il centro studi Ucima dovrebbe realizzarsi nel prossimo triennio un ulteriore incremento<br />
delle vendite di macchine packaging del 5%, un risultato molto importante per chi è già leader e cresce<br />
da tanti anni.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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Ttecnico<br />
|di Franco Bray<br />
editoriale tecnico<br />
Condividere un pasto con amici e colleghi, riunirsi per festeggiare sono attitudini sempre più diffuse, in cui<br />
spesso le scelte del menù sono influenzate dal contesto sociale.<br />
Mangiare frequentemente insieme ad altri è diventato determinante per costruire e mantenere le relazioni<br />
sociali. A questa tendenza crescente partecipano anche i social media. Il pasto si traduce allora in un avvenimento<br />
che viene accompagnato da foto e short film e, come risultato, vengono coinvolti ristoranti, menù<br />
e messaggi pubblicitari.<br />
In sostanza le nostre preferenze finiscono per convergere con quelle dei social connector. A partecipare alle<br />
nostre scelte, infatti, non è solo chi si trova seduto a tavola con noi, ma le centinaia di persone in connessione<br />
tramite un semplice clic. Questa “rivoluzione” è resa possibile dall’uso dello smartphone, attraverso il<br />
quale i social media operano come food inspiration e indiretti partner degli stessi brand. In sostanza, il cibo<br />
A TAVOLA IN<br />
CONNESSIONE PERPETUA<br />
ha una funzione relazionale sempre maggiore, grazie alla sua peculiare capacità di aggregare le persone.<br />
Ma grazie al web, che per definizione ha la funzione di mettere in relazione, la gratificazione viene incrementata,<br />
allargando la partecipazione ai follower on line, oltre che ai diretti commensali. E oggi quindi è il<br />
social web, attraverso lo smartphone, un nuovo luogo per godere l’esperienza conviviale del cibo.<br />
A dispetto di una privacy che pare perdere progressivamente d’importanza, il pasto comune è diventato<br />
un rito per celebrare occasioni importanti o semplicemente approfondire una relazione in presenza della<br />
connessione perpetua.<br />
Ma il tutto in un contesto ben diverso da quello creato dalla comunicazione diretta, faccia a faccia, dove<br />
il recupero della conversazione inizia da quello della nostra attenzione, magari con la partecipazione della<br />
serotonina, l’happy proteina benefica, apportata da un corretto comportamento alimentare.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
11
attualità<br />
Il valore record<br />
delle esportazioni<br />
(1,4 miliardi di euro,<br />
+4,8%) e il rafforzamento<br />
della presenza di prodotti<br />
della salumeria italiana<br />
sui mercati internazionali<br />
compensano la debolezza<br />
dei consumi interni. I dati<br />
della ricerca presentata<br />
all’assemblea di Assica.<br />
Il presidente di Assica<br />
Nicola Levoni<br />
SALUMI:<br />
L’EXPORT TRAINO<br />
IRRINUNCIABILE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
12<br />
Nel corso dell’assemblea annuale, che si è tenuta recentemente<br />
a Roma, Assica – l’Associazione industriali delle<br />
carni e dei salumi – ha presentato i dati economici di un<br />
settore, quello dei salumi, che nonostante gli scenari internazionali<br />
non favorevoli e una crisi dei consumi interni che<br />
persiste ormai da anni, riesce ad avere sui mercati esteri<br />
sbocchi interessanti registrando numeri positivi. Anche sul<br />
fronte interno, gli italiani non rinunciano ai salumi: la produzione<br />
e il fatturato infatti sono sostanzialmente stabili.<br />
Le aziende associate ad Assica rappresentano oltre 80%<br />
del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate<br />
(salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati) pari<br />
a circa 8 miliardi di euro. Di questi, 1,4 miliardi di euro<br />
sono provenienti dall’export.<br />
“Il 2016 è stato un anno ancora molto complesso per i<br />
produttori di salumi”, ha commentato Nicola Levoni, presidente<br />
di Assica dal 2015 e riconfermato alla presidenza<br />
per un altro biennio. Il settore, come il resto del comparto<br />
alimentare, ha continuato ad essere penalizzato dalla debolezza<br />
dei consumi interni. Le problematiche internazionali<br />
che abbiamo dovuto fronteggiare sono state molteplici.<br />
Nel corso dei mesi sono cresciute le preoccupazioni per le<br />
diffuse tensioni geopolitiche, che hanno generato approcci<br />
difensivi improntati al protezionismo e al nazionalismo con<br />
esiti importanti anche nelle economie avanzate, come nel<br />
caso di Brexit, dell’elezione del presidente Trump negli Usa e<br />
della conferma dell’embargo adottato nell’agosto 2014 dal<br />
presidente russo Putin, in conseguenza alla crisi Ucraina”.<br />
“Per fronteggiare questi scenari internazionali siamo<br />
consapevoli che l’export è un traino irrinunciabile”, ha<br />
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attualità<br />
continuato Levoni. Assica ha lavorato<br />
fianco a fianco con le nostre<br />
Istituzioni e con quelle europee per<br />
sostenere il fondamentale lavoro<br />
che svolgono sia sul fronte tecnico<br />
sanitario, sia in ambito commerciale<br />
e agroalimentare e non da ultimo sul<br />
piano della diplomazia economica.<br />
Anche grazie all’attività della nostra<br />
associazione, il 2016 ha registrato<br />
buone performance di esportazioni<br />
di salumi, raggiungendo il valore record<br />
di 1,4 miliardi di euro (+4,8%),<br />
e il rafforzamento della presenza di<br />
prodotti della salumeria italiana sui<br />
mercati internazionali con l’apertura<br />
di nuovi sbocchi commerciali in aree<br />
di valenza strategica per l’agroalimentare<br />
italiano come il continente<br />
nordamericano e l’Asia”.<br />
Nel corso dell’Assemblea di Assica, è<br />
stata presentata la Ricerca Censis sul<br />
valore sociale dei salumi. Dalla ricerca<br />
emergono elementi molto positivi, in<br />
particolare che i salumi sono alimenti<br />
di tutti e per tutti. “Sono 51,6 milioni<br />
gli italiani che mangiano i salumi.<br />
Nell’ultimo anno ha consumato prodotti<br />
di carne di maiale (dai salami ai<br />
prosciutti, dalle salsicce all’arista) ben il<br />
96% degli italiani maggiorenni, di cui<br />
il 59,7% regolarmente (una o più volte<br />
alla settimana) e il 36,3% di tanto in<br />
tanto (qualche volta al mese), mentre<br />
solo il 4% dichiara di non fruirne mai.<br />
Sono alimenti che hanno conquistato<br />
molto tempo fa, per non lasciarlo più,<br />
un posto fondamentale nei carelli della<br />
spesa, nelle dispense e sulle tavole<br />
degli italiani. Le elevate quote di consumatori<br />
di salumi e di carne di maiale<br />
indicano la capacità dei prodotti<br />
del settore di adattarsi alle esigenze<br />
specifiche di soggettività molto diverse<br />
tra loro. E attestano che la grande<br />
articolazione di tipologie dei prodotti<br />
del settore soddisfa un insieme differenziato<br />
di gusti e di disponibilità economiche”,<br />
ha precisato Massimiliano<br />
Valerii, Direttore Generale Censis.<br />
Nel 2016, l’Italia ha conquistato la<br />
leadership mondiale per le esportazioni<br />
di preparazioni e conserve<br />
I numeri del settore<br />
Lieve flessione della produzione (-0,2%) e del<br />
fatturato (-0,1%)<br />
Nel 2016 la produzione di salumi è stata stabile<br />
attestandosi a 1,174 milioni di tonnellate da<br />
1,176 dei dodici mesi precedenti (-0,2%).<br />
A fronte della lieve contrazione delle quantità<br />
prodotte il valore della produzione è rimasto<br />
fermo a 7.875 milioni di euro.<br />
L’insieme delle produzioni del comparto (salumi,<br />
grassi lavorati, altre carni conservate) ha presentato<br />
un fatturato lievemente inferiore (-0,1%) a quello<br />
del 2015 con 8.179 milioni di euro.<br />
Prosciutto cotto sorpassa il crudo nella produzione<br />
Ancora una crescita nella produzione di prosciutto<br />
cotto. Grazie allo stimolo ancora forte esercitato dalla<br />
crescita delle esportazioni, la produzione è salita<br />
a 290 mila tonnellate (+0,4%) per un valore di<br />
1.962 milioni di euro (-0,1%). Il prosciutto cotto si<br />
è confermato così il principale salume prodotto nel<br />
2016 con riferimento ai volumi. Anno positivo anche<br />
se in lieve flessione invece per i prosciutti crudi<br />
stagionati. Dopo il rimbalzo mostrato nel corso del<br />
2015 la produzione di prosciutto crudo stagionato<br />
è tornata a segnare un piccolo aggiustamento,<br />
registrando un -0,6% in quantità per 285.200 ton<br />
suine, superando la Germania. Lo<br />
storico sorpasso è avvenuto soprattutto<br />
grazie alla crescita della<br />
quota detenuta dall’Italia nei primi<br />
tre mercati di sbocco – Germania,<br />
Francia e Regno Unito – che, complessivamente,<br />
rappresentano<br />
quasi la metà del valore generato<br />
dalle vendite all’estero dei salumi<br />
nostrani. Questa l’analisi presentata<br />
da Raffaele Borriello, Direttore<br />
Generale dell’Ismea. “I salumi italiani<br />
vincono il confronto competitivo,<br />
pur posizionandosi su una fascia alta<br />
di prezzo”, ha affermato Borriello.<br />
“Il posizionamento dei prodotti italiani<br />
è nel segmento premium, ma lo<br />
scenario competitivo è più articolato<br />
e soprattutto con notevoli prospettive<br />
di espansione anche in considerazione<br />
dell’apertura di due mercati<br />
rilevanti, come Usa e Canada, a<br />
seguito del superamento di importanti<br />
barriere sanitarie. Significativo<br />
anche il caso del Giappone che, nel<br />
2016, ha complessivamente ridotto<br />
e un +0,2% in valore per 2.173 milioni di euro.<br />
La quota di prosciutti crudi e cotti, prodotti leader<br />
del settore, si è così mantenuta sul 49% in quantità<br />
e sul 52,5% in valore.<br />
Export in crescita<br />
Nel 2016 le esportazioni di salumi italiani hanno<br />
fatto registrare un +6,3% per 173.210 ton e un<br />
+4,8% per 1,4 miliardi di euro.<br />
Export Ue<br />
Ottimo anno per le esportazioni di salumi verso<br />
la Ue che ha registrato un +6,3% in quantità per<br />
oltre 141.090 tonnellate e un +5,4% in valore<br />
per più di 1.104,7 milioni di euro. All’interno<br />
della Ue un contributo positivo è arrivato da tutti<br />
i nostri principali partner commerciali con la sola<br />
eccezione dell’Austria. Molto vivace in particolare<br />
il trend evidenziato dalla Spagna.<br />
Export extra Ue<br />
In crescita gli scambi con i Paesi extra Ue. Nel<br />
corso del 2016, infatti, le esportazioni verso i<br />
Paesi terzi sono salite a quota 32.121 tonnellate<br />
dalle 30.243 tonnellate (+6,2%) del 2015 per<br />
un valore di 310,9 milioni di euro (+3,0%).<br />
dell’8% gli acquisti dall’estero di salumi,<br />
mentre i flussi dall’Italia sono<br />
risultati in aumento del 7%: segnale,<br />
questo, di una capacità competitiva<br />
in grado di spingersi anche oltre le<br />
tendenze del mercato-target”.<br />
L’analisi Ismea presentata in Assemblea<br />
ha evidenziato, inoltre, che<br />
la Germania ha incrementato i propri<br />
acquisti dall’Italia (+4% in valore nel<br />
2016) a discapito dei concorrenti spagnoli<br />
(-3%) e che, in Francia, i salumi<br />
italiani hanno guadagnato terreno<br />
(+7%) nei confronti dei produttori<br />
tedeschi (-7%). Complessivamente,<br />
negli ultimi cinque anni le esportazioni<br />
italiane di preparazioni e conserve<br />
suine sono cresciute del 27% in<br />
valore: oltre la metà è rappresentata<br />
dai prosciutti stagionati (692 milioni<br />
di euro nel 2016).<br />
A seguire, con poco meno di un terzo,<br />
salami e insaccati (417 milioni di<br />
euro nel 2016) e i prosciutti cotti con<br />
una quota pari al 10% in valore (134<br />
milioni di euro nel 2016).<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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13
news [fatti, persone, aziende]<br />
ACCORDO CETA: PIÙ TUTELA PER I SALUMI DOP E IGP ITALIANI<br />
Con l’approvazione, nel febbraio scorso, da parte del Parlamento<br />
Europeo, il “Comprehensive Economic and Trade Agreement -<br />
Ceta”, l’accordo di libero scambio tra l’Ue il Canada sta entrando<br />
nelle fasi conclusive degli iter legislativi che lo porteranno a essere<br />
definitivamente attuativo.<br />
Isit (Istituto Salumi Italiani Tutelati), associazione di riferimento dei<br />
Consorzi di Tutela dei salumi Dop e Igp – che associa, ad oggi, 16<br />
Consorzi e vanta una grande rappresentatività nel comparto delle<br />
produzioni tutelate – esprime una valutazione positiva dell’accordo,<br />
che consentirà una tutela dei propri prodotti e una loro maggiore<br />
riconoscibilità in difesa del consumatore finale. Questo in<br />
particolare, per quei prodotti, come il Prosciutto di San Daniele e il<br />
Prosciutto Toscano, che potranno finalmente utilizzare la propria<br />
denominazione (preclusa fino a oggi), anche se continueranno a<br />
essere presenti sul mercato e coesistere i marchi canadesi registrati<br />
precedentemente.<br />
Il Canada rientra infatti tra quei Paesi, come gli Usa, regolati dal<br />
diritto anglosassone e che pertanto, basandosi sul sistema del marchio<br />
di impresa, si sono sempre opposti a un riconoscimento del<br />
sistema Eu di qualità dei prodotti Dop e Igp.<br />
“L’accordo, anche se frutto di inevitabili compromessi, rappresenta<br />
Foto Consorzio Cacciatore<br />
un risultato sicuramente positivo nel percorso di salvaguardia dei<br />
prodotti della salumeria tutelata, nonché di trasparenza e corretta<br />
informazione nei confronti del consumatore finale sull’origine<br />
dei prodotti”, commenta Lorenzo Beretta, presidente di<br />
Isit. “Vediamo con estrema positività”, continua Beretta, “che<br />
un Paese nordamericano riconosca il principio delle Indicazioni<br />
Geografiche e delle relative denominazioni, offrendo così un valido<br />
strumento di tutela sul mercato canadese. Ricordiamo che la<br />
crescita dei nostri prodotti è sempre più legata alle esportazioni<br />
nei Paesi Terzi e gli accordi di libero scambio portati avanti dall’Unione<br />
europea diventano sempre più in modo evidente strumenti<br />
fondamentali per l’apertura di nuovi mercati”.<br />
Tra i Consorzi aderenti a Isit e inseriti nell’accordo figurano: il<br />
Consorzio Mortadella Bologna, il Consorzio Zampone e Cotechino<br />
Modena Igp, il Consorzio del Prosciutto di San Daniele, il<br />
Consorzio del Prosciutto Toscano, il Consorzio Tutela Speck Alto<br />
Adige, il Consorzio del Culatello di Zibello, il Consorzio per la<br />
Tutela del nome Bresaola della Valtellina e il Consorzio del<br />
Prosciutto di Modena.<br />
L’Italia si distingue per un patrimonio unico in termini di produzioni<br />
tutelate, di cui ben 41 salumi (21 Dop e 20 Igp). Isit oggi<br />
associa 16 Consorzi di tutela in rappresentanza di 22 eccellenze<br />
Dop e Igp: Consorzio Cacciatore, Consorzio del Culatello di<br />
Zibello, Consorzio del Prosciutto di Carpegna Dop, Consorzio del<br />
Prosciutto di Modena, Consorzio del Prosciutto di San Daniele,<br />
Consorzio del Prosciutto Toscano, Consorzio del Salame di Varzi,<br />
Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria DOP, Consorzio di<br />
Tutela del Salame Felino Igp, Consorzio di Tutela della Coppa di<br />
Parma Igp, Consorzio Mortadella Bologna, Consorzio per la Tutela<br />
del nome Bresaola della Valtellina, Consorzio Salame Brianza,<br />
Consorzio Salumi Dop Piacentini, Consorzio Tutela Speck Alto<br />
Adige, Consorzio Zampone e Cotechino Modena Igp.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
14<br />
PIERLUIGI TOSATO VICEPRESIDENTE DI ASSITOL<br />
Il consiglio generale di Assitol, nella persona del suo presidente Marcello Del Ferraro,<br />
ha nominato Pierluigi Tosato vicepresidente dell’associazione per l’esercizio in corso.<br />
Assitol è l’Associazione italiana dell’industria olearia che rappresenta e tutela nelle<br />
diverse sedi nazionali, comunitarie e internazionali le imprese industriali che operano<br />
nel settore delle materie grasse e dei prodotti derivati.<br />
Questo importante ulteriore riconoscimento al manager italiano, già alla guida<br />
della multinazionale Deoleo, consentirà di apportare un importante contributo<br />
operativo all’associazione.<br />
Deoleo, attraverso la controllata Carapelli Spa, commercializza in Italia i marchi<br />
di olio più storici conosciuti e apprezzati dalle famiglie Italiane, come Carapelli,<br />
Bertolli, Sasso, Maja, Friol, San Giorgio oltre alle linee di aceti Sasso.<br />
Pierluigi Tosato, manager di grande esperienza, già a capo di multinazionali come<br />
San Benedetto e Bolton, potrà dare un contributo di visione internazionale all’associazione<br />
capitalizzando tutte le esperienze e andamenti di mercato nei diversi<br />
paesi del mondo.<br />
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prodotto ed eliminando i composti volatili indesiderati.<br />
15
news [fatti, persone, aziende]<br />
MACCHINE ALIMENTARI: AUMENTANO PRODUZIONE ED EXPORT<br />
I prodotti della tavola italiana, la cui fama<br />
corre per il mondo, vengono lavorati, preparati,<br />
conservati e cucinati dalle tecnologie<br />
alimentari made in Italy. Un settore che nel<br />
2016 ha registrato un valore di produzione<br />
pari a 4,9 miliardi di euro. Di questi il<br />
66%, pari a 3,2 miliardi di euro, è richiesto<br />
all’estero. I lavoratori impiegati sono 22<br />
mila. Le previsioni <strong>2017</strong> leggono un trend<br />
positivo nel corso del prossimi mesi con un<br />
incremento sia a livello produttivo (+0,7%)<br />
che nell’export (+0,8%). Non si registrano<br />
segni negativi in nessuna delle declinazioni<br />
del macrosettore alimentare dell’industria<br />
meccanica italiana.<br />
(+0,5%) rispetto all’anno precedente e si<br />
prevede rimarranno sugli stessi livelli anche<br />
nel corso del <strong>2017</strong>. Le aziende italiane dimostrano<br />
di avere i mezzi per superare una<br />
fase dell’economia che rimane pur sempre<br />
difficile grazie a investimenti specifici sul<br />
marchio e sull’innovazione, capisaldi dell’ingegno<br />
e della forza produttiva che il mondo<br />
intero riconosce al settore.<br />
“Ci aspettiamo dai giorni della manifestazione<br />
Host un nuovo vigore per qualità e<br />
quantità della presenza dei buyer esteri.<br />
La qualità della nostra merce è attraente,<br />
crediamo di poter contribuire alla buona<br />
riuscita della fiera così come abbiamo<br />
caratterizza tutti i comparti operanti in<br />
Assofoodtec e che esplicita al meglio la capacità<br />
di tante aziende italiane di sviluppare<br />
tecnologie e prodotti innovativi che possano<br />
supportare la tradizione e l’esportazione<br />
della cucina italiana in tutto il mondo.<br />
Continueremo a lavorare con Host affinché<br />
tutto questo sia rappresentato al meglio ai<br />
visitatori internazionali come fattore distintivo<br />
delle tecnologie food made in Italy”.<br />
Le produzione di macchine per caffè espresso<br />
professionali, rappresentate dall’associazione<br />
Ucimac/Assofoodtec, nel 2016 è<br />
cresciuta (+1,2%) grazie al mercato estero.<br />
Nel corso del <strong>2017</strong> si prevede un’ulteriore<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
La fiera Host (Fieramilano, 20-24 ottobre<br />
<strong>2017</strong>), alla quale fanno da protagoniste le<br />
associazioni dei produttori delle tecnologie<br />
alimentari federate ad Anima, Assofoodtec<br />
e Fiac, ospita gran parte delle aziende associate<br />
e appartenenti ai comparti degli articoli<br />
casalinghi, delle macchine per caffè espresso,<br />
delle attrezzature frigorifere per il commercio,<br />
delle affettatrici, tritacarne e affini.<br />
Il valore della produzione degli articoli casalinghi<br />
nel 2016 è cresciuto rispetto all’anno<br />
precedente (+0,3%). Per il <strong>2017</strong> si prevede<br />
una situazione di stabilità. L’occupazione nel<br />
2016 è leggermente aumentata (+0,3%) e<br />
si prevede stabile nel corso del <strong>2017</strong>. Alcune<br />
aziende riescono, grazie alle esportazioni, a<br />
mantenere un livello di fatturato sufficiente<br />
a garantire una competitività più che accettabile<br />
su diversi mercati. Nel complesso<br />
le esportazioni nel 2016 sono aumentate<br />
aspettative alte a livello commerciale. Fiac<br />
e i suoi produttori determinano la salubrità<br />
del cibo in padelle e pentole controllate<br />
fase per fase nelle nostre fabbriche. La sfida<br />
quotidiana che affrontiamo riconsegna<br />
al consumatore un prodotto sicuro, controllato<br />
e unico. Italiano in una parola”,<br />
dichiara Andrea Barazzoni, presidente<br />
dell’associazione Fiac.<br />
Gli fa eco Marco Nocivelli, presidente<br />
Assofoodtec, che ribadisce “l’urgente necessità<br />
di fare sistema tra imprese e fiere.<br />
Non ci possiamo concedere il lusso di un<br />
sorpasso da parte di competitor esteri che<br />
possono contare su una macchina di manifestazioni<br />
dal respiro internazionale. La<br />
parte produttiva contribuisce alla crescita<br />
del Paese e ha bisogno di una vetrina che<br />
ne mostri le eccellenze e l’affidabilità. ‘Great<br />
Technologies for Great Food’ è il motto che<br />
incremento (+1,2%). Complessivamente<br />
nel 2016 le esportazioni sono aumentate<br />
(+1,1%) e si confermerà il trend anche nel<br />
corso del <strong>2017</strong> (+1%). I principali mercati<br />
di destinazione restano quelli europei, ma<br />
si evidenzia una quota considerevole verso<br />
i paesi dell’area asiatica, in particolare verso<br />
Corea del Sud e Cina.<br />
Le attrezzature frigorifere per il commercio<br />
hanno chiuso il 2016 con una crescita del<br />
valore della produzione (+0,6%). Secondo<br />
le previsioni, il <strong>2017</strong> potrebbe presentare<br />
un’ulteriore crescita (+0,7%). Le esportazioni,<br />
destinate in larga parte ai mercati europei,<br />
nel corso del 2016 sono aumentate<br />
(+2,4%) e si prevede possano crescere ulteriormente<br />
nel <strong>2017</strong> (+0,9%). Il produttore<br />
italiano, in questo caso, trae beneficio da<br />
una più specifica conoscenza del mondo<br />
del food. Ciò consente lo sviluppo di inno-<br />
16<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
vazioni tecnologiche sui propri prodotti e il<br />
mantenimento della leadership mondiale.<br />
Si recupera così, sulla qualità, il gap verso<br />
altre realtà concorrenziali che traggono un<br />
vantaggio competitivo dalla manodopera<br />
a basso costo.<br />
Il settore delle affettatrici conclude il 2016<br />
con un valore della produzione in crescita rispetto<br />
all’anno precedente (+1,2%). Il mercato<br />
interno dopo una lunga stagnazione<br />
comincia a mostrare segnali di ripresa. Anche<br />
per il <strong>2017</strong> si prevede una leggera crescita<br />
(+0,8%) rispetto al 2016. Le esportazioni nel<br />
2016 sono cresciute rispetto all’anno precedente<br />
(+0,8%) e si prevede possano crescere<br />
anche nel corso del <strong>2017</strong> (+1,1%).<br />
Macchine e forni per pane, biscotti, pasticceria<br />
e pizza nell’anno 2016 hanno<br />
registrato una crescita (+1,9%) del valore<br />
della produzione, confermando il trend<br />
anche nel <strong>2017</strong> (+1,5%). Anche le esportazioni<br />
nel 2016 sono aumentate (+2,3%)<br />
e costituiscono più della metà del mercato.<br />
Sono rivolte principalmente verso i mercati<br />
europei e asiatici. Molto buona anche la<br />
quota di export verso i mercati dell’Africa.<br />
Nel corso del <strong>2017</strong> si prevede un ulteriore<br />
aumento (+1,1%). Il settore impianti per<br />
l’industria dolciaria ha concluso l’anno 2016<br />
con un aumento del valore della produzione<br />
(+1,2%) e un ulteriore aumento (+1,6%) è<br />
previsto per l’anno <strong>2017</strong>. Le esportazioni,<br />
che assorbono la quasi totalità della produzione,<br />
nel 2016 hanno registrato una crescita<br />
(+1,3%) rispetto all’anno precedente<br />
e si prevedono in aumento (+1,3%) anche<br />
nel corso del <strong>2017</strong>. Le principali destinazioni<br />
sono i paesi asiatici – soprattutto India,<br />
Pakistan e Malesia – paesi verso i quali le<br />
esportazioni sono molto cresciute. Molto<br />
positivo anche l’andamento delle esportazioni<br />
verso gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita.<br />
I due comparti sono rappresentati da Ucma/<br />
Assofoodtec.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
17
news [fatti, persone, aziende]<br />
LARGO CONSUMO: IL “FREE FROM”<br />
PRIMO COMPARTO DEL FOOD<br />
Il 18,7% dei prodotti alimentari si dichiara “senza”<br />
qualcosa: dai grassi agli Ogm, dall’olio di palma ai conservanti.<br />
Sono almeno 13 i claim rilevati dall’Osservatorio<br />
Immagino sulle etichette di oltre 6.700 prodotti,<br />
che in pochi anni sono arrivati a pesare per il 28,4%<br />
sul giro d’affari del food in Italia<br />
Da nicchia per un target dalle particolari esigenze nutrizionali<br />
a mainstream che accomuna tutti i consumatori:<br />
è questo il percorso che sottende all’affermazione dei<br />
prodotti free from, ossia quelli caratterizzati dall’assenza<br />
o dalla riduzione di alcune componenti (come additivi o<br />
zuccheri). Un universo molto variegato che l’Osservatorio<br />
Immagino di GS1 Italy e Nielsen ha scandagliato con<br />
il suo approccio innovativo: andando a rilevare il richiamo<br />
al free from sulle etichette e sul packaging di ben 36<br />
mila prodotti alimentari (esclusi acqua e alcolici) venduti<br />
in super e ipermercati di tutta Italia.<br />
Il risultato? La fotografia di un universo molto diversificato,<br />
sia in termini di merceologie che di “ricette” dei<br />
prodotti. L’Osservatorio Immagino ha individuato<br />
6.711 prodotti presentati come “senza” o “a basso<br />
contenuto” e ha identificato i diversi claim maggiormente<br />
presenti sulle etichette: dal “senza conservanti”<br />
al “senza Ogm”, dal “senza grassi idrogenati” al “poche<br />
calorie”.<br />
La galassia dei prodotti free from l’anno scorso ha superato<br />
i 6 miliardi di euro di vendite (+2,3% sul 2015)<br />
ed è arrivata a pesare per il 28,4% sul giro d’affari totale<br />
del largo consumo alimentare rilevato dall’Osservatorio<br />
Immagino.<br />
“Gli stili di consumo e le scelte di acquisto fatte emergere<br />
dall’Osservatorio Immagino raccontano la nascita<br />
e la crescita di nuovi segmenti che vanno oltre le tradizionali<br />
categorie merceologiche”, dichiara Marco<br />
Cuppini, research and communication director di GS1<br />
Italy. “Il free from ne è il migliore esempio: nato con<br />
pochi prodotti destinati a pochi consumatori, ha ampliato<br />
e segmentato l’offerta arrivando ad assecondare<br />
richieste e tendenze salutistiche sempre più peculiari<br />
e specifiche sia sul fronte della naturalità che del<br />
salutismo”.<br />
Dall’analisi dell’Osservatorio Immagino è emerso che<br />
il claim più diffuso nel mondo dei free from è “senza<br />
conservanti”, presente sull’8,5% dei 36 mila prodotti<br />
alimentari monitorati per una quota complessiva del<br />
12,7% sul giro d’affari complessivo.<br />
Si inseriscono nella stessa attenzione alla riduzione degli<br />
additivi anche il claim “senza coloranti”, che accomuna<br />
il 4,3% dei prodotti, quello “senza OGM” (presente<br />
sull’1,9% delle etichette), il “senza grassi<br />
idrogenati” (1,7%) e il “senza aspartame” (0,1%).<br />
Le vendite a valore di tutti questi prodotti, però, sono<br />
in calo mentre crescono quelle di prodotti caratterizzati<br />
da altri claim, che evidentemente rispecchiano<br />
meglio le nuove sensibilità dei consumatori in fatto di<br />
alimentazione. Come “senza additivi”, presente<br />
sull’1,9% delle etichette e con un business in aumento<br />
annuo del 3,8%.<br />
Bilancio positivo anche per le vendite di prodotti “senza<br />
sale” (+15,2%), “senza olio di palma” (+13,5%),<br />
“senza zuccheri aggiunti” (+10,5%), “senza grassi<br />
saturi” (+6,9%), con “poche calorie” (+3,3%), privi o<br />
a minor contenuto di grassi (+2,2%) o di zuccheri<br />
(+2,1%).<br />
EMILIO FERRARI PRESIDENTE DEI SEMOLIERI EUROPEI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
Emilio Ferrari della Barilla G. e<br />
R. F.lli Spa sarà il nuovo presidente<br />
dell’Unione delle associazioni<br />
dei semolieri dell’Ue<br />
per il biennio <strong>2017</strong>-2018.<br />
L’elezione, su proposta di<br />
Italmopa, associazione industriali<br />
mugnai d’Italia, è avvenuta<br />
nel corso dell’assemblea<br />
generale annuale dell’Unione,<br />
svoltasi a Uzwill il 29 maggio.<br />
Ferrari succede a Jean François<br />
Mas (Gruppo Panzani, Francia).<br />
L’Unione delle associazioni dei<br />
semolieri dell’Ue rappresenta<br />
l’industria europea della prima<br />
trasformazione del frumento<br />
duro per la produzione di<br />
semole destinate essenzialmente<br />
all’industria pastaria,<br />
ma anche alla produzione di<br />
pane di grano duro e di couscous.<br />
Nel corso dell’assemblea<br />
generale, i semolieri europei<br />
hanno effettuato una prima<br />
valutazione delle prospettive<br />
del raccolto mondiale di frumento<br />
duro <strong>2017</strong> che, considerata<br />
la prevista riduzione dei<br />
raccolti in Europa e, in particolare,<br />
in Italia, Canada e Stati<br />
Uniti, dovrebbe far registrare<br />
una diminuzione dei volumi<br />
produttivi. Complessivamente<br />
l’offerta globale di frumento<br />
duro dovrebbe situarsi su livelli<br />
record, tenuto conto del livello<br />
elevato delle scorte di inizio<br />
campagna.<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
ENSINGER INAUGURA UNA FILIALE IN SUD COREA<br />
Ottava filiale Ensinger in Asia, con ufficio commerciale e magazzino di materiali<br />
plastici semilavorati, la nuova sede si trova nella cittadina di Ilsan nei pressi di Seul.<br />
La filiale Ensinger Korea Ltd si compone dell’ufficio commerciale e del magazzino<br />
per lo stoccaggio dei materiali semilavorati, permettendo così tempi più brevi<br />
di approvvigionamento per i clienti del crescente mercato della Sud Corea. Tra i<br />
settori a cui si rivolgerà la nuova struttura Ensinger, figura anche quello della tecnologia<br />
alimentare. Situata nella zona nord-est dell’area metropolitana di Seul, la<br />
nuova filiale è perfettamente collegata alla capitale oltre che alle città di Incheon,<br />
Ansan, Bucheon e Hwasung, nelle quali sono dislocate le sedi di numerosi gruppi<br />
e aziende operanti nell’industria di processo. Inoltre, Ensinger Korea potrà contare<br />
sul supporto delle infrastrutture di Ensinger Asia Holding a Singapore per<br />
la gestione del rapporto con i clienti. Il team commerciale è guidato dal general<br />
manager Jinho Park, ingegnere delle materie plastiche che, prima di entrare in<br />
Ensinger, ha ricoperto varie posizioni in una società produttrice di materie plastiche<br />
di livello internazionale. Ilsan è l’ottava filiale in Asia per il Gruppo Ensinger, che va<br />
ad affiancare i due impianti di produzione di Cina e Malesia e le filiali commerciali<br />
presenti in Giappone, Cina, Singapore, India e Taiwan.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
BOFROST: UNA SEDE<br />
PIÙ GRANDE A TREVISO<br />
L’amministratore delegato di Bofrost<br />
Italia, Gianluca Tesolin<br />
Bofrost punta sul mercato<br />
della provincia di<br />
Treviso e zone limitrofe,<br />
dove negli ultimi<br />
tre anni ha fatto registrare<br />
un aumento<br />
del fatturato di 1,7<br />
milioni di euro. E la<br />
più importante azienda<br />
italiana di vendita<br />
diretta di alimenti surgelati<br />
intende crescere<br />
ancora: per questo<br />
ha scelto di rinnovare<br />
la propria sede nel<br />
comune di Casale sul<br />
Sile e di assumere 8<br />
nuovi dipendenti come venditori, oltre<br />
a ricercare nuovi collaboratori come<br />
promoter commerciali.<br />
Commenta l’amministratore delegato<br />
di Bofrost Italia Gianluca Tesolin: “La<br />
filiale Bofrost di Casale sul Sile è stata<br />
protagonista di una delle migliori performance<br />
degli ultimi anni e ha ancora<br />
ottimi margini di crescita. Il cambio di<br />
sede è per noi una scelta strategica<br />
che rientra nei programmi di ampliamento<br />
dell’azienda.<br />
Attualmente serviamo<br />
sul territorio 16 mila<br />
clienti e prevediamo<br />
di acquisirne di nuovi<br />
grazie all’assunzione,<br />
nei prossimi mesi, di 8<br />
nuovi dipendenti con<br />
il ruolo di venditori.<br />
Inoltre ricerchiamo<br />
una decina di collaboratori<br />
che opereranno<br />
come promoter commerciali”.<br />
La nuova filiale in via<br />
Martin Luther King,<br />
in un edificio di proprietà<br />
più grande e funzionale della<br />
storica sede precedente, attiva fin dal<br />
1988, è stata inaugurata venerdì 16<br />
giugno. Vi hanno già traslocato i 48<br />
dipendenti attuali – venditori, magazzinieri,<br />
personale amministrativo<br />
e promoter commerciali – e i 33 automezzi<br />
refrigerati che saliranno a 40<br />
per servire la zona di Treviso e alcuni<br />
comuni limitrofi delle province di<br />
Venezia e Padova.<br />
DNV GL OTTIENE<br />
LA CERTIFICAZIONE<br />
FRIEND OF THE SEA<br />
È DNV GL - Business Assurance il primo ente di certificazione<br />
in Italia ad aver ricevuto l’accreditamento<br />
ufficiale nell’Ue per il rilascio delle certificazioni<br />
dei prodotti ittici proavenienti da acquacoltura secondo<br />
lo schema internazionale Friend of the Sea.<br />
Nato nel 2006 su iniziativa del direttore europeo<br />
dell’Earth Island Institute, Friend of the Sea è oggi<br />
uno dei principali schemi internazionali, l’unico al<br />
mondo che può certificare prodotti provenienti<br />
sia da pesca, sia da acquacoltura, con un unico<br />
marchio di approvazione.<br />
La certificazione Friend of the Sea ha come obiettivo<br />
quello di contribuire alla salute degli oceani<br />
attraverso la promozione di pratiche di pesca<br />
sostenibili, verificando che le società aderenti al<br />
programma pratichino tecniche di pesca selettiva<br />
e riducano l’impatto del loro operato sull’ecosistema.<br />
DNV GL è uno dei principali enti di certificazione<br />
a livello mondiale. Aiuta le aziende a garantire<br />
l’efficienza delle proprie organizzazioni, nonché di<br />
prodotti, personale, strutture e catene di fornitura<br />
attraverso servizi di certificazione, verifica, valutazione<br />
e formazione, affiancandole per consolidare<br />
performance aziendali sostenibili e alimentare la<br />
fiducia da parte degli stakeholder.<br />
20<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
TERRANOVA VINCE IL PREMIO LE FONTI<br />
Terranova ® Srl ha conseguito, lo scorso<br />
giugno, il prestigioso premio Le Fonti<br />
come Eccellenza dell’anno per la categoria<br />
Innovazione & Leadership nel settore della<br />
strumentazione di processo.<br />
Questo riconoscimento, che si annovera tra<br />
i prestigiosi premi internazionali IAIR Awards<br />
ed è patrocinato dall’Unione europea, viene<br />
assegnato annualmente a coloro che si<br />
sono distinti nel proprio ambito operativo<br />
secondo precisi criteri stabiliti dalla commissione,<br />
che fanno riferimento alla capacità<br />
di puntare in maniera continua e strategica<br />
su ricerca, innovazione e qualità.<br />
Un risultato che riempie d’orgoglio tutto<br />
lo staff di Terranova, a partire dal<br />
presidente Enio Valletti e dal general<br />
manager Sergio Valletti, dimostrando<br />
ancora una volta quanto sia solida e<br />
ambiziosa questa realtà tutta italiana.<br />
Terranova nasce infatti, della fusione di tre<br />
storici marchi italiani della strumentazione<br />
di processo: Valcom ® , specializzata nella<br />
Il presidente Enio Valletti<br />
progettazione e produzione di strumenti<br />
per il controllo e la misura delle variabili di<br />
processo che trovano applicazione nell’industria<br />
della cellulosa e carta, ma anche<br />
nel settore navale grazie alla scelta accurata<br />
dei materiali adatti alle condizioni di<br />
impiego; Spriano ® , orientata nel comparto<br />
dei misuratori elettronici di pressione e di<br />
temperatura e ricordata principalmente<br />
per essere stata la prima azienda in Italia a<br />
produrre un regolatore pneumatico, contribuendo<br />
così a un significativo miglioramento<br />
tecnico per l’automazione e il controllo<br />
industriale nei settori della Gomma,<br />
dell’Oil&Gas e <strong>Alimentari</strong>; in ultimo Mec-<br />
Rela ® , il marchio dedicato alle valvole di<br />
controllo che ha fornito e fornisce tutt’ora<br />
soluzioni efficaci ed efficienti per applicazioni<br />
industriali anche in condizioni estremamente<br />
difficili, acquistando fama a livello<br />
mondiale fin dai suoi primi anni di vita.<br />
Riuniti strategicamente sotto un’unica<br />
ragione sociale, i tre brand non si allontanano<br />
dal proprio territorio di origine.<br />
Partendo dalla sede legale a Milano fino<br />
alla sua sede operativa di Terranova dei<br />
Passerini (LO), ogni segmento del percorso<br />
produttivo ha luogo in Italia. Una scelta per<br />
nulla scontata, volta a soddisfare attraverso<br />
un’unica entità diversi settori, tra cui le<br />
industrie alimentari e delle bevande<br />
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con la cogenerazione.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
21
appuntamenti<br />
Alla manifestazione<br />
di Colonia dedicata<br />
al food parteciperanno<br />
1036 aziende italiane<br />
che esibiranno<br />
le proprie eccellenze.<br />
Mentre i dati Ice<br />
confermano che il nostro<br />
export agroalimentare<br />
gode di buona salute.<br />
IL MADE IN ITALY PROTAGONISTA<br />
AD ANUGA<br />
Thomas Rosolia,<br />
AD di Koelnmesse<br />
Italia<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
22<br />
Nel 2016 il valore complessivo delle esportazioni agroalimentari<br />
made in Italy è stato di 34.364 milioni di euro,<br />
segnando una crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente.<br />
L’Unione europea, con 22.681 milioni di euro<br />
(+3,7%), si è confermata il mercato di riferimento, assorbendo<br />
quasi i due terzi dell’export totale, ma è la<br />
Germania il partner più importante per il Bel Paese. Con<br />
6.266 milioni di euro (+3,2%) e una quota di mercato di<br />
circa il 18%, rappresenta infatti il primo Paese di destinazione.<br />
Ed è ancora la Germania, con i suoi 81 milioni<br />
di consumatori, a essere attualmente il maggior mercato<br />
di prodotti alimentari nella Ue. Altri come Asia e Medio<br />
Oriente sono emergenti.<br />
Che l’export dell’agroalimentare italiano goda di buona<br />
salute, lo dicono i numeri e la forte presenza delle aziende<br />
italiane ad Anuga (1036) che porteranno in terra teutonica<br />
tutto il loro arsenale seduttivo.<br />
E ancora. Nel futuro il tema della salute condizionerà l’alimentazione<br />
in modo sostanziale. La parola chiave, dopo<br />
sostenibilità (bio, veg, equosolidale), sarà quella di “autoottimizzazione”,<br />
cioè piatti pronti personalizzati, sviluppati<br />
appositamente come prevenzione nei confronti delle patologie<br />
o per migliorare le performance individuali. I consumatori<br />
diventeranno “omnishopper” combinando vari canali<br />
di acquisto e, per orientarsi nelle scelte di prodotti e ricette,<br />
useranno app, robot, chatbot, whatsapp e messenger di FB.<br />
Anuga, il più importante appuntamento al mondo di<br />
food & beverage, si svolgerà a Colonia dal 7 all’11 ottobre<br />
<strong>2017</strong>: 7.200 espositori provenienti da 100 paesi,<br />
www.interprogettied.com
appuntamenti<br />
Tab. 1 - Scambi commerciali di prodotti alimentari<br />
fra Germania e Italia<br />
Area geografica 2016 Variazione<br />
rispetto al 2015<br />
migliaia di € %<br />
Esportazioni dalla Germania 4.656.433 +1,0<br />
Importazioni in Germania 4.631.317 +2,6<br />
Fonte: BVE (Bundesvereinigung der Deutschen<br />
Ernährungsindustrie e.V.)<br />
Tab. 2 - Principali aree di destinazione dell’export<br />
agroalimentare italiano e quote % nel 2016<br />
Area Valore Quote<br />
UE 22,7 mld di euro 66,0%<br />
NORD AMERICA 4,4 mld di euro 12,7%<br />
EUROPA EXTRA UE 2,4 mld di euro 7,0%<br />
ASIA 1,8 mld di euro 5,3%<br />
MEDIO ORIENTE 1,0 mld di euro 2,9%<br />
Fonte: Elaborazione Ice su dati Istat<br />
Nei 2016 il valore<br />
delle esportazioni<br />
agroalimentari<br />
nazionali è stato<br />
pari a 34,3<br />
miliardi di euro,<br />
in crescita<br />
del 3,1%<br />
rispetto al 2015<br />
160.000 operatori (192 paesi e tutte<br />
le più importanti catene distributive<br />
di Germania, Europa e oltreoceano).<br />
Il tutto in 284.000 m² di superficie<br />
espositiva (lorda), ripartiti in 11 padiglioni<br />
e 10 saloni.<br />
Alla conferenza stampa per la presentazione<br />
della fiera, a Milano, sono intervenuti<br />
Katharina C. Hamma, chief<br />
operating officer di Koelnmesse,<br />
Thomas Rosolia, amministratore delegato<br />
Koelnmesse Italia, Ines Arondio,<br />
dirigente Ice settore agroalimentare<br />
e vini e Paolo Zanetti, vicepresidente<br />
Federalimentare, quest’ultima partner,<br />
assieme a Fiere di Parma, del colosso<br />
di Colonia.<br />
“Siamo molto soddisfatti dei risultati<br />
raggiunti”, afferma Thomas<br />
Rosolia amministratore delegato di<br />
Koelnmesse Italia. “1036 aziende cui<br />
si aggiunge la collettiva organizzata<br />
dall’Ice che consentirà di far conoscere<br />
il valore assoluto dell’industria<br />
alimentare italiana che è uno degli<br />
obiettivi dell’alleanza strategica con<br />
Fiere di Parma e Federalimentare”.<br />
“Una triangolazione che, attraverso<br />
progetti concreti in tutte le fiere satellite<br />
di Fiere di Colonia, aiuterà le aziende<br />
dell’agroalimentare nella conquista dei<br />
mercati esteri a più elevato potenziale”,<br />
continua Rosolia. Prossime tappe<br />
Thaifex a giugno a Bangkok, dove è<br />
già presente una collettiva italiana e<br />
Anufood China in agosto a Beijing.<br />
“L’alleanza” – conclude – “vuole essere<br />
sinonimo di garanzia per aziende e<br />
buyer che potranno trovare nelle partecipazioni<br />
a marchio congiunto Cibus-<br />
Anuga tutta l’eccellenza dell’industria<br />
italiana. Due marchi storici metteranno<br />
a fattore comune le loro competenze a<br />
servizio del sistema Italia”.<br />
Anuga è senza dubbio la principale<br />
fiera del settore alimentare a livello<br />
mondiale e la Germania è storicamente<br />
il nostro primo paese partner”,<br />
afferma Luigi Scordamaglia,<br />
presidente di Federalimentare.<br />
“Nell’intento di preservare la credibilità<br />
commerciale delle imprese alimentari<br />
italiane e rendere prioritaria l’azione di<br />
contrasto all’Italian Sounding, il patto<br />
Anuga-Federalimentare rappresenta<br />
un ulteriore elemento di garanzia<br />
per le imprese espositrici e per i buyer<br />
partecipanti, soprattutto dopo gli<br />
spiacevoli episodi che si sono verificati<br />
al Tuttofood di Milano. È per questo<br />
che vogliamo costituire un presidio fisso<br />
durante la manifestazione, in grado<br />
di monitorare i prodotti presenti e<br />
raccogliere le eventuali denunce degli<br />
espositori copiati, così da coadiuvare<br />
in maniera efficace le strutture di<br />
sorveglianza già presenti nella Fiera di<br />
Colonia e direttamente collegate alla<br />
magistratura locale”.<br />
Tra i partner di Anuga anche l’Ice presente<br />
con una importante collettiva<br />
italiana.<br />
“L’Ice Agenzia ha curato anche per<br />
questa edizione l’organizzazione di<br />
una importante collettiva nazionale<br />
con l’obiettivo di supportare la promozione<br />
dei prodotti alimentari ‘Made in<br />
Italy’ e l’ingresso delle aziende italiane<br />
sul mercato internazionale”, prosegue<br />
Ines Aronadio, dirigente Ice settore<br />
Anuga, il più<br />
importante<br />
appuntamento<br />
internazionale per<br />
il food & beverage,<br />
si svolgerà a<br />
Colonia dal 7 all’11<br />
ottobre <strong>2017</strong><br />
agroalimentare e vini. “La Collettiva<br />
Ice sarà sostenuta da una significativa<br />
campagna di comunicazione con inserzioni<br />
e pubblicità su alcune importanti<br />
riviste tedesche del settore come<br />
Lebensmittel Zeitung e Lebensmittel<br />
- Praxis, pubblicità esterna in fiera e<br />
sul catalogo ufficiale, realizzazione<br />
del catalogo cartaceo ed elettronico<br />
della collettiva Ice”.<br />
L’attività di “Show cooking”, che<br />
verrà realizzata nei cinque giorni di<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
www.interprogettied.com<br />
23
appuntamenti<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
fiera, in un’area adiacente al Centro<br />
Servizi Ice, appositamente allestita<br />
e arredata, offrirà ai consumatori/<br />
visitatori stranieri l’occasione per conoscere<br />
la qualità degli ingredienti e<br />
delle materie prime italiane e il loro<br />
uso nella realizzazione delle ricette<br />
tipiche della tradizione gastronomica<br />
del nostro Paese. Le ricette presentate<br />
durante le sessioni di “Show<br />
Cooking” verranno inserite in un ricettario,<br />
in lingua inglese e tedesca,<br />
che sarà distribuito in fiera e durante<br />
gli appuntamenti di Show cooking.<br />
Una presenza, quella dell’industria e<br />
delle Pmi italiane ad Anuga, costante<br />
dal 1999, che sottolinea come nell’agroalimentare,<br />
un gran numero di<br />
aziende del nostro Paese abbia già da<br />
tempo superato la linea “Maginot”<br />
dei confini nazionali: l’interscambio<br />
agro-alimentare tra Italia e Germania<br />
ha infatti registrato, nel 2016, un<br />
saldo positivo pari a 1.734 milioni di<br />
euro, come risultato di 6.266 milioni<br />
di euro di esportazioni e 4.532 milioni<br />
di euro di importazioni.<br />
Tra i prodotti maggiormente esportati<br />
nel 2016 sul mercato tedesco emergono:<br />
l’ortofrutta con 1.500 milioni<br />
di euro (+2,58% rispetto al 2015), i<br />
vini con 978 milioni di euro (+1,7%),<br />
le conserve e i succhi vegetali con<br />
638 milioni di euro (+2,3%), le carni<br />
preparate con 606 milioni di euro<br />
(+7,2%), i prodotti dolciari con 485<br />
milioni di euro (+12,4%) e i prodotti<br />
lattiero-caseari con 453 milioni di<br />
euro (+1,1%).<br />
“10 saloni specializzati sotto lo stesso<br />
tetto”: è questo il format vincente di<br />
Anuga, con due importanti novità: il<br />
salone specializzato Anuga Culinary<br />
Concepts (che ospiterà abilità in cucina<br />
e progetti gastronomici come<br />
i concorsi “Il cuoco dell’anno” e<br />
“il pasticcere dell’anno”) e Anuga<br />
Hot Beverages caffè, tè & Co., tra i<br />
principali trend-setter della distribuzione<br />
e dell’out-of-home: nel 2016<br />
in Germania la spesa per il mercato<br />
dell’out of home è crescita del 3,1%<br />
raggiungendo 76,3 miliardi di euro.<br />
La Germania<br />
rappresenta<br />
il primo Paese<br />
di destinazione<br />
dell’agroalimentare<br />
italiano<br />
Secondo i dati forniti della BVLH di<br />
Berlino (Associazione tedesca della<br />
distribuzione alimentare) e la BVE<br />
(Bundesvereingung der Deutschen<br />
Ernahrungsindustrie) presentati in<br />
conferenza, accanto al “more out of<br />
home” altri saranno i trend globali<br />
del settore alimentare:<br />
1) Prodotti sostenibili: le previsioni<br />
congiunturali positive (secondo le<br />
previsioni dei ricercatori tedeschi<br />
nei 19 stati dell’Eurozona il consumo<br />
privato è destinato a crescere:<br />
+1,4% nel <strong>2017</strong>, mentre nel 2018<br />
il balzo in avanti dovrebbe essere<br />
di un ulteriore 1,5%) rafforzano<br />
anche la fiducia dei consumatori:<br />
l’importanza del prezzo come criterio<br />
di acquisto determinante è in<br />
calo rispetto agli aspetti legati alla<br />
qualità; lo si nota ad esempio se si<br />
osserva lo sviluppo dell’assortimento<br />
di prodotti sostenibili (biologici,<br />
vegani, equosolidali, che promuovono<br />
il benessere animale). Il maggiore<br />
mercato bio in tutto il mondo<br />
è costituito dagli Usa, seguito dalla<br />
Ue; in Europa i maggiori acquirenti<br />
di prodotti bio sono proprio i consumatori<br />
tedeschi. Nel 2016 il 27%<br />
ha acquistato prodotti sostenibili<br />
spendendo il 16% in più.<br />
2) Convenience Food: aumenta il<br />
numero di persone che spende<br />
sempre più tempo nei trasferimenti<br />
verso il luogo di lavoro e anche<br />
quello delle famiglie in cui lavorano<br />
entrambi i partner: meno tempo a<br />
casa significa anche meno tempo<br />
da dedicare alla cucina (nello specifico<br />
in Germania solo il 34% dei<br />
consumatori cucina regolarmente).<br />
La quotidianità del consumatore è<br />
tuttavia contrassegnata da una<br />
contrapposizione tra pressione/<br />
ritmi determinati dal lavoro e idillio<br />
casalingo. Ne consegue una crescente<br />
importanza del cucinare a<br />
casa in particolare per consumatori<br />
attenti alla sostenibilità. Cucinare<br />
si trasforma in hobby cui dedicare<br />
tempo, da qui la crescita dei prodotti<br />
gourmet e regionali.<br />
3) Digitalizzazione: il consumatore<br />
anche di beni alimentari diventerà<br />
un “omnishopper” cambiando a<br />
proprio piacimento i vari canali di<br />
acquisto.<br />
4) Clean Label: il consumatore desidera<br />
sempre più informarsi in modo<br />
approfondito su ingredienti e modalità<br />
di produzione.<br />
5) Reductio: numerose aziende hanno<br />
annunciato di voler ridurre l’impiego<br />
di zucchero per la produzione<br />
di generi alimentari e bevande;<br />
Nestlé e Pepsi sono sicuramente<br />
fra i nomi più noti. Anche marchi<br />
del settore dolciario e degli snack<br />
hanno raccolto questo trend e<br />
propongono alternative ai prodotti<br />
tradizionali.<br />
6) More Gree: in questo ambito i<br />
protagonisti sono frutta, verdura,<br />
legumi e i cosiddetti powerfruit.<br />
Tendenze che hanno tutte un denominatore<br />
comune, il gusto. Se il consumatore<br />
chiede varietà e possibilità<br />
di scelta, si aspetta al contempo che<br />
il cibo sia buono.<br />
24<br />
www.interprogettied.com
appuntamenti<br />
L’agenda<br />
Sana<br />
8-11 settembre <strong>2017</strong><br />
Bologna<br />
www.sana.it<br />
Drinktec<br />
11-15 settembre <strong>2017</strong><br />
Monaco di Baviera, Germania<br />
www.drinktec.com<br />
Process Expo<br />
19-22 settembre <strong>2017</strong><br />
Chicago, Usa<br />
www.myprocessexpo.com<br />
Forum Meccatronica<br />
26 settembre <strong>2017</strong><br />
Ancona<br />
www.forumeccatronica.it<br />
Anuga<br />
7-10 ottobre <strong>2017</strong><br />
Colonia, Germania<br />
www.anuga.com<br />
IO-Link User Workshop<br />
11 ottobre <strong>2017</strong><br />
Torino<br />
www.iolinkworkshop.it<br />
SAVE<br />
18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />
Verona<br />
www.exposave.com<br />
MCM<br />
18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />
Verona<br />
www.mcmonline.it<br />
Host<br />
20-24 ottobre <strong>2017</strong><br />
Milano<br />
host.fieramilano.it<br />
Swop<br />
7-10 novembre <strong>2017</strong><br />
Shanghai, Cina<br />
www.swop-online.com/en<br />
www.interprogettied.com<br />
Gluten Free Expo<br />
18-21 novembre <strong>2017</strong><br />
Rimini<br />
www.glutenfreeexpo.eu<br />
Lactose Free Expo<br />
18-21 novembre <strong>2017</strong><br />
Rimini<br />
www.lactosefreeexpo.com<br />
SPS IPC Drives<br />
28-30 novembre <strong>2017</strong><br />
Norimberga, Germania<br />
www.mesago.de/en/SPS<br />
Sigep<br />
20-24 gennaio 2018<br />
Rimini<br />
www.sigep.it<br />
Upakovka<br />
23-26 gennaio 2018<br />
Mosca, Russia<br />
www.upakovka-tradefair.com<br />
Prosweets-ISM<br />
28-31 gennaio 2018<br />
Colonia, Germania<br />
www.prosweets.com<br />
www.ism-cologne.com<br />
Fieragricola<br />
31 gennaio-3 febbraio 2018<br />
Verona<br />
www.fieragricola.it<br />
Aquafarm<br />
15-16 febbraio 2018<br />
Pordenone<br />
www.aquafarm.show<br />
Anuga Foodtec<br />
20-23 marzo 2018<br />
Colonia, Germania<br />
www.anugafoodtec.com<br />
Vinitaly<br />
15-18 aprile 2018<br />
Verona<br />
www.vinitaly.com<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
25
appuntamenti<br />
LA PIATTAFORMA PER GLI OPERATORI DEL BIOLOGICO<br />
Da venerdì 8 a lunedì 11 settembre <strong>2017</strong>, a Bologna,<br />
tornerà Sana, la fiera italiana di riferimento per il<br />
mondo del biologico e del naturale. Tante le novità<br />
della prossima edizione, dal più ampio layout alla<br />
riorganizzazione del settore Green Lifestyle che si<br />
presenterà in una formula arricchita di sette sottocategorie<br />
espositive. Confermati gli appuntamenti<br />
divenuti ormai tradizionali come Sana Novità, Sana<br />
Academy, Sana Shop e il VeganFest.<br />
L’edizione 2016 dell’evento aveva registrato 47.221<br />
visitatori, 833 aziende, 50.000 mq di rassegna espositiva,<br />
più di 60 tra eventi e workshop (con 4.800<br />
partecipanti) e 2.300 incontri con buyer provenienti<br />
da 27 Paesi. Numeri che testimoniano la grande<br />
crescita del settore che non accenna a rallentare e,<br />
con esso, del Sana, da anni piattaforma espositiva<br />
di riferimento per operatori e appassionati del biologico<br />
e del naturale in tutte le sue declinazioni.<br />
I cinque padiglioni, ubicati al piano terra, saranno<br />
collegati tra loro da percorsi e resi facilmente accessibili<br />
dagli ingressi Nord e Ovest della Fiera di<br />
Bologna.<br />
Novità importanti ma anche importanti conferme e<br />
ritorni: molte le aziende di spicco del comparto che,<br />
tornate a Sana nel 2016, parteciperanno ugualmente<br />
nel <strong>2017</strong>; numeri significativi sul fronte delle conferme<br />
“storiche” e delle aziende che per la prima<br />
volta saranno presenti a Sana.<br />
Si svolgeranno al padiglione 16 Sana Shop, dove i<br />
visitatori potranno acquistare direttamente i prodotti<br />
esposti, e il VeganFest, l’iniziativa più importante<br />
a livello nazionale sul mondo vegan, organizzata in<br />
collaborazione con Veganok.<br />
La misura del colore non è mai stata così semplice<br />
Excellence in<br />
Colour Management<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
26<br />
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ingredienti<br />
Un settore da 122 miliardi<br />
di dollari che nell’ultimo<br />
decennio è cresciuto<br />
mediamente del 7,9%.<br />
Diversi i tipi di ingredienti<br />
che possono costituire<br />
un integratore: tra questi,<br />
vitamine, composti minerali,<br />
aminoacidi e acidi grassi<br />
di olio di pesce e omega 3,<br />
probiotici, proteine ed enzimi.<br />
a cura di<br />
??<br />
di Giuseppe<br />
Tamburini<br />
TITOLO TITOLO<br />
ITITOLO TITOLO<br />
INTEGRATORI ALIMENTARI,<br />
UN MERCATO DESTINATO A CRESCERE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
28<br />
Il dimensionamento del mercato degli integratori alimentari<br />
può variare, anche in maniera considerevole, in funzione<br />
di che cosa si intende con tale termine. In questo articolo si<br />
fa riferimento alla Normativa Europea: Direttiva 2002/46/<br />
CE, che definisce gli integratori alimentari come “prodotti<br />
alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono<br />
una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali<br />
le vitamine o i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto<br />
nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva,<br />
aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine<br />
vegetale, sia mono-composti che pluri-composti, in forme<br />
pre-dosate”. Non hanno un effetto curativo vero e proprio,<br />
non sono quindi medicinali, ma vengono venduti in buona<br />
parte anche nelle farmacie in quanto servono ad integrare<br />
una normale dieta, completandola in caso di un aumentato<br />
reale fabbisogno: si pensi ad esempio ad alcuni prodotti con<br />
funzione disintossicante, o utilizzabili in un contesto di convalescenza<br />
o di stress.<br />
Sono presentati in forma di tavolette, capsule, compresse,<br />
gomme da masticare, polveri in bustina, liquidi in fiale,<br />
flaconcini e flaconi a contagocce e altre forme similari di<br />
liquidi e polveri per fornire un apporto predefinito di nutrienti<br />
e/o sostanze a effetto fisiologico.<br />
La Direttiva 2002/46/CE per il riavvicinamento delle legislazioni<br />
degli Stati Membri relative agli integratori alimentari<br />
agli allegati I e II contiene gli elenchi di vitamine e minerali,<br />
nonché delle relative forme fisiche che possono essere utilizzate<br />
per la produzione degli integratori alimentari. Il successivo<br />
Regolamento CE n. 1925/2006 agli allegati I e II<br />
contiene gli elenchi delle vitamine e dei minerali, nonché<br />
delle relative forme che possono essere aggiunte agli alimenti.<br />
Un ulteriore aggiornamento è stato effettuato col<br />
Regolamento CE 1170/2009 del 30 novembre 2009.<br />
A livello nazionale vale il Decreto Legislativo del 21maggio<br />
2004 N. 169 – Attuazione della Direttiva 2002/46/CE relativa<br />
agli integratori alimentari – e il successivo DM 9<br />
luglio 2012 sulla “Disciplina dell’impiego negli integratori<br />
alimentari di sostanze e preparati vegetali”, che altro<br />
non è che un’integrazione del Decreto Legislativo 21<br />
maggio 2004 N. 169.<br />
L’industria degli integratori alimentari cominciò ad emergere<br />
agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso: negli anni a ca-<br />
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Figura 1 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari: 2006 - 2016<br />
ingredienti<br />
IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2005 – 2016: + 7,9%<br />
Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici di integratori alimentari<br />
fetta più significativa del mercato<br />
mondiale (tabella 1);<br />
• integratori salini: per esempio a base<br />
di magnesio e potassio da assumere<br />
quando si perdono i liquidi per il molto<br />
caldo e per combattere i crampi;<br />
• prodotti vitaminici e multivitaminici:<br />
le sostanze vitaminiche consentite<br />
dalla legislazione per la fabbricazione<br />
di integratori alimentari<br />
comprendono: vitamina A (come<br />
retinolo e beta-carotene); vitamina<br />
D (come colecalciferolo ed ergo<br />
Tab. 1 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari<br />
suddiviso per principali tipologie di prodotto: anno 2016<br />
Figura 2 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari suddiviso<br />
per principali tipologie di prodotto (in %): anno 2016<br />
Tipo di integratore Miliardi $<br />
Fermenti lattici 21,1<br />
Integratori salini 10,0<br />
Vitaminici e multivitaminici 12,8<br />
Dimagranti / controllo peso 7,4<br />
Lassativi 6,4<br />
Altri gastro-intestinali 3,7<br />
Anti-colesterolo / anti-trigliceridi 5,7<br />
Sistemici per capelli, unghie, ciglia 5,5<br />
Tonici 5,4<br />
Calmanti / induttori di sonno 5,3<br />
Oftalmici sistemici 5,5<br />
Integratori per sportivi 5,3<br />
Antivaricosi 5,5<br />
Anti-reumatici / antidolorifici 5,0<br />
Anti-ossidanti 5,1<br />
Integratori nutrizionali 5,2<br />
Immunostimolanti 2,5<br />
Altri vari 4,6<br />
Totale 122<br />
Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici<br />
di integratori alimentari<br />
calciferolo); vitamina E (come DLalfa-tocoferolo<br />
e acetato di D- alfa<br />
- tocoferile); vitamina K (fillochinone);<br />
vitamina B1 (sali di tiamina);<br />
vitamina B2 (riboflavina); vitamina<br />
B6 (cloridrato e 5’ - fosfato di piridossina);<br />
vitamina B12 (cianocobalamina,<br />
idrossocobalamina);<br />
vitamina C (acido L - ascorbico, L<br />
- ascorbati di sodio, calcio e potassio,<br />
6 - palmitato di L - adcorbile);<br />
niacina (acido nicotino, nicotinammide);<br />
acido pantotenico (D - pantenoato<br />
di sodio o di calcio, dexpantenolo);<br />
acido folico; biotina;<br />
• integratori alimentari anti-colesterolo<br />
e anti-trigliceridi: ottenuti da<br />
oli di pesci ad alto contenuto di<br />
acidi grassi Omega 3, lecitina (costituita<br />
da una miscela di varie sostanze<br />
ottenute principalmente da<br />
semi di soia), taurina (un tipo parvallo<br />
del 2000 il tasso di crescita medio<br />
annuo è stato del 7,2%, per poi registrare<br />
una vera e propria esplosione<br />
(+14-15% medio annuo) fino al 2007,<br />
un successivo accentuato rallentamento<br />
negli anni della crisi globale 2008-<br />
2009, ed una successiva decisa ripresa,<br />
anche se più moderata rispetto al<br />
boom 2002-2007. Nell’arco degli ultimi<br />
undici anni il tasso di crescita a livello<br />
mondiale è stato del 7,9% medio<br />
annuo, per arrivare ad attestarsi a 122<br />
miliardi di dollari nel 2016 (figura 1).<br />
Sono molto diversificate le tipologie<br />
di ingredienti che costituiscono un<br />
integratore alimentare: vitamine<br />
(rappresentano la fetta più consistente:<br />
circa il 40%), composti minerali,<br />
aminoacidi e acidi grassi di olio di<br />
pesce e omega 3, probiotici (termine<br />
riservato a quei microorganismi non<br />
patogeni, che si dimostrano in grado,<br />
una volta ingeriti in adeguata quantità,<br />
di esercitare funzioni benefiche<br />
per l’organismo), proteine, enzimi,<br />
ginseng, o combinazione di ingredienti<br />
vari.<br />
La classificazione comunemente<br />
adottata è quella in base alla funzione<br />
svolta dall’integratore alimentare,<br />
di seguito riportata:<br />
• fermenti lattici: i probiotici e prebiotici,<br />
ideali per i disturbi intestinali<br />
e per ristabilire l’equilibrio della<br />
flora batterica, rappresentano la<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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29
ingredienti<br />
Tab. 2 - Il mercato mondiale degli integratori<br />
alimentari suddiviso per area geografica: anno 2016<br />
Area geografica Miliardi $<br />
Nord America, di cui: 37,53<br />
. USA 34,20<br />
. Canada 3,33<br />
America Latina 7,90<br />
Europa Occidentale 22,87<br />
Europa dell’ Est 3,00<br />
CSI, di cui: 3,90<br />
. Russia 2,61<br />
. altri paesi 1,29<br />
Asia - Pacifico 38,60<br />
Africa 2,80<br />
Medio Oriente 5,40<br />
Totale mondo 122<br />
Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici di integratori<br />
alimentari<br />
Figura 3 - Il mercato mondiale degli integratori alimentari<br />
suddiviso per area geografica (in %): anno 2016<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
ticolare di aminoacido contenente<br />
zolfo, utile fra l’altro anche contro<br />
i crampi muscolari);<br />
• integratori sistemici per capelli, unghie<br />
e ciglia: come miglio estratto<br />
oleoso, lievito di birra, olio di germe<br />
di grano, equiseto, estratti botanici<br />
vari, integratori a base di L -<br />
metionina, L - cistina, zinco, rame<br />
e vitamine varie, aminoacidi;<br />
• lassativi o evacuatori di gas intestinale:<br />
come estratti di piante quali<br />
senna, frangula, aloe, rabarbaro,<br />
cicoria, cannella, genziana, chiodi di<br />
garofano o carbone attivo vegetale;<br />
• altri integratori alimentari per disturbi<br />
intestinali: prodotti contro l’infezione<br />
da Helicobacter pylori, prodotti contro<br />
l’acidità intestinale e il reflusso<br />
gastro-esofageo, la dispepsia, l’irritazione<br />
della mucosa, difficoltà digestive,<br />
prodotti per contrastare la nausea<br />
da tensione o nausea gravidica, favorire<br />
un’azione muco-protettiva. Sono<br />
per lo più a base di estratti vegetali<br />
(semi di pompelmo, boswellia, aloe<br />
vera, ananas, centella, cardamomo,<br />
cardo mariano, coriandolo, melaleuca,<br />
finocchio, passiflora, rutina, alloro),<br />
fenulife (estratto di fieno greco<br />
ricco in galattomannani), polisaccaridi<br />
contenuti nelle mucillagini di malva<br />
o derivati dal Fico d’India, polifenoli<br />
Gli integratori non<br />
sono medicinali,<br />
ma vengono<br />
venduti anche<br />
nelle farmacie<br />
in quanto servono<br />
a integrare una<br />
normale dieta,<br />
completandola<br />
in caso di un<br />
aumentato<br />
fabbisogno<br />
contenuti nelle foglie dell’ulivo, enzimi<br />
digestivi da malto-destrine fermentate,<br />
alginato di sodio, citrati di<br />
sodio e potassio, vitamina B2 e B6,<br />
argilla bianca;<br />
• integratori con funzione calmante<br />
e rilassante o conciliatori del sonno:<br />
sono generalmente estratti di<br />
piante varie quali valeriana, melissa,<br />
camomilla, escolzia, passiflora,<br />
flavonoidi (composti polifenolici<br />
metaboliti secondari delle piante),<br />
o contenenti melatonina (sostanza<br />
naturale prodotta dall’epifisi o<br />
ghiandola pineale e presente in<br />
tutte le forme viventi);<br />
• integratori anti-ossidanti: sono composti<br />
a base di vitamina A, vitamina<br />
C, vitamina E, beta-carotene, selenio<br />
(che fra l’altro contribuisce al<br />
normale funzionamento del sistema<br />
immunitario), melatonina (che fra<br />
l’altro ha anche una funzione di induzione<br />
del sonno), gingko biloba,<br />
zinco, rame, magnesio, composti a<br />
base di silibina (o silibinina, principale<br />
componente attivo della silimarina,<br />
estratto standardizzato di acheni<br />
di cardo mariano, fosfatidilcolina<br />
e vitamina E contro lo stress ossidativo<br />
del fegato), e coenzima Q 10<br />
naturale antiossidante adatto a sostenere<br />
l’organismo in caso di espo-<br />
sizione ai radicali liberi prodotti dallo<br />
stesso organismo o dall’ambiente<br />
esterno. Il coenzima Q 10 fra l’altro<br />
può risultare utile a tutti coloro che<br />
praticando degli sport vogliano<br />
mantenere regolare la pressione<br />
sanguigna e salvaguardare il cuore<br />
contro lo stress da affaticamento,<br />
oltre ad essere un utile sostegno al<br />
tessuto periodontale;<br />
• integratori alimentari con funzione<br />
tonica per sostenere la carica fisica e<br />
la memoria, quindi idonei per migliorare<br />
la resistenza allo stress psicofisiologico:<br />
come composti a base<br />
di vitamina del gruppo B, carnitina,<br />
ginseng, pappa reale e mirtillo; composti<br />
a base di tè rosso e altri estratti<br />
di piante quali emblica, fumaria,<br />
tarassaco ecc; composti a base di<br />
ginseng. A volte gli integratori tonici<br />
vengono anche utilizzati nella fase<br />
di crescita dei bambini oppure nei<br />
cambi di stagione: comunemente<br />
sono a base di olio di fegato di merluzzo,<br />
pappa reale liofilizzata, polline<br />
e vitamine naturali;<br />
• integratori alimentari con funzione<br />
antivaricosa: servono ad apportare<br />
gli opportuni nutrienti per aumentare<br />
il tono venoso, il drenaggio linfatico,<br />
nonché il flusso micro circolatorio.<br />
Sono di composizione molto<br />
30<br />
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ingredienti<br />
variegata: il principio attivo è comunque<br />
in generale di origine vegetale:<br />
come i flavonoidi presenti negli agrumi,<br />
l’oxerutina (sostanza ottenuta<br />
dai fiori), l’estratto di foglie di vite<br />
rossa, il melitolo officinale (pianta<br />
della famiglia delle leguminose), la<br />
rutina o rutoside (glicoside flavonico<br />
presente in piante appartenenti a<br />
diverse famiglie, soprattutto la famiglia<br />
delle rutacee) ecc.;<br />
• integratori alimentari per sportivi:<br />
prodotti a base di sali minerali, carboidrati,<br />
proteine, vitamina C, creatina<br />
ecc.;<br />
• oftalmici sistemici: sono integratori<br />
alimentari indicati per neuriti ed<br />
algie oftalmiche, maculopatie e<br />
retinopatie diabetiche, disturbi vascolari<br />
della retina, affaticamenti<br />
visivi dovuti a forte miopia. Sono a<br />
base di mix di vitamine (B1, B2, B6,<br />
B12), acido alfa-lipoico, acido folico,<br />
bio-flavonoidi ottenuti da limone,<br />
estratti vegetali di vario tipo,<br />
sostanze minerali ed oligo-elementi,<br />
anti-radicali liberi ecc.;<br />
• integratori alimentari nutrizionali:<br />
la loro funzione principale è quella<br />
di contribuire ad un completamento<br />
del fabbisogno di nutrizione del<br />
fisico e sono a base di vitamine,<br />
minerali chelati, acidi grassi polinsaturi,<br />
probiotici, aminoacidi,<br />
estratti varie di erbe, composti antiossidanti<br />
ecc.;<br />
• integratori alimentari immuno-stimolanti:<br />
sono indicati per aiutare le<br />
difese immunitarie a base di estratti<br />
vegetali, vitamina A e vitamina C,<br />
sali minerali, olio-elementi, betaglucano:<br />
il beta-glucano fra l’altro<br />
svolge un’efficace azione anti-ossidante<br />
e anti-radicali liberi, ed è<br />
quindi utile contro il cancro: è anche<br />
un riduttore del colesterolo LDL;<br />
• anti-reumatici e anti-dolorifici:<br />
sono utili per contrastare problemi<br />
articolari, tendiniti, osteo-artriti,<br />
artrite reumatoide, dolori osteoarticolari,<br />
con una funzione antiinfiammatoria,<br />
anti-reumatica ed<br />
analgesica. Sono principalmente a<br />
Italia, Germania<br />
e Francia<br />
rappresentano,<br />
insieme, circa il<br />
58% del mercato<br />
europeo degli<br />
integratori<br />
base di composti vegetali quali<br />
aloe vera boswella e withania –<br />
alias ginseng indiano –, salice bianco,<br />
zenzero, curcuma, peperoncino,<br />
pepe nero, artiglio del diavolo<br />
(pianta erbacea del deserto del<br />
Kalahari), olio di enotera, oltre che<br />
boro, manganese, glucosamino<br />
idrocloridrato, solfato di condroitina,<br />
MSM (metilsulfonilmetano),<br />
vitamina C, acido ialuronico ecc.<br />
Da notare che diversi componenti<br />
– quali l’aloe vera, la curcuma, il<br />
peperoncino o il pepe nero – hanno<br />
anche un’azione antiossidante;<br />
• dimagranti e controllori del peso:<br />
sono a base di fibre vegetali, tè verde,<br />
e altri prodotti vegetali quali:<br />
guaranà, damiana, Yerbamate, ginseng<br />
siberiano, estratto di melograno,<br />
estratto a secco di alghe di wakamé<br />
(una pianta originaria del<br />
Giappone), mucillagini di altea, lino,<br />
tiglio, resveratrolo (un fenolo non<br />
flavonoide prodotto da diverse<br />
piante e a cui sono attribuite anche<br />
possibili funzioni anti-tumorali, antitrombotiche<br />
e anti-infiammatorie),<br />
opuntia ecc, oltre che di arginina<br />
(amminoacido polare basico);<br />
• altri vari: prodotti ginecologici e<br />
urologici (a base di sostanze di origine<br />
vegetale, vitamine, ferro, acido<br />
folico ecc), integratori di ferro,<br />
prodotti per la tosse e le vie respiratorie<br />
(a base di Propoli ed estratti<br />
vegetali, bava di lumaca) ecc.<br />
Come emerge dall’elenco riportato,<br />
molto spesso un tipo di integratore<br />
alimentare può svolgere più di una<br />
singola funzione: per esempio alcuni<br />
componenti di integratori alimentari<br />
con funzioni immuno-stimolante<br />
possono avere anche effetti anti-radicali<br />
liberi / anti-ossidanti; altrettanto<br />
vale per componenti di integratori<br />
alimentari con funzioni anti-reumatiche<br />
/ anti-dolorifiche, e così via.<br />
Pertanto la classificazione riportata<br />
non va intesa in maniera rigida.<br />
ASIA E NORDAMERICA I MERCATI<br />
PRINCIPALI<br />
L’Asia è il mercato ormai di maggiori<br />
dimensioni, seguito a breve distanza<br />
dal Nord America (tabella 2).<br />
Il mercato statunitense rimane il<br />
maggior mercato mondiale in termini<br />
di fatturato realizzato, caratterizzato<br />
da una domanda sofisticata in<br />
termini di prodotti richiesti (prodotti<br />
innovativi anche dal punto di vista della<br />
confezione, prodotti particolarmente<br />
efficaci sotto il profilo nutrizionale<br />
ecc), ma è anche un mercato sostanzialmente<br />
maturo, con un consumo<br />
pro-capite di circa 108 dollari contro<br />
una media mondiale di circa 18-19<br />
dollari. Secondo le statistiche del CRN<br />
(Council for Responsible Nutrition) nel<br />
2014 circa il 68% degli abitanti statunitensi<br />
in età adulta ha fatto uso di<br />
integratori alimentari e circa il 35% li<br />
usava regolarmente. La maggior parte<br />
degli utenti è comunque in età matura<br />
o avanzata, e pertanto le speranze<br />
di ulteriori incrementi dei consumi<br />
risiedono nel potenziale bacino della<br />
popolazione giovanile. Inoltre gli operatori<br />
di mercato dovranno conciliare<br />
le esigenze di una domanda sempre<br />
più sofisticata con la concorrenza sul<br />
prezzo da parte dei private label.<br />
Comunque una domanda sofisticata<br />
ed esigente continuerà a fare da propellente<br />
al mercato.<br />
In generale tutto il mercato dell’America<br />
Latina è in fase di crescita, in relazione<br />
ad una crescente attenzione agli<br />
aspetti salutistici e nutrizionali degli<br />
integratori minerali, e ad un crescente<br />
potere medio d’acquisto della popolazione;<br />
il rallentamento degli ultimi due<br />
anni è dovuto principalmente alla recessione<br />
economica del Brasile, il maggior<br />
mercato latinoamericano.<br />
In Europa Occidentale Italia, Germania<br />
e Francia sono i tre maggiori<br />
mercati; rappresentano, insieme, cir-<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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31
ingredienti<br />
Tab. 3 - Il mercato degli integratori alimentari<br />
in Asia - Pacifico suddiviso per paese: anno 2016<br />
Figura 4 - Il mercato degli integratori alimentari in Asia - Pacifico<br />
suddiviso per paese (in %): anno 2016<br />
Paese Miliardi $<br />
Cina 17,7<br />
India 2,6<br />
Sud Corea 2,5<br />
Giappone 7,5<br />
Altri paesi 8,3<br />
Totale Asia - Pacifico 38,6<br />
Fonte: analisi incrociata aziende produttrici e distributrici di integratori<br />
alimentari nei paesi asiatici<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
Foto Hexdoctor<br />
ca il 58% del mercato totale in<br />
quest’area geografica. Tutti e tre i<br />
paesi, insieme ad Olanda e Svezia,<br />
sono considerati degli hub in termini<br />
di Ricerca & Sviluppo e innovazione<br />
di prodotto. Recentemente Spagna<br />
e Gran Bretagna si stanno rivelando<br />
mercati interessanti di riferimento<br />
per i test su nuovi prodotti.<br />
Nell’area dell’Europa dell’Est i paesi<br />
più propensi al consumo di integratori<br />
alimentari innovativi sono quelli<br />
a maggior reddito pro capite: Repubblica<br />
Ceca, Slovacchia, Slovenia,<br />
Polonia e Ungheria. Anche in Romania<br />
il mercato degli integratori<br />
alimentari ha avuto un forte sviluppo<br />
negli anni precedenti, ma nel 2016<br />
ha registrato un forte rallentamento,<br />
in relazione sia ad una maggior attenzione<br />
dei consumatori al fattore<br />
prezzo, sia ad una certa maturità del<br />
mercato. Nei paesi della ex Jugoslavia<br />
i due mercati più evoluti sono quelli<br />
della Slovenia e della Croazia. Ancora<br />
poco diffuso l’uso di questi prodotti<br />
in Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania<br />
e Bulgaria: il mercato bulgaro, ancora<br />
di piccole dimensioni, è però uno<br />
di quelli a maggior tasso di crescita<br />
nell’Europa dell’Est.<br />
Nell’area CSI il mercato di maggiori dimensioni<br />
è quello russo, che ha registrato<br />
negli anni passati una vera e<br />
propria esplosione nell’uso di integratori<br />
alimentari e vitamine, ma del boom<br />
hanno potuto approfittare solo in minima<br />
parte le grosse multinazionali: il<br />
grosso è stato a tutto vantaggio dei<br />
produttori russi. Ciò sostanzialmente è<br />
dovuto a due motivi:<br />
• in primo luogo la complessità delle<br />
procedure di registrazione: in Russia<br />
i farmaci, gli alimenti e gli integratori<br />
alimentari per poter essere commercializzati<br />
devono ottenere una<br />
certificazione che consente di essere<br />
registrati nel Federal Registry, che è<br />
di competenza del Russian Health<br />
Ministry Certification Center. Le procedure<br />
burocratiche in materia sono<br />
ancora derivate da quelle in vigore<br />
ai tempi dell’Unione Sovietica, anzi<br />
successivamente ulteriormente<br />
complicate;<br />
• in secondo luogo la diffidenza dei<br />
consumatori russi nei confronti dei<br />
prodotti di importazione, soprattutto<br />
dopo la “scottatura” da prodotti<br />
di importazione dalla Cina.<br />
In sintesi, una società americana o<br />
europea produttrice di integratori<br />
alimentari che abbia ottenuto le necessarie<br />
autorizzazioni nel proprio<br />
paese, quindi che sia in regola con gli<br />
standard vigenti in Usa e in Europa,<br />
non ha nulla che non sia in linea an-<br />
Spesso un<br />
integratore può<br />
svolgere più di una<br />
singola funzione:<br />
per esempio alcuni<br />
componenti con<br />
funzioni immunostimolanti<br />
possono<br />
avere anche effetti<br />
anti-radicali liberi<br />
e anti-ossidanti<br />
che con gli standard vigenti in Russia;<br />
ma le insidie derivano da possibili o<br />
probabili ritardi (anche di anni) dovuti<br />
appunto agli aspetti puramente<br />
burocratici relativi alla registrazione.<br />
Tra gli altri paesi della CSI i più evoluti<br />
in termini di domanda di prodotti<br />
più innovativi a maggior valore aggiunto<br />
sono Estonia e Lituania.<br />
Nell’area asiatica il mercato di maggiori<br />
dimensioni è quello cinese (tabella 3).<br />
Sia in Cina che in Giappone è in atto<br />
una forte tendenza ad integrare i prodotti<br />
a base di erbe (TCM o Traditional<br />
Chinese Medicines in Cina e Kampo in<br />
Giappone, un’antica medicina a base<br />
di erbe introdotta nel 414 in Giappone<br />
dalla Cina) negli integratori alimentari;<br />
però, a differenza del Giappone dove<br />
l’innovazione di prodotto è in fase notevolmente<br />
avanzata, il mercato cinese<br />
è molto meno evoluto sotto l’aspetto<br />
dell’innovazione. Inoltre va rilevata una<br />
certa diffidenza dei consumatori cinesi<br />
nei confronti degli integratori alimentari<br />
di produzione nazionale, mentre<br />
c’è una notevole propensione all’acquisto<br />
di prodotti di marchio estero.<br />
In Giappone esistono diversi presupposti<br />
positivi per la crescita del mercato<br />
degli integratori alimentari: innanzitutto<br />
il consumo pro capite di<br />
tali prodotti in Giappone è circa la<br />
metà rispetto a quello in Usa; in secondo<br />
luogo la popolazione adulta e<br />
anziana giapponese è molto attenta<br />
32<br />
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Tab. 4 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale degli<br />
integratori alimentari per area geografica: 2016-2020 (1)<br />
Figura 5 - Peso percentuale delle varie aree geografiche sui consumi<br />
mondiali di integratori alimentari: 2016-2020<br />
Area geografica / paese Milioni $ IMA% (2)<br />
2016 2020<br />
Nord America 37,53 46,50 + 5,5<br />
Europa Occidentale 22,87 26,60 + 3,8<br />
Giappone 7,50 7,84 + 1,1<br />
Cina 17,70 27,04 + 11,2<br />
India 2,60 5,01 + 17,8<br />
Resto Asia 10,80 15,33 + 9,2<br />
Resto mondo 23,0 30,50 + 7,3<br />
Totale mondo 122 159 + 6,8<br />
(1)<br />
Tutti i dati sono a $ costante 2016<br />
(2)<br />
IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2016-2020<br />
Fonte: consensus aziende produttrici e distributrici di integratori alimentari<br />
ai problemi nutrizionali; infine la<br />
gamma di prodotti attualmente disponibile<br />
sul mercato è estremamente<br />
ampia e diversificata. Nonostante<br />
tutti questi fattori positivi, un freno al<br />
mercato è costituito dal quadro normativo<br />
relativo agli integratori alimentari,<br />
che in Giappone è ancora<br />
poco trasparente e, per certi aspetti,<br />
limitativo: infatti molti prodotti che<br />
possono essere venduti liberamente<br />
in altri paesi, devono essere ri-formulati<br />
prima di poter essere immessi sul<br />
mercato in Giappone.<br />
In Sud Corea il mercato ultimamente<br />
ha registrato tassi di crescita sostenuti,<br />
soprattutto nel segmento dei probiotici,<br />
ma attualmente il mercato<br />
sudcoreano è, insieme al Giappone,<br />
uno dei più maturi nell’area asiatica.<br />
In forte sviluppo il mercato indiano,<br />
trainato quasi esclusivamente dai<br />
consumi nei grossi centri urbani.<br />
Infine nell’area afro-medio orientale,<br />
particolarmente dinamici sono il mercato<br />
turco (anche se in leggero rallentamento<br />
rispetto al passato), il mercato<br />
dei Paesi Arabi del Golfo, e il<br />
mercato dell’Africa subsahariana<br />
UNA DOMANDA DESTINATA AD AU-<br />
MENTARE<br />
Nei prossimi anni l’evolvere del mercato<br />
degli integratori alimentari sarà<br />
favorito da una serie di fattori:<br />
• orientamento verso stili di vita sa-<br />
lutistici in tutte le aree geografiche<br />
del mondo, dovuto in particolare<br />
ad un generale invecchiamento<br />
della popolazione;<br />
• aumento del reddito medio pro capite<br />
in maniera più o meno marcata in<br />
quasi tutti i paesi “emergenti”; fra gli<br />
altri spicca in particolare la Cina dove<br />
il reddito medio pro capite degli abitanti<br />
è cresciuto negli ultimi anni ad<br />
un tasso medio annuo del 10-11%;<br />
• lancio sul mercato di nuovi prodotti<br />
e nuove confezioni a maggior<br />
valore aggiunto: ne è una conferma<br />
il fatto che il mercato in valore<br />
registra generalmente tassi di crescita<br />
annui di 2-3 punti percentuali<br />
superiori al tasso di crescita in<br />
volume (intendendo per volume il<br />
numero di confezioni vendute);<br />
• molteplicità dei canali di vendita: farmacie,<br />
parafarmacie, supermercati e<br />
ipermercati, direct selling; ultimamente<br />
si va affermando l’internet retailing,<br />
che per esempio in Europa<br />
Occidentale è attualmente intorno al<br />
10-11% contro il 6% di sei anni fa.<br />
Tra i fattori che, per contro, possono<br />
rallentare la crescita del mercato si<br />
possono citare:<br />
• una carenza della consapevolezza<br />
degli aspetti salutistici degli integratori<br />
alimentari, soprattutto nelle<br />
aree rurali dei paesi in via di sviluppo;<br />
in generale, comunque, anche<br />
in questi paesi il fenomeno dell’urbanizzazione<br />
è in costante crescita;<br />
• il fattore prezzo che, soprattutto in<br />
momenti di crisi economica, può<br />
giocare a sfavore degli acquisti: si<br />
tratta infatti generalmente di prodotti<br />
di prezzo medio-alto;<br />
• una generale tendenza alla riduzione<br />
delle spese pubblicitarie, in un<br />
mercato in cui la pubblicità gioca<br />
un notevole ruolo di spinta;<br />
• un quadro normativo ancora non<br />
ben definito, non sufficientemente<br />
chiaro, poco rappresentativo della<br />
domanda e dell’offerta in alcune<br />
aree geografiche (per esempio in<br />
Europa o in Giappone), a differenza<br />
del quadro normativo ben definito<br />
vigente nell’industria farmaceutica.<br />
I fattori di traino comunque tenderanno<br />
a prevalere su quelli di freno: di conseguenza<br />
il mercato mondiale degli<br />
integratori alimentari è previsto crescere<br />
nei prossimi anni ad un tasso medio<br />
annuo del 6,8% per arrivare ad attestarsi<br />
a 159 miliardi dollari nel 2020.<br />
I paesi a maggior tasso di crescita in<br />
assoluto saranno Cina e India (tabella<br />
4): tra gli altri paesi emergenti con<br />
possibilità di crescita più elevata, figurano<br />
in particolare la Turchia, i<br />
Paesi Arabi del Golfo e i paesi dell’Africa<br />
subsahariana.<br />
Tra i prodotti a maggior tasso di crescita<br />
attesa figurano i probiotici, i<br />
multivitaminici, gli anti-colesterolo,<br />
gli integratori per sportivi.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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33
ingredienti<br />
AromataGroup<br />
ha riunito i suoi partner<br />
commerciali<br />
per presentare<br />
la nuova realtà allargata<br />
e le accresciute<br />
potenzialità sui mercati<br />
internazionali.<br />
Lo staff commerciale<br />
export con il top<br />
management<br />
di AromataGroup<br />
di Francesco<br />
Goi<br />
LO STAFF COMMERCIALE EXPORT<br />
SI CONFRONTA SULLE NUOVE<br />
POTENZIALITÀ<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
Bruno Arena,<br />
Direttore<br />
Commerciale<br />
Estero<br />
di AromataGroup<br />
A tre anni dal primo, tenutosi nel 2014, AromataGroup<br />
ha organizzato nel giugno scorso presso la sede di<br />
Concorezzo (MB) un secondo Seminario di tre giorni dedicato<br />
allo staff commerciale estero del Gruppo.<br />
Questo meeting ha rivestito una particolare importanza,<br />
essendo il primo dopo il rafforzamento del<br />
Gruppo con l’ingresso di Variati Aromi e<br />
Fiorio Colori. Erano presenti quasi tutti i<br />
partner commerciali operanti nei mercati<br />
esteri.<br />
Lo scopo del Seminario è stato quello di<br />
fornire all’intero staff un aggiornamento<br />
sull’attuale struttura del Gruppo, le sue<br />
potenzialità e realizzare un confronto sulle<br />
varie realtà estere.<br />
Attualmente è in atto un forte processo di<br />
internazionalizzazione dal punto di vista<br />
commerciale e l’aumentata visibilità sui mercati esteri ne è<br />
la prova. AromataGroup e le società che ne fanno parte sono<br />
ben conosciute e considerate in diversi paesi partner molto<br />
validi per sviluppare nuovi progetti nel settore degli aromi.<br />
“Siamo veramente soddisfatti dello sviluppo che stiamo<br />
realizzando sui mercati esteri”, osserva il<br />
Direttore Commerciale Estero dott. Bruno<br />
Arena. “Anche lo staff commerciale, alla<br />
conclusone dell’incontro, ha espresso<br />
univocamente un parere positivo e molto<br />
ottimismo sul futuro. In questa ottica, mi<br />
è stato richiesto di organizzare il prossimo<br />
seminario entro 12 - 18 mesi, essendo<br />
gradito il costante aggiornamento su<br />
quanto sta accadendo in azienda, per<br />
poter meglio sviluppare l’attività nei diversi<br />
mercati esteri”.<br />
34<br />
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ingredienti<br />
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE<br />
OBIETTIVO CENTRALE DEL GRUPPO<br />
La prima parte del seminario è stata<br />
dedicata alla presentazione della<br />
storia aziendale di AromataGroup,<br />
in relazione a quanto realizzato finora,<br />
ai progetti in essere ed ai<br />
prossimi sviluppi.<br />
È seguito un aggiornamento sulle<br />
procedure che regolano i rapporti<br />
tra il Gruppo e i vari distributori; in<br />
questa fase lo staff commerciale ha<br />
avuto modo di fare chiarezza sulle<br />
eventuali incertezze legate alla<br />
propria attività.<br />
“In particolare”, aggiunge Arena, “è<br />
stato formulato per ogni paese un<br />
business plan strutturato per porre<br />
le basi su cui lavorare nel biennio<br />
2018-2019. Questo ci permetterà di<br />
stabilire le risorse da allocare nei vari<br />
paesi in cui siamo presenti.<br />
L’internazionalizzazione, come è<br />
noto, rappresenta un obiettivo fondamentale<br />
per il Gruppo. Oltre alla<br />
filiale aperta nel 2013 in Bulgaria,<br />
è prevista una presenza diretta in<br />
altri paesi. Stiamo portando avanti<br />
alcuni progetti che, probabilmente,<br />
verranno completati nel corso del<br />
2018.<br />
Per sviluppare l’attività all’estero<br />
occorre innanzitutto disporre di<br />
prodotti con un rapporto ottimale<br />
qualità-prezzo e offrire un servizio<br />
che faccia considerare il fornitore<br />
come un vero e proprio partner,<br />
quasi un’estensione della propria<br />
azienda.<br />
Questo approccio al mercato, insieme<br />
alla professionalità dei vari player<br />
locali, fa la differenza. La scelta<br />
dei distributori nasce proprio<br />
dall’attenta valutazione delle loro<br />
caratteristiche, adatte a proporre<br />
con successo i prodotti del Gruppo.<br />
Tra i partner commerciali che hanno<br />
partecipato al Seminario, alcuni collaborano<br />
già da diversi anni con le<br />
società di AromataGroup, altri hanno<br />
iniziato la collaborazione proprio<br />
quest’anno. Questo conferma la<br />
crescita costante in nuovi mercati”.<br />
FIORIO COLORI IN AROMATAGROUP:<br />
UN’OCCASIONE PER DIVERSIFICARE<br />
Nel corso del Seminario mezza giornata<br />
di lavoro è stata specificamente dedicata<br />
al recente ingresso in Aromata<br />
Group della società Fiorio Colori.<br />
Sono state presentate la realtà Fiorio,<br />
la struttura, i prodotti, le potenzialità.<br />
Per i partner commerciali è importante<br />
poter disporre di una gamma allargata<br />
di prodotti che si rivolgono a<br />
mercati simili. Sono numerosi, infatti,<br />
i potenziali clienti che utilizzano sia gli<br />
aromi che i coloranti.<br />
Alcuni momenti<br />
del Seminario<br />
dedicato allo staff<br />
commerciale estero<br />
di AromataGroup<br />
UN ANDAMENTO POSITIVO<br />
E MOLTA FIDUCIA<br />
“A metà anno stiamo ottenendo risultati<br />
in linea con il budget”, prosegue<br />
Arena. “Tutti i distributori hanno avuto<br />
la possibilità di mostrare i propri risultati<br />
ed i progetti in atto: è emersa<br />
una notevole soddisfazione per il lavoro<br />
svolto e molta fiducia per il prosieguo<br />
dell’attività.<br />
Il focus costante della direzione export<br />
di AromataGroup migliora e potenzia<br />
l’efficacia delle azioni dei distributori<br />
nei diversi mercati di riferimento.<br />
I business plan permetteranno di capire<br />
dove focalizzare maggiormente il<br />
nostro lavoro, ma tutti i partner commerciali<br />
potranno contare sul nostro<br />
costante sostegno.<br />
Il fattore umano è fondamentale, come<br />
la chimica che si stabilisce tra la società<br />
e chi la rappresenta all’estero. In molti<br />
casi si è creato un rapporto non solo<br />
professionale, ma anche umano. È importante<br />
saper cogliere i punti di debolezza<br />
delle aziende e delle persone,<br />
convertendoli in punti di forza.<br />
I partner commerciali vengono costantemente<br />
aggiornati sui prodotti, le applicazioni,<br />
i trend di mercato e gli aspetti<br />
legislativi. La “famiglia” si sta<br />
allargando: lo staff commerciale comprende<br />
distributori europei, russi, ucraini<br />
e, da quest’anno, anche una società<br />
iraniana. Durante i vari incontri, molti<br />
distributori hanno proprio usato il termine<br />
famiglia per rappresentare la vicinanza<br />
dell’azienda. Rispetto ai rapporti<br />
formali che si stabiliscono con i<br />
commerciali esterni, il nostro team è<br />
riuscito a creare una squadra, coinvolta<br />
e partecipe degli obiettivi del Gruppo.<br />
Abbiamo già pianificato una serie di<br />
incontri, che si terranno tra settembre<br />
e novembre, in cui verranno sviluppati<br />
i business plan citati: il lavoro confluirà<br />
in un unico business plan estero, che<br />
terrà conto dei problemi e delle necessità<br />
dei diversi paesi. Commentando i<br />
risultati del Seminario, anche la direzione<br />
generale ha apprezzato l’approccio<br />
trasparente e costruttivo con cui sono<br />
state affrontate le diverse tematiche”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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35
ingredienti<br />
UNIONE SINERGICA NEL SETTORE NUTRACEUTICO<br />
Unione sinergica di Brenntag Pharma & Nutraceutical<br />
Italia e Iberia che hanno presentato una proposta unica,<br />
globale e customer oriented per prodotti, soluzioni e<br />
servizi offerti.<br />
Ecco le novità illustrate da Brenntag Pharma & Nutraceutical<br />
alla fiera Vitafoods <strong>2017</strong>.l’evento globale dedicato alla<br />
nutraceutica che si è svolto recentemente a Ginevra:<br />
• nuovo product range;<br />
• know how e forza vendite dedicati specificamente ai<br />
clienti dell’industria pharma, dietetica e nutraceutica;<br />
• prodotti di eccellenza: inulina e Fos di Sensus; proteine<br />
del latte funzionali, specialties e derivati di Lupo -<br />
Ludwig Post;<br />
• soluzioni innovative per sport nutrition, industria dietetica<br />
e nutraceutica;<br />
• applicazioni Low sugar - High protein - High fiber<br />
content;<br />
• soluzioni con proteine vegetali alternative;<br />
• new product concepts: idee per prodotti finiti in linea<br />
con i nuovi trend di mercato;<br />
• partnership strategiche con fornitori di specialties<br />
esclusive;<br />
• scouting novel foods.<br />
Brenntag si propone al fianco dei clienti con know-how,<br />
soluzioni e servizi puntuali e innovativi, quali:<br />
• qualità dei prodotti e dei fornitori;<br />
• gamma prodotti in linea con le esigenze e regolamentazioni<br />
del mercato;<br />
• esperienza nello sviluppo prodotti;<br />
• supporto tecnico;<br />
• sicurezza e tracciabilità della catena di approvvigionamento;<br />
• rete logistica globale per consegne just in time;<br />
• expertise e forza di un gruppo multinazionale leader<br />
di mercato.<br />
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IL CAKE E LE SUE DOLCI VARIANTI<br />
Alla classica ricetta con farina, zucchero e burro, il cake alterna tante versioni diverse, a seconda della<br />
base - che può essere costituita anche da riso, mais o altri cereali - e del tipo di ripieno (con il contribuito<br />
di helpdesk@innovami.com).<br />
Il cake, torta in italiano, è essenzialmente costituito da farina, zucchero,<br />
burro e ingredienti aromatizzanti. Fra le varianti sul tema, i<br />
prodotti particolarmente interessanti sono: cake a base di riso, non<br />
lievitato; cake a base di mais e/o cereali; diversi prodotti sono costituiti<br />
da rotolini di pasta lievitata ripieni di formaggio oppure<br />
rotolini di riso farciti con marmellata; interessante è il pane dolce<br />
speziato ottenuto da una lunga lievitazione, un classico francese;<br />
infine, da segnalare un cake dove la farina di frumento è sostituita<br />
da mais e orzo.<br />
Sostanzialmente, quindi, il cake è un prodotto generalmente lievitato<br />
in formato plurimo, destinato ad essere porzionato e ottenuti<br />
per cottura in forno.<br />
DANONE, REGNO UNITO<br />
Cake di riso con berry e pera<br />
RIVAZUR, FRANCIA<br />
Cakes al cioccolato<br />
LE CLERC, SPAGNA<br />
Cake mais con sei cereali<br />
BOURBON, JAPAN<br />
Rotolini con marmellata di fragole<br />
CAPIV, GRECIA<br />
Cake lievitato<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
38<br />
ROYAL, ECUADOR<br />
Torta al cioccolato<br />
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Con la denominazione cake, sul mercato si trovano in effetti notevoli<br />
variazioni di forma, gusto e composizione. Ne presentiamo<br />
una selezione.<br />
• Il prodotto Danone è essenzialmente un cake a base di riso e frutta;<br />
• il prodotto Le Clerc è un cake di mais costituito da sei differenti cereali;<br />
• il prodotto Rivazur è in effetti un cioccolato nel quale l’olio di<br />
cocco ha sostituito il burro di cacao;<br />
• molto sofisticato è il prodotto giapponese sotto forma di rotolini<br />
arricchiti con marmellata di fragole;<br />
• il prodotto Royal è sostanzialmente un cioccolato sotto forma di<br />
molteplici sottili sfoglie;<br />
• il prodotto greco è un vero cake da forno ottenuto da lievitazione<br />
e completato con zucchero vanigliato naturale;<br />
• il prodotto francese è il tipico pan di spezie ottenuto da lunga<br />
lievitazione naturale speziato con miele e affettato;<br />
• il prodotto Lamesa, denominato rolled cake, è costituito da rotolini<br />
farciti di formaggio;<br />
• Doña torta è un cake di cioccolato arricchito con frumento ed orzo;<br />
• Il prodotto del Costa Rica è costituito da fette di torta alla frutta;<br />
• Il cake pop è un dolce realizzato a forma di lecca lecca, utilizzando<br />
briciole di torta mescolate con glassa o cioccolato fuso formando<br />
piccole palline infilate in bastoncini e successivamente ghiacciate;<br />
• vista la varietà di prodotti non sempre ufficialmente “cake”, abbiamo<br />
aggiunto un cake rettangolare ridotto a trancino, al cacao.<br />
BROSSARD, FRANCIA<br />
Pan di spezie con miele<br />
DOÑA TORTA, COLOMBIA<br />
Cake al cioccolato con frumento e orzo<br />
LAMESA, KUWAIT<br />
Rotolini farciti di formaggio<br />
CAKE POP<br />
Dolce a forma di lecca lecca<br />
BARACAT, COSTA RICA<br />
Fette di torta alla frutta<br />
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MULINO BIANCO, ITALIA<br />
Trancino al cacao<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
39
energia<br />
TURBINE PER COGENERAZIONE E TRIGENERAZIONE<br />
IBT Group, partner esclusivo di Capstone<br />
Turbine Corporation per l’Italia, ha presentato<br />
le nuove turbine Capstone C600S da 600<br />
kWe e C800S da 800 kWe che presentano<br />
dimensioni e peso ridotti rispetto ai precedenti<br />
modelli.<br />
La società americana, con sede in California,<br />
leader nelle turbine a gas con brevetto oilfree,<br />
ha incorporato nelle nuove serie S numerosi<br />
aggiornamenti di progettazione: pur<br />
presentando, infatti, la stessa tecnologia<br />
delle preesistenti C600 e C800, i nuovi modelli<br />
mostrano una maggiore affidabilità, in<br />
grado di garantire performance invariate e<br />
bassi costi del ciclo di vita per almeno dieci<br />
anni. Inoltre, la maggiore facilità di installazione,<br />
grazie al design più compatto che<br />
passa da una lunghezza di 9 metri a, rispettivamente,<br />
5,8 m per la C600S e 7,5 m per<br />
la C800S, oltre che al bassissimo inquinamento<br />
acustico che le contraddistingue, le<br />
rende adatte ad essere montate in spazi limitati<br />
o abitati.<br />
Ideali per applicazioni cogenerative (CHP)<br />
e trigenerative (CCHP) in tutte quelle<br />
utenze industriali che non<br />
presentano la necessità di<br />
utilizzare solo acqua calda,<br />
le turbine Capstone consentono<br />
di impiegare tutta<br />
l’energia termica di scarto, a<br />
differenza di quanto normalmente<br />
accade con le tecnologie<br />
a motore alternativo a pistoni,<br />
dove il mix dell’energia termica prodotta è<br />
principalmente concentrata nella produzione<br />
di acqua calda a 90 °C, proveniente dai circuiti<br />
di raffreddamento delle camicie e dell’olio<br />
lubrificante dei motori. Utilizzando le turbine<br />
Capstone si può, infatti, massimizzare<br />
la produzione di vapore mediante l’impiego<br />
di una tecnologia di post-combustione dei<br />
gas di scarico esausti. Essi, grazie alla speciale<br />
tecnologia oil-free (ovvero senza l’uso di<br />
liquidi lubrificanti all’interno), oltre ad avere<br />
bassissimi NOx e CO, presentano un contenuto<br />
di O 2<br />
pari a circa il 17% che consente di<br />
utilizzarli come aria comburente a 300°C<br />
all’interno di bruciatori in vena d’aria o postbruciatori<br />
che elevano la temperatura dei gas<br />
combusti fino ad un massimo di 700°C. Tali<br />
gas sono quindi utilizzati in un generatore di<br />
vapore a recupero per la produzione di vapore<br />
saturo, ideali per tutti quei processi, come<br />
nelle industrie alimentari e delle bevande,<br />
che hanno bisogno di vettori termici pregiati,<br />
quali il vapore saturo, acqua surriscaldata e<br />
acqua glicolata a temperatura sotto zero, per<br />
il loro processo produttivo.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
40<br />
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sicurezza<br />
Il nuovo regolamento Ue<br />
faciliterà l’ingresso<br />
di prodotti provenienti<br />
da paesi extracomunitari,<br />
velocizzando la procedura<br />
di autorizzazione e<br />
garantendo al contempo<br />
la massima sicurezza.<br />
di Livio<br />
Leali*<br />
IL MERCATO EUROPEO<br />
SI APRE AI “NOVEL FOOD”<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
*Ex direttore<br />
della Centrale<br />
del Latte di Milano<br />
e già docente<br />
di Ispezione e Controllo<br />
del Latte e degli<br />
Alimenti Derivati<br />
nell’Università degli<br />
Studi di Milano<br />
Il Regolamento Ue 2015/2283 sui nuovi alimenti (novel<br />
food) che modifica il Regolamento Ue n. 1169/11 e<br />
abroga il Regolamento (CE) 258/97 è stato pubblicato<br />
sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue dell’11 dicembre 2015.<br />
Scopo del provvedimento è di apportare un miglioramento<br />
delle condizioni esistenti, affinché le imprese<br />
possano più facilmente introdurre prodotti alimentari<br />
innovativi sul mercato dell’Ue, mantenendo allo stesso<br />
tempo un elevato livello di sicurezza alimentare per i<br />
consumatori europei. Le nuove norme si applicano a<br />
partire dal primo gennaio 2018 salvo alcune disposizioni<br />
già entrate in vigore il 31 dicembre 2015.<br />
Per rendere più efficiente la procedura di autorizzazione,<br />
consentire una maggior rapidità di distribuzione di prodotti<br />
alimentari sicuri e innovativi sul mercato ed evitare<br />
inutili ostacoli agli scambi, garantendo nel contempo<br />
l’indispensabile sicurezza, verrà creato un sistema di autorizzazione<br />
centralizzato allo scopo di fornire una maggior<br />
certezza ai richiedenti che intendono ottenere la<br />
concessione per un nuovo prodotto alimentare, semplificando<br />
e velocizzando il processo di rilascio. In prima<br />
istanza sarà l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza<br />
alimentare) ad effettuare una valutazione scientifica degli<br />
eventuali pericoli legati alla caratteristica di nuovi<br />
prodotti alimentari, mentre la Commissione europea<br />
gestirà la procedura di ogni richiedente e formulerà le<br />
proposte per l’autorizzazione dei nuovi prodotti risultati<br />
sicuri. L’uso dei nuovi prodotti alimentari nell’Ue verrà<br />
concesso solo se essi non presentano rischi per la sanità<br />
pubblica e non comportano svantaggi dal punto di vista<br />
nutrizionale qualora con essi si intenda sostituire un prodotto<br />
alimentare simile già in commercio e altresì non<br />
debbano ritenersi fuorvianti per i consumatori. La valutazione<br />
scientifica sulla loro sicurezza definisce le condi-<br />
42<br />
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sicurezza<br />
zioni per il loro uso, la loro designazione<br />
come prodotti o ingredienti<br />
alimentari e fissa i requisiti di etichettatura.<br />
Le domande in corso, la cui<br />
valutazione non sia stata ultimata al<br />
momento dell’entrata in vigore, dovranno<br />
essere sottoposte alla disciplina<br />
fissata dal nuovo Regolamento.<br />
Compete alla Commissione Ue completare<br />
la valutazione di tali richieste.<br />
La domanda deve essere indirizzata<br />
all’Autorità competente dello stato<br />
membro; in Italia è il Ministero della<br />
Salute al quale va indirizzata da parte<br />
dell’operatore che intenda immettere<br />
al consumo un “novel food”<br />
attenendosi altresì alle modalità indicate<br />
dal nuovo Regolamento e<br />
dalla raccomandazione CE 97/618.<br />
Un’agevolazione è prevista per gli<br />
scambi di alimenti tradizionali provenienti<br />
da Paesi extraeuropei, ma<br />
considerati nuovi nell’Ue: in tal caso,<br />
se si può storicamente dimostrare la<br />
sicurezza e non esistano obiezioni<br />
da parte dell’Efsa o di qualcuno degli<br />
stati membri dell’Ue, l’alimento<br />
tradizionale verrà autorizzato sulla<br />
base di una notifica da parte dell’operatore<br />
del settore alimentare.<br />
Comunque vale il principio che, nonostante<br />
l’approvazione in sede Ue,<br />
uno stato membro può sospendere<br />
o limitare l’uso di qualsiasi nuovo<br />
prodotto alimentare, se ritiene che<br />
possa costituire un pericolo per la<br />
salute in base alle disposizioni di salvaguardia<br />
previste dalla legislazione<br />
alimentare generale. Qualora ciò<br />
avvenga l’autorità dello stato membro<br />
deve informare la Commissione,<br />
che svolgerà un’indagine sulla misura<br />
di protezione adottata dallo<br />
stato membro e qualora il prodotto<br />
risulti rischioso per i consumatori, la<br />
Commissione può immediatamente<br />
sospendere l’autorizzazione alla sua<br />
commercializzazione nell’Ue.<br />
Il nuovo Regolamento prende in<br />
considerazione anche i nanomateriali<br />
eventualmente utilizzati nei<br />
nuovi alimenti. Per questi dovrà essere<br />
richiesta un’autorizzazione specifica<br />
di nuovo prodotto alimentare<br />
prima di essere utilizzati negli alimenti.<br />
La loro sicurezza dovrà essere<br />
valutata dall’Efsa. I richiedenti devono<br />
inoltre dimostrare che per testare<br />
i nanomateriali ingegnerizzati per i<br />
quali si richiede l’autorizzazione<br />
sono stati utilizzati i test più aggiornati.<br />
Per quanto riguarda l’etichettatura<br />
i nuovi prodotti alimentari devono<br />
seguire quanto stabilito dal<br />
Regolamento (CE) n. 1169/2011<br />
tenendo conto che, per informare<br />
correttamente il consumatore, possono<br />
essere richiesti ulteriori requisiti<br />
specifici. L’etichetta deve indicare<br />
il nome del prodotto alimentare e,<br />
nel caso, precisarne le condizioni<br />
d’uso. Per le indicazioni nutrizionali<br />
e salutistiche si fa riferimento allo<br />
specifico Regolamento (CE) n.<br />
1924/2006.<br />
CIRCA 90 I PRODOTTI FINORA AUTO-<br />
RIZZATI<br />
In tutta l’Ue, tra il 1997 e il 2014<br />
sono state presentate circa 170<br />
domande di autorizzazione; finora<br />
sono stati autorizzati circa<br />
90 nuovi prodotti alimentari.<br />
Comprendono prodotti tradizionalmente<br />
consumati in Paesi extraeuropei;<br />
tra questi si riscontrano<br />
i semi di chia ricchi di acidi<br />
Il Regolamento<br />
Ue 2015/2283<br />
sui novel food si<br />
applica a partire<br />
dal 1° gennaio<br />
2018<br />
Sarà l’Efsa a<br />
effettuare la<br />
prima valutazione<br />
scientifica degli<br />
eventuali pericoli<br />
legati ai nuovi<br />
prodotti alimentari<br />
grassi omega -3, semi che già si<br />
trovano sulla crosta dei panini, e<br />
alimenti ottenuti utilizzando recenti<br />
innovazioni tecnologiche<br />
come certi prodotti lattieri trattati<br />
termicamente e fermentati con<br />
Bacteroides xylanisolvens (DSM<br />
23964), un microrganismo che ha<br />
dimostrato di possedere proprietà<br />
probiotiche. Altri esempi di novel<br />
food autorizzati sono i fitosteroli<br />
aggiunti a prodotti caseari, il salatrim,<br />
un grasso a valore calorico<br />
ridotto, un olio ad alto tenore di<br />
DHA, derivato dalle microalghe e<br />
un succo di frutta prodotto ad alta<br />
pressione e come tale considerato<br />
effetto di un nuovo processo<br />
di produzione. Un novel food di<br />
origine lattiero casearia è la lattoferrina<br />
bovina, una proteina del<br />
siero suggerita come ingrediente<br />
benefico per alimenti dietetici.<br />
Altro novel food è il Clarinol, ricavato<br />
da olio di cartamo lavorato,<br />
da utilizzare come ingrediente per<br />
prodotti a base di latte (yogurt)<br />
o bevande di frutta destinate a<br />
consumatori adulti. Per questo<br />
prodotto viene consigliato un consumo<br />
limitato per un periodo non<br />
superiore a sei mesi. Un novel food<br />
che ha ottenuto parere favorevole<br />
dell’Efsa è un latte trattato con<br />
UV. Il trattamento viene applicato<br />
dopo la pastorizzazione al fine di<br />
prolungarne la shelf life; ha effetto<br />
anche sull’aumento del tenore di<br />
Vitamina D3. Il richiedente ha fornito<br />
dati relativi alla composizione<br />
in macro e micronutrienti del latte<br />
così trattato. Gli esperti hanno valutato<br />
favorevolmente il prodotto.<br />
TRA I POSSIBILI NUOVI ALIMENTI<br />
ANCHE INSETTI E CARNE DI COC-<br />
CODRILLO<br />
Le valutazioni sui problemi posti<br />
dal Regolamento sui novel food<br />
evidenziano alcuni aspetti particolari<br />
della normativa. Ad esempio<br />
in essa si chiarisce che tali prodotti<br />
non originano solo dalla presenza<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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43
sicurezza<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
di tecnologie e processi produttivi<br />
nuovi, ma sono il risultato dell’effetto<br />
che tali processi producono<br />
sul prodotto finale, che presenta<br />
aspetti nuovi e tradizionali in Paesi<br />
terzi tanto da richiedere una attenta<br />
valutazione sulle proprietà nutrizionali<br />
prima di essere ammessi<br />
al mercato dell’Ue. Si fa presente<br />
che l’argomento può coinvolgere<br />
realtà produttive di Paesi del terzo<br />
mondo dove sono in uso alimenti<br />
costituiti da bruchi, coleotteri,<br />
formiche e cavallette che, anche<br />
se ritenuti iperproteici, sono comunque<br />
assai lontani dalle nostre<br />
realtà culinarie. Rimane abbastanza<br />
critica una valutazione di questi<br />
prodotti basata su aspetti culturali<br />
tradizionali di popolazioni molto<br />
diverse in termini di storia e cultura<br />
del cibo rispetto a quelle dei<br />
Paesi dell’Ue e in particolare dell’Italia.<br />
La realtà che emerge da una<br />
analisi Coldiretti/Ipermarketing,<br />
riferita da Rolando Manfredini,<br />
Capo Area Sicurezza alimentare e<br />
produttiva di Coldiretti, dimostra<br />
La normativa<br />
può coinvolgere<br />
alimenti in uso<br />
nei Paesi del Terzo<br />
mondo, come<br />
bruchi, coleotteri,<br />
formiche<br />
e cavallette che,<br />
anche se ritenuti<br />
iperproteici, sono<br />
molto lontani<br />
dalle nostre realtà<br />
culinarie<br />
In tutta l’Ue, tra<br />
il 1997 e il<br />
2014 sono state<br />
presentate circa<br />
170 domande di<br />
autorizzazione:<br />
ne sono state<br />
accettate circa<br />
90, tra cui quella<br />
riguardante i semi<br />
di chia<br />
che l’accettazione di certi prodotti<br />
sarebbe assai scarsa: solo l’8% di<br />
italiani si azzarderebbe ad assaggiare<br />
gli insetti, il 7% i ragni fritti e<br />
il 19% sarebbe propenso a mettere<br />
nel piatto la carne di coccodrillo. Il<br />
problema degli insetti e dei rischi<br />
connessi al loro eventuale uso per<br />
fini alimentari è oggetto di accurate<br />
verifiche in alcuni Stati membri<br />
dell’Ue mentre sta trovando consensi,<br />
perfino in seno alla Fao. Per<br />
un Paese come il nostro, dove la<br />
qualità degli alimenti è un’eccellenza,<br />
si può ipotizzare che dai novel<br />
food potrebbero derivare interessi<br />
non tanto sui requisiti qualitativi,<br />
ma piuttosto eventuali suggerimenti<br />
su processi innovativi e su<br />
speciali metodi riguardanti il confezionamento<br />
e la conservazione<br />
dei prodotti alimentari.<br />
44<br />
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sicurezza<br />
Sull’etichetta del riso<br />
dovranno essere riportati<br />
i Paesi dove la materia<br />
prima è stata coltivata,<br />
lavorata e confezionata.<br />
Le paste di semola<br />
di grano duro dovranno<br />
invece indicare<br />
i Paesi di coltivazione<br />
e molitura del grano.<br />
di Gianluca<br />
Favagrossa*<br />
e Mauro<br />
Scorsone*<br />
ORIGINE IN ETICHETTA: PRESTO<br />
L’OBBLIGO PER PASTA E RISO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
*Area legale e delle<br />
relazioni industriali<br />
di Union<strong>Alimentari</strong><br />
Le iniziative del Ministero delle Politiche agricole alimentari e<br />
forestali e dal Ministero dello sviluppo economico sembrano<br />
basarsi ormai sull’assunto che l’origine, riportata in etichetta,<br />
costituisca la soluzione alle difficoltà in cui versa anche il settore<br />
primario nel nostro paese. A nostro avviso gli impatti limitati<br />
al territorio nazionale e non a quello comunitario di tali<br />
norme, piuttosto che le problematiche nella gestione degli<br />
stoccaggi e degli incarti, rischiano momentaneamente di gravare<br />
in termini economici solo sulle imprese nazionali di trasformazione,<br />
riducendone la competitività, senza per questo<br />
avere un effetto positivo sul livello della produzione primaria,<br />
in particolarità se pensiamo al grano duro.<br />
Prima di entrare nel merito delle bozze di questi due schemi<br />
di decreto interministeriale, concernenti l’origine in etichetta<br />
del riso e del grano duro per le paste secche, potrebbe essere<br />
utile fare alcune considerazioni sull’impiego di tali indicazioni<br />
quale possibile leva di marketing.<br />
In base ai dati della consultazione pubblica, richiamata nei<br />
considerando delle due bozze di decreto, a testimonianza<br />
della maggiore trasparenza che i consumatori chiedono dalle<br />
etichette, la consultazione non va a sconfessare la percezione<br />
che molti consumatori danno all’indicazione di origine, quando<br />
gradita. Infatti, è percepita in molti casi alla stregua di un<br />
brand commerciale qualificante.<br />
Alla domanda “lei sarebbe disposto a spendere di più per<br />
avere certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto<br />
che acquista? Se si, quanto sarebbe disposto a spendere di<br />
più?” il 30,26 % ha risposto che sarebbe disposto a pagare<br />
fino al 5% in più, il 40,33% dal 5% al 20% in più, mentre il<br />
12,01% ha risposto che sarebbe disposto a pagare oltre il<br />
20% in più. In sostanza l’82,60% ha risposto di essere disposto<br />
a spendere di più per il prodotto italiano e solo il 17,39%<br />
ha risposto di non esserlo.<br />
Ma chi scrive si chiede quale valore abbia un’indagine su un<br />
46<br />
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sicurezza<br />
unico aspetto, dove tra l’altro il consumatore<br />
italiano, alla stregua di quello<br />
francese, ha generalmente una percezione<br />
qualitativa positiva dei prodotti<br />
alimentari nazionali. Tuttavia l’atto di<br />
acquisto si concretizza in un contesto in<br />
cui intervengono innumerevoli fattori e<br />
l’origine concorre solo in minima parte.<br />
Ovviamente è innegabile una tendenza<br />
generale a riconoscere un elemento positivo<br />
all’origine del prodotto o dei suoi<br />
ingredienti nei prodotti alimentari. A tal<br />
proposito i Ministeri hanno definito, tramite<br />
i decreti proposti, le modalità di<br />
indicazione di origine per il riso e per il<br />
grano duro per le paste di semola di grano<br />
duro, sempre in via sperimentale fino<br />
al 30 dicembre 2020, con l’avvertenza<br />
che in caso di adozione degli atti esecutivi<br />
comunitari, già previsti dal reg.<br />
1169/2011 art. 26, prima del termine<br />
del periodo sperimentale, i decreti perderanno<br />
di efficacia dal giorno di entrata<br />
in vigore degli stessi.<br />
RISO<br />
Sull’etichetta del riso dovranno essere<br />
riportate le seguenti indicazioni:<br />
• Paese di coltivazione del riso: nome<br />
del paese nel quale è stato coltivato<br />
il risone;<br />
• Paese di lavorazione: nome del paese<br />
nel quale è stata effettuata la lavorazione<br />
e/o trasformazione del risone;<br />
• Paese di confezionamento: nome<br />
del paese nel quale è stato confezionato<br />
il riso.<br />
Qualora le operazioni di coltivazione e<br />
lavorazione avvengano nei territori di<br />
più paesi membri dell’Unione europea<br />
o situati al di fuori, per indicare il luogo<br />
in cui la singola operazione è stata effettuata<br />
possono essere utilizzate le<br />
diciture: “UE, “non UE”, “UE e non<br />
UE”. Al fine di non gravare maggiormente<br />
sui processi di approvvigionamento<br />
delle imprese tale ultima dicitura<br />
può essere impiegata, anche in<br />
assenza di miscele, qualora di norma vi<br />
sia un doppio approvvigionamento.<br />
Da parte nostra resta poco comprensibile<br />
l’obbligo di indicare il paese di confezionamento,<br />
quando il decreto non<br />
si applica ai prodotti legalmente fabbricati<br />
o commercializzati in un altro Stato<br />
membro dell’Unione Europea o in un<br />
Paese Terzo. Inoltre, l’indicazione è proposta<br />
alla vigilia della probabile reintroduzione<br />
dell’indicazione del luogo di<br />
produzione o, se diverso, di confezionamento.<br />
PASTE ALIMENTARI DI GRANO DURO<br />
Lo stesso decreto obbliga le indicazioni<br />
di origine solo in riferimento alle paste<br />
alimentari di grano duro, pertanto sono<br />
escluse le paste alimentari fresche e stabilizzate<br />
e ovviamente le paste avente<br />
requisiti diversi da quelli prescritti dal DPR<br />
9 febbraio 2001, n. 187 e commercializzati<br />
verso altri Paesi dell’Unione europea<br />
o verso altri Paesi contraenti l’accordo<br />
sullo spazio economico europeo,<br />
nonché destinate all’esportazione.<br />
Sull’etichetta dovranno essere riportate<br />
le seguenti diciture:<br />
• “Paese di coltivazione del grano”:<br />
nome del paese nel quale è stato coltivato<br />
il grano duro;<br />
• “Paese di molitura”: nome del paese<br />
nel quale è stata ottenuta la semola di<br />
grano duro.<br />
Qualora ciascuna delle operazioni avvenga<br />
nei territori di più paesi membri<br />
dell’Unione europea o situati fuori<br />
dell’Unione Europea possono essere<br />
utilizzate le seguenti diciture “UE”,<br />
“non UE”, “UE e non UE”.<br />
Anche in tal caso tali formulazioni possono<br />
essere impiegate in assenza di miscele.<br />
A differenza degli altri decreti sull’origine<br />
è stata prevista una specifica formulazione<br />
qualora il grano utilizzato sia<br />
stato coltivato per almeno il 50% in un<br />
singolo Paese. Quindi solo per l’indicazione<br />
relativa al paese di coltivazione è<br />
possibile precisare il nome del paese (se<br />
rappresenta almeno il 50% del grano<br />
duro) seguito dall’indicazione “e altri<br />
Paesi” con precisazione “UE”, “non<br />
UE” e “UE e non UE” a seconda dell’origine<br />
della componente restante. Ad<br />
esempio nel caso si impiegasse grano<br />
duro coltivato in Italia per almeno il<br />
50% e una miscela di grani canadesi<br />
potremmo riportare: Paese di coltivazione<br />
dl grano: Italia e altri Paesi non<br />
UE; Paese di molitura: Italia.<br />
METODO DI PRESENTAZIONE DELLE<br />
DICITURE<br />
Le due bozze di decreto dispongono che<br />
le diciture dovranno essere riportate in<br />
un punto evidente, ma soprattutto nello<br />
stesso campo visivo utilizzando il carattere<br />
di 1,2 mm, senza quindi prevedere<br />
le deroghe del reg. 1169/2011<br />
valevoli in generale per le altre indicazioni<br />
obbligatorie. Questo a nostro avviso<br />
rappresenta una forzatura che potrebbe<br />
anche essere giudicata in contrasto rispetto<br />
alle previsioni contenute nel regolamento<br />
comunitario.<br />
Altra previsione, non introdotta nel decreto<br />
Riso, riguarda la possibilità per la<br />
pasta di poter riportare le diciture tramite<br />
punzonatura, stampigliatura o altro<br />
segno su un elenco riportato in etichetta.<br />
ENTRATA IN VIGORE<br />
Mentre il presente articolo è in fase di<br />
redazione i ministri Martina e Calenda<br />
firmano i decreti di avvio dell’obbligo di<br />
origine in etichetta. A nostro avviso l’atto<br />
della firma dovrebbe concretizzarsi<br />
con la pubblicazione in Gazzetta<br />
Ufficiale solo a partire dalla metà di agosto.<br />
Infatti, le bozze di decreto erano<br />
state notificate alla Commissione europea<br />
il 12 maggio, in applicazione dell’articolo<br />
45 del reg. 1169/2011, quindi, in<br />
assenza di pareri negativi, solo dopo il 13<br />
agosto, i decreti dovrebbero essere pubblicati<br />
in Gazzetta Ufficiale per non incorrere<br />
in un rischio di procedura di infrazione,<br />
ma il condizionale è sempre<br />
d’obbligo. Sono molte le perplessità<br />
verso questa voluntas dei nostri Ministeri<br />
e quindi del Governo, in quanto tali nuovi<br />
obblighi potrebbero avere forse un<br />
effetto indiretto come politiche protezionistiche<br />
nel breve termine, ma non<br />
sono state ben valutate le conseguenze<br />
nel medio termine, ove nella gran parte<br />
dei settori dell’alimentare la produzione<br />
nazionale non è in grado di soddisfare<br />
la richiesta di materie prime alimentari<br />
dell’industria di trasformazione.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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47
sicurezza<br />
DISPOSITIVI PARACOLPI PER UNA PROTEZIONE CERTIFICATA<br />
Le imprese, sempre più sensibili a una politica di qualità,<br />
elemento chiave per sostenere la propria crescita e migliorare<br />
la competitività sul mercato, investono sempre<br />
di più nella tutela delle proprie risorse, sia strutturali che<br />
umane. I dati parlano chiaro: i risultati degli ultimi studi<br />
di Accredia attestano, infatti, un incremento del 77%<br />
del numero delle società che hanno richiesto certificazioni<br />
in conformità alla norma OHSAS 18001 dal 2012.<br />
L’adozione di uno standard in materia di salute e sicurezza<br />
sul lavoro si lega indissolubilmente all’installazione nei<br />
siti produttivi di elementi safety, come i dispositivi di sicurezza<br />
paracolpi.<br />
Stommpy Srl – leader tecnologico nella produzione di<br />
dispositivi di sicurezza paracolpi per uso industriale – offre<br />
una gamma ampia e completa di prodotti innovativi,<br />
per rendere gli ambienti di lavoro all’interno dei siti industriali<br />
più protetti e sicuri, garantendo al contempo, grazie<br />
alle loro elevate performance tecniche, una sensibile<br />
riduzione dei costi di manutenzione per il ripristino delle<br />
infrastrutture e delle attrezzature.<br />
Quando un veicolo di movimentazione merci urta accidentalmente<br />
un ostacolo, l’energia cinetica posseduta<br />
dalla sua massa in movimento si trasferisce in una frazione<br />
di secondo all’oggetto colpito, danneggiandolo, a<br />
volte irrimediabilmente. In tal senso, Stommpy ha introdotto<br />
per la prima volta sul mercato il concetto di “elasticità”<br />
strettamente connesso alla “deformazione programmata”<br />
della struttura dei suoi paracolpi, allo scopo<br />
di garantirne la massima resistenza agli urti. “Lo sviluppo<br />
di nuovi materiali e programmi di calcolo, unitamente ad<br />
un sistema di ancoraggio rivoluzionario e altamente performante,<br />
e a prove effettuate tramite crash test da un<br />
ente Accredia, hanno permesso di incrementare l’efficienza<br />
complessiva dei dispositivi di sicurezza paracolpi<br />
Stommpy rispetto alle soluzioni tradizionali”, dichiara il<br />
general manager Marco Chiarini. “Realizzare questi<br />
crash test ci permette di comunicare ai nostri clienti parametri<br />
tecnici certi sui nostri prodotti, quali la resistenza<br />
all’energia di impatto, l’ingombro massimo di lavoro<br />
durante l’impatto e l’indice traumatologico restituito<br />
all’operatore alla guida del veicolo. Si tratta di dati non<br />
accessibili al mercato prima d’ora, che mirano a incrementare<br />
la conoscenza tecnica e quindi la competenza<br />
del cliente, consentendogli di selezionare, su base scientifica,<br />
il giusto dispositivo a seconda delle esigenze e<br />
ottenere, inoltre, un’utile certificazione”.<br />
Sicurezza certificata dunque, con i dispositivi paracolpi<br />
Stommpy, sottoposti a specifici test presso il Centro prove<br />
Aisico di Roma – ente di certificazione autonomo accreditato<br />
da Accredia – in conformità al BSI-PAS13 e alla<br />
procedura di prova Aisico-Stommpy. I crash test vengono<br />
realizzati su tutta la gamma di dispositivi lineari (guardrail)<br />
e di dispositivi puntuali (pali) mediante la procedura<br />
Sled Testing.<br />
I risultati registrati raggiungono i migliori valori sul mercato.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
48<br />
In dettaglio, ad esempio, il guardrail paracolpi di diametro<br />
di 120 mm, è in grado di arrestare un veicolo di<br />
4.220 kg di massa complessiva, lanciato alla velocità di<br />
14,7 km/h (equivalente ad una energia di impatto di<br />
36.750 Joules), senza arrecare alcun danno al pavimento<br />
su cui è fissato.<br />
Inoltre, il valore raggiunto dall’indice di severità Asi<br />
(Acceleration Severity Index) è di 0.47, ovvero quasi la<br />
metà del valore massimo ammissibile per il livello di severità<br />
più basso definito dalla normativa UNI EN<br />
1317:2010 - Barriere di sicurezza stradali.<br />
Infine, il ripristino è garantito grazie ad una semplice,<br />
veloce ed economica manutenzione.<br />
“Un risultato raggiunto in anni di ricerca e sviluppo sul<br />
prodotto e prove sul campo, grazie all’equilibrio tra la<br />
resistenza meccanica espressa da ogni singolo componente<br />
del paracolpi – come il Tecklene ® di cui sono costituiti<br />
i dispositivi Stommpy – e quella offerta dal sistema<br />
di ancoraggio FIXA Block System ® , con cui gli elementi<br />
vengono fissati al pavimento”, continua Chiarini.<br />
Brevettato da Stommpy, FIXA Block System unisce in un<br />
unico dispositivo: l’ancoraggio chimico, ad espansione<br />
meccanica e in profondità, ottenendo così nell’insieme<br />
la capacità di scaricare l’energia d’urto su una superficie<br />
del pavimento molto ampia, evitando rotture anche negli<br />
impatti più violenti.<br />
Completa il quadro, l’impermeabilità della malta cementizia,<br />
che rende FIXA Block System idoneo all’impiego<br />
nell’industria alimentare e farmaceutica.<br />
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sono preferiti da costruttori ed utilizzatori<br />
di impianti che vogliono ottenere la<br />
massima efficienza dalle proprie macchine.<br />
Soluzioni riconosciute a livello mondiale<br />
come “eccellenza di settore” per affidabilità,<br />
facilità di pulizia e durata, si confermano dei<br />
veri e propri alleati dell’industria alimentare.<br />
Preferire nastri FORBO significa ottenere<br />
flussi di lavoro sempre impeccabili, ridurre la<br />
necessità di manutenzione e fermi macchina,<br />
diminuire i tempi necessari per pulizia e<br />
sanificazione degli impianti, il tutto con la<br />
sicurezza di un servizio di assistenza rapido<br />
in tutto il mondo grazie alle numerose filiali.<br />
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Le nanotecnologie<br />
stanno trovando crescente<br />
impiego nell’ambito<br />
della sicurezza alimentare,<br />
in funzione antimicrobica.<br />
Presentiamo alcuni esempi<br />
di applicazione.<br />
di Franco<br />
Bray<br />
LE POTENZIALITÀ<br />
DEI NANOMATERIALI CONTRO<br />
LE CONTAMINAZIONI INCROCIATE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
La contaminazione incrociata degli alimenti con microrganismi<br />
patogeni come i batteri, i virus e i parassiti può verificarsi<br />
in qualsiasi punto della filiera, fino al momento del consumo.<br />
Le superfici di contatto con il cibo e le superfici non alimentari<br />
sono la fonte più frequente di contaminazione incrociata<br />
microbica. Sulla scia di nuove ed emergenti sfide di sicurezza<br />
alimentare, tra cui gli agenti patogeni umani resistenti agli<br />
antibiotici, le pratiche convenzionali di igienizzazione e disinfezione<br />
potrebbero non essere sufficienti per garantire un’elaborazione<br />
sicura dei prodotti alimentari, una corretta preparazione,<br />
oltre a non essere rispettosi dell’ambiente. I nuovi<br />
interventi di sicurezza alimentare abilitati alla nanotecnologia<br />
hanno un grande potenziale per mitigare il rischio di contaminazione<br />
incrociata microbica nella catena alimentare.<br />
Le nanoparticelle particolarmente ingegnerizzate (ENP) stanno<br />
trovando sempre più applicazione come agenti antimicrobici.<br />
Tra le varie ENP, gli ossidi metallici fotocatalizzatori hanno<br />
mostrato grandi prospettive come efficaci disinfettanti destinati<br />
a una vasta gamma di microrganismi.<br />
Forniamo una panoramica delle proprietà antimicrobiche di<br />
vari ossidi metallici fotocatalizzatori e delle loro applicazioni<br />
potenziali come rivestimenti superficiali. Inoltre, questa rassegna<br />
illustra gli approcci più comuni per lo sviluppo di rivestimenti<br />
antimicrobici destinati a impianti alimentari, i metodi<br />
per caratterizzare, testare e valutare l’efficacia<br />
antimicrobica, nonché la stabilità fisica dei rivestimenti.<br />
Vengono evidenziati inoltre i regolamenti e le sfide riguardanti<br />
l’uso di questi nuovi rivestimenti antimicrobici fotocatalitici.<br />
I film di amido hanno buone proprietà barriera all’ossigeno,<br />
all’anidride carbonica e ai lipidi, mentre limitano le proprietà<br />
meccaniche e di resistenza al vapore acqueo. Questo problema<br />
è stato superato con l’ausilio di nanoparticelle a base ZnO, che<br />
infatti aumentano notevolmente la resistenza all’acqua. I film<br />
50<br />
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scienza&tecnologia<br />
destinati al confezionamento risultano<br />
di carattere idrofilo rispetto ai film sintetici<br />
convenzionali come PE e PP. Pertanto,<br />
i film avanzati sono abbastanza adatti<br />
per essere utilizzati come matrice di polimero<br />
portante per idrofili attivi e composti<br />
in applicazioni di confezionamento<br />
attivo. Un nuovo sistema di imballaggio<br />
antimicrobico è stato preparato incorporando<br />
nanoparticelle TiO2 o Ag in matrice<br />
di acido lattico (PLA). È stato studiato<br />
l’effetto di questi PLA / TiO2 e PLA /<br />
TiO2 + Ag sulle proprietà fisicochimiche<br />
e microbiologiche di prodotti marini<br />
commestibili conservato a 5 ± 1°C per<br />
25 giorni. Il film a bassa densità di polietilene<br />
(LDPE) è stato utilizzato come controllo.<br />
Sono stati determinati la perdita di<br />
peso, il valore del pH, il conteggio dei<br />
batteri lattici (LAB), la struttura, la qualità<br />
sensoriale e l’attività antimicrobica. I pesci<br />
imballati da film PLA / TiO2 e PLA /<br />
TiO2 + Ag hanno fornito una migliore<br />
ritenzione nel valore del pH, LAB, qualità<br />
sensoriale e attività antimicrobica rispetto<br />
a quelle imballate da film PLA e LDPE.<br />
La migrazione di nanoparticelle Ti e Ag<br />
risulta essere inferiore al limite di 10 mg<br />
/ kg come definito dall’Efsa per i materiali<br />
a contatto con prodotti alimentari. I<br />
risultati indicano che l’incorporazione di<br />
nanoparticelle TiO2 o Ag in matrice PLA<br />
potrebbe mantenere la qualità del pesce<br />
e prolungare la durata di conservazione<br />
fino a 25 giorni.<br />
Yunnan ricotta è uno dei formaggi più<br />
popolari in Cina. Tuttavia, la durata di<br />
conservazione del formaggio fresco è<br />
solo di 5-7 giorni in condizioni refrigerate.<br />
Il film PLA incorporato con nanoparticelle<br />
di TiO2 o Ag antimicrobiche,<br />
usato come packaging, ha un grande<br />
potenziale per prolungare la durata del<br />
formaggio in condizioni refrigerate. In<br />
generale, quindi, il nuovo materiale di<br />
imballaggio può essere un’alternativa<br />
efficace per la conservazione di prodotti<br />
lattei destinati alla refrigerazione.<br />
Il gelato è un prodotto con particolari<br />
caratteristiche strutturali e organolettiche<br />
ed è molto apprezzato da un’ampia<br />
fetta di consumatori. La struttura colloidale<br />
del gelato, insieme al suo stoccaggio<br />
a bassa temperatura, lo rendono un<br />
vettore molto promettente per la stabilizzazione<br />
e la distribuzione in vivo di<br />
composti bioattivi e microrganismi benefici.<br />
Fino ad oggi sono state documentate<br />
molte applicazioni relative alla<br />
progettazione e allo sviluppo di gelati<br />
funzionali, inclusi i prodotti contenenti<br />
probiotici, prebiotici, sintobiotici, fibre<br />
alimentari, antiossidanti naturali quali<br />
polifenoli. Secondo gli studi in corso, si<br />
prevedono strategie promettenti per<br />
Le superfici<br />
di contatto con<br />
il cibo e le superfici<br />
non alimentari<br />
sono la fonte<br />
più frequente<br />
di contaminazione<br />
incrociata microbica<br />
l’incorporazione di additivi funzionali<br />
innovativi nel gelato attraverso tecniche<br />
di nanoemulsioni e oleogel allo scopo<br />
di ottenere prodotti edonistici ma con<br />
caratteristiche potenziali di funzionalità.<br />
I micronutrienti essenziali, come le vitamine<br />
lipofile, sono vitali per la salute<br />
umana e il benessere. C’è una crescente<br />
domanda di consumo di alimenti a<br />
base di vitamina a causa della crescente<br />
consapevolezza dei consumatori per il<br />
proprio benessere. Ma le persone non<br />
possono prendere la quantità necessaria<br />
di assunzione giornaliera (RDI) di<br />
queste vitamine a causa delle limitate<br />
fonti naturali e della perdita della loro<br />
stabilità chimica durante la produzione,<br />
lo stoccaggio e il trasporto di cibo. Le<br />
tecnologie di incapsulamento protettivo<br />
sono necessarie durante la fortificazione<br />
degli alimenti per impedire la degradazione<br />
delle vitamine e migliorare la loro<br />
biodisponibilità nel sistema gastrointestinale<br />
umano. Le nanoemulsioni dell’olio<br />
in acqua sono descritte come sistemi<br />
promettenti di consegna da parte dei<br />
ricercatori, per incapsulare e stabilizzare<br />
le vitamine lipofile e quindi migliorare la<br />
loro biodisponibilità. La ricerca nel settore<br />
copre le sfide dei metodi di produzione<br />
e dei fattori che influenzano la<br />
stabilità delle vitamine lipofiliche e dei<br />
sistemi di somministrazione delle corrispondenti<br />
nano emulsioni, nonché la<br />
valutazione della biodisponibilità delle<br />
vitamine A, D, E incapsulate in nanoemulsioni<br />
in olio in acqua.<br />
Gli imballaggi alimentari attivi di dimensioni<br />
nanometriche rappresentano la<br />
quota maggiore del mercato delle nanotecnologie<br />
ed è l’area in cui si prevede<br />
nei prossimi anni il maggior sviluppo.<br />
L’Asia, e in particolare il Giappone, è leader<br />
del mercato, seguita dagli Stati<br />
Uniti e dall’Australia, in cui gli imballaggi<br />
attivi vengono usati soprattutto per i<br />
prodotti da forno, la carne, le bibite gassate<br />
e l’acqua.<br />
Bray Consulting: franco_bray@<br />
fastwebnet.it<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
51
impianti<br />
Nella gestione di<br />
temperatura e umidità<br />
il progettista, l’installatore,<br />
il manutentore e il<br />
committente devono<br />
dialogare tra loro<br />
e individuare insieme<br />
la corretta metodologia<br />
di lavoro. Per raggiungere<br />
lo scopo comune:<br />
la produzione e la vendita<br />
di cibo sano.<br />
a cura<br />
dell’ufficio<br />
stampa di<br />
Assofrigoristi<br />
SICUREZZA E INTEGRITÀ<br />
DELL’ALIMENTO: PRIMO OBIETTIVO<br />
DI IMPIANTISTA E PRODUTTORE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
L’obiettivo primario delle norme che regolano il settore<br />
alimentare sono la sicurezza e l’integrità del prodotto. Per<br />
raggiungerlo impiantista e operatore alimentare devono<br />
collaborare a stretto contatto, individuando una corretta<br />
metodologia di lavoro. Un esperto sul campo – Filippo<br />
Castoldi, Responsabile del Dipartimento di Veterinaria<br />
della Regione Lombardia – ci ha aiutato a far luce su questi<br />
temi, illustrando le regole base che dovrebbero seguire<br />
il cliente, il progettista, l’installatore e il manutentore<br />
che intervengono sulla gestione di temperatura e umidità<br />
nell’ambito della produzione e della vendita di cibo.<br />
Dottor Castoldi, partiamo dalle regole che dovrebbero<br />
governare la materia.<br />
Il Pacchetto Igiene e i regolamenti non definiscono vere e<br />
proprie “regole”, danno obiettivi e definiscono responsabilità.<br />
L’operatore economico che effettua la vendita di<br />
un prodotto alimentare deve garantire la consegna di un<br />
prodotto integro e sicuro. La corretta conservazione del<br />
prodotto è quindi uno dei mezzi che l’operatore economico<br />
del settore alimentare può, anzi deve adottare per<br />
raggiungere questo obiettivo. Questa premessa serve a<br />
stabilire una regola di metodo, più che una norma o un<br />
vincolo: l’impiantista deve raccordarsi con l’operatore del<br />
settore alimentare, dialogare con lui per definire gli obiettivi<br />
e a seguire, costruire il metodo corretto per raggiungere<br />
l’obiettivo.<br />
L’impiantista dovrebbe in sostanza ricevere un quadro delle<br />
attese prestazionali dal committente, un quadro che il<br />
committente dovrebbe già concepire secondo le norme?<br />
Esattamente: l’impiantista ha poi libertà d’azione, ma le<br />
indicazioni di partenza da cui ogni progetto dovrebbe<br />
partire sono fornite dal committente, non dal testo nor-<br />
52<br />
www.interprogettied.com
impianti<br />
mativo, perché quest’ultimo regolamenta<br />
l’obiettivo da raggiungere, cioè<br />
la sicurezza e l’integrità dell’alimento.<br />
La condensa, per esempio, è un problema<br />
che deve essere evitato? Bene,<br />
il corretto flusso consiste nel fatto che<br />
il tecnico preposto all’utilizzo dell’impianto<br />
o il suo consulente – tecnologo<br />
alimentare, veterinario, microbiologo<br />
che sia – fornisca preliminarmente l’informazione<br />
al tecnico. Il come è compito<br />
dell’impiantista.<br />
plicemente chiedere di ottenere una<br />
condizione di temperatura, di umidità<br />
o di ventilazione prescindendo<br />
dall’uso dello spazio chiuso (il frigorifero<br />
o la cella) o confinato (l’ambiente<br />
produttivo, di magazzinaggio<br />
o di vendita).<br />
Esiste oggi questa sensibilità? La predominanza<br />
della cultura tecnica di<br />
origine ingegneristica porta spesso a<br />
vedere prevalente la termodinamica<br />
e le sue leggi sull’obiettivo della conservazione<br />
alimentare.<br />
A dire la verità dobbiamo rimettere<br />
in gioco e in ordine le priorità, in<br />
Filippo Castoldi,<br />
Responsabile del<br />
Dipartimento di<br />
Veterinaria della<br />
Regione Lombardia<br />
Allora la regola è metodica, non solo<br />
prescrittiva: l’assenza di condensa<br />
deve comunque essere garantita…<br />
La regola è di comportamento: devo<br />
saper valutare preventivamente quali<br />
rischi genera l’attività produttiva o<br />
la destinazione d’uso dello spazio e<br />
quali caratteristiche deve avere l’impianto<br />
per contenere al massimo i<br />
rischi individuati. Alimenti stoccati<br />
(per esempio i latticini), tipologie di<br />
lavorazione (per esempio affettatura<br />
salumi in un salumificio), modalità di<br />
conservazione e di esposizione (il<br />
banco della macelleria o della pescheria)<br />
sono altrettanti parametri di<br />
cui il progettista e l’installatore devono<br />
essere adeguatamente informati,<br />
perché a loro non si può semquesto<br />
senso corriamo oggi il rischio<br />
di avere contesti produttivi, di lavorazione<br />
e di vendita, tecnicamente<br />
inappuntabili, ma operativamente di<br />
difficilissima gestione. La sanificazione<br />
per esempio non viene presa in<br />
considerazione, pur essendo essa<br />
uno dei principali momenti di salvaguardia<br />
o meglio di contenimento<br />
del rischio di alterazione del prodotto<br />
alimentare, cioè di mancato<br />
raggiungimento dell’obiettivo che<br />
abbiamo definito fondamentale inizialmente:<br />
la sicurezza e l’integrità.<br />
Gli impianti di trattamento dell’aria<br />
si possono rivelare una fenomenale<br />
fonte di inquinamento del prodotto<br />
alimentare e quindi, perché questo<br />
non succeda, è necessario provvedere<br />
a degli interventi periodici di sanificazione<br />
dell’impianto e quindi ciò<br />
significa che l’impianto è raggiungibile<br />
in ogni sua parte, smontabile in<br />
ogni sua parte in modo da poter<br />
applicare il processo di sanificazione,<br />
soprattutto in certi ambienti.<br />
Se il prodotto alimentare corre il rischio<br />
di essere “inquinato” con una<br />
corresponsabilità dell’impianto di<br />
trattamento dell’aria, devo saperlo<br />
nel momento in cui progetto, imposto,<br />
installo l’impianto.<br />
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Ma la correttezza iniziale di un progetto<br />
e di una installazione non risolve<br />
il problema: la salubrità di una<br />
cella frigorifera o di un ambiente di<br />
lavorazione alimentare va conservata<br />
nel tempo…<br />
Se la progettazione già non tiene<br />
conto del fatto che l’impianto ha dei<br />
compiti precisi non ci sarà nessuna<br />
manutenzione che risolve il problema:<br />
qualsiasi tipo di impianto – aria,<br />
acqua, riscaldamento, raffreddamento<br />
– per essere collaborativo al<br />
processo deve essere pensato in<br />
partenza e non rappezzato a posteriori.<br />
Ferma restando la necessità<br />
della manutenzione, sono solo il<br />
progetto e l’installazione corretti e<br />
mirati all’obiettivo che la rendono<br />
possibile in forme e a prezzi sosteni-<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
53
impianti<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
bili. Esistono impianti che sono così<br />
complessi e costosi da manutenere<br />
da diventare causa di vero e proprio<br />
rischio di qualità della produzione.<br />
Ma questa condivisione esiste?<br />
Installatore e operatore sanitario alimentare<br />
dialogano fra loro?<br />
Oggi a volte non parlano, ma l’instaurazione<br />
di un dialogo su questi<br />
problemi è un obiettivo, ancora una<br />
volta determinante per garantire<br />
quei requisiti che il prodotto alimentare<br />
deve avere. È necessaria una<br />
crescita da parte degli operatori del<br />
settore alimentare, che devono imparare<br />
a porre le domande giuste a<br />
chi costruisce l’impianto e ad appoggiarsi<br />
a loro per quanto riguarda<br />
gli interventi successivi di manutenzione,<br />
stabilendo calendari, modalità,<br />
tecniche. È necessaria una collaborazione<br />
molto stretta per<br />
raggiungere lo scopo primario. La<br />
centralità dell’obiettivo è fortemente<br />
rivoluzionaria, perché mette al<br />
primo posto non lo strumento, la<br />
tecnologia, ma la corretta proposizione<br />
dell’alimento.<br />
Ma in questo la strumentazione e la<br />
sua proposizione non sembrano aiutare<br />
molto: macchine frigorifere,<br />
“Raccordare la<br />
matrice alimentare<br />
agli strumenti<br />
che governano<br />
gli elementi a<br />
contatto con essa,<br />
come l’aria, è<br />
imprescindibile”<br />
componenti di impianti aeraulici, elementi<br />
costitutivi di sistemi di condizionamento<br />
sono proposti al mercato<br />
sulla base di parametri tecnici e non<br />
funzionali. Concorda?<br />
Abbiamo impianti fatti da ingegneri<br />
che però hanno ragionato sempre<br />
da un punto di vista ingegneristico e<br />
spesso non si sono posti il problema<br />
della finalità ultima del loro lavoro.<br />
Abbiamo casi reali come questo,<br />
che le cito per la sua paradossale<br />
esplosività: un impianto per il trattamento<br />
termico del latte costruito<br />
con un acciaio fantastico, resistente<br />
a tutto fuorché all’acido lattico, che<br />
ha innescato problemi economici<br />
pesantissimi, perché dopo aver fatto<br />
“parecchi danni” è stato sostituito<br />
completamente in quanto inadatto<br />
a quel contesto. Raccordare la matrice<br />
alimentare agli strumenti che<br />
governano gli elementi a contatto<br />
con essa (l’aria in questo caso) è più<br />
che necessaria, è imprescindibile.<br />
L’installatore purtroppo talvolta non<br />
fa altro che assemblare macchine non<br />
nate per l’industria alimentare senza<br />
tenere conto di quel che ne consegue.<br />
Questo in aperta contraddizione<br />
con la regola base dell’HACCP, cioè la<br />
fase di Hazard Analysis, di valutazione<br />
dei pericoli.<br />
Questo però pone il problema della<br />
consapevolezza del rischio.<br />
Sicuramente: vale la pena di citare<br />
l’antico adagio per cui se conosci il<br />
rischio lo puoi affrontare, ma se non<br />
lo conosci annaspi a vuoto. La fase di<br />
analisi richiederebbe un lavoro d’equipe,<br />
che coinvolga chi ha progettato<br />
la macchina, il sistema, chi l’ha<br />
installato, chi lo utilizza. Ma questo<br />
raramente accade.<br />
In uno scenario ideale oggi i sistemi<br />
di monitoraggio in remoto potrebbero<br />
dare un apporto utile e pertinente<br />
all’attività dell’installatore e del manutentore?<br />
Sì, certamente, ma la fase di analisi<br />
ancora una volta è fondamentale:<br />
un pericolo diventa rischio quando<br />
la presenza del pericolo si manifesta<br />
in condizioni di “debolezza”.<br />
Dovremo così monitorare in quali<br />
condizioni i possibili pericoli, i contaminanti,<br />
diventano rischio reale per<br />
la nostra attività ed effettuare rigorosamente<br />
e con la corretta periodicità<br />
le azioni preventive contro la<br />
moltiplicazione dei contaminanti e<br />
cioè contro la manifestazione palese<br />
del rischio. Il monitoraggio effettuato<br />
in remoto o in loco, con una frequenza<br />
opportuna in rapporto alle<br />
054<br />
www.interprogettied.com
impianti<br />
condizioni di lavoro nello spazio,<br />
deve verificare le corrette modalità<br />
di funzionamento del sistema nella<br />
sua capacità di ridurre il rischio. Non<br />
è necessario cercare qualcosa di ulteriore,<br />
ma definire a priori qual è la<br />
problematica e tenerla sotto controllo<br />
con gli strumenti più opportuni.<br />
Quindi più che di indagini, possiamo<br />
parlare di verifiche di corretto funzionamento,<br />
in mancanza del quale è<br />
necessario intervenire o manutentivamente<br />
o effettuando delle vere e<br />
proprie riqualificazioni degli impianti.<br />
Il monitoraggio deve attivare la manutenzione<br />
sanificante, non deve<br />
portare a nuovi monitoraggi più sofisticati,<br />
ma a interventi reali. L’ottica<br />
proattiva di controllo dei pericoli per<br />
evitare che si trasformino in rischi<br />
deve permeare tutto il lavoro, ancora<br />
una volta, dal progetto all’installazione<br />
fino alla gestione del ciclo di vita<br />
dell’impianto di trattamento della<br />
temperatura, dell’umidità e della ventilazione,<br />
perché in sostanza di questo<br />
stiamo parlando. Gli strumenti di<br />
monitoraggio non sono terapeutici,<br />
sono il nostro termometro: la febbre<br />
L’associazione di riferimento per il settore del trattamento aria<br />
Assofrigoristi nasce nel 2006 dall’esigenza di molti imprenditori, del settore della refrigerazione e del<br />
condizionamento dell’aria, di veder riconosciuta la figura del frigorista.<br />
L’associazione senza scopi di lucro raggruppa le aziende artigiane e Pmi che svolgono l’attività di<br />
progettazione, assemblaggio, installazione, manutenzione, riparazione e dismissione di impianti<br />
di refrigerazione industriale e del condizionamento domestico e non domestico dell’aria: oggi<br />
rappresenta circa 1.200 operatori del settore dell’impiantistica del trattamento d’aria (caldo / freddo)<br />
su tutto il territorio nazionale.<br />
Presidente dell’associazione è Gianluca De Giovanni, mentre direttore operativo è Marco Masini.<br />
L’associazione ritiene fondamentale creare cultura e informazione sui benefici economici e sociali<br />
che derivano dal corretto utilizzo della professionalità del frigorista e sta effettuando una campagna<br />
informativa incentrata sulla mancanza di valutazione dei rischi connessi all’impianto aeraulico<br />
presente negli insediamenti produttivi e negli uffici delle aziende del settore alimentare.<br />
Responsabile di questa campagna di studio e di informazione è Diego Calandri, Consigliere delegato<br />
dalla Presidenza al riguardo e socio di Assofrigoristi con un’attività ormai ventennale. La campagna<br />
ha lo scopo di rendere consapevoli i responsabili sicurezza, responsabili qualità e responsabili di<br />
produzione delle difficoltà e delle problematiche generate sia nel prodotto sia nell’attività lavorativa<br />
dalla mancata o errata manutenzione dell’impianto.<br />
non passa misurando di nuovo la<br />
temperatura, ma assumendo un antipiretico.<br />
Una temperatura che sta<br />
sfuggendo, una perdita di efficienza<br />
della pompa e così via sono segnali<br />
utili ad evitare la degenerazione dell’inefficienza<br />
in un fattore di rischio.<br />
“Il monitoraggio<br />
non deve portare<br />
a nuovi monitoraggi<br />
più sofisticati, ma<br />
a interventi concreti<br />
di sanificazione”<br />
Il coagulo di competenze può realizzarsi?<br />
Tecnologi degli strumenti, tecnologi<br />
delle installazioni e tecnologi<br />
alimentari possono trovare terreni<br />
formativi condivisi e cooperanti per<br />
colmare le lacune del sistema?<br />
Più che una formazione comune,<br />
dobbiamo ragionare su lavoro di<br />
team, condivisione di obiettivi, messa<br />
in comune di conoscenze, perché<br />
oggi la verticalizzazione delle competenze<br />
è tale da rendere impossibile<br />
una padronanza a 360 gradi di<br />
tutte le discipline necessarie alla<br />
gestione del rischio alimentare. Tutti<br />
gli ingredienti devono essere messi<br />
sul tavolo per un menu sufficientemente<br />
ricco da risolvere il problema.<br />
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una volta la sostenibilità: un processo<br />
correttamente impostato e<br />
governato genera sostenibilità.<br />
Questo è non solo un auspicio, è<br />
l’obiettivo concreto sia del sistema<br />
produttivo sia del sistema di controllo.<br />
Quest’ultimo non ha il compito<br />
di punire, ma piuttosto di cooperare<br />
con il sistema produttivo a<br />
generare una corretta gestione della<br />
filiera grazie alla catena del freddo,<br />
riducendo gli sprechi, diminuendo<br />
gli scarti, consumando<br />
meno energia. Una sostenibilità a<br />
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on line a disposizione<br />
del progettista.<br />
PRODOTTI E SERVIZI 4.0<br />
A SUPPORTO DEL PROGETTISTA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
Marco Benvenuti,<br />
Responsabile<br />
Marketing<br />
di R+W Italia<br />
Giunta alla settima edizione, SPS IPC Drives Italia, corrispettivo<br />
dell’omonima fiera di Norimberga, che si è svolta a<br />
Parma lo scorso maggio, si riconferma come principale manifestazione<br />
per l’automazione industriale nel nostro Paese.<br />
738 espositori (il 16% in più sul 2016) e oltre 33.000 visitatori,<br />
il 15% in più rispetto all’anno precedente, costituiscono<br />
il nuovo record da battere per l’evento, ormai un consolidato<br />
punto di riferimento per le aziende che producono o<br />
utilizzano soluzioni per l’automazione.<br />
Non poteva mancare anche quest’anno R+W Italia,<br />
filiale italiana della multinazionale tedesca R+W<br />
GmbH, leader nella produzione di giunti di precisione<br />
per automazione meccanica, alberi di trasmissione<br />
e limitatori di coppia a sfere di precisione.<br />
Marco Benvenuti, Responsabile Marketing dell’azienda,<br />
ci ha descritto le sue impressioni riguardo<br />
alla partecipazione dell’azienda alla fiera.<br />
Sig. Benvenuti, com’è andata questa edizione, in termini di<br />
numero di visitatori, sia conoscenze consolidate, sia nuovi<br />
contatti?<br />
Possiamo considerarci decisamente soddisfatti dell’affluenza,<br />
che ha ulteriormente migliorato i risultati di un 2016 già<br />
notevole con un +50% di visitatori. Tecnici e commerciali<br />
hanno potuto incontrare, oltre ad una buona parte dei clienti<br />
attivi, anche un numero ragguardevole di nuovi contatti,<br />
o di clienti che, pur conoscendo R+W, hanno scoperto soluzioni<br />
che non avevano ancora considerato. E naturalmente<br />
siamo stati molto contenti del considerevole afflusso di studenti,<br />
giornalisti e persone incuriosite dalla tecnologia, il cui<br />
interesse per le nostre produzioni ci dà sempre soddisfazione.<br />
Quali novità hanno maggiormente attirato l’attenzione dei<br />
visitatori?<br />
Quest’anno i visitatori hanno avuto parecchie conferme del-<br />
58<br />
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componenti<br />
all’Industria 4.0, all’area dedicata ai<br />
System Integrator, hanno attirato il numero<br />
record di visitatori che abbiamo<br />
visto in buona parte anche al nostro<br />
stand. Non potremo mancare quindi<br />
nemmeno nel 2018.<br />
la costante attenzione di R+W per l’innovazione<br />
tecnologica. Oltre ai nuovi<br />
giunti SP3 e SP6 per applicazioni ad alta<br />
dinamica, sono state molto apprezzate<br />
anche le nuove introduzioni a catalogo<br />
di soluzioni per l’industria pesante.<br />
Al di là dei prodotti, ha destato interesse<br />
e curiosità anche la gamma, sempre<br />
più completa, di “servizi 4.0”: soluzioni<br />
gratuite on line che accompagnano<br />
il progettista in ogni fase del suo lavoro<br />
con i giunti. Dal programma di configurazione<br />
per scegliere il giunto più<br />
adatto, alla APP (novità di quest’anno)<br />
per visionarlo a 360° e familiarizzare<br />
con le sue applicazioni, all’inserimento<br />
nel progetto di immagini in 2D e 3D<br />
generate dal software CAD di R+W, i<br />
servizi per facilitare il lavoro del progettista<br />
sono sempre più apprezzati.<br />
Anche il servizio tecnico e commerciale<br />
pre- e post-vendita, da sempre fiore<br />
all’occhiello di R+W, è ora accompagnato<br />
da soluzioni digitali, dal tracking<br />
online per sapere sempre dove si trova<br />
il proprio ordine di giunti fino al momento<br />
della consegna, alla chat per gli<br />
utenti del sito aziendale, che permette<br />
di avere da un interlocutore competente<br />
e disponibile tutte le informazioni<br />
che possono occorrere per facilitare il<br />
proprio lavoro.<br />
L’azienda è conosciuta per l’abilità e<br />
rapidità con la quale realizza soluzioni<br />
su misura per esigenze anche complesse.<br />
Ci sono stati visitatori che hanno richiesto<br />
questa vostra competenza?<br />
Oltre ai nuovi visitatori, che hanno scoperto<br />
con piacere che oltre alla gamma<br />
molto ampia di prodotti a catalogo<br />
offriamo anche soluzioni “su misura”,<br />
in fiera abbiamo incontrato numerosi<br />
clienti che hanno già avuto modo di<br />
apprezzare la nostra flessibilità. Aziende<br />
che sanno di poter sempre contare sul<br />
nostro aiuto per qualsiasi soluzione richiedano<br />
le loro esigenze.<br />
Il successo di questa edizione lascia<br />
quindi presagire una vostra presenza<br />
anche all’ottavo appuntamento con<br />
SPS nel 2018?<br />
Il dinamismo degli organizzatori<br />
invoglia sicuramente a partecipare:<br />
l’area espositiva più ampia e il layout<br />
con due ingressi ha permesso<br />
quest’anno un afflusso ancor meglio<br />
distribuito nell’arco delle giornate.<br />
I progetti speciali di grande<br />
interesse, dal punto informativo<br />
per i piani del governo relativi<br />
Giunti di precisione<br />
R+W esposti<br />
all’edizione <strong>2017</strong><br />
di SPS Italia<br />
Dal programma di<br />
configurazione per<br />
scegliere il giunto<br />
più adatto, alla APP<br />
per visionarlo a<br />
360°: tanti i servizi<br />
4.0 illustrati in fiera<br />
dall’azienda<br />
Oltre al punto informativo, anche convegni,<br />
aree tematiche e APP di SPS hanno<br />
richiamato il tema dell’Industria 4.0.<br />
Come vi ponete nei confronti di questa<br />
importante evoluzione?<br />
Il concetto di Industria 4.0 è nato in<br />
Germania; come filiale di un’azienda<br />
tedesca non possiamo esimerci dal<br />
prestarvi attenzione! Sul territorio italiano<br />
svolgiamo attività di distribuzione<br />
e consulenza tecnica e commerciale,<br />
quindi non strettamente<br />
industriale, ma siamo consapevoli<br />
delle esigenze sempre più complesse<br />
delle industrie nostri clienti: per questo<br />
proponiamo soluzioni con accorgimenti<br />
progettuali che le rendono<br />
ideali per le realtà che perseguono gli<br />
obiettivi di Industria 4.0. Dalla riduzione<br />
del peso a parità di prestazioni, alle<br />
necessità di manutenzione pressoché<br />
azzerate, alla durata praticamente<br />
infinita, i nostri componenti si<br />
integrano perfettamente in<br />
sistemi complessi. Allo stesso<br />
tempo sono sorprendentemente<br />
semplici in rapporto<br />
alle situazioni che<br />
contribuiscono a gestire, e<br />
proprio per questo non<br />
interferiscono nei processi<br />
di comunicazione fra<br />
macchine, autodiagnosi e manutenzione<br />
predittiva che caratterizzano le<br />
realtà più avanzate nel percorso verso<br />
la smart factory. Oltre a fornire “servizi<br />
4.0”, quindi, realizziamo prodotti<br />
decisamente “4.0 ready”: questo vale<br />
naturalmente per i prodotti a catalogo<br />
e a maggior ragione per le soluzioni<br />
custom. Per questo ci troviamo a<br />
nostro agio in eventi incentrati su<br />
questi aspetti innovativi e siamo in<br />
grado di rispondere alle richieste di chi<br />
fa dell’Industria 4.0 il proprio modello<br />
di impresa.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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59
automazione<br />
PERFORMANCES MIGLIORATE NELL’ADVANCED MANUFACTURING<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
Specialista nelle soluzioni di gestione power e<br />
termico, e fornitore di soluzioni di automazione<br />
industriale, Delta ha presentato a SPS IPC Drives<br />
Italia il portfolio completo di prodotti di automazione<br />
industriale di nuova generazione e le<br />
soluzioni volte a migliorare la produttività del<br />
manufacturing e dei processi industriali in una<br />
vasta gamma di applicazioni. Queste includono<br />
i nuovi PLC compatti serie AS, che vantano un<br />
tempo ciclo di 40.000 passi programma in solo<br />
1 ms per controllare fino a 8 assi via CANopen<br />
per supportare macchine automatizzate altamente<br />
avanzate, così come il nuovo sistema<br />
servo ASDA-A3, che vanta un motore ad alta<br />
prestazione con 6,000 rpm e un algoritmo di<br />
soppressione delle vibrazioni per garantire operatività<br />
integrale alle macchine avanzate.<br />
“Il nostro portfolio prodotti e soluzioni mostrato<br />
a SPS Parma <strong>2017</strong> riflette chiaramente il<br />
nostro impegno sul mercato italiano, dove portiamo<br />
una serie di tecnologie capaci di migliorare<br />
in termini di operatività ed efficienza energetica<br />
l’efficienza della produzione, delle<br />
applicazioni industriali e dei processi collegati”,<br />
dichiara Luca Cavagnari, Industrial Automation<br />
Sales Manager per il mercato italiano di Delta.<br />
Di seguito alcune soluzioni presentate quest’anno.<br />
Programmable Logic Controllers (PLC): il nuovo<br />
PLC AS Series offre una CPU 32-bit SoC (System<br />
on Chip) eccezionalmente potente, in grado di<br />
raggiungere i 40.000 steps/ms in macchinari<br />
automatizzati avanzati. Il suo design modulare<br />
compatto e privo di rack permette un’espansione<br />
flessibile e a costi contenuti, poiché gestisce<br />
fino a 32 moduli di estensione o un massimo<br />
di 1,024 I/O points. Il PLC Serie AS può<br />
controllare fino a 8 assi tramite protocollo motion<br />
CANopen o fino a 6 assi con comando ad<br />
impulsi fino a 200-kHz. Sono disponibili<br />
EtherNet/IP e altri protocolli di comunicazione.<br />
AC Servo Systems & Motion Control: il nuovo<br />
sistema servo ASDA-A3 garantisce un’integrità<br />
operativa superiore per applicazioni ad alta precisione,<br />
con il suo algoritmo di soppressione<br />
delle vibrazioni e le sue capacità diagnotistiche<br />
del sistema. Il suo motore ad alto calibro performa<br />
a velocità fino a 6,000 rpm e con un picco<br />
di coppia fino al 350%. Il servo sistema<br />
ASDA-A3 è in grado di controllare motori sincroni<br />
con magneti permanenti di terze parti con<br />
gli encoder EnDat 2.2 e Bisc-C.<br />
PC-based Motion Control Solutions: l’offerta<br />
include un sistema completo per il controllo<br />
fino 64 assi attraverso l’integrazione del nuovo<br />
Motion Controller PC-based Host serie MH1,<br />
la Motion Control Card standard EtherCAT serie<br />
PCI-L221, il drive compatto high-performance<br />
serie MH300 e il AC Servo Drive serie ASDA-<br />
A2-E. Il sistema permette una serie di comandi<br />
motion tra cui comando assoluto, comando<br />
relativo, jog, interpolazione lineare, circolare ed<br />
elicoidale.<br />
Delta, inoltre, ha presentato due architetture di<br />
CNC Control Solution.<br />
PC-based CNC Solution: permette la supervisione<br />
e il controllo di 6 assi e fino a 4 assi interpolati<br />
via EtherCAT, che la rende la scelta elettiva<br />
in applicazioni dove l’alta precisione è un<br />
must, come il taglio legno, il taglio al plasma ed<br />
il taglio vetro. Questo sistema integra il Motion<br />
Controller PC-based Host serie MH1, il AC<br />
Motor Drive ASDA-A2-E e il drive compatto<br />
high-performance serie MH300 per comandare<br />
il motore spindle.<br />
Open CNC Solution: questa opzione permette<br />
il controllo simultaneo di 4 assi e 4 assi interpolati.<br />
Inoltre uno spindle a magnete permanente<br />
o motori a induzione di di terze parti possono<br />
essere pilotati con la soluzione Delta Open<br />
CNC, che integra il nostro Open CNC Controller<br />
serie NC30E, il AC Servo Drive serie ASDA-A2-F<br />
e il the Spindle Motor Drive ASDA-S-N series.<br />
Infine una soluzione per il packaging.<br />
Flow Pack Machine: può facilitare il controllo<br />
fino a 32 assi in macchine per il flow pack tramite<br />
i protocolli EtherNet/IP ed EtherCAT, ed è<br />
la prova delle crescenti capacità di Delta nell’integrazione<br />
di sistemi, poiché combina la serie<br />
HMI DOP-100 appena lanciata, il Motion<br />
Controller serie AH10EMC, i moduli I/O remoti<br />
serie R1-EX, i AC Servo Drive serie ASDA-A2-E<br />
e il drive compatto high-performance serie<br />
MH300. Gli utenti possono trarre maggiori benefici<br />
dall’uso della piattaforma DIACloud<br />
Management di Delta per l’accesso dati globale<br />
veloce e lo storage.<br />
60<br />
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strumentazione<br />
LA TECNOLOGIA DEL FUTURO PER LA MISURA DELLA PORTATA<br />
Endress+Hauser offre una delle gamme di prodotti più complete<br />
al mondo per la misura della portata in liquidi, gas e vapore. La<br />
famiglia di dispositivi Proline ha contribuito a tale successo e continua<br />
a sorprendere gli utenti con innovazioni uniche che garantiscono<br />
i più alti livelli qualitativi dei prodotti e del processo. La<br />
generazione Proline 300/500 combina i sensori Proline, la cui<br />
qualità è stata dimostrata innumerevoli volte, con una tecnologia<br />
di trasmettitori all’avanguardia.<br />
Proline 300/500 offre la misura della portata universale in tutte le<br />
applicazioni dell’industria di processo: dalla misura della quantità<br />
e il monitoraggio del processo fino alle applicazioni di misura fiscale.<br />
Proline consente inoltre di prendere visione del processo,<br />
per consentire ai responsabili d’impianto di ricevere un elevato<br />
numero di dati importanti relativi alla diagnostica e al processo.<br />
Gli utenti beneficiano in questo modo di molti vantaggi: monitoraggio<br />
ottimale del processo, riduzione dei tempi di fermo e controllo<br />
del processo più efficiente.<br />
I trasmettitori Proline 300/500 possono essere abbinati a qualsiasi<br />
sensore Promass e Promag. Di conseguenza, è possibile misurare<br />
contemporaneamente diverse variabili di processo con un<br />
solo dispositivo, ad esempio la portata massica, volumetrica, la<br />
densità, la concentrazione, la viscosità e la temperatura (Coriolis)<br />
o la portata volumetrica, la temperatura e la conducibilità (elettromagnetica).<br />
Tutti i dispositivi sono verificati mediante servizi di<br />
taratura tracciabili e accreditati (ISO/IEC 17025), il che li rende<br />
unici al mondo.<br />
Proline 300/500 fornisce al cliente la maggiore quantità possibile di<br />
informazioni di processo. Non solo è possibile recuperare informazioni<br />
relative a dispositivo, diagnostica, servizio o processo tramite<br />
camera di controllo, ma anche recuperare dati in loco grazie a un<br />
web server integrato che consente una connessione diretta al computer<br />
portatile. È inoltre possibile il recupero completo dei dati a<br />
distanza grazie alla WLAN wireless installata: un’innovazione globale<br />
che semplificherà l’assistenza e la manutenzione future.<br />
Un’altra innovazione è rappresentata dalla tecnologia Heartbeat.<br />
Integrata in tutti i dispositivi Proline, si tratta di una funzione di<br />
controllo che consente l’autodiagnostica permanente, oltre alla<br />
verifica certificata e tracciabile dal punto di vista metrologico durante<br />
il funzionamento. Non è necessaria la presenza dell’operatore<br />
sul campo: è possibile avviare la verifica in qualsiasi momento<br />
mediante tutte le interfacce disponibili, consentendo, ad<br />
esempio, l’estensione degli intervalli di taratura specifici per l’applicazione,<br />
con risparmio di tempo e costi.<br />
Proline 300/500 presenta una gamma unica di uscite segnali e<br />
protocolli: Hart, Profibus, Foundation Fieldbus, Modbus RS485,<br />
EtherNet/IP e Profinet. Questo fa sì che tutti i misuratori di portata<br />
Endress+Hauser si integrino senza problemi nei sistemi di automazione<br />
esistenti.<br />
SENSORE PER MACCHINE DA IMBOTTIGLIAMENTO<br />
Il sensore opto-elettronico PS30<br />
di Sick, ideato per un rapido e<br />
preciso rilevamento della presenza<br />
e posizione di etichette,<br />
materiali per il confezionamento<br />
o bottiglie, è il primo Pattern<br />
Sensor al mondo che legge immagini<br />
ad una velocità fino a 10<br />
m/s sfruttando il principio di<br />
funzionamento di un sensore<br />
lineare. Caratteristica che fornisce<br />
un segnale risoluto e stabile,<br />
risultando vincente nel settore<br />
del packaging.<br />
Oltre ad offrire una possibilità di<br />
progettazione macchina senza<br />
vincoli, PS30 rileva sia i formati<br />
presenti su film in continuo che<br />
singoli oggetti. Il lettore memorizza<br />
delle aree d’interesse comprese<br />
all’interno del formato da<br />
controllare utilizzandole come<br />
riferimento per determinare in<br />
modo preciso la posizione di taglio<br />
o di offset; non sono pertanto<br />
richieste tacche di riferimento.<br />
Ne conseguono una<br />
maggiore libertà di progettazione,<br />
una riduzione significativa<br />
dei consumi del materiale e un<br />
efficace controllo del processo.<br />
La messa in servizio del sensore<br />
è facile e veloce: PS30 può essere<br />
configurato dal pannello di<br />
controllo a bordo del sensore<br />
attraverso il software di supporto<br />
SOPAS o tramite l’HMI della<br />
macchina. Sono inoltre disponibili<br />
dei function block software<br />
per l’integrazione del sensore in<br />
rete e per la semplificazione dei<br />
cambi formati durante il processo,<br />
con un conseguente risparmio<br />
di tempo in fase di programmazione.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
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61
packaging<br />
Dalla fondazione<br />
di fine anni Novanta,<br />
Il Consorzio Nazionale<br />
Imballaggi, insieme<br />
al Sistema dei Consorzi,<br />
ha garantito l’avvio<br />
al riciclo di 50 milioni<br />
di tonnellate<br />
di rifiuti di imballaggi,<br />
contribuendo a ridurre<br />
le emissioni in atmosfera<br />
e sviluppare l’economia<br />
circolare.<br />
I 20 ANNI DEL CONAI:<br />
COSÌ IL RIFIUTO È DIVENTATO<br />
UN’OPPORTUNITÀ<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
Cinquanta milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio,<br />
per un totale di 130 milioni di metri cubi di imballaggi e<br />
la mancata emissione in atmosfera di 40 milioni di tonnellate<br />
di CO 2<br />
. Questi i quantitativi di rifiuti per i quali<br />
Conai e il Sistema dei Consorzi hanno garantito l’avvio a<br />
riciclo dal 1998 al 2016, passando da poco meno di 190<br />
mila tonnellate nel 1998 a poco più di 4 milioni di tonnellate<br />
del 2016 ed evitando la costruzione di 130 discariche<br />
di medie dimensioni.<br />
In 20 anni, il tasso di riciclo in Italia è cresciuto più del<br />
doppio rispetto alla media dell’Unione Europea, colmando<br />
il divario di 15 punti percentuali che il nostro Paese<br />
scontava, con un avvicinamento delle performance al<br />
modello di riferimento in Europa, la Germania.<br />
È quanto emerso durante l’assemblea pubblica di Conai<br />
- Consorzio Nazionale Imballaggi, lo scorso maggio, promossa<br />
in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo<br />
Sostenibile, in cui è stato fatto un bilancio dei primi 20<br />
anni di attività del Consorzio, costituito nel 1997 in seguito<br />
all’entrata in vigore del Decreto Ronchi. L’appuntamento<br />
ha anche visto la presentazione della seconda edizione<br />
del Rapporto di Sostenibilità di Conai, che ha mostrato<br />
con evidenze numeriche l’impatto positivo del Consorzio<br />
a livello ambientale, economico e sociale.<br />
In particolare, il contributo del riciclo dei rifiuti di imballaggio<br />
ha permesso il risparmio – nel solo 2016 – di 19<br />
TWh di energia, pari al consumo di ben 11 centrali termoelettriche<br />
(superiori a 1 GWh).<br />
Dal punto di vista strettamente economico, invece, il riciclo<br />
gestito da Conai e dai Consorzi di filiera ha generato<br />
nel 2016 benefici per 901 milioni di euro.<br />
“La sfida che siamo chiamati ad affrontare oggi è la transizione<br />
da un modello di consumo lineare a uno circolare per<br />
uno sviluppo sostenibile duraturo”, ha aggiunto Roberto<br />
62<br />
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packaging<br />
De Santis, presidente uscente di<br />
Conai. “Una volta completato l’iter<br />
europeo, il nostro Paese potrà cogliere<br />
l’occasione, come già fece nel 1997,<br />
per creare uno scenario favorevole<br />
all’ulteriore miglioramento delle performance<br />
di riciclo e recupero. Nel<br />
processo di ammodernamento del<br />
quadro normativo, continuando a tenere<br />
fermi i principi del ‘chi inquina<br />
paga’, della responsabilità estesa del<br />
produttore e dell’universalità del servizio,<br />
un ruolo guida dovrà essere<br />
mantenuto da un sistema di natura<br />
privatistica e non lucrativa, che garantisca<br />
l’autonomia necessaria per la<br />
determinazione degli oneri economici<br />
a carico delle imprese e, al contempo,<br />
l’impegno a intervenire lungo l’intero<br />
ciclo di vita degli imballaggi”.<br />
“In 20 anni siamo riusciti a trasformare<br />
un problema ambientale, il conferimento<br />
di rifiuti in discarica, in un’opportunità<br />
di sviluppo economico per il<br />
Sistema Paese”, ha commentato<br />
Walter Facciotto, direttore generale di<br />
Conai. “Lo sviluppo del riciclo degli<br />
imballaggi ha infatti contribuito a rendere<br />
florido un settore, quello della<br />
gestione dei rifiuti, che conta oggi<br />
6.000 imprese e 155.000 addetti, e<br />
che ha continuato a crescere anche in<br />
periodo di recessione. Inoltre, a questi<br />
numeri dobbiamo aggiungere ulteriori<br />
3.000 imprese e 180.000 addetti<br />
che hanno la loro ragione d’essere<br />
proprio nel recupero dei materiali”.<br />
Giorgio Quagliuolo è il nuovo presidente<br />
Milanese, 64 anni, Giorgio Quagliuolo è stato eletto presidente del<br />
Consorzio Nazionale Imballaggi per il triennio <strong>2017</strong>/2019.<br />
Presidente di Unionplast e vicepresidente della Federazione Gomma<br />
Plastica, è stato anche presidente di Corepla nei trienni 2007-2010<br />
e 2013-2016.Il Consiglio di Amministrazione ha anche nominato<br />
in qualità di vicepresidenti Angelo Tortorelli, in rappresentanza della<br />
componente degli utilizzatori commerciali e distributori, e Aurelio<br />
Ceresoli, in rappresentanza degli utilizzatori di imballaggi.<br />
L’assemblea pubblica di Conai, che si<br />
è svolta presso la Galleria del<br />
Cardinale di Palazzo Colonna a<br />
Roma, ha visto la presenza, di Gian<br />
Luca Galletti, ministro dell’Ambiente<br />
e della Tutela del Territorio e del Mare,<br />
Marcella Panucci, direttore generale<br />
di Confindustria, Edo Ronchi, presidente<br />
della Fondazione per lo<br />
Sviluppo Sostenibile ed Enzo Bianco,<br />
sindaco di Catania e presidente del<br />
Consiglio Nazionale di Anci. Erano<br />
inoltre presenti Piero Capodieci, primo<br />
presidente di Conai, e Innocenzo<br />
Cipolletta, nel 1997 direttore generale<br />
di Confindustria, mentre il professor<br />
Philippe Daverio ha tenuto una<br />
lectio sul riciclo e il recupero nella<br />
storia dell’arte.<br />
Durante l’Assemblea sono anche stati<br />
presentati gli ultimi dati relativi<br />
all’avvio a riciclo e al recupero degli<br />
imballaggi in Italia, allargando il campo<br />
anche agli operatori indipendenti:<br />
nel 2016 è stato avviato a riciclo il<br />
Alcuni prodotti<br />
realizzati riciclando<br />
imballaggi<br />
di alluminio<br />
67,1% dei rifiuti di imballaggio per<br />
un totale di 8,4 milioni di tonnellate<br />
(+2,8% sul 2015). Un risultato che è<br />
ampiamente al di sopra degli obiettivi<br />
europei al 2020, e che già supera<br />
quelli attualmente in discussione per<br />
l’anno 2025.<br />
“Che in Italia il 67,1% dei rifiuti di imballaggio<br />
sia stato avviato a riciclo nel<br />
2016, anticipando l’obiettivo europeo<br />
del 2025, è un indicatore di un indubbio<br />
successo, raggiunto in un Paese<br />
dove le difficoltà nella gestione dei rifiuti<br />
urbani sono state, e in alcune città<br />
sono ancora, rilevanti”, ha detto Edo<br />
Ronchi. “Il sistema Conai-Consorzi di<br />
filiera è il protagonista principale di<br />
questo successo che vale il doppio proprio<br />
perché raggiunto in Italia, Paese<br />
dove lavorare bene nel settore dei rifiuti<br />
è sempre stato molto difficile”.<br />
Considerando, infine, anche la quota<br />
di recupero energetico, il 78,2% degli<br />
imballaggi immessi al consumo in<br />
Italia è oggi sottratto alla discarica.<br />
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SISTEMI PER PRODURRE<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Francesco Goi (f.goi@interprogettied.com)<br />
REDAZIONE Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Laura Grimoldi (l.grimoldi@interprogettied.com)<br />
COMITATO DI REDAZIONE: Franco Bray, Livio Leali, Francesca Mostardini<br />
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Gianluca Favagrossa, Mauro Scorsone, Giuseppe Tamburini,<br />
Ufficio Stampa Assofrigoristi<br />
IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />
64<br />
In questo numero abbiamo parlato di...<br />
In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie<br />
2G 21<br />
ABS FOOD 3<br />
ANIMA 16<br />
ANUGA 22<br />
AROMATA GROUP 17, 34<br />
ASSICA 12<br />
ASSITOL 14<br />
ASSOFOODTEC 16<br />
ASSOFRIGORISTI 52<br />
BIOCHIM 27<br />
BOFROST 20<br />
BOSCH<br />
2A COP.<br />
BRENNTAG PHARMA & NUTRACEUTICAL 36<br />
BUHLER GROUP 1<br />
CAPSTONE 40<br />
CHEMVIRON 45<br />
CONAI 62<br />
DELTA 60<br />
DNV GL 20<br />
EIOM 8<br />
ENDRESS+HAUSER 61<br />
ENSINGER 20<br />
FASINTERNATIONAL 37<br />
FIERAMILANO 16<br />
FIORIO COLORI 41<br />
FLUORTECNO 57<br />
FORBO SIEGLING ITALIA 49<br />
FRISTAM 57<br />
GIUSTO FARAVELLI<br />
3A COP.<br />
GMFLUORCARBON 7<br />
IBT GROUP 40<br />
INNOVA MARKET INSIGHT 10<br />
INTERPROGETTI EDITORI 56<br />
IPACK-IMA 25<br />
ISIT 14<br />
KOELNMESSE ITALIA 22<br />
KONICA MINOLTA 26<br />
L.R. INDUSTRIES 1A COP., 4<br />
MEGADYNE 36<br />
PAVAN GROUP 19<br />
PULITORI & AFFINI<br />
4A COP.<br />
R+W ITALIA 58<br />
SANA 26<br />
SIAD 15<br />
SICK 61<br />
STOMMPY 48<br />
TERRANOVA 21<br />
UNIONE SEMOLIERI UE 18<br />
VICTA FOOD & TRADE 40<br />
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