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Tecnologie Alimentari 6 Settembre 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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Intossicazioni alimentari:<br />

gli agenti patogeni responsabili<br />

<strong>Tecnologie</strong> emergenti<br />

nella produzione della frutta<br />

Impianti per yogurt,<br />

budini e creme pronte<br />

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sommario<br />

4 Un’affermazione “glocal”: soluzioni globali<br />

per un mercato locale<br />

La collaborazione con Chr. Hansen, attiva da sei anni, ha consentito a Biochim<br />

di proporre ai clienti forniture e servizi tailor made partendo dai prodotti<br />

sviluppati dalla Ricerca di un gruppo multinazionale.<br />

pag. 4<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 SETTEMBRE <strong>2017</strong><br />

2<br />

24 Meat-Tech 2018: in mostra la filiera della carne<br />

Al centro del nuovo progetto espositivo i macchinari e le tecnologie<br />

per il processo e la lavorazione, ingredienti, materiali e attrezzature,<br />

ma anche soluzioni per il confezionamento e la conservazione del fresco.<br />

34 Intossicazioni alimentari: gli agenti patogeni responsabili<br />

Un rapporto dell’OMS segnala un incremento delle principali infezioni alimentari,<br />

anche nell’Ue. Fra le cause: la crescita del consumo di pasti fuori casa o pre-cotti,<br />

la scarsa cura nella preparazione e conservazione del cibo, il mancato rispetto<br />

delle norme igieniche. Ecco una rassegna dei più diffusi agenti patogeni.<br />

46 Impianti per yogurt, budini e creme pronte:<br />

un mercato da due miliardi di dollari<br />

Il settore cresce mediamente del 6,3% da 10 anni. L’impiantistica e gli accessori<br />

per la produzione di yogurt rappresentano la voce più importante e dinamica,<br />

trainati soprattutto dal trend salutista e dalla diversificazione di caratteristiche<br />

e gusti.<br />

54 Ispezione prodotti: massima produttività e conformità<br />

Come la tecnologia di ispezione prodotti può aiutare le aziende dell’industria<br />

dolciaria e dei prodotti da forno a garantire produttività e conformità.<br />

IN COPERTINA<br />

Un’affermazione “glocal”: soluzioni globali per un mercato locale (F. Goi) 4<br />

EDITORIALI<br />

CETA: le opportunità per l’agroalimentare (A. Bignami) 9<br />

La rivoluzione genetica (F. Bray) 11<br />

ATTUALITÀ<br />

Sano, di qualità e on the road: ecco il cibo dei millennial (Explorer) 12<br />

Haas entra nel Gruppo Bühler 14<br />

News attualità 16<br />

APPUNTAMENTI<br />

Meat-Tech 2018: in mostra la filiera della carne 24<br />

News appuntamenti 26<br />

GLOBAL WATCH<br />

Cioccolato: il piacere che fa bene 30<br />

INGREDIENTI<br />

News ingredienti 32<br />

pag. 24<br />

pag. 46<br />

pag. 34<br />

pag. 54<br />

SICUREZZA<br />

Intossicazioni alimentari: gli agenti patogeni responsabili (L. Leali) 34<br />

News sicurezza 40<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

<strong>Tecnologie</strong> emergenti nella produzione della frutta (F. Bray) 42<br />

IMPIANTI<br />

News impianti 45<br />

Impianti per yogurt, budini e creme pronte:<br />

un mercato da due miliardi di dollari (G. Tamburini) 46<br />

STRUMENTAZIONE<br />

News strumentazione 52<br />

Ispezione prodotti: massima produttività e conformità (Neil Giles) 54<br />

PACKAGING<br />

I costruttori di macchine “confezionano” la nuova Ipack-Ima (A. Bignami) 56<br />

News packaging 61<br />

RUBRICHE<br />

Nonsolofood 62<br />

Elenco inserzionisti 64<br />

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necessità di manutenzione e fermi macchina,<br />

diminuire i tempi necessari per pulizia e<br />

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Biochim<br />

in copertina<br />

La collaborazione con Chr. Hansen, attiva<br />

da sei anni, ha consentito a Biochim<br />

di proporre ai clienti forniture e servizi<br />

tailor made partendo dai prodotti<br />

sviluppati dalla Ricerca di un gruppo<br />

multinazionale.<br />

UN’AFFERMAZIONE “GLOCAL”:<br />

SOLUZIONI GLOBALI PER<br />

UN MERCATO LOCALE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Anche nel <strong>2017</strong> è proseguita la crescita di Biochim, da<br />

oltre 50 anni fornitore di riferimento di materie prime<br />

per i settori alimentare, cosmetico e farmaceutico.<br />

Per un aggiornamento sui risultati ottenuti e le<br />

strategie per il medio termine abbiamo incontrato<br />

l’Amministratore Unico Sergio<br />

Carinelli e il Technical Product<br />

Manager della Divisione Alimentare<br />

Micaela Viganò.<br />

Ing. Carinelli, quali sviluppi più<br />

significativi hanno caratterizzato<br />

la recente attività di Biochim?<br />

Da diversi anni Biochim ha implementato<br />

la strategia finalizzata ad<br />

assicurare un servizio sempre più<br />

efficace, che parte dalla consulenza<br />

sulla scelta del prodotto e arriva fino al<br />

supporto in fase applicativa.<br />

Gli investimenti prioritari, per un distributore<br />

specializzato quale Biochim, sono quelli finalizzati a<br />

rafforzare costantemente l’organizzazione, perché sia<br />

in grado di assolvere al meglio la mission aziendale.<br />

Da qui la collaborazione con case produttrici,<br />

come Chr. Hansen, che dispongono di prodotti<br />

ad alto valore aggiunto.<br />

Questa strategia ha assicurato la soddisfazione<br />

del cliente, che sta alla base<br />

dei risultati economici conseguiti.<br />

Il trend favorevole è continuato anche<br />

nel <strong>2017</strong>: per quest’autunno è<br />

previsto anche il lancio di alcuni<br />

nuovi prodotti, che ci rendono fiduciosi<br />

sull’andamento degli<br />

ultimi mesi dell’anno.<br />

Oltre alla partnership con Chr.<br />

Hansen, iniziata nel 2011, il vostro<br />

approccio al mercato potrebbe prevedere<br />

anche altre collaborazioni?<br />

4<br />

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Biochim<br />

Chi è Biochim<br />

Biochim S.r.l.<br />

Via Puccini, 81<br />

20080 - Casarile (MI)<br />

Tel. 02 90096205<br />

Fax 02 9052754<br />

E-mail: info@biochim.it<br />

Web site: www.biochim.it<br />

Sergio Carinelli, Amministratore Unico<br />

di Biochim<br />

Micaela Viganò, Technical<br />

Sales Manager<br />

La strategia di Biochim, valida per<br />

entrambi i settori in cui l’azienda è<br />

presente (alimentare e cosmetico),<br />

è quella di un distributore specialistico<br />

che, naturalmente, vuol evitare<br />

sovrapposizioni tra i prodotti<br />

delle case mandatarie.<br />

Quindi, siamo aperti alla possibilità<br />

di rivendere altri ingredienti che<br />

non facciano parte del portafoglio<br />

di Chr. Hansen.<br />

Per il momento, peraltro, siamo<br />

concentrati soprattutto a cogliere<br />

tutte le opportunità offerte dalla<br />

gamma attuale di cui disponiamo.<br />

“Grazie alle competenze e al supporto<br />

della Dr.ssa Viganò, Sales<br />

Manager della società, siamo riusciti<br />

a garantire una crescita costante<br />

negli anni, chiudendo anche<br />

quest’anno con una crescita a doppia<br />

cifra.<br />

La collaborazione con Biochim ha<br />

permesso a Chr. Hansen di ottenere<br />

una migliore penetrazione sul mercato;<br />

grazie al distributore è stato<br />

più facile per la multinazionale danese<br />

entrare in contatto con i clienti<br />

medio piccoli italiani.<br />

La scelta è stata vincente ed ha permesso<br />

di soddisfare in modo più<br />

capillare la realtà italiana, costituita<br />

principalmente dalle PMI.<br />

Il mercato dei coloranti per l’alimentare<br />

è sicuramente in crescita, sia<br />

per i quantitativi impiegati che dal<br />

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punto di vista qualitativo: oggi il<br />

consumatore richiede il colorante<br />

naturale o addirittura l’estratto.<br />

Quando abbiamo iniziato la collaborazione<br />

con Chr. Hansen si stava<br />

verificando la conversione dai coloranti<br />

sintetici a quelli naturali; oggi<br />

si sta passando dal colorante naturale<br />

all’estratto.<br />

Il nostro obiettivo attuale è quello<br />

di mantenere il giro d’affari acquisito<br />

e, possibilmente, di sviluppare<br />

nuove soluzioni e applicazioni: c’è<br />

ancora spazio per crescere e, grazie<br />

anche al lancio dei nuovi prodotti,<br />

dovremmo riuscire a sviluppare un<br />

buon lavoro”.<br />

Con questo trend favorevole, ing.<br />

Carinelli, come si caratterizza la vostra<br />

attività di distributori della fascia<br />

alta?<br />

Il nostro obiettivo è sempre quello<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

5


Biochim<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

6<br />

di sviluppare le cosiddette tailor<br />

made solutions, che scaturiscono<br />

dallo studio delle specifiche esigenze<br />

del cliente e, sulla base del nostro<br />

portafoglio prodotti, si concretizzano<br />

con la proposta delle<br />

soluzioni più efficaci per le diverse<br />

applicazioni.<br />

Dopo sei anni di crescenti affermazioni,<br />

su quali fattori contate di<br />

puntare per raggiungere ulteriori<br />

traguardi?<br />

Il connubio tra società familiare e<br />

gruppo multinazionale, la cosiddetta<br />

soluzione “glocal” ha rappresentato<br />

una sfida riuscita. Il mercato<br />

può contare da un lato su una società<br />

multinazionale, la cui attività<br />

di Ricerca & Sviluppo porta al lancio<br />

di prodotti idonei a rispondere alle<br />

differenti necessità; d’altro canto<br />

può avvalersi della collaborazione di<br />

una società, come Biochim, la cui<br />

Divisione Alimentare è in grado di<br />

supportare anche i piccoli clienti del<br />

tessuto industriale italiano.<br />

L’unione delle due eccellenze è destinata<br />

a rappresentare, anche in<br />

futuro, il punto di forza dell’organizzazione.<br />

Sono convinto che, anche<br />

nei prossimi anni, Chr. Hansen<br />

lancerà nuovi prodotti interessanti<br />

e il nostro team alimentare riuscirà<br />

a soddisfare le richieste, probabilmente<br />

sempre più articolate, provenienti<br />

dal mercato.<br />

Impiegando un’espressione molto<br />

usata, proponiamo non solo un<br />

prodotto, ma anche un servizio. Il<br />

nostro obiettivo non è quello di<br />

vendere commodities: non disponiamo<br />

delle dimensioni per puntare<br />

Biochim nel settore cosmetico<br />

“Biochim applica la strategia descritta anche<br />

nell’attività rivolta al settore cosmetico”, osserva<br />

Sergio Carinelli.<br />

“Il discorso di tailor made solutions è<br />

ugualmente valido: non intendiamo puntare sulle<br />

commodities, ma sui prodotti di alta qualità e<br />

alto valore aggiunto delle aziende di cui siamo<br />

distributori. La gamma disponibile si completa<br />

con alcune materie prime di nostra produzione.<br />

Presso Biochim disponiamo di un laboratorio<br />

con un team di tecnici-commerciali, impegnati<br />

a garantire una fornitura basata sui vantaggi<br />

assicurati da prodotto e servizio.<br />

sulla quantità, i volumi e affrontare<br />

la guerra dei costi; pertanto questi<br />

prodotti non rientrano nelle nostre<br />

strategie.<br />

Continueremo a puntare sui prodotti<br />

di qualità e sul servizio perché<br />

il cliente possa sfruttarne appieno i<br />

vantaggi competitivi che garantiscono.<br />

Nel corso di questi ultimi anni è cresciuta<br />

l’attenzione del consumatore<br />

e del mercato nei confronti del settore<br />

dei coloranti naturali. Siamo<br />

orgogliosi di essere stati tra i primi,<br />

fino dagli anni Cinquanta quando<br />

fu fondata l’azienda, a richiedere il<br />

sostegno dei prodotti naturali anche<br />

da parte della legislazione. Ci<br />

abbiamo creduto fin dall’inizio e,<br />

dopo diversi anni e quasi tre generazioni<br />

della famiglia Carinelli, siamo<br />

riusciti a raggiungere l’obiettivo<br />

che ci eravamo proposti.<br />

Fa piacere constatare la crescita di<br />

prodotti naturali, dei funzionali e<br />

degli estratti, su cui avevamo puntato<br />

quando erano ancora scarsamente<br />

conosciuti e considerati.<br />

Come accade nell’alimentare, anche nel settore<br />

cosmetico registriamo una notevole richiesta di<br />

prodotti innovativi: i clienti sono molto ricettivi di<br />

fronte alle novità formulative e gradiscono la nostra<br />

assistenza per sviluppare i loro nuovi prodotti.<br />

Il rispetto di questa impostazione ci ha permesso,<br />

anche in ambito cosmetico, di sviluppare una<br />

crescita costante.<br />

Biochim, sia nel campo alimentare che nel<br />

cosmetico, da anni è conosciuta come un’azienda<br />

problem solving, che offre un contributo allo<br />

sviluppo di un prodotto, nella ricerca della materia<br />

prima piuttosto che nell’assistenza formulativa.<br />

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editoriale<br />

di Alessandro Bignami<br />

Eeditoriale<br />

Entra in vigore, sebbene in forma ancora provvisoria e parziale, il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta),<br />

l’accordo economico e commerciale globale fra Unione europea e Canada. Il trattato di libero scambio abbatte del 98%<br />

le tariffe doganali fra i due contraenti. In sostanza, sulle esportazioni europee verso il Canada si risparmieranno circa 400<br />

milioni di euro all’anno. I fautori dell’accordo non esitano a definire il Ceta un modello per futuri rapporti commerciali internazionali<br />

ispirati alla cooperazione, allo sviluppo e alla leale competizione. Una direzione opposta alle strategie protezionistiche<br />

oggi tornate alla ribalta in molti paesi, Stati Uniti inclusi. Il trattato deve ancora venire ratificato dai Parlamenti<br />

nazionali per entrare definitivamente in vigore. E non è un passaggio scontato. I critici nei confronti del Ceta infatti non<br />

mancano, sia tra i politici sia tra associazioni e cittadini.<br />

In ogni caso l’accordo rappresenta un momento storico per il commercio globale e non solo, interessando anche l’apertura<br />

reciproca delle gare pubbliche d’appalto alle imprese dei due contraenti, il riconoscimento reciproco di alcune<br />

professioni e l’adeguamento del Canada agli standard europei sulla protezione del diritto d’autore.<br />

Nell’ambito del libero scambio, uno dei settori destinati a godere maggiormente degli effetti del Ceta (o a subirli,<br />

CETA: LE OPPORTUNITÀ<br />

PER L’AGROALIMENTARE<br />

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secondo i detrattori) sarà l’agroalimentare, che rappresenta il 10% delle esportazioni Ue verso il Canada, per un valore<br />

complessivo di 5,6 miliardi di euro. Evidente il ruolo dell’Italia in tale scenario, che esporta nel paese nordamericano<br />

prodotti alimentari per un valore di 750 milioni di euro a fronte di importazioni per 574 milioni di euro. Il Ceta favorisce<br />

una maggiore apertura del Canada alle eccellenze agroalimentari made in Italy, grazie al riconoscimento e la protezione<br />

(per la prima volta in un’economia basata sul diritto anglosassone che privilegia il marchio d’impresa) di 41 prodotti di<br />

denominazione d’origine. Così la Bresaola della Valtellina, la Mortadella Bologna, il Culatello di Zibello, il Prosciutto di Parma,<br />

il Gorgonzola, il Parmigiano Reggiano, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Pomodoro di Pachino e tutti gli<br />

altri prodotti alimentari inseriti nel Ceta e campioni dell’export tricolore, avranno in Canada un livello di protezione della<br />

propria denominazione assimilabile a quella europea, a favore quindi della propria identità di origine e contro il dannoso<br />

fenomeno dell’italian sounding. L’elenco dei prodotti tutelati potrà essere allungato successivamente. Al contempo gli<br />

alimenti canadesi importati dovranno rispettare gli standard di sicurezza e ambientali vigenti nell’Ue.<br />

La liberalizzazione dovrebbe portare all’aumento dei già intensi scambi fra Unione europea e Canada, rafforzando l’intesa<br />

commerciale fra due partner affini. Gli ideatori del Ceta rimarcano il fatto di aver dato una risposta alle complesse<br />

questioni dell’economia globalizzata. Una risposta che punta sull’apertura e la collaborazione reciproca, rinunciando alla<br />

tentazione delle barriere tariffarie e legislative. Se supererà la non ovvia ratificazione nei Parlamenti nazionali per l’entrata<br />

in vigore definitiva, il Ceta proverà a fornire un modello di sviluppo in grado di ridurre le distorsioni della globalizzazione,<br />

di tutelare la competizione e le regole, ma anche di agevolare il flusso continuo delle merci e delle idee.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

9


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Ttecnico<br />

|di Franco Bray<br />

editoriale tecnico<br />

La rivoluzione genetica promette di cambiare molti aspetti della nostra vita, incluso ciò che mangiamo.<br />

D’altra parte, la conoscenza dei geni sta consentendo di individuare quelli benefici per la nostra salute.<br />

Esempi possono essere il gene del cacao riconosciuto come responsabile della proprietà antiossidante del<br />

prodotto e i geni della frutta che gestiscono la presenza di semi. E molti altri.<br />

Nei Paesi più sviluppati, cresce l’interesse per lo studio della genetica relativa alle malattie. La mappatura<br />

permette di identificare i singoli geni quando non si hanno informazioni sulle specifiche funzioni.<br />

Con questa applicazione, recentemente si è saputo che la Cina sta portando avanti l’ambizioso sforzo di salvare<br />

milioni di persone afflitte da malattie incurabili, come il cancro, le coronaropatie, la schizofrenia e tante<br />

altre. Gli scienziati operano per scoprire le mutazioni di geni responsabili di queste malattie. Si tratta, come<br />

dichiarato in un recente incontro alla Sichuan Universiiy, di investire sulla cosiddetta medicina di precisione.<br />

LA RIVOLUZIONE<br />

GENETICA<br />

È stato deciso di decodificare il patrimonio genetico di un milione di cittadini ammalati con lo scopo di<br />

produrre poi medicine sicure per poter guarire. Si tratta di dedurre quale mutazione e quali geni contribuiscono<br />

per ogni singolo paziente ad ammalarsi.<br />

La Cina risulta quindi all’avanguardia in questo progetto, superando, nei tempi, gli Usa e confermando lo<br />

straordinario progresso di un Paese che solo 50 anni fa era “sottosviluppato”.<br />

Purtroppo non sarà possibile ricorrere alla genetica per salvare i milioni di individui che continuano ad essere<br />

intossicati dallo smog nelle megalopoli cinesi.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

11


trend<br />

La generazione<br />

compresa tra i 15<br />

e i 35 anni sta<br />

influenzando le<br />

strategie dell’industria<br />

alimentare,<br />

attraverso la scelta<br />

di un’alimentazione<br />

attenta, sostenibile<br />

e spesso slegata<br />

dal tradizionale<br />

consumo a tavola.<br />

SANO, DI QUALITÀ E ON THE ROAD:<br />

ECCO IL CIBO DEI MILLENNIAL<br />

di<br />

Explorer<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

12<br />

Millennial si riferisce al gruppo demografico (denominata<br />

anche Generazione Y) nato verso la fine del secolo<br />

scorso e formato quindi da quegli utenti che attualmente<br />

si trovano nella fascia d’età 15-35 anni.<br />

Corrisponde a circa il 15% in Usa e al 24% in Europa<br />

(fonte: GfK Eurisko). In riferimento all’alimentazione,<br />

sono aggiornati e attenti alla qualità e in generale cercano<br />

clean label. Ricercano e selezionano il cibo e tendono<br />

a offrirlo reciprocamente (fonte: Pew Research).<br />

Un’abitudine diffusa è quella appunto di mangiare “per<br />

strada”, nonostante essi siano attenti alla qualità e alla<br />

composizione del prodotto scelto.<br />

Sono interessati a quello che racchiude ingredienti “naturali”,<br />

ma anche innovativi nella composizione per la<br />

presenza, ad esempio, di specifici elementi che influenzano<br />

il contenuto nutrizionale.<br />

In sostanza, cercano “power nutrition in mobilità”.<br />

Tutto il food può essere snack e ogni occasione è stimolante<br />

per sgranocchiare. Generalmente, non vivono il<br />

mangiare come qualcosa di connesso alla tradizione<br />

della tavola familiare. Lo snack deve essere gustoso,<br />

nutriente e semplice. Molti di essi sono a conoscenza<br />

della provenienza del cibo e, nella scelta, preferiscono<br />

provenienze regionali.<br />

Sono consumatori di frutta e anche in questo caso si<br />

informano sulla provenienza, in particolare se si tratta di<br />

un prodotto esotico. Cercano informazioni sulla sostenibilità<br />

del processo di produzione. Risultano essere ben<br />

informati sull’importanza di elementi nutrizionali come<br />

vitamine, polifenoli e sali minerali. Il tutto non solo per<br />

scegliere qualità nutrizionale ma anche, ad esempio, per<br />

il beneficio dell’alimento sulla pelle, dettaglio collegato<br />

con la vita on the road. Tutto questo fa escludere la<br />

presenza di integratori nel cibo.<br />

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trend<br />

Conoscenza ed energia sono due<br />

campi di interesse per i millennial,<br />

che cercano prodotti con ingredienti<br />

naturali del tipo “science based”.<br />

Considerando che l’atteggiamento<br />

tipico di essi è il pasto sotto forma di<br />

snack, questa caratteristica del contenuto<br />

è certamente relativa a prodotti<br />

non tecnologici e comunque<br />

selezionati per il beneficio che essi<br />

devono avere per lo stress. I cibi antistress<br />

permettono di controllare il<br />

livello di zuccheri nel sangue e così<br />

combattere l’ansia, comportandosi<br />

come veri e propri calmanti naturali,<br />

adatti a una scelta di vita on the road.<br />

Alcuni alimenti, come ad esempio il<br />

caffè, tipica fonte di energia, sono<br />

selezionati anche in funzione degli<br />

stimoli muscolari e cerebrali.<br />

Dalla ricerca risulta che i millennial<br />

sono più stressati delle generazioni<br />

precedenti: da ciò deriverebbe la loro<br />

ricerca di alimenti che contribuiscano<br />

a fornire appunto adeguata energia<br />

e contemporaneamente benessere.<br />

Essi danno per scontate la flessibilità<br />

e l’incertezza e sembrano ricercare<br />

concretezza tra lavoro e tempo libero<br />

per se stessi. Interessante notare<br />

che, per soddisfare queste esigenze,<br />

l’Industria si adopera a fornire, pur<br />

in contraddizione con la ricerca di<br />

naturalità, snack la cui composizione<br />

contribuisca appunto a ridurre lo<br />

stress psicologico.<br />

I millennial<br />

preferiscono<br />

mangiare per<br />

la strada, anziché<br />

a tavola. E sono<br />

sempre connessi<br />

La crescita delle giovani generazioni<br />

con queste richieste e fabbisogni alimentari<br />

sta aprendo spazi innovativi<br />

dove le esigenze e le contraddizioni<br />

di questi consumatori possono essere<br />

soddisfatte.<br />

Osservando questa nuova categoria,<br />

che sostituisce i baby boomer precedenti,<br />

molti dettagli (naturalità, alimenti<br />

energetici, cibi “one-mile”)<br />

sono del tutto simili alle scelte globali<br />

di oggi. Quello che si distingue è soprattutto<br />

che i millennial preferiscono<br />

mangiare (snack) per la strada, anziché<br />

a tavola. E inoltre sono sempre<br />

connessi, dalla mattina alla sera. In<br />

particolare i più giovani, infatti, risultano<br />

essere ininterrottamente on-line.<br />

E per l’industria è un nuovo settore<br />

che si apre, al quale il marketing offrirà<br />

innovazioni formali adeguate a<br />

soddisfare le specifiche esigenze.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

13


attualità<br />

Haas CFT<br />

Haas FHW<br />

L’azienda austriaca leader nei sistemi di produzione dei wafer<br />

e dei biscotti è stata acquisita dal Gruppo Bühler, che rafforza<br />

così il proprio portfolio nel mercato dei Consumer Foods.<br />

Haas HMM<br />

HAAS ENTRA NEL<br />

GRUPPO BÜHLER<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Il 60% di tutto<br />

il cioccolato<br />

consumato<br />

al mondo viene<br />

prodotto<br />

con sistemi Bühler<br />

Protagonista internazionale nei sistemi di produzione per<br />

wafer, biscotti e prodotti dolciari, il gruppo austriaco Haas<br />

fa ora parte del Gruppo Bühler. Il contratto di acquisizione<br />

è stato firmato recentemente a Vienna. Questa acquisizione<br />

strategica consente a Bühler di completare il proprio<br />

portfolio nel settore Consumer Foods e offre ad Haas<br />

l’accesso alle risorse dell’organizzazione globale Bühler,<br />

compreso il suo network di centri per l’innovazione e i<br />

servizi. “Da una posizione di forza, abbiamo affidato il<br />

futuro della nostra società al gruppo di proprietà della<br />

famiglia Bühler. Questo ci consente di creare le migliori<br />

condizioni possibili per proseguire con successo lo sviluppo<br />

del nostro business, a vantaggio sia dei nostri clienti<br />

che dei nostri dipendenti”, afferma Johann Haas, membro<br />

del Consiglio di Sorveglianza. “Abbiamo mantenuto<br />

relazioni amichevoli con Haas per anni. Insieme, possiamo<br />

generare un importante valore aggiunto per i nostri clienti<br />

e, allo stesso tempo, aprire nuove interessanti prospettive<br />

per i dipendenti di Haas”, dice il Ceo di Bühler Stefan<br />

Scheiber. Nell’ambito della transizione, i posti di lavoro e<br />

le sedi di Haas verranno garantite.<br />

Società di proprietà familiare, Haas è stata fondata a<br />

Vienna più di 100 anni fa come officina per la produzione<br />

di carpenterie metalliche. Intorno alla metà del secolo<br />

scorso, ha iniziato a realizzare macchine per la produzione<br />

di wafer. Nei decenni successivi, Haas si è sviluppata<br />

fino a diventare un riferimento globale nel mercato della<br />

produzione di wafer, biscotti duri e morbidi, coni per gelato,<br />

torte e altri prodotti da forno. Queste attività erano<br />

14<br />

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attualità<br />

Leader nelle tecnologie per l’industria alimentare<br />

Bühler è leader nelle tecnologie per la lavorazione dei cereali, del riso, del cacao, del caffè e di numerose<br />

altre materie prime. Inoltre, fornisce soluzioni di tecnologie per la pressofusione e per la ricopertura<br />

superficiale su vasta scala, come anche nel campo dell’automotive, dell’ottica, degli inchiostri. Bühler<br />

investe fino al 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. Nel 2016, i suoi 10.640 collaboratori<br />

in più di 140 Paesi hanno generato un fatturato di 2,45 miliardi di CHF. La società svizzera Bühler,<br />

di proprietà familiare, è particolarmente impegnata nella sostenibilità.<br />

Haas MDE<br />

affiancate anche da una divisione<br />

minore, operante nel campo delle<br />

parti per il settore automotive. Con<br />

una forza lavoro complessiva di 1.750<br />

persone, Haas genera volumi di circa<br />

300 milioni di euro e vanta siti produttivi<br />

in 6 Paesi. Con l’attuale acquisizione<br />

della società da parte del<br />

Gruppo Bühler, i precedenti proprietari<br />

vogliono mantenere il successo<br />

del loro business nel futuro. “Le tendenze<br />

tecnologiche e di mercato attuali,<br />

il cui impatto e la cui velocità<br />

continueranno a crescere negli anni,<br />

ci hanno spinto a prendere questa<br />

decisione”, afferma Johann Haas.<br />

Prosegue dicendo che la capacità di<br />

offrire soluzioni complete, e quella di<br />

essere in grado di automatizzarle e<br />

renderle digitali diventeranno sempre<br />

più importanti in futuro. Crede che<br />

per rispondere a queste richieste di<br />

mercato in maniera adeguata sia necessaria<br />

una certa dimensione a livello<br />

corporate, come pure una grande<br />

vicinanza ai clienti, in aggiunta a una<br />

notevole capacità di investimento.<br />

“Bühler offre precisamente questo<br />

scenario. È per questa ragione che<br />

abbiamo portato avanti incontri<br />

esclusivamente con Bühler in merito<br />

al cambio di proprietà, e siamo lieti di<br />

aver trovato una soluzione orientata<br />

al futuro per tutte le parti coinvolte”,<br />

dice Haas.<br />

UN VALORE AGGIUNTO PER CLIENTI<br />

E DIPENDENTI<br />

Per Bühler questa strategica acquisizione<br />

segna una pietra miliare nello<br />

sviluppo del business del settore<br />

Consumer Foods. Bühler è leader di<br />

mercato nel campo delle soluzioni per<br />

l’industria del cioccolato, lungo l’intera<br />

catena del valore. Fino ad oggi,<br />

Bühler non era coinvolta nel promettente<br />

mercato dei sistemi per la produzione<br />

di wafer e biscotti. “Operiamo<br />

nello stesso mercato e spesso siamo in<br />

contatto con gli stessi clienti, ma non<br />

c’è sovrapposizione fra i nostri prodotti<br />

e servizi”, afferma il Ceo di Bühler<br />

Scheiber. Ora, prosegue, Bühler può<br />

offrire ai propri clienti nuove opportunità<br />

di diversificazione. Aggiunge che<br />

le due società sono posizionate identicamente<br />

come fornitori di prodotti di<br />

alta qualità, vantano la stessa tipologia<br />

di cultura corporate, basata su una<br />

proprietà familiare, sulla fiducia e<br />

sull’impegno verso una sostenibilità di<br />

lungo termine. ”È difficile immaginare<br />

una base migliore per un’integrazione<br />

di successo, e faremo tutto quanto in<br />

nostro potere per generare valore ag-<br />

Il 60%<br />

della produzione<br />

mondiale<br />

di frumento viene<br />

lavorata con<br />

soluzioni Bühler<br />

giunto sia per i nostri clienti che per i<br />

nostri dipendenti”, afferma Scheiber.<br />

Pertanto, Bühler renderà disponibili per<br />

i clienti di Haas i suoi centri di servizio,<br />

circa 100 nel mondo, svilupperà soluzioni<br />

complete per la produzione di<br />

wafer, biscotti e prodotti dolciari con<br />

cioccolata, e integrerà Haas nel network<br />

per l’innovazione di Bühler. In<br />

aggiunta, grazie alla grande presenza<br />

di Bühler in Asia, verranno aperte nuove<br />

opportunità nell’importante mercato<br />

in crescita dei wafer e dei biscotti in<br />

tale regione.<br />

Il successo di questi progetti richiede il<br />

completo impegno di tutti i dipendenti<br />

sia di Haas che di Bühler. “Abbiamo<br />

un profondo rispetto per quello che<br />

Haas e i suoi dipendenti hanno realizzato<br />

nei decenni passati”, dice ancora<br />

il Ceo di Bühler. “Diamo un sentito<br />

benvenuto a ogni singolo collaboratore<br />

di Haas nella famiglia Bühler, e uniremo<br />

con loro le forze per proseguire<br />

sulla strada del successo”, dichiara<br />

Scheiber. “Quello che dobbiamo fare<br />

adesso è cogliere queste opportunità<br />

uniche e trarne il meglio”.<br />

L’acquisizione è soggetta all’approvazione<br />

delle autorità antitrust. La chiusura<br />

della transazione è prevista per la fine<br />

del <strong>2017</strong>. Le due parti hanno concordato<br />

di non divulgare alcun dettaglio<br />

relativo al contratto. La società verrà<br />

guidata da Germar Wacker, che ha assunto<br />

la carica di Ceo di Haas dal 5 settembre<br />

<strong>2017</strong>. Con Wacker, Haas ha<br />

trovato un manager che può vantare<br />

un’impressionante carriera e molti successi<br />

professionali, e che ha ricoperto il<br />

suo ultimo incarico presso la divisione<br />

Mainline & Metros di Bombardier.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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15


news [fatti, persone, aziende]<br />

ALESSANDRO PAINI DIRETTORE GENERALE DELLA DIVISIONE SACMI BEVERAGE<br />

Alessandro Paini è il nuovo direttore generale di<br />

Sacmi Beverage, la divisione aziendale che, dal<br />

2009, riunisce tutte le attività legate alla progettazione<br />

e produzione di macchine e impianti<br />

completi per il confezionamento delle bevande.<br />

Ingegnere meccanico e già uomo chiave di un<br />

primario gruppo internazionale attivo nella progettazione<br />

di soluzioni per il confezionamento<br />

di liquidi in PET, Paini vanta una lunga esperienza<br />

nel Product Management, con funzioni di<br />

coordinamento tra le attività di R&S, la gestione<br />

del portafoglio prodotti globale, lo sviluppo e<br />

l’implementazione di nuove strategie di vendita.<br />

Il nuovo DG Sacmi Beverage raccoglie il testimone<br />

da Vezio Bernardi, per quasi cinque anni al<br />

vertice della divisione che, grazie a un’attenta<br />

politica di integrazione orizzontale e verticale<br />

tra le diverse realtà del Gruppo Sacmi che producono soluzioni<br />

per il packaging-beverage, ha consolidato e rafforzato il proprio<br />

ruolo di partner globale per il settore, esplorando anche nuovi<br />

orizzonti di business – l’ultimo dei quali ha visto l’acquisizione di<br />

Defranceschi Italia – per un posizionamento a tutto tondo del<br />

Gruppo nel settore enologico.<br />

Con l’ingresso di Alessandro Paini, che ha assunto<br />

ufficialmente le funzioni di vertice della<br />

divisione Beverage a partire dal 10 luglio <strong>2017</strong>,<br />

Vezio Bernardi prende il timone della divisione<br />

Closures & Containers, altro pilastro delle attività<br />

Sacmi legate al packaging che vede il gruppo<br />

leader mondiale nella fornitura di macchine per<br />

la produzione di chiusure per bevande in una<br />

prospettiva sempre più orientata all’integrazione<br />

delle fasi di produzione del contenitore, dalla<br />

preforma alla bottiglia.<br />

Nuova sfida anche per Giuseppe Lesce. Attuale<br />

direttore della divisione Closures & Containers,<br />

Lesce è stato chiamato alla direzione generale<br />

della costituenda divisione Customer Services,<br />

un’unità specifica che Sacmi istituisce con l’obiettivo<br />

di coordinare il network Sacmi e sviluppare<br />

servizi di aftermarket per tutti i business e le divisioni del<br />

gruppo. La sfida è quella di raccordare le diverse business unit<br />

offrendo prodotti e servizi ad alto valore aggiunto nell’ambito del<br />

training, assistenza tecnica, ricambistica, revisioni, ingegneria di<br />

manutenzione e, più in generale, tutti i servizi di supporto al cliente<br />

anche in ottica 4.0.<br />

Per non perdere<br />

la freschezza!<br />

TEMPERATURA<br />

ATTIVITÀ<br />

DELL’ACQUA<br />

CO2<br />

UMIDITÀ<br />

PUNTO<br />

DI RUGIADA<br />

PRESSIONE<br />

DIFFERENZIALE<br />

PRESSIONE<br />

DI PROCESSO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Rotronic è il fornitore globale di soluzioni di misura nell’ambito del monitoraggio della climatizzazione.<br />

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applicazione con estrema precisione ed affidabilità. www.rotronic.it<br />

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16<br />

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17


news [fatti, persone, aziende]<br />

ACCORDO UE-GIAPPONE: “POSITIVO PER IL SETTORE CARNI SUINE E SALUMI”<br />

Il 6 luglio scorso l’Unione europea<br />

e il Giappone hanno raggiunto<br />

un’intesa di principio sugli elementi<br />

fondamentali dell’Accordo<br />

di partenariato economico: dopo<br />

18 round negoziali e numerose<br />

riunioni a livello tecnico e politico,<br />

l’Ue e il Giappone hanno raggiunto<br />

un accordo politico di massima.<br />

Si prevede, tra l’altro, che all’entrata<br />

in vigore dell’Accordo di partenariato<br />

economico saranno soppressi<br />

i dazi su circa il 90% delle<br />

esportazioni dell’Ue in Giappone. Una volta attuato completamente<br />

l’accordo, il Giappone avrà soppresso i dazi doganali sul 97%<br />

dei beni importati dall’Ue (in termini di linee tariffarie), mentre le<br />

rimanenti linee tariffarie saranno oggetto di una liberalizzazione<br />

parziale tramite contingenti tariffari o riduzioni dei dazi; ciò consentirà<br />

agli esportatori dell’Ue di risparmiare circa 1 miliardo di euro<br />

l’anno in dazi doganali.<br />

“L’intesa raggiunta consentirà di aumentare le esportazioni di carni<br />

suine e salumi dall’Unione Europea. Attualmente il Giappone applica<br />

uno schema articolato per il calcolo<br />

dei dazi di importazione, che prevede<br />

sia un dazio ad valorem che uno specifico.<br />

Il Giappone manterrà questo<br />

schema, ma ridurrà notevolmente gli<br />

importi. Nell’arco di 10 anni, il dazio<br />

ad valorem scenderà dai circa 4 euro<br />

per kg attuali a circa 40 centesimi.<br />

Per i prodotti a base di carne suina<br />

l’Accordo prevede l’azzeramento dei<br />

dazi”, ha affermato Nicola Levoni,<br />

presidente di Assica (Associazione<br />

industriali delle carni e dei salumi).<br />

“In più, il Giappone ha accettato di riconoscere la protezione di<br />

una lista di oltre 210 Dop e Igp europee, che include per il nostro<br />

settore Bresaola della Valtellina, Mortadella Bologna, Prosciutto di<br />

Parma, Prosciutto di San Daniele, Prosciutto Toscano, Zampone<br />

Modena”, ha concluso Levoni.<br />

Secondo i dati Assica, nel primo trimestre del <strong>2017</strong> sono stati<br />

esportati circa 1.000 ton di salumi (+22,6%) per 9,8 milioni di euro<br />

(+22,2%). Valori che confermano il Giappone quale terzo mercato<br />

di destinazione per i nostri salumi fuori dalla Unione europea.<br />

I BENEFICI DEL LATTE SECONDO NFI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Latte sì o latte no? Negli ultimi tempi si levano<br />

sempre più spesso voci allarmistiche<br />

relative a presunti effetti negativi sulla salute<br />

da parte di questo alimento, considerato<br />

fino a qualche tempo fa una delle basi di<br />

un’alimentazione sana e genuina: buono<br />

come il latte.<br />

L’associazione no-profit Nutrition Foundation<br />

of Italy ha deciso di fare il punto sulla<br />

situazione. Operante dal 1976, NFI si occupa<br />

di contribuire alla ricerca scientifica e<br />

alla diffusione di informazioni scientificamente<br />

verificate nel campo dell’alimentazione,<br />

avvalendosi di un comitato di esperti<br />

di riconosciuta competenza in pressoché<br />

ogni campo delle discipline mediche.<br />

NFI ha organizzato nel settembre 2016 un<br />

simposio al quale hanno preso parte i maggiori<br />

studiosi italiani nell’ambito della nutrizione,<br />

delle scienze della salute, della biomedica,<br />

dell’endocrinologia: tra questi era<br />

presente la professoressa Maria Luisa<br />

Brandi, docente ordinario di Endocrinologia<br />

presso l’Università di Firenze e presidente di<br />

Firmo (Fondazione italiana ricerca sulle malattie<br />

dell’osso).<br />

I risultati del simposio sono confluiti in un<br />

interessante fascicolo dal titolo “Il latte<br />

vaccino, Ruolo nell’alimentazione umana<br />

ed effetti sulla salute”, da oggi liberamente<br />

scaricabile dal sito della Fondazione<br />

Firmo (www.fondazionefirmo.com/libri).<br />

“In 54 pagine – comunica la Fondazione<br />

– “secondo un chiaro schema domandarisposta,<br />

il volumetto fornisce una vera<br />

miniera di informazioni sul latte: c’è tutto<br />

quello che si desidera sapere e anche di<br />

più. Ne deriva una completa riabilitazione<br />

di questo prezioso alimento, il cui consumo,<br />

già inferiore alle dosi di assunzione<br />

raccomandate, va sempre più calando a<br />

causa di mode alimentari e pregiudizi, visto<br />

che al momento non esistono evidenze<br />

scientifiche provate sull’uomo di effetti<br />

negativi del latte sulla salute. Colpisce la<br />

parte dedicata alle intolleranze, che mette<br />

in luce errori grossolani molto diffusi: troppo<br />

spesso sono autodiagnosticate, né vanno<br />

confuse con le allergie né, tantomeno,<br />

devono spingere chi ne soffre a esentare<br />

dal latte i figli come misura preventiva, ottenendo<br />

l’unico risultato di privarli di una<br />

preziosissima fonte nutritiva”.<br />

Il fascicolo afferma che il latte è un alimento<br />

sicuro, utile a ogni età, capace di<br />

fornire all’organismo nutrienti biodisponibili<br />

e in dose corretta per mantenere in<br />

salute il nostro corpo dall’infanzia fino<br />

alla terza età.<br />

18<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

ANTONIO CASALINI PRESIDENTE<br />

DI UNIONALIMENTARI<br />

Il neopresidente di Unionalimentari Antonio Casalini (al centro) con i membri<br />

della nuova Giunta<br />

Antonio Casalini (Midi-Lazzaroni) è il nuovo presidente di Unionalimentari.<br />

La nomina è arrivata durante il Consiglio generale svoltosi<br />

alla fine dello scorso luglio nella sede nazionale di Confapi a Roma.<br />

Casalini succede a Stefano Marotta che ha guidato l’Unione nazionale<br />

delle piccola e media industria alimentare negli ultimi quattro<br />

anni. Il Consiglio ha eletto come vicepresidenti e membri della Giunta<br />

di presidenza Stefano Marotta, Giorgio Zubani, Renato Bonaglia,<br />

Giuseppe Rossetto, Mattia Pariani, Graziano Balduzzi.<br />

Zubani è stato anche riconfermato nel ruolo di Tesoriere dell’associazione,<br />

mentre come presidente vicario è stato scelto Giuseppe Rossetto.<br />

“Voglio esprimere un ringraziamento doveroso” – ha dichiarato<br />

Casalini – “a chi mi ha preceduto e a chi tanti anni fa ha creduto in<br />

questa idea e ha avuto il coraggio di metterla in pratica. Credo che<br />

quella di oggi per la nostra Unione sia una tappa importante del suo<br />

percorso. Una tappa dalla quale ripartire con coraggio, per innovarsi.<br />

Per me innovare non vuol dire fare cambiamenti radicali o stravolgere<br />

un processo di lavoro, ma guardare avanti, mettere passione<br />

per il futuro, avere coraggio e talento. In parole molto più<br />

semplici vuol dire fare l’imprenditore. Un imprenditore diverso forse<br />

perché sono cambiate le regole del mercato. Credo nell’idea di<br />

una squadra” – ha continuato il neopresidente – “nei progetti comuni<br />

e condivisi, credo nel rispetto delle regole e nella divisione dei<br />

compiti. Per questo motivo Union<strong>Alimentari</strong> non chiude le porte a<br />

nessuno e non lascia fuori nessuno. Tutte le piccole e medie industrie<br />

alimentari sono benvenute.<br />

Lavoriamo tutti per un unico obiettivo, siamo tutti dalla stessa parte,<br />

quindi lavoriamo per un progetto comune. Andremo a difendere le<br />

nostre aziende e a informare i consumatori; andremo a portare cultura<br />

alimentare”. Andremo a spiegare il valore aggiunto delle nostre<br />

imprese. Perché – ha concluso Casalini – “noi vogliamo e dobbiamo<br />

essere tra i protagonisti dell’agroalimentare italiano e internazionale”.<br />

La misura del colore non è mai stata così semplice<br />

Excellence in<br />

Colour Management<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

19


news [fatti, persone, aziende]<br />

UN’APP PER CONTROLLARE I CONTAMINANTI NEGLI ALIMENTI<br />

Si chiama Ultrabio ® ed è la App<br />

ideata e progettata da Bioscience<br />

Research Center (BsRC) per tenere<br />

sotto controllo il livello dei<br />

contaminanti che assumiamo<br />

quotidianamente attraverso l’alimentazione.<br />

BsRC è una società<br />

incubata in Toscana Life Sciences<br />

e opera nei settori ambiente,<br />

agroalimentare e salute umana.<br />

Secondo quanto riportato<br />

dall’European Food Safety<br />

Authority (Efsa), una elevata<br />

percentuale di cittadini europei<br />

(oltre il 52,9%) è esposta a livelli<br />

di contaminanti chimici attraverso<br />

la dieta che superano la dose<br />

Cristiana Guerranti, a sinistra, e Monia Renzi, rispettivamente direttore<br />

scientifico e direttore generale di BsRC<br />

settimanale massima consigliata.<br />

L’applicazione ideata dai ricercatori<br />

di BsRC, disponibile gratuitamente<br />

per Android e iOS, calcola<br />

su base statistica la dose di contaminanti<br />

assunti, rapportandola<br />

al peso corporeo dell’utente e<br />

comparandola ai valori soglia di<br />

sicurezza indicati da Efsa su base<br />

settimanale. Un’innovazione nel<br />

panorama delle applicazioni legate<br />

al mondo della salute e<br />

dell’alimentazione, che permette<br />

all’utente di controllare la propria<br />

dieta regolando le assunzioni<br />

di alimenti considerati su base<br />

scientifica più critici e di mantenere<br />

la propria alimentazione<br />

sotto le soglie di rischio.<br />

“L’esposizione ai contaminanti<br />

può rappresentare un rischio<br />

concreto per la salute pubblica”<br />

– spiega Monia Renzi, direttore<br />

generale di Bioscience Research<br />

Center – “e, in particolare, un<br />

cofattore importante legato<br />

allo sviluppo sul lungo periodo<br />

di alcune patologie non trasmissibili<br />

quali disordini del sistema<br />

endocrino, con potenziali conseguenze<br />

sullo sviluppo e la fertilità,<br />

solo per fare alcuni esempi.<br />

Con Ultrabio ® abbiamo scelto di<br />

rispondere a una crescente sensibilità<br />

dei consumatori verso<br />

gli aspetti salutistici dei cibi ma<br />

anche alla legittima domanda di<br />

reperire informazioni attendibili.<br />

La App che abbiamo sviluppato<br />

è uno strumento di facile<br />

utilizzo, che consente di avere<br />

una stima delle dosi giornaliere<br />

e settimanali di contaminanti<br />

assunte, relazionate al limite ritenuto<br />

sicuro, in modo da poter<br />

correggere i propri comportamenti<br />

mantenendo l’alimentazione<br />

quotidiana sotto la soglia<br />

di rischio per sostanze chimiche<br />

potenzialmente pericolose per<br />

la salute, quali ad esempio mercurio,<br />

cadmio, piombo ed alcuni<br />

inquinanti organici persistenti”.<br />

Parte importante del progetto<br />

ideato dai ricercatori di BsRC,<br />

che vanta solide competenze in<br />

materia di sicurezza alimentare,<br />

è stato dedicato alla selezione<br />

dei dati di partenza, la scelta dei<br />

criteri per la valutazione dei dati<br />

e la creazione del database che<br />

permette il funzionamento della<br />

App Ultrabio. “Il valore aggiunto<br />

di questa innovazione” – aggiunge<br />

Renzi – “è rappresentato dalla<br />

possibilità di tenere sotto controllo<br />

le abitudini alimentari critiche<br />

e di educare alla correzione, attraverso<br />

consigli e suggerimenti<br />

interattivi basati su dati oggettivi<br />

e su risultati della ricerca scientifica.<br />

Attualmente Ultrabio si basa<br />

su un cospicuo database di dati<br />

scientifici consolidati e validati<br />

relativi ai livelli di alcuni contaminanti<br />

chimici negli alimenti generici<br />

(per esempio pasta di grano<br />

duro, tonno, lattuga, alimenti per<br />

lattanti), ma il nostro progetto è<br />

quello di implementare questo<br />

strumento, inserendo nuovi contaminanti<br />

e prodotti commerciali<br />

singoli, una volta raccolto anche<br />

l’interesse delle aziende che operano<br />

nel settore agroalimentare”.<br />

AROL ACQUISISCE UNIMAC-GHERRI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Punto di riferimento internazionale nella progettazione, produzione<br />

e distribuzione di sistemi di capsulatura e tappatura, Arol<br />

ha perfezionato lo scorso 21 luglio l’acquisizione di Unimac-<br />

Gherri, specialista nella produzione di sistemi di chiusura di contenitori<br />

in vetro con capsule twist-off.<br />

L’acquisizione di Unimac-Gherri conferma il progetto industriale<br />

e la strategia di crescita del Gruppo – di cui fa parte anche FT<br />

System, specializzata nel mondo dell’ispezione e controllo qualità<br />

non distruttivi, sia in linea che in laboratorio – che ha l’obiettivo<br />

di espandere la propria offerta, integrandola con macchine<br />

ad alto contenuto tecnologico allo scopo di garantire la salvaguardia<br />

del consumatore. Arol, infatti, progetta soluzioni su<br />

misura per i settori alimentare, bevande, alcolici, cura della casa,<br />

cura della persona e chimico. Con FT System, il Gruppo Arol può<br />

contare su più di 600 specialisti e 14 sedi operative dislocate in<br />

4 continenti. Produce oltre 700 sistemi di chiusura e più di 500<br />

sistemi di controllo all’anno, con una base installata di oltre<br />

26.000 macchine.<br />

“Siamo particolarmente soddisfatti di aver arricchito l’offerta ai<br />

nostri clienti con le macchine prodotte da Unimac-Gherri, da oltre<br />

30 anni sinonimo di qualità e affidabilità nelle chiusure twist-off”,<br />

commenta Alberto Cirio, amministratore delegato di Arol.<br />

20<br />

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TESTA I TANTI UTILIZZI<br />

DEL CARBONE ATTIVO<br />

Filtrazioni speciali<br />

industriali<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

MARCHESINI GROUP RILEVA IL 40% DI VIBROTECH<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

L’ad di Marchesini Group Pietro Cassani<br />

Marchesini Group ha finalizzato il 26<br />

luglio scorso l’acquisizione del 40%<br />

della toscana Vibrotech Srl, azienda di<br />

Bientina (PI) che realizza sistemi di alimentazione<br />

e orientamento impiegati<br />

nei processi industriali automatizzati.<br />

Vibrotech è nata nel 2005 da uno<br />

spin off di tecnici con una ventennale<br />

esperienza, in particolare nei settori<br />

farmaceutico e cosmetico, e da tempo<br />

ha consolidato la partnership con<br />

Marchesini Group.<br />

L’acquisizione di una quota di minoranza<br />

tuttavia non cambierà l’impostazione<br />

commerciale di Vibrotech, che<br />

continuerà a rivolgersi direttamente<br />

al mercato e anche ad altre aziende<br />

operanti nel settore delle macchine<br />

packaging.<br />

Questa operazione permetterà a<br />

Vibrotech e a Marchesini di rafforzarsi,<br />

anche alla luce delle opportunità derivanti<br />

dalla “Rivoluzione 4.0”. In un<br />

mondo del packaging dove i processi<br />

diventano sempre più automatizzati e<br />

dove la robotica avanzata fa da padrona,<br />

i sistemi che consentono di avere i<br />

componenti selezionati ed orientati (e<br />

quindi idonei alla gestione dei robot)<br />

rappresentano una necessità.<br />

“È ormai chiaro che nessuna azienda<br />

può sottrarsi alle tematiche dell’Industria<br />

4.0. Si tratta di una sfida enorme,<br />

la vera sfida del futuro: discuterne<br />

vuol dire parlare di investimenti e progetti<br />

ed è per questo che con questa<br />

operazione avviamo uno sviluppo e<br />

un rafforzamento che proseguirà nei<br />

prossimi mesi”, dichiara Pietro Cassani,<br />

amministratore delegato di Marchesini<br />

Group. “In Marchesini si ‘masticava’<br />

Industria 4.0 da prima ancora che diventasse<br />

‘di tendenza’, perché lavorare<br />

per le aziende farmaceutiche ti obbliga<br />

a essere non solo efficiente ma<br />

sempre al top dell’innovazione.<br />

Operiamo da tanti anni su una<br />

varietà di soluzioni robotizzate,<br />

dove macchine e software<br />

sono tutti realizzati in casa. Su<br />

questa tradizione intendiamo<br />

proseguire, arricchendo il nostro<br />

know how anche tramite<br />

acquisizioni di imprese”.<br />

Giuseppe Trotta, fondatore<br />

di Vibrotech, commenta così<br />

l’operazione: “Soltanto due<br />

anni fa dissi, in occasione di un<br />

incontro con gli studenti delle<br />

scuole tecniche del nostro territorio,<br />

che avrei voluto assumere<br />

più ragazzi, ma trovare<br />

le persone giuste era difficile”.<br />

Questo problema, la mancanza<br />

di personale qualificato, ci costringe<br />

ogni anno a rinunciare<br />

a diversi milioni di commesse.<br />

L’entrata di Marchesini Group<br />

nel capitale Vibrotech metterà<br />

in circolo nuovo ossigeno, ci<br />

permetterà di crescere in modo<br />

più focalizzato e ampliare il nostro<br />

orizzonte.<br />

Il presidente Maurizio<br />

Marchesini<br />

L’operazione avrà infatti nel breve-medio<br />

termine effetti positivi sia per il fatturato<br />

Vibrotech (3,2 milioni nel 2016)<br />

che per il numero dei suoi dipendenti:<br />

si prevede di raddoppiare gli attuali 25<br />

in due anni inserendo figure tecniche<br />

esperte di meccanica e automazione ma<br />

anche giovani neodiplomati e laureati.<br />

Nel comunicare l’operazione Vibrotech,<br />

Marchesini Group ha anche reso<br />

noto che il bilancio consolidato 2016,<br />

da poco approvato, ha registrato valori<br />

più alti rispetto alle previsioni di budget<br />

sia sui volumi di vendita che su tutti<br />

gli indicatori di redditività. Il fatturato<br />

al 31 dicembre è stato di 297 milioni<br />

di euro, in crescita del 9% rispetto al<br />

2015 e con un margine operativo lordo<br />

del 21%.<br />

Il portafoglio consolidato al 30 giugno<br />

<strong>2017</strong> ammonta a 340 milioni di euro<br />

(+27%) mentre la raccolta ordini è pari<br />

a 155 milioni, +23% rispetto allo stesso<br />

periodo dell’anno precedente.<br />

“Con questi numeri” − ha dichiarato<br />

il presidente Maurizio Marchesini –<br />

“guardiamo con ottimismo al <strong>2017</strong><br />

per superare la soglia dei 300 milioni e<br />

con la spinta giusta per consolidare a<br />

breve nuove, importanti operazioni”.<br />

22<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

AEB GROUP ACQUISISCE INNOTEC<br />

Protagonista nella produzione di biotecnologie per il mercato del<br />

vino, delle bevande e per il settore alimentare, AEB ha firmato l’accordo<br />

per l’acquisizione della quota di maggioranza di Innotec.<br />

L’acquisizione della società specialista nella produzione di attrezzature<br />

accresce la leadership di AEB rendendo ancora più innovativo<br />

il suo portfolio prodotti destinati all’enologia e all’industria del beverage:<br />

l’offerta di attrezzature di AEB si arricchisce e diventa tra le<br />

più complete e innovative nel comparto del vino e delle bevande<br />

(birra, succhi, soft drink, acque minerali ecc.). Oltre a continuare la<br />

Mario Tomasoni Ceo del Gruppo AEB, a sinistra, e Luca Zavarise, ad di Innotec<br />

produzione delle attrezzature che hanno reso l’azienda famosa nel<br />

mondo dell’impiantistica, Innotec svilupperà insieme ad AEB nuove<br />

tecnologie per il settore enologico volte a ottimizzare la gestione<br />

delle operazioni in cantina.<br />

“Questa acquisizione ci consentirà di completare la nostra proposta<br />

con un numero maggiore di referenze, in particolare per la parte di<br />

impiantistica, elevando inoltre gli standard a livello di innovazione<br />

e qualità e confermando così la nostra leadership a livello globale”,<br />

commenta Mario Tomasoni, Chief Executive Officer del Gruppo<br />

AEB. “Siamo convinti che la conoscenza e l’esperienza che acquisiamo<br />

con Innotec, supporterà il miglioramento degli standard di<br />

automazione, ottimizzando tutti i processi nelle cantine e nelle<br />

aziende operanti nel comparto delle bevande”.<br />

“Siamo specializzati nella realizzazione di attrezzature di alto livello<br />

riconosciute in tutto il mondo per la loro tecnologia”, commenta<br />

Luca Zavarise, che manterrà la carica di amministratore delegato di<br />

Innotec e diventerà il secondo maggiore azionista dell’azienda. “I<br />

nostri sistemi garantiscono la rimozione dei microorganismi naturalmente<br />

presenti nelle bevande al fine di ottenere la stabilità biologica<br />

del prodotto imbottigliato”.<br />

Da evidenziare è anche la filosofia tailor-made che caratterizza l’azienda:<br />

“Ogni impianto che produciamo” – continua Zavarise – “è<br />

esclusivo, personalizzato e progettato sulla base delle esigenze del<br />

cliente. Sono certo che Innotec troverà nella forza commerciale di<br />

AEB la giusta integrazione, per trasmettere in maniera professionale<br />

e puntuale i propri contenuti tecnologici”.<br />

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appuntamenti<br />

Al centro del nuovo<br />

progetto espositivo<br />

i macchinari<br />

e le tecnologie<br />

per il processo<br />

e la lavorazione,<br />

ingredienti, materiali<br />

e attrezzature,<br />

ma anche soluzioni<br />

per il confezionamento<br />

e la conservazione<br />

del fresco.<br />

MEAT-TECH 2018: IN MOSTRA<br />

LA FILIERA DELLA CARNE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

24<br />

È sempre più completa l’offerta espositiva di Meat-Tech,<br />

la fiera di riferimento nel 2018 per l’industria internazionale<br />

della carne. Il nuovo progetto espositivo e la contemporaneità<br />

con Ipack-Ima (entrambe le manifestazioni<br />

sono in programma dal 29 maggio al 1° giugno 2018)<br />

sta infatti raccogliendo le adesioni delle principali aziende<br />

che operano nella filiera produttiva. Non solo realtà attive<br />

nella fornitura di macchinari e tecnologie per il processo e<br />

la lavorazione, ma anche aziende attive nella produzione<br />

di ingredienti, materiali e attrezzature.<br />

Meat-Tech 2018 si sta inoltre consolidando come punto<br />

di riferimento delle aziende che operano nella fornitura<br />

di soluzioni per il confezionamento e la conservazione<br />

del fresco, uno dei comparti più dinamici dell’industria<br />

alimentare.<br />

La seconda edizione rappresenta un’occasione unica e<br />

qualificata per offrire al visitatore una panoramica sempre<br />

più ampia di soluzioni innovative. Una fiera specializzata<br />

in tecnologie e prodotti per la lavorazione, conservazione,<br />

confezionamento e distribuzione delle carni, con un’offerta<br />

espositiva completa che spazia principalmente dalle<br />

tecnologie di abbattimento e macellazione a quelle di<br />

processo e trasformazione, dall’imballaggio e confezionamento,<br />

alle tecnologie per la lavorazione del pesce e dei<br />

prodotti ittici, ai sistemi di refrigerazione, agli ingredienti<br />

e additivi, ai materiale per la lavorazione, agli allestimenti<br />

e alle attrezzature per l’igiene e sicurezza dell’ambiente<br />

di lavoro.<br />

A completare l’offerta espositiva saranno inoltre due nuove<br />

aree speciali: Meat+ Cold Chain Solution ospiterà le<br />

tecnologie per la catena del freddo, fondamentali a tutte<br />

le latitudini per conservare i prodotti prima, durante e<br />

dopo la lavorazione. Meat&More metterà invece in mostra<br />

attrezzature e materiali per la produzione, il taglio e il<br />

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appuntamenti<br />

confezionamento dei prodotti a base<br />

di carne, sempre più utilizzate anche<br />

dall’industria, oltre che dalla GDO,<br />

da negozianti e dalla ristorazione. Si<br />

tratta di tipologie di attrezzature e<br />

prodotti che consentono di assicurare<br />

un’ottima qualità nella preparazione<br />

dei prodotti e di aumentare la<br />

loro shelf life e il rispetto di norme<br />

igienico-sanitarie.<br />

Meat-Tech 2018 sarà inoltre contraddistinta<br />

da una articolata campagna<br />

di promozione finalizzata a favorire<br />

il networking tra espositori e visitatori.<br />

Tra gli strumenti più innovativi<br />

un’efficace piattaforma online di<br />

“My Matching” che permette di<br />

organizzare incontri one2one mirati<br />

tra domanda e offerta, rendendo<br />

ancora più proficua la partecipazione<br />

fieristica.<br />

Meat-Tech è la fiera targata Ipack-<br />

Ima, frutto della strategia e dell’esperienza<br />

di Fiera Milano e dell’associazione<br />

Ucima (Unione costruttori<br />

italiani macchine automatiche per il<br />

confezionamento e l’imballaggio) e<br />

può inoltre contare su un Comitato<br />

di indirizzo che ne condivide le linee<br />

strategiche. Ne fanno parte aziende<br />

leader, produttrici di tecnologie per<br />

il processing e packaging, di ingredienti,<br />

di attrezzature, di materiali<br />

per l’industria delle carni, associazioni<br />

di riferimento e produttori di<br />

salumi e carne fresca, quali: ABM<br />

Company, Anima Assofoodtec,<br />

Assica, Coligroup, Colussi Ermes,<br />

Europrodotti, Fratelli Pagani,<br />

Frutarom, GB Bernucci, Gherri Meat<br />

Technology, Handtmann Italia,<br />

Inox Meccanica, Levoni, M.A.V.<br />

Engineering, Minerva Omega Group,<br />

Niederwieser, Pulsar Industry, Risco,<br />

Rovagnati, Techpartner, Travaglini,<br />

Ulma Packaging, Velati, Veripack.<br />

Meat-Tech può inoltre beneficiare<br />

del sostegno delle più importanti<br />

associazioni di categoria, annoverando<br />

tra i suoi promotori: Assica<br />

(Associazione industriali delle carni<br />

e dei salumi) e Anima-Assofoodtec<br />

(Associazione italiana costruttori<br />

macchine, impianti, attrezzature<br />

per la produzione, la lavorazione e<br />

la conservazione alimentare) con le<br />

diverse realtà associative aderenti:<br />

Comaca, Costruttori italiani macchine<br />

per la lavorazione delle carni; i<br />

Costruttori affettatrici, tritacarne ed<br />

affini; l’Unione costruttori impianti<br />

frigoriferi.<br />

I settori in esposizione<br />

• Sistemi di abbattimento<br />

• <strong>Tecnologie</strong> di macellazione<br />

• <strong>Tecnologie</strong> di processo e trasformazione delle carni<br />

• <strong>Tecnologie</strong> e materiali per imballaggio<br />

e confezionamento<br />

• <strong>Tecnologie</strong> per la lavorazione del pesce<br />

e dei prodotti ittici<br />

• Sistemi di refrigerazione<br />

• Ingredienti, spezie, additivi per la lavorazione<br />

delle carni<br />

• Materiali per la lavorazione delle carni<br />

• Attrezzature per la pulizia, l’igiene e la sicurezza<br />

dell’ambiente di lavoro<br />

• Allestimenti per gli ambienti di lavoro<br />

• Attrezzature per il punto vendita<br />

• Carni fresche, carni congelate, consorzi, importatori,<br />

uffici promozione carni<br />

• Società di servizi, consulenza, Information Technology<br />

• Stampa, Istituzioni<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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25


appuntamenti<br />

ALIMENTARE BIOLOGICO: UNA CRESCITA SEMPRE PIÙ “SANA”<br />

Organizzata da BolognaFiere, Sana è l’unica<br />

manifestazione di riferimento in Italia per i<br />

settori del biologico e del naturale con oltre<br />

800 espositori e più di 47.000 visitatori.<br />

In programma dall’8 all’11 settembre <strong>2017</strong><br />

nel Quartiere fieristico di Bologna, Sana è<br />

marketplace e occasione di networking per<br />

i professionisti, gli operatori e le persone interessate<br />

al comparto, oltre che importante<br />

momento formativo e culturale, grazie al<br />

qualificato programma di convegni e workshop<br />

a cura di BolognaFiere, delle aziende e<br />

delle istituzioni e associazioni di categoria.<br />

A completare l’offerta sono Sana Novità, lo<br />

spazio che la fiera dedica all’innovazione,<br />

Sana Shop, l’area riservata alla prova e all’acquisto<br />

di prodotti e servizi, ma anche Sana<br />

Academy con i convegni professionali, l’Osservatorio<br />

Sana per l’aggiornamento dei dati<br />

sul biologico e il calendario di appuntamenti<br />

“off” che ogni anno anima strade e negozi<br />

del capoluogo felsineo.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

<strong>2017</strong>: continua il trend positivo<br />

L’intero sistema dell’alimentare biologico è<br />

in crescita; nel 2016 le vendite nel canale<br />

specializzato hanno registrato un +15%,<br />

nella Gdo addirittura un +20%, con trend<br />

positivi anche per i primi mesi del <strong>2017</strong>: gli<br />

aumenti nella grande distribuzione continuano<br />

a essere a doppia cifra, portando a<br />

oltre il 3% sul totale delle vendite alimentari<br />

la quota dell’organic (5 volte in più rispetto<br />

al 2000).<br />

È contemporaneamente sempre più ampio<br />

lo spettro di famiglie “user bio”, cresciute<br />

di 1,2 milioni di unità solo nel 2016, come<br />

fotografato dall’Osservatorio Sana <strong>2017</strong><br />

curato da Nomisma e promosso da<br />

BolognaFiere, con il patrocinio di FederBio<br />

e Assobio. In programma il prossimo 8 settembre,<br />

la presentazione dell’Osservatorio<br />

“Tutti i numeri del bio italiano” offrirà,<br />

quest’anno, i dati aggiornati sul biologico<br />

con un approfondimento sui nuovi trend nel<br />

mercato italiano e sui prodotti dedicati ai<br />

consumi di vegetariani e vegani.<br />

L’ottimo stato di salute del settore biologico<br />

si rispecchia anche nel successo di Sana, che<br />

si fa ogni anno più grande e diversificata<br />

nell’offerta merceologica, nella proposta<br />

formativa e nel calendario degli eventi all’interno<br />

e all’esterno del Quartiere fieristico.<br />

Le regole europee e i mercati stranieri<br />

fra i temi dei convegni<br />

A rendere unica la proposta espositiva del<br />

settore Alimentazione biologica, cuore storico<br />

della manifestazione, sarà la qualità e la<br />

diversificazione dell’offerta che si comporrà di<br />

aziende produttrici e distributrici di alimenti<br />

bio, enti di certificazione, istituzioni, produttori<br />

di attrezzature e prodotti per l’agricoltura<br />

biologica e l’apicoltura, oltre a società di<br />

packaging e confezionamento di cibi naturali.<br />

Alimenti freschi e confezionati, prodotti lattiero-caseari<br />

e gelati, alimenti a base di carne<br />

e di pesce, oli, pasta, riso, cereali, dolci e prodotti<br />

da forno, alimenti dietetici, miele e conserve,<br />

vini e bevande e tanto altro per proporre<br />

ai visitatori il meglio dell’offerta biologica<br />

italiana e internazionale.<br />

A completare l’offerta espositiva dell’evento<br />

anche un importante calendario di eventi a<br />

tema tra cui, il già citato Osservatorio Sana<br />

“Tutti i numeri del Bio italiano”, il convegno<br />

d’apertura “Quale regolamento per potenziare<br />

la crescita del biologico europeo?”<br />

organizzato da FederBio e il convegno<br />

IFOAM “Biologico 3.0: stato dell’arte e casi<br />

studio di buone pratiche nel Mediterraneo”.<br />

Durante le giornate di manifestazione ICE<br />

- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />

delle imprese italiane<br />

proporrà una serie di incontri per fare il punto<br />

sui mercati stranieri del biologico, mentre<br />

Assobio terrà il convegno “Attenti a quei<br />

due. Il mercato biologico nel canale specializzato<br />

e nella gdo” focalizzato sul mercato<br />

italiano.<br />

A questi si aggiungeranno i numerosi appuntamenti<br />

organizzati dagli enti di certificazione<br />

e dalle aziende espositrici.<br />

26<br />

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appuntamenti<br />

SCIENZE SENSORIALI: UN CORSO SUL PRODUCT DEVELOPMENT<br />

Le scienze sensoriali si stanno confermando sempre di più come<br />

l’ambito decisivo per la messa a punto di strumenti in grado di<br />

mettere in comunicazione chi produce prodotti alimentari e chi li<br />

consuma: per questa ragione, il Centro di valutazione alimentare<br />

di Cast Alimenti, in collaborazione con la Società italiana di scienze<br />

sensoriali, ha deciso di lanciare un nuovo corso di formazione professionale:<br />

Scienze sensoriali - Metodi e applicazioni per il product<br />

development (Brescia, 28-29 settembre e 5-6 ottobre - costo: 850<br />

euro + iva).<br />

“I progressi nelle neuroscienze e nelle scienze del comportamento,<br />

una statistica sempre più solida e specializzata” – spiega Dario<br />

Mariotti, business developer di Cast Alimenti – “consentono una<br />

sempre maggiore affidabilità nella capacità di previsione del comportamento<br />

dei consumatori. “Il corso intensivo si propone perciò<br />

di offrire ai partecipanti la possibilità di acquisire e applicare le più<br />

aggiornate tecniche delle scienze sensoriali, con particolare attenzione<br />

ai metodi a supporto della prototipazione e validazione dei<br />

prodotti gastronomici.<br />

Le lezioni avranno un carattere teorico/pratico con casi concreti di<br />

studio e analisi dei dati, utilizzando software statistici dedicati e<br />

largamente disponibili e accessibili in Rete. Il corso, realizzato presso<br />

i laboratori di Cast Alimenti, costituisce prerequisito per la richiesta<br />

dell’attestazione di qualità e qualificazione professionale per i<br />

servizi prestati dal Sensory Project Manager.<br />

Ecco gli argomenti trattati: accanto a un’introduzione alle scienze<br />

sensoriali, nell’ambito della quale si parlerà di panel, test discriminanti,<br />

fattori psicologici, interazioni sensoriali, si approfondirà la<br />

caratterizzazione sensoriale dei prodotti, anche attraverso l’uso di<br />

software dedicati; saranno poi approfonditi la caratterizzazione<br />

sensoriale, lo studio delle combinazioni in cucina, i concetti di preferenza<br />

e accettabilità, la relazione tra emozioni e product development,<br />

fino ad arrivare alla definizione del profilo emozionale di<br />

un prodotto.<br />

Le figure professionali interessate sono: responsabili e addetti alla<br />

ricerca e sviluppo di aziende di produzione e trasformazione alimentare;<br />

tecnici e professionisti addetti a processi di trasformazione gastronomica<br />

degli alimenti; responsabili e addetti agli approvvigionamenti;<br />

tutti coloro che sono interessati alla valutazione sensoriale<br />

degli alimenti su base statistica e ad acquisire gli elementi fondamentali<br />

di previsione del comportamento dei consumatori.<br />

Cast Alimenti (Centro arte scienza tecnologia dell’alimento) è un<br />

istituto di formazione nato nel 1996. Unica scuola in Italia ad offrire<br />

corsi specifici per tutti i mestieri del gusto in aule-laboratorio specificatamente<br />

attrezzate, Cast Alimenti si rivolge ai giovani così come<br />

ai professionisti già affermati mettendo a loro disposizione maestri<br />

e strumenti idonei a coniugare l’essere, il sapere e il saper fare.<br />

Grande attenzione viene data ai prodotti tipici del Made in Italy, al<br />

centro dei programmi di studio e delle lezioni pratiche in aula.<br />

TOUR DI FORMAZIONE TECNICA CON SDPROGET<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

28<br />

Convinta dell’importanza del continuo aggiornamento dei progettisti,<br />

SDProget Industrial Software organizza un tour itinerante<br />

di formazione tecnica avanzata su SPAC Automazione. I corsi<br />

avranno una durata di 3 giorni e si terranno tra settembre <strong>2017</strong><br />

e giugno 2018 in sei città italiane.<br />

I corsi sono rivolti ad attuali utilizzatori di SPAC Automazione e<br />

hanno l’obiettivo di formare il professionista all’utilizzo dettagliato<br />

di tutte le potenzialità del software. Il programma prevede<br />

un’alternanza di teoria e pratica per favorire l’apprendimento<br />

delle diverse funzioni, anche quelle meno ordinarie, e della vasta<br />

serie di comandi del software.<br />

Al termine di ciascun corso verrà rilasciato un Attestato di<br />

Qualifica SPAC ufficiale, quale riconoscimento dell’acquisita<br />

esperienza nell’uso del software. Ai partecipanti sarà inoltre consegnato<br />

un Tutorial che permetterà di ripetere le esercitazioni in<br />

autonomia.<br />

Questa iniziativa mira a ridurre il crescente divario tra potenzialità<br />

degli strumenti e loro reale impiego: l’evoluzione tecnologica<br />

permette infatti di perfezionare continuamente gli strumenti<br />

offerti alle imprese, ma gli operatori spesso faticano a dedicare<br />

sufficiente tempo e risorse all’aggiornamento. Come conseguenza,<br />

gli strumenti a disposizione vengono impiegati sfruttando<br />

solo parzialmente il potenziale di produttività che offrono.<br />

Il calendario dei corsi<br />

Almese 13-14-15 settembre <strong>2017</strong><br />

Pesaro 11-12-13 ottobre <strong>2017</strong><br />

Padova 15-16-17 novembre <strong>2017</strong><br />

Milano 14-15-16 febbraio 2018<br />

Prato 11-12-13 aprile 2018<br />

Roma 13-14-15 giugno 2018<br />

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appuntamenti<br />

L’agenda<br />

Sana<br />

8-11 settembre <strong>2017</strong><br />

Bologna<br />

www.sana.it<br />

Drinktec<br />

11-15 settembre <strong>2017</strong><br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.drinktec.com<br />

Cheese<br />

15-17 settembre <strong>2017</strong><br />

Bra (CN)<br />

www.slowfood.it<br />

Process Expo<br />

19-22 settembre <strong>2017</strong><br />

Chicago, Usa<br />

www.myprocessexpo.com<br />

Forum Meccatronica<br />

26 settembre <strong>2017</strong><br />

Ancona<br />

www.forumeccatronica.it<br />

Anuga<br />

7-10 ottobre <strong>2017</strong><br />

Colonia, Germania<br />

www.anuga.com<br />

IO-Link User Workshop<br />

11 ottobre <strong>2017</strong><br />

Torino<br />

www.iolinkworkshop.it<br />

SAVE<br />

18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />

Verona<br />

www.exposave.com<br />

MCM<br />

18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />

Verona<br />

www.mcmonline.it<br />

Swop<br />

7-10 novembre <strong>2017</strong><br />

Shanghai, Cina<br />

www.swop-online.com/en<br />

www.interprogettied.com<br />

Gluten Free Expo<br />

18-21 novembre <strong>2017</strong><br />

Rimini<br />

www.glutenfreeexpo.eu<br />

Lactose Free Expo<br />

18-21 novembre <strong>2017</strong><br />

Rimini<br />

www.lactosefreeexpo.com<br />

SPS IPC Drives<br />

28-30 novembre <strong>2017</strong><br />

Norimberga, Germania<br />

www.mesago.de/en/SPS<br />

Sigep<br />

20-24 gennaio 2018<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

Upakovka<br />

23-26 gennaio 2018<br />

Mosca, Russia<br />

www.upakovka-tradefair.com<br />

Prosweets-ISM<br />

28-31 gennaio 2018<br />

Colonia, Germania<br />

www.prosweets.com<br />

www.ism-cologne.com<br />

Fieragricola<br />

31 gennaio-3 febbraio 2018<br />

Verona<br />

www.fieragricola.it<br />

Aquafarm<br />

15-16 febbraio 2018<br />

Pordenone<br />

www.aquafarm.show<br />

Anuga Foodtec<br />

20-23 marzo 2018<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Vinitaly<br />

15-18 aprile 2018<br />

Verona<br />

www.vinitaly.com<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

29


global watch<br />

CIOCCOLATO: IL PIACERE CHE FA BENE<br />

Il cioccolato riduce il colesterolo “cattivo”, è antiossidante, migliora l’umore e la circolazione sanguigna.<br />

La Svizzera si conferma il paese con il maggior consumo pro capite. Presentiamo una rassegna internazionale<br />

di prodotti a base di cacao (con il contribuito di helpdesk@innovami.com).<br />

Il record mondiale dei consumi di cioccolato, secondo gli ultimi<br />

dati disponibili, è da attribuire alla Svizzera, con una media di<br />

nove chili all’anno per persona, equivalente a 209 tavolette<br />

standard; la Germania rimane stabile, in seconda posizione,<br />

con un consumo elevato pro capite, anche se registra un lieve<br />

calo dello 0,2%; l’Austria al terzo posto, l’Irlanda al quarto ed<br />

il Regno Unito al quinto posto con valori elevati e in lieve crescita.<br />

Il Nord Europa, con Norvegia, Finlandia e Paesi Bassi, fa<br />

registrare performance inferiori, mentre per i mercati dell’Est<br />

Europa e la Russia, le performance risultano migliori. Dall’analisi<br />

effettuata risulta anche che, sia l’Europa occidentale che gli Stati<br />

Uniti continuano a registrare i tassi di consumo pro capite più<br />

CHOCOFLAKES, CINA<br />

73% di cacao<br />

FELFORT, ARGENTINA<br />

Barretta di cioccolato dietetica<br />

AINE HANDMADE CHOCOLATE, IRLANDA<br />

Tavoletta di cioccolato con 95% di cacao<br />

FILBERT’S, USA<br />

Mandorle arrostite e cioccolato<br />

COLOSSEO, UNGHERIA<br />

Gelato al cioccolato<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

30<br />

MEJI, GIAPPONE<br />

Tè al cioccolato<br />

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global watch<br />

alti, anche se gli esperti ritengono che questa positiva tendenza<br />

è destinata a invertirsi nei prossimi anni (fonte: Euromonitor).<br />

In Italia il consumo pro capite annuale non supera invece i 4<br />

kg. La preferenza è per il fondente e i nuovi formati, sempre<br />

più originali e capaci di garantire visibilità su scaffali ormai affollatissimi.<br />

Anche gli ingredienti vengono mixati in un’ampia<br />

varietà di gusti.<br />

Il cioccolato ha caratteristiche positive nell’alimentazione.<br />

Riduce il colesterolo “cattivo” nel sangue, apporta sazietà, è<br />

antidepressivo, è ricco di flavonoidi e antiossidanti, di anticoagulanti<br />

che migliorano la circolazione sanguigna, aiuta quindi<br />

a essere più svegli e attivi.<br />

Il gusto del cioccolato proviene soprattutto dal cacao presente,<br />

in particolare da quello del burro di cacao che, attraverso la<br />

sua cremosità, distribuisce il piacevole sapore in bocca all’atto<br />

del consumo.<br />

Da diversi anni il cioccolato viene considerato, per il suo contenuto<br />

di cacao, come un apportatore principale di antiossidanti.<br />

Oggi si trovano sul mercato prodotti contenenti fino all’80%<br />

di cacao.<br />

Il cacao, rispetto ad altri prodotti esotici, non contribuisce a<br />

danneggiare l’ambiente di coltivazione, essendo le zone di produzione<br />

conservate e curate da secoli in piantagioni del tutto<br />

specifiche.<br />

ALIPENDE, SPAGNA<br />

Cioccolatini farciti con fragola<br />

AMEDEI, ITALIA<br />

Cioccolato fondente extra al 70% con noci<br />

RICHOCO, INDIA<br />

Biscotti wafer al cioccolato<br />

FREDDI, ITALIA<br />

Barretta di cioccolato farcita<br />

VENCHI, ITALIA<br />

Cioccolato e crema di nocciola spalmabile<br />

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CADBURY, REGNO UNITO<br />

Barretta di caramello ricoperta di cioccolato al latte<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

31


ingredienti<br />

COLORANTI NATURALI PER ALIMENTI SALATI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

32<br />

Il Gruppo GNT sta nuovamente ottimizzando in maniera sostanziale<br />

il proprio innovativo portfolio prodotti: lanciando la prima<br />

gamma di colori completa e veramente naturale per prodotti salati.<br />

Il fornitore leader di sostanze alimentari coloranti sta gettando<br />

un’altra pietra miliare. Le nuove soluzioni per alimenti salati<br />

Exberry ® sono ideali per conferire qualsiasi tonalità desiderata a<br />

tutti i tipi di applicazioni nel settore, e allo stesso tempo per offrire<br />

prestazioni eccellenti e facilità di uso. Operando in quest’ulteriore<br />

mercato, del valore di oltre 220 miliardi di euro, l’azienda sta rafforzando<br />

ulteriormente la propria posizione come leader del mercato<br />

e dell’innovazione nel settore.<br />

“Con questa gamma unica, stiamo rendendo il mercato degli alimenti<br />

salati significativamente più naturale, e stiamo ottimizzando fortemente<br />

l’impatto visivo”, dichiara Paul Collins, responsabile delle<br />

vendite internazionali e del marketing. “In altre categorie, i concentrati<br />

di frutta e verdure stanno già diventando lo standard del settore.<br />

Il mercato degli alimenti salati, tuttavia, è ancora colorato prevalentemente<br />

da spezie e additivi. Adesso, i produttori del settore hanno<br />

finalmente l’opportunità di abbandonare gli additivi come il carminio,<br />

il caramello o la clorofilla rameica, senza dover compromettere la<br />

brillantezza e la varietà, l’equilibrio e la conservazione”.<br />

Un arcobaleno di colori per applicazioni universali<br />

Dal giallo all’arancione, dal rosso al rosa, marrone, blu o verde, la<br />

gamma di sapori offre tutte le tonalità richieste. Possono essere<br />

usati in tutte le applicazioni che vanno dalla carne e surrogati di<br />

carne, prodotti UHT o minestre istantanee, mix di salse fresche e<br />

asciutte ai sughi e condimenti come i sottaceti. Essendo disponibili<br />

sotto forma liquida o in polvere, sono adatti per ogni necessità.<br />

Durante l’utilizzo, non si verifica alcuna colorazione degli impianti<br />

produttivi: questo semplifica notevolmente i processi di produzione.<br />

Come per tutte le soluzioni GNT, i nuovi concentrati hanno standardizzato<br />

le proprietà di colorazione, diversamente dalle spezie<br />

comunemente usate, pertanto, permettono un dosaggio altamente<br />

accurato e forniscono il pieno controllo sull’aspetto dei cibi. Di<br />

conseguenza, i produttori hanno maggiori opportunità di colorazione<br />

per una maggiore innovazione nelle ricette.<br />

Ingredienti riconoscibili grazie a etichette chiare<br />

Tutte le soluzioni per gli alimenti salati Exberry sono ricavate esclusivamente<br />

da comuni vegetali e piante commestibili, attraverso<br />

delicati processi fisici come la pressatura, la triturazione e il filtraggio.<br />

Nessun solvente organico o chimico viene utilizzato. Quindi,<br />

non si tratta di additivi ma di alimenti con proprietà coloranti che<br />

possono essere dichiarati semplicemente come alimenti nella lista<br />

degli ingredienti, permettendo la creazione di un’etichetta pulita.<br />

Oltretutto, si selezionano solo quelle materie prime adatte alle<br />

associazioni di gusti delle ricette salate. Tutti i concentrati sono<br />

privi di allergeni, OGM e olio di palma e sono adatti per vegetariani,<br />

kosher e cibo halal.<br />

“I produttori di alimenti salati che vogliono essere sempre un passo<br />

avanti rispetto ai propri concorrenti devono trovare modi per<br />

soddisfare la crescente domanda di ingredienti puliti e semplici da<br />

parte dei consumatori. Dato che il colore è uno dei fattori determinanti<br />

nella decisione di acquisto, non possono scendere a compromessi<br />

quando si tratta dell’impatto visivo dei loro prodotti,”<br />

dichiara Collins. “Con le nostre soluzioni per gli alimenti salati,<br />

permettiamo ai produttori di superare queste sfide e di affrontare<br />

il passaggio successivo attraverso nuovi modelli di colori, mantenendo<br />

allo stesso tempo un prodotto naturale”.<br />

I produttori interessati a passare alle nuove colorazioni ricevono<br />

una consulenza su misura da parte degli esperti GNT, che forniscono<br />

assistenza attraverso l’intero processo di sviluppo del prodotto,<br />

dalla ricerca del concentrato ideale per la tonalità desiderata al test<br />

di stabilità e alla consulenza normativa.<br />

Ulteriori informazioni su GNT e sulle nuove soluzioni per alimenti<br />

salati Exberry sono disponibili al seguente indirizzo: http://gntgroup.com/eu-en/node/3385.<br />

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sicurezza<br />

Un rapporto dell’OMS<br />

segnala un incremento<br />

delle principali infezioni<br />

alimentari, anche nell’Ue.<br />

Fra le cause: la crescita<br />

del consumo di pasti fuori<br />

casa o pre-cotti, la scarsa<br />

cura nella preparazione<br />

e conservazione del cibo,<br />

il mancato rispetto<br />

delle norme igieniche.<br />

Ecco una rassegna dei più<br />

diffusi agenti patogeni.<br />

Escherichia coli 0157:H7<br />

in laboratorio<br />

INTOSSICAZIONI ALIMENTARI:<br />

GLI AGENTI PATOGENI RESPONSABILI<br />

di Livio<br />

Leali*<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

*già docente di<br />

Ispezione e Controllo<br />

del Latte e degli<br />

Alimenti Derivati<br />

presso l’Università<br />

degli Studi di Milano,<br />

Past President<br />

della S.I.M.A.<br />

(Società Italiana<br />

di Microbiologia<br />

Applicata)<br />

Ogni anno una persona su dieci viene colpita da una intossicazione<br />

alimentare: i casi di decesso salgono a 420<br />

mila all’anno. I Paesi più coinvolti risultano quelli delle<br />

Regioni africane e del Sud Est asiatico e i più colpiti sono<br />

i bambini al di sotto dei cinque anni di età, con 125 mila<br />

decessi l’anno.<br />

Sono dati che emergono dal rapporto “Estimates of<br />

the global burden of foodborn diseases”, pubblicato<br />

dall’OMS a dicembre 2015. Anche nell’Ue e in Italia si<br />

nota un incremento delle principali infezioni alimentari.<br />

In testa alle cause di tali patologie risultano le infezioni<br />

da Campylobacter, che hanno superato di gran lunga le<br />

tradizionali Salmonelle. Le statistiche dell’Ue attribuiscono<br />

all’Italia il secondo posto nella classifica delle intossicazioni<br />

alimentari registrate, in base ai dati forniti dal nuovo<br />

report europeo sulle zoonosi e sugli episodi epidemici di<br />

tossinfezione alimentare (European Union summary report<br />

on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents<br />

and foodborn outbreaks in 2014) pubblicato dall’Efsa<br />

e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo<br />

delle malattie (Ecdc) nel documento 17/12/2015. A livello<br />

europeo si registra una crescita delle salmonellosi,<br />

che invece da anni segnavano un trend in diminuzione.<br />

Oltre alle Salmonelle, i principali patogeni che si ritrovano<br />

nei prodotti di origine animale sono Campylobacter<br />

jejuni, Clostridium perfringens, Escherichia coli 0157:H7,<br />

Listeria monocytogenes e Staphylococcus aureus.<br />

Complessivamente sono responsabili annualmente di una<br />

incidenza che va da 3,3 a 12,3 milioni di casi di intossicazioni<br />

alimentari, con 3900 decessi, causando un costo<br />

stimato da 6,5 a 34 miliardi di dollari calcolando anche<br />

gli oneri delle spese sanitarie e la mancata produttività<br />

lavorativa dei malati. Le cifre citate rivelano una costante<br />

ascesa nel mondo delle malattie trasmesse da alimenti,<br />

34<br />

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sicurezza<br />

specialmente nei Paesi industrializzati.<br />

Tale tendenza è attribuita in gran<br />

parte alla modifica dello stile di vita e<br />

conseguente scelta dei consumi alimentari<br />

da parte dei consumatori. Le<br />

esigenze lavorative e di studio hanno<br />

comportato un aumento del numero<br />

dei pasti consumati fuori casa. Negli<br />

Usa tale fenomeno è ritenuto responsabile<br />

dell’80% degli episodi di<br />

intossicazione segnalati. È aumentato<br />

altresì il numero dei punti di ristoro<br />

(bar, chioschi) che si sono aggiunti a<br />

ristoranti e mense preesistenti, fatto<br />

che ha comportato anche difficoltà a<br />

effettuare un efficace controllo sanitario.<br />

Nelle famiglie la disponibilità di<br />

tempo si è ridotta, sovente lavorano<br />

anche le donne e ciò ha limitato drasticamente<br />

la propensione alla preparazione<br />

casalinga del cibo, procurato<br />

piuttosto con il ricorso a pasti pronti,<br />

soggetti a esigenze spesso trascurate,<br />

come una pronta refrigerazione e un<br />

consumo sollecito. Per gli impegni dei<br />

genitori, i minori, in molte famiglie, si<br />

trovano nelle condizioni di prepararsi<br />

da se stessi il pasto, con modalità<br />

improvvisate e sovente non corrette<br />

(per esempio inadeguato riscaldamento,<br />

rischi di contaminazione incrociata<br />

di cibi cotti con quelli crudi).<br />

La disponibilità di gusti nuovi e di<br />

prodotti fuori stagione, importati da<br />

Paesi lontani, comportano il pericolo<br />

di infettarsi con agenti autoctoni,<br />

non usuali. La diffusione dei regimi<br />

dietetici, fondati di solito sull’uso di<br />

vegetali crudi, che sono potenzialmente<br />

contaminati, favorisce i rischi<br />

di contrarre infezioni; così pure la<br />

provenienza di certi alimenti, come<br />

ad esempio il pollame che viene da<br />

allevamenti intensivi, dove gli agenti<br />

infettivi trovano facile sviluppo e si<br />

trasmettono per una scarsa cottura<br />

del cibo. Si tenga conto anche che sovente<br />

un alimento viene manipolato,<br />

nelle fasi di lavorazione e durante il<br />

confezionamento, da personale non<br />

appropriatamente addestrato alle<br />

norme igieniche. I controlli sulle linee<br />

di produzione (sistema HACCP) sono<br />

Negli Usa<br />

il consumo<br />

dei pasti fuori casa<br />

è ritenuto<br />

responsabile<br />

dell’80%<br />

degli episodi<br />

di intossicazione<br />

L’osservazione<br />

delle norme<br />

igieniche è alla<br />

base<br />

della prevenzione<br />

previsti per limitare questo rischio, ma<br />

non sempre attuati rigorosamente.<br />

Infine si deve ammettere che gran<br />

parte della popolazione sovente ha<br />

una scarsa propensione al rispetto<br />

delle più elementari norme igieniche,<br />

soprattutto nei riguardi della prevenzione<br />

dei contagi di natura oro fecale.<br />

Lo dimostra la scarsa attenzione<br />

che si è osservata nei riguardi della<br />

loro prevenzione. Per esempio in un<br />

recente studio dell’American Society<br />

for Microbiology, è emerso che il<br />

21,3% del campione studiato (6330<br />

persone adulte) non aveva l’abitudine<br />

di lavarsi le mani dopo l’uso della<br />

toilette. Nel 2015 le intossicazioni<br />

hanno rappresentato la principale<br />

malattia trasmessa dagli alimenti, in<br />

misura del 58%, seguita dagli avvelenamenti<br />

da funghi (27%), dalle intossicazioni<br />

da istamina (7%) e da quelle<br />

da tossina botulinica (7%). Gli agenti<br />

causali delle infezioni batteriche, oltre<br />

al Clostridium botulinum, risultano<br />

Salmonella spp e Staphylococcus<br />

aureus. Le tipizzazioni di Salmonella<br />

spp dimostrano una prevalenza di S.<br />

typhymurium e della nuova variante<br />

monobasica 4,5,12:i, mentre confermano<br />

la quasi scomparsa di S. enteritidis.<br />

Gli alimenti identificati come<br />

sospetti di focolai di tossinfezione<br />

alimentare sono i prodotti della pesca<br />

(24%) e i prodotti carnei (19%).<br />

Dubbi emergono per le uova, identificate<br />

come sospette nel 13% delle indagini<br />

epidemiologiche e poi trovate<br />

raramente nei corrispondenti controlli<br />

sulle matrici alimentari. Per quanto riguarda<br />

le matrici di origine vegetale i<br />

sospetti hanno riguardato solo il 6%<br />

dei casi. Gli episodi verificati sono stati<br />

quasi sempre riscontrati a livello di<br />

abitazioni private (52%) e nella ristorazione<br />

pubblica (33 %) dovuti quasi<br />

sempre a fattori comportamentali,<br />

come ad esempio una scorretta temperatura<br />

di conservazione o fenomeni<br />

di contaminazione incrociata.<br />

Passiamo in rassegna alcuni tra i più<br />

diffusi agenti patogeni responsabili di<br />

intossicazioni alimentari.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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35


sicurezza<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Salmonelle<br />

Sono già state trattate diffusamente in<br />

precedenti note (Leali, L.: Rivista delle<br />

<strong>Tecnologie</strong> <strong>Alimentari</strong> (1) <strong>2017</strong>, 30).<br />

Staphylococcus aureus<br />

È un microrganismo caratterizzato dal<br />

caratteristico pigmento giallo oro che<br />

assume quando si sviluppa sui terreni<br />

di coltura. Gli stafilococchi sono batteri<br />

di forma sferica, del diametro di 0,8 -<br />

1,2 micron, immobili, anaerobi facoltativi,<br />

asporigeni, catalasi positivi. In<br />

coltura assumono aspetto di grappoli,<br />

formati da ammassi irregolari. Sono<br />

largamente diffusi in natura, come comuni<br />

componenti della normale flora<br />

saprofitica e si localizzano sulle mucose<br />

delle prime vie respiratorie, sulla pelle,<br />

nell’apparato intestinale delle persone.<br />

Vengono distinti, in base alla capacità<br />

di coagulare il plasma, in coagulasi<br />

positivi e coagulasi negativi. I ceppi<br />

patogeni appartengono generalmente<br />

ai coagulasi positivi, proprietà usata<br />

a scopi diagnostici: la prova della coagulasi<br />

si esegue aggiungendo poche<br />

gocce della coltura di stafilococco in<br />

esame al plasma contenuto in una<br />

provetta. Lo stafilococco aureo può<br />

provocare una particolare patologia<br />

cosiddetta della “sindrome della cute<br />

ustionata” che colpisce generalmente<br />

i bambini e più raramente anche gli<br />

adulti. Si manifesta a livello cutaneo o<br />

anche orofaringeo. Quando colpisce<br />

la pelle si estende a tutte le parti del<br />

Staphylococcus<br />

aureus<br />

corpo, dando luogo alla formazione di<br />

bolle cutanee, sia isolate che diffuse, le<br />

quali, quando si rompono, lasciano la<br />

cute sottostante fortemente arrossata<br />

come se avesse subito una ustione.<br />

Negli adulti l’infezione può assumere<br />

una notevole gravità e avere infausti<br />

esiti. Deve essere opportunamente<br />

curata.<br />

Altra patologia provocata da S. aureus<br />

è la sindrome dello shock tossico (Toxic<br />

Shock Syndrom): può colpire bambini<br />

e giovani donne. Esordisce con febbre<br />

alta, cefalee, congiuntivite, indi vomito<br />

e diarrea. Subentra un eritema maculare,<br />

che si estende alle estremità.<br />

Se progredisce può provocare esito<br />

infausto nell’arco di 48 ore, per stato<br />

ipertensivo (collasso generalizzato).<br />

Tra gli stafilococchi coagulasi negativi<br />

la più pericolosa è la specie<br />

Staphylococcus epidermidis; negli<br />

ambienti ospedalieri può provocare<br />

infezioni delle vie urinarie arrecate dai<br />

cateteri e anche endocarditi nei portatori<br />

di protesi valvolari. La terapia<br />

esige l’uso di antibiotici specifici, in<br />

quanto trattasi di specie penicillinoresistente.<br />

Altro agente patogeno è<br />

pure S. saprophyticus, causa di cistiti<br />

e antibiotico-resistente. Per la diagnosi<br />

valgono esami colturali di laboratorio<br />

mediante adatti terreni colturali e anche<br />

in questo caso saranno le prove<br />

di laboratorio, come l’antibiogramma,<br />

a suggerire la scelta dell’antibiotico.<br />

Come prevenzione viene suggerito<br />

il lavaggio frequente delle mani con<br />

saponi antisettici e l’uso di mascherine<br />

protettive. Negli ospedali si suole ricorrere<br />

all’isolamento. Parenti stretti degli<br />

Stafilococchi sono gli Streptococchi,<br />

batteri disposti in catenelle, capsulati,<br />

immobili, asporigeni, catalasi e ossidasi<br />

negativi. In laboratorio quest’ultimi<br />

vengono sottoposti a prove per verificare<br />

l’attività emolitica, seminandoli<br />

in agar contenente sangue di pecora<br />

o di cavallo. Le colonie crescono circondate<br />

da aloni in base ai quali vengono<br />

classificati in alfa, beta emolitici<br />

e gamma, quest’ultimi quelli che non<br />

presentino emolisi. Gli Streptococchi,<br />

da parte loro, sono responsabili di<br />

molte patologie, che vanno dalle infezioni<br />

oro-faringee alla scarlattina, nonché<br />

alla insorgenza di polmoniti, meningiti<br />

o setticemie varie. Pericoloso è<br />

Streptococcus piogenes, dotato di numerosi<br />

fattori di virulenza e responsabile<br />

del rash della scarlattina. Negli<br />

alimenti è importante Streptococcus<br />

agalactiae, che è causa delle mastiti<br />

negli animali lattiferi, con richiamo di<br />

cellule del processo infiammatorio, il<br />

cui numero è divenuto uno degli indici<br />

accertati in laboratorio per giudicare la<br />

salubrità del latte.<br />

Listeria monocytogenes<br />

Conosciuto da tempo (è stato scoperto<br />

da E. Murray nel 1926) questo<br />

microrganismo ha esacerbato i suoi<br />

effetti patogeni in epoca abbastanza<br />

recente. È un microrganismo ubiquitario,<br />

ampiamente diffuso nel suolo,<br />

nelle piante, negli animali, particolarmente<br />

nei bovini e ovini. Deve la sua<br />

denominazione al modo nel quale<br />

sviluppa la sua patologia, in quanto è<br />

in grado di invadere l’epitelio gastrointestinale<br />

e di stabilirsi nei monociti e<br />

nei macrofagi, con aumento del loro<br />

numero nel sangue. Ha forma bastoncellare,<br />

pleomorfo, Gram positivo,<br />

aerobio-anaerobio facoltativo, acapsulato,<br />

asporigeno, dotato di flagelli e<br />

perciò mobile, è catalasi+; si sviluppa<br />

in un intervallo di temperatura ampio,<br />

da 1°C a 45°C, ma è vitale anche a<br />

0°C nonché a temperature di 70-<br />

72°C per alcuni minuti. L’optimum di<br />

36<br />

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sicurezza<br />

sviluppo è 36-38°C. Cresce su terreni<br />

ricchi di sangue, specie se addizionati<br />

di glucosio, dando beta-emolisi; in<br />

agar semisolido o in terreno liquido si<br />

evidenzia la motilità. L’arricchimento si<br />

ottiene in brodo di Fraser. Per l’isolamento<br />

da campioni alimentari si utilizza<br />

l’ALOA, che è un terreno selettivo.<br />

Forma colonie blu-verdi, per azione<br />

della beta-glucosidasi. I principali cibi<br />

implicati in questa infezione sono le<br />

insalate, i cavoli, talvolta il latte anche<br />

pastorizzato, i formaggi freschi, patè,<br />

i prodotti di carne suina, insaccati e<br />

hot-dog. Sono stati indicati responsabili<br />

anche il pollame poco cotto e<br />

le salsicce crude. Colpisce le persone<br />

che hanno contatti con animali infetti.<br />

In soggetti anziani immunocompromessi,<br />

possono svilupparsi patologie<br />

gravi come setticemia, meningite<br />

ad andamento torpido, cardiopatie,<br />

sintomi gastrointestinali. La diagnosi<br />

si conferma con l’isolamento del<br />

microrganismo dal sangue. La terapia<br />

è a base di antibiotici (ampicillina<br />

+ aminoglucoside o trimetoprim<br />

sulfametazolo). Nei casi più gravi la<br />

prognosi è spesso infausta. Listeria<br />

monocytogenes è un microrganismo<br />

che balzò nelle cronache sanitarie anni<br />

fa. Questo agente patogeno ha destato<br />

molto clamore in una epidemia<br />

avvenuta in Svizzera negli anni tra il<br />

1983 e il 1987. Ha causato 122 casi<br />

di malattia, con 34 decessi. L’origine<br />

è stata identificata nel consumo di un<br />

formaggio denominato “Vacherin<br />

Mont d’Or”. In Francia si sviluppò<br />

una epidemia nel 1992: 279 casi con<br />

22 aborti e 63 decessi. L’infezione<br />

venne attribuita al consumo di lingua<br />

di maiale. Il patogeno risulta molto<br />

diffuso nell’ambiente e può infettare<br />

tutti gli alimenti crudi. Viene distrutto<br />

dalla cottura completa ed efficiente<br />

dei cibi. L’incubazione della malattia<br />

è di solito di tre settimane, ma si sono<br />

verificati casi variabili da 3 a 70 giorni<br />

dopo il contatto con materiale infetto.<br />

I patogeni vengono spesso eliminati<br />

con le feci. Origina anche dal suolo,<br />

dai foraggi, dall’acqua, dagli insilati.<br />

L’uomo può essere portatore asintomatico.<br />

Rappresenta un rischio per<br />

le donne gravide e i bambini. I casi<br />

durante la gravidanza danno esito<br />

nell’aborto o parto prematuro e a<br />

nascituri con problemi di salute. Negli<br />

animali colpisce bovini, ovini, caprini. È<br />

stata segnalata anche in volatili, pesci<br />

e crostacei. Negli ovini si manifestano<br />

patologie di natura neurologica. Nei<br />

bovini si sono riscontrati casi di localizzazione<br />

alla mammella, con rischio<br />

di eliminazione con il latte, tanto che si<br />

consiglia il consumo di quello trattato<br />

con alta pastorizzazione o l’UHT. Per<br />

le verdure vale sempre la raccomandazione<br />

di un prolungato ed efficiente<br />

lavaggio. Il microrganismo è stato<br />

individuato anche negli insilati. Negli<br />

Usa l’infezione colpisce 2500 persone<br />

ogni anno e almeno 500 hanno esito<br />

letale. Nel 1985 è insorta una epidemia<br />

in California causata da formaggi<br />

“mexican style”.<br />

I Clostridi<br />

È un genere che comprende oltre<br />

200 specie di bacilli, Gram-positivi,<br />

anaerobi, che formano spore resistenti<br />

al calore. Si tratta di microrganismi<br />

ubiquitari, che possono essere<br />

isolati dal suolo, dall’acqua, dalla<br />

Listeria<br />

monocytogenes<br />

Clostridium<br />

perfringens<br />

polvere, da feci, da insetti e infine anche<br />

da alimenti. Una cinquantina di<br />

specie sono causa di patologie negli<br />

animali e nell’uomo. Sono prevalentemente<br />

le seguenti: Clostridium<br />

tetani, C. botulinum, C. perfringens,<br />

C. difficile. Clostridium botulinum è<br />

un bacillo anaerobio, Gram +, sporigeno,<br />

produttore di una tossina o<br />

meglio “neurotossina”, che causa il<br />

botulismo nell’uomo e negli animali.<br />

In riferimento alle proprietà sierologiche,<br />

i ceppi di c. botulinum sono<br />

distinti in sette sierotipi, classificati in<br />

quattro gruppi. I ceppi che causano il<br />

botulismo nell’uomo appartengono ai<br />

gruppi I e II e generano tossine tipo A,<br />

B, E, F. Attaccano il sistema nervoso.<br />

Anche un piccolissimo quantitativo<br />

di tossina ( 30 ng ) è sufficiente per<br />

provocare la malattia. Il botulismo<br />

di origine alimentare risulta essere<br />

quello prevalente in tutto il mondo e<br />

il 90% dei casi è associato al consumo<br />

di conserve preparate in ambito<br />

domestico. La maggioranza dei casi è<br />

attribuita a conserve vegetali, meno<br />

a quelle di carne e pesce. Le produzioni<br />

industriali generalmente non<br />

sono coinvolte in episodi di botulismo<br />

alimentare. Per assicurare la sicurezza<br />

degli alimenti nell’industria la garanzia<br />

è rappresentata da impianti di sterilizzazione<br />

a vapore, sotto pressione, a<br />

livelli in grado di distruggere le spore<br />

termoresistenti. Da qualche tempo la<br />

tossina botulinica è stata riconosciuta<br />

persino come farmaco, utilizzata per<br />

esempio in oftalmologia per il trattamento<br />

di disturbi visivi, come lo strabismo,<br />

il blefarospasmo e difetti dei<br />

muscoli extraoculari. È pure impiegata<br />

in neurologia, usata per curare il torcicollo<br />

e le forme di distonia, spasticità<br />

ecc., nonché in dermatologia e nel<br />

campo della cosmesi. Tra i Clostridi<br />

importante è pure il Clostridium<br />

perfringens, che ha sede naturale<br />

nell’intestino, per cui esiste un pericolo<br />

di contagio interumano, che<br />

può anche coinvolgere gli alimenti;<br />

ciò avviene sovente nei cibi lasciati<br />

a temperatura ambiente o anche<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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37


sicurezza<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

scarsamente refrigerati. I germi patogeni<br />

si moltiplicano rapidamente,<br />

raggiungendo concentrazioni di oltre<br />

106 per prodotto, in grado di provocare<br />

tossinfezione. Per la diagnosi è<br />

utile l’esame microscopico diretto del<br />

campione sospetto.<br />

Escherichia coli<br />

Appartiene alla famiglia delle<br />

Enterobatteriaceae. Si tratta di batteri<br />

a forma bastoncellare, Gram-negativi,<br />

anaerobi facoltativi, asporigeni, che<br />

fermentano il lattosio. Sono normalmente<br />

presenti nel tratto intestinale<br />

di persone sane, ma in certe condizioni<br />

dell’organismo umano possono<br />

assumere carattere patogeno. Alcuni<br />

ceppi sono costantemente patogeni.<br />

Si distinguono in enterotossigeni<br />

(ETEC), enteropatogeni (EPEC) ed enteroemorragici<br />

(EHEC). Gli ETEC sono<br />

la causa più frequente della “diarrea<br />

del viaggiatore”, malattia dovuta appunto<br />

ad alimenti contaminati dalla<br />

tossina, con effetti diarroici acquosi<br />

accompagnati da crampi intestinali.<br />

La diagnosi si accerta con l’esame delle<br />

feci. Le persone si contagiano con<br />

il consumo di carni poco cotte: possono<br />

essere fonte di contaminazione<br />

gli hamburger e anche latte crudo<br />

e formaggi. La sindrome EHEC può<br />

essere causata dal consumo di vegetali,<br />

dalle acque, da bevande o anche<br />

facendo bagni in piscina. I bovini giovani<br />

che eliminano i microrganismi<br />

con le feci sono sorgenti di infezione.<br />

Dalle valutazioni di laboratorio si<br />

traggono i suggerimenti per la terapia<br />

con antibiotici che devono essere<br />

attivi nei confronti dei batteri Gramnegativi.<br />

Recentemente si è diffuso<br />

un tipo di infezione indicata come E.<br />

coli 0157:H7, che può generare una<br />

sindrome uremico-emolitica, di grave<br />

patogenicità. Si deve sottolineare<br />

che questo microrganismo, citato ormai<br />

nel linguaggio comune come “il<br />

coli“, viene utilizzato per indicare lo<br />

stato igienico di un alimento. Fa parte<br />

dei comuni controlli batteriologici e le<br />

norme di Legge lo prevedono come<br />

Campylobacter<br />

indice dell’igienicità di un alimento. I<br />

limiti sono fissati nei Regolamenti CE<br />

n 2073/ 2005 e n. 1441 / 2007 sotto<br />

la voce “Enterobatteriaceae”. Nel latte<br />

pastorizzato deve essere inferiore a<br />

5 ufc/ml. Nei formaggi a base di latte<br />

trattato termicamente inferiore a 100<br />

ufc. Nello yogurt i coliformi devono<br />

essere inferiori a 10 ufc/g. Nelle preparazioni<br />

alimentari destinate alla cottura<br />

il limite è di 500ufc/g; nella pasta<br />

fresca 10 ufc/g. Per l’acqua destinata<br />

al consumo è prescritta l’assenza.<br />

Campylobacter<br />

È una malattia infettiva che si è diffusa<br />

in Indonesia e poi anche in Europa.<br />

Si stima che ne siano colpiti 1,3 milioni<br />

di persone ogni anno. Si manifesta<br />

particolarmente nei mesi estivi.<br />

Sebbene non sia considerata tra le<br />

malattie potenzialmente letali si constata<br />

che 76 persone ogni anno muoiono<br />

per questa infezione. La specie<br />

più pericolosa è Campylobacter jejuni.<br />

È veicolata anche dagli uccelli.<br />

Causa diarrea, anche sanguinolenta.<br />

Si accerta mediante esame colturale<br />

delle feci. La malattia ha decorso<br />

breve, raramente arriva a superare<br />

i dieci giorni. In alcuni pazienti può<br />

dare anche sintomi di artrite. La<br />

causa più frequente è il consumo di<br />

pollame poco cotto. Alcuni casi sono<br />

attribuiti al consumo di latte crudo<br />

o anche ad acqua contaminata. Un<br />

quinto dei casi colpisce i viaggiatori.<br />

Come prevenzione si raccomanda<br />

soprattutto una buona cottura del<br />

pollame. Si consiglia comunque di<br />

lavare le mani dopo aver toccato cibi<br />

crudi. L’elettroforesi è una tecnica utile<br />

per riconoscere il Dna dell’agente<br />

infettivo. Già nell’anno 2002 la sua<br />

diffusione ha superato quella delle<br />

più comuni Salmonelle secondo rilevazioni<br />

dell’Ue (Leali, 2005) . Sono<br />

state consigliate le massime precauzioni<br />

igieniche nella manipolazione<br />

del pollame che può essere contaminato<br />

sulla superficie cutanea.<br />

CONCLUSIONI<br />

In sede critica non si possono trascurare,<br />

tra le motivazioni che stanno determinando<br />

un incremento delle tossinfezioni<br />

alimentari, anche le spinte<br />

dovute a certe tendenze dell’opinione<br />

pubblica verso la “mania del naturale”<br />

che si traduce spesso in iniziative<br />

volte a rendersi autonomi nella scelta<br />

e preparazione del cibo. Errate pratiche<br />

di questo genere portano a facili<br />

rischi di provocare contaminazioni,<br />

anche inconsapevolmente. Si deve<br />

tener conto che la tecnologia ha fatto<br />

grandi progressi nel campo delle industrie<br />

alimentari, che hanno affinato le<br />

metodiche e si sono dotate di impianti<br />

atti a garantire la sicurezza delle produzioni.<br />

I mercati offrono una vasta<br />

gamma di prodotti e il consumatore<br />

ha occasioni varie per esercitare le sue<br />

scelte. Le etichette forniscono dettagli<br />

sui metodi di preparazione, i confronti<br />

sono facilitati e i consumatori sono<br />

diventati sovente più consapevoli sulle<br />

proprietà qualitative degli alimenti.<br />

Pertanto non mancano precauzioni<br />

plausibili per una valida tutela della<br />

sicurezza igienica.<br />

Bibliografia<br />

De Felip, G.: Breve viaggio nel mondo<br />

dei microbi e delle malattie infettive.<br />

Pbi International, Milano, 2009.<br />

Leali, L.: Campylobacter batte<br />

Salmonella. Rivista delle <strong>Tecnologie</strong><br />

alimentari (8) 2005, 16.<br />

38<br />

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sicurezza<br />

SISTEMA DI BARRIERE FOTOELETTRICHE<br />

A seguito della crescente automazione dei<br />

processi di produzione e del ruolo sempre<br />

più importante svolto dai robot nelle linee<br />

di produzione, le aziende sono alla ricerca<br />

di modi diversi per mantenere e rafforzare<br />

la sicurezza dell’ambiente di lavoro.<br />

Il nuovo sistema di barriere fotoelettriche<br />

di sicurezza Allen-Bradley GuardShield<br />

450L di Rockwell Automation rappresenta<br />

una soluzione flessibile e conveniente che<br />

aumenta la sicurezza migliorando, nel contempo,<br />

la produttività grazie all’innovativa<br />

tecnologia ricetrasmittente.<br />

A differenza delle tradizionali barriere di<br />

sicurezza basate su unità pre-definite di<br />

trasmissione e ricezione, questa nuova generazione<br />

di barriere fotoelettriche è dotata<br />

di un sistema brevettato di ricetrasmittenti<br />

che utilizza moduli plug-in per<br />

assegnare la funzione ad ogni unità, sia<br />

essa di trasmissione o di ricezione. Una volta<br />

alimentato, il ricetrasmettitore apprende<br />

la propria funzionalità direttamente dal<br />

modulo plug-in.<br />

“I sistemi di barriere fotoelettriche sviluppati<br />

su un’architettura tradizionale trasmettitore/ricevitore,<br />

obbligano i clienti ad<br />

acquistare molteplici modelli di barriere per<br />

rispondere alle diverse funzionalità”, dichiara<br />

Manfred Stein, global product manager,<br />

Safety Light Curtains, Rockwell<br />

Automation. “Oggi, invece si ha la possibilità<br />

di acquistare gli stessi stick<br />

GuardShield 450L e di personalizzarne le<br />

funzionalità tramite plug-in differenti”.<br />

Per la funzionalità di on/off di base sono<br />

disponibili i plug-in a 5 pin, mentre per il<br />

riavvio manuale e quello automatico con<br />

dispositivo di controllo esterno (EDM) sono<br />

disponibili quelli a 8 pin. Per semplificare<br />

ulteriormente il set up, le impostazioni delle<br />

funzioni avanzate vengono configurate<br />

tramite interruttori dual in-line (DIP) situati<br />

nel modulo plug-in.<br />

Ideale per la rilevazione della presenza di<br />

mani e dita, e fornito in un’ampia gamma<br />

di altezze di protezione, il sistema di barriere<br />

fotoelettriche è dotato anche di un<br />

campo di protezione attivo, in grado di rilevare<br />

lungo l’intera lunghezza del ricetrasmettitore.<br />

Questa funzione permette di ridurre le aree<br />

di rilevamento inattive che generalmente<br />

compaiono nella parte alta e bassa delle<br />

altre barriere.<br />

A differenza dei tradizionali sistemi di barriere<br />

fotoelettriche, il campo di rilevamento<br />

attivo e il design compatto del sistema di<br />

barriere fotoelettriche GuardShield 450L<br />

permettono ai clienti l’installazione all’interno<br />

del telaio della macchina così come all’esterno<br />

o direttamente sulla macchina.<br />

Inoltre, i kit di montaggio flessibili e il sistema<br />

di allineamento integrato ne consentono<br />

un’installazione rapida e senza problemi.<br />

AZIONAMENTI PER IL LAVAGGIO NELL’INDUSTRIA DELLE BEVANDE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Alla fiera Drinktec di Monaco, in<br />

Germania, Nord Drivesystems<br />

presenterà soluzioni di azionamento<br />

specifiche per il settore<br />

delle bevande.<br />

Il produttore tedesco fa leva su<br />

un’ampia gamma di prodotti<br />

standard con una varietà di sistemi<br />

di azionamento senza<br />

pari dotati di carcasse in alluminio<br />

fuso e ottimizzati per il lavaggio.<br />

Questi riduttori a prova<br />

di corrosione, motori a superficie<br />

liscia, inverter e avviatori di<br />

motori sono particolarmente<br />

facili da pulire. Nord offre il<br />

trattamento anticorrosione nsd<br />

tupH di massima efficacia per<br />

gli azionamenti in alluminio,<br />

che è stato approvato per le<br />

applicazioni alimentari e delle<br />

bevande secondo le norme<br />

FDA titolo 21 CFR 175.300. Gli<br />

azionamenti nsd tupH sono<br />

un’alternativa durevole, a bassa<br />

manutenzione, ai sistemi in<br />

acciaio inossidabile o rivestiti,<br />

con costi totali inferiori nel lungo<br />

termine. Invece di applicare<br />

un rivestimento, il trattamento<br />

nsd tupH indurisce la superficie<br />

della lega e la penetra in profondità.<br />

Di conseguenza, non<br />

vi è materiale applicato che potrebbe<br />

distaccarsi. Questi azionamenti<br />

possono anche essere<br />

puliti con getti di vapore ad alta<br />

pressione e possono essere regolarmente<br />

esposti a mezzi liquidi<br />

senza alcun problema. Gli<br />

azionamenti nsd tupH sono<br />

dotati di serie di parti standard<br />

in acciaio inossidabile e di alberi<br />

d’uscita in acciaio inossidabile.<br />

I motori a superficie liscia<br />

non ventilati funzionano molto<br />

silenziosamente e non contribuiscono<br />

attivamente alla diffusione<br />

dei germi. Essi rispondono<br />

agli attuali livelli di<br />

efficienza internazionali. I motori<br />

a induzione sono disponibili<br />

con elevata efficienza IE2 ed<br />

efficienza premium IE3 e i motori<br />

sincroni con efficienza super<br />

premium IE4.<br />

40<br />

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sicurezza<br />

LUBRIFICAZIONE UNIFORME DEI NASTRI TRASPORTATORI<br />

Una lubrificazione controllata ed<br />

uniforme dei nastri trasportatori è<br />

decisiva per l’affidabilità dei processi<br />

negli stabilimenti di imbottigliamento<br />

di bevande. Klüber<br />

Lubrication presenterà al Drinktec<br />

<strong>2017</strong> (padiglione A3, stand 332) la<br />

serie Klüberplus C2 Dry, una famiglia<br />

di prodotti innovativi per la lubrificazione<br />

di nastri trasportatori, in<br />

grado di coniugare i principali vantaggi<br />

delle soluzioni convenzionali<br />

wet e dry: bassi consumi e riduzione al minimo dei residui. Tutti i<br />

prodotti della serie, sviluppati per i requisiti specifici del trasporto di<br />

imballi in cartone, di bottiglie PET e di lattine, sono registrati secondo<br />

NSF H1 ed esenti da sostanze perfluorurate (PTFE).<br />

“Lo stato di sviluppo dei lubrificanti moderni è talmente avanzato<br />

che oggigiorno dovrebbero essere considerati come veri e propri<br />

componenti del processo produttivo, tanto sono in grado di influenzare<br />

l’affidabilità dei processi e conseguentemente i costi di manutenzione<br />

e d’esercizio”, spiega Jürgen Murhammer, Global OEM<br />

Manager Food Industry presso<br />

Klüber Lubrication. “La nostra serie<br />

Klüberplus C2 permette una lubrificazione<br />

eccellente dei punti critici di<br />

un nastro trasportatore, contribuendo<br />

sensibilmente alla riduzione d’attrito<br />

tra lo stesso nastro e il packaging.<br />

Tali lubrificanti rispondono<br />

inoltre ai requisiti di tutela dell’ambiente<br />

e sicurezza sul lavoro: un supporto<br />

effettivo alle aziende in sede<br />

degli audit periodici a cui vengono<br />

sottoposte per l’attestazione dei più alti standard d’igiene”.<br />

Durante Drinktec <strong>2017</strong> Klüber Lubrication presenterà anche il suo<br />

ampio portfolio di servizi che prendono il nome<br />

KlüberEfficiencySupport, un protocollo finalizzato tra le altre cose<br />

ad aiutare gli utilizzatori dell’industria delle bevande ad analizzare<br />

i consumi energetici e prevenire fermi macchina. Merita infine<br />

particolare attenzione il nuovo software denominato<br />

EfficiencyManager, una soluzione per la programmazione dei processi,<br />

allineata ai principi dell’industria 4.0.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

41


scienza&tecnologia<br />

Dagli ultrasuoni all’ozono,<br />

dalle radiazioni ionizzanti<br />

al contributo della genetica:<br />

sono alcuni esempi<br />

dell’evoluzione tecnologica<br />

che sta interessando<br />

il trattamento e la<br />

lavorazione dei prodotti<br />

agricoli e, in particolare,<br />

della frutta.<br />

di Franco<br />

Bray<br />

TECNOLOGIE EMERGENTI<br />

NELLA PRODUZIONE DELLA FRUTTA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Una delle principali preoccupazioni dell’industria alimentare<br />

è la necessità di disporre di prodotti di alta qualità<br />

sensoriale, lunga conservabilità ed elevato valore nutrizionale.<br />

Per soddisfare queste esigenze, le nuove tecnologie<br />

di lavorazione sono oggetto di indagine e sviluppo. I progressi<br />

nelle tecnologie di lavorazione di agroderivati incorporano<br />

quelli fondamentali di lavorazione dei prodotti<br />

alimentari, nonché quelli specifici compiuti negli ultimi<br />

anni, relativi alla frutta in particolare.<br />

GLI ULTRASUONI<br />

La scienza degli ultrasuoni tratta le onde sonore di frequenza<br />

superiore al limite massimo di udibilità (16 kHz).<br />

L’alto contenuto di energia dell’onda ultrasonica generata<br />

in un liquido viene utilizzato per il lavaggio industriale<br />

di agroprodotti. Il fenomeno della cavitazione consiste<br />

nella rapida e continua formazione e implosione di milioni<br />

di microscopiche bolle cariche di vapore. L’azione meccanica<br />

delle violente onde d’urto causate dalle implosioni,<br />

combinata con una appropriata azione chimica del detergente,<br />

rimuove le impurità in ogni punto dei prodotti<br />

immersi nella vasca di lavaggio a ultrasuoni.<br />

L’OZONO<br />

La conservazione di frutta e ortaggi in atmosfera arricchita<br />

di ozono riduce il deterioramento dovuto alla presenza<br />

di funghi. Oltre a rimpiazzare efficacemente il trattamento<br />

con sostanze chimiche antifungine, l’ozono non lascia<br />

alcun residuo sui prodotti freschi. Il sistema di sanificazione<br />

si basa sulla generazione di ioni a elevata intensità di<br />

carica capaci di neutralizzare efficacemente i composti<br />

organici volatili (VOC) aerodispersi, insieme a una vasta<br />

gamma di patogeni, funghi, virus, acari e batteri.<br />

I sistemi più avanzati producono ioni estremamente atti-<br />

42<br />

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scienza&tecnologia<br />

vi e capaci di aggredire le sostanze da<br />

neutralizzare, alle quali si lega grazie<br />

alla loro carica elettrica e rendendole<br />

inoffensive.<br />

Si stima che l’incidenza degli sprechi<br />

nei magazzini ortofrutticoli, a causa<br />

del deterioramento dovuto ai microrganismi,<br />

arrivi a percentuali del 30%.<br />

Ma se frutta e verdura vengono conservate<br />

in ambienti arricchiti con bassi<br />

livelli di ozono gassoso, viene impedito<br />

il deterioramento in una vasta<br />

gamma di prodotti freschi conservati,<br />

tra cui fragole, pomodori e insalata.<br />

IRRADIAZIONE ALIMENTARE<br />

È il processo di esposizione di prodotti<br />

alimentari a radiazioni ionizzanti. Le<br />

radiazioni ionizzanti sono energia, che<br />

può essere trasmessa senza contatto<br />

diretto con la fonte di radiazione, in<br />

grado di liberare elettroni dai loro legami<br />

atomici (ionizzazione ) nel cibo<br />

trattato. Questo trattamento viene<br />

utilizzato per conservare gli alimenti,<br />

prevenire la diffusione di invasivi parassiti<br />

e ritardare o eliminare la germinazione.<br />

La radiazione può essere<br />

emessa da una sostanza radioattiva o<br />

generata elettricamente. L’industria<br />

alimentare utilizza un processo di irradiazione<br />

dei cibi approvato dall’Oms e<br />

dalla Fao, che serve per inibire la germogliazione<br />

dei tuberi, ridurre i microbi,<br />

inattivare i batteri ed eliminare insetti<br />

e parassiti. Gli alimenti da<br />

irradiare sono sistemati su un nastro<br />

trasportatore ed esposti a fasci di radiazioni<br />

ionizzanti prodotte da cobalto<br />

60 o da un generatore di elettroni.<br />

In Europa questa pratica è regolata<br />

dalle direttive quadro 1999/2/CE e<br />

1999/3/CE, le quali stabiliscono che<br />

tutti gli alimenti trattati devono riportare<br />

la dicitura “irradiato”, ed essere<br />

segnalati da specifiche etichette alimentari<br />

come questa. Comunque, in<br />

Italia ne è autorizzato l’uso solo su<br />

patate, condimenti vegetali come<br />

aglio e cipolla e spezie.<br />

AGRICOLTURA DI PRECISIONE<br />

La nuova frontiera dell’agricoltura di<br />

precisione, ovvero una gestione “precisa”<br />

delle attività di coltivazione (per<br />

esempio nell’irrigazione e fertilizzazione),<br />

riguarda le metodologie di elaborazione<br />

spaziale che costituiscono la<br />

base per una programmazione di interventi<br />

in campo mirati e localizzati,<br />

Una delle principali<br />

preoccupazioni<br />

dell’industria<br />

alimentare è<br />

quella di disporre<br />

di prodotti di<br />

alta qualità<br />

sensoriale, lunga<br />

conservabilità<br />

ed elevato valore<br />

nutrizionale<br />

La tecnica<br />

di imaging<br />

iperspettrale riesce<br />

a catturare in<br />

un’immagine tutte<br />

le informazioni<br />

di uno spettro<br />

elettromagnetico<br />

in grado di rendere il processo produttivo<br />

sostenibile in termini sia economici<br />

che ambientali. L’agricoltura di precisione<br />

moderna si basa su tattiche di<br />

gestione specifiche del sito per intensificare<br />

il rendimento delle risorse, riducendo<br />

gli impatti ambientali come<br />

la sovra-fecondazione e le ampie applicazioni<br />

di pesticidi. Le aree individuate<br />

che richiedono attenzione – sia<br />

che si tratti di acqua, di sostanze nutritive<br />

o di trattamento di erbacce e di<br />

agenti patogeni – permettono un’applicazione<br />

a macchia anziché un trattamento<br />

a tutto campo.<br />

IMAGING IPERSPETTRALE<br />

La raccolta di dati chiave a un livello<br />

sufficiente di accuratezza dipende<br />

dalla disponibilità di apparecchiature<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

43


scienza&tecnologia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

avanzate (fonte: Agenda Digitale).<br />

Essa oggi è possibile grazie alla tecnica<br />

di imaging iperspettrale, che riesce<br />

a catturare in un’immagine tutte le<br />

informazioni di uno spettro elettromagnetico,<br />

dai raggi ultravioletti<br />

all’infrarosso, facilitando l’identificazione<br />

di molti oggetti. A differenza<br />

della radiografia, l’imaging iperspettrale<br />

è una tecnologia non distruttiva,<br />

senza contatto, e che può quindi essere<br />

utilizzata senza creare danni<br />

all’oggetto analizzato. Con il termine<br />

immagine iperspettrale si intende<br />

un’immagine digitale nella quale<br />

ogni elemento dell’immagine (pixel)<br />

è costituito non da un solo numero o<br />

da una terna di numeri, come avviene<br />

per le usuali immagini a colori (RGB),<br />

ma da un intero spettro associato a<br />

quel punto del bersaglio osservato.<br />

Uno degli esempi di possibile utilizzo<br />

di questa tecnologia nel campo agricolo<br />

è il drone progettato in Svizzera<br />

dalla società Gamaya, una spin-off<br />

dell’Istituto Svizzero di Tecnologia.<br />

Grazie alla telecamera iperspettrale<br />

montata sul drone, due droni riescono<br />

a individuare malattie delle piante, erbacce,<br />

problemi di erosione del suolo,<br />

permettendo di stimare anche la resa<br />

delle coltivazioni.<br />

Questa tecnologia ha reso possibile<br />

la valorizzazione delle colture, dei<br />

suoli e della copertura vegetativa e la<br />

stima della resa, oltre alle sue capacità<br />

predittive rapide, non distruttive,<br />

altamente accurate in una vasta gamma<br />

di applicazioni.<br />

Un’applicazione del sistema è stata<br />

quella per l’avocado, in Usa, che ha<br />

L’agricoltura<br />

ha introdotto<br />

nuove tecnologie<br />

genetiche<br />

per aumentare<br />

le rese, migliorare<br />

i contenuti<br />

nutrizionali<br />

e la tolleranza<br />

agli insetti<br />

e alle malattie<br />

consentito una produzione per tutto<br />

l’anno, attraverso il controllo continuo<br />

della crescita e maturazione.<br />

Una tipica immagine iperspettrale è<br />

composta da un insieme di una gamma<br />

relativamente ampia di immagini<br />

monocromatiche che corrispondono<br />

a lunghezze d’onda continue che<br />

normalmente contengono informazioni<br />

ridondanti o possono presentare<br />

un elevato grado di correlazione.<br />

Molti di questi studi si sono concentrati<br />

anche sulla ricerca di nuove tecniche<br />

statistiche per ridurre le immagini iperspettrali<br />

a quelle multispettrali, che<br />

sono più facili da implementare in sistemi<br />

automatici e non distruttivi.<br />

Questa nuova tecnologia riesce a prevedere<br />

la scadenza dei prodotti alimentari.<br />

Grazie a un primo progetto<br />

pilota si sta realizzando uno strumento<br />

che riesce a determinare, attraverso<br />

il rilevamento del ph, quanto manca<br />

al deterioramento del prodotto.<br />

C’è una forte correlazione tra il valore<br />

di pH di carne rossa, ad esempio, e<br />

la sua freschezza.<br />

Nella tecnologia iperspettrale, vengono<br />

previsti droni forniti con camera<br />

multispettrale che operano durante<br />

la notte e segnalano, all’alba, la condizione<br />

del terreno e del frutto e la<br />

presenza di peste e simili problemi<br />

come ad esempio un incipiente fungal<br />

nocivo, per consentire all’operatore<br />

di intervenire immediatamente<br />

all’inizio del giorno. Il sistema è stato<br />

industrialmente applicato dalla<br />

Carnegie Mellon per la raccolta del<br />

sorghum in Africa, rivoluzionando la<br />

pratica esistente da secoli.<br />

LA SUBIRRIGAZIONE<br />

Recentemente nel Centro Studi<br />

Innovagri di Milano è stato applicato<br />

il sistema per la “subirrigazione” del<br />

mais. Robot, computer e smartphone<br />

monitorano costantemente il fabbisogno<br />

idrico della coltivazione, attraverso<br />

sensori posti a 15 e 30 cm di<br />

profondità nel terreno. Il sistema dialoga<br />

continuamente con una centralina<br />

meteorologica che scambia informazioni<br />

con i satelliti meteo.<br />

Il risultato della ricerca è stato un risparmio<br />

idrico del 30%. L’obbiettivo raggiunto<br />

è di 20 tonnellate di acqua all’ettaro<br />

nelle condizioni attuali di siccità.<br />

AGRICOLTURA E GENETICA<br />

Nel campo della genetica, l’agricoltura<br />

ha introdotto nuove tecnologie per<br />

aumentare le rese, migliorare i contenuti<br />

nutrizionali delle stesse, la loro<br />

tolleranza agli insetti e alle malattie.<br />

Una notevole parte dell’innovazione<br />

è basata sullo studio delle sequenze<br />

Dna della pianta e la mirata manipolazione<br />

della stessa per ottimizzare le<br />

rese. La tecnologia transgenica consente<br />

di introdurre il selezionato gene<br />

di un microrganismo nel genoma<br />

della pianta. Il primo esempio è stato<br />

nel 1982 con la tecnologia ricombinante<br />

che ha consentito di trasferire<br />

il gene modificato del virus dannoso<br />

nella stessa papaja consentendone di<br />

salvare il frutto dall’attacco virale in<br />

Hawaii. Successivamente alfa alfa,<br />

cotone, canola, papaia, soia, sono<br />

stati modificati geneticamente.<br />

Sia la classica tecnica del breeding sia<br />

l’ingegneria genetica, applicata all’agricoltura,<br />

oggi consentono di fornire una<br />

notevole varietà di prodotti a una società<br />

che cambia e anche per adeguarli<br />

alle mutanti condizioni climatiche.<br />

Ci sono limitazioni legali per il loro<br />

utilizzo, ma per il 2050 la popolazione<br />

sarà di 9,6 miliardi e il fabbisogno<br />

di cibo sarà uguale a quello prodotto<br />

negli ultimi 10.000 anni (WTO). Per<br />

cui tutte le tecnologie saranno necessarie<br />

per poter raggiungere questo<br />

obbiettivo.<br />

44<br />

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impianti<br />

ELEVATORE A RISALTI<br />

PER IL TRASPORTO DI ALIMENTI SFUSI<br />

L’attenzione per il prodotto e la sua movimentazione è uno dei<br />

principali must di Magnoni srl, che ha risposto alla necessità di spostare<br />

alimenti sfusi con la tecnologia applicata all’elevatore a risalti.<br />

L’elevatore a risalti è il sistema elettromeccanico elaborato da<br />

Magnoni per il sollevamento di alimenti sfusi di piccole e medie<br />

dimensioni, in particolare frutta secca, caramelle e cioccolatini. Il<br />

dispositivo è ideale per prodotti che necessitano di essere trasportati<br />

da un livello inferiore a uno superiore, mantenendo inalterate<br />

le proprietà.<br />

In genere viene utilizzato in fase di pre-pressatura e selezione<br />

dei prodotti con formati di varie dimensioni che arrivano fino ai<br />

5 cm di diametro e peso non superiore a 1 kg, a una velocità di<br />

15 centimetri/minuto, ottimizzando in questo modo la propria<br />

funzionalità.<br />

Realizzato in acciaio inox AISI 304 o 316 con protezioni in plexiglas,<br />

nastro sollevatore in plastica a risalti, con un sistema di pulizia del<br />

nastro opzionale, è dotato di una struttura modulabile e adattabile<br />

a ogni genere di spazio e inseribile ad ogni punto della catena<br />

produttiva. Pesi e misure sono in relazione alle altezze e distanze<br />

da raggiungere.<br />

REFRIGERATORI D’ACQUA ULTRACOMPATTI<br />

La refrigerazione dei processi industriali e<br />

la climatizzazione degli ambienti civili richiedono<br />

l’applicazione di specifiche apparecchiature<br />

opportunamente coordinate<br />

tra loro. La corretta scelta di ciascun<br />

componente d’impianto permette di realizzare<br />

sistemi equilibrati e, al tempo<br />

stesso, più efficienti, sia quando è richiesta<br />

la massima potenza termica sia, e soprattutto,<br />

quando sono richiesti carichi<br />

inferiori. A tale riguardo sono oggi disponibili<br />

nuove tecnologie, sia per la produzione<br />

dei fluidi vettori, generatori termici<br />

e frigoriferi, sia per il loro utilizzo: unità<br />

terminali, centrali di trattamento dell’aria<br />

ecc.<br />

I tecnici del Gruppo ATR propongono soluzioni<br />

impiantistiche con componenti di<br />

avanguardia. Uno di questi è proprio il<br />

cuore dell’impianto: la nuova unità di refrigerazione<br />

dell’acqua, anche nella versione<br />

reversibile a pompa di calore,<br />

Hitecsa serie Mini Krono 2, Krono 2 e<br />

Krono 2 Big con potenze frigorifere da<br />

21,2 a 213,6 kW e, termiche, da 25,2 a<br />

244,2 kW.<br />

Tutte le unità delle serie Krono 2 sono in<br />

esecuzione per installazione all’esterno,<br />

munite di compressori scroll a R410A e<br />

gruppi moto ventilatori assiali di tipo EC<br />

brushless a magneti permanenti per consentire<br />

maggiore efficienza e ridurre la<br />

rumorosità.<br />

Il campo di funzionamento consente di<br />

produrre acqua refrigerata tra -10°C e<br />

19°C con aria esterna tra -15°C e 50°C<br />

oppure, acqua calda tra 20°C e 52°C con<br />

aria esterna tra -10°C e 20°C.<br />

I dispositivi soft start applicati ai compressori<br />

frigoriferi permettono di ridurne la<br />

corrente di spunto. Le valvole di espansione<br />

elettroniche, il minuzioso controllo<br />

della condensazione, i dispositivi di recupero<br />

del calore per la produzione di acqua<br />

calda sanitaria in estate e in inverno e il kit<br />

idronico incorporato completano la fornitura.<br />

I dispositivi di controllo e di regolazione<br />

installati a bordo macchina sono collegabili<br />

da remoto mediante connessione<br />

ModBus. Più unità di refrigerazione installate<br />

in parallelo possono essere gestite<br />

mediante interconnessione master-slave.<br />

Hitecsa Cool Air partecipa al programma<br />

di certificazione Eurovent e i suoi prodotti<br />

soddisfano tutti gli standard internazionali<br />

attuali, come la direttiva europea<br />

Ecodesign ErP Ready.<br />

Il Gruppo ATR opera da oltre 25 anni nel<br />

settore della climatizzazione (unità di trattamento<br />

dell’aria, roof top, pompe di<br />

calore, torri evaporative, sistemi termodinamici,<br />

deumidificatori per piscine) e in<br />

quello dell’energia (cogenerazione, micro<br />

cogenerazione, sistemi ad adsorbimento,<br />

celle a combustibile, micro-turbine a gas,<br />

generatori termici) con numerose applicazioni<br />

ospedaliere, farmaceutiche, alimentari,<br />

navali, industriali, commerciali,<br />

ecc. Attraverso la divisione EES Energy &<br />

Service, gruppo ATR provvede direttamente<br />

ai collaudi e alla manutenzione<br />

delle apparecchiature fornite, oltre a offrirne<br />

la gestione energeticamente più<br />

favorevole.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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45


impianti<br />

Il settore cresce mediamente<br />

del 6,3% da 10 anni.<br />

L’impiantistica e gli accessori<br />

per la produzione di yogurt<br />

rappresentano la voce più<br />

importante e dinamica,<br />

trainati soprattutto<br />

dal trend salutista<br />

e dalla diversificazione<br />

di caratteristiche e gusti.<br />

Foto Siemens<br />

a cura di<br />

??<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

TITOLO TITOLO<br />

IMPIANTI PER YOGURT, BUDINI<br />

ITITOLO TITOLO<br />

E CREME PRONTE: UN MERCATO<br />

DA DUE MILIARDI DI DOLLARI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

46<br />

Il mercato dell’impiantistica e accessori per la produzione<br />

di yogurt, budini, creme pronte e similari (mousse, creme<br />

caramel ecc.) ha raggiunto un valore di 2,02 miliardi di<br />

dollari nel 2016, con un tasso di crescita medio annuo del<br />

6,3% nell’arco degli ultimi 10 anni. Il dato si riferisce alle<br />

vendite di impianti e macchinari per la realizzazione di<br />

nuovi stabilimenti o per l’ampliamento, la manutenzione<br />

o l’ammodernamento di stabilimenti esistenti, escludendo<br />

però: apparecchiature per processi a monte di lavorazione<br />

del latte utilizzate per ottenere derivati del latte in generale<br />

(per esempio impianti di mungitura, trasporto latte,<br />

pastorizzazione di latte a lunga conservazione ecc.); impianti<br />

per la produzione di semilavorati in polvere per creme<br />

e budini fatti in casa; apparecchiature usate in casa per<br />

la preparazione di creme, budini e yogurt; apparecchiature<br />

per creme utilizzate in pasticceria, che spesso vengono<br />

preparate dagli stessi pasticceri con processi di tipo artigianale;<br />

i lavori di edilizia per la costruzione di nuovi stabilimenti<br />

o l’ampliamento di stabilimenti già esistenti.<br />

Il mercato di maggiori dimensioni resta quello degli impianti<br />

per yogurt – 1,65 miliardi di dollari nel 2016, circa<br />

l’82% del business totale – che è anche quello che nell’arco<br />

degli ultimi dieci anni ha registrato il tasso di crescita<br />

più elevato (figura 1).<br />

Più lento il mercato degli impianti per budini e creme pronte,<br />

data la sostanziale staticità dei consumi a valle di questi prodotti:<br />

per esempio negli Usa i consumatori di budini (circa<br />

160 milioni) sono diminuiti di un 7-8% negli ultimi sei anni.<br />

I fattori di traino ai consumi di yogurt, che hanno spinto<br />

anche la domanda a monte di impiantistica, sono essenzialmente<br />

i seguenti:<br />

• gli effetti salutistici legati a una regolare assunzione di<br />

questo alimento, ricco in calcio e proteine, che aiuta a<br />

migliorare il sistema immunitario, e a combattere fenomeni<br />

di dissenteria o di costipazione. Gli stessi medici<br />

spesso lo consigliano come un ottimo regolatore intestinale,<br />

e i media fanno intense campagne promozionali;<br />

• la crescente disponibilità sul mercato di tipologie sempre<br />

più variegate di yogurt: yogurt ad aromi diversificati (alla<br />

ciliegia, alla fragola, all’albicocca, alla pesca, ai cereali,<br />

multi gusto), yogurt a contenuto di grassi zero, yogurt<br />

non zuccherati, yogurt greco ecc.;<br />

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impianti<br />

Figura 1 - Vendite mondiali di impiantistica per la produzione di yogurt,<br />

budini e creme pronte: 2006 - 2016<br />

IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2006 - 2016<br />

- linee yogurt: +6,9<br />

- linee budini e creme pronte: +4<br />

- totale: +6,3<br />

Fonte: elaborazione e confronto fonti varie (produttori di impianti/società del settore lattiero)<br />

• infine, non va sottovalutato il fatto<br />

che a livello mondiale il mercato<br />

degli yogurt è altamente concentrato;<br />

sei-sette gruppi multinazionali<br />

(compresi grossi gruppi cinesi<br />

quali Yili, Mengniu Dairy o Bright<br />

Dairy), con stabilimenti dislocati in<br />

tutto il mondo, hanno una quota<br />

prossima al 65-70% del mercato<br />

mondiale: il restante 30-35% è<br />

molto frammentato, specialmente<br />

in Asia (India, Cina), ma la competizione,<br />

giocata soprattutto sul lancio<br />

di prodotti sempre più diversificati<br />

(in termini di aromi, gusti,<br />

contenuti energetici), ha un ruolo<br />

non trascurabile anche sugli investimenti<br />

a monte nell’adeguare i<br />

processi produttivi alle nuove esigenze<br />

del mercato.<br />

Dopo una crescita del 9,5% medio<br />

annuo nel corso degli ultimi quattro<br />

anni, ben superiore alla media mondiale,<br />

l’Asia Pacifico è il primo mercato,<br />

con una quota di circa il 37% sul mercato<br />

mondiale (tabella 1). La Cina è il<br />

secondo mercato mondiale dopo gli<br />

Usa, con una quota di circa il 40% sul<br />

totale vendite realizzate nel continen-<br />

te asiatico (tabella 2), e una quota di<br />

circa il 15% sulle vendite mondiali (i<br />

dati si riferiscono alle vendite di impianti<br />

realizzate, non alle quote di mercato<br />

dei produttori cinesi di impianti).<br />

I TREND DI MERCATO<br />

I fattori di fondo che hanno fatto da<br />

traino al mercato dello yogurt negli<br />

ultimi anni (effetti salutistici, crescente<br />

varietà di tipologie di prodotti lanciati<br />

sul mercato, competizione e<br />

campagne pubblicitarie promozionali<br />

a favore di questo tipo di alimento,<br />

crescente automazione degli impianti<br />

produttivi) continueranno a farlo al<br />

mercato dell’impiantistica per yogurt<br />

anche nei prossimi anni.<br />

Più lento continuerà a mostrarsi anche<br />

nel prossimo futuro il mercato<br />

delle creme e budini, con una domanda<br />

di impiantistica alimentata più che<br />

altro da singoli produttori di tali alimenti<br />

che riescono a erodere quote<br />

di mercato alla concorrenza con qualche<br />

variante di processo e di prodotto;<br />

in generale comunque il mercato<br />

di budini e creme è più maturo di<br />

quello degli yogurt.<br />

Le tecnologie<br />

di produzione<br />

dello yogurt sono<br />

relativamente<br />

semplici e senza<br />

variazioni di rilievo<br />

nel tempo:<br />

si utilizzano<br />

delle varianti<br />

di processo a<br />

seconda della<br />

tipologia di yogurt<br />

Il mercato statunitense ha ancora buone<br />

opportunità di crescita: la capacità<br />

produttiva di yogurt e alimenti similari<br />

è destinata a crescere nei prossimi anni<br />

in considerazione del fatto che attualmente<br />

il consumo di tali alimenti nel<br />

paese è ancora ben lontano dalla saturazione;<br />

attualmente il consumo pro<br />

capite di yogurt negli Usa è di circa 7,7<br />

kg/anno contro i 12,5 kg del Canada,<br />

i 21,5 kg della Francia o i 16,3 kg della<br />

Polonia. Inoltre si va diffondendo nel<br />

paese il gusto per tipologie di yogurt<br />

più sofisticati e diversificati nel gusto.<br />

Per tale motivo le grosse multinazionali<br />

del settore stanno investendo in nuovi<br />

impianti produttivi nel paese. Per<br />

esempio la società Dannon, filiale statunitense<br />

del Gruppo Danone, dopo<br />

aver investito quasi 90 milioni di dollari<br />

sei anni fa per espandere la capacità<br />

produttiva di yogurt nel suo impianto<br />

di Minster (Ohio) creando quello che<br />

passa per il maggior impianto produttivo<br />

del Nord America, intende investire<br />

altri 25 milioni di dollari per aumentare<br />

ulteriormente la capacità di<br />

produzione di tale impianto. Anche la<br />

Chobani LLC, altro gigante internazio-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />

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47


impianti<br />

Tab. 1 - Vendite mondiali di impianti per yogurt, budini<br />

e creme pronte suddivise per area geografica: anno 2016<br />

Figura 2 - Vendite mondiali di impianti per yogurt, budini e creme pronte<br />

suddivise per area geografica (in %): anno 2016<br />

Area geografica Milioni $<br />

Nord America, di cui: 415<br />

. Usa 367<br />

. Canada 48<br />

America Latina, di cui: 165<br />

. Brasile 70<br />

. altri paesi 95<br />

Europa Occidentale 310<br />

Europa dell’Est, di cui: 131<br />

. Polonia 52<br />

. altri paesi 79<br />

CSI, di cui: 136<br />

. Russia 55<br />

Asia - Pacifico 756<br />

Africa 41<br />

Medio Oriente, di cui: 66<br />

. Turchia 34<br />

Totale 2.020<br />

Fonte: elaborazione e confronto produttori di impianti/aziende utilizzatrici<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

nale, che nel 2013 aveva già investito<br />

450 milioni di dollari nello stabilimento<br />

di Twin Falls (ID), il secondo della società<br />

negli Usa e il più grande stabilimento<br />

di yogurt nel mondo, nel 2016 ha<br />

annunciato di voler investire altri 100<br />

milioni di dollari nello stesso stabilimento<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

di yogurt anche di nuove tipologie,<br />

gusti e confezioni, con il motto “better<br />

food for more people”.<br />

L’America Latina continua a mostrarsi<br />

un mercato decisamente dinamico: in<br />

Brasile, nonostante la generale recessione<br />

economica che da un po’ di<br />

tempo affligge il paese, gli investimenti<br />

in impianti negli ultimi sei anni<br />

hanno mostrato trend di crescita superiori<br />

al 7% medio annuo, trainati<br />

soprattutto dai grandi brand del settore<br />

con il lancio di prodotti di gusto<br />

innovativo (per esempio Activia Café<br />

de Manha di Danone). In Messico l’innovazione<br />

di prodotto e di processo<br />

continua a fare da traino agli investimenti.<br />

Anche nei paesi minori dell’area<br />

latinoamericana le prospettive di<br />

crescita restano positive: aumenta la<br />

domanda di yogurt aromatizzati alla<br />

frutta, si vanno introducendo nuove<br />

tipologie di packaging. Nel piccolo<br />

mercato uruguaiano la forte competizione<br />

da parte dei produttori minori<br />

(quali Granjia Pocha, Calcar, Claldy,<br />

Noliman e altri) focalizzata soprattutto<br />

sulla sottocategoria dello yogurt<br />

bevibile, funge da stimolo agli investimenti<br />

in impiantistica.<br />

L’Europa Occidentale si conferma un<br />

mercato sostanzialmente stagnante,<br />

se non in leggera contrazione ormai<br />

da alcuni anni in diversi paesi (Francia,<br />

Germania, Spagna o ancor più Svizzera,<br />

Finlandia e Norvegia, mercati<br />

maturi), e tale trend è presumibile si<br />

protragga anche nel prossimo futuro;<br />

sporadici investimenti in impiantistica<br />

per il lancio di nuovi prodotti (prodotti<br />

senza conservanti, yogurt e creme a<br />

gusti particolari ecc.) si segnalano comunque<br />

da parte di produttori minori<br />

con proprio marchio.<br />

Nell’Europa dell’Est il mercato di maggiori<br />

dimensioni è quello polacco: in<br />

generale nell’area est europea le migliori<br />

prospettive di crescita della domanda<br />

di impiantistica per yogurt confezionato<br />

di produzione industriale si<br />

confermano ancora nei paesi a economia<br />

più avanzata: Repubblica Ceca,<br />

Slovacchia, Ungheria e, soprattutto,<br />

Polonia, in relazione al protrarsi del generale<br />

boom economico del paese,<br />

48<br />

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impianti<br />

Tab. 2 - Vendite di impianti per yogurt, budini e creme<br />

pronte in Asia, suddivise per paese: anno 2016<br />

Figura 3 - Vendite di impianti per yogurt, budini e creme pronte in Asia<br />

suddivise per paese (in %): anno 2016<br />

Paese Milioni $<br />

Cina 300<br />

Giappone 143<br />

India 140<br />

Sud Corea 46<br />

Australia 45<br />

Altri paesi 82<br />

Totale Asia – Pacifico 75<br />

Fonte: elaborazione e confronto fonti varie (produttori di impianti /<br />

aziende utilizzatrici in Asia)<br />

Foto Chobani<br />

anche se i tassi di crescita si manterranno<br />

sostanzialmente su livelli moderati<br />

in relazione al fatto che in questi paesi<br />

i consumi di yogurt, budini e creme<br />

hanno già raggiunto un certo livello di<br />

saturazione. Per quanto concerne gli<br />

altri paesi – Bulgaria, Romania e, in genere,<br />

i paesi della ex Jugoslavia – le<br />

abitudini della popolazione rurale, ancora<br />

fortemente orientata a consumare<br />

i prodotti del latte di produzione<br />

propria artigianale, rappresentano un<br />

freno allo sviluppo di una produzione<br />

di tipo industriale; ne consegue che<br />

anche gli investimenti in impiantistica<br />

registrano trend di crescita più lenti.<br />

Nella CSI il mercato di gran lunga di<br />

maggiori dimensioni, quello russo, è<br />

stato penalizzato negli ultimi due-tre<br />

anni dalla forte recessione economica<br />

generale, ma il settore dello yogurt e<br />

creme non ne ha risentito in maniera<br />

particolarmente pesante: gli investi-<br />

menti in impiantistica soprattutto nel<br />

2016 hanno registrato un discreto<br />

incremento, destinato a continuare,<br />

anche in maniera più accentuata, nei<br />

prossimi anni, in relazione soprattutto<br />

alle strategie promozionali e di<br />

marketing (forte rete di distribuzione)<br />

dei maggiori produttori locali - tra cui<br />

spicca Danone Industriya - orientati<br />

ad investire in previsione di un assai<br />

probabile aumento dei consumi di<br />

yogurt (e anche di creme e similari),<br />

soprattutto di brand elevato: va rilevato<br />

che attualmente la Russia ha un<br />

consumo pro capite di yogurt ancora<br />

molto basso (4,3 kg), circa un quarto<br />

di quello della Polonia.<br />

L’area asiatica è senza dubbio quella<br />

che nell’arco degli ultimi anni ha<br />

mostrato il maggior dinamismo negli<br />

investimenti in impiantistica per la<br />

produzione di yogurt, creme e budini.<br />

La Cina diventerà ben presto il maggior<br />

paese consumatore di yogurt al<br />

mondo; nell’arco degli ultimi cinque<br />

anni il tasso di crescita della capacità<br />

produttiva di yogurt nel paese è stato<br />

dell’ordine del 10-11% medio annuo<br />

e un elevato tasso è previsto continuare<br />

nei prossimi anni, anche se a ritmi<br />

solo di poco inferiori, in considerazione<br />

di alcuni fattori: l’economia cinese<br />

continua a crescere a ritmi sostenuti,<br />

ben al di sopra della media mondiale,<br />

il consumo pro capite di yogurt<br />

è ancora ben al di sotto di quello in<br />

Europa o Usa, e anche di quello in<br />

Brasile (circa la metà) o in Russia (di un<br />

30-35%), i produttori locali spingono<br />

con intense campagne pubblicitarie la<br />

domanda locale. Fattori di freno a una<br />

crescita ancor più sostenuta potrebbero<br />

essere rappresentati da una catena<br />

distributiva non ancora tecnologicamente<br />

ben attrezzata (in particolare<br />

per quanto concerne la catena del<br />

freddo) e la mancanza di un adeguato<br />

supporto di Ricerca & Sviluppo di<br />

prodotti innovativi.<br />

Ma il mercato di gran lunga più dinamico<br />

si rivela quello indiano: nell’arco<br />

degli ultimi cinque anni i consumi di<br />

yogurt nel paese sono aumentati del<br />

30% medio annuo; va però rilevato<br />

che attualmente la produzione di yogurt<br />

in India è ancora per la stragrande<br />

maggioranza (circa 75-80%) di<br />

tipo “disorganizzato”, realizzata da<br />

piccoli produttori agricoli che autoproducono<br />

la materia prima latte.<br />

Nell’immediato futuro però, il veloce<br />

fenomeno del crescente trasferimento<br />

della popolazione dalla campagna<br />

ai grossi e medi centri urbani non può<br />

che favorire inevitabilmente una richiesta<br />

di yogurt confezionati e con gusti<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />

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49


impianti<br />

Tab. 3 - Previsioni di sviluppo della domanda mondiale di impianti<br />

per yogurt, budini e creme pronte per area geografica: 2016 - 2020 (1)(2)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

50<br />

Paese Milioni $ IMA% (1)<br />

2016 2020<br />

Nord America, di cui: 415 518 + 5,7<br />

. Usa 367 460 + 5,8<br />

. Canada 48 58 + 4,8<br />

America Latina, di cui: 165 218 + 7,2<br />

. Brasile 70 93 + 7,4<br />

. altri paesi 95 125 + 7,1<br />

Europa Occidentale 310 345 + 2,7<br />

Europa dell’Est 131 152 + 3,8<br />

CSI 136 165 + 5,0<br />

Asia Pacifico, di cui: 756 1.029 + 8,0<br />

. India 140 220 + 12,0<br />

. Cina 300 436 + 9,8<br />

. Giappone 143 159 + 2,7<br />

. Sud Corea 46 46 --<br />

. altri paesi 127 168 + 7,2<br />

Medio Oriente 66 69 + 1,1<br />

Africa 41 54 + 7,1<br />

Totale mondo 2.020 2.550 + 6,0<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2016<br />

(2)<br />

L’impiantistica per yogurt in generale registrerà tassi di crescita superiori a quelli<br />

dell’impiantistica per creme e budini<br />

Fonte: consensus produttori impiantistica / produttori di yogurt, budini e creme pronte<br />

se dello yogurt, o Yakult Indonesia<br />

Persada Pt con una quota di quasi il<br />

70% nel mercato indonesiano) sia da<br />

competitor minori che puntano a erodere<br />

quote di mercato ai giganti del<br />

settore con prodotti innovativi.<br />

Tra i pochi paesi asiatici in controtendenza<br />

la Sud Corea, dove gli investimenti<br />

in nuovi impianti sono frenati da<br />

un generale trend di calo dei consumi<br />

locali a eccezione dello yogurt bianco,<br />

che però rappresenta una quota del<br />

tutto marginale (circa il 10%) sul consumo<br />

totale di yogurt (yogurt aromatizzato,<br />

yogurt bevibile ecc).<br />

Piuttosto statico anche il mercato giapponese,<br />

dove la domanda di impiantistica<br />

sarà concentrata in prevalenza<br />

su modifiche migliorative di impianti<br />

esistenti (tecnologie sempre più automatizzate,<br />

sistemi di miscelazione<br />

sempre più sofisticati per ampliare la<br />

gamma dei gusti).<br />

Nell’area mediorientale il mercato ha<br />

ormai raggiunto la maturità: in Turchia,<br />

con un consumo pro capite di circa 35<br />

kg/anno, i consumatori stanno tornando<br />

a yogurt e budini fatti in casa;<br />

nei Paesi Arabi del Golfo, dove pure il<br />

mercato è sostanzialmente maturo, i<br />

produttori di yogurt, budini e creme investono<br />

più che altro in modifiche degli<br />

impianti per creare nuove tipologie di<br />

prodotti e, soprattutto, di confezioni.<br />

Più dinamico, per contro, il piccolo<br />

mercato africano, dove in diversi paesi<br />

è in atto un rapido passaggio da<br />

consumi di yogurt e budini fatti in casa<br />

a yogurt e budini confezionati, che<br />

attualmente hanno ancora consumi<br />

limitati. Già da alcuni anni le multinazionali<br />

dei derivati del latte hanno<br />

iniziato a investire in impianti di produzione<br />

di yogurt, budini e creme anche<br />

in paesi quali Ghana, Togo, Nigeria,<br />

Costa d’ Avorio, Liberia, Burkina Faso<br />

o Benin, a economia particolarmente<br />

fragile e con strutture (distribuzione,<br />

logistica) ancora carenti, convinte della<br />

potenziale base di consumatori giovani<br />

e aperti a nuovi stili di alimentazione<br />

in tali paesi.<br />

A livello mondiale la domanda di impiantistica<br />

per yogurt, budini e creme<br />

pronte è prevista crescere a un tasso<br />

medio annuo del 6%, non dissimile<br />

da quello registrato nel corso degli ultimi<br />

10 anni, per arrivare ad attestarsi<br />

a 2,55 miliardi di dollari nel 2020. Tra<br />

le aree geografiche a maggior tasso<br />

di crescita l’ Asia (con India e Cina ai<br />

primi posti), l’ America Latina e l’ Africa<br />

(tabella 3).<br />

diversificati di produzione industriale,<br />

con conseguente creazione di nuovi<br />

impianti e nuove capacità produttive.<br />

Oltre a numerose società a struttura<br />

cooperativa locale, anche le multinazionali<br />

estere (Danone, Nestlè, DSM<br />

ecc.) investono in impianti e tecnologie<br />

sul mercato indiano.<br />

In generale anche negli altri paesi del<br />

Sud Est asiatico è previsto continuare<br />

un positivo trend negli investimenti in<br />

impiantistica per espansione delle capacità<br />

produttive nei prossimi anni, in<br />

relazione al fatto che in quasi tutti i<br />

paesi i consumi di tali generi alimentari<br />

sono ancora molto bassi (per esempio<br />

in Indonesia il consumo pro capite<br />

di yogurt è meno di 1 kg/anno); inoltre<br />

i media pubblicizzano molto questa<br />

tipologia di alimentazione.<br />

Gli investimenti sono realizzati sia dai<br />

grossi leader di mercato nei vari paesi<br />

(per esempio Dutch Mill Co. Ltd in<br />

Thailandia con una quota di mercato<br />

di quasi il 40% nel mercato thailandewww.interprogettied.com


impianti<br />

LE TECNOLOGIE<br />

Le tecnologie di produzione dello<br />

yogurt sono relativamente semplici e<br />

senza variazioni di rilievo nel tempo:<br />

si utilizzano delle varianti di processo<br />

a seconda della tipologia di yogurt.<br />

Schematicamente le fasi di produzione<br />

sono:<br />

• yogurt cremoso (o a coagulo rotto):<br />

standardizzazione del latte che<br />

viene portato a una certa concentrazione<br />

(con aumento del residuo<br />

secco magro); miscelazione con gli<br />

ingredienti; omogeneizzazione per<br />

impedire la formazione di aggregati;<br />

pastorizzazione in appositi serbatoi<br />

(detti maturatori o fermentatori);<br />

raffreddamento e confezionamento;<br />

• yogurt bevibile: è prodotto con un<br />

procedimento assai simile a quello<br />

dello yogurt cremoso, ma con residuo<br />

magro più basso: viene spesso evitata<br />

la fase di standardizzazione del latte;<br />

il raffreddamento è più spinto;<br />

• yogurt compatto (o a coagulo intero):<br />

a differenza di quanto avviene<br />

per lo yogurt cremoso, il latte, dopo<br />

pastorizzazione, viene addizionato di<br />

fermenti e confezionato: la fermentazione<br />

avviene direttamente nei<br />

vasetti stoccati in opportune celle.<br />

Per quanto concerne gli altri prodotti<br />

(budini, creme già pronte confezionate,<br />

mousse) le linee di produzione<br />

utilizzano miscele d’acqua e componenti<br />

in polvere quali il latte in polvere,<br />

cacao, zucchero, grasso ecc. Il più<br />

delle volte i budini vengono aromatizzati<br />

con gusti vari (cioccolato, vaniglia<br />

ecc.) e possono avere diverso tenore<br />

di solidi e di consistenza. Alla<br />

fase della miscelazione degli ingredienti,<br />

effettuata a temperature superiori<br />

alla temperatura ambiente<br />

(generalmente 50-55°C), segue la<br />

filtrazione e, quindi, il trattamento<br />

termico di pastorizzazione o sterilizzazione:<br />

conclude il tutto il processo<br />

di confezionamento a temperature<br />

variabili (per esempio per i budini generalmente<br />

tra 25 e 40°C). Possono<br />

essere previsti anche processi complementari:<br />

per esempio per le mousse<br />

Il mercato di gran<br />

lunga più dinamico<br />

è quello indiano:<br />

nell’arco degli<br />

ultimi cinque anni<br />

i consumi di<br />

yogurt nel paese<br />

sono aumentati<br />

mediamente<br />

del 30%<br />

processi di aerazione per aumentare<br />

il volume (overrun) mediante aggiunta<br />

di aria.<br />

L’offerta di impianti e accessori per la<br />

produzione di yogurt, budini e creme<br />

pronte è caratterizzato dalla presenza<br />

di un numero molto elevato di produttori,<br />

stimabile in diverse decine di migliaia<br />

a livello mondiale, di cui però<br />

soltanto un 50-70, in prevalenza occidentali<br />

e nordamericani, in grado di<br />

competere a livello internazionale<br />

puntando soprattutto sull’innovazione<br />

delle tecnologie di processo. Infatti<br />

se i processi di base per la produzione<br />

di yogurt, budini e creme sono sostanzialmente<br />

semplici e non subiscono<br />

grosse variazioni nel tempo, evolvono<br />

invece rapidamente le modalità di gestione<br />

di tali processi. Tali evoluzioni<br />

tecnologiche coinvolgono:<br />

• adozione di sofisticati sistemi informatici<br />

computerizzati che consentano<br />

un continuo miglioramento dei<br />

risultati, sia sotto il profilo qualitativo<br />

che quantitativo (resa di prodotto);<br />

• apparecchiature sempre più precise<br />

di controllo dall’inizio della filiera<br />

produttiva a partire dal momento<br />

dell’accettazione del latte in stabilimento<br />

fino alla fasi di stoccaggio del<br />

prodotto finito;<br />

• adozione di controllori di processo in<br />

grado di testare, a frequenze sempre<br />

più ravvicinate, che i vari componenti<br />

pneumatici e meccanici (pompe,<br />

valvole, filtri ecc.) non diano segnali<br />

di scostamento dalle condizioni standard<br />

di lavoro prestabilite. In caso di<br />

anomalie segnalate, il sistema di controllo<br />

blocca automaticamente tutte<br />

le funzioni, con contemporanea segnalazione<br />

immediata del guasto<br />

all’operatore. In tal modo viene garantita<br />

la massima efficienza produttiva<br />

all’impianto e, al contempo, la<br />

qualità del prodotto finito;<br />

• gestione totalmente automatica<br />

della fase di miscelazione degli ingredienti<br />

per budini e creme (acqua,<br />

componenti in polvere, cacao, vaniglia,<br />

zucchero, grassi ecc.) tramite<br />

uso di flussimetri magnetici per il<br />

controllo dei fluidi e celle di carico<br />

per gli ingredienti solidi;<br />

• flessibilità produttiva intesa come<br />

capacità di rapide modifiche dei parametri<br />

di processo in funzione del<br />

prodotto che si vuole ottenere (per<br />

esempio variazione degli ingredienti,<br />

additivi, agenti aromatizzanti);<br />

• adozione di sistemi Cip (cleaning<br />

in place) per il lavaggio chimico e<br />

la sterilizzazione delle varie linee.<br />

In fase di confezionamento dello<br />

yogurt, per evitare l’aggiunta di<br />

conservanti e garantire prolungati<br />

tempi di commercializzazione, il<br />

confezionamento viene realizzato<br />

con macchine di tipo “igienico”:<br />

con tali sistemi si effettua la sterilizzazione<br />

delle confezioni (generalmente<br />

in materiale plastico o vetro)<br />

e si protegge lo yogurt dal contatto<br />

con l’aria, che potrebbe apportare<br />

contaminanti, quali muffe o lieviti;<br />

• introduzione di fardellatrici sempre<br />

più veloci per il confezionamento e<br />

la distribuzione del prodotto;<br />

• celle frigorifere che assicurino una<br />

sempre maggior durata del prodotto<br />

finito confezionato entro determinati<br />

range di temperatura.<br />

Tutto ciò comporta che il fornitore<br />

dell’impianto non è più un semplice<br />

fornitore di parti di impianto, ma il fornitore<br />

di “engineering”, inteso come<br />

capacità di erogare un servizio a 360<br />

gradi, sviluppando, in completa sintonia<br />

con le esigenze del cliente (la società<br />

alimentare), l’intero processo di progettazione<br />

e realizzazione al proprio<br />

interno in fase di fornitura dell’impianto<br />

e garantendo, al contempo, servizi<br />

di manutenzione e assistenza postvendita<br />

in tempo reale anche tramite<br />

l’utilizzo di software di supervisione.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />

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51


strumentazione<br />

MONITORAGGIO DI FLUSSO E TEMPERATURA<br />

Baumer ha ampliato il portafoglio di sensori per il processo con la<br />

famiglia di sensori di flusso e temperatura FlexFlow. Basata sul principio<br />

di misura calorimetrico, la famiglia FlexFlow può monitorare<br />

sia la velocità di flusso, sia la temperatura del mezzo. I sensori hanno<br />

un’interfaccia IO-Link e, in base alle impostazioni e ai collegamenti,<br />

due uscite a commutazione oppure un’uscita a commutazione<br />

e un’uscita analogica (4...20 mA/ 0...10 V). Le versioni PF20H<br />

e PF20S sono adatte per applicazioni igieniche e industriali.<br />

La combinazione delle due funzioni di misura nello stesso sensore<br />

riduce il numero dei punti di misura nei sistemi chiusi e minimizza<br />

i costi di installazione, assistenza e stoccaggio. Grazie al<br />

loro design simmetrico centrato, i sensori possono essere installati<br />

nel processo come richiesto, in modo indipendente dalla loro<br />

posizione e orientamento di installazione. Ciò garantisce misure<br />

precise e la sicurezza del processo.<br />

Tramite IO-Link è possibile configurare più sensori simultaneamente.<br />

Ciò semplifica la regolazione dei punti di commutazione<br />

per le diverse fasi del processo durante il setup o il cambio di<br />

lotto e permette di risparmiare tempo. In qualsiasi momento sono<br />

possibili il polling e la valutazione dei dati diagnostici, aumentando<br />

il tempo di servizio del sistema.<br />

I sensori FlexFlow hanno un robusto contenitore in acciaio inossidabile<br />

con elettronica e unità di valutazione integrate. Non sono<br />

quindi richiesti né cablaggi o quadri di assemblaggio complessi,<br />

né interfacce utente addizionali. Ciò semplifica l’uso e permette<br />

un’efficiente gestione del processo.<br />

Tutti i modelli resistono a temperature fino a 150°C e sono quindi<br />

adatti per CIP e SIP.<br />

SENSORE PER IL PROCESSO AUTOMATIZZATO NEL FOOD&BEVERAGE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

A Drinktec <strong>2017</strong>, Sick presenterà dei sensori<br />

innovativi per il processo produttivo automatizzato<br />

nel food & beverage. Questa serie<br />

non comunica solamente con i controllori<br />

di linea, ma anche con i livelli superiori della<br />

piramide dell’automazione. In più, essendo<br />

dotata di un’interfaccia dati di semplice consultazione<br />

e di un potente software, rende<br />

possibile nuove analisi e funzioni che incrementano<br />

flessibilità, qualità, efficienza e<br />

trasparenza della produzione.<br />

Grazie alla retrocompatibilità dell’interfaccia,<br />

i sensori Sick inviano i dati in maniera<br />

affidabile sia al PLC che al resto dei componenti<br />

e dei sistemi, con evidenti vantaggi<br />

per i clienti.<br />

Sick ha implementato i vantaggi della misurazione<br />

a ultrasuoni nel rilevamento della<br />

portata dei liquidi con Dosic ® , il nuovo<br />

flussimetro a profilo igienico capace di misurare<br />

sia fluidi conduttivi che non conduttivi.<br />

Grazie alla custodia inox con certificazione<br />

EHEDG e FDA, ai gradi di protezione<br />

IP 67 e IP 69 e alla resistenza durante i cicli<br />

di Cip e Sip, questo sensore trova applicazione<br />

nei processi di lavorazione alimentare,<br />

ma può essere impiegato con successo<br />

in qualsiasi settore industriale.<br />

Caratteristica importante del sensore è la<br />

capacità di gestire sia fluidi conduttivi che<br />

fluidi non conduttivi, misurandone in contemporanea<br />

portata e temperatura, senza<br />

alcuna parametrizzazione al variare della<br />

tipologia del liquido in ingresso.<br />

Dosic non presenta guarnizioni né parti<br />

meccaniche in movimento, quindi il liquido<br />

può essere misurato con alta precisione,<br />

anche con bassi valori di portata, senza alcuna<br />

perdita di carico.<br />

Disponibile nei diametri DN15 e DN25 con<br />

varietà di attacchi al processo, le dimensioni<br />

compatte del Dosic ne permettono l’installazione<br />

in tempi rapidi e in spazi ridotti.<br />

La messa in funzione è immediata, grazie<br />

alla modalità di funzionamento plug&play<br />

che non richiede calibrazioni in caso di cambio<br />

liquido. Il sensore può essere utilizzato<br />

sia da remoto che tramite i pulsanti presenti<br />

sul display, per un’accessibilità in qualsiasi<br />

momento e da qualsiasi punto.<br />

Ne completano il profilo una o due uscite<br />

analogiche, 2 uscite o ingressi statici e l’interfaccia<br />

IO-Link 1.1 integrata per la parametrizzazione<br />

da remoto e le funzioni di<br />

diagnostica.<br />

52<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

53


strumentazione<br />

Come la tecnologia<br />

di ispezione prodotti<br />

può aiutare le aziende<br />

dell’industria dolciaria<br />

e dei prodotti<br />

da forno a garantire<br />

produttività<br />

e conformità.<br />

Sistema di<br />

rivelazione di metalli<br />

ISPEZIONE PRODOTTI: MASSIMA<br />

PRODUTTIVITÀ E CONFORMITÀ<br />

di Neil<br />

Giles*<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

*Marketing<br />

Communications<br />

Manager per<br />

la divisione<br />

Ispezione Prodotti<br />

di Mettler-Toledo<br />

Per l’industria dolciaria e dei prodotti da forno la prospettiva<br />

fino al 2025 è molto positiva. È prevista una crescita<br />

costante in tutto il settore, in cui l’Asia Pacifico resta il mercato<br />

principale, con un CAGR di 6,5% fino al 2025 in termini<br />

di produzione (fatturato), e il resto del mondo a breve<br />

distanza. L’aumento del reddito disponibile, la maggiore<br />

urbanizzazione e la crescita del mercato rappresentano il<br />

volano principale, abbinato alla crescente richiesta di prodotti<br />

convenienti e di qualità.<br />

Con una domanda e una richiesta di scelta sempre maggiori<br />

da parte dei consumatori, la produttività è quindi un<br />

fattore critico per garantire forniture complete rispettando<br />

le pianificazioni. Inoltre, il panorama normativo è in costante<br />

ampliamento, si veda ad esempio la continua evoluzione<br />

del Food Safety Modernization Act (FSMA) negli Stati Uniti<br />

e la Global Food Safety Initiative (GFSI), o il possibile passaggio<br />

dal tradizionale approccio Hazard Analysis and<br />

Critical Controls (HACCP) a al modello Hazard Analysis and<br />

Risk-Based Preventive Controls (HARPC).<br />

L’aumento della produzione si deve accompagnare a un’adeguata<br />

tutela della salute e della sicurezza dei consumatori,<br />

in modo da evitare danni fisici e salvaguardare la reputazione<br />

del marchio, che possono essere notevoli in caso di<br />

richiamo di prodotto. A tale scopo, i produttori dell’industria<br />

dolciaria e dei prodotti da forno si affidano sempre più alla<br />

tecnologia di ispezione prodotti e all’ampia serie di vantaggi<br />

che può offrire per linee di produzione molto complesse.<br />

RIVELAZIONE DI CONTAMINANTI AVANZATA<br />

In tutti i processi di produzione alimentare esiste un rischio<br />

di contaminazione dei prodotti. Nell’industria dolciaria e dei<br />

prodotti da forno riguarda qualsiasi contaminante, dai frammenti<br />

di vetro e metallo alle pietre. L’approccio HACCP sopra<br />

menzionato richiede che i produttori controllino le operazio-<br />

54<br />

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strumentazione<br />

ni per identificare i punti di potenziale<br />

contaminazione nel processo produttivo.<br />

Se identificato, il rischio deve essere<br />

ridotto stabilendo un punto critico<br />

di controllo (CCP) ed eseguendo<br />

un’ispezione prodotti.<br />

Se i metalli sono gli unici contaminanti,<br />

si raccomanda l’uso di un rivelatore di<br />

metalli. I sistemi a raggi-X offrono maggiori<br />

capacità di rivelazione nel caso in<br />

cui il rischio potenziale sia dovuto a diversi<br />

tipi di corpi estranei. Entrambi i<br />

sistemi sono adatti ad un’ampia gamma<br />

di applicazioni, dai prodotti in tubazione<br />

e confezionati ai prodotti sfusi. I<br />

sistemi di scarto automatici possono<br />

essere utilizzati per rimuovere prodotti<br />

contaminati dalla linea nel momento in<br />

cui vengono identificati, senza arrestare<br />

il processo produttivo.<br />

Cosa ancora più importante, sia i rivelatori<br />

di metalli che i sistemi di ispezione<br />

a raggi-X sono in grado di rivelare<br />

contaminanti in linea ad alte velocità,<br />

senza rallentare le linee e, di conseguenza,<br />

ridurre i livelli di produttività.<br />

Tutti i prodotti vengono ispezionati e i<br />

relativi dati sono acquisiti in modo da<br />

fornire ai produttori solide basi per le<br />

interazioni commerciali con i grandi<br />

distributori e informazioni di due diligence,<br />

ad esempio in caso di richiamo<br />

di prodotto.<br />

LA QUALITÀ È TUTTO<br />

Il settore dei prodotti da forno e degli<br />

snack presenta molte difficoltà relative<br />

al controllo qualità; ecco perché i sistemi<br />

di ispezione prodotti sono fondamentali<br />

per garantire che solo i prodotti<br />

in perfette condizioni raggiungano la<br />

filiera del commercio al dettaglio.<br />

L’ispezione di presenza di prodotto nei<br />

punti di chiusura è un aspetto da considerare<br />

per i prodotti in confezione sigillata;<br />

numerosi sono gli esempi di soluzioni<br />

offerte dall’ispezione prodotti<br />

in questo ambito. Un cliente svedese,<br />

il produttore del cioccolato più amato<br />

nella propria regione, aveva deciso<br />

di confezionare cioccolatini a forma<br />

di cuore in vassoi sigillati in plastica<br />

trasparente. Talvolta i cioccolatini con<br />

forme particolari possono rimbalzare<br />

fuori dalla linea e schegge di cioccolato<br />

possono facilmente compromettere<br />

la sigillatura; inoltre, l’ispezione visiva<br />

si è rivelata un processo laborioso<br />

e inaffidabile. Installando un sistema<br />

a raggi-X adattato specificamente, il<br />

cliente ha potuto garantire l’ispezione<br />

di tutte le sigillature, riassegnando ad<br />

altre attività gli operatori impegnati in<br />

precedenza nell’ispezione visiva.<br />

I sistemi a raggi-X sono anche in grado<br />

di eseguire controlli del livello di riempimento<br />

per zone in caso di prodotti riposti<br />

in scomparti definiti, che assicurano<br />

la corretta posizione di ciascun<br />

componente della confezione.<br />

Consentono inoltre di identificare prodotti<br />

mancanti o rotti, oltre a livelli di<br />

riempimento non corretti, con notevoli<br />

risparmi nel caso di riempimento eccessivo<br />

dei prodotti sulla linea, e migliorando<br />

la soddisfazione dei clienti in<br />

caso di riempimento insufficiente. Ad<br />

esempio, è possibile ispezionare il livello<br />

di riempimento di bomboloni ripieni<br />

di confettura e pane preconfezionato<br />

all’aglio: la confettura o il burro mancante<br />

vengono identificati e i singoli<br />

prodotti scartati.<br />

Spesso, per verificare i livelli di riempimento,<br />

sulle linee dell’industria<br />

dolciaria e dei prodotti da forno sono<br />

installati sistemi di controllo peso, personalizzabili<br />

in base a specifici ambienti,<br />

applicazioni, requisiti normativi e di<br />

settore. I prodotti devono quasi sempre<br />

essere conformi a parametri stringenti<br />

relativi a pesi e misure, pertanto, per il<br />

controllo qualità e la conformità, il controllo<br />

peso è fondamentale. I sistemi di<br />

controllo peso avanzati sono in grado<br />

di identificare e scartare i prodotti che<br />

non rientrano nei parametri stabiliti,<br />

Sistema di<br />

ispezione a raggi X<br />

inoltre, come i sistemi a raggi-X, possono<br />

inviare feedback direttamente alle<br />

macchine riempitrici in caso di problemi<br />

di uniformità.<br />

Infine, oltre alle funzioni di ispezione<br />

del livello di riempimento, i sistemi di<br />

ispezione visiva sono spesso usati per<br />

controllare la correttezza dell’etichettatura,<br />

della codifica e della marcatura dei<br />

prodotti finiti, nonché la presenza dei<br />

numeri di lotto e delle date di scadenza.<br />

Consentono di identificare e controllare<br />

in modo affidabile i codici a barre 1D<br />

e 2D, così come la presenza e la qualità<br />

delle immagini, la qualità e la posizione<br />

delle etichette e l’identificazione di<br />

qualsiasi difetto evidente della confezione.<br />

Per i produttori è inoltre fondamentale<br />

controllare che nelle etichette<br />

siano presenti le dichiarazioni sugli allergeni<br />

corrette, per garantire la sicurezza<br />

dei consumatori ed evitare eventuali<br />

costosi richiami del prodotto.<br />

LAVORARE CON ESPERTI ASSICURA<br />

LA MASSIMA PRODUTTIVITÀ<br />

L’ispezione prodotti è fondamentale<br />

nelle moderne operazioni dell’industria<br />

dolciaria e dei prodotti da forno, pertanto,<br />

disporre di un solido programma<br />

di ispezione è essenziale per la sicurezza<br />

e la qualità. Lavorare con un fornitore<br />

esperto è fortemente consigliato,<br />

perché prendere decisioni sbagliate<br />

sulla tecnologia potrebbe avere un grave<br />

impatto sul costo totale di proprietà<br />

(TCO) dell’attrezzatura e anche sul ritorno<br />

sull’investimento (ROI).<br />

Grazie alla collaborazione con il cliente,<br />

gli esperti dell’ispezione saranno in grado<br />

di fornire raccomandazioni informate<br />

su come ottimizzare al massimo la<br />

produttività dei sistemi, offrendo al contempo<br />

una rete di assistenza continua<br />

per garantire operazioni senza problemi.<br />

L’affidabilità delle attrezzature in linea<br />

è fondamentale e permette ai produttori<br />

di concentrarsi sulla produzione,<br />

delegando l’ispezione agli esperti.<br />

Per informazioni generali sulla Divisione<br />

Ispezione Prodotti di Mettler Toledo,<br />

visitate: http://www.mt.com/pi<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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55


packaging<br />

Le tecnologie<br />

per l’imballaggio<br />

si confermano uno<br />

dei settori più in salute<br />

della nostra industria.<br />

Ipack-Ima si appresta<br />

a essere rilanciata<br />

come l’evento di<br />

riferimento internazionale<br />

di questa eccellenza<br />

italiana. Ne parliamo con<br />

il vicepresidente di Ucima<br />

Luciano Sottile.<br />

Particolare di una linea di confezionamento<br />

Goglio per imballaggi flessibili<br />

di Alessandro<br />

Bignami<br />

I COSTRUTTORI DI MACCHINE<br />

“CONFEZIONANO” LA NUOVA<br />

IPACK-IMA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Luciano Sottile,<br />

vicepresidente<br />

di Ucima e<br />

General Manager<br />

Machines Division<br />

di Goglio<br />

Il settore delle macchine per il confezionamento è una delle<br />

certezze del sistema produttivo italiano. Il trend positivo<br />

degli ultimi cinque anni sta proseguendo, dopo un passaggio<br />

quasi indenne nel periodo più pesante della crisi economica,<br />

e le previsioni sono di crescita. Con l’80% di export<br />

i nostri costruttori sono tra i principali player del mercato<br />

internazionale, insieme ai tradizionali rivali tedeschi e, oggi,<br />

a quelli cinesi. È un terreno fertile, insomma, quello su cui<br />

sta germogliando la nuova identità della fiera Ipack-Ima, di<br />

cui Ucima – l‘Unione dei costruttori italiani di macchine<br />

per il confezionamento e l’imballaggio – ha acquisito nel<br />

2015 il 51% delle quote (in partnership con Fiera Milano,<br />

che detiene il 49%). Con l’ingegner Luciano Sottile, vicepresidente<br />

di Ucima e General Manager Machines Division<br />

di Goglio, abbiamo parlato degli ultimi dati del comparto<br />

e della preparazione di Ipack-Ima che si svolgerà, con le<br />

altre quattro mostre del marchio ombrello The Innovation<br />

Alliance, a Milano dal 29 maggio all’1 giugno 2018.<br />

Ing. Sottile, i dati 2016 del Centro Studi di Ucima sulle<br />

macchine per il packaging sono positivi...<br />

I dati relativi al 2016 raccolti dal nostro Centro Studi evidenziano<br />

un ulteriore balzo in avanti del 6,6% per il giro<br />

d’affari e per tutti gli altri indicatori fondamentali per la<br />

salute di un settore industriale.<br />

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packaging<br />

Indicatori fondamentali del settore macchine per il packaging, 2014-2016<br />

Per dare un’indicazione del fenomeno,<br />

basti pensare che il 66,4% delle<br />

aziende genera un fatturato complessivo<br />

inferiore ai 6 milioni di euro e contribuisce<br />

ad appena il 9,7% del giro<br />

d’affari. Le 51 imprese di dimensioni<br />

maggiori (con fatturati oltre i 25 milioni<br />

di euro), al contrario, realizzano il<br />

68% del fatturato totale.<br />

Semplificando, nel mercato sembrano<br />

esserci tre tipi di aziende. Quelle<br />

piccole, che sono concentrate sul<br />

quotidiano e non hanno tempo e ri-<br />

Il fatturato totale supera i 6,6 miliardi<br />

di euro. L’export, che genera l’80%<br />

del giro d’affari, raggiunge, con un<br />

+5,8%, i 5,3 miliardi di euro e il mercato<br />

italiano balza a 1,3 miliardi di<br />

euro (+9,8% sull’anno precedente). In<br />

aumento anche il numero delle aziende<br />

attive nel settore, 601 contro le 588<br />

del 2015, e gli occupati che crescono<br />

di 1.738 unità (+6,2%) per un totale<br />

di 29.644.<br />

Sta pertanto proseguendo il trend positivo<br />

in atto negli ultimi cinque anni,<br />

che riteniamo continuerà anche<br />

nell’anno in corso. I primi dati disponibili,<br />

relativi al primo trimestre dell’anno,<br />

registrano un incremento<br />

dell’11,6% con gli ordini al 31 marzo<br />

in crescita media dell’8%.<br />

Quali sono i fattori di questo momento<br />

favorevole? Quali invece le insidie<br />

da cui occorre guardarsi?<br />

Vi sono certamente delle oggettività<br />

di mercato; assistiamo infatti a una<br />

crescita costante in tutti i nostri settori<br />

di applicazione, che porta a una<br />

maggior domanda per le nostre tecnologie.<br />

Le previsioni del nostro Centro Studi<br />

stimano, infatti, un incremento medio<br />

annuo delle vendite di macchine per il<br />

packaging pari al 4,8% nel triennio<br />

<strong>2017</strong>-2019. Le aziende italiane continueranno<br />

a presidiare i mercati mondiali<br />

con tassi di crescita in linea con la<br />

media mondiale. Dovranno tuttavia<br />

fronteggiare una concorrenza internazionale<br />

crescente, soprattutto in alcuni<br />

mercati. Ad esempio l’Asia, dove le<br />

nostre aziende stanno rallentando la<br />

loro penetrazione anche a causa<br />

dell’emersione della concorrenza cinese<br />

che, per la prima volta, nel 2015 ha<br />

iniziato a esportare in maniera significativa.<br />

La Cina è infatti diventata un<br />

esportatore netto e sta aumentando<br />

le vendite in tutti gli altri paesi asiatici,<br />

creandoci qualche problema. Lo scenario<br />

a cui eravamo abituati, con<br />

Germania e Italia a dominare nella<br />

produzione di macchine per il packaging,<br />

è destinato a diventare tripolare.<br />

C’è però un’altra partita che le aziende<br />

italiane si trovano a giocare e che i<br />

dati finora descritti “nascondono”.<br />

Quale?<br />

Quella delle dimensioni. Il nostro settore<br />

si sta progressivamente polarizzando<br />

tra aziende grandi e realtà troppo<br />

piccole per assicurare un presidio<br />

costante e puntuale dei mercati lontani.<br />

In pratica, i grandi diventano sempre<br />

più grandi e i piccoli restano piccoli<br />

e fanno fatica ad esportare.<br />

Le grandi società<br />

italiane del settore,<br />

socie di Ucima,<br />

hanno deciso<br />

di scommettere su<br />

Ipack-Ima 2018,<br />

per riaffermare<br />

in Italia una fiera<br />

in grado<br />

di competere<br />

con le omologhe<br />

internazionali<br />

sorse per pensare a un futuro troppo<br />

lontano. Le grandi, che sanno che<br />

bisogna crescere e continuano a fare<br />

acquisizioni. E infine quelle che devono<br />

decidere se acquisire o farsi<br />

acquisire...<br />

In ogni caso oggi il contesto appare<br />

ben più incoraggiante rispetto ai peggiori<br />

anni della crisi…<br />

In realtà di anni difficili il nostro settore<br />

ne ha visti pochi. Solo nel 2009 il<br />

comparto ha subito una contrazione<br />

dei volumi. Poi siamo stati tra i primi<br />

a riagganciare i numeri precedenti<br />

alla crisi. D’altronde i nostri clienti<br />

sanno che non possono smettere di<br />

investire per più di due o tre anni: il<br />

loro parco macchine invecchia rapidamente,<br />

con l’effetto di aumentare<br />

i costi di produzione.<br />

È possibile quantificare i primi benefici<br />

del Piano nazionale Industria 4.0 per<br />

i costruttori di macchine per il confezionamento?<br />

I concetti chiave di Industria 4.0 non ci<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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packaging<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

hanno colto alla sprovvista: connettività,<br />

efficienza, raccolta ed elaborazione<br />

dei big data, manutenzione predittiva<br />

e gestione da remoto degli<br />

impianti fanno parte da sempre del<br />

nostro Dna e appartengono alla nostra<br />

cultura industriale. In termini di<br />

prodotti, la maggior parte delle nostre<br />

aziende era infatti già molto vicina ai<br />

parametri tecnici previsti nelle circolari<br />

ministeriali.<br />

Il programma di incentivi varato dal<br />

governo ha avuto comunque il merito<br />

di stimolare gli investimenti da parte<br />

dei clienti. Le vendite sul mercato italiano<br />

sono dinamiche da alcuni anni<br />

ma hanno ricevuto dal secondo semestre<br />

dello scorso anno una ulteriore<br />

spinta grazie appunto al piano<br />

Industry 4.0. All’incremento del 9,8%<br />

registrato a fine 2016, è infatti seguito<br />

un ulteriore +6,5% nel primo trimestre<br />

di quest’anno.<br />

La manovra fiscale sta funzionando<br />

bene, in qualche settore addirittura<br />

benissimo. Il ministro dello Sviluppo<br />

economico, Carlo Calenda, che conosce<br />

bene i problemi della nostra industria,<br />

da cui proviene, ha fatto un ottimo<br />

lavoro. Il piano è efficace,<br />

semplice, comprensibile, senza gli<br />

eccessi burocratici che spesso appesantivano<br />

i provvedimenti precedenti.<br />

Ora, però, tutti ci aspettiamo che l’operazione<br />

prosegua oltre l’orizzonte<br />

temporale fissato a giugno 2018: solo<br />

così può diventare davvero efficace e<br />

contribuire a trasformare il nostro sistema<br />

produttivo. Serve più tempo,<br />

inoltre, perché si rafforzino le collaborazioni<br />

avviate fra aziende private e<br />

centri di eccellenza come i politecnici.<br />

In sintesi: il piano sta consentendo di<br />

rinnovare il datato parco macchine<br />

italiano, ma ora ci auguriamo che si<br />

trovi la maniera di prolungarlo e renderlo<br />

strutturale.<br />

Esportazioni di macchine per il packaging per aree geografiche, 2016<br />

Qual è il servizio offerto da Ucima ai<br />

suoi soci su questo provvedimento?<br />

La nostra associazione si è subito<br />

mossa a ogni livello per supportare<br />

sia le aziende associate sia i loro clienti.<br />

I nostri funzionari associativi – oltre<br />

ad aver partecipato attivamente ai<br />

tavoli governativi di definizione del<br />

Piano – hanno attivato importanti<br />

servizi ad hoc: visto che le richieste di<br />

chiarimenti su questo tema sono<br />

molte, abbiamo predisposto un nuovo<br />

servizio di Check Up Macchine con<br />

il rilascio di una Attestazione 4.0, finalizzata<br />

proprio a verificare macchine<br />

e impianti in ottica iperammortamento.<br />

Le applicazioni di Industria 4.0 e IoT<br />

stanno contribuendo a velocizzare<br />

l’adozione da parte della clientela di<br />

tecnologie atte a rendere le fabbriche<br />

produttive sempre più interdipendenti<br />

e dialoganti, automatizzando le<br />

procedure e la produzione, soprattutto<br />

facendo “dialogare” le macchine<br />

e fornendo sempre maggiori informazioni<br />

agli utilizzatori. Ora diventa<br />

però fondamentale il ruolo della formazione<br />

sia dei nostri collaboratori<br />

sia del personale delle aziende clienti,<br />

col fine di evitare il rischio di avere in<br />

casa una Ferrari usandola come una<br />

500. Anche su questo aspetto,<br />

Ucima, che è stata coinvolta direttamente<br />

nella stesura del piano, è in<br />

prima linea con un’offerta formativa<br />

specifica su queste attuali tematiche.<br />

Ipack-Ima 2018 sarà la prima edizione<br />

organizzata dalla nuova versione societaria<br />

nata dalla partnership tra<br />

Ucima e Fiera Milano. Cosa cambierà?<br />

L’acquisizione di Ipack-Ima da parte<br />

della nostra associazione è stata un<br />

importante punto di svolta per il nostro<br />

settore. Non solamente perché<br />

dopo anni, l’unica vera fiera italiana<br />

a vocazione internazionale è tornata<br />

sotto il controllo diretto delle aziende,<br />

ma soprattutto perché le grandi società<br />

italiane, socie di Ucima, hanno<br />

deciso di scommettere su questo<br />

evento, per riaffermare in Italia una<br />

fiera in grado di competere con le<br />

omologhe internazionali e attirare a<br />

casa nostra qualificati operatori da<br />

tutto il mondo. Il primo grande risultato<br />

è il ritorno in fiera di tutti i maggiori<br />

costruttori di macchine italiani,<br />

che avevano in buona parte disertato<br />

le ultime edizioni. Il disegno è quello<br />

di costruire nel tempo una fiera in<br />

Italia che rappresenti a livello internazionale,<br />

per diversità e qualità di assortimento,<br />

il nostro sistema produttivo<br />

nell’ambito del confezionamento.<br />

In questo senso la contemporaneità<br />

con le altre fiere di The Innovation<br />

Alliance creerà un evento di filiera<br />

unico nel suo genere, dove gli operatori<br />

professionali di ogni settore industriale<br />

potranno trovare un’ampia<br />

offerta che va dal processing al<br />

packaging, dalla lavorazione delle<br />

materie plastiche e della gomma alla<br />

stampa industriale, commerciale e<br />

della personalizzazione grafica di imballaggi<br />

ed etichette, fino alla movimentazione<br />

e allo stoccaggio delle<br />

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packaging<br />

merci. Novità importante è che, rispetto<br />

a precedenti casi di contemporaneità<br />

tra fiere diverse, stavolta gli<br />

eventi sono organizzati insieme: si<br />

entra con un biglietto solo e si può<br />

circolare tra una esposizione e l’altra.<br />

Un ulteriore nuovo elemento è l’alleanza<br />

con Interpack, che garantirà a<br />

Ipack-Ima una visibilità e una centralità<br />

mai avute prima e costituirà un<br />

asse fieristico in Europa e nel mondo<br />

in grado di offrire una piattaforma<br />

espositiva completa a espositori e visitatori.<br />

A tutto ciò si aggiungono una maggiore<br />

promozione internazionale,<br />

grazie alla rete di Ucima e Fiera Milano,<br />

e servizi innovativi come, ad<br />

esempio, un intenso programma di<br />

incontri B2B tra espositori e visitatori<br />

internazionali selezionati che potranno<br />

incontrarsi prima virtualmente,<br />

attraverso una innovativa piattaforma<br />

di match-making, e poi in fiera<br />

presso gli stand degli espositori.<br />

Come stanno andando le adesioni?<br />

A circa un anno dalla manifestazione<br />

oltre 600 aziende italiane e straniere<br />

hanno confermato la loro partecipazione<br />

e oltre il 70% degli spazi espositivi<br />

disponibili è già occupato. Le<br />

adesioni rispecchiano la fisionomia<br />

pluri-settoriale della mostra.<br />

Ben oltre la metà delle imprese presenti<br />

porterà in fiera innovazioni tecnologiche<br />

per il comparto dell’agroalimentare:<br />

il 22% delle aziende<br />

espositrici si identifica, infatti, nella<br />

business community Pasta, Bakery &<br />

Milling, confermando Ipack-Ima<br />

come una delle più importanti fiere al<br />

mondo per questo settore industriale.<br />

Anche le aziende che operano nel<br />

comparto del confectionery saranno<br />

ampiamente presenti in fiera (13%<br />

del totale) così come saranno ben<br />

rappresentati gli altri settori dell’industria<br />

alimentare, con particolare focus<br />

sul comparto Fresh & Convenience,<br />

che esprimono un ulteriore 25% delle<br />

aziende iscritte.<br />

Nutrita anche la presenza di realtà<br />

Composizione del FATTURATO TOTALE dei settori, 2014-2016<br />

che operano nel settore del beverage<br />

e – più in generale, uscendo dal settore<br />

food & beverage – di imprese<br />

che presentano soluzioni di liquid<br />

filling (10%) che servono le business<br />

community “non-food” dei settori<br />

chimico e cosmetico (20% del totale).<br />

Questi settori, dall’identità precisa,<br />

si affiancano all’articolato mondo<br />

delle aziende che operano nel confezionamento<br />

per industrial & durable<br />

goods (10%) che spazia, ad esempio,<br />

dall’automotive al fashion, dall’arredamento<br />

all’edilizia e alle costruzioni.<br />

Altrettanto importante la presenza in<br />

fiera delle aziende attive nei diversi<br />

settori trasversali al processo e confezionamento<br />

primario: un ampio<br />

spazio sarà infatti occupato dalle<br />

aziende che operano nei settori labelling,<br />

tracking, coding e marking<br />

e che proporranno lo stato dell’arte<br />

su tematiche importanti che spaziano<br />

dalla sicurezza alimentare alla serializzazione<br />

e all’antifalsificazione, come<br />

anche da aziende che producono<br />

materiali innovativi, packaging secondario<br />

e soluzioni di fine linea.<br />

Altamente rappresentativa anche la<br />

partecipazione delle aziende a Meat-<br />

Tech, l’unica manifestazione italiana<br />

dedicata alla filiera produttiva dell’industria<br />

della carne, con le aziende<br />

leader in fiera per presentare le ultime<br />

novità non solo in termini di tecnologia<br />

di processo, confezionamento,<br />

conservazione e refrigerazione, ma<br />

anche con una ricca offerta di ingredienti,<br />

spezie, additivi per la lavorazione<br />

delle carni.<br />

In cosa volete che si differenzi l’evento<br />

di Milano rispetto a Interpack o ad altre<br />

mostre del settore?<br />

Ipack-Ima si svolge nella capitale del<br />

design, sia legato alla moda sia ai mobili.<br />

Vorremmo che Milano diventasse<br />

il luogo di riferimento anche del design<br />

per il confezionamento. È una<br />

ricchezza che abbiamo soltanto noi e<br />

su cui vogliamo puntare.<br />

Quali sono i temi fondamentali che state<br />

preparando per questa edizione?<br />

Ipack-Ima 2018 rappresenterà anche<br />

un importante appuntamento culturale<br />

per approfondire alcuni grandi<br />

temi trasversali per il nostro settore:<br />

anticontraffazione, e-commerce, sostenibilità<br />

e l’evoluzione di Industry 4.0<br />

saranno i file rouge che caratterizzeranno<br />

la fiera.<br />

Un focus importante sarà inoltre dedicato<br />

ai materiali innovativi, funzionalizzati<br />

e agli imballi per il segmento<br />

premium, che saranno esposti nel<br />

nuovo salone satellite, Ipack-Mat.<br />

Organizzato in sinergia con Plast e<br />

Print4All, Ipack-Mat ospiterà materie<br />

prime, semilavorati e componenti<br />

per prodotti e imballaggi ad alto<br />

valore aggiunto e contenitori innovativi.<br />

Il nostro obiettivo è quello di<br />

dar vita a una fucina di idee e spunti<br />

creativi per le funzioni strategiche<br />

aziendali, dalla ricerca & sviluppo al<br />

marketing.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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packaging<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Quali iniziative avete intrapreso per<br />

richiamare più visitatori internazionali?<br />

È fondamentale la collaborazione delle<br />

aziende che hanno già iniziato a<br />

promuovere la fiera presso i loro principali<br />

clienti internazionali. Abbiamo<br />

inoltre rafforzato la promozione nel<br />

mondo, attraverso, ad esempio, la<br />

partecipazione alle principali fiere nel<br />

mondo, dove Ucima organizza i padiglioni<br />

italiani ed è stata avviata una<br />

capillare campagna di comunicazione<br />

su tutti i principali mercati con particolare<br />

focus in Sud America, Africa e<br />

Medio Oriente ed Europa Orientale,<br />

cioè le aree tradizionalmente meno<br />

presenti a Interpack.<br />

Ci sono le premesse per un evento<br />

all’altezza della produzione tecnologica<br />

italiana…<br />

Un problema che ci angustiava era il<br />

fatto di non avere una fiera adeguata<br />

al nostro ruolo di secondo paese al<br />

mondo nella costruzione di macchine<br />

per l’imballaggio. Una delle cause di<br />

questa carenza era proprio lo scollamento<br />

fra mondo dei costruttori ed<br />

organizzatori fieristici. Adesso la fiera<br />

appartiene ai costruttori, la ferita si è<br />

rimarginata e possiamo finalmente<br />

pensare in grande.<br />

Nella progettazione delle macchine<br />

di Goglio quali sono le innovazioni<br />

implementate negli ultimi anni, soprattutto<br />

in ottica Industria 4.0?<br />

Goglio è da oltre 165 anni nel mercato<br />

dell’imballaggio flessibile e degli<br />

impianti di confezionamento.<br />

L’innovazione e la capacità di anticipare<br />

le richieste hanno da sempre<br />

caratterizzato la sua attività. Tuttavia<br />

l’innovazione sul prodotto, da sola,<br />

non è più sufficiente a garantire una<br />

buona differenziazione dai concorrenti.<br />

Oggi però le tecnologie 4.0, in<br />

particolare l’IoT, consentono non<br />

solo di innovare macchine, ma di innovare<br />

soprattutto i servizi. Goglio<br />

da diversi anni ha cominciato a proporre<br />

ai propri clienti innovativi contratti<br />

full service che sono costruiti<br />

Macchina G CAP 6<br />

di Goglio per il<br />

confezionamento<br />

in capsule<br />

Un intervento<br />

tecnico di Goglio<br />

con supporto realtà<br />

aumentata<br />

su tablet<br />

sulla base del collegamento H24<br />

delle macchine e delle linee di confezionamento<br />

al cloud Goglio. Il più<br />

completo e innovativo dei servizi<br />

offerti si spinge a garantire al cliente,<br />

per il periodo di durata del contratto,<br />

la resa dei suoi impianti. Questa<br />

formula riduce al cliente tutti i rischi<br />

connessi alla gestione delle proprie<br />

linee spostandone la responsabilità<br />

sul costruttore degli impianti.<br />

Non soltanto facciamo manutenzione,<br />

ma continuiamo a migliorare e aggiornare<br />

gli impianti già installati. Si tratta<br />

di una svolta nel rapporto fra costruttore<br />

e utilizzatore. Industry 4.0 cambia<br />

il modello di business e rende disponibili<br />

servizi che prima non c’erano.<br />

Per concludere, può dirmi un obiettivo<br />

che tiene molto a raggiungere<br />

come vicepresidente di Ucima?<br />

Condivido col Presidente Aureli l’obiettivo<br />

di incrementare il numero di<br />

aziende associate. Vogliamo cioè<br />

consolidare i risultati raggiunti negli<br />

ultimi quattro anni e portare il numero<br />

di associati attorno ai 200,<br />

sulle 600 aziende censite in Italia.<br />

Crediamo infatti che in particolare le<br />

aziende di medie e piccole dimensioni<br />

non possano restare fuori dal nostro<br />

sodalizio perché sono quelle che potrebbero<br />

beneficiare di più dei servizi<br />

altamente professionali offerti dai nostri<br />

uffici. Mi impegnerò inoltre a rafforzare<br />

i servizi offerti per supportare<br />

l’internazionalizzazione degli associati.<br />

Abbiamo intanto ristrutturato la nostra<br />

sede a Baggiovara, in provincia<br />

di Modena, che ora consente di offrire<br />

servizi a 360 gradi agli associati.<br />

Tra le attività fondamentali della sede<br />

ricordo: la formazione, con la Scuola<br />

Beni Strumentali specifica per i costruttori<br />

di macchine; la comunicazione,<br />

con il Centro Stampa; e le ricerche<br />

di mercato, con il Centro<br />

Studi, oggi impegnato non solo a<br />

dare una fotografia del settore, ma<br />

anche a prevedere i trend che si affermeranno<br />

in futuro.<br />

60<br />

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packaging<br />

VENTOSE UNIVERSALI PER IMBALLAGGI IN FLOWPACK<br />

L’innovativa ventosa Serie FPC di<br />

Coval è adatta alla manipolazione<br />

delle confezioni in flowpack.<br />

L’imballaggio in flowpack presenta<br />

numerosi vantaggi: un<br />

contatto alimentare diretto,<br />

una vasta superficie di presa,<br />

numerose applicazioni in svariati<br />

settori di attività quali la frutta<br />

e gli ortaggi freschi, l’industria<br />

agroalimentare, la cosmetica,<br />

alte cadenze e basso costo.<br />

Nella manipolazione con il vuoto<br />

la flessibilità della ventosa rappresenta<br />

un ostacolo, perché è<br />

sinonimo di rischio di perdita di<br />

aderenza, con la conseguente<br />

difficoltà della presa del prodotto<br />

e la necessità di un aumento di<br />

potenza per compensare.<br />

Coval ha accettato la sfida e ha<br />

messo a punto la ventosa Serie<br />

FPC: progettata per questo tipo<br />

di presa, che aderisce sul prodotto<br />

a prescindere dalla forma<br />

e dal materiale e che permette<br />

di rispettare elevate cadenze.<br />

In quest’ottica Coval ha lavorato<br />

con costruttori di macchinari di<br />

packaging, tenendo conto delle<br />

loro esigenze e sottoponendo le<br />

diverse evoluzioni del prodotto<br />

a differenti test effettuati in situazioni<br />

reali.<br />

La Serie FPC si basa su quattro<br />

punti di forza :1) una forma a<br />

corolla con labbra sottili e ondulate<br />

per aderire completamente<br />

alle forme dell’imballaggio;<br />

2) sporgenze interne<br />

che permettono di ottimizzare<br />

il vuoto evitando qualsiasi tipo<br />

di deformazione del prodotto e<br />

consentendo di rafforzare la<br />

presa; 3) inserti equipaggiati di<br />

un diffusore di vuoto laterale<br />

che evita le perdite durante la<br />

fase di presa del prodotto; 4)<br />

materiale compatibile con le<br />

normative alimentari: silicone<br />

azzurro e inserto in plastica.<br />

Il silicone è il materiale consigliato<br />

per la sua tenuta alle alte temperature<br />

e la sua compatibilità<br />

alimentare. Gli inserti di plastica<br />

sono anch’essi conformi alle<br />

normative alimentari.<br />

Il colore azzurro degli inserti di<br />

plastica ne semplifica la localizzazione<br />

mediante i sistemi di rilevamento<br />

visivo sulle catene di<br />

produzione e confezionamento.<br />

L’ottima tenuta stagna delle<br />

ventose Serie FPC evita di sovradimensionare<br />

il generatore<br />

di vuoto, il che permette un<br />

sensibile risparmio energetico.<br />

BEST PACKAGING 2018 ENTRA NEL MONDO DEL DESIGN<br />

Non c’è innovazione senza design. Il design è il progetto, completo<br />

dall’A alla Z, a partire dal prodotto contenuto. Un packaging innovativo<br />

e funzionale è sempre frutto di un corretto design, che abbia<br />

tenuto conto delle prestazioni dei materiali, dell’interazione eventuale<br />

con il prodotto, delle esigenze di protezione o conservazione,<br />

della macchinabilità, della funzionalità per l’utente e quindi delle<br />

esigenze dell’ambiente. Con questi presupposti, ormai da quattro<br />

edizioni, i finalisti del contest Best Packaging sono in mostra, durante<br />

la Milano Design Week, nel distretto di Brera, con successo di<br />

visitatori professionali e non. E con questi presupporti gli ideatori<br />

del Brera Design District hanno deciso di appoggiare la manifestazione,<br />

riconoscendo al packaging, in modo ufficiale e con la giusta<br />

auctoritas, la dignità di oggetto e prodotto di design.<br />

Dalla prossima edizione, Brera Design District patrocinerà il contest,<br />

ormai ultrasessantenne, che premia i migliori packaging con l’Oscar<br />

dell’imballaggio.<br />

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L’edizione 2018 sarà incentrata sull’innovazione tecnica e delle tecnologie<br />

e sarà organizzata in collaborazione con Ipack-Ima 2018,<br />

tra le maggiori fiere mondiali per le tecnologie e i materiali per le<br />

industrie del processing & packaging alimentare e non alimentare<br />

e partner storico del contest. Le iscrizioni sono aperte da fine agosto<br />

e chiuderanno il 30 novembre: per i finalisti sono già in calendario<br />

numerose iniziative, atte a valorizzare le caratteristiche innovative<br />

dei packaging a concorso, a partire da una nuova mostra per la<br />

Milano Design Week, attraverso un’importante campagna media,<br />

e social, per culminare nell’esposizione e premiazione durante<br />

Ipack-Ima, dal 29 maggio al 1 giugno, nel contesto tecnico per<br />

eccellenza di Fiera Milano.<br />

Si confermano infine i supporter già presenti nelle passate edizioni,<br />

a partire da Altroconsumo, per arrivare a Conai, patrocinatore della<br />

ente, fino al Politecnico di Milano, patrocinatore della Sezione<br />

speciale Quality Design.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

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nonsolofood<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

Mostre<br />

Pavia, Castello Visconteo<br />

LONGOBARDI. UN POPOLO<br />

CHE CAMBIA LA STORIA<br />

Dal 1 settembre al 3 dicembre <strong>2017</strong><br />

Un grande evento internazionale. Nord e Sud<br />

Italia uniti per la più importante mostra mai<br />

realizzata sui Longobardi. Dal 1 settembre al<br />

Castello di Pavia, dal 15 dicembre al MANN<br />

di Napoli e ad aprile 2018 al Museo Statale<br />

Ermitage di San Pietroburgo.<br />

Pavia torna capitale del “Regnum Langobardorum”<br />

e Napoli si fa portavoce del ruolo<br />

fondamentale del Meridione nell’epopea<br />

degli “uomini dalla lunghe barbe” e nella<br />

mediazione culturale tra Mediterraneo e<br />

nord Europa.<br />

Una collaborazione internazionale a tre –<br />

Musei Civici di Pavia, Museo Archeologico<br />

Nazionale di Napoli e Museo Statale Ermitage<br />

– è alla base della realizzazione di una mostra<br />

che, per gli studi scientifici svolti, l’analisi del<br />

contesto storico italiano e più ampiamente<br />

mediterraneo ed europeo, per gli eccezionali<br />

materiali esposti, quasi totalmente inediti,<br />

e per le modalità espositive, si preannuncia<br />

“epocale”. Si tratta del punto di arrivo di oltre<br />

15 anni di nuove indagini archeologiche, epigrafiche<br />

e storico-politiche su siti e necropoli<br />

altomedievali, frutto del rinnovato interesse<br />

per un periodo cruciale della storia Italiana<br />

ed europea. Con l’appoggio scientifico e la<br />

collaborazione fattiva del Mibact, la mostra si<br />

presenta come un vero evento già nei numeri.<br />

Oltre 300 le opere esposte; più di 80 i musei<br />

e gli enti prestatori; oltre 50 gli studiosi<br />

Pluteo marmoreo con agnello<br />

coinvolti nelle ricerche e nel catalogo edito<br />

da Skira; 32 i siti e i centri longobardi rappresentati<br />

in mostra; 58 i corredi funerari<br />

esposti integralmente; 17 i video originali<br />

e le installazioni multimediali (touchscreen,<br />

oleogrammi, ricostruzioni 3D, ecc.); 3<br />

le cripte longobarde pavesi, appartenenti a<br />

soggetti diversi, aperte per la prima volta al<br />

pubblico in un apposito itinerario; centinaia<br />

i materiali dei depositi del MANN vagliati<br />

dall’Università Suor Orsola Benincasa, per<br />

individuare e studiare per la prima volta i<br />

manufatti d’epoca altomedievale conservati<br />

nel museo napoletano.<br />

Curata da Gian Pietro Brogiolo e Federico<br />

Marazzi con Ermanno Arslan, Carlo Bertelli,<br />

Caterina Giostra, Saverio Lomartire e<br />

Fabio Pagano e con la direzione scientifica<br />

di Susanna Zatti, Paolo Giulierini e Yuri<br />

Piotrovsky, la mostra organizzata da Villaggio<br />

Globale International consentirà - a differenza<br />

di precedenti eventi - di dare una visione<br />

complessiva e di ampio respiro (dalla metà<br />

del VI secolo, dalla presenza gotica in Italia,<br />

alla fine del I millennio) del ruolo, dell’identità,<br />

delle strategie, della cultura e dell’eredità<br />

del popolo longobardo che nel 568, guidato<br />

da Alboino, varca le Alpi Giulie e inizia la<br />

sua espansione sul suolo italiano: una terra<br />

divenuta crocevia strategico tra Occidente<br />

e Oriente, un tempo cuore dell’Impero<br />

Romano e ora sede della Cristianità, ponte<br />

tra Mediterraneo e Nord Europa. “Un popolo<br />

che cambia la storia” ricostruisce dunque le<br />

grandi sfide economiche e sociali affrontate<br />

dai Longobardi e riflette sulle relazioni e sulle<br />

mediazioni culturali che dominarono quei secoli<br />

di guerre e scontri, alleanze strategiche e<br />

grandi personalità.<br />

http://www.mostralongobardi.it<br />

Domodossola, Verbano-Cusio-Ossola,<br />

Casa De Rodis<br />

TRA GUERCINO E DE NITTIS.<br />

DUE COLLEZIONI SI INCONTRANO<br />

Fino al 28 Ottobre <strong>2017</strong><br />

L’esposizione, realizzata in collaborazione<br />

con la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno,<br />

racconta la storia di due collezionisti,<br />

Antonio Ceci (1852-1920) e Alessandro<br />

Guercino – Sacra Famiglia<br />

Poscio (1928-2013): chirurgo marchigiano<br />

di adozione pisana il primo, imprenditore<br />

piemontese con la passione per la pittura<br />

il secondo. Per la prima volta un nucleo di<br />

opere delle loro collezioni vengono messe<br />

a confronto, evidenziando accostamenti e<br />

suggestioni inaspettati ma profondamente<br />

in sintonia.<br />

In mostra i segreti e le passioni di entrambi<br />

i collezionisti che riflettono comuni interessi<br />

artistici: dai ritratti ai paesaggi, da<br />

vedute che inquadrano la natura a stretto<br />

contatto con l’uomo, a sguardi che comunicano<br />

i misteri e i fascini di storie lontane,<br />

quanto vicine. Da Ascoli Piceno arrivano<br />

a Domodossola, tra gli altri, un gruppo<br />

prezioso di disegni di artisti quali Pietro<br />

da Cortona, Guercino, Luca Giordano<br />

e Domenico Morelli, ma anche tele affascinanti<br />

quali i suggestivi paesaggi ad<br />

olio di Alessandro Magnasco e Francesco<br />

Zuccarelli, la sublime Passeggiata amorosa<br />

di Pelizza da Volpedo, l’incantevole Pax di<br />

Luigi Nono. Della collezione Poscio invece<br />

si possono ammirare il luminoso Sole d’ottobre<br />

di Carlo Fornara, Veduta delle Alpi<br />

Lepontine di Giovanni Battista Ciolina, la realistica<br />

quanto magica Stradina a Settignano<br />

di Telemaco Signorini, due romantici e intensi<br />

paesaggi di Antonio Fontanesi e una fitta<br />

Querceta di Giovanni Fattori.<br />

Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si<br />

incontrano è anche l’occasione per studiare<br />

opere ancora inedite e mai presentate<br />

al grande pubblico, come nel caso del San<br />

Gerolamo, attribuito al pittore caravaggesco<br />

Lionello Spada o alla deliziosa Vergine in<br />

preghiera del giovane Sassoferrato.<br />

“Questa mostra rappresenta un’occasione<br />

unica e importante per due motivi. In primis<br />

perché è pensata per sovvenzionare un<br />

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intervento di restauro di un’opera che viene<br />

dai luoghi terremotati dell’ascolano”, afferma<br />

Stefano Papetti, curatore della mostra<br />

e direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli<br />

Piceno. “Inoltre è molto interessante anche<br />

dal punto di vista scientifico, perché per la<br />

prima volta vengono messe in relazione due<br />

importanti collezioni, Ceci e Poscio, tra le<br />

quali abbiamo rilevato una singolare uniformità<br />

nelle scelte: entrambe hanno due<br />

nuclei di pittura ottocentesca e dipinti antichi,<br />

prevalentemente della collezione Ceci,<br />

dedicati soprattutto al tema del paesaggio”.<br />

Una mostra dunque che aiuta il patrimonio<br />

artistico marchigiano ferito e che consente<br />

di dare nuova luce a colori e forme che appartengono<br />

alla nostra storia e sono tasselli<br />

della nostra identità. Del resto, l’arte del collezionare<br />

l’arte è un modo per non disperdere,<br />

per accrescere sapere e per tramandare.<br />

“L’espressione ‘appassionata incompetenza’,<br />

apparentemente contraddittoria, orgogliosamente<br />

modesta, commercialmente<br />

inefficace nell’attestare una mancanza di<br />

sapere, è il cuore della collezione iniziata da<br />

mio marito e da me profondamente condivisa”,<br />

racconta Paola Poscio. “Passione<br />

che coinvolge e sorprende anima e cuore...<br />

incompetente perché la scelta delle opere<br />

avviene fuori da ogni schema accademico,<br />

quasi per un’istintiva folgorazione, per la<br />

forza e l’intensità dell’emozione che suscita.<br />

È una raccolta di opere che - nel corso di<br />

oltre 50 anni - attraversa con disinvoltura<br />

epoche, linguaggi, stili diversi, ognuna episodio<br />

di un’avventura fatta di incontri, occasioni<br />

fortunate, rivelazioni e innamoramenti,<br />

diventando una sorta di diario”.<br />

La mostra è anche una bella occasione per<br />

scoprire Casa De Rodis, luogo in cui una<br />

parte della collezione Poscio è esposta.<br />

Palazzetto di origine medioevale in Piazza<br />

Mercato, un tempo dimora della famiglia<br />

De Rodis, di antica nobiltà antigoriana.<br />

L’antica dimora è stata oggetto di un’attenta<br />

ristrutturazione che da una parte<br />

ha recuperato tutti gli elementi storicoarchitettonici<br />

e dall’altra ha saputo reinterpretare<br />

in chiave moderna le caratteristiche<br />

dell’edificio e la sua storia. Dal centro<br />

storico di Domodossola inoltre è possibile<br />

avventurarsi alla scoperta della cosiddetta<br />

Valle dei Pittori, la Val Vigezzo, conosciuta<br />

per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti,<br />

alcuni dei quali esposti in mostra,<br />

come Lorenzo Peretti Junior, Carlo Fornara<br />

e Giovanni Battista Ciolina. La valle si snoda<br />

da Domodossola fino al confine svizzero,<br />

verso Locarno, attraverso un suggestivo<br />

tragitto percorribile anche con il trenino panoramico<br />

della “Vigezzina”.<br />

http://www.collezioneposcio.it/<br />

Libri<br />

Marino Livolsi<br />

Il riformismo mancato. Milano e l’italia<br />

dal dopoguerra a tangentopoli<br />

Bollati Boringhieri<br />

Ci fu una stagione,<br />

a Milano, nella<br />

quale le giunte di<br />

sinistra tentarono<br />

seriamente di avviare<br />

un vero percorso<br />

di riforme. Avvenne<br />

tra la fine degli anni<br />

settanta e gli anni<br />

ottanta. Il fallimento<br />

di quell’esperienza,<br />

e poi l’irrompere della «Milano da bere»<br />

e di Tangentopoli, sancirono al contrario<br />

quella distanza tra cittadini e politica che<br />

ancora contraddistingue il nostro Paese.<br />

L’occhio del sociologo percorre in questo libro<br />

settant’anni di storia da una prospettiva<br />

originale e poco battuta: ne esce un Paese<br />

sospeso tra un autentico desiderio di partecipazione<br />

pubblica e il predominio della vita<br />

privata, tra le istanze riformatrici di pochi<br />

e un caparbio conservatorismo diffuso, tra<br />

elevati slanci culturali di alcuni e un mai sconfitto<br />

analfabetismo profondo, tra la curiosità<br />

del mondo al di là delle Alpi e la persistente<br />

atmosfera provinciale. Milano e l’Italia sono<br />

e sono state tutte queste cose, e per capire il<br />

nostro presente (non necessariamente solo<br />

milanese) la narrazione di Livolsi è illuminante.<br />

Quella che si chiama la «società civile», in<br />

quei settant’anni è cambiata non tanto per<br />

azione della politica, ma ascoltando i cantanti,<br />

guardando i film, i programmi televisivi,<br />

i telegiornali, leggendo le riviste patinate,<br />

i fotoromanzi e i libri pubblicati dai grandi<br />

editori. Come sempre, mentre l’Italia si stava<br />

trasformando, la politica non avvertiva che il<br />

cambiamento era in atto.<br />

http://www.bollatiboringhieri.it<br />

Alessandro Barbero<br />

Federico il Grande<br />

Sellerio editore<br />

Palermo<br />

Vita e avventure di<br />

Federico II, re di Prussia:<br />

ribelle, amante<br />

della musica e delle<br />

lettere, amico dei filosofi.<br />

Figura contraddittoria,<br />

enigma sfuggente, e quindi soggetto<br />

ideale per una biografia. Da giovane era<br />

stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre<br />

violento e militarista; amava la musica,<br />

suonando e componendo con estro; leggeva<br />

instancabilmente, e la conversazione con<br />

i filosofi era nella sua giornata la cosa più<br />

importante; dichiarava il re «il primo servitore<br />

dello Stato» e la «corona un cappello<br />

che lascia passare la pioggia». Eppure, in<br />

una politica europea già spregiudicata,<br />

Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo,<br />

strumento della volontà di potenza<br />

entrata – secondo alcuni storici – nei geni<br />

maligni dell’Europa futura; era sleale e ingrato,<br />

«il malvagio uomo» lo chiamava<br />

Maria Teresa d’Austria. Si reputava un philosophe<br />

innanzitutto: strano philosophe<br />

che disprezzava l’umanità. Figura doppia,<br />

contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi<br />

soggetto ideale per una biografia.<br />

Alessandro Barbero – storico, storico militare,<br />

premiato scrittore di romanzi storici, curatore<br />

di programmi culturali in televisione<br />

– parte dal dettaglio della vita quotidiana del<br />

monarca prussiano, per condurre il lettore a<br />

riflettere su cos’è la grandezza nella storia,<br />

e cos’era nel Settecento la grandezza. In un<br />

procedere incalzante e pieno di brio, come<br />

una conversazione, che rende l’esattezza del<br />

saggio seducente quanto un bel racconto.<br />

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REDAZIONE Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Laura Grimoldi (l.grimoldi@interprogettied.com)<br />

COMITATO DI REDAZIONE: Franco Bray, Livio Leali, Francesca Mostardini, Giuseppe Tamburini<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Explorer, Neil Giles<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />

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Pertanto non può essere rilasciata fattura.<br />

Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Francesco Goi<br />

Finito di stampare il 15/09/17 presso Imprimart S.r.l.<br />

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