Tecnologie Alimentari 6 Settembre 2017
Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.
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Intossicazioni alimentari:<br />
gli agenti patogeni responsabili<br />
<strong>Tecnologie</strong> emergenti<br />
nella produzione della frutta<br />
Impianti per yogurt,<br />
budini e creme pronte<br />
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sommario<br />
4 Un’affermazione “glocal”: soluzioni globali<br />
per un mercato locale<br />
La collaborazione con Chr. Hansen, attiva da sei anni, ha consentito a Biochim<br />
di proporre ai clienti forniture e servizi tailor made partendo dai prodotti<br />
sviluppati dalla Ricerca di un gruppo multinazionale.<br />
pag. 4<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 SETTEMBRE <strong>2017</strong><br />
2<br />
24 Meat-Tech 2018: in mostra la filiera della carne<br />
Al centro del nuovo progetto espositivo i macchinari e le tecnologie<br />
per il processo e la lavorazione, ingredienti, materiali e attrezzature,<br />
ma anche soluzioni per il confezionamento e la conservazione del fresco.<br />
34 Intossicazioni alimentari: gli agenti patogeni responsabili<br />
Un rapporto dell’OMS segnala un incremento delle principali infezioni alimentari,<br />
anche nell’Ue. Fra le cause: la crescita del consumo di pasti fuori casa o pre-cotti,<br />
la scarsa cura nella preparazione e conservazione del cibo, il mancato rispetto<br />
delle norme igieniche. Ecco una rassegna dei più diffusi agenti patogeni.<br />
46 Impianti per yogurt, budini e creme pronte:<br />
un mercato da due miliardi di dollari<br />
Il settore cresce mediamente del 6,3% da 10 anni. L’impiantistica e gli accessori<br />
per la produzione di yogurt rappresentano la voce più importante e dinamica,<br />
trainati soprattutto dal trend salutista e dalla diversificazione di caratteristiche<br />
e gusti.<br />
54 Ispezione prodotti: massima produttività e conformità<br />
Come la tecnologia di ispezione prodotti può aiutare le aziende dell’industria<br />
dolciaria e dei prodotti da forno a garantire produttività e conformità.<br />
IN COPERTINA<br />
Un’affermazione “glocal”: soluzioni globali per un mercato locale (F. Goi) 4<br />
EDITORIALI<br />
CETA: le opportunità per l’agroalimentare (A. Bignami) 9<br />
La rivoluzione genetica (F. Bray) 11<br />
ATTUALITÀ<br />
Sano, di qualità e on the road: ecco il cibo dei millennial (Explorer) 12<br />
Haas entra nel Gruppo Bühler 14<br />
News attualità 16<br />
APPUNTAMENTI<br />
Meat-Tech 2018: in mostra la filiera della carne 24<br />
News appuntamenti 26<br />
GLOBAL WATCH<br />
Cioccolato: il piacere che fa bene 30<br />
INGREDIENTI<br />
News ingredienti 32<br />
pag. 24<br />
pag. 46<br />
pag. 34<br />
pag. 54<br />
SICUREZZA<br />
Intossicazioni alimentari: gli agenti patogeni responsabili (L. Leali) 34<br />
News sicurezza 40<br />
SCIENZA E TECNOLOGIA<br />
<strong>Tecnologie</strong> emergenti nella produzione della frutta (F. Bray) 42<br />
IMPIANTI<br />
News impianti 45<br />
Impianti per yogurt, budini e creme pronte:<br />
un mercato da due miliardi di dollari (G. Tamburini) 46<br />
STRUMENTAZIONE<br />
News strumentazione 52<br />
Ispezione prodotti: massima produttività e conformità (Neil Giles) 54<br />
PACKAGING<br />
I costruttori di macchine “confezionano” la nuova Ipack-Ima (A. Bignami) 56<br />
News packaging 61<br />
RUBRICHE<br />
Nonsolofood 62<br />
Elenco inserzionisti 64<br />
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Biochim<br />
in copertina<br />
La collaborazione con Chr. Hansen, attiva<br />
da sei anni, ha consentito a Biochim<br />
di proporre ai clienti forniture e servizi<br />
tailor made partendo dai prodotti<br />
sviluppati dalla Ricerca di un gruppo<br />
multinazionale.<br />
UN’AFFERMAZIONE “GLOCAL”:<br />
SOLUZIONI GLOBALI PER<br />
UN MERCATO LOCALE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Anche nel <strong>2017</strong> è proseguita la crescita di Biochim, da<br />
oltre 50 anni fornitore di riferimento di materie prime<br />
per i settori alimentare, cosmetico e farmaceutico.<br />
Per un aggiornamento sui risultati ottenuti e le<br />
strategie per il medio termine abbiamo incontrato<br />
l’Amministratore Unico Sergio<br />
Carinelli e il Technical Product<br />
Manager della Divisione Alimentare<br />
Micaela Viganò.<br />
Ing. Carinelli, quali sviluppi più<br />
significativi hanno caratterizzato<br />
la recente attività di Biochim?<br />
Da diversi anni Biochim ha implementato<br />
la strategia finalizzata ad<br />
assicurare un servizio sempre più<br />
efficace, che parte dalla consulenza<br />
sulla scelta del prodotto e arriva fino al<br />
supporto in fase applicativa.<br />
Gli investimenti prioritari, per un distributore<br />
specializzato quale Biochim, sono quelli finalizzati a<br />
rafforzare costantemente l’organizzazione, perché sia<br />
in grado di assolvere al meglio la mission aziendale.<br />
Da qui la collaborazione con case produttrici,<br />
come Chr. Hansen, che dispongono di prodotti<br />
ad alto valore aggiunto.<br />
Questa strategia ha assicurato la soddisfazione<br />
del cliente, che sta alla base<br />
dei risultati economici conseguiti.<br />
Il trend favorevole è continuato anche<br />
nel <strong>2017</strong>: per quest’autunno è<br />
previsto anche il lancio di alcuni<br />
nuovi prodotti, che ci rendono fiduciosi<br />
sull’andamento degli<br />
ultimi mesi dell’anno.<br />
Oltre alla partnership con Chr.<br />
Hansen, iniziata nel 2011, il vostro<br />
approccio al mercato potrebbe prevedere<br />
anche altre collaborazioni?<br />
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Sergio Carinelli, Amministratore Unico<br />
di Biochim<br />
Micaela Viganò, Technical<br />
Sales Manager<br />
La strategia di Biochim, valida per<br />
entrambi i settori in cui l’azienda è<br />
presente (alimentare e cosmetico),<br />
è quella di un distributore specialistico<br />
che, naturalmente, vuol evitare<br />
sovrapposizioni tra i prodotti<br />
delle case mandatarie.<br />
Quindi, siamo aperti alla possibilità<br />
di rivendere altri ingredienti che<br />
non facciano parte del portafoglio<br />
di Chr. Hansen.<br />
Per il momento, peraltro, siamo<br />
concentrati soprattutto a cogliere<br />
tutte le opportunità offerte dalla<br />
gamma attuale di cui disponiamo.<br />
“Grazie alle competenze e al supporto<br />
della Dr.ssa Viganò, Sales<br />
Manager della società, siamo riusciti<br />
a garantire una crescita costante<br />
negli anni, chiudendo anche<br />
quest’anno con una crescita a doppia<br />
cifra.<br />
La collaborazione con Biochim ha<br />
permesso a Chr. Hansen di ottenere<br />
una migliore penetrazione sul mercato;<br />
grazie al distributore è stato<br />
più facile per la multinazionale danese<br />
entrare in contatto con i clienti<br />
medio piccoli italiani.<br />
La scelta è stata vincente ed ha permesso<br />
di soddisfare in modo più<br />
capillare la realtà italiana, costituita<br />
principalmente dalle PMI.<br />
Il mercato dei coloranti per l’alimentare<br />
è sicuramente in crescita, sia<br />
per i quantitativi impiegati che dal<br />
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punto di vista qualitativo: oggi il<br />
consumatore richiede il colorante<br />
naturale o addirittura l’estratto.<br />
Quando abbiamo iniziato la collaborazione<br />
con Chr. Hansen si stava<br />
verificando la conversione dai coloranti<br />
sintetici a quelli naturali; oggi<br />
si sta passando dal colorante naturale<br />
all’estratto.<br />
Il nostro obiettivo attuale è quello<br />
di mantenere il giro d’affari acquisito<br />
e, possibilmente, di sviluppare<br />
nuove soluzioni e applicazioni: c’è<br />
ancora spazio per crescere e, grazie<br />
anche al lancio dei nuovi prodotti,<br />
dovremmo riuscire a sviluppare un<br />
buon lavoro”.<br />
Con questo trend favorevole, ing.<br />
Carinelli, come si caratterizza la vostra<br />
attività di distributori della fascia<br />
alta?<br />
Il nostro obiettivo è sempre quello<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
5
Biochim<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
6<br />
di sviluppare le cosiddette tailor<br />
made solutions, che scaturiscono<br />
dallo studio delle specifiche esigenze<br />
del cliente e, sulla base del nostro<br />
portafoglio prodotti, si concretizzano<br />
con la proposta delle<br />
soluzioni più efficaci per le diverse<br />
applicazioni.<br />
Dopo sei anni di crescenti affermazioni,<br />
su quali fattori contate di<br />
puntare per raggiungere ulteriori<br />
traguardi?<br />
Il connubio tra società familiare e<br />
gruppo multinazionale, la cosiddetta<br />
soluzione “glocal” ha rappresentato<br />
una sfida riuscita. Il mercato<br />
può contare da un lato su una società<br />
multinazionale, la cui attività<br />
di Ricerca & Sviluppo porta al lancio<br />
di prodotti idonei a rispondere alle<br />
differenti necessità; d’altro canto<br />
può avvalersi della collaborazione di<br />
una società, come Biochim, la cui<br />
Divisione Alimentare è in grado di<br />
supportare anche i piccoli clienti del<br />
tessuto industriale italiano.<br />
L’unione delle due eccellenze è destinata<br />
a rappresentare, anche in<br />
futuro, il punto di forza dell’organizzazione.<br />
Sono convinto che, anche<br />
nei prossimi anni, Chr. Hansen<br />
lancerà nuovi prodotti interessanti<br />
e il nostro team alimentare riuscirà<br />
a soddisfare le richieste, probabilmente<br />
sempre più articolate, provenienti<br />
dal mercato.<br />
Impiegando un’espressione molto<br />
usata, proponiamo non solo un<br />
prodotto, ma anche un servizio. Il<br />
nostro obiettivo non è quello di<br />
vendere commodities: non disponiamo<br />
delle dimensioni per puntare<br />
Biochim nel settore cosmetico<br />
“Biochim applica la strategia descritta anche<br />
nell’attività rivolta al settore cosmetico”, osserva<br />
Sergio Carinelli.<br />
“Il discorso di tailor made solutions è<br />
ugualmente valido: non intendiamo puntare sulle<br />
commodities, ma sui prodotti di alta qualità e<br />
alto valore aggiunto delle aziende di cui siamo<br />
distributori. La gamma disponibile si completa<br />
con alcune materie prime di nostra produzione.<br />
Presso Biochim disponiamo di un laboratorio<br />
con un team di tecnici-commerciali, impegnati<br />
a garantire una fornitura basata sui vantaggi<br />
assicurati da prodotto e servizio.<br />
sulla quantità, i volumi e affrontare<br />
la guerra dei costi; pertanto questi<br />
prodotti non rientrano nelle nostre<br />
strategie.<br />
Continueremo a puntare sui prodotti<br />
di qualità e sul servizio perché<br />
il cliente possa sfruttarne appieno i<br />
vantaggi competitivi che garantiscono.<br />
Nel corso di questi ultimi anni è cresciuta<br />
l’attenzione del consumatore<br />
e del mercato nei confronti del settore<br />
dei coloranti naturali. Siamo<br />
orgogliosi di essere stati tra i primi,<br />
fino dagli anni Cinquanta quando<br />
fu fondata l’azienda, a richiedere il<br />
sostegno dei prodotti naturali anche<br />
da parte della legislazione. Ci<br />
abbiamo creduto fin dall’inizio e,<br />
dopo diversi anni e quasi tre generazioni<br />
della famiglia Carinelli, siamo<br />
riusciti a raggiungere l’obiettivo<br />
che ci eravamo proposti.<br />
Fa piacere constatare la crescita di<br />
prodotti naturali, dei funzionali e<br />
degli estratti, su cui avevamo puntato<br />
quando erano ancora scarsamente<br />
conosciuti e considerati.<br />
Come accade nell’alimentare, anche nel settore<br />
cosmetico registriamo una notevole richiesta di<br />
prodotti innovativi: i clienti sono molto ricettivi di<br />
fronte alle novità formulative e gradiscono la nostra<br />
assistenza per sviluppare i loro nuovi prodotti.<br />
Il rispetto di questa impostazione ci ha permesso,<br />
anche in ambito cosmetico, di sviluppare una<br />
crescita costante.<br />
Biochim, sia nel campo alimentare che nel<br />
cosmetico, da anni è conosciuta come un’azienda<br />
problem solving, che offre un contributo allo<br />
sviluppo di un prodotto, nella ricerca della materia<br />
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di Alessandro Bignami<br />
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Entra in vigore, sebbene in forma ancora provvisoria e parziale, il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta),<br />
l’accordo economico e commerciale globale fra Unione europea e Canada. Il trattato di libero scambio abbatte del 98%<br />
le tariffe doganali fra i due contraenti. In sostanza, sulle esportazioni europee verso il Canada si risparmieranno circa 400<br />
milioni di euro all’anno. I fautori dell’accordo non esitano a definire il Ceta un modello per futuri rapporti commerciali internazionali<br />
ispirati alla cooperazione, allo sviluppo e alla leale competizione. Una direzione opposta alle strategie protezionistiche<br />
oggi tornate alla ribalta in molti paesi, Stati Uniti inclusi. Il trattato deve ancora venire ratificato dai Parlamenti<br />
nazionali per entrare definitivamente in vigore. E non è un passaggio scontato. I critici nei confronti del Ceta infatti non<br />
mancano, sia tra i politici sia tra associazioni e cittadini.<br />
In ogni caso l’accordo rappresenta un momento storico per il commercio globale e non solo, interessando anche l’apertura<br />
reciproca delle gare pubbliche d’appalto alle imprese dei due contraenti, il riconoscimento reciproco di alcune<br />
professioni e l’adeguamento del Canada agli standard europei sulla protezione del diritto d’autore.<br />
Nell’ambito del libero scambio, uno dei settori destinati a godere maggiormente degli effetti del Ceta (o a subirli,<br />
CETA: LE OPPORTUNITÀ<br />
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secondo i detrattori) sarà l’agroalimentare, che rappresenta il 10% delle esportazioni Ue verso il Canada, per un valore<br />
complessivo di 5,6 miliardi di euro. Evidente il ruolo dell’Italia in tale scenario, che esporta nel paese nordamericano<br />
prodotti alimentari per un valore di 750 milioni di euro a fronte di importazioni per 574 milioni di euro. Il Ceta favorisce<br />
una maggiore apertura del Canada alle eccellenze agroalimentari made in Italy, grazie al riconoscimento e la protezione<br />
(per la prima volta in un’economia basata sul diritto anglosassone che privilegia il marchio d’impresa) di 41 prodotti di<br />
denominazione d’origine. Così la Bresaola della Valtellina, la Mortadella Bologna, il Culatello di Zibello, il Prosciutto di Parma,<br />
il Gorgonzola, il Parmigiano Reggiano, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, il Pomodoro di Pachino e tutti gli<br />
altri prodotti alimentari inseriti nel Ceta e campioni dell’export tricolore, avranno in Canada un livello di protezione della<br />
propria denominazione assimilabile a quella europea, a favore quindi della propria identità di origine e contro il dannoso<br />
fenomeno dell’italian sounding. L’elenco dei prodotti tutelati potrà essere allungato successivamente. Al contempo gli<br />
alimenti canadesi importati dovranno rispettare gli standard di sicurezza e ambientali vigenti nell’Ue.<br />
La liberalizzazione dovrebbe portare all’aumento dei già intensi scambi fra Unione europea e Canada, rafforzando l’intesa<br />
commerciale fra due partner affini. Gli ideatori del Ceta rimarcano il fatto di aver dato una risposta alle complesse<br />
questioni dell’economia globalizzata. Una risposta che punta sull’apertura e la collaborazione reciproca, rinunciando alla<br />
tentazione delle barriere tariffarie e legislative. Se supererà la non ovvia ratificazione nei Parlamenti nazionali per l’entrata<br />
in vigore definitiva, il Ceta proverà a fornire un modello di sviluppo in grado di ridurre le distorsioni della globalizzazione,<br />
di tutelare la competizione e le regole, ma anche di agevolare il flusso continuo delle merci e delle idee.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
9
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La rivoluzione genetica promette di cambiare molti aspetti della nostra vita, incluso ciò che mangiamo.<br />
D’altra parte, la conoscenza dei geni sta consentendo di individuare quelli benefici per la nostra salute.<br />
Esempi possono essere il gene del cacao riconosciuto come responsabile della proprietà antiossidante del<br />
prodotto e i geni della frutta che gestiscono la presenza di semi. E molti altri.<br />
Nei Paesi più sviluppati, cresce l’interesse per lo studio della genetica relativa alle malattie. La mappatura<br />
permette di identificare i singoli geni quando non si hanno informazioni sulle specifiche funzioni.<br />
Con questa applicazione, recentemente si è saputo che la Cina sta portando avanti l’ambizioso sforzo di salvare<br />
milioni di persone afflitte da malattie incurabili, come il cancro, le coronaropatie, la schizofrenia e tante<br />
altre. Gli scienziati operano per scoprire le mutazioni di geni responsabili di queste malattie. Si tratta, come<br />
dichiarato in un recente incontro alla Sichuan Universiiy, di investire sulla cosiddetta medicina di precisione.<br />
LA RIVOLUZIONE<br />
GENETICA<br />
È stato deciso di decodificare il patrimonio genetico di un milione di cittadini ammalati con lo scopo di<br />
produrre poi medicine sicure per poter guarire. Si tratta di dedurre quale mutazione e quali geni contribuiscono<br />
per ogni singolo paziente ad ammalarsi.<br />
La Cina risulta quindi all’avanguardia in questo progetto, superando, nei tempi, gli Usa e confermando lo<br />
straordinario progresso di un Paese che solo 50 anni fa era “sottosviluppato”.<br />
Purtroppo non sarà possibile ricorrere alla genetica per salvare i milioni di individui che continuano ad essere<br />
intossicati dallo smog nelle megalopoli cinesi.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
11
trend<br />
La generazione<br />
compresa tra i 15<br />
e i 35 anni sta<br />
influenzando le<br />
strategie dell’industria<br />
alimentare,<br />
attraverso la scelta<br />
di un’alimentazione<br />
attenta, sostenibile<br />
e spesso slegata<br />
dal tradizionale<br />
consumo a tavola.<br />
SANO, DI QUALITÀ E ON THE ROAD:<br />
ECCO IL CIBO DEI MILLENNIAL<br />
di<br />
Explorer<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
12<br />
Millennial si riferisce al gruppo demografico (denominata<br />
anche Generazione Y) nato verso la fine del secolo<br />
scorso e formato quindi da quegli utenti che attualmente<br />
si trovano nella fascia d’età 15-35 anni.<br />
Corrisponde a circa il 15% in Usa e al 24% in Europa<br />
(fonte: GfK Eurisko). In riferimento all’alimentazione,<br />
sono aggiornati e attenti alla qualità e in generale cercano<br />
clean label. Ricercano e selezionano il cibo e tendono<br />
a offrirlo reciprocamente (fonte: Pew Research).<br />
Un’abitudine diffusa è quella appunto di mangiare “per<br />
strada”, nonostante essi siano attenti alla qualità e alla<br />
composizione del prodotto scelto.<br />
Sono interessati a quello che racchiude ingredienti “naturali”,<br />
ma anche innovativi nella composizione per la<br />
presenza, ad esempio, di specifici elementi che influenzano<br />
il contenuto nutrizionale.<br />
In sostanza, cercano “power nutrition in mobilità”.<br />
Tutto il food può essere snack e ogni occasione è stimolante<br />
per sgranocchiare. Generalmente, non vivono il<br />
mangiare come qualcosa di connesso alla tradizione<br />
della tavola familiare. Lo snack deve essere gustoso,<br />
nutriente e semplice. Molti di essi sono a conoscenza<br />
della provenienza del cibo e, nella scelta, preferiscono<br />
provenienze regionali.<br />
Sono consumatori di frutta e anche in questo caso si<br />
informano sulla provenienza, in particolare se si tratta di<br />
un prodotto esotico. Cercano informazioni sulla sostenibilità<br />
del processo di produzione. Risultano essere ben<br />
informati sull’importanza di elementi nutrizionali come<br />
vitamine, polifenoli e sali minerali. Il tutto non solo per<br />
scegliere qualità nutrizionale ma anche, ad esempio, per<br />
il beneficio dell’alimento sulla pelle, dettaglio collegato<br />
con la vita on the road. Tutto questo fa escludere la<br />
presenza di integratori nel cibo.<br />
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trend<br />
Conoscenza ed energia sono due<br />
campi di interesse per i millennial,<br />
che cercano prodotti con ingredienti<br />
naturali del tipo “science based”.<br />
Considerando che l’atteggiamento<br />
tipico di essi è il pasto sotto forma di<br />
snack, questa caratteristica del contenuto<br />
è certamente relativa a prodotti<br />
non tecnologici e comunque<br />
selezionati per il beneficio che essi<br />
devono avere per lo stress. I cibi antistress<br />
permettono di controllare il<br />
livello di zuccheri nel sangue e così<br />
combattere l’ansia, comportandosi<br />
come veri e propri calmanti naturali,<br />
adatti a una scelta di vita on the road.<br />
Alcuni alimenti, come ad esempio il<br />
caffè, tipica fonte di energia, sono<br />
selezionati anche in funzione degli<br />
stimoli muscolari e cerebrali.<br />
Dalla ricerca risulta che i millennial<br />
sono più stressati delle generazioni<br />
precedenti: da ciò deriverebbe la loro<br />
ricerca di alimenti che contribuiscano<br />
a fornire appunto adeguata energia<br />
e contemporaneamente benessere.<br />
Essi danno per scontate la flessibilità<br />
e l’incertezza e sembrano ricercare<br />
concretezza tra lavoro e tempo libero<br />
per se stessi. Interessante notare<br />
che, per soddisfare queste esigenze,<br />
l’Industria si adopera a fornire, pur<br />
in contraddizione con la ricerca di<br />
naturalità, snack la cui composizione<br />
contribuisca appunto a ridurre lo<br />
stress psicologico.<br />
I millennial<br />
preferiscono<br />
mangiare per<br />
la strada, anziché<br />
a tavola. E sono<br />
sempre connessi<br />
La crescita delle giovani generazioni<br />
con queste richieste e fabbisogni alimentari<br />
sta aprendo spazi innovativi<br />
dove le esigenze e le contraddizioni<br />
di questi consumatori possono essere<br />
soddisfatte.<br />
Osservando questa nuova categoria,<br />
che sostituisce i baby boomer precedenti,<br />
molti dettagli (naturalità, alimenti<br />
energetici, cibi “one-mile”)<br />
sono del tutto simili alle scelte globali<br />
di oggi. Quello che si distingue è soprattutto<br />
che i millennial preferiscono<br />
mangiare (snack) per la strada, anziché<br />
a tavola. E inoltre sono sempre<br />
connessi, dalla mattina alla sera. In<br />
particolare i più giovani, infatti, risultano<br />
essere ininterrottamente on-line.<br />
E per l’industria è un nuovo settore<br />
che si apre, al quale il marketing offrirà<br />
innovazioni formali adeguate a<br />
soddisfare le specifiche esigenze.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
13
attualità<br />
Haas CFT<br />
Haas FHW<br />
L’azienda austriaca leader nei sistemi di produzione dei wafer<br />
e dei biscotti è stata acquisita dal Gruppo Bühler, che rafforza<br />
così il proprio portfolio nel mercato dei Consumer Foods.<br />
Haas HMM<br />
HAAS ENTRA NEL<br />
GRUPPO BÜHLER<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Il 60% di tutto<br />
il cioccolato<br />
consumato<br />
al mondo viene<br />
prodotto<br />
con sistemi Bühler<br />
Protagonista internazionale nei sistemi di produzione per<br />
wafer, biscotti e prodotti dolciari, il gruppo austriaco Haas<br />
fa ora parte del Gruppo Bühler. Il contratto di acquisizione<br />
è stato firmato recentemente a Vienna. Questa acquisizione<br />
strategica consente a Bühler di completare il proprio<br />
portfolio nel settore Consumer Foods e offre ad Haas<br />
l’accesso alle risorse dell’organizzazione globale Bühler,<br />
compreso il suo network di centri per l’innovazione e i<br />
servizi. “Da una posizione di forza, abbiamo affidato il<br />
futuro della nostra società al gruppo di proprietà della<br />
famiglia Bühler. Questo ci consente di creare le migliori<br />
condizioni possibili per proseguire con successo lo sviluppo<br />
del nostro business, a vantaggio sia dei nostri clienti<br />
che dei nostri dipendenti”, afferma Johann Haas, membro<br />
del Consiglio di Sorveglianza. “Abbiamo mantenuto<br />
relazioni amichevoli con Haas per anni. Insieme, possiamo<br />
generare un importante valore aggiunto per i nostri clienti<br />
e, allo stesso tempo, aprire nuove interessanti prospettive<br />
per i dipendenti di Haas”, dice il Ceo di Bühler Stefan<br />
Scheiber. Nell’ambito della transizione, i posti di lavoro e<br />
le sedi di Haas verranno garantite.<br />
Società di proprietà familiare, Haas è stata fondata a<br />
Vienna più di 100 anni fa come officina per la produzione<br />
di carpenterie metalliche. Intorno alla metà del secolo<br />
scorso, ha iniziato a realizzare macchine per la produzione<br />
di wafer. Nei decenni successivi, Haas si è sviluppata<br />
fino a diventare un riferimento globale nel mercato della<br />
produzione di wafer, biscotti duri e morbidi, coni per gelato,<br />
torte e altri prodotti da forno. Queste attività erano<br />
14<br />
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attualità<br />
Leader nelle tecnologie per l’industria alimentare<br />
Bühler è leader nelle tecnologie per la lavorazione dei cereali, del riso, del cacao, del caffè e di numerose<br />
altre materie prime. Inoltre, fornisce soluzioni di tecnologie per la pressofusione e per la ricopertura<br />
superficiale su vasta scala, come anche nel campo dell’automotive, dell’ottica, degli inchiostri. Bühler<br />
investe fino al 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. Nel 2016, i suoi 10.640 collaboratori<br />
in più di 140 Paesi hanno generato un fatturato di 2,45 miliardi di CHF. La società svizzera Bühler,<br />
di proprietà familiare, è particolarmente impegnata nella sostenibilità.<br />
Haas MDE<br />
affiancate anche da una divisione<br />
minore, operante nel campo delle<br />
parti per il settore automotive. Con<br />
una forza lavoro complessiva di 1.750<br />
persone, Haas genera volumi di circa<br />
300 milioni di euro e vanta siti produttivi<br />
in 6 Paesi. Con l’attuale acquisizione<br />
della società da parte del<br />
Gruppo Bühler, i precedenti proprietari<br />
vogliono mantenere il successo<br />
del loro business nel futuro. “Le tendenze<br />
tecnologiche e di mercato attuali,<br />
il cui impatto e la cui velocità<br />
continueranno a crescere negli anni,<br />
ci hanno spinto a prendere questa<br />
decisione”, afferma Johann Haas.<br />
Prosegue dicendo che la capacità di<br />
offrire soluzioni complete, e quella di<br />
essere in grado di automatizzarle e<br />
renderle digitali diventeranno sempre<br />
più importanti in futuro. Crede che<br />
per rispondere a queste richieste di<br />
mercato in maniera adeguata sia necessaria<br />
una certa dimensione a livello<br />
corporate, come pure una grande<br />
vicinanza ai clienti, in aggiunta a una<br />
notevole capacità di investimento.<br />
“Bühler offre precisamente questo<br />
scenario. È per questa ragione che<br />
abbiamo portato avanti incontri<br />
esclusivamente con Bühler in merito<br />
al cambio di proprietà, e siamo lieti di<br />
aver trovato una soluzione orientata<br />
al futuro per tutte le parti coinvolte”,<br />
dice Haas.<br />
UN VALORE AGGIUNTO PER CLIENTI<br />
E DIPENDENTI<br />
Per Bühler questa strategica acquisizione<br />
segna una pietra miliare nello<br />
sviluppo del business del settore<br />
Consumer Foods. Bühler è leader di<br />
mercato nel campo delle soluzioni per<br />
l’industria del cioccolato, lungo l’intera<br />
catena del valore. Fino ad oggi,<br />
Bühler non era coinvolta nel promettente<br />
mercato dei sistemi per la produzione<br />
di wafer e biscotti. “Operiamo<br />
nello stesso mercato e spesso siamo in<br />
contatto con gli stessi clienti, ma non<br />
c’è sovrapposizione fra i nostri prodotti<br />
e servizi”, afferma il Ceo di Bühler<br />
Scheiber. Ora, prosegue, Bühler può<br />
offrire ai propri clienti nuove opportunità<br />
di diversificazione. Aggiunge che<br />
le due società sono posizionate identicamente<br />
come fornitori di prodotti di<br />
alta qualità, vantano la stessa tipologia<br />
di cultura corporate, basata su una<br />
proprietà familiare, sulla fiducia e<br />
sull’impegno verso una sostenibilità di<br />
lungo termine. ”È difficile immaginare<br />
una base migliore per un’integrazione<br />
di successo, e faremo tutto quanto in<br />
nostro potere per generare valore ag-<br />
Il 60%<br />
della produzione<br />
mondiale<br />
di frumento viene<br />
lavorata con<br />
soluzioni Bühler<br />
giunto sia per i nostri clienti che per i<br />
nostri dipendenti”, afferma Scheiber.<br />
Pertanto, Bühler renderà disponibili per<br />
i clienti di Haas i suoi centri di servizio,<br />
circa 100 nel mondo, svilupperà soluzioni<br />
complete per la produzione di<br />
wafer, biscotti e prodotti dolciari con<br />
cioccolata, e integrerà Haas nel network<br />
per l’innovazione di Bühler. In<br />
aggiunta, grazie alla grande presenza<br />
di Bühler in Asia, verranno aperte nuove<br />
opportunità nell’importante mercato<br />
in crescita dei wafer e dei biscotti in<br />
tale regione.<br />
Il successo di questi progetti richiede il<br />
completo impegno di tutti i dipendenti<br />
sia di Haas che di Bühler. “Abbiamo<br />
un profondo rispetto per quello che<br />
Haas e i suoi dipendenti hanno realizzato<br />
nei decenni passati”, dice ancora<br />
il Ceo di Bühler. “Diamo un sentito<br />
benvenuto a ogni singolo collaboratore<br />
di Haas nella famiglia Bühler, e uniremo<br />
con loro le forze per proseguire<br />
sulla strada del successo”, dichiara<br />
Scheiber. “Quello che dobbiamo fare<br />
adesso è cogliere queste opportunità<br />
uniche e trarne il meglio”.<br />
L’acquisizione è soggetta all’approvazione<br />
delle autorità antitrust. La chiusura<br />
della transazione è prevista per la fine<br />
del <strong>2017</strong>. Le due parti hanno concordato<br />
di non divulgare alcun dettaglio<br />
relativo al contratto. La società verrà<br />
guidata da Germar Wacker, che ha assunto<br />
la carica di Ceo di Haas dal 5 settembre<br />
<strong>2017</strong>. Con Wacker, Haas ha<br />
trovato un manager che può vantare<br />
un’impressionante carriera e molti successi<br />
professionali, e che ha ricoperto il<br />
suo ultimo incarico presso la divisione<br />
Mainline & Metros di Bombardier.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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15
news [fatti, persone, aziende]<br />
ALESSANDRO PAINI DIRETTORE GENERALE DELLA DIVISIONE SACMI BEVERAGE<br />
Alessandro Paini è il nuovo direttore generale di<br />
Sacmi Beverage, la divisione aziendale che, dal<br />
2009, riunisce tutte le attività legate alla progettazione<br />
e produzione di macchine e impianti<br />
completi per il confezionamento delle bevande.<br />
Ingegnere meccanico e già uomo chiave di un<br />
primario gruppo internazionale attivo nella progettazione<br />
di soluzioni per il confezionamento<br />
di liquidi in PET, Paini vanta una lunga esperienza<br />
nel Product Management, con funzioni di<br />
coordinamento tra le attività di R&S, la gestione<br />
del portafoglio prodotti globale, lo sviluppo e<br />
l’implementazione di nuove strategie di vendita.<br />
Il nuovo DG Sacmi Beverage raccoglie il testimone<br />
da Vezio Bernardi, per quasi cinque anni al<br />
vertice della divisione che, grazie a un’attenta<br />
politica di integrazione orizzontale e verticale<br />
tra le diverse realtà del Gruppo Sacmi che producono soluzioni<br />
per il packaging-beverage, ha consolidato e rafforzato il proprio<br />
ruolo di partner globale per il settore, esplorando anche nuovi<br />
orizzonti di business – l’ultimo dei quali ha visto l’acquisizione di<br />
Defranceschi Italia – per un posizionamento a tutto tondo del<br />
Gruppo nel settore enologico.<br />
Con l’ingresso di Alessandro Paini, che ha assunto<br />
ufficialmente le funzioni di vertice della<br />
divisione Beverage a partire dal 10 luglio <strong>2017</strong>,<br />
Vezio Bernardi prende il timone della divisione<br />
Closures & Containers, altro pilastro delle attività<br />
Sacmi legate al packaging che vede il gruppo<br />
leader mondiale nella fornitura di macchine per<br />
la produzione di chiusure per bevande in una<br />
prospettiva sempre più orientata all’integrazione<br />
delle fasi di produzione del contenitore, dalla<br />
preforma alla bottiglia.<br />
Nuova sfida anche per Giuseppe Lesce. Attuale<br />
direttore della divisione Closures & Containers,<br />
Lesce è stato chiamato alla direzione generale<br />
della costituenda divisione Customer Services,<br />
un’unità specifica che Sacmi istituisce con l’obiettivo<br />
di coordinare il network Sacmi e sviluppare<br />
servizi di aftermarket per tutti i business e le divisioni del<br />
gruppo. La sfida è quella di raccordare le diverse business unit<br />
offrendo prodotti e servizi ad alto valore aggiunto nell’ambito del<br />
training, assistenza tecnica, ricambistica, revisioni, ingegneria di<br />
manutenzione e, più in generale, tutti i servizi di supporto al cliente<br />
anche in ottica 4.0.<br />
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17
news [fatti, persone, aziende]<br />
ACCORDO UE-GIAPPONE: “POSITIVO PER IL SETTORE CARNI SUINE E SALUMI”<br />
Il 6 luglio scorso l’Unione europea<br />
e il Giappone hanno raggiunto<br />
un’intesa di principio sugli elementi<br />
fondamentali dell’Accordo<br />
di partenariato economico: dopo<br />
18 round negoziali e numerose<br />
riunioni a livello tecnico e politico,<br />
l’Ue e il Giappone hanno raggiunto<br />
un accordo politico di massima.<br />
Si prevede, tra l’altro, che all’entrata<br />
in vigore dell’Accordo di partenariato<br />
economico saranno soppressi<br />
i dazi su circa il 90% delle<br />
esportazioni dell’Ue in Giappone. Una volta attuato completamente<br />
l’accordo, il Giappone avrà soppresso i dazi doganali sul 97%<br />
dei beni importati dall’Ue (in termini di linee tariffarie), mentre le<br />
rimanenti linee tariffarie saranno oggetto di una liberalizzazione<br />
parziale tramite contingenti tariffari o riduzioni dei dazi; ciò consentirà<br />
agli esportatori dell’Ue di risparmiare circa 1 miliardo di euro<br />
l’anno in dazi doganali.<br />
“L’intesa raggiunta consentirà di aumentare le esportazioni di carni<br />
suine e salumi dall’Unione Europea. Attualmente il Giappone applica<br />
uno schema articolato per il calcolo<br />
dei dazi di importazione, che prevede<br />
sia un dazio ad valorem che uno specifico.<br />
Il Giappone manterrà questo<br />
schema, ma ridurrà notevolmente gli<br />
importi. Nell’arco di 10 anni, il dazio<br />
ad valorem scenderà dai circa 4 euro<br />
per kg attuali a circa 40 centesimi.<br />
Per i prodotti a base di carne suina<br />
l’Accordo prevede l’azzeramento dei<br />
dazi”, ha affermato Nicola Levoni,<br />
presidente di Assica (Associazione<br />
industriali delle carni e dei salumi).<br />
“In più, il Giappone ha accettato di riconoscere la protezione di<br />
una lista di oltre 210 Dop e Igp europee, che include per il nostro<br />
settore Bresaola della Valtellina, Mortadella Bologna, Prosciutto di<br />
Parma, Prosciutto di San Daniele, Prosciutto Toscano, Zampone<br />
Modena”, ha concluso Levoni.<br />
Secondo i dati Assica, nel primo trimestre del <strong>2017</strong> sono stati<br />
esportati circa 1.000 ton di salumi (+22,6%) per 9,8 milioni di euro<br />
(+22,2%). Valori che confermano il Giappone quale terzo mercato<br />
di destinazione per i nostri salumi fuori dalla Unione europea.<br />
I BENEFICI DEL LATTE SECONDO NFI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Latte sì o latte no? Negli ultimi tempi si levano<br />
sempre più spesso voci allarmistiche<br />
relative a presunti effetti negativi sulla salute<br />
da parte di questo alimento, considerato<br />
fino a qualche tempo fa una delle basi di<br />
un’alimentazione sana e genuina: buono<br />
come il latte.<br />
L’associazione no-profit Nutrition Foundation<br />
of Italy ha deciso di fare il punto sulla<br />
situazione. Operante dal 1976, NFI si occupa<br />
di contribuire alla ricerca scientifica e<br />
alla diffusione di informazioni scientificamente<br />
verificate nel campo dell’alimentazione,<br />
avvalendosi di un comitato di esperti<br />
di riconosciuta competenza in pressoché<br />
ogni campo delle discipline mediche.<br />
NFI ha organizzato nel settembre 2016 un<br />
simposio al quale hanno preso parte i maggiori<br />
studiosi italiani nell’ambito della nutrizione,<br />
delle scienze della salute, della biomedica,<br />
dell’endocrinologia: tra questi era<br />
presente la professoressa Maria Luisa<br />
Brandi, docente ordinario di Endocrinologia<br />
presso l’Università di Firenze e presidente di<br />
Firmo (Fondazione italiana ricerca sulle malattie<br />
dell’osso).<br />
I risultati del simposio sono confluiti in un<br />
interessante fascicolo dal titolo “Il latte<br />
vaccino, Ruolo nell’alimentazione umana<br />
ed effetti sulla salute”, da oggi liberamente<br />
scaricabile dal sito della Fondazione<br />
Firmo (www.fondazionefirmo.com/libri).<br />
“In 54 pagine – comunica la Fondazione<br />
– “secondo un chiaro schema domandarisposta,<br />
il volumetto fornisce una vera<br />
miniera di informazioni sul latte: c’è tutto<br />
quello che si desidera sapere e anche di<br />
più. Ne deriva una completa riabilitazione<br />
di questo prezioso alimento, il cui consumo,<br />
già inferiore alle dosi di assunzione<br />
raccomandate, va sempre più calando a<br />
causa di mode alimentari e pregiudizi, visto<br />
che al momento non esistono evidenze<br />
scientifiche provate sull’uomo di effetti<br />
negativi del latte sulla salute. Colpisce la<br />
parte dedicata alle intolleranze, che mette<br />
in luce errori grossolani molto diffusi: troppo<br />
spesso sono autodiagnosticate, né vanno<br />
confuse con le allergie né, tantomeno,<br />
devono spingere chi ne soffre a esentare<br />
dal latte i figli come misura preventiva, ottenendo<br />
l’unico risultato di privarli di una<br />
preziosissima fonte nutritiva”.<br />
Il fascicolo afferma che il latte è un alimento<br />
sicuro, utile a ogni età, capace di<br />
fornire all’organismo nutrienti biodisponibili<br />
e in dose corretta per mantenere in<br />
salute il nostro corpo dall’infanzia fino<br />
alla terza età.<br />
18<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
ANTONIO CASALINI PRESIDENTE<br />
DI UNIONALIMENTARI<br />
Il neopresidente di Unionalimentari Antonio Casalini (al centro) con i membri<br />
della nuova Giunta<br />
Antonio Casalini (Midi-Lazzaroni) è il nuovo presidente di Unionalimentari.<br />
La nomina è arrivata durante il Consiglio generale svoltosi<br />
alla fine dello scorso luglio nella sede nazionale di Confapi a Roma.<br />
Casalini succede a Stefano Marotta che ha guidato l’Unione nazionale<br />
delle piccola e media industria alimentare negli ultimi quattro<br />
anni. Il Consiglio ha eletto come vicepresidenti e membri della Giunta<br />
di presidenza Stefano Marotta, Giorgio Zubani, Renato Bonaglia,<br />
Giuseppe Rossetto, Mattia Pariani, Graziano Balduzzi.<br />
Zubani è stato anche riconfermato nel ruolo di Tesoriere dell’associazione,<br />
mentre come presidente vicario è stato scelto Giuseppe Rossetto.<br />
“Voglio esprimere un ringraziamento doveroso” – ha dichiarato<br />
Casalini – “a chi mi ha preceduto e a chi tanti anni fa ha creduto in<br />
questa idea e ha avuto il coraggio di metterla in pratica. Credo che<br />
quella di oggi per la nostra Unione sia una tappa importante del suo<br />
percorso. Una tappa dalla quale ripartire con coraggio, per innovarsi.<br />
Per me innovare non vuol dire fare cambiamenti radicali o stravolgere<br />
un processo di lavoro, ma guardare avanti, mettere passione<br />
per il futuro, avere coraggio e talento. In parole molto più<br />
semplici vuol dire fare l’imprenditore. Un imprenditore diverso forse<br />
perché sono cambiate le regole del mercato. Credo nell’idea di<br />
una squadra” – ha continuato il neopresidente – “nei progetti comuni<br />
e condivisi, credo nel rispetto delle regole e nella divisione dei<br />
compiti. Per questo motivo Union<strong>Alimentari</strong> non chiude le porte a<br />
nessuno e non lascia fuori nessuno. Tutte le piccole e medie industrie<br />
alimentari sono benvenute.<br />
Lavoriamo tutti per un unico obiettivo, siamo tutti dalla stessa parte,<br />
quindi lavoriamo per un progetto comune. Andremo a difendere le<br />
nostre aziende e a informare i consumatori; andremo a portare cultura<br />
alimentare”. Andremo a spiegare il valore aggiunto delle nostre<br />
imprese. Perché – ha concluso Casalini – “noi vogliamo e dobbiamo<br />
essere tra i protagonisti dell’agroalimentare italiano e internazionale”.<br />
La misura del colore non è mai stata così semplice<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
19
news [fatti, persone, aziende]<br />
UN’APP PER CONTROLLARE I CONTAMINANTI NEGLI ALIMENTI<br />
Si chiama Ultrabio ® ed è la App<br />
ideata e progettata da Bioscience<br />
Research Center (BsRC) per tenere<br />
sotto controllo il livello dei<br />
contaminanti che assumiamo<br />
quotidianamente attraverso l’alimentazione.<br />
BsRC è una società<br />
incubata in Toscana Life Sciences<br />
e opera nei settori ambiente,<br />
agroalimentare e salute umana.<br />
Secondo quanto riportato<br />
dall’European Food Safety<br />
Authority (Efsa), una elevata<br />
percentuale di cittadini europei<br />
(oltre il 52,9%) è esposta a livelli<br />
di contaminanti chimici attraverso<br />
la dieta che superano la dose<br />
Cristiana Guerranti, a sinistra, e Monia Renzi, rispettivamente direttore<br />
scientifico e direttore generale di BsRC<br />
settimanale massima consigliata.<br />
L’applicazione ideata dai ricercatori<br />
di BsRC, disponibile gratuitamente<br />
per Android e iOS, calcola<br />
su base statistica la dose di contaminanti<br />
assunti, rapportandola<br />
al peso corporeo dell’utente e<br />
comparandola ai valori soglia di<br />
sicurezza indicati da Efsa su base<br />
settimanale. Un’innovazione nel<br />
panorama delle applicazioni legate<br />
al mondo della salute e<br />
dell’alimentazione, che permette<br />
all’utente di controllare la propria<br />
dieta regolando le assunzioni<br />
di alimenti considerati su base<br />
scientifica più critici e di mantenere<br />
la propria alimentazione<br />
sotto le soglie di rischio.<br />
“L’esposizione ai contaminanti<br />
può rappresentare un rischio<br />
concreto per la salute pubblica”<br />
– spiega Monia Renzi, direttore<br />
generale di Bioscience Research<br />
Center – “e, in particolare, un<br />
cofattore importante legato<br />
allo sviluppo sul lungo periodo<br />
di alcune patologie non trasmissibili<br />
quali disordini del sistema<br />
endocrino, con potenziali conseguenze<br />
sullo sviluppo e la fertilità,<br />
solo per fare alcuni esempi.<br />
Con Ultrabio ® abbiamo scelto di<br />
rispondere a una crescente sensibilità<br />
dei consumatori verso<br />
gli aspetti salutistici dei cibi ma<br />
anche alla legittima domanda di<br />
reperire informazioni attendibili.<br />
La App che abbiamo sviluppato<br />
è uno strumento di facile<br />
utilizzo, che consente di avere<br />
una stima delle dosi giornaliere<br />
e settimanali di contaminanti<br />
assunte, relazionate al limite ritenuto<br />
sicuro, in modo da poter<br />
correggere i propri comportamenti<br />
mantenendo l’alimentazione<br />
quotidiana sotto la soglia<br />
di rischio per sostanze chimiche<br />
potenzialmente pericolose per<br />
la salute, quali ad esempio mercurio,<br />
cadmio, piombo ed alcuni<br />
inquinanti organici persistenti”.<br />
Parte importante del progetto<br />
ideato dai ricercatori di BsRC,<br />
che vanta solide competenze in<br />
materia di sicurezza alimentare,<br />
è stato dedicato alla selezione<br />
dei dati di partenza, la scelta dei<br />
criteri per la valutazione dei dati<br />
e la creazione del database che<br />
permette il funzionamento della<br />
App Ultrabio. “Il valore aggiunto<br />
di questa innovazione” – aggiunge<br />
Renzi – “è rappresentato dalla<br />
possibilità di tenere sotto controllo<br />
le abitudini alimentari critiche<br />
e di educare alla correzione, attraverso<br />
consigli e suggerimenti<br />
interattivi basati su dati oggettivi<br />
e su risultati della ricerca scientifica.<br />
Attualmente Ultrabio si basa<br />
su un cospicuo database di dati<br />
scientifici consolidati e validati<br />
relativi ai livelli di alcuni contaminanti<br />
chimici negli alimenti generici<br />
(per esempio pasta di grano<br />
duro, tonno, lattuga, alimenti per<br />
lattanti), ma il nostro progetto è<br />
quello di implementare questo<br />
strumento, inserendo nuovi contaminanti<br />
e prodotti commerciali<br />
singoli, una volta raccolto anche<br />
l’interesse delle aziende che operano<br />
nel settore agroalimentare”.<br />
AROL ACQUISISCE UNIMAC-GHERRI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Punto di riferimento internazionale nella progettazione, produzione<br />
e distribuzione di sistemi di capsulatura e tappatura, Arol<br />
ha perfezionato lo scorso 21 luglio l’acquisizione di Unimac-<br />
Gherri, specialista nella produzione di sistemi di chiusura di contenitori<br />
in vetro con capsule twist-off.<br />
L’acquisizione di Unimac-Gherri conferma il progetto industriale<br />
e la strategia di crescita del Gruppo – di cui fa parte anche FT<br />
System, specializzata nel mondo dell’ispezione e controllo qualità<br />
non distruttivi, sia in linea che in laboratorio – che ha l’obiettivo<br />
di espandere la propria offerta, integrandola con macchine<br />
ad alto contenuto tecnologico allo scopo di garantire la salvaguardia<br />
del consumatore. Arol, infatti, progetta soluzioni su<br />
misura per i settori alimentare, bevande, alcolici, cura della casa,<br />
cura della persona e chimico. Con FT System, il Gruppo Arol può<br />
contare su più di 600 specialisti e 14 sedi operative dislocate in<br />
4 continenti. Produce oltre 700 sistemi di chiusura e più di 500<br />
sistemi di controllo all’anno, con una base installata di oltre<br />
26.000 macchine.<br />
“Siamo particolarmente soddisfatti di aver arricchito l’offerta ai<br />
nostri clienti con le macchine prodotte da Unimac-Gherri, da oltre<br />
30 anni sinonimo di qualità e affidabilità nelle chiusure twist-off”,<br />
commenta Alberto Cirio, amministratore delegato di Arol.<br />
20<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
MARCHESINI GROUP RILEVA IL 40% DI VIBROTECH<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
L’ad di Marchesini Group Pietro Cassani<br />
Marchesini Group ha finalizzato il 26<br />
luglio scorso l’acquisizione del 40%<br />
della toscana Vibrotech Srl, azienda di<br />
Bientina (PI) che realizza sistemi di alimentazione<br />
e orientamento impiegati<br />
nei processi industriali automatizzati.<br />
Vibrotech è nata nel 2005 da uno<br />
spin off di tecnici con una ventennale<br />
esperienza, in particolare nei settori<br />
farmaceutico e cosmetico, e da tempo<br />
ha consolidato la partnership con<br />
Marchesini Group.<br />
L’acquisizione di una quota di minoranza<br />
tuttavia non cambierà l’impostazione<br />
commerciale di Vibrotech, che<br />
continuerà a rivolgersi direttamente<br />
al mercato e anche ad altre aziende<br />
operanti nel settore delle macchine<br />
packaging.<br />
Questa operazione permetterà a<br />
Vibrotech e a Marchesini di rafforzarsi,<br />
anche alla luce delle opportunità derivanti<br />
dalla “Rivoluzione 4.0”. In un<br />
mondo del packaging dove i processi<br />
diventano sempre più automatizzati e<br />
dove la robotica avanzata fa da padrona,<br />
i sistemi che consentono di avere i<br />
componenti selezionati ed orientati (e<br />
quindi idonei alla gestione dei robot)<br />
rappresentano una necessità.<br />
“È ormai chiaro che nessuna azienda<br />
può sottrarsi alle tematiche dell’Industria<br />
4.0. Si tratta di una sfida enorme,<br />
la vera sfida del futuro: discuterne<br />
vuol dire parlare di investimenti e progetti<br />
ed è per questo che con questa<br />
operazione avviamo uno sviluppo e<br />
un rafforzamento che proseguirà nei<br />
prossimi mesi”, dichiara Pietro Cassani,<br />
amministratore delegato di Marchesini<br />
Group. “In Marchesini si ‘masticava’<br />
Industria 4.0 da prima ancora che diventasse<br />
‘di tendenza’, perché lavorare<br />
per le aziende farmaceutiche ti obbliga<br />
a essere non solo efficiente ma<br />
sempre al top dell’innovazione.<br />
Operiamo da tanti anni su una<br />
varietà di soluzioni robotizzate,<br />
dove macchine e software<br />
sono tutti realizzati in casa. Su<br />
questa tradizione intendiamo<br />
proseguire, arricchendo il nostro<br />
know how anche tramite<br />
acquisizioni di imprese”.<br />
Giuseppe Trotta, fondatore<br />
di Vibrotech, commenta così<br />
l’operazione: “Soltanto due<br />
anni fa dissi, in occasione di un<br />
incontro con gli studenti delle<br />
scuole tecniche del nostro territorio,<br />
che avrei voluto assumere<br />
più ragazzi, ma trovare<br />
le persone giuste era difficile”.<br />
Questo problema, la mancanza<br />
di personale qualificato, ci costringe<br />
ogni anno a rinunciare<br />
a diversi milioni di commesse.<br />
L’entrata di Marchesini Group<br />
nel capitale Vibrotech metterà<br />
in circolo nuovo ossigeno, ci<br />
permetterà di crescere in modo<br />
più focalizzato e ampliare il nostro<br />
orizzonte.<br />
Il presidente Maurizio<br />
Marchesini<br />
L’operazione avrà infatti nel breve-medio<br />
termine effetti positivi sia per il fatturato<br />
Vibrotech (3,2 milioni nel 2016)<br />
che per il numero dei suoi dipendenti:<br />
si prevede di raddoppiare gli attuali 25<br />
in due anni inserendo figure tecniche<br />
esperte di meccanica e automazione ma<br />
anche giovani neodiplomati e laureati.<br />
Nel comunicare l’operazione Vibrotech,<br />
Marchesini Group ha anche reso<br />
noto che il bilancio consolidato 2016,<br />
da poco approvato, ha registrato valori<br />
più alti rispetto alle previsioni di budget<br />
sia sui volumi di vendita che su tutti<br />
gli indicatori di redditività. Il fatturato<br />
al 31 dicembre è stato di 297 milioni<br />
di euro, in crescita del 9% rispetto al<br />
2015 e con un margine operativo lordo<br />
del 21%.<br />
Il portafoglio consolidato al 30 giugno<br />
<strong>2017</strong> ammonta a 340 milioni di euro<br />
(+27%) mentre la raccolta ordini è pari<br />
a 155 milioni, +23% rispetto allo stesso<br />
periodo dell’anno precedente.<br />
“Con questi numeri” − ha dichiarato<br />
il presidente Maurizio Marchesini –<br />
“guardiamo con ottimismo al <strong>2017</strong><br />
per superare la soglia dei 300 milioni e<br />
con la spinta giusta per consolidare a<br />
breve nuove, importanti operazioni”.<br />
22<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
AEB GROUP ACQUISISCE INNOTEC<br />
Protagonista nella produzione di biotecnologie per il mercato del<br />
vino, delle bevande e per il settore alimentare, AEB ha firmato l’accordo<br />
per l’acquisizione della quota di maggioranza di Innotec.<br />
L’acquisizione della società specialista nella produzione di attrezzature<br />
accresce la leadership di AEB rendendo ancora più innovativo<br />
il suo portfolio prodotti destinati all’enologia e all’industria del beverage:<br />
l’offerta di attrezzature di AEB si arricchisce e diventa tra le<br />
più complete e innovative nel comparto del vino e delle bevande<br />
(birra, succhi, soft drink, acque minerali ecc.). Oltre a continuare la<br />
Mario Tomasoni Ceo del Gruppo AEB, a sinistra, e Luca Zavarise, ad di Innotec<br />
produzione delle attrezzature che hanno reso l’azienda famosa nel<br />
mondo dell’impiantistica, Innotec svilupperà insieme ad AEB nuove<br />
tecnologie per il settore enologico volte a ottimizzare la gestione<br />
delle operazioni in cantina.<br />
“Questa acquisizione ci consentirà di completare la nostra proposta<br />
con un numero maggiore di referenze, in particolare per la parte di<br />
impiantistica, elevando inoltre gli standard a livello di innovazione<br />
e qualità e confermando così la nostra leadership a livello globale”,<br />
commenta Mario Tomasoni, Chief Executive Officer del Gruppo<br />
AEB. “Siamo convinti che la conoscenza e l’esperienza che acquisiamo<br />
con Innotec, supporterà il miglioramento degli standard di<br />
automazione, ottimizzando tutti i processi nelle cantine e nelle<br />
aziende operanti nel comparto delle bevande”.<br />
“Siamo specializzati nella realizzazione di attrezzature di alto livello<br />
riconosciute in tutto il mondo per la loro tecnologia”, commenta<br />
Luca Zavarise, che manterrà la carica di amministratore delegato di<br />
Innotec e diventerà il secondo maggiore azionista dell’azienda. “I<br />
nostri sistemi garantiscono la rimozione dei microorganismi naturalmente<br />
presenti nelle bevande al fine di ottenere la stabilità biologica<br />
del prodotto imbottigliato”.<br />
Da evidenziare è anche la filosofia tailor-made che caratterizza l’azienda:<br />
“Ogni impianto che produciamo” – continua Zavarise – “è<br />
esclusivo, personalizzato e progettato sulla base delle esigenze del<br />
cliente. Sono certo che Innotec troverà nella forza commerciale di<br />
AEB la giusta integrazione, per trasmettere in maniera professionale<br />
e puntuale i propri contenuti tecnologici”.<br />
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Al centro del nuovo<br />
progetto espositivo<br />
i macchinari<br />
e le tecnologie<br />
per il processo<br />
e la lavorazione,<br />
ingredienti, materiali<br />
e attrezzature,<br />
ma anche soluzioni<br />
per il confezionamento<br />
e la conservazione<br />
del fresco.<br />
MEAT-TECH 2018: IN MOSTRA<br />
LA FILIERA DELLA CARNE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
24<br />
È sempre più completa l’offerta espositiva di Meat-Tech,<br />
la fiera di riferimento nel 2018 per l’industria internazionale<br />
della carne. Il nuovo progetto espositivo e la contemporaneità<br />
con Ipack-Ima (entrambe le manifestazioni<br />
sono in programma dal 29 maggio al 1° giugno 2018)<br />
sta infatti raccogliendo le adesioni delle principali aziende<br />
che operano nella filiera produttiva. Non solo realtà attive<br />
nella fornitura di macchinari e tecnologie per il processo e<br />
la lavorazione, ma anche aziende attive nella produzione<br />
di ingredienti, materiali e attrezzature.<br />
Meat-Tech 2018 si sta inoltre consolidando come punto<br />
di riferimento delle aziende che operano nella fornitura<br />
di soluzioni per il confezionamento e la conservazione<br />
del fresco, uno dei comparti più dinamici dell’industria<br />
alimentare.<br />
La seconda edizione rappresenta un’occasione unica e<br />
qualificata per offrire al visitatore una panoramica sempre<br />
più ampia di soluzioni innovative. Una fiera specializzata<br />
in tecnologie e prodotti per la lavorazione, conservazione,<br />
confezionamento e distribuzione delle carni, con un’offerta<br />
espositiva completa che spazia principalmente dalle<br />
tecnologie di abbattimento e macellazione a quelle di<br />
processo e trasformazione, dall’imballaggio e confezionamento,<br />
alle tecnologie per la lavorazione del pesce e dei<br />
prodotti ittici, ai sistemi di refrigerazione, agli ingredienti<br />
e additivi, ai materiale per la lavorazione, agli allestimenti<br />
e alle attrezzature per l’igiene e sicurezza dell’ambiente<br />
di lavoro.<br />
A completare l’offerta espositiva saranno inoltre due nuove<br />
aree speciali: Meat+ Cold Chain Solution ospiterà le<br />
tecnologie per la catena del freddo, fondamentali a tutte<br />
le latitudini per conservare i prodotti prima, durante e<br />
dopo la lavorazione. Meat&More metterà invece in mostra<br />
attrezzature e materiali per la produzione, il taglio e il<br />
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appuntamenti<br />
confezionamento dei prodotti a base<br />
di carne, sempre più utilizzate anche<br />
dall’industria, oltre che dalla GDO,<br />
da negozianti e dalla ristorazione. Si<br />
tratta di tipologie di attrezzature e<br />
prodotti che consentono di assicurare<br />
un’ottima qualità nella preparazione<br />
dei prodotti e di aumentare la<br />
loro shelf life e il rispetto di norme<br />
igienico-sanitarie.<br />
Meat-Tech 2018 sarà inoltre contraddistinta<br />
da una articolata campagna<br />
di promozione finalizzata a favorire<br />
il networking tra espositori e visitatori.<br />
Tra gli strumenti più innovativi<br />
un’efficace piattaforma online di<br />
“My Matching” che permette di<br />
organizzare incontri one2one mirati<br />
tra domanda e offerta, rendendo<br />
ancora più proficua la partecipazione<br />
fieristica.<br />
Meat-Tech è la fiera targata Ipack-<br />
Ima, frutto della strategia e dell’esperienza<br />
di Fiera Milano e dell’associazione<br />
Ucima (Unione costruttori<br />
italiani macchine automatiche per il<br />
confezionamento e l’imballaggio) e<br />
può inoltre contare su un Comitato<br />
di indirizzo che ne condivide le linee<br />
strategiche. Ne fanno parte aziende<br />
leader, produttrici di tecnologie per<br />
il processing e packaging, di ingredienti,<br />
di attrezzature, di materiali<br />
per l’industria delle carni, associazioni<br />
di riferimento e produttori di<br />
salumi e carne fresca, quali: ABM<br />
Company, Anima Assofoodtec,<br />
Assica, Coligroup, Colussi Ermes,<br />
Europrodotti, Fratelli Pagani,<br />
Frutarom, GB Bernucci, Gherri Meat<br />
Technology, Handtmann Italia,<br />
Inox Meccanica, Levoni, M.A.V.<br />
Engineering, Minerva Omega Group,<br />
Niederwieser, Pulsar Industry, Risco,<br />
Rovagnati, Techpartner, Travaglini,<br />
Ulma Packaging, Velati, Veripack.<br />
Meat-Tech può inoltre beneficiare<br />
del sostegno delle più importanti<br />
associazioni di categoria, annoverando<br />
tra i suoi promotori: Assica<br />
(Associazione industriali delle carni<br />
e dei salumi) e Anima-Assofoodtec<br />
(Associazione italiana costruttori<br />
macchine, impianti, attrezzature<br />
per la produzione, la lavorazione e<br />
la conservazione alimentare) con le<br />
diverse realtà associative aderenti:<br />
Comaca, Costruttori italiani macchine<br />
per la lavorazione delle carni; i<br />
Costruttori affettatrici, tritacarne ed<br />
affini; l’Unione costruttori impianti<br />
frigoriferi.<br />
I settori in esposizione<br />
• Sistemi di abbattimento<br />
• <strong>Tecnologie</strong> di macellazione<br />
• <strong>Tecnologie</strong> di processo e trasformazione delle carni<br />
• <strong>Tecnologie</strong> e materiali per imballaggio<br />
e confezionamento<br />
• <strong>Tecnologie</strong> per la lavorazione del pesce<br />
e dei prodotti ittici<br />
• Sistemi di refrigerazione<br />
• Ingredienti, spezie, additivi per la lavorazione<br />
delle carni<br />
• Materiali per la lavorazione delle carni<br />
• Attrezzature per la pulizia, l’igiene e la sicurezza<br />
dell’ambiente di lavoro<br />
• Allestimenti per gli ambienti di lavoro<br />
• Attrezzature per il punto vendita<br />
• Carni fresche, carni congelate, consorzi, importatori,<br />
uffici promozione carni<br />
• Società di servizi, consulenza, Information Technology<br />
• Stampa, Istituzioni<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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25
appuntamenti<br />
ALIMENTARE BIOLOGICO: UNA CRESCITA SEMPRE PIÙ “SANA”<br />
Organizzata da BolognaFiere, Sana è l’unica<br />
manifestazione di riferimento in Italia per i<br />
settori del biologico e del naturale con oltre<br />
800 espositori e più di 47.000 visitatori.<br />
In programma dall’8 all’11 settembre <strong>2017</strong><br />
nel Quartiere fieristico di Bologna, Sana è<br />
marketplace e occasione di networking per<br />
i professionisti, gli operatori e le persone interessate<br />
al comparto, oltre che importante<br />
momento formativo e culturale, grazie al<br />
qualificato programma di convegni e workshop<br />
a cura di BolognaFiere, delle aziende e<br />
delle istituzioni e associazioni di categoria.<br />
A completare l’offerta sono Sana Novità, lo<br />
spazio che la fiera dedica all’innovazione,<br />
Sana Shop, l’area riservata alla prova e all’acquisto<br />
di prodotti e servizi, ma anche Sana<br />
Academy con i convegni professionali, l’Osservatorio<br />
Sana per l’aggiornamento dei dati<br />
sul biologico e il calendario di appuntamenti<br />
“off” che ogni anno anima strade e negozi<br />
del capoluogo felsineo.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
<strong>2017</strong>: continua il trend positivo<br />
L’intero sistema dell’alimentare biologico è<br />
in crescita; nel 2016 le vendite nel canale<br />
specializzato hanno registrato un +15%,<br />
nella Gdo addirittura un +20%, con trend<br />
positivi anche per i primi mesi del <strong>2017</strong>: gli<br />
aumenti nella grande distribuzione continuano<br />
a essere a doppia cifra, portando a<br />
oltre il 3% sul totale delle vendite alimentari<br />
la quota dell’organic (5 volte in più rispetto<br />
al 2000).<br />
È contemporaneamente sempre più ampio<br />
lo spettro di famiglie “user bio”, cresciute<br />
di 1,2 milioni di unità solo nel 2016, come<br />
fotografato dall’Osservatorio Sana <strong>2017</strong><br />
curato da Nomisma e promosso da<br />
BolognaFiere, con il patrocinio di FederBio<br />
e Assobio. In programma il prossimo 8 settembre,<br />
la presentazione dell’Osservatorio<br />
“Tutti i numeri del bio italiano” offrirà,<br />
quest’anno, i dati aggiornati sul biologico<br />
con un approfondimento sui nuovi trend nel<br />
mercato italiano e sui prodotti dedicati ai<br />
consumi di vegetariani e vegani.<br />
L’ottimo stato di salute del settore biologico<br />
si rispecchia anche nel successo di Sana, che<br />
si fa ogni anno più grande e diversificata<br />
nell’offerta merceologica, nella proposta<br />
formativa e nel calendario degli eventi all’interno<br />
e all’esterno del Quartiere fieristico.<br />
Le regole europee e i mercati stranieri<br />
fra i temi dei convegni<br />
A rendere unica la proposta espositiva del<br />
settore Alimentazione biologica, cuore storico<br />
della manifestazione, sarà la qualità e la<br />
diversificazione dell’offerta che si comporrà di<br />
aziende produttrici e distributrici di alimenti<br />
bio, enti di certificazione, istituzioni, produttori<br />
di attrezzature e prodotti per l’agricoltura<br />
biologica e l’apicoltura, oltre a società di<br />
packaging e confezionamento di cibi naturali.<br />
Alimenti freschi e confezionati, prodotti lattiero-caseari<br />
e gelati, alimenti a base di carne<br />
e di pesce, oli, pasta, riso, cereali, dolci e prodotti<br />
da forno, alimenti dietetici, miele e conserve,<br />
vini e bevande e tanto altro per proporre<br />
ai visitatori il meglio dell’offerta biologica<br />
italiana e internazionale.<br />
A completare l’offerta espositiva dell’evento<br />
anche un importante calendario di eventi a<br />
tema tra cui, il già citato Osservatorio Sana<br />
“Tutti i numeri del Bio italiano”, il convegno<br />
d’apertura “Quale regolamento per potenziare<br />
la crescita del biologico europeo?”<br />
organizzato da FederBio e il convegno<br />
IFOAM “Biologico 3.0: stato dell’arte e casi<br />
studio di buone pratiche nel Mediterraneo”.<br />
Durante le giornate di manifestazione ICE<br />
- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione<br />
delle imprese italiane<br />
proporrà una serie di incontri per fare il punto<br />
sui mercati stranieri del biologico, mentre<br />
Assobio terrà il convegno “Attenti a quei<br />
due. Il mercato biologico nel canale specializzato<br />
e nella gdo” focalizzato sul mercato<br />
italiano.<br />
A questi si aggiungeranno i numerosi appuntamenti<br />
organizzati dagli enti di certificazione<br />
e dalle aziende espositrici.<br />
26<br />
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appuntamenti<br />
SCIENZE SENSORIALI: UN CORSO SUL PRODUCT DEVELOPMENT<br />
Le scienze sensoriali si stanno confermando sempre di più come<br />
l’ambito decisivo per la messa a punto di strumenti in grado di<br />
mettere in comunicazione chi produce prodotti alimentari e chi li<br />
consuma: per questa ragione, il Centro di valutazione alimentare<br />
di Cast Alimenti, in collaborazione con la Società italiana di scienze<br />
sensoriali, ha deciso di lanciare un nuovo corso di formazione professionale:<br />
Scienze sensoriali - Metodi e applicazioni per il product<br />
development (Brescia, 28-29 settembre e 5-6 ottobre - costo: 850<br />
euro + iva).<br />
“I progressi nelle neuroscienze e nelle scienze del comportamento,<br />
una statistica sempre più solida e specializzata” – spiega Dario<br />
Mariotti, business developer di Cast Alimenti – “consentono una<br />
sempre maggiore affidabilità nella capacità di previsione del comportamento<br />
dei consumatori. “Il corso intensivo si propone perciò<br />
di offrire ai partecipanti la possibilità di acquisire e applicare le più<br />
aggiornate tecniche delle scienze sensoriali, con particolare attenzione<br />
ai metodi a supporto della prototipazione e validazione dei<br />
prodotti gastronomici.<br />
Le lezioni avranno un carattere teorico/pratico con casi concreti di<br />
studio e analisi dei dati, utilizzando software statistici dedicati e<br />
largamente disponibili e accessibili in Rete. Il corso, realizzato presso<br />
i laboratori di Cast Alimenti, costituisce prerequisito per la richiesta<br />
dell’attestazione di qualità e qualificazione professionale per i<br />
servizi prestati dal Sensory Project Manager.<br />
Ecco gli argomenti trattati: accanto a un’introduzione alle scienze<br />
sensoriali, nell’ambito della quale si parlerà di panel, test discriminanti,<br />
fattori psicologici, interazioni sensoriali, si approfondirà la<br />
caratterizzazione sensoriale dei prodotti, anche attraverso l’uso di<br />
software dedicati; saranno poi approfonditi la caratterizzazione<br />
sensoriale, lo studio delle combinazioni in cucina, i concetti di preferenza<br />
e accettabilità, la relazione tra emozioni e product development,<br />
fino ad arrivare alla definizione del profilo emozionale di<br />
un prodotto.<br />
Le figure professionali interessate sono: responsabili e addetti alla<br />
ricerca e sviluppo di aziende di produzione e trasformazione alimentare;<br />
tecnici e professionisti addetti a processi di trasformazione gastronomica<br />
degli alimenti; responsabili e addetti agli approvvigionamenti;<br />
tutti coloro che sono interessati alla valutazione sensoriale<br />
degli alimenti su base statistica e ad acquisire gli elementi fondamentali<br />
di previsione del comportamento dei consumatori.<br />
Cast Alimenti (Centro arte scienza tecnologia dell’alimento) è un<br />
istituto di formazione nato nel 1996. Unica scuola in Italia ad offrire<br />
corsi specifici per tutti i mestieri del gusto in aule-laboratorio specificatamente<br />
attrezzate, Cast Alimenti si rivolge ai giovani così come<br />
ai professionisti già affermati mettendo a loro disposizione maestri<br />
e strumenti idonei a coniugare l’essere, il sapere e il saper fare.<br />
Grande attenzione viene data ai prodotti tipici del Made in Italy, al<br />
centro dei programmi di studio e delle lezioni pratiche in aula.<br />
TOUR DI FORMAZIONE TECNICA CON SDPROGET<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
28<br />
Convinta dell’importanza del continuo aggiornamento dei progettisti,<br />
SDProget Industrial Software organizza un tour itinerante<br />
di formazione tecnica avanzata su SPAC Automazione. I corsi<br />
avranno una durata di 3 giorni e si terranno tra settembre <strong>2017</strong><br />
e giugno 2018 in sei città italiane.<br />
I corsi sono rivolti ad attuali utilizzatori di SPAC Automazione e<br />
hanno l’obiettivo di formare il professionista all’utilizzo dettagliato<br />
di tutte le potenzialità del software. Il programma prevede<br />
un’alternanza di teoria e pratica per favorire l’apprendimento<br />
delle diverse funzioni, anche quelle meno ordinarie, e della vasta<br />
serie di comandi del software.<br />
Al termine di ciascun corso verrà rilasciato un Attestato di<br />
Qualifica SPAC ufficiale, quale riconoscimento dell’acquisita<br />
esperienza nell’uso del software. Ai partecipanti sarà inoltre consegnato<br />
un Tutorial che permetterà di ripetere le esercitazioni in<br />
autonomia.<br />
Questa iniziativa mira a ridurre il crescente divario tra potenzialità<br />
degli strumenti e loro reale impiego: l’evoluzione tecnologica<br />
permette infatti di perfezionare continuamente gli strumenti<br />
offerti alle imprese, ma gli operatori spesso faticano a dedicare<br />
sufficiente tempo e risorse all’aggiornamento. Come conseguenza,<br />
gli strumenti a disposizione vengono impiegati sfruttando<br />
solo parzialmente il potenziale di produttività che offrono.<br />
Il calendario dei corsi<br />
Almese 13-14-15 settembre <strong>2017</strong><br />
Pesaro 11-12-13 ottobre <strong>2017</strong><br />
Padova 15-16-17 novembre <strong>2017</strong><br />
Milano 14-15-16 febbraio 2018<br />
Prato 11-12-13 aprile 2018<br />
Roma 13-14-15 giugno 2018<br />
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appuntamenti<br />
L’agenda<br />
Sana<br />
8-11 settembre <strong>2017</strong><br />
Bologna<br />
www.sana.it<br />
Drinktec<br />
11-15 settembre <strong>2017</strong><br />
Monaco di Baviera, Germania<br />
www.drinktec.com<br />
Cheese<br />
15-17 settembre <strong>2017</strong><br />
Bra (CN)<br />
www.slowfood.it<br />
Process Expo<br />
19-22 settembre <strong>2017</strong><br />
Chicago, Usa<br />
www.myprocessexpo.com<br />
Forum Meccatronica<br />
26 settembre <strong>2017</strong><br />
Ancona<br />
www.forumeccatronica.it<br />
Anuga<br />
7-10 ottobre <strong>2017</strong><br />
Colonia, Germania<br />
www.anuga.com<br />
IO-Link User Workshop<br />
11 ottobre <strong>2017</strong><br />
Torino<br />
www.iolinkworkshop.it<br />
SAVE<br />
18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />
Verona<br />
www.exposave.com<br />
MCM<br />
18-19 ottobre <strong>2017</strong><br />
Verona<br />
www.mcmonline.it<br />
Swop<br />
7-10 novembre <strong>2017</strong><br />
Shanghai, Cina<br />
www.swop-online.com/en<br />
www.interprogettied.com<br />
Gluten Free Expo<br />
18-21 novembre <strong>2017</strong><br />
Rimini<br />
www.glutenfreeexpo.eu<br />
Lactose Free Expo<br />
18-21 novembre <strong>2017</strong><br />
Rimini<br />
www.lactosefreeexpo.com<br />
SPS IPC Drives<br />
28-30 novembre <strong>2017</strong><br />
Norimberga, Germania<br />
www.mesago.de/en/SPS<br />
Sigep<br />
20-24 gennaio 2018<br />
Rimini<br />
www.sigep.it<br />
Upakovka<br />
23-26 gennaio 2018<br />
Mosca, Russia<br />
www.upakovka-tradefair.com<br />
Prosweets-ISM<br />
28-31 gennaio 2018<br />
Colonia, Germania<br />
www.prosweets.com<br />
www.ism-cologne.com<br />
Fieragricola<br />
31 gennaio-3 febbraio 2018<br />
Verona<br />
www.fieragricola.it<br />
Aquafarm<br />
15-16 febbraio 2018<br />
Pordenone<br />
www.aquafarm.show<br />
Anuga Foodtec<br />
20-23 marzo 2018<br />
Colonia, Germania<br />
www.anugafoodtec.com<br />
Vinitaly<br />
15-18 aprile 2018<br />
Verona<br />
www.vinitaly.com<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
29
global watch<br />
CIOCCOLATO: IL PIACERE CHE FA BENE<br />
Il cioccolato riduce il colesterolo “cattivo”, è antiossidante, migliora l’umore e la circolazione sanguigna.<br />
La Svizzera si conferma il paese con il maggior consumo pro capite. Presentiamo una rassegna internazionale<br />
di prodotti a base di cacao (con il contribuito di helpdesk@innovami.com).<br />
Il record mondiale dei consumi di cioccolato, secondo gli ultimi<br />
dati disponibili, è da attribuire alla Svizzera, con una media di<br />
nove chili all’anno per persona, equivalente a 209 tavolette<br />
standard; la Germania rimane stabile, in seconda posizione,<br />
con un consumo elevato pro capite, anche se registra un lieve<br />
calo dello 0,2%; l’Austria al terzo posto, l’Irlanda al quarto ed<br />
il Regno Unito al quinto posto con valori elevati e in lieve crescita.<br />
Il Nord Europa, con Norvegia, Finlandia e Paesi Bassi, fa<br />
registrare performance inferiori, mentre per i mercati dell’Est<br />
Europa e la Russia, le performance risultano migliori. Dall’analisi<br />
effettuata risulta anche che, sia l’Europa occidentale che gli Stati<br />
Uniti continuano a registrare i tassi di consumo pro capite più<br />
CHOCOFLAKES, CINA<br />
73% di cacao<br />
FELFORT, ARGENTINA<br />
Barretta di cioccolato dietetica<br />
AINE HANDMADE CHOCOLATE, IRLANDA<br />
Tavoletta di cioccolato con 95% di cacao<br />
FILBERT’S, USA<br />
Mandorle arrostite e cioccolato<br />
COLOSSEO, UNGHERIA<br />
Gelato al cioccolato<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
30<br />
MEJI, GIAPPONE<br />
Tè al cioccolato<br />
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global watch<br />
alti, anche se gli esperti ritengono che questa positiva tendenza<br />
è destinata a invertirsi nei prossimi anni (fonte: Euromonitor).<br />
In Italia il consumo pro capite annuale non supera invece i 4<br />
kg. La preferenza è per il fondente e i nuovi formati, sempre<br />
più originali e capaci di garantire visibilità su scaffali ormai affollatissimi.<br />
Anche gli ingredienti vengono mixati in un’ampia<br />
varietà di gusti.<br />
Il cioccolato ha caratteristiche positive nell’alimentazione.<br />
Riduce il colesterolo “cattivo” nel sangue, apporta sazietà, è<br />
antidepressivo, è ricco di flavonoidi e antiossidanti, di anticoagulanti<br />
che migliorano la circolazione sanguigna, aiuta quindi<br />
a essere più svegli e attivi.<br />
Il gusto del cioccolato proviene soprattutto dal cacao presente,<br />
in particolare da quello del burro di cacao che, attraverso la<br />
sua cremosità, distribuisce il piacevole sapore in bocca all’atto<br />
del consumo.<br />
Da diversi anni il cioccolato viene considerato, per il suo contenuto<br />
di cacao, come un apportatore principale di antiossidanti.<br />
Oggi si trovano sul mercato prodotti contenenti fino all’80%<br />
di cacao.<br />
Il cacao, rispetto ad altri prodotti esotici, non contribuisce a<br />
danneggiare l’ambiente di coltivazione, essendo le zone di produzione<br />
conservate e curate da secoli in piantagioni del tutto<br />
specifiche.<br />
ALIPENDE, SPAGNA<br />
Cioccolatini farciti con fragola<br />
AMEDEI, ITALIA<br />
Cioccolato fondente extra al 70% con noci<br />
RICHOCO, INDIA<br />
Biscotti wafer al cioccolato<br />
FREDDI, ITALIA<br />
Barretta di cioccolato farcita<br />
VENCHI, ITALIA<br />
Cioccolato e crema di nocciola spalmabile<br />
www.interprogettied.com<br />
CADBURY, REGNO UNITO<br />
Barretta di caramello ricoperta di cioccolato al latte<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
31
ingredienti<br />
COLORANTI NATURALI PER ALIMENTI SALATI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
32<br />
Il Gruppo GNT sta nuovamente ottimizzando in maniera sostanziale<br />
il proprio innovativo portfolio prodotti: lanciando la prima<br />
gamma di colori completa e veramente naturale per prodotti salati.<br />
Il fornitore leader di sostanze alimentari coloranti sta gettando<br />
un’altra pietra miliare. Le nuove soluzioni per alimenti salati<br />
Exberry ® sono ideali per conferire qualsiasi tonalità desiderata a<br />
tutti i tipi di applicazioni nel settore, e allo stesso tempo per offrire<br />
prestazioni eccellenti e facilità di uso. Operando in quest’ulteriore<br />
mercato, del valore di oltre 220 miliardi di euro, l’azienda sta rafforzando<br />
ulteriormente la propria posizione come leader del mercato<br />
e dell’innovazione nel settore.<br />
“Con questa gamma unica, stiamo rendendo il mercato degli alimenti<br />
salati significativamente più naturale, e stiamo ottimizzando fortemente<br />
l’impatto visivo”, dichiara Paul Collins, responsabile delle<br />
vendite internazionali e del marketing. “In altre categorie, i concentrati<br />
di frutta e verdure stanno già diventando lo standard del settore.<br />
Il mercato degli alimenti salati, tuttavia, è ancora colorato prevalentemente<br />
da spezie e additivi. Adesso, i produttori del settore hanno<br />
finalmente l’opportunità di abbandonare gli additivi come il carminio,<br />
il caramello o la clorofilla rameica, senza dover compromettere la<br />
brillantezza e la varietà, l’equilibrio e la conservazione”.<br />
Un arcobaleno di colori per applicazioni universali<br />
Dal giallo all’arancione, dal rosso al rosa, marrone, blu o verde, la<br />
gamma di sapori offre tutte le tonalità richieste. Possono essere<br />
usati in tutte le applicazioni che vanno dalla carne e surrogati di<br />
carne, prodotti UHT o minestre istantanee, mix di salse fresche e<br />
asciutte ai sughi e condimenti come i sottaceti. Essendo disponibili<br />
sotto forma liquida o in polvere, sono adatti per ogni necessità.<br />
Durante l’utilizzo, non si verifica alcuna colorazione degli impianti<br />
produttivi: questo semplifica notevolmente i processi di produzione.<br />
Come per tutte le soluzioni GNT, i nuovi concentrati hanno standardizzato<br />
le proprietà di colorazione, diversamente dalle spezie<br />
comunemente usate, pertanto, permettono un dosaggio altamente<br />
accurato e forniscono il pieno controllo sull’aspetto dei cibi. Di<br />
conseguenza, i produttori hanno maggiori opportunità di colorazione<br />
per una maggiore innovazione nelle ricette.<br />
Ingredienti riconoscibili grazie a etichette chiare<br />
Tutte le soluzioni per gli alimenti salati Exberry sono ricavate esclusivamente<br />
da comuni vegetali e piante commestibili, attraverso<br />
delicati processi fisici come la pressatura, la triturazione e il filtraggio.<br />
Nessun solvente organico o chimico viene utilizzato. Quindi,<br />
non si tratta di additivi ma di alimenti con proprietà coloranti che<br />
possono essere dichiarati semplicemente come alimenti nella lista<br />
degli ingredienti, permettendo la creazione di un’etichetta pulita.<br />
Oltretutto, si selezionano solo quelle materie prime adatte alle<br />
associazioni di gusti delle ricette salate. Tutti i concentrati sono<br />
privi di allergeni, OGM e olio di palma e sono adatti per vegetariani,<br />
kosher e cibo halal.<br />
“I produttori di alimenti salati che vogliono essere sempre un passo<br />
avanti rispetto ai propri concorrenti devono trovare modi per<br />
soddisfare la crescente domanda di ingredienti puliti e semplici da<br />
parte dei consumatori. Dato che il colore è uno dei fattori determinanti<br />
nella decisione di acquisto, non possono scendere a compromessi<br />
quando si tratta dell’impatto visivo dei loro prodotti,”<br />
dichiara Collins. “Con le nostre soluzioni per gli alimenti salati,<br />
permettiamo ai produttori di superare queste sfide e di affrontare<br />
il passaggio successivo attraverso nuovi modelli di colori, mantenendo<br />
allo stesso tempo un prodotto naturale”.<br />
I produttori interessati a passare alle nuove colorazioni ricevono<br />
una consulenza su misura da parte degli esperti GNT, che forniscono<br />
assistenza attraverso l’intero processo di sviluppo del prodotto,<br />
dalla ricerca del concentrato ideale per la tonalità desiderata al test<br />
di stabilità e alla consulenza normativa.<br />
Ulteriori informazioni su GNT e sulle nuove soluzioni per alimenti<br />
salati Exberry sono disponibili al seguente indirizzo: http://gntgroup.com/eu-en/node/3385.<br />
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sicurezza<br />
Un rapporto dell’OMS<br />
segnala un incremento<br />
delle principali infezioni<br />
alimentari, anche nell’Ue.<br />
Fra le cause: la crescita<br />
del consumo di pasti fuori<br />
casa o pre-cotti, la scarsa<br />
cura nella preparazione<br />
e conservazione del cibo,<br />
il mancato rispetto<br />
delle norme igieniche.<br />
Ecco una rassegna dei più<br />
diffusi agenti patogeni.<br />
Escherichia coli 0157:H7<br />
in laboratorio<br />
INTOSSICAZIONI ALIMENTARI:<br />
GLI AGENTI PATOGENI RESPONSABILI<br />
di Livio<br />
Leali*<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
*già docente di<br />
Ispezione e Controllo<br />
del Latte e degli<br />
Alimenti Derivati<br />
presso l’Università<br />
degli Studi di Milano,<br />
Past President<br />
della S.I.M.A.<br />
(Società Italiana<br />
di Microbiologia<br />
Applicata)<br />
Ogni anno una persona su dieci viene colpita da una intossicazione<br />
alimentare: i casi di decesso salgono a 420<br />
mila all’anno. I Paesi più coinvolti risultano quelli delle<br />
Regioni africane e del Sud Est asiatico e i più colpiti sono<br />
i bambini al di sotto dei cinque anni di età, con 125 mila<br />
decessi l’anno.<br />
Sono dati che emergono dal rapporto “Estimates of<br />
the global burden of foodborn diseases”, pubblicato<br />
dall’OMS a dicembre 2015. Anche nell’Ue e in Italia si<br />
nota un incremento delle principali infezioni alimentari.<br />
In testa alle cause di tali patologie risultano le infezioni<br />
da Campylobacter, che hanno superato di gran lunga le<br />
tradizionali Salmonelle. Le statistiche dell’Ue attribuiscono<br />
all’Italia il secondo posto nella classifica delle intossicazioni<br />
alimentari registrate, in base ai dati forniti dal nuovo<br />
report europeo sulle zoonosi e sugli episodi epidemici di<br />
tossinfezione alimentare (European Union summary report<br />
on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents<br />
and foodborn outbreaks in 2014) pubblicato dall’Efsa<br />
e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo<br />
delle malattie (Ecdc) nel documento 17/12/2015. A livello<br />
europeo si registra una crescita delle salmonellosi,<br />
che invece da anni segnavano un trend in diminuzione.<br />
Oltre alle Salmonelle, i principali patogeni che si ritrovano<br />
nei prodotti di origine animale sono Campylobacter<br />
jejuni, Clostridium perfringens, Escherichia coli 0157:H7,<br />
Listeria monocytogenes e Staphylococcus aureus.<br />
Complessivamente sono responsabili annualmente di una<br />
incidenza che va da 3,3 a 12,3 milioni di casi di intossicazioni<br />
alimentari, con 3900 decessi, causando un costo<br />
stimato da 6,5 a 34 miliardi di dollari calcolando anche<br />
gli oneri delle spese sanitarie e la mancata produttività<br />
lavorativa dei malati. Le cifre citate rivelano una costante<br />
ascesa nel mondo delle malattie trasmesse da alimenti,<br />
34<br />
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sicurezza<br />
specialmente nei Paesi industrializzati.<br />
Tale tendenza è attribuita in gran<br />
parte alla modifica dello stile di vita e<br />
conseguente scelta dei consumi alimentari<br />
da parte dei consumatori. Le<br />
esigenze lavorative e di studio hanno<br />
comportato un aumento del numero<br />
dei pasti consumati fuori casa. Negli<br />
Usa tale fenomeno è ritenuto responsabile<br />
dell’80% degli episodi di<br />
intossicazione segnalati. È aumentato<br />
altresì il numero dei punti di ristoro<br />
(bar, chioschi) che si sono aggiunti a<br />
ristoranti e mense preesistenti, fatto<br />
che ha comportato anche difficoltà a<br />
effettuare un efficace controllo sanitario.<br />
Nelle famiglie la disponibilità di<br />
tempo si è ridotta, sovente lavorano<br />
anche le donne e ciò ha limitato drasticamente<br />
la propensione alla preparazione<br />
casalinga del cibo, procurato<br />
piuttosto con il ricorso a pasti pronti,<br />
soggetti a esigenze spesso trascurate,<br />
come una pronta refrigerazione e un<br />
consumo sollecito. Per gli impegni dei<br />
genitori, i minori, in molte famiglie, si<br />
trovano nelle condizioni di prepararsi<br />
da se stessi il pasto, con modalità<br />
improvvisate e sovente non corrette<br />
(per esempio inadeguato riscaldamento,<br />
rischi di contaminazione incrociata<br />
di cibi cotti con quelli crudi).<br />
La disponibilità di gusti nuovi e di<br />
prodotti fuori stagione, importati da<br />
Paesi lontani, comportano il pericolo<br />
di infettarsi con agenti autoctoni,<br />
non usuali. La diffusione dei regimi<br />
dietetici, fondati di solito sull’uso di<br />
vegetali crudi, che sono potenzialmente<br />
contaminati, favorisce i rischi<br />
di contrarre infezioni; così pure la<br />
provenienza di certi alimenti, come<br />
ad esempio il pollame che viene da<br />
allevamenti intensivi, dove gli agenti<br />
infettivi trovano facile sviluppo e si<br />
trasmettono per una scarsa cottura<br />
del cibo. Si tenga conto anche che sovente<br />
un alimento viene manipolato,<br />
nelle fasi di lavorazione e durante il<br />
confezionamento, da personale non<br />
appropriatamente addestrato alle<br />
norme igieniche. I controlli sulle linee<br />
di produzione (sistema HACCP) sono<br />
Negli Usa<br />
il consumo<br />
dei pasti fuori casa<br />
è ritenuto<br />
responsabile<br />
dell’80%<br />
degli episodi<br />
di intossicazione<br />
L’osservazione<br />
delle norme<br />
igieniche è alla<br />
base<br />
della prevenzione<br />
previsti per limitare questo rischio, ma<br />
non sempre attuati rigorosamente.<br />
Infine si deve ammettere che gran<br />
parte della popolazione sovente ha<br />
una scarsa propensione al rispetto<br />
delle più elementari norme igieniche,<br />
soprattutto nei riguardi della prevenzione<br />
dei contagi di natura oro fecale.<br />
Lo dimostra la scarsa attenzione<br />
che si è osservata nei riguardi della<br />
loro prevenzione. Per esempio in un<br />
recente studio dell’American Society<br />
for Microbiology, è emerso che il<br />
21,3% del campione studiato (6330<br />
persone adulte) non aveva l’abitudine<br />
di lavarsi le mani dopo l’uso della<br />
toilette. Nel 2015 le intossicazioni<br />
hanno rappresentato la principale<br />
malattia trasmessa dagli alimenti, in<br />
misura del 58%, seguita dagli avvelenamenti<br />
da funghi (27%), dalle intossicazioni<br />
da istamina (7%) e da quelle<br />
da tossina botulinica (7%). Gli agenti<br />
causali delle infezioni batteriche, oltre<br />
al Clostridium botulinum, risultano<br />
Salmonella spp e Staphylococcus<br />
aureus. Le tipizzazioni di Salmonella<br />
spp dimostrano una prevalenza di S.<br />
typhymurium e della nuova variante<br />
monobasica 4,5,12:i, mentre confermano<br />
la quasi scomparsa di S. enteritidis.<br />
Gli alimenti identificati come<br />
sospetti di focolai di tossinfezione<br />
alimentare sono i prodotti della pesca<br />
(24%) e i prodotti carnei (19%).<br />
Dubbi emergono per le uova, identificate<br />
come sospette nel 13% delle indagini<br />
epidemiologiche e poi trovate<br />
raramente nei corrispondenti controlli<br />
sulle matrici alimentari. Per quanto riguarda<br />
le matrici di origine vegetale i<br />
sospetti hanno riguardato solo il 6%<br />
dei casi. Gli episodi verificati sono stati<br />
quasi sempre riscontrati a livello di<br />
abitazioni private (52%) e nella ristorazione<br />
pubblica (33 %) dovuti quasi<br />
sempre a fattori comportamentali,<br />
come ad esempio una scorretta temperatura<br />
di conservazione o fenomeni<br />
di contaminazione incrociata.<br />
Passiamo in rassegna alcuni tra i più<br />
diffusi agenti patogeni responsabili di<br />
intossicazioni alimentari.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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35
sicurezza<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Salmonelle<br />
Sono già state trattate diffusamente in<br />
precedenti note (Leali, L.: Rivista delle<br />
<strong>Tecnologie</strong> <strong>Alimentari</strong> (1) <strong>2017</strong>, 30).<br />
Staphylococcus aureus<br />
È un microrganismo caratterizzato dal<br />
caratteristico pigmento giallo oro che<br />
assume quando si sviluppa sui terreni<br />
di coltura. Gli stafilococchi sono batteri<br />
di forma sferica, del diametro di 0,8 -<br />
1,2 micron, immobili, anaerobi facoltativi,<br />
asporigeni, catalasi positivi. In<br />
coltura assumono aspetto di grappoli,<br />
formati da ammassi irregolari. Sono<br />
largamente diffusi in natura, come comuni<br />
componenti della normale flora<br />
saprofitica e si localizzano sulle mucose<br />
delle prime vie respiratorie, sulla pelle,<br />
nell’apparato intestinale delle persone.<br />
Vengono distinti, in base alla capacità<br />
di coagulare il plasma, in coagulasi<br />
positivi e coagulasi negativi. I ceppi<br />
patogeni appartengono generalmente<br />
ai coagulasi positivi, proprietà usata<br />
a scopi diagnostici: la prova della coagulasi<br />
si esegue aggiungendo poche<br />
gocce della coltura di stafilococco in<br />
esame al plasma contenuto in una<br />
provetta. Lo stafilococco aureo può<br />
provocare una particolare patologia<br />
cosiddetta della “sindrome della cute<br />
ustionata” che colpisce generalmente<br />
i bambini e più raramente anche gli<br />
adulti. Si manifesta a livello cutaneo o<br />
anche orofaringeo. Quando colpisce<br />
la pelle si estende a tutte le parti del<br />
Staphylococcus<br />
aureus<br />
corpo, dando luogo alla formazione di<br />
bolle cutanee, sia isolate che diffuse, le<br />
quali, quando si rompono, lasciano la<br />
cute sottostante fortemente arrossata<br />
come se avesse subito una ustione.<br />
Negli adulti l’infezione può assumere<br />
una notevole gravità e avere infausti<br />
esiti. Deve essere opportunamente<br />
curata.<br />
Altra patologia provocata da S. aureus<br />
è la sindrome dello shock tossico (Toxic<br />
Shock Syndrom): può colpire bambini<br />
e giovani donne. Esordisce con febbre<br />
alta, cefalee, congiuntivite, indi vomito<br />
e diarrea. Subentra un eritema maculare,<br />
che si estende alle estremità.<br />
Se progredisce può provocare esito<br />
infausto nell’arco di 48 ore, per stato<br />
ipertensivo (collasso generalizzato).<br />
Tra gli stafilococchi coagulasi negativi<br />
la più pericolosa è la specie<br />
Staphylococcus epidermidis; negli<br />
ambienti ospedalieri può provocare<br />
infezioni delle vie urinarie arrecate dai<br />
cateteri e anche endocarditi nei portatori<br />
di protesi valvolari. La terapia<br />
esige l’uso di antibiotici specifici, in<br />
quanto trattasi di specie penicillinoresistente.<br />
Altro agente patogeno è<br />
pure S. saprophyticus, causa di cistiti<br />
e antibiotico-resistente. Per la diagnosi<br />
valgono esami colturali di laboratorio<br />
mediante adatti terreni colturali e anche<br />
in questo caso saranno le prove<br />
di laboratorio, come l’antibiogramma,<br />
a suggerire la scelta dell’antibiotico.<br />
Come prevenzione viene suggerito<br />
il lavaggio frequente delle mani con<br />
saponi antisettici e l’uso di mascherine<br />
protettive. Negli ospedali si suole ricorrere<br />
all’isolamento. Parenti stretti degli<br />
Stafilococchi sono gli Streptococchi,<br />
batteri disposti in catenelle, capsulati,<br />
immobili, asporigeni, catalasi e ossidasi<br />
negativi. In laboratorio quest’ultimi<br />
vengono sottoposti a prove per verificare<br />
l’attività emolitica, seminandoli<br />
in agar contenente sangue di pecora<br />
o di cavallo. Le colonie crescono circondate<br />
da aloni in base ai quali vengono<br />
classificati in alfa, beta emolitici<br />
e gamma, quest’ultimi quelli che non<br />
presentino emolisi. Gli Streptococchi,<br />
da parte loro, sono responsabili di<br />
molte patologie, che vanno dalle infezioni<br />
oro-faringee alla scarlattina, nonché<br />
alla insorgenza di polmoniti, meningiti<br />
o setticemie varie. Pericoloso è<br />
Streptococcus piogenes, dotato di numerosi<br />
fattori di virulenza e responsabile<br />
del rash della scarlattina. Negli<br />
alimenti è importante Streptococcus<br />
agalactiae, che è causa delle mastiti<br />
negli animali lattiferi, con richiamo di<br />
cellule del processo infiammatorio, il<br />
cui numero è divenuto uno degli indici<br />
accertati in laboratorio per giudicare la<br />
salubrità del latte.<br />
Listeria monocytogenes<br />
Conosciuto da tempo (è stato scoperto<br />
da E. Murray nel 1926) questo<br />
microrganismo ha esacerbato i suoi<br />
effetti patogeni in epoca abbastanza<br />
recente. È un microrganismo ubiquitario,<br />
ampiamente diffuso nel suolo,<br />
nelle piante, negli animali, particolarmente<br />
nei bovini e ovini. Deve la sua<br />
denominazione al modo nel quale<br />
sviluppa la sua patologia, in quanto è<br />
in grado di invadere l’epitelio gastrointestinale<br />
e di stabilirsi nei monociti e<br />
nei macrofagi, con aumento del loro<br />
numero nel sangue. Ha forma bastoncellare,<br />
pleomorfo, Gram positivo,<br />
aerobio-anaerobio facoltativo, acapsulato,<br />
asporigeno, dotato di flagelli e<br />
perciò mobile, è catalasi+; si sviluppa<br />
in un intervallo di temperatura ampio,<br />
da 1°C a 45°C, ma è vitale anche a<br />
0°C nonché a temperature di 70-<br />
72°C per alcuni minuti. L’optimum di<br />
36<br />
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sicurezza<br />
sviluppo è 36-38°C. Cresce su terreni<br />
ricchi di sangue, specie se addizionati<br />
di glucosio, dando beta-emolisi; in<br />
agar semisolido o in terreno liquido si<br />
evidenzia la motilità. L’arricchimento si<br />
ottiene in brodo di Fraser. Per l’isolamento<br />
da campioni alimentari si utilizza<br />
l’ALOA, che è un terreno selettivo.<br />
Forma colonie blu-verdi, per azione<br />
della beta-glucosidasi. I principali cibi<br />
implicati in questa infezione sono le<br />
insalate, i cavoli, talvolta il latte anche<br />
pastorizzato, i formaggi freschi, patè,<br />
i prodotti di carne suina, insaccati e<br />
hot-dog. Sono stati indicati responsabili<br />
anche il pollame poco cotto e<br />
le salsicce crude. Colpisce le persone<br />
che hanno contatti con animali infetti.<br />
In soggetti anziani immunocompromessi,<br />
possono svilupparsi patologie<br />
gravi come setticemia, meningite<br />
ad andamento torpido, cardiopatie,<br />
sintomi gastrointestinali. La diagnosi<br />
si conferma con l’isolamento del<br />
microrganismo dal sangue. La terapia<br />
è a base di antibiotici (ampicillina<br />
+ aminoglucoside o trimetoprim<br />
sulfametazolo). Nei casi più gravi la<br />
prognosi è spesso infausta. Listeria<br />
monocytogenes è un microrganismo<br />
che balzò nelle cronache sanitarie anni<br />
fa. Questo agente patogeno ha destato<br />
molto clamore in una epidemia<br />
avvenuta in Svizzera negli anni tra il<br />
1983 e il 1987. Ha causato 122 casi<br />
di malattia, con 34 decessi. L’origine<br />
è stata identificata nel consumo di un<br />
formaggio denominato “Vacherin<br />
Mont d’Or”. In Francia si sviluppò<br />
una epidemia nel 1992: 279 casi con<br />
22 aborti e 63 decessi. L’infezione<br />
venne attribuita al consumo di lingua<br />
di maiale. Il patogeno risulta molto<br />
diffuso nell’ambiente e può infettare<br />
tutti gli alimenti crudi. Viene distrutto<br />
dalla cottura completa ed efficiente<br />
dei cibi. L’incubazione della malattia<br />
è di solito di tre settimane, ma si sono<br />
verificati casi variabili da 3 a 70 giorni<br />
dopo il contatto con materiale infetto.<br />
I patogeni vengono spesso eliminati<br />
con le feci. Origina anche dal suolo,<br />
dai foraggi, dall’acqua, dagli insilati.<br />
L’uomo può essere portatore asintomatico.<br />
Rappresenta un rischio per<br />
le donne gravide e i bambini. I casi<br />
durante la gravidanza danno esito<br />
nell’aborto o parto prematuro e a<br />
nascituri con problemi di salute. Negli<br />
animali colpisce bovini, ovini, caprini. È<br />
stata segnalata anche in volatili, pesci<br />
e crostacei. Negli ovini si manifestano<br />
patologie di natura neurologica. Nei<br />
bovini si sono riscontrati casi di localizzazione<br />
alla mammella, con rischio<br />
di eliminazione con il latte, tanto che si<br />
consiglia il consumo di quello trattato<br />
con alta pastorizzazione o l’UHT. Per<br />
le verdure vale sempre la raccomandazione<br />
di un prolungato ed efficiente<br />
lavaggio. Il microrganismo è stato<br />
individuato anche negli insilati. Negli<br />
Usa l’infezione colpisce 2500 persone<br />
ogni anno e almeno 500 hanno esito<br />
letale. Nel 1985 è insorta una epidemia<br />
in California causata da formaggi<br />
“mexican style”.<br />
I Clostridi<br />
È un genere che comprende oltre<br />
200 specie di bacilli, Gram-positivi,<br />
anaerobi, che formano spore resistenti<br />
al calore. Si tratta di microrganismi<br />
ubiquitari, che possono essere<br />
isolati dal suolo, dall’acqua, dalla<br />
Listeria<br />
monocytogenes<br />
Clostridium<br />
perfringens<br />
polvere, da feci, da insetti e infine anche<br />
da alimenti. Una cinquantina di<br />
specie sono causa di patologie negli<br />
animali e nell’uomo. Sono prevalentemente<br />
le seguenti: Clostridium<br />
tetani, C. botulinum, C. perfringens,<br />
C. difficile. Clostridium botulinum è<br />
un bacillo anaerobio, Gram +, sporigeno,<br />
produttore di una tossina o<br />
meglio “neurotossina”, che causa il<br />
botulismo nell’uomo e negli animali.<br />
In riferimento alle proprietà sierologiche,<br />
i ceppi di c. botulinum sono<br />
distinti in sette sierotipi, classificati in<br />
quattro gruppi. I ceppi che causano il<br />
botulismo nell’uomo appartengono ai<br />
gruppi I e II e generano tossine tipo A,<br />
B, E, F. Attaccano il sistema nervoso.<br />
Anche un piccolissimo quantitativo<br />
di tossina ( 30 ng ) è sufficiente per<br />
provocare la malattia. Il botulismo<br />
di origine alimentare risulta essere<br />
quello prevalente in tutto il mondo e<br />
il 90% dei casi è associato al consumo<br />
di conserve preparate in ambito<br />
domestico. La maggioranza dei casi è<br />
attribuita a conserve vegetali, meno<br />
a quelle di carne e pesce. Le produzioni<br />
industriali generalmente non<br />
sono coinvolte in episodi di botulismo<br />
alimentare. Per assicurare la sicurezza<br />
degli alimenti nell’industria la garanzia<br />
è rappresentata da impianti di sterilizzazione<br />
a vapore, sotto pressione, a<br />
livelli in grado di distruggere le spore<br />
termoresistenti. Da qualche tempo la<br />
tossina botulinica è stata riconosciuta<br />
persino come farmaco, utilizzata per<br />
esempio in oftalmologia per il trattamento<br />
di disturbi visivi, come lo strabismo,<br />
il blefarospasmo e difetti dei<br />
muscoli extraoculari. È pure impiegata<br />
in neurologia, usata per curare il torcicollo<br />
e le forme di distonia, spasticità<br />
ecc., nonché in dermatologia e nel<br />
campo della cosmesi. Tra i Clostridi<br />
importante è pure il Clostridium<br />
perfringens, che ha sede naturale<br />
nell’intestino, per cui esiste un pericolo<br />
di contagio interumano, che<br />
può anche coinvolgere gli alimenti;<br />
ciò avviene sovente nei cibi lasciati<br />
a temperatura ambiente o anche<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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37
sicurezza<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
scarsamente refrigerati. I germi patogeni<br />
si moltiplicano rapidamente,<br />
raggiungendo concentrazioni di oltre<br />
106 per prodotto, in grado di provocare<br />
tossinfezione. Per la diagnosi è<br />
utile l’esame microscopico diretto del<br />
campione sospetto.<br />
Escherichia coli<br />
Appartiene alla famiglia delle<br />
Enterobatteriaceae. Si tratta di batteri<br />
a forma bastoncellare, Gram-negativi,<br />
anaerobi facoltativi, asporigeni, che<br />
fermentano il lattosio. Sono normalmente<br />
presenti nel tratto intestinale<br />
di persone sane, ma in certe condizioni<br />
dell’organismo umano possono<br />
assumere carattere patogeno. Alcuni<br />
ceppi sono costantemente patogeni.<br />
Si distinguono in enterotossigeni<br />
(ETEC), enteropatogeni (EPEC) ed enteroemorragici<br />
(EHEC). Gli ETEC sono<br />
la causa più frequente della “diarrea<br />
del viaggiatore”, malattia dovuta appunto<br />
ad alimenti contaminati dalla<br />
tossina, con effetti diarroici acquosi<br />
accompagnati da crampi intestinali.<br />
La diagnosi si accerta con l’esame delle<br />
feci. Le persone si contagiano con<br />
il consumo di carni poco cotte: possono<br />
essere fonte di contaminazione<br />
gli hamburger e anche latte crudo<br />
e formaggi. La sindrome EHEC può<br />
essere causata dal consumo di vegetali,<br />
dalle acque, da bevande o anche<br />
facendo bagni in piscina. I bovini giovani<br />
che eliminano i microrganismi<br />
con le feci sono sorgenti di infezione.<br />
Dalle valutazioni di laboratorio si<br />
traggono i suggerimenti per la terapia<br />
con antibiotici che devono essere<br />
attivi nei confronti dei batteri Gramnegativi.<br />
Recentemente si è diffuso<br />
un tipo di infezione indicata come E.<br />
coli 0157:H7, che può generare una<br />
sindrome uremico-emolitica, di grave<br />
patogenicità. Si deve sottolineare<br />
che questo microrganismo, citato ormai<br />
nel linguaggio comune come “il<br />
coli“, viene utilizzato per indicare lo<br />
stato igienico di un alimento. Fa parte<br />
dei comuni controlli batteriologici e le<br />
norme di Legge lo prevedono come<br />
Campylobacter<br />
indice dell’igienicità di un alimento. I<br />
limiti sono fissati nei Regolamenti CE<br />
n 2073/ 2005 e n. 1441 / 2007 sotto<br />
la voce “Enterobatteriaceae”. Nel latte<br />
pastorizzato deve essere inferiore a<br />
5 ufc/ml. Nei formaggi a base di latte<br />
trattato termicamente inferiore a 100<br />
ufc. Nello yogurt i coliformi devono<br />
essere inferiori a 10 ufc/g. Nelle preparazioni<br />
alimentari destinate alla cottura<br />
il limite è di 500ufc/g; nella pasta<br />
fresca 10 ufc/g. Per l’acqua destinata<br />
al consumo è prescritta l’assenza.<br />
Campylobacter<br />
È una malattia infettiva che si è diffusa<br />
in Indonesia e poi anche in Europa.<br />
Si stima che ne siano colpiti 1,3 milioni<br />
di persone ogni anno. Si manifesta<br />
particolarmente nei mesi estivi.<br />
Sebbene non sia considerata tra le<br />
malattie potenzialmente letali si constata<br />
che 76 persone ogni anno muoiono<br />
per questa infezione. La specie<br />
più pericolosa è Campylobacter jejuni.<br />
È veicolata anche dagli uccelli.<br />
Causa diarrea, anche sanguinolenta.<br />
Si accerta mediante esame colturale<br />
delle feci. La malattia ha decorso<br />
breve, raramente arriva a superare<br />
i dieci giorni. In alcuni pazienti può<br />
dare anche sintomi di artrite. La<br />
causa più frequente è il consumo di<br />
pollame poco cotto. Alcuni casi sono<br />
attribuiti al consumo di latte crudo<br />
o anche ad acqua contaminata. Un<br />
quinto dei casi colpisce i viaggiatori.<br />
Come prevenzione si raccomanda<br />
soprattutto una buona cottura del<br />
pollame. Si consiglia comunque di<br />
lavare le mani dopo aver toccato cibi<br />
crudi. L’elettroforesi è una tecnica utile<br />
per riconoscere il Dna dell’agente<br />
infettivo. Già nell’anno 2002 la sua<br />
diffusione ha superato quella delle<br />
più comuni Salmonelle secondo rilevazioni<br />
dell’Ue (Leali, 2005) . Sono<br />
state consigliate le massime precauzioni<br />
igieniche nella manipolazione<br />
del pollame che può essere contaminato<br />
sulla superficie cutanea.<br />
CONCLUSIONI<br />
In sede critica non si possono trascurare,<br />
tra le motivazioni che stanno determinando<br />
un incremento delle tossinfezioni<br />
alimentari, anche le spinte<br />
dovute a certe tendenze dell’opinione<br />
pubblica verso la “mania del naturale”<br />
che si traduce spesso in iniziative<br />
volte a rendersi autonomi nella scelta<br />
e preparazione del cibo. Errate pratiche<br />
di questo genere portano a facili<br />
rischi di provocare contaminazioni,<br />
anche inconsapevolmente. Si deve<br />
tener conto che la tecnologia ha fatto<br />
grandi progressi nel campo delle industrie<br />
alimentari, che hanno affinato le<br />
metodiche e si sono dotate di impianti<br />
atti a garantire la sicurezza delle produzioni.<br />
I mercati offrono una vasta<br />
gamma di prodotti e il consumatore<br />
ha occasioni varie per esercitare le sue<br />
scelte. Le etichette forniscono dettagli<br />
sui metodi di preparazione, i confronti<br />
sono facilitati e i consumatori sono<br />
diventati sovente più consapevoli sulle<br />
proprietà qualitative degli alimenti.<br />
Pertanto non mancano precauzioni<br />
plausibili per una valida tutela della<br />
sicurezza igienica.<br />
Bibliografia<br />
De Felip, G.: Breve viaggio nel mondo<br />
dei microbi e delle malattie infettive.<br />
Pbi International, Milano, 2009.<br />
Leali, L.: Campylobacter batte<br />
Salmonella. Rivista delle <strong>Tecnologie</strong><br />
alimentari (8) 2005, 16.<br />
38<br />
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sicurezza<br />
SISTEMA DI BARRIERE FOTOELETTRICHE<br />
A seguito della crescente automazione dei<br />
processi di produzione e del ruolo sempre<br />
più importante svolto dai robot nelle linee<br />
di produzione, le aziende sono alla ricerca<br />
di modi diversi per mantenere e rafforzare<br />
la sicurezza dell’ambiente di lavoro.<br />
Il nuovo sistema di barriere fotoelettriche<br />
di sicurezza Allen-Bradley GuardShield<br />
450L di Rockwell Automation rappresenta<br />
una soluzione flessibile e conveniente che<br />
aumenta la sicurezza migliorando, nel contempo,<br />
la produttività grazie all’innovativa<br />
tecnologia ricetrasmittente.<br />
A differenza delle tradizionali barriere di<br />
sicurezza basate su unità pre-definite di<br />
trasmissione e ricezione, questa nuova generazione<br />
di barriere fotoelettriche è dotata<br />
di un sistema brevettato di ricetrasmittenti<br />
che utilizza moduli plug-in per<br />
assegnare la funzione ad ogni unità, sia<br />
essa di trasmissione o di ricezione. Una volta<br />
alimentato, il ricetrasmettitore apprende<br />
la propria funzionalità direttamente dal<br />
modulo plug-in.<br />
“I sistemi di barriere fotoelettriche sviluppati<br />
su un’architettura tradizionale trasmettitore/ricevitore,<br />
obbligano i clienti ad<br />
acquistare molteplici modelli di barriere per<br />
rispondere alle diverse funzionalità”, dichiara<br />
Manfred Stein, global product manager,<br />
Safety Light Curtains, Rockwell<br />
Automation. “Oggi, invece si ha la possibilità<br />
di acquistare gli stessi stick<br />
GuardShield 450L e di personalizzarne le<br />
funzionalità tramite plug-in differenti”.<br />
Per la funzionalità di on/off di base sono<br />
disponibili i plug-in a 5 pin, mentre per il<br />
riavvio manuale e quello automatico con<br />
dispositivo di controllo esterno (EDM) sono<br />
disponibili quelli a 8 pin. Per semplificare<br />
ulteriormente il set up, le impostazioni delle<br />
funzioni avanzate vengono configurate<br />
tramite interruttori dual in-line (DIP) situati<br />
nel modulo plug-in.<br />
Ideale per la rilevazione della presenza di<br />
mani e dita, e fornito in un’ampia gamma<br />
di altezze di protezione, il sistema di barriere<br />
fotoelettriche è dotato anche di un<br />
campo di protezione attivo, in grado di rilevare<br />
lungo l’intera lunghezza del ricetrasmettitore.<br />
Questa funzione permette di ridurre le aree<br />
di rilevamento inattive che generalmente<br />
compaiono nella parte alta e bassa delle<br />
altre barriere.<br />
A differenza dei tradizionali sistemi di barriere<br />
fotoelettriche, il campo di rilevamento<br />
attivo e il design compatto del sistema di<br />
barriere fotoelettriche GuardShield 450L<br />
permettono ai clienti l’installazione all’interno<br />
del telaio della macchina così come all’esterno<br />
o direttamente sulla macchina.<br />
Inoltre, i kit di montaggio flessibili e il sistema<br />
di allineamento integrato ne consentono<br />
un’installazione rapida e senza problemi.<br />
AZIONAMENTI PER IL LAVAGGIO NELL’INDUSTRIA DELLE BEVANDE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Alla fiera Drinktec di Monaco, in<br />
Germania, Nord Drivesystems<br />
presenterà soluzioni di azionamento<br />
specifiche per il settore<br />
delle bevande.<br />
Il produttore tedesco fa leva su<br />
un’ampia gamma di prodotti<br />
standard con una varietà di sistemi<br />
di azionamento senza<br />
pari dotati di carcasse in alluminio<br />
fuso e ottimizzati per il lavaggio.<br />
Questi riduttori a prova<br />
di corrosione, motori a superficie<br />
liscia, inverter e avviatori di<br />
motori sono particolarmente<br />
facili da pulire. Nord offre il<br />
trattamento anticorrosione nsd<br />
tupH di massima efficacia per<br />
gli azionamenti in alluminio,<br />
che è stato approvato per le<br />
applicazioni alimentari e delle<br />
bevande secondo le norme<br />
FDA titolo 21 CFR 175.300. Gli<br />
azionamenti nsd tupH sono<br />
un’alternativa durevole, a bassa<br />
manutenzione, ai sistemi in<br />
acciaio inossidabile o rivestiti,<br />
con costi totali inferiori nel lungo<br />
termine. Invece di applicare<br />
un rivestimento, il trattamento<br />
nsd tupH indurisce la superficie<br />
della lega e la penetra in profondità.<br />
Di conseguenza, non<br />
vi è materiale applicato che potrebbe<br />
distaccarsi. Questi azionamenti<br />
possono anche essere<br />
puliti con getti di vapore ad alta<br />
pressione e possono essere regolarmente<br />
esposti a mezzi liquidi<br />
senza alcun problema. Gli<br />
azionamenti nsd tupH sono<br />
dotati di serie di parti standard<br />
in acciaio inossidabile e di alberi<br />
d’uscita in acciaio inossidabile.<br />
I motori a superficie liscia<br />
non ventilati funzionano molto<br />
silenziosamente e non contribuiscono<br />
attivamente alla diffusione<br />
dei germi. Essi rispondono<br />
agli attuali livelli di<br />
efficienza internazionali. I motori<br />
a induzione sono disponibili<br />
con elevata efficienza IE2 ed<br />
efficienza premium IE3 e i motori<br />
sincroni con efficienza super<br />
premium IE4.<br />
40<br />
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sicurezza<br />
LUBRIFICAZIONE UNIFORME DEI NASTRI TRASPORTATORI<br />
Una lubrificazione controllata ed<br />
uniforme dei nastri trasportatori è<br />
decisiva per l’affidabilità dei processi<br />
negli stabilimenti di imbottigliamento<br />
di bevande. Klüber<br />
Lubrication presenterà al Drinktec<br />
<strong>2017</strong> (padiglione A3, stand 332) la<br />
serie Klüberplus C2 Dry, una famiglia<br />
di prodotti innovativi per la lubrificazione<br />
di nastri trasportatori, in<br />
grado di coniugare i principali vantaggi<br />
delle soluzioni convenzionali<br />
wet e dry: bassi consumi e riduzione al minimo dei residui. Tutti i<br />
prodotti della serie, sviluppati per i requisiti specifici del trasporto di<br />
imballi in cartone, di bottiglie PET e di lattine, sono registrati secondo<br />
NSF H1 ed esenti da sostanze perfluorurate (PTFE).<br />
“Lo stato di sviluppo dei lubrificanti moderni è talmente avanzato<br />
che oggigiorno dovrebbero essere considerati come veri e propri<br />
componenti del processo produttivo, tanto sono in grado di influenzare<br />
l’affidabilità dei processi e conseguentemente i costi di manutenzione<br />
e d’esercizio”, spiega Jürgen Murhammer, Global OEM<br />
Manager Food Industry presso<br />
Klüber Lubrication. “La nostra serie<br />
Klüberplus C2 permette una lubrificazione<br />
eccellente dei punti critici di<br />
un nastro trasportatore, contribuendo<br />
sensibilmente alla riduzione d’attrito<br />
tra lo stesso nastro e il packaging.<br />
Tali lubrificanti rispondono<br />
inoltre ai requisiti di tutela dell’ambiente<br />
e sicurezza sul lavoro: un supporto<br />
effettivo alle aziende in sede<br />
degli audit periodici a cui vengono<br />
sottoposte per l’attestazione dei più alti standard d’igiene”.<br />
Durante Drinktec <strong>2017</strong> Klüber Lubrication presenterà anche il suo<br />
ampio portfolio di servizi che prendono il nome<br />
KlüberEfficiencySupport, un protocollo finalizzato tra le altre cose<br />
ad aiutare gli utilizzatori dell’industria delle bevande ad analizzare<br />
i consumi energetici e prevenire fermi macchina. Merita infine<br />
particolare attenzione il nuovo software denominato<br />
EfficiencyManager, una soluzione per la programmazione dei processi,<br />
allineata ai principi dell’industria 4.0.<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
41
scienza&tecnologia<br />
Dagli ultrasuoni all’ozono,<br />
dalle radiazioni ionizzanti<br />
al contributo della genetica:<br />
sono alcuni esempi<br />
dell’evoluzione tecnologica<br />
che sta interessando<br />
il trattamento e la<br />
lavorazione dei prodotti<br />
agricoli e, in particolare,<br />
della frutta.<br />
di Franco<br />
Bray<br />
TECNOLOGIE EMERGENTI<br />
NELLA PRODUZIONE DELLA FRUTTA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Una delle principali preoccupazioni dell’industria alimentare<br />
è la necessità di disporre di prodotti di alta qualità<br />
sensoriale, lunga conservabilità ed elevato valore nutrizionale.<br />
Per soddisfare queste esigenze, le nuove tecnologie<br />
di lavorazione sono oggetto di indagine e sviluppo. I progressi<br />
nelle tecnologie di lavorazione di agroderivati incorporano<br />
quelli fondamentali di lavorazione dei prodotti<br />
alimentari, nonché quelli specifici compiuti negli ultimi<br />
anni, relativi alla frutta in particolare.<br />
GLI ULTRASUONI<br />
La scienza degli ultrasuoni tratta le onde sonore di frequenza<br />
superiore al limite massimo di udibilità (16 kHz).<br />
L’alto contenuto di energia dell’onda ultrasonica generata<br />
in un liquido viene utilizzato per il lavaggio industriale<br />
di agroprodotti. Il fenomeno della cavitazione consiste<br />
nella rapida e continua formazione e implosione di milioni<br />
di microscopiche bolle cariche di vapore. L’azione meccanica<br />
delle violente onde d’urto causate dalle implosioni,<br />
combinata con una appropriata azione chimica del detergente,<br />
rimuove le impurità in ogni punto dei prodotti<br />
immersi nella vasca di lavaggio a ultrasuoni.<br />
L’OZONO<br />
La conservazione di frutta e ortaggi in atmosfera arricchita<br />
di ozono riduce il deterioramento dovuto alla presenza<br />
di funghi. Oltre a rimpiazzare efficacemente il trattamento<br />
con sostanze chimiche antifungine, l’ozono non lascia<br />
alcun residuo sui prodotti freschi. Il sistema di sanificazione<br />
si basa sulla generazione di ioni a elevata intensità di<br />
carica capaci di neutralizzare efficacemente i composti<br />
organici volatili (VOC) aerodispersi, insieme a una vasta<br />
gamma di patogeni, funghi, virus, acari e batteri.<br />
I sistemi più avanzati producono ioni estremamente atti-<br />
42<br />
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scienza&tecnologia<br />
vi e capaci di aggredire le sostanze da<br />
neutralizzare, alle quali si lega grazie<br />
alla loro carica elettrica e rendendole<br />
inoffensive.<br />
Si stima che l’incidenza degli sprechi<br />
nei magazzini ortofrutticoli, a causa<br />
del deterioramento dovuto ai microrganismi,<br />
arrivi a percentuali del 30%.<br />
Ma se frutta e verdura vengono conservate<br />
in ambienti arricchiti con bassi<br />
livelli di ozono gassoso, viene impedito<br />
il deterioramento in una vasta<br />
gamma di prodotti freschi conservati,<br />
tra cui fragole, pomodori e insalata.<br />
IRRADIAZIONE ALIMENTARE<br />
È il processo di esposizione di prodotti<br />
alimentari a radiazioni ionizzanti. Le<br />
radiazioni ionizzanti sono energia, che<br />
può essere trasmessa senza contatto<br />
diretto con la fonte di radiazione, in<br />
grado di liberare elettroni dai loro legami<br />
atomici (ionizzazione ) nel cibo<br />
trattato. Questo trattamento viene<br />
utilizzato per conservare gli alimenti,<br />
prevenire la diffusione di invasivi parassiti<br />
e ritardare o eliminare la germinazione.<br />
La radiazione può essere<br />
emessa da una sostanza radioattiva o<br />
generata elettricamente. L’industria<br />
alimentare utilizza un processo di irradiazione<br />
dei cibi approvato dall’Oms e<br />
dalla Fao, che serve per inibire la germogliazione<br />
dei tuberi, ridurre i microbi,<br />
inattivare i batteri ed eliminare insetti<br />
e parassiti. Gli alimenti da<br />
irradiare sono sistemati su un nastro<br />
trasportatore ed esposti a fasci di radiazioni<br />
ionizzanti prodotte da cobalto<br />
60 o da un generatore di elettroni.<br />
In Europa questa pratica è regolata<br />
dalle direttive quadro 1999/2/CE e<br />
1999/3/CE, le quali stabiliscono che<br />
tutti gli alimenti trattati devono riportare<br />
la dicitura “irradiato”, ed essere<br />
segnalati da specifiche etichette alimentari<br />
come questa. Comunque, in<br />
Italia ne è autorizzato l’uso solo su<br />
patate, condimenti vegetali come<br />
aglio e cipolla e spezie.<br />
AGRICOLTURA DI PRECISIONE<br />
La nuova frontiera dell’agricoltura di<br />
precisione, ovvero una gestione “precisa”<br />
delle attività di coltivazione (per<br />
esempio nell’irrigazione e fertilizzazione),<br />
riguarda le metodologie di elaborazione<br />
spaziale che costituiscono la<br />
base per una programmazione di interventi<br />
in campo mirati e localizzati,<br />
Una delle principali<br />
preoccupazioni<br />
dell’industria<br />
alimentare è<br />
quella di disporre<br />
di prodotti di<br />
alta qualità<br />
sensoriale, lunga<br />
conservabilità<br />
ed elevato valore<br />
nutrizionale<br />
La tecnica<br />
di imaging<br />
iperspettrale riesce<br />
a catturare in<br />
un’immagine tutte<br />
le informazioni<br />
di uno spettro<br />
elettromagnetico<br />
in grado di rendere il processo produttivo<br />
sostenibile in termini sia economici<br />
che ambientali. L’agricoltura di precisione<br />
moderna si basa su tattiche di<br />
gestione specifiche del sito per intensificare<br />
il rendimento delle risorse, riducendo<br />
gli impatti ambientali come<br />
la sovra-fecondazione e le ampie applicazioni<br />
di pesticidi. Le aree individuate<br />
che richiedono attenzione – sia<br />
che si tratti di acqua, di sostanze nutritive<br />
o di trattamento di erbacce e di<br />
agenti patogeni – permettono un’applicazione<br />
a macchia anziché un trattamento<br />
a tutto campo.<br />
IMAGING IPERSPETTRALE<br />
La raccolta di dati chiave a un livello<br />
sufficiente di accuratezza dipende<br />
dalla disponibilità di apparecchiature<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
43
scienza&tecnologia<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
avanzate (fonte: Agenda Digitale).<br />
Essa oggi è possibile grazie alla tecnica<br />
di imaging iperspettrale, che riesce<br />
a catturare in un’immagine tutte le<br />
informazioni di uno spettro elettromagnetico,<br />
dai raggi ultravioletti<br />
all’infrarosso, facilitando l’identificazione<br />
di molti oggetti. A differenza<br />
della radiografia, l’imaging iperspettrale<br />
è una tecnologia non distruttiva,<br />
senza contatto, e che può quindi essere<br />
utilizzata senza creare danni<br />
all’oggetto analizzato. Con il termine<br />
immagine iperspettrale si intende<br />
un’immagine digitale nella quale<br />
ogni elemento dell’immagine (pixel)<br />
è costituito non da un solo numero o<br />
da una terna di numeri, come avviene<br />
per le usuali immagini a colori (RGB),<br />
ma da un intero spettro associato a<br />
quel punto del bersaglio osservato.<br />
Uno degli esempi di possibile utilizzo<br />
di questa tecnologia nel campo agricolo<br />
è il drone progettato in Svizzera<br />
dalla società Gamaya, una spin-off<br />
dell’Istituto Svizzero di Tecnologia.<br />
Grazie alla telecamera iperspettrale<br />
montata sul drone, due droni riescono<br />
a individuare malattie delle piante, erbacce,<br />
problemi di erosione del suolo,<br />
permettendo di stimare anche la resa<br />
delle coltivazioni.<br />
Questa tecnologia ha reso possibile<br />
la valorizzazione delle colture, dei<br />
suoli e della copertura vegetativa e la<br />
stima della resa, oltre alle sue capacità<br />
predittive rapide, non distruttive,<br />
altamente accurate in una vasta gamma<br />
di applicazioni.<br />
Un’applicazione del sistema è stata<br />
quella per l’avocado, in Usa, che ha<br />
L’agricoltura<br />
ha introdotto<br />
nuove tecnologie<br />
genetiche<br />
per aumentare<br />
le rese, migliorare<br />
i contenuti<br />
nutrizionali<br />
e la tolleranza<br />
agli insetti<br />
e alle malattie<br />
consentito una produzione per tutto<br />
l’anno, attraverso il controllo continuo<br />
della crescita e maturazione.<br />
Una tipica immagine iperspettrale è<br />
composta da un insieme di una gamma<br />
relativamente ampia di immagini<br />
monocromatiche che corrispondono<br />
a lunghezze d’onda continue che<br />
normalmente contengono informazioni<br />
ridondanti o possono presentare<br />
un elevato grado di correlazione.<br />
Molti di questi studi si sono concentrati<br />
anche sulla ricerca di nuove tecniche<br />
statistiche per ridurre le immagini iperspettrali<br />
a quelle multispettrali, che<br />
sono più facili da implementare in sistemi<br />
automatici e non distruttivi.<br />
Questa nuova tecnologia riesce a prevedere<br />
la scadenza dei prodotti alimentari.<br />
Grazie a un primo progetto<br />
pilota si sta realizzando uno strumento<br />
che riesce a determinare, attraverso<br />
il rilevamento del ph, quanto manca<br />
al deterioramento del prodotto.<br />
C’è una forte correlazione tra il valore<br />
di pH di carne rossa, ad esempio, e<br />
la sua freschezza.<br />
Nella tecnologia iperspettrale, vengono<br />
previsti droni forniti con camera<br />
multispettrale che operano durante<br />
la notte e segnalano, all’alba, la condizione<br />
del terreno e del frutto e la<br />
presenza di peste e simili problemi<br />
come ad esempio un incipiente fungal<br />
nocivo, per consentire all’operatore<br />
di intervenire immediatamente<br />
all’inizio del giorno. Il sistema è stato<br />
industrialmente applicato dalla<br />
Carnegie Mellon per la raccolta del<br />
sorghum in Africa, rivoluzionando la<br />
pratica esistente da secoli.<br />
LA SUBIRRIGAZIONE<br />
Recentemente nel Centro Studi<br />
Innovagri di Milano è stato applicato<br />
il sistema per la “subirrigazione” del<br />
mais. Robot, computer e smartphone<br />
monitorano costantemente il fabbisogno<br />
idrico della coltivazione, attraverso<br />
sensori posti a 15 e 30 cm di<br />
profondità nel terreno. Il sistema dialoga<br />
continuamente con una centralina<br />
meteorologica che scambia informazioni<br />
con i satelliti meteo.<br />
Il risultato della ricerca è stato un risparmio<br />
idrico del 30%. L’obbiettivo raggiunto<br />
è di 20 tonnellate di acqua all’ettaro<br />
nelle condizioni attuali di siccità.<br />
AGRICOLTURA E GENETICA<br />
Nel campo della genetica, l’agricoltura<br />
ha introdotto nuove tecnologie per<br />
aumentare le rese, migliorare i contenuti<br />
nutrizionali delle stesse, la loro<br />
tolleranza agli insetti e alle malattie.<br />
Una notevole parte dell’innovazione<br />
è basata sullo studio delle sequenze<br />
Dna della pianta e la mirata manipolazione<br />
della stessa per ottimizzare le<br />
rese. La tecnologia transgenica consente<br />
di introdurre il selezionato gene<br />
di un microrganismo nel genoma<br />
della pianta. Il primo esempio è stato<br />
nel 1982 con la tecnologia ricombinante<br />
che ha consentito di trasferire<br />
il gene modificato del virus dannoso<br />
nella stessa papaja consentendone di<br />
salvare il frutto dall’attacco virale in<br />
Hawaii. Successivamente alfa alfa,<br />
cotone, canola, papaia, soia, sono<br />
stati modificati geneticamente.<br />
Sia la classica tecnica del breeding sia<br />
l’ingegneria genetica, applicata all’agricoltura,<br />
oggi consentono di fornire una<br />
notevole varietà di prodotti a una società<br />
che cambia e anche per adeguarli<br />
alle mutanti condizioni climatiche.<br />
Ci sono limitazioni legali per il loro<br />
utilizzo, ma per il 2050 la popolazione<br />
sarà di 9,6 miliardi e il fabbisogno<br />
di cibo sarà uguale a quello prodotto<br />
negli ultimi 10.000 anni (WTO). Per<br />
cui tutte le tecnologie saranno necessarie<br />
per poter raggiungere questo<br />
obbiettivo.<br />
44<br />
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impianti<br />
ELEVATORE A RISALTI<br />
PER IL TRASPORTO DI ALIMENTI SFUSI<br />
L’attenzione per il prodotto e la sua movimentazione è uno dei<br />
principali must di Magnoni srl, che ha risposto alla necessità di spostare<br />
alimenti sfusi con la tecnologia applicata all’elevatore a risalti.<br />
L’elevatore a risalti è il sistema elettromeccanico elaborato da<br />
Magnoni per il sollevamento di alimenti sfusi di piccole e medie<br />
dimensioni, in particolare frutta secca, caramelle e cioccolatini. Il<br />
dispositivo è ideale per prodotti che necessitano di essere trasportati<br />
da un livello inferiore a uno superiore, mantenendo inalterate<br />
le proprietà.<br />
In genere viene utilizzato in fase di pre-pressatura e selezione<br />
dei prodotti con formati di varie dimensioni che arrivano fino ai<br />
5 cm di diametro e peso non superiore a 1 kg, a una velocità di<br />
15 centimetri/minuto, ottimizzando in questo modo la propria<br />
funzionalità.<br />
Realizzato in acciaio inox AISI 304 o 316 con protezioni in plexiglas,<br />
nastro sollevatore in plastica a risalti, con un sistema di pulizia del<br />
nastro opzionale, è dotato di una struttura modulabile e adattabile<br />
a ogni genere di spazio e inseribile ad ogni punto della catena<br />
produttiva. Pesi e misure sono in relazione alle altezze e distanze<br />
da raggiungere.<br />
REFRIGERATORI D’ACQUA ULTRACOMPATTI<br />
La refrigerazione dei processi industriali e<br />
la climatizzazione degli ambienti civili richiedono<br />
l’applicazione di specifiche apparecchiature<br />
opportunamente coordinate<br />
tra loro. La corretta scelta di ciascun<br />
componente d’impianto permette di realizzare<br />
sistemi equilibrati e, al tempo<br />
stesso, più efficienti, sia quando è richiesta<br />
la massima potenza termica sia, e soprattutto,<br />
quando sono richiesti carichi<br />
inferiori. A tale riguardo sono oggi disponibili<br />
nuove tecnologie, sia per la produzione<br />
dei fluidi vettori, generatori termici<br />
e frigoriferi, sia per il loro utilizzo: unità<br />
terminali, centrali di trattamento dell’aria<br />
ecc.<br />
I tecnici del Gruppo ATR propongono soluzioni<br />
impiantistiche con componenti di<br />
avanguardia. Uno di questi è proprio il<br />
cuore dell’impianto: la nuova unità di refrigerazione<br />
dell’acqua, anche nella versione<br />
reversibile a pompa di calore,<br />
Hitecsa serie Mini Krono 2, Krono 2 e<br />
Krono 2 Big con potenze frigorifere da<br />
21,2 a 213,6 kW e, termiche, da 25,2 a<br />
244,2 kW.<br />
Tutte le unità delle serie Krono 2 sono in<br />
esecuzione per installazione all’esterno,<br />
munite di compressori scroll a R410A e<br />
gruppi moto ventilatori assiali di tipo EC<br />
brushless a magneti permanenti per consentire<br />
maggiore efficienza e ridurre la<br />
rumorosità.<br />
Il campo di funzionamento consente di<br />
produrre acqua refrigerata tra -10°C e<br />
19°C con aria esterna tra -15°C e 50°C<br />
oppure, acqua calda tra 20°C e 52°C con<br />
aria esterna tra -10°C e 20°C.<br />
I dispositivi soft start applicati ai compressori<br />
frigoriferi permettono di ridurne la<br />
corrente di spunto. Le valvole di espansione<br />
elettroniche, il minuzioso controllo<br />
della condensazione, i dispositivi di recupero<br />
del calore per la produzione di acqua<br />
calda sanitaria in estate e in inverno e il kit<br />
idronico incorporato completano la fornitura.<br />
I dispositivi di controllo e di regolazione<br />
installati a bordo macchina sono collegabili<br />
da remoto mediante connessione<br />
ModBus. Più unità di refrigerazione installate<br />
in parallelo possono essere gestite<br />
mediante interconnessione master-slave.<br />
Hitecsa Cool Air partecipa al programma<br />
di certificazione Eurovent e i suoi prodotti<br />
soddisfano tutti gli standard internazionali<br />
attuali, come la direttiva europea<br />
Ecodesign ErP Ready.<br />
Il Gruppo ATR opera da oltre 25 anni nel<br />
settore della climatizzazione (unità di trattamento<br />
dell’aria, roof top, pompe di<br />
calore, torri evaporative, sistemi termodinamici,<br />
deumidificatori per piscine) e in<br />
quello dell’energia (cogenerazione, micro<br />
cogenerazione, sistemi ad adsorbimento,<br />
celle a combustibile, micro-turbine a gas,<br />
generatori termici) con numerose applicazioni<br />
ospedaliere, farmaceutiche, alimentari,<br />
navali, industriali, commerciali,<br />
ecc. Attraverso la divisione EES Energy &<br />
Service, gruppo ATR provvede direttamente<br />
ai collaudi e alla manutenzione<br />
delle apparecchiature fornite, oltre a offrirne<br />
la gestione energeticamente più<br />
favorevole.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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45
impianti<br />
Il settore cresce mediamente<br />
del 6,3% da 10 anni.<br />
L’impiantistica e gli accessori<br />
per la produzione di yogurt<br />
rappresentano la voce più<br />
importante e dinamica,<br />
trainati soprattutto<br />
dal trend salutista<br />
e dalla diversificazione<br />
di caratteristiche e gusti.<br />
Foto Siemens<br />
a cura di<br />
??<br />
di Giuseppe<br />
Tamburini<br />
TITOLO TITOLO<br />
IMPIANTI PER YOGURT, BUDINI<br />
ITITOLO TITOLO<br />
E CREME PRONTE: UN MERCATO<br />
DA DUE MILIARDI DI DOLLARI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
46<br />
Il mercato dell’impiantistica e accessori per la produzione<br />
di yogurt, budini, creme pronte e similari (mousse, creme<br />
caramel ecc.) ha raggiunto un valore di 2,02 miliardi di<br />
dollari nel 2016, con un tasso di crescita medio annuo del<br />
6,3% nell’arco degli ultimi 10 anni. Il dato si riferisce alle<br />
vendite di impianti e macchinari per la realizzazione di<br />
nuovi stabilimenti o per l’ampliamento, la manutenzione<br />
o l’ammodernamento di stabilimenti esistenti, escludendo<br />
però: apparecchiature per processi a monte di lavorazione<br />
del latte utilizzate per ottenere derivati del latte in generale<br />
(per esempio impianti di mungitura, trasporto latte,<br />
pastorizzazione di latte a lunga conservazione ecc.); impianti<br />
per la produzione di semilavorati in polvere per creme<br />
e budini fatti in casa; apparecchiature usate in casa per<br />
la preparazione di creme, budini e yogurt; apparecchiature<br />
per creme utilizzate in pasticceria, che spesso vengono<br />
preparate dagli stessi pasticceri con processi di tipo artigianale;<br />
i lavori di edilizia per la costruzione di nuovi stabilimenti<br />
o l’ampliamento di stabilimenti già esistenti.<br />
Il mercato di maggiori dimensioni resta quello degli impianti<br />
per yogurt – 1,65 miliardi di dollari nel 2016, circa<br />
l’82% del business totale – che è anche quello che nell’arco<br />
degli ultimi dieci anni ha registrato il tasso di crescita<br />
più elevato (figura 1).<br />
Più lento il mercato degli impianti per budini e creme pronte,<br />
data la sostanziale staticità dei consumi a valle di questi prodotti:<br />
per esempio negli Usa i consumatori di budini (circa<br />
160 milioni) sono diminuiti di un 7-8% negli ultimi sei anni.<br />
I fattori di traino ai consumi di yogurt, che hanno spinto<br />
anche la domanda a monte di impiantistica, sono essenzialmente<br />
i seguenti:<br />
• gli effetti salutistici legati a una regolare assunzione di<br />
questo alimento, ricco in calcio e proteine, che aiuta a<br />
migliorare il sistema immunitario, e a combattere fenomeni<br />
di dissenteria o di costipazione. Gli stessi medici<br />
spesso lo consigliano come un ottimo regolatore intestinale,<br />
e i media fanno intense campagne promozionali;<br />
• la crescente disponibilità sul mercato di tipologie sempre<br />
più variegate di yogurt: yogurt ad aromi diversificati (alla<br />
ciliegia, alla fragola, all’albicocca, alla pesca, ai cereali,<br />
multi gusto), yogurt a contenuto di grassi zero, yogurt<br />
non zuccherati, yogurt greco ecc.;<br />
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impianti<br />
Figura 1 - Vendite mondiali di impiantistica per la produzione di yogurt,<br />
budini e creme pronte: 2006 - 2016<br />
IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2006 - 2016<br />
- linee yogurt: +6,9<br />
- linee budini e creme pronte: +4<br />
- totale: +6,3<br />
Fonte: elaborazione e confronto fonti varie (produttori di impianti/società del settore lattiero)<br />
• infine, non va sottovalutato il fatto<br />
che a livello mondiale il mercato<br />
degli yogurt è altamente concentrato;<br />
sei-sette gruppi multinazionali<br />
(compresi grossi gruppi cinesi<br />
quali Yili, Mengniu Dairy o Bright<br />
Dairy), con stabilimenti dislocati in<br />
tutto il mondo, hanno una quota<br />
prossima al 65-70% del mercato<br />
mondiale: il restante 30-35% è<br />
molto frammentato, specialmente<br />
in Asia (India, Cina), ma la competizione,<br />
giocata soprattutto sul lancio<br />
di prodotti sempre più diversificati<br />
(in termini di aromi, gusti,<br />
contenuti energetici), ha un ruolo<br />
non trascurabile anche sugli investimenti<br />
a monte nell’adeguare i<br />
processi produttivi alle nuove esigenze<br />
del mercato.<br />
Dopo una crescita del 9,5% medio<br />
annuo nel corso degli ultimi quattro<br />
anni, ben superiore alla media mondiale,<br />
l’Asia Pacifico è il primo mercato,<br />
con una quota di circa il 37% sul mercato<br />
mondiale (tabella 1). La Cina è il<br />
secondo mercato mondiale dopo gli<br />
Usa, con una quota di circa il 40% sul<br />
totale vendite realizzate nel continen-<br />
te asiatico (tabella 2), e una quota di<br />
circa il 15% sulle vendite mondiali (i<br />
dati si riferiscono alle vendite di impianti<br />
realizzate, non alle quote di mercato<br />
dei produttori cinesi di impianti).<br />
I TREND DI MERCATO<br />
I fattori di fondo che hanno fatto da<br />
traino al mercato dello yogurt negli<br />
ultimi anni (effetti salutistici, crescente<br />
varietà di tipologie di prodotti lanciati<br />
sul mercato, competizione e<br />
campagne pubblicitarie promozionali<br />
a favore di questo tipo di alimento,<br />
crescente automazione degli impianti<br />
produttivi) continueranno a farlo al<br />
mercato dell’impiantistica per yogurt<br />
anche nei prossimi anni.<br />
Più lento continuerà a mostrarsi anche<br />
nel prossimo futuro il mercato<br />
delle creme e budini, con una domanda<br />
di impiantistica alimentata più che<br />
altro da singoli produttori di tali alimenti<br />
che riescono a erodere quote<br />
di mercato alla concorrenza con qualche<br />
variante di processo e di prodotto;<br />
in generale comunque il mercato<br />
di budini e creme è più maturo di<br />
quello degli yogurt.<br />
Le tecnologie<br />
di produzione<br />
dello yogurt sono<br />
relativamente<br />
semplici e senza<br />
variazioni di rilievo<br />
nel tempo:<br />
si utilizzano<br />
delle varianti<br />
di processo a<br />
seconda della<br />
tipologia di yogurt<br />
Il mercato statunitense ha ancora buone<br />
opportunità di crescita: la capacità<br />
produttiva di yogurt e alimenti similari<br />
è destinata a crescere nei prossimi anni<br />
in considerazione del fatto che attualmente<br />
il consumo di tali alimenti nel<br />
paese è ancora ben lontano dalla saturazione;<br />
attualmente il consumo pro<br />
capite di yogurt negli Usa è di circa 7,7<br />
kg/anno contro i 12,5 kg del Canada,<br />
i 21,5 kg della Francia o i 16,3 kg della<br />
Polonia. Inoltre si va diffondendo nel<br />
paese il gusto per tipologie di yogurt<br />
più sofisticati e diversificati nel gusto.<br />
Per tale motivo le grosse multinazionali<br />
del settore stanno investendo in nuovi<br />
impianti produttivi nel paese. Per<br />
esempio la società Dannon, filiale statunitense<br />
del Gruppo Danone, dopo<br />
aver investito quasi 90 milioni di dollari<br />
sei anni fa per espandere la capacità<br />
produttiva di yogurt nel suo impianto<br />
di Minster (Ohio) creando quello che<br />
passa per il maggior impianto produttivo<br />
del Nord America, intende investire<br />
altri 25 milioni di dollari per aumentare<br />
ulteriormente la capacità di<br />
produzione di tale impianto. Anche la<br />
Chobani LLC, altro gigante internazio-<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />
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47
impianti<br />
Tab. 1 - Vendite mondiali di impianti per yogurt, budini<br />
e creme pronte suddivise per area geografica: anno 2016<br />
Figura 2 - Vendite mondiali di impianti per yogurt, budini e creme pronte<br />
suddivise per area geografica (in %): anno 2016<br />
Area geografica Milioni $<br />
Nord America, di cui: 415<br />
. Usa 367<br />
. Canada 48<br />
America Latina, di cui: 165<br />
. Brasile 70<br />
. altri paesi 95<br />
Europa Occidentale 310<br />
Europa dell’Est, di cui: 131<br />
. Polonia 52<br />
. altri paesi 79<br />
CSI, di cui: 136<br />
. Russia 55<br />
Asia - Pacifico 756<br />
Africa 41<br />
Medio Oriente, di cui: 66<br />
. Turchia 34<br />
Totale 2.020<br />
Fonte: elaborazione e confronto produttori di impianti/aziende utilizzatrici<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
nale, che nel 2013 aveva già investito<br />
450 milioni di dollari nello stabilimento<br />
di Twin Falls (ID), il secondo della società<br />
negli Usa e il più grande stabilimento<br />
di yogurt nel mondo, nel 2016 ha<br />
annunciato di voler investire altri 100<br />
milioni di dollari nello stesso stabilimento<br />
per soddisfare la crescente domanda<br />
di yogurt anche di nuove tipologie,<br />
gusti e confezioni, con il motto “better<br />
food for more people”.<br />
L’America Latina continua a mostrarsi<br />
un mercato decisamente dinamico: in<br />
Brasile, nonostante la generale recessione<br />
economica che da un po’ di<br />
tempo affligge il paese, gli investimenti<br />
in impianti negli ultimi sei anni<br />
hanno mostrato trend di crescita superiori<br />
al 7% medio annuo, trainati<br />
soprattutto dai grandi brand del settore<br />
con il lancio di prodotti di gusto<br />
innovativo (per esempio Activia Café<br />
de Manha di Danone). In Messico l’innovazione<br />
di prodotto e di processo<br />
continua a fare da traino agli investimenti.<br />
Anche nei paesi minori dell’area<br />
latinoamericana le prospettive di<br />
crescita restano positive: aumenta la<br />
domanda di yogurt aromatizzati alla<br />
frutta, si vanno introducendo nuove<br />
tipologie di packaging. Nel piccolo<br />
mercato uruguaiano la forte competizione<br />
da parte dei produttori minori<br />
(quali Granjia Pocha, Calcar, Claldy,<br />
Noliman e altri) focalizzata soprattutto<br />
sulla sottocategoria dello yogurt<br />
bevibile, funge da stimolo agli investimenti<br />
in impiantistica.<br />
L’Europa Occidentale si conferma un<br />
mercato sostanzialmente stagnante,<br />
se non in leggera contrazione ormai<br />
da alcuni anni in diversi paesi (Francia,<br />
Germania, Spagna o ancor più Svizzera,<br />
Finlandia e Norvegia, mercati<br />
maturi), e tale trend è presumibile si<br />
protragga anche nel prossimo futuro;<br />
sporadici investimenti in impiantistica<br />
per il lancio di nuovi prodotti (prodotti<br />
senza conservanti, yogurt e creme a<br />
gusti particolari ecc.) si segnalano comunque<br />
da parte di produttori minori<br />
con proprio marchio.<br />
Nell’Europa dell’Est il mercato di maggiori<br />
dimensioni è quello polacco: in<br />
generale nell’area est europea le migliori<br />
prospettive di crescita della domanda<br />
di impiantistica per yogurt confezionato<br />
di produzione industriale si<br />
confermano ancora nei paesi a economia<br />
più avanzata: Repubblica Ceca,<br />
Slovacchia, Ungheria e, soprattutto,<br />
Polonia, in relazione al protrarsi del generale<br />
boom economico del paese,<br />
48<br />
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impianti<br />
Tab. 2 - Vendite di impianti per yogurt, budini e creme<br />
pronte in Asia, suddivise per paese: anno 2016<br />
Figura 3 - Vendite di impianti per yogurt, budini e creme pronte in Asia<br />
suddivise per paese (in %): anno 2016<br />
Paese Milioni $<br />
Cina 300<br />
Giappone 143<br />
India 140<br />
Sud Corea 46<br />
Australia 45<br />
Altri paesi 82<br />
Totale Asia – Pacifico 75<br />
Fonte: elaborazione e confronto fonti varie (produttori di impianti /<br />
aziende utilizzatrici in Asia)<br />
Foto Chobani<br />
anche se i tassi di crescita si manterranno<br />
sostanzialmente su livelli moderati<br />
in relazione al fatto che in questi paesi<br />
i consumi di yogurt, budini e creme<br />
hanno già raggiunto un certo livello di<br />
saturazione. Per quanto concerne gli<br />
altri paesi – Bulgaria, Romania e, in genere,<br />
i paesi della ex Jugoslavia – le<br />
abitudini della popolazione rurale, ancora<br />
fortemente orientata a consumare<br />
i prodotti del latte di produzione<br />
propria artigianale, rappresentano un<br />
freno allo sviluppo di una produzione<br />
di tipo industriale; ne consegue che<br />
anche gli investimenti in impiantistica<br />
registrano trend di crescita più lenti.<br />
Nella CSI il mercato di gran lunga di<br />
maggiori dimensioni, quello russo, è<br />
stato penalizzato negli ultimi due-tre<br />
anni dalla forte recessione economica<br />
generale, ma il settore dello yogurt e<br />
creme non ne ha risentito in maniera<br />
particolarmente pesante: gli investi-<br />
menti in impiantistica soprattutto nel<br />
2016 hanno registrato un discreto<br />
incremento, destinato a continuare,<br />
anche in maniera più accentuata, nei<br />
prossimi anni, in relazione soprattutto<br />
alle strategie promozionali e di<br />
marketing (forte rete di distribuzione)<br />
dei maggiori produttori locali - tra cui<br />
spicca Danone Industriya - orientati<br />
ad investire in previsione di un assai<br />
probabile aumento dei consumi di<br />
yogurt (e anche di creme e similari),<br />
soprattutto di brand elevato: va rilevato<br />
che attualmente la Russia ha un<br />
consumo pro capite di yogurt ancora<br />
molto basso (4,3 kg), circa un quarto<br />
di quello della Polonia.<br />
L’area asiatica è senza dubbio quella<br />
che nell’arco degli ultimi anni ha<br />
mostrato il maggior dinamismo negli<br />
investimenti in impiantistica per la<br />
produzione di yogurt, creme e budini.<br />
La Cina diventerà ben presto il maggior<br />
paese consumatore di yogurt al<br />
mondo; nell’arco degli ultimi cinque<br />
anni il tasso di crescita della capacità<br />
produttiva di yogurt nel paese è stato<br />
dell’ordine del 10-11% medio annuo<br />
e un elevato tasso è previsto continuare<br />
nei prossimi anni, anche se a ritmi<br />
solo di poco inferiori, in considerazione<br />
di alcuni fattori: l’economia cinese<br />
continua a crescere a ritmi sostenuti,<br />
ben al di sopra della media mondiale,<br />
il consumo pro capite di yogurt<br />
è ancora ben al di sotto di quello in<br />
Europa o Usa, e anche di quello in<br />
Brasile (circa la metà) o in Russia (di un<br />
30-35%), i produttori locali spingono<br />
con intense campagne pubblicitarie la<br />
domanda locale. Fattori di freno a una<br />
crescita ancor più sostenuta potrebbero<br />
essere rappresentati da una catena<br />
distributiva non ancora tecnologicamente<br />
ben attrezzata (in particolare<br />
per quanto concerne la catena del<br />
freddo) e la mancanza di un adeguato<br />
supporto di Ricerca & Sviluppo di<br />
prodotti innovativi.<br />
Ma il mercato di gran lunga più dinamico<br />
si rivela quello indiano: nell’arco<br />
degli ultimi cinque anni i consumi di<br />
yogurt nel paese sono aumentati del<br />
30% medio annuo; va però rilevato<br />
che attualmente la produzione di yogurt<br />
in India è ancora per la stragrande<br />
maggioranza (circa 75-80%) di<br />
tipo “disorganizzato”, realizzata da<br />
piccoli produttori agricoli che autoproducono<br />
la materia prima latte.<br />
Nell’immediato futuro però, il veloce<br />
fenomeno del crescente trasferimento<br />
della popolazione dalla campagna<br />
ai grossi e medi centri urbani non può<br />
che favorire inevitabilmente una richiesta<br />
di yogurt confezionati e con gusti<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />
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49
impianti<br />
Tab. 3 - Previsioni di sviluppo della domanda mondiale di impianti<br />
per yogurt, budini e creme pronte per area geografica: 2016 - 2020 (1)(2)<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
50<br />
Paese Milioni $ IMA% (1)<br />
2016 2020<br />
Nord America, di cui: 415 518 + 5,7<br />
. Usa 367 460 + 5,8<br />
. Canada 48 58 + 4,8<br />
America Latina, di cui: 165 218 + 7,2<br />
. Brasile 70 93 + 7,4<br />
. altri paesi 95 125 + 7,1<br />
Europa Occidentale 310 345 + 2,7<br />
Europa dell’Est 131 152 + 3,8<br />
CSI 136 165 + 5,0<br />
Asia Pacifico, di cui: 756 1.029 + 8,0<br />
. India 140 220 + 12,0<br />
. Cina 300 436 + 9,8<br />
. Giappone 143 159 + 2,7<br />
. Sud Corea 46 46 --<br />
. altri paesi 127 168 + 7,2<br />
Medio Oriente 66 69 + 1,1<br />
Africa 41 54 + 7,1<br />
Totale mondo 2.020 2.550 + 6,0<br />
(1)<br />
Tutti i dati sono a $ costante 2016<br />
(2)<br />
L’impiantistica per yogurt in generale registrerà tassi di crescita superiori a quelli<br />
dell’impiantistica per creme e budini<br />
Fonte: consensus produttori impiantistica / produttori di yogurt, budini e creme pronte<br />
se dello yogurt, o Yakult Indonesia<br />
Persada Pt con una quota di quasi il<br />
70% nel mercato indonesiano) sia da<br />
competitor minori che puntano a erodere<br />
quote di mercato ai giganti del<br />
settore con prodotti innovativi.<br />
Tra i pochi paesi asiatici in controtendenza<br />
la Sud Corea, dove gli investimenti<br />
in nuovi impianti sono frenati da<br />
un generale trend di calo dei consumi<br />
locali a eccezione dello yogurt bianco,<br />
che però rappresenta una quota del<br />
tutto marginale (circa il 10%) sul consumo<br />
totale di yogurt (yogurt aromatizzato,<br />
yogurt bevibile ecc).<br />
Piuttosto statico anche il mercato giapponese,<br />
dove la domanda di impiantistica<br />
sarà concentrata in prevalenza<br />
su modifiche migliorative di impianti<br />
esistenti (tecnologie sempre più automatizzate,<br />
sistemi di miscelazione<br />
sempre più sofisticati per ampliare la<br />
gamma dei gusti).<br />
Nell’area mediorientale il mercato ha<br />
ormai raggiunto la maturità: in Turchia,<br />
con un consumo pro capite di circa 35<br />
kg/anno, i consumatori stanno tornando<br />
a yogurt e budini fatti in casa;<br />
nei Paesi Arabi del Golfo, dove pure il<br />
mercato è sostanzialmente maturo, i<br />
produttori di yogurt, budini e creme investono<br />
più che altro in modifiche degli<br />
impianti per creare nuove tipologie di<br />
prodotti e, soprattutto, di confezioni.<br />
Più dinamico, per contro, il piccolo<br />
mercato africano, dove in diversi paesi<br />
è in atto un rapido passaggio da<br />
consumi di yogurt e budini fatti in casa<br />
a yogurt e budini confezionati, che<br />
attualmente hanno ancora consumi<br />
limitati. Già da alcuni anni le multinazionali<br />
dei derivati del latte hanno<br />
iniziato a investire in impianti di produzione<br />
di yogurt, budini e creme anche<br />
in paesi quali Ghana, Togo, Nigeria,<br />
Costa d’ Avorio, Liberia, Burkina Faso<br />
o Benin, a economia particolarmente<br />
fragile e con strutture (distribuzione,<br />
logistica) ancora carenti, convinte della<br />
potenziale base di consumatori giovani<br />
e aperti a nuovi stili di alimentazione<br />
in tali paesi.<br />
A livello mondiale la domanda di impiantistica<br />
per yogurt, budini e creme<br />
pronte è prevista crescere a un tasso<br />
medio annuo del 6%, non dissimile<br />
da quello registrato nel corso degli ultimi<br />
10 anni, per arrivare ad attestarsi<br />
a 2,55 miliardi di dollari nel 2020. Tra<br />
le aree geografiche a maggior tasso<br />
di crescita l’ Asia (con India e Cina ai<br />
primi posti), l’ America Latina e l’ Africa<br />
(tabella 3).<br />
diversificati di produzione industriale,<br />
con conseguente creazione di nuovi<br />
impianti e nuove capacità produttive.<br />
Oltre a numerose società a struttura<br />
cooperativa locale, anche le multinazionali<br />
estere (Danone, Nestlè, DSM<br />
ecc.) investono in impianti e tecnologie<br />
sul mercato indiano.<br />
In generale anche negli altri paesi del<br />
Sud Est asiatico è previsto continuare<br />
un positivo trend negli investimenti in<br />
impiantistica per espansione delle capacità<br />
produttive nei prossimi anni, in<br />
relazione al fatto che in quasi tutti i<br />
paesi i consumi di tali generi alimentari<br />
sono ancora molto bassi (per esempio<br />
in Indonesia il consumo pro capite<br />
di yogurt è meno di 1 kg/anno); inoltre<br />
i media pubblicizzano molto questa<br />
tipologia di alimentazione.<br />
Gli investimenti sono realizzati sia dai<br />
grossi leader di mercato nei vari paesi<br />
(per esempio Dutch Mill Co. Ltd in<br />
Thailandia con una quota di mercato<br />
di quasi il 40% nel mercato thailandewww.interprogettied.com
impianti<br />
LE TECNOLOGIE<br />
Le tecnologie di produzione dello<br />
yogurt sono relativamente semplici e<br />
senza variazioni di rilievo nel tempo:<br />
si utilizzano delle varianti di processo<br />
a seconda della tipologia di yogurt.<br />
Schematicamente le fasi di produzione<br />
sono:<br />
• yogurt cremoso (o a coagulo rotto):<br />
standardizzazione del latte che<br />
viene portato a una certa concentrazione<br />
(con aumento del residuo<br />
secco magro); miscelazione con gli<br />
ingredienti; omogeneizzazione per<br />
impedire la formazione di aggregati;<br />
pastorizzazione in appositi serbatoi<br />
(detti maturatori o fermentatori);<br />
raffreddamento e confezionamento;<br />
• yogurt bevibile: è prodotto con un<br />
procedimento assai simile a quello<br />
dello yogurt cremoso, ma con residuo<br />
magro più basso: viene spesso evitata<br />
la fase di standardizzazione del latte;<br />
il raffreddamento è più spinto;<br />
• yogurt compatto (o a coagulo intero):<br />
a differenza di quanto avviene<br />
per lo yogurt cremoso, il latte, dopo<br />
pastorizzazione, viene addizionato di<br />
fermenti e confezionato: la fermentazione<br />
avviene direttamente nei<br />
vasetti stoccati in opportune celle.<br />
Per quanto concerne gli altri prodotti<br />
(budini, creme già pronte confezionate,<br />
mousse) le linee di produzione<br />
utilizzano miscele d’acqua e componenti<br />
in polvere quali il latte in polvere,<br />
cacao, zucchero, grasso ecc. Il più<br />
delle volte i budini vengono aromatizzati<br />
con gusti vari (cioccolato, vaniglia<br />
ecc.) e possono avere diverso tenore<br />
di solidi e di consistenza. Alla<br />
fase della miscelazione degli ingredienti,<br />
effettuata a temperature superiori<br />
alla temperatura ambiente<br />
(generalmente 50-55°C), segue la<br />
filtrazione e, quindi, il trattamento<br />
termico di pastorizzazione o sterilizzazione:<br />
conclude il tutto il processo<br />
di confezionamento a temperature<br />
variabili (per esempio per i budini generalmente<br />
tra 25 e 40°C). Possono<br />
essere previsti anche processi complementari:<br />
per esempio per le mousse<br />
Il mercato di gran<br />
lunga più dinamico<br />
è quello indiano:<br />
nell’arco degli<br />
ultimi cinque anni<br />
i consumi di<br />
yogurt nel paese<br />
sono aumentati<br />
mediamente<br />
del 30%<br />
processi di aerazione per aumentare<br />
il volume (overrun) mediante aggiunta<br />
di aria.<br />
L’offerta di impianti e accessori per la<br />
produzione di yogurt, budini e creme<br />
pronte è caratterizzato dalla presenza<br />
di un numero molto elevato di produttori,<br />
stimabile in diverse decine di migliaia<br />
a livello mondiale, di cui però<br />
soltanto un 50-70, in prevalenza occidentali<br />
e nordamericani, in grado di<br />
competere a livello internazionale<br />
puntando soprattutto sull’innovazione<br />
delle tecnologie di processo. Infatti<br />
se i processi di base per la produzione<br />
di yogurt, budini e creme sono sostanzialmente<br />
semplici e non subiscono<br />
grosse variazioni nel tempo, evolvono<br />
invece rapidamente le modalità di gestione<br />
di tali processi. Tali evoluzioni<br />
tecnologiche coinvolgono:<br />
• adozione di sofisticati sistemi informatici<br />
computerizzati che consentano<br />
un continuo miglioramento dei<br />
risultati, sia sotto il profilo qualitativo<br />
che quantitativo (resa di prodotto);<br />
• apparecchiature sempre più precise<br />
di controllo dall’inizio della filiera<br />
produttiva a partire dal momento<br />
dell’accettazione del latte in stabilimento<br />
fino alla fasi di stoccaggio del<br />
prodotto finito;<br />
• adozione di controllori di processo in<br />
grado di testare, a frequenze sempre<br />
più ravvicinate, che i vari componenti<br />
pneumatici e meccanici (pompe,<br />
valvole, filtri ecc.) non diano segnali<br />
di scostamento dalle condizioni standard<br />
di lavoro prestabilite. In caso di<br />
anomalie segnalate, il sistema di controllo<br />
blocca automaticamente tutte<br />
le funzioni, con contemporanea segnalazione<br />
immediata del guasto<br />
all’operatore. In tal modo viene garantita<br />
la massima efficienza produttiva<br />
all’impianto e, al contempo, la<br />
qualità del prodotto finito;<br />
• gestione totalmente automatica<br />
della fase di miscelazione degli ingredienti<br />
per budini e creme (acqua,<br />
componenti in polvere, cacao, vaniglia,<br />
zucchero, grassi ecc.) tramite<br />
uso di flussimetri magnetici per il<br />
controllo dei fluidi e celle di carico<br />
per gli ingredienti solidi;<br />
• flessibilità produttiva intesa come<br />
capacità di rapide modifiche dei parametri<br />
di processo in funzione del<br />
prodotto che si vuole ottenere (per<br />
esempio variazione degli ingredienti,<br />
additivi, agenti aromatizzanti);<br />
• adozione di sistemi Cip (cleaning<br />
in place) per il lavaggio chimico e<br />
la sterilizzazione delle varie linee.<br />
In fase di confezionamento dello<br />
yogurt, per evitare l’aggiunta di<br />
conservanti e garantire prolungati<br />
tempi di commercializzazione, il<br />
confezionamento viene realizzato<br />
con macchine di tipo “igienico”:<br />
con tali sistemi si effettua la sterilizzazione<br />
delle confezioni (generalmente<br />
in materiale plastico o vetro)<br />
e si protegge lo yogurt dal contatto<br />
con l’aria, che potrebbe apportare<br />
contaminanti, quali muffe o lieviti;<br />
• introduzione di fardellatrici sempre<br />
più veloci per il confezionamento e<br />
la distribuzione del prodotto;<br />
• celle frigorifere che assicurino una<br />
sempre maggior durata del prodotto<br />
finito confezionato entro determinati<br />
range di temperatura.<br />
Tutto ciò comporta che il fornitore<br />
dell’impianto non è più un semplice<br />
fornitore di parti di impianto, ma il fornitore<br />
di “engineering”, inteso come<br />
capacità di erogare un servizio a 360<br />
gradi, sviluppando, in completa sintonia<br />
con le esigenze del cliente (la società<br />
alimentare), l’intero processo di progettazione<br />
e realizzazione al proprio<br />
interno in fase di fornitura dell’impianto<br />
e garantendo, al contempo, servizi<br />
di manutenzione e assistenza postvendita<br />
in tempo reale anche tramite<br />
l’utilizzo di software di supervisione.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />
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51
strumentazione<br />
MONITORAGGIO DI FLUSSO E TEMPERATURA<br />
Baumer ha ampliato il portafoglio di sensori per il processo con la<br />
famiglia di sensori di flusso e temperatura FlexFlow. Basata sul principio<br />
di misura calorimetrico, la famiglia FlexFlow può monitorare<br />
sia la velocità di flusso, sia la temperatura del mezzo. I sensori hanno<br />
un’interfaccia IO-Link e, in base alle impostazioni e ai collegamenti,<br />
due uscite a commutazione oppure un’uscita a commutazione<br />
e un’uscita analogica (4...20 mA/ 0...10 V). Le versioni PF20H<br />
e PF20S sono adatte per applicazioni igieniche e industriali.<br />
La combinazione delle due funzioni di misura nello stesso sensore<br />
riduce il numero dei punti di misura nei sistemi chiusi e minimizza<br />
i costi di installazione, assistenza e stoccaggio. Grazie al<br />
loro design simmetrico centrato, i sensori possono essere installati<br />
nel processo come richiesto, in modo indipendente dalla loro<br />
posizione e orientamento di installazione. Ciò garantisce misure<br />
precise e la sicurezza del processo.<br />
Tramite IO-Link è possibile configurare più sensori simultaneamente.<br />
Ciò semplifica la regolazione dei punti di commutazione<br />
per le diverse fasi del processo durante il setup o il cambio di<br />
lotto e permette di risparmiare tempo. In qualsiasi momento sono<br />
possibili il polling e la valutazione dei dati diagnostici, aumentando<br />
il tempo di servizio del sistema.<br />
I sensori FlexFlow hanno un robusto contenitore in acciaio inossidabile<br />
con elettronica e unità di valutazione integrate. Non sono<br />
quindi richiesti né cablaggi o quadri di assemblaggio complessi,<br />
né interfacce utente addizionali. Ciò semplifica l’uso e permette<br />
un’efficiente gestione del processo.<br />
Tutti i modelli resistono a temperature fino a 150°C e sono quindi<br />
adatti per CIP e SIP.<br />
SENSORE PER IL PROCESSO AUTOMATIZZATO NEL FOOD&BEVERAGE<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
A Drinktec <strong>2017</strong>, Sick presenterà dei sensori<br />
innovativi per il processo produttivo automatizzato<br />
nel food & beverage. Questa serie<br />
non comunica solamente con i controllori<br />
di linea, ma anche con i livelli superiori della<br />
piramide dell’automazione. In più, essendo<br />
dotata di un’interfaccia dati di semplice consultazione<br />
e di un potente software, rende<br />
possibile nuove analisi e funzioni che incrementano<br />
flessibilità, qualità, efficienza e<br />
trasparenza della produzione.<br />
Grazie alla retrocompatibilità dell’interfaccia,<br />
i sensori Sick inviano i dati in maniera<br />
affidabile sia al PLC che al resto dei componenti<br />
e dei sistemi, con evidenti vantaggi<br />
per i clienti.<br />
Sick ha implementato i vantaggi della misurazione<br />
a ultrasuoni nel rilevamento della<br />
portata dei liquidi con Dosic ® , il nuovo<br />
flussimetro a profilo igienico capace di misurare<br />
sia fluidi conduttivi che non conduttivi.<br />
Grazie alla custodia inox con certificazione<br />
EHEDG e FDA, ai gradi di protezione<br />
IP 67 e IP 69 e alla resistenza durante i cicli<br />
di Cip e Sip, questo sensore trova applicazione<br />
nei processi di lavorazione alimentare,<br />
ma può essere impiegato con successo<br />
in qualsiasi settore industriale.<br />
Caratteristica importante del sensore è la<br />
capacità di gestire sia fluidi conduttivi che<br />
fluidi non conduttivi, misurandone in contemporanea<br />
portata e temperatura, senza<br />
alcuna parametrizzazione al variare della<br />
tipologia del liquido in ingresso.<br />
Dosic non presenta guarnizioni né parti<br />
meccaniche in movimento, quindi il liquido<br />
può essere misurato con alta precisione,<br />
anche con bassi valori di portata, senza alcuna<br />
perdita di carico.<br />
Disponibile nei diametri DN15 e DN25 con<br />
varietà di attacchi al processo, le dimensioni<br />
compatte del Dosic ne permettono l’installazione<br />
in tempi rapidi e in spazi ridotti.<br />
La messa in funzione è immediata, grazie<br />
alla modalità di funzionamento plug&play<br />
che non richiede calibrazioni in caso di cambio<br />
liquido. Il sensore può essere utilizzato<br />
sia da remoto che tramite i pulsanti presenti<br />
sul display, per un’accessibilità in qualsiasi<br />
momento e da qualsiasi punto.<br />
Ne completano il profilo una o due uscite<br />
analogiche, 2 uscite o ingressi statici e l’interfaccia<br />
IO-Link 1.1 integrata per la parametrizzazione<br />
da remoto e le funzioni di<br />
diagnostica.<br />
52<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
53
strumentazione<br />
Come la tecnologia<br />
di ispezione prodotti<br />
può aiutare le aziende<br />
dell’industria dolciaria<br />
e dei prodotti<br />
da forno a garantire<br />
produttività<br />
e conformità.<br />
Sistema di<br />
rivelazione di metalli<br />
ISPEZIONE PRODOTTI: MASSIMA<br />
PRODUTTIVITÀ E CONFORMITÀ<br />
di Neil<br />
Giles*<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
*Marketing<br />
Communications<br />
Manager per<br />
la divisione<br />
Ispezione Prodotti<br />
di Mettler-Toledo<br />
Per l’industria dolciaria e dei prodotti da forno la prospettiva<br />
fino al 2025 è molto positiva. È prevista una crescita<br />
costante in tutto il settore, in cui l’Asia Pacifico resta il mercato<br />
principale, con un CAGR di 6,5% fino al 2025 in termini<br />
di produzione (fatturato), e il resto del mondo a breve<br />
distanza. L’aumento del reddito disponibile, la maggiore<br />
urbanizzazione e la crescita del mercato rappresentano il<br />
volano principale, abbinato alla crescente richiesta di prodotti<br />
convenienti e di qualità.<br />
Con una domanda e una richiesta di scelta sempre maggiori<br />
da parte dei consumatori, la produttività è quindi un<br />
fattore critico per garantire forniture complete rispettando<br />
le pianificazioni. Inoltre, il panorama normativo è in costante<br />
ampliamento, si veda ad esempio la continua evoluzione<br />
del Food Safety Modernization Act (FSMA) negli Stati Uniti<br />
e la Global Food Safety Initiative (GFSI), o il possibile passaggio<br />
dal tradizionale approccio Hazard Analysis and<br />
Critical Controls (HACCP) a al modello Hazard Analysis and<br />
Risk-Based Preventive Controls (HARPC).<br />
L’aumento della produzione si deve accompagnare a un’adeguata<br />
tutela della salute e della sicurezza dei consumatori,<br />
in modo da evitare danni fisici e salvaguardare la reputazione<br />
del marchio, che possono essere notevoli in caso di<br />
richiamo di prodotto. A tale scopo, i produttori dell’industria<br />
dolciaria e dei prodotti da forno si affidano sempre più alla<br />
tecnologia di ispezione prodotti e all’ampia serie di vantaggi<br />
che può offrire per linee di produzione molto complesse.<br />
RIVELAZIONE DI CONTAMINANTI AVANZATA<br />
In tutti i processi di produzione alimentare esiste un rischio<br />
di contaminazione dei prodotti. Nell’industria dolciaria e dei<br />
prodotti da forno riguarda qualsiasi contaminante, dai frammenti<br />
di vetro e metallo alle pietre. L’approccio HACCP sopra<br />
menzionato richiede che i produttori controllino le operazio-<br />
54<br />
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strumentazione<br />
ni per identificare i punti di potenziale<br />
contaminazione nel processo produttivo.<br />
Se identificato, il rischio deve essere<br />
ridotto stabilendo un punto critico<br />
di controllo (CCP) ed eseguendo<br />
un’ispezione prodotti.<br />
Se i metalli sono gli unici contaminanti,<br />
si raccomanda l’uso di un rivelatore di<br />
metalli. I sistemi a raggi-X offrono maggiori<br />
capacità di rivelazione nel caso in<br />
cui il rischio potenziale sia dovuto a diversi<br />
tipi di corpi estranei. Entrambi i<br />
sistemi sono adatti ad un’ampia gamma<br />
di applicazioni, dai prodotti in tubazione<br />
e confezionati ai prodotti sfusi. I<br />
sistemi di scarto automatici possono<br />
essere utilizzati per rimuovere prodotti<br />
contaminati dalla linea nel momento in<br />
cui vengono identificati, senza arrestare<br />
il processo produttivo.<br />
Cosa ancora più importante, sia i rivelatori<br />
di metalli che i sistemi di ispezione<br />
a raggi-X sono in grado di rivelare<br />
contaminanti in linea ad alte velocità,<br />
senza rallentare le linee e, di conseguenza,<br />
ridurre i livelli di produttività.<br />
Tutti i prodotti vengono ispezionati e i<br />
relativi dati sono acquisiti in modo da<br />
fornire ai produttori solide basi per le<br />
interazioni commerciali con i grandi<br />
distributori e informazioni di due diligence,<br />
ad esempio in caso di richiamo<br />
di prodotto.<br />
LA QUALITÀ È TUTTO<br />
Il settore dei prodotti da forno e degli<br />
snack presenta molte difficoltà relative<br />
al controllo qualità; ecco perché i sistemi<br />
di ispezione prodotti sono fondamentali<br />
per garantire che solo i prodotti<br />
in perfette condizioni raggiungano la<br />
filiera del commercio al dettaglio.<br />
L’ispezione di presenza di prodotto nei<br />
punti di chiusura è un aspetto da considerare<br />
per i prodotti in confezione sigillata;<br />
numerosi sono gli esempi di soluzioni<br />
offerte dall’ispezione prodotti<br />
in questo ambito. Un cliente svedese,<br />
il produttore del cioccolato più amato<br />
nella propria regione, aveva deciso<br />
di confezionare cioccolatini a forma<br />
di cuore in vassoi sigillati in plastica<br />
trasparente. Talvolta i cioccolatini con<br />
forme particolari possono rimbalzare<br />
fuori dalla linea e schegge di cioccolato<br />
possono facilmente compromettere<br />
la sigillatura; inoltre, l’ispezione visiva<br />
si è rivelata un processo laborioso<br />
e inaffidabile. Installando un sistema<br />
a raggi-X adattato specificamente, il<br />
cliente ha potuto garantire l’ispezione<br />
di tutte le sigillature, riassegnando ad<br />
altre attività gli operatori impegnati in<br />
precedenza nell’ispezione visiva.<br />
I sistemi a raggi-X sono anche in grado<br />
di eseguire controlli del livello di riempimento<br />
per zone in caso di prodotti riposti<br />
in scomparti definiti, che assicurano<br />
la corretta posizione di ciascun<br />
componente della confezione.<br />
Consentono inoltre di identificare prodotti<br />
mancanti o rotti, oltre a livelli di<br />
riempimento non corretti, con notevoli<br />
risparmi nel caso di riempimento eccessivo<br />
dei prodotti sulla linea, e migliorando<br />
la soddisfazione dei clienti in<br />
caso di riempimento insufficiente. Ad<br />
esempio, è possibile ispezionare il livello<br />
di riempimento di bomboloni ripieni<br />
di confettura e pane preconfezionato<br />
all’aglio: la confettura o il burro mancante<br />
vengono identificati e i singoli<br />
prodotti scartati.<br />
Spesso, per verificare i livelli di riempimento,<br />
sulle linee dell’industria<br />
dolciaria e dei prodotti da forno sono<br />
installati sistemi di controllo peso, personalizzabili<br />
in base a specifici ambienti,<br />
applicazioni, requisiti normativi e di<br />
settore. I prodotti devono quasi sempre<br />
essere conformi a parametri stringenti<br />
relativi a pesi e misure, pertanto, per il<br />
controllo qualità e la conformità, il controllo<br />
peso è fondamentale. I sistemi di<br />
controllo peso avanzati sono in grado<br />
di identificare e scartare i prodotti che<br />
non rientrano nei parametri stabiliti,<br />
Sistema di<br />
ispezione a raggi X<br />
inoltre, come i sistemi a raggi-X, possono<br />
inviare feedback direttamente alle<br />
macchine riempitrici in caso di problemi<br />
di uniformità.<br />
Infine, oltre alle funzioni di ispezione<br />
del livello di riempimento, i sistemi di<br />
ispezione visiva sono spesso usati per<br />
controllare la correttezza dell’etichettatura,<br />
della codifica e della marcatura dei<br />
prodotti finiti, nonché la presenza dei<br />
numeri di lotto e delle date di scadenza.<br />
Consentono di identificare e controllare<br />
in modo affidabile i codici a barre 1D<br />
e 2D, così come la presenza e la qualità<br />
delle immagini, la qualità e la posizione<br />
delle etichette e l’identificazione di<br />
qualsiasi difetto evidente della confezione.<br />
Per i produttori è inoltre fondamentale<br />
controllare che nelle etichette<br />
siano presenti le dichiarazioni sugli allergeni<br />
corrette, per garantire la sicurezza<br />
dei consumatori ed evitare eventuali<br />
costosi richiami del prodotto.<br />
LAVORARE CON ESPERTI ASSICURA<br />
LA MASSIMA PRODUTTIVITÀ<br />
L’ispezione prodotti è fondamentale<br />
nelle moderne operazioni dell’industria<br />
dolciaria e dei prodotti da forno, pertanto,<br />
disporre di un solido programma<br />
di ispezione è essenziale per la sicurezza<br />
e la qualità. Lavorare con un fornitore<br />
esperto è fortemente consigliato,<br />
perché prendere decisioni sbagliate<br />
sulla tecnologia potrebbe avere un grave<br />
impatto sul costo totale di proprietà<br />
(TCO) dell’attrezzatura e anche sul ritorno<br />
sull’investimento (ROI).<br />
Grazie alla collaborazione con il cliente,<br />
gli esperti dell’ispezione saranno in grado<br />
di fornire raccomandazioni informate<br />
su come ottimizzare al massimo la<br />
produttività dei sistemi, offrendo al contempo<br />
una rete di assistenza continua<br />
per garantire operazioni senza problemi.<br />
L’affidabilità delle attrezzature in linea<br />
è fondamentale e permette ai produttori<br />
di concentrarsi sulla produzione,<br />
delegando l’ispezione agli esperti.<br />
Per informazioni generali sulla Divisione<br />
Ispezione Prodotti di Mettler Toledo,<br />
visitate: http://www.mt.com/pi<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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55
packaging<br />
Le tecnologie<br />
per l’imballaggio<br />
si confermano uno<br />
dei settori più in salute<br />
della nostra industria.<br />
Ipack-Ima si appresta<br />
a essere rilanciata<br />
come l’evento di<br />
riferimento internazionale<br />
di questa eccellenza<br />
italiana. Ne parliamo con<br />
il vicepresidente di Ucima<br />
Luciano Sottile.<br />
Particolare di una linea di confezionamento<br />
Goglio per imballaggi flessibili<br />
di Alessandro<br />
Bignami<br />
I COSTRUTTORI DI MACCHINE<br />
“CONFEZIONANO” LA NUOVA<br />
IPACK-IMA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Luciano Sottile,<br />
vicepresidente<br />
di Ucima e<br />
General Manager<br />
Machines Division<br />
di Goglio<br />
Il settore delle macchine per il confezionamento è una delle<br />
certezze del sistema produttivo italiano. Il trend positivo<br />
degli ultimi cinque anni sta proseguendo, dopo un passaggio<br />
quasi indenne nel periodo più pesante della crisi economica,<br />
e le previsioni sono di crescita. Con l’80% di export<br />
i nostri costruttori sono tra i principali player del mercato<br />
internazionale, insieme ai tradizionali rivali tedeschi e, oggi,<br />
a quelli cinesi. È un terreno fertile, insomma, quello su cui<br />
sta germogliando la nuova identità della fiera Ipack-Ima, di<br />
cui Ucima – l‘Unione dei costruttori italiani di macchine<br />
per il confezionamento e l’imballaggio – ha acquisito nel<br />
2015 il 51% delle quote (in partnership con Fiera Milano,<br />
che detiene il 49%). Con l’ingegner Luciano Sottile, vicepresidente<br />
di Ucima e General Manager Machines Division<br />
di Goglio, abbiamo parlato degli ultimi dati del comparto<br />
e della preparazione di Ipack-Ima che si svolgerà, con le<br />
altre quattro mostre del marchio ombrello The Innovation<br />
Alliance, a Milano dal 29 maggio all’1 giugno 2018.<br />
Ing. Sottile, i dati 2016 del Centro Studi di Ucima sulle<br />
macchine per il packaging sono positivi...<br />
I dati relativi al 2016 raccolti dal nostro Centro Studi evidenziano<br />
un ulteriore balzo in avanti del 6,6% per il giro<br />
d’affari e per tutti gli altri indicatori fondamentali per la<br />
salute di un settore industriale.<br />
56<br />
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packaging<br />
Indicatori fondamentali del settore macchine per il packaging, 2014-2016<br />
Per dare un’indicazione del fenomeno,<br />
basti pensare che il 66,4% delle<br />
aziende genera un fatturato complessivo<br />
inferiore ai 6 milioni di euro e contribuisce<br />
ad appena il 9,7% del giro<br />
d’affari. Le 51 imprese di dimensioni<br />
maggiori (con fatturati oltre i 25 milioni<br />
di euro), al contrario, realizzano il<br />
68% del fatturato totale.<br />
Semplificando, nel mercato sembrano<br />
esserci tre tipi di aziende. Quelle<br />
piccole, che sono concentrate sul<br />
quotidiano e non hanno tempo e ri-<br />
Il fatturato totale supera i 6,6 miliardi<br />
di euro. L’export, che genera l’80%<br />
del giro d’affari, raggiunge, con un<br />
+5,8%, i 5,3 miliardi di euro e il mercato<br />
italiano balza a 1,3 miliardi di<br />
euro (+9,8% sull’anno precedente). In<br />
aumento anche il numero delle aziende<br />
attive nel settore, 601 contro le 588<br />
del 2015, e gli occupati che crescono<br />
di 1.738 unità (+6,2%) per un totale<br />
di 29.644.<br />
Sta pertanto proseguendo il trend positivo<br />
in atto negli ultimi cinque anni,<br />
che riteniamo continuerà anche<br />
nell’anno in corso. I primi dati disponibili,<br />
relativi al primo trimestre dell’anno,<br />
registrano un incremento<br />
dell’11,6% con gli ordini al 31 marzo<br />
in crescita media dell’8%.<br />
Quali sono i fattori di questo momento<br />
favorevole? Quali invece le insidie<br />
da cui occorre guardarsi?<br />
Vi sono certamente delle oggettività<br />
di mercato; assistiamo infatti a una<br />
crescita costante in tutti i nostri settori<br />
di applicazione, che porta a una<br />
maggior domanda per le nostre tecnologie.<br />
Le previsioni del nostro Centro Studi<br />
stimano, infatti, un incremento medio<br />
annuo delle vendite di macchine per il<br />
packaging pari al 4,8% nel triennio<br />
<strong>2017</strong>-2019. Le aziende italiane continueranno<br />
a presidiare i mercati mondiali<br />
con tassi di crescita in linea con la<br />
media mondiale. Dovranno tuttavia<br />
fronteggiare una concorrenza internazionale<br />
crescente, soprattutto in alcuni<br />
mercati. Ad esempio l’Asia, dove le<br />
nostre aziende stanno rallentando la<br />
loro penetrazione anche a causa<br />
dell’emersione della concorrenza cinese<br />
che, per la prima volta, nel 2015 ha<br />
iniziato a esportare in maniera significativa.<br />
La Cina è infatti diventata un<br />
esportatore netto e sta aumentando<br />
le vendite in tutti gli altri paesi asiatici,<br />
creandoci qualche problema. Lo scenario<br />
a cui eravamo abituati, con<br />
Germania e Italia a dominare nella<br />
produzione di macchine per il packaging,<br />
è destinato a diventare tripolare.<br />
C’è però un’altra partita che le aziende<br />
italiane si trovano a giocare e che i<br />
dati finora descritti “nascondono”.<br />
Quale?<br />
Quella delle dimensioni. Il nostro settore<br />
si sta progressivamente polarizzando<br />
tra aziende grandi e realtà troppo<br />
piccole per assicurare un presidio<br />
costante e puntuale dei mercati lontani.<br />
In pratica, i grandi diventano sempre<br />
più grandi e i piccoli restano piccoli<br />
e fanno fatica ad esportare.<br />
Le grandi società<br />
italiane del settore,<br />
socie di Ucima,<br />
hanno deciso<br />
di scommettere su<br />
Ipack-Ima 2018,<br />
per riaffermare<br />
in Italia una fiera<br />
in grado<br />
di competere<br />
con le omologhe<br />
internazionali<br />
sorse per pensare a un futuro troppo<br />
lontano. Le grandi, che sanno che<br />
bisogna crescere e continuano a fare<br />
acquisizioni. E infine quelle che devono<br />
decidere se acquisire o farsi<br />
acquisire...<br />
In ogni caso oggi il contesto appare<br />
ben più incoraggiante rispetto ai peggiori<br />
anni della crisi…<br />
In realtà di anni difficili il nostro settore<br />
ne ha visti pochi. Solo nel 2009 il<br />
comparto ha subito una contrazione<br />
dei volumi. Poi siamo stati tra i primi<br />
a riagganciare i numeri precedenti<br />
alla crisi. D’altronde i nostri clienti<br />
sanno che non possono smettere di<br />
investire per più di due o tre anni: il<br />
loro parco macchine invecchia rapidamente,<br />
con l’effetto di aumentare<br />
i costi di produzione.<br />
È possibile quantificare i primi benefici<br />
del Piano nazionale Industria 4.0 per<br />
i costruttori di macchine per il confezionamento?<br />
I concetti chiave di Industria 4.0 non ci<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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packaging<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
hanno colto alla sprovvista: connettività,<br />
efficienza, raccolta ed elaborazione<br />
dei big data, manutenzione predittiva<br />
e gestione da remoto degli<br />
impianti fanno parte da sempre del<br />
nostro Dna e appartengono alla nostra<br />
cultura industriale. In termini di<br />
prodotti, la maggior parte delle nostre<br />
aziende era infatti già molto vicina ai<br />
parametri tecnici previsti nelle circolari<br />
ministeriali.<br />
Il programma di incentivi varato dal<br />
governo ha avuto comunque il merito<br />
di stimolare gli investimenti da parte<br />
dei clienti. Le vendite sul mercato italiano<br />
sono dinamiche da alcuni anni<br />
ma hanno ricevuto dal secondo semestre<br />
dello scorso anno una ulteriore<br />
spinta grazie appunto al piano<br />
Industry 4.0. All’incremento del 9,8%<br />
registrato a fine 2016, è infatti seguito<br />
un ulteriore +6,5% nel primo trimestre<br />
di quest’anno.<br />
La manovra fiscale sta funzionando<br />
bene, in qualche settore addirittura<br />
benissimo. Il ministro dello Sviluppo<br />
economico, Carlo Calenda, che conosce<br />
bene i problemi della nostra industria,<br />
da cui proviene, ha fatto un ottimo<br />
lavoro. Il piano è efficace,<br />
semplice, comprensibile, senza gli<br />
eccessi burocratici che spesso appesantivano<br />
i provvedimenti precedenti.<br />
Ora, però, tutti ci aspettiamo che l’operazione<br />
prosegua oltre l’orizzonte<br />
temporale fissato a giugno 2018: solo<br />
così può diventare davvero efficace e<br />
contribuire a trasformare il nostro sistema<br />
produttivo. Serve più tempo,<br />
inoltre, perché si rafforzino le collaborazioni<br />
avviate fra aziende private e<br />
centri di eccellenza come i politecnici.<br />
In sintesi: il piano sta consentendo di<br />
rinnovare il datato parco macchine<br />
italiano, ma ora ci auguriamo che si<br />
trovi la maniera di prolungarlo e renderlo<br />
strutturale.<br />
Esportazioni di macchine per il packaging per aree geografiche, 2016<br />
Qual è il servizio offerto da Ucima ai<br />
suoi soci su questo provvedimento?<br />
La nostra associazione si è subito<br />
mossa a ogni livello per supportare<br />
sia le aziende associate sia i loro clienti.<br />
I nostri funzionari associativi – oltre<br />
ad aver partecipato attivamente ai<br />
tavoli governativi di definizione del<br />
Piano – hanno attivato importanti<br />
servizi ad hoc: visto che le richieste di<br />
chiarimenti su questo tema sono<br />
molte, abbiamo predisposto un nuovo<br />
servizio di Check Up Macchine con<br />
il rilascio di una Attestazione 4.0, finalizzata<br />
proprio a verificare macchine<br />
e impianti in ottica iperammortamento.<br />
Le applicazioni di Industria 4.0 e IoT<br />
stanno contribuendo a velocizzare<br />
l’adozione da parte della clientela di<br />
tecnologie atte a rendere le fabbriche<br />
produttive sempre più interdipendenti<br />
e dialoganti, automatizzando le<br />
procedure e la produzione, soprattutto<br />
facendo “dialogare” le macchine<br />
e fornendo sempre maggiori informazioni<br />
agli utilizzatori. Ora diventa<br />
però fondamentale il ruolo della formazione<br />
sia dei nostri collaboratori<br />
sia del personale delle aziende clienti,<br />
col fine di evitare il rischio di avere in<br />
casa una Ferrari usandola come una<br />
500. Anche su questo aspetto,<br />
Ucima, che è stata coinvolta direttamente<br />
nella stesura del piano, è in<br />
prima linea con un’offerta formativa<br />
specifica su queste attuali tematiche.<br />
Ipack-Ima 2018 sarà la prima edizione<br />
organizzata dalla nuova versione societaria<br />
nata dalla partnership tra<br />
Ucima e Fiera Milano. Cosa cambierà?<br />
L’acquisizione di Ipack-Ima da parte<br />
della nostra associazione è stata un<br />
importante punto di svolta per il nostro<br />
settore. Non solamente perché<br />
dopo anni, l’unica vera fiera italiana<br />
a vocazione internazionale è tornata<br />
sotto il controllo diretto delle aziende,<br />
ma soprattutto perché le grandi società<br />
italiane, socie di Ucima, hanno<br />
deciso di scommettere su questo<br />
evento, per riaffermare in Italia una<br />
fiera in grado di competere con le<br />
omologhe internazionali e attirare a<br />
casa nostra qualificati operatori da<br />
tutto il mondo. Il primo grande risultato<br />
è il ritorno in fiera di tutti i maggiori<br />
costruttori di macchine italiani,<br />
che avevano in buona parte disertato<br />
le ultime edizioni. Il disegno è quello<br />
di costruire nel tempo una fiera in<br />
Italia che rappresenti a livello internazionale,<br />
per diversità e qualità di assortimento,<br />
il nostro sistema produttivo<br />
nell’ambito del confezionamento.<br />
In questo senso la contemporaneità<br />
con le altre fiere di The Innovation<br />
Alliance creerà un evento di filiera<br />
unico nel suo genere, dove gli operatori<br />
professionali di ogni settore industriale<br />
potranno trovare un’ampia<br />
offerta che va dal processing al<br />
packaging, dalla lavorazione delle<br />
materie plastiche e della gomma alla<br />
stampa industriale, commerciale e<br />
della personalizzazione grafica di imballaggi<br />
ed etichette, fino alla movimentazione<br />
e allo stoccaggio delle<br />
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packaging<br />
merci. Novità importante è che, rispetto<br />
a precedenti casi di contemporaneità<br />
tra fiere diverse, stavolta gli<br />
eventi sono organizzati insieme: si<br />
entra con un biglietto solo e si può<br />
circolare tra una esposizione e l’altra.<br />
Un ulteriore nuovo elemento è l’alleanza<br />
con Interpack, che garantirà a<br />
Ipack-Ima una visibilità e una centralità<br />
mai avute prima e costituirà un<br />
asse fieristico in Europa e nel mondo<br />
in grado di offrire una piattaforma<br />
espositiva completa a espositori e visitatori.<br />
A tutto ciò si aggiungono una maggiore<br />
promozione internazionale,<br />
grazie alla rete di Ucima e Fiera Milano,<br />
e servizi innovativi come, ad<br />
esempio, un intenso programma di<br />
incontri B2B tra espositori e visitatori<br />
internazionali selezionati che potranno<br />
incontrarsi prima virtualmente,<br />
attraverso una innovativa piattaforma<br />
di match-making, e poi in fiera<br />
presso gli stand degli espositori.<br />
Come stanno andando le adesioni?<br />
A circa un anno dalla manifestazione<br />
oltre 600 aziende italiane e straniere<br />
hanno confermato la loro partecipazione<br />
e oltre il 70% degli spazi espositivi<br />
disponibili è già occupato. Le<br />
adesioni rispecchiano la fisionomia<br />
pluri-settoriale della mostra.<br />
Ben oltre la metà delle imprese presenti<br />
porterà in fiera innovazioni tecnologiche<br />
per il comparto dell’agroalimentare:<br />
il 22% delle aziende<br />
espositrici si identifica, infatti, nella<br />
business community Pasta, Bakery &<br />
Milling, confermando Ipack-Ima<br />
come una delle più importanti fiere al<br />
mondo per questo settore industriale.<br />
Anche le aziende che operano nel<br />
comparto del confectionery saranno<br />
ampiamente presenti in fiera (13%<br />
del totale) così come saranno ben<br />
rappresentati gli altri settori dell’industria<br />
alimentare, con particolare focus<br />
sul comparto Fresh & Convenience,<br />
che esprimono un ulteriore 25% delle<br />
aziende iscritte.<br />
Nutrita anche la presenza di realtà<br />
Composizione del FATTURATO TOTALE dei settori, 2014-2016<br />
che operano nel settore del beverage<br />
e – più in generale, uscendo dal settore<br />
food & beverage – di imprese<br />
che presentano soluzioni di liquid<br />
filling (10%) che servono le business<br />
community “non-food” dei settori<br />
chimico e cosmetico (20% del totale).<br />
Questi settori, dall’identità precisa,<br />
si affiancano all’articolato mondo<br />
delle aziende che operano nel confezionamento<br />
per industrial & durable<br />
goods (10%) che spazia, ad esempio,<br />
dall’automotive al fashion, dall’arredamento<br />
all’edilizia e alle costruzioni.<br />
Altrettanto importante la presenza in<br />
fiera delle aziende attive nei diversi<br />
settori trasversali al processo e confezionamento<br />
primario: un ampio<br />
spazio sarà infatti occupato dalle<br />
aziende che operano nei settori labelling,<br />
tracking, coding e marking<br />
e che proporranno lo stato dell’arte<br />
su tematiche importanti che spaziano<br />
dalla sicurezza alimentare alla serializzazione<br />
e all’antifalsificazione, come<br />
anche da aziende che producono<br />
materiali innovativi, packaging secondario<br />
e soluzioni di fine linea.<br />
Altamente rappresentativa anche la<br />
partecipazione delle aziende a Meat-<br />
Tech, l’unica manifestazione italiana<br />
dedicata alla filiera produttiva dell’industria<br />
della carne, con le aziende<br />
leader in fiera per presentare le ultime<br />
novità non solo in termini di tecnologia<br />
di processo, confezionamento,<br />
conservazione e refrigerazione, ma<br />
anche con una ricca offerta di ingredienti,<br />
spezie, additivi per la lavorazione<br />
delle carni.<br />
In cosa volete che si differenzi l’evento<br />
di Milano rispetto a Interpack o ad altre<br />
mostre del settore?<br />
Ipack-Ima si svolge nella capitale del<br />
design, sia legato alla moda sia ai mobili.<br />
Vorremmo che Milano diventasse<br />
il luogo di riferimento anche del design<br />
per il confezionamento. È una<br />
ricchezza che abbiamo soltanto noi e<br />
su cui vogliamo puntare.<br />
Quali sono i temi fondamentali che state<br />
preparando per questa edizione?<br />
Ipack-Ima 2018 rappresenterà anche<br />
un importante appuntamento culturale<br />
per approfondire alcuni grandi<br />
temi trasversali per il nostro settore:<br />
anticontraffazione, e-commerce, sostenibilità<br />
e l’evoluzione di Industry 4.0<br />
saranno i file rouge che caratterizzeranno<br />
la fiera.<br />
Un focus importante sarà inoltre dedicato<br />
ai materiali innovativi, funzionalizzati<br />
e agli imballi per il segmento<br />
premium, che saranno esposti nel<br />
nuovo salone satellite, Ipack-Mat.<br />
Organizzato in sinergia con Plast e<br />
Print4All, Ipack-Mat ospiterà materie<br />
prime, semilavorati e componenti<br />
per prodotti e imballaggi ad alto<br />
valore aggiunto e contenitori innovativi.<br />
Il nostro obiettivo è quello di<br />
dar vita a una fucina di idee e spunti<br />
creativi per le funzioni strategiche<br />
aziendali, dalla ricerca & sviluppo al<br />
marketing.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
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packaging<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Quali iniziative avete intrapreso per<br />
richiamare più visitatori internazionali?<br />
È fondamentale la collaborazione delle<br />
aziende che hanno già iniziato a<br />
promuovere la fiera presso i loro principali<br />
clienti internazionali. Abbiamo<br />
inoltre rafforzato la promozione nel<br />
mondo, attraverso, ad esempio, la<br />
partecipazione alle principali fiere nel<br />
mondo, dove Ucima organizza i padiglioni<br />
italiani ed è stata avviata una<br />
capillare campagna di comunicazione<br />
su tutti i principali mercati con particolare<br />
focus in Sud America, Africa e<br />
Medio Oriente ed Europa Orientale,<br />
cioè le aree tradizionalmente meno<br />
presenti a Interpack.<br />
Ci sono le premesse per un evento<br />
all’altezza della produzione tecnologica<br />
italiana…<br />
Un problema che ci angustiava era il<br />
fatto di non avere una fiera adeguata<br />
al nostro ruolo di secondo paese al<br />
mondo nella costruzione di macchine<br />
per l’imballaggio. Una delle cause di<br />
questa carenza era proprio lo scollamento<br />
fra mondo dei costruttori ed<br />
organizzatori fieristici. Adesso la fiera<br />
appartiene ai costruttori, la ferita si è<br />
rimarginata e possiamo finalmente<br />
pensare in grande.<br />
Nella progettazione delle macchine<br />
di Goglio quali sono le innovazioni<br />
implementate negli ultimi anni, soprattutto<br />
in ottica Industria 4.0?<br />
Goglio è da oltre 165 anni nel mercato<br />
dell’imballaggio flessibile e degli<br />
impianti di confezionamento.<br />
L’innovazione e la capacità di anticipare<br />
le richieste hanno da sempre<br />
caratterizzato la sua attività. Tuttavia<br />
l’innovazione sul prodotto, da sola,<br />
non è più sufficiente a garantire una<br />
buona differenziazione dai concorrenti.<br />
Oggi però le tecnologie 4.0, in<br />
particolare l’IoT, consentono non<br />
solo di innovare macchine, ma di innovare<br />
soprattutto i servizi. Goglio<br />
da diversi anni ha cominciato a proporre<br />
ai propri clienti innovativi contratti<br />
full service che sono costruiti<br />
Macchina G CAP 6<br />
di Goglio per il<br />
confezionamento<br />
in capsule<br />
Un intervento<br />
tecnico di Goglio<br />
con supporto realtà<br />
aumentata<br />
su tablet<br />
sulla base del collegamento H24<br />
delle macchine e delle linee di confezionamento<br />
al cloud Goglio. Il più<br />
completo e innovativo dei servizi<br />
offerti si spinge a garantire al cliente,<br />
per il periodo di durata del contratto,<br />
la resa dei suoi impianti. Questa<br />
formula riduce al cliente tutti i rischi<br />
connessi alla gestione delle proprie<br />
linee spostandone la responsabilità<br />
sul costruttore degli impianti.<br />
Non soltanto facciamo manutenzione,<br />
ma continuiamo a migliorare e aggiornare<br />
gli impianti già installati. Si tratta<br />
di una svolta nel rapporto fra costruttore<br />
e utilizzatore. Industry 4.0 cambia<br />
il modello di business e rende disponibili<br />
servizi che prima non c’erano.<br />
Per concludere, può dirmi un obiettivo<br />
che tiene molto a raggiungere<br />
come vicepresidente di Ucima?<br />
Condivido col Presidente Aureli l’obiettivo<br />
di incrementare il numero di<br />
aziende associate. Vogliamo cioè<br />
consolidare i risultati raggiunti negli<br />
ultimi quattro anni e portare il numero<br />
di associati attorno ai 200,<br />
sulle 600 aziende censite in Italia.<br />
Crediamo infatti che in particolare le<br />
aziende di medie e piccole dimensioni<br />
non possano restare fuori dal nostro<br />
sodalizio perché sono quelle che potrebbero<br />
beneficiare di più dei servizi<br />
altamente professionali offerti dai nostri<br />
uffici. Mi impegnerò inoltre a rafforzare<br />
i servizi offerti per supportare<br />
l’internazionalizzazione degli associati.<br />
Abbiamo intanto ristrutturato la nostra<br />
sede a Baggiovara, in provincia<br />
di Modena, che ora consente di offrire<br />
servizi a 360 gradi agli associati.<br />
Tra le attività fondamentali della sede<br />
ricordo: la formazione, con la Scuola<br />
Beni Strumentali specifica per i costruttori<br />
di macchine; la comunicazione,<br />
con il Centro Stampa; e le ricerche<br />
di mercato, con il Centro<br />
Studi, oggi impegnato non solo a<br />
dare una fotografia del settore, ma<br />
anche a prevedere i trend che si affermeranno<br />
in futuro.<br />
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packaging<br />
VENTOSE UNIVERSALI PER IMBALLAGGI IN FLOWPACK<br />
L’innovativa ventosa Serie FPC di<br />
Coval è adatta alla manipolazione<br />
delle confezioni in flowpack.<br />
L’imballaggio in flowpack presenta<br />
numerosi vantaggi: un<br />
contatto alimentare diretto,<br />
una vasta superficie di presa,<br />
numerose applicazioni in svariati<br />
settori di attività quali la frutta<br />
e gli ortaggi freschi, l’industria<br />
agroalimentare, la cosmetica,<br />
alte cadenze e basso costo.<br />
Nella manipolazione con il vuoto<br />
la flessibilità della ventosa rappresenta<br />
un ostacolo, perché è<br />
sinonimo di rischio di perdita di<br />
aderenza, con la conseguente<br />
difficoltà della presa del prodotto<br />
e la necessità di un aumento di<br />
potenza per compensare.<br />
Coval ha accettato la sfida e ha<br />
messo a punto la ventosa Serie<br />
FPC: progettata per questo tipo<br />
di presa, che aderisce sul prodotto<br />
a prescindere dalla forma<br />
e dal materiale e che permette<br />
di rispettare elevate cadenze.<br />
In quest’ottica Coval ha lavorato<br />
con costruttori di macchinari di<br />
packaging, tenendo conto delle<br />
loro esigenze e sottoponendo le<br />
diverse evoluzioni del prodotto<br />
a differenti test effettuati in situazioni<br />
reali.<br />
La Serie FPC si basa su quattro<br />
punti di forza :1) una forma a<br />
corolla con labbra sottili e ondulate<br />
per aderire completamente<br />
alle forme dell’imballaggio;<br />
2) sporgenze interne<br />
che permettono di ottimizzare<br />
il vuoto evitando qualsiasi tipo<br />
di deformazione del prodotto e<br />
consentendo di rafforzare la<br />
presa; 3) inserti equipaggiati di<br />
un diffusore di vuoto laterale<br />
che evita le perdite durante la<br />
fase di presa del prodotto; 4)<br />
materiale compatibile con le<br />
normative alimentari: silicone<br />
azzurro e inserto in plastica.<br />
Il silicone è il materiale consigliato<br />
per la sua tenuta alle alte temperature<br />
e la sua compatibilità<br />
alimentare. Gli inserti di plastica<br />
sono anch’essi conformi alle<br />
normative alimentari.<br />
Il colore azzurro degli inserti di<br />
plastica ne semplifica la localizzazione<br />
mediante i sistemi di rilevamento<br />
visivo sulle catene di<br />
produzione e confezionamento.<br />
L’ottima tenuta stagna delle<br />
ventose Serie FPC evita di sovradimensionare<br />
il generatore<br />
di vuoto, il che permette un<br />
sensibile risparmio energetico.<br />
BEST PACKAGING 2018 ENTRA NEL MONDO DEL DESIGN<br />
Non c’è innovazione senza design. Il design è il progetto, completo<br />
dall’A alla Z, a partire dal prodotto contenuto. Un packaging innovativo<br />
e funzionale è sempre frutto di un corretto design, che abbia<br />
tenuto conto delle prestazioni dei materiali, dell’interazione eventuale<br />
con il prodotto, delle esigenze di protezione o conservazione,<br />
della macchinabilità, della funzionalità per l’utente e quindi delle<br />
esigenze dell’ambiente. Con questi presupposti, ormai da quattro<br />
edizioni, i finalisti del contest Best Packaging sono in mostra, durante<br />
la Milano Design Week, nel distretto di Brera, con successo di<br />
visitatori professionali e non. E con questi presupporti gli ideatori<br />
del Brera Design District hanno deciso di appoggiare la manifestazione,<br />
riconoscendo al packaging, in modo ufficiale e con la giusta<br />
auctoritas, la dignità di oggetto e prodotto di design.<br />
Dalla prossima edizione, Brera Design District patrocinerà il contest,<br />
ormai ultrasessantenne, che premia i migliori packaging con l’Oscar<br />
dell’imballaggio.<br />
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L’edizione 2018 sarà incentrata sull’innovazione tecnica e delle tecnologie<br />
e sarà organizzata in collaborazione con Ipack-Ima 2018,<br />
tra le maggiori fiere mondiali per le tecnologie e i materiali per le<br />
industrie del processing & packaging alimentare e non alimentare<br />
e partner storico del contest. Le iscrizioni sono aperte da fine agosto<br />
e chiuderanno il 30 novembre: per i finalisti sono già in calendario<br />
numerose iniziative, atte a valorizzare le caratteristiche innovative<br />
dei packaging a concorso, a partire da una nuova mostra per la<br />
Milano Design Week, attraverso un’importante campagna media,<br />
e social, per culminare nell’esposizione e premiazione durante<br />
Ipack-Ima, dal 29 maggio al 1 giugno, nel contesto tecnico per<br />
eccellenza di Fiera Milano.<br />
Si confermano infine i supporter già presenti nelle passate edizioni,<br />
a partire da Altroconsumo, per arrivare a Conai, patrocinatore della<br />
ente, fino al Politecnico di Milano, patrocinatore della Sezione<br />
speciale Quality Design.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
61
nonsolofood<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />
Mostre<br />
Pavia, Castello Visconteo<br />
LONGOBARDI. UN POPOLO<br />
CHE CAMBIA LA STORIA<br />
Dal 1 settembre al 3 dicembre <strong>2017</strong><br />
Un grande evento internazionale. Nord e Sud<br />
Italia uniti per la più importante mostra mai<br />
realizzata sui Longobardi. Dal 1 settembre al<br />
Castello di Pavia, dal 15 dicembre al MANN<br />
di Napoli e ad aprile 2018 al Museo Statale<br />
Ermitage di San Pietroburgo.<br />
Pavia torna capitale del “Regnum Langobardorum”<br />
e Napoli si fa portavoce del ruolo<br />
fondamentale del Meridione nell’epopea<br />
degli “uomini dalla lunghe barbe” e nella<br />
mediazione culturale tra Mediterraneo e<br />
nord Europa.<br />
Una collaborazione internazionale a tre –<br />
Musei Civici di Pavia, Museo Archeologico<br />
Nazionale di Napoli e Museo Statale Ermitage<br />
– è alla base della realizzazione di una mostra<br />
che, per gli studi scientifici svolti, l’analisi del<br />
contesto storico italiano e più ampiamente<br />
mediterraneo ed europeo, per gli eccezionali<br />
materiali esposti, quasi totalmente inediti,<br />
e per le modalità espositive, si preannuncia<br />
“epocale”. Si tratta del punto di arrivo di oltre<br />
15 anni di nuove indagini archeologiche, epigrafiche<br />
e storico-politiche su siti e necropoli<br />
altomedievali, frutto del rinnovato interesse<br />
per un periodo cruciale della storia Italiana<br />
ed europea. Con l’appoggio scientifico e la<br />
collaborazione fattiva del Mibact, la mostra si<br />
presenta come un vero evento già nei numeri.<br />
Oltre 300 le opere esposte; più di 80 i musei<br />
e gli enti prestatori; oltre 50 gli studiosi<br />
Pluteo marmoreo con agnello<br />
coinvolti nelle ricerche e nel catalogo edito<br />
da Skira; 32 i siti e i centri longobardi rappresentati<br />
in mostra; 58 i corredi funerari<br />
esposti integralmente; 17 i video originali<br />
e le installazioni multimediali (touchscreen,<br />
oleogrammi, ricostruzioni 3D, ecc.); 3<br />
le cripte longobarde pavesi, appartenenti a<br />
soggetti diversi, aperte per la prima volta al<br />
pubblico in un apposito itinerario; centinaia<br />
i materiali dei depositi del MANN vagliati<br />
dall’Università Suor Orsola Benincasa, per<br />
individuare e studiare per la prima volta i<br />
manufatti d’epoca altomedievale conservati<br />
nel museo napoletano.<br />
Curata da Gian Pietro Brogiolo e Federico<br />
Marazzi con Ermanno Arslan, Carlo Bertelli,<br />
Caterina Giostra, Saverio Lomartire e<br />
Fabio Pagano e con la direzione scientifica<br />
di Susanna Zatti, Paolo Giulierini e Yuri<br />
Piotrovsky, la mostra organizzata da Villaggio<br />
Globale International consentirà - a differenza<br />
di precedenti eventi - di dare una visione<br />
complessiva e di ampio respiro (dalla metà<br />
del VI secolo, dalla presenza gotica in Italia,<br />
alla fine del I millennio) del ruolo, dell’identità,<br />
delle strategie, della cultura e dell’eredità<br />
del popolo longobardo che nel 568, guidato<br />
da Alboino, varca le Alpi Giulie e inizia la<br />
sua espansione sul suolo italiano: una terra<br />
divenuta crocevia strategico tra Occidente<br />
e Oriente, un tempo cuore dell’Impero<br />
Romano e ora sede della Cristianità, ponte<br />
tra Mediterraneo e Nord Europa. “Un popolo<br />
che cambia la storia” ricostruisce dunque le<br />
grandi sfide economiche e sociali affrontate<br />
dai Longobardi e riflette sulle relazioni e sulle<br />
mediazioni culturali che dominarono quei secoli<br />
di guerre e scontri, alleanze strategiche e<br />
grandi personalità.<br />
http://www.mostralongobardi.it<br />
Domodossola, Verbano-Cusio-Ossola,<br />
Casa De Rodis<br />
TRA GUERCINO E DE NITTIS.<br />
DUE COLLEZIONI SI INCONTRANO<br />
Fino al 28 Ottobre <strong>2017</strong><br />
L’esposizione, realizzata in collaborazione<br />
con la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno,<br />
racconta la storia di due collezionisti,<br />
Antonio Ceci (1852-1920) e Alessandro<br />
Guercino – Sacra Famiglia<br />
Poscio (1928-2013): chirurgo marchigiano<br />
di adozione pisana il primo, imprenditore<br />
piemontese con la passione per la pittura<br />
il secondo. Per la prima volta un nucleo di<br />
opere delle loro collezioni vengono messe<br />
a confronto, evidenziando accostamenti e<br />
suggestioni inaspettati ma profondamente<br />
in sintonia.<br />
In mostra i segreti e le passioni di entrambi<br />
i collezionisti che riflettono comuni interessi<br />
artistici: dai ritratti ai paesaggi, da<br />
vedute che inquadrano la natura a stretto<br />
contatto con l’uomo, a sguardi che comunicano<br />
i misteri e i fascini di storie lontane,<br />
quanto vicine. Da Ascoli Piceno arrivano<br />
a Domodossola, tra gli altri, un gruppo<br />
prezioso di disegni di artisti quali Pietro<br />
da Cortona, Guercino, Luca Giordano<br />
e Domenico Morelli, ma anche tele affascinanti<br />
quali i suggestivi paesaggi ad<br />
olio di Alessandro Magnasco e Francesco<br />
Zuccarelli, la sublime Passeggiata amorosa<br />
di Pelizza da Volpedo, l’incantevole Pax di<br />
Luigi Nono. Della collezione Poscio invece<br />
si possono ammirare il luminoso Sole d’ottobre<br />
di Carlo Fornara, Veduta delle Alpi<br />
Lepontine di Giovanni Battista Ciolina, la realistica<br />
quanto magica Stradina a Settignano<br />
di Telemaco Signorini, due romantici e intensi<br />
paesaggi di Antonio Fontanesi e una fitta<br />
Querceta di Giovanni Fattori.<br />
Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si<br />
incontrano è anche l’occasione per studiare<br />
opere ancora inedite e mai presentate<br />
al grande pubblico, come nel caso del San<br />
Gerolamo, attribuito al pittore caravaggesco<br />
Lionello Spada o alla deliziosa Vergine in<br />
preghiera del giovane Sassoferrato.<br />
“Questa mostra rappresenta un’occasione<br />
unica e importante per due motivi. In primis<br />
perché è pensata per sovvenzionare un<br />
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nonsolofood<br />
intervento di restauro di un’opera che viene<br />
dai luoghi terremotati dell’ascolano”, afferma<br />
Stefano Papetti, curatore della mostra<br />
e direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli<br />
Piceno. “Inoltre è molto interessante anche<br />
dal punto di vista scientifico, perché per la<br />
prima volta vengono messe in relazione due<br />
importanti collezioni, Ceci e Poscio, tra le<br />
quali abbiamo rilevato una singolare uniformità<br />
nelle scelte: entrambe hanno due<br />
nuclei di pittura ottocentesca e dipinti antichi,<br />
prevalentemente della collezione Ceci,<br />
dedicati soprattutto al tema del paesaggio”.<br />
Una mostra dunque che aiuta il patrimonio<br />
artistico marchigiano ferito e che consente<br />
di dare nuova luce a colori e forme che appartengono<br />
alla nostra storia e sono tasselli<br />
della nostra identità. Del resto, l’arte del collezionare<br />
l’arte è un modo per non disperdere,<br />
per accrescere sapere e per tramandare.<br />
“L’espressione ‘appassionata incompetenza’,<br />
apparentemente contraddittoria, orgogliosamente<br />
modesta, commercialmente<br />
inefficace nell’attestare una mancanza di<br />
sapere, è il cuore della collezione iniziata da<br />
mio marito e da me profondamente condivisa”,<br />
racconta Paola Poscio. “Passione<br />
che coinvolge e sorprende anima e cuore...<br />
incompetente perché la scelta delle opere<br />
avviene fuori da ogni schema accademico,<br />
quasi per un’istintiva folgorazione, per la<br />
forza e l’intensità dell’emozione che suscita.<br />
È una raccolta di opere che - nel corso di<br />
oltre 50 anni - attraversa con disinvoltura<br />
epoche, linguaggi, stili diversi, ognuna episodio<br />
di un’avventura fatta di incontri, occasioni<br />
fortunate, rivelazioni e innamoramenti,<br />
diventando una sorta di diario”.<br />
La mostra è anche una bella occasione per<br />
scoprire Casa De Rodis, luogo in cui una<br />
parte della collezione Poscio è esposta.<br />
Palazzetto di origine medioevale in Piazza<br />
Mercato, un tempo dimora della famiglia<br />
De Rodis, di antica nobiltà antigoriana.<br />
L’antica dimora è stata oggetto di un’attenta<br />
ristrutturazione che da una parte<br />
ha recuperato tutti gli elementi storicoarchitettonici<br />
e dall’altra ha saputo reinterpretare<br />
in chiave moderna le caratteristiche<br />
dell’edificio e la sua storia. Dal centro<br />
storico di Domodossola inoltre è possibile<br />
avventurarsi alla scoperta della cosiddetta<br />
Valle dei Pittori, la Val Vigezzo, conosciuta<br />
per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti,<br />
alcuni dei quali esposti in mostra,<br />
come Lorenzo Peretti Junior, Carlo Fornara<br />
e Giovanni Battista Ciolina. La valle si snoda<br />
da Domodossola fino al confine svizzero,<br />
verso Locarno, attraverso un suggestivo<br />
tragitto percorribile anche con il trenino panoramico<br />
della “Vigezzina”.<br />
http://www.collezioneposcio.it/<br />
Libri<br />
Marino Livolsi<br />
Il riformismo mancato. Milano e l’italia<br />
dal dopoguerra a tangentopoli<br />
Bollati Boringhieri<br />
Ci fu una stagione,<br />
a Milano, nella<br />
quale le giunte di<br />
sinistra tentarono<br />
seriamente di avviare<br />
un vero percorso<br />
di riforme. Avvenne<br />
tra la fine degli anni<br />
settanta e gli anni<br />
ottanta. Il fallimento<br />
di quell’esperienza,<br />
e poi l’irrompere della «Milano da bere»<br />
e di Tangentopoli, sancirono al contrario<br />
quella distanza tra cittadini e politica che<br />
ancora contraddistingue il nostro Paese.<br />
L’occhio del sociologo percorre in questo libro<br />
settant’anni di storia da una prospettiva<br />
originale e poco battuta: ne esce un Paese<br />
sospeso tra un autentico desiderio di partecipazione<br />
pubblica e il predominio della vita<br />
privata, tra le istanze riformatrici di pochi<br />
e un caparbio conservatorismo diffuso, tra<br />
elevati slanci culturali di alcuni e un mai sconfitto<br />
analfabetismo profondo, tra la curiosità<br />
del mondo al di là delle Alpi e la persistente<br />
atmosfera provinciale. Milano e l’Italia sono<br />
e sono state tutte queste cose, e per capire il<br />
nostro presente (non necessariamente solo<br />
milanese) la narrazione di Livolsi è illuminante.<br />
Quella che si chiama la «società civile», in<br />
quei settant’anni è cambiata non tanto per<br />
azione della politica, ma ascoltando i cantanti,<br />
guardando i film, i programmi televisivi,<br />
i telegiornali, leggendo le riviste patinate,<br />
i fotoromanzi e i libri pubblicati dai grandi<br />
editori. Come sempre, mentre l’Italia si stava<br />
trasformando, la politica non avvertiva che il<br />
cambiamento era in atto.<br />
http://www.bollatiboringhieri.it<br />
Alessandro Barbero<br />
Federico il Grande<br />
Sellerio editore<br />
Palermo<br />
Vita e avventure di<br />
Federico II, re di Prussia:<br />
ribelle, amante<br />
della musica e delle<br />
lettere, amico dei filosofi.<br />
Figura contraddittoria,<br />
enigma sfuggente, e quindi soggetto<br />
ideale per una biografia. Da giovane era<br />
stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre<br />
violento e militarista; amava la musica,<br />
suonando e componendo con estro; leggeva<br />
instancabilmente, e la conversazione con<br />
i filosofi era nella sua giornata la cosa più<br />
importante; dichiarava il re «il primo servitore<br />
dello Stato» e la «corona un cappello<br />
che lascia passare la pioggia». Eppure, in<br />
una politica europea già spregiudicata,<br />
Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo,<br />
strumento della volontà di potenza<br />
entrata – secondo alcuni storici – nei geni<br />
maligni dell’Europa futura; era sleale e ingrato,<br />
«il malvagio uomo» lo chiamava<br />
Maria Teresa d’Austria. Si reputava un philosophe<br />
innanzitutto: strano philosophe<br />
che disprezzava l’umanità. Figura doppia,<br />
contraddittoria, enigma sfuggente, e quindi<br />
soggetto ideale per una biografia.<br />
Alessandro Barbero – storico, storico militare,<br />
premiato scrittore di romanzi storici, curatore<br />
di programmi culturali in televisione<br />
– parte dal dettaglio della vita quotidiana del<br />
monarca prussiano, per condurre il lettore a<br />
riflettere su cos’è la grandezza nella storia,<br />
e cos’era nel Settecento la grandezza. In un<br />
procedere incalzante e pieno di brio, come<br />
una conversazione, che rende l’esattezza del<br />
saggio seducente quanto un bel racconto.<br />
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Pertanto non può essere rilasciata fattura.<br />
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Direttore responsabile: Francesco Goi<br />
Finito di stampare il 15/09/17 presso Imprimart S.r.l.<br />
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