Magazine Avventista - Nº 12 - Nov/Dic 2017
3 Intervista: Perché sono uscito dalla chiesa - Perché sono rimasto nella chiesa 4 Focus - La s da 72.1 5 Dossier - Perché i nostri ragazzi 9 Salute - In generale, la salute non è una questione di fortuna 11 Testimonianza - Racconto del viaggio umanitario "Connexion Cambodge" 13 Omaggio a Anna Clara Zürcher 13 Libretto rosa
3 Intervista: Perché sono uscito dalla chiesa - Perché sono rimasto nella chiesa
4 Focus - La s da 72.1
5 Dossier - Perché i nostri ragazzi
9 Salute - In generale, la salute non è una questione di fortuna
11 Testimonianza - Racconto del viaggio umanitario "Connexion Cambodge"
13 Omaggio a Anna Clara Zürcher
13 Libretto rosa
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SALUTE<br />
IN GENERALE, LA SALUTE NON È UNA QUESTIONE DI FORTUNA<br />
Un uomo su due e una donna su tre avrà un cancro nel corso della<br />
vita. Questi dati sono molto tristi ma è necessario citarli perché<br />
non si parla di sfortuna, nonostante molte persone ne siano ancora<br />
convinte. Nel gennaio 2016 la rivista scientifica Nature 1 ha costatato<br />
che i fattori intrinseci contribuiscono tra il 10% e il 30% al rischio<br />
di soffrire di un cancro nel corso della propria vita.<br />
È impressionante sapere che l'87% dei decessi in Europa è provocato<br />
da quelle che noi chiamiamo le malattie non trasmissibili<br />
(MNT), ovvero non contagiose. Tra queste malattie, le quattro più<br />
importanti in termini di decessi sono quelle cardiovascolari, il diabete,<br />
il cancro e le malattie polmonari<br />
croniche. Solo queste quattro malattie<br />
provocano 3 morti su 10 in Europa.<br />
Un aspetto di questo argomento che<br />
mi dispiace è sapere che, anche se siamo<br />
riusciti a diminuirne il numero, le<br />
morti in seguito a queste malattie sono<br />
sempre più frequenti.<br />
Nel 2011, l'OMS è stata particolarmente<br />
chiara sulla situazione delle<br />
MNT 2 a livello mondiale: il diabete può<br />
essere prevenuto nel 90% dei casi, le<br />
malattie cardiache nell'80% dei casi,<br />
gli ictus nel 70% dei casi, così come il<br />
cancro. Mi rattrista sapere che la maggior<br />
parte delle morti è causata da<br />
uno stile di vita che potrebbe essere<br />
migliorato da un'alimentazione sana,<br />
da attività fisica e perfino evitando il<br />
tabacco e l'alcol.<br />
Nell'ottobre scorso, l'EUFIC (European<br />
Food Information Council) ha dichiarato:<br />
"Le malattie non trasmissibili (MNT)<br />
sono delle patologie croniche (come per esempio le cardiopatie,<br />
i diabeti e i tumori) che insieme rappresentano l'85% delle morti<br />
complessive in Europa. Purtroppo molte di queste malattie sopraggiungono<br />
prematuramente, prima dei 70 anni.<br />
Le MNT possono essere in gran parte evitate, mantenendo il proprio<br />
peso corporeo e uno stile di vita sano. Oltre a un'alimentazione<br />
sana e all'attività fisica, questo comporta evitare l'uso eccessivo<br />
di alcol e di tabacco". 3<br />
Come possiamo costatare, tutto va nello stesso senso: la prevenzione<br />
è necessaria per frenare la grande epidemia di patologie<br />
croniche.<br />
Ma mi chiedo perché, intelligenti come siamo, con le conoscenze<br />
che abbiamo e avendo accesso a tutte le informazioni scientifiche<br />
necessarie, questo tipo di malattie così prevedibili continuino ad<br />
aumentare. A volte finisco per pensare che stiamo combattendo<br />
con una forza che supera il nostro controllo, la nostra forza di volontà.<br />
Che cosa ci porta, nonostante la conoscenza e gli strumenti<br />
per fermare queste malattie che ci fanno morire prima del tempo,<br />
a non seguire i consigli che potrebbero aiutarci a prevenirle? Siamo<br />
davvero così stupidi?<br />
Il problema alla base è che le abitudini della popolazione non<br />
sono, in generale, il frutto delle loro<br />
decisioni. Come fate a non essere liberi<br />
di scegliere cosa mangiare e cosa no?<br />
Beh, la verità è che, anche se mi fa male<br />
dirlo, non si tratta solo di quello che<br />
preferiamo o meno. Molti fattori determinano<br />
cosa consumeremo, se faremo<br />
sport, se fumeremo o se non lo faremo,<br />
etc. Fattori come l'educazione, la scarsa<br />
copertura sociale, il contesto socio-economico<br />
e culturale, la pressione sociale<br />
e la discriminazione razziale.<br />
E noi che beneficiamo di un contesto<br />
socio-economico favorevole, di una<br />
buona copertura sociale, di una buona<br />
educazione o di un buon medico? Dobbiamo<br />
ricordarci di un dato molto importante:<br />
entrano in gioco gli interessi<br />
commerciali dei potenti attori economici.<br />
Per riprendere quanto detto da Margaret<br />
Chan, la direttrice dell'OMS, durante<br />
il suo discorso di apertura dell'8°<br />
conferenza mondiale per la promozione<br />
della salute 4 :<br />
"[...] Lo stile di vita e i comportamenti sani adottati da alcuni incontrano<br />
l'opposizione delle forze che non sono per niente benevole.<br />
Gli sforzi per prevenire le malattie non trasmissibili vanno incontro<br />
agli interessi commerciali dei potenti attori economici. Secondo<br />
me è la più grande sfida affrontata dalla promozione della salute...<br />
Non si tratta più solamente delle grandi industrie di tabacco. La<br />
salute pubblica deve far fronte anche alla grande industria alimentare,<br />
delle bevande e dell'alcol: "Big Food", "Big soda" e "Big<br />
alcohol" (molto cibo, molte bevande gassate, molto alcol). Tutte<br />
[1]<br />
Nature 529, 43–47 (07 January 2016)<br />
[2]<br />
http://www.who.int/nmh/publications/ncd_report2010/fr/<br />
[3]<br />
http://www.eufic.org/fr<br />
[4]<br />
http://www.who.int/dg/speeches/2013/health_promotion_20130610/en/#<br />
[5]<br />
Lancet Global Health, february 2015<br />
queste industrie temono la regolamentazione e si proteggono utilizzando<br />
le stesse strategie che hanno utilizzato le grandi industrie<br />
del tabacco. Alcune ricerche hanno analizzato queste strategie,<br />
che fanno ricorso alla creazione di organismi "d'esposizione", le<br />
promesse di auto regolamentazione, le domande legali e le indagini<br />
finanziate dall'industria stessa. Tutto questo provoca una<br />
confusione sui loro prodotti e mantiene il pubblico nel dubbio.<br />
Le loro strategie ricorrono anche all'uso di regali, sovvenzioni e<br />
contributi a nobili cause, che danno delle proprie industrie l'immagine<br />
di essere aziende rispettabili agli occhi dei politici e del<br />
grande pubblico. Le loro strategie consistono nel presentare delle<br />
argomentazioni che mettono la responsabilità dei danni al livello<br />
di salute sulle persone stesse e presentano le azioni dei governi<br />
come un'interferenza alla libertà personale e alla libertà di scelta.<br />
Questo suppone una grande opposizione".<br />
Parole chiare, concise che contengono una grande verità. L'industria<br />
non s'interessa alla nostra salute; quello che le interessa, è fare<br />
soldi e riempirsi le tasche al prezzo di quello che ci è più prezioso,<br />
la salute. Di conseguenza, educare la popolazione a fidarsi della<br />
propria forza di volontà e fare le scelte giuste rimane un'operazione<br />
complessa. Gli alimenti più malsani sono quelli che hanno<br />
più gusto. Quella miscela di zuccheri e grassi, insieme a un prezzo<br />
stracciato, ci porta in un mondo di piacere da cui è difficile uscire.<br />
La rivista Lancet Global Health5 ha condotto uno studio sul modello<br />
alimentare di circa 4500 milioni di adulti (una delle indagini più<br />
grandi mai realizzate). Ha osservato che il consumo di alimenti sani<br />
è leggermente aumentato in questi ultimi decenni ma il consumo<br />
di alimenti non sani è aumentato ancora di più. Questo studio ne<br />
conclude che la cattiva alimentazione eclissa il nostro consumo di<br />
alimenti sani.<br />
Il contrasto delle forze nel settore pubblicitario è sproporzionato:<br />
la sola società di PepsiCo ha destinato 1700 milioni di dollari alla<br />
pubblicità di prodotti come le patatine Lay's e gli snack a base di<br />
mais fritto. Nello stesso periodo, il Ministero della Salute spagnolo<br />
ha destinato 1,2 milioni di euro, ovvero lo 0,08% del fatturato<br />
precedentemente citato, per la campagna di prevenzione contro<br />
l'obesità infantile intitolata "Prevenire l'obesità infantile ha una<br />
ricompensa: essere in buona salute". Qui le contraddizioni sono<br />
palesi tra la libertà di scelta del consumatore e il controllo statale.<br />
Questo aspetto è estremamente preoccupante. In effetti, bisognerebbe<br />
che i governi creassero delle occasioni che invitino a praticare<br />
attività sportive e a mangiare in modo sano, ma soprattutto<br />
dovrebbero impostare dei limiti al marketing diretto, indiretto o<br />
nascosto del cibo spazzatura.<br />
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