Magazine Avventista - Nº 12 - Nov/Dic 2017
3 Intervista: Perché sono uscito dalla chiesa - Perché sono rimasto nella chiesa 4 Focus - La s da 72.1 5 Dossier - Perché i nostri ragazzi 9 Salute - In generale, la salute non è una questione di fortuna 11 Testimonianza - Racconto del viaggio umanitario "Connexion Cambodge" 13 Omaggio a Anna Clara Zürcher 13 Libretto rosa
3 Intervista: Perché sono uscito dalla chiesa - Perché sono rimasto nella chiesa
4 Focus - La s da 72.1
5 Dossier - Perché i nostri ragazzi
9 Salute - In generale, la salute non è una questione di fortuna
11 Testimonianza - Racconto del viaggio umanitario "Connexion Cambodge"
13 Omaggio a Anna Clara Zürcher
13 Libretto rosa
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MAGAZINE AVVENTISTA GIORNALE BIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE AVVENTISTA DELLA SVIZZERA ROMANDA E DEL TICINO - N°<strong>12</strong> - NOVEMBRE / DICEMBRE <strong>2017</strong><br />
DOSSIER<br />
PERCHÉ I NOSTRI RAGAZZI<br />
ESCONO DALLA CHIESA?
7MOTIVI PER OSSERVARE IL<br />
sabato<br />
1 2<br />
IL SABATO VENIVA OSSERVATO<br />
PRIMA ANCORA CHE LA LEGGE<br />
FOSSE DATA A MOSÈ IN<br />
FORMA SCRITTA.<br />
Genesi 2.1-3<br />
Esodo 16.22-26<br />
3<br />
4 5<br />
GESÙ HA OSSERVATO IL<br />
SABATO E CI HA RACCOMANDATO<br />
DI SANTIFICARLO.<br />
Matteo <strong>12</strong>.<strong>12</strong><br />
Luca 4.16<br />
6<br />
È UN SEGNO<br />
TRA DIO E IL SUO<br />
POPOLO.<br />
IL SABATO È STATO<br />
STABILITO COME BENEFICIO<br />
PER L’UOMO.<br />
Marco 2.27<br />
Ezechiele 20.20<br />
È L’UNICO GIORNO CHE DIO<br />
HA DICHIARATO ESSERE SUO,<br />
“IL GIORNO DEL SIGNORE’’.<br />
IL SABATO VENIVA OSSERVATO<br />
DAGLI APOSTOLI E DALLA CHIESA<br />
CRISTIANA DOPO LA MORTE E LA<br />
RESURREZIONE DI GESÙ.<br />
Matteo 24.20<br />
Luca 23.54-56<br />
Atti 16.<strong>12</strong>-13<br />
Esodo 20.8-11<br />
Marco 2.28<br />
7<br />
IL SABATO FA PARTE DELLA<br />
LEGGE DI DIO CHE È PERFETTA,<br />
ETERNA E IMMUTABILE.<br />
Salmo 19.7<br />
Ecclesiaste 3.14<br />
Ecco alcuni ricordi di qualche giovane che ho incontrato durante<br />
il mio ministero: prima di tutto quella conversazione di una<br />
giovane che mi disse che non invitava le sue amiche in chiesa,<br />
tranne in casi di grande qualità garantita del programma. Poi,<br />
un’altra che mi raccontò di aver fatto di tutto affinché nessuno<br />
al lavoro sapesse che era avventista. Si vergognava di essere<br />
potenziale vista come membro di una setta. O ancora, di quel<br />
battesimo di un giovane di 17 anni: che gioia per quella chiesa<br />
durante la cerimonia! Ma qualche mese dopo, il neo-battezzato<br />
iniziò uno stage che si teneva in sabato. Non è mai più tornato<br />
in chiesa. La lista di ricordi è lunga e le testimonianze attuali di<br />
diversi giovani riportate nelle pagine 2 e 3 confermano questa<br />
tendenza che dura già da un po’ di tempo.<br />
Queste situazioni ci mettono in discussione come chiesa, come<br />
responsabili di chiesa, come genitori, come lo descrive il dossier<br />
di questo numero a pagina 5. Di chi è allora la grande responsabilità<br />
di trasmettere la convinzione di essere cristiano avventista<br />
e questa grande benedizione? Come procedere? Perché le statistiche<br />
parlano chiaro, la maggior parte dei nostri giovani non<br />
crede in noi...<br />
CI dobbiamo imporre una visione a lungo termine. Come rompere<br />
questa dinamica dell’esodo? Come evitare che il bebè appena<br />
nato non lasci la chiesa tra 16 anni? Come preparare e<br />
aiutare i genitori oggi nella trasmissione della loro fede ai nostri<br />
“futuri giovani” di domani? È evidente la constatazione che<br />
risale dai risultati dell’inchiesta presentata in questo numero. I<br />
genitori di oggi sono coloro che possono influenzare i loro figli.<br />
Nonostante ciò, rallegriamoci: non tutti i giovani sono lasciano la<br />
chiesa e questo ci può rallegrare come chiesa. Motivati da questi<br />
giovani che sono determinati a restare nella chiesa, possiamo<br />
noi tutti come genitori, famiglie, pastori,<br />
animatori, membri di chiesa trovare ispirazione<br />
per andare incontro a quelli che<br />
un giorno sono andati via.<br />
Rickson Nobre<br />
Pastore<br />
e segretario FSRT<br />
PATÈ VEGETALE DA SPALMARE<br />
PER 6 PERSONE<br />
Una ricetta di Valérie Lefebvre<br />
- 100g di mollica di pane<br />
- 2 bicchieri e mezzo di<br />
latte (o di acqua)<br />
- Prezzemolo, cerfoglio,<br />
scalogno, aglio a volontà<br />
- 1 cucchiaino di sale fino<br />
- 2 uova<br />
RICETTA<br />
- 200g di funghi<br />
- 70g di burro (o olio<br />
d’oliva)<br />
- 2 cucchaini di lievito<br />
alimentare<br />
- Cenovis<br />
- Noce moscata, cumino,<br />
timo<br />
3<br />
4<br />
5<br />
9<br />
11<br />
13<br />
13<br />
14<br />
Intervista: Perché sono uscito dalla<br />
chiesa - Perché sono rimasto nella chiesa<br />
Focus - La sfida 72.1<br />
Dossier - Perché i nostri ragazzi<br />
escono dalla chiesa?<br />
Salute - In generale, la salute non è<br />
una questione di fortuna<br />
Testimonianza - Racconto del viaggio<br />
umanitario "Connexion Cambodge"<br />
Omaggio a Anna Clara Zürcher<br />
Libretto rosa<br />
Versione francese<br />
Giornale bimestrale della Federazione avventista della<br />
Svizzera Romanda e del Ticino (FSRT)<br />
N°<strong>12</strong> / <strong>Nov</strong>embre - <strong>Dic</strong>embre <strong>2017</strong><br />
Rivista gratuita<br />
Stampato in Germania<br />
Caporedattore: Rickson Nobre - Editore: Dipartimento delle<br />
Comunicazioni FSRT - Redazione a cura di: David Jennah,<br />
Rickson Nobre, Eunice Goi, Pierrick Avelin, Yolande Grezet,<br />
Adriana Stasi - Impaginazione e grafica: Eunice Goi - Redattori<br />
: Pierrick Avelin, Rickson Nobre, Valérie Lefebvre,<br />
Esther Lorente, Eunice Goi - Collaboratori: Alessandra et Sebastiao<br />
Vieira, Yolande Grezet - Traduttore: Serena Zagara,<br />
Tiziana Cala - Correzione a cura di: Odette Cordas,<br />
Geneviève Montégut, Yolande Grezet.<br />
Photo credit<br />
Copertina, pagine 5, 9: Adobe PhotoStock - pagina 1: Divisione<br />
<strong>Avventista</strong> Sudamericana (adatto) - pagina 2: Valérie<br />
Lefebvre - pagine 6, 7, 9: pexels.com - pagine 4, 8: Dipartimento<br />
delle Comunicazioni FSRT - pagine 11, <strong>12</strong>: Alessandra<br />
Vieira - pagina 13: Le famiglie<br />
La responsabilità degli articoli firmati pubblicati su<br />
ADVENTISTE MAGAZINE è dei singoli autori.<br />
1. Inzuppare la mollica di pane nel latte caldo.<br />
2. Tagliuzzare le erbe, lo scalogno e l’aglio.<br />
3. Cucinare i funghi con l’aglio.<br />
4. Mescolare la mollica, i funghi, le erbe,<br />
il sale e le spezie.<br />
5. Cuocere per 15 min con 30g di burro.<br />
Passare tutto con il passaverdure.<br />
6. Fuori cottura aggiungere il lievito, il Cenovis<br />
e il resto del burro<br />
7. Lasciare raffreddare.<br />
Si conserva diversi gioni in frigo e si può<br />
congelare.
INTERVISTA<br />
FOCUS<br />
> I GIOVANI TESTIMONIANO<br />
Intervista a cura di <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong><br />
> LA SFIDA 72.1<br />
PERCHÉ SONO USCITO<br />
DALLA CHIESA<br />
27 anni, Svizzera Infine c'è la preghiera. Ho sentito<br />
troppi "Grazie Signore, abbiamo<br />
chiesto una bella casa<br />
e l'abbiamo avuta"! E tutti<br />
quelli che l'hanno chiesta ma<br />
non l'hanno ricevuta? Questo<br />
vuol dire per caso che Dio fa<br />
delle preferenze? E c'è di peggio.<br />
Che cosa pensare di coloro<br />
che muoiono di fame, di<br />
tumore o negli attentati? Non<br />
hanno pregato abbastanza?<br />
Penso che la forza superiore<br />
(espressione che preferisco,<br />
invece di dire "Dio") abbia dei<br />
piani più grandi e imperscrutabili<br />
rispetto a quanto mi è stato<br />
detto in chiesa.<br />
Questo per dire che c'era troppa<br />
incoerenza e non aveva più<br />
senso. Ecco perché sono uscito<br />
dalla chiesa.<br />
Quello che mi ha fatto<br />
uscire dalla chiesa è la rimessa<br />
in causa del messaggio<br />
trasmesso. Non era tanto per<br />
la forma o per il modo in cui<br />
veniva trasmesso quanto per<br />
la sostanza.<br />
Ho viaggiato e sono entrato<br />
in contatto con altre culture.<br />
Nel mondo ci sono altri dei,<br />
altri valori e ho realizzato che<br />
questi altri dei e valori non<br />
erano meno buoni rispetto al<br />
mio Dio o ai valori che portavo<br />
con me. A volte era vero perfino<br />
il contrario. Questo mi ha<br />
portato a una prima rimessa<br />
in discussione. Per me, un Dio<br />
d'amore universale non sarebbe<br />
presentato solo a una piccola<br />
parte della popolazione,<br />
ancor meno chiedendo a<br />
questa piccola parte di andare<br />
a spiegare al resto del mondo<br />
che sbagliano a credere in<br />
quello che credono.<br />
Poi c'era la dicotomia tra bene<br />
e male. La Chiesa avventista<br />
mi ha insegnato che Dio era<br />
un creatore onnipotente. E mi<br />
dicevo che se ci ha creati, ci<br />
avrebbe creati liberi ma anche<br />
abbastanza intelligenti da non<br />
mangiare la mela. E non è<br />
quello che invece ha fatto. Ci<br />
ha creato con la voglia di andare<br />
a mangiare quella mela,<br />
diventando quindi dei peccatori.<br />
Diventa una questione<br />
piuttosto filosofica ma penso<br />
che il bene e il male facciano<br />
parte dell'equilibrio del mondo.<br />
Quindi il male non deve<br />
essere sradicato ma domato.<br />
E questo mi porta al terzo punto,<br />
il giudizio. Immagino che<br />
l'avventista medio si offenda a<br />
leggere queste parole, affermando<br />
che è Satana a parlare<br />
in me. Questa demonizzazione<br />
mi fa innervosire. Penso che<br />
ci siano delle cose negative<br />
in tutti noi, non c'è qualcuno<br />
migliore degli altri o qualcuno<br />
che meriti di più la salvezza.<br />
40 anni, Francia<br />
Quando frequentavo la<br />
chiesa, c'erano dei gruppetti<br />
dove era davvero difficile entrare,<br />
anche con tanta buona<br />
volontà. Finivo quindi per partecipare<br />
alle attività dell'attività.<br />
Poi da un giorno all'altro<br />
sono sparito e ho notato che<br />
poche persone si erano accorte<br />
della mia assenza.<br />
Quindi sono uscito dalla chiesa<br />
ma il Signore è sempre<br />
nei miei pensieri e cerco di<br />
svolgere la missione che ci ha<br />
affidato.<br />
42 anni, Francia<br />
Guardo il nostro mondo e<br />
quello che promettono le religioni<br />
(tutte); per me, se deve<br />
esserci un mondo migliore,<br />
deve essere adesso, non in<br />
futuro. E d'altronde, chi mi<br />
può promettere che in futuro<br />
ci sarà qualcosa di migliore?<br />
Nessuno è tornato indietro<br />
per raccontarlo.<br />
E la gente, nelle chiese, nelle<br />
sinagoghe e nei tempi, parlano<br />
di alcune cose ma ne<br />
vivono altre. A volte costituiscono<br />
un inferno per gli altri!<br />
La prova, la religione (più in<br />
generale) ha ucciso più vite di<br />
quante non ne abbia salvate;<br />
la si usa male la religione.<br />
Per me, non c'è nessun dio,<br />
forse degli esseri superiori... e<br />
basta! Per tutte queste motivazioni<br />
e altre ancora sono uscito<br />
dalla chiesa da adolescente.<br />
25 anni, Svizzera<br />
Io non vado più in chiesa<br />
per dei motivi professionali,<br />
a causa del sabato. Lavoro<br />
in cucina e il sabato c'è molto<br />
lavoro da fare. Non sono mai<br />
libero e quando ho il giorno<br />
libero, sono sempre molto<br />
stanco. È principalmente per<br />
questo che non vado più in<br />
chiesa. È una cosa personale,<br />
non sono arrabbiato con la<br />
chiesa, mi trovo bene con<br />
tutti.<br />
31 anni, Francia<br />
Con gli anni, le chiese<br />
sono diventate un luogo dove<br />
le persone vengono per mettersi<br />
in mostra, giudicare e<br />
denunciare i passi falsi degli<br />
altri invece di adorare e lodare<br />
il Signore nella Sua casa.<br />
E' triste scoprire che c'è più<br />
amore per Cristo fuori dalla<br />
chiesa che tra le panche della<br />
chiesa stessa. La mia fede resta<br />
la stessa e spero di trovare<br />
una chiesa in cui sentirmi a<br />
mio agio, anche se fare il primo<br />
passo è sempre difficile<br />
dopo una delusione.<br />
PERCHÉ SONO RIMASTO<br />
NELLA CHIESA<br />
22 anni, Svizzera<br />
Penso che il fatto di<br />
avere dei genitori che andassero<br />
in chiesa regolarmente<br />
ha creato un’abitudine fin da<br />
piccola. Poi, ci sono stati 5 o<br />
6 adulti di riferimento che mi<br />
hanno dimostrato amore e<br />
attenzione. C’è stato un piccolo<br />
gruppo di giovani che<br />
ha suscitato in me la voglia<br />
di andare in chiesa. E inoltre,<br />
ho incontrato Dio personalmente.<br />
Tutti questi elementi<br />
hanno reso possibile un incontro<br />
con Dio e mi hanno<br />
invogliato a impegnarmi per<br />
la chiesa. Perché resto nella<br />
chiesa? Quando sto bene con<br />
la mia fede, vado per aiutare<br />
chi era “giù” in chiesa, le persone<br />
che potevano essere più<br />
problematiche (risate) e i problemi<br />
della chiesa in generale.<br />
È la mia fede che mi ha fatto<br />
restare. Ma quando non sto<br />
bene con la mia fede, posso<br />
allora trovare aiuto con alcune<br />
persone della chiesa, i giovani,<br />
per continuare ad andare.<br />
È un sostegno reciproco.<br />
24 anni, Svizzera<br />
Durante l’adolescenza,<br />
sono rimasta nella chiesa grazie<br />
a un gruppo di giovani per<br />
i nostri legami di amicizia, che<br />
mi hanno permesso di motivarmi<br />
ad andare, visto che in<br />
quel momento non avevo più<br />
il legame con Dio che avevo<br />
quando mi sono battezzata. Il<br />
gruppo è stato il connettore<br />
che mi ha invogliato a restare<br />
e ad approfondire la relazione<br />
con Dio.<br />
Successivamente, questo non<br />
mi soddisfaceva abbastanza.<br />
Ho conosciuto altri giovani<br />
cristiani fuori dalla chiesa che<br />
sembravano vivere di più la<br />
loro fede nella vita quotidiana.<br />
Era proprio quello che avevo<br />
bisogno di vedere: come vivere<br />
la fede tutti i giorni della<br />
vita, non solo il sabato in chiesa.<br />
È con questi giovani che<br />
non erano della mia chiesa<br />
che ho approfondito la mia relazione<br />
con Dio. Grazie a loro<br />
ho potuto paragonare diversi<br />
punti di vista. E ho potuto così<br />
vedere di cosa aveva bisogno<br />
la chiesa che frequentavo. Ho<br />
voluto tornare alla mia chiesa<br />
di sempre perché dal punto<br />
di vista teologico era più ricca<br />
rispetto ad altre chiese fuori.<br />
In seguito, nell’approfondire la<br />
mia relazione con Dio, Lui mi<br />
ha trasmesso dei progetti per<br />
la mia chiesa.<br />
È la mia relazione con Dio che<br />
mi ha spinto a continuare ad<br />
andare in chiesa. C’è un equilibro<br />
tra ciò che posso dare e<br />
ciò che posso ricevere.<br />
40 anni, Svizzera<br />
Io non ho lasciato la<br />
chiesa a 18 anni: ci sono arrivato<br />
a 18 anni! Diversamente<br />
dagli altri giovani che lasciano<br />
la chiesa durante l’adolescenza<br />
o all’inizio della vita adulta,<br />
è stato in quel momento che<br />
sono arrivato in chiesa, senza<br />
essere accompagnato da un<br />
membro della mia famiglia.<br />
Ciò è stato possibile grazie<br />
allo studio della Bibbia, ma<br />
soprattutto al modo in cui<br />
sono stato ricevuto. Infatti,<br />
sono stato subito adottato<br />
dalla gioventù della chiesa<br />
che mi ha ricevuto come uno<br />
di loro da sempre. Ciò mi ha<br />
sorpreso grandemente. Mi<br />
invitavano regolarmente a<br />
mangiare il sabato a pranzo e<br />
dopo discutevamo della vita e<br />
della spiritualità. Questo ha<br />
fatto la differenza per me:<br />
ho cercato il pastore per farmi<br />
battezzare e impegnarmi<br />
per la chiesa.<br />
35 anni, Francia<br />
Durante la mia infanzia<br />
e l'adolescenza ho<br />
sperimentato momenti familiari<br />
difficili. La fede dei<br />
miei genitori nonostante i<br />
loro problemi ha segnato<br />
la mia vita. La loro fiducia<br />
in Dio ha dato una forza a<br />
uno, l'altra una notevole<br />
integrità.<br />
Ho visto con i miei occhi<br />
un Dio amorevole, giusto<br />
e presente. Che ha confermato<br />
tutto ciò che ho imparato<br />
in chiesa.<br />
La mia forte e sincera amicizia<br />
con i giovani della mia<br />
chiesa ha finito di creare<br />
questa ancora in Dio e<br />
nella chiesa in me.<br />
21 anni, Svizzera<br />
Sinceramente è come<br />
se andare in chiesa fosse<br />
diventato un bisogno per<br />
poter concentrarsi, incontrare<br />
coloro che condividono<br />
le stesse cose.<br />
È come se incontri i tuoi<br />
compagni di un club di footing.<br />
Vai per l’allenamento<br />
ma anche per trovare coloro<br />
che condividono la stessa<br />
passione e che non trovi<br />
facilmente nella vita di tutti<br />
i giorni.<br />
Questo permette anche di<br />
ricevere un insegnamento<br />
settimanale.<br />
PER RISPONDERE ALL'ARTICOLO<br />
contact@adventistemagazine.com<br />
Tutte le volte che penso al<br />
ministero profetico di Ellen<br />
White, mi torna subito in<br />
mente questa sua frase: "Abbiamo<br />
dato troppa poca attenzione<br />
alla Bibbia; anche il<br />
Signore ha dato origine a una<br />
piccola luce per guidare uomini<br />
e donne verso la luce più<br />
grande" (Evangelism, p. 257).<br />
Per forza, mi direte voi, visto<br />
che è una delle sue citazioni<br />
più conosciute. Ma per me ha<br />
un altro significato: io ho vissuto<br />
questa frase.<br />
Convertito da poco, amavo<br />
Gesù ed ero tutto emozionato<br />
per le cose spirituali e per<br />
le attività di chiesa. Ma facevo<br />
fatica a fare della Bibbia il<br />
mio libro preferito e anche se<br />
avevo accettato il ministero<br />
profetico di Ellen White non<br />
sapevo bene come approcciarmi<br />
a esso. Vedevo questi<br />
scritti come austeri.<br />
Ma un giorno qualcuno mi ha<br />
presentato questo piano di<br />
lettura della Bibbia accompagnato<br />
da quelle che considero<br />
tra le migliori opere di Ellen<br />
White, la serie che ha come<br />
obiettivo finale l'eternità (i libri<br />
Patriarchi e profeti, Profeti<br />
e re, Gesù di Nazaret, Parole<br />
di vita, Gli uomini che vinsero<br />
un impero e Il gran conflitto).<br />
Nonostante la difficoltà iniziale<br />
di ritagliarsi del tempo<br />
per la lettura della Bibbia e di<br />
un capitolo di questi libri, mi<br />
sono subito lasciato appassionare<br />
da questo esercizio.<br />
Era come se riuscissi a immaginarmi<br />
ogni singola storia<br />
ORDINARE IL KIT "DESTINAZIONE<br />
ETERNITÁ" (6 LIBRI) + LA GUIDA PER<br />
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IN PDF<br />
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della Bibbia. Poco a poco ho<br />
cominciato ad amare la Bibbia<br />
e a esserne appassionato.<br />
Oggi posso dire che questo<br />
esercizio mi ha fatto amare la<br />
parola del Signore; gli scritti<br />
di Ellen White, la piccola<br />
luce, mi hanno portato verso<br />
la grande luce. E tutto questo<br />
senza mettere il ministero di<br />
Ellen White al di sopra della<br />
più bella lettera d'amore di<br />
Dio per l'umanità, la Bibbia.<br />
Volete appassionarvi alla Bibbia?<br />
Allora vi raccomando di<br />
vivere questo programma di<br />
lettura; con me ha funzionato!<br />
sfida<br />
72.1<br />
leggere la Bibbia<br />
+<br />
Destinazione Eternitá<br />
in un anno<br />
Rickson Nobre<br />
Pastore<br />
e segretario FSRT<br />
3<br />
4
DOSSIER<br />
PERCHÉ I NOSTRI RAGAZZI<br />
ESCONO DALLA CHIESA?<br />
Perché i nostri ragazzi escono dalla chiesa?<br />
Ecco una delle questioni dolorose<br />
che continua a tormentare la realtà della<br />
nostra chiesa. È un dato di fatto che la<br />
maggior parte delle persone che lasciano<br />
la chiesa al giorno d'oggi è in età adolescenziale.<br />
Anche quest'anno, durante<br />
il consiglio annuale della Conferenza<br />
Generale, il segretario G.T. Ng ha ricordato<br />
nel suo rapporto che il 63,5% delle<br />
persone che lasciano la nostra chiesa lo<br />
fa durante l'adolescenza, contro il 35,1%<br />
in età adulta. Dal 1965, circa 14 milioni<br />
di persone hanno lasciato la chiesa<br />
avventista 1 .<br />
Di fronte a questa tragedia, siamo spesso<br />
senza risorse, non sappiamo bene<br />
cosa fare. Come possiamo riallacciare i<br />
rapporti con i giovani? Perché sono usciti<br />
dalla chiesa? Che cosa possiamo fare<br />
per evitare che altri prendano la stessa<br />
direzione? Ecco alcune delle domande<br />
che cercheremo di affrontare in questo<br />
articolo. Naturalmente non sarà possibile<br />
analizzare e definire tutto. Ogni decisione<br />
di vita è ricca e complessa, con tante<br />
sfaccettature al proprio interno. Ma penso<br />
che ci siano più elementi che possono<br />
darci spunti di riflessione. Perché sono<br />
convinto, e non bisogna essere fatalisti,<br />
che c'è ancora qualcosa che possiamo<br />
fare. Questa situazione, per quanto grave<br />
sia, ci deve servire da spinta per rimetterci<br />
in discussione e apportare dei cambiamenti!<br />
È quello che ha capito Roger<br />
Dudley 2 , che ha diretto una grande indagine<br />
tra 695 chiese e 1523 adolescenti.<br />
Questi sono stati selezionati per rappresentare<br />
tutte le regioni degli Stati Uniti e<br />
del Canada. Per 10 anni, sono stati sottoposti<br />
a un questionario con cadenza<br />
annuale. Su 1523 ragazzi, 783 hanno collaborato<br />
fino alla fine. Questa indagine<br />
ha rivelato i principali fattori nella vita<br />
degli adolescenti della nostra chiesa che<br />
potrebbero farci immaginare chi sarà ancora<br />
presente e attivo nella chiesa tra 10<br />
anni e chi avrà lasciato la comunità o sarà<br />
diventato un membro passivo.<br />
Anche se questo studio è stato condotto<br />
negli Stati Uniti e nel Canada, i risultati<br />
restano universali e di grande attualità<br />
per la nostra realtà. Ecco perché ci proponiamo<br />
di condividere con voi alcuni di<br />
questi risultati 3 ; abbiamo anche integrato<br />
alcune testimonianze ricevute da Roger<br />
Dudley che ci sembravano pertinenti.<br />
La metà dei giovani si disinteressa della<br />
chiesa<br />
L'indagine ha rivelato che a 25 anni, il<br />
48% degli adolescenti avventisti avranno<br />
lasciato la chiesa o saranno diventati<br />
inattivi. Un risultato che ci fa rabbrividire<br />
e che purtroppo conferma una realtà alla<br />
quale ci dobbiamo tutti confrontare. Ma<br />
che cosa fa sì che decidano di lasciare la<br />
chiesa?<br />
I nostri giovani se ne vanno perché si sentono<br />
degli stranieri e non si sentono integrati.<br />
Vivono una grande incoerenza tra<br />
i discorsi della chiesa e i suoi comportamenti.<br />
A volte vivono l'intolleranza e denunciano<br />
quello che sentono essere una<br />
certa indulgenza. Puntano il dito contro i<br />
conflitti personali presenti tra i membri.<br />
È anche importante e interessante notare<br />
che ogni volta che si chiede loro perché<br />
hanno lasciato la chiesa, non menzionano<br />
mai dei motivi dottrinali.<br />
La ragione principale è il sentimento<br />
di non essere stati<br />
accettati nella loro chiesa.<br />
Quando si chiede loro di<br />
descrivere la propria chiesa,<br />
utilizzano spesso degli<br />
aggettivi come "fredda, distante,<br />
non cordiale"...<br />
Ecco per esempio la testimonianza<br />
di Shirley, 26 anni:<br />
"Possiamo stare seduti sulla<br />
panca in chiesa, circondati<br />
da tante persone e tuttavia<br />
sentirsi ancora più soli che se<br />
fossimo seduti in un parco a<br />
giocare al solitario. Questa è<br />
stata la prima ragione. Poi,<br />
mi sono sentita attratta dal<br />
Signore e ho ricominciato a frequentare<br />
la chiesa avventista; ma ho riperso tutto<br />
l'interesse. Ma questa volta c'era un<br />
motivo ben preciso: Gesù. Ho bisogno<br />
di sentir parlare di Gesù, ho bisogno di<br />
sentirmi dire che mi ama; ho bisogno che<br />
qualcuno mi ricordi in che modo ha dimostrato<br />
il suo amore per me".<br />
In seguito è stato chiesto loro se dopo<br />
che fossero usciti dalla chiesa o che avessero<br />
smesso di ricoprire un ruolo attivo<br />
all'interno di essa, avessero mai ricevuto:<br />
- una visita del pastore?<br />
- una chiamata dal pastore?<br />
- una chiamata da un membro di chiesa?<br />
- una lettera da qualcuno della chiesa?<br />
Meno del 15% ha risposto di "sì" ad almeno<br />
una di queste domande. Questo<br />
evidenzia un problema importante. Si rimette<br />
in causa la figura del pastore, ma<br />
non solo... Abbiamo l'abitudine di andare<br />
dal nostro pastore quando ci accorgiamo<br />
che qualcuno non viene in chiesa da un<br />
po'. Ma spesso ci dimentichiamo che<br />
anche noi possiamo metterci in contatto<br />
con loro. Pensiamo che non sia un nostro<br />
problema o che qualcun'altro lo farà.<br />
E purtroppo, cadiamo involontariamente<br />
in una situazione simile. Abbiamo mai<br />
creato delle relazioni con i giovani della<br />
nostra chiesa?<br />
Ecco la testimonianza di Marlène:<br />
"Un sabato, ho letto sul bollettino l'annuncio<br />
dei lavori previsti per il giorno<br />
seguente. Ho pensato che quella sarebbe<br />
stata un'ottima occasione per fare<br />
la conoscenza di altri membri di chiesa.<br />
Sono arrivata in chiesa con mezz'ora<br />
di anticipo, ero così entusiasta all'idea<br />
di cominciare! Man mano che i membri<br />
sono cominciati ad arrivare, facevo delle<br />
domande per capire quale compito<br />
avrei dovuto svolgere. Nessuno sembrava<br />
volesse il mio aiuto. [...] Alla fine, e<br />
controvoglia, sono stata mandata a pitturare<br />
l'aula e i bagni con altri tre membri di<br />
chiesa più grandi.<br />
Gli altri tre, mentre lavoravamo, parlavano,<br />
ignorandomi completamente. Ho pitturato<br />
in silenzio per sei ore. Sono ritornata<br />
a casa estremamente delusa; ho pianto<br />
molto quella sera. Però ho continuato a<br />
frequentare la chiesa tutti i sabati, anche<br />
se mi sentivo sempre più a disagio. Mi<br />
guardavo attorno con attenzione, guardavo<br />
tutti quei volti familiari che in realtà<br />
mi restavano sconosciuti. Anche la donna<br />
seduta accanto a me era una sconosciuta.<br />
Mi sono alzata e ho lasciato la chiesa<br />
piangendo; non ci sono più ritornata".<br />
I fattori che spingono a tornare<br />
Per fortuna, anche se alcuni giovani e alcune<br />
persone lasciano la chiesa, non escludono<br />
l'idea di poterci ritornare! Il 15%<br />
afferma che verosimilmente ritorneranno,<br />
il 26% dice che sarà poco probabile<br />
mentre il 33% è titubante. E quando si<br />
chiede loro quale fattore potrebbe determinare<br />
il loro ritorno, la risposta è sempre<br />
la stessa: la fratellanza.<br />
"Una vecchia amica mi ha inviato un<br />
biglietto di Natale. È stato l'unico biglietto<br />
che ho ricevuto quell'anno. Non mi ha<br />
giudicato e non mi ha fatto domande sul<br />
perché avevo lasciato la chiesa; non mi<br />
sono sentita condannata. È restata molto<br />
semplicemente una mia amica".<br />
È attraverso la nostra amicizia, con chiamate<br />
e visite, che potremmo far venire<br />
voglia di tornare a quelli che hanno lasciato<br />
la chiesa.<br />
I fattori che spingono a restare<br />
Tra coloro che sono stati intervistati, ci<br />
sono anche quelli che sono rimasti nella<br />
chiesa e che hanno saputo indicarne<br />
i motivi. Per una grande maggioranza,<br />
il vissuto familiare ha avuto un forte impatto.<br />
Non bisogna dimenticare che le tre<br />
figure più influenti nella conversione di<br />
un giovane sono proprio la madre, il padre<br />
e i nonni 4 . Se i genitori<br />
sono sposati e sono entrambi<br />
avventisti, se frequentano<br />
e sono coinvolti attivamente<br />
nella vita di chiesa, se a<br />
casa si ha un momento di<br />
adorazione familiare, allora<br />
ci sono più possibilità che i<br />
giovani restino nella chiesa.<br />
Ci sembra importante di ricordare<br />
un aspetto importante<br />
per tutti i genitori che<br />
cercano o che hanno cercato<br />
di fare del proprio meglio<br />
per condividere la loro fede<br />
e che, nonostante questo,<br />
hanno visto i loro figli prendere<br />
una direzione diversa.<br />
È importante sapere come<br />
e dove dobbiamo lavorare<br />
ma è altrettanto importante non colpevolizzarsi.<br />
Perché nonostante tutto quello<br />
che si può fare, dobbiamo ricordarci che<br />
i nostri figli restano liberi di scegliere da<br />
soli! Se ci fosse un modo sicuro per far<br />
diventare i propri figli dei cristiani, dove<br />
sarebbe la loro libertà? Non dimentichiamoci<br />
che Dio, il pedagogo perfetto, ha<br />
perso un terzo dei suoi angeli. Non è<br />
perché un giovane non viene più in chiesa<br />
che non ha una relazione col Signore.<br />
Ricordiamoci sempre che Gesù si è presentato<br />
come un semplice seminatore e<br />
chiede anche a noi di seminare soltanto.<br />
Lo Spirito Santo farà il resto.<br />
Gli altri elementi favorevoli che fanno<br />
sì che i ragazzi restino in chiesa sono le<br />
attività nella chiesa locale che li spinge<br />
ad avere una vita personale col Signore.<br />
Anche avere degli amici che vivono<br />
coerentemente con quello che credono<br />
influenza. E per finire, una chiesa che accoglie<br />
senza giudicare, più basata sulle<br />
relazioni che sulle regole; che è pertinente<br />
nei suoi insegnamenti con le realtà<br />
della vita di ognuno.<br />
6
Con meno tradizionalismo e più apertura<br />
nell'accettare le nuove idee, aperta al<br />
cambiamento. Una chiesa che dà un senso<br />
a quello che fa. Che non risponde con<br />
la tipica frase "si è sempre fatto così".<br />
-La diversità. Una chiesa che accoglie<br />
persone diverse che si accettano le une<br />
con le altre per quello che sono e non per<br />
quello che vorrebbero essere.<br />
I GIOVANI E LA LORO RELAZIONE CON LA RELIGIONE<br />
Statistiche dell'inchiesta ValueGenesis realizzata nel 2006<br />
su piu di 1000 giovani avventisti della nostra divisione , dai 18 ai 25 anni<br />
L'indagine ha anche rivelato che la pertinenza<br />
della chiesa si misura (secondo<br />
loro) con tre dati:<br />
1- l'interesse delle predicazioni del sabato<br />
mattina.<br />
2- la soddisfazione dei bisogni spirituali.<br />
3- la soddisfazione dei bisogni sociali.<br />
Quando questi fattori sono soddisfatti,<br />
i nostri giovani si sentono sempre più a<br />
loro agio e coinvolti nella chiesa. Ecco alcune<br />
testimonianze a riguardo:<br />
"La mia chiesa è piena di gente che manifesta<br />
un amore cristiano... Insomma, sono<br />
tutte delle persone meravigliose".<br />
"Mi sono sentito accettato. È lì che devo<br />
stare, è quello il mio posto".<br />
"La chiesa, almeno la mia, ha qualcosa da<br />
offrire per farmi sentire coinvolto... È bello<br />
far parte di una chiesa attiva, che cresce<br />
ed è ancora meglio sapere che ho contribuito<br />
a fare della chiesa quello che è".<br />
Quando questi fattori non vengono soddisfatti,<br />
dobbiamo ascoltare i nostri giovani<br />
perché spesso sono loro a lanciare<br />
gli appelli più urgenti. Eccone due a titolo<br />
di esempio:<br />
"Quando impareremo? Se il mondo non<br />
può trovare Gesù in noi e nelle nostre<br />
chiese, dove lo troverà? La nostra religione<br />
non si dovrebbe basare sulle<br />
regole, ma sulle relazioni. Penso che il<br />
Signore sia molto triste quando guarda<br />
la condizione attuale della chiesa avventista.<br />
Ogni giorno prego per la nostra<br />
chiesa; supplico Dio affinché aiuti quelli<br />
tra di noi che sono ciechi nel risvegliarsi e<br />
nel considerare il raccolto. Prego affinché<br />
riusciamo a staccarci dalle nostre comode<br />
panche, tipiche di un tradizionalismo<br />
freddo e immutabile; che possiamo andare<br />
verso i nostri giovani e amarli, amare<br />
i loro amici e riportare a Gesù questo<br />
mondo caratterizzato dalla solitudine".<br />
Célèste.<br />
"A prescindere da quello che facciate<br />
nella vita, trattate la gente con rispetto.<br />
Gli avventisti del settimo giorno possono<br />
anche avere la verità, ma ricordatevi che<br />
bisogna utilizzarla con gentilezza. Penso<br />
che il nostro lavoro consista nel mostrare<br />
agli altri come far sì che il Signore entri<br />
nelle nostre vite. Lasciamo che sia Lui a<br />
preoccuparsi di migliorare il nostro interno,<br />
il resto verrà da sé. Voglio che i miei<br />
figli frequentino la chiesa e la Scuola del<br />
Sabato ma preferirei che avessero una<br />
sana relazione col Signore invece di un<br />
semplice record di presenze in chiesa".<br />
Patricia.<br />
Quello che si aspettano e quello che li<br />
disturba nella chiesa<br />
Quando si chiede loro quello che si aspettano<br />
dalla loro chiesa, ecco i tre aspetti<br />
che ritornano ogni volta: fraternità<br />
cristiana, nutrimento spirituale, sicurezza<br />
e stabilità.<br />
E quando si chiede loro che cosa li disturba<br />
di più nella chiesa, ecco le cinque<br />
risposte più gettonate:<br />
-Il giudicare.<br />
-La politica amministrativa della chiesa.<br />
I procedimenti lenti e spesso mal interpretati<br />
che impediscono, secondo loro, la<br />
spontaneità e il vissuto spirituale.<br />
-L'ipocrisia e i pettegolezzi.<br />
-Le regole.<br />
-L'atteggiamento "non c'è nessuno meglio<br />
di me". C'è bisogno di autenticità.<br />
Tutti fattori che sapranno<br />
risvegliare in noi<br />
il nostro vissuto e<br />
che dovrebbero<br />
aiutarci a rimetterci<br />
in discussione.<br />
La chiesa ideale?<br />
Alla fine del suo<br />
studio, Roger Dudley<br />
cerca di dipingere<br />
la chiesa ideale, sempre<br />
dalla prospettiva dei ragazzi<br />
intervistati.<br />
-Amichevole e attenta. Una chiesa affettuosa,<br />
dove ci si possa sentire i benvenuti.<br />
Con delle persone che si sentono di<br />
appartenere a quella chiesa; una grande<br />
famiglia caratterizzata dall'amore incondizionato.<br />
-Caratterizzata da una profonda spiritualità.<br />
Una chiesa che vive realmente<br />
una relazione col Signore. Membri che<br />
camminano con i giovani e non persone<br />
che parlano senza sperimentare niente<br />
nella pratica.<br />
-Come una famiglia. Una chiesa con<br />
dell'interesse gli uni per gli altri. Una chiesa<br />
capace di funzionare come una famiglia<br />
vera e propria, nella quale c'è rispetto<br />
e amore. Una chiesa che si concentri<br />
sui figli.<br />
-Coinvolta nella società e nella missione.<br />
Una chiesa che dà il proprio contributo<br />
nella società nella quale si trova; una<br />
chiesa che fa degli sforzi per raggiungere<br />
le persone che la circondano. Una chiesa<br />
che ha un vero e proprio ministero e che<br />
non è una fortezza dove barricarsi dentro<br />
per non permettere agli altri di entrare.<br />
-Un clima di riflessione. Una chiesa capace<br />
di rimettersi in discussione, di rimettere<br />
in discussione le proprie credenze<br />
senza che qualcuno ne resti scioccato. Un<br />
luogo dove confrontare e parlare delle<br />
varie idee. Dove ci si sente stimolati a<br />
condividere, riflettere. Una chiesa che<br />
non ha paura di fare delle domande, senza<br />
necessariamente dare delle risposte.<br />
Una chiesa che sa riconoscere i propri limiti<br />
a riguardo. Un luogo dove domina la<br />
differenza di pensiero.<br />
-Dei giovani coinvolti nella chiesa. Una<br />
chiesa dove sempre più giovani<br />
adulti svolgano gli incarichi<br />
e dove sempre più adulti<br />
siano disposti a insegnare<br />
a questi giovani,<br />
pronti a guidarli<br />
nella giusta direzione.<br />
"Per un anno ho<br />
fatto la studentessa<br />
missionaria.<br />
[...] Mi davano<br />
tante responsabilità,<br />
a volte troppe!<br />
Ma una volta rientrata<br />
a casa mi sono sentita<br />
improvvisamente inutile<br />
all'interno della mia chiesa.<br />
Mi aspettavo di avere l'occasione<br />
di parlare delle mie esperienze ma, con<br />
mia grande delusione, la chiesa mi ha<br />
concesso solamente dieci minuti durante<br />
la Scuola del Sabato. Alla fine, ho detto<br />
che avrei avuto piacere di finire il racconto<br />
della mia storia, ma non sono più<br />
stata invitata a farlo". Sally<br />
-Un culto significativo. Una chiesa<br />
con dei programmi soddisfacenti per le<br />
persone di tutte le età e provenienza.<br />
Ecco un piccolo elenco che dovrebbe<br />
servire come spunto di riflessione per il<br />
vostro gruppo o la vostra chiesa. Tanto<br />
più che i nostri giovani hanno più bisogno<br />
di autenticità, di persone che vivono<br />
con Dio con tutto quello che questo comporta,<br />
e non tanto di precetti o di un culto<br />
coinvolgente. Hanno bisogno di persone<br />
capaci di ammettere le proprie sconfitte;<br />
vogliono dei compagni di viaggio e non<br />
dei maestri con in mano tutte le risposte<br />
possibili.<br />
È proprio quello che ci diceva Philippe<br />
Zeissig in uno dei suoi racconti:<br />
"Gli uomini tracciano sul proprio pianeta<br />
delle vie di comunicazione sempre più visibili.<br />
Per esempio, le autostrade si vedono<br />
anche senza percorrerle: sono rese visibili<br />
dalle loro opere d'arte che superano<br />
con audacia tutti gli ostacoli e dalla loro<br />
traiettoria attraverso i campi e i boschi.<br />
Prima le strade erano nei paesi; adesso<br />
diremmo piuttosto che sono i paesi a<br />
stare tra le strade.<br />
Eppure ci sono ancora delle foreste dove,<br />
per non perdersi, Pollicino potrebbe<br />
spargere i suoi sassolini bianchi. E ci sono<br />
ancora delle valli e delle montagne dai<br />
sentieri nascosti. Così ben nascosti che li<br />
si vede solo quando qualcuno li percorre.<br />
'Hei, ci dovrebbe essere un sentiero lì!<br />
C'è qualcuno che sta salendo!'<br />
Ci sono dei sentieri che diventano visibili<br />
solamente perché qualcuno li sta percorrendo.<br />
Nel nostro mondo, chi percorrerà il sentiero<br />
della Speranza, affinché riusciamo a<br />
vedere che ce n'è davvero uno? 5 "<br />
Pierrick Avelin<br />
Pastore e responsabile<br />
JA alla FSRT<br />
1. Le statistiche del rapporto di G.T. Ng, segretario<br />
della Conferenza Generale, si possono<br />
ritrovare su Twitter con l'hashtag: #GCAC17.<br />
2. Sociologo avventista, ha diretto l'Institute<br />
of Church Ministry della Andrews University (a<br />
Berrien Springs, nel Michigan, Stati Uniti).<br />
3. Potete trovare lo studio nel seguente libro:<br />
Roger L. DUDLEY, V. Bailey GILLESPIE, Valuegenesis:<br />
Faith in the Balance, La Sierra University<br />
Press, California, 1992.<br />
4. Secondo lo studio Valuegenesis del 2006,<br />
condotto dalla nostra Divisione (EUD.<br />
5. Philippe ZEISSIG, Une minute pour chaque<br />
jour, Ouverture, Olivétan, Opec, Le Mont-sur-Lausanne,<br />
Neuchâtel, Lyon, 2013 (1° ed. 1983), p. 9.<br />
Lettura della Bibbia<br />
24%<br />
tutti i<br />
giorni<br />
Con il padre<br />
21%<br />
qualche x<br />
par semaine<br />
35%<br />
settimanale<br />
40%<br />
quasi<br />
mai<br />
20%<br />
17%<br />
poche<br />
volte<br />
occasionalmente<br />
5%<br />
jamais<br />
Momenti spirituali in famiglia<br />
32% 19%<br />
quotidiano mai<br />
Discussioni<br />
sulla fede<br />
Con la madre<br />
18%<br />
quasi<br />
mai<br />
13%<br />
1x alla<br />
settimana<br />
14%<br />
1x al mese<br />
Persone più influenti nella conversione di un giovane<br />
1 2 3 4 5 6 7<br />
madre PADRE nonni amici pastore animatore membro adulto<br />
7 8
SALUTE<br />
IN GENERALE, LA SALUTE NON È UNA QUESTIONE DI FORTUNA<br />
Un uomo su due e una donna su tre avrà un cancro nel corso della<br />
vita. Questi dati sono molto tristi ma è necessario citarli perché<br />
non si parla di sfortuna, nonostante molte persone ne siano ancora<br />
convinte. Nel gennaio 2016 la rivista scientifica Nature 1 ha costatato<br />
che i fattori intrinseci contribuiscono tra il 10% e il 30% al rischio<br />
di soffrire di un cancro nel corso della propria vita.<br />
È impressionante sapere che l'87% dei decessi in Europa è provocato<br />
da quelle che noi chiamiamo le malattie non trasmissibili<br />
(MNT), ovvero non contagiose. Tra queste malattie, le quattro più<br />
importanti in termini di decessi sono quelle cardiovascolari, il diabete,<br />
il cancro e le malattie polmonari<br />
croniche. Solo queste quattro malattie<br />
provocano 3 morti su 10 in Europa.<br />
Un aspetto di questo argomento che<br />
mi dispiace è sapere che, anche se siamo<br />
riusciti a diminuirne il numero, le<br />
morti in seguito a queste malattie sono<br />
sempre più frequenti.<br />
Nel 2011, l'OMS è stata particolarmente<br />
chiara sulla situazione delle<br />
MNT 2 a livello mondiale: il diabete può<br />
essere prevenuto nel 90% dei casi, le<br />
malattie cardiache nell'80% dei casi,<br />
gli ictus nel 70% dei casi, così come il<br />
cancro. Mi rattrista sapere che la maggior<br />
parte delle morti è causata da<br />
uno stile di vita che potrebbe essere<br />
migliorato da un'alimentazione sana,<br />
da attività fisica e perfino evitando il<br />
tabacco e l'alcol.<br />
Nell'ottobre scorso, l'EUFIC (European<br />
Food Information Council) ha dichiarato:<br />
"Le malattie non trasmissibili (MNT)<br />
sono delle patologie croniche (come per esempio le cardiopatie,<br />
i diabeti e i tumori) che insieme rappresentano l'85% delle morti<br />
complessive in Europa. Purtroppo molte di queste malattie sopraggiungono<br />
prematuramente, prima dei 70 anni.<br />
Le MNT possono essere in gran parte evitate, mantenendo il proprio<br />
peso corporeo e uno stile di vita sano. Oltre a un'alimentazione<br />
sana e all'attività fisica, questo comporta evitare l'uso eccessivo<br />
di alcol e di tabacco". 3<br />
Come possiamo costatare, tutto va nello stesso senso: la prevenzione<br />
è necessaria per frenare la grande epidemia di patologie<br />
croniche.<br />
Ma mi chiedo perché, intelligenti come siamo, con le conoscenze<br />
che abbiamo e avendo accesso a tutte le informazioni scientifiche<br />
necessarie, questo tipo di malattie così prevedibili continuino ad<br />
aumentare. A volte finisco per pensare che stiamo combattendo<br />
con una forza che supera il nostro controllo, la nostra forza di volontà.<br />
Che cosa ci porta, nonostante la conoscenza e gli strumenti<br />
per fermare queste malattie che ci fanno morire prima del tempo,<br />
a non seguire i consigli che potrebbero aiutarci a prevenirle? Siamo<br />
davvero così stupidi?<br />
Il problema alla base è che le abitudini della popolazione non<br />
sono, in generale, il frutto delle loro<br />
decisioni. Come fate a non essere liberi<br />
di scegliere cosa mangiare e cosa no?<br />
Beh, la verità è che, anche se mi fa male<br />
dirlo, non si tratta solo di quello che<br />
preferiamo o meno. Molti fattori determinano<br />
cosa consumeremo, se faremo<br />
sport, se fumeremo o se non lo faremo,<br />
etc. Fattori come l'educazione, la scarsa<br />
copertura sociale, il contesto socio-economico<br />
e culturale, la pressione sociale<br />
e la discriminazione razziale.<br />
E noi che beneficiamo di un contesto<br />
socio-economico favorevole, di una<br />
buona copertura sociale, di una buona<br />
educazione o di un buon medico? Dobbiamo<br />
ricordarci di un dato molto importante:<br />
entrano in gioco gli interessi<br />
commerciali dei potenti attori economici.<br />
Per riprendere quanto detto da Margaret<br />
Chan, la direttrice dell'OMS, durante<br />
il suo discorso di apertura dell'8°<br />
conferenza mondiale per la promozione<br />
della salute 4 :<br />
"[...] Lo stile di vita e i comportamenti sani adottati da alcuni incontrano<br />
l'opposizione delle forze che non sono per niente benevole.<br />
Gli sforzi per prevenire le malattie non trasmissibili vanno incontro<br />
agli interessi commerciali dei potenti attori economici. Secondo<br />
me è la più grande sfida affrontata dalla promozione della salute...<br />
Non si tratta più solamente delle grandi industrie di tabacco. La<br />
salute pubblica deve far fronte anche alla grande industria alimentare,<br />
delle bevande e dell'alcol: "Big Food", "Big soda" e "Big<br />
alcohol" (molto cibo, molte bevande gassate, molto alcol). Tutte<br />
[1]<br />
Nature 529, 43–47 (07 January 2016)<br />
[2]<br />
http://www.who.int/nmh/publications/ncd_report2010/fr/<br />
[3]<br />
http://www.eufic.org/fr<br />
[4]<br />
http://www.who.int/dg/speeches/2013/health_promotion_20130610/en/#<br />
[5]<br />
Lancet Global Health, february 2015<br />
queste industrie temono la regolamentazione e si proteggono utilizzando<br />
le stesse strategie che hanno utilizzato le grandi industrie<br />
del tabacco. Alcune ricerche hanno analizzato queste strategie,<br />
che fanno ricorso alla creazione di organismi "d'esposizione", le<br />
promesse di auto regolamentazione, le domande legali e le indagini<br />
finanziate dall'industria stessa. Tutto questo provoca una<br />
confusione sui loro prodotti e mantiene il pubblico nel dubbio.<br />
Le loro strategie ricorrono anche all'uso di regali, sovvenzioni e<br />
contributi a nobili cause, che danno delle proprie industrie l'immagine<br />
di essere aziende rispettabili agli occhi dei politici e del<br />
grande pubblico. Le loro strategie consistono nel presentare delle<br />
argomentazioni che mettono la responsabilità dei danni al livello<br />
di salute sulle persone stesse e presentano le azioni dei governi<br />
come un'interferenza alla libertà personale e alla libertà di scelta.<br />
Questo suppone una grande opposizione".<br />
Parole chiare, concise che contengono una grande verità. L'industria<br />
non s'interessa alla nostra salute; quello che le interessa, è fare<br />
soldi e riempirsi le tasche al prezzo di quello che ci è più prezioso,<br />
la salute. Di conseguenza, educare la popolazione a fidarsi della<br />
propria forza di volontà e fare le scelte giuste rimane un'operazione<br />
complessa. Gli alimenti più malsani sono quelli che hanno<br />
più gusto. Quella miscela di zuccheri e grassi, insieme a un prezzo<br />
stracciato, ci porta in un mondo di piacere da cui è difficile uscire.<br />
La rivista Lancet Global Health5 ha condotto uno studio sul modello<br />
alimentare di circa 4500 milioni di adulti (una delle indagini più<br />
grandi mai realizzate). Ha osservato che il consumo di alimenti sani<br />
è leggermente aumentato in questi ultimi decenni ma il consumo<br />
di alimenti non sani è aumentato ancora di più. Questo studio ne<br />
conclude che la cattiva alimentazione eclissa il nostro consumo di<br />
alimenti sani.<br />
Il contrasto delle forze nel settore pubblicitario è sproporzionato:<br />
la sola società di PepsiCo ha destinato 1700 milioni di dollari alla<br />
pubblicità di prodotti come le patatine Lay's e gli snack a base di<br />
mais fritto. Nello stesso periodo, il Ministero della Salute spagnolo<br />
ha destinato 1,2 milioni di euro, ovvero lo 0,08% del fatturato<br />
precedentemente citato, per la campagna di prevenzione contro<br />
l'obesità infantile intitolata "Prevenire l'obesità infantile ha una<br />
ricompensa: essere in buona salute". Qui le contraddizioni sono<br />
palesi tra la libertà di scelta del consumatore e il controllo statale.<br />
Questo aspetto è estremamente preoccupante. In effetti, bisognerebbe<br />
che i governi creassero delle occasioni che invitino a praticare<br />
attività sportive e a mangiare in modo sano, ma soprattutto<br />
dovrebbero impostare dei limiti al marketing diretto, indiretto o<br />
nascosto del cibo spazzatura.<br />
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9
TESTIMONIANZA<br />
ALESSANDRA E SEBASTIAO, DUE OROLOGIAI CHE NON HANNO VISTO IL TEMPO PASSARE<br />
RACCONTO DEL VIAGGIO UMANITARIO "CONNEXION CAMBODGE"<br />
Alessandra e Sebastiao, una giovane<br />
coppia avventista battezzata<br />
nel 2014, membri della chiesa portoghese-ispanica<br />
di Neuchâtel, avevano<br />
da tanto tempo il desiderio di servire<br />
Dio con un'azione umanitaria. Durante<br />
un viaggio in macchina verso l'Irlanda,<br />
dopo averci riflettuto per tanto tempo<br />
e dopo non aver realizzato tutto<br />
una serie di opportunità con differenti<br />
associazioni umanitarie, hanno avuto<br />
l'idea di partire per la Cambogia. Hanno<br />
sentito parlare di Frontline Messenger,<br />
un'associazione avventista con<br />
sede in Francia ma che interveniva in<br />
quel paese, e si sono decisi. Dopo aver<br />
preso dei contatti con Alexander, il<br />
responsabile dell'associazione, il progetto<br />
ha iniziato a prendere forma e<br />
l'avventura è cominciata, prima di tutto<br />
in Svizzera.<br />
Ecco la loro testimonianza...<br />
La preparazione<br />
La voglia di partire per la<br />
Cambogia per aiutare questa<br />
popolazione così povera era<br />
grande, così come l'idealizzazione<br />
che avevamo del progetto.<br />
La raccolta di fondi non è stata così facile<br />
come avevamo previsto. La reazione<br />
delle persone di fronte ai nostri tentativi<br />
di sensibilizzarli verso i problemi che<br />
vivono gli abitanti della Cambogia era<br />
molto contenuta, forse troppo per i nostri<br />
gusti. Avevamo l'impressione che il<br />
nostro entusiasmo non venisse condiviso,<br />
cosa invece molto importante per il<br />
morale della squadra. E la squadra si era<br />
ridotta solo a noi due visto che molti altri,<br />
per motivi di incompatibilità di date,<br />
per mancanza di fondi o di motivazione,<br />
avevano dovuto rinunciare all'invito di<br />
partire per la Cambogia per svolgere<br />
questa missione umanitaria.<br />
Alla fine però siamo riusciti a raccogliere<br />
dei fondi. Le due uscite nelle strade di<br />
Neuchâtel e il concerto in alcune delle<br />
chiese avventiste della regione hanno<br />
permesso di raccogliere una parte dei<br />
soldi necessari al progetto, così come la<br />
raccolta fondi creata su internet. Tuttavia<br />
a pochi giorni dalla partenza, la cifra<br />
raccolta non riusciva a coprire tutti i costi<br />
della missione; è stato un colpo destabilizzante.<br />
Ma la nostra voglia di aiutare<br />
questa popolazione era ancora forte.<br />
Abbiamo quindi deciso di mettere il<br />
resto della somma necessaria. Più motivati<br />
che mai, siamo partiti per il Vietnam,<br />
dove abbiamo preso un autobus per arrivare<br />
in Cambogia.<br />
Prime impressioni sul posto<br />
Finalmente arrivati, le prime impressioni<br />
sono state "bollenti":<br />
faceva un caldo infernale. Abbiamo<br />
avuto bisogno di qualche<br />
giorno per abituarci al clima.<br />
Nelle prime ore tutto<br />
era amplificato: molto caldo,<br />
molta povertà ma anche molta<br />
accoglienza. Incrociavamo<br />
delle persone che vivevano letteralmente<br />
tra la spazzatura. Alcune<br />
immagini ci sono rimaste impresse<br />
nella memoria, come quella di una<br />
famiglia che stava cucinando un cane<br />
per mangiarlo. Una grande povertà<br />
regna in questa regione della Cambogia.<br />
Tuttavia, dovunque andavamo,<br />
le persone erano estremamente accoglienti,<br />
sempre disponibili e disposte<br />
ad aiutarci o a darci le informazioni<br />
che ci servivano.<br />
Abbiamo raggiunto una squadra di<br />
volontari avventisti che vivevano sul<br />
posto. Abbiamo passato tre settimane<br />
con loro, nella loro sede in un campo<br />
avventista. Questo ci ha permesso di<br />
essere in costante contatto con la gente<br />
del posto. Con loro abbiamo mangiato,<br />
dormito e agito. Perché era proprio per<br />
questo che eravamo partiti, per agire,<br />
per fare qualcosa.<br />
La missione<br />
Seguendo i consigli dell'associazione<br />
Frontline Messenger, ci siamo concentrati<br />
sulla zona di confine con il Vietnam.<br />
Ci avevano anche consigliato di andare<br />
nelle chiese avventiste della zona per<br />
distribuire delle Bibbie, che mancano<br />
sempre. Perché sì, in Cambogia esistono<br />
anche delle chiese senza nessuna Bibbia.<br />
Da una città all'altra, passando anche<br />
per le numerose campagne, abbiamo<br />
quindi iniziato a distribuire Bibbie, libri di<br />
Ellen White ma anche materiale scolastico.<br />
Questo gesto rappresenta un'opportunità<br />
per i bambini di non lavorare<br />
fin dalla più tenera infanzia, quando i<br />
genitori non possono permettersi tutte<br />
quelle spese legate alla scuola.<br />
In alcune delle campagne più povere<br />
abbiamo anche distribuito alcuni pasti<br />
vegetariani. Il paese conosce una realtà<br />
economica molto difficile ma ci sono<br />
anche delle zone più toccate di altre dalla<br />
povertà. Per esempio alcune persone<br />
devono fare dei kilometri per avere accesso<br />
all'acqua potabile. In tre di questi<br />
piccoli villaggi abbiamo fatto costruire<br />
un pozzo per facilitare un po' la vita degli<br />
abitanti.<br />
Seminario sui pericoli dello zucchero nel nostro corpo<br />
Nel corso dei nostri incontri abbiamo<br />
testimoniato nelle chiese o per le strade<br />
di quello che vivevamo sul posto ma<br />
soprattutto della nostra fede in Dio. Siamo<br />
stati anche invitati a predicare nelle<br />
chiese avventiste. Tutto questo grazie<br />
alla bravura del nostro traduttore.<br />
Anche se può sembrare che abbiamo vissuto<br />
una "classica" missione umanitaria,<br />
le condizioni erano a volte stravaganti. Il<br />
Gruppi di bambini che hanno ricevuto del materiale scolastico e alcuni libri cristiani<br />
nostro primo spostamento lo abbiamo<br />
fatto in 6 su 2 moto, e senza casco! In un<br />
traffico intenso e pericoloso, su strade<br />
piene di polvere, sembra proprio essere<br />
una vera e propria prova di fede! Proprio<br />
come spostarsi in autostop, pregando<br />
che qualcuno si fermi per non farvi rimanere<br />
bloccati in una terra sconosciuta.<br />
Grazie alla fede abbiamo potuto fare<br />
tutto quello che abbiamo fatto.<br />
Distribuzione di Bibbie in una chiesa avventista<br />
Il legame con gli abitanti della<br />
Cambogia<br />
Per questo abbiamo dovuto sconfiggere<br />
le barriere della lingua, del clima, dello<br />
shock culturale e delle condizioni a noi<br />
sconosciute. Ma il risultato finale ne ha<br />
fatto valere la pena! Alcuni incontri ci<br />
hanno riempito di emozione. Ci ricorderemo<br />
sempre di questa famiglia cristiana,<br />
molto umile, che ha scoperto da<br />
sola il sabato (non si sa bene come, visto<br />
che vive isolata nel mezzo della foresta)<br />
e che è riuscita a trasmettere la propria<br />
fede a tutto il villaggio.<br />
Ci ricorderemo sempre della semplicità<br />
e della volontà con cui gli avventisti del<br />
posto desiderano vivere pienamente la<br />
parola del Signore. Che siano giovani o<br />
meno giovani, per loro non hanno importanza<br />
i kilometri che devono fare per<br />
andare in chiesa e stare insieme a celebrare<br />
il sabato. Siamo stati testimoni di<br />
una grande unione e dedizione!<br />
Il poco che abbiamo fatto è stato largamente<br />
ricompensato da tutti questi<br />
momenti e dalla gentilezza delle<br />
persone che abbiamo incontrato.<br />
"Gratitudine" potrebbe essere la parola-chiave<br />
di questa missione! La<br />
gratitudine dei bambini e degli adulti,<br />
espressa tramite gesti, sorrisi, accoglienze<br />
calorose come il giorno in cui<br />
i bambini hanno smesso di giocare a<br />
palla per venirci incontro, non<br />
appena ci hanno visto arrivare.<br />
E anche la nostra gratitudine per<br />
aver vissuto questa esperienza<br />
così incredibile che ha suscitato<br />
in noi delle forti e pure emozioni.<br />
Siamo anche molto riconoscenti<br />
verso tutti quelli che ci hanno<br />
sostenuto in Europa.<br />
Il ritorno in Svizzera<br />
Il ritorno è stato un vero e proprio<br />
shock! Ci siamo resi conto di vivere<br />
in un lusso non necessario. I<br />
cambogiani si stanno lentamente<br />
riprendendo dalla guerra e sono<br />
ancora lontani da uno stile di vita<br />
confortevole o anche solo adeguato.<br />
Ma, anche se sembra ridicolo<br />
solo a dirlo, loro, nonostante<br />
non abbiano niente, hanno tutto.<br />
Mentre noi, frutto di paesi di grandi<br />
consumatori, abbiamo tutto e ci lamentiamo<br />
di tutto, o quasi. Abbiamo delle<br />
importanti lezioni da imparare da loro<br />
che sono felici anche in mezzo alle difficoltà,<br />
che sono pronti a morire per Cristo<br />
e che non si lasciano intimorire dai nemici<br />
del cristianesimo presenti sul territorio.<br />
Non hanno niente, il loro unico tesoro è<br />
la fede in Dio.<br />
Dopo essere stati testimoni di tutto<br />
questo, abbiamo solo voglia di lasciare<br />
tutto (il nostro comfort, la nostra routine<br />
e il nostro ego) per continuare la missione<br />
che abbiamo cominciato.<br />
TUTTE LE FOTO E I VIDEO DI<br />
CONNEXION CAMBODGE<br />
Adventistas Neuchâtel<br />
Per saperne di<br />
più sul lavoro<br />
missionario realizzato<br />
in Cambogia<br />
dall'associazione<br />
avventista<br />
Frontline Messenger<br />
http://frontlinemessenger.net<br />
11<br />
<strong>12</strong>
LIBRETTO ROSA<br />
A PRESTO<br />
Omaggio à Anna Clara ZÜRCHER della sua famiglia<br />
con dei corsi di teologia, di<br />
segreteria e di pedagogia.<br />
Per aiutare soprattutto le<br />
ragazze a pagare gli studi,<br />
Anna insegna il ricamo e crea<br />
con loro delle tovaglie ricamate<br />
che verranno vendute<br />
nel mondo intero.<br />
Anna Clara ZÜRCHER,<br />
Steveny da signorina, è nata<br />
il 18 agosto 1920 a Nivelles<br />
(Belgio), da padre belga e<br />
madre inglese. Grazie all’origine<br />
della madre potrà poi<br />
insegnare l’inglese. Dopo gli<br />
studi primari, segue dei corsi<br />
di arte casalinga. A 16 anni<br />
arriva al seminario avventista<br />
di Collonges-sous-Salève<br />
per ottenere un diploma in<br />
commercio. Tre anni dopo,<br />
viene impiegata come segretaria<br />
di direzione nella<br />
stessa istituzione.<br />
Dal 1958 al 1960, la coppia<br />
ha 3 bambini- Frédéric, Tania<br />
et Donald- attualmente negli<br />
Stati Uniti in una università vicino<br />
a Boston.<br />
Nel 1960, Jean viene chiamato<br />
per essere direttore del<br />
Seminario <strong>Avventista</strong> di Collonges<br />
in cui Anna riprende<br />
la funzione di segretaria di<br />
direzione e di professoressa<br />
di inglese. Molti studenti diranno<br />
che Anna fu per loro<br />
come una seconda mamma.<br />
Dieci anni più tardi, si cambia<br />
pagina. Anna segue il marito<br />
a Berna, dove lei lavora come<br />
segretaria del dipartimento<br />
dell’Educazione per la chiesa<br />
<strong>Avventista</strong> dell’Europa e<br />
dell’Africa francofona.<br />
Eliora Avelin<br />
Figlia di Sabrina e Pierrick,<br />
pastore della chiesa avventista<br />
di Bienne, Eliora è nata l’11<br />
ottobre <strong>2017</strong> alle <strong>12</strong> :27. Il suo<br />
nome significa « Dio è la mia<br />
luce ». Eliora, benvenuta tra<br />
noi !<br />
Noam Gonçalves<br />
-Constantin<br />
Figlio di Lorenço e Natacha,<br />
membri della chiesa di Sion,<br />
Noam è nato il 26 settembre<br />
<strong>2017</strong>. Allo stesso tempo brasiliano,<br />
svizzero e mauriziano,<br />
Noam ha tutto un mondo da<br />
scoprire. Benvenuto !<br />
Nel 1941, si sposa con Jean<br />
ZÜRCHER. Per 61 anni saranno<br />
una coppia devota al sevizio<br />
degli altri. Insieme attraverseranno<br />
il duro periodo<br />
della guerra. Anna nasconde<br />
spesso dei fuggitivi a casa<br />
aspettando che il marito li<br />
faccia passare clandestinamente<br />
attraverso la frontiera<br />
franco-svizzera.<br />
Nel 1946, la coppia parte per<br />
il Madagascar per incaricarsi<br />
della direzione di un seminario<br />
di teologia per 20 ragazzi.<br />
Volendo offrire un’istruzione<br />
non solo ai ragazzi ma anche<br />
alle ragazze, in <strong>12</strong> anni creano<br />
una scuola mista di 350<br />
alunni, dalla primaria al liceo,<br />
Nel 1985, la coppia si pensiona<br />
e si trasferisce a Gland.<br />
Quado nel 2003 Anna perde<br />
il marito, segue coraggiosamente<br />
le sue attività fino al<br />
2014, quando un problema<br />
di salute la obbliga a ricevere<br />
delle cure permanenti.<br />
Raggiunge allora la casa di riposo<br />
La Clairière a Mies, che<br />
illumina con la sua gentilezza<br />
fino ai suoi ultimi giorni.<br />
Era chiamata “Nonna Tesoro”<br />
dai suoi 8 nipoti, 17 pronipoti<br />
e 2 figli dei pronipoti.<br />
Tutti coloro che hanno avuto<br />
un contatto con Anna hanno<br />
scoperto in lei una persona<br />
tenera e affettuosa.<br />
Emma Debourge<br />
Figlia di Joanna e Julien, entrambi<br />
membri della chiesa luso-ispana<br />
di Neuchatel, Emma<br />
è giunta al mondo il 16 agosto<br />
<strong>2017</strong> per la grande gioia dei<br />
genitori ! Benvenuta !<br />
Juan David et<br />
Mateo Brizuela<br />
Figli di Ana e Julio, della chiesa<br />
luso-ispana di Neuchatel,<br />
questi fratelli gemelli sono<br />
nati il 9 agosto <strong>2017</strong> a 6 minuti<br />
l’uno dall’altro. Doppia<br />
dose di gioia per questa famiglia.<br />
Benvenuti !<br />
13<br />
Fate parte delle chiese della FSRT e la vostra famiglia si è appena ingrandita?<br />
Per annunciare il lieto evento nella nostra rivista, inviate le informazioni<br />
(nome del bebè, quello dei genitori, data di nascita e una foto) a<br />
contact@adventistemagazine.com