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Gulli Dicembre_Completo_low

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SPECIALE NATALE<br />

Il Pan dolce genovese<br />

di esportazioni in tutta Europa, per un valore di<br />

381, 2 milioni di Euro. Segno che sono oltremodo<br />

apprezzati anche fuori dai nostri confini.<br />

Ma sulle tavole imbandite della festa, accanto ai<br />

classici “nazionali”, troviamo dolci tipici che sono<br />

un trionfo di delizie per il palato. E per questa<br />

varietà, dobbiamo ringraziare la cucina regionale<br />

che da sempre è fonte di ricche prelibatezze<br />

Da Nord a Sud sono davvero molti i dolci che<br />

si preparano per questo periodo dell’anno. In<br />

comune hanno due caratteristiche: sono sostanziosi<br />

(vedi anche calorici) e possiedono un<br />

gusto deciso.<br />

I dolci del Centro Nord si distinguono per gli<br />

ingredienti semplici, la particolarità di contenere<br />

frutta secca e una consistenza che permette<br />

una lunga conservazione, un po’ come il pane.<br />

Proprio di quest’ultimo, alcuni, come il cugino<br />

Panettone (pan de Toni), conservano il nome: è il<br />

caso del Pan dolce ligure. Pinoli, uvetta e canditi<br />

gli ingredienti fondamentali.<br />

In Emilia, si consuma il Pan speziale o Pan Certosino.<br />

Si tratta di un dolce con miele, mandorle,<br />

pinoli , uva sultanina, cannella e anice (a speziare,<br />

appunto) e cioccolato fondente.<br />

Altrettanto speziato è il Pan pepato, tipico della<br />

tradizione Ternana, che viene preparato l’otto<br />

dicembre con spezie (cannella, noce moscata,<br />

pepe), frutta secca, farina, miele e mosto cotto<br />

d’uva. Anche il Pan Forte senese deriva da Pan<br />

pepato: cambiò nome in onore della Regina<br />

Margherita nel 1879. Il mosto d’uva, la sapa in<br />

dialetto sardo, è invece l’ingrediente principale<br />

del Pan’e Saba che si trova sulle tavole natalizie<br />

dei sardi.<br />

TORRONE & C.<br />

Il torrone è l’altra<br />

leccornia immancabile<br />

ile<br />

sulla tavola delle feste.<br />

La sua origine viene fatta<br />

ta<br />

risalire ai tempi della Magna<br />

a<br />

Grecia. Pare che fosse<br />

se<br />

preparato per gli atleti che dovevano partecipare<br />

alla Olimpiadi. Il torrone si declina variamente<br />

secondo le tradizione regionali e a secondo della<br />

pasta, che può essere morbida o dura. Tra i più<br />

famosi il Torrone di Cremona che è a pasta dura,<br />

e quello di Benevento che contempla entrambi<br />

le varianti (dura e morbida). Molto apprezzato<br />

e noto anche il torrone Sardo, aromatizzato con<br />

scorze e frutta candita.<br />

Altra prelibatezza è la Cubbaita siciliana che non<br />

è propriamente un tortone, ma piuttosto un<br />

croccante. L’origine del termine deriva dall’arabo<br />

“quibbiat” che significa mandorlato. Si tratta di<br />

una barretta di semi di sesamo, mandorle e miele,<br />

il cui piacere sta nel farla sciogliere in bocca con<br />

lentezza, così come suggerito da Andrea Camilleri,<br />

goloso fan della Cubbaita.<br />

Cugini dei “pani speziati” sono il Bostrengo e il<br />

Pangiallo. Il primo, tipico delle Marche, era detto<br />

“svuotacredenza” per via della preparazione che<br />

utilizzava solo ingredienti a portata di mano, tra<br />

cui il pane raffermo. Il secondo, tipico del Lazio, ha<br />

origini antichissime: si fa risalire all’epoca romana,<br />

Il Pan Forte senese<br />

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