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Tecnologie Alimentari 7 Ottobre 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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www.interprogettied.com<br />

Software per l’industria<br />

alimentare<br />

L’etichettatura<br />

dei prodotti alimentari<br />

Metodi di coltura<br />

e produzione del caffè<br />

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sommario<br />

5 Un riferimento per gli aromi, gli estratti aromatici<br />

e… i coloranti<br />

AromataGroup sta proseguendo il suo impegno ad essere un partner ideale per<br />

l’industria Alimentare e delle Bevande in grado di soddisfare in modo rapido e<br />

preciso anche le richieste più esclusive. L’acquisizione della quota di maggioranza<br />

di Fiorio Colori a luglio 2016 ha rappresentato per il Gruppo un’ulteriore tappa<br />

importante di un processo di aggregazione destinato a continuare.<br />

32 Trasparenza in etichetta<br />

Informazioni complete per la sicurezza del consumatore, dagli avvertimenti<br />

per i soggetti allergici alla tabella nutrizionale, fino all’ indicazione dì origine:<br />

una rassegna dei punti salienti della normativa UE sull’etichettatura dei cibi.<br />

pag. 32<br />

pag. 5<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 OTTOBRE <strong>2017</strong><br />

2<br />

36 L’aria: un ingrediente determinante<br />

nel processo alimentare<br />

L’aria è in grado di salvaguardare la qualità dell’alimento. Ma se non è controllata<br />

può persino mettere a rischio la salubrità del prodotto. Per questo la progettazione<br />

dell’impianto di trattamento dell’aria ha una grande importanza nella sanificazione<br />

di un ambiente produttivo alimentare.<br />

50 Azionamenti modulari per il confezionamento<br />

di latte in polvere<br />

Lotti di produzione che cambiano spesso, con quantità diverse e colli variabili:<br />

per il settore del latte in polvere Swiss Can Machinery offre impianti scalabili,<br />

che utilizzano azionamenti per applicazioni igieniche Kollmorgen.<br />

52 Software per l’industria alimentare:<br />

un mercato in accelerazione<br />

Il ritmo di crescita del settore è aumentato negli ultimi sei anni, grazie soprattutto<br />

al traino di Industria 4.0, che sta trasformando anche le aziende alimentari,<br />

sempre più disposte a investire in tecnologie digitali e fabbrica intelligente.<br />

IN COPERTINA<br />

Un riferimento per gli aromi, gli estratti aromatici e… i coloranti (F. Goi) 5<br />

EDITORIALI<br />

Un anno di conferme, ma si potrebbe fare di più (F. Goi) 9<br />

Il biologico va difeso dalle contraffazioni (F. Bray) 11<br />

ATTUALITÀ<br />

I benefici delle proteine (Explorer) 12<br />

Con il cibo a domicilio cresce il packaging out-of-home (L. Barreiro) 14<br />

News attualità 18<br />

Tutti i numeri del bio italiano 24<br />

News appuntamenti 26<br />

INGREDIENTI<br />

News ingredienti 28<br />

GLOBAL WATCH<br />

Il pane di oggi: fra ritorno alla tradizione e proposte alternative 30<br />

SICUREZZA<br />

Trasparenza in etichetta (L. Leali) 32<br />

pag. 50<br />

pag. 36<br />

pag. 52<br />

News sicurezza 34<br />

L’aria: un ingrediente determinante nel processo alimentare (Assofrigoristi) 36<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Metodi innovativi per la coltura e la produzione del caffè (F. Bray) 40<br />

ENERGIA<br />

News energia 43<br />

Energia sostenibile per la lavorazione della frutta 44<br />

COMPONENTI<br />

News componenti 48<br />

Azionamenti modulari per il confezionamento di latte in polvere (S. Becker) 50<br />

SOFTWARE E STRUMENTAZIONE<br />

Software per l’industria alimentare: un mercato<br />

in accelerazione (G. Tamburini) 52<br />

News strumentazione 59<br />

Sistema di ispezione per alimenti sfusi congelati 60<br />

RUBRICHE<br />

Nonsolofood 62<br />

Elenco inserzionisti 64<br />

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come “eccellenza di settore” per affidabilità,<br />

facilità di pulizia e durata, si confermano dei<br />

veri e propri alleati dell’industria alimentare.<br />

Preferire nastri FORBO significa ottenere<br />

flussi di lavoro sempre impeccabili, ridurre la<br />

necessità di manutenzione e fermi macchina,<br />

diminuire i tempi necessari per pulizia e<br />

sanificazione degli impianti, il tutto con la<br />

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in tutto il mondo grazie alle numerose filiali.<br />

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AromataGroup<br />

AromataGroup sta<br />

proseguendo il suo impegno<br />

ad essere un partner ideale<br />

per l’industria Alimentare<br />

e delle Bevande in grado<br />

di soddisfare in modo rapido<br />

e preciso anche le richieste<br />

più esclusive.<br />

L’acquisizione della quota<br />

di maggioranza di Fiorio<br />

Colori nel luglio 2016 ha<br />

rappresentato per il Gruppo<br />

un’ulteriore tappa importante<br />

di un processo di aggregazione<br />

destinato a continuare.<br />

in copertina<br />

di Francesco<br />

Goi<br />

UN RIFERIMENTO PER GLI AROMI,<br />

GLI ESTRATTI AROMATICI E...<br />

I COLORANTI<br />

www.interprogettied.com<br />

AromataGroup nasce nel 2014 dalla fusione di due società<br />

“storiche” denominate Emans Derivati Aromatici e<br />

Select Alimenta, che insieme fatturavano poco più di 4<br />

milioni di Euro. Nel 2015 il Gruppo avvia un processo di<br />

rafforzamento e diversificazione della propria struttura<br />

acquisendo la divisione aromi della Variati S.p.A. che a<br />

suo tempo fatturava circa 11 milioni di Euro.<br />

Oggi il giro d’affari nel mercato degli Aromi supera i 17<br />

milioni di Euro e, considerando il fatturato di Fiorio Colori,<br />

società che è stata aggregata da AromataGroup a luglio<br />

2016, il fatturato a livello di Gruppo oltrepassa i 28 milioni<br />

di Euro, di cui il 95% è rappresentato da produzione<br />

propria.<br />

UN’AGGREGAZIONE RIUSCITA<br />

La fusione tra le diverse società si è sviluppata molto positivamente<br />

e oggi AromataGroup si propone, a livello<br />

commerciale, con una serie di business unit che si propongono<br />

sul mercato con i nomi delle società che sono state<br />

aggregate da AromataGroup.<br />

Select Alimenta ha il suo core business nei settori del bakery<br />

& confectionary ed i mercati del nutraceutico e della<br />

cosmesi.<br />

Emans Derivati Aromatici, che ha radici storiche nel mercato<br />

delle bevande, segue l’industria dei produttori delle<br />

bevande alcoliche e analcoliche.<br />

La business unit Variati Aromi invece ha come riferimento<br />

il settore del gelato, l’industria della produzione di latticini,<br />

della preparazione della frutta e l’ampio mercato del<br />

industria dei prodotti salati.<br />

Nel campo degli aromi AromataGroup è quindi attiva<br />

tramite le sue business unit, che hanno un chiaro focus<br />

sui vari mercati di riferimento, ed oggi il Gruppo è tra i<br />

primi produttori italiani con le competenze e potenzialità<br />

paragonabili ai maggiori gruppi internazionali, mantenendo<br />

però la flessibilità e la creatività di un’azienda di medie<br />

dimensioni.<br />

Con sistemi gestionali e di organizzazione unificati<br />

AromataGroup sta raggiungendo le attese crescite complementari<br />

che le singole società avrebbero faticato ad<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

5


AromataGroup<br />

ottenere, con effettive sinergie operative<br />

che sono già state raggiunte a<br />

livello di customer service, regulatory,<br />

amministrazione e strutture generali.<br />

Proprio recentemente è stato implementato<br />

l’operatività a livello di<br />

Gruppo dell’ufficio Regulatory, includendo<br />

anche tutte le attività che fanno<br />

riferimento al mondo dei colori e<br />

coloranti della Fiorio Colori.<br />

AromataGroup attualmente svolge la<br />

sua attività in tre siti produttivi approcciando<br />

tutti i progetti a livello di<br />

Gruppo in termini di possibile complementarietà.<br />

I due siti dove vengono<br />

prodotti gli aromi ed estratti aromatici<br />

si trovano a Bresso (MI) e a Concorezzo<br />

(MB), la produzione dei colori ed<br />

Fiorio Colori si rafforza e guarda ai mercati internazionali<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

6<br />

Intervista a Tonio Grassmann, Amministratore Delegato di AromataGroup.<br />

TA - Dott. Grassmann, da circa un anno e mezzo AromataGroup ha acquisito<br />

la quota di maggioranza di Fiorio Colori. Qual è il Suo giudizio sui risultati<br />

finora raggiunti?<br />

I risultati del primo anno di lavoro insieme sono stati più che positivi:<br />

fatturato e margini sono in netto miglioramento rispetto all’anno precedente.<br />

Si sta lavorando molto sull’integrazione tra le due società, non soltanto<br />

a livello commerciale, ma anche per quanto concerne<br />

le altre funzioni aziendali (Amministrazione,<br />

Regulatory e Ricerca & Sviluppo).<br />

Anche se le due aziende per il momento sono<br />

ancora due entità legali separate, una fusione<br />

è pianificata nel breve termine e su diversi<br />

progetti organizzativi e clienti si sta lavorando<br />

già con un ottica di Gruppo.<br />

TA - Quali fattori hanno determinato<br />

un andamento così positivo già nel<br />

primo anno di collaborazione?<br />

I primi riscontri positivi li abbiamo<br />

avuti a livello commerciale,<br />

pur in presenza di una lieve<br />

sovrapposizione di clienti tra le<br />

due società, visto che l’impegno<br />

per quest’anno ha previsto<br />

la presentazione della nostra<br />

gamma produttiva ai clienti<br />

finora solo dell’una o dell’altra<br />

società.<br />

È da rilevare come Fiorio Colori<br />

sia rimasto l’unico produttore Tonio<br />

Tonio Grassmann, Amministratore<br />

Delegato di AromataGroup<br />

Grassman, europeo che è in grado di offrire la completa gamma di coloranti<br />

sintetici, di cui il 95% è di grado alimentare. Oltre che l’industria alimentare<br />

e delle bevande, serviamo anche numerosi altri mercati industriali, come<br />

quelli della detergenza, del personal care e della colorazione del legno per i<br />

giocattoli<br />

dei bimbi, dove vengo richiesti colori di grado alimentare.<br />

TA – Quali sono le attuali priorità per la collaborazione, entrata<br />

nel secondo anno?<br />

Oltre ai colori sintetici, produciamo anche colori naturali, per un mercato in<br />

continua crescita in cui AromataGroup con gli aromi naturali e Fiorio Colori<br />

con i coloranti naturali stanno continuando ad investire per ampliare<br />

ulteriormente le loro attività. Ulteriori investimenti saranno incentrati<br />

soprattutto nella Ricerca & Sviluppo, area in cui è stato recentemente<br />

completato l’ampliamento della struttura e dell’organizzazione sul sito di<br />

Gessate, ma anche in innovazioni a livello organizzativo-produttivo.<br />

Nel primo anno di collaborazione sono stati confermati i punti forti e<br />

tradizionali della Fiorio Colori e sono stati ottimizzati vari processi. Nel<br />

campo delle risorse umane sono state fatte diverse assunzioni per alcune<br />

funzioni chiave, che consentiranno di ottimizzare le potenzialità di crescita di<br />

Fiorio Colori. Le potenzialità di crescita non riguardano solo il mercato<br />

italiano, ma anche quello estero, che attualmente assicura a Fiorio Colori<br />

circa il 45% delle vendite: mi riferisco soprattutto ai mercati europei, a<br />

partire dalla Germania e da vari paesi dell’Est Europeo, attualmente tra i<br />

mercati dove stiamo registrando dei buoni sviluppi.<br />

TA - Sintetici e naturali: perché è importante disporre di entrambi?<br />

I coloranti naturali sono protagonisti di una notevole affermazione, essendo<br />

richiesti sia dall’Industria Alimentare che dai consumatori.<br />

In diversi casi la differenza di costo, ma anche la tipologia delle applicazioni,<br />

fanno preferire i colori sintetici, che spesso vengono preferiti per la resa<br />

e la migliore capacità di conservare nel tempo la forza colore.<br />

Disponendo di una ricca gamma di coloranti naturali e sintetici, nonché<br />

di un servizio completo comprendente la Ricerca & Sviluppo ma anche<br />

l’applicazione sul prodotto finito, offriamo ai nostri clienti tutti gli elementi<br />

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AromataGroup<br />

estratti colorati avviene invece nel terzo<br />

sito ubicato a Gessate (MI).<br />

La strategia del Gruppo è finalizzata<br />

a realizzare ulteriori crescite di aggregazione<br />

nel campo degli aromi e dei<br />

coloranti, con la visione di costituire<br />

nel breve termine un Gruppo europeo<br />

di medie dimensioni. In alcuni<br />

settori, in cui AromataGroup dispone<br />

di una buona competenza di base ma<br />

non ancora l’eccellenza, saranno sicuramente<br />

valutate delle possibili ulteriori<br />

aggregazioni con altre società<br />

con una chiara propensione ed ottica<br />

internazionale.<br />

AromataGroup e Fiorio Colori parteciperanno<br />

al Food Ingredients, che si<br />

terrà a fine novembre a Francoforte<br />

con uno stand di oltre 57 m 2 e dove i<br />

principali prodotti delle due aziende<br />

verranno presentati in un’ottica di<br />

Gruppo.<br />

Chi è AromataGroup<br />

Web site: www.aromatagroup.com<br />

Sede legale<br />

e sito di produzione Bresso<br />

Via Carolina Romani, 35<br />

20091 Bresso (MI)<br />

tel. 02 66501860<br />

Sito di Concorezzo<br />

Via Guido Rossa, 10<br />

20863 Concorezzo (MB)<br />

Tel. 039 611581<br />

Fiorio Colori<br />

Via Italia, 28<br />

20060 Gessate (MI)<br />

Tel. 02 9592901<br />

per potere operare la scelta migliore. Stiamo<br />

investendo ulteriori risorse nella Ricerca &<br />

Sviluppo soprattutto dei coloranti naturali e<br />

dei coloring foodstuff, estratti naturali con<br />

forza colore, che non devono essere dichiarati<br />

con un numero E.<br />

Siamo in grado di offrire i nostri prodotti a<br />

clienti di tutte le fasce, con tagli di prodotto anche ridotti rispetto a quelli che<br />

vengono offerti dai grandi market players. Come con AromataGroup anche con<br />

i colori ed estratti colorati della Fiorio Colori siamo ben presenti in tutti i settori<br />

dell’Industria Alimentare e delle Bevande.<br />

TA - Nell’ambito del processo di rafforzamento di AromataGroup, quali<br />

caratteristiche di Fiorio Colori hanno fatto considerare questa azienda un<br />

partner ideale per un’ulteriore crescita “insieme”?<br />

Abbiamo riconosciuto in Fiorio Colori un’azienda con radici molto solide, ben<br />

conosciuta e apprezzata dai players del mercato, clienti e competitors, con al<br />

suo interno collaboratori di lunga esperienza. Rappresentava quindi un’ottima<br />

base su cui rafforzare ulteriormente la complementarietà esistente tra le<br />

aziende già facenti parte di AromataGroup. Fiorio Colori costituisce a livello di<br />

Gruppo il nostro centro di competenza dei colori, che è stata una prerogativa<br />

determinante per aggregarla in AromataGroup.<br />

TA - D’altro canto, la cultura internazionale delle aziende di AromataGroup<br />

quale importanza sta avendo per la crescita di Fiorio Colori e come è stata<br />

recepita dallo staff aziendale?<br />

Abbiamo iniziato a lavorare sulla visibilità e sulla comunicazione, rendendo<br />

partecipe il mercato dei cambiamenti e dell’intenzione di offrire ancora<br />

qualcosa in più a livello di prodotti e servizi. Dall’inizio di quest’anno il sito di<br />

Gessate (MB) di Fiorio Colori dispone della certificazione FSSC 22000, che<br />

contiamo di ottenere anche per le sedi di Bresso (MI) e Concorezzo (MB) di<br />

AromataGroup entro la fine di quest’anno. La certificazione FSSC 22000 si<br />

somma alle altre certificazioni che deteniamo già a livello di Gruppo (come la<br />

ISO 9001, un sistema di HACCP), che sono assolutamente necessarie per chi<br />

intende essere presente e crescere sui mercati esteri.<br />

TA - Attualmente quali sono gli obiettivi<br />

che considera prioritari per raggiungere<br />

gli stadi successivi della crescita?<br />

Uno dei progetti sui quali ci vediamo<br />

maggiormente impegnati è quello<br />

riguardante la valorizzazione dei nostri<br />

collaboratori. Non è solo un modo di dire<br />

per sottolineare la nostra sensibilità in questo ambito, ma è la concreta realtà.<br />

Le aziende sono fatte dalle persone che ci lavorano, dalle loro esperienze e<br />

competenze. Anche Fiorio Colori può contare su persone presenti in azienda da<br />

moltissimi anni, che conoscono in modo approfondito i processi e i prodotti.<br />

La costituzione e il rafforzamento di AromataGroup sta richiedendo un notevole<br />

lavoro di aggregazione. Non è nostra intenzione tagliare o ridurre alcune<br />

strutture, ma ampliare e moltiplicare al meglio il know-how esistente<br />

e arricchirlo ulteriormente.<br />

In tutte le aziende del Gruppo c’è una solida base su cui fondare le tappe<br />

successive dello sviluppo previste dal nostro progetto strategico. Il nostro<br />

interesse per i mercati esteri è notevolissimo: non li consideriamo soltanto come<br />

aree di sbocco e di vendita, ma alcuni di essi quali potenziali mercati nei quali<br />

procedere con possibili aggregazioni con altre aziende.<br />

Il nostro Gruppo, che produce aromi e colori partendo dalle singole materie prime<br />

e molecole, fornisce per lo più un servizio tailor-made finalizzato a soddisfare le<br />

esigenze dei nostri diversi clienti, dai piccoli alle grandi aziende. Anche in futuro<br />

la nostra attenzione sarà concentrata su quanto necessario fare per mantenere la<br />

flessibilità che ci contraddistingue, situazione non sempre facile, poiché sempre<br />

di più vengono richieste produzioni “just in time”, che impongono un’attenzione<br />

particolare per la pianificazione.<br />

Con i nostri sistemi gestionali e di pianificazione e la costante attenzione dei<br />

nostri collaboratori in tutta la filiera produttiva riusciamo in gran parte a<br />

rispettare tempi di approviggionamento molto ristretti; dove anche per le urgenze<br />

si riesce a fare tutto il possibile per rispettare le richieste fuori standard.<br />

Saremo sicuramente impegnati nel prossimo futuro ad armonizzare e rendere<br />

ulteriormente efficienti i nostri sistemi gestionali e la nostra organizzazione,<br />

con l’obiettivo finale di potere continuare a dare un servizio eccellente<br />

ai nostri clienti.<br />

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7<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong>


<strong>Tecnologie</strong> per l’industria Food & Bev<br />

In concomitanza con<br />

Milano<br />

Petrolchimico<br />

Alimentare<br />

Visione Petrolchimico<br />

Alimentare<br />

e Tracciabilità<br />

Milano<br />

Nel 2018 l’evento verticale di riferimento per le tecnologie Food<br />

& Bev (strumentazione e processo, efficienza impianti/MES,<br />

sicurezza alimentare, energy management, direttiva macchine,<br />

packaging ecc.) fa tappa a Milano, capoluogo dell’importante<br />

distretto agroalimentare.<br />

Le opportunità per aziende e operatori si moltiplicano, grazie<br />

alla concomitanza con mcT Visione e Tracciabilità (logistica<br />

e identificazione automatica) e SAVE Milano, a coinvolgere il<br />

mondo delle tecnologie per l’automazione, la strumentazione e<br />

la sensoristica.<br />

Il programma prevede:<br />

✔ quattro sessioni plenarie in contemporanea<br />

✔ una parte espositiva con più di cento aziende partecipanti<br />

✔ workshop, seminari, corsi di formazione<br />

✔ coffee-break e buffet offerti dagli sponsor<br />

✔ in esclusiva gratuitamente tutti i contenuti in PDF<br />

Aprile 2018<br />

Crowne Plaza Hotel - San Donato Milanese (MI)<br />

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Organizzato da<br />

Partner ufficiale<br />

Registrazione<br />

gratuita per<br />

gli operatori<br />

professionali<br />

17<br />

edizioni di successo<br />

600<br />

operatori previsti<br />

+100<br />

aziende rappresentate<br />

4<br />

convegni plenari<br />

+15<br />

workshop<br />

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editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Francesco Goi<br />

Anche nel <strong>2017</strong>, che volge al termine, l’industria alimentare si è confermata uno dei punti forti del sistema<br />

industriale italiano.<br />

In attesa dei dati Istat relativi agli ultimi mesi dell’anno, già si riscontra un andamento molto positivo, sia<br />

rispetto ai risultati raggiunti dal comparto lo scorso anno sia nei confronti dell’aggregato industriale.<br />

Il settore alimentare ha ormai raggiunto i livelli pre-crisi mentre il resto dell’Industria, nonostante la ripresa,<br />

tuttora deve colmare un gap significativo. Si registra questa tendenza nonostante i consumi interni siano<br />

ancora in sofferenza e burocrazia e costo del lavoro tuttora rappresentino un freno per le opportunità<br />

di trasformare i risultati favorevoli da congiunturali a strutturali.<br />

Ancora recentemente il Presidente di Federalimentare Scordamaglia ha insistito su questi temi, come<br />

avviene dall’inizio del suo mandato e come avevano fatto i suoi predecessori. Purtroppo, la situazione è<br />

sotto gli occhi di tutti: l’Industria ha fatto di tutto per risollevarsi e valorizzare i propri punti forti; la classe<br />

dirigente, invece, non appare altrettanto brillante: l’impegno maggiore è sempre rivolto al tentativo di<br />

UN ANNO DI CONFERME,<br />

MA SI POTREBBE FARE DI PIÙ<br />

migliorare situazioni traballanti dovute alla disaffezione e all’incertezza dell’elettorato.<br />

L’Industria richiede una stabilità governativa, che permetta di attuare le riforme più sentite (ci riferiamo<br />

ancora al costo del lavoro e alla burocrazia). Purtroppo le infinite discussioni sulla legge elettorale e le<br />

incertezze sul dopo-voto non incoraggiano.<br />

Le aziende del food e, in generale, del migliore made in Italy hanno comunque retto e messo in secondo<br />

piano le ataviche difficoltà, ma non c’è dubbio che un sostegno più concreto da parte del Sistema Paese<br />

consentirebbe di valorizzare ulteriormente le nostre eccellenze.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

9


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e<br />

Ttecnico<br />

|di Franco Bray<br />

editoriale tecnico<br />

Le Regioni in cui è presente il maggior numero di operatori biologici sono la Sicilia (11.451, con un incremento<br />

dell’1,1% rispetto al 2015), la Calabria (che con 11.330 unità registra un incremento del 30,5%) e<br />

la Puglia (10.029, +50%). In queste tre regioni, insieme alla Toscana, si concentra la metà degli operatori<br />

biologici italiani.<br />

Si avvicina a quota 50.000 il numero degli operatori del settore iscritti a Data Bio, il database sul quale<br />

si può verificare l’attendibilità delle aziende e tracciarne i prodotti. Questo inflessibile strumento informatico,<br />

inaugurato due anni fa e nato dalla collaborazione tra Federbio e Accredia, l’ente italiano di<br />

accreditamento, contribuisce così ad arginare il fenomeno delle contraffazioni. Ciò nonostante il mercato<br />

bio continua a subire il danno di immagine da parte di prodotti fraudolenti, che rischiano di minare la<br />

credibilità dell’intero settore.<br />

IL BIOLOGICO VA DIFESO<br />

DALLE CONTRAFFAZIONI<br />

Dall’olio con pesticidi al falso bio importato dall’Est Europa a qualità di riso spacciate per immuni da prodotti<br />

chimici, il consumatore non si sente ancora al riparo da alimenti contraffati o descritti con caratteristiche<br />

non corrispondenti alla realtà.<br />

Tempo fa si era verificato un sequestro di fertilizzante certificato come biologico, ma in realtà nocivo. Si<br />

trattava di Matrina, il finto prodotto bio trovato dalla Guardia di Finanza e oggetto dell’operazione Mela<br />

stregata e di indagini e sequestri in tutta Italia. Poi è seguita la truffa dei 366 esercizi commerciali italiani<br />

che avrebbero acquistato fertilizzante destinato all’agricoltura biologica per lo più proveniente dalla Cina e<br />

dall’India. Spacciato per naturale e adatto all’agricoltura biologica e biodinamica, era risultato invece dalle<br />

analisi pericoloso per la salute e non conforme alle leggi.<br />

www.interprogettied.com<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

11


trend<br />

Le proteine sono<br />

alla base di<br />

una nutrizione<br />

appropriata in ogni<br />

età. Cresce anche<br />

la loro importanza<br />

commerciale, tanto<br />

che i produttori di<br />

integratori alimentari<br />

continuano a<br />

proporre innovazioni<br />

per il settore.<br />

di<br />

Explorer<br />

I BENEFICI DELLE PROTEINE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

12<br />

Le differenze primarie tra le proteine animali e vegetali<br />

sono i loro profili di amminoacidi. Le proteine animali<br />

naturalmente sono molto più simili alle nostre proteine,<br />

quindi vengono metabolizzate solo quelle che una<br />

volta assorbite vengono utilizzate dal nostro corpo, più<br />

facilmente e rapidamente delle proteine vegetali. Vale<br />

a dire, gli amminoacidi “substrati” derivati da proteine<br />

animali sono più facilmente disponibili per le nostre<br />

reazioni di sintesi che permettono loro di operare al<br />

meglio. Le proteine vegetali sono un po’ compromesse<br />

dalla loro limitazione di uno o più amminoacidi.<br />

Quando si ripristina l’amminoacido relativamente carente<br />

in una proteina vegetale, otteniamo un tasso di<br />

risposta equivalente alle proteine animali.<br />

Commercialmente l’interesse per le proteine cresce<br />

significativamente, siano esse sotto forma di integratori<br />

o all’interno di prodotti finiti.<br />

Le proteine rappresentano la parte maggiore del nostro<br />

corpo, dopo l’acqua. Questa è anche una ragione<br />

dell’importanza strategica commerciale.<br />

Il trend aumenta in particolare per le proteine vegetali.<br />

In una recente ricerca di Ingredion il 65% degli intervistati<br />

dichiara di essere interessato a ingredienti pulsebased,<br />

cioè i semi edibili di molti legumi, in particolare<br />

lenticchie (45%) e ceci (51%). Essi sono associati con<br />

benefici nutrizionali per il fatto di essere privi di grasso.<br />

Negli ultimi cinque anni, sono stati lanciati sul mercato<br />

25.000 prodotti finiti contenenti queste proteine. Nel<br />

2016 quelli contenenti proteine vegetali sono cresciute<br />

del 10% rispetto al 2014.<br />

Contrariamente a quelle di soya, esse sono prive di<br />

allergeni e hanno quindi un notevole vantaggio in termini<br />

di densità di nutriente e, soprattutto, di costruzione<br />

della clean label.<br />

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trend<br />

La presenza di proteine è importante<br />

per una nutrizione appropriata<br />

attraverso ogni stadio della vita.<br />

Invecchiare bene è ormai un concern<br />

chiave nella società attuale e viene<br />

evidenziato che una pur moderata attività<br />

fisica e una dieta con presenza<br />

di proteine risulti ancora più positiva<br />

che il fattore genetico per diminuire i<br />

rischi di malattie e, in particolare, per<br />

ridurre i sintomi delle patologie tipiche<br />

della quarta età.<br />

L’industria specializzata degli integratori<br />

produce in continuità innovazioni<br />

in questo settore. Alcuni esempi recenti<br />

riguardano la proteina prodotta<br />

completamente dal lievito, i peptidi e<br />

le proteine biovegetali estruse.<br />

Fra i micro-organismi sfruttati vi sono<br />

i lieviti Saccharomyces cerevisiae<br />

come fonte sostenibile, alternativa a<br />

quella della carne: essa contiene tutti<br />

gli amminoacidi essenziali, inclusi<br />

quelli a catena ramificata, altrimenti<br />

non disponibili per il nostro corpo.<br />

Queste proteine fanno quindi parte<br />

indispensabile di tutte le possibili diete<br />

bilanciate. La proteina da lievito ha<br />

il vantaggio rispetto alla soja e alla<br />

carne di essere molto più sostenibile<br />

come fabbisogno e consumo di acqua,<br />

terra e CO 2<br />

.<br />

I peptidi sono una classe dei composti<br />

chimici le cui molecole hanno peso<br />

molecolare inferiore ai 5.000 dalton,<br />

costituiti da una catena estremamente<br />

variabile corta di amminoacidi monomeri<br />

legati da legami peptidici.<br />

I peptidi rivestono sempre più importanza<br />

per contrastare problemi di<br />

salute delle ossa, cartilageni e delle<br />

giunture. I prodotti finiti sono costituiti<br />

da bioattivi collagene e peptidi.<br />

Oggi essi sono sempre più presenti<br />

nella dieta sportiva della silver generation.<br />

Non solo, ma anche in quella<br />

degli assidui frequentatori di palestre<br />

e fitness center.<br />

Hanno fatto recentemente il loro ingresso<br />

sul mercato le proteine biovegetali<br />

estruse, materiale ottenuto per<br />

estrusione attraverso minimi fori. Il<br />

nuovo prodotto viene ricavato dal<br />

girasole. Le minuscole croccanti<br />

sono interessanti anche perché<br />

posseggono il sapore nocciolato.<br />

Per la preparazione di un<br />

pasto vegan è sufficiente bagnare<br />

il croccante in un brodo<br />

e successivamente usare il<br />

prodotto asciutto con aromi<br />

e spezie.<br />

A parte gli integratori, anche<br />

i prodotti finiti arricchiti con<br />

proteine crescono nei mercati<br />

internazionali, consumati<br />

per colazione, per ridurre il<br />

peso o nell’ambito di diete legate al<br />

body-building.<br />

I nostri organi, tessuti, muscoli e ormoni<br />

sono fatti di proteine. Quelle<br />

Oltre agli integratori,<br />

anche i prodotti finiti<br />

arricchiti con proteine<br />

sono in crescita sui<br />

mercati internazionali<br />

presenti negli alimenti sono usate<br />

per tutte le parti del corpo per<br />

svilupparsi, crescere e funzionare<br />

adeguatamente. Niente è<br />

più essenziale che il consumo<br />

adeguato e continuo per prevenire<br />

deficienze nutrizionali.<br />

Per quanto riguarda il fattore<br />

quantitativo, la FAO ha stabilito<br />

in “un grammo per kg di<br />

peso corporeo” il fabbisogno<br />

proteico di un individuo.<br />

Tale quota è standardizzata<br />

per sopperire ai bisogni della<br />

“popolazione media”. Per gli adulti,<br />

compresi gli anziani, il valore è stato<br />

recentemente a 0,83 g per kg di peso<br />

corporeo al giorno.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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13


attualità<br />

Anche in Italia si espande<br />

il mercato del food<br />

delivery e dell’ordinazione<br />

digitale: una grande<br />

opportunità per<br />

il packaging out-of-home<br />

che, secondo una ricerca,<br />

in Europa raggiungerà<br />

il valore di 6 miliardi<br />

di euro entro il 2020.<br />

di Laura<br />

Barreiro*<br />

CON IL CIBO A DOMICILIO CRESCE<br />

IL PACKAGING OUT-OF-HOME<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

14<br />

*Sustainability<br />

and Stakeholder<br />

Engagement Europe,<br />

Gruppo Asia Pulp<br />

& Paper (APP)<br />

Secondo la Federazione italiana dei pubblici esercizi, la<br />

ristorazione fuori casa nell’estate <strong>2017</strong> è valsa oltre 5,6<br />

miliardi di euro, anche se rimangono non dettagliati i<br />

dati dei consumi nella ristorazione attraverso il canale<br />

online con i servizi di food delivery. Tuttavia dati interessanti<br />

emergono dagli operatori già attivi sul mercato.<br />

Just Eat, in collaborazione con l’Università Bocconi, ha<br />

effettuato recentemente dei sondaggi nelle maggiori<br />

aree turistiche che rivelano, per esempio, come nelle<br />

Riviere Liguri le ordinazioni siano aumentate in media<br />

complessivamente del 63%.<br />

Anche l’Italia, dunque, il Paese della buona cucina casalinga,<br />

si apre alla consegna di pasti a domicilio e ci si<br />

attende che il periodo estivo fornirà nuovi impulsi a<br />

questo segmento di mercato. I servizi di asporto, tra i<br />

quali Deliveroo, Just Eat, Foodora, UberEATS – per citarne<br />

alcuni – sono ormai un mercato in continua<br />

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attualità<br />

espansione, in cui diversi player si<br />

stanno affacciando rapidamente,<br />

come Amazon o le catene di supermercati,<br />

piccole aziende locali o ristoranti<br />

digitali. Di fatto, l’ordinazione<br />

digitale sta conquistando il<br />

mercato.<br />

Se guardiamo ai dati di Just Eat, servizio<br />

di e-food delivery arrivato in<br />

Italia nel 2011, gli italiani sembrano<br />

apprezzare sempre più il gustare<br />

cibo gourmet di alta qualità non cucinato<br />

in casa e senza necessariamente<br />

recarsi al ristorante. Just Eat<br />

rivela che in Italia ci sono 5.500 ristoranti<br />

affiliati all’azienda, oltre<br />

105 dipendenti e 5.500 ristoranti<br />

partner ed è presente in 550<br />

Comuni, con un numero di clienti in<br />

continua crescita.<br />

Secondo il Censis (dati marzo <strong>2017</strong>)<br />

sono già 19,4 milioni gli Italiani che<br />

acquistano cibo take-away online,<br />

da inquadrare in un trend di rinnovata<br />

attenzione al fattore cibo, dopo<br />

un drastico calo della spesa alimentare<br />

a causa della crisi economica.<br />

Secondo i dati dell’Osservatorio<br />

ecommerce b2c del Politecnico di<br />

Milano, in Italia le consegne di cibo<br />

a domicilio valgono ben 812 milioni<br />

di euro e di questi 200 milioni sono<br />

riconducibili agli ordini ai ristoranti,<br />

cresciuti del 66% in dodici mesi.<br />

I nuovi player di Food Delivery, tuttavia,<br />

hanno una strategia differente<br />

rispetto al colosso danese Just<br />

Eat: la piattaforma Just Eat, infatti,<br />

si occupa esclusivamente di mettere<br />

in contatto i clienti e i ristoranti che<br />

già dispongono di un servizio di<br />

consegna a domicilio; gli altri player<br />

come Foodora, Foodinho e<br />

Deliveroo, invece, offrono un servizio<br />

di delivery per i ristoranti che<br />

originariamente non prevedevano la<br />

consegna.<br />

Dal punto di vista tecnico dell’offerta,<br />

queste piattaforme hanno come<br />

primo punto di forza la velocità:<br />

questo tipo di servizi garantisce la<br />

consegna del cibo ordinato in media<br />

entro un massimo di circa 30 minuti.<br />

Tutto ciò è possibile grazie ad autisti<br />

dedicati, suddivisi nelle zone nevralgiche<br />

delle città in cui operano. Un<br />

secondo punto di forza è la facilità<br />

di pagamento, che avviene attraverso<br />

carta di pagamento o in-app, i<br />

cui dati vengono registrati dal sito<br />

per eventuali futuri pagamenti. Un<br />

altro punto di forza è la geolocalizzazione,<br />

che permette al cliente di<br />

controllare in tempo reale lo stato<br />

del suo ordine fino alla consegna<br />

dello stesso e di verificare l’effettiva<br />

rapidità del servizio.<br />

Un’altra caratteristica che contraddistingue<br />

questo tipo di servizi è<br />

l’offerta alimentare di buono e alto<br />

livello con un costo medio-alto. Il<br />

target a cui si rivolgono è, dunque,<br />

differente in termini di status sociale<br />

ed economico rispetto ai player<br />

locali che effettuano consegne a<br />

domicilio o che sono affiliati al network<br />

Just Eat. Il servizio è spesso<br />

utilizzato da una categoria di persone<br />

con buona o alta retribuzione,<br />

abituata a lavorare quasi non-stop<br />

e, solitamente, con poco tempo a<br />

disposizione per la pausa pranzo<br />

o la cena. Secondo Just Eat, per<br />

esempio, sono in particolare i professionisti<br />

degli studi di consulenza<br />

tra i clienti leader del loro servizio<br />

per volumi di spesa, che detengo-<br />

ll packaging<br />

out-of-home<br />

è un segmento<br />

importante<br />

della linea di<br />

prodotti di Asia Pulp<br />

& Paper, che ai pasti<br />

a domicilio dedica<br />

Foopak e Sinar Kraft<br />

no anche il primato per ordinazioni<br />

con l’app.<br />

L’apprezzamento dei servizi di food<br />

& beverage delivery e la loro rapida<br />

espansione vanno oltre la mera<br />

comodità del servizio stesso e sono<br />

principalmente da attribuirsi al concept<br />

che risiede nel cuore di queste<br />

attività: da una parte offrono ai<br />

consumatori l’opportunità di ricevere<br />

un ordine richiesto su misura<br />

e customizzato; dall’altro lato permettono<br />

ai ristoranti, ai catering e<br />

ad altri operatori food di ampliare il<br />

bacino di clienti.<br />

Quale tra i competitor potrà avere la<br />

meglio lavorando in un mercato così<br />

competitivo e proponendo molti di<br />

essi un’offerta praticamente identica<br />

dipenderà da diversi fattori, tra i quali<br />

la comunicazione del brand, sia del<br />

servizio, che deve necessariamente<br />

rimanere impresso nella mente dei<br />

consumatori, in modo da creare<br />

un’associazione automatica quando<br />

i consumatori decidono di usufruire<br />

di un servizio di food delivery, sia degli<br />

operatori di ristorazione associati a<br />

questi servizi che devono rendere riconoscibile<br />

il marchio legato al prodotto<br />

alimentare anche al di fuori<br />

delle mura del ristorante stesso.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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15


attualità<br />

IL RUOLO DEL PACKAGING<br />

È qui che entra il gioco il packaging.<br />

La nuova ricerca dell’istituto<br />

Smithers Pira, commissionata dal<br />

Gruppo Asia Pulp & Paper (APP),<br />

rileva che il mercato europeo del<br />

packaging out-of-home (OOH) crescerà<br />

del 6% per raggiungere un<br />

valore totale di 6 miliardi di euro<br />

entro il 2020, proprio grazie all’incremento<br />

dei mercati fast food e<br />

fast-casual. Solo in Italia, il ritmo<br />

medio di crescita è pari all’1,2%<br />

annuo.<br />

In generale, i mercati del packaging<br />

sono stimati in crescita sia nell’Europa<br />

Occidentale sia in quella<br />

Orientale. Secondo la ricerca, il valore<br />

totale del mercato del packaging<br />

nell’Ovest Europa nel 2016 è<br />

stato pari a 184 miliardi di dollari,<br />

con un’attesa di crescita del 2,8%<br />

annuo fino al 2020. Per l’Est Europa,<br />

un mercato senz’altro meno saturo<br />

rispetto a quello dell’Europa<br />

Occidentale, la crescita<br />

stimata è ancora più promettente:<br />

+3% annuo a partire da un valore<br />

base di 48,1 miliardi di dollari registrato<br />

nel 2016. In tutto il continente,<br />

la popolarità crescente della consegna<br />

a domicilio e dei fast food<br />

porta a prevedere entro il 2020 un<br />

sorpasso da parte di tali settori sulla<br />

quota di mercato dei ristoranti fullservice.<br />

Il packaging per il mercato OOH è<br />

da sempre un segmento importante<br />

della linea di prodotti di Asia Pulp &<br />

Paper, che ai pasti a domicilio dedica<br />

Foopak e Sinar Kraft. La gamma<br />

della linea Foopak è costituita<br />

da imballi a contatto con cibo e<br />

bevande per il retail food & beverage.<br />

La gamma di prodotti<br />

spazia dalle carte ai cartoni<br />

e cartoncini oleati, cupcake<br />

e altri prodotti da forno. L’intera<br />

gamma Foopak è conforme ai più<br />

elevati standard internazionali per<br />

igiene e salute. Sinar Kraft è una<br />

gamma di packaging multistrato<br />

in cartone e cartoncino. Il prodotto,<br />

a tre strati, è costituito da strati<br />

kraft composti da fibre di legno<br />

duro sbiancate e uno strato interno<br />

in kraft non bianchito. Sinar Kraft è<br />

certificato PEFC (Programme for the<br />

Endorsement of Forest Certification)<br />

e offre massima resistenza alle temperature<br />

fredde, rendendolo ideale<br />

per il confezionamento di bevande e<br />

per il packaging dei surgelati.<br />

La misura del colore non è mai stata così semplice<br />

Excellence in<br />

Colour Management<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

www.konicaminolta.eu<br />

16<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

SEGNI DI RIPRESA PER IL LATTIERO-CASEARIO<br />

Il settore lattiero caseario sta mostrando segni di ripresa dopo la<br />

crisi provocata dall’abolizione delle quote comunitarie in concomitanza<br />

con l’embargo russo e il sensibile rallentamento delle<br />

importazioni cinesi. A partire dal secondo trimestre <strong>2017</strong> sono<br />

stati registrati i primi segnali di crescita dei prezzi europei che<br />

sono proseguiti per tutta l’estate fino a portare le quotazioni dei<br />

prodotti lattiero caseari agli attuali livelli.<br />

Il dinamismo internazionale si è riflesso anche sul funzionamento<br />

del mercato interno e, dopo i minimi registrati lo scorso anno, il<br />

prezzo del latte alla stalla è risalito in estate (38,15 euro/100 litri<br />

ad agosto), mettendo a segno una variazione tendenziale a due<br />

cifre. La ripresa del mercato lattiero caseario nazionale è evidenziata<br />

dall’andamento dell’indice Ismea dei prezzi all’origine (base<br />

2010), che ha chiuso i primi nove mesi del <strong>2017</strong> con un incremen-<br />

to del 14%, anche grazie a una straordinaria ascesa del burro e,<br />

seppure in misura più contenuta, dei formaggi duri (indice +77%<br />

e +7% rispettivamente).<br />

La ripresa del mercato nazionale è stata favorita da un ulteriore<br />

rafforzamento dell’export: dopo gli straordinari risultati dello<br />

scorso anno, anche nel <strong>2017</strong> l’Italia si conferma il quarto paese<br />

player a livello mondiale, dietro Germania, Francia e Paesi Bassi,<br />

con ben 239 mila tonnellate di formaggi esportati in sette mesi a<br />

fronte di oltre 1,5 miliardi di euro di introiti (+7,3% in volume e<br />

+9,4% in valore rispetto a gennaio-luglio 2016).<br />

Nel prossimo decennio, secondo le previsioni Ocse-Fao, è atteso a<br />

livello mondiale un costante aumento del consumo pro capite di<br />

lattiero caseari (+1,8% annuo) e ne conseguirà una crescita delle<br />

importazioni, soprattutto da parte dei paesi in via di sviluppo.<br />

COMIECO E FIPE ALLEATE CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

“Sdoganare” la doggy bag trasformandola<br />

in un gesto semplice e consueto ogni<br />

volta che si va al ristorante.<br />

Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)<br />

e Comieco (Consorzio per il Recupero e<br />

Riciclo degli Imballaggi a Base Cellulosica)<br />

uniscono le forze contro lo spreco alimentare<br />

e lanciano su scala nazionale il<br />

progetto “Doggy Bag se avanzo mangiatemi”,<br />

che metterà presto a disposizione<br />

dei ristoranti italiani eco-contenitori di<br />

design e “made in Italy” per dare ai clienti<br />

la possibilità di portare agevolmente a<br />

casa cibi e bevande non consumate. La<br />

partnership tra Fipe e Comieco e i dettagli<br />

dell’iniziativa sono stati presentati ufficialmente<br />

alla recente fiera Host, alla presenza<br />

di Maria Chiara Gadda, membro della<br />

Commissione Ambiente, Territorio e Lavori<br />

Pubblici della Camera dei Deputati e relatrice<br />

della legge 166/16 sulla limitazione<br />

degli sprechi alimentari.<br />

“La norma antisprechi sta contribuendo<br />

ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso<br />

il cibo e il suo utilizzo consapevole specie<br />

nella prevenzione e nel recupero delle<br />

eccedenze. Le nostre scelte quotidiane di<br />

Maria Chiara Gadda, membro della Commissione<br />

Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della<br />

Camera dei Deputati<br />

acquisto e di consumo degli alimenti sono<br />

importanti”, afferma l’onorevole Maria<br />

Chiara Gadda. “Generare eccedenze può<br />

contribuire allo spreco oppure creare nuove<br />

opportunità che con la legge 166 vengono<br />

sostenute e valorizzate attraverso la<br />

filiera del dono finalizzato alla solidarietà<br />

sociale”.<br />

“Nei ristoranti del Belpaese si sprecano<br />

ancora ogni anno 185 mila tonnellate<br />

di cibo: sono numeri sempre più difficili<br />

da accettare, ma in parallelo si sta facendo<br />

strada una nuova sensibilità, sia nei<br />

clienti che nei ristoratori, nel prevenire e<br />

contrastare questo problema”, dichiara<br />

Giancarlo Deidda, vicepresidente di Fipe.<br />

“Il progetto Doggy Bag - Se avanzo mangiatemi,<br />

nato nell’anno di Expo 2015, ha<br />

riscontrato positive esperienze in oltre 50<br />

ristoranti di Slow Food Italia e in più di<br />

200 locali tra Milano, Bergamo, Varese e<br />

Roma; ha trovato un più che positivo gradimento<br />

in tutta Italia da un sondaggio<br />

effettuato con Last Minute Market e se<br />

in Italia ben il 58% degli imballaggi cellulosici<br />

immessi al consumo è legato al settore<br />

alimentare, la doggy bag è perfetta<br />

espressione del valore anti spreco che un<br />

packaging può rappresentare”, dichiara<br />

Carlo Montalbetti, direttore generale di<br />

Comieco.<br />

18<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

JOINT VENTURE ITALIANA NEL BAKERY BIOLOGICO<br />

100% italiana, innovativa, con grandi potenzialità:<br />

la joint venture tra due imprese<br />

d’eccellenza del settore food – Farmo, produttore<br />

di riferimento nel senza glutine ed<br />

Alce Nero, azienda e marchio di rifermento<br />

del biologico – rappresenta un modello di<br />

business unico nel panorama italiano.<br />

Da questo incontro nasce FAN, impresa ad<br />

alto valore tecnologico per la produzione<br />

di prodotti da forno biologici basata sulla<br />

profonda condivisione di valori comuni<br />

ai due partner: l’orientamento alla ricerca<br />

e allo sviluppo, la tutela della materia<br />

prima e dell’agricoltura, la vocazione al<br />

biologico, la trasparenza e il rispetto delle<br />

persone e dell’ambiente.<br />

Qualità massima ed efficienza di produzione,<br />

per la crescente e costante diffusione<br />

del Biologico, rappresentano la sfida<br />

industriale di FAN, una realtà che fa<br />

dell’innovazione tecnologica il proprio<br />

asset fondamentale.<br />

“Nello scenario italiano si tratta di un modello<br />

di business singolare – commenta<br />

Marco Santori, presidente di FAN SpA –<br />

che vede due aziende di successo diverse<br />

per cultura, ma che scelgono di rafforzare,<br />

in sinergia, le relative competenze per<br />

consolidare, ognuna nel proprio ambito,<br />

la propria posizione sul mercato”.<br />

“È il terzo stabilimento che inauguriamo<br />

in pochi anni a Casorezzo (MI), dopo il<br />

primo stabilimento Farmo One dedicato<br />

al bakery senza glutine e ai mix di farine<br />

speciali senza glutine attivo dal 2010 ed il<br />

secondo FarmoNext attivo dal 2015 e specializzato<br />

nella produzione di Pasta senza<br />

glutine”, afferma Remo Giai, presidente<br />

di Farma.<br />

Esteso su un’area di 5000 m 2 e con grandi<br />

potenzialità produttive, il nuovo stabilimento<br />

è dotato dell’impiantistica più<br />

avanzata per la trasformazione delle materie<br />

prime.<br />

Attualmente dispone di una linea produttiva<br />

automatica predisposta per la produzione<br />

di frollini biologici (per un totale di<br />

20 referenze), con una capacità produttiva<br />

di 600 kg di frollini all’ora. Per ora la<br />

produzione è focalizzata sul bakery dolce,<br />

ma è in previsione un grande potenziamento<br />

con nuove linee e l’allargamento al<br />

bakery salato. Di alta qualità, buoni, puliti<br />

e salutistici, i prodotti non solo verranno<br />

immessi sul mercato italiano ma verranno<br />

esportati in più di trenta paesi.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

19


news [fatti, persone, aziende]<br />

BLAKE MORET PRESIDENTE DI ROCKWELL AUTOMATION<br />

Rockwell Automation, Inc. ha annunciato che il<br />

proprio Consiglio di Amministrazione ha eletto<br />

come presidente, con decorrenza a partire dal 1°<br />

gennaio 2018, Blake D. Moret, già presidente e<br />

amministratore delegato della società.<br />

Moret, 54 anni, succede a Keith D. Nosbusch<br />

che, dopo aver ricoperto la carica di presidente<br />

dal 2005, continuerà a svolgere l’incarico di<br />

direttore. La società continuerà ad avere un<br />

coordinatore indipendente.<br />

“Da quando è entrato in azienda ed è diventato<br />

amministratore delegato nel luglio 2016,<br />

Blake ha dimostrato di essere altamente qualificato<br />

per dirigere la società e il<br />

consiglio di amministrazione”,<br />

commenta Donald R.<br />

Parfet, Lead Director. “Blake<br />

è da sempre un sostenitore<br />

convinto della cultura<br />

delle alte prestazioni e lo<br />

ha sempre dimostrato attraverso<br />

la propria straordinaria<br />

capacità di ispirare<br />

i colleghi e di relazionarsi<br />

con clienti, dipendenti, partner<br />

e il team manageriale. Il<br />

consiglio è convinto che questa struttura di leadership<br />

continuerà a guidare i successi dell’azienda”.<br />

Moret ha iniziato la propria carriera nel 1985<br />

come apprendista alle vendite e successivamente<br />

ha svolto funzioni di alto livello in tutta l’organizzazione,<br />

tra cui incarichi internazionali<br />

in Europa e in Canada. Nel 2011 è stato<br />

promosso Senior Vice President di<br />

Control Products & Solutions, uno dei<br />

due segmenti di business dell’azienda,<br />

e nel luglio 2016 ne è diventato<br />

presidente e amministratore delegato.<br />

Moret ha conseguito la laurea in ingegneria<br />

meccanica presso il Georgia<br />

Institute of Technology.<br />

Occupa una carica all’interno<br />

del Consiglio di<br />

Amministrazione e del<br />

Comitato Esecutivo della<br />

National Association<br />

of Manufacturers’<br />

(NAM) e nei consigli<br />

di altre organizzazioni<br />

industriali e civili, oltre a<br />

essere membro della Business<br />

Roundtable.<br />

A ENDRESS+HAUSER UN ATTESTATO PER LA SOSTENIBILITÀ<br />

Endress+Hauser ha ricevuto<br />

l’Attestato Gold nell’audit di<br />

EcoVadis: con 66 punti migliora<br />

il risultato dell’anno precedente.<br />

Il riconoscimento rivela l’importanza<br />

che Endress+Hauser ripone<br />

nella responsabilità sociale<br />

dell’azienda (CSR) e l’approccio<br />

strutturato, anche in prospettiva<br />

futura.<br />

“Essendo un’azienda familiare,<br />

il concetto di sostenibilità è<br />

ancorato saldamente ai nostri<br />

valori”, sottolinea Matthias<br />

Altendorf, Ceo del Gruppo<br />

Endress+Hauser. “Per questo<br />

motivo abbiamo fatto del rating<br />

EcoVadis una delle nostre<br />

figure strategiche. L’Attestato<br />

Gold conferma che ci stiamo<br />

muovendo nella giusta direzione.<br />

Allo stesso tempo, rappresenta<br />

una valutazione oggettiva<br />

della nostra responsabilità<br />

sociale verso i clienti”.<br />

Nell’audit sono stati valutati<br />

venti diversi criteri, inclusi ambiente,<br />

procedure lavorative,<br />

pratiche commerciali e appalti<br />

sostenibili. L’azienda ha ottenuto<br />

una valutazione superiore<br />

in tutte le categorie, ricevendo<br />

l’Attestato Gold. Il concetto di<br />

responsabilità è saldamente<br />

ancorato nei valori aziendali<br />

di Endress+Hauser. Dal 2015 il<br />

Gruppo pubblica una relazione<br />

sulla sostenibilità che esamina<br />

gli aspetti sociali, ambientali<br />

ed economici della gestione<br />

aziendale, fornendo una visione<br />

olistica dello sviluppo del<br />

Gruppo.<br />

EcoVadis gestisce una piattaforma<br />

che consente alle<br />

aziende di valutare gli aspetti<br />

ambientali e sociali dei loro<br />

fornitori. Le schede di valutazione<br />

rendono semplice il monitoraggio<br />

e il miglioramento<br />

delle prestazioni ambientali,<br />

sociali ed etiche in tutto il<br />

mondo. Oltre 20.000 aziende<br />

utilizzano EcoVadis per ridurre i<br />

rischi, migliorare l’innovazione<br />

e creare fiducia e trasparenza<br />

tra partner commerciali.<br />

20<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

IL GRUPPO PAVAN ENTRA A FAR PARTE DELL’UNIVERSO GEA<br />

Dando seguito alla strategia di crescita<br />

e sviluppo perseguita da oltre 70<br />

anni, il Gruppo Pavan e le sue consociate<br />

(Golfetto Sangati, Stiavelli,<br />

Montoni, Pizeta, Valin, Tecnel) entreranno<br />

a far parte del gruppo industriale<br />

GEA per ampliarne la gamma<br />

di tecnologie con il know-how<br />

e l’esperienza maturata nel settore<br />

degli impianti per la molitoria, per<br />

l’estrusione di pasta, snack e cereali<br />

da colazione e per il packaging. La<br />

transazione, che dovrebbe completarsi<br />

entro la fine del <strong>2017</strong>, è attualmente<br />

in attesa dell’approvazione<br />

delle autorità antitrust.<br />

GEA, con sede principale in Germania,<br />

è fra i principali fornitori globali di tecnologia<br />

per l’industria alimentare e per<br />

una vasta gamma di altri settori industriali.<br />

Il gruppo genera circa il 70%<br />

del suo fatturato nel settore alimentare<br />

e delle bevande, che gode di una<br />

crescita sostenibile a lungo termine.<br />

Con un totale di 17.000 dipendenti in<br />

tutto il mondo, GEA ha chiuso il 2016<br />

con un fatturato consolidato di più di<br />

4,5 miliardi di euro.<br />

Andrea Cavagnis, da 25 anni alla guida<br />

del Gruppo Pavan, continuerà a<br />

ricoprire il ruolo di presidente. Tutto<br />

il management team di Pavan è stato<br />

confermato nel suo ruolo come segno<br />

di continuità con una gestione<br />

che ha prodotto risultati brillanti.<br />

Da oltre 70 anni Pavan porta avanti<br />

un modello aziendale in linea con le<br />

richieste del mercato globale, raggiungendo<br />

costantemente i propri<br />

obiettivi di lungo termine. Con un<br />

fatturato 2016 di circa 155 milioni<br />

di euro, il Gruppo impiega quasi 700<br />

persone su 7 stabilimenti produttivi,<br />

ed è leader mondiale nella progettazione<br />

e realizzazione di tecnologie<br />

ed impianti integrati per prodotti<br />

a base di cereali, dallo scarico dei<br />

cereali dalle navi fino al prodotto<br />

confezionato. “Crediamo che questo<br />

modello possa raggiungere performance<br />

ancora migliori operando<br />

all’interno di un gruppo più grande<br />

e solido, dato che il mercato globale<br />

ha accresciuto la necessità di risorse<br />

umane e finanziarie per rimanere<br />

forti e competitivi, dichiara Andrea<br />

Cavagnis”. “Abbiamo quindi deciso<br />

di supportare questa nuova fase di<br />

sviluppo con l’appoggio di GEA, in<br />

quanto riteniamo che rappresenti il<br />

miglior possibile partner per rafforzare<br />

le potenzialità di Pavan garantendo<br />

una strategia coerente, un’organizzazione<br />

efficiente e solide basi<br />

finanziarie. GEA è fermamente impegnata<br />

a promuovere la nostra crescita,<br />

in linea con le scelte strategiche<br />

e tecnologiche degli ultimi decenni,<br />

con lo scopo di sviluppare la migliore<br />

tecnologia per fornire ai nostri clienti<br />

i migliori prodotti e servizi”.<br />

Per GEA questa acquisizione rappresenta<br />

una pietra miliare nella<br />

strategia di crescita ed espansione<br />

delle proprie attività nell’industria<br />

alimentare. Il know-how di Pavan<br />

nelle tecnologie di estrusione, l’ampia<br />

gamma di soluzioni industriali, la<br />

costante attività di R&D e la presenza<br />

nei maggiori mercati mondiali rappresentano<br />

le basi per rafforzare la<br />

crescita, soprattutto nelle soluzioni<br />

integrate di processo.<br />

L’acquisizione da parte di GEA segna<br />

una nuova fase di crescita per Pavan,<br />

che potrà contare sul sostegno di un<br />

grande gruppo con solide capacità<br />

industriali e finanziarie in grado di<br />

valorizzare e promuovere sviluppo di<br />

tecnologie innovative e sinergie commerciali<br />

finalizzate a fornire prodotti<br />

e servizi di qualità sempre crescente<br />

ai propri clienti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

22<br />

GUALAPACK APRE UNO STABILIMENTO IN UCRAINA<br />

È stata inaugurata Gualapack Ukraine. Il nuovo stabilimento del<br />

Gruppo, ufficialmente aperto nel mese di luglio <strong>2017</strong>, si trova a<br />

Sumy, città che ospita circa 270.000 abitanti e capitale dell’oblast<br />

di Sumy, nella parte nord-est dell’Ucraina, vicino al confine russo.<br />

Lo stabilimento Gualapack Ukraine è dotato di una stampatrice per<br />

la rotocalcografia e un laminatore per la produzione di laminati con<br />

barriera multistrato, presse per lo stampaggio a iniezione e macchine<br />

per l’assemblaggio di cannucce e tappi, oltre a macchinari per<br />

la produzione delle buste e l’inserimento delle cannucce, per dare<br />

vita alle buste con canna preformate.<br />

Con questo grande investimento, GualapackGroup, che ha sede<br />

centrale in provincia di Alessandria, punta al miglioramento dell’offerta<br />

delle buste con canna preformate e dei rispettivi componenti e<br />

dei servizi ai clienti della CSI che possono essere riforniti localmente,<br />

distribuendo al tempo stesso al crescente mercato avanzato degli<br />

imballaggi flessibili nella CSI.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

L’IMPEGNO DI BOLTON VERSO LA PESCA SOSTENIBILE<br />

In occasione della conferenza<br />

internazionale Our Ocean<br />

<strong>2017</strong>, Bolton <strong>Alimentari</strong> ha<br />

presentato il proprio impegno<br />

con il WWF per migliorare la<br />

sostenibilità dei prodotti ittici.<br />

Una partnership pluriennale,<br />

che coinvolge tutti i brand di<br />

Bolton <strong>Alimentari</strong> (Rio Mare,<br />

Palmera, Saupiquet) e si sviluppa<br />

in diversi paesi, con l’obiettivo<br />

di implementare una<br />

nuova strategia di approvvigionamento<br />

che porterà l’azienda<br />

a rifornirsi al 100%<br />

di materia prima pescata in<br />

modo sostenibile.<br />

WWF e Bolton <strong>Alimentari</strong><br />

stanno lavorando fianco a<br />

fianco per trovare nuove soluzioni<br />

che portino l’industria<br />

ittica ad adottare politiche di<br />

produzione e di approvvigionamento<br />

sempre più sostenibili.<br />

In particolare la partnership<br />

permetterà di aumentare<br />

la percentuale di prodotti ittici<br />

pescati in modo sostenibile,<br />

di garantire una migliore<br />

gestione delle fishery e di<br />

incrementare la trasparenza<br />

lungo l’intera catena di fornitura,<br />

sensibilizzando anche<br />

i consumatori sull’importanza<br />

della pesca sostenibile.<br />

La partnership tra WWF, la<br />

più importante organizzazione<br />

mondiale per la tutela<br />

dell’ambiente, e Bolton<br />

<strong>Alimentari</strong>, azienda leader<br />

in Europa nel settore delle<br />

conserve di tonno, coinvolge<br />

diversi paesi e si focalizza<br />

sulle seguenti aree di azione:<br />

migliorare la sostenibilità lungo<br />

tutta la catena di approvvigionamento<br />

dell’azienda,<br />

aumentare la trasparenza e<br />

la tracciabilità per i consumatori.<br />

Bolton <strong>Alimentari</strong> si impegna<br />

ad aumentare costantemente<br />

la percentuale di prodotti<br />

certificati provenienti da pesca<br />

sostenibile con l’obiettivo<br />

di avere entro il 2024 il<br />

100% di tonno proveniente<br />

da aree di pesca certificate<br />

MSC o da solidi progetti di<br />

miglioramento della pesca<br />

(FIP - Fishery Improvement<br />

Projects), finalizzati all’ottenimento<br />

della certificazione<br />

MSC.<br />

L’azienda ha preso un impegno<br />

simile anche per le altre<br />

specie ittiche utilizzate per i<br />

propri prodotti, ovvero salmone,<br />

sgombro e sardine.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

23


attualità<br />

Il biologico made in Italy è<br />

in crescita, non solo sotto<br />

il profilo dei consumi,<br />

ma anche delle superfici<br />

dedicate e del numero<br />

di operatori. Bene anche<br />

l’export, che raggiunge<br />

i due miliardi di euro.<br />

Presentati a Bologna<br />

i dati dell’Osservatorio<br />

Sana <strong>2017</strong>.<br />

TUTTI I NUMERI DEL BIO ITALIANO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

24<br />

Al convegno “Tutti i numeri del bio italiano”, in occasione<br />

del Salone internazionale del biologico e del naturale che si<br />

è svolto lo scorso settembre a Bologna, sono stati presentati<br />

i dati dell’Osservatorio Sana <strong>2017</strong>. È stata l’occasione per il<br />

punto sul panorama del mercato biologico italiano.<br />

PERFORMANCE POSITIVE<br />

L’intero sistema dell’alimentare biologico è in crescita.<br />

Le ultime stime relative alle vendite 2016 nel canale<br />

specializzato segnano un +3,5%, mentre nella GDO<br />

l’aggiornamento Nielsen evidenzia un +16% (periodo<br />

luglio 2016 - giugno <strong>2017</strong>) e una quota dell’organic sul<br />

totale delle vendite alimentari pari al 3,5% (5 volte in più<br />

rispetto al 2000).<br />

Aumentano del 20% anche le superfici e gli operatori bio<br />

sul territorio italiano. Secondo le elaborazioni del Sinab<br />

(Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica<br />

per il Mipaaf - Ministero delle Politiche agricole,<br />

alimentari e forestali), presentate nel dettaglio insieme<br />

ai dati Ismea, le superfici coltivate con metodo biologico<br />

hanno sfiorato quota 1,8 milioni nel 2016 (erano 1,5 milioni<br />

nel 2015). Sono stati convertiti al biologico oltre 300<br />

mila ettari e con loro sono passati al bio anche moltissimi<br />

operatori, cresciuti del 20,3% e arrivati a 72.154 unità.<br />

Ma l’interesse per il bio è forte anche fuori dai confini<br />

nazionali: nel 2016 l’export bio made in Italy ha sfiorato<br />

i 2 miliardi di euro, con un peso del 5% sull’export agroalimentare<br />

italiano. Che il bio italiano viaggi con il vento<br />

in poppa sui mercati internazionali si capisce soprattutto<br />

dai trend di crescita: in nemmeno 10 anni l’export bio è<br />

cresciuto a valore del 408%, superando la già ottima performance<br />

dell’export agroalimentare nel suo complesso<br />

(+45%), segno che il biologico rafforza la reputazione<br />

del made in Italy.<br />

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attualità<br />

I DATI DELL’OSSERVATORIO<br />

SANA-NOMISMA<br />

L’Osservatorio Sana <strong>2017</strong> “Tutti i numeri<br />

del bio italiano” – promosso e finanziato<br />

da BolognaFiere e realizzato da<br />

Nomisma con il patrocinio di FederBio e<br />

AssoBio – presenta i risultati della Survey<br />

a cura di Nomisma su un campione rappresentativo<br />

di responsabili degli acquisti<br />

alimentari della famiglia, tramite la<br />

realizzazione di 850 interviste.<br />

L’indagine di Nomisma rivela che il biologico<br />

interpreta a pieno titolo le esigenze<br />

del consumatore italiano che a tavola<br />

cerca prodotti salutari (valore ritenuto<br />

molto importante nella scelta di prodotti<br />

alimentari dal 58% dei responsabili degli<br />

acquisto), eco-friendly (39%), semplici e<br />

comodi all’uso (31%), senza mai rinunciare<br />

alla qualità al giusto prezzo (65%).<br />

I valori che il biologico interpreta sono<br />

alla base del successo della categoria e<br />

della crescita della consumer base (almeno<br />

una occasione di acquisto negli<br />

ultimi 12 mesi) che nel <strong>2017</strong> ha raggiunto<br />

ormai il 78% delle famiglie (solo nel<br />

2012 era del 53%). Questo significa che<br />

quasi 8 famiglie su 10 hanno acquistato<br />

almeno una volta nell’ultimo anno un<br />

prodotto biologico e che in soli cinque<br />

anni il numero di famiglie acquirenti è<br />

aumentato di oltre 6 milioni.<br />

E l’interesse verso il biologico è chiaro<br />

anche dalla trasformazione degli assortimenti:<br />

il numero medio di referenze bio<br />

vendute da un punto vendita della GDO<br />

è cresciuto nell’ultimo anno del 29% (da<br />

162 a 209 referenze, fonte Nielsen); bio<br />

significa anche innovazione di prodotto:<br />

ogni 100 nuove referenze 23 sono bio.<br />

Il biologico non è di certo una moda:<br />

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Italia 2015 Italia 2016 Var. % 2016/2015<br />

SUPERFICI BIOLOGICHE 1.492.579 ha 1.794.558 ha +20,2<br />

(biologica+conversione)<br />

OPERATORI 59.959 72.154 +20,3<br />

Fonte: Sinab<br />

il 47% delle famiglie italiane consuma<br />

bio almeno una volta alla settimana.<br />

Ma chi acquista bio oggi in Italia? Diversi<br />

sono i fattori che incidono sull’interesse<br />

verso i prodotti bio: in primis il reddito<br />

(la quota di frequent user è più alta nelle<br />

famiglie con reddito mensile familiare<br />

medio-alto: 58% contro il 35% nelle<br />

famiglie meno abbienti), ma anche<br />

la composizione del nucleo familiare<br />

(dove ci sono figli e, in particolare,<br />

bambini con meno di 12 anni, la percentuale<br />

di user abituali cresce fino al<br />

56%). Anche le abitudini alimentari<br />

influenzano il consumo frequente di<br />

prodotti bio: nelle famiglie in cui ci sono<br />

vegetariani o vegani il tasso di frequent<br />

user bio sale al 67%.<br />

Quali sono i nuovi trend nel biologico?<br />

Sicuramente i prodotti 100% vegetali<br />

rappresentano una categoria in forte<br />

trasformazione, che non richiama<br />

l’interesse solo di vegetariani e vegani<br />

(che per Nomisma hanno una incidenza<br />

dell’8% sulla popolazione 18-65 anni).<br />

E l’attributo “veg” spicca tra i criteri di<br />

scelta: il 48% degli user bio indica la<br />

presenza di ingredienti 100% vegetali<br />

come fattore importante per l’acquisto<br />

dei prodotti biologici. La semplicità della<br />

ricetta è certamente un fattore di successo<br />

per i prodotti biologici.<br />

I prodotti 100% vegetali sono entrati<br />

Alcune immagini<br />

di Sana <strong>2017</strong>,<br />

il Salone<br />

internazionale<br />

del biologico<br />

e del naturale,<br />

che si è svolto<br />

a Bologna dal 7<br />

al 10 settembre<br />

nelle tavole degli italiani (83% la quota<br />

delle famiglie acquirenti, considerando<br />

sia i prodotti convenzionali che<br />

quelli bio).<br />

Il ruolo del marchio biologico nel paniere<br />

dei prodotti 100% vegetali è rilevante:<br />

complessivamente 6 famiglie su<br />

10 (58% dei consumatori italiani) negli<br />

ultimi 12 mesi hanno provato almeno<br />

una volta un prodotto con ingredienti<br />

100% vegetali a marchio bio; inoltre il<br />

30% dei prodotti con ingredienti 100%<br />

vegetali è bio (a valore in GDO le vendite<br />

bio nella categoria dei prodotti 100%<br />

vegetali pesano per il 26% del totale).<br />

Ma qual è l’identikit dello user di prodotti<br />

veg a marchio biologico? Giovane,<br />

tra i 30 e i 35 anni, con figli, residente<br />

nelle grandi città e con reddito e titolo<br />

di studio medio-alto: il tasso di penetrazione<br />

degli alimenti veggie biologici<br />

supera la media nazionale tra i giovani<br />

dai 18 ai 35 anni (61% contro il 56%<br />

dei baby boomers, da 52 a 65 anni),<br />

tra i nuclei familiari con più alta disponibilità<br />

economica (67% contro 44%<br />

delle famiglie meno abbienti) e titoli di<br />

studio elevati (65% contro 53% di chi<br />

non è laureato). L’attributo salutistico<br />

è più rilevante nelle famiglie in cui vi<br />

sono dei figli conviventi e in quelle con<br />

bambini sotto i 12 anni (in quest’ultimo<br />

target, la quota di user veg-bio arriva<br />

fino al 63%). Ma il fattore che più di altri<br />

incide sulla propensione all’acquisto di<br />

questi prodotti ricade nella sfera delle<br />

abitudini alimentari: nei nuclei familiari<br />

in cui vi sono vegetariani/vegani il tasso<br />

di user sale al 74%; anche nei casi in<br />

cui qualche componente della famiglia<br />

presenti disturbi/allergie o sia a dieta, la<br />

percentuale supera la media nazionale<br />

(67% e 60% contro il 55% nelle famiglie<br />

in cui non si segue alcun regime<br />

alimentare particolare).<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

25


appuntamenti<br />

VERONA CAPITALE DEL LATTE E DELLA ZOOTECNIA<br />

Sarà Fieragricola la capitale del latte e della zootecnia, quando a<br />

Verona si ritroveranno, dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018, tutti gli<br />

espositori della cosiddetta zootecnia di precisione: robot e impianti<br />

di mungitura, impianti per la preparazione e la distribuzione automatizzata<br />

dei mangimi, software e microchip per il controllo a<br />

distanza della mandria, degli impianti di ventilazione, dei sistemi<br />

per la pulizia delle stalle.<br />

Tre padiglioni su 10 saranno dedicati alle tecnologie e prodotti per<br />

la zootecnia, per la produzione zootecnica, le energie rinnovabili<br />

(padiglione 9); mostre e concorsi animali, animali da allevamento e<br />

genetica (padiglione 10); Eurocarne, salone delle soluzioni per la<br />

filiera corta delle carni, che avrà una forte interazione con tutto il<br />

segmento dell’allevamento e dell’ospitalità rurale (padiglione 12).<br />

Le nuove tecnologie digitali, insieme alle pratiche per migliorare il<br />

benessere animale, la multifunzionalità aziendale, l’applicazione di<br />

economie di scala (attuabili magari ricorrendo ai servizi per conto<br />

terzi), saranno la strada per produzioni più sicure sul piano della<br />

salubrità e della qualità e più sostenibili sul versante economico,<br />

ambientale e sociale.<br />

Tre, in particolare, saranno i concorsi degli animali, realizzati in collaborazione<br />

con l’Associazione italiana allevatori, da sempre partner<br />

di Fieragricola. Accanto agli eventi consolidati, come il Dairy Open<br />

Holstein Show (appuntamento internazionale dedicato alla razza<br />

Frisona) e alla mostra nazionale della razza Bruna (nel 2020 impegnata<br />

proprio a Verona nella gara europea), la grande novità del<br />

2018 sarà il concorso europeo della Limousine, forse la più prestigiosa<br />

delle razze da carne allevate in Italia.<br />

Particolari eventi, inoltre, saranno dedicati alla suinicoltura (eventi<br />

di Crefis, il Centro ricerche delle filiere suinicole, e 3tre3), all’avicoltura,<br />

alla carne bovina e alla nutrizione, grazie alla partecipazione,<br />

fra gli espositori, di Assalzoo, associazione di riferimento nazionale<br />

per i produttori di mangimi.<br />

Grazie alla collaborazione di Fieragricola con NewBusiness Media,<br />

il 2 febbraio sarà celebrato il Milk Day, con approfondimenti e studi<br />

dedicati a tutta la filiera lattiero casearia.<br />

TUTTOFOOD SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

Alla prossima edizione di Tuttofood, a fieramilano<br />

dal 6 al 9 maggio 2019, debutterà<br />

International Excellence: un progetto che<br />

incrementa ulteriormente il livello della rappresentatività<br />

internazionale attraverso una<br />

rigorosa selezione di sole eccellenze agroalimentari<br />

dall’Europa e da tutto il mondo, grazie<br />

a un paese ospite per ciascun settore, e<br />

facendole dialogare con il meglio del Made in<br />

Italy agroalimentare di cui Tuttofood è sempre<br />

più la fiera di riferimento.<br />

Una delle grandi novità di Tuttofood 2019<br />

sarà infatti un layout espositivo totalmente<br />

rinnovato, nel quale il confine tra espositori<br />

italiani ed esteri verrà superato in favore di<br />

una compresenza nei diversi settori merceologici,<br />

per una crescita condivisa all’insegna<br />

della qualità. Un focus particolare sarà quindi<br />

rivolto all’autenticità e alla protezione dei<br />

marchi e delle denominazioni di origine, di cui<br />

sono ricche tanto la tradizione enogastronomica<br />

italiana quanto quelle dei paesi ospiti.<br />

International Excellence consolida così il processo<br />

di crescente internazionalizzazione che<br />

Tuttofood sta vivendo a ogni edizione, testimoniato<br />

dai numeri record del <strong>2017</strong>: 80.146<br />

i visitatori professionali certificati (+2,5%), il<br />

23% esteri da 141 Paesi, dei quali il 45%<br />

extraeuropei, che insieme con i 3.150 buyer<br />

profilati hanno incontrato in oltre 30.000 appuntamenti<br />

prefissati 2.850 espositori, di cui<br />

500 esteri (+10%).<br />

Grazie al loro know-how specifico, Fiera<br />

Milano e Tuttofood sono stati individuati dalle<br />

istituzioni coinvolte (Comune di Milano,<br />

Regione Lombardia e Confcommercio<br />

Milano) come partner ideali per fare da aggregatori<br />

e registi di Milano Food City che,<br />

dopo il successo della prima edizione - lanciata<br />

lo scorso maggio proprio in occasione<br />

di Tuttofood <strong>2017</strong> - ritornerà ad animare la<br />

metropoli lombarda dal 7 al 13 maggio 2018.<br />

A rafforzare sempre più il ruolo di hub dell’agroalimentare<br />

in tutte le sue declinazioni, si<br />

consolida inoltre la partnership di Tuttofood<br />

con Seeds & Chips: il Global Food Innovation<br />

Summit, focalizzato su temi quali l’impatto<br />

delle tecnologie sulle filiere, la sicurezza alimentare<br />

e la salute, i social newtork e le evoluzioni<br />

dell’esperienzialità, nel 2018 si terrà a<br />

fieramilanocity dal 7 al 10 maggio mentre nel<br />

2019 tornerà a essere inserito nel contesto<br />

della manifestazione.<br />

26<br />

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appuntamenti<br />

L’agenda<br />

Swop<br />

7-10 novembre <strong>2017</strong><br />

Shanghai, Cina<br />

www.swop-online.com/en<br />

Il trasporto degli alimenti<br />

tra logistica ed e-commerce<br />

14 novembre <strong>2017</strong><br />

Roma<br />

oita-italia.com<br />

Profibus & Profinet Day<br />

15 novembre <strong>2017</strong><br />

San Marino<br />

www.profi-bus.it<br />

Gluten Free Expo<br />

18-21 novembre <strong>2017</strong><br />

Rimini<br />

www.glutenfreeexpo.eu<br />

Lactose Free Expo<br />

18-21 novembre <strong>2017</strong><br />

Rimini<br />

www.lactosefreeexpo.com<br />

SPS IPC Drives<br />

28-30 novembre <strong>2017</strong><br />

Norimberga, Germania<br />

www.mesago.de/en/SPS<br />

Sigep<br />

20-24 gennaio 2018<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

Upakovka<br />

23-26 gennaio 2018<br />

Mosca, Russia<br />

www.upakovkatradefair.com<br />

Prosweets-ISM<br />

28-31 gennaio 2018<br />

Colonia, Germania<br />

www.prosweets.com<br />

www.ism-cologne.com<br />

ICS Forum<br />

30 gennaio 2018<br />

Milano<br />

icsforum.it<br />

Fieragricola<br />

31 gennaio-3 febbraio 2018<br />

Verona<br />

www.fieragricola.it<br />

Aquafarm<br />

15-16 febbraio 2018<br />

Pordenone<br />

www.aquafarm.show<br />

Anuga Foodtec<br />

20-23 marzo 2018<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Vinitaly<br />

15-18 aprile 2018<br />

Verona<br />

www.vinitaly.com<br />

<strong>Alimentari</strong>a<br />

16-19 aprile 2018<br />

Barcellona, Spagna<br />

www.alimentaria-bcn.com<br />

SPS IPC Drives Italia<br />

22-24 maggio 2018<br />

Parma<br />

www.spsitalia.it<br />

Ipack-Ima<br />

29 maggio -1 giugno 2018<br />

Milano<br />

www.ipackima.it<br />

Meat Tech<br />

29 maggio -1 giugno 2018<br />

Milano<br />

www.meat-tech.it<br />

Alimentec<br />

5-8 giugno 2018<br />

Bogotá, Colombia<br />

feriaalimentec.com


ingredienti<br />

CHIMAB NUOVO DISTRIBUTORE DI NATUREX PER L’ITALIA<br />

Chimab è il nuovo distributore in Italia dei prodotti Naturex. A partire<br />

dal primo novembre <strong>2017</strong> i prodotti savoury e una selezione dei<br />

prodotti sweet di Naturex saranno distribuiti in Italia da Chimab.<br />

Grazie a Chimab, Naturex sarà in grado di aumentare la propria<br />

presenza sul mercato italiano, migliorare i servizi ed essere più proattiva<br />

nell’accogliere le molteplici esigenze dei clienti.<br />

Azienda appartenente al Gruppo Brenntag, Chimab è leader nella<br />

distribuzione di ingredienti alimentari. Opera attraverso un efficiente<br />

network distributivo e con elevati stock per garantire approvvigionamenti<br />

sicuri e continuativi. Oltre a essere distributore di ingredienti di<br />

eccellenza, Chimab è partner dell’industria food anche nello sviluppo<br />

di soluzioni ingredientistiche e tailor made grazie ai laboratori di ricerca<br />

e sviluppo interni che garantiscono servizi tecnici e supporto a 360°.<br />

“Questa collaborazione ci avvicinerà al mercato italiano”, ha dichiarato<br />

commentando il nuovo accordo Hubert Defert, Naturex Emea<br />

Sales VP. “Lavoreremo con Chimab per soddisfare rapidamente e in<br />

modo più efficiente i bisogni delle aziende alimentari. Chimab è ben<br />

consolidata in Italia e ha un’ottima conoscenza del mercato: sarà il<br />

partner ideale per aumentare la nostra presenza in questa regione”.<br />

“Naturex è famosa a livello mondiale per l’ampia gamma di ingredienti:<br />

siamo lieti di avere l’opportunità di lavorare insieme per<br />

rafforzarne la presenza nel mercato food italiano, uno dei più interessanti<br />

e importanti al mondo”, ha aggiunto Ignazio Vullo, presidente<br />

di Chimab. “Condividiamo i valori di Naturex per qualità,<br />

innovazione e sostenibilità e siamo fieri di proporre i suoi prodotti<br />

a un pubblico più ampio”.<br />

SOLUZIONI FUNZIONALI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE<br />

Con sede in Italia, Chimab è parte del gruppo Brenntag. Dal 1985<br />

è fornitore di ingredienti alimentari e produttore di soluzioni funzionali<br />

per l’industria alimentare. Forte di un profondo know-how<br />

tecnico e scientifico, da anni l’azienda studia e sviluppa innovativi<br />

sistemi ingredientistici per soddisfare le esigenze dell’industria food<br />

promuovendo salubrità, sicurezza e naturalità degli alimenti nel<br />

rispetto di benessere e salute.<br />

Grazie all’esperienza in una vasta gamma di settori alimentari, in<br />

particolare nei settori meat, culinary, ice cream & dairy, baking & confectionery,<br />

food & beverage (fruit preparation, beverage, enologia),<br />

Chimab offre soluzioni personalizzate, laboratori di R&D interna per<br />

lo sviluppo prodotti, supporto tecnico e servizi pre e post vendita per<br />

il miglioramento e l’innovazione dei prodotti alimentari.<br />

SPECIALITY E INGREDIENTI NATURALI<br />

Naturex fornisce, produce e commercializza speciality e ingredienti<br />

naturali per l’industria alimentare, health e cosmetica. In qualità<br />

di Natural Maker, l’azienda sostiene attivamente il passaggio a ciò<br />

che è naturale, rivolgendosi direttamente alle esigenze dei consumatori<br />

chiave attraverso un’offerta basata su due aree principali:<br />

My Natural Food e My Natural Selfcare. Il portfolio di Naturex comprende<br />

colori, antiossidanti, specialty di frutta e verdura, fitoattivi<br />

e numerosi altri ingredienti naturali a base vegetale, studiati per<br />

aiutare i clienti a creare prodotti sani, autentici ed efficaci.<br />

Il forte impegno del Gruppo verso la sostenibilità, il continuo processo<br />

di innovazione e il talento delle sue persone sono al centro<br />

del successo.<br />

Con sede a Avignone, in Francia, Naturex ha registrato una crescita<br />

costante negli ultimi 20 anni. Il gruppo ha registrato un fatturato<br />

di 404,4 milioni di euro nel 2016 e impiega 1.700 persone in tutto<br />

il mondo.<br />

GIUSO PREMIA LA GELATERIA DELL’ANNO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

Si è tenuta recentemente in occasione della<br />

manifestazione enogastronomica “Milano<br />

Golosa”, la cerimonia di premiazione della<br />

quinta edizione del concorso “Premio alla<br />

gelateria dell’anno” ideato dal Gastronauta<br />

con il sostegno di Giuso, leader nella produzione<br />

di ingredienti composti per pasticceria<br />

e gelateria artigianale.<br />

A fare gli onori di casa il management di<br />

Giuso e Davide Paolini che hanno consegnato<br />

un riconoscimento alle prime 10 gelaterie<br />

d’Italia, votate direttamente sul sito<br />

de Il Gastronauta da oltre 27 mila utenti<br />

amanti del buon gelato. Ad aggiudicarsi il<br />

primo premio è stata la Gelateria “La<br />

Scimmietta” di Afragola (NA).<br />

Prima della premiazione i maestri gelatieri<br />

vincitori delle ultime tre edizioni hanno realizzato<br />

in diretta un nuovo gusto di gelato<br />

prodotto “a sei mani” utilizzando solo ingredienti<br />

della propria regione di appartenenza<br />

e dando vita così al “Progetto ITALICO ® ”.<br />

“Oltre all’ambito riconoscimento abbiamo<br />

approfondito con i gelatieri il tema del prodotto,<br />

della sua corretta comunicazione e<br />

dell’evoluzione stessa che il settore sta vivendo,<br />

con risvolti positivi in termini sia economici<br />

che occupazionali”, hanno dichiarato<br />

i due amministratori delegati di Giuso<br />

Bruno Lulani e Carlo Canestri.<br />

28<br />

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RoastMaster TM .<br />

L’eccellenza<br />

nella creazione<br />

dell’aroma<br />

L’aroma del suo caffè sarà la sua inconfondibile<br />

firma nel mercato, grazie ad una flessibilità di<br />

processo ineguagliabile.<br />

Tostini<br />

RoastMaster TM ,<br />

disponibili nei<br />

modelli da 20, 60<br />

e 120 kg/batch.<br />

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Innovations for a better world.


global watch<br />

IL PANE DI OGGI, FRA RITORNO ALLA TRADIZIONE E PROPOSTE ALTERNATIVE<br />

Da anni cala il consumo di pane, un tempo base dell’alimentazione. Tuttavia il settore resta vivace grazie,<br />

da un lato, al ritorno della tradizione del prodotto fatto in casa e, dall’altro, alle proposte creative<br />

dell’industria (con il contribuito di helpdesk@innovami.com).<br />

Secondo le statistiche di Coldiretti i consumi di pane in Italia si sono<br />

ridotti notevolmente negli ultimi anni. Se gli ultimi dati disponibili<br />

parlano di 85 grammi a testa al giorno, nel 2010 ogni italiano<br />

mangiava 120 grammi al giorno, nel 2000 180 grammi, nel 1990<br />

197 grammi e nel 1980 intorno ai 230 grammi. Si tratta comunque<br />

di valori molto lontani da quelli dell’Unità d’Italia: nel 1861 – ricorda<br />

la Coldiretti – si consumavano ben 1,1 chilogrammi di pane a<br />

persona al giorno. Il pane ha perso addirittura il privilegio della<br />

quotidianità, considerando che quasi la metà degli italiani (46%)<br />

mangia il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente,<br />

positiva tendenza a contenere gli sprechi. Al contempo si registra<br />

anche un ritorno al passato, con oltre 16 milioni gli italiani che,<br />

MARETTI, BULGARIA<br />

Bocconcini di bruschette<br />

VASSILOPOULOS, GRECIA<br />

Pane per toast<br />

GINGERBREAD, UK<br />

Panini di zenzero bio<br />

NYVA, UCRAINA<br />

Pane con semi di sesamo<br />

DELHI LENTILS, INDIA<br />

Pane e lenticchie bio<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

30<br />

MICHE, CANADA<br />

Pane a fette, con farina integrale<br />

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global watch<br />

almeno qualche volta, preparano il pane in casa. La presente rassegna<br />

conferma questa tendenza in quanto continua a crescere<br />

tutta una serie di prodotti che rappresentano un’alternativa al<br />

pane delle tradizioni. Se ne mangia di meno anche perché aumentano<br />

gli snack con pane “dolcificato”, salato o farcito.<br />

Di seguito alcuni interessanti prodotti da segnalare:<br />

• grape bread, in cui l’acqua dell’originale è sostituita da succo<br />

d’uva;<br />

• pane di zenzero (Regno Unito);<br />

• pane con farina integrale (Canada);<br />

• pane all’aglio, arricchito con sali di ferro, antiossidanti, acido<br />

ascorbico (Brasile);<br />

• pane tradizionale dolcificato con zucchero granulato<br />

(Giappone);<br />

• pane di segale con aggiunta di segale in forma di “sfogliette”<br />

(Grecia);<br />

• pane biologico con semi di papavero (Ucraina);<br />

• pane con lenticchie (India);<br />

• pane decorato (Usa);<br />

• il pane carasau, considerato uno dei pani più antichi al mondo,<br />

è un prodotto tipico sardo, originario della Barbagia, conosciuto<br />

anche con il nome di carta musica: questo nome in particolare<br />

si riferisce alla croccantezza che il pane assume e dal rumore<br />

caratteristico che emette quando si spezza.<br />

ROMANHA, BRASILE<br />

Pane all’aglio, con antiossidanti<br />

CRISPY SILK BREAD, CINA<br />

Pane croccante<br />

AEON, GIAPPONE<br />

Pane francese con zucchero granulato<br />

DARK RYE, USA<br />

Pane di segale<br />

BEAT THE HEATH, USA<br />

Pane decorato<br />

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PANE CARASAU, ITALIA<br />

Pane tradizionale sardo<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

31


sicurezza<br />

Informazioni complete<br />

per la sicurezza<br />

del consumatore,<br />

dagli avvertimenti<br />

per i soggetti allergici<br />

alla tabella nutrizionale,<br />

fino all’indicazione<br />

d’origine: una rassegna<br />

dei punti salienti<br />

della normativa UE<br />

sull’etichettatura dei cibi.<br />

TRASPARENZA IN ETICHETTA<br />

di Livio<br />

Leali*<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

*Ex direttore<br />

della Centrale<br />

del Latte di Milano<br />

e già docente<br />

di Ispezione e Controllo<br />

del Latte e degli<br />

Alimenti Derivati<br />

nell’Università degli<br />

Studi di Milano<br />

Frutto di anni di dibattiti, la riforma UE sull’etichettatura<br />

dei prodotti alimentari si è proposta di armonizzare tutte<br />

le varie norme nazionali, con i seguenti criteri: presentazione<br />

e pubblicità degli alimenti, indicazione corretta dei<br />

principi nutritivi e del relativo apporto calorico e informazione<br />

sulla presenza di ingredienti che possono provocare<br />

allergie. L’intento è stato di rafforzare la salvaguardia<br />

della salute dei consumatori grazie a una maggiore trasparenza<br />

delle informazioni, senza intaccare tuttavia la<br />

libera circolazione delle merci. Pertanto il Regolamento,<br />

pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE del 22/11/2011, ha<br />

previsto inizialmente proroghe, per consentire ai paesi<br />

membri di adeguarsi. La riforma ha impegnato i lavori<br />

dell’Europarlamento per parecchi anni. La prima norma<br />

riguarda la tabella nutrizionale che deve essere riportata<br />

da tutti gli alimenti confezionati e deve contenere i seguenti<br />

sette elementi: valore energetico, grassi, acidi grassi<br />

saturi, carboidrati, proteine, zuccheri e sale, riferiti a 100<br />

g o a 100 ml di prodotto.<br />

Per la prima volta in assoluto viene definita la dimensione<br />

minima dei caratteri tipografici delle etichette, che devono<br />

essere di almeno 1,2 mm. Per le confezioni più piccole la dimensione<br />

minima può essere di 0,9 mm. Le informazioni<br />

obbligatorie, le indicazioni nutrizionali e quelle relative all’origine<br />

devono trovarsi nello stesso campo visivo della denominazione<br />

di vendita. Nei casi in cui la superficie della confezione<br />

sia inferiore a 10 cm 2 , è sufficiente riportare le notizie<br />

essenziali, cioè denominazione di vendita, allergeni eventualmente<br />

presenti, peso netto, termine minimo di conservazione<br />

da esprimere con la dizione “da consumarsi preferibilmente<br />

entro…” o la data di scadenza “da consumarsi entro…”.<br />

La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola<br />

porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione<br />

esterna.<br />

32<br />

www.interprogettied.com


sicurezza<br />

Carne - Le preparazioni a base di carne<br />

e i prodotti ittici surgelati o congelati<br />

non lavorati devono indicare il giorno,<br />

il mese e l’anno della surgelazione o<br />

del congelamento.<br />

Allergeni - Le sostanze allergizzanti,<br />

o che procurano intolleranze, come<br />

cereali contenenti glutine, crostacei,<br />

arachidi, frutta a guscio, latticini contenenti<br />

lattosio, devono essere evidenziate<br />

con più chiarezza nella lista degli<br />

ingredienti usando mezzi grafici (per<br />

esempio carattere grassetto, colore o<br />

sottolineatura). Anche i ristoranti e le<br />

attività di somministrazione di alimenti<br />

e bevande dovranno dare risalto con<br />

più chiarezza agli allergeni tramite richiami<br />

particolari, come menù, cartelli,<br />

lavagne o comunque mezzi ben visibili<br />

alla clientela. Questa disposizione, tra<br />

l’altro, ha suscitato malumori tra gli<br />

esercenti, mentre è apprezzata dagli<br />

esperti, i quali ricordano che in Italia<br />

circa il 3-4% della popolazione adulta e<br />

il 7-8% dei bambini soffrono di allergie.<br />

Origine delle carni suine, ovicaprine e<br />

pollame - Mentre è già in vigore per i<br />

bovini (dopo l’emergenza “mucca<br />

pazza”), ora dovrà essere indicata in<br />

etichetta anche l’origine per le altre<br />

carni, fresche o refrigerate o congelate,<br />

cioè per le carni di suini, ovini, caprini<br />

e di volatili.<br />

L’indicazione dell’origine è comunque<br />

obbligatoria per ogni prodotto<br />

alimentare. La precisazione è stata<br />

giudicata importante per il nostro<br />

Paese, perché il consumatore sia<br />

informato sulla provenienza del<br />

prodotto, in quanto impedirebbe,<br />

per esempio, di presentare come<br />

“made in Italy“ un prodotto venduto<br />

in Italia, ma fabbricato altrove.<br />

Olio - Nella lista degli ingredienti deve<br />

essere precisata la natura dell’olio usato<br />

e si deve evitare la dicitura generica “oli<br />

vegetali” e indicare con maggior precisione<br />

se trattasi di olio di oliva, olio di<br />

semi di girasole, olio di palma. Chi usa<br />

olio extravergine di oliva potrà evidenziarlo<br />

in etichetta. Se gli oli o i grassi<br />

adoperati sono stati idrogenati è obbligatorio<br />

apporre la dicitura “totalmente<br />

o parzialmente idrogenato”, a seconda<br />

del caso.<br />

Pesce - Dovrà essere indicato in etichetta<br />

sia il nome scientifico del pesce,<br />

sia quello commerciale. Inoltre<br />

per il pesce dovranno essere indicati<br />

dettagliatamente in etichetta il luogo<br />

di pesca e la categoria degli attrezzi<br />

di pesca utilizzati per la cattura. Nel<br />

caso di pesce congelato si devono<br />

seguire le norme riportate nel capitolo<br />

successivo.<br />

Surgelati - La carne e il pesce congelati,<br />

così come le loro eventuali preparazioni,<br />

devono indicare la data di<br />

congelamento.<br />

Preparati di carne e pesce - Preparazioni<br />

particolari di carne e prodotti<br />

della pesca posti in vendita in<br />

forma di filetti, fette o porzioni che<br />

siano stati arricchiti con una quantità<br />

di acqua superiore al 5% devono indicarne<br />

la presenza in etichetta. Se si<br />

tratta di porzioni composte da filetti o<br />

pezzetti diversi uniti con additivi o enzimi,<br />

si deve specificare la combinazione<br />

precisando “carne separata meccanicamente”<br />

, oppure “pesce<br />

ricomposto”. Dovranno essere indicate<br />

anche l’eventuale aggiunta di proteine<br />

e la loro origine, nonché i tratta-<br />

L’intento della<br />

normativa UE è<br />

quello di rafforzare<br />

la salvaguardia<br />

della salute dei<br />

consumatori grazie<br />

a una maggiore<br />

trasparenza delle<br />

informazioni<br />

La scadenza<br />

va riportata su<br />

ogni porzione<br />

preconfezionata<br />

menti subiti dal prodotto e dagli<br />

ingredienti.<br />

Sostituzioni - La sostituzione di un ingrediente<br />

abituale con altro deve essere<br />

segnalata, indicandolo a fianco<br />

del nome del prodotto e con uguale<br />

carattere.<br />

Insaccati - I salumi insaccati devono<br />

indicare chiaramente i casi in cui l’involucro<br />

non è commestibile.<br />

Caffeina - Nelle bevande che la contengono<br />

in misura maggiore di 150<br />

mg/litro deve figurare in etichetta, oltre<br />

alla scritta “Tenore elevato di caffeina”,<br />

anche l’avvertenza “non raccomandato<br />

per bambini e donne in<br />

gravidanza o in allattamento”.<br />

Vendita via on line - Per la prima volta<br />

viene regolata la vendita di alimenti via<br />

web. I consumatori devono disporre<br />

di tutte le informazioni obbligatorie<br />

per legge (per esempio nome dell’alimento,<br />

lista ingredienti, allergeni,<br />

quantità netta, ecc.) prima della conclusione<br />

dell’acquisto, ad eccezione<br />

della data di scadenza o idem, che<br />

invece potranno essere fornite insieme<br />

alla consegna dell’alimento.<br />

Prodotti esentati - L’obbligo di etichettatura<br />

nutrizionale non è previsto per i<br />

prodotti ortofrutticoli freschi e quelli<br />

mono-ingrediente non trasformati o<br />

soltanto stagionati, per le farine, le<br />

acque e per aromi, spezie, erbe, dolcificanti,<br />

gomme da masticare, integratori<br />

alimentari. Sono pure esclusi<br />

dall’obbligo di etichetta nutrizionale i<br />

prodotti preincartati, cioè quelli, per<br />

esempio, già porzionati dai reparti interni<br />

del supermercato e quelli contenuti<br />

in confezioni piccole, con superficie<br />

inferiore ai 25 cm 2 .<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

33


sicurezza<br />

CONTENIMENTO<br />

DEGLI SVERSAMENTI<br />

I tappetini adesivi semi-permanenti ToughSorb di Brady Corporation<br />

sono una soluzione ottimale per contenere gli sversamenti ed evitare<br />

che contaminino il pavimento prima che possano provocare<br />

incidenti e creare responsabilità.<br />

Gli sversamenti non circoscritti o non assorbiti possono diventare<br />

rapidamente causa di scivolamenti e cadute in un reparto di produzione.<br />

Per ridurre il rischio di scivolamenti e cadute, è possibile applicare<br />

facilmente ToughSorb creando un camminamento in grado<br />

di assorbire fino al 25% in più di liquidi rispetto ai prodotti concorrenti<br />

perché realizzato in polipropilene agugliato.<br />

ToughSorb aiuta le aziende a rispettare la direttiva 2000/60/CE<br />

dell’Unione europea che istituisce un quadro per l’azione comunitaria<br />

in materia di acque costiere, sotterranee e superficiali. Poiché<br />

ToughSorb è in grado di assorbire gli sversamenti, può evitare la<br />

contaminazione delle acque superficiali o sotterranee, aiutando le<br />

aziende a evitare multe comminate in applicazione del principio<br />

“chi inquina paga”. ToughSorb può inoltre contribuire a rispettare<br />

lo standard ISO 14001, appendice 1, A.4.7, sulla preparazione e la<br />

risposta alle situazioni di emergenza.<br />

LA GUIDA PER LA SICUREZZA FUNZIONALE DELLE MACCHINE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

Rockwell Automation ha pubblicato l’ultima<br />

versione del suo “Machinery Safebook”, una<br />

guida ai sistemi di controllo di sicurezza delle<br />

macchine.<br />

Rispetto alle precedenti versioni,<br />

“Machinery Safebook 5” contiene molte<br />

più informazioni, esempi e calcoli, imponendosi<br />

come un prezioso strumento di<br />

riferimento e apprendimento delle best<br />

practice per chiunque voglia conoscere lo<br />

scenario e i principi della sicurezza funzionale<br />

delle macchine.<br />

Questo libro di 146 pagine, i cui autori<br />

sono specialisti in materia, è strutturato in<br />

capitoli di facile lettura che trattano regolamenti,<br />

standard, strategie, calcoli, soluzioni<br />

di progettazione, esempi applicativi<br />

e strumenti.<br />

Tra i contenuti nuovi e aggiornati di<br />

“Machinery Safebook 5” ci sono i seguenti:<br />

Modifiche alla valutazione dei rischi -<br />

Aggiornato rispetto a “Safebook 4”, questo<br />

capitolo consentirà ai lettori di scegliere,<br />

tra le guide e le norme ufficiali pubblicate,<br />

l’approccio più adeguato alle loro esigenze.<br />

Grafico dei rischi - Conformemente all’ultima<br />

edizione di EN ISO 13849-1, è stata<br />

introdotta la “probabilità di occorrenza di<br />

un evento pericoloso” che, in alcune circostanze,<br />

offre la possibilità di ridurre di un<br />

livello il PLr in base alla probabilità di occorrenza<br />

prevedibile.<br />

Sottosistemi - La descrizione dei sottosistemi<br />

è stata approfondita per aiutare i lettori<br />

a capire EN ISO 13849-1 dalla prospettiva<br />

di Sistema, lo strumento di calcolo dei livelli<br />

prestazionali di IFA.<br />

Esempi di configurazione dei sistemi -<br />

Diversi esempi di sistema/cablaggio sono<br />

stati aggiornati per includere le apparecchiature<br />

di ultima generazione. Questo capitolo<br />

considera anche gli standard nuovi e<br />

modificati.<br />

Esempio applicativo - È stato inserito un<br />

esempio più chiaro, estrapolato da uno<br />

dei molti documenti relativi alle funzioni<br />

di sicurezza preconfigurate che Rockwell<br />

Automation elabora e mette a disposizione<br />

di chiunque desideri scaricarli.<br />

Prodotti, tecnologie e strumenti - Questa<br />

nuova sezione descrive i prodotti destinati<br />

a essere utilizzati per la sicurezza delle macchine,<br />

considerandoli dal punto di vista della<br />

tecnologia. È presente anche una sezione<br />

sui software di sviluppo e sugli strumenti<br />

di guida che aiuta a ottimizzare i progetti<br />

relativi alla sicurezza delle macchine.<br />

Attualmente, sono oltre 20.000 le copie di<br />

Safebook 4 in circolazione. Con la pubblicazione<br />

di “Machinery Safebook 5”, l’azienda<br />

vuole arrivare a un pubblico ancora più vasto<br />

e offrire supporto a un maggior numero<br />

di professionisti che operano nel campo della<br />

sicurezza delle macchine. Per raggiungere<br />

questi obiettivi, la guida è stata redatta in<br />

otto lingue (inglese, tedesco, francese, italiano,<br />

spagnolo, olandese, polacco e ceco).<br />

Giapponese e portoghese saranno disponibili<br />

a breve.<br />

Il sito web dedicato alla sicurezza delle macchine<br />

di Rockwell Automation contiene<br />

molti link importanti, non solo agli ultimi<br />

Safebook. Tra i documenti accessibili, c’è<br />

anche la pubblicazione “Process Safebook<br />

1” che si propone come guida alle applicazioni<br />

di sicurezza dei processi ma non mancano<br />

strumenti, risorse, video e software<br />

legati alla sicurezza.<br />

“Machinery Safebook 5” è gratuito e può<br />

essere scaricato in formato pdf e/o richiesto<br />

in copia cartacea, inviata all’indirizzo<br />

del richiedente. Come è successo per le<br />

versioni precedenti, diventerà una guida<br />

di riferimento per molti aspetti riguardanti<br />

le soluzioni di sicurezza delle macchine.<br />

34<br />

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LA PNEUMATICA<br />

PER LA SICUREZZA ALIMENTARE<br />

Una partnership di successo quella tra Aventics, riferimento internazionale<br />

del business pneumatico, e Progema Engineering, azienda<br />

italiana con sede a Mantova, specializzata nella costruzione di impianti<br />

di climatizzazione, refrigerazione e processi per il settore alimentare,<br />

focalizzata sul comparto produttivo del Grana Padano e del<br />

Parmigiano Reggiano.<br />

Progema ha progettato e sviluppato la nuova macchina Forma 4 per<br />

automatizzare il faticoso lavoro di formazione e capovolgimento del<br />

formaggio. Un traguardo importante, raggiunto insieme ad Aventics,<br />

che ha contribuito offrendo il proprio valore aggiunto, grazie alla<br />

progettazione di prodotti intelligenti, costruiti secondo gli standard<br />

più severi della sicurezza alimentare, dell’hygienic design e della resistenza<br />

dei materiali. La nuova macchina Forma 4 è stata completamente<br />

realizzata con le componenti pneumatiche Aventics, che rispondono<br />

agli alti standard dell’industria alimentare. Tutte le<br />

soluzioni sono infatti concepite per sopportare cicli frequenti di pulizia<br />

e sanificazione, con riferimento a disposizioni, norme e prescrizioni<br />

nazionali e internazionali come la FDA.<br />

Sono state installate le serie di cilindri a norma ISO serie ICL, resistenti<br />

alla corrosione che chiudono le forme rotonde e assicurano la pressione<br />

più adatta. Scelta di qualità e ottima funzionalità anche per le<br />

valvole Clean Line CL03-EV, che invece regolano i movimenti del cilindro<br />

e sono ideali per questo tipo di applicazioni per il design su<br />

misura e l’alta classe di protezione IP69K. Infine, le unità di mantenimento<br />

della serie AS05 garantiscono la giusta preparazione di aria<br />

compressa e completano il sistema pneumatico installato.<br />

Fondamentale, la lunga esperienza di Aventics nel settore Food &<br />

Beverage, nel proporsi come partner altamente qualificato per la<br />

fornitura di prodotti specificamente progettati per la sicurezza alimentare.<br />

Un design complessivo che semplifica la pulizia, la disinfezione<br />

e la sterilizzazione delle macchine, prevenendo il rischio di<br />

contaminazione batterica.<br />

La sicurezza e l’igiene nel settore alimentare giocano un ruolo chiave<br />

e, con i suoi componenti, Aventics ha fornito un reale beneficio al<br />

cliente grazie a una pneumatica avanzata e dall’alto contenuto innovativo,<br />

frutto del profondo know-how tecnico aziendale.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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sicurezza<br />

L’aria è in grado di<br />

salvaguardare la qualità<br />

dell’alimento. Ma se non<br />

è controllata può persino<br />

mettere a rischio la<br />

salubrità del prodotto.<br />

Per questo la progettazione<br />

dell’impianto di<br />

trattamento dell’aria ha<br />

una grande importanza<br />

nella sanificazione di<br />

un ambiente produttivo<br />

alimentare.<br />

a cura di<br />

Assofrigoristi<br />

L’ARIA: UN INGREDIENTE<br />

DETERMINANTE NEL PROCESSO<br />

ALIMENTARE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

36<br />

Diego Calandri,<br />

delegato<br />

di presidenza<br />

di Assofrigoristi<br />

L’aria è un fattore fondamentale nella filiera della produzione<br />

alimentare. Lo dice con cognizione di causa Diego<br />

Calandri, delegato di presidenza di Assofrigoristi sul tema<br />

della sanificazione e imprenditore con vent’anni di esperienza<br />

nell’impiantistica della climatizzazione a livello di<br />

progettazione, installazione e manutenzione, nonché<br />

con un occhio dedicato da alcune stagioni alla sanificazione,<br />

attraverso un’azienda collegata, Climaclean.<br />

Dottor Calandri, che ruolo ha l’aria nella produzione<br />

alimentare?<br />

L’aria è anzitutto un ingrediente, in ambito di produzione<br />

alimentare: un ingrediente che, se tenuto sotto controllo,<br />

ha la capacità di salvaguardare la qualità attesa<br />

del prodotto, ma – se non sorvegliato – si trasforma in<br />

un nemico non solo della qualità, ma anche della salubrità<br />

del prodotto.<br />

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sicurezza<br />

Un’arma a doppio taglio…<br />

Sicuramente, ma partiamo da un<br />

presupposto: l’industria alimentare<br />

tratta una materia prima che si altera<br />

a contatto con l’aria. Le alterazioni<br />

possono essere “positive” (pensiamo<br />

alla stagionatura di un formaggio o<br />

all’essicazione dei salumi) o “negative”<br />

come la proliferazione batterica<br />

in ambienti di conservazione o lavorazioni<br />

di carni fresche, latte, ma anche<br />

verdure e frutta. Cose risapute,<br />

ma forse proprio per il fatto di essere<br />

risapute vengono date troppo spesso<br />

per scontate.<br />

E per non darle per scontate da dove<br />

bisogna cominciare?<br />

Dalla progettazione dell’impianto di<br />

trattamento aria: essa è in qualche<br />

modo sinergica alla qualità della produzione<br />

alimentare, perché – influenzando<br />

un ingrediente, appunto<br />

l’aria – determina la maggiore o minore<br />

gestibilità igienica e organolettica<br />

della materia prima, del semilavorato,<br />

del prodotto finito.<br />

Quindi stiamo parlando di una questione<br />

che è sinergica alla costruzione<br />

dello spazio di produzione?<br />

Sì, anche perché, giusto per fare un<br />

esempio, la semplice collocazione del<br />

punto da cui l’impianto cattura l’aria<br />

esterna e la immette nei canali è una<br />

variabile di grande rilevanza. Una<br />

bocchetta di presa collocata in prossimità<br />

di sorgenti di inquinamento (il<br />

parcheggio degli automezzi dell’azienda,<br />

la vicinanza di una torre evaporativa,<br />

la presenza di liquidi stagnanti<br />

o liquami nei dintorni) è un<br />

problema serissimo per l’aria che<br />

porteremo a contatto con cibi, alimenti<br />

e preparati.<br />

Lei enfatizza due elementi, quello<br />

chimico-fisico e quello microbiologico.<br />

Sì, anche perché da un punto di vista<br />

pratico, separarli o considerarli dissociabili<br />

in termini di pericolosità è un<br />

assurdo in termini. Il particolato è un<br />

problema conclamato, spesso siamo<br />

costretti a lasciare l’automobile in<br />

garage la domenica perché le stazioni<br />

Arpa segnalano concentrazioni di<br />

particolato superiori a quelle tollerabili<br />

dai termini di legge, ma il rischio<br />

di contaminazioni batteriche o fungine,<br />

più specifico dell’ambito dei<br />

prodotti alimentari, è combinato con<br />

questo. In realtà funghi e batteri<br />

sono veicolati nell’aria dal particolato,<br />

per cui è la combinazione dei due<br />

fattori che va considerata la variabile<br />

da contrastare.<br />

Ma la progettazione di un impianto<br />

di trattamento aria non è solo la collocazione<br />

della bocchetta di presa…<br />

Tutt’altro, anzi: faremmo uno sgarbo<br />

ai progettisti pensando che il loro<br />

lavoro sia semplice. Le scelte e a volte<br />

le possibilità di posizionamento di<br />

bocchette di mandata, le immissioni<br />

dell’aria nell’ambiente, ma anche la<br />

collocazione adeguata di punti di<br />

ispezione e pulizia dei canali sono<br />

altrettante opzioni determinanti per<br />

stabilire la gestibilità dell’impianto e<br />

la conservazione delle sue prestazioni<br />

di qualità sanitaria e igienica.<br />

Le alterazioni<br />

dell’alimento<br />

dovute al contatto<br />

con l’aria possono<br />

essere “positive”,<br />

come nella<br />

stagionatura<br />

di un formaggio<br />

o nell’essicazione<br />

dei salumi,<br />

o “negative” come<br />

la proliferazione<br />

batterica<br />

in ambienti<br />

di conservazione<br />

o lavorazioni<br />

di carni fresche,<br />

latte, verdure<br />

e frutta<br />

È un lavoro che coinvolge anche la<br />

disposizione dell’impianto rispetto al<br />

posizionamento delle macchine o ai<br />

differenti spazi serviti?<br />

Naturalmente: un sistema di diffusione<br />

dell’aria deve lavorare a creare una<br />

situazione coerente con le esigenze di<br />

conservazione e trattamento dei prodotti:<br />

non possiamo gettare aria con<br />

flussi diretti su prodotti in fase di trasformazione<br />

(con cambi di temperatura<br />

o momenti di esposizione all’aria<br />

in fase di confezionamento). Se pensiamo<br />

poi ad ambienti di magazzino<br />

come quelli che menzionavamo all’inizio<br />

(essiccatoi in salumifici, ambiti di<br />

invecchiamento e stagionatura per il<br />

prodotto caseario, ma anche i luoghi<br />

di stoccaggio di prodotti a lunga conservazione),<br />

sappiamo perfettamente<br />

anche da consumatori, pensando alle<br />

nostre cantine, che i valori di temperatura<br />

e umidità sono fondamentali,<br />

ma anche la circolazione dell’aria e la<br />

sua salubrità fanno la differenza.<br />

Ecco, la parola salubrità ci porta in un<br />

ambito delicato.<br />

La salubrità in ambito alimentare è<br />

sorvegliata dalle norme del Pacchetto<br />

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sicurezza<br />

Igiene e dell’HACCP. E questo è un<br />

punto che ha spinto molti operatori<br />

ad acquisire una sensibilità sul problema<br />

della sanificazione, ma lo ha purtroppo<br />

circoscritto ad ambiti limitati.<br />

Se pulire le superfici e gli strumenti (o<br />

le macchine) che servono per trattare<br />

un prodotto è un’ottima cosa, resa<br />

obbligatoria dalle norme, se usare DPI<br />

particolarmente specifici per gli operatori<br />

(mascherine, cuffie, calzari) è<br />

altrettanto vincolante, l’aria che circola<br />

liberamente nelle aree di conservazione<br />

delle materie prime, di trasformazione<br />

e di stoccaggio di<br />

semilavorati e prodotto finito dovrebbe<br />

essere oggetto di prassi codificate,<br />

Operazioni<br />

di sanificazione<br />

che ad oggi mancano o comunque<br />

non hanno la stessa attenzione che<br />

hanno altri punti di salvaguardia igienico<br />

sanitaria.<br />

Qual è la difficoltà a prendere in considerazione<br />

questa tematica?<br />

In parte essa è generata dalla legge<br />

stessa: la norma principale sulla<br />

Sicurezza per i lavoratori afferma che<br />

l’impianto aeraulico dovrebbe essere<br />

manutenuto e sanificato per evitare<br />

rischi alle persone, ma nulla specifica<br />

che in contesti produttivi delicati sia<br />

obbligatoria la sanificazione prima<br />

ancora che per rispettare il DL: 81<br />

2008 (quello che appunto riguarda la<br />

salute degli operatori) anche per tutelare<br />

la qualità del prodotto finito.<br />

Alcuni settori industriali sono stati<br />

pionieri in questo, la microelettronica<br />

per esempio ha dovuto affrontare il<br />

tema del particolato per evitare che<br />

quote della produzione non potessero<br />

essere immesse sul mercato. Nel<br />

settore alimentare si affronta il problema,<br />

ma spesso in modo improprio.<br />

Che cosa intende per improprio?<br />

Intendo che la sanificazione di un impianto<br />

di trattamento aria non è<br />

un’operazione di pulizia analoga a<br />

quella di un ambiente. Le caratteristiche<br />

di un impianto vanno conosciute<br />

e non possono essere considerate un<br />

optional nelle competenze richieste<br />

a chi opera la sanificazione. Mettere<br />

in condizioni un impianto di contenere<br />

al massimo il rischio di contaminazione<br />

chimico-fisica e microbiologica<br />

richiede innanzitutto conoscenza<br />

dell’impianto, del suo funzionamento,<br />

dei suoi elementi delicati e dei suoi<br />

“punti di debolezza”. Sanificare una<br />

unità di trattamento aria, le batterie<br />

di scambio, le vasche di drenaggio, le<br />

serrande tagliafuoco, sostituire i filtri<br />

e controllarne il corretto funzionamento<br />

complessivo in modo da certificare<br />

la validità degli interventi svolti<br />

sono operazioni in capo a chi ha<br />

know how specifico e certificato.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

38<br />

Interventi che possono essere svolti<br />

anche su impianti esistenti…<br />

Certamente: la condizione di impianto<br />

che contiene al minimo il rischio<br />

microbiologico e chimico non è una<br />

condizione dei soli impianti di nuova<br />

realizzazione, anzi, impianti nuovi e<br />

vecchi soggiacciono alle stesse regole.<br />

Una fase ispettiva determina lo<br />

stato di salute dell’impianto, attraverso<br />

analisi specifiche su campioni ottenuti<br />

con prelievi sulle superfici degli<br />

elementi dell’impianto e campioni<br />

d’aria. Segue un progetto di sanificazione,<br />

un ragionamento che permette<br />

di stabilire che cosa fare (rimuovere<br />

particolato, applicare prodotti<br />

sanificanti, sostituire elementi pregiu-<br />

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sicurezza<br />

consistenti danni di immagine per<br />

l’azienda che si rende responsabile<br />

della distribuzione di un prodotto<br />

igienicamente alterato.<br />

dicati, cambiare filtri) e a conclusione<br />

una relazione dettagliata, che permette<br />

di impostare un programma di<br />

manutenzione sanificante. Il tutto<br />

corredato da report che evidenziano<br />

lo stato dell’arte all’origine, la metodologia<br />

e la strumentazione degli<br />

interventi svolti, la verifica delle condizioni<br />

al termine del lavoro, secondo<br />

le indicazioni di legge e con precise<br />

regole del gioco da seguire, che fanno<br />

parte della documentazione d’impianto<br />

che ogni ambiente produttivo<br />

dotato di impianto aeraulico dovrebbe<br />

possedere.<br />

Insomma, non è una semplice attività<br />

di pulizia.<br />

Tutt’altro, è un procedimento che<br />

parte dall’analisi delle condizioni di<br />

partenza, si avvale di competenze<br />

tecniche e prodotti specifici, si svolge<br />

secondo protocolli che tutelino il risultato,<br />

viene documentato puntualmente<br />

e si intreccia consistentemente<br />

con la manutenzione ordinaria<br />

dell’impianto, creando condizioni<br />

non semplicemente di adempimento<br />

della norma, ma di efficienza sia<br />

energetica sia igienica.<br />

Efficienza energetica ed igienica raramente<br />

vengono accostate. Come si<br />

possono coniugare?<br />

Innanzitutto prendendo coscienza di<br />

fatti semplici (se applicati ad altri settori):<br />

la manutenzione periodica di<br />

un’automobile, il tagliando, è diventata<br />

oggi un default. Nessuno che<br />

non voglia correre rischi evita di portare<br />

la macchina dal meccanico con<br />

una periodicità prestabilita. Questo<br />

salvaguarda il funzionamento della<br />

macchina stessa. E una manutenzione<br />

(una rimozione del particolato, per<br />

farla più semplice) crea le condizioni<br />

per mantenere flussi d’aria in linea<br />

con le prestazioni certificate al collaudo,<br />

mentre un filtro intasato, canali<br />

con cumuli di polvere nelle serrande,<br />

bocchette di immissione sporche creano<br />

maggiori consumi per ottenere<br />

le stesse prestazioni di portata d’aria<br />

che l’impianto forniva inizialmente.<br />

Abbiamo constatato risparmi post<br />

manutenzione sanificante fino al<br />

30% in termini di consumi elettrici.<br />

E sul fronte dell’igiene?<br />

Proviamo ad affrontare l’argomento<br />

complessivamente e non con solo<br />

riferimento al prodotto. Studi clinici<br />

attestano che la cattiva qualità dell’aria<br />

indoor è responsabile del 40%<br />

delle assenze per malattia dai luoghi<br />

di lavoro. È forse vero – secca ammetterlo,<br />

ma è così – che si fa spesso più<br />

attenzione alla qualità del prodotto<br />

(perché essa è una variabile economica<br />

misurabile, se il prodotto non è<br />

distribuibile va scartato ed è un vero<br />

danno economico), ma se proviamo<br />

a fare ragionamenti induttivi seppure<br />

non su basi scientifiche viene la tentazione<br />

di credere che un’aria migliore<br />

negli ambienti produttivi potrebbe<br />

dare minori rischi di respingimento o<br />

addirittura di contaminazione con<br />

Un canale aeraulico<br />

prima e dopo<br />

il trattamento<br />

La sanificazione non è un semplice<br />

obbligo, insomma, ma un’opportunità<br />

di risparmio e una tutela della<br />

qualità del prodotto…<br />

E una tutela dell’operatore: non dimentichiamoci<br />

che l’assenza da lavoro<br />

è un costo specifico (per l’azienda<br />

che si trova un minor numero di lavoratori<br />

a produrre, spesso specialisti di<br />

una macchina o di una fase del processo)<br />

e pure un costo sociale, perché<br />

grava sul sistema previdenziale e su<br />

quello sanitario.<br />

Ma come si riesce a “garantire” questo<br />

recupero di efficienza?<br />

Avvalendosi di competenze adeguate:<br />

sanificare un impianto aeraulico, l’abbiamo<br />

già detto, non significa pulirlo.<br />

Significa piuttosto e innanzitutto avere<br />

il know how necessario per gestire<br />

tutte le sue componenti, dall’unità di<br />

trattamento aria ai filtri e ai canali, conoscere<br />

le regole che ne determinano<br />

il funzionamento o le disfunzioni, avere<br />

le abilitazioni necessarie a operare.<br />

Il recupero di efficienza igienica, se<br />

affidato a chi sa manutenere un impianto,<br />

può essere sinonimo di recupero<br />

di efficienza energetica.<br />

Viceversa, nelle mani sbagliate una<br />

sanificazione mette a rischio l’efficienza<br />

dell’impianto dal punto di vista funzionale<br />

e dei consumi.<br />

Sanificare correttamente un impianto<br />

di trattamento aria è un investimento,<br />

quindi.<br />

Un investimento a 360° che dà effetti<br />

molteplici e tutti rilevanti: rispetto<br />

dei termini di legge, tutela e qualificazione<br />

della produzione e del prodotto,<br />

miglioramento delle condizioni di lavoro,<br />

efficientamento dell’impianto di<br />

trattamento dell’aria.<br />

Difficile avere più vantaggi da una<br />

singola procedura, a patto che sia<br />

eseguita con cognizione di causa e<br />

competenze.<br />

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scienza&tecnologia<br />

Dallo studio della<br />

sequenza genomica<br />

all’influenza delle<br />

condizioni di tostatura,<br />

dai sistemi di lavorazione<br />

più sostenibili al ruolo<br />

di altitudine e<br />

impollinatori.<br />

Le caratteristiche<br />

e le innovazioni della<br />

filiera produttiva<br />

di uno dei prodotti più<br />

apprezzati nel mondo.<br />

di Franco<br />

Bray<br />

METODI INNOVATIVI PER LA COLTURA<br />

E LA PRODUZIONE DEL CAFFÈ<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

Il caffè è uno dei prodotti di esportazione più importanti<br />

del mondo. L’attuale evoluzione dei consumi è determinata<br />

soprattutto da: premium options, spinte soprattutto<br />

dal caffè in capsule, ma anche istantaneo; forte interesse<br />

e richiesta per origine geografica, blend e metodo di produzione;<br />

interesse per prodotto aromatizzato con caramel,<br />

nocciola, ginkgo biloba e altri.<br />

GENOMICA<br />

Lo studio sulla conoscenza della sequenza del caffè espresso<br />

continua a crescere di interesse. attraverso l’identificazione<br />

delle porzioni di mRNAc. Questo approccio è stato utilizzato<br />

per scoprire nuovi geni che hanno permesso lo sviluppo del<br />

cromosoma che sta portando un’enorme produzione di informazioni.<br />

La citogenica permette di identificare il gene<br />

quando non si hanno informazioni sulla specifica funzione<br />

nella genomica del caffè. Per approfittare di queste risorse,<br />

fondamentali sono appunto lo sviluppo e l’utilizzo di metodi<br />

come la trasformazione genetica per definire le funzioni<br />

geniche a livello molecolare e organizzativo.<br />

Un recente studio descrive le attuali strategie di coltura e<br />

relativa genomica per le due specie coltivate Coffea con lo<br />

scopo di sviluppare caffè transgenici. Questi metodi si basano<br />

sull’elettroporazione, che consente di aprire fori nella<br />

membrana cellulare per inserire un DNA, successivamente,<br />

dati di espressione del transgene per studiare ad esempio la<br />

resistenza del caffè agli erbicidi, oltre alla resistenza patogena.<br />

Nuovi tratti fisiologici sono stati scoperti, insieme a quelli<br />

per la resistenza a insetti, sul caffè decaffeinato, e in particolare<br />

per quest’ultimo, la resistenza agli stress abiotici, come<br />

l’impatto negativo dei fattori non-viventi sugli organismi che<br />

vivono in un determinato ambiente. In sostanza, uno sforzo<br />

per il miglioramento delle caratteristiche di qualità, soprattutto<br />

della maturazione del frutto e del prodotto in tazza. La<br />

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scienza&tecnologia<br />

produzione di genotipi con attributi<br />

che migliorano la qualità del caffè è<br />

un obiettivo primario nei programmi<br />

di miglioramento genetico. Il recente<br />

report di una sequenza genomica per<br />

il caffè robusta (Coffea) è uno sviluppo<br />

importante. Tuttavia, una sequenza<br />

del genoma di riferimento per il<br />

geneticamente più complesso caffè<br />

arabica (Coffea arabica) sarà necessaria<br />

per definire completamente i determinanti<br />

molecolari che controllano<br />

la qualità del caffè prodotto da questa<br />

varietà di caffè di alta qualità. I geni<br />

responsabili del controllo dei livelli dei<br />

principali componenti biochimici nel<br />

chicco di caffè, notoriamente importanti<br />

per la determinazione della qualità<br />

del caffè finito, possono ora essere<br />

identificati mediante l’analisi di<br />

associazione. Tuttavia, la base genetica<br />

specifica di caffè arabica suggerisce<br />

che la conoscenza genomica dei parenti<br />

selvatici del caffè (Coffea spp.)<br />

può essere richiesta per trovare la diversità<br />

fenotipica necessaria per una<br />

efficace analisi genetica e conoscere<br />

il potenziale per l’applicazione della<br />

sequenza identificata sulla successiva<br />

generazione del frutto.<br />

(Biochemistry, 6-2016)<br />

TOSTATURA<br />

Lo scopo dello studio era quello di<br />

determinare l’influenza delle condizioni<br />

di tostatura, compresa l’elevata<br />

umidità dell’aria utilizzata nel<br />

processo, sulle proprietà della fase<br />

grassa del caffè. I chicchi del caffè<br />

Robusta vengono tostati in un laboratorio<br />

attrezzato con congelatore e<br />

con possibilità di cambiare la temperatura,<br />

l’umidità e la velocità dell’aria<br />

di tostatura. Sono state utilizzate<br />

temperature di tostatura da 190°C<br />

a 216°C, umidità dell’aria da 0,07 a<br />

1% e velocità dell’aria di 0,5 e 1 m/s.<br />

Parametri analizzati nei grani tostati<br />

sono: contenuto di olio, la composizione<br />

di acidi grassi, tra cui gli acidi<br />

grassi trans, utilizzando il metodo<br />

gascromatografico a colonna, gli indicatori<br />

di livello di ossidazione, cioè<br />

perossidi e contenuto di dieni coniugati<br />

e trieni GC e FID. Anche un<br />

profilo termico dell’olio con l’uso del<br />

metodo DSC e infine l’aroma sono<br />

stati valutati. Per mantenere la massima<br />

quantità di PUFA, le condizioni<br />

di tostatura più favorevoli risultano: o<br />

tostare a temperatura relativamente<br />

alta e brevemente, o arrostire a basse<br />

temperature. L’utilizzo di temperature<br />

moderatamente elevate ha determinato<br />

i cambiamenti ossidativi più alti,<br />

La produzione<br />

di genotipi con<br />

attributi che<br />

migliorano la<br />

qualità del caffè<br />

è un obiettivo<br />

primario nei<br />

programmi di<br />

miglioramento<br />

genetico<br />

ma d’altra parte l’aroma dei chicchi<br />

usati ha fornito le migliori proprietà<br />

sensoriali. Per le migliori proprietà nutrizionali,<br />

le più favorevoli condizioni<br />

di tostatura sono state: temperatura<br />

210°C e 1% di umidità nell’aria di tostatura<br />

a velocità di flusso di 1 m/s. In<br />

queste condizioni i chicchi tostati hanno<br />

conferito un aroma di alta qualità a<br />

tempo di cottura relativamente breve.<br />

(G .Budrup, European Journal of Lipid<br />

Science and Technology, 5-12)<br />

QUICK-BREW<br />

A proposito di studi sull’effetto dei<br />

parametri di processo, è interessante<br />

ricordare l’importanza delle condizioni<br />

finali del prodotto, in relazione<br />

alla tipologia di consumo prevista del<br />

caffè. In particolare, tecnicamente, i<br />

chicchi arrostiti vengono macinati a<br />

una granulometria dipendente dalla<br />

qualità richiesta nell’infusione finale.<br />

Più fine essa è e miglior aroma si ottiene.<br />

Quick-brew è il metodo, simile<br />

all’espresso, dove l’acqua bollente<br />

fuoriesce attraverso ad alta pressione,<br />

richiede che i chicchi siano macinati,<br />

appunto, in polvere sottile. Invece,<br />

quando la percolazione è lenta si richiede<br />

grana grossa e, infine, il caffè<br />

destinato all’instant si ottiene per<br />

evaporazione (freeze-drying o spraydrying):<br />

deve essere praticamente<br />

polverizzato.<br />

SOSTENIBILITÀ<br />

Globalmente, il settore del caffè ha<br />

visto una trasformazione verso forme<br />

di produzione più sostenibili, ma contemporaneamente<br />

di alto rendimento<br />

economico, le quali necessariamente<br />

implicano tecnologie più spinte, se si<br />

esamina questo paradosso concettualizzando<br />

che il processo di produzione<br />

è alla base della responsabilità politica<br />

e delle imprese (PCSR) come una serie<br />

di lungo termine, interazioni multidimensionali<br />

tra la società civile e gli<br />

attori aziendali. Uno studio longitudinale<br />

sull’evoluzione degli standard di<br />

sostenibilità del caffè, suggerisce che<br />

il PCSR è una sfida per poter difendere<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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scienza&tecnologia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

i regimi di valore, all’interno del quale<br />

sono allineate e stabilizzate configurazioni<br />

valide di modelli economici, valori<br />

culturali e normativi. Nel mondo<br />

dell’industria, esso mostra come la<br />

dinamica fra le azioni della società<br />

civile e degli attori aziendali determina<br />

la pratica e il significato del caffè “sostenibile”.<br />

I risultati contribuiscono a<br />

comprendere le dinamiche politiche<br />

della sostenibilità come uno scambio<br />

per co-partecipazione fra imprenditori,<br />

innovatori e organizzazioni sociali<br />

per far avanzare la sostenibilità e l’elasticità<br />

del business come un processo<br />

dialettico di rivoluzione passiva, per<br />

cui i regimi di valore si assimilano e si<br />

adattano alle sfide potenzialmente<br />

dirompenti dell’ambiente, adattando<br />

pratiche di sostenibilità. Nello stabilimento<br />

di produzione dove si seleziona,<br />

tosta, confeziona e spedisce il<br />

caffè, è necessario attuare la sostenibilità<br />

riducendo il carbon footprint,<br />

usando meno risorse e riducendo gli<br />

scarti. La sostenibilità è un argomento<br />

globale e funziona se tutti gli attori<br />

collaborano sia all’interno che all’esterno<br />

della catena produttiva.<br />

È evidente che i contenuti di questo<br />

studio si adattano sostanzialmente a<br />

molteplici settori di produzione industriale,<br />

dove si dovrà tendere a produrre<br />

con una bassa impronta in termini di<br />

energia, uso di suolo e di risorse idriche<br />

impiegate e con il rispetto dei parametri<br />

sociali. Le difficoltà nella realizzazione<br />

di questi obbiettivi sono soprattutto<br />

legate alle scelte tecnologiche da parte<br />

dell’industria, la cui principale finalità in<br />

termini di efficienza può scontrarsi con<br />

quelli “teorici” che compongono la<br />

sostenibilità stessa.<br />

(D. Levy, Journal Management<br />

Studies, 5-2015)<br />

In riferimento alla sostenibilità del caffè,<br />

mentre Fairtrade Foundation si concentra<br />

sugli aspetti etici della produzione,<br />

la Rainforest Alliance è più<br />

concentrata sui problemi ambientali.<br />

Concernente le condizioni dei lavoratori,<br />

si sostiene che essi non hanno<br />

ancora nessuna garanzia dipendendo<br />

essi dal prezzo finale di mercato. Non<br />

hanno ancora quindi garanzie per la<br />

loro sussistenza e devono raggiungere<br />

standard prefissati (SAN). I valori di<br />

questi standard sono condizionati in<br />

particolare da aspetti ambientali, e da<br />

certificati che vincolano all’assenza di<br />

deforestazione. Queste condizioni si<br />

riferiscono in particolare al caffè africano,<br />

essendo quello sudamericano<br />

maggiormente equilibrato. In quanto<br />

alla deforestazione, esistono programmi<br />

di rigorosità che prevedono, dove<br />

necessario, la riforestazione.<br />

ALTITUDINE<br />

Il caffè da elevata altitudine, con ombreggiamento<br />

aperto e periodi di raccolta<br />

tendenzialmente anticipati o medii,<br />

risulta avere una qualità superiore del<br />

frutto. Queste condizioni di crescita inoltre<br />

favoriscono la produzione di chicchi<br />

con caffeina inferiore. Un aumento<br />

dell’altitudine, da media ad alta, a circa<br />

400 m, risulta ridurre del 10% la percentuale<br />

di caffeina. A quota elevata, l’ombra<br />

densa abbassa l’energia primaria del<br />

caffè del 50%. Rispetto alla vendemmia<br />

tardiva, la raccolta precoce aumenta la<br />

percentuale dal 27% al 73%.<br />

Comunque, i cambiamenti dei punteggi<br />

di qualità condizionati dall’altitudine,<br />

ombra e periodo di raccolta<br />

sono piccoli, anche se possono causare<br />

valori drammatici nella frazione Q1<br />

rispetto al caffè Q2. Questi valori possono<br />

influenzare sia i profitti degli agricoltori<br />

che la competitività nei mercati<br />

internazionali.<br />

IMPOLLINATURA<br />

Gli impollinatori come le api giocano<br />

una parte fondamentale della produzione<br />

dei chicchi che entrano nella<br />

Il settore del caffè<br />

ha visto una<br />

trasformazione verso<br />

forme di produzione<br />

più sostenibili, ma<br />

contemporaneamente<br />

di alto rendimento<br />

economico<br />

tazza di caffè. In realtà, essi sono responsabili<br />

di circa il 20-25% della<br />

produzione di caffè, aumentando la<br />

resa delle piante. Le api aumentano<br />

effettivamente la qualità dei chicchi<br />

rendendo la loro dimensione più uniforme.<br />

Ma il cambiamento climatico sta minacciando<br />

gli impollinatori e le aree in<br />

cui il caffè può crescere.<br />

Un nuovo studio pubblicato nel<br />

“Proceedings of National Academy of<br />

Sciences” dice che è soprattutto il cambiamento<br />

climatico a modellare l’impatto<br />

sia sul caffè che gli impollinatori.<br />

I ricercatori hanno previsto che entro il<br />

2050 i cambiamenti climatici potrebbero<br />

ridurre la quantità di terreno utilizzabile<br />

per coltivare il caffè in America<br />

Latina fino all’88%. Questo è significativamente<br />

superiore alle stime precedenti<br />

elaborate nel 2012.<br />

Il clima, quindi, determinerà le aree in<br />

cui sia il caffè che gli impollinatori vivono,<br />

ma non necessariamente allo stesso<br />

modo, dato che ognuno ha diverse<br />

tolleranze al calore. Ad esempio, un’ape<br />

che è al limite della sua tolleranza<br />

al calore non segue il caffè in zone più<br />

calde. Nelle maggior parte delle aree di<br />

coltivazione del caffè si potrebbe prevedere<br />

una riduzione del numero delle<br />

specie di api, anche se circa il 16% delle<br />

aree vedrà probabilmente una maggiore<br />

diversità. Le zone destinate a perdere<br />

la maggior parte dei terreni coltivabili<br />

in caffè sono in Nicaragua, Honduras<br />

e Venezuela. Alcune zone in realtà si<br />

aspettano di vedere una lieve espansione<br />

di terreni adatti per la produzione<br />

di caffè: in Messico, Guatemala,<br />

Colombia e Costa Rica.<br />

Bray Consulting: franco_bray@<br />

fastwebnet.it<br />

42<br />

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energia<br />

CATALIZZATORE E CAPSULA ACUSTICA OUTDOOR<br />

Uno dei maggiori produttori mondiali di<br />

sistemi di cogenerazione, 2G Energy AG<br />

presenta due importanti novità: il catalizzatore<br />

SCR per la serie agenitor per essere<br />

conformi alla norma TA Luft (Istruzioni<br />

tecniche per il controllo della qualità<br />

dell’aria) e la capsula acustica outdoor<br />

per ottimizzare il trasporto, anche all’interno<br />

di container standard.<br />

Il Ministero Federale per l’Ambiente tedesco<br />

con questa norma vuole fissare dei<br />

valori limite più bassi per gli ossidi di azoto.<br />

Per essere rispondenti, 2G ha realizzato<br />

il catalizzatore SCR che, grazie a processi<br />

di riduzione catalitica selettivi con<br />

l’iniezione di una soluzione di urea, conosciuta<br />

come AdBlue, permette di abbassarli<br />

notevolmente.<br />

Questa novità è disponibile per la serie<br />

agenitor che, con una potenza installata<br />

di oltre 10.000 kW è uno dei prodotti di<br />

punta dell’azienda.<br />

Il concept del motore si basa su una<br />

“combustione magra”, ovvero il motore<br />

utilizza 1,8 volte l‘aria che sarebbe necessaria<br />

per la combustione della miscela di<br />

gas. I moduli di cogenerazione della serie<br />

agenitor, come ad esempio agenitor 408,<br />

con un valore del 42,5%, hanno un‘efficienza<br />

elettrica elevata e sono adatti in<br />

particolare sia per applicazioni in cui si<br />

punta all‘autoalimentazione e sia in quelle<br />

occasioni in cui la partecipazione al<br />

mercato dell‘energia beneficerebbe di<br />

una abbondante produzione energetica.<br />

“L’inasprimento dei valori<br />

limite di NOx previsti dalla<br />

normativa TA Luft non ci<br />

ha colti impreparati ma,<br />

grazie alla nostra esperienza<br />

e alle risorse che<br />

destiniamo costantemente<br />

all’R&D, abbiamo realizzato questa<br />

soluzione per essere conformi a questi<br />

limiti che sono notevolmente più stringenti”,<br />

ha dichiarato Christian Manca,<br />

Ceo di 2G Italia.<br />

La nuova capsula acustica outdoor compatta<br />

è stata realizzata, invece, per ottimizzare<br />

i costi di trasporto e per essere<br />

pronta immediatamente per il collegamento.<br />

Non sono più necessari contenitori<br />

speciali, ma può essere spedita oltreoceano<br />

e verso altri mercati esteri in<br />

modalità ottimizzata per il trasporto<br />

all‘interno di container standard. Più piccola<br />

rispetto alle soluzioni per container<br />

2G, con 65 dB (A) a una distanza di 10<br />

metri, ha inoltre un ottimo grado di insonorizzazione.<br />

In questa nuova soluzione di 2G, inoltre,<br />

il cogeneratore è premontato e pronto<br />

per l‘installazione e può essere facilmente<br />

installato, collegato e messo in funzione<br />

direttamente in loco.<br />

“La nostra azienda è sempre attiva nel<br />

pensare e ideare soluzioni che possano<br />

agevolare i nostri clienti, che possano essere<br />

continuamente rispondenti alle più<br />

stringenti normative presenti sul mercato<br />

e che le consentano di ampliare la propria<br />

leadership tecnologica”, conclude<br />

Manca.<br />

2G Energy AG, con sede a Heek in<br />

Germania, è uno dei maggiori produttori<br />

mondiali di sistemi di cogenerazione.<br />

Fondata nel 1995, ha installato ad oggi<br />

più di 4.500 impianti installati in 43 Paesi,<br />

fatturando 189,6 milioni di euro nel 2014<br />

con 600 dipendenti in tutto il mondo.<br />

La filiale della società nel nostro paese,<br />

2G Italia, è nata nel 2011 e ad oggi ha<br />

installato nel nostro paese circa 140 motori<br />

di cogenerazione alimentati a gas<br />

naturale e a biogas nei mercati dell’agricoltura,<br />

dell’industria e dei servizi. La<br />

sede aziendale è situata a Vago di<br />

Lavagno in provincia di Verona dove è<br />

presente il magazzino ricambi e da dove<br />

viene gestita l’assistenza tecnica (24h)<br />

dislocata sul territorio.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

43


energia<br />

Rivoira, protagonista<br />

nel settore della frutta,<br />

ha implementato un<br />

sistema di cogenerazione<br />

sviluppato da Albasystem<br />

in collaborazione con<br />

Liquigas. Il combustibile<br />

impiegato è il GNL,<br />

che riduce emissioni<br />

inquinanti, costi<br />

complessivi e difficoltà<br />

di trasporto.<br />

a cura di<br />

??<br />

TITOLO TITOLO<br />

ITITOLO ENERGIA TITOLO SOSTENIBILE<br />

PER LA LAVORAZIONE DELLA FRUTTA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

44<br />

La ricerca di soluzioni di approvvigionamento energetico<br />

efficienti e sostenibili rappresenta una sfida per tutte<br />

le realtà del settore alimentare che producono in zone<br />

agricole e rurali non raggiunte dalla rete del metano:<br />

una soluzione innovativa in questo senso arriva dal GNL,<br />

Gas Naturale Liquefatto, che rappresenta una fonte di<br />

particolare interesse che si sta diffondendo nel nostro<br />

Paese. Un’azienda che ha applicato con successo questo<br />

nuovo combustibile è Rivoira, realtà leader nella produzione,<br />

lavorazione, stoccaggio e vendita di mele e kiwi<br />

attiva a Verzuolo, in provincia di Cuneo.<br />

Rivoira Giovanni & Figli SpA, fondata nel 1950, rappresenta<br />

oggi una delle più importanti realtà italiane<br />

nella produzione e distribuzione di frutta. Al momento<br />

l’impresa è composta da sei aziende agricole italiane di<br />

proprietà, distribuite tra la provincia di Cuneo e Torino,<br />

che forniscono una importante quota di mele, pesche,<br />

nettarine e kiwi. Rivoira ha inoltre l’esclusiva per la commercializzazione<br />

in Italia, Europa, Russia, India, Nord<br />

Africa, Medio Oriente di una nuova varietà di mela nata<br />

in Canada, l’Ambrosia, frutto di un incrocio spontaneo<br />

tra varietà diverse di mele. L’azienda si ispira ai più moderni<br />

principi di agricoltura sostenibile e difesa integrata,<br />

con l’obiettivo di ricorrere al minor uso di prodotti<br />

fitosanitari e riducendo al massimo il numero di principi<br />

attivi e il loro relativo residuo.<br />

Fin dalla sua fondazione, Rivoira è attenta all’adozione<br />

di soluzioni innovative. Per esempio installò nel 1954 il<br />

primo impianto frigorifero a Falicetto (nel Comune di<br />

Verzuolo) che rappresentò, con la sua capacità frigorifera<br />

di 3.000 quintali, un’opera unica, soprattutto per<br />

la provincia in cui si trova l’azienda.<br />

Nel 2013, Rivoira aveva la necessità di implementare un<br />

sistema efficiente di gestione dell’energia per ottimizzare<br />

i costi di produzione e raggiungere una gestione<br />

automatizzata di tutto il comparto energetico, sfruttando<br />

l’impianto fotovoltaico esistente da 1 MW. Inoltre<br />

l’azienda si poneva l’obiettivo di cambiare il combustibile<br />

impiegato nei propri processi produttivi, passando da<br />

una soluzione ad alto impatto ambientale, quale il gasolio,<br />

ad una soluzione più sostenibile. Si è quindi rivolta<br />

ad Albasystem per lo sviluppo del progetto e la realiz-<br />

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energia<br />

zazione della nuova centrale termica<br />

integrata con un cogeneratore a<br />

metano. Ciò è stato possibile grazie<br />

alla collaborazione con Liquigas, leader<br />

in Italia nella distribuzione di<br />

GPL e GNL per uso domestico, commerciale<br />

e industriale, e tra le prime<br />

realtà a introdurre questo combustibile<br />

sul mercato italiano. La ricerca<br />

dell’ottimale strategia di approvvigionamento<br />

ha infatti individuato<br />

il combustibile GNL come unico<br />

abilitatore della cogenerazione a<br />

metano, in grado di offrire evidenti<br />

benefici dal punto di vista economico<br />

ed energetico, riducendo inoltre<br />

le emissioni inquinanti.<br />

“Di fronte alla richiesta del cliente,<br />

abbiamo lavorato in totale sinergia<br />

al fine di proporre non solo una soluzione<br />

tecnologica, ma una nuova<br />

Rivoira è<br />

un’importante<br />

realtà italiana<br />

nella produzione,<br />

lavorazione,<br />

stoccaggio<br />

e vendita di mele<br />

e kiwi<br />

L’azienda si<br />

è rivolta ad<br />

Albasystem<br />

per il progetto<br />

e la realizzazione<br />

della nuova<br />

centrale termica<br />

integrata con<br />

un cogeneratore<br />

a metano<br />

filosofia di approvvigionamento e<br />

utilizzo delle risorse a disposizione<br />

che sarà in grado di soddisfare in<br />

modo efficiente i fabbisogni energetici<br />

del cliente negli anni a venire”,<br />

sottolinea Paolo Giacchero, Project<br />

Manager di Alba System, che ha<br />

progettato e realizzato la soluzione.<br />

Il GNL - Gas Naturale Liquefatto è<br />

un gas combustibile fossile costituito<br />

per una percentuale variabile<br />

dal 90% al 99% di metano. È altamente<br />

sostenibile dal punto di vista<br />

ambientale, in quanto le emissioni di<br />

CO 2<br />

e di NOx sono nettamente inferiori<br />

rispetto agli altri combustibili e<br />

non rilascia anidride solforosa (SO 2<br />

)<br />

o particolati (PM 10<br />

). Il GNL inoltre<br />

ha un potere calorifico (15,4 kWh/<br />

Kg) superiore ad altri combustibili<br />

fossili tradizionali tra cui il gasolio,<br />

che lo rende una soluzione ideale<br />

per l’impiego in processi produttivi<br />

altamente energivori, e una elevata<br />

densità (0,45 kg/l), che permette di<br />

stoccare una consistente riserva di<br />

energia in poco spazio.<br />

Rilevante è poi la riduzione dei costi<br />

di cui beneficia l’azienda cliente,<br />

grazie alla stabilità del prezzo del<br />

GNL e al costo della caloria prodotta,<br />

nettamente inferiore rispetto ad<br />

altri combustibili. Il GNL, inoltre, può<br />

essere facilmente trasportato anche<br />

nelle zone più isolate, non raggiunte<br />

dalla rete del metano.<br />

L’impianto di stoccaggio GNL realizzato<br />

da Liquigas è composto da un<br />

serbatoio criogenico verticale da 60<br />

m 3 , da 2 vaporizzatori atmosferici<br />

con una capacità di 500 m 3 /h cad.,<br />

da un gruppo di regolazione gas da<br />

500 m 3 /h e da un sistema di telemetria.<br />

“Il GNL si sta diffondendo in maniera<br />

crescente nel nostro Paese grazie<br />

alle caratteristiche di sostenibilità ed<br />

efficienza e rappresenta una soluzione<br />

concreta per rispondere alle<br />

esigenze energetiche delle realtà<br />

industriali italiane non servite dalla<br />

rete del metano, costituite in larga<br />

parte da imprese alimentari. È una<br />

fonte efficiente e altamente sostenibile,<br />

che oltre alle sue innegabili<br />

caratteristiche tecniche rappresenta<br />

una importante leva di marketing<br />

per tutte le aziende che fanno della<br />

produzione sostenibile e del rispetto<br />

dell’ambiente un valore fondamentale”,<br />

sottolinea Massimiliano Naso,<br />

Responsabile Vendite Italia Grandi<br />

Impianti di Liquigas.<br />

UN IMPIANTO DI COGENERAZIONE<br />

A GNL<br />

L’impianto progettato e realizzato<br />

per Rivoira da Albasystem con il<br />

supporto di Liquigas, si basa su un<br />

sistema di cogenerazione per la produzione<br />

combinata di energia elettrica<br />

ed energia termica, e si è inserito<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

45


energia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

L’impianto di<br />

stoccaggio GNL<br />

è stato realizzato<br />

da Liquigas, leader<br />

nella distribuzione<br />

di questo<br />

combustibile<br />

Il cogeneratore<br />

fornisce il 30%<br />

del fabbisogno<br />

elettrico e il 95%<br />

del fabbisogno<br />

termico dello<br />

stabilimento<br />

in un più ampio intervento realizzato<br />

dall’azienda per l’ampliamento dello<br />

stabilimento con l’aggiunta di circa<br />

20.000 m² all’attuale superficie.<br />

Data la particolare attività di Rivoira,<br />

nel 2013 la società si è dotata di un<br />

impianto di frigoconservazione di<br />

ultima generazione della capacità<br />

di 10.000 tonnellate. Oggi l’impresa<br />

dispone di 56 celle frigo con una<br />

capacità di stivaggio complessiva di<br />

oltre 50.000 tonnellate in atmosfera<br />

controllata. Si tratta di una struttura<br />

completamente automatizzata, con<br />

carrelli a radiofrequenza, formata da<br />

due torri automatiche di stoccaggio<br />

alte rispettivamente 30 e 24 metri.<br />

La nuova superficie coperta si dispone<br />

su tre livelli, su oltre 20.000 m 2 ,<br />

in grado di lavorare 35 tonnellate di<br />

mele ogni ora. Il nuovo impianto di<br />

ultima generazione è dislocato su<br />

tre livelli: al piano seminterrato si<br />

svolge la fase di pre-calibratura gestita<br />

da quattro carrelli automatici in<br />

radio frequenza con due macchine<br />

calibratrici in grado di lavorare 35<br />

tonnellate di mele ogni ora, al piano<br />

terra la fase di lavorazione con<br />

18 linee automatizzate e capacità di<br />

imballo di 150 autotreni a settimana,<br />

mentre al primo piano si svolge<br />

la fase di costruzione e distribuzione<br />

automatica degli imballi.<br />

Il progetto ha previsto la realizzazione<br />

di un’unica centrale energetica<br />

per alimentare l’acqua necessaria<br />

per i processi industriali e il riscaldamento<br />

invernale dei soli uffici, con<br />

utilizzo di caldaie a condensazione<br />

e di un cogeneratore alimentato<br />

a GNL. Il vecchio stabilimento, già<br />

dotato di un impianto fotovoltaico<br />

di 1 MW, è stato integrato, a livello<br />

energetico, con la cogenerazione a<br />

GNL mediante il sistema brevettato<br />

di gestione ASPEC (Albasystem<br />

Power Energy Control) per l’ottimizzazione<br />

dei risultati economici di<br />

gestione energetica. Il sistema Aspec<br />

è particolarmente efficace al variare<br />

delle esigenze produttive (stagionalità,<br />

turnazione, carichi di lavoro ecc.)<br />

RIDOTTI I COSTI DI<br />

APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO<br />

L’elevata efficienza energetica associata<br />

ai sistemi di autoproduzione<br />

combinata di energia elettrica<br />

e calore consente di ridurre significativamente<br />

i costi complessivi di<br />

approvvigionamento energetico<br />

dello stabilimento. Il cogeneratore<br />

fornisce il 30% del fabbisogno<br />

elettrico ed il 95% del fabbisogno<br />

termico con un risparmio di energia<br />

primaria di circa 120 TEP/anno ed un<br />

risparmio operativo di circa 265.000<br />

euro/anno. La centrale energetica è<br />

già predisposta per l’inserimento di<br />

un ulteriore cogeneratore che consenta<br />

di raddoppiare la produzione<br />

elettrica, portando la copertura del<br />

fabbisogno a oltre il 60%. L’uso del<br />

GNL permette inoltre di diminuire<br />

fortemente l’attività di manutenzione<br />

delle caldaie, che in precedenza<br />

incideva in misura molto maggiore<br />

sull’operatività; è stato infatti possibile<br />

azzerare quasi totalmente il fermo<br />

caldaie e i relativi danni economici<br />

associati alle interruzioni della<br />

produzione.<br />

Un ulteriore elemento che garantisce<br />

un minore impatto ambientale<br />

della sede di produzione è legato al<br />

fatto che l’adozione del GNL – stoccato<br />

in cisterne criogeniche che lo<br />

mantengono allo stato liquefatto<br />

(-160°C) – consente all’azienda di<br />

stoccare presso il proprio sito un’alta<br />

quantità di combustibile rispetto alla<br />

fonte utilizzata in precedenza, diminuendo<br />

il numero di rifornimenti in<br />

autocisterna. Un ulteriore contributo<br />

all’efficienza e alla sostenibilità di<br />

uno stabilimento all’avanguardia.<br />

046<br />

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Italia: o spedizione ordinaria 61,00 €<br />

o contrassegno 65,00 €<br />

Estero: o spedizione ordinaria 89,50 €<br />

o spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

o spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

o spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: o spedizione ordinaria 61,00 €<br />

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Estero: o spedizione ordinaria 89,50 €<br />

o spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

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Informativa a richiesta di consenso - d.lgs 196/2003. Ai sensi dell’art.11 della Legge 675/96<br />

ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />

ed alla comunicazione degli stessi.<br />

Firma................................................................................................<br />

Modalità di pagamento:<br />

o Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa<br />

o Bonifico bancario IBAN IT10 T031 0422 9030 0000 0820 424<br />

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componenti<br />

RIDUTTORI EPICICLOIDALI<br />

Specialista nella produzione<br />

di riduttori, motoriduttori e<br />

sistemi di azionamento,<br />

Bonfiglioli lancia la serie<br />

300M di riduttori epicicloidali<br />

per applicazioni<br />

industriali.<br />

Con i suoi stadi di riduzione<br />

ottimizzati, la serie 300M è sinonimo<br />

di alte prestazioni e di una<br />

densità di coppia più elevata a parità<br />

di dimensioni compatte ed è disponibile<br />

in 20 grandezze con una coppia di uscita da<br />

1,3 a 1,300 kNm. I riduttori epicicloidali della serie 300M<br />

fino al 50% di coppia in più ad un elevato numero di cicli.<br />

La nuova serie 300M di Bonfiglioli è completamente intercambiabile<br />

con la nota serie di riduttori epicicloidali 300 ed<br />

è configurabile in versione con motore integrato, con motori<br />

elettrici con standard IEC e NEMA e con motori idraulici.<br />

Opzionalmente, Bonfiglioli offre per l’intera serie un sistema<br />

compatto di attacco motore auto-ventilato che<br />

triplica le prestazioni termiche. Questo sistema di autoventilato<br />

è robusto e si collega direttamente al motore in<br />

modo affidabile, consentendo l’utilizzo della piena potenza<br />

meccanica senza necessità di ulteriori circuiti di raffreddamento<br />

esterni.<br />

Grazie al nuovo design la serie 300M assicura compattezza,<br />

risparmi economici e un aumento fino al 20% di durata e<br />

affidabilità. Con l’attacco motore auto-ventilato integrato<br />

opzionale, la nuova serie 300M consente di risparmiare<br />

almeno una grandezza di riduttore e rappresenta un’alternativa<br />

eccezionale ai riduttori elicoidali. Inoltre questa opzione<br />

integrata è eco-compatibile in quanto non occorre<br />

alcun sistema di raffreddamento esterno con olio o acqua.<br />

Tra le tipiche industrie di applicazione figurano l’industria<br />

alimentare e delle bevande, nonché numerosi altri settori in<br />

cui è richiesta un’elevata densità di coppia unitamente a<br />

un’ottimizzazione degli spazi.<br />

PARTICOLARI POLIMERICI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE<br />

La tendenza all’utilizzo dei materiali polimerici<br />

– sia per le lavorazioni, sia per il confezionamento<br />

alimentare – risulta negli ultimi<br />

anni decisamente in crescita e si deve ad<br />

una serie di vantaggi che i particolari polimerici<br />

possono offrire a questo comparto.<br />

“I benefici derivanti dall’utilizzo dei materiali<br />

plastici nel settore dell’alimentare sono<br />

davvero molteplici”, conferma Giancarlo<br />

Piatti, direttore generale di Geartec. “I polimeri,<br />

infatti, molto spesso consentono di<br />

evitare l’utilizzo di lubrificanti, semplificando<br />

così l’assieme ed evitando altresì il pericolo<br />

di contaminazioni dell’alimento. A tali<br />

caratteristiche si aggiungono anche elevata<br />

inerzia chimica, atossicità, buone proprietà<br />

meccaniche, termiche e tribologiche”.<br />

L’adozione e la specifica dei polimeri possono<br />

inoltre contribuire – grazie alla loro bassa<br />

densità – ad ottimizzare i costi, consentendo<br />

la realizzazione di motori più piccoli,<br />

strutture più leggere o l’utilizzo di cuscinetti<br />

meno caricati, fino alla semplificazione<br />

delle operazioni di manutenzione, fattore<br />

centrale soprattutto nel caso di componenti<br />

di grandi dimensioni.<br />

A fronte di tali vantaggi, va altresì anche<br />

specificato che il comparto dell’alimentare<br />

risulta particolarmente complesso e impegnativo<br />

dal punto di vista dell’ottemperanza<br />

agli standard e alle normative necessarie. Sia<br />

che si tratti di prodotti ottenuti tramite<br />

asportazione di truciolo sia di componenti<br />

stampati a iniezione, Geartec è in grado di<br />

proporre soluzioni adatte e conformi.<br />

“Possiamo trasformare materiali certificati<br />

per l’utilizzo a contatto con gli alimenti (FDA<br />

cap. 21 e Regolamento Europeo 10/2011<br />

CE), compresi quelli rilevabili al metal detector,<br />

utilizzati, ad esempio, nell’industria delle<br />

preparazioni dolciarie o della trasformazione<br />

del pomodoro, plastiche autolubrificanti,<br />

adatte alla costruzione di ingranaggi,<br />

boccole, cuscinetti e pattini di scorrimento<br />

e polimeri resistenti alle sanificazioni più aggressive<br />

e alle sterilizzazioni ripetute”, ha<br />

specificato Piatti.<br />

Geartec, inoltre, produce in conformità con<br />

il Regolamento Europeo 2023/2006 (Good<br />

Manufacturing Practice) garantendo la<br />

completa tracciabilità della commessa ed è<br />

in grado di supportare i propri clienti nelle<br />

fasi di sviluppo dell’applicazione, nella scelta<br />

del materiale e della definizione del processo<br />

produttivo più idoneo. Infine, si qualifica<br />

quale partner affidabile e flessibile<br />

nella gestione degli ordini provvedendo a<br />

marcature, piccole operazioni di assemblaggio<br />

e servizio logistico come VMI, ordini a<br />

programma e cassette kanban.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

48<br />

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componenti<br />

OTTIMIZZAZIONE DI UN NASTRO TRASPORTATORE<br />

La tecnologia Molded-Oil<br />

di NSK ha garantito un<br />

risparmio annuo superiore<br />

ai 27.000 euro a un<br />

importante produttore<br />

alimentare che ha ottimizzato<br />

un nastro trasportatore.<br />

Il produttore<br />

riscontrava guasti ogni sei<br />

settimane, con circa 36<br />

cuscinetti sostituiti ogni<br />

anno. Tutto questo generava<br />

perdite di produzione<br />

notevoli e fermi impianto.<br />

Il settore alimentare, caratterizzato<br />

da un’elevata<br />

competizione e da tempi<br />

di consegna sempre più<br />

ridotti, non permetteva<br />

all’azienda in questione<br />

di sostenere costi così<br />

alti. È stato necessario ricercare<br />

cuscinetti che garantissero<br />

una maggiore<br />

durata operativa. Per<br />

questo motivo il produttore<br />

si è rivolto a NSK che<br />

è intervenuta con il programma<br />

specifico per la<br />

riduzione dei costi, AIP. In<br />

seguito all’ispezione, NSK<br />

ha scoperto che i cuscinetti<br />

si guastavano a causa<br />

di una lubrificazione<br />

insufficiente e per l’infiltrazione<br />

di acqua e particelle<br />

rigide.<br />

Dopo aver completato<br />

l’analisi applicativa, NSK<br />

ha consigliato una fase di<br />

prova con l’utilizzo di cuscinetti<br />

Molded-Oil per<br />

dimostrarne i vantaggi in<br />

termini di affidabilità. La<br />

prova è durata oltre due<br />

anni e non sono stati riscontrati<br />

episodi di cedimento<br />

o guasti. Un chiaro<br />

miglioramento rispetto<br />

alla durata media dei cuscinetti,<br />

che resistevano<br />

solo sei settimane. Il<br />

cliente è riuscito a ottenere<br />

un risparmio notevole<br />

attraverso una produzione<br />

maggiormente efficiente<br />

ed evitando i costi<br />

legati ai fermi impianto.<br />

La tecnologia Molded-Oil<br />

è stata sviluppata da NSK<br />

per migliorare notevolmente<br />

le prestazioni dei<br />

cuscinetti in termini di affidabilità<br />

e per garantire<br />

un funzionamento esente<br />

da manutenzione. I cuscinetti<br />

Molded-Oil sfruttano<br />

una resina poliolefinica<br />

impregnata di olio per<br />

assicurare una corretta<br />

lubrificazione del cuscinetto.<br />

Con un contenuto d’olio<br />

superiore al 50% del<br />

peso, la soluzione NSK è<br />

migliore di altre plastiche<br />

impregnate d’olio disponibili<br />

in commercio, nelle<br />

quali la percentuale d’olio<br />

per peso è molto bassa.<br />

La tecnologia Molded-Oil<br />

è un metodo di lubrificazione<br />

sviluppato appositamente<br />

per le applicazioni<br />

che richiedono elevati<br />

livelli di igiene, come<br />

quelli che caratterizzano<br />

l’industria alimentare e<br />

delle bevande. Il lubrificante<br />

Molded-Oil viene<br />

rilasciato gradualmente<br />

attraverso uno speciale<br />

meccanismo. Questo assicura<br />

una lubrificazione<br />

adeguata del cuscinetto<br />

per lunghi periodi di tempo.<br />

Allo stesso tempo, il<br />

rischio di perdite di olio<br />

viene ridotto al minimo,<br />

garantendo un movimento<br />

estremamente regolare<br />

e omogeneo del cuscinetto<br />

che impedisce ogni<br />

tipo di contaminazione.<br />

Le caratteristiche tecniche<br />

dei materiali garantiscono<br />

un flusso adeguato<br />

di lubrificazione, dipendente<br />

dalle temperature,<br />

quindi, con l’aumentare<br />

del calore, aumenta anche<br />

la quantità di olio rilasciata.<br />

I cuscinetti con<br />

tecnologia Molded-Oil<br />

risolvono anche i problemi<br />

di perdita di lubrificante<br />

dovuti all’infiltrazione<br />

di acqua.<br />

NSK offre la tecnologia<br />

Molded-Oil per cuscinetti<br />

radiali rigidi a sfere standard,<br />

cuscinetti radiali<br />

orientabili a rulli e cuscinetti<br />

a rulli conici con diametro<br />

interno fino a 110<br />

mm. Per applicazioni caratterizzate<br />

da ambienti<br />

corrosivi o per impianti<br />

destinati al settore alimentare,<br />

i cuscinetti possono<br />

essere realizzati in<br />

acciaio inox.<br />

I cuscinetti volventi rappresentano<br />

un componente<br />

essenziale per le<br />

macchine e gli impianti<br />

del settore alimentare e<br />

delle bevande, la loro affidabilità<br />

esercita un effetto<br />

fondamentale sul<br />

controllo dei costi di esercizio.<br />

Inoltre, con il continuo<br />

evolversi della tecnologia<br />

dei cuscinetti, questi<br />

componenti eserciteranno<br />

un ruolo sempre più<br />

importante nella riduzione<br />

dei costi per le macchine<br />

di produzione del settore<br />

alimentare.<br />

Una riduzione che non si<br />

raggiunge utilizzando<br />

componenti più economici,<br />

ma applicando le ultime<br />

innovazioni in termini<br />

di materiali, soluzioni di<br />

tenuta e tecnologie di lubrificazione<br />

al fine di migliorare<br />

la progettazione<br />

degli impianti e ridurre i<br />

costi di manutenzione.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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49


componenti<br />

Lotti di produzione<br />

che cambiano spesso,<br />

con quantità diverse<br />

e colli variabili:<br />

per il settore del latte<br />

in polvere Swiss Can<br />

Machinery offre impianti<br />

scalabili, che utilizzano<br />

azionamenti per<br />

applicazioni igieniche<br />

Kollmorgen.<br />

a cura di<br />

??<br />

di Sandra<br />

Becker*<br />

TITOLO TITOLO<br />

ITITOLO AZIONAMENTI TITOLOMODULARI<br />

PER IL CONFEZIONAMENTO<br />

DI LATTE IN POLVERE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

*Kollmorgen Marketing<br />

Communications<br />

Manager Emea & India<br />

Una soluzione unica per applicazioni e settori diversi: un<br />

esempio di macchine di questo tipo è rappresentato dagli<br />

impianti di confezionamento e imballaggio di Swiss Can<br />

Machinery AG. Nel caso di prodotti farmaceutici l’azienda<br />

svizzera utilizza motori in acciaio inossidabile. Se si tratta<br />

invece di rispettare i requisiti igienici del settore alimentare,<br />

si passa a motori con rivestimento Washdown o anche, in<br />

aree meno rigide in quanto a livello di sicurezza alimentare,<br />

a “normalissimi” servomotori sincroni. Il vantaggio di questo<br />

sistema: si può mantenere inalterata l’intera tecnologia di<br />

controllo incluso il motion control, riducendo quindi notevolmente<br />

i tempi di sviluppo.<br />

“Stavamo cercando un costruttore di motori in grado di fornire<br />

prestazioni elevate garantendo anche la massima igiene.<br />

Ed ecco che alla fine, mentre eravamo alla ricerca di servomotori<br />

in acciaio inossidabile, ci siamo imbattuti in Kollmorgen”,<br />

così racconta gli inizi della collaborazione Marc Grabher, direttore<br />

del reparto tecnico di Swiss Can Machinery.<br />

L’ampia gamma disponibile garantisce la semplicità nella sostituzione<br />

dei motori, senza perdere troppo tempo a livello<br />

di progettazione. Acquistando da Kollmorgen diversi servo-<br />

motori sincroni con sistemi di collegamento a cavo singolo,<br />

Swiss Can può mantenere inalterata la programmazione di<br />

base di un impianto, indipendentemente dal fatto che venga<br />

confezionato caffè o latte in polvere. Non vengono modificate<br />

nemmeno la struttura dei macchinari, né l’installazione<br />

con un unico cavo tra il servoregolatore AKD nell’armadio e<br />

il motore selezionato all’interno della macchina.<br />

AZIONAMENTO SCALABILE SU MISURA<br />

In alternativa, Swiss Can Machinery potrebbe sfruttare per<br />

tutte le applicazioni anche il “massimo comune multiplo”,<br />

ovvero una tecnologia standard per tutte le attrezzature. Si<br />

tratta però di una scelta che presuppone l’impiego di una<br />

tecnica che sarebbe esagerata e quindi eccessivamente costosa.<br />

“Non prendiamo in considerazione linee produttive<br />

diverse, semplicemente perché siamo troppo piccoli rispetto<br />

a questa possibilità”, chiarisce Marc Grabher. Marc è ingegnere<br />

meccanico e insieme al fratello Michael ha fondato<br />

l’azienda, ora in rapida espansione, nel 2013 a Berneck am<br />

Bodensee. Alla luce di questo orientamento “minimalista” e<br />

nell’ambito dello sviluppo di moduli di confezionamento, tra-<br />

50<br />

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componenti<br />

sporto e imballaggio, questi specialisti<br />

del settore erano alla ricerca di fornitori<br />

in grado di coprire in maniera versatile<br />

e flessibile una gamma di applicazioni<br />

molto ampia.<br />

“Se osserviamo il tutto dal punto di vista<br />

dell’automazione, abbiamo a che<br />

fare con macchinari che sono identici<br />

a livello dei sistemi di regolazione e in<br />

cui solo i motori vengono modificati”,<br />

sintetizza Silvester Tribus, Ceo di TBM<br />

Automation AG di Widnau, che in<br />

qualità di partner di Kollmorgen segue<br />

Swiss Can nell’ambito della progettazione.<br />

In pratica, ad esempio, l’utilizzo<br />

del motore in acciaio inossidabile della<br />

serie AKMH di Kollmorgen è limitato<br />

al massimo all’adattamento di una<br />

flangia. “Non abbiamo trovato nessun<br />

altro costruttore che disponga di una<br />

gamma così ampia e adatta alle nostre<br />

esigenze”, sottolinea il CTO Marc<br />

Grabher.<br />

Oltre al guadagno in termini di tempo<br />

in fase di progettazione, OEM e operatori<br />

beneficiano in egual misura del<br />

fatto che l’omogeneità dei componenti<br />

presenti nell’armadio, grazie all’elevato<br />

livello di standardizzazione, limita anche<br />

i costi legati all’approvvigionamento<br />

dei ricambi. “Con un unico servoregolatore<br />

AKD siamo in grado di coprire<br />

numerose funzioni del tutto diverse tra<br />

loro”, puntualizza Silvester Tribus.<br />

PRODOTTI SPECIALI<br />

IN PICCOLI LOTTI<br />

Tra le operazioni normalmente svolte<br />

dai macchinari presenti nell’azienda<br />

sulle rive del lago di Costanza vi sono<br />

il confezionamento di latte in polvere e<br />

in particolare di latte speciale, ad esempio<br />

per neonati con patologie renali.<br />

“Stiamo parlando di prodotti per cui<br />

una scatola da 900 grammi può costare<br />

anche 100 euro”, così Marc Grabher<br />

Impianto di<br />

confezionamento<br />

di Swiss Can<br />

Machinery<br />

descrive il mercato internazionale in cui<br />

sono richiesti i loro impianti. Il successo<br />

nasce dunque dal fatto che i costruttori<br />

di macchinari noti nel settore delle<br />

linee di confezionamento rapido sono<br />

in grado di confezionare da 200 a 300<br />

scatole al minuto, ma queste non hanno<br />

sufficiente flessibilità, sono troppo<br />

grandi e troppo costose per lotti più<br />

piccoli.<br />

Lotti di produzione che cambiano spesso,<br />

con quantità diverse e colli variabili:<br />

è proprio qui che Swiss Can Machinery<br />

è in grado di dimostrare la sua forza.<br />

Grazie a una capacità produttiva da<br />

20 a 80 scatole al minuto, gli impianti<br />

sono progettati per essere compatti e<br />

per consentire all’occorrenza modifiche<br />

rapide e semplici. Ciò li rende interessanti<br />

per quelle aziende che realizzano<br />

prodotti speciali, spesso molto costosi,<br />

in quantità relativamente ridotte.<br />

IGIENE ED EFFICIENZA<br />

“Il latte in polvere è un prodotto difficile<br />

da confezionare. Può presentare proprietà<br />

molto diverse in questo senso, a<br />

seconda della formulazione, del tenore<br />

di grassi, del metodo di essiccamento,<br />

della granulazione e della finezza”,<br />

spiega il Ceo Michael Grabher. Pertanto<br />

è necessario disporre di un know-how<br />

adeguato per costruire macchinari in<br />

grado di confezionare il latte in polvere<br />

garantendo pulizia, accuratezza ed<br />

efficienza.<br />

Nel corso dello sviluppo della linea di<br />

produzione, Swiss Can Machinery ha<br />

scelto di dedicare molto tempo alla<br />

parte relativa all’elettronica e all’automazione.<br />

“Nella nostra azienda sta<br />

crescendo il numero di dipendenti<br />

specializzati nell’automazione”, spiega<br />

Marc Grabher. “Intendiamo costruire<br />

macchinari moderni in cui la maggior<br />

parte dei processi venga svolta automaticamente.<br />

Siamo svizzeri e per noi<br />

il criterio della qualità è importantissimo,<br />

soprattutto a livello di igiene ed<br />

efficienza”, così descrive la strategia<br />

suo fratello Michael. Efficienza significa<br />

effettuare rapidamente eventuali<br />

cambi di formato legati a modifiche<br />

dei prodotti.<br />

RIDURRE I TEMPI DI ALLESTIMENTO<br />

Un contributo prezioso per ridurre i<br />

tempi morti è rappresentato dalla realizzazione<br />

di kit completi contrassegnati<br />

dallo stesso colore. Quando è necessario<br />

effettuare un cambio di prodotto<br />

modificandone l’imballaggio, l’operatore<br />

deve semplicemente cambiare<br />

colore. “Si evita così il rischio di confusione<br />

e la modifica risulta più rapida e<br />

sicura”, sintetizza Marc Grabher. Inoltre<br />

i colori sono una lingua internazionale,<br />

un vero e proprio vantaggio se pensiamo<br />

all’eventualità di esportare le unità.<br />

Considerando che quello del latte in<br />

polvere è un settore internazionale,<br />

nella fase iniziale di sviluppo Swiss<br />

Can Machinery si è trovata di fronte<br />

a un’ulteriore sfida da affrontare oltre<br />

a quella della lingua, ovvero le diverse<br />

consuetudini a livello di tecnologia di<br />

comando. Per i PLC Swiss Can utilizza di<br />

norma una versione standard e si adatta<br />

a modelli diversi in base alle esigenze<br />

dei clienti. Si tratta di una flessibilità che<br />

l’azienda svizzera è in grado di offrire<br />

senza complessi interventi di adeguamento<br />

a livello di programmazione e<br />

comunicazione: il controllo sequenziale<br />

vero e proprio infatti è separato dal motion<br />

control. Nei servoregolatori AKD di<br />

Kollmorgen il controllo del movimento<br />

verrà svolto in futuro per operazioni<br />

più complesse dal motion controller<br />

PCMM. In molte altre applicazioni, questa<br />

piccola unità ha anche la funzione<br />

di interfacciamento tra un protocollo di<br />

comunicazione e l’altro. Ad esempio,<br />

Swiss Can collega i servoazionamenti<br />

AKD al controllo via Modbus.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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51


software<br />

Il ritmo di crescita del<br />

settore è aumentato<br />

negli ultimi sei anni,<br />

grazie soprattutto<br />

al traino di Industria 4.0,<br />

che sta trasformando<br />

anche le aziende<br />

alimentari, sempre<br />

più disposte a investire<br />

in tecnologie digitali<br />

e fabbrica intelligente.<br />

a cura di<br />

??<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

TITOLO TITOLO<br />

SOFTWARE PER L’INDUSTRIA<br />

ITITOLO TITOLO<br />

ALIMENTARE: UN MERCATO<br />

CHE ACCELERA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

52<br />

Il mercato mondiale del software per industria alimentare<br />

ha raggiunto nel 2016 il valore di 9,86 miliardi di dollari<br />

registrando un tasso di crescita del 5,3% medio annuo<br />

nell’arco dell’ultimo decennio, con un’accelerazione negli<br />

ultimi sei anni (figura 1).<br />

Il dato si riferisce alle informazioni utilizzate da uno o più<br />

sistemi informatici e memorizzate su uno o più supporti<br />

informatici nei processi di produzione di alimenti e bevande<br />

allo scopo di gestire al meglio il processo produttivo<br />

in tutte le sue fasi.<br />

Non è compreso il software gestionale (amministrazione,<br />

finanza e controllo, procurement, gestione ordini,<br />

gestione clienti, tesoreria, controllo di gestione, controllo<br />

commesse ecc), anche se in realtà molte aziende di<br />

software forniscono anche soluzioni per il software gestionale<br />

e, in alcuni casi, anche l’hardware. Sono inoltre<br />

escluse dal dato eventuali applicazioni casalinghe (per<br />

esempio software per forni a micro-onde, software per<br />

home automation relative al settore cucina ecc).<br />

Si tratta pertanto di sistemi verticalizzati integrati in grado<br />

di gestire i processi industriali interni all’azienda af-<br />

frontando tutte le problematiche produttive tipiche delle<br />

aziende alimentari. Diversamente da quanto avviene<br />

negli Usa, nell’Unione Europea i software non possono<br />

essere oggetto di brevetto, in quanto il 6 luglio 2005 il<br />

Parlamento Europeo ha respinto la proposta di brevettabilità<br />

delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori<br />

elettronici avanzata dalla Commissione Europea, che il<br />

giorno precedente alla votazione aveva affermato che<br />

non sarebbero state avanzate altre proposte sull’argomento<br />

in caso di bocciatura.<br />

La realizzazione di un software per industria alimentare<br />

è complessa e articolata in più fasi, utilizzando uno o più<br />

linguaggi di programmazione ad opera di un programmatore<br />

o, qualora il progetto sia complesso e richieda che<br />

il programma sia suddiviso in più moduli, di più programmatori.<br />

Non va dimenticato poi che l’industria alimentare<br />

è un settore molto diversificato: in Europa Occidentale<br />

i settori predominanti per applicazioni software sono:<br />

l’industria dei prodotti da forno, l’industria degli alimenti<br />

congelati e refrigerati, e l’industria lattiero-casearia, che<br />

insieme rappresentano poco meno del 50% del business<br />

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del software per industria alimentare<br />

in quest’area geografica (tabella 1).<br />

È richiesta pertanto una notevole<br />

esperienza ingegneristica specialistica<br />

trattandosi di un business differenziato<br />

per settore e spesso anche<br />

per azienda: a differenza del software<br />

gestionale, che è generalmente<br />

più standard, il software relativo alla<br />

produzione nell’industria alimentare<br />

è più diversificato, flessibile, spesso<br />

progettato “ad hoc” (tailor made),<br />

e viene il più delle volte realizzato da<br />

consulenti o società di consulenza<br />

con una particolare specializzazione<br />

nel software di produzione: accanto<br />

alle software houses di maggiori dimensioni<br />

che offrono generalmente<br />

soluzioni per più settori alimentari e<br />

per altre industrie manifatturiere, la<br />

maggior parte parte del business è<br />

però realizzato da numerose aziende<br />

di dimensioni minori o consulenti<br />

specializzati in singoli settori dell’industria<br />

alimentare, in grado di fornire<br />

anche tutta la parte relativa al supporto<br />

operativo, trading, manutenzione<br />

e aggiornamento del software<br />

stesso in funzione del variare delle<br />

aziende produttive.<br />

Le aziende di software specializzate<br />

Il mercato mondiale<br />

del software<br />

per industria<br />

alimentare ha<br />

raggiunto nel 2016<br />

il valore di 9,86<br />

miliardi di dollari<br />

registrando un<br />

tasso di crescita<br />

del 5,3% medio<br />

annuo nell’ultimo<br />

decennio<br />

(Foto Siemens)<br />

Figura 1 - Il mercato mondiale del software dedicato all’industria<br />

alimentare: 2006 - 2016<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale nel periodo considerato<br />

2006 - 2016: +5,3<br />

2006 - 2010: +4,6<br />

2010 - 2016: +5,8<br />

Fonte: analisi incrociata società di software - società alimentari<br />

Tab. 1 - Il mercato del software per industria alimentare in Europa<br />

Occidentale suddiviso per principali industrie utilizzatrici: anno 2016<br />

Figura 2 - Il mercato del software per industria alimentare<br />

in Europa Occidentale suddiviso per principali industrie<br />

utilizzatrici (in %): anno 2016<br />

Settore alimentare Milioni $<br />

Industria dei prodotti da forno 480<br />

Industria degli alimenti congelati e refrigerati 405<br />

Industria lattiero - casearia 395<br />

Industria degli snack (dolci e salati), merendine, pizzette 27<br />

Industria dolciaria 192<br />

Industria del gelato 120<br />

Industria dei piatti pronti (1) 123<br />

Industria prodotti conservati in scatola 90<br />

Industria salse e condimenti 72<br />

Industria alimenti disidratati 48<br />

Industria oli e grassi 77<br />

Industria della pasta e similari (tagliatelle, ravioli, ecc) 35<br />

Industria del baby food 33<br />

Industria creme spalmabili 235<br />

Industria delle carni e dei salumi 156<br />

Industria delle acque minerali e dei soft drink 104<br />

Altre varie 73<br />

Totale 2.665<br />

(1)<br />

Compresa industria minestre pronte<br />

Fonte: analisi incrociata società di software - società alimentari<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

53


software<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

Un software ben progettato e modulato<br />

sulle effettive esigenze del<br />

cliente è un supporto sempre più<br />

essenziale, che consente pertanto<br />

una serie di benefici, quali:<br />

• riduzione di tempi morti;<br />

• riduzione degli sprechi;<br />

• sostanziale diminuzione, se non<br />

addirittura quasi totale eliminazione<br />

di supporti cartacei;<br />

• ottimizzazione delle risorse uomo<br />

- macchina;<br />

• riduzione dei tempi e dei costi di<br />

processo.<br />

In sintesi, quindi, i vantaggi riguardano<br />

il notevole aumento dell’efficienza<br />

di tutti i processi sia produttivi<br />

che logistici (alias aumento<br />

dell’efficienza produttiva), nonché<br />

incremento del ROI (Return on<br />

Investment).<br />

Sono richiesti software di gestione<br />

della produzione contraddistinti da<br />

un’elevata fruibilità dell’interfaccia,<br />

in cui comunque le procedure dei<br />

sistemi di supervisione e raccolta<br />

dati possano essere verificati in<br />

base alle esigenze di ogni cliente,<br />

adattando nel miglior modo possibile<br />

le funzionalità del software<br />

stesso alle esigenze operative delle<br />

singole aziende: il sistema software<br />

dovrà quindi essere utilizzabile non<br />

solo dalle aziende di grandi/medie<br />

dimensioni, ma implementabile su<br />

svariate realtà industriali, anche di<br />

nicchia.<br />

Inoltre la globalizzazione, unita a<br />

una base di consumatori sempre<br />

più esigenti e sempre meno fedeli,<br />

hanno ulteriormente intensificato<br />

la competitività: è pertanto fondamentale<br />

offrire un’esperienza e un<br />

know-how coerente con tali esigenze,<br />

con la capacità di offrire sul mercato<br />

in tempi molto rapidi sistemi<br />

software sempre più attuali.<br />

I sistemi MES (Manufacturing<br />

Execution System: sistemi informatizzati<br />

che gestiscono e controllano<br />

l’intera filiera produttiva dell’azienda)<br />

devono essere velocemente<br />

implementati per garantire una visugli<br />

aspetti relativi alla produzione<br />

tendono sempre più a fornire sistemi<br />

flessibili di “gestione ad hoc” che<br />

coinvolgono una serie di funzioni:<br />

• gestione degli approvvigionamenti<br />

(MRP: Material Requirement<br />

Planning): verifica incrociata dei fabbisogni<br />

e della effettiva disponibilità<br />

di materie prime e semilavorati;<br />

• pianificazione e schedulazione della<br />

produzione;<br />

• gestione della produzione sugli<br />

impianti;<br />

• gestione della qualità con una crescente<br />

attenzione in particolare al<br />

tema della sicurezza alimentare (in<br />

Europa in conformità alla “Food<br />

Law” CE 178 / 2002): sono infatti<br />

in continua evoluzione soluzioni<br />

software che consentono la rintracciabilità<br />

e/o la tracciabilità interna<br />

dell’intera filiera produttiva, in grado<br />

di rispondere in termini di qualità<br />

alle certificazioni specifiche richieste<br />

per questo delicato settore;<br />

• integrazione con le macchine e<br />

supervisione;<br />

• controllo in real time dello stato di<br />

avanzamento della produzione;<br />

• verifica precisa delle quantità effettivamente<br />

prodotte, escludendo<br />

gli scarti;<br />

In Europa le<br />

industrie<br />

alimentari<br />

predominanti<br />

per applicazioni<br />

software sono<br />

quelle dei prodotti<br />

da forno, degli<br />

alimenti congelati/<br />

refrigerati<br />

e dei prodotti<br />

lattiero-caseari<br />

• etichettatura automatica e spedizione;<br />

• analisi dei dati (data warehouse);<br />

• integrazione coi laboratori di<br />

Ricerca & Sviluppo;<br />

• tele-manutenzione e/o tele-diagrammi<br />

e/o controllo in remoto,<br />

e manutenzione TPM (Total<br />

Productive Maintenance), un sistema<br />

produttivo che mira alla massima<br />

efficienza, con un particolare<br />

focus su manutentori, tecnici di<br />

processo, sviluppo del personale,<br />

sicurezza e ambiente.<br />

Complementare e di supporto al<br />

software di produzione è il software<br />

gestione magazzino (WMS:<br />

Warehouse Management System), il<br />

cui obiettivo è quello di controllare il<br />

movimento e il deposito dei materiali<br />

a magazzino: spedizione, ricezione,<br />

riordino e raccolta; il WMS è un<br />

supporto fondamentale all’utente<br />

per ottimizzare l’utilizzo delle risorse<br />

all’interno del magazzino. Il WMS<br />

utilizza sistemi di AIDC (Automatic<br />

Identification and Data Capture),<br />

come i codici a barre, terminali mobili<br />

con codici di lettura barcode, le<br />

WLAN o gli identificatori RFID per<br />

monitorare efficacemente il flusso<br />

dei prodotti.<br />

54<br />

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software<br />

Tab. 2 - Il mercato mondiale del software per industria<br />

alimentare suddiviso per area geografica: anno 2016<br />

Figura 3 - Il mercato mondiale del software per industria<br />

alimentare suddiviso per area geografica (in %): anno 2016<br />

Area geografica Milioni $<br />

Nord America, di cui: 4.795<br />

. USA 4.325<br />

. Canada 470<br />

America Latina, di cui: 425<br />

. Brasile 155<br />

Europa Occidentale 2.665<br />

Europa dell’Est 90<br />

CSI, di cui: 100<br />

. Russia 84<br />

Asia - Pacifico 1.465<br />

Africa del Nord + Medio Oriente, di cui: 220<br />

. Turchia 35<br />

Africa sub-sahariana 100<br />

Totale mondo 9.860<br />

Fonte: analisi incrociata società di software – società alimentari nelle varie aree geografiche<br />

sibilità completa e in tempo reale<br />

di tutta l’attività produttiva. I dati<br />

devono essere forniti in real time,<br />

permettendo di tenere sotto controllo<br />

situazioni in corso d’opera, e<br />

garantendo correzioni tempestive<br />

per reagire a eventuali imprevisti o<br />

scostamenti dalle linee guida: questo<br />

per rendere possibile la transizione<br />

all’industria 4.0.<br />

GLI USA IL PRIMO MERCATO<br />

Il Nord America resta decisamente<br />

il mercato di maggiori dimensioni<br />

seguito dall’Europa Occidentale,<br />

che insieme incidono per circa i tre<br />

quarti dell’intero mercato mondiale<br />

(tabella 2).<br />

Gli Usa restano il mercato di maggiori<br />

dimensioni: oltre alle dimensioni<br />

dell’industria alimentare statunitense,<br />

il business dei software<br />

per questa industria beneficia<br />

dell’AMP (Advanced Manufacturing<br />

Partnership) siglata dal Governo<br />

Obama nel 2011 per la reindustrializzazione<br />

del paese. Facendo leva sulla<br />

validità delle aziende nordamericane<br />

del software, è molto elevata la percentuale<br />

di manager americani della<br />

produzione alimentare orientati alla<br />

digitalizzazione, convinti degli effetti<br />

In Italia l’industria alimentare<br />

è fra quelle più propense<br />

all’adozione di tecnologie<br />

digitali<br />

(Foto Grip International)<br />

benefici che tali tecnologie possono<br />

avere sull’abbattimento dei costi di<br />

produzione e del conseguente aumento<br />

della produttività e competitività<br />

aziendale: la produttività delle<br />

aziende alimentari statunitensi è al<br />

top a livello mondiale. L’obiettivo del<br />

piano strategico statunitense è la creazione<br />

di una “Smart Manufacturing<br />

Platform” in grado di integrare dati e<br />

processi interni ed esterni al singolo<br />

impianto. Negli Usa, però, rispetto<br />

alla Germania, l’approccio alle tecnologie<br />

digitali è supportato più che<br />

dal governo centrale, da una serie<br />

di partnership pubblico - private<br />

(MIIs: Manufacturing Innovation<br />

Institutes) che lavorano su specifici<br />

temi di sviluppo e di trasferimento<br />

di know-how.<br />

In Europa Occidentale i tre mercati<br />

di maggiori dimensioni sono quello<br />

della Germania, della Francia e dell’Italia,<br />

che insieme incidono per circa il<br />

48% dell’intero mercato in quest’area<br />

geografica. La Germania è il<br />

primo mercato europeo per dimensioni,<br />

in quanto paese precursore e<br />

principale promotore dell’Industria<br />

4.0: seguono la Francia e l’Italia, che<br />

pure hanno messo in atto una serie<br />

di incentivi per allineare le industrie<br />

alimentari alla quarta rivoluzione industriale.<br />

In Italia, grazie al Piano presentato<br />

dal Ministero dello Sviluppo<br />

Economico ed entrato nella scorsa<br />

Legge di Stabilità, gli investimenti in<br />

tecnologie digitali e relativo software<br />

sono in forte aumento in generale<br />

in tutta l’industria manifatturiera:<br />

l’industria alimentare in particolare<br />

è una delle più proiettate verso<br />

l’adozione di tecnologie digitali, a<br />

riconferma dell’eccellenza dell’indu-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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55


software<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

stria alimentare italiana nel contesto<br />

mondiale, fortemente intenzionata<br />

a cogliere le opportunità derivanti<br />

dalle agevolazioni fiscali messe in<br />

campo dalla Legge di Stabilità: un<br />

ulteriore supporto deriverà dall’estensione<br />

della banda larga e da<br />

un’adeguata formazione del personale<br />

addetto alla produzione.<br />

Resta invece indietro rispetto alle<br />

sue reali potenzialità l’industria<br />

alimentare in Gran Bretagna: sono<br />

una decisa minoranza (inferiore al<br />

10%) le industrie che già hanno<br />

una significativa comprensione<br />

dell’importanza del software come<br />

supporto alle tecnologie digitali che<br />

caratterizzano l’industria 4.0; è proprio<br />

per tale motivo che un’elevata<br />

percentuale di aziende britanniche<br />

ancora non ha piani di investimento<br />

in questo settore nei prossimi anni,<br />

pur avendo una vaga percezione<br />

dell’impatto che l’introduzione di<br />

tali tecnologie può avere sulla produttività.<br />

L’industria alimentare spagnola,<br />

per quanto di dimensioni inferiori<br />

a quella inglese, è comunque<br />

decisamente più avanti per quanto<br />

riguarda l’introduzione di tali tecnologie.<br />

In tutte le aree “emergenti” in realtà<br />

la diffusione del software e delle<br />

tecnologie digitali nell’industria alimentare<br />

è ancora piuttosto bassa:<br />

le punte più basse si registrano in<br />

America Latina (tabella 3).<br />

In Asia il mercato di maggiori dimensioni<br />

è quello giapponese (tabella 4),<br />

mentre l’industria alimentare cinese<br />

è ancora un mercato secondario sotto<br />

il profilo delle tecnologie digitali.<br />

Nonostante gli scandali alimentari<br />

che ne hanno danneggiato l’immagine,<br />

il fenomeno dell’inurbamento<br />

ha letteralmente mandato alle stelle<br />

la produzione alimentare cinese,<br />

con quasi 40.000 impianti produttivi<br />

operativi nel paese, che producono<br />

una gamma sempre più differenziata<br />

di generi alimentari, che si affiancano<br />

alla industrie più tradizionali e<br />

tipiche dell’agro-alimentare cinese:<br />

brillatura del riso e molitura del grano<br />

(particolarmente sviluppata a<br />

Shanghai), industria olearia, industria<br />

dello zucchero, industria della<br />

birra. L’introduzione delle tecnologie<br />

digitali però non è cresciuta proporzionalmente<br />

all’aumento dei volumi<br />

prodotti, ma le prospettive di futuro<br />

sviluppo per colmare il gap esistente<br />

sono comunque assai elevate.<br />

Anche se di dimensioni molto più ridotte<br />

rispetto a quella cinese, l’industria<br />

alimentare indiana è stata però<br />

caratterizzata, specie negli anni più<br />

recenti, da una maggior adozione<br />

di tecnologie digitali e di relativo<br />

software, anche in considerazione<br />

del fatto che l’industria informatica<br />

in India è una delle più avanzate tra<br />

i paesi “emergenti”, con i propri<br />

centri ubicati in prevalenza nella<br />

regione compresa fra Hyderabad<br />

e Bangalore, dove si concentrano<br />

numerosi Parchi Scientifici: diverse<br />

aziende nordamericane ed europee<br />

hanno trasferito qui i propri centri di<br />

elaborazione dati.<br />

Un altro punto di vantaggio dell’industria<br />

alimentare indiana rispetto<br />

a quella cinese è l’aspetto relativo<br />

alla sicurezza del prodotto e la tracciabilità<br />

dell’intera filiera produttiva:<br />

a questo proposito la FSSAI (Food<br />

Safety and Standard Authority of<br />

India) ha pianificato un investimento<br />

di circa 75 milioni di dollari per infrastrutture<br />

e servizi (compreso software)<br />

relativi ai test di qualità degli<br />

alimenti, con creazione di nuovi laboratori<br />

o aggiornamento di laboratori<br />

già esistenti, per un totale di oltre<br />

120 distribuiti in tutto il paese. La<br />

favorevole situazione dell’industria<br />

agroalimentare indiana ha pertanto<br />

favorito l’ingresso nel mercato di<br />

società estere: negli ultimi 17 anni<br />

l’industria alimentare indiana ha attratto<br />

notevoli investimenti esteri,<br />

favoriti fra l’altro da agevolazioni<br />

fiscali e incentivi finanziari promossi<br />

dal governo indiano. L’attuale governo<br />

ha inoltre promosso in maniera<br />

decisiva scambi di tecnologie e di<br />

Tab. 3 - Diffusione del software per tecnologie<br />

digitali nelle fabbriche alimentari - Confronto fra<br />

paesi del mondo (Indice USA = 100)<br />

Paese<br />

Indice<br />

USA 100<br />

Germania 97,1<br />

Olanda 96,8<br />

Francia 96,8<br />

Svezia 88,6<br />

Giappone 85,5<br />

Repubblica Ceca 62,5<br />

Polonia 54,9<br />

Ungheria 50,3<br />

Slovenia 65,7<br />

Slovacchia 57,1<br />

Estonia 45,7<br />

Russia 40,0<br />

Turchia 45,7<br />

Cina 24,5<br />

Indonesia 17,2<br />

Sud Corea 48,6<br />

Sud Africa 22,5<br />

Cile 38,6<br />

Messico 30,0<br />

Brasile 30,5<br />

Fonte: analisi sull’adozione di tecnologie digitali<br />

per Industria 4.0 nei vari paesi<br />

know-how con i paesi avanzati.<br />

Unico limite dell’industria alimentare<br />

indiana è l’elevata frammentazione:<br />

sono ancora presenti numerose attività<br />

di tipo artigianale non in grado<br />

di investire in tecnologie, che<br />

comunque riescono ancora a mantenere<br />

una loro presenza sul mercato,<br />

grazie proprio alla loro “artigianalità”;<br />

in ogni caso le grosse aziende<br />

sia locali che estere, spinte anche<br />

dal veloce progredire della Grande<br />

Distribuzione Organizzata, sono<br />

molto attive nell’introduzione di tecnologie<br />

innovative, con prospettive<br />

di ulteriore adozione delle medesime<br />

nei prossimi anni.<br />

Un altro mercato dell’area asiatica<br />

paragonabile a quello indiano, sia<br />

per dimensioni dell’industria alimentare,<br />

sia in termini di avanzamento<br />

delle tecnologie digitali, è quello della<br />

Corea del Sud.<br />

56<br />

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software<br />

Tab. 4 - Il mercato del software per industria alimentare<br />

in Asia suddiviso per paese: anno 2016<br />

Figura 4 - Il mercato mondiale del software per industria<br />

alimentare suddiviso per area geografica (in %): anno 2016<br />

Paese Milioni $<br />

Giappone 613<br />

Cina 510<br />

India 61<br />

Sud Corea 63<br />

Filippine 25<br />

Indonesia 52<br />

Malesia 17<br />

Singapore 10<br />

Taiwan 18<br />

Thailandia 20<br />

Australia 51<br />

Altri paesi (1) 25<br />

Totale Asia - Pacifico 1.465<br />

(1)<br />

Vietnam, Cambogia, Laos + Pakistan<br />

Fonte: analisi incrociata società di software – società alimentari nei paesi asiatici<br />

I FATTORI TRAINANTI<br />

I driver di fondo del software per<br />

processi di produzione vanno ricercati<br />

nei seguenti fattori:<br />

• avvento della fabbrica intelligente<br />

e interconnessa, generalmente<br />

identificata con la sigla I4.0<br />

(Industria 4.0), termine coniato<br />

dal governo tedesco nel novembre<br />

2011 per definire una strategia<br />

industriale finalizzata all’informatizzazione<br />

dell’industria,<br />

compresa ovviamente l’industria<br />

agroalimentare. La fabbrica intelligente<br />

di quarta generazione<br />

integra le più recenti innovazioni<br />

tecnologiche, dalla comunicazione<br />

wireless ai sistemi di cyber fisica,<br />

la digitalizzazione, la stampa<br />

3D, il cloud computing (fruizione<br />

di servizi integrati su cloud, ossia<br />

memorizzazione ed elaborazione<br />

di dati grazie a risorse hardware<br />

e software localizzati su internet),<br />

robotica e sensoristica avanzata.<br />

L’Industrial Internet of Things (IOT)<br />

è anch’essa una tecnica recente<br />

e in forte evoluzione che prevede<br />

che i sensori colleghino tra loro<br />

macchine intelligenti e sistemi<br />

produttivi consentendo uno scambio<br />

continuo di informazioni e dati<br />

tra oggetti e sensori, oltre che tra<br />

le persone: in tal modo è possibile<br />

attivare un controllo autonomo e<br />

immediato sui processi produttivi<br />

ai diversi livelli, ottimizzando le<br />

risorse e facilitando l’innovazione<br />

e la competitività dell’azienda. Le<br />

applicazioni IOT in ambito logistico<br />

non solo possono aumentare in<br />

maniera significativa la produttività<br />

dell’azienda ottimizzando la gestione<br />

degli impianti, ma contribuiscono<br />

anche a rendere molto più<br />

efficace e rapida la manutenzione<br />

dei medesimi. Il modello IOT viene<br />

adottato anche per gestire gli im-<br />

(Foto Reliance SCADA)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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57


software<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

58<br />

Tab. 4 - Previsioni di sviluppo del mercato del software per industria<br />

alimentare per area geografica: 2016 - 2020 (1)<br />

Area geografica / paese Milioni $ IMA% (2)<br />

2016 2020<br />

Nord America 4.795 5.970 + 5,6<br />

America Latina 470 548 + 3,9<br />

Europa Occidentale 2.665 3.265 + 5,2<br />

Europa dell’Est 90 112 + 5,6<br />

CSI, di cui: 100 131 + 7,0<br />

. Russia 84 112 + 7,5<br />

. altri paesi 16 19 + 4,4<br />

Asia - Pacifico, di cui: 1.465 1.990 + 7,9<br />

. Giappone 613 796 + 6,7<br />

. Cina 510 748 + 10,0<br />

. India 61 95 + 11,7<br />

. Sud Corea 63 83 + 7,1<br />

. altri paesi 218 268 + 5,3<br />

Africa - Medio - Oriente 320 384 + 4,7<br />

Totale mondo 122 159 + 6,8<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2016<br />

(2)<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2016 - 2020<br />

Fonte: consensus aziende di software - industrie alimentari<br />

pianti di confezionamento: linee<br />

e macchinari di confezionamento<br />

del prodotto finito vengono tra<br />

loro interconnessi per monitorarne<br />

la produttività, i consumi energetici,<br />

eventuali punti di criticità,<br />

e per programmare la manutenzione<br />

riducendo i tempi di fermo<br />

macchina;<br />

• tracciabilità e rintracciabilità del<br />

prodotto: mediante la gestione<br />

dei processi operativi è possibile<br />

seguire tutta la filiera del prodotto<br />

finito e raccogliere le informazioni<br />

qualificanti del prodotto stesso,<br />

evidenziandolo con etichette,<br />

marchi o certificazioni;<br />

• flessibilità produttiva: con una domanda<br />

sempre più frammentata e,<br />

di conseguenza, con produzione di<br />

lotti sempre più piccoli e diversificati<br />

tra loro, e una gamma di prodotti<br />

in continua evoluzione, il modello<br />

produttivo di un’azienda alimentare<br />

deve essere sempre più orientato<br />

alla flessibilità, tramite adozione<br />

di software per una produzione<br />

snella (Lean Manufacturing);<br />

• non va infine dimenticato che<br />

un’ulteriore conseguenza dell’introduzione<br />

di tecniche digitali ha<br />

anche un riflesso positivo sull’efficienza<br />

energetica: una fabbrica<br />

intelligente consuma di meno.<br />

Pertanto le applicazioni software, gli<br />

strumenti di analisi dati per la tempestiva<br />

correzione dei parametri di<br />

processo in caso di scostamento dal<br />

programma prefissato, così come i<br />

sensori e controllori logici installati<br />

a bordo di apparecchiature e macchinari<br />

sono tecnologie destinate<br />

ad avere un ruolo sempre più rilevante<br />

nell’industria alimentare del<br />

futuro, in quanto risorse essenziali<br />

per realizzare la fabbrica intelligente<br />

(smart manufacturing) con migliorata<br />

efficienza produttiva e qualità del<br />

prodotto finito, in parallelo a minori<br />

consumi energetici.<br />

A livello mondiale il business del<br />

software per industria alimentare è<br />

previsto in crescita ad un tasso medio<br />

annuo del 5,9%, in ulteriore<br />

accelerazione rispetto al decennio<br />

precedente e superiore al tasso di<br />

evoluzione dell’industria alimentare<br />

nel suo complesso in base alle considerazioni<br />

sui fattori di traino del business<br />

legato al software (introduzione<br />

delle tecnologie digitali, tracciabilità<br />

e rintracciabilità del prodotto, flessibilità<br />

produttiva, efficienza energetica),<br />

per attestarsi a 12,4 miliardi di<br />

dollari nel 2020.<br />

Si prevede che l’area geografica<br />

con tasso di crescita più elevato<br />

sarà quella asiatica, in particolare<br />

India, Cina e Sud Corea e, anche<br />

se a ritmi leggermente inferiori, il<br />

Giappone (tabella 5): tra le altre<br />

aree “emergenti” buone potenzialità<br />

di sviluppo sono previste<br />

in Russia. Negli ultimi cinque-sei<br />

anni la Russia ha investito parecchio<br />

nel software per tecnologie<br />

digitali nell’industria del food and<br />

beverage processing: questo per<br />

aggiornare gli impianti di produzione,<br />

molti dei quali ancora dotati<br />

di tecnologie arretrate, e per fronteggiare<br />

le importazioni sia di impianti<br />

e macchinari dall’estero, sia<br />

di alimenti e bevande, entrambe in<br />

crescita e consistenti. Nell’agosto<br />

2014 il Governo Russo aveva varato<br />

la decisione di mettere al bando<br />

le importazioni di alimenti da Usa<br />

e Ue. Tutto ciò fa prevedere che,<br />

nonostante la debolezza generale<br />

dell’economia russa, il business del<br />

software per industria alimentare<br />

sia destinato a crescere anche nei<br />

prossimi anni a ritmi sostenuti.<br />

Più lenta procede l’adozione di<br />

software e tecnologie digitali per<br />

industria alimentare nell’area latinoamericana<br />

e nell’area mediorientale,<br />

in particolare in Turchia.<br />

Per quanto l’industria del food<br />

processing nell’area sub-sahariana<br />

stia crescendo velocemente in<br />

termini di volumi di produzione,<br />

sono ancora relativamente poche<br />

le aziende che si vanno attrezzando,<br />

il più delle volte in partnership<br />

con le multinazionali del settore,<br />

di tecnologie digitali e relativo software.<br />

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strumentazione<br />

CONTROLLO CANALI CON UN MINOR NUMERO DI MODULI MULTIPLEXER<br />

Hart Multiplexer System di GM International offre la possibilità di ridurre<br />

drasticamente il numero di moduli multiplexer, mantenendo<br />

un’elevata capacità di controllo fino a 7936 canali. Attraverso l’integrazione<br />

di unità multiplexing nella Termination Board TB-D5001-<br />

HRT, infatti, l’Hart System GMI necessita di un solo Modem 5700 per<br />

controllare 256 canali, arrivando a gestirne 7936 con solo 31 moduli.<br />

Tutto questo contro le 496 di altri sistemi di interfaccia, con un<br />

conseguente risparmio di 465 moduli multiplexer.<br />

Rispetto allo stato dell’arte delle soluzioni Hart attualmente disponibili<br />

sul mercato, Hart Multiplexer System di GMI riduce drasticamente<br />

il numero di moduli multiplexer necessari e quindi dei costi. Anche<br />

la velocità di comunicazione verso il sistema è migliorata, arrivando<br />

a 115.200 bps, rispetto allo standard di 38.400 bps degli altri sistemi<br />

presenti sul mercato.<br />

Hart Multiplexer System rappresenta una vera innovazione smart e<br />

porta con sé altri vantaggi. Oltre a garantire migliori performance del<br />

sistema, consente di ridurre notevolmente i costi grazie al minor<br />

numero di componenti, cavi e parti di ricambio,<br />

con conseguente ridotta necessità<br />

di magazzino.<br />

Come quasi tutti i sistemi e i componenti<br />

GM International, l’Hart<br />

System è certificato per applicazioni<br />

SIL 3, in ottemperanza con<br />

le normative IEC 61508 and IEC<br />

61511.<br />

BARRIERA REFLEX PER I SETTORI PACKAGING E BEVANDE<br />

La nuova barriera reflex P1MM001 consente<br />

di intercettare accuratamente oggetti<br />

a distanze che possono raggiungere<br />

i 500 mm. Il principio di funzionamento si<br />

basa sull’analisi dell’intensità del segnale e<br />

dell’angolo di incidenza e richiede solo uno<br />

sfondo di riferimento, come ad esempio il<br />

pannello laterale che delimita i sistemi di<br />

convogliamento.<br />

“Non necessitando di elementi catadiottrici<br />

per la riflessione del segnale luminoso i<br />

nuovi sensori risultano meno ingombranti<br />

e possono essere integrati in maniera più<br />

flessibile nei layout di macchina. Queste due<br />

caratteristiche rispondono alla tendenza attuale<br />

orientata alla costruzione di macchine<br />

e sistemi di automazione sempre più compatti”,<br />

afferma Elio Bolsi, general manager<br />

di Wenglor Sensoric italiana. “Tra gli altri<br />

vantaggi vi sono i costi inferiori e la maggior<br />

rapidità di messa in servizio grazie al<br />

minor numero di componenti da installare<br />

e configurare”.<br />

Oltre alle caratteristiche di ergonomia e<br />

convenienza economica sopra descritte, la<br />

barriera reflex P1MM001 dispone di una<br />

funzione intelligente che ricalibra dinamicamente<br />

la soglia di commutazione, annullando<br />

le influenze esterne dovute a fluttuazioni<br />

di temperatura e agenti contaminanti.<br />

Ciò assicura la stabilità delle prestazioni e la<br />

riduzione dei tempi morti, in quanto non<br />

è necessario effettuare interventi di ricalibrazione<br />

manuale. Particolare attenzione è<br />

stata dedicata alla facilità d’uso. Una luce<br />

rossa ben visibile consente di allineare agevolmente<br />

il sensore, il cui set-up viene impostato<br />

in maniera molto semplice tramite<br />

il tasto di autoapprendimento “teach-in”.<br />

La precisione nella misurazione è così elevata<br />

da consentire il riconoscimento di oggetti<br />

trasparenti, come ad esempio vetro,<br />

PET, pellicole o lamine sottili. In applicazioni<br />

di packaging i sensori P1MM001 sono in<br />

grado di rilevare la presenza di vassoi e cestelli<br />

in materiale trasparente, riconoscendo<br />

tutti i tipi di oggetti presenti su un nastro<br />

trasportatore. Nell’industria del beverage<br />

le barriere reflex P1MM001 possono essere<br />

utilizzate per monitorare l’intero ciclo di vita<br />

delle bottiglie, dalla loro produzione al riempimento,<br />

fino al loro rientro in fabbrica su<br />

deposito cauzionale per il riutilizzo in linea<br />

di imbottigliamento.<br />

www.interprogettied.com<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

59


strumentazione<br />

L’innovativo sistema<br />

a raggi X di Mettler<br />

Toledo consente<br />

di soddisfare<br />

gli standard richiesti<br />

dalle catene di fast<br />

food in materia<br />

di conformità,<br />

rivelazione<br />

di contaminanti<br />

e velocità.<br />

SISTEMA DI ISPEZIONE<br />

PER ALIMENTI SFUSI CONGELATI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

Oggi i produttori di polpette surgelate (a base di manzo,<br />

maiale, pollo, pesce e vegetariane) sono in grado di soddisfare<br />

gli standard di conformità imposti da rivenditori e<br />

catene di fast food, nonché ridurre la contaminazione in<br />

modo più accurato ed efficiente, grazie al nuovo sistema a<br />

raggi-X Safeline X39 di Mettler-Toledo Product Inspection.<br />

“I rivenditori e le catene di fast food stanno definendo standard<br />

sempre più elevati in materia di conformità e rivelazione<br />

di contaminanti per proteggere il proprio marchio e i<br />

consumatori”, dichiara Mike Pipe di Mettler-Toledo Product<br />

Inspection. “La nostra missione in Mettler Toledo è sviluppare<br />

una tecnologia che consenta alle aziende alimentari di soddisfare<br />

e superare facilmente tali requisiti. A questo proposito,<br />

l’X39, il nostro nuovo sistema di ispezione a raggi-X, è un<br />

ottimo esempio: il sistema, infatti, è stato specificamente<br />

progettato per applicazioni destinate ad alimenti sfusi congelati<br />

e garantisce l’esecuzione di dieci controlli di integrità<br />

nell’ordine di 1.800 pezzi al minuto: il primo del settore. Il<br />

sistema X39 funziona a 60 metri al minuto. I 1.800 pezzi al<br />

minuto si basano sulla capacità del sistema di effettuare 10<br />

controlli di integrità di 300 pezzi al minuto per corsia basati<br />

su 100 mm di polpette in 6 corsie, con circa 100 mm di<br />

spazio tra ciascun prodotto”.<br />

La velocità è un requisito fondamentale per i produttori che<br />

devono garantire la conformità delle polpette congelate,<br />

poiché questi alimenti non possono rimanere più di otto<br />

minuti in congelatore senza che si verifichino deterioramenti.<br />

Pertanto, è essenziale che la tecnologia di ispezione prodotti<br />

utilizzata nel processo di produzione sia rapida ed efficiente e<br />

non causi inutili interruzioni che potrebbero generare tempi<br />

di fermo della linea di produzione.<br />

L’X39 è stato appositamente progettato per soddisfare tali<br />

requisiti. Il sistema esegue dieci controlli di integrità su più<br />

linee e individua accuratamente le singole polpette per ri-<br />

60<br />

www.interprogettied.com


strumentazione<br />

muoverle in tempo reale, indipendentemente<br />

dalla posizione del prodotto,<br />

e senza dover arrestare la produzione.<br />

Ciò consente di ridurre in modo significativo<br />

sprechi, rilavorazioni e tempi di<br />

fermo, riducendo quindi i costi delle<br />

aziende alimentari.<br />

DOPPIO CONTROLLO:<br />

LA TECNOLOGIA IN USO<br />

Il sistema X39 esegue un processo di<br />

ispezione a due fasi che consente alle<br />

aziende alimentari di offrire i massimi<br />

livelli in termini di uniformità e qualità<br />

dei prodotti utilizzando un solo sistema.<br />

Nella prima fase di ispezione viene<br />

impiegata la tecnologia laser integrata<br />

che determina la conformità ai parametri<br />

preprogrammati dei prodotti in<br />

base a lunghezza, larghezza e altezza,<br />

e che verifica la presenza di eventuali<br />

difetti causati da sfaldamento. I prodotti<br />

non conformi vengono scartati, mentre<br />

i prodotti buoni passano al secondo<br />

controllo di integrità.<br />

Nella seconda fase viene impiegato un<br />

rivelatore a raggi-X per ispezionare il<br />

prodotto buono rimanente alla ricerca<br />

di corpi estranei contaminanti quali<br />

ossa calcificate, pietre minerali, vetro,<br />

metallo e plastica ad alta densità; contemporaneamente,<br />

il sistema verifica<br />

la presenza di difetti come fori, ammaccature<br />

e bordi, nonché anomalie<br />

a livello di massa e forma.<br />

In ciascuna fase, ugelli di espulsione,<br />

che utilizzano getti d’aria, consentono<br />

di individuare accuratamente e rimuovere<br />

i prodotti non conformi a valle di<br />

uno spazio tra nastri consecutivi, deviandoli<br />

in un contenitore di raccolta<br />

per uno smistamento più accurato. Se<br />

il prodotto è troppo grande per entrare<br />

nello spazio, ad esempio nel caso di<br />

due polpette attaccate, l’articolo viene<br />

automaticamente rimosso mediante<br />

l’utilizzo di un flap di espulsione.<br />

Per ottenere la massima efficienza operativa,<br />

l’X39 è dotato di un software<br />

avanzato che lo rende molto intuitivo<br />

ed è progettato per garantire che la<br />

tecnologia sia sempre ottimizzata. I<br />

cambi di prodotto sono rapidi, poichè<br />

è possibile memorizzare i menu, riducendo<br />

di conseguenza il rischio di errore<br />

umano. Il software controlla tutti<br />

gli aspetti del sistema fornendo avvisi<br />

preliminari sull’accuratezza dei laser,<br />

degli ugelli di espulsione e dei sensori<br />

di conferma dell’espulsione. Inoltre, la<br />

tecnologia registra e acquisisce i risultati<br />

delle ispezioni ai fini della Due Diligence<br />

e dei requisiti in materia di sicurezza alimentare<br />

previsti dalla legge.<br />

Il sistema X39 è dotato di grado di<br />

protezione IP69 ed è progettato per<br />

facilitare le operazioni di pulizia e manutenzione<br />

allo scopo di ridurre i tempi<br />

di fermo. Ad esempio, è possibile<br />

eseguire attività come la sostituzione<br />

di singoli sensori senza interrompere<br />

la produzione. Il design del sistema<br />

X39 è conforme alle linee guida riconosciute<br />

dal settore, come lo European<br />

Hygienic Engineering and Design<br />

Group (EHEDG) e il National Sanitation<br />

Foundation (NSF), per garantire la massima<br />

conformità agli standard igienici<br />

richiesti dai produttori che lavorano con<br />

alimenti crudi.<br />

LEADER NELL’ISPEZIONE<br />

AUTOMATICA<br />

Mettler Toledo è uno dei principali<br />

player internazionali nella fornitura di<br />

strumenti di precisione e servizi correlati.<br />

L’azienda è leader in numerosi<br />

Sistema a raggi-X<br />

Safeline X39<br />

settori di mercato. In particolare, è il<br />

principale produttore di strumenti<br />

analitici e di pesatura per laboratori e<br />

misurazione in linea per processi produttivi<br />

complessi in applicazioni industriali<br />

e di vendita al dettaglio.<br />

La divisione ispezione prodotti di<br />

Mettler Toledo è un punto di riferimento<br />

nel settore delle tecnologie<br />

di ispezione automatica. La divisione<br />

comprende i marchi Safeline Metal<br />

Detection e X-ray Inspection, Garvens<br />

e Hi-Speed Checkweighing, CI Vision<br />

e PCE Track & Trace. Le sue soluzioni<br />

aumentano l’efficienza dei processi,<br />

supportando al contempo la conformità<br />

agli standard e alle normative di<br />

settore. Tali sistemi migliorano inoltre<br />

la qualità dei prodotti allo scopo<br />

di tutelare la salute dei consumatori<br />

e di salvaguardare la reputazione dei<br />

produttori.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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61


nonsolofood<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

62<br />

Mostre<br />

Roma, Palazzo del Quirinale<br />

DA IO A NOI. LA CITTÀ SENZA CONFINI<br />

24 ottobre <strong>2017</strong> - 17 dicembre <strong>2017</strong><br />

Dal 24 ottobre al 17 dicembre <strong>2017</strong> il Palazzo<br />

del Quirinale ospita per la prima volta una<br />

mostra d’arte contemporanea: “Da io a noi.<br />

La città senza confini”, ideata e promossa<br />

dalla Direzione Generale Arte e Architettura<br />

Contemporanee e Periferie Urbane del<br />

MiBACT, Direttore Generale Federica Galloni<br />

e dal Segretariato Generale della Presidenza<br />

della Repubblica, e curata da Anna Mattirolo.<br />

Allestite nella Galleria di Alessandro VII e nelle<br />

sale contigue, le opere di 22 artisti italiani<br />

e internazionali (residenti o spesso attivi nel<br />

nostro Paese) - Lara Almarcegui, Rosa Barba,<br />

Botto & Bruno, Maurizio Cattelan, Gianluca<br />

e Massimiliano De Serio, Jimmie Durham,<br />

Lara Favaretto, Flavio Favelli, Claire Fontaine,<br />

Alberto Garutti, Mona Hatoum, Alfredo Jaar,<br />

Francesco Jodice, Adrian Paci, Diego Perrone,<br />

Alessandro Piangiamore, Eugenio Tibaldi,<br />

Grazia Toderi, Vedovamazzei, Luca Vitone,<br />

Sislej Xhafa, Tobias Zielony - presentano la visione<br />

delle odierne metropoli – senza confini<br />

e senza centro – sottolineando le potenzialità<br />

che animano questi luoghi nella prospettiva<br />

contemporanea.<br />

La ricerca artistica è frutto della collaborazione<br />

di un comitato scientifico, presieduto da<br />

Federica Galloni e composto da Vincenzo de<br />

Bellis, Carolina Italiano, Luca Molinari, Chiara<br />

Parisi, Andrea Segre, Esmeralda Valente.<br />

Il progetto muove dalla riflessione sul concetto<br />

di “periferico”, utilizzando i diversi<br />

Diego Perrone, Senza titolo<br />

linguaggi dell’arte contemporanea<br />

– pittura, scultura, fotografia, video,<br />

installazione – per restituire una dimensione<br />

poetica di una società in<br />

trasformazione, seguendo le tracce<br />

lasciate dall’uomo sul territorio,<br />

le forme di paesaggio che l’azione<br />

umana genera, gli oggetti che perdono<br />

la mera funzione pratica per<br />

acquisire il valore di testimonianza<br />

del percorso di un’esistenza, l’identità<br />

che quel nuovo ambiente, così<br />

generato, è in grado di trasmettere.<br />

Al centro della considerazione degli artisti è,<br />

infatti, un doppio sguardo che oscilla dalla<br />

condizione individuale a quella collettiva, restituendo<br />

un immaginario visibile attinto da<br />

storie e vissuti invisibili: narrazioni che si sviluppano<br />

nel contesto di periferie avvertite come<br />

luoghi senza confini, labirintici e in continuo<br />

mutamento nelle quali le persone tratteggiano<br />

il loro difficoltoso percorso di conquista di<br />

una propria, a volte trasformata, identità.<br />

www.arte.it/calendario-arte/roma<br />

Bellinzona (CH), Museo Civico Villa dei Cedri<br />

DAUMIER: ATTUALITÀ E VARIETÀ<br />

16 settembre <strong>2017</strong> - 7 gennaio 2018<br />

Honoré Daumier (1808–1879) si annovera,<br />

grazie alla sua copiosissima produzione artistica<br />

che documenta la realtà in maniera<br />

distaccata e asettica, con Gustave Courbet e<br />

Jean-François Millet, fra i padri del Realismo,<br />

movimento culturale – erede del positivismo<br />

– nato in Francia intorno al 1840.<br />

L’artista è anche stato un grande divulgatore<br />

di idee, un giornalista che usava l’immagine<br />

al posto della parola, un vignettista di satira<br />

politica, che come quelli odierni, reagisce<br />

all’attualità. Un’attualità stranamente non<br />

tanto diversa dalla nostra.<br />

L’esposizione presenta circa 180 opere, principalmente<br />

stampe, disegni e sculture, organizzate<br />

in sezioni tematiche, concentrate<br />

sulla vita della politica e la creazione delle<br />

nazioni europee, sullo sviluppo della stampa,<br />

della città e della società moderna, sul<br />

mondo dell’arte e degli artisti, senza dimenticare<br />

la famosa serie dedicata ai tribunali e<br />

alla giustizia.<br />

Honoré Daumier, Senza titolo<br />

Una Camminostoria con Honoré Daumier<br />

- Domenica 3 dicembre <strong>2017</strong>, ore 14.30 -<br />

16.00.<br />

Evento organizzato nell’ambito di Bellinzona<br />

800. Metamorfosi moderna. Una<br />

passeggiata a piedi da Villa dei Cedri alla<br />

stazione ferroviaria di Bellinzona in compagnia<br />

di Honoré Daumier. Da Ravecchia<br />

a Daro passando per il centro storico, l’itinerario<br />

guidato si propone di raccontare<br />

all’artista francese i mutamenti sociali e le<br />

trasformazioni nel tessuto urbano avvenuti<br />

a Bellinzona nel corso dell’Ottocento. E<br />

le analogie con le scene di vita quotidiana<br />

parigina da lui ritratte ed esposte al Museo<br />

non mancano! Durata dell’itinerario circa<br />

1h30 (1,7 km). Una proposta in collaborazione<br />

con la storica Giulia Pedrazzi e Le<br />

Camminostorie.<br />

La passeggiata storica sarà introdotta alle<br />

ore 14.00 da una visita guidata alla mostra,<br />

Dalla Parigi di Daumier alla Bellinzona ottocentesca.<br />

Evento gratuito su iscizione presso<br />

il Museo.<br />

www.villacedri.ch<br />

Libri<br />

Tommy Caldwell<br />

Push - Un esperienza oltre il limite<br />

Il Corbaccio<br />

Il 14 gennaio 2015 Tommy Caldwell, insieme<br />

al compagno Kevin Jorgeson, ha salito<br />

in diciannove giorni quella che è considerata<br />

la via più difficile in tutta la storia dello<br />

Yosemite: la Dawn Wall, una parete quasi<br />

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nonsolofood<br />

verticale di quasi 1000 metri. L’incredibile<br />

impresa di Caldwell rappresenta il culmine<br />

di una carriera tutta tesa a superare i suoi<br />

limiti come atleta e climber. Push è la storia<br />

appassionante del percorso compiuto da<br />

un ragazzino con un padre guida alpina determinato<br />

a instillare nel figlio la sua tenacia<br />

e la sua passione per la montagna.<br />

È la storia di un adolescente con<br />

una vera e propria “ossessione”<br />

per l’arrampicata, che lo porta ai<br />

vertici del circuito. Ma il richiamo<br />

dell’avventura estrema ben presto<br />

spinge Caldwell verso il mondo<br />

vertiginoso e ben poco conosciuto<br />

delle Big Wall, le pareti<br />

strapiombanti da salire in libera.<br />

Una scelta rischiosa dal punto di<br />

vista sportivo e non solo: poco<br />

più che ventenne, infatti, mentre<br />

si trova nelle montagne del Kirghizistan<br />

viene rapito da una banda di terroristi e si<br />

salva per miracolo; non molto tempo dopo<br />

perde l’indice sinistro in un incidente e, successivamente,<br />

viene lasciato dalla moglie<br />

e dal suo abituale compagno di cordata.<br />

Ma Caldwell supera queste avversità con<br />

rinnovata determinazione. Il suo obiettivo<br />

diventa la più grande, ripida, liscia parete<br />

di El Capitan: la Dawn Wall. Per ben sette<br />

anni Caldwell ci prova senza arrendersi: sette<br />

anni in cui ridefinisce i limiti di uno sport,<br />

ritrova l’amore e ha un figlio. Sette anni per<br />

arrivare a un successo straordinario. Push<br />

racconta una storia vera di motivazione,<br />

resistenza e di trasformazione.<br />

www.corbaccio.it<br />

Marco Malvaldi<br />

Negli occhi di chi guarda<br />

Sellerio editore Palermo<br />

Nel cuore della Maremma toscana<br />

un autentico carosello di<br />

personaggi ruota attorno al<br />

Podere Pianetti, e ai suoi misteri:<br />

una contesa in famiglia, un<br />

quadro introvabile, un cadavere<br />

che emerge tra le sterpaglie di<br />

un incendio, e le capacità inventive<br />

di un narratore che in-<br />

treccia magistralmente scienza arguzia e<br />

spirito toscano.<br />

In un posto isolato e bellissimo della<br />

Maremma toscana, un’enorme tenuta tra<br />

le colline e il mare, si ritrova una compagnia<br />

di persone diverse tra di loro. È un appuntamento<br />

del destino, anche se non lo sanno.<br />

Si sta decidendo se vendere<br />

o no, a un gruppo<br />

finanziario cinese, la proprietà<br />

dove dimorano. E<br />

per ciascuno di loro,<br />

Poggio alle Ghiande è<br />

qualcosa di più che un<br />

semplice grande podere. I<br />

due proprietari, i gemelli<br />

Zeno e Alfredo Cavalcanti,<br />

sono divisi, pur senza aperta<br />

discordia; l’uno è un sofisticato<br />

collezionista d’arte che<br />

si è ritirato da decenni nella sua tenuta, l’altro<br />

è un broker di mondo i cui affari non<br />

vanno sempre a gonfie vele. La questione<br />

tocca in misura diversa i vari residenti che<br />

affittano i pochi alloggi nella tenuta. Quelli<br />

che invece sono ferocemente attaccati alla<br />

terra sono due famigli: il vecchio Raimondo,<br />

una specie di fattore misantropo che è stato<br />

lunghi anni in manicomio; e Piotr, un inquietante<br />

polacco fanatico religioso che fa il<br />

cameriere. Sono ospiti della villa anche<br />

Margherita, bella filologa chiamata a ordinare<br />

la collezione di Zeno, e Piergiorgio<br />

Pazzi, un genetista. Quest’ultimo incaricato<br />

di fare da esecutore di una singolarissima<br />

scommessa dalla quale dipenderà se vendere<br />

o meno. Una notte, un incendio improvviso<br />

divora il bosco di Poggio alle Ghiande e<br />

dentro il cerchio delle fiamme si ritrova il<br />

cadavere di Raimondo. E mentre sul vecchio<br />

fattore e su una certa opera di Ligabue<br />

scomparsa cominciano a circolare<br />

dicerie, un secondo<br />

omicidio toglie ogni dubbio<br />

sulla presenza di un assassino.<br />

Il mistero di quelle morti<br />

sta negli occhi di chi guarda.<br />

Per Marco Malvaldi la cura<br />

dei personaggi riveste un<br />

ruolo fondamentale, non<br />

solo perché su di essi si impernia<br />

il gioco delle parti da<br />

commedia gialla dei suoi romanzi<br />

(l’umorismo), ma anche perché ognuno<br />

pur nella sua individualità viene a rappresentare<br />

un pezzo di mondo, un pezzo di<br />

costume, un pezzo di società (la satira). Così<br />

in questi misteri si respira una suspense un<br />

po’ da Agatha Christie – con un salotto di<br />

personaggi strani messi a interagire e ognuno<br />

con il suo mistero sospetto – e un’aria<br />

frizzante un po’ da Fruttero&Lucentini – con<br />

una satira di costume che non fa generalizzazioni<br />

ma dipinge tipi memorabili.<br />

sellerio.it<br />

Andrew O’Hagan<br />

La vita segreta - Tre storie vere<br />

dell’era digitale<br />

Adelphi<br />

Sempre più spesso<br />

usiamo con<br />

disinvoltura parole<br />

e nomi di cui<br />

pochissimo sappiamo.<br />

Bitcoin,<br />

ad esempio. Che<br />

cosa sono?<br />

Chi è Satoshi<br />

Nakamoto, l’individuo<br />

– o l’oscura<br />

entità collettiva – che li ha inventati? E perché<br />

li ha inventati? Che cos’è il dark web, e<br />

cosa significa “viverci” dentro? Che cos’ha<br />

veramente fatto, Julian Assange? E chi è?<br />

Per trovare le prime risposte serviva uno<br />

scrittore puro, qualcuno cioè disposto a partire<br />

per un viaggio senza mappa, provvisto<br />

di un’arma ancora efficace: una qualche<br />

confidenza con il romanzesco. Qual-cuno<br />

come Andrew O’Hagan, insomma.<br />

O’Hagan è sceso davvero negli abissi largamente<br />

sconosciuti della rete. E al suo ritorno,<br />

come un esploratore vittoriano, ha steso<br />

tre relazioni estremamente accurate, che<br />

anche quando sembrano sul punto di sconfinare<br />

nella farsa – come nel caso dell’abortita<br />

collaborazione con Assange – sono in<br />

realtà altrettanti racconti del terrore. Di cui<br />

si ha da subito la sensazione, però, di non<br />

potere fare a meno.<br />

www.adelphi.it<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

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63


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DIRETTORE RESPONSABILE: Francesco Goi (f.goi@interprogettied.com)<br />

REDAZIONE Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com), Laura Grimoldi (l.grimoldi@interprogettied.com)<br />

COMITATO DI REDAZIONE: Franco Bray, Livio Leali, Francesca Mostardini<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Assofrigoristi, Laura Barreiro, Sandra Becker,<br />

Explorer, Giuseppe Tamburini<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Laura Beretta (www.studiograficopage.it)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.7 <strong>2017</strong><br />

64<br />

In questo numero abbiamo parlato di...<br />

In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie<br />

2G 43<br />

ABS FOOD 1<br />

ALBASYSTEM 44<br />

ALCE NERO 19<br />

AROMATA GROUP 1A COP., 5<br />

ASIA PULP & PAPER 14<br />

ASSOFRIGORISTI 36<br />

AVENTICS 35<br />

BOLTON ALIMENTARI 23<br />

BONFIGLIOLI 48<br />

BRADY 34<br />

BÜHLER 29<br />

CHEMVIRON 4<br />

CHIMAB 28<br />

COMIECO 18<br />

EIOM 8<br />

ENDRESS+HAUSER 20<br />

FARMO 19<br />

FIERAGRICOLA 26<br />

FIORIO COLORI 17<br />

FIPE 18<br />

FORBO 3<br />

GEARTEC 48<br />

GIUSO 29<br />

GIUSTO FARAVELLI<br />

3A COP.<br />

GMFLUORCARBON<br />

2A COP.<br />

GM INTERNATIONAL 59<br />

GUALAPACK 20<br />

INNOVA MARKET INSIGHT 10<br />

INTERPROGETTI EDITORI 47<br />

IPACK-IMA 27<br />

KOLLMORGEN 50<br />

KONICA MINOLTA 16<br />

LIQUIGAS 44<br />

MEGADYNE 35<br />

METTLER TOLEDO 60<br />

MONTENEGRO 19<br />

NATUREX 28<br />

NSK 49<br />

PAVAN 21, 22<br />

PULITORI & AFFINI<br />

4A COP.<br />

RIVOIRA 44<br />

ROCKWELL AUTOMATION 20, 34<br />

SANA 24<br />

SWISS CAN MACHINERY 50<br />

TUTTOFOOD 26<br />

VICTA FOOD & TRADE 23<br />

WENGLOR SENSORIC ITALIANA 59<br />

INTERPROGETTI EDITORI S.R.L.<br />

Via Maggiolino, 34 F - 23849 Rogeno LC<br />

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