TRAKS MAGAZINE #16
Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE che intervista gli Zen Circus. Ma ci sono anche Cosmorama, AZ Blues, Armonite, Postino, Daniele Castellani, gli Archimedi e molti altri
Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE che intervista gli Zen Circus. Ma ci sono anche Cosmorama, AZ Blues, Armonite, Postino, Daniele Castellani, gli Archimedi e molti altri
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<strong>MAGAZINE</strong><br />
Numero 16 - agosto 2018<br />
Zen Circus<br />
la gavetta non<br />
è mai finita<br />
Cosmorama<br />
AZ Blues al Womex<br />
Armonite<br />
Postino
sommario<br />
4<br />
10<br />
14<br />
18<br />
20<br />
22<br />
26<br />
30<br />
34<br />
38<br />
Zen Circus<br />
Cosmorama<br />
AZ Blues al Womex<br />
Daniele Castellani<br />
Archimedi<br />
Merovingio Dj<br />
Postino<br />
Armonite<br />
Natacha & Robie C<br />
Vinicio Capossela<br />
Questa non è una testata giornalistica poiché viene aggiornata<br />
senza alcuna periodicità. Non può pertanto<br />
considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge<br />
n. 62/2001. Qualora l’uso di un’immagine violasse<br />
diritti d’autore, lo si comunichi a info@musictraks.com<br />
e provvederemo alla rimozione immediata<br />
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Clicca e ascolta subito!
ZEN CIRCUS la gavetta non è mai finita<br />
Abbiamo incontrato Ufo e Appino alla presentazione del MEI, manifestazione<br />
durante la quale la band sarà premiata in quanto “artisti indipendenti<br />
dell’anno”: un premio alla coerenza, alla caparbietà e anche alla<br />
follia di quattro ragazzi toscani sempre in linea con se stessi<br />
foto Ilaria Magliocchetti Lombi<br />
“Artisti indipendenti dell’anno”<br />
secondo il MEI 2018: coronamento<br />
di una carriera?<br />
Ufo: Fortunatamente con il MEI<br />
non siamo delle conoscenze nuove,<br />
abbiamo un rapporto che dura<br />
ormai da molti anni. Abbiamo<br />
iniziato a collaborare già dalle prime<br />
uscite sia loro sia nostre. Più<br />
che di un coronamento parlerei di<br />
un reciproco riconoscimento di<br />
una realtà che è arrivata a un certo<br />
punto. È molto bello per noi vedere<br />
che un certo modo di intendere<br />
il lavoro musicale parallelamente<br />
ha continuato a porsi, a rinnovarsi,<br />
a gestirsi. È un’ottima occasione.<br />
Fra l’altro questo festival cadrà<br />
proprio alla fine della nostra tournée<br />
estiva: in quel senso sì, è un<br />
coronamento che ci sta proprio a<br />
pennello, visto che chiudiamo la
tournée proprio a Faenza, è bellissimo.<br />
Ci aspettiamo quindi di passare<br />
una bella serata.<br />
Avete in programma sorprese o<br />
iniziative particolari per quella<br />
sera?<br />
Appino: in realtà non sappiamo<br />
cosa succederà ma essendoci in<br />
contemporanea la premiazione e<br />
l’ultima data del tour qualcosa di<br />
strano succederà, qualcosa ci inventeremo,<br />
e sarà bello.<br />
Avete dichiarato che siete contenti<br />
del fatto che i gruppi di<br />
oggi non siano obbligati a una<br />
gavetta lunghissima come la vo-<br />
stra. Ma così non si rischia di<br />
bruciarsi subito?<br />
Appino: il successo effimero e veloce<br />
è una cosa che c’è sempre stata,<br />
fin dagli anni Sessanta e ha a<br />
che vedere con altri fattori. Quello<br />
che intendiamo noi è che siamo<br />
molto felici che non ci sia bisogno<br />
di affrontare le rocambolesche<br />
avventure sulle quali potremmo<br />
veramente scrivere un libro e sarà<br />
bello magari farlo. Ma non pensiamo<br />
sia necessario tutto questo<br />
oggi, mentre pensiamo che sia necessario<br />
suonare dal vivo, questo<br />
sì. E farlo in una maniera sana, in<br />
una maniera<br />
che non<br />
ecceda da<br />
quello che<br />
il momento<br />
dell’artista<br />
in questione.<br />
Ufo: Ci<br />
siamo anche<br />
tutti lamentati<br />
per<br />
anni per il<br />
fatto che gli<br />
artisti italiani<br />
facessero una gavetta eterna,<br />
dicendo: “Guarda, in Inghilterra a<br />
vent’anni sono già in tour…” Ora<br />
che siamo praticamente alla pari,<br />
direi che va bene così. Poi deciderà<br />
anche l’artista se ha la tempra<br />
per sopravvivere a questo scalino<br />
che può essere anche repentino.<br />
Ma del resto non va meglio a chi<br />
si cimenta nei format dei talent<br />
show. Dipende poi dalla persona,<br />
come reagisce. Anzi lì (nei talent,<br />
Ndr) c’è una curva esponenziale<br />
della notorietà che ti potrebbe anche<br />
romper le ossa. Ma è successo<br />
anche negli anni Ottanta, nei Settanta.<br />
Gruppetti che facevano il<br />
45 giri indovinato... Appino: Fra<br />
questi magari c’era anche qualcuno<br />
che sarebbe durato negli anni<br />
perché stava solo fiorendo. Comunque<br />
sia la gavetta noi la stiamo<br />
continuando a fare. Ogni concerto<br />
io lo reputo un’esperienza<br />
che si porta a casa, da quelli per la<br />
strada nel ’99 ai sold out di oggi.<br />
C’è sempre e comunque qualcosa<br />
da imparare, c’è sempre qualcosa<br />
da vedere per il futuro, poi a un<br />
certo punto le leggi marziali della<br />
natura fermeranno la cosa! È un<br />
atteggiamento mentale. Quando<br />
dicono “il disco della maturità”<br />
abbiamo un po’ paura perché<br />
la frutta quando è matura casca<br />
dall’albero e marcisce. Ci sentiamo<br />
sempre molto a nostro agio<br />
con i ragazzi, se i ragazzi hanno<br />
modo di fare musica diversa da<br />
quella che facciamo noi vogliamo<br />
capire, vogliamo imparare, se<br />
possiamo anche dare consigli, ma<br />
non è obbligatorio o necessario<br />
andare a rompere le scatole se non<br />
è richiesto.<br />
Avete sottolineato come le produzioni<br />
di alto livello oggi aiuti-<br />
6<br />
7
no anche in ambito indipendente<br />
a fare dischi prima impossibili<br />
Appino: Io da “nerd di studio”,<br />
visto che abbiamo questa autodeterminazione<br />
di registrarci e<br />
di mixarci ho veramente visto<br />
cambiare completamente le cose.<br />
Adesso il digitale è irriconoscibile<br />
dall’analogico. Non lo dico io, l’ha<br />
ammesso anche gente che lavora<br />
con Steve Albini. Ufo: E soprattutto<br />
si possono fare cose molto sofisticate,<br />
prima si cercava di arrivare<br />
al risultato ma veniva fuori una<br />
cosa un po’…<br />
Appino: Era parecchio difficile.<br />
Oggi sono incredibili le possibilità<br />
che si hanno a disposizione. Questa<br />
cosa, a mio modesto parere,<br />
ha cambiato sicuramente, snaturato<br />
per certi versi, ma comunque<br />
migliorato le produzioni italiane.<br />
Penso ai dischi usciti fra i primi<br />
e la metà degli anni 2000, alcuni<br />
sono molto belli, con grandissima<br />
creatività, ma dal punto di vista<br />
produttivo difficili. Ufo: prima le<br />
cose erano così: se avevi soldi facevi<br />
un disco bello, se non avevi<br />
soldi facevi un disco brutto. Oppure<br />
non avevi soldi e facevi un<br />
disco bello, ma per combinazione.<br />
Ora puoi scegliere: puoi fare anche<br />
un disco brutto apposta, puoi<br />
fare dei suoni clamorosi in camera<br />
tua. Appino: questa cosa ha<br />
portato anche a canzoni che non<br />
adoro ma che suonano in maniera<br />
futuribile e che hanno portato<br />
avanti la musica italiana.<br />
Tre nomi “di qualità” tra quelli<br />
che girano oggi<br />
Appino: per me, non per modernità<br />
ma per qualità, Salmo è uno<br />
che ha veramente portato avanti<br />
il suono… Ufo: ha le basi più belle…<br />
Appino: penso anche a un<br />
Giorgio Poi, che ha assolutamente<br />
impiantato un sound incredibile<br />
per la musica italiana. Calcutta<br />
stesso secondo me ha tirato fuori<br />
un sound che nel 2003 sarebbe<br />
stato difficile… Ufo: Per quanto<br />
paghi dazio a una certa epoca<br />
però è fatto in una maniera incredibile.<br />
Appino: Non è neanche<br />
una questione di quanto ci piace o<br />
no. È una questione di quanto sia<br />
andata avanti la musica.<br />
Ufo: Anche Cosmo che ha tirato<br />
fuori un format anche di spettacolo<br />
che non c’era mai stato. Ci sono<br />
cose ganze anche in Italia, di molti<br />
generi. Appino: Assolutamente.<br />
Anzi noi crediamo che sia il rock<br />
quello che è rimasto al palo, per<br />
questa idea obbligatoria… Penso<br />
a molti gruppi stranieri che oggi<br />
hanno delle produzioni incredibili<br />
e che mescolano il garage all’elettronica,<br />
cosa che qui ancora si<br />
fatica a fare. Quello che vogliamo<br />
fare noi fare con i nostri dischi,<br />
pur essendo un gruppo rock nel<br />
dna. Però ascoltiamo di tutto. Ufo:<br />
Già il nostro tentativo di unire il<br />
cantautorato italiano con l’indipendente<br />
americano è già in origine<br />
un tentativo di fare una mescolanza.<br />
Per questo facevamo punk<br />
rock con gli strumenti acustici,<br />
cercavamo di sovvertire un po’ le<br />
cose…<br />
Fabio Alcini<br />
8 9
COSMORAMA<br />
poteri forti & redenzione<br />
Il rock elettronico e il pop sono i due pilastri su cui poggia il sound della<br />
band. Nel nuovo “Redemption” sono evidenti però molti riferimenti<br />
alla new wave degli anni ’80 ma anche sonorità shoegaze<br />
Su quali basi poggia “Redemption”<br />
e quali sono state, a livello<br />
di lavorazione, le differenze con<br />
il vostro esordio?<br />
Il disco si basa su un metodo di<br />
lavoro condiviso che ha visto tutti<br />
i componenti del gruppo partecipare<br />
alle diverse fasi di realizza-<br />
zione di lavorazione. A differenza<br />
di Radioscopio Alieno, Redemption<br />
è un album integralmente scritto<br />
e arrangiato dai Cosmorama.<br />
L’abbiamo registrato e mixato poi<br />
al Play Music Studio. Ogni scelta è<br />
stata attentamente ponderata. Per<br />
questi motivi lo sentiamo più nostro.<br />
L’arrivo dei due nuovi membri<br />
del gruppo (Alessia Minichinivoce<br />
e Roberto Mirabella- basso)<br />
ti confesso è stato fondamentale<br />
sia in termini di scelte stilistiche<br />
che di scrittura. E’ venuto fuori<br />
così un prodotto finale con caratteri<br />
maggiormente distintivi rispetto<br />
al primo disco.<br />
Avete scelto il concept album:<br />
con quali motivazioni?<br />
C’era la volontà da parte del gruppo<br />
di trasmettere, attraverso il<br />
concetto ricorrente della “Redenzione”,<br />
un messaggio forte<br />
all’ascoltatore. Con Redemption<br />
volevamo portare all’attenzione<br />
del pubblico un tema preciso: l’influenza<br />
che i “poteri forti”, nelle<br />
loro diverse declinazioni, esercitano<br />
sulla nostra società. Essere<br />
consapevoli di quanto le nostre<br />
vite possano essere condizionate<br />
direttamente e indirettamente<br />
dall’esterno è fondamentale.<br />
A livello sonoro le vostre scelte<br />
10<br />
11
oscillano tra new wave e shoegaze.<br />
Quali sono i vostri punti di<br />
riferimento musicali assoluti?<br />
Be’ in realtà la new wave e lo shoegaze<br />
non sono gli unici generi<br />
musicali a cui<br />
abbiamo attinto.<br />
Il nostro disco<br />
affonda le sue<br />
radici in un substrato<br />
ben strutturato<br />
di rock<br />
elettronico con<br />
qualche rimando<br />
alla musica pop.<br />
Un artista di riferimento<br />
come band? I Depeche<br />
Mode. Veniamo tutti da esperienze<br />
musicali e di ascolto diverse ma<br />
questo è il nome che ci mette tutti<br />
d’accordo.<br />
“Redemption” e “She Said” sono<br />
stati scelti come singoli e video.<br />
Perché proprio queste due canzoni?<br />
Come nascono?<br />
Tutti i brani di Redemption sono<br />
legati da un filo rosso che, come<br />
ti dicevo, è il concetto della “Redenzione”<br />
Questi due brani però<br />
sono quelli che meglio esprimono<br />
la visione generale dell’album: il<br />
brano “Redemption”, oltre a toccare<br />
tutte le tematiche portanti del<br />
disco (non a caso è la title track),<br />
è caratterizzato da sonorità ruvide<br />
e oscure che ci hanno<br />
permesso di ricreare, attraverso<br />
una sorta di cortometraggio,<br />
un ambiente<br />
onirico e distopico in cui<br />
gli intrighi delle massonerie<br />
si intrecciano con<br />
le scelte portate avanti<br />
dai leader più potenti del<br />
pianeta. “She said”, invece<br />
affronta una tematica che<br />
negli ultimi mesi è costantemente<br />
alla ribalta delle cronache nazionali<br />
ed internazionali: in esso<br />
chiediamo ai governanti dei paesi<br />
occidentali di redimersi attraverso<br />
la rivalutazione delle politiche di<br />
respingimento dei migranti attuate.<br />
Li abbiamo scelti come singoli<br />
anche perchéé le tematiche in essi<br />
affrontate sono di stretta attualità<br />
e vengono raccontate con particolare<br />
pathos.<br />
La vostra attività dal vivo è piuttosto<br />
intensa. Che cosa si può<br />
aspettare chi vi viene a vedere in<br />
concerto?<br />
Uno show in cui la band tenta di<br />
coinvolgere lo spettatore attraverso<br />
la potenza sonora dei brani che<br />
viene resa visivamente dall’utilizzo<br />
di video-proiezione e di scenografie<br />
curate nel minimo dettaglio.<br />
Questo perché crediamo che<br />
l’esperienza artistica debba essere<br />
multisensoriale e multicanale, in<br />
modo da rendere più fruibile a<br />
tutti il messaggio che si vuole trasmettere.<br />
12<br />
13
AZ BLUES AL WOMEX<br />
AlWorld Music Expo, progetto internazionale nato a Berlino, ci sarà<br />
una folta rappresentanza italiana grazie alla società di servizi nata<br />
nel 2015 grazie a Davide Grandi, Antonio Boschi e Lorenz Zadro<br />
Chi è AZ Blues?<br />
Tre anni fa, nel 2015 è nata una<br />
nuova società di servizi dal nome<br />
AZ BLUES s.a.s., i cui tre soci fondatori,<br />
Davide Grandi, Antonio<br />
Boschi e Lorenz Zadro, provenienti<br />
da realtà diverse del panorama<br />
musicale italiano e internazionale,<br />
hanno deciso di unire le<br />
loro forze per un progetto comune.<br />
L’obiettivo ambizioso è quello<br />
di avere una struttura di appoggio<br />
e consulenza in un mondo, quello<br />
della musica italiana di nicchia,<br />
capace di rispondere alle esigenze<br />
e attenta conoscitrice del mercato<br />
nazionale. Partendo dalla musica<br />
e dal blues, la principale passione,<br />
ci si è impegnati per sviluppare<br />
alcuni servizi coordinati da offrire<br />
agli artisti, ai promoter, agli<br />
organizzatori di festival e manifestazioni,<br />
alle Istituzioni pubbliche<br />
e private e a tutti coloro che gravitano<br />
attorno all’universo della<br />
Musica in Italia e all’estero, come<br />
la studio, creazione e gestione di<br />
siti web, dalle produzioni grafiche<br />
alla realizzazione di CD, servizi<br />
fotografici e video, fino alla realizzazione<br />
di profili social con eventuale<br />
gestione degli stessi, con<br />
relativo ufficio stampa e booking.<br />
Un progetto parallelo è quello legato<br />
alla organizzazione di viaggi<br />
dedicati alla musica “da appassionati<br />
per appassionati”, Travel<br />
For Fans che ha iniziato la sua avventura<br />
coi primi viaggi nel deep<br />
South degli USA.<br />
Sarete al Womex di quest’anno:<br />
quanto è importante questa manifestazione?<br />
WOMEX, acronimo che sta per<br />
World Music Expo è un progetto<br />
internazionale nato a Berlino, rappresenta<br />
il più importante mercato<br />
a livello internazionale per<br />
qualunque tipo di musica. L’evento<br />
principale organizzato da Womex<br />
è un’Expo che si tiene ogni<br />
anno in ottobre in località diverse<br />
in Europa, e la sua particolare<br />
formula racchiude in sé la fiera<br />
tradizionale, conferenze, proiezioni<br />
di film, sessioni di networking,<br />
showcase e prestigiose premiazioni.<br />
A Womex si ritrovano<br />
professionisti da tutto il mondo<br />
musicale, folk, roots, musica etnica<br />
e tradizionale, con l’obiettivo di<br />
promuovere la musica e la cultura<br />
di ogni tipo, e superare le barriere<br />
e le diversità.<br />
Chi sono gli artisti che porterete<br />
al Womex?<br />
Linda Valori, cantante dalla voce<br />
nera con forti tinte soul, ha partecipato<br />
a numerosissimi festival<br />
nazionali e internazionali di<br />
prestigio, assieme al chitarrista e<br />
band leader Maurizio Pugno, noto<br />
musicista blues dalla lunga e ricca<br />
esperienza musicale, con il quale<br />
sta lavorando adun nuovo progetto<br />
discografico, atteso per la fine<br />
del 2018, con canzoni inedite e<br />
sotto la direzione musicale dello<br />
stesso Pugno. Arianna Antinori,<br />
altra voce femminile del panorama<br />
italiano, ama in maniera<br />
viscerale il rock, quel sano rock<br />
che ha saputo contaminarsi senza<br />
perdere identità e che affonda<br />
le sue radici nel blues, nel soul e<br />
nel rock’n’roll. Gospel Book Revisited,<br />
sono a quattro giovani<br />
musicisti che nel 2014 danno vita<br />
a questo gruppo. La rivisitazione<br />
dei classici è assunta a metodo,<br />
punto d’equilibrio tra filologia e<br />
creatività, partendo dall’idea iniziale<br />
di celebrare le grandi interpreti<br />
femminili della tradizione<br />
14<br />
15
afroamericana, affiancando quindi<br />
i classici con la scrittura di brani<br />
originali, che hanno portato<br />
al loro primo vero lavoro, “Won’t<br />
You Keep Me Wild?”, presentato<br />
ormai quasi in tutta italia. Mike<br />
Sponza, un musicista a cavallo<br />
tra Blues, soul e rock’n’roll, chitarrista,<br />
cantante e compositore, da<br />
oltre 4 lustri sulla scena live europea.<br />
Una vita dedicata a sviluppare<br />
uno stile blues personale, moderno<br />
e ricco di differenti sapori.<br />
Mora & Bronski (foto Nico Cagarelli)<br />
Mandolin’ Brothers, sono una<br />
storica band all’attivo dal 1979<br />
quando Jimmy Ragazzon (chitarra,<br />
voce e armonica) e Paolo Canevari<br />
(chitarra solista) iniziarono<br />
la loro attività artistica come duo<br />
per, poi, diventare quello che è<br />
oggi l’attuale formazione dei Mandolin’<br />
Brothers, certamente una<br />
delle più importanti a livello nazionale<br />
tra coloro che si cimentano<br />
in un repertorio tipicamente di<br />
“Americana Music” fatto di Blues,<br />
Country e Roots Music. Ciosi, è<br />
il nome d’arte dell’italo-argentino<br />
Federico Franciosi, un cantante e<br />
chitarrista acustico flatpicker con<br />
un viscerale amore per la musica.<br />
Le caratteristiche principali dello<br />
stile di Ciosi sono la sua tecnica<br />
flat-style pulita, un’anima compositiva<br />
intensa e uno spiccato<br />
senso melodico. Mora & Bronski<br />
sono un power duo musicale in<br />
bilico tra folk, blues e cantautorato<br />
italiano, e propongono un<br />
viaggio tra le Americhe attraverso<br />
classici del Blues, Country, Folk<br />
e Rock’n’Roll, unitamente a brani<br />
originali di propria composizione.<br />
T-Roosters nascono dal comune<br />
amore di quattro musicisti per la<br />
musica afroamericana, a partire<br />
dalle sue origini sino a quella di<br />
oggi. Per questo motivo la batteria<br />
di Giancarlo Cova e il basso (e<br />
contrabbasso) di Lillo Rogati sono<br />
una sezione ritmica perfetta per<br />
la chitarra e voce di Tiziano “Rooster”<br />
Galli e per il “Mississippi<br />
saxophone”, l’istrionica armonica<br />
di Marcus Tondo. Guy Davis<br />
e Fabrizio Poggi: tra le nostre<br />
proposte possiamo vantare anche<br />
due artisti candidati ai Grammy<br />
Awards e ai Blues Awards, e non<br />
è cosa di tutti i giorni, ma speriamo<br />
che il bluesman statunitense<br />
Guy Davis oltre che in tour per il<br />
modo sia anche presto di ritorno<br />
in Italia, dove è sempre stato accolto<br />
con entusiasmo da pubblico<br />
e organizzatori per le sue enormi<br />
qualità artistiche e umane. Al<br />
suo fianco un’altra icona del blues<br />
italiano e mondiale, quel Fabrizio<br />
Poggi che, nella sua ormai<br />
lunghissima carriera, ha saputo<br />
intrecciare la propria armonica<br />
con la crème de la crème tra i musicisti<br />
di tutto il mondo, soprattutto<br />
americani ed eleggendosi<br />
come portabandiera del blues di<br />
casa nostra. Questa prima missione<br />
“esplorativa” in ambito world<br />
music e Womex speriamo sia la<br />
prima di una serie di successivi<br />
progetti, come quelli legati all’European<br />
Blues Union e alla Blues<br />
Foundation, che collegano sempre<br />
di più AZ Blues e i suoi artisti<br />
con il panorama mondiale della<br />
musica afroamericana.<br />
16<br />
17
DANIELE CASTELLANI<br />
Musicista da sempre, scrive canzoni solo quando ha qualcosa da<br />
dire: dopo svariate esperienze in band, ecco l’esordio del cantautore di<br />
Scandiano, “Arrivederci Emilia”<br />
Esordio da solista, dopo una<br />
storia già abbastanza lunga con<br />
alcune band. Perché ora e cosa<br />
rappresenta per te?<br />
Esordio da solista ora perché ne<br />
ho sentito il bisogno adesso. Ho<br />
iniziato nella musica come chitarrista<br />
e forse per questo ho sempre<br />
avuto la visione della band. È<br />
anche molto divertente suonare<br />
in una band affiatata e quindi ho<br />
sempre cercato di ritrovare certe<br />
sensazioni fraterne, perdute... E<br />
quindi ora il mio esordio solista.<br />
Puoi spiegare il titolo del disco?<br />
L’Emilia è dove sono le mie radici<br />
e per esempio vedo che la sua<br />
musica, il liscio, è quasi rimasta<br />
per pochi eletti e viene “rinnegata”<br />
anche nelle feste di paese - la<br />
nostra musica tradizionale viene<br />
derisa ma la musica “folk” di paesi<br />
esteri è cool, tipo Irish o le basi di<br />
Samba nelle tastiere alla festa del<br />
gnocco fritto. Quindi siamo molto<br />
attenti alla musica straniera ma<br />
non sappiamo da dove veniamo; e<br />
questo è un aspetto per cui è questa<br />
“terra” che si allontana da me.<br />
Invece sono io che mi allontano<br />
quando vedo che tante persone<br />
non cambiano mai idea e parlano<br />
per partito preso, c’è anche poca<br />
curiosità. È vero questo succede<br />
ovunque, potrebbe essere un “arrivederci<br />
Italia”. E infatti tanti se<br />
ne vanno all’estero. Però queste<br />
pianure, colline e montagne dove<br />
sto io non hanno colpa e a me<br />
piacciono: “E io ci sto” come cantava<br />
Rino Gaetano. La voglia di<br />
fuga, ripresa anche nella canzone<br />
omonima, viene poi a svanire in<br />
luoghi immaginari, perché penso<br />
che le radici, a un certo punto di<br />
qualsiasi percorso intrapreso, riemergano.<br />
Quindi Arrivederci.<br />
Le canzoni rappresentano fasi<br />
diverse della tua carriera oppure<br />
sono un’istantanea del tuo periodo<br />
più recente?<br />
Le canzoni del disco arrivano da<br />
periodi e anni diversi. Io amo fare<br />
compilation trasversali, anche con<br />
i miei pezzi. Mi immagino l’atelier<br />
di un fotografo in cui è esposto<br />
lo scatto n°7 a fianco del n° 1203.<br />
Come vedrei l’appartamento dove<br />
vivo pieno di quadri, foto, stili<br />
diversi eccetera eccetera tutto<br />
esposto assieme. Però ho il garage<br />
stracolmo di roba e le pareti vuote.<br />
Non è una regola questa delle<br />
compilation, il prossimo disco ho<br />
voglia di farlo strumentale, per<br />
adesso.<br />
Mi sembra che Maledetti posters<br />
sia tra le canzoni più significative<br />
del disco. Come nasce?<br />
Maledetti Posters è l’incontro fortunato,<br />
nella mia mente, tra l’ultimo<br />
anno delle superiori e un riff<br />
micidiale!<br />
18 19
GLI ARCHIMEDI<br />
Sono un trio d’archi e sono ugualmente apprezzati non solo nella<br />
Classica, ma anche nel jazz e nel folk. Il loro disco di debutto si chiama<br />
“Forvojagi” e reinterpreta numerosi classici<br />
Come avete costruito il vostro<br />
ensemble e soprattutto quando<br />
e come avete deciso di non limitarvi<br />
a un ambito “classico” ma<br />
di spaziare fra i generi?<br />
L’ensemble è nato circa tre anni<br />
fa, quando abbiamo pensato di<br />
costituire un trio cameristico, ma<br />
con peculiarità legate al mondo<br />
dell’improvvisazione in generale,<br />
con deviazioni nel jazz e nel folk.<br />
Già dalle prime prove avevamo<br />
infatti notato che sperimentando<br />
con l’improvvisazione si potevano<br />
aprire nuove strade. Inoltre<br />
questo tipo di formazione strumentale<br />
permette di pensare in<br />
maniera diversa il concetto di arrangiamento<br />
rispetto a come viene<br />
solitamente inteso in altri tipi<br />
di ensemble. Nel nostro caso ogni<br />
strumento mantiene un’impostazione<br />
solistica e di accompagnamento.<br />
Quali sono stati i criteri di scelta<br />
dei brani che reinterpretate in<br />
Forvojagi?<br />
I nostri personali ascolti musicali,<br />
principalmente legati alla tradizione<br />
jazz, folk e classica e che<br />
vanno al di là della nostra formazione<br />
accademica, hanno sicuramente<br />
influito sulla scelta dei<br />
brani dell’album. Riguardando a<br />
posteriori il repertorio selezionato<br />
è apparso evidente il fil rouge di<br />
un viaggio metaforico tra diverse<br />
tradizioni musicali. Da qui la<br />
scelta del titolo, Forvojagi, che in<br />
esperanto significa “partire per un<br />
viaggio”.<br />
Qual è stato il brano che vi ha<br />
causato maggiori difficoltà?<br />
Ogni brano ha le sue peculiarità<br />
(per esempio il sound di un reel<br />
irlandese, la ricerca del suono che<br />
ricordi il duduk armeno,<br />
l’articolazione del fraseggio<br />
nei brani jazz/ manouche<br />
eccetera), ma tenendo conto<br />
della nostra formazione<br />
classica probabilmente<br />
quello più difficile da interpretare<br />
è stato Billie’s<br />
Bounce di Charlie Parker<br />
caratterizzato da un’evidente<br />
impronta jazzistica.<br />
Siete a metà di un tour ben avviato.<br />
Qual è la risposta media<br />
della gente che viene a vedere le<br />
vostre esibizioni?<br />
Ai nostri concerti partecipa solitamente<br />
un pubblico variegato<br />
per età e interessi, accomunato da<br />
un approccio curioso alla musica<br />
senza quindi essere per forza<br />
appassionato a un genere preciso.<br />
Il pubblico risponde sempre con<br />
entusiasmo e questo è un segnale<br />
molto importante per noi perché<br />
è indicativo del fatto che esistono<br />
modi diversi di intendere la musica<br />
che possono coinvolgere, emozionare<br />
e divertire.<br />
20<br />
21
MEROVINGIO DJ<br />
evidentemente EDM ma anche<br />
molti riferimenti “fuori genere”.<br />
Quali sono i tuoi ascolti e le tue<br />
preferenze non elettroniche?<br />
Non sei il primo che mi fa notare<br />
che è vero che sono tracce di genere<br />
EDM ma è anche vero che<br />
hanno influenze che riconducono<br />
ad altri generi. Probabilmente<br />
influisce anche il fatto che faccio<br />
produzione EDM solo negli ultimi<br />
anni, prima ero un musicista (chitarrista)<br />
e quindi vivevo la musica<br />
sotto altri generi ovviamente.<br />
Ascolto molto rock, apprezzo artisti<br />
come Pink Floyd, Aerosmith,<br />
Red Hot Chili Peppers, Muse<br />
per fare alcuni nomi. Non ascolto<br />
molta musica italiana.<br />
La tua traccia “11:11” ha riscontrato<br />
un buon successo ed è entrata<br />
anche nella Classifica Indipendenti<br />
Italia. Che cosa pensi<br />
abbia di particolare il brano?<br />
E’ stata davvero una sorpresa per<br />
me quando “11.11” è entrata anche<br />
nella Classifica Indipendenti<br />
Italia. E’ la traccia (insieme ai<br />
Si chiama “Places & Moments” il nuovo lavoro del deejay di Prato: sei<br />
tracce in cui si percepisce la ricerca di sonorità melodiche, benché appartenenti<br />
tendenzialmente al genere EDM/elettronico, con riferimenti e sfumature<br />
progressive/house e trance<br />
Vorrei sapere come nasce il tuo<br />
nuovo “Places & Moments”, quali<br />
sono state le fonti di ispirazione<br />
e perché lo hai intitolato così<br />
L’ep Places & moments è un progetto<br />
che inizia prendere forma<br />
ad agosto 2017. Il titolo “Luoghi<br />
e momenti” non è casuale, ho<br />
cercato di creare tracce musicali<br />
ricordando magari un luogo, un<br />
posto o un momento particolare<br />
vissuto. Direi che questo disco ha<br />
come fonte di ispirazioni proprio<br />
il ricordo di un luogo o di un momento<br />
che ho vissuto, ogni brano<br />
riconduce a un momento particolare.<br />
Nel disco c’è una “base” che è<br />
22<br />
23
pubblicarlo.<br />
Questo ep è un<br />
assaggio di un<br />
prossimo disco<br />
lungo? Puoi<br />
darci qualche<br />
anticipazione?<br />
Credo che continuerò<br />
a pubblicare<br />
ep invece<br />
di album<br />
“lunghi”, questo<br />
non perchè mi<br />
manca il materiale,<br />
anzi. Preferisco<br />
uscire<br />
nel tempo più<br />
più di qualità, curando al meglio<br />
ogni particolare, sono in ponte<br />
anche collaborazioni con cantanti<br />
e altri producer, vediamo cosa viene<br />
fuori.<br />
Quando e dove hai in programma<br />
le tue prossime esibizioni dal<br />
vivo?<br />
Faccio molti eventi privati, fino<br />
adesso per scelta personale, ma<br />
sono pronto a cambiare il trend.<br />
Ho in ponte una collaborazione<br />
da ottobre con un noto locale toscano,<br />
vediamo se va in porto così<br />
da essere un ottimo trampolino<br />
per le mi djset live e far conoscere<br />
anche i miei lavori.<br />
brani “Focus” e “Reverse”) avere<br />
più gradimento tra gli ascoltatori.<br />
E’ particolare la storia di questa<br />
traccia perché è stata la prima a<br />
cui ho lavorato, poi è arrivata a<br />
un punto “morto” e l’ho messa da<br />
parte. L’ho ripresa dopo qualche<br />
mese e l’ho ultimata. E pare abbia<br />
fatto bene, perché è una traccia<br />
si di musica elettronica ma qualcuno<br />
l’ha definita con atmosfere<br />
cupe e dark. Nel mese di luglio<br />
termineranno le riprese del videoclip<br />
ufficiale e non vedo l’ora di<br />
volte con degli ep, o<br />
almeno al momento<br />
la penso così. Sono<br />
già a lavoro per la<br />
prossima uscita,<br />
cercando di realizzare<br />
un prodotto<br />
24<br />
25
POSTINO<br />
la recensione<br />
Si chiama Samuele Torrigiani,<br />
in arte Postino, e di sé racconta:<br />
sono tutte quelle parole che normalmente<br />
rimbalzano in camera<br />
tra i muri. Il suo singolo d’esordio,<br />
Blu, è entrato prepotentemente<br />
nella 50 Viral di Spotify quando<br />
ancora non si conosceva il suo<br />
volto, e ha anticipato<br />
l’uscita di<br />
Latte di soia.<br />
Sono otto tracce<br />
di cantautorato<br />
vibrante, di testi<br />
semplicemente<br />
efficaci, di piccoli<br />
drammi quotidiani<br />
e di grandi storie<br />
senza tempo,<br />
come quella raccontata<br />
in Anna<br />
ha vent’anni. Latte<br />
di soia, la bevanda<br />
consolatoria<br />
degli intolleranti al<br />
latte, degli attenti alla<br />
linea, degli amanti degli<br />
animali, da luglio<br />
2018 è anche una sorta<br />
di pozione magica,<br />
che ha trasformato un dottore (un<br />
dottore vero, è laureato in medicina)<br />
in uno degli artisti da tenere<br />
d’occhio.<br />
Postino traccia per traccia<br />
In questa notte ti sognerei / con le<br />
tue mani tra i capelli miei / se avessi<br />
tempo ti regalerei un’altra stupida<br />
scelta sbagliata.<br />
Blu è il primo singolo, appunto,<br />
l’anima messa a nudo di un déjàvu<br />
che sembra reale, tangibile, che<br />
prende forma grazie alla voce, a<br />
tratti strozzata, e grazie alla melodia<br />
malinconica, attuale come il più<br />
prepotente dei pezzi delle playlist<br />
indie/itpop e nostalgico come il<br />
più tradizionale dei cantautori nostrani.<br />
Facile comprendere come<br />
sia stato facile farlo balzare in vetta<br />
alle classifiche: è un piccolo gioiello.<br />
Chi se ne frega di cosa ha fatto<br />
Anna / in questo momento di cambiamento<br />
/ tanto non ci riguarda o<br />
se ci riguarda non ci pensiamo / ma<br />
se ci fermiamo un attimo capiamo<br />
che Anna in fondo siamo noi<br />
Manifesto intergenerazionale, riflessione<br />
attuale in ogni momento<br />
storico, arriva subito dopo Anna<br />
ha vent’anni. Si legge che Anna<br />
è il nome della nonna, ma Anna<br />
è tutti e nessuno, è l’altro che sta<br />
peggio ma non ci riguarda finché<br />
non tocca direttamente noi, è lo<br />
“speriamo non capiti a me”. Morbida<br />
all’inizio, quasi in apnea nella<br />
parte centrale, dove vengono sputati<br />
pensieri e manifestati disagi e<br />
riflessioni di giovani di qualsiasi<br />
epoca, sognatori che stanno per<br />
diventare consumatori. Luccicante<br />
la base, illuminata da synth di tutto<br />
rispetto ma mai invadenti.<br />
Vorrei portarti a dormire da me<br />
stasera / farti vedere la mia collezione<br />
di volte andate male / e la delusione<br />
di non offrirti la colazione<br />
perché non ho il latte di soia<br />
Il paradosso del nostro tempo è<br />
che si bevono superalcolici fino a<br />
star male sui marciapiedi, ma la<br />
mattina si beve latte di soia perché<br />
quello di mucca fa male alla<br />
salute. Una storia realmente accaduta<br />
quella raccontata in Fuori<br />
dalla disco, dove l’incontro su un<br />
marciapiede tra due ragazzi finisce<br />
tragicamente sul nascere per<br />
la mancanza di colazione adegua-<br />
26<br />
27
ta. Divertente, irriverente. Uno<br />
dei pezzi sicuramente più facili,<br />
di quelli che ti rimangono in testa<br />
anche se non vuoi, dal giro sintetico<br />
di un arrangiamento studiato<br />
alla perfezione.<br />
Ambra era nuda e io ero vestito / Il<br />
riflesso negli occhi di chi ha capito<br />
/ Che alla fine vince sempre chi si<br />
spoglia per primo<br />
Ambra era nuda è la canzone<br />
d’amore del 2018. La Marmellata<br />
#25 di oggi, con in più la riflessione<br />
illuminante del legame tra<br />
la rapidità di spogliarsi e quella<br />
di rimanere fregati da una<br />
relazione. E sì, ricorda pezzi<br />
già sentiti, anche il ritornello<br />
con la doppia voce, ma quando<br />
una storia finisce si rimane<br />
comunque soli con la propria<br />
malinconia, e sedersi a un pianoforte,<br />
prendere in mano una<br />
chitarra rimane la miglior medicina<br />
per chi scrive musica.<br />
Solo la pioggia che ci fa da colonna<br />
sonora / In questa notte<br />
scura fino a fonderci ancora<br />
Quasi discomusic quella che fa da<br />
sottofondo a Quando non parli,<br />
analisi profonda dello stato d’animo<br />
di un’anima selvatica che<br />
non aspetta altro che essere addomesticata,<br />
di silenzi che contano<br />
sempre più delle parole. Da buon<br />
medico, si vede che Postino ha<br />
letto e riconosciuto sintomi di disagi<br />
intercostali, di dolori mentali.<br />
Le voci in testa mi hanno detto<br />
okay / da oggi fai quello che vuoi<br />
/ Però no, io non vi crederò / me<br />
l’hanno detto le fragole<br />
Si prosegue con i disturbi mentali,<br />
qui decisamente più preoccupanti,<br />
e sempre a cavallo di un ritmo<br />
coinvolgente e distorto, che a tratti<br />
ricorda la colonna sonora di un<br />
videogame. Miope è la storia di<br />
un paziente psichiatrico, che vede<br />
e sente le emozioni a modo suo, e<br />
che non vuole dare retta a medici<br />
e infermieri, che non vedono i<br />
suoi stessi orizzonti.<br />
Come le balene / andremo a largo<br />
a prendere fiato<br />
Ritornello martellante, come un<br />
mantra, come un pensiero fisso.<br />
Come salvare una relazione. Nuotarsi<br />
incontro, Come le balene.<br />
Anche questo pezzo è stato scelto<br />
come singolo, potente ed evocativo,<br />
morbido e sfocato, come<br />
quando si esce dal mare e gli occhi<br />
rimangono un po’ opachi.<br />
Il buio è nero e non si può annerire<br />
/ La logica imporrebbe emozioni<br />
miste all’odore del caffè che da<br />
quando non ci sei più te non c’è<br />
Quanto rimane addosso alla fine<br />
di una relazione, quante decisioni<br />
prese insieme diventano il riflesso<br />
della persona che se n’è andata.<br />
Quella scatola chiude l’album,<br />
è l’ottava traccia, quella che se la<br />
sdrai diventa infinito, ma invece<br />
no: resta in piedi e indica la fine.<br />
Sembra di essere in quella stanza,<br />
di vedere la giornata che inizia in<br />
solitudine.<br />
Un’analisi attenta, curata e studiata<br />
della genesi delle relazioni,<br />
arrangiate strizzando l’occhio al<br />
sound attuale ma potenzialmente<br />
ristrutturabili per funzionare chitarra<br />
e voce, piano e voce, voce e<br />
basta. Postino ha confezionato<br />
un piccolo album, un regalo di<br />
laurea che sta funzionando meglio<br />
delle più rosee previsioni e<br />
che, mi auguro, sia solo l’inizio di<br />
un brillante futuro. Da cantautore,<br />
non da medico.<br />
Chiara Orsetti<br />
28<br />
29
ARMONITE<br />
Un’etichetta americana importante e “cinematografica” come la Cleopatra<br />
Records e un disco, “And the Stars above” per il collettivo musicale guidato<br />
dal compositore e tastierista Paolo Fosso (che risponde alle nostre domande)<br />
e dal violinista Jacopo Bigi<br />
Partirei da un discorso “geografico”:<br />
com’è successo che un duo<br />
italiano (quasi del tutto) strumentale<br />
venisse pubblicato da<br />
un’etichetta losangelina come<br />
Cleopatra Records?<br />
L’anno scorso abbiamo inviato<br />
un demo di 5 pezzi a un centinaio<br />
di etichette. La Cleopatra, con<br />
la sussidiaria Purple Pyramid<br />
specializzata in rock progressivo,<br />
ha risposto con entusiasmo. La<br />
nostra musica strumentale è perfettamente<br />
in linea con lo spirito<br />
dell’etichetta, specialmente adesso<br />
che la Cleopatra si è allargata<br />
all’industria cinematografica.<br />
Quali sono le motivazioni di<br />
base di questo nuovo disco? Insomma<br />
da che cosa vi siete fatti<br />
ispirare in sede di scrittura?<br />
Il disco nasce dall’idea di bellezza<br />
applicata a contesti diversi e la<br />
costante ricerca dello spirito. Lo<br />
spirito è dappertutto, ma bisogna<br />
essere disposti a sentirlo. Tutto<br />
quel che appare non ci eleva, tutto<br />
quel che ci eleva non appare;<br />
risiede in fondo e va scoperto. Il<br />
titolo rimanda appunto a un senso<br />
di ascensione verticale, dalle<br />
viscere del mondo agli astri celesti.<br />
La vita e la gente offrono un<br />
ampio campionario da cui trarre<br />
spunto. Mi ispiro anche alle mie<br />
30<br />
31
passioni: il cinema, la tecnologia,<br />
i videogiochi, i libri, i viaggi...<br />
Quando leggi un libro o guardi<br />
un film, sei investito da una tale<br />
quantità di idee da sviluppare che<br />
si susseguono come in una sorta<br />
di effetto domino. La mia musica<br />
nasce da un’idea di movimento<br />
che passa attraverso l’immaginazione:<br />
scene di vita, storie, traumi,<br />
paure, passioni che scaturiscono<br />
da una sequenza di immagini.<br />
Come al solito il vostro disco è<br />
molto “popolato” di ospiti eccellenti.<br />
Potete spendere qualche<br />
parola per loro e/o raccontare<br />
qualche aneddoto notevole?<br />
Sull’album sono intervenuti Colin<br />
Edwin (già Porcupine Tree)<br />
e Alberto Fiorani al basso; Corrado<br />
Bertonazzi, Emiliano Cava<br />
e Jasper Barendregt alla batteria.<br />
E, ancora, molti altri professionisti,<br />
tra cui il Quartetto Indaco.<br />
Per la bonus track A Playful Day<br />
cercavamo un’esecuzione ritmica,<br />
energica, asciutta, ma era difficile<br />
ottenere quel risultato, soprattutto<br />
a causa degli incastri ritmici e dei<br />
frequenti avvicendamenti tra arco<br />
e pizzicato. Dopo un giorno di<br />
prove, abbiamo ripiegato su una<br />
registrazione multitraccia. Jacopo<br />
ha sovrainciso violino I, violino II<br />
e viola, e Gabriele Monatanari il<br />
violoncello.<br />
Come nasce “Clouds Collide”,<br />
che oltre a essere l’unico brano<br />
davvero “cantato” del disco è anche<br />
uno dei più curiosi e “teatrali”?<br />
“Clouds collide” è l’unico brano<br />
davvero cantato, anche se nel corso<br />
dell’album appare e scompare<br />
una flebile voce femminile, che<br />
sottolinea alcuni momenti lirici.<br />
La canzone racconta la storia di<br />
una ragazza che si perde tra i ricordi<br />
del tempo. La canta Maria<br />
Chiara Montagnari: ha una voce<br />
lieve ed espressiva che comunica<br />
bellezza, trasparenza, forse ingenuità,<br />
ma con l’immediatezza che<br />
cercavamo.<br />
Avete confessato una passione<br />
per le colonne sonore, che potrebbe<br />
diventare qualcosa di<br />
concreto visto l’etichetta per la<br />
quale avete firmato. Raccontateci<br />
il film del quale vorreste<br />
firmare la soundtrack.<br />
Ahah, tratterò qualsiasi film da<br />
musicare come il mio preferito!<br />
La Cleopatra, per la quale<br />
abbiamo firmato, distribuisce,<br />
sviluppa e produce diversi film,<br />
tipicamente horror o con una<br />
forte componente musicale, da<br />
The Devil’s Domain (con Michael<br />
Madsen) a The Black Room<br />
(in programmazione su Netflix),<br />
Halloween Pussy Trap Kill! Kill!,<br />
The 27 Club, England Is Mine,<br />
A Spasso con Bob. Sono sempre<br />
stato un cinefilo appassionato e<br />
mi piace l’idea di poter scrivere<br />
colonne sonore: spero che questa<br />
collaborazione ci possa aprire<br />
delle prospettive importanti.<br />
32<br />
33
ROBIE C.<br />
& NATACHA<br />
Lei è una star in Svizzera, lui un producer italiano<br />
in rapida ascesa: il risultato della collaborazione tra<br />
Robie C e Natacha è Immagino che, versione italiana<br />
e rilettura di “I stelle mir vor”, successo di qualche<br />
anno fa di Natacha
Come nasce questa collaborazione<br />
tra Robie C e Natacha?<br />
Ci siamo incontrati varie volte durante<br />
alcuni<br />
eventi musicali<br />
in Svizzera.<br />
Natacha:<br />
Ho notato<br />
Robie perche<br />
non è<br />
soltanto musicalmente<br />
ma anche<br />
umanamente<br />
un ragazzo<br />
molto<br />
interessante.<br />
L’Italia, la<br />
sua musica,<br />
la lingua<br />
mi piace da<br />
sempre.<br />
Robie: Io la<br />
conoscevo<br />
già da tempo,<br />
per via<br />
della sua<br />
carriera musicale,<br />
mi<br />
era sempre stata molto simpatica,<br />
sensibile e umana, cosa che personalmente<br />
apprezzo molto.<br />
Parlando a uno di questi eventi,<br />
Natacha mi disse che un grande<br />
suo sogno sarebbe stato di cantare<br />
un brano in italiano e lanciarlo in<br />
Italia, contemporaneamente ci è<br />
venuta la stessa idea e cosi ci siamo<br />
messi al lavoro tutti e due con<br />
molta grinta, tanto piacere e divertimento.<br />
“Immagino che” è un remix speciale<br />
del brano in lingua tedesca<br />
di Natacha «I stelle mir vor»:<br />
come è nato il brano e l’idea di<br />
rileggerlo in italiano?<br />
Robie: La nuova versione è nata<br />
cosi: ho tradotto il testo in italiano<br />
e ci siamo messi al lavoro entrambi<br />
per la parte musicale del brano<br />
che ha avuto origine in Italia e poi<br />
è stato finalizzato in Svizzera. Abbiamo<br />
registrato insieme le voci<br />
in studio ed è stata una bellissima<br />
esperienza per entrambi, ci siamo<br />
divertiti moltissimo. La versione<br />
originale è stata cantata da Natacha<br />
nel 2004: è un brano che parla<br />
dell’amore, dell’amicizia, del sentimento<br />
di avere una persona vicina.<br />
Natacha: La cosa importante nella<br />
vita è di avere un buon amico con<br />
cui puoi parlare di tutto, che è qui<br />
in ogni momento bello o brutto,<br />
secondo me nella vita ciò svolge<br />
il ruolo più importante, invece<br />
di avere un partner che ami, con<br />
cui fai sesso, ma se si ama qualcuno,<br />
spesso sarai molto ferito. Non<br />
dovrebbe ma purtroppo spesso<br />
è così. Un amico può essere per<br />
sempre, e se è un buon amico, può<br />
essere anche con benefici! Senza<br />
invidia, ne tradimenti, solo stare<br />
insieme!<br />
Ci sono aneddoti particolari da<br />
raccontare riguardo al brano?<br />
Robie: E stato molto divertente<br />
poter imparare il testo insieme a<br />
Natacha, che per la prima volta ha<br />
cantato in italiano, ci siamo entrambi<br />
impappinati tante volte ma<br />
il risultato parla per sé.<br />
Quali sono i vostri prossimi progetti?<br />
Momentaneamente siamo in promozione<br />
per il brano Immagino<br />
che, che tra l’altro sta andando<br />
molto bene e i riscontri ottenuti a<br />
poco tempo dell’uscita sono molto<br />
soddisfacenti.<br />
36<br />
37
VINICIO CAPOSSELA<br />
“OVUNQUE PROTEGGI”<br />
#quellochesentivo<br />
Tratta dal disco omonimo (Targa Tenco e secondo miglior disco nella categoria<br />
“world” per Mojo), ma in realtà scritta alcuni anni prima, Ovunque<br />
proteggi (2006) è una delle canzoni migliori, ma anche più “normali” di<br />
un Vinicio Capossela, che anche quando abbassa la voce e non suona mascelle<br />
d’asino riesce a riempire il cuore e la testa.<br />
Se di canzoni d’amore ne sono state<br />
scritte milioni, alcune sembrano<br />
appartenere alle viscere ancor<br />
prima che alla penna che le ha viste<br />
nascere. Sa sfiorare l’assoluto<br />
Vinicio Capossela, sa dire molto<br />
più di quanto un cuore può sopportare.<br />
Un cuore che può sembrare<br />
stanco, ma che sa vibrare<br />
ancora.<br />
Se il meglio è già venuto<br />
e non ho saputo tenerlo dentro me<br />
I vecchi già lo sanno il perché<br />
E anche gli alberghi tristi<br />
Che troppo e per poco,<br />
E non basta ancora<br />
ed è una volta sola<br />
È un viale del ritorno, ma anche<br />
una partenza, una madre universale<br />
custode di un amore che ha<br />
compreso, guarito, che forse ha<br />
anche perdonato.<br />
Ma ancora proteggi la grazia del<br />
mio cuore<br />
Adesso e per quando tornerà nel<br />
tempo<br />
Il tempo per partire, il tempo di restare<br />
Il tempo di lasciare, il tempo di<br />
abbracciare<br />
Promesse che vanno oltre lo spazio,<br />
il tempo e l’onesto sentire.<br />
Ricchezza e fortuna, in pena e in<br />
povertà<br />
Nella gioia e nel clamore, nel lutto<br />
e nel dolore<br />
Nel freddo e nel sole, nel sonno e<br />
nel rumore<br />
Ovunque proteggi la grazia del<br />
mio cuore<br />
Ovunque proteggi la grazia del tuo<br />
cuore Ovunque proteggi, proteggimi<br />
nel male<br />
Ovunque proteggi la grazia del tuo<br />
cuore.<br />
Chiara Orsetti<br />
38<br />
39