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Il futuro è sempre esistito

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«In viaggio» – continua “Trapani Nuova” – «la gente potrà disporre del<br />

telefono sulle autovetture, sugli aerei e in qualsiasi altro mezzo. Si potrà chiamare<br />

qualsiasi utente in qualunque parte del mondo mediante la teleselezione. Tuttavia,<br />

non occorrerà formare il numero e il prefisso corrispondente alla città sul telefono.<br />

Basterà segnalare il numero al telefono e questo tradurrà la voce in impulsi<br />

elettrici».<br />

La previsione che si legge sul settimanale trapanese <strong>è</strong> quella di linee telefoniche<br />

che saranno solo in piccola parte occupate da conversazioni, superate già nel 1975<br />

dal volume di dati commerciali scambiati attraverso di esse. L’annuncio <strong>è</strong> quello<br />

dell’imminente perfezionamento di apparati data-phone capaci di trasmettere<br />

tremila parole al minuto, cosicché un cervello elettronico possa dialogare con un<br />

altro computer a velocità superiori di quanto possibile all’uomo. «Una di queste<br />

macchine collegate alla rete telefonica potrà leggere l’inventario di un magazzino<br />

e, fatti i debiti calcoli, chiamerà un’altra macchina del magazzino centrale per<br />

ordinare le provviste per il giorno successivo».<br />

«Nel 2000» – conclude il testo del 1962 – «la gente si servirà del telefono<br />

anche per le operazioni di banca. Gli assegni si scriveranno con inchiostro<br />

magnetico che potrà essere letto da apposite macchine nelle banche. Le macchine<br />

provvederanno non solo ad avallare l’assegno ma anche a registrare l’operazione<br />

sul conto individuale» 11 .<br />

Nel 2000 fortunati gli uomini d’affari<br />

La previsione di “Trapani Nuova”, però, non era stata l’unica a esser apparsa<br />

in Italia con un carattere così profetico. Dall’archivio di “Stampa Sera” spunta<br />

infatti un articolo del 20-21 ottobre 1961 dedicato alle sperimentazioni dei primi<br />

satelliti per telecomunicazioni condotte da AT&T, attraverso Bell Labs e Nasa,<br />

che presto avrebbero reso partecipe anche l’Italia dei benefici dell’era spaziale.<br />

Ancora una volta si trattava di una previsione sul <strong>futuro</strong>, incredibilmente vicina<br />

alla realtà di oggi. Ad annunciarla il sottotitolo del redazionale: “Nel 2000 fortunati<br />

gli uomini d’affari: vedranno documentari, stipuleranno contratti, firmeranno<br />

assegni senza muoversi di casa e premendo dei pulsanti”.<br />

Protagonista del <strong>futuro</strong> <strong>è</strong> di nuovo il manager. «Gli esperti» – scrive “Stampa<br />

Sera” – «dicono che fra quarant’anni l’apparecchio telefonico quale noi lo<br />

conosciamo sarà un oggetto da museo. L’uomo d’affari non lavorerà in un<br />

immenso grattacielo, ma nel giardino della sua casa di campagna. Gli studiosi<br />

della “Bell” quasi lo vedono: egli sta discutendo con il direttore commerciale<br />

attraverso una radio trasmittente tascabile. Conclusa la conversazione, preme<br />

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