30.10.2018 Views

TRAKS MAGAZINE #18

Ecco il nuovo numero di TRAKS MAGAZINE, con il cantautore Marco Cantini in copertina e interviste a Eduardo De Felice, Sunset Radio, The Zoids, Massimo Moraca, Tano e l'Ora d'Aria, Onorata Società, Vincenzo Fasano, Deleted Soul, Le Scimmie sulla Luna, Edy, Rocky Horror, Gianluca Corrao, Dario Crisman

Ecco il nuovo numero di TRAKS MAGAZINE, con il cantautore Marco Cantini in copertina e interviste a Eduardo De Felice, Sunset Radio, The Zoids, Massimo Moraca, Tano e l'Ora d'Aria, Onorata Società, Vincenzo Fasano, Deleted Soul, Le Scimmie sulla Luna, Edy, Rocky Horror, Gianluca Corrao, Dario Crisman

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

www.musictraks.com<br />

<strong>MAGAZINE</strong><br />

Numero 18 - ottobre 2018<br />

MARCO CANTINI<br />

un’urgenza interiore<br />

EDUARDO DE FELICE<br />

SUNSET RADIO<br />

THE ZOIDS<br />

ONORATA SOCIETA’


sommario<br />

4<br />

8<br />

12<br />

16<br />

20<br />

22<br />

24<br />

28<br />

32<br />

34<br />

36<br />

40<br />

44<br />

48<br />

52<br />

Marco Cantini<br />

Eduardo De Felice<br />

Sunset Radio<br />

Zoids<br />

Massimo Moraca<br />

Tano e l’ora d’aria<br />

Onorata Società<br />

Vincenzo Fasano<br />

Deleted Soul<br />

L e Scimmie sulla Luna<br />

Edy<br />

Rocky Horror<br />

Gianluca Corrao<br />

Dario Crisman<br />

Quellochesentivo<br />

Questa non è una testata giornalistica poiché viene aggiornata<br />

senza alcuna periodicità. Non può pertanto<br />

considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge<br />

n. 62/2001. Qualora l’uso di un’immagine violasse<br />

diritti d’autore, lo si comunichi a info@musictraks.com<br />

e provvederemo alla rimozione immediata<br />

<strong>TRAKS</strong> <strong>MAGAZINE</strong><br />

www.musictraks.com<br />

info@musictraks.com


MARCO CANTINI<br />

un’urgenza interiore<br />

Un disco che nasce da un libro: non è la prima volta per il cantautore, che<br />

ora si cimenta con un “monumento” della letteratura come “La Storia”, di<br />

Elsa Morante, nelle canzoni de “La febbre incendiaria”<br />

Come ti è venuta l’idea e soprattutto<br />

quanto è difficile scrivere<br />

un disco a partire da un libro, e<br />

da un libro importante come “La<br />

Storia”, di Elsa Morante?<br />

È un lavoro sviluppato nell’arco di<br />

un anno, dopo l’uscita di Siamo<br />

noi quelli che aspettavamo. Certamente<br />

influenzato dai grandi cantautori<br />

che ho ascoltato una vita<br />

e che hanno sempre attinto dalla<br />

letteratura. Sulla difficoltà nella<br />

realizzazione del disco, credo che<br />

tutto nasca in modo molto spontaneo<br />

- ovviamente ponderato e<br />

valutato attentamente nel tempo,<br />

ma considero questa la parte più<br />

divertente di ogni processo creativo<br />

- quando risponde a un’urgenza<br />

interiore che ti spinge a scrivere.<br />

Diversamente sarebbe come<br />

realizzare canzoni su commissione,<br />

e in questo avrei enormi difficoltà.<br />

Qual è l’attualità oggi di ciò che<br />

racconta un libro uscito nel ’74 a<br />

proposito della seconda guerra<br />

mondiale, e di riflesso delle vicende<br />

narrate nel tuo disco?<br />

Le vicende sono ambientate durante<br />

la seconda guerra mondiale<br />

e nell’immediato dopoguerra, ma<br />

i suoi protagonisti hanno la caratteristica<br />

di essere figure universali<br />

valide in ogni epoca: i drop out,<br />

i deprivati di benessere, ogni individuo<br />

sofferente ed emarginato<br />

dalla nascita. Ci sono purtroppo<br />

ancora validi esempi nell’attualità<br />

che stiamo vivendo. Detto questo,<br />

credo ci siano sempre più ragioni<br />

per ricordare pagine importanti<br />

della nostra storia. Ricordare, per<br />

esempio, che la Democrazia in<br />

4<br />

5


questo paese nasce dalle ceneri del<br />

fascismo e che la Costituzione è<br />

antifascista per sua natura.<br />

Mi ha sorpreso l’alternanza tra<br />

pezzi lenti e veloci: come sei<br />

giunto a questa scelta?<br />

Le quattordici canzoni seguono<br />

cronologicamente alcuni degli<br />

episodi salienti del romanzo, o per<br />

meglio dire quelli che ho voluto<br />

maggiormente sottolineare. Ma<br />

nella tracklist dell’album mi sono<br />

divertito a mischiare un po’ le carte,<br />

cercando di rendere il disco<br />

maggiormente fruibile attraverso<br />

un personale gusto estetico.<br />

Come mai hai scelto, e forse sentito<br />

la necessità, di condividere<br />

molte canzoni di questo disco<br />

con numerosi ospiti? Puoi raccontare<br />

qualcosa dei tuoi rapporti<br />

con loro?<br />

Sono tutti musicisti che ho ritenuto<br />

ideali per interpretare certe<br />

canzoni: per il loro vissuto e per il<br />

loro impegno, non casuali. Artisti<br />

e amici che conosco personalmente<br />

da anni come Tiziano Mazzoni,<br />

Silvia Conti (presente anche nel<br />

precedente disco) e Stefano Disegni<br />

(conosciuto anni fa durante le<br />

riprese del video di “Pazienza”).<br />

L’eccezione è rappresentata da<br />

Marco Rovelli, che stimo molto<br />

da tempo sia come scrittore che<br />

cantautore, ma che non conoscevo<br />

personalmente.<br />

C’è un “featuring” particolare,<br />

quello di tuo padre, dalle cui<br />

opere sono tratte copertina e illustrazioni<br />

interne…<br />

Ed è motivo di grande gioia per<br />

me. Non c’è stato neppure bisogno<br />

di chiedergli di realizzare appositamente<br />

alcun dipinto o disegno:<br />

ritengo sia l’opera di copertina che<br />

le illustrazioni interne - oltre che<br />

molto belle - assolutamente perfette<br />

per rappresentare al meglio<br />

le tematiche del disco.<br />

6


EDUARDO DE FELICE<br />

al momento giusto<br />

Nuovo singolo per il cantautore tratto dal disco “E’ così”, undici tracce<br />

dal gusto vintage ma con un vestito moderno. Gli abbiamo rivolto<br />

qualche domanda in merito a video, ispirazioni e idee future<br />

“Al momento sbagliato” è probabilmente<br />

una delle canzoni<br />

più “tradizionali” del tuo album.<br />

Come mai l’hai scelta come singolo?<br />

È stata una scelta dettata princi-<br />

palmente da due fattori. In primis<br />

la voglia di diversificare un po’ i<br />

singoli per dare un’idea agli ascoltatori<br />

meno curiosi (quelli che<br />

non ascoltano un album intero di<br />

un artista ma si limitano ai suoi<br />

singoli), di ciò che è contenuto<br />

nell’album puntando appunto su<br />

canzoni sostanzialmente diverse<br />

tra loro anche se poi c’è sicuramente<br />

un filo che le lega tutte.<br />

E quindi dopo “Succede così” e<br />

“Cosa posso farci”, mi sembrava la<br />

giusta canzone da proporre.<br />

Il secondo fattore di scelta è stato<br />

sicuramente determinato dal legame<br />

che ho con questa canzone.<br />

Puoi raccontare qualcosa del<br />

making del video?<br />

Il videoclip è stato realizzato dal<br />

gruppo Upside, con il quale ormai<br />

collaboro da anni. La regia è stata<br />

curata da Mario Pistolese mentre<br />

le riprese e il montaggio sono di<br />

8<br />

9


Tato Strino. Le scene sono state<br />

girate tra Napoli e Bacoli. Il senso<br />

del videoclip è più o meno il senso<br />

della canzone con queste immagini<br />

da vhs anni ‘80 che sanno<br />

ormai di ricordi andati ma sempre<br />

presenti tra queste due persone<br />

che un destino beffardo ha fatto<br />

incontrare al momento sbagliato.<br />

In questo video non si racconta<br />

una vera e propria storia con un<br />

inizio e una fine ma è più che altro<br />

una sequenza di immagini sparse,<br />

di ricordi, fino alla scena conclusiva<br />

dove si ritorna al presente…<br />

Mi sembra evidente il tuo legame<br />

con i cantautori classici. Se<br />

dovessi farmi un nome<br />

solo, tra quelli che ti<br />

hanno influenzato di<br />

più, quale sarebbe e<br />

perché?<br />

Ce ne sarebbero tanti<br />

ma in assoluto dico sicuramente<br />

Lucio Battisti.<br />

Il perché è dovuto<br />

al fatto che lo ascolto<br />

da bambino, sono cresciuto<br />

con i suoi dischi<br />

e conosco tutta la sua<br />

discografia a memoria.<br />

Direi che è anche<br />

inevitabile e naturale,<br />

ormai fa così parte di<br />

me, del mio bagaglio<br />

musicale, che mi influenza<br />

anche senza<br />

volerlo. Di Battisti<br />

sicuramente ammiro la sua voglia<br />

di innovare, la sua versatilità,<br />

la ricerca maniacale del<br />

giusto sound e del giusto arrangiamento,<br />

e il fatto che ogni<br />

suo disco sia in qualche modo<br />

comunque diverso dal precedente,<br />

seguendo pur sempre<br />

una linea che li lega tutti.<br />

Il tuo disco “E’ così” si com-<br />

pone di canzoni scritte nel corso<br />

degli anni. Pensi che anche il<br />

prossimo lavoro sarà costruito<br />

allo stesso modo oppure pensi di<br />

concentrare la composizione in<br />

un periodo più breve?<br />

Questo dipende anche dal momento<br />

in cui uscirà un prossimo<br />

lavoro. Nel frattempo sto continuando<br />

a scrivere, per cui se<br />

dovessi costruirlo in tempi relativamente<br />

brevi allora sarà<br />

composto principalmente da<br />

canzoni scritte di recente. Ma<br />

comunque non disdegno di andare<br />

di tanto in tanto a scavare<br />

tra le canzoni scritte in passato<br />

per dare loro una bella spolverata,<br />

un vestito nuovo, e provare a<br />

vedere che effetto mi fanno.<br />

10<br />

11


SUNSET RADIO<br />

“All The Colours Behind You” è il secondo disco della band romagnola,<br />

che ci è arrivata dopo un periodo di cambiamenti e che lo descrive come<br />

un “importante passo avanti”<br />

Ascoltato il disco la prima domanda<br />

che mi verrebbe è… “DI<br />

che cosa parlano le vostre canzoni”?<br />

Ma la correggo con un “Perché<br />

non volete che vi si chieda di<br />

che cosa parlano le vostre canzoni,<br />

come da relativo brano”?<br />

Ogni persona dovrebbe cercare di<br />

capire, non di cosa parla la canzone,<br />

ma di come la canzone parla<br />

alla loro vita, ogni canzone deve<br />

essere una scoperta. Uno dei motivi<br />

per cui non amiamo questa<br />

domanda deriva semplicemente<br />

dal fatto che la nostra risposta<br />

potrebbe influenzare in modo<br />

negativo il primo ascolto, togliendo<br />

il gusto della scoperta. Ogni<br />

persona dovrebbe essere libera di<br />

interpretare il testo come meglio<br />

crede in base alle proprie esperienze<br />

e alle proprie emozioni.<br />

Voler domandare il perché all’arte<br />

è un grande errore, infatti quando<br />

si domanda il perché a una forma<br />

d’arte si va contro la sua stessa essenza:<br />

cercare di capire l’arte ma<br />

non riuscire a capire sé stessi!<br />

Avete subito una sorta di ristrutturazione<br />

come band: quali i<br />

motivi? E’ stato un periodo difficile?<br />

Sì, le cose sono cambiate parecchio<br />

nel corso degli anni e in particolare<br />

durante l’ultimo inverno,<br />

durante il quale,<br />

a fianco dei tre<br />

membri fondatori<br />

della band (Teo,<br />

Paz e Andre) si<br />

sono aggiunti Richi<br />

alla chitarra<br />

e Albi al basso.<br />

Senza scendere<br />

nei dettagli, come<br />

in ogni gruppo di<br />

persone, non per<br />

forza solo in una<br />

band, ognuno ha<br />

impegni, disponibilità,<br />

priorità e<br />

aspirazioni differenti,<br />

e questo fa sì<br />

che a volte, per il bene di tutti, le<br />

strade si debbano dividere, più o<br />

meno a malincuore. Sicuramente<br />

questa piccola rivoluzione di 2/5<br />

della band non è stata semplice<br />

da affrontare, perché inserire due<br />

nuove persone in una macchina<br />

già avviata non è facile. D’altra<br />

parte l’ingresso di nuovi membri<br />

ha portato nuova linfa e nuove<br />

idee alla band. Fortunatamente,<br />

poco dopo l’arrivo di Richi e Albi<br />

abbiamo ridotto l’attività live per<br />

12<br />

13


concentrarci sulla stesura di All<br />

The Colors Behind You e questo ha<br />

permesso di farli entrare appieno<br />

nel progetto, ma senza l’immediata<br />

“difficoltà” di dover affrontare<br />

sin da subito il palco, sul quale,<br />

per garantire un live di un certo<br />

livello, è necessario sviluppare una<br />

sintonia che necessita di diverso<br />

tempo per essere affinata.<br />

Da cosa nasce il titolo del disco?<br />

Il titolo All The Colors Behind You<br />

deriva dall’idea che ognuno di noi<br />

indossi una o più maschere nella<br />

propria vita, di conseguenza non<br />

risulta facile vedere “i veri colori”<br />

che stanno dietro a questa facciata<br />

e conoscere realmente le persone.<br />

Il mondo in cui viviamo mette<br />

spesso al primo posto l’apparenza<br />

piuttosto che la sostanza, e quindi<br />

diventa ogni giorni più difficile<br />

potersi esprimere liberamente ed<br />

essere veramente se stessi. Crediamo,<br />

però, che la musica, e specialmente<br />

il punk rock, sia un ottimo<br />

modo per abbattere questi schemi<br />

prefissati e lasciare che le persone<br />

tolgano le loro maschere<br />

Descrivete il nuovo disco come<br />

un passo avanti rispetto a “Vices”.<br />

Come è andata la lavorazione<br />

sul disco?<br />

Vices è stato fortemente influenzato<br />

dal punk rock anni ‘90, mentre<br />

su All The Colors Behind You abbiamo<br />

cercato di introdurre nuovi<br />

elementi nel nostro sound, in<br />

modo da trovare una nostra identità.<br />

Durante il periodo di lavorazione<br />

del disco abbiamo ascoltato<br />

molto pop punk e in particolare<br />

band come State Champs, Real<br />

Friends e Neck Deep. Di conseguenza<br />

questi ascolti hanno influenzato<br />

la scrittura dei brani,<br />

seppur le influenze ‘90s ci sono<br />

ancora. Il nostro obiettivo sul<br />

nuovo disco è quello di fondere<br />

questi due mondi in uno. Abbiamo<br />

collaborato con Fabrizio Pan<br />

dei Melody Fall, che ci ha aiutati<br />

a trovare il sound che stavamo<br />

cercando. Inoltre abbiamo passato<br />

molto tempo a lavorare sugli<br />

arrangiamenti, cosa che ci ha<br />

portati a ragionare su singoli bra-<br />

ni anche per settimane. Alla fine<br />

del processo creativo avevamo in<br />

cantiere circa quindici brani, dai<br />

quali ne sono stati scelti undici<br />

per la tracklist finale. Abbiamo<br />

poi registrato tutto allo Studio73<br />

di Ravenna insieme a Riccardo<br />

Pasini, che già aveva lavorato con<br />

noi su Vices, fra gennaio e marzo<br />

del 2018. Successivamente abbiamo<br />

passato un paio di settimane<br />

a mixare il tutto, che per i nostri<br />

standard è un periodo piuttosto<br />

lungo, ma necessario a trovare il<br />

sound che ci soddisfacesse.<br />

Credo che anche il finale di A<br />

Shipwreck in the sand, diciamo<br />

poco “international”, meriti una<br />

spiegazione e qualche motivazione<br />

convincente<br />

Cantiamo in inglese, suoniamo<br />

un genere molto poco “italiano”,<br />

suoniamo principalmente all’estero...<br />

Tutto vero, ma la Romagna ci<br />

resta sempre nel cuore e mettere<br />

un pezzettino della nostra terra<br />

al termine del disco ci piaceva.<br />

Immaginatevi un ascoltatore in<br />

Giappone che al termine del pezzo<br />

sente uno parlare in dialetto<br />

romagnolo: bellissimo!<br />

14<br />

15


THE ZOIDS<br />

“Void Dimension” è l’esordio del trio che ha alle spalle lunghe avventure in<br />

altre band ma che è riuscito a voltare pagina<br />

The Zoids nascono sulle ceneri<br />

di At The Weekends, ma ci avete<br />

messo un annetto prima di ren-<br />

dervi conto che potevate intraprendere<br />

questa nuova strada.<br />

Potete raccontare com’è andata?<br />

Si, ci è voluto un annetto, ma forse<br />

anche due prima di renderci conto<br />

che così non poteva andare avanti.<br />

È un po’ come nell’amore: perdi<br />

la persona che ami e pensi che sia<br />

impossibile trovare qualcuno che<br />

quantomeno la eguagli. Ovviamente<br />

spesso è soltanto per paura<br />

che non si osa e io per osare ci ho<br />

messo due anni. In quel periodo<br />

ho imbracciato più volte la chitarra,<br />

soltanto per tirare due accordi,<br />

suonare qualche canzone che mi<br />

piace, finché sono cominciate a<br />

uscire fuori le prime idee (involontariamente).<br />

Alla terza bozza<br />

mi sono reso conto che mi mancava<br />

qualcosa: la sala prove, il legame<br />

che si crea con una band, i live<br />

lontano da casa, le risate, le emozioni,<br />

la musica, quella scritta con<br />

il cuore. E quindi niente, da lì, una<br />

birra con un Luigi ed è nato tutto.<br />

Quali erano i discorsi alla base<br />

del disco? Quali erano i vostri<br />

obiettivi? Li avete raggiunti tutti?<br />

Alla base del disco non c’era nemmeno<br />

un disco in realtà. C’era solo<br />

la voglia di suonare. Ma è successo<br />

tutto così in fretta: in nove mesi<br />

abbiamo scritto nove pezzi, li abbiamo<br />

registrati e li abbiamo pubblicati.<br />

Quindi avere un disco senza<br />

aspettarsi un disco va ben oltre<br />

le nostre aspettative, soprattutto<br />

perché stiamo ricevendo molti<br />

consensi e recensioni positive!<br />

Come nasce Lex e perché l’avete<br />

scelta come singolo?<br />

Lex è stato il pezzo più immediato.<br />

Nato e finito nel giro di una<br />

prova. Non so perché abbiamo<br />

scelto proprio Lex come primo,<br />

forse proprio perché è stato il primo<br />

scritto tutti e 3 insieme, perché<br />

parla di cambiamento..<br />

Le vostre sonorità sembrano<br />

concentrarsi molto su decenni<br />

passati, direi soprattutto i 90s.<br />

Ci sono band di oggi che invece<br />

vi piacciono e vi ispirano?<br />

Si sicuramente ci sono band di<br />

oggi che ci piacciono, anche se<br />

sempre nel panorama internazionale<br />

più che in quello nazionale.<br />

Per quanto riguarda l’ispirazione<br />

cerchiamo di non rifarci mai<br />

a qualcuno in particolare, ma<br />

ci viene naturale scrivere quello<br />

che sentiamo nostro, quello che<br />

ci portiamo appresso da anni di<br />

16<br />

17


ascolti. In questo istante sto ascoltando<br />

Don’t delete the kisses dei<br />

Wolf Alice.<br />

Mi raccontate qualcosa dei vostri<br />

testi? Come nascono e di che<br />

cosa parlare nei vostri brani?<br />

I nostri testi parlano della dimensione<br />

del vuoto (Void Dimension<br />

appunto). Un mondo parallelo e<br />

distorto creato nella nostra mente<br />

in cui tutto si basa su vita, amore e<br />

tempo. Si nasce e si vive per amare;<br />

amare un concetto, un’idea,<br />

una persona.. e tutto è scandito<br />

dal tic tac dell’orologio. Fondamentalmente<br />

siamo dei romanticoni,<br />

anche se sembriamo sempre<br />

arrabbiati!


MARCO<br />

MORACA<br />

Preceduto da tre singoli “Nuove Prospettive”<br />

è il debutto del progetto solista<br />

del cantautore/psicologo<br />

Il connubio musica/psicanalisi<br />

è sempre curioso: come porti<br />

avanti le due professioni?<br />

In qualunque modo un artista si<br />

esprima troviamo nella sua opera<br />

la manifestazione di un processo<br />

cognitivo profondo che fa<br />

emergere, che lo voglia o no, una<br />

parte di lui più o meno nascosta<br />

che sente il bisogno di uscire. C’è<br />

chi parte da una sofferta introspezione<br />

il cui risultato è l’opera<br />

artistica, c’è chi invece la interpreta<br />

a posteriori attraverso analisi<br />

più o meno indotte. La musica, di<br />

per sé, sembra uno canale comunicativo<br />

“semplice” perché arriva<br />

senza intercessioni, ma in realtà,<br />

spesso, il significato di un testo o<br />

l’emozione di una melodia che crei<br />

la comprendi anche tu solo dopo<br />

la sua nascita. Normalmente non<br />

mi interrogo troppo sul momento,<br />

perché un quell’istante vengo<br />

principalmente rapito dal processo<br />

creativo in atto più che dal suo<br />

motivo. Quando una canzone ti<br />

arriva è una sorpresa incredibile<br />

ed è il momento in cui, nel mio<br />

caso, riesco a essere allineato con<br />

me stesso. Il bello di scrivere una<br />

canzone è che da quel momento<br />

in poi esiste qualcosa che prima<br />

non c’era o se c’era, era soltanto<br />

una sensazione astratta.<br />

A 40 anni il tuo primo disco solista.<br />

Un bel modo per prepararti<br />

alla crisi di mezza età...<br />

Ammetto di non essermi mai mai<br />

sentito meglio in tutta la mia vita!<br />

Non credevo sarebbe successo in<br />

concomitanza con questa ricorrenza.<br />

Ho una vita piena, faccio<br />

sport, suono e ho una bella famiglia.<br />

Da ragazzo guardavo ai miei<br />

quarant’anni come una cosa lontana,<br />

piena di noia, abitudini e di<br />

“arrivi”. In realtà sto scoprendo<br />

un periodo della mia vita pieno di<br />

energia, progetti e voglia di realizzare.<br />

Come fosse tutto ancora da<br />

iniziare. A vent’anni non ne avevo<br />

cosi tanta, di energia, e sembrava<br />

sarebbe stato tutto molto faticoso.<br />

Ora sono un treno in corsa!<br />

La maturità di questa età ti aiuta<br />

a superare meglio molti ostacoli<br />

della tua vita e che nei decenni<br />

precedenti ti avrebbero sicuramente<br />

bloccato... Parlo sopratutto<br />

di meccanismi mentali. A questa<br />

età si è individui più risolti, più<br />

sicuri di sé e l’esperienza di questa<br />

prima parte di vita ti restituisce<br />

maggior consapevolezza verso ciò<br />

che desideri fare. Ho voluto fare<br />

un disco e mettermi in gioco. L’ho<br />

fatto e chi se ne importa di come<br />

andrà.<br />

Qual è stata la cosa più faticosa,<br />

lavorando al disco?<br />

Ammetto che conciliare la produzione<br />

di un disco con la vita<br />

di tutti i giorni non è stato semplice,<br />

sopratutto quando non è il<br />

tuo unico lavoro e spesso è messo<br />

dopo tante altre cose che vengono<br />

considerante “prioritarie”. Ci vuole<br />

molto rigore e determinazione<br />

a portarlo a termine. Altra fatica<br />

è stata aprire il cassetto della memoria...<br />

Scegliere le canzoni da<br />

inserire nel disco, rivivere alcune<br />

emozioni non è stato semplice<br />

perché alcune raccontavano di un<br />

“Marco” passato, altre invece hanno<br />

subito un restyling, per essere<br />

più nel loro tempo, altre ancora<br />

hanno avuto la possibilità di essere<br />

completate. Oggi il lavoro prodotto<br />

è un lavoro completo.<br />

Tre nomi di cantautori italiani<br />

che ti piacciono?<br />

Ascolto molto più musica italiana<br />

di un tempo. Sono cresciuto con<br />

la musica Brit - Pop - Rock degli<br />

anni ‘60 e ‘70, musica scoperta<br />

grazie all’influenza della musica<br />

che ascoltava mio padre. Cosi Beatles,<br />

Rolling Stones, Police e Eagles<br />

sono stati la colonna sonora<br />

della mia adolescenza. Ho ascoltato<br />

anche Battiato, Pino Daniele<br />

e Battisti, ma oggi ascolto molto<br />

volentieri Gazzé, Consoli, Venuti<br />

e Concato, non ultimo, il grandissimo<br />

Lucio Dalla.<br />

20<br />

21


TANO<br />

E L’ORA<br />

D’ARIA<br />

“Canzoni d’amore e canzoni di libertà, canzoni colpevoli e canzoni innocenti”:<br />

tutto questo nel debutto omonimo della band di Tano Mongelli<br />

Ci raccontante cosa vi ha portato<br />

a formare la band e ad arrivare<br />

fin qui?<br />

L’Ora d’Aria è nata tre anni fa e<br />

non ci siamo mai fermati:locali,<br />

centri sociali, teatri, Musicultura,<br />

Primo Maggio di Taranto,<br />

Zelig... Diciamo che, come band,<br />

mentre aspettiamo di emergere,<br />

sott’acqua prendiamo un sacco<br />

di pesci. Sappiamo di essere una<br />

band anomala ma è anche la nostra<br />

forza. Musica e teatro non<br />

sono mai stati separati per noi. Si<br />

alimentano a vicenda e ci danno<br />

molte più possibilità espressive.<br />

Avevate moltissime canzoni<br />

pronte. Qual è stato il criterio di<br />

scelta delle canzoni dell’album?<br />

Sì, io scrivo dal 2010 e molti dei<br />

nostri pezzi non sono entrati in<br />

questo disco. Abbiamo cercato di<br />

renderlo il più possibile un concept<br />

album. Innanzitutto pensan-<br />

dolo come un cortile dove le canzoni<br />

passano insieme l’ora d’aria,<br />

tutte con una diversa voglia di libertà,<br />

e poi scegliendo dei generi<br />

che potessero stare bene insieme<br />

(Gospel, R&R, Blues, Latino, Folk<br />

americano).<br />

Com’è nata Dacci oggi?<br />

Grazie per la domanda. Mi sembra<br />

che fosse il battesimo di mia<br />

cugina. Il prete ha annunciato<br />

che si sarebbero formate due file<br />

per la comunione. Una per l’ostia<br />

con glutine, l’altra per l’ostia senza<br />

glutine. Questa cosa mi ha illuminato.<br />

Ho pensato che se credi che<br />

quello sia il “Corpo di Cristo” non<br />

dovresti stare lì a fare lo schizzinoso<br />

sul glutine, anche perché,<br />

come dice la canzone, è solo un<br />

“filo di pane, che male può fare?”<br />

Ho pensato anche che se credi che<br />

Cristo si sia immolato per l’umanità,<br />

tu potresti da parte tua fare<br />

un piccolo sforzo. E così nato il<br />

gospel che apre il disco. Pare che<br />

la Chiesa abbia provveduto e ora<br />

tutte le ostie siano gluten-free. A<br />

noi piace pensare che sia a causa<br />

del nostro pezzo.<br />

Credo che la cover meriti qualche<br />

parola di spiegazione...<br />

È o non è la più bella copertina<br />

degli ultimi 20 anni? Si certo che<br />

lo è. Tutti i disegni del booklet<br />

(uno per canzone) sono di Daniele<br />

Veleno, che è un bravissimo<br />

e versatile tatuatore. Abbiamo<br />

chiesto a lui perché volevamo che<br />

sembrassero tanti tatuaggi sulla<br />

pelle dello stesso detenuto. In copertina<br />

c’è Il disegno della Traccia<br />

07 – Più bello da nudo che spoglia<br />

il bacio del marinaio e l’infermiera<br />

di V-J Day in Times Square. Ci<br />

sembra che racconti perfettamente<br />

Amore e Libertà, che sono i due<br />

poli opposti che si contendono<br />

tutte le nostre canzoni.<br />

22<br />

23


Vorrei capire come nasce la voglia<br />

di celebrare o comunque di<br />

raccontare questa “Anima Animale”<br />

ONORATA<br />

SOCIETA’<br />

Il terzo album per la band siciliana è “Anima<br />

Animale”: otto tracce, nuove sonorità, impegno<br />

ma anche ironia, e un titolo pensato come<br />

auspicio a una conciliazione tra gli istinti<br />

La nostra natura è animale. L’evoluzione,<br />

se da un lato ci ha portato<br />

benefici, elevandoci allo status di<br />

“animale razionale”, dall’altra ci ha<br />

allontanato dai nostri istinti primordiali.<br />

Riscoprire i nostri primi<br />

istinti, può riportarci a trovare un<br />

nuovo equilibrio nel rapporto con<br />

gli altri esseri viventi e con tutto<br />

l’ambiente che ci circonda. Chissà<br />

forse “tutto quello che promette il<br />

progresso non sempre è verità” (cit.<br />

Maluversu)<br />

Non avete un genere di riferimento<br />

e ci tenete a sottolinearlo,<br />

ma mi sembra che l’ultimo disco<br />

abbia un’anima black-funk abbastanza<br />

marcata, nonostante qualche<br />

cambio di rotta qui e là. Su<br />

quali premesse avete lavorato, a<br />

livello di suono?<br />

C’è sicuramente una presenza di<br />

black music, ma non solo. È un<br />

guardarsi attorno a 360° in quelli<br />

che sono stati i vari linguaggi che ci<br />

influenzano nel nostro bagaglio di<br />

ascolti. Nella scelta del suono generale<br />

abbiamo affrontato le riprese<br />

audio a seconda dello stile e della<br />

tecnica di ogni singolo strumento.<br />

Da batteria vintage, a chitarre registrate<br />

con un vecchio preamplificatore<br />

Brunetti valvolare, a suoni<br />

synth degli anni ‘80 e ‘90.<br />

Si direbbe che con nove membri<br />

abbiate già un buon numero di<br />

persone su cui contare, eppure<br />

avete coinvolto anche Lello<br />

Analfino e Francesco Prestigiacomo<br />

per il nuovo disco. Perché<br />

e che contributo hanno offerto?<br />

Semplicemente perché è nata l’esigenza<br />

di mettersi in gioco, incuriositi<br />

di scoprire una diversa<br />

chiave di lettura dei nostri brani,<br />

ma affidandoci ad artisti vicini<br />

alla nostra cultura musicale. Nonostante<br />

tra i membri degli Onorata<br />

ci siano tante personalità e di<br />

differente estrazione musicale, si è<br />

sentito il “bisogno necessario” di<br />

rinnovare suoni e arrangiamenti<br />

per rendere il prodotto finale più<br />

fresco e fruibile. Più elettronica,<br />

meno accordi, una chitarra più<br />

rockeggiante e ritmi incalzanti e<br />

lineari. Tutto ciò ha permesso una<br />

ulteriore apertura al mercato musicale,<br />

pur non snaturandoci, e ci<br />

permette di arrivare ad un pubblico<br />

più vasto e meno di nicchia,<br />

almeno questo è l’intento.<br />

Un’altra delle curiosità che ho<br />

riguarda l’equilibrio fra i quattro<br />

cantautori: come scrivete le canzoni?<br />

Ognuno per sé, in gruppo,<br />

24<br />

25


a coppie?<br />

In passato abbiamo seguito<br />

la regola ferrea dei<br />

rapper: ognuno scrive le<br />

sue rime. Regola che però<br />

ci ha sempre portati ad<br />

avere dei testi non sempre<br />

uniformi. In questo nuovo<br />

lavoro i testi nascono<br />

sempre e soltanto da una<br />

sola persona, poi rivisti,<br />

corretti e assestati con un<br />

lavoro di gruppo.<br />

Vorrei sapere come nasce<br />

Nuovi eroi<br />

Nuovi eroi nasce dalle<br />

ceneri di un vecchio brano<br />

e sboccia in maniera<br />

spontanea nel giro di<br />

pochi giorni. Avevamo<br />

voglia con Lello Analfino<br />

(Tinturia), che difatti canta<br />

nel brano, di affrontare<br />

l’argomento mafie in maniera<br />

più diretta e popolare.<br />

Creare un inno, un<br />

coro, all’onestà di chi, fuori<br />

da qualsiasi istituzione,<br />

vuole e deve lottare ogni<br />

giorno contro ogni tipo di<br />

mafia.<br />

26<br />

27


VINCENZO FASANO<br />

#cinqueminuticon<br />

Vincenzo Fasano, siciliano di origine<br />

ma nato e cresciuto a Mantova,<br />

ha pubblicato il suo ultimo<br />

singolo in attesa dell’uscita del<br />

nuovo album. Voce potente e riconoscibile,<br />

testi profondi e un’allure<br />

da “uomo d’altri tempi” sono i<br />

suoi tratti distinivi.<br />

È appena uscito<br />

il tuo nuovo<br />

singolo. “L’estate<br />

più fredda del<br />

mondo” è uno<br />

stato d’animo,<br />

un urlo liberatorio,<br />

nostalgico e<br />

vivo allo stesso<br />

tempo. Quante<br />

“fiamme d’acqua<br />

per spegnere i<br />

sogni” ti hanno<br />

sparato addosso,<br />

e quanti no hai<br />

dovuto sparare a<br />

tua volta per difenderti?<br />

Fino a oggi mi hanno<br />

sparato addosso molte<br />

fiamme! Credo che le<br />

“fiamme d’acqua per<br />

spegnere i sogni” siano<br />

puntate su tutti coloro che hanno<br />

dei sogni. L’omologazione oggi mi<br />

spaventa ma credo fermamente<br />

che nel nostro piccolo ognuno di<br />

noi possa avvicinarsi a ciò che realmente<br />

è. Mi fa sorridere ripensare<br />

ai miei piccoli “no” che ho<br />

detto per cercare di essere libero<br />

di fare quello in cui credo, ma a<br />

distanza di tempo mi rendo conto<br />

di esserci riuscito perché dedico<br />

parte della mia vita alla musica.<br />

Dopo un singolo arriva un album…<br />

Quando uscirà il tuo<br />

nuovo lavoro? Puoi anticiparci<br />

qualcosa?<br />

Sono felicissimo di annuciarvi che<br />

l’album è pronto, è un album panoramico,<br />

scritto con gli occhi e<br />

con il cuore; uscirà i primi mesi<br />

del 2019. Parlerà della convivenza<br />

tra il bene e il male, della purezza<br />

dell’acqua e della “spazzatura”. Ci<br />

sono brani con strutture diciamo<br />

classiche e brani dilatati, rarefatti,<br />

che rispettano solamente le parole<br />

o la musica per la loro fluidità,<br />

non si preoccupano di nulla. Mi<br />

sentivo di fare un album che rappresentasse<br />

la mia vita oggi, i miei<br />

sogni, il mio sguardo sul mondo<br />

che vedo e che vorrei vedere. Se<br />

ascolto i miei primi due album<br />

sento una grande sofferenza ma<br />

un’infinita voglia di scappare, di<br />

correre verso la vita in mondi lontanti<br />

“magari con due Soli” che<br />

scaldano. Questo album è il seguito<br />

naturale del mio viaggio musicale.<br />

La tua voce e il tuo modo di cantare<br />

ti rendono immediatamente<br />

riconoscibile, caratteristica piuttosto<br />

rara in un periodo in cui,<br />

nei diversi generi, va di moda<br />

“essere simili”. C’è qualche artista,<br />

tra le nuove promesse, che<br />

apprezzi particolarmente?<br />

Mi piace moltissimo tutta la nuova<br />

scena, veramente, mi mette di<br />

buon umore, mi sembra sia nato<br />

un nuovo romanticismo che parla<br />

della quotidianità e delle piccole<br />

cose, ma in particolare non ascolto<br />

nessuno, mi piace camminare<br />

nella natura, mettermi le cuffie<br />

con Spotify e lasciarmi andare.<br />

Matteo Buzzanca (il mio nuovo<br />

produttore) e io quando abbiamo<br />

scritto questo album avevamo ben<br />

presente cosa “andava” nella scena<br />

musicale ma non ce ne siamo preoccupati<br />

e nemmeno ispirati.<br />

Abbiamo iniziato a scrivere e scegliere<br />

i suoni per “dirigere” un<br />

film in modo naturale, spontaneo,<br />

seguendo solo le immagini che<br />

volevamo tradurre in musica.<br />

Mattia Panzarini ha dato nella<br />

produzione il tocco finale: “ciak si<br />

28<br />

29


gira!”<br />

ll tuo ultimo album si chiudeva<br />

con un meraviglioso sono felice,<br />

in una delle canzoni che maggiormente<br />

ho apprezzato, “Verso<br />

l’infinito e oltre”. È passato qualche<br />

anno, sei ancora felice? Hai<br />

ancora più paura di morire che<br />

di vivere?<br />

Che belle domande mi fai!!!<br />

Grazie, mi sembra di essere sempre<br />

in analisi e questa cosa mi fa<br />

sempre sorridere. Se ascolto “Verso<br />

L’Infinito E Oltre” mi accorgo,<br />

ascoltandomi dopo due anni, che<br />

più di essere felice, ero in ricerca<br />

per esserlo e questa ricerca non è<br />

finita, anzi... Credo che la parola<br />

giusta oggi sia “accontentarsi” nel<br />

senso più positivo del termine,<br />

capire che siamo liberi, che viviamo<br />

in condizioni di privilegio, che<br />

abbiamo delle vite intense. Oggi ,<br />

quando riesco, mi circondo sempre<br />

più di persone semplici , sono<br />

loro che mi insegnano che la felicità<br />

sta nel poco, quindi se ci penso...sì...sono<br />

felice! Per quanto riguarda<br />

la paura di vivere o morire<br />

ti rispondo che sto cercando di<br />

allontanare la paura da ogni cosa,<br />

per vivere tutto al massimo, con<br />

una grande consapevolezza della<br />

fortuna che mi circonda. L’obiettivo<br />

è non avere paura nè di vivere<br />

nè di morire e capire che è tutto<br />

naturale. La paura rende vittime,<br />

costruiamo prigioni e incateniamo<br />

i nostri cuori. E dai nostri<br />

cuori usciamo lasciando le chiavi<br />

all’interno, cercando disperatamente<br />

qualcuno che ne possieda<br />

una copia.<br />

Non sei un artista particolarmente<br />

social addicted, e potrebbe<br />

essere in parte penalizzante<br />

visto il momento, in cui una cosa<br />

succede davvero solo se è condivisa<br />

in rete. Cosa pensi di questa<br />

epoca del mordi e fuggi, del pubblico<br />

sempre presente, dell’opinione<br />

da esprimere sempre e comunque?<br />

Ti dico che se non fosse per la<br />

musica e quindi per la necessità di<br />

espormi al pubblico mi toglierei<br />

dai Social, impiegherei quei minuti<br />

per fare altro. Mi piace il web<br />

ed è stupendo quello che ti può<br />

dare ma bisogna navigare senza<br />

allontanarsi troppo. Mi rendo<br />

conto che spesso scorro immagini,<br />

video, post e centinaia di informazioni<br />

delle quali mi scordo<br />

appena metto giù il cellulare, spesso<br />

è tempo perso. Credo che parte<br />

dell’insoddisfazione che si respira<br />

in giro sia data dalle troppe informazioni<br />

che le persone hanno e<br />

non riescono ad elaborare per farne<br />

qualcosa. Posto solo quando ho<br />

qualcosa da dire, quando ho un<br />

argomento; farmi le foto allo specchio<br />

in bagno o al mio piatto preferito<br />

non mi emoziona. Se non<br />

hai nulla di interessante da dire, il<br />

silenzio rimane un’ottima alternativa.<br />

L’ultima domanda è sempre una<br />

richiesta: una piccola playlist di<br />

tracce che ti piacciono, tue, di<br />

altri artisti, famose o sconosciute…<br />

Sbizzarisciti e stupiscici!<br />

Domingo La leggerezza<br />

Baustelle Andarsene Così<br />

Demartino Non Siamo Gli alberi<br />

Tiziano Ferro Alla mia età<br />

Riccardo Sinigallia Impressioni Da<br />

Un’ Ecografia<br />

Niccolò Fabi Una Buona Idea<br />

Jovanotti Ora<br />

Carmen Consoli Il Sorriso Di Atlantide<br />

Chiara Orsetti<br />

30<br />

31


DELETED SOUL<br />

Un progetto nato tra il Chianti e il<br />

Pacifico: Tuzzy, fondatore di Elastica<br />

Records, produttore internazionale<br />

di grande fama, decide che è<br />

ora di fare da solo<br />

Dopo tantissimi dischi di altri<br />

prodotti, un esordio in prima<br />

persona: perché e perché ora?<br />

Ho sempre tanti impegni nel seguire<br />

la direzione artistica di Elastica<br />

che a volte trascuro la produzione<br />

personale, essendo per<br />

prima cosa un produttore poi<br />

discografico. In realtà ho regolarmente<br />

prodotto/composto negli<br />

anni dischi più “miei”. Abbiamo<br />

lanciato il progetto Antiplastic<br />

affrontando l’immaginario della<br />

dubstep che ormai conoscevo<br />

in modo approfondito. In questi<br />

ultimi due anni invece mi sono<br />

concentrato su altre sonorità. Avevo<br />

necessità di una ricerca compositiva<br />

diversa, più intima, con<br />

più riflessione e quindi, zitto zitto<br />

mi sono immerso nella bass music,<br />

tra la Toscana e l’Oregon e ho<br />

dato vita insieme a Mario Tucci,<br />

autore delle liriche, a Deleted soul,<br />

misterioso, saturo di concetti e di<br />

ottime energie<br />

Ci sono pezzi che hanno una<br />

“direzione sonora” precisa, ma<br />

si direbbe che tu non abbia fatto<br />

molto caso ai generi. Che premesse<br />

aveva questo lavoro?<br />

Sui miei progetti personali sono<br />

sempre alla ricerca di nuovi immaginari<br />

che mi diano stimolo<br />

nella composizione altrimenti non<br />

sono interessato a replicare sonorità<br />

di altri... Nella mia testa era<br />

chiara l’idea di una ricerca personale<br />

sulle vibrazioni del suono. Ho<br />

passato gran parte di questi due<br />

anni a sperimentare con Tashi di<br />

Wom Gongs, artigiano di Gong, il<br />

suono e le sue trame, di quali sono<br />

gli effetti delle vibrazioni e non<br />

solo delle note e degli accordi. Nel<br />

progetto è la composizione delle<br />

bassline e casse di derivazione<br />

“bass music”. Poi come uno chef<br />

ho cominciato a condire pescando<br />

dalla techno, dalla trance e dal<br />

dub, luce della mia creatività... ritengo<br />

sia uscito un disco composto,<br />

coerente ed energetico.<br />

Come mai la scelta della rilettura<br />

di “Fly like an Eagle”?<br />

Brano della mia giovinezza, della<br />

mia formazione... Chi non ha nei<br />

suoi ricordi un brano che , non si<br />

sa per quale motivo, ti ha rapito<br />

in un periodo della vita, che hai<br />

cantato per mesi interi. Abbiamo<br />

deciso con Marco Zampoli,<br />

voce principale di Deleted Soul,<br />

di inserire una cover. Mi è venuto<br />

spontaneo dire ... ma certo!!!<br />

Fly like an Eagle della Steve Miller<br />

Band... poi abbiamo coinvolto<br />

Maya Williams nella composizione<br />

, un esperimento sviluppato in<br />

una notte d’estate nella campagna<br />

toscana, direi ben riuscito.<br />

Sarebbe stato semplice per te riempire<br />

di “featuring” il disco.<br />

Perché non farlo?<br />

Lavoro quotidianamente con<br />

grandi artisti, che in primo luogo<br />

rispetto umanamente e con cui<br />

condivido il concetto di fare musica<br />

in modo indipendente. Ho<br />

sperimentato alcune sonorità che<br />

avevo in testa in altre produzioni<br />

come il live del ventennale dei<br />

Casino Royale... Dove c’è un pò di<br />

Deleted Soul. oppure l’ultimo disco<br />

prodotto a Zion Train dove c’è<br />

tanto Deleted Soul. In altri casi ho<br />

firmato remix perché la composizione<br />

sonora era troppo esplicita...<br />

A marzo è uscito per Elastica,<br />

Dub Box vol. 1 degli Almamegretta<br />

e ho prodotto una versione<br />

di Black Athena che spacca. Mi<br />

sono concentrato a invitare ospiti<br />

“musicisti”, amici, Pablo Gamba<br />

alle percussioni, Carlo Gatteschi<br />

al Sassofono, Tashi ai Tamburi e<br />

Gong. Con Marco Zampoli, abbiamo<br />

deciso di coinvolgere cantanti<br />

con energie forti, come Maya<br />

Williams di cui sentirete parlare<br />

nei prossimi anni e Antonio<br />

Bacchiddu. Va bene lo ammetto,<br />

stiamo già lavorando al secondo<br />

disco... e ci saranno un sacco di<br />

importanti featuring :)<br />

32<br />

33


LE SCIMMIE SULLA LUNA<br />

La band leccese, che nasce dalle ceneri dei Teenage Riot, ha realizzato un<br />

album strumentale dal sapore internazionale e sperimentale, “Terra!”<br />

Arrivate da altri progetti ben<br />

noti e vi siete incontrati (sulla<br />

Luna?): come nasce questo progetto<br />

e che finalità ha?<br />

Il progetto muove i primi passi<br />

quando Cristiano e Stefano – ancora<br />

Teenage Riot – arruolano<br />

Luca (Izo, Torba) per proseguire<br />

il tour del disco pubblicato poco<br />

prima. Una volta ritornati in studio<br />

ci siamo accorti che le nuove<br />

sperimentazioni andavano in una<br />

direzione totalmente diversa da<br />

quanto fatto fino ad allora e che<br />

era il momento di assumere una<br />

nuova identità; la metamorfosi si è<br />

completata quando Jory (Uro) si è<br />

aggiunto alla band, introducendo<br />

una chitarra in più e, cosa nuova,<br />

dei synth. Al che l’equipaggio<br />

era al completo e necessitava solo<br />

di un nuovo nome. Et voilà: Le<br />

Scimmie sulla Luna. Finalità, be’,<br />

suonare buona musica e diffonderla<br />

sperando che piaccia!<br />

Mi sembra di capire che il con-<br />

cept alla base del disco sia la navigazione<br />

in mari diversi, anche<br />

sonori. Che tipo di idee e di suono<br />

avevate in mente per il disco?<br />

Ci hai preso in pieno. Nel disco<br />

si naviga nelle atmosfere più disparate,<br />

in un certo senso lunari<br />

perché piuttosto distanti da quello<br />

che sembra essere il trend italiano<br />

del momento. Durante la scrittura<br />

dei brani abbiamo cercato di<br />

prenderci più libertà possibile, ma<br />

siamo comunque stati ispirati dai<br />

nostri ascolti del momento, attingendo<br />

sia alla musica elettronica<br />

sia a sonorità più morbide rispetto<br />

a quelle a cui eravamo abituati. Sicuramente<br />

avevamo in testa l’idea<br />

di far convergere più generi all’interno<br />

del disco – e di una stessa<br />

canzone – per cercare, diciamo, di<br />

abbattere le limitazioni e i luoghi<br />

comuni relativi a una rock band.<br />

Il video di “Sequencer” mostra<br />

inquietantissimi primi piani<br />

molto stretti di occhi in cui si<br />

riflettono colori di pittura dagli<br />

effetti psichedelici. Quanto siete<br />

entrati nel concept del video e<br />

che cosa vuole rappresentare?<br />

Per il video ci siamo affidati ad<br />

Alberto Mocellin. Ci ha proposto<br />

quest’idea e ci è piaciuta subito. I<br />

liquidi psichedelici che si vedono<br />

nel video richiamavano allo stesso<br />

tempo sia atmosfere spaziali in<br />

tema con i nostri cari mari lunari<br />

(anche se questi sono ovviamente<br />

secchi e desolati), sia il caleidoscopio<br />

di colori che avevamo voglia<br />

di ispirare con la musica. Gli<br />

occhi riempiti di quei liquidi sono<br />

pura suggestione, destabilizzano<br />

un po’ la percezione di cosa è dentro<br />

e cosa è fuori, di cosa è in alto<br />

e cosa è in basso…<br />

Dal disco sembra trasparire anche<br />

un certo divertimento nel<br />

suonare (e nell’organizzare qualche<br />

piccola sorpresa qui e là).<br />

Quanto è importante, se è importante,<br />

l’aspetto ludico nelle<br />

vostre dinamiche?<br />

Senza il divertimento nel suonare<br />

saremmo fregati! Sia sul palco che<br />

nella vita di tutti i giorni l’aspetto<br />

ludico è fondamentale. Anche<br />

se prendiamo la nostra musica<br />

piuttosto seriamente, ci teniamo a<br />

rendere l’esperienza tanto sonora<br />

che visiva godibile sia per noi sia<br />

per il pubblico.<br />

34<br />

35


EDY<br />

Già penna, chitarra e voce di Ultravixen e Jasminshock, band che negli<br />

ultimi anni hanno rappresentato un link diretto fra l’Italia e l’avant-punk<br />

USA, ora cammina da solo con il nuovo lp “Variazioni”<br />

Una vita passata in band, e ora ti<br />

presenti da solista: puoi spiegare<br />

i motivi della scelta?<br />

Ho sempre vissuto le band come<br />

una Famiglia e pur essendo stato<br />

il leader delle band dove ho<br />

suonato (Jasminshock) e suono<br />

(UltraviXen) ho sempre preso le<br />

decisioni e agito insieme agli altri.<br />

Questo mi ha garantito esperienze<br />

fortissime e rinunce pesantissime<br />

(proprio per rispettare il volere<br />

o i tempi di tutta la band). Questa<br />

volta ho scelto di essere agile.<br />

Ancor più che avevo in mente di<br />

fare un disco completamente diverso<br />

da tutti i miei precedenti.<br />

Un disco dove potessi dare spazio<br />

all’amore che ho per la buona musica<br />

italiana quella che ascoltavo<br />

da bambino quando sull’Alfasud<br />

bianca di mio padre percorrevamo<br />

Milano-Catania con Battisti,<br />

Tenco, De Gregori, Guccini e gli<br />

Equipe 84 a manetta sul mangia-nastri.<br />

Nel contempo mixarla<br />

con i miei successivi ascolti decisamente<br />

più wave e rock. Ho<br />

voluto decidere da solo per tutto<br />

quello che riguarda EDY. L’unico<br />

partner che ho scelto di avere è<br />

Marco Fasolo. Sono convinto di<br />

aver fatto bene, adesso ho una libertà<br />

artistica e mentale che non<br />

ho mai avuto. Non inseguo nessuna<br />

moda del momento, e in questo<br />

senso il mio disco parla chiaro.<br />

Io sono semplicemente un cantautore<br />

del 2018.<br />

So che le canzoni di “Variazioni”<br />

sono state scritte durante la convalescenza<br />

per un grave incidente<br />

motociclistico. Com’è andata<br />

e come ti ha influenzato questo<br />

evento?<br />

Agli inizi del 2016 avevo pronto il<br />

nuovo disco degli UltraviXen.<br />

Doveva essere un disco di grande<br />

cambiamento secondo me, anche<br />

se al dir il vero, gli altri della band<br />

non erano convintissimo di questo<br />

nuovo corso. Nel frattempo,<br />

avevo contatto Marco Fasolo per<br />

la produzione del disco. Poco prima<br />

di iniziare con i lavori subisco<br />

un grave infortunio a causa di un<br />

incidente in sella alla mia splendida<br />

Honda Four 500 del ’77. Fra<br />

le altre cose in ospedale mi hanno<br />

ricostruito/riattaccato l’anulare<br />

della mano sinistra (NB io sono<br />

chitarrista). E’ stato in ospedale<br />

che ho promesso a me stesso che<br />

se fossi sopravvissuto avrei fatto in<br />

totale libertà il mio nuovo disco<br />

e avrei affrontato tutta la vita in<br />

totale e completa libertà. Ovviamente<br />

ho capito da subito che per<br />

realizzare il mio progetto dovevo<br />

assumermi tutte le responsabilità<br />

per la prima volta (dopo sette<br />

album) completamente da solo.<br />

L’incidente è stato il mio anno<br />

zero, la mia tabula rasa, il mio<br />

nuovo inizio. La cosa meravigliosa<br />

è che quella condizione mi metteva<br />

per la prima volta spalle al<br />

muro di fronte a tutte le mie scelte,<br />

le mie paure, i miei fantasmi…<br />

Sono stato costretto a scegliere se<br />

lasciarmi andare, usando l’incidente<br />

come alibi, o reagire e gio-<br />

36<br />

37


care una partita scacchi difficilissima<br />

con il mio cervello. Questo è<br />

stato il mio CAMBIAMENTO.<br />

Inevitabilmente quindi tutte le<br />

dodici canzoni che ho scritto, parlano<br />

di cambiamento, sono dei<br />

veri e propri atti liberatori, dove le<br />

scelte si compiono tutte.<br />

Fai quello che vuoi apre l’album<br />

ed è il nuovo singolo: perché<br />

proprio questa canzone? Come<br />

nasce?<br />

Ho deciso di presentarmi con Fai<br />

quello che vuoi perché rappresenta<br />

bene il disco. Racconta di amore,<br />

rabbia, voglia di riscatto. Ha un<br />

sound che mi rappresenta, ci sono<br />

i chitarroni fuzz dell’inizio, la voce<br />

pulita con la chitarra acustica (un<br />

super classico del cantautorato),<br />

c’è il Rhodes, il Solina e un giro<br />

di basso stilosissimo. E per finire<br />

chiude con un ritornello assolutamente<br />

pop (almeno secondo il<br />

mio concetto di pop). In sintesi<br />

tutti ingredienti presenti nelle altre<br />

undici canzoni.<br />

Qual è la canzone di questo album<br />

della quale sei più soddisfatto?<br />

Per ognuna delle mie dodici canzoni<br />

ho più di un motivo per essere<br />

tanto soddisfatto. Ma ti rispondo<br />

e dico La casa di Barbie. È un<br />

pezzo che ho scritto a maggio di<br />

quest’anno quando il disco era in<br />

fase di mastering. Come sempre<br />

quando scrivo ero solo e di notte,<br />

ho buttato giù parole e musica in<br />

poco più di un’ora. Subito dopo ho<br />

registrato la canzone su un messaggio<br />

vocale e l’ho inviato alle<br />

persone più intime del mio staff.<br />

L’indomani ho ricevuto una richiesta<br />

forte e unanime, vai in studio<br />

e registra questa canzone. Su<br />

tutti mitico il messaggio di Tommaso<br />

(il bassista) che diceva “Ma<br />

tu veramente non vuoi mettere<br />

questa canzone del disco?” Con<br />

un tono da avvocato romanaccio<br />

che non scorderò mai. Così chiamo<br />

Marco e in tre giorni arrangiamo,<br />

suoniamo, registriamo e<br />

mixiamo tutto in due. Non mi era<br />

mai successo di scrivere una canzone<br />

e dopo dieci giorni vederla<br />

su un disco in stampa.<br />

Che contributo ha offerto Marco<br />

Fasolo a questo disco?<br />

Marco è stato il mio principale<br />

complice. In tutte le fasi. Mi è sta-<br />

to vicino durante tutto il momento<br />

della convalescenza. Quando<br />

sono andato la prima volta da lui<br />

a Brescia non riuscivo neanche a<br />

tenere le mani sulla tastiera della<br />

chitarra per più di due minuti. Lui<br />

ha mostrato grandissima empatia<br />

nei miei confronti e davanti qualche<br />

buon bicchiere siamo subito<br />

entrati in grande sintonia personale<br />

prima di tutto. Ho trovato<br />

un uomo convergente/divergente<br />

come me. Cioè tanto fuori di testa<br />

quanto maniacalmente pignolo.<br />

Un altro momento topico è stato<br />

quando ha fatto per la prima volta<br />

un paio di ascolti di fila dei miei<br />

provini e togliendosi le cuffie, mi<br />

ha detto Ale, questo è un disco<br />

POP te la senti? Abbiamo lavorato<br />

un mese d’inverno chiusi in una<br />

villa sull’Etna (Emperor Riskio’s<br />

Milo House), poi due mesi in Salento<br />

(al Posada Negro di Roy<br />

Paci). E dopo non abbiamo perso<br />

per un attimo il contatto. Diamo<br />

entrambi per scontato che continueremo<br />

a fare musica insieme.<br />

Adesso siamo veramente tanto<br />

amici.<br />

38<br />

39


ROCKY HORROR<br />

Un disco che si chiama “Salto nel buio” ricchissimo di collaborazioni e sorprese:<br />

la band foggiana celebra i quindici anni di carriera con la solita granitica<br />

coerenza<br />

Vorrei sapere con che premesse<br />

e motivazioni avete realizzato il<br />

nuovo album e perché avete deciso<br />

di chiamarlo Un salto nel<br />

buio?<br />

Con l’lp precedente, e anche grazie<br />

alla relativa tournèe (sia da soli<br />

che con il side project Pino Scotto<br />

& Rocky Horror), abbiamo fatto<br />

un bel passo in avanti nel percorso<br />

che ormai seguiamo da oltre<br />

quindici anni. Questo ci ha resi<br />

indubbiamente molto vogliosi di<br />

confermare quanto di buono era<br />

stato fatto e di raggiungere nuovi<br />

traguardi. Riguardo al titolo,<br />

Un salto nel buio fa riferimento a<br />

una battuta che facevamo durante<br />

l’arrangiamento dei brani, ma<br />

gli si può dare vari significati: per<br />

esempio abbiamo mantenuto il<br />

nostro sound rock, ma il tutto è<br />

parecchio sperimentale, grazie anche<br />

alle tante collaborazioni, quindi<br />

ci ripresentiamo sul mercato<br />

discografico in una veste nuova.<br />

Mi sembra che abbiate scelto di<br />

incanalare molta rabbia in questo<br />

lavoro: quali sono le cose che<br />

vi fanno incazzare di più, oggi?<br />

L’elenco sarebbe lunghissimo! (risate,<br />

ndr) Indubbiamente fa rabbia<br />

il menefreghismo delle nuove<br />

generazioni, sembra che impegnarsi<br />

in qualcosa (anche se per<br />

se stessi) sia quasi da stupidi! Ovviamente<br />

però, come in tutti i casi,<br />

non bisogna mai fare di tutta l’erba<br />

un fascio.<br />

Il disco vede numerose collaborazioni:<br />

perché avete nuovamente<br />

pensato di “allargare il giro”<br />

ad altri artisti?<br />

Collaborare con altri musicisti, secondo<br />

noi, è uno degli aspetti più<br />

belli della musica: vedere come un<br />

altro artista si ponga e interagisca<br />

con una tua idea è fantastico. In<br />

questo full-lenght per esempio ci<br />

41


sono: Lord Madness, membri delle<br />

band di Alborosie, Brunori Sas,<br />

e poi componenti di Lacuna Coil,<br />

Meganoidi, Death SS, Strana Officina,<br />

Cadaveria, Opera IX, Terroni<br />

Uniti, Bisca, Fratelli di Soledad,<br />

The Hormonauts, Blastema, Chop<br />

Chop Band... siamo davvero molto<br />

orgogliosi di questo!<br />

Come nasce il brano “Siamo<br />

noi”, che avete poi scelto come<br />

singolo?<br />

Questo pezzo è un inno per tutti<br />

quelli che vivono fuori dagli<br />

schemi, infatti la protagonista del<br />

videoclip è Kelly Rey, una playmate<br />

di Playboy che va sullo skateboard<br />

e fa la tatuatrice (sia sul<br />

set sia nella vita reale!), alla faccia<br />

di chi vuole<br />

la donna sottomessa<br />

tutta<br />

casa e chiesa!<br />

E penso sinceramente<br />

che<br />

la riuscita di<br />

questa canzone<br />

sia dovuta<br />

molto anche<br />

alle partecipazioni<br />

di Esa<br />

(OTR / Gente<br />

Guasta) ed<br />

Ettore Carloni<br />

(RHumornero).<br />

In oltre quindici<br />

anni a<br />

suonare in giro per l’Italia e non<br />

solo avete incontrato decine di<br />

band famose. Quali sono stati<br />

gli eventi live che vi sono rimasti<br />

più impressi, e perché?<br />

Di sicuro uno su tutti: era uno dei<br />

nostri primi concerti, eravamo<br />

stati rinchiusi in sala prove tanto<br />

tempo prima di affacciarci su un<br />

palco, facemmo da open act agli<br />

Almamegretta, e al secondo pezzo<br />

ce li ritrovammo che ballavano e<br />

saltavano tra il pubblico! Un sogno<br />

a occhi aperti per noi che fino<br />

a poco prima li avevamo visti solo<br />

in tv! A proposito, il nostro nuovo<br />

tour partirà a brevissimo… stay<br />

tuned!<br />

42 43


GIANLUCA<br />

CORRAO<br />

Si chiama “Il traguardo” il nuovo singolo di Gianluca Corrao, cantautore<br />

genovese che ha alle spalle alcuni dischi tra cui “Parte di me”, del 2017<br />

Puoi raccontare la tua storia fin<br />

qui?<br />

La musica è sempre stata una mia<br />

grandissima passione, infatti da<br />

piccolo avevo partecipato a una<br />

specie di “Zecchino d’oro” della<br />

mia città e da ragazzo mi divertivo<br />

a fare serate di karaoke con gli<br />

amici. Finalmente nel 2012 ho realizzato<br />

il mio sogno uscendo con<br />

il mio primo singolo Desy e da li<br />

non mi sono più fermato conti-<br />

nuando a lavorare duro.<br />

Come nasce Il traguardo? Mi<br />

sembra una canzone che voglia<br />

raccontare molto di te.<br />

Il traguardo nasce da un’idea mia<br />

e di Francesco Ciccotti (noto producer<br />

affermato nel panorama<br />

musicale italiano). Volevamo fare<br />

uscire molto di me e del mio passato<br />

nel brano, parlando di mie<br />

emozioni vissute e di amore verso<br />

la famiglia; rivolgendosi anche alle<br />

persone care scomparse che mancano<br />

ma che portiamo sempre nel<br />

cuore quotidianamente.<br />

Realizzerai anche un video della<br />

canzone? Se sì, hai già in mente<br />

come sarà?<br />

Sì il video uscirà a breve e il regista<br />

sarà Andrea Vialardi, già con<br />

me nel video Genova ’93, che è<br />

andato molto bene. Il video parlerà<br />

del fatto che ognuno può fissare<br />

il proprio traguardo, che si<br />

tratti di passione o altro, nella vita.<br />

Ma il traguardo può essere tante<br />

cose per ognuno di noi.<br />

Il tuo ultimo disco è del 2017,<br />

Parte di me. Il traguardo anticipa<br />

e preannuncia un disco nuovo?<br />

Puoi dare qualche anticipa-<br />

44<br />

45


zione?<br />

Sinceramente ancora non ci sto<br />

pensando a un disco nuovo perché<br />

è ancora troppo prematuro,<br />

diciamo che ora voglio impegnarmi<br />

su questo singolo e promuoverlo<br />

il più possibile sapendo che<br />

il settore è molto duro. Potrebbe<br />

anche essere il mio ultimo singolo<br />

staremo a vedere...<br />

Chi è o chi sono gli artisti italiani<br />

che stimi di più in questo momento<br />

e perché?<br />

Gli artisti che seguo ultimamente<br />

sono Tiziano Ferro, Ramazzotti e<br />

Raf ma li ho sempre seguiti. Perché<br />

mi è sempre piaciuto il pop<br />

italiano che emoziona che parla<br />

d’amore di emozioni vissute.<br />

Puoi indicare tre brani, italiani o<br />

stranieri, che ti hanno influenzato<br />

particolarmente?<br />

Mah tre brani non mi vengono<br />

in mente ma uno in particolare sì<br />

ed è Cosa resterà degli anni ’80 di<br />

Raf canzone molto bella e molto<br />

significativa per quegli anni dove<br />

si sognava di più e la musica a mio<br />

avviso era molto bella.


DARIO<br />

CRISMAN<br />

“Oltre” è il nuovo disco del pianista (Blue Spiral Records): un album<br />

“della maturità” ma anche una Fase 2 in un percorso da compiere<br />

Definisci “Oltre” il disco della<br />

tua “maturità artistica”: puoi<br />

spiegare perché?<br />

Certamente. Sono arrivato a un<br />

punto dell’esistenza in cui uno ini-<br />

zia a tirare le somme di ciò che<br />

ha fatto e soprattutto di ciò che<br />

è. Dico questo non solo in riferimento<br />

al mio cammino musicale,<br />

ma anche e soprattutto per il<br />

percorso di vita. Inevitabilmente,<br />

per me la musica definisce il mio<br />

risvolto più creativo e intimo, finisce<br />

per rappresentarmi, in quanto<br />

con essa mi ritrovo e mi “metto a<br />

nudo”. Questo fatto di essere quindi<br />

trasparente anche per chi mi<br />

ascolta, di palesarmi senza veli visto<br />

che si colgono sia i miei punti<br />

di forza ma anche le debolezze e<br />

le malinconie, mi fa sentire maturo<br />

e consapevole di ciò che sono.<br />

In questo senso quindi, oltre che<br />

“maturità artistica”, parlerei anche<br />

di consapevolezza in senso generale.<br />

Sono certo che di strada ne<br />

ho da fare ancora tantissima in<br />

tutti i sensi e spero di avere tempo,<br />

forza e occasioni per farlo, ma<br />

comunque al punto un cui sono<br />

mi sento abbastanza soddisfatto e<br />

stimolato per proseguire.<br />

Hai dichiarato che i quindici<br />

brani sono nati in un periodo relativamente<br />

breve, al ritorno da<br />

una vacanza a Tenerife. Ti capita<br />

spesso di scrivere i tuoi brani<br />

in modo molto rapido oppure è<br />

un’eccezione?<br />

Sì, mi capita spesso. Devo dire<br />

che sono quasi un creativo com-<br />

pulsivo, che produce con picchi<br />

di energia improvvisa che si alternano<br />

a fasi di quiete anche molto<br />

lunghi, nelle quali preferisco onestamente<br />

fare tutt’altro. Poi succede<br />

che mi trovo nel momento<br />

giusto, nel luogo giusto e con la<br />

carica giusta e compongo di getto<br />

tanti brani, come è successo<br />

appunto per quest’ album. Anzi,<br />

nelle fasi produttive il mio grande<br />

problema è quello di fare una cernita<br />

tra cosa tenere e cosa accantonare,<br />

perché la creatività a volte<br />

mi dà più spunti di quanti poi riesca<br />

a gestire razionalmente, perché<br />

uno dei grandi problemi dei<br />

compositori, secondo me, è proprio<br />

quello di riuscire a trascrivere<br />

tutte le intuizioni che arrivano e<br />

siccome ciò è quasi impossibile,<br />

devi sempre fare una scelta, con<br />

la conseguenza che molti spunti<br />

vanno purtroppo accantonati e<br />

persi.<br />

Essere ispirato dal luogo in cui<br />

sei o in cui sei stato è tipico per<br />

te o è una prerogativa di luoghi<br />

“speciali”?<br />

Direi che solamente i luoghi speciali<br />

mi portano a ispirarmi a<br />

48<br />

49


quello specifico ambiente. Più che<br />

riferirmi al posto, comunque, direi<br />

che si tratta di una semantica<br />

energetica, che in qualche modo<br />

riesco a captare e a tradurre in<br />

musica, a prescindere dalle caratteristiche<br />

esteriori del luogo.<br />

È una questione di energia, di vibrazioni,<br />

che si mantiene anche in<br />

tempi differiti, attivando il semplice<br />

ricordo di quell’esperienza percettiva,<br />

Abades per esempio è nato<br />

ripensando a un luogo per me<br />

bellissimo che i trova sulla costa<br />

sud di Tenerife, incredibile nella<br />

sua semplicità di natura. Molte<br />

composizioni, comunque, soprattutto<br />

nel passato sono semplicemente<br />

nate a casa, in giornate di<br />

vita normali. Spesso si mettono le<br />

mani sulla tastiera, si inizia a suonare<br />

e ne viene fuori qualcosa di<br />

buono, magari di mattina appena<br />

svegliato. Ho una fortuna, comunque:<br />

riesco di getto, direi pure improvvisando,<br />

a buttare giù brani<br />

interi, secondo me completi, che<br />

hanno un inizio, uno svolgimento<br />

e una soluzione finale, parecchi<br />

brani dell’album sono nati così.<br />

Quando suono, registro di con-<br />

tinuo, altrimenti con la memoria<br />

che mi ritrovo dimenticherei poi<br />

quasi tutto!<br />

Mi incuriosisce molto “Solaris”:<br />

come nasce?<br />

Mi fa piacere che questa domanda<br />

mi venga posta, perché questo<br />

brano, assieme ad Abades è uno di<br />

quelli che più mi rappresentano.<br />

Prende spunto dal film omonimo,<br />

l’originale, di Tarkovskij. A prescindere<br />

dai contenuti specifici<br />

e ai risvolti interpretativi di una<br />

sceneggiatura che ha una psicologia<br />

secondo me molto intensa<br />

e particolare, ricordo che c’era<br />

una scena che si ripeteva, dove<br />

si vedeva un vortice, un magma,<br />

un qualcosa di “energetico” che<br />

nei film si determinava poi, nelle<br />

intenzioni del regista, soprattutto<br />

come riferimento di realtà<br />

psichica. Questa immagine per<br />

me aveva idealmente un suono,<br />

una conformazione particolare<br />

di onde sonore che si sono fissate<br />

nella mia memoria di bambino,<br />

visto che la prima volta che lo vidi<br />

ero molto piccolo. Questo brano,<br />

adesso, vuole cogliere appunto la<br />

forma e l’immagine simbolica di<br />

quell’energia magmatica, di quel<br />

vortice infinito, che nel film se ricordo<br />

bene non aveva poi implicazioni<br />

molto positive per i protagonisti,<br />

ma a prescindere da ciò,<br />

un’energia quando nasce è sempre<br />

qualcosa di forte, di buono, di inconsueto<br />

e indeterminabile, al di<br />

là della storicizzazione seguente e<br />

delle implicazioni che se ne fanno.<br />

Parli di “Oltre” come di una tua<br />

nuova ripartenza. Verso dove?<br />

Sinceramente non lo so ancora di<br />

preciso. Però, almeno per quanto<br />

riguarda la musica, questo è<br />

un momento di transito, una fase<br />

di mezzo. Quasi esattamente un<br />

anno fa, ho pubblicato il mio primo<br />

album Impressioni che ha rappresentato<br />

per così dire la Fase 1<br />

di un progetto creativo abbastanza<br />

ampio. Oltre, ora, pubblicato con<br />

l’etichetta Blue Spiral Records,<br />

rappresenta idealmente la Fase 2 e<br />

si differenzia abbastanza, almeno<br />

come approccio composito, dal<br />

primo album. Ora sento la necessità<br />

di una Fase 3 che è ancora da<br />

definirsi, che al momento attuale<br />

non esiste proprio, ma che sento<br />

come necessaria per chiudere<br />

questa specie di trilogia. Vorrei<br />

che fosse qualcosa di completamente<br />

diverso rispetto agli altri<br />

due lavori. Nel primo album i brani<br />

erano molto precisi dal punto<br />

di vista formale e compositivo,<br />

erano quasi delle canzoni strumentali,<br />

con temi e armonie ben<br />

definiti e una forma ordinata, in<br />

Oltre i contorni narrativi sono invece<br />

abbastanza più sfumati, ho<br />

dato spazio al minimalismo come<br />

modalità espressiva, seppure inteso<br />

a modo mio, i temi sono più<br />

ripetitivi, ciclici e c’è una maggiore<br />

ricerca per le sonorità. Nel prossimo<br />

lavoro vorrei rompere tutti gli<br />

schemi precedenti ed esprimermi<br />

senza puntare a uno stile, vorrei<br />

cercare di non ripetere il me stesso<br />

precedente. So che dovrò lavorare<br />

molto perché la rottura degli<br />

schemi e l’abbandono delle prassi<br />

conosciute implica l’utilizzo di<br />

molto impegno ed energia, perciò<br />

sicuramente dovrò trovare anche<br />

stavolta il luogo giusto, la situazione<br />

giusta e la calma necessaria<br />

per riorganizzare le idee. Mi sa,<br />

quindi, che dovrò ritornare presto<br />

a Tenerife!<br />

50<br />

51


VASCO BRONDI<br />

“CARA CATASTROFE”<br />

#quellochesentivo<br />

Le luci della centrale elettrica si spegneranno presto, ma hanno lasciato<br />

bagliori notevoli: Vasco Brondi pubblica il proprio secondo album Per ora<br />

noi la chiameremo felicità nel 2010, anticipato dal video del primo singolo<br />

estratto, “Cara catastrofe”<br />

Voglio che funzioni. Quindi ti<br />

mostro come sono fatto dentro<br />

per farti capire cosa mi muove, e<br />

mi proteggo da quello che tu potresti<br />

farmi con dei piccoli e stupidi<br />

rimedi che non sapranno salvarmi,<br />

ma mi daranno l’illusione<br />

di poterlo fare.<br />

Sventoleremo le nostre radiografie<br />

per non fraintenderci<br />

Ci disegneremo addosso dei giubbotti<br />

antiproiettile<br />

Costruiremo dei monumenti assurdi<br />

per i nostri amici scomparsi<br />

Voglio che ci sia luce. Quindi, cara<br />

Catastrofe, sarà la luce del computer<br />

da cui ci scriveremo a risplendere,<br />

e leggendole ci tremerà<br />

il cuore come durante un terremoto,<br />

distanti e pronti a far volare<br />

i pensieri e i missili delle nostre<br />

intenzioni fraintese.<br />

Tra le lettere d’amore scritte a computer<br />

Che poi ci metteremo a tremare<br />

come la California, amore, nelle<br />

nostre camere separate<br />

A inchiodare le stelle<br />

A dichiarare guerre<br />

A scrivere sui muri che mi pensi<br />

raramente<br />

Voglio che tu sia felice. E quindi<br />

cerco di capire se ci sono anche<br />

lacrime sul tuo viso già bagnato<br />

dalla pioggia, che fa colare il<br />

trucco e colora le tue guance. Per<br />

porre rimedio, se ne sarò capace.<br />

Che se piangi ti si arrugginiscono<br />

le guance<br />

E per struccarti useranno delle nuvole<br />

cariche di piogge<br />

Adesso che sei forte<br />

Che se piangi ti si arrugginiscono<br />

le guance<br />

Chiara Orsetti<br />

52<br />

53

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!