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spicchi<br />
Circondario di Pistoia<br />
(mappa, 1901, coll. P. Bresci)<br />
Locandina illustrata degli anni<br />
Cinquanta, facente parte di una<br />
brochure turistica che invitava a<br />
visitare l’Appennino Pistoiese<br />
(mappa, anni Cinquanta,<br />
coll. G. Tronci)<br />
<strong>la</strong> velocità con i tempi lunghi del<strong>la</strong> storia,<br />
i manufatti tecnologici assunti a presenze<br />
monumentali suggel<strong>la</strong>no <strong>la</strong> dignità dell’architettura<br />
dell’utile, esibita per riconfigurare<br />
il paesaggio altrimenti ‘senza qualità’<br />
(L’Italia in posa 1997).<br />
Proprio il paesaggio “senza qualità” è quello<br />
su cui si proiettano gli effetti indotti dal passaggio<br />
del<strong>la</strong> linea <strong>ferrovia</strong>ria, dal<strong>la</strong> presenza<br />
delle stazioni con le aree di servizio e sosta<br />
per merci e passeggeri.<br />
Si tratta di un paesaggio incognito, ignoto ai<br />
più, ma presente nelle immagini e nel<strong>la</strong> memoria<br />
dei luoghi e che le cartoline postali<br />
restituiscono nel suo farsi, nel suo divenire,<br />
in una continua sfida fra rapidità dell’informazione<br />
e immediatezza delle immagini.<br />
Per il territorio pistoiese, trovatosi suo malgrado<br />
in posizione nodale per tre fondamentali<br />
linee <strong>ferrovia</strong>rie, <strong>la</strong> Lucchese, <strong>la</strong> Maria<br />
Antonia, <strong>la</strong> Porrettana (N. Marchi 2003), <strong>la</strong><br />
pervasiva evidenza del<strong>la</strong> <strong>ferrovia</strong> e dei suoi<br />
edifici venne assunta come significativa occasione<br />
di conquista di una posizione di primo<br />
piano nel panorama regionale dominato dall’immagine<br />
totalizzante di Firenze e dei suoi<br />
monumenti di storia e d’arte. Alle immagini<br />
“da cartolina” di strade, piazze, monumenti,<br />
dell’Arno e delle colline, che il pubblico<br />
internazionale conosceva e divulgava costruendo<br />
il mito di Firenze “città d’arte” e<br />
del “bel paesaggio”, Pistoia, <strong>la</strong> sua Montagna<br />
e <strong>la</strong> pianura d’Ombrone rispondevano con<br />
inedite immagini di arditi viadotti <strong>ferrovia</strong>ri,<br />
di edifici e manufatti frutto di tecnologie e<br />
di sperimentazioni, di impensate geografie<br />
delle campagne e degli abitati.<br />
E si disegnavano differenze, si precisavano<br />
identità, si promuovevano attività, luoghi,<br />
abitati.<br />
L’attraversamento <strong>ferrovia</strong>rio del<strong>la</strong> pianura<br />
pistoiese venne accompagnato da una capil<strong>la</strong>re<br />
riconfigurazione del<strong>la</strong> rete stradale,<br />
per altro attestata sulle storiche direttrici<br />
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