LXXIX Mostra Maestri Liguri fra Ottocento e Novecento - Genova
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24 Rubaldo Merello<br />
(Isolato Valtellina (SO) 1872 - Santa Margherita Ligure (GE) 1922)<br />
Rocce e mare a San Fruttuoso<br />
Olio su tela<br />
Cm 50 x 45<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1910 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della mostra Rubaldo Merello, <strong>Genova</strong> 1970<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Rubaldo Merello, Palazzo dell’Accademia Ligustica, <strong>Genova</strong> 1970<br />
- Rubaldo Merello tra Divisionismo e Simbolismo - Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza,<br />
Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, <strong>Genova</strong> 2017<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Bruno e F. Sborgi (a cura di), Rubaldo Merello, catalogo della mostra, Palazzo dell’Accademia<br />
Ligustica, <strong>Genova</strong> 1970, n° 20 di catalogo, riprodotto a pag. 109<br />
- G. Bruno e E. Veruggio (a cura di), Rubaldo Merello, catalogo generale, <strong>Genova</strong> 1970, riprodotto<br />
a pag. 100<br />
- G. Bruno e L. Perissinotti (a cura di), Rubaldo Merello, catalogo della mostra, Accademia Ligustica<br />
di Belle Arti, <strong>Genova</strong>, Palazzo della Permanente, Milano, Edizioni Iride, <strong>Genova</strong> 1990, n° 10<br />
del repertorio opere, riprodotto a pag. 200<br />
- M. Fochessati e G. Franzone (a cura di), Rubaldo Merello tra Divisionismo e Simbolismo -<br />
Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza, catalogo della mostra, Palazzo Ducale Fondazione per<br />
la Cultura, Sagep Editori, <strong>Genova</strong> 2017, n° 3 di catalogo, riprodotto a pag. 88<br />
Lirico e visionario, il prezioso dipinto si presenta come un distillato delle caratteristiche tecniche<br />
e delle intenzioni poetiche di Rubaldo Merello. Ai riflessi sul mare in primo piano, eseguiti<br />
con minuti tocchi di colore quasi puntinisti, seguono le campiture piatte della superficie calma<br />
della baia, tanto trasparente da lasciarne intravedere il fondale. Alla morbidità plastica degli<br />
scogli e delle rocce, come pagliuzze vive e quasi incandescenti (C. Brandi 1956) sono accostati<br />
i filamenti cromatici delle fronde dei pini. I colori complementari e le accese contrapposizioni<br />
cromatiche stimolano l’osservazione dell’opera; la presenza della costruzione solitaria e apparentemente<br />
inanimata, ne favorisce la partecipazione emotiva.<br />
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