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La mafia uccide solo d'estate - Pixartprinting

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36 - TRADUZIONI E VARIANTI<br />

TRADUZIONI<br />

LUNGOMETRAGGI<br />

Johnny Stecchino<br />

di Roberto Benigni, 1991<br />

Il film Johnny Stecchino, nella narrazione<br />

degli episodi mafiosi che<br />

fanno da sfondo alla vicenda centrale<br />

del lungometraggio, sottende<br />

allo stesso filone ironico che<br />

caratterizza <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong>. L’intreccio prende forma<br />

in un alternarsi di scene paradossali<br />

e beffarde che trascinano gli<br />

avvenimenti lungo il proprio svolgersi<br />

e che lasciano trasparire una<br />

narrazione segretamente ordinata<br />

dall’imprevedibile e dalla logica<br />

della casualità fortuita: proprio la<br />

stessa tecnica registica e narrativa<br />

utilizzata da Pif. Il tema dalla <strong>mafia</strong><br />

fa da sfondo all’intreccio e ne<br />

giustifica il proseguire, sebbene, rispetto<br />

a <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>,<br />

il film risulti meno apertamente<br />

istruttivo e volto alla sensibilizzazione.<br />

Tuttavia, nello scioglimento,<br />

come nella pellicola prima citata, si<br />

evince la medesima superiore forza<br />

regolatrice che governa il divenire<br />

e consegna i mafiosi alla giustizia.<br />

<strong>La</strong> leggenda<br />

di Al, John e Jack<br />

di Massimo Venier, 2002<br />

<strong>La</strong> leggenda di Al, John e Jack ironizza<br />

sul tema della <strong>mafia</strong> tramite<br />

l’abbassamento dei personaggi.<br />

Similmente a <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong> i personaggi non vengono<br />

delineati come garanti di rispetto e<br />

ammirazione ed idealizzati a figure<br />

eroiche ma anzi, emerge il loro<br />

lato più umano in una rappresentazione<br />

che si profila sicuramente<br />

come beffarda e distorta. Vi è sempre<br />

il leitmotiv del caso che, come<br />

nel lungometraggio di Pif, funge da<br />

traccia nello svilupparsi degli episodi.<br />

<strong>La</strong> matassa<br />

di Giambattista Avellino, 2009<br />

Ne “<strong>La</strong> matassa”, con Ficarra e Picone<br />

emerge un’ironia diversa nei<br />

mezzi ma similmente applicata al<br />

fenomeno della <strong>mafia</strong>. Ne risulta<br />

un abbassamento dei personaggi<br />

malavitosi e l’ironia più evidente<br />

è quella ai danni del sistema mafioso,<br />

così segreto e così sommerso<br />

che tra gli stessi malviventi un colloquio<br />

decisionale pare un infinito<br />

processo. Anche in questo caso alla<br />

fine del film i mafiosi vengono arrestati<br />

passando da una situazione<br />

di egemonia nei confronti dei protagonisti<br />

a quella di totale sconfitta.

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