La mafia uccide solo d'estate - Pixartprinting
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SCHEDA DEL GRUPPO<br />
LA FAMIGLIA CHILLY<br />
BOSS<br />
Giulia Lissoni<br />
CONSIGLIERE<br />
Lorenzo Ambrosini<br />
SOTTOBOSS<br />
Margherita Dallaiti<br />
Ricerca<br />
CAPODECINA<br />
Luca Longa<br />
Contesto<br />
Decostruzione formale<br />
Testimonianze<br />
PICCIOTTO<br />
Davide Macchi<br />
PICCIOTTO<br />
Giorgia Piacentini<br />
Traduzioni e varianti<br />
Modello culturale<br />
Audience<br />
Modello economico<br />
Transmediazione<br />
Abstract<br />
L’elaborato si concentra per larga parte sulla ricerca e sull’analisi degli<br />
aspetti sociali e strettamente legati al fine della sensibilizzazione rispetto<br />
alla tematica centrale di cui il film si fa portatore. In particolare, ci si è soffermati,<br />
come il lungometraggio richiede, sull’analisi del fenomeno <strong>mafia</strong><br />
e dell’impatto che ha avuto a livello sociale sia nel contesto fittizio che in<br />
quello storico degli anni ’70, ’80 e ’90. Il taglio che è stato dato all’elaborato<br />
a livello grafico è l’adozione di un metodo che si ispira all’ideologia giornalistica,<br />
secondo importante tema affrontato nel film, per trattare con serietà<br />
la tematica <strong>mafia</strong> e più nel dettaglio Cosa Nostra. Per quanto riguarda<br />
la transmediazione, non volendo slegarci dagli importanti valori sopracitati,<br />
è stato introdotto il fenomeno <strong>mafia</strong> in quello che secondo noi è uno<br />
dei mezzi più efficaci per arrivare al maggior numero di persone, ovvero<br />
il gioco da tavolo. Con questo espediente è stata progettata una versione<br />
del gioco Risiko! che oltre ad avere il fine della denuncia, diventa mezzo<br />
di istruzione e diffusione rispetto a una tematica che al giorno d’oggi non<br />
è conosciuta come dovrebbe.
INDICE<br />
7 - Descrizione e rappresentazione 40 -<br />
Modello culturale<br />
14 -<br />
- Introduzione<br />
- Nota di regia<br />
- Formato e supporto<br />
- Personaggio chiave<br />
- Sinossi e premi<br />
Periodo e contesto<br />
- Mappa di Palermo<br />
- Timeline (inserto)<br />
- Mafia e anti<strong>mafia</strong><br />
- Citazioni secondarie<br />
52 -<br />
- Linguaggio<br />
- Tematiche<br />
- Regia e tecniche di ripresa<br />
- Colori e fotografia<br />
- Brand<br />
- Aspetto ideologico<br />
Audience<br />
- Aspetto generazionale<br />
- Target<br />
- Aspetto comunicativo<br />
20 -<br />
Decostruzione formale<br />
58 -<br />
Modello economico<br />
32 -<br />
- Mappa delle relazioni<br />
- Analisi dei personaggi<br />
- Analisi dei personaggi<br />
- Il viaggio dell’eroe<br />
Testimonianze<br />
- Interviste<br />
- T<strong>estate</strong> giornalistiche<br />
- Premi<br />
- Recensioni<br />
- Pif dice...<br />
63 -<br />
- Distribuzione<br />
- Incassi<br />
Traduzione intermediale<br />
- Quadro sinottico<br />
- Transmediazione<br />
36 -<br />
Traduzioni e varianti<br />
- Lungometraggi<br />
- Produzioni musicali<br />
- Serie televisiva<br />
- Spettacolo teatrale<br />
73 -<br />
Sitografia
- 7<br />
INTRODUZIONE<br />
In questo elaborato abbiamo deciso di analizzare il film di Pif <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, prodotto cinematografico che ha ottenuto grande successo<br />
per l’aver saputo affrontare una tematica delicata a livello sociale e<br />
politico con i giusti toni e senza esagerazioni. Il film è stato infatti riconosciuto<br />
per i suoi alti valori civili e sociali grazie a un trattamento del tema<br />
che è risultato essere stato affrontato coerentemente rispetto a quello che<br />
fu il contesto dell’epoca.<br />
Da un’analisi in parallelo del contesto storico con quello narrato, siamo<br />
passati ad analizzare la struttura del film nelle sue componenti narrative,<br />
comprendendo l’intreccio delle relazioni tra i personaggi e la decostruzione<br />
della trama.<br />
Abbiamo analizzato come sono stati affrontati gli aspetti e le tematiche<br />
all’interno della narrazione in particolare in riferimento ai personaggi e<br />
alla società rappresentata, punto di partenza per la comprensione delle<br />
dinamiche storiche e relazionali.<br />
Decostruendo il testo mediale ci siamo resi conto della profonda attenzione<br />
che è stata fatta nel ricostruire la realtà storica a livello rappresentativo<br />
e narrativo: il sistema non si limita a illustrare la realtà superficialmente<br />
ma ne approfondisce gli aspetti legati ai fenomeni sociali e generazionali.<br />
In ultima analisi sono stati riconosciuti gli aspetti legati a audience e economia,<br />
inquadrando il film in un contesto distributivo mondiale.<br />
All’interno di quest’analisi sono stati ricavati i punti chiave esplicitati nel<br />
quadro sinottico e utili alla definizione di una transmediazione efficace<br />
che fosse appunto fondata su aspetti critici e rappresentativi.
- 9<br />
“A<br />
vete presente quando rivedete una vecchia<br />
foto degli anni Ottanta, magari di una<br />
ragazza per la quale avevate perso la<br />
testa? Per quanto bella possa essere la ragazza,<br />
i vostri occhi, o almeno i miei, saranno attratti<br />
da un elemento particolare: le spalline! Le<br />
ragazze indossavano le orrende spalline, perché<br />
andavano di moda. E voi vi chiedete: ma come<br />
mai le spalline entravano nella mia vita ed io<br />
non dicevo nulla?<br />
Ecco, una domanda simile me la sono posta con<br />
Palermo, la città dove sono nato e cresciuto.<br />
Infatti, un giorno mi sono fermato e ho<br />
guardato indietro. E lì la domanda: ma come è<br />
possibile che a Palermo la <strong>mafia</strong> entrasse così<br />
prepotentemente nella vita delle persone e in<br />
pochi dicevano qualcosa?<br />
Il tempo ti rende più lucido, più distaccato e<br />
allora capisci gli assurdi compromessi che<br />
si fanno con la vita, in maniera più o meno<br />
cosciente, per andare avanti. E fai finta che alla<br />
fine tutto vada bene. Accettazione delle spalline<br />
compresa.<br />
Perché è faticoso uscire dal coro. Perché, per<br />
quanto amaro possa essere, sul momento si vive<br />
meglio abbassando la testa, e poi si vedrà.<br />
Allora, essere un bambino a volte conviene.<br />
Perché imiti i tuoi modelli, cioè gli adulti.<br />
E se per loro non ci sono problemi, non ci sono<br />
neanche per te.<br />
I problemi arrivano quando, un giorno, il<br />
bambino capisce che la <strong>mafia</strong> non <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />
d’<strong>estate</strong>.<br />
”<br />
Nota di regia di Pif
10 -<br />
D
- 11<br />
FORMATO<br />
Tipo di testo mediale: film<br />
Regia: Pif<br />
Genere: cinema civile<br />
Soggetto: Pif, Michele Astori, Marco Martani<br />
Casa di produzione: Rai Cinema, Wildside; in<br />
collaborazione con MTV Italia e MiBAC<br />
Produttore esecutivo: Olivia Sleiter<br />
Distribuzione (Italia): 01 Distribution<br />
Durata: 85 minuti<br />
Sonoro: Dolby Digital<br />
Camera: Arri Alexa Plus<br />
Formato pellicola: 35 mm / D-Cinema<br />
SUPPORTO<br />
STREAMING<br />
<strong>La</strong> visione in streaming è<br />
disponibile gratuitamente<br />
su Rai Cinema Channel, su<br />
Netflix con abbonamento,<br />
e a noleggio su Timvision,<br />
Microsoft Store, PlayStation,<br />
Chili e Rakuten TV. Inoltre<br />
Apple iTunes offre la<br />
possibilità di noleggiarlo<br />
in alta definizione<br />
FORMATO DIGITALE<br />
È possibile acquistare il film<br />
in formato digitale tramite<br />
diversi siti. Acquistabile<br />
tramite Apple iTunes.<br />
PlayStation, Timvision,<br />
Microsoft Store, Chili e<br />
Rakuten TV<br />
Fonti: JustWatch, MYmovies<br />
TELEVISIONE<br />
Il 21 novembre 2015 viene<br />
mandato per la prima<br />
volta in tv su Rai 1.<br />
Occasionalmente viene<br />
ritrasmesso<br />
DVD e BLU-RAY<br />
DVD e Blu-ray vengono<br />
rilasciati il 15 maggio 2014<br />
DOVE VEDERE IL FILM?
12 - DESCRIZIONE E RAPPRESENTAZIONE<br />
PERSONAGGIO CHIAVE<br />
Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif<br />
N<br />
ato a Palermo il 4 giugno<br />
1972, Pierfrancesco Diliberto,<br />
in arte Pif, fin da piccolo<br />
manifesta grande interesse nei<br />
confronti del cinema e non appena<br />
ne ha occasione comincia a lavorare<br />
al fianco di Franco Zeffirelli nel<br />
film Un tè con Mussolini (1999) e di<br />
Marco Tullio Giordana nei I cento<br />
passi (2000), fino a quando dopo<br />
aver seguito un concorso di Mediaset<br />
diventa autore televisivo. <strong>La</strong>vora<br />
come autore per il programma<br />
Candid e video show su Italia1, per<br />
poi approdare come autore e inviato<br />
nel programma Le Iene. Acquista<br />
indipendenza nel 2007 quando<br />
MTV gli da la possibilità di realizzare<br />
il suo programma televisivo,<br />
facendo nascere così prima Il Testimone<br />
(2007) e poi Il Testimone VIP<br />
(2011). Il successo completo arriva<br />
grazie al suo esordio come regista<br />
nel 2013 con <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />
d’<strong>estate</strong> e nel 2016 con In guerra<br />
per amore, con cui afferma le sue<br />
doti registiche e televisive vincendo<br />
anche premi prestigiosi tra cui<br />
il David di Donatello come miglior<br />
regista esordiente.<br />
Il rapporto con la <strong>mafia</strong><br />
Palermitano di nascita, Pif ha vissuto<br />
quotidianamente per i primi<br />
vent’anni della sua vita col fenomeno<br />
della <strong>mafia</strong> e di Cosa Nostra. Ha<br />
preso piano piano coscienza di questa<br />
realtà col tempo fino ad arrivare<br />
in età adulta a riflettere sul suo<br />
passato e a porsi la fatidica domanda<br />
“Ma come è possibile che a Palermo<br />
la <strong>mafia</strong> entrasse così prepotentemente<br />
nella vita delle persone e in<br />
pochi dicevano qualcosa?”. Da qui<br />
nasce il suo percorso di iniziative<br />
anti<strong>mafia</strong> che lo confermano come<br />
uno dei maggiori portavoce in merito<br />
alla questione. Nel 2012 pubblica<br />
il racconto Sarà stata una fuga di<br />
gas nella raccolta Dove Eravamo.<br />
Vent’anni dopo Capaci e via D’Amelio,<br />
AA.VV. (Caracò Editore), in<br />
commemorazione dei 20 anni dalla<br />
morte di Giovanni Falcone e Paolo<br />
Borsellino. L’anno successivo esordisce<br />
come regista col film <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’Estate, con cui denuncia<br />
il fenomeno di Cosa Nostra a<br />
Palermo. Nasce da qui l’iniziativa<br />
di sviluppare il film in serie tv, che<br />
viene trasmessa su Rai 1 in prima<br />
serata a partire dal 21 novembre<br />
2016 e di cui sono state realizzate<br />
finora 2 stagioni. Partecipa come<br />
ospite a diverse trasmissioni televisive<br />
per discutere il tema <strong>mafia</strong>; tra<br />
le più recenti apparizioni televisive<br />
troviamo la sua partecipazione alla<br />
trasmissione di Rai 1 Falcone e Borsellino<br />
andata in onda il 23 maggio<br />
2017, in occasione dei 25 anni dalla<br />
morte dei due giudici, con cui sono<br />
stati ripercorsi i luoghi di interesse<br />
di Palermo.
- 13<br />
Sinossi<br />
dal sito ufficiale del film<br />
“Crescere e amare nella Palermo della <strong>mafia</strong>. Un<br />
racconto lungo vent’anni attraverso gli occhi di<br />
un bambino, Arturo, che diventa grande in una<br />
città affascinante e terribile, ma dove c’è ancora<br />
spazio per la passione e il sorriso. <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> è, infatti, una storia d’amore<br />
che racconta i tentativi di Arturo di conquistare<br />
il cuore della sua amata Flora, una compagna di<br />
banco di cui si è invaghito alle elementari e che<br />
vede come una principessa. Sullo sfondo di questa<br />
tenera e divertente storia, scorrono e si susseguono<br />
gli episodi di cronaca accaduti in Sicilia<br />
tra gli anni ‘70 e ‘90. Un modo nuovo di raccontare<br />
la <strong>mafia</strong>. Un film che dissacra i boss e restituisce<br />
l’umanità dei grandi eroi dell’anti<strong>mafia</strong>. Un<br />
sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili<br />
degli omicidi eccellenti.”<br />
Uno sguardo al film<br />
<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> è il<br />
mezzo con cui Pif affronta la questione<br />
tanto delicata quanto spinosa<br />
della <strong>mafia</strong> palermitana dagli<br />
anni ’70 agli anni ‘90, in particolare<br />
della sua infiltrazione nella società<br />
e della sua accettazione passiva da<br />
parte di tutti. Ispirandosi a quella<br />
che fu la sua infanzia e adolescenza,<br />
non è un caso che Pif abbia<br />
deciso di tracciare la realtà storica<br />
attorno alla vita fittizia di un<br />
bambino palermitano mostrando<br />
al pubblico come essa si intrecci e<br />
venga allo stesso tempo ostacolata<br />
dagli avvenimenti mafiosi che hanno<br />
sconvolto la storia. Pif analizza<br />
il tema mettendo a confronto due<br />
generazioni che nel contesto storico<br />
hanno vissuto questo fenomeno<br />
in maniera diversa; se da una parte<br />
gli adulti la vivevano con rassegnazione<br />
e accettazione culturale,<br />
dall’altra viene mostrato come la<br />
<strong>mafia</strong> colpisca i bambini con interesse<br />
e curiosità, a partire dal fatto<br />
che essa rappresenti una fonte di<br />
mistero nel momento in cui viene<br />
negata e sminuita da tutti. È notevole<br />
notare anche come la <strong>mafia</strong><br />
stessa influenzi la vita del piccolo<br />
Arturo, e di come Pif decida di far<br />
coincidere ad ognuno di questi avvenimenti<br />
di importanza storica<br />
la progressiva presa di coscienza<br />
da parte del bambino dell’esistenza<br />
di Cosa Nostra. Il risultato è un<br />
film denuncia in cui il tema viene<br />
analizzato con espedienti ironici<br />
che tendono a satirizzare la <strong>mafia</strong><br />
e i suoi personaggi, integrando una<br />
storia d’amore impossibile e quasi<br />
ventennale nella storia di Palermo,<br />
che diventa il contesto per cui l’innocenza<br />
infantile si evolve in coscienza<br />
e impegno adulti, non <strong>solo</strong><br />
di Arturo, ma dei cittadini palermitani<br />
stessi.<br />
Premi vinti<br />
2013<br />
Torino film Festival<br />
• Premio del pubblico a Pif<br />
2014<br />
David di Donatello<br />
• Miglior regista esordiente a Pif<br />
• David dei Giovani a Pif<br />
Nastri d’argento<br />
• Miglior regista esordiente a Pif<br />
• Migliore soggetto a Pif, Michele<br />
Astori, Marco Martani<br />
Globo d’oro<br />
• Migliore sceneggiatura a Pif,<br />
Michele Astori, Marco Martani<br />
European Film Award<br />
• Migliore commedia a Pif<br />
Bari International<br />
Film Festival<br />
• Migliore commedia a Pif<br />
Trailers FilmFest<br />
• Premio del pubblico Miglior<br />
Trailer della stagione<br />
cinematografica<br />
Città di Misilmeri<br />
• Premio Rocco Chinnici<br />
Fonte: IMDb
14 - PERIODO E CONTESTO<br />
Il grafico illustra la mappa di Palermo<br />
con evidenziati i luoghi legati<br />
alla realtà storica e quelli legati al<br />
film.<br />
7<br />
5<br />
8<br />
1<br />
2<br />
6<br />
2<br />
3<br />
4 4<br />
3<br />
5<br />
1<br />
LEGENDA<br />
Luoghi storici<br />
6<br />
2<br />
2<br />
Luoghi storici citati<br />
Luoghi che nella relatà e nella fiction coincidono<br />
1<br />
Luoghi di Palermo extra<br />
1
- 15<br />
MAPPA DI PALERMO<br />
Luoghi e contesto storico<br />
Il film è ambientato nella città<br />
di Palermo, capoluogo siciliano<br />
in cui è nata e si è sviluppata<br />
Cosa Nostra. Quello che viene tracciato<br />
all’interno della narrazione è<br />
un percorso che esplora la città in<br />
ambito politico e sociale a partire<br />
dalla fine degli anni ’60 con la Strage<br />
di viale <strong>La</strong>zio, fino ai funerali di<br />
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />
avvenuti nel 1992 nella Chiesa<br />
di S. Domenico.<br />
Con lo scopo di voler verificare che<br />
i fatti legati alla realtà storica fossero<br />
rappresentati fedelmente, è stata<br />
condotta un’analisi dei luoghi significativi<br />
in tema <strong>mafia</strong>. Essi sono<br />
stati successivamente confrontati<br />
con le ambientazioni del film, col<br />
risultato che <strong>solo</strong> due ambientazioni<br />
rispettano la verità storica. Non<br />
è stato sempre possibile identificare<br />
geograficamente i luoghi utilizzati<br />
per le riprese, ma mettendo a<br />
confronto i reperti storici con i frame<br />
dal film, è stato riscontrato che<br />
spesso non coincidono.<br />
Luoghi storici<br />
1-Viale lazio 108 - Strage di viale <strong>La</strong>zio - 9/12/69<br />
2-Bar lux - Omicidio di Boris Giuliano - 21/7/79<br />
3-Via I. Carini - Omicidio di dalla Chiesa - 3/9/82<br />
4-Via Pipitone - Omicidio di Rocco Chinnici -29/7/83<br />
5-Capaci - Omicidio di Giovanni Falcone - 23/5/92<br />
6-Via d’Amelio - Omicidio di Paolo Borsellino - 19/7/92<br />
7-Via delle palme - Omicidio di Salvo Lima - 12/3/92<br />
8-Via Gian Lorenzo Bernini 54 - Casa di Totò Riina<br />
9-Corso dei Mille - Casa di Filippo Marchese<br />
Luoghi che nella realtà e nella fiction<br />
coincidono<br />
1-Chiesa di S. Domenico – Funerali di Carlo Alberto<br />
dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />
2-Questura di Palermo - Ufficio di dalla Chiesa<br />
Luoghi storici citati<br />
1-Piazzale Anelli - Omicidio di F. Aparo - 11/1/79<br />
2-Viale Campania - Omicidio di M. Francese - 26/1/79<br />
3-Via E. de Amicis - Omicidio di C. Terranova - 25/9/79<br />
4-Via della Libertà - Omicidio di P. Mattarella - 6/1/79<br />
5-Via Cavour - Omicidio di Gaetano Costa - 6/8/80<br />
6-Via Li Muli - Omicidio di Pio la Torre - 3/10/82<br />
Luoghi di Palermo legati alla fiction<br />
1-Cimitero di Santa Maria del Gesù - Appuntamento<br />
di Flora e Arturo<br />
2-Mercato di Ballarò - Riprese per la campagna<br />
elettorale di Salvo Lima<br />
9
16 - PERIODO E CONTESTO<br />
VITTIME DI MAFIA<br />
“Ma come, la <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>?<br />
In realtà, chiunque vive sotto protezione sa benissimo<br />
che in <strong>estate</strong> tutta la sicurezza aumenta<br />
perché le organizzazioni da sempre sanno che<br />
<strong>uccide</strong>re d’<strong>estate</strong> significa non avere risposta. Significa<br />
non avere sdegno. C’è altro a cui pensare.<br />
C’è da rilassarsi. Si sta al mare, in spiaggia.<br />
Come in parlamento, le leggi più ambigue, i decreti<br />
più grigi passano esattamente d’<strong>estate</strong>, allo<br />
stesso tempo le organizzazioni seguono questo<br />
percorso. Sanno esattamente che la grammatica<br />
del divertimento non potrà essere interrotta e<br />
quindi si può colpire d’<strong>estate</strong>.”<br />
Roberto Saviano, <strong>La</strong> Mafia Uccide Solo<br />
D’Estate - Sguardo Leggero<br />
PRIMAVERA<br />
ESTATE<br />
AUTUNNO<br />
INVERNO<br />
1980<br />
1988<br />
1992<br />
1969<br />
1982 1983<br />
1979 1985 1989<br />
1979 1981<br />
1982 1985 1990 1971 1978 1980<br />
1979<br />
1991<br />
1970 1972<br />
1985 1988 1990<br />
1992<br />
1975 1977 1990<br />
1982 1985 1991<br />
<strong>La</strong> Mafia in Sicilia nasce alla fine<br />
XIX secolo con lo spostamento dei<br />
grandi propietari terrieri nelle città,<br />
lasciando l’occupazione delle<br />
terre ai futuri boss che avrebbero<br />
offerto “protezione” ai contadini<br />
contro il malgoverno feudale. Con<br />
l’Unità d’Italia il fenomeno inizia ad<br />
essere considerato come organizzazione<br />
criminale, ma al contempo<br />
diventa più violento, con l’impiego<br />
di minacce, danneggiamenti e<br />
omicidi. Nel secondo dopo guerra<br />
lo sviluppo economico permette<br />
anche a Cosa nostra di aumentare<br />
il proprio potere, che era stato<br />
fortemente compromesso dal Ventennio<br />
Fascista. L’organizzazione<br />
si allarga in particolare nel settore<br />
dell’edilizia, con il cosiddetto Sacco<br />
di Palermo, un’espessione utilizzata<br />
negli anni Cinquanta e Sessanta<br />
per indicare il vertiginoso sviluppo<br />
nella fisionomia della città. Per il<br />
controllo delle città iniziano anche<br />
le faide all’nterno dell’organizzazione<br />
stessa, vessando l’intera città<br />
con agguati e omicidi. Con l’impegno<br />
di giornalisti e istituzioni gli<br />
obiettivi diventano sempre di più<br />
gli oppositori, che pagano l’impegno<br />
civile con la propria vita.<br />
In Italia tra il 1879 e il 2017 si contano<br />
circa 955 vittime di <strong>mafia</strong>, “<strong>solo</strong>”<br />
439 in Sicilia. Il numero sale a più<br />
di 5000 se si tengono in considerazione<br />
anche gli stessi mafiosi uccisi.<br />
Nel grafico riportato si evidenziano<br />
le principali vittime di <strong>mafia</strong> divise<br />
per stagione nel periodo storico<br />
considerato dal film, dalla strage<br />
di viale <strong>La</strong>zio, il 10 dicembre 1969,<br />
alla strage di via D’Amelio, il 19 luglio<br />
1992. Come si può notare, effettivamente<br />
l’<strong>estate</strong> è la stagione in<br />
cui il numero di omicidi è maggiore,<br />
pur essendoci numerose morti<br />
anche nelle altre stagioni.<br />
1980 1983<br />
1984 1991 1992<br />
Stragi<br />
Omicidi<br />
Fonti: Libera, Wikipedia
- 17<br />
PUNTI CHIAVE DELLA LOTTA ANTIMAFIA<br />
Pool anti<strong>mafia</strong><br />
In Sicilia ogni giudice dell’Ufficio Istruzione lavorava<br />
in solitaria contro i mafiosi che gli venivano affidati,<br />
senza poi condividere le informazioni ricavate, che potevano<br />
essere utili ad altri colleghi nelle loro indagini.<br />
Dopo gli omicidi degli anni ‘80 del Capitano dei Carabinieri<br />
Emanuele Basile, il 4 maggio, e del procuratore<br />
Gaetano Costa, il 6 agosto, Rocco Chinnici decise di<br />
centralizzare le indagini creando il Pool Anti<strong>mafia</strong> in<br />
modo che tutti potessero condividere le informazioni<br />
ricavate per aiutarsi nelle indagini.<br />
Nascita del Pool: 16 novembre 1983<br />
Membri: Rocco Chinnici (Capo, muore il 9.7.83)<br />
Giovanni Falcone<br />
Paolo Borsellino<br />
Giuseppe Di Lello<br />
Antonino Caponnetto (Capo dal 9.11.83)<br />
Leonardo Guarnotta<br />
Scioglimento: 16 dicembre 1987<br />
Maxiprocesso<br />
Il Maxiprocesso di Palermo rappresenta la prima vera<br />
reazione dello Stato Italiano nei confronti della <strong>mafia</strong><br />
siciliana. Esso fu reso possibile grazie alla nascita del<br />
Pool Anti<strong>mafia</strong> di Palermo, che si impegnò nella lotta<br />
contro Cosa Nostra. Si svolse nell’aula Bunker del Carcere<br />
Ucciardone di Palermo tra il 10 febbraio 1986 e il<br />
16 dicembre 1987.<br />
Pentitimenti<br />
03.04.86 Dichiarazione di Tommaso Buscetta<br />
11.04.86 Dichiarazione di Salvatore Contorno<br />
11.06.86 Dichiarazione di Vincenzo Sinagra<br />
Punti Salienti Del Processo<br />
Imputati Del Processo<br />
- 29.07.1983<br />
Muore Rocco Chinnici nella Strage di<br />
Via Pipitone mentre indaga al Rapporto<br />
dei 162 assieme a Ninni Cassarà.<br />
Detenuti (207)<br />
- 16.11.1983<br />
Antonino Caponnetto viene chiamato<br />
in Sicilia per sostiuire Rocco Chinnici.<br />
26%<br />
<strong>La</strong>titanti (121)<br />
- 08.08.1985<br />
- 08.11.1985<br />
Muore Ninni Cassarà, capo della squadra<br />
mobile.<br />
Falcone e Borsellino vengono trasferiti<br />
al carcere dell’Asinara per completare<br />
il processo.<br />
Sentenza contro il mafioso Giovanni<br />
Abbate nell’Aula Bunker.<br />
9%<br />
21%<br />
44%<br />
Arresti<br />
domiciliari (44)<br />
Libertà<br />
provvisoria<br />
(102)<br />
- 10.02.1986<br />
- 20.02.1986<br />
- 07.10.1986<br />
- 16.12.1987<br />
Inzio del Maxiprocesso con le testimonianze<br />
dei pentiti.<br />
Viene arrestato a Ciaculli Michele Greco<br />
detto “il Papa”, capo della Cupola di<br />
Cosa nostra.<br />
Omicidio di Claudio Domino, la cui<br />
madre lavorava nell’aula Bunker.<br />
Emissione della sentenza e scioglimento<br />
del Pool Anti<strong>mafia</strong>.<br />
Partecipanti<br />
Pubblici<br />
Ministeri<br />
Presidenti<br />
Giudici a latere<br />
Giuseppe Ayala e<br />
Domenico Signorino<br />
Alfonso Giordano e<br />
Antonio Prestipino<br />
Pietro Grasso e<br />
Claudio Dell’Acqua
18 - PERIODO E CONTESTO<br />
CITAZIONI SECONDARIE<br />
Pif non rinuncia a nascondere, anche<br />
nei dettagli più piccoli del film,<br />
la sua vasta conoscenza della storia<br />
della <strong>mafia</strong> Palermitana e nasconde<br />
in alcune battute avvenimenti<br />
minori che puntano – supportati da<br />
una base di verità – a enfatizzare la<br />
narrazione principale, sia allo spettatore<br />
che conserva memoria del<br />
periodo, sia a chi vede il film come<br />
primo approccio al tema della Mafia.<br />
Giornalismo e <strong>mafia</strong><br />
Quando Francesco parla con Arturo<br />
di quanto sia duro il lavoro di<br />
giornalista specifica che anche lui<br />
si è esposto contro le attività mafiose<br />
e il giornale per il quale lavora<br />
lo ha trasferito nell’ambito dello<br />
sport. <strong>La</strong> notizia viene stemperata<br />
dal fraintendimento di Arturo che<br />
stupito chiede se gli piaccia lo sport<br />
e Francesco risponde: “No, mi fa<br />
schifo”. Questo dettaglio n riferimento<br />
alla collusione dei mezzi di<br />
informazione locali che tendevano<br />
a non esporsi contro gli atti mafiosi<br />
preferendo tacere o distorcere e<br />
minimizzare le informazioni praticando<br />
una vera e propria autocensura<br />
ma potrebbe essere un riferimento<br />
più esplicito alla vicenda del<br />
giornalista Mauro De Mauro, vittima<br />
di <strong>mafia</strong> che era stato trasferito<br />
all’interno del giornale L’Ora dalla<br />
redazione della Cronaca a quella<br />
dello Sport prima di essere rapito e<br />
ucciso il 16 settembre 1970.<br />
Pif e la figura di Arturo<br />
Ulteriore conferma degli aspetti<br />
autobiografici del personaggio di<br />
Arturo è il coinvolgimento nel concorso<br />
promosso dal Banco di Trinacria<br />
“Giornalista per un mese” che<br />
lo porta a chiedere un intervista<br />
al gen. Carlo Alberto dalla Chiesa.<br />
Dopo che il ragazzo ha terminato di<br />
leggere alla classe il suo articolo dal<br />
Giornale di Palermo, i suoi compagni<br />
lo omaggiano con un applauso.<br />
A Questo punto Fofò, evidentemente<br />
infastidito dalle attenzioni rivolte<br />
ad Arturo prende la parola e<br />
alzandosi racconta “L’autista di mio<br />
padre, mi ha detto che ha visto, dentro<br />
un’auto posteggiata in doppia<br />
fila, la testa mozzata di un signore<br />
con gli occhiali da sole! E il resto<br />
del corpo era nel bagagliaio. Si, l’ha<br />
visto”. Questo sembra avere effetto<br />
sui ragazzi, incluso il suo amico<br />
e compagno di banco Sebastiano e<br />
lascia Arturo irritato.<br />
In un’intervista, Diliberto ha commentato:<br />
«Quando ero ragazzino<br />
ero il cronista di punta di nera del<br />
mio giornalino scolastico, quando<br />
un giorno in classe un compagno<br />
disse che il padre aveva visto una testa<br />
mozzata per strada fui traumatizzato,<br />
non per l’immagine cruenta,<br />
ma per il fatto che non l’avevo vista<br />
io. In quegli anni vivevamo in una<br />
bolla, il che in parte ci proteggeva,<br />
ma che ci ha reso più traumatico l’esplodere<br />
di quella bolla».
- 19<br />
Popolo VS magistrati<br />
Altra citazione del film può trovarsi<br />
più esplicitamente nello spettacolo<br />
“Bonsuar”, fittizio talk show presentato<br />
dal narcisistico Jean Pierre<br />
che presenta con un linguaggio creolo<br />
di Italiano e Francese evidentemente<br />
fittizio, cosa che si desume<br />
anche dal titolo stesso dello Show<br />
che è scritto come pronunciato e<br />
non “bonsoir” come sarebbe corretto.<br />
All’inizio dello spettacolo Jean<br />
Pierre presenta una lettera di “una<br />
nostra affezionatissima telespettatrice”,<br />
si tratta della Sig.ra Santoro<br />
che scrive lamentandosi delle sirene<br />
delle auto dei Magistrati che<br />
disturbano la quotidianamente i<br />
cittadini e in particolar modo impediscono<br />
alla signora di godersi<br />
lo spettacolo televisivo. <strong>La</strong> signora<br />
prosegue poi con un’ingenua<br />
proposta: trasferire i Magistrati in<br />
villette fuori dal centro abitato che<br />
porterebbe “meno rischio per loro,<br />
meno rischio anche per noi e meno<br />
stress per tutti”. Il siparietto serve<br />
al presentatore nella finzione e al<br />
regista nel film per introdurre il<br />
personaggio di Salvo Lima ma la<br />
lettera non è fittizia bensì realmente<br />
riportata all’epoca dal Giornale<br />
di Sicilia dove la Sig.ra Santoro, che<br />
abitava nello stesso palazzo di Giovanni<br />
falcone e Francesco Morvillo<br />
e si definiva un’ “onesta cittadina<br />
che paga regolarmente le tasse e<br />
lavora otto ore al giorno”, scriveva:<br />
«Tutti i giorni, non c’è sabato e domenica<br />
che tenga, al mattino, durante<br />
l’ora di pranzo, nel primissimo<br />
pomeriggio e la sera (senza limiti di<br />
orario) vengo letteralmente assillata<br />
da continue e assordanti sirene<br />
di auto della polizia che scortano i<br />
vari giudici. Ora io mi domando: è<br />
mai possibile che non si possa eventualmente,<br />
riposare un poco nell’intervallo<br />
di lavoro, o quantomeno,<br />
seguire un programma televisivo in<br />
pace, dato che, pure con le finestre<br />
chiuse, il rumore delle sirene è molto<br />
forte?»<br />
<strong>La</strong> lettera proseguiva, come riportato<br />
nel film, con il suggerimento<br />
di trasferire i Magistrati e risolvere<br />
così il problema aggiungendo che<br />
questo avrebbe risparmiato anche<br />
i cittadini da un eventuale attentato<br />
del quale sentiva “regolarmente<br />
coinvolti senza ragione”.<br />
Il piccolo “Divo”<br />
Alcuni giornalisti hanno chiesto al<br />
Pif dei legami con altri film relativi<br />
con i medesimi temi raccontati ne<br />
<strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> e se<br />
abbia fatto volontariamente riferimento<br />
ad alcuni di essi dal punto di<br />
vista visivo, li abbia presi ad esempio<br />
o citati in altri modi. Il regista ha<br />
voluto evidenziare come si possano<br />
trovare delle analogie registiche al<br />
film I cento passi ma non ricercate<br />
per uno scopo narrativo quanto<br />
dovute al suo coinvolgimento nelle<br />
riprese del film come aiuto regista.<br />
Mentre sono completamente non<br />
voluti i riferimenti estetici al film Il<br />
Divo (Il divo - <strong>La</strong> spettacolare vita<br />
di Giulio Andreotti, 2008, Paolo Sorrentino)<br />
che alcuni critici hanno riscontrato<br />
anche nella locandina del<br />
film ma che Pif motiva con il fatto<br />
che il personaggio Andreotti abbia<br />
dei tratti talmente caratteristici ed<br />
inconfondibili da non appartenere<br />
a nessuna delle due finzioni ma alla<br />
realtà.
20 -<br />
DECOSTRUZIONE FORMALE<br />
MAPPA DELLE<br />
6<br />
RELAZIONI<br />
CONSIGLIERE<br />
ASSASSINO<br />
INNAMORATO<br />
OSTACOLATORE<br />
GENITORI<br />
IMPIEGATO<br />
ASSOCIATO<br />
AMBIGUO<br />
Personaggi:<br />
4<br />
5<br />
9<br />
Fiction<br />
Vittime di <strong>mafia</strong><br />
1<br />
Mafia<br />
Controverso<br />
1_Artuto Giammarresi<br />
2_Flora Guarneri<br />
3_Francesco<br />
4_Papà di Artuto<br />
5_Mamma di Arturo<br />
6_Papà di Flora<br />
7_Jean Pierre<br />
8_Fra Giacinto<br />
9_Fofò<br />
10_Giulio Andreotti<br />
11_Totò Riina<br />
12_Michele Cavataio<br />
13_Filippo Marchese<br />
14_Leoluca Bagarella<br />
15_Boris Giuliano<br />
16_Rocco Chinnici<br />
17_Carlo Alberto Dalla Chiesa<br />
18_Salvo Lima<br />
19_Giovanni Falcone<br />
20_Paolo Borsellino<br />
3<br />
7<br />
8<br />
1
2<br />
Questo schema illustra la serie di<br />
relazioni instaurate nel corso del<br />
film tra tutti i personaggi, anche<br />
quelli meno rilevanti nella narrazione.<br />
Essi si distinguono appunto<br />
- 21<br />
per importanza in base alla dimensione<br />
del cerchio e per tipologia,<br />
ovvero se appartenenti alla fiction<br />
o alla realta storica, divisi in mafiosi<br />
e vittime di <strong>mafia</strong>.<br />
18<br />
12<br />
13<br />
10<br />
11<br />
14<br />
20<br />
15 16<br />
17<br />
19
22 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />
ANALISI DEI PERSONAGGI<br />
<strong>La</strong> trama del film si dirama fin<br />
dall’inizio, sviluppando una<br />
trama fittizia che segue le vicende<br />
di Arturo e del suo innamoramento<br />
per Flora, e una storica<br />
riguardante Totò Riina e le vicende<br />
di Cosa Nostra. Per comprendere<br />
meglio le dinamiche della storia<br />
e i ruoli dei singoli, sono state distinte<br />
due categorie di personaggi,<br />
riconducibili ai personaggi fittizi e<br />
ai personaggi della realtà storica,<br />
a loro volta suddivisi in mafiosi<br />
e vittime anti<strong>mafia</strong>. È stata condotta<br />
un’analisi che nel caso dei<br />
personaggi storici si attiene principalmente<br />
alla narrazione e agli<br />
avvenimenti citati nel film con lo<br />
scopo di rimanere in ambito <strong>mafia</strong>.<br />
Anche per quanto riguarda la scelta<br />
di quali personaggi analizzare ci<br />
si è voluti focalizzare su quelli che<br />
hanno avuto un ruolo importante<br />
all’interno della trama e nei confronti<br />
del protagonista.<br />
FICTION<br />
Il contesto palermitano è rappresentato<br />
tramite i personaggi della<br />
fiction. È una società immersa<br />
nell’omertà più totale, e se vogliamo<br />
anche un po’ stereotipata, in<br />
cui all’interno del nucleo familiare<br />
sono gli uomini a lavorare e le donne<br />
a stare a casa. Alle volte esagerati,<br />
come Jean Pierre, personaggio<br />
secondario e conduttore della serie<br />
televisiva Bonsuar, che eccede sia<br />
nelle apparenze che nella sua verve,<br />
in realtà si scoprono tutti umani<br />
e indifesi di fronte agli attentati<br />
mafiosi. È una società che neanche<br />
col maxiprocesso alla <strong>mafia</strong> coglie<br />
del tutto la pericolosità di questo<br />
fenomeno, come i genitori di Arturo<br />
che guardando il telegiornale si<br />
guardano come per dire “Forse allora<br />
esiste davvero la <strong>mafia</strong>.”
- 23<br />
IL PROTAGONISTA<br />
Arturo Giammarresi<br />
Il protagonista del film è Arturo,<br />
un bambino di circa 10 anni che<br />
frequenta la scuola elementare a<br />
Palermo, sua città natale. <strong>La</strong> sua<br />
storia si sviluppa su due fronti: uno<br />
più frivolo legato all’amore per Flora<br />
e alla questione delle “femmine”,<br />
e uno che riguarda la presenza della<br />
<strong>mafia</strong> a Palermo. Durante il film<br />
assistiamo alla maturazione del<br />
protagonista che di fronte agli avvenimenti<br />
delittuosi di Cosa Nostra<br />
realizza la situazione presente nella<br />
Sicilia di quegli anni: passa infat-<br />
ti da un atteggiamento più innocente<br />
ed infantile, tipico dei bambini,<br />
ad una totale presa di coscienza di<br />
quello che era ed è il fenomeno della<br />
<strong>mafia</strong>. Questa evoluzione psicologica<br />
è dettata anche dalla curiosità<br />
di Arturo, che uscendo dal clima<br />
di omertà tipico della popolazione<br />
Palermitana, interagisce spesso con<br />
i personaggi storici legati al tema.<br />
Strettamente connessa ad Arturo è<br />
la figura dell’allora presidente del<br />
consiglio Giulio Andreotti, il quale<br />
rappresenta allegoricamente un<br />
ribaltamento dell’identificazione<br />
eroica; se Arturo bambino infatti lo<br />
prende come punto di riferimento<br />
per le sue faccende amorose, come<br />
Questo amore viene ostacolato nel<br />
corso della loro infanzia diverse<br />
volte, sia da espedienti banali come<br />
i falliti tentativi di conquistare Flora<br />
con le iris (dolci tipici siciliani),<br />
che dalla <strong>mafia</strong> stessa sempre pronta<br />
a mettersi in mezzo. Flora è infatti<br />
costretta per motivi di sicurezza,<br />
a causa del lavoro di suo padre, a<br />
trasferirsi in Svizzera e a non tornare<br />
a Palermo per dieci anni, infrangendo<br />
il cuore di Arturo che<br />
però, a differenza sua, non ha mai<br />
smesso di amarla.<br />
Una volta adulta, Flora è il persofosse<br />
il suo mentore, Arturo adulto,<br />
dopo aver compreso i valori mancati<br />
alla base di questo personaggio,<br />
lo considera di poco conto e<br />
irrilevante.<br />
Un’altra peculiarità di Arturo è la<br />
determinazione; senza farsi scoraggiare<br />
da niente e nessuno riesce ad<br />
arrivare alle sue piccole conquiste<br />
con la giusta tenacia e forza di volontà.<br />
Un esempio applicabile è la<br />
sua scalata verso la carriera giornalistica<br />
che comincia da piccolo vincendo<br />
il concorso giornalistico “Un<br />
giorno a Palermo” e che continua<br />
da adulto lavorando per la campagna<br />
elettorale di Salvo Lima.<br />
L’AMATA<br />
Flora Guarneri<br />
Figlia di un importante funzionario<br />
di banca, è una ragazzina dagli<br />
occhi azzurri e dai capelli biondi<br />
che viene introdotta nella narrazione<br />
come la nuova compagna di<br />
classe di Arturo. Flora Guarneri è il<br />
secondo filone attorno a cui ruota<br />
la storia del protagonista che, innamorato<br />
dalla prima volta che la<br />
vede passare per strada, stenta a<br />
trattenere i suoi sentimenti per lei.<br />
naggio che manifesta una più improvvisa<br />
presa di coscienza riguardo<br />
il tema <strong>mafia</strong>. È Arturo stesso<br />
che, avendo vissuto in questo clima<br />
da sempre, cerca di farle capire che<br />
le dinamiche politica/<strong>mafia</strong> non<br />
possono essere sconvolte come lei<br />
pensava. Sarà al funerale di Paolo<br />
Borsellino, sul sottofondo di cori<br />
che intonano “Fuori la <strong>mafia</strong> dallo<br />
stato!”, che Flora e Arturo si ricongiungono,<br />
e l’amore non corrisposto<br />
per quasi vent’anni si conclude<br />
in lieto fine.
24 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />
I GENITORI DI ARTURO<br />
Maria Pia e Lorenzo<br />
I genitori di Arturo incarnano invece<br />
l’ideale di omertà tipico della popolazione<br />
palermitana del tempo.<br />
Alla prima parola pronunciata dal<br />
figlio “Mafia” la loro reazione tende<br />
quasi a tralasciare l’accaduto con<br />
un’alzata di spalle da parte della<br />
mamma. Sempre presenti per Arturo,<br />
in realtà sono incapaci di soddisfare<br />
le curiosità del figlio sia che<br />
si tratti di questioni di cuore che di<br />
questioni di <strong>mafia</strong>. È dalla risposta<br />
del padre di Arturo alla domanda<br />
del figlio in merito alla pericolosità<br />
della <strong>mafia</strong> che è tratto il titolo<br />
del film: “No, è come coi cani, basta<br />
che non gli dai fastidio... adesso siamo<br />
in inverno? <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />
d’<strong>estate</strong>.”<br />
L’AMICO<br />
Francesco<br />
“Arturo, un giornalista deve sempre<br />
stare attento alle proprie fonti.<br />
Diciamo che in questo caso Andreotti<br />
non è stato una buona fonte.”<br />
Francesco è probabilmente il vero<br />
mentore di Arturo. All’interno delle<br />
relazioni personali del protagonista<br />
è colui che gli fa aprire gli occhi<br />
in merito alla figura di Andreotti<br />
e non <strong>solo</strong>. <strong>La</strong> loro amicizia nasce<br />
dall’incursione nell’appartamento<br />
del nonno, in cui Arturo era convinto<br />
vi abitasse un boss mafioso.<br />
Il presunto latitante si rivela invece<br />
essere un semplice giornalista che<br />
vive in affitto lì e che per motivi di<br />
<strong>mafia</strong> è costretto a scrivere articoli<br />
inerenti lo sport. È fondamentale<br />
nella formazione del personaggio<br />
di Arturo perché è il primo a cogliere<br />
le sue doti giornalistiche, ed è<br />
colui che lo sprona a coltivare questa<br />
passione fino a farla sfociare da<br />
adulto in carriera.
- 25<br />
IL FRATE<br />
Fra Giacinto<br />
Fra Giacinto, come Giulio Andreotti,<br />
è una delle figure equivoche<br />
all’interno della narrazione poiché<br />
veste inizialmente il ruolo di frate<br />
di parrocchia, che si rivela successivamente<br />
essere non troppo convinto<br />
della sua vocazione. Il suo<br />
personaggio si ispira alla figura di<br />
Stefano Castronovo, frate amante<br />
del lusso e della ricchezza, indagato<br />
poiché il suo stile di vita risultò<br />
alquanto sospetto per la sua professione.<br />
Risulta presto chiaro che<br />
anche Fra Giacinto come Stefano<br />
Castronovo mantiene nel corso degli<br />
anni loschi affari con la <strong>mafia</strong>,<br />
la quale, una volta ritenuto inutile,<br />
decide di <strong>uccide</strong>rlo. <strong>La</strong> figura di Arturo<br />
lo mette di fronte alla realtà,<br />
facendolo riflettere sulla criminosità<br />
dei suoi atti e della sua collaborazione<br />
con la <strong>mafia</strong>.
26 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />
ANTIMAFIA<br />
Le vittime anti<strong>mafia</strong> sono invece<br />
rappresentate nella loro<br />
forma più umana, spesso fuori<br />
dal proprio contesto di appartenenza.<br />
Il regista li pone sotto questa<br />
luce accentuando con riguardo<br />
un sentimento di simpatia nei loro<br />
confronti che lo spettatore difficilmente<br />
riesce a non condividere.<br />
Che sia il poliziotto Boris Giuliano<br />
che assume una parvenza buffa<br />
sporcandosi i baffi di zucchero a<br />
velo, o il magistrato Rocco Chinnici<br />
che si interessa con riguardo all’amore<br />
di Arturo per Flora, questi<br />
personaggi entrano a turno nella<br />
vita del piccolo Arturo, portando<br />
ognuno con sé un alone di umanità<br />
e vana considerazione, che si<br />
trasforma in stima e totale ricordo<br />
<strong>solo</strong> una volta uccisi dalla <strong>mafia</strong>.<br />
IL MAGISTRATO<br />
Rocco Chinnici<br />
Rocco Chinnici, il vicino di casa di<br />
Flora, è un onesto ed incorruttibile<br />
magistrato che segue con affetto<br />
la vicenda del corteggiamento tra<br />
i due bambini. L’amore infantile<br />
tra Flora e Arturo viene spezzato<br />
il giorno in cui Cosa Nostra piazza<br />
un’autobomba di fronte alla casa<br />
del magistrato che muore sul ciglio<br />
di casa sua, dopo aver letto la dedica<br />
d’amore che Arturo ha scritto<br />
per Flora sul marciapiede.<br />
Nel 1970 gli venne assegnato il caso<br />
della strage di viale <strong>La</strong>zio, in cui figuravano<br />
molti nomi di criminali<br />
mafiosi. Divenne successivamente<br />
magistrato di Corte d’Appello e magistrato<br />
di Cassazione negli anni Ot-<br />
tanta, proprio quando fu ucciso Cesare<br />
Terranova. Non molto tempo<br />
dopo Cosa Nostra uccise il capitano<br />
dell’Arma dei Carabinieri Emanuele<br />
Basile ed il procuratore Gaetano<br />
Costa, fedele amico di Chinnici, con<br />
cui aveva condiviso indagini sulla<br />
<strong>mafia</strong>. Fu proprio in seguito a questo<br />
omicidio che Chinnici ebbe l’idea<br />
di istituire una nuova struttura<br />
collaborativa fra i magistrati palermitani<br />
chiamata Pool Anti<strong>mafia</strong> la<br />
cui realizzazione ha portato al Maxiprocesso<br />
di Palermo.<br />
“Un mio orgoglio particolare è una<br />
dichiarazione degli americani secondo<br />
cui l’Ufficio Istruzione di Palermo<br />
è un centro pilota della lotta<br />
anti<strong>mafia</strong>, un esempio per le altre<br />
magistrature d’Italia. I magistrati<br />
dell’Ufficio Istruzione sono un gruppo<br />
compatto, attivo e battagliero.”
IL POLIZIOTTO<br />
Boris Giuliano<br />
Boris Giuliano incontra Arturo nel<br />
bar Lux a Palermo e, catturato dalla<br />
simpatia del bambino gli offre<br />
un’iris, dolce tipico siciliano, che<br />
il protagonista decide di donare<br />
a Flora ogni mattina come regalo<br />
da un ammiratore segreto. <strong>La</strong><br />
sua identità viene svelata il giorno<br />
della sua morte, quando passando<br />
davanti al bar Arturo vede il suo<br />
cadavere e sente le persone parlare<br />
di lui. Giuliano viene quindi rappresentato<br />
come un semplice uomo<br />
che fa colazione al bar leggendo un<br />
giornale, ghiotto di iris che gli sporcano<br />
di zucchero a velo i baffi. <strong>La</strong><br />
sua morte sensibilizza lo spettatore<br />
che gli si affeziona riconoscendolo<br />
come un uomo di mondo ingiustamente<br />
ucciso dalla <strong>mafia</strong>.<br />
Nella realtà Giuliano fu il capo<br />
della squadra mobile di Palermo,<br />
investigando a fianco di Carlo Alberto<br />
dalla Chiesa contro i casi di<br />
- 27<br />
Cosa Nostra. Il caso a cui dedicò<br />
grande importanza fu quello legato<br />
alla scomparsa di Mauro de<br />
Mauro, giornalista investigativo<br />
nell’ambito mafioso. <strong>La</strong> strategia di<br />
Giuliano era quella di distruggere<br />
i boss tramite la cattura dei cosiddetti<br />
“picciotti”, gli alleati di minor<br />
importanza che facevano il lavoro<br />
sporco al posto loro. Venne ucciso il<br />
21 luglio 1979 nel bar Lux a Palermo<br />
da Leoluca Bagarella stesso, in<br />
seguito all’investigazione sul caso<br />
Di Cristina.<br />
IL PREFETTO<br />
Carlo Alberto dalla Chiesa<br />
Nella narrazione Carlo Alberto dalla<br />
Chiesa è uno dei personaggi storici<br />
con cui interagisce Arturo. Egli<br />
infatti viene intervistato dal piccolo<br />
giornalista che riusce ad intrufolarsi<br />
senza molta fatica nel suo ufficio.<br />
“Lei è qui per combattere la <strong>mafia</strong>,<br />
ma l’onorevole Andreotti dice che<br />
l’emergenza criminalità è in Campania<br />
e in Calabria. Generale, ha forse<br />
sbagliato regione?”<br />
Con questa domanda Arturo pone il<br />
generale di fronte a una questione<br />
spinosa. Egli infatti risponde che<br />
sta eseguendo una vera e proprio<br />
guerra contro la <strong>mafia</strong>. Da qua il ragionamento<br />
di Arturo secondo cui<br />
per la guerra servirebbe un esercito<br />
e che attorno a dalla Chiesa c’erano<br />
<strong>solo</strong> due poliziotti. In conclusione,<br />
Arturo non si scolla ancora dal<br />
suo idolo, giustificando la mancata<br />
protezione di dalla Chiesa col fatto<br />
che in Sicilia non c’è alcun pericolo<br />
di <strong>mafia</strong>.<br />
È con la morte del generale avvenuta<br />
per mano mafiosa pochi giorni<br />
dopo l’intervista, che Arturo si rende<br />
conto della presenza della <strong>mafia</strong><br />
a Palermo, e il mito di Andreotti,<br />
che non si palesa neanche al funerale,<br />
crolla assieme a tutte le certezze<br />
di Arturo.<br />
Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale<br />
dei carabinieri che venne nominato<br />
prefetto nei primi anni Ottanta,<br />
fu chiamato a Palermo per<br />
sconfiggere la <strong>mafia</strong>. Egli accettò<br />
l’incarico recandosi in Sicilia con la<br />
moglie Emanuela Setti Carraro, nonostante<br />
lo stato non gli dette alcun<br />
appoggio o alcuna protezione. Lottò<br />
intensamente contro Cosa Nostra<br />
indagando sulla strage di Viale <strong>La</strong>zio,<br />
sul caso De Mauro, l’omicidio di<br />
Pietro Scaglione, la strage di Marsala<br />
e diverse vicende, che lo portarono<br />
a rappresentare una minaccia<br />
per la <strong>mafia</strong>. Venne infatti ucciso il<br />
3 settembre 1982 da una raffica di<br />
colpi in quella che fu chiamata strage<br />
di Via Carini, insieme alla moglie<br />
e alla sua scorta.
28 -<br />
DECOSTRUZIONE FORMALE<br />
MAFIA<br />
Irappresentanti mafiosi del film<br />
sono caratterizzati dal regista<br />
smitizzati e velati da un’ironia<br />
che li ridicolizza davanti a situazioni<br />
comuni. Mostrano il loro<br />
lato umano, ma a differenza dei<br />
personaggi anti<strong>mafia</strong>, non riescono<br />
ad adattarsi o a risolvere semplici<br />
questioni. È il caso di Filippo<br />
Marchese che lotta contro le questioni<br />
di cuore, o Totò Riina che<br />
non comprende come funzioni il<br />
telecomando del condizionatore.<br />
Rappresentati impotenti, non viene<br />
mai mostrato effettivamente il<br />
loro lato criminale, piuttosto è un<br />
passaggio che viene saltato quasi<br />
come se non si addicesse a questi<br />
personaggi inetti. Quello che viene<br />
mostrato sono solamente le conseguenze<br />
delle loro azioni, senza reazioni<br />
da parte loro.<br />
IL BOSS MAFIOSO<br />
Totò Riina<br />
Salvatore Riina è l’antagonista<br />
all’interno della narrazione. Conosciuto<br />
col soprannome “Totò” o per<br />
i suoi affiliati “<strong>La</strong> Belva”, non viene<br />
mai mostrato nella sua forma più<br />
cruenta, piuttosto in una più umana<br />
e ordinaria. Discute di affari mafiosi<br />
con leggerezza, gioisce di fronte<br />
alla figlia appena nata e discute<br />
animatamente col tecnico del condizionatore<br />
sul suo funzionamento.<br />
Smitizzato sotto ogni aspetto, il<br />
regista decide di dargli questa connotazione<br />
da uomo ordinario che<br />
scardina qualsiasi credenza in merito<br />
all’immagine del mafioso, forse<br />
per metterlo sullo stesso piano di<br />
qualsiasi uomo a volerne indicare<br />
l’apparente impotenza.<br />
Non ha mai rapporti diretti con altri<br />
personaggi al di fuori del contesto<br />
mafioso, eppure rappresenta il<br />
nemico annunciato di Arturo. È infatti<br />
a causa sua che l’amore di Arturo<br />
per Flora viene spesso messo a<br />
dura prova ed è con la sua sconfitta<br />
che invece l’amore tra i due protagonisti<br />
riesce a decollare.<br />
Conosciuto come il boss del Clan<br />
dei Corleonesi, e come capo di Cosa<br />
Nostra sin dal 1982, fu il mandante<br />
della famosa Strage di Viale <strong>La</strong>zio<br />
con lo scopo di <strong>uccide</strong>re il boss ribelle<br />
Michele Cavataio, per cui era<br />
scoppiata la prima guerra di <strong>mafia</strong>.<br />
Imponente fu anche la sua presenza<br />
in ambito politico, in cui si assistì<br />
alla corruzione di uomini politici<br />
importanti tra cui Vito Ciancimino,<br />
l’allora sindaco di Palermo, e Salvo<br />
Lima, esponente della Democrazia<br />
Cristiana, che non rispettò gli accordi<br />
presi e venne ucciso nel 1992.<br />
A seguire l’uccisione di importanti<br />
uomini come Rocco Chinnici, Boris<br />
Giuliano e Carlo Alberto dalla Chiesa,<br />
che precedono quella che viene<br />
definita oggi “la stagione delle stragi”.<br />
Col maxiprocesso alla <strong>mafia</strong><br />
e coi primi pentiti, Falcone e Borsellino<br />
alla fine degli anni Ottanta<br />
lavorano alla sua condanna, che<br />
conta al giorno d’oggi 26 ergastoli.<br />
Viene ufficialmente catturato e arrestato<br />
il 15 gennaio 1993, dopo 24<br />
anni di latitanza, con la condanna<br />
da scontare in regime di carcere<br />
duro. Muore il 17 novembre 2017<br />
a causa di complicazioni al sistema<br />
cardiaco.
- 29<br />
IL PRESIDENTE<br />
Giulio Andreotti<br />
Giulio Andreotti fu presidente<br />
del consiglio negli anni Settanta e<br />
rappresentava uno dei principali<br />
esponenti della democrazia cristiana.<br />
Nel film si palesa nella vita del<br />
protagonista un pomeriggio in cui,<br />
bisognoso di aiuto, il piccolo Arturo<br />
assiste a una sua intervista televisiva<br />
e, cogliendo alla lettera i consigli<br />
amorosi dell’onorevole, Arturo lo<br />
prende da esempio fino a farlo diventare<br />
il suo mentore.<br />
L’aspetto che caratterizza questo<br />
personaggio al meglio è quello<br />
dell’incorporeità, ovvero a differenza<br />
degli altri personaggi storici<br />
a livello di importanza nella trama,<br />
è l’unico che non si palesa fisicamente<br />
nella narrazione, come una<br />
sorta di fantasma. Si manifesta tramite<br />
interviste televisive, articoli di<br />
giornale e poster, rimanendo però<br />
sempre avvolto in quest’alone di<br />
ambiguità. Questa scelta narrativa<br />
è dettata con coerenza dall’adattamento<br />
della sua figura al film, illustrando<br />
il mancato schieramento<br />
in ambito mafioso che Andreotti<br />
ha manifestato storicamente. È col<br />
passare del tempo e con l’affermazione<br />
sempre più imponente della<br />
<strong>mafia</strong> a Palermo che la fiducia di<br />
Arturo in questo personaggio scema<br />
fino a sparire completamente<br />
al funerale di Carlo Alberto dalla<br />
Chiesa, quando il presidente giustifica<br />
la sua assenza così: “Ai funerali<br />
preferisco i battesimi.”<br />
Andreotti fu uno dei primi politici<br />
condannati per aver avuto rapporti<br />
con la <strong>mafia</strong>, in questo caso Cosa<br />
Nostra. Si dice che egli si incontrò<br />
con Andrea Manciaracina, uomo di<br />
fiducia del boss Totò Riina, ma l’onorevole<br />
Andreotti, per mantenere<br />
pulita la sua reputazione, negò<br />
sempre tutto. In merito alla figura<br />
di dalla Chiesa, il presidente insistì<br />
affinché il generale accettasse l'incarico<br />
di Prefetto di Palermo. Dalla<br />
Chiesa però iniziò ad indagare sui<br />
rapporti che la <strong>mafia</strong> intratteneva<br />
politicamente e, in un suo diario,<br />
affermò che: “<strong>La</strong> corrente democristiana<br />
siciliana facente capo ad<br />
Andreotti sarebbe stata la "famiglia<br />
politica" più inquinata da contaminazioni<br />
mafiose.”. Nel 2004 viene<br />
processato con l’accusa di associazione<br />
mafiosa con la risultante di<br />
prescrizione per gli avvenimenti<br />
compiuti fino al 1980 e assoluzione<br />
per i successivi.
30 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />
IL VIAGGIO<br />
DELL’EROE<br />
3<br />
Per non rimanere invischiato<br />
nella “spaventosa questione<br />
di femmine” mal decantata<br />
da tutti a Palermo, Arturo<br />
nega a sè stesso il suo<br />
innamoramento per Flora.<br />
2<br />
Arturo si innamora di Flora,<br />
la sua nuova compagna di<br />
classe.<br />
RIFIUTO<br />
DEL<br />
RICHIAMO<br />
1<br />
Una famiglia palermitana<br />
vive nella quotidianità.<br />
Viene concepito Arturo.<br />
RICHIAMO<br />
ALL’AVVENTURA<br />
I ATTO<br />
Il tempo passa, Arturo ha<br />
già 8 anni e va alla scuola<br />
elementare.<br />
MONDO<br />
ORDINARIO<br />
ARTU<br />
Grazie alla ferma presa<br />
di coscienza di Arturo di<br />
quella che stava diventando<br />
la situazione mafiosa a<br />
Palermo, Flora capisce<br />
i sentimenti di Arturo e<br />
durante una manifestazione<br />
si baciano. Dalla loro unione<br />
nascerà il loro primo figlio.<br />
RITORNO<br />
CON<br />
L’ELISIR<br />
RESURREZIONE<br />
III ATTO<br />
12<br />
Passati diversi anni, Arturo<br />
avvia la sua carriera<br />
giornalistica grazie anche<br />
all’aiuto di Flora, che<br />
riincontra dopo essere<br />
tornata dalla Svizzera.<br />
VIA<br />
DEL<br />
RITORNO<br />
L’infografica analizza la parte di<br />
narrazione legata alla storia di<br />
Arturo in merito al suo innamoramento<br />
per Flora. Il modello utilizzato<br />
è quello del viaggio dell’eroe<br />
teorizzato da Christopher Vogler,<br />
tramite cui è stato possibile individuare<br />
una struttura logica nella<br />
composizione della storia.<br />
L’amore per Flora non si è<br />
mai spento e nell’ennesimo<br />
tentativo di conquistarla,<br />
Arturo fallisce nuovamente.<br />
11<br />
Flora parte per la Svizzera.<br />
Francesco parte per Milano.<br />
Arturo torna alla sua<br />
quotidianità iniziale più<br />
consapevole della vita, della<br />
<strong>mafia</strong> e dell’amore per Flora.<br />
10
4<br />
- 31<br />
o<br />
Arturo vede per la prima<br />
volta Giulio Andreotti in un<br />
programma televiso.<br />
Decide di prenderlo come<br />
esempio per conquistare<br />
Flora.<br />
INCONTRO<br />
COL<br />
MENTORE<br />
VARCO<br />
PRIMA<br />
SOGLIA<br />
5<br />
Durante la festa di Carnevale,<br />
Arturo ottiene l’atenzione di<br />
Flora traveswwtendosi da<br />
Giulio Andreotti e vincendo<br />
il premio per il miglior<br />
costume della festa.<br />
6<br />
Sconfitta per mano di Fofò<br />
nel tentativo di conquistare<br />
Flora con le Iris.<br />
PROVE,<br />
ALLEATI<br />
E NEMICI<br />
Sconfitta nel tentativo di<br />
mostrare a Flora il Boss<br />
mafioso che vive in casa sua<br />
e che si rivela invece essere<br />
Francesco, un giornalista.<br />
URO<br />
II ATTO<br />
CAVERNA<br />
RECONDITA<br />
Col cuore infranto, Arturo<br />
si fa ispirare dal suo<br />
nuovo amico Francesco, il<br />
giornalista, per partecipare<br />
al concorso giornalistico<br />
della scuola.<br />
PROVA<br />
CENTRALE<br />
Conquista finalmente Flora<br />
vincendo il primo premio.<br />
7<br />
RICOMPENSA<br />
Flora accetta l’invito di<br />
Arturo di recarsi al cimitero<br />
(come fece Andreotti per<br />
dichiararsi a sua moglie).<br />
8<br />
.<br />
Nonostante Flora gli racconti<br />
che deve lasciare Palermo<br />
per trasferirsi in Svizzera, tra<br />
i due sboccia l’amore.<br />
Flora bacia Arturo.<br />
9
32 - TESTIMONIANZE<br />
TESTIMONIANZE<br />
Interviste<br />
L’uscita del film è stata largamente coperta dai mezzi<br />
di informazione che ne hanno sottolineato l’originalità<br />
e l’autorialità.<br />
Sul titolo del film l’autore sottolinea in un’intervista<br />
“In realtà è una frase nata per sbaglio, scrivendo a una<br />
mia amica che stava a Palermo ho detto «guarda sto facendo<br />
un film in cui prendo un po’ in giro la <strong>mafia</strong>» lei<br />
dice «non scendi a Palermo?» «No, perché la <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />
<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>»<br />
Fonte: https://www.comingsoon.it/cinema/news/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-parlano-pif-e-cristiana-capotondi/n28197/<br />
Mentre in un’altra approfondisce la scelta delle parole,<br />
commentata anche da Roberto Saviano:<br />
“<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>” è una frase nata per<br />
caso ma, come diceva Roberto Saviano, non è un caso<br />
che quando si devono fare le “leggi vergogna”, fatte per<br />
aiutare una persona in particolare, le si fanno in <strong>estate</strong>,<br />
perché la gente in <strong>estate</strong> si distrae, inoltre è vero che<br />
la <strong>mafia</strong> ha fatto la maggior parte di delitti, a Palermo,<br />
in <strong>estate</strong>. Non tutti, anche perché non è la stagione che<br />
conta, quando bisognava ammazzare si ammazzava.<br />
Diciamo che è una delle scuse che il padre dà al figlio per<br />
tranquillizzarlo e per tranquillizzarsi.<br />
Tania Catalano<br />
trinacrianews.eu<br />
“<strong>La</strong> cosa bella di questo film è che si ride moltissimo e<br />
poi in maniera quindi inaspettata arrivi alla commozione<br />
finale. Quando ho visto il film per la prima volta ero<br />
in sala con tantissime persone e tutti si aspettavano che<br />
l’attrice del film l’avesse già visto e invece io era la prima<br />
volta che lo vedovo e mi sono trovata a singhiozzare<br />
con i miei vicini che mi guardavano piangendo anche<br />
loro come per dire “allora lo stai vedendo per la prima<br />
volta? (...) I bambini vivevano un’infanzia (soprattutto il<br />
mio personaggio) inconsapevole di quello che stava succedendo<br />
a Palermo. Per cui la vivevano come se fosse<br />
un’infanzia normale però in qualche modo era drogata<br />
e poi sono arrivati da adulti, come nel caso del mio personaggio,<br />
perché invece il personaggio di Pierfrancesco<br />
comprende per incontri, per intelligenza, per capacità di<br />
lettura di alcune ambiguità degli adulti che c’è qualcosa,<br />
il mio no.”<br />
Cristiana Capotondi<br />
Fonte: https://www.comingsoon.it/cinema/news/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-parlano-pif-e-cristiana-capotondi/n28197<br />
Perché è faticoso uscire dal coro. Perché,<br />
per quanto amaro possa essere,<br />
sul momento si vive meglio abbassando<br />
la testa, e poi si vedrà.<br />
Allora, essere un bambino a volte conviene. Perché imiti<br />
i tuoi modelli, cioè gli adulti. E se per loro non ci sono<br />
problemi, non ci sono neanche per te.<br />
I problemi arrivano quando, un giorno, il bambino capisce<br />
che la <strong>mafia</strong> non <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>.<br />
“Si può parlare con leggerezza della Mafia?”<br />
“Si. L’ho fatto, anche perché, essendo palermitano, forse<br />
mi sono sentito legittimato”<br />
“Quando mi sono trasferito a Milano ho notato che la<br />
gente mi faceva una serie di domande su Palermo sulla<br />
<strong>mafia</strong> che io dicevo: ‘ma come fai a farmi ancora queste<br />
domande su Palermo, sulla <strong>mafia</strong>, pensavo che la gente<br />
ne sapesse di più’. ed effettivamente la gente non lo sa e<br />
soprattutto non sa quanto-e ormai neanche i palermitani<br />
si ricordano forse- come Palermo ha vissuto gli anni<br />
70-80 e il rapporto dei Palermitani con la Mafia.<br />
Era un modo per non accettare il fatto che ci fosse la Mafia<br />
e quindi se ammazzavano una persona dicevano ‘era<br />
un femmina’ ‘Se l’è andata a cercare’. Sopratutto i non<br />
mafiosi non volevano accettare, non volevano guardare.<br />
Questa situazione l’ho fatta vedere tramite occhi di un<br />
bambino. Tutto questo periodo lo vede un bambino che<br />
quindi si crea un effetto comico che applica le cose insensate<br />
degli adulti. Io l’ho raccontato tramite quegli occhi<br />
perché io non sono capace di fare un film sulla <strong>mafia</strong><br />
serio, come si dovrebbe fare, forse.”<br />
Pif<br />
Fonte: https://agiscuola.it/index.php?option=com<br />
k2&view=item&id=359:la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d%2525E2%252580%252599<strong>estate</strong><br />
T<strong>estate</strong> giornalistiche<br />
<strong>La</strong> critica ha apprezzato le qualità del film considerandolo<br />
sopra le aspettative:<br />
“Era l’anello mancante del cinema civile: Pif, volto cult<br />
tv, Pierfrancesco Diliberto, alterna informazione e satira<br />
in modo nuovo, divertente e accattivante, le stragi mafiose<br />
dagli anni 70 con gli occhi di un bambino; trapassa<br />
eventi e persone nella realtà cartoon schizzata di sangue.<br />
Tutto ahimè vero, l’educazione sentimental-civile di<br />
un’Italia neonata alla lotta contro il cancro mafioso che<br />
invade i sentimenti.”<br />
Maurizio Porro, Corriere della Sera, 28 novembre 2013
- 33<br />
“Occhi blu da cui è impossibile staccarsi e un sorriso da<br />
scugnizzo siculo che la sa lunga (ma te la racconta poco<br />
alla volta...), Pierfrancesco Diliberto in arte ‘Pif’ ce l’ha<br />
fatta, e l’impresa era colossale.<br />
Raccontare la <strong>mafia</strong> ridendoci su. Per chi fosse tentato<br />
di evocare istantaneamente la cinica ex coppia Ciprì &<br />
Maresco si sbaglia, il territorio narrativo di Pif è altrove,<br />
e riesce a transitare tra figure retorico/emozionali<br />
con la leggerezza del puro, certamente dell’esordiente,<br />
essendo il suo film ‘<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>’ il suo<br />
debutto dietro alla macchina da presa di un ‘lungo’.<br />
Autobiografia sensoriale, cronaca poetica di una <strong>mafia</strong><br />
annunciata, ferrea volontà di omaggiare gli Eroi caduti<br />
per mano mafiosa, la pellicola del già ‘Testimone’ per<br />
Mtv Pif parte di comicità per accomiatarsi con la poesia<br />
che commuove.<br />
Esilarante è la creatura (ispirata a se stesso) di Arturo,<br />
bimbo fatalmente concepito il giorno della strage di viale<br />
<strong>La</strong>zio nel 1969, un segnale che gli si scolpisce addosso<br />
come un tatuaggio esistenziale. (...) Un lavoro coraggioso<br />
su tutti i piani, e non per ultimo quello di averlo realizzato<br />
‘in situ’ palermitano senza aver pagato il pizzo e<br />
senza un centesimo dalla Regione Sicilia.<br />
«Se oggi la <strong>mafia</strong> ha perso potere è<br />
anche grazie a tutte quelle centinaia<br />
di cittadini siciliani che hanno deciso<br />
di non pagare più il pizzo, una scelta<br />
eroica e che merita l’applauso condiviso<br />
di ogni italiano».<br />
Commosso, Pif sa quel che dice, e la sensazione è la<br />
stessa che si prova sullo struggente finale del suo piccolo-grande<br />
film.”<br />
Anna Maria Pasetti, Il Fatto Quotidiano, 28 novembre 2013<br />
“Si possono raccontare vent’anni di<br />
<strong>mafia</strong> con il sorriso sulle labbra?<br />
E si può, con toni da commedia, rendere omaggio ai<br />
grandi eroi dell’anti<strong>mafia</strong> che hanno pagato, con la vita,<br />
il coraggio di essere, fino in fondo, servitori dello Stato?<br />
Detto così, sembrerebbe un sacrilegio bello e buono. Invece,<br />
‘<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>’ è una delle operazioni<br />
più riuscite e intelligenti fatta dal cinema italiano, in<br />
questi ultimi anni. E il merito va tutto a Pif, nome d’arte<br />
di Pierfrancesco Diliberto, volto noto televisivo che ai<br />
successi ottenuti sul piccolo schermo (da ‘Le lene’ a ‘ll<br />
testimone’) può aggiungere, ora, anche questo rimarchevole<br />
debutto nella regia cinematografica.<br />
Attraverso la storia di Arturo, concepito il 10 dicembre<br />
1969 mentre stanno <strong>uccide</strong>ndo Michele Cavataio, si ripercorrono<br />
anni di esplosioni, attentati, omicidi eccellenti.<br />
Dando un volto umano ai protagonisti dell’anti<strong>mafia</strong>,<br />
che la sceneggiatura mette sulla strada di Arturo,<br />
innamorato senza speranza della piccola Flora.<br />
E’ il commissario Boris Giuliano, per dire, a fargli scoprire<br />
una pastarella dolce e tocca al giudice Rocco Chinnici,<br />
vicino di casa della piccola Flora, condividere i patemi<br />
amorosi del bimbo. Così come è Dalla Chiesa a concedere,<br />
ad Arturo, un’intervista per il giornale locale, pochi<br />
giorni prima dell’attentato in cui perse la vita. Scene di<br />
vita quotidiana, che strappano risate, spazzate via dalle<br />
immagini di repertorio delle loro morti. (...) Qualche<br />
sbavatura da opera prima, ma questo è un film del quale<br />
andare fieri.”<br />
Maurizio Acerbi, Il Giornale, 28 novembre 2013<br />
“Pif (è lui Diliberto) che all’esordio<br />
nella regia, dimostra (non è poco)<br />
di conoscere l’alchimia<br />
dramma-commedia.<br />
E raccontare la difficile convivenza<br />
tra una vita possibilmente normale e<br />
un contesto secolarmente criminoso.”<br />
Giorgio Carbone, Libero, 28 novembre 2013<br />
Premi<br />
“ EFA 2014, DUE PREMI PER L’ITALIA CON PIF E RAK<br />
Il trionfatore della serata è Ida di Pawel Pawlikowski.<br />
domenica 14 dicembre 2014 - News<br />
Alla 26ma edizione degli European Film Awards, tenutasi<br />
quest’anno a Riga, l’Italia ottiene due premi importanti:<br />
dopo aver vinto il premio del pubblico al Festival di<br />
Torino dello scorso anno, il David di Donatello per il miglior<br />
regista esordiente e due Nastri d’Argento, <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> di Pif ottiene un altro importante<br />
successo aggiudicandosi il premio per la Miglior Commedia<br />
Curopea. Il film di Alessandro Rak, L’arte della<br />
felicità, presentato nel 2013 come evento fuori concorso<br />
alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia, si<br />
è aggiudicato il premio per il Miglior Film d’Animazione<br />
Europeo. Il trionfatore di questa edizione degli EFA è Ida<br />
del polacco Pawel Pawlikowski che ha ottenuto cinque<br />
premi: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Fotografia,<br />
Miglior Sceneggiatura e il Premio del Pubblico.<br />
Film Europeo 2014: Ida<br />
Commedia Europea 2014: <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />
Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debutta al cinema<br />
con una storia di rimozione, una storia scomoda perché<br />
chiama in causa responsabilità collettive che costringono<br />
a interrogarsi sull’identità culturale del Paese, sul<br />
suo passato e sul suo futuro. “<br />
Marzia Gandolfi<br />
Fonte: https://www.mymovies.it/cinemanews/2018/149365/
34 - TESTIMONIANZE<br />
Recensioni<br />
“Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debutta al cinema<br />
con una storia di rimozione, una storia scomoda perché<br />
chiama in causa responsabilità collettive che costringono<br />
a interrogarsi sull’identità culturale del Paese,<br />
sul suo passato e sul suo futuro. Aiuto regista di Marco<br />
Tullio Giordana nel 2000, lo ha accompagnato nei cento<br />
passi che separavano l’abitazione di Peppino Impastato<br />
da quella del boss Tano Badalamenti. E di quel film l’opera<br />
prima di Pif ha l’urgenza e la necessità di raccontare<br />
una pagina drammatica che non deve essere dimenticata<br />
perché rompe col silenzio e con l’omertà, un contratto<br />
sociale basato sulla connivenza.<br />
Costruito come un romanzo di formazione, <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> trova la sua rilevanza in quello che<br />
racconta e la sua forza in come lo racconta e come rappresenta<br />
la <strong>mafia</strong> senza indulgenze celebrative. Infilato<br />
il terreno minato dell’universo criminale, Pif contempla<br />
il fascino sinistro dell’eroe del male, incarnato nel<br />
film da Giulio Andreotti e allargato a una lunga serie di<br />
‘persone perbene’e istituzionali fino alla bassa macelleria<br />
criminale, scartando i sentimenti retorici e i cliché<br />
che veicolano l’idea dell’immutabilità della Mafia. Nato<br />
in una regione incline al fatalismo come la Sicilia, Pif<br />
fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente<br />
di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un<br />
ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che<br />
imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e<br />
volendosi ‘diverso’ rispetto alla cultura diffusa di cui la<br />
criminalità organizzata è espressione. I padrini forti e<br />
arcaici visti sempre nella loro sacralità di potenti e cattivi<br />
vengono ‘rovesciati’ in una storia drammaturgicamente<br />
valida e capace di scendere dentro le cose.<br />
Cinema impegnato in prima linea, che arriva col sorriso<br />
fino in fondo, fino a sentire e a far sentire un dolore<br />
lancinante, <strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> capovolge il<br />
comico in tragico ricordandoci che ribellarsi è possibile.<br />
Il film porta a coscienza del protagonista e della sua<br />
città i mostri che stanno anche dentro chi li vorrebbe<br />
cacciare e che decide per questo di dichiarare guerra a<br />
una parte di sé. Lo sguardo attonito e incredulo di Arturo<br />
bambino sulle omertà e le brutalità del mondo degli<br />
adulti, che lo hanno sedotto (Giulio Andreotti), innescato<br />
(il giornalista esiliato di Claudio Gioè) e (ri)educato (i<br />
‘retroscena’ del potere mafioso), si posa adesso consapevole<br />
sul figlio e sulle targhe di marmo.<br />
Targhe che ‘medicano’ le ferite di Palermo, targhe fissate<br />
sui suoi muri e nella sua memoria, targhe su cui Arturo<br />
legge i nomi dei caduti per la Mafia. Legge il loro impegno,<br />
le loro imprese, rompendo l’ordine delle cose (nostre)<br />
e avviando il processo di eredità di chi ha saputo<br />
far esistere la cultura come possibilità della comunità.“<br />
Marzia Gandolfi<br />
“Vivere circondati dalla <strong>mafia</strong> è un po’ come vivere alle<br />
pendici di un vulcano, chi ci vive non ci fa caso nel quotidiano<br />
ma teme il “potente” e si sente “impotente”. Hai<br />
la mia stessa impressione? (...) <strong>La</strong> <strong>mafia</strong>, oggi, è tornata<br />
ad essere come prima, a scomparire. Non si ammazza<br />
più, non succede più nulla di palese, però, di fatto, c’è.<br />
Prima di Totò Riina, il mafioso era quello che non doveva<br />
farsi vedere ma tutti dovevano sapere che c’era. Ora<br />
si sta tornando a questo tipo di <strong>mafia</strong> che è quella più<br />
pericolosa perché siamo in un paese dove si va avanti<br />
per le emergenze senza le quali rallentano le cose, invece<br />
bisogna sempre stare all’erta forse ora ancora di più<br />
perché il fatto che scompaia non vuol dire che non ci sia<br />
ma è più diabolica e subdola.<br />
<strong>La</strong> pellicola è un racconto delicato. Un viaggio sentimentale<br />
e d’impegno civile di un bambino, Arturo, nato a Palermo<br />
lo stesso giorno in cui il mafioso Vito Ciancimino<br />
viene eletto sindaco. Arturo, che nella sua camera ha il<br />
poster del premier Giulio Andreotti, il suo mito vivente,<br />
cresce tra le stragi di <strong>mafia</strong>, incrociando malavitosi e<br />
uomini di legge.”<br />
Paola Medori<br />
Fonte:https://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2013/12/<br />
la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-conquista-gli-spettatori-incasso-primo-week-end-a-750-mila-euro-0047035.html<br />
“(...) qualcuno ha anche obiettato che non fosse neanche<br />
proprio un film-film; che poi mi piacerebbe sapere<br />
che cosa sia un film-film, o cosa renda un prodotto per il<br />
grande schermo meno film.<br />
Ammetterò che io stesso sono andato in sala, a vedere<br />
l’esordio di Pif, in concorso al TFF31, con più di una perplessità.<br />
Mi pare, invece, che <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />
sia, per quel che riguarda lo scenario italiano recente,<br />
uno degli esperimenti narrativi più sinceri, se non<br />
uno dei più compiuti. <strong>La</strong>nciato nell’impresa di costruire<br />
un Bildungsroman che è storia generazionale, nutrita di<br />
cinema civile e integrata coi documenti storici, lo fa raccontando<br />
l’educazione sentimentale e politica di Arturo<br />
(innamorato di Flora e, almeno all’inizio, di Andreotti)<br />
così fittamente quanto inconsapevolmente interlacciata<br />
con i tempi e i luoghi della guerra di <strong>mafia</strong>, e con la presa<br />
di coscienza, progressiva ma non scontata, singolare e<br />
poi collettiva, della gravità del problema, per concludere,<br />
in sostanza, con la stagione delle stragi.<br />
E lo fa mettendo in discussione le retoriche del discorso<br />
su Cosa Nostra e sulla storia recente, con un gusto per<br />
l’ironia e per il paradosso che pure lasciano spiragli a<br />
non pochi colpi al cuore.”<br />
Alessandro Uccelli<br />
Fonte: http://www.cineforum.it/focus/Film-in-tv/<strong>La</strong>-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-di-Pif-Pierfrancesco-Diliberto<br />
Fonte: https://www.mymovies.it/film/2013/<strong>solo</strong>d<strong>estate</strong>/
- 35<br />
“Il pubblico di Pierfrancesco Diliberto sta rispondendo<br />
bene, si è presentato puntuale al botteghino, si sono viste<br />
probabilmente al cinema persone che ci andavano<br />
poco o che forse non ci andavano più. Il tamtam del social<br />
ha contribuito a mobilitare il popolo del web, fatto<br />
sia di ragazzi che di ‘non più ragazzi’, quelli che si fanno<br />
le domande giuste e cercano risposte ancora più giuste.”<br />
Antonio Pirpan, 6 dicembre 2013<br />
Fonte:http://www.optimaitalia.com/blog/2013/12/06/incasso-record-per-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>130-000e-un-mercoledi-da-leoni/122603<br />
“<strong>La</strong> pellicola riflette, appunto, anche sulla tematica<br />
dell’omertà: del visto-non visto che preoccupa, del “è tutto<br />
tranquillo” che, invece, riempie i notiziari. Una storia<br />
d’amore che lega Pif, prima ancora che ad una donna,<br />
alla sua città. Palermo degli anni settanta e ottanta. Di<br />
una lotta che è interna alla città ma che riguarda Stato<br />
e cittadini, Istituzioni e politica. Pif, con questo film, diventa<br />
un testimone eccezionale di un rinnovamento. Un<br />
cinema che riesce ad abbracciare tutti, anche i più grandi<br />
che sicuramente ricorderanno quei momenti. Ma è ai<br />
giovani che è rivolto lo sguardo. Sono loro che devono<br />
imparare questa storia e imparare anche a non dimenticare.”<br />
Alessandro Bottone<br />
Fonte:https://faiblogantiracket.wordpress.com/2015/10/17/<br />
cannocchiale-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />
Pif dice...<br />
“Siamo riusciti a girare quattro settimane<br />
a Palermo senza pagare il pizzo.<br />
Ho detto da subito che non l’avrei<br />
pagato perché sarebbe stato assurdo,<br />
visto il senso del film.<br />
Ci siamo riusciti, e non è una cosa così scontata, grazie<br />
all’aiuto fondamentale dell’associazione Addiopizzo e<br />
perchè non ho la mentalità dei miei genitori, che erano<br />
rassegnati”.<br />
Pif<br />
http://www.palermotoday.it/cronaca/pif-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-<strong>estate</strong>-presentazione.html<br />
“È grave quando non si può ridere di<br />
qualcosa, sempre con il rispetto naturalmente<br />
per le vittime, in modo che<br />
la satira non offenda la tragedia”<br />
“Forse il paragone sembrerà azzardato ma i fatti accaduti<br />
in quegli anni e le dichiarazioni dei politici di allora<br />
sono come le spalline degli anni Ottanta. Tutte le ragazze<br />
e le donne le portavano, ma viste ora possiamo dire<br />
che erano orribili, così se con la consapevolezza di oggi<br />
riascoltiamo alcune frasi di politici come Salvo Lima o<br />
Giulio Andreotti capiamo che era sotto gli occhi di tutti<br />
la collusione tra certa politica e la <strong>mafia</strong>. I palermitani<br />
però non la vedevano, si parlava di debiti di gioco, di<br />
storie di corna quando un insospettabile veniva ucciso.<br />
Solo le morti di Falcone e Borsellino hanno aperto gli<br />
occhi alla città”.<br />
“Quando ero ragazzino ero il cronista di punta di nera<br />
del mio giornalino scolastico quando un giorno in classe<br />
un compagno disse che il padre aveva visto una testa<br />
mozzata per strada fui traumatizzato, non per l’immagine<br />
cruenta ma per il fatto che non l’avevo vista io. In<br />
quegli anni vivevamo in una bolla, il che in parte ci proteggeva,<br />
ma che ci ha reso più traumatico l’esplodere di<br />
quella bolla”.<br />
“Io vengo dall’esperienza delle Iene, arrivo ‘babbiando’,<br />
come si dice a Palermo, cioé scherzando, e poi sparo la<br />
mia denuncia. Forse un film più classico un ragazzo non<br />
lo vedrebbe, mentre è importante che i giovani sappiano<br />
che anche se Cosa Nostra oggi è un po’ meno potente<br />
non si deve abbassare la guardia perché la <strong>mafia</strong> è particolarmente<br />
pericolosa quando è silente, strisciante”.<br />
Fonte:_http://www.repubblica.it/spettacoli/cine-<br />
ma/2013/11/19/news/ridere_della_<strong>mafia</strong>_con_pif_si_pu-<br />
71369761
36 - TRADUZIONI E VARIANTI<br />
TRADUZIONI<br />
LUNGOMETRAGGI<br />
Johnny Stecchino<br />
di Roberto Benigni, 1991<br />
Il film Johnny Stecchino, nella narrazione<br />
degli episodi mafiosi che<br />
fanno da sfondo alla vicenda centrale<br />
del lungometraggio, sottende<br />
allo stesso filone ironico che<br />
caratterizza <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />
d’<strong>estate</strong>. L’intreccio prende forma<br />
in un alternarsi di scene paradossali<br />
e beffarde che trascinano gli<br />
avvenimenti lungo il proprio svolgersi<br />
e che lasciano trasparire una<br />
narrazione segretamente ordinata<br />
dall’imprevedibile e dalla logica<br />
della casualità fortuita: proprio la<br />
stessa tecnica registica e narrativa<br />
utilizzata da Pif. Il tema dalla <strong>mafia</strong><br />
fa da sfondo all’intreccio e ne<br />
giustifica il proseguire, sebbene, rispetto<br />
a <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>,<br />
il film risulti meno apertamente<br />
istruttivo e volto alla sensibilizzazione.<br />
Tuttavia, nello scioglimento,<br />
come nella pellicola prima citata, si<br />
evince la medesima superiore forza<br />
regolatrice che governa il divenire<br />
e consegna i mafiosi alla giustizia.<br />
<strong>La</strong> leggenda<br />
di Al, John e Jack<br />
di Massimo Venier, 2002<br />
<strong>La</strong> leggenda di Al, John e Jack ironizza<br />
sul tema della <strong>mafia</strong> tramite<br />
l’abbassamento dei personaggi.<br />
Similmente a <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />
d’<strong>estate</strong> i personaggi non vengono<br />
delineati come garanti di rispetto e<br />
ammirazione ed idealizzati a figure<br />
eroiche ma anzi, emerge il loro<br />
lato più umano in una rappresentazione<br />
che si profila sicuramente<br />
come beffarda e distorta. Vi è sempre<br />
il leitmotiv del caso che, come<br />
nel lungometraggio di Pif, funge da<br />
traccia nello svilupparsi degli episodi.<br />
<strong>La</strong> matassa<br />
di Giambattista Avellino, 2009<br />
Ne “<strong>La</strong> matassa”, con Ficarra e Picone<br />
emerge un’ironia diversa nei<br />
mezzi ma similmente applicata al<br />
fenomeno della <strong>mafia</strong>. Ne risulta<br />
un abbassamento dei personaggi<br />
malavitosi e l’ironia più evidente<br />
è quella ai danni del sistema mafioso,<br />
così segreto e così sommerso<br />
che tra gli stessi malviventi un colloquio<br />
decisionale pare un infinito<br />
processo. Anche in questo caso alla<br />
fine del film i mafiosi vengono arrestati<br />
passando da una situazione<br />
di egemonia nei confronti dei protagonisti<br />
a quella di totale sconfitta.
- 37<br />
I cento passi<br />
di Marco Tullio Giordana, 2000<br />
“I cento passi” condivide con “<strong>La</strong><br />
<strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>” il taglio<br />
biografico, istruttivo e in qualche<br />
modo documentaristico che si evince<br />
in entrambe le pellicole. “I cento<br />
passi” ripercorre la vita di Giuseppe<br />
Impastato e affronta il tema<br />
della <strong>mafia</strong> narrandone gli avvenimenti<br />
che si incrociano con la vita<br />
del protagonista, figlio del capo<br />
mafioso Luigi Impastato. Nel lungometraggio<br />
appare il tema dell’ironia<br />
che si esplicita nei giudizi di<br />
Peppino sul fenomeno malavitoso:<br />
il protagonista infatti va apertamente<br />
contro agli ideali di onore<br />
e rispetto che permeano il tessuto<br />
sociale criminale.<br />
Orfani di <strong>mafia</strong><br />
Puntata 2x01 de Il Testimone<br />
Il tema della <strong>mafia</strong> non è stato trattato<br />
da Pif <strong>solo</strong> in <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />
<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>. Sono state girate tante<br />
puntate a tema <strong>mafia</strong> per il programma<br />
Il Testimone ma è stata in<br />
particolare individuata la prima<br />
puntata della seconda stagione<br />
del programma. Pif ripercorre attraverso<br />
Sonia Alfano, presidente<br />
dell’associazione vittime di <strong>mafia</strong>,<br />
la morte del padre Beppe Alfano,<br />
ucciso per aver scritto un articolo<br />
sulla <strong>mafia</strong>. Rispetto al film all’interno<br />
della puntata si utilizza un<br />
linguaggio ancora più ironico e<br />
sdrammatizzante, che viene affrontato<br />
accostando alle immagini<br />
cruente dell’epoca le hit in voga<br />
in quegli anni. Questo prodotto è<br />
paragonabile al testo mediale di<br />
partenza per la tematica dell’anti<strong>mafia</strong>,<br />
per il trattamento del tema<br />
in maniera ironica, e per il valore<br />
civile legato alla denuncia e alla<br />
sensibilizzazione sul tema.
38 - TRADUZIONI E VARIANTI<br />
PRODUZIONI MUSICALI<br />
Pensa<br />
di Fabrizio Moro, 2007<br />
Pensa è un brano di Fabrizio Moro<br />
del 2007. È un interessante esempio<br />
di traduzione in quanto il testo<br />
della canzone è stato scritto di<br />
getto dall’artista in seguito ad aver<br />
visto un film su Paolo Borsellino. Il<br />
testo della canzone, come <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, si propone<br />
di denunciare e portare gli ascoltatori/spettatori<br />
alla riflessione<br />
sulla tematica <strong>mafia</strong>. Entrambi i<br />
testi mediali si fanno portavoce di<br />
un’ideologia anti<strong>mafia</strong> scaturita<br />
da avvenimenti comuni, in questo<br />
caso dalla stagione delle stragi a Palermo.<br />
Cuore<br />
di Jovanotti, 1992<br />
Allo stesso modo Jovanotti propone<br />
un testo sull’ideologia dell’anti<strong>mafia</strong><br />
scritto in seguito alla strage<br />
di Capaci. Il brano non è mai stato<br />
pubblicato e ha lo scopo di coinvolgere<br />
e sensibilizzare il pubblico più<br />
giovane grazie anche al testo rap.<br />
Affrontando le tematiche dell’omertà<br />
e del senso di oppressione,<br />
Jovanotti in un suo post di facebook<br />
datato 23 maggio 2012 parla del suo<br />
brano così: “Per quello che riguarda<br />
la mia vita considero il 23 maggio<br />
1992 il giorno in cui mi sono accorto<br />
di essere legato ad una storia, ad<br />
un paese, a una comunità di persone<br />
che crede in una cosa fondamentale<br />
e non negoziabile: il diritto/dovere<br />
di ognuno di vivere in un paese libero<br />
dal potere della malavita organizzata.<br />
Organizzata in ogni sua<br />
forma, dalla più atroce e violenta a<br />
quella più strisciante, mascherata,<br />
istituzionalizzata e collusa con altri<br />
poteri.”
- 39<br />
VARIANTI<br />
Serie televisiva<br />
Spettacolo teatrale<br />
È stata realizzata una versione<br />
teatrale del film, realizzata dalla<br />
scuola media G. di Biasio di Cassino<br />
(FR). Lo spettacolo è stato recitato<br />
per la prima volta al festival del<br />
teatro civile Cassino Off. Gli interpreti<br />
sono ragazzi dai 15 ai 17 anni<br />
e la durata dello spettacolo è di 50<br />
minuti. Lo spettacolo viene presentato<br />
ogni anno con un cambio di<br />
attori a seconda dei partecipanti<br />
al laboratorio e degli studenti coinvolti<br />
nel progetto. Lo scopo è quello<br />
di sensibilizzare gli studenti e le<br />
famiglie sulla tematica <strong>mafia</strong> il più<br />
possibile.<br />
Gli aspetti che mutano rispetto alla<br />
storia del film sono pochi, tra questi<br />
la durata che vede un’ora e mezza<br />
di film condensata in 50 minuti di<br />
spettacolo teatrale e le scene e le<br />
battute variano a seconda dell’interpretazione<br />
dei giovani attori.<br />
Prendendo ispirazione dal film è<br />
stata realizzata una serie televisiva<br />
che porta lo stesso nome, <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> diretta da Luca<br />
Ribuoli, ideata da Pif e trasmessa su<br />
Rai Uno.<br />
Fino ad ora sono state realizzate<br />
due stagioni, ognuna composta da<br />
dodici episodi da circa 50 minuti<br />
l’uno. <strong>La</strong> prima puntata della prima<br />
stagione è stata mandata in<br />
onda lunedì 21 novembre 2016, riscuotendo<br />
ottimi risultati in termini<br />
di ascolti e gradimento, quasi 6<br />
milioni di spettatori per uno share<br />
del 22%.<br />
<strong>La</strong> seconda stagione è invece stata<br />
mandata in onda in prima serata a<br />
partire da giovedì 26 aprile 2018.<br />
Come per il film, Pif assume un<br />
ruolo importante all’interno del<br />
progetto. Oltre che esserne l’ideatore,<br />
è anche autore di soggetto e sceneggiatura<br />
e come per il film, la sua<br />
voce fuori campo racconta le vicende<br />
storiche assumendo la figura<br />
del piccolo protagonista Salvatore<br />
da adulto. <strong>La</strong> trama narra la storia<br />
alla fine degli anni 70 della famiglia<br />
palermitana dei Giammarresi<br />
costretta a lasciare Palermo per la<br />
presenza di Cosa Nostra, alle prese<br />
tra lavoro, questioni sentimentali<br />
e problemi economici. Alternando<br />
verità e finzione, con lo stesso tono<br />
del film, la serie diventa il racconto<br />
di quella che fu una stagione intensa<br />
e sanguinosa, del conflitto tra<br />
bene e male, una storia che racconta<br />
del nostro passato per fare chiarezza<br />
sul nostro presente.<br />
<strong>La</strong> serie tv rispetto al film enfatizza<br />
maggiormente il racconto familiare,<br />
forse manca di quelle note<br />
grottesche che avevano reso il film<br />
più innovativo ma come questo riesce<br />
a dissacrare i boss mafiosi e<br />
onorare i grandi eroi dell'anti<strong>mafia</strong><br />
con leggerezza e semplicità. Come<br />
per il film, una scelta attuata per la<br />
realizzazione della serie è stata la<br />
quasi totalità del cast siciliano.
40 - MODELLO CULTURALE<br />
LINGUAGGIO<br />
Le vicende del film sono narrate<br />
in prima persona dalla voce<br />
di Arturo. Egli, utilizzando il<br />
giusto tono di voce a seconda delle<br />
vicende, ovvero più ironico e leggero<br />
per quelle legate alla sua vita, e<br />
più serioso e tragico per quelle legate<br />
alle disgrazie storiche, accompagna<br />
lo spettatore per l’intera durata<br />
del film.<br />
Arturo comincia la sua storia inquadrando<br />
Flora adulta e con un<br />
“<strong>La</strong> vedete quella ragazza?”, fa capire<br />
senza mezzi termini la natura del<br />
film; se da una parte la telecamera<br />
a mano illustra la caratterizzante<br />
documentaristica del lungometraggio,<br />
il soggetto ripreso fa intendere<br />
l’aspetto più frivolo riguardante la<br />
storia d’amore tra Arturo e Flora.<br />
Ironia e smitizzazione<br />
I personaggi appartenenti a Cosa<br />
Nostra sono rappresentati con<br />
estrema semplicità, agli occhi dello<br />
spettatore risultano quindi privi di<br />
qualsiasi aura mitica e connotazione<br />
superba. Pensando ad altri testi<br />
mediali che trattano temi simili,<br />
possiamo dire che la rappresentazione<br />
dei personaggi mafiosi è ad<br />
esempio totalmente differente da<br />
quella che si può evincere ne Il Pa<br />
drino. Mentre in quest’ultimo film<br />
i malavitosi godono di un rispetto<br />
e di un fascino per così dire miticizzato,<br />
ne <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />
essi sono rappresentati come<br />
persone comuni, abbassati a livello<br />
del popolo nel loro più esile status<br />
sociale. Non risultano né magnifici<br />
né magnificenti.<br />
Nell’intera rappresentazione quella<br />
che emerge è una critica raccontata<br />
con il sorriso sulle labbra, con<br />
grande acume e una nota di ironica<br />
satira che però non scende mai nella<br />
beffa. Lo scopo è quello di dissacrare<br />
e di divellere la questione di<br />
Cosa Nostra dalla sua intrattabilità<br />
e dall’omertà che permea l’argomento.<br />
Di <strong>mafia</strong> si può parlare, con<br />
la consapevolezza e l’intelligenza<br />
di una storia che si può e si deve<br />
affrontare.<br />
“Io vengo dall’esperienza delle Iene,<br />
arrivo ‘babbiando’, come si dice a<br />
Palermo, cioé scherzando, e poi sparo<br />
la mia denuncia. Forse un film più<br />
classico un ragazzo non lo vedrebbe,<br />
mentre è importante che i giovani<br />
sappiano che anche se Cosa Nostra<br />
oggi è un po’ meno potente non si<br />
deve abbassare la guardia perché la<br />
<strong>mafia</strong> è particolarmente pericolosa<br />
quando è silente, strisciante”.<br />
(Pif, intervista per Repubblica, 19<br />
Novembre 2013)<br />
Casualità e finalismo<br />
L’intera narrazione sottende ad un<br />
meccanismo di casualità di eventi<br />
che si incrociano in coincidenze<br />
concorrenti a creare una serie di<br />
conseguenze. Quello di Arturo ad<br />
esempio si può definire un amore<br />
avversato dagli eventi criminosi legati<br />
a Cosa Nostra, in quanto, ogni<br />
volta che il protagonista ha l’opportunità<br />
di conquistare Flora, la <strong>mafia</strong><br />
si mette sempre in mezzo rovinando<br />
le aspettative di Arturo. È dalla<br />
seconda metà del film, quando la<br />
<strong>mafia</strong> comincia ad essere ostacolata<br />
dalla giustizia palermitana, che<br />
la casualità degli eventi comincia<br />
a ruotare a favore dei protagonisti<br />
e più in generale dei cittadini di<br />
Palermo; si stabilisce così un equilibrio<br />
tra le parti che legge all’interno<br />
delle tragedie di Cosa Nostra<br />
la richiesta di giustizia da parte<br />
del popolo. Quella che traspare è<br />
quindi un’idea molto prossima al<br />
finalismo, tipico della cultura occidentale,<br />
secondo il quale tutto tende<br />
verso uno scopo ultimo e ogni<br />
momento e avvenimento cospira<br />
verso l’attuazione di un determinato<br />
fine, nel caso della narrazione, il<br />
coronamento dell’amore di Flora e<br />
Arturo così come il maxi processo a<br />
Cosa Nostra.
- 41<br />
Televisione e giornali<br />
Un’altra metodologia di linguaggio<br />
utilizzata notevolmente all’interno<br />
della narrazione sono i telegiornali<br />
e i giornali. Adoperati come mezzo<br />
di diffusione di notizie, sono i titoli<br />
in grassetto e le voci dei cronisti a<br />
narrare l’andamento politico e mafioso<br />
di quegli anni. Viene spesso<br />
lasciata in sottofondo la voce dei<br />
giornalisti mentre il regista mostra<br />
la vita delle persone a Palermo che<br />
va avanti come nulla fosse seguendo<br />
con coerenza l’atteggiamento<br />
di omertà presente all’epoca. <strong>La</strong><br />
televisione viene utilizzata come<br />
intermezzo tra una scena e l’altra<br />
e rappresenta anche il luogo del<br />
primo incontro tra Arturo e il suo<br />
mentore. Altro mezzo di informazione<br />
importante sono i giornali e<br />
i quotidiani che in diverse situazioni<br />
catturano l’attenzione di Arturo<br />
sempre e <strong>solo</strong> in merito a Giulio<br />
Andreotti. Ossessionato da questa<br />
figura politica, l’elemento del quotidiano<br />
ricorre in tutte le scene in cui<br />
Arturo si dedica al suo album di ritagli<br />
in onore appunto del suo mito.<br />
Il protagonista comunica anche<br />
attraverso le lettere. Da adulto intraprende<br />
rapporti epistolari con<br />
Francesco, che ormai vive a Milano<br />
da diversi anni. È sempre attraverso<br />
una lettera che Flora trova<br />
il coraggio di accettare l’invito<br />
di Arturo al cimitero. <strong>La</strong> scrittura,<br />
che sia giornalistica o epistolare,<br />
è all’interno della narrazione un<br />
forte metodo di comunicazione che<br />
permette al protagonista e ai personaggi<br />
attorno a lui di esprimersi al<br />
meglio, come se quello che non può<br />
essere detto può essere scritto.
42 - MODELLO CULTURALE<br />
TEMATICHE<br />
Falsi eroi<br />
Una delle tematiche chiave del film<br />
è quella del fanatismo, velatamente<br />
anche di tipo politico. Nel trattare<br />
questo argomento, Pif illustra Arturo,<br />
come fanatico della figura di<br />
Giulio Andreotti. In realtà, la situazione<br />
è paradossale poiché Arturo<br />
non è un fan del politico italiano<br />
per via dei suoi pensieri diplomatici<br />
ma in quanto lo ritiene simile<br />
a sé caratterialmente, nonché una<br />
figura da imitare nella conquista<br />
del suo grande amore, Flora. Si<br />
crea quindi una situazione che ha<br />
del paradossale e del comico, in<br />
quanto si scoprirà in seguito che il<br />
personaggio politico, tanto onorato<br />
dal bambino, risulta indagato per<br />
legami con Cosa Nostra, organizzazione<br />
contro la quale Arturo adulto<br />
si batterà a viso aperto. Pif, come<br />
regista, mette quindi in luce la deriva<br />
di un fanatismo sconsiderato<br />
e fuorviante, nonché deludente nei<br />
suoi risvolti. Quello che traspare è<br />
un messaggio di avvertenza velato<br />
di critica, rispetto al fanatismo – soprattutto<br />
politico – rappresentato<br />
dal punto di vista ingenuo di un<br />
bambino.<br />
L’attività di reporter<br />
Il leitmotiv che accompagna tutta<br />
la narrazione è l’attività di reporter<br />
svolta da Arturo sin da piccolo. Egli<br />
infatti nutre il sogno di diventare<br />
un vero giornalista per raccontare<br />
tutte le vicende della sua città e<br />
cerca in ogni modo di alimentare<br />
questa sua passione, che ha modo<br />
di sviluppare grazie all’incontro<br />
con Francesco. Qui appare più evidente<br />
quella che è, se vogliamo così<br />
definirla, la nota più autobiografica<br />
del film, con dei riferimenti diretti<br />
alla figura di Pif come personaggio<br />
pubblico e reporter televisivo. Il<br />
messaggio che permea l’intero intreccio<br />
è quello di credere sempre<br />
nei propri sogni e nelle proprie passioni<br />
e che, nonostante le difficoltà,<br />
gli obiettivi si possono raggiungere.<br />
Arturo stesso incontra una certa<br />
complessità nel diventare un giornalista<br />
e nel poter narrare gli eventi<br />
legati alla <strong>mafia</strong>, ma con un po’<br />
di tenacia e determinazione queste<br />
problematiche vengono superate<br />
e si giunge ad un lieto fine. Il<br />
reportage diventa così il mezzo di<br />
denuncia di cui Arturo e Pif stesso<br />
si servono per rivelare il fenomeno<br />
<strong>mafia</strong> al pubblico.<br />
Un’altra tematica importante che<br />
viene tracciata è quella della censura<br />
e della manipolazione delle<br />
informazioni da parte dei media,<br />
infatti Francesco, all’interno del<br />
racconto dice di essere stato costretto<br />
dal direttore del giornale<br />
per il quale lavora a curare la rubrica<br />
sportiva, invece di scrivere<br />
riguardo argomenti scomodi come<br />
la <strong>mafia</strong>.
Donne e Mafia<br />
È chiaro che ne <strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong><br />
<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> non ci sia il timore<br />
di dipingere i protagonisti delle<br />
vicende palermitane come attori<br />
macchiettistici del proprio destino<br />
continuando a creare situazioni<br />
ridicole che, sebbene non mirino<br />
a far ridere lo spettatore, quantomeno<br />
lo fanno sorridere. Le situazioni<br />
ingenue, intrecciate agli<br />
orrori delle stragi mafiose creano<br />
un ritmo precisamente indirizzato<br />
verso il finale. In tutto ciò l’amore,<br />
specificamente visto dalla prospettiva<br />
maschile, passa, come il resto<br />
della narrazione, dagli occhi di Arturo<br />
che, inesperto, fraintende e si<br />
cruccia dei difficili rapporti con “le<br />
fimmene”. <strong>La</strong> figura di Flora apre<br />
la narrazione con un flashforward<br />
dove Pif, nelle vesti di cameramen,<br />
la segue nei pressi del teatro Politeama<br />
di Palermo chiarendo fin<br />
dall’inizio del film il leitmotiv del<br />
film: la storia d’amore di un bambino<br />
cresciuto a Palermo vittima<br />
degli eventi e della stessa città. Se<br />
la figura della madre sfuma presto<br />
nello stereotipo della donna di<br />
casa che cucina e si occupa dei figli,<br />
quella di Flora sembra calamitare<br />
l’attenzione divenendo l’unica vera<br />
protagonista femminile all’interno<br />
di un mondo di uomini. <strong>La</strong> narrazione<br />
non è puntigliosa in questo<br />
dato che è ormai riconosciuto il<br />
ruolo delle donne nell’organizzazione<br />
mafiosa in veste non ufficiale<br />
ma sostanziale. Questo è forse<br />
per render meglio l’idea di mafiosi<br />
prettamente soli, inetti e inscatolati<br />
in logiche fuori dal tempo. Quella<br />
delineata nella prima parte del<br />
film è un’idea maschilista di donna<br />
come pericolosa tentatrice dell’uomo<br />
che emerge nelle varie figure<br />
di lavoratori che non si fanno problemi<br />
a nascondere la vera natura<br />
delle azioni perpetrate dall’associazione<br />
criminale dietro luoghi comuni<br />
quali “Secondo me è tutta una<br />
questione de fimmene”, “incuitò una<br />
femmina che non doveva incuitare”,<br />
“gli piacevano troppo le femmine:<br />
quelle degli altri”, “A Palermo, uccidono<br />
più le femmine che l’infarto”,<br />
anche di fronte ad Arturo accompagnato<br />
dalla madre. Questo crea, in<br />
breve, un immaginario nella testa<br />
di Arturo dove innamorarsi è pericoloso<br />
e le donne possono mettere<br />
in pericolo la vita. Ad ammonirlo<br />
sarà (non senza ironia dell’autore)<br />
frate Giacinto, che lo rassicurerà<br />
sul fatto che le femmine non costituiscono<br />
un motivo per cui si può<br />
essere uccisi. Per il resto della narrazione<br />
Flora emerge come una ragazza<br />
determinata mentre Arturo è<br />
sempre più innamorato di lei e cerca<br />
di fari notare o almeno ottenere<br />
la sua fiducia. È sempre Flora che<br />
determina la linea temporale della<br />
narrazione, fermandola con il trasferimento<br />
in Svizzera e riaprendola<br />
con il suo ritorno al fianco di<br />
Salvo Lima. Questo inseguimento si<br />
interrompe <strong>solo</strong> con la confessione<br />
di Arturo che provoca l’allontanamento<br />
dei due e prepara al finale<br />
ricongiungimento dove i personaggi<br />
si trovano finalmente sullo stesso<br />
piano. Altra figura femminile che<br />
il regista ha scelto di evidenziare<br />
può essere la figura della madre di<br />
Jean Pierre, che vuole raffigurare<br />
la presa di coscienza di una generazione<br />
più addietro del resto dei<br />
protagonisti, che però ha maturato<br />
anch’essa una nuova sensibilità nel<br />
momento in cui accadono gli omicidi<br />
di Falcone e Borsellino.<br />
Come già accennato, la storia delle<br />
donne all’interno dei fenomeni mafiosi<br />
è più complessa e meriterebbe<br />
un approfondimento proprio. In<br />
linea di massima si può comunque<br />
parlare di un generale coinvolgimento<br />
informale della figura femminile<br />
che appoggiava l’uomo mafioso,<br />
arrivando fino a consigliarlo.<br />
- 43<br />
In alcuni casi è avvenuto che, in<br />
seuito all’incarcerazione o alla<br />
morte di un Boss, la moglie potesse<br />
prendere le redini del Clan, grazie<br />
alle conoscenze acquisite. In altri<br />
casi le donne non erano coinvolte<br />
direttamente nelle attività criminali<br />
e nelle decisioni ma si occupavano<br />
degli affari casalinghi , talvolta<br />
maturando una devozione verso<br />
l’organizzazione e aderendo completamente<br />
agli ideali mafiosi.<br />
Celebri sono state in questo senso<br />
le mogli di alcuni pentiti mafiosi<br />
durante il Maxiprocesso che sono<br />
intervenute in sala di tribunale (venendo<br />
poi allontanate) inveendo<br />
contro i propri coniugi per il “tradimento”<br />
dei principi mafiosi.<br />
Altra casistica principale è sicuramente<br />
il fenomeno delle donne che<br />
hanno invece avuto il coraggio di<br />
denunciare i crimini commessi nel<br />
proprio paese, a danno proprio o<br />
della loro famiglia.<br />
Vengono ricordate in questa casistica<br />
Rosetta Prestinicola, Vita Rugnetta,<br />
Michela Buscemi, Antonia<br />
Setti Carraro, Rita Atria e molte altre<br />
donne.
44 - MODELLO CULTURALE<br />
REGIA E TECNICHE DI RIPRESA<br />
<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> è il film<br />
d’esordio di Pif, che si distingue<br />
come regista per aver saputo produrre<br />
un film equilibrato nelle sue<br />
parti e corretto nella composizione<br />
registica. Lo stile del film è infatti<br />
caratterizzato da diverse modalità<br />
di ripresa, ognuna associata a una<br />
diversa funzione.<br />
Lo schema sotto illustra le diverse<br />
tecniche di ripresa adottate nell’interezza<br />
del film.<br />
0:00:00 0:16:40<br />
0:16:40<br />
0:33:20<br />
0:33:20<br />
0:50:00<br />
0:50:00<br />
1:06:40<br />
1:06:40<br />
1:23:20<br />
Camera a mano<br />
Fiction<br />
1:23:20 1:29:14<br />
Filmati originali<br />
Ricostruzione<br />
storica<br />
Falso storico<br />
Titoli
Macchina da presa<br />
- 45<br />
Quella principale che caratterizza<br />
gran parte del girato del film, ha lo<br />
scopo di narrare la storia nel suo<br />
lato fittizio. Essa è realizzata secondo<br />
il regime tipico e canonico<br />
tramite inquadrature fisse, zoom, e<br />
l’utilizzo di carrelli per le riprese in<br />
movimento.<br />
Cinepresa a mano<br />
Pif introduce nel film spezzoni girati<br />
direttamente con la cinepresa<br />
a mano in puro stile giornalistico,<br />
suo elemento caratterizzante nato<br />
col programma televisivo Il Testimone<br />
di MTV. Il film sfrutta questo<br />
espediente narrativo per ricollegarsi<br />
alla figura di Arturo che da<br />
adulto pratica il giornalismo come<br />
mestiere e viene usato come metodo<br />
che apre e chiude il cerchio<br />
narrativo sia per modalità di ripresa<br />
che per soggetto (all’inizio della<br />
storia la telecamera inquadra e si<br />
stringe su Flora, e alla fine su Arturo,<br />
Flora e il loro bambino).<br />
Filmati originali<br />
Interessante è anche lo strumento<br />
con cui narra la realtà storica, ovvero<br />
immagini di repertorio. Pif<br />
si serve per cui di filmati originali<br />
quali interviste e reportage telegiornalistici<br />
per mostrare le conseguenze<br />
storiche e l’impatto che ha<br />
avuto Cosa Nostra sulla società, in<br />
maniera cruda e senza filtri, accentuando<br />
i valori di denuncia e documentaristici/educativi<br />
di cui il film<br />
si fa portatore.
46 - MODELLO CULTURALE<br />
COLORI E FOTOGRAFIA<br />
Per quanto riguarda la componente<br />
cromatica il film gioca<br />
sull’utilizzo di una palette coerente<br />
che viene mantenuta dall’inizio<br />
alla fine del lungometraggio.<br />
I colori che dominano all’interno<br />
delle composizioni sono il blu, l’azzurro,<br />
il beige e il grigio, accostati a<br />
toni scuri come ad esempio il nero<br />
in alternanza al marrone. Non per<br />
nulla il film intero sembra quasi<br />
essere coperto da un alone scuro<br />
che tende a incupire e raffreddare<br />
le scene, in particolare quelle girate<br />
in ambienti chiusi. Nelle scene<br />
in presenza di Flora si è notato un<br />
cambiamento del calore dei singoli<br />
colori; essi sono più accesi e pieni,<br />
coerentemente con i sentimenti di<br />
Arturo. Interessante è l’applicazione<br />
del colore applicato principalmente<br />
attraverso gli abiti indossati<br />
dai personaggi, che giocano spesso<br />
sulla triade beige-blu-marrone.<br />
Il colore che lega invece i due piccoli<br />
innamorati è il rosso, indossato<br />
alternatamente da Flora e Arturo,<br />
colore dell’amore e della passione.<br />
Questo colore li identifica all’interno<br />
della narrazione come i due innamorati.<br />
#13515d<br />
#a8aca3<br />
#000000<br />
#ae9449<br />
#701518
- 47
48 - MODELLO CULTURALE<br />
BRAND<br />
Lo sviluppo del Brand è stato curato<br />
dalla casa di produzione Wildside<br />
ed è stato strettamente legato<br />
all’estetica e alle tematiche del film.<br />
In particolare, è divenuta portavoce<br />
della pellicola la fotografia che<br />
immortala Arturo travestito da Andreotti<br />
con le dita incrociate e lo<br />
sguardo diretto all’obbiettivo.<br />
Il logotipo si rifà invece alla grafica<br />
dei titoli di giornale con le parole<br />
sono scritte in maiuscoletto. I colori<br />
bianco delle scritte e rosso degli<br />
elementi grafici, giocano in negativo<br />
con lo sfondo nero fotografico.<br />
In alcune versioni è presente anche<br />
in rosso la scritta “Un film di Pif”. I<br />
manifesti vogliono richiamare i titoli<br />
di prima dei giornali, come se<br />
il titolo del film divenisse l’ultima<br />
andreottiana dichiarazione negazionista<br />
del fenomeno mafioso.<br />
Il logotipo in versione digitale, nel<br />
film e nel trailer, è stato trasformato<br />
togliendo il filetto rosso fra “<strong>La</strong><br />
Mafia <strong>uccide</strong>” e “<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>” congiungendo<br />
alcune lettere fra di loro<br />
e unendo l’apostrofo con la riga superiore.<br />
È stato anche cambiato il<br />
colore adottando l’arancione.<br />
Il logotipo è stato mantenuto anche<br />
per le due stagioni della serie<br />
aggiungendo semplicemente la dicitura<br />
“la serie” e mantenendo la<br />
stessa impostazione grafica.<br />
Altra variazione nel colore è stata<br />
fatta nella locandina internazionale<br />
dove si è adattato il colore viola<br />
per lo sfondo e il titolo inglese è<br />
stato riordinato su tre righe senza<br />
ulteriori elementi grafici.<br />
In generale non sono stati distribuiti<br />
gadget per promuovere il film e<br />
non è stato realizzato merchandise.<br />
L’immagine del film è stata legata<br />
fortemente e a quella di Pif adottando<br />
un tono di voce spontaneo<br />
e pulito, cercando di mostrare anche<br />
nel trailer l’impronta stilistica<br />
de Il Testimone. Anche l’iniziativa<br />
#aiutapif è servita a raccogliere la<br />
partecipazione dei fan di Pif coinvolgendoli<br />
nella realizzazione di video<br />
amatoriale e ricalcando l’idea<br />
di “aiutare” l’autore a promuovere<br />
il suo film senza investire in un’ampia<br />
campagna commerciale.
- 49
50 - MODELLO CULTURALE<br />
ASPETTO IDEOLOGICO<br />
<strong>La</strong> tipologia cinematografica a<br />
cui il film si rifà è quella civile<br />
o politica. <strong>La</strong> pellicola rappresenta<br />
infatti la volontà di Pif di<br />
voler raccontare un contesto sociale<br />
e storico assieme alle sue falle e<br />
ai suoi punti deboli.<br />
Omertà e società<br />
L’ideologia alla base della società<br />
narrata dal regista è l’omertà. Elemento<br />
caratterizzante dei modi di<br />
vivere e comportarsi quotidianamente,<br />
essa è applicata alla figura<br />
del cittadino palermitano; se alla<br />
radio viene annunciato l’omicidio<br />
di un giornalista, il commento del<br />
macellaio è “Ma quale <strong>mafia</strong> e <strong>mafia</strong>.<br />
Secondo me è tutta una questione<br />
de fimmene.”, se la prima parola<br />
del figlio è “<strong>mafia</strong>”, la reazione<br />
della mamma è un’alzata di spalle,<br />
e se al telegiornale mostrano il maxiprocesso<br />
alla <strong>mafia</strong>, il risultato è<br />
uno scambio di sguardi increduli<br />
come se si sentisse parlare di <strong>mafia</strong><br />
per la prima volta. Forse quest’incredulità<br />
non è del tutto ingiustificata,<br />
perché Pif ritrae i mafiosi<br />
stessi come persone comuni. Senza<br />
evidenti segni di distinzione di ceto<br />
o classe sociale, essi si aggirano per<br />
la città all’interno di macchine comuni,<br />
guardano la televisione e i telegiornali<br />
come persone comuni e<br />
cantano le canzoni di Ivana Spagna<br />
mentre ne ritagliano gli articoli,<br />
proprio come fa Arturo con Andreotti.<br />
Non viene mostrato esplicitamente<br />
quali sono gli aspetti che<br />
rendono i mafiosi persone peggiori<br />
di un uomo qualsiasi, per questo<br />
non si fa caso della loro esistenza.<br />
L’educazione stessa tende a sminuire<br />
questo fenomeno, come quando<br />
Arturo legge ad alta voce l’articolo<br />
secondo cui a detta di Andreotti la<br />
<strong>mafia</strong> non esista in Sicilia, e la sua<br />
maestra applaude sorridendo.<br />
Manipolazione e censura<br />
Collegata a quest’aspetto è la questione<br />
della censura e della manipolazione<br />
delle notizie. Furono<br />
diverse le persone uccise a causa<br />
di articoli riguardanti investigazioni<br />
sulla <strong>mafia</strong> o simpatizzanti con<br />
le forze dell’ordine. Viene infatti<br />
introdotta la figura di Francesco,<br />
un giornalista che viene costretto<br />
a scrivere articoli sportivi per non<br />
esporsi in ambito mafioso. <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
nel corso di questi anni diventa<br />
un aspetto talmente tanto presente<br />
nella vita delle persone che una<br />
volta fatta l’abitudine diventa una<br />
presenza normale.
- 51<br />
Anti<strong>mafia</strong><br />
Nel film è presente un aspetto ideologico<br />
posto in opposizione all’omertà<br />
della società, che ha origine<br />
dalla voglia di reazione e dal<br />
sentimento di giustizia. I volti dei<br />
giudici e dei poliziotti incorrotti<br />
rappresentano gli eroi dell’anti<strong>mafia</strong>,<br />
ideale che è costato la vita ad<br />
ognuno di loro. Questo è il modello<br />
che nel contesto storico e fisico<br />
di riferimento non è stato preso<br />
sul serio dai palermitani che non<br />
riconobbero momentaneamente il<br />
valore e il lavoro di queste persone.<br />
Il fenomeno è stato anche soffocato<br />
dalle parole di Andreotti secondo<br />
cui l’emergenza <strong>mafia</strong> si trovava<br />
principalmente in Calabria e Campania.<br />
È <strong>solo</strong> con la morte di Falcone e<br />
Borsellino, divulgatori di questa<br />
manifestazione “fantasma”, che le<br />
persone si indignano e chiedono<br />
giustizia. Nel corso di questi anni<br />
quindi il fenomeno anti<strong>mafia</strong> viene<br />
sottovalutato da tutti, proprio<br />
come il suo opposto. Prendendo<br />
l’esempio di dalla Chiesa a cui non<br />
venne dato sostegno sufficiente da<br />
parte dello stato italiano, si legge<br />
dall’articolo di Arturo: ”Dalle parole<br />
del generale sembra che lui stia<br />
combattendo una vera e propria<br />
guerra alla <strong>mafia</strong>. Per combattere<br />
una guerra però ci vuole un esercito<br />
e invece intorno a lui non c’era nessuno,<br />
c’erano <strong>solo</strong> due poliziotti senza<br />
cappello. <strong>La</strong> prefettura era vuota.<br />
Allora forse ha ragione l’onorevole<br />
Andreotti; in Sicilia evidentemente<br />
non c’è nulla da fare.”<br />
Mafia<br />
L’ideologia alla base della narrazione<br />
è la <strong>mafia</strong>. Essa viene spiegata<br />
da Arturo nel ripercorrere la<br />
sua ricerca per distinguere il bene<br />
dal male. Come detto finora la <strong>mafia</strong><br />
in sé non viene rappresentata<br />
nella sua forma più cruenta ma<br />
smitizzata. Traspaiono però quali<br />
sono i principi alla base di questo<br />
sistema. Oltre a porsi in netta opposizione<br />
agli apparati giudiziari<br />
ufficiali, l’essenza della <strong>mafia</strong> è<br />
quella di adottare un codice di onore<br />
violento, ovvero se ostacolata la<br />
reazione è un omicidio o addirittura<br />
una strage. Nel film è evidente<br />
nell’ordine di azione-reazione da<br />
parte prima delle forze dell’ordine<br />
e poi della <strong>mafia</strong> stessa. Non a<br />
caso viene ritenuto come segno di<br />
debolezza il ricorso alla giustizia<br />
per vie ufficiali. Strettamente collegata<br />
a un’ideologia rurale che ha<br />
origine nel contesto contadino, essa<br />
rimane legata ad una struttura piramidale<br />
indifferente a sentimenti<br />
e idee moderne. Totò Riina attua la<br />
sua scalata per diventare il capo dei<br />
Corleonesi a partire dalla Strage di<br />
viale <strong>La</strong>zio, proprio come richiede<br />
la mobilità sociale che deve essere<br />
per forza di cose violenta col fine di<br />
mantenere una struttura gerarchica.<br />
<strong>La</strong> famiglia mafiosa si sviluppa<br />
in questo modo in maniere ascendente,<br />
tra affiliati che riconoscono<br />
un unico capo, in questo caso Totò<br />
Riina per la famiglia di Corleone, e<br />
che lottano contro le altre famiglie<br />
per l’egemonia del territorio.
52 - AUDIENCE<br />
ASPETTO GENERAZIONALE<br />
Come detto in precedenza,<br />
l’aspetto che viene messo in<br />
luce dal film è il come due<br />
generazioni diverse abbiano affrontato<br />
la tematica <strong>mafia</strong> nella<br />
vita di tutti i giorni. Nella trama<br />
viene infatti messa a confronto la<br />
generazione dei bambini con quella<br />
degli adulti, entrambe appartenenti<br />
al contesto temporale degli<br />
anni Ottanta. In particolare, il fenomeno<br />
mafioso viene interpretato<br />
come la difficoltà dei più piccoli di<br />
distinguere il bene dal male anche<br />
attraverso le lezioni di adulti omertosi.<br />
<strong>La</strong> generazione dei bambini<br />
incarnata dalla figura di Arturo, è<br />
caratterizzata da questa nota di curiosità<br />
per cui se nessuno ne parla<br />
allora bisogna chiedere. Arturo non<br />
si fa scrupoli a chiedere agli adulti,<br />
ad indagare per le vie di Palermo,<br />
o ad intervistare importanti persone<br />
politiche, ed è <strong>solo</strong> con la caduta<br />
del suo mito che Arturo smette di<br />
fare domande, arrivato alla¬¬ conclusione<br />
della sua ricerca tra bene<br />
e male. Da bambino curioso di scoprire<br />
la realtà dei fatti, si trasforma<br />
in adolescente rassegnato e disilluso,<br />
cosciente di quel mancato senso<br />
di giustizia all’interno della vita di<br />
tutti. Dall’altra parte gli adulti, rappresentati<br />
dai genitori di Arturo,<br />
non affrontano proprio la questione,<br />
minimizzandola del tutto fino<br />
ad ignorarla. Non si capisce bene se<br />
sia per un semplice clima di omertà<br />
per cui tutti sanno e nessuno parla,<br />
oppure è il desiderio stesso di non<br />
voler credere all’esistenza di Cosa<br />
Nostra. Quello che accomuna però<br />
queste due generazioni è che all’inizio<br />
degli anni Novanta, è la <strong>mafia</strong><br />
stessa a diventare l’espediente per<br />
cui avviene la loro trasformazione;<br />
a causa infatti del clima di oppressione<br />
causato dall’egemonia di<br />
Cosa Nostra sulla città di Palermo,<br />
dall’evoluzione di entrambe le generazioni,<br />
scaturisce il sentimento<br />
di giustizia e rivoluzione necessitato<br />
da tutti.<br />
Per cui sebbene sembri che inizialmente<br />
possano esserci dei limiti di<br />
ricezione in merito alla comprensione<br />
del fenomeno da entrambe le<br />
parti, la prima per disillusione e la<br />
seconda per apparente disinteresse,<br />
quello che viene urlato da tutti<br />
loro assieme è un sempre più convinto<br />
“Fuori la <strong>mafia</strong> dallo stato!”.<br />
L’aspetto dell’evoluzione della persona,<br />
che si vede attuata sui personaggi<br />
di Flora e Arturo da adulti,<br />
porta a concludere la narrazione<br />
con questa frase: “Quando sono diventato<br />
padre ho capito che i genitori<br />
hanno due compiti fondamentali:<br />
il primo è quello di difendere<br />
il proprio figlio dalla malvagità del<br />
mondo. Il secondo è quello di aiutarlo<br />
a riconoscerla.”. <strong>La</strong> notevole<br />
differenza che si coglie è appunto<br />
nei termini della relazione genitore-figlio,<br />
che se all’inizio degli anni<br />
Settanta è limitante e infeconda,<br />
vent’anni dopo è esattamente il<br />
contrario.
- 53<br />
TARGET<br />
Per questo motivo il target di riferimento<br />
è chiunque. Il film non<br />
si rivolge a un target specifico in<br />
quanto il voler divulgare questo<br />
fenomeno e la storia che ci sta dietro<br />
comporta che il fine ultimo sia<br />
quello di raggiungere il maggior<br />
numero di persone possibili. Un<br />
ipotetico target di riferimento potrebbe<br />
essere quello legato al contesto<br />
dell’infanzia, per cui quello<br />
di scuole e oratori che utilizzano il<br />
film, che si presta per linguaggio e<br />
trattamento del tema, come mezzo<br />
di sensibilizzazione e informazione<br />
ideale nei confronti dei più piccoli.<br />
Ciò non vuole escludere un’importante<br />
fetta di pubblico costituita dagli<br />
adulti, che invece possono riconoscere<br />
in quest’opera di denuncia<br />
la volontà del regista di esporre i<br />
propri ideali senza nascondersi.<br />
Sempre con lo scopo di voler denunciare<br />
e divulgare le vicende<br />
storiche, la messa in pratica della<br />
sceneggiatura comporta che il film<br />
si attenga a una certa forma di credibilità.<br />
A questo proposito, oltre<br />
all’ambientazione palermitana, la<br />
scelta intrapresa dal regista è stata<br />
quella di adottare un cast quasi del<br />
tutto siciliano (l’unica attrice non<br />
siciliana è Cristiana Capotondi, Flora).<br />
Questa scelta ha permesso di<br />
rappresentare al meglio il contesto<br />
e i personaggi interpretati per coinvolgere<br />
al meglio il pubblico.
54 - AUDIENCE<br />
ASPETTO COMUNICATIVO<br />
Partecipazione<br />
Essendo <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />
un film civile, uno degli scopi<br />
principali al lancio del film fu quello<br />
di coinvolgere il maggior numero<br />
di persone. <strong>La</strong> strategia utilizzata è<br />
stata quella di adottare una comunicazione<br />
mass-mediale, in particolare<br />
sfruttando i social network e la<br />
comunicazione digitale tramite cui<br />
avviare iniziative per coinvolgere<br />
il pubblico. È stato analizzato il<br />
caso della pagina facebook perché<br />
è quella che ha riscontrato un maggior<br />
numero di seguaci e di attività.<br />
Facebook<br />
Come si può osservare dai grafici la<br />
pagina fino a gennaio 2014 è stata<br />
costantemente aggiornata per promuovere<br />
il film e per creare passaparola<br />
tra gli utenti, questo ha<br />
portato la pagina a crescere giorno<br />
per giorno. “Mi piace”, commenti e<br />
condivisioni sono tutte azioni che<br />
permettono di arrivare a più persone.<br />
Come si vede dal grafico, in<br />
concomitanza con l’uscita del film<br />
(27 Novembre 2013) c’è stata una<br />
notevole crescita per quanto riguarda<br />
queste attività.<br />
I grafici sotto illustrano il movimento<br />
delle attività sulla pagina facebook<br />
nel perioso compreso tra ottobre<br />
2013 e gennaio 2014. Il grafico sopra<br />
è in riferimento ai mi piace acquisiti<br />
nel tempo, e quello sotto ai numeri<br />
delle attività per giornata.<br />
Mi piace<br />
Commenti<br />
Condivisioni<br />
15 k<br />
10 k<br />
5 k<br />
0<br />
06<br />
OTT<br />
13 20 27 03<br />
NOV<br />
10 17 24 08<br />
DIC<br />
15 22 29 05<br />
GEN<br />
12<br />
1,4 k<br />
1,2 k<br />
1 k<br />
800<br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
06<br />
OTT<br />
13 20 27 03<br />
NOV<br />
10 17 24 08<br />
DIC<br />
15 22 29<br />
Fonte: Tesi di laurea “Il Social Network nella distribuzione cinematografica” di Valerio Roviglioni, LUISS Guido Carli, 2013
#AIUTAPIF<br />
Engagement<br />
Al fine di promuovere l’uscita del<br />
film nelle sale è stata lanciata la<br />
campagna #aiutapif per la quale<br />
veniva chiesto ai fan di realizzare<br />
un breve video di circa 30 secondi<br />
citando “<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>”<br />
e postandolo su qualsiasi social<br />
network includendo l’hashtag<br />
designato per poter rintracciare il<br />
contenuto. I video migliori sono poi<br />
stati selezionati e inseriti in una pagina<br />
apposita del sito ufficiale. Principalmente<br />
i contributi sono stati<br />
caricati sulla piattaforma YouTube<br />
dove si contano 112 video sotto l’hashtag,<br />
caricati dall’inizio dell’iniziativa<br />
fino a giugno dell’anno seguente.<br />
I contributi sono molto variegati<br />
spaziando da video in stop-motion<br />
come #AiutaPif - <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />
<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, dal 28 Novembre di<br />
Chiara Cocco (5.103 visualizzazioni)<br />
o #AiutaPIF <strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />
d’<strong>estate</strong> di Renzo Petrungaro (3.325<br />
visualizzazioni), passando per un<br />
ridoppiaggio della sigla del cartone<br />
Peppa Pig #aiutaPIF // PEPPA PIF -<br />
Cristiano Pasca (Cristiano Pasca e<br />
I Ricoverati - 7.041 visualizzazioni)<br />
per arrivare a imitazioni dello stile<br />
giornalistico di Pif come #AiutaPif -<br />
<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> (ilpecoranera<br />
- 2.192 visualizzazioni) girato<br />
a Vancouver o Frizzo Films Lo<br />
vedete questo? #aiutapif (Frizzo Films<br />
- 5.239 visualizzazioni) e infine<br />
video di fiction come il contributo<br />
realizzato da dei ragazzi del Liceo<br />
Saint Sigisbert di Nancy (Francia)<br />
recitato in italiano e caricato con<br />
il titolo #aiutapif - Una settimana<br />
dopo.<br />
Nel canale ufficiale “aiutaplf” sono<br />
invece stati caricati 7 video realizzati<br />
da Pif a scopo promozionale<br />
in cui il regista invita a prendere<br />
parte all’iniziativa con dei filmati<br />
che lo vedono protagonista come<br />
nel format de Il Testimone in alcuni<br />
luoghi famosi dove titolo del film<br />
viene scritto (grazie ad un montaggio)<br />
in luoghi o edifici iconici o<br />
assurdi come su un ghiacciaio della<br />
Groenlandia, sul Colosseo o sotto la<br />
finestra del Palazzo Apostolico in<br />
Piazza San Pietro.<br />
Questa attività ha permesso di coinvolgere<br />
il pubblico che è diventato<br />
generatore e allo stesso tempo condivisore<br />
di contenuti.<br />
- 55<br />
Tratto da Casi di marketing, Volume 11<br />
(Camilla Barbarossa, FrancoAngeli, 6<br />
mag 2015) analisi fatta dall’agenzia di<br />
analisi Radian6 sui contenuti pubblicati<br />
dal prifilo ufficiale di Pif durante il<br />
periodo compreso fra l’1 gennaio 2014<br />
e il 10 febbraio 2014<br />
Generici<br />
Partecipazione a Che Tempo<br />
Che Fa<br />
Premio Mario Francese<br />
Partecipazione a Sanremo<br />
Il Testimone<br />
<strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>
56 - AUDIENCE<br />
Supporto di Fiorello<br />
Altro video rilevante è quello caricato<br />
sul canale Rosario Fiorello<br />
(57603 iscritti) come uno speciale<br />
della rubrica Edicola Fiore che lo<br />
showman tiene in un bar romano e<br />
nel quale commenta le notizie della<br />
giornata in diretta avvalendosi di<br />
alcuni amici e ospiti. In questo caso<br />
è presente Pif che “subisce” un’intervista<br />
da parte di Fiorello dove e<br />
questi a capovolgere i ruoli impugnando<br />
la macchina da presa. Il video<br />
è inserito nel sito web ufficiale<br />
in rilievo e ha totalizzato il numero<br />
più alto di visualizzazioni (22.914)<br />
fra quelli riportanti l’hashtag.<br />
122<br />
1.409<br />
496<br />
42.828<br />
I grafico illustra<br />
il numero di seguaci<br />
presenti sui<br />
social nel periodo<br />
di maggio 2018.<br />
148<br />
0 10.000 20.000 30.000 40.000<br />
Copertura social<br />
(dati aggiornati al 31 maggio 2018)<br />
A supporto dell’iniziativa sono stati<br />
messi in piedi anche la pagina<br />
Google+ “aiutali” con 148 follower<br />
e 139 post, il profilo Facebook <strong>La</strong><br />
<strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> (@la<strong>mafia</strong><strong>uccide</strong><strong>solo</strong>d<strong>estate</strong><br />
- 42.820 Mi<br />
Piace) che è tutt’ora mantenuto<br />
attivo, spostandosi sulla promozione<br />
dei lavori successivi dell’autore,<br />
e infine il profilo Twitter <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />
<strong>uccide</strong> (@_<strong>solo</strong>_d_<strong>estate</strong> - 248 Tweet,<br />
1410 follower, 128 mi piace) Che<br />
ha rilanciato i Tweet principali dei<br />
profili che hanno preso parte all’iniziativa<br />
ed è stato il canale più intensamente<br />
aggiornato per seguire<br />
l’uscita del film.<br />
Secondari sono la pagina Instagram<br />
con soli 4 post e 122 follower<br />
quando sulla piattaforma sono sta-<br />
ti pubblicati dagli utenti 4 video 47<br />
immagini con l’hashtag #aiutapif, e<br />
per ultimo il profilo Pinterest #aiutapif<br />
con 31 immagini postate e 29<br />
follower. Assente invece un profilo<br />
ufficiale su altri social quali ad<br />
esempio Vine, Viddy e Vimeo nel<br />
quale si trovano però 4 video che<br />
rispondono all’hashtag<br />
<strong>La</strong> campagna ha avuto un modesto<br />
successo collezionando quasi 200<br />
contributi e selezionando 61 video<br />
“vincenti” nella sezione dedicata<br />
del sito ufficiale.
- 57<br />
In alto alcuni dei post più un vista dalle pagine Facebook e<br />
Google+<br />
Sotto la Home Page del sito www.la<strong>mafia</strong><strong>uccide</strong><strong>solo</strong>d<strong>estate</strong>.<br />
com, a destra la pagina in cui sono stati esposti i video selezionati<br />
dall’iniziativa “#aiutapif” (maggio 2018).<br />
Il sito ufficiale<br />
Il sito ufficiale del film è la miglior<br />
piattaforma d’informazione per<br />
qualsiasi tipo di contenuto. Si possono<br />
trovare informazioni riguardo<br />
al film, personaggi, rassegna<br />
stampa, photo gallery e mostra un<br />
contatto diretto con tutte le piattaforme<br />
social su cui è presente. Questa<br />
è rimasta la piattaforma più attiva.<br />
In ogni sito infatti nonostante<br />
non sia aggiornato vi si trova un<br />
link che rimanda a questo sito,<br />
dove l’utente riesce facilmente a<br />
rintracciare qualsiasi informazione<br />
rispetto al film.
58 - AUDIENCE<br />
I titoli del film nei diversi paesi (colorati<br />
in rosso) dove è stato pubblicato,<br />
nelle relative lingue e, dove disponibile,<br />
con la data di rilascio.<br />
(Fonte: IMDb)
- 59<br />
DISTRIBUZIONE<br />
Il film viene distribuito in Italia il 28<br />
novembre 2013 incassando nell’arco<br />
della sua distribuzione 4.662.000<br />
euro. Il film viene venduto alle<br />
emittenti estere dalla Rai Trad e<br />
raggiunge 16 paesi differenti in tutto<br />
il mondo. Oltre al forte successo<br />
in patria ottiene un buon riscontro<br />
anche all’estero, in particolare in<br />
Australia, Stati Uniti e Regno Unito.<br />
Al 29 giugno si contano i 774.962 ingressi<br />
al cinema che confermano la<br />
riuscita del film.
60 - MODELLO ECONOMICO<br />
INCASSI<br />
“Un bel successo per l’industria cinematografica italiana per un film che,<br />
attraverso un linguaggio originale, mette d’accordo critica e pubblico<br />
coniugando comicità e commozione”<br />
(Mario Gianani e Lorenzo Mieli, produttori)<br />
Produzione e box office<br />
Il film nasce dall’incontro tra Pif e<br />
Mario Gianani della Wildside, casa<br />
di produzione italiana nata nel<br />
2009. Il produttore, su consiglio di<br />
Saverio Costanzo, altro proprietario<br />
della Wildside e famoso regista,<br />
nota Pif dopo aver visto una puntata<br />
de Il testimone e decide di contattarlo<br />
per proporgli la realizzazione<br />
di un film. Già nel programma Pif<br />
aveva dimostarto in diversi episodi<br />
di avere il carattere e le capacità di<br />
affrontare il tema della <strong>mafia</strong>. Egli<br />
propone l’idea di un lungometraggio<br />
basato sul periodo dell’ascesa al<br />
potere di Cosa nostra, progetto a cui<br />
stava lavorando da quattro anni.<br />
Alla produzione, della quale non<br />
sono reperibili i costi, hanno collaborato,<br />
inoltre, Rai Cinema con un<br />
contributo di 150.000€ del Ministero<br />
dei beni e delle attività culturali e<br />
del turismo, MTV e Technicolor SA.<br />
Le riprese sono durate 6 settimane<br />
a partire da lunedì 12 marzo 2012 e<br />
si sono svolte a Palermo e nei suoi<br />
dintorni. Per far fronte alle spese<br />
di produzione senza dover pagare<br />
il pizzo Pif si è rivolto al comitato<br />
Addiopizzo, perchè, come spiega il<br />
regista, “il cinema muove tanti soldi<br />
e se ci sono i soldi c’è anche la <strong>mafia</strong>.<br />
[...] Non posso pretendere il cambiamento<br />
se poi non faccio qualcosa.<br />
Non posso andare a fare le interviste<br />
all’imprenditore che denuncia e poi<br />
quando tocca a me pago come tutti<br />
gli altri. Molti produttori vengono<br />
da Roma e non gliene frega niente<br />
del pizzo. Preferiscono pagare così<br />
hanno meno problemi. Ho avuto la<br />
fortuna di avere una produzione che<br />
mi ha appoggiato in questo senso.<br />
[...] Io piuttosto non giravo. Non avevo<br />
scelte. È questione di dignità” (da<br />
Il Testimone - Stagione 5 - EP.16 - <strong>La</strong><br />
<strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> - Backstage).<br />
Uscito nelle sale italiane il 28 novembre<br />
2013, il film ha riscosso subito<br />
un grande successo arrivando<br />
a guadagnare 757.000€ nella prima<br />
settimana. Prima di metà dicembre<br />
gli incassi si avvicinano ai due<br />
milioni di euro, nei mesi successivi<br />
il successo non cala e al 24 agosto<br />
2014 si raggiungono i 4.662.000€.<br />
Anche oltre oceano ha un buon seguito,<br />
seppure più modesto se confrontato<br />
a quello Italiano ed Europeo.<br />
Il paese estero in cui il film ha<br />
ottenuto il maggior successo è l’Australia,<br />
dove ha incassato 25.326$<br />
durante la prima settimana, per arrivare<br />
ad un totale di 267,248$. Negli<br />
Stati Uniti arriva nelle sale più<br />
di un anno dopo, il 6 marzo 2015,<br />
ed entro maggio sfiora i 40.000$, un<br />
discreto successo considerando il<br />
fatto che l’obiettivo dei produttori<br />
non era certo un film blockbuster<br />
popolare in tutto il mondo.<br />
Gli incassi del film in Italia (in euro)<br />
e negli Stati Uniti (in dollari)<br />
Fonte: IMDb
Prezzi di distribuzione<br />
- 61<br />
Dopo il successo sul grande schermo<br />
il film arriva nelle case degli<br />
spettatori in diversi formati. Non<br />
essendo un prodotto commerciale<br />
si può notare che i prezzi sono piuttosto<br />
accessibili. Il film è disponibile<br />
nei formati tradizionali di DVD e<br />
Blu-ray, rispettivamente per 9,99€ e<br />
13,99€, e in aggiunta a questi è disponibile<br />
l’intera colonna sonora<br />
del film in un CD Audio per la cifra<br />
di 15€. Non manca ovviamente la<br />
possibilità di acquistare o noleggiare<br />
il film in versione digitale.<br />
Per l’acquisto il prezzo varia da un<br />
massimo di 9,99€ su Apple iTunes e<br />
PlayStation in Germania e un minimo<br />
di 5,99€ sulle medesime piattaforme<br />
in Italia, per quanto riguarda<br />
l’Europa. I prezzi per la versione<br />
in streaming invece oscillano tra i<br />
2,99€ e i 4,99€ tra le diverse piattaforme,<br />
escludendo quelle che prevedono<br />
un abbonamento mensile<br />
come nel caso di Netflix e Realyz.<br />
I prezzi del film relativi<br />
a ciascun supporto<br />
Distribuzione fisica<br />
9,99€ 13,99€ 15€<br />
DVD<br />
Blu-ray<br />
CD Audio<br />
Distribuzione digitale<br />
5,99€<br />
Apple iTunes<br />
(ITA)<br />
9,99€<br />
Apple iTunes<br />
(DEU)<br />
5,99€<br />
PlayStation<br />
(ITA)<br />
7,99$<br />
PlayStation<br />
(USA)<br />
9,99€<br />
PlayStation<br />
(DEU)<br />
6,99€<br />
Timvision<br />
(ITA)<br />
7,99€<br />
Microsoft Store<br />
(ITA)<br />
7,99€<br />
Chili<br />
(ITA)<br />
7,99€<br />
Rakuten TV<br />
(ITA)<br />
8,99$<br />
Vudu<br />
(USA)<br />
9,99$<br />
Google Play<br />
(USA)<br />
7,99€<br />
maxdome Store<br />
(DEU)<br />
Streaming<br />
ABBONAMENTO<br />
Netflix<br />
(Globale)<br />
2,99€<br />
Timvision<br />
(ITA)<br />
2,99€<br />
Microsoft Store<br />
(ITA)<br />
2,99€<br />
Playstation<br />
(ITA)<br />
4,99€<br />
Playstation<br />
(DEU)<br />
2,99$<br />
PlayStation<br />
(USA)<br />
2,99€<br />
Chili<br />
(ITA)<br />
2,99€<br />
Rakuten TV<br />
(ITA)<br />
3,99€<br />
Apple iTunes<br />
(ITA)<br />
4,99€<br />
Apple iTunes<br />
(DEU)<br />
2,99€<br />
maxdome Store<br />
(DEU)<br />
ABBONAMENTO ABBONAMENTO<br />
Realyz<br />
(DEU)<br />
Realyz<br />
(USA)<br />
2,99$<br />
Google Play<br />
(USA)<br />
2,99$<br />
Vudu<br />
(USA)<br />
Fonti: JustWatch, MYmovies
TRADUZIONE INTERMEDIALE - 63<br />
TRANSMEDIAZIONE<br />
Quadro sinottico con punti chiave<br />
PUNTI CHIAVE<br />
TEMA<br />
Cosa nostra<br />
Cosa nostra<br />
CONTESTO<br />
Sicilia anni ‘70 ‘80<br />
Sicilia odierna<br />
FILO CONDUTTORE<br />
Storia d’amore<br />
tra Arturo e Flora<br />
Gioco di squadra<br />
FAZIONI<br />
Giudici e mafiosi<br />
Giudici e mafiosi<br />
PERSONAGGI / MASCHERE<br />
Arturo, Flora ...<br />
Giudici e mafiosi<br />
LIGUAGGIO<br />
Ironico<br />
Ludico<br />
PUBBLICO<br />
Variegato<br />
Variegato<br />
SCOPO<br />
Sensibilizzazione<br />
Sensibilizzazione<br />
VALORE<br />
Giustizia<br />
Rivalità<br />
SUPPORTO<br />
Film<br />
Gioco in scatola<br />
Legenda:<br />
Invariato<br />
Variato
64 - TRADUZIONE INTERMEDIALE<br />
TRANSMEDIAZIONE<br />
In seguito all’analisi fatta in merito<br />
al testo mediale <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />
<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, è stata progettata una<br />
transmediazione che potesse portare<br />
con sé i valori di denuncia ed<br />
educativi che trapelano dal film.<br />
Rimanendo nel contesto mafioso,<br />
ma cambiandone il contenuto di<br />
partenza, è stata realizzata a partire<br />
dal film una versione del gioco<br />
in scatola Risiko! ambientata nella<br />
Sicilia odierna. <strong>La</strong> scelta è ricaduta<br />
su questo gioco perché è stata<br />
letta un’analogia tra le strategie di<br />
conquista territoriale appartenenti<br />
alle modalità di gioco di Risiko! e<br />
l’aspetto che contraddistingue l’ideologia<br />
mafiosa legato all’egemonia<br />
territoriale tipica dei mandamenti.<br />
L’aspetto in particolare che le accomuna<br />
è una conquista dei territori<br />
per mano violenta, nel primo caso<br />
tramite eserciti e guerre, nel secondo<br />
tramite omicidi e stragi. È stato<br />
così deciso di inserire il fenomeno<br />
Cosa Nostra in un ambiente coerente<br />
con il suo contesto di partenza<br />
applicato ad un mezzo che può arrivare<br />
a chiunque come quello del<br />
gioco da tavolo.
- 65<br />
Scopo morale<br />
Prima di addentrarci nelle regole<br />
e nelle modalità di gioco, è meglio<br />
evidenziare con che scopo è stato<br />
pensato il prodotto finito. Quello<br />
che era importante realizzare era<br />
un prodotto che mantenesse lo scopo<br />
primario di voler denunciare<br />
un particolare contesto. Se il film<br />
denuncia quella che è stata la stagione<br />
più sanguinosa di Palermo e<br />
di Cosa Nostra, questo gioco si pone<br />
nella condizione di segnalare quella<br />
che è la situazione odierna, non<br />
più <strong>solo</strong> di Palermo ma della Sicilia<br />
nella sua interezza, (scelta dovuta<br />
al fatto che Cosa Nostra non è un<br />
fenomeno proprio della città palermitana<br />
ma dell’intera Sicilia). Sono<br />
stati per questo motivo individuati<br />
quelli che sono i mandamenti e le<br />
famiglie per provincia presenti in<br />
Sicilia (aggiornati all’anno 2016). Il<br />
risultato è un gioco che ha lo scopo<br />
di istruire su quella che è la realtà<br />
odierna e di diffonderla in un<br />
contesto in cui di Cosa Nostra non<br />
si sente più parlare come una volta.<br />
In particolare, l’inserimento del<br />
nuovo espediente ludico costituito<br />
dalla lotta tra il bene e il male (giudici<br />
contro mafiosi) all’interno del<br />
format base del gioco, ha lo scopo<br />
di sensibilizzare i giocatori che attuano<br />
una guerra di conquista in<br />
territorio siciliano col fine di comprendere<br />
che la <strong>mafia</strong> è una vera e<br />
propria lotta tra fazioni, sia interne<br />
che esterne.
66 -<br />
Componenti del gioco<br />
-Regolamento<br />
-Tabellone<br />
-5 carte identità<br />
-37 carte territorio<br />
-2 carte jolly<br />
-6 gruppi di auto come pedine<br />
-3 dadi neri<br />
-3 dadi bianchi
- 67<br />
Il tabellone<br />
Il tavolo da gioco si restringe drasticamente<br />
andando a zoomare su<br />
una realtà poco conosciuta non<br />
<strong>solo</strong> a livello mondiale ma anche<br />
italiano, interpretando al posto dei<br />
singoli continenti le province sicule,<br />
e al posto delle singole nazioni i<br />
mandamenti per famiglie mafiose.<br />
Rispetto all’originale cade l’espansione<br />
tramite le rotte via mare.
68 - TRADUZIONE INTERMEDIALE<br />
Carte identità<br />
L’importante introduzione che viene<br />
fatta nel gioco del Risiko! versione<br />
Cosa Nostra è che non si tratta<br />
più di un gioco individuale ma di<br />
un gioco a squadre. Non ci sono più<br />
le carte obiettivi in quanto lo scopo<br />
vero e proprio del gioco è quello di<br />
sconfiggere la squadra avversaria.<br />
All’inizio della partita vengono infatti<br />
distribuite le carte identità che<br />
identificano ogni giocatore all’interno<br />
di una delle due squadre<br />
meno un giocatore che dopo aver<br />
tirato i dadi e aver fatto il numero<br />
minore diventa automaticamente<br />
giudice. L’unica identità che tutti<br />
conoscono è appunto la sua. Ciò<br />
permette ai giocatori di attuare<br />
una strategia di gioco che svelerà<br />
piano piano l’effettiva appartenenza<br />
ai due gruppi. Ad esempio,<br />
nel momento in cui un giocatore<br />
attacca continuamente il giudice si<br />
rivela automaticamente essere suo<br />
nemico, ma non è detto che questa<br />
non sia una strategia per confondere<br />
l’avversario.<br />
È consigliato usare lo stesso numero<br />
di giudici e mafiosi per non<br />
creare situazioni di vantaggio nei<br />
confronti della squadra opposta. In<br />
caso di numero di giocatori dispari<br />
è consigliato dare vantaggio in termini<br />
di numero ai giudici in quanto<br />
uno di loro è già conosciuto da tutti.
- 69<br />
Carte territorio<br />
Le 37 carte territorio rappresentano<br />
i 37 mandamenti in cui sono<br />
divise le nove province. Ogni carta<br />
presenta il nome del territorio e ne<br />
evidenzia la posizione all’interno<br />
della mappa della Sicilia. Su ogni<br />
carta è riportato anche un simbolo<br />
tra martello, bomba o giudice/mafioso<br />
che serve a differenziarle e a<br />
creare tris con altre carte per ricevere<br />
supplementi di auto durante il<br />
gioco.<br />
Esse vengono distribuite ai giocatori<br />
fino a esaurimento.<br />
I mandamenti<br />
TRAPANI:<br />
Trapani<br />
Mazzara del Vallo<br />
Castelvetrano<br />
Alcamo<br />
PALERMO:<br />
Camporeale<br />
Grande mandamento<br />
Caccamo<br />
Castelverde<br />
ENNA:<br />
Enna<br />
SIRACUSA:<br />
Lupi<br />
Nardo<br />
Aparo<br />
CALTANISSETTA:<br />
Mussomeli<br />
Vallelunga<br />
Riesi<br />
Gela<br />
RAGUSA:<br />
Stidda<br />
Mazzei<br />
Piscopoù<br />
Mormina<br />
CATANIA:<br />
Mazzei<br />
Cappello<br />
<strong>La</strong>udani<br />
Ercolano<br />
Ramacca<br />
Sciulto<br />
MESSINA:<br />
Castelverde<br />
Tortoriciani<br />
Mazzaroti<br />
Clan Catanesi<br />
Barcellonesi<br />
Influenza ‘ndrangheta<br />
AGRIGENTO:<br />
Sambuca<br />
Ribera<br />
Cianciana<br />
Agrigento<br />
Licata
70 - TRADUZIONE INTERMEDIALE<br />
Personaggi, pedine e dadi<br />
Non si parla più di armate ma di<br />
giudici e mafiosi. <strong>La</strong> lotta tra il bene<br />
e il male rappresenta la chiave di<br />
lettura di questa nuova versione<br />
del Risiko!. Questa scelta nasce<br />
dall’analisi del testo mediale di<br />
partenza secondo cui anche all’interno<br />
del contesto storico fosse difficile<br />
identificare chi si schierasse<br />
con chi. Al di là dei semplici pentiti,<br />
si parla di spie, di finti giornalisti e<br />
di ambigui politici accusati in tarda<br />
età. Questo aspetto viene ripreso<br />
dal gioco nel momento in cui i giocatori<br />
devono attuare delle strategie<br />
senza sapere chi siano i propri<br />
alleati, ma scoprendolo nell’andare<br />
avanti col gioco.<br />
Il funzionamento di dadi e pedine è<br />
lo stesso dell’originale, ma a livello<br />
estetico, per quanto riguarda le pedine,<br />
si abbandona l’ideologia del<br />
carro armato per adottarne una<br />
più coerente al contesto diventando<br />
una macchina.<br />
Riassumendo<br />
Per riassumere, queste sono le<br />
principali differrenze che caratterizzano<br />
la transmediazione rispetto<br />
al gioco originale:<br />
DIFFERENZE<br />
MODALITÀ DI GIOCO<br />
PEDINE<br />
LOTTA BENE/MALE<br />
SCOPO<br />
CARTE<br />
TABELLONE<br />
CONTESTO<br />
INDIVIDUALE<br />
CARRI ARMATI<br />
LOTTA TRA ARMATE<br />
COMPLETARE L’OBBIETTIVO<br />
DATO<br />
OBBIETTIVI E TERRITORI<br />
MONDO<br />
GUERRA<br />
SQUADRE<br />
MACCHINE<br />
LOTTA TRA GIUDICI E MAFIOSI<br />
SCONFIGGERE LA SQUADRA<br />
NEMICA<br />
IDENTITÀ E TERRITORI<br />
SICILIA<br />
MAFIA
- 71<br />
Libretto del regolamento<br />
È stato adattato al regolamento di<br />
Risiko! il nuovo format di gioco,<br />
con le nuove regole e modalità.<br />
All’interno sono presenti spiegazioni<br />
di come avviene il turno dei giocatori<br />
e le funzionalità dei singoli<br />
elementi.<br />
I contenuti sono:<br />
-Scopo del gioco<br />
-Componenti<br />
-Preparazione<br />
-Come si gioca:<br />
-Prima fase: disposizione delle auto<br />
-Seconda fase: combattimenti<br />
-Terza fase: gli spostamenti<br />
Rispetto al gioco originale, Risiko!<br />
Cosa Nostra non propone il torneo<br />
all’interno delle modalità di gioco<br />
in quanto è un gioco tra due squadre<br />
e non tra singoli giocatori.
72 -<br />
SITOGRAFIA<br />
it.wikipedia.org/wiki/<strong>La</strong>_<strong>mafia</strong>_<strong>uccide</strong>_<strong>solo</strong>_d%27<strong>estate</strong><br />
it.wikipedia.org/wiki/Pif_(conduttore_televisivo)<br />
agiscuola.it/component/k2/item/359-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d%E2%80%99<strong>estate</strong>.html<br />
www.neodemos.info/articoli/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />
www.sorrisi.com/tv/pif-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>-intervista/<br />
www.mymovies.it/cinemanews/2018/149365/<br />
trinacrianews.eu/intervista-pif-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />
www.wiki<strong>mafia</strong>.it/wiki/index.php?title=Cosa_Nostra https://www.mymovies.it/film/2013/<strong>solo</strong>d<strong>estate</strong>/<br />
www.cineforum.it/recensione/Il_discorso_morale_di_un_testimone_ironico<br />
it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2013/12/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-conquista-gli-spettatori-incasso-primo-week-end-a-750-mila-euro-0047035.html<br />
www.optimaitalia.com/blog/2013/12/06/incasso-record-per-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>130-000e-un-mercoledi-da-leoni/122603<br />
faiblogantiracket.wordpress.com/2015/10/17/cannocchiale-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />
www.palermotoday.it/cronaca/pif-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-<strong>estate</strong>-presentazione.html<br />
www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2013/11/19/news/ridere_della_<strong>mafia</strong>_con_pif_si_pu-71369761<br />
www.comingsoon.it/cinema/news/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-parlano-pif-e-cristiana-capotondi/n28197/<br />
www.comingsoon.it/film/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>/49596/video/?-<br />
vid=12333<br />
www.imdb.com/title/tt3374966/<br />
www.the-numbers.com/movie/<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-<strong>La</strong>/Italy#
PROGETTO DI<br />
Lorenzo Ambrosini<br />
Margherita Dallaiti<br />
Giulia Lissoni<br />
Luca Longa<br />
Davide Macchi<br />
Giorgia Piacentini<br />
DOCENTE<br />
Matteo Ciastellardi<br />
TUTOR<br />
Matteo Andreozzi<br />
Corso di laurea<br />
in Design della Comunicazione