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La mafia uccide solo d'estate - Pixartprinting

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SCHEDA DEL GRUPPO<br />

LA FAMIGLIA CHILLY<br />

BOSS<br />

Giulia Lissoni<br />

CONSIGLIERE<br />

Lorenzo Ambrosini<br />

SOTTOBOSS<br />

Margherita Dallaiti<br />

Ricerca<br />

CAPODECINA<br />

Luca Longa<br />

Contesto<br />

Decostruzione formale<br />

Testimonianze<br />

PICCIOTTO<br />

Davide Macchi<br />

PICCIOTTO<br />

Giorgia Piacentini<br />

Traduzioni e varianti<br />

Modello culturale<br />

Audience<br />

Modello economico<br />

Transmediazione<br />

Abstract<br />

L’elaborato si concentra per larga parte sulla ricerca e sull’analisi degli<br />

aspetti sociali e strettamente legati al fine della sensibilizzazione rispetto<br />

alla tematica centrale di cui il film si fa portatore. In particolare, ci si è soffermati,<br />

come il lungometraggio richiede, sull’analisi del fenomeno <strong>mafia</strong><br />

e dell’impatto che ha avuto a livello sociale sia nel contesto fittizio che in<br />

quello storico degli anni ’70, ’80 e ’90. Il taglio che è stato dato all’elaborato<br />

a livello grafico è l’adozione di un metodo che si ispira all’ideologia giornalistica,<br />

secondo importante tema affrontato nel film, per trattare con serietà<br />

la tematica <strong>mafia</strong> e più nel dettaglio Cosa Nostra. Per quanto riguarda<br />

la transmediazione, non volendo slegarci dagli importanti valori sopracitati,<br />

è stato introdotto il fenomeno <strong>mafia</strong> in quello che secondo noi è uno<br />

dei mezzi più efficaci per arrivare al maggior numero di persone, ovvero<br />

il gioco da tavolo. Con questo espediente è stata progettata una versione<br />

del gioco Risiko! che oltre ad avere il fine della denuncia, diventa mezzo<br />

di istruzione e diffusione rispetto a una tematica che al giorno d’oggi non<br />

è conosciuta come dovrebbe.


INDICE<br />

7 - Descrizione e rappresentazione 40 -<br />

Modello culturale<br />

14 -<br />

- Introduzione<br />

- Nota di regia<br />

- Formato e supporto<br />

- Personaggio chiave<br />

- Sinossi e premi<br />

Periodo e contesto<br />

- Mappa di Palermo<br />

- Timeline (inserto)<br />

- Mafia e anti<strong>mafia</strong><br />

- Citazioni secondarie<br />

52 -<br />

- Linguaggio<br />

- Tematiche<br />

- Regia e tecniche di ripresa<br />

- Colori e fotografia<br />

- Brand<br />

- Aspetto ideologico<br />

Audience<br />

- Aspetto generazionale<br />

- Target<br />

- Aspetto comunicativo<br />

20 -<br />

Decostruzione formale<br />

58 -<br />

Modello economico<br />

32 -<br />

- Mappa delle relazioni<br />

- Analisi dei personaggi<br />

- Analisi dei personaggi<br />

- Il viaggio dell’eroe<br />

Testimonianze<br />

- Interviste<br />

- T<strong>estate</strong> giornalistiche<br />

- Premi<br />

- Recensioni<br />

- Pif dice...<br />

63 -<br />

- Distribuzione<br />

- Incassi<br />

Traduzione intermediale<br />

- Quadro sinottico<br />

- Transmediazione<br />

36 -<br />

Traduzioni e varianti<br />

- Lungometraggi<br />

- Produzioni musicali<br />

- Serie televisiva<br />

- Spettacolo teatrale<br />

73 -<br />

Sitografia


- 7<br />

INTRODUZIONE<br />

In questo elaborato abbiamo deciso di analizzare il film di Pif <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, prodotto cinematografico che ha ottenuto grande successo<br />

per l’aver saputo affrontare una tematica delicata a livello sociale e<br />

politico con i giusti toni e senza esagerazioni. Il film è stato infatti riconosciuto<br />

per i suoi alti valori civili e sociali grazie a un trattamento del tema<br />

che è risultato essere stato affrontato coerentemente rispetto a quello che<br />

fu il contesto dell’epoca.<br />

Da un’analisi in parallelo del contesto storico con quello narrato, siamo<br />

passati ad analizzare la struttura del film nelle sue componenti narrative,<br />

comprendendo l’intreccio delle relazioni tra i personaggi e la decostruzione<br />

della trama.<br />

Abbiamo analizzato come sono stati affrontati gli aspetti e le tematiche<br />

all’interno della narrazione in particolare in riferimento ai personaggi e<br />

alla società rappresentata, punto di partenza per la comprensione delle<br />

dinamiche storiche e relazionali.<br />

Decostruendo il testo mediale ci siamo resi conto della profonda attenzione<br />

che è stata fatta nel ricostruire la realtà storica a livello rappresentativo<br />

e narrativo: il sistema non si limita a illustrare la realtà superficialmente<br />

ma ne approfondisce gli aspetti legati ai fenomeni sociali e generazionali.<br />

In ultima analisi sono stati riconosciuti gli aspetti legati a audience e economia,<br />

inquadrando il film in un contesto distributivo mondiale.<br />

All’interno di quest’analisi sono stati ricavati i punti chiave esplicitati nel<br />

quadro sinottico e utili alla definizione di una transmediazione efficace<br />

che fosse appunto fondata su aspetti critici e rappresentativi.


- 9<br />

“A<br />

vete presente quando rivedete una vecchia<br />

foto degli anni Ottanta, magari di una<br />

ragazza per la quale avevate perso la<br />

testa? Per quanto bella possa essere la ragazza,<br />

i vostri occhi, o almeno i miei, saranno attratti<br />

da un elemento particolare: le spalline! Le<br />

ragazze indossavano le orrende spalline, perché<br />

andavano di moda. E voi vi chiedete: ma come<br />

mai le spalline entravano nella mia vita ed io<br />

non dicevo nulla?<br />

Ecco, una domanda simile me la sono posta con<br />

Palermo, la città dove sono nato e cresciuto.<br />

Infatti, un giorno mi sono fermato e ho<br />

guardato indietro. E lì la domanda: ma come è<br />

possibile che a Palermo la <strong>mafia</strong> entrasse così<br />

prepotentemente nella vita delle persone e in<br />

pochi dicevano qualcosa?<br />

Il tempo ti rende più lucido, più distaccato e<br />

allora capisci gli assurdi compromessi che<br />

si fanno con la vita, in maniera più o meno<br />

cosciente, per andare avanti. E fai finta che alla<br />

fine tutto vada bene. Accettazione delle spalline<br />

compresa.<br />

Perché è faticoso uscire dal coro. Perché, per<br />

quanto amaro possa essere, sul momento si vive<br />

meglio abbassando la testa, e poi si vedrà.<br />

Allora, essere un bambino a volte conviene.<br />

Perché imiti i tuoi modelli, cioè gli adulti.<br />

E se per loro non ci sono problemi, non ci sono<br />

neanche per te.<br />

I problemi arrivano quando, un giorno, il<br />

bambino capisce che la <strong>mafia</strong> non <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong>.<br />

”<br />

Nota di regia di Pif


10 -<br />

D


- 11<br />

FORMATO<br />

Tipo di testo mediale: film<br />

Regia: Pif<br />

Genere: cinema civile<br />

Soggetto: Pif, Michele Astori, Marco Martani<br />

Casa di produzione: Rai Cinema, Wildside; in<br />

collaborazione con MTV Italia e MiBAC<br />

Produttore esecutivo: Olivia Sleiter<br />

Distribuzione (Italia): 01 Distribution<br />

Durata: 85 minuti<br />

Sonoro: Dolby Digital<br />

Camera: Arri Alexa Plus<br />

Formato pellicola: 35 mm / D-Cinema<br />

SUPPORTO<br />

STREAMING<br />

<strong>La</strong> visione in streaming è<br />

disponibile gratuitamente<br />

su Rai Cinema Channel, su<br />

Netflix con abbonamento,<br />

e a noleggio su Timvision,<br />

Microsoft Store, PlayStation,<br />

Chili e Rakuten TV. Inoltre<br />

Apple iTunes offre la<br />

possibilità di noleggiarlo<br />

in alta definizione<br />

FORMATO DIGITALE<br />

È possibile acquistare il film<br />

in formato digitale tramite<br />

diversi siti. Acquistabile<br />

tramite Apple iTunes.<br />

PlayStation, Timvision,<br />

Microsoft Store, Chili e<br />

Rakuten TV<br />

Fonti: JustWatch, MYmovies<br />

TELEVISIONE<br />

Il 21 novembre 2015 viene<br />

mandato per la prima<br />

volta in tv su Rai 1.<br />

Occasionalmente viene<br />

ritrasmesso<br />

DVD e BLU-RAY<br />

DVD e Blu-ray vengono<br />

rilasciati il 15 maggio 2014<br />

DOVE VEDERE IL FILM?


12 - DESCRIZIONE E RAPPRESENTAZIONE<br />

PERSONAGGIO CHIAVE<br />

Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif<br />

N<br />

ato a Palermo il 4 giugno<br />

1972, Pierfrancesco Diliberto,<br />

in arte Pif, fin da piccolo<br />

manifesta grande interesse nei<br />

confronti del cinema e non appena<br />

ne ha occasione comincia a lavorare<br />

al fianco di Franco Zeffirelli nel<br />

film Un tè con Mussolini (1999) e di<br />

Marco Tullio Giordana nei I cento<br />

passi (2000), fino a quando dopo<br />

aver seguito un concorso di Mediaset<br />

diventa autore televisivo. <strong>La</strong>vora<br />

come autore per il programma<br />

Candid e video show su Italia1, per<br />

poi approdare come autore e inviato<br />

nel programma Le Iene. Acquista<br />

indipendenza nel 2007 quando<br />

MTV gli da la possibilità di realizzare<br />

il suo programma televisivo,<br />

facendo nascere così prima Il Testimone<br />

(2007) e poi Il Testimone VIP<br />

(2011). Il successo completo arriva<br />

grazie al suo esordio come regista<br />

nel 2013 con <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong> e nel 2016 con In guerra<br />

per amore, con cui afferma le sue<br />

doti registiche e televisive vincendo<br />

anche premi prestigiosi tra cui<br />

il David di Donatello come miglior<br />

regista esordiente.<br />

Il rapporto con la <strong>mafia</strong><br />

Palermitano di nascita, Pif ha vissuto<br />

quotidianamente per i primi<br />

vent’anni della sua vita col fenomeno<br />

della <strong>mafia</strong> e di Cosa Nostra. Ha<br />

preso piano piano coscienza di questa<br />

realtà col tempo fino ad arrivare<br />

in età adulta a riflettere sul suo<br />

passato e a porsi la fatidica domanda<br />

“Ma come è possibile che a Palermo<br />

la <strong>mafia</strong> entrasse così prepotentemente<br />

nella vita delle persone e in<br />

pochi dicevano qualcosa?”. Da qui<br />

nasce il suo percorso di iniziative<br />

anti<strong>mafia</strong> che lo confermano come<br />

uno dei maggiori portavoce in merito<br />

alla questione. Nel 2012 pubblica<br />

il racconto Sarà stata una fuga di<br />

gas nella raccolta Dove Eravamo.<br />

Vent’anni dopo Capaci e via D’Amelio,<br />

AA.VV. (Caracò Editore), in<br />

commemorazione dei 20 anni dalla<br />

morte di Giovanni Falcone e Paolo<br />

Borsellino. L’anno successivo esordisce<br />

come regista col film <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’Estate, con cui denuncia<br />

il fenomeno di Cosa Nostra a<br />

Palermo. Nasce da qui l’iniziativa<br />

di sviluppare il film in serie tv, che<br />

viene trasmessa su Rai 1 in prima<br />

serata a partire dal 21 novembre<br />

2016 e di cui sono state realizzate<br />

finora 2 stagioni. Partecipa come<br />

ospite a diverse trasmissioni televisive<br />

per discutere il tema <strong>mafia</strong>; tra<br />

le più recenti apparizioni televisive<br />

troviamo la sua partecipazione alla<br />

trasmissione di Rai 1 Falcone e Borsellino<br />

andata in onda il 23 maggio<br />

2017, in occasione dei 25 anni dalla<br />

morte dei due giudici, con cui sono<br />

stati ripercorsi i luoghi di interesse<br />

di Palermo.


- 13<br />

Sinossi<br />

dal sito ufficiale del film<br />

“Crescere e amare nella Palermo della <strong>mafia</strong>. Un<br />

racconto lungo vent’anni attraverso gli occhi di<br />

un bambino, Arturo, che diventa grande in una<br />

città affascinante e terribile, ma dove c’è ancora<br />

spazio per la passione e il sorriso. <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> è, infatti, una storia d’amore<br />

che racconta i tentativi di Arturo di conquistare<br />

il cuore della sua amata Flora, una compagna di<br />

banco di cui si è invaghito alle elementari e che<br />

vede come una principessa. Sullo sfondo di questa<br />

tenera e divertente storia, scorrono e si susseguono<br />

gli episodi di cronaca accaduti in Sicilia<br />

tra gli anni ‘70 e ‘90. Un modo nuovo di raccontare<br />

la <strong>mafia</strong>. Un film che dissacra i boss e restituisce<br />

l’umanità dei grandi eroi dell’anti<strong>mafia</strong>. Un<br />

sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili<br />

degli omicidi eccellenti.”<br />

Uno sguardo al film<br />

<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> è il<br />

mezzo con cui Pif affronta la questione<br />

tanto delicata quanto spinosa<br />

della <strong>mafia</strong> palermitana dagli<br />

anni ’70 agli anni ‘90, in particolare<br />

della sua infiltrazione nella società<br />

e della sua accettazione passiva da<br />

parte di tutti. Ispirandosi a quella<br />

che fu la sua infanzia e adolescenza,<br />

non è un caso che Pif abbia<br />

deciso di tracciare la realtà storica<br />

attorno alla vita fittizia di un<br />

bambino palermitano mostrando<br />

al pubblico come essa si intrecci e<br />

venga allo stesso tempo ostacolata<br />

dagli avvenimenti mafiosi che hanno<br />

sconvolto la storia. Pif analizza<br />

il tema mettendo a confronto due<br />

generazioni che nel contesto storico<br />

hanno vissuto questo fenomeno<br />

in maniera diversa; se da una parte<br />

gli adulti la vivevano con rassegnazione<br />

e accettazione culturale,<br />

dall’altra viene mostrato come la<br />

<strong>mafia</strong> colpisca i bambini con interesse<br />

e curiosità, a partire dal fatto<br />

che essa rappresenti una fonte di<br />

mistero nel momento in cui viene<br />

negata e sminuita da tutti. È notevole<br />

notare anche come la <strong>mafia</strong><br />

stessa influenzi la vita del piccolo<br />

Arturo, e di come Pif decida di far<br />

coincidere ad ognuno di questi avvenimenti<br />

di importanza storica<br />

la progressiva presa di coscienza<br />

da parte del bambino dell’esistenza<br />

di Cosa Nostra. Il risultato è un<br />

film denuncia in cui il tema viene<br />

analizzato con espedienti ironici<br />

che tendono a satirizzare la <strong>mafia</strong><br />

e i suoi personaggi, integrando una<br />

storia d’amore impossibile e quasi<br />

ventennale nella storia di Palermo,<br />

che diventa il contesto per cui l’innocenza<br />

infantile si evolve in coscienza<br />

e impegno adulti, non <strong>solo</strong><br />

di Arturo, ma dei cittadini palermitani<br />

stessi.<br />

Premi vinti<br />

2013<br />

Torino film Festival<br />

• Premio del pubblico a Pif<br />

2014<br />

David di Donatello<br />

• Miglior regista esordiente a Pif<br />

• David dei Giovani a Pif<br />

Nastri d’argento<br />

• Miglior regista esordiente a Pif<br />

• Migliore soggetto a Pif, Michele<br />

Astori, Marco Martani<br />

Globo d’oro<br />

• Migliore sceneggiatura a Pif,<br />

Michele Astori, Marco Martani<br />

European Film Award<br />

• Migliore commedia a Pif<br />

Bari International<br />

Film Festival<br />

• Migliore commedia a Pif<br />

Trailers FilmFest<br />

• Premio del pubblico Miglior<br />

Trailer della stagione<br />

cinematografica<br />

Città di Misilmeri<br />

• Premio Rocco Chinnici<br />

Fonte: IMDb


14 - PERIODO E CONTESTO<br />

Il grafico illustra la mappa di Palermo<br />

con evidenziati i luoghi legati<br />

alla realtà storica e quelli legati al<br />

film.<br />

7<br />

5<br />

8<br />

1<br />

2<br />

6<br />

2<br />

3<br />

4 4<br />

3<br />

5<br />

1<br />

LEGENDA<br />

Luoghi storici<br />

6<br />

2<br />

2<br />

Luoghi storici citati<br />

Luoghi che nella relatà e nella fiction coincidono<br />

1<br />

Luoghi di Palermo extra<br />

1


- 15<br />

MAPPA DI PALERMO<br />

Luoghi e contesto storico<br />

Il film è ambientato nella città<br />

di Palermo, capoluogo siciliano<br />

in cui è nata e si è sviluppata<br />

Cosa Nostra. Quello che viene tracciato<br />

all’interno della narrazione è<br />

un percorso che esplora la città in<br />

ambito politico e sociale a partire<br />

dalla fine degli anni ’60 con la Strage<br />

di viale <strong>La</strong>zio, fino ai funerali di<br />

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />

avvenuti nel 1992 nella Chiesa<br />

di S. Domenico.<br />

Con lo scopo di voler verificare che<br />

i fatti legati alla realtà storica fossero<br />

rappresentati fedelmente, è stata<br />

condotta un’analisi dei luoghi significativi<br />

in tema <strong>mafia</strong>. Essi sono<br />

stati successivamente confrontati<br />

con le ambientazioni del film, col<br />

risultato che <strong>solo</strong> due ambientazioni<br />

rispettano la verità storica. Non<br />

è stato sempre possibile identificare<br />

geograficamente i luoghi utilizzati<br />

per le riprese, ma mettendo a<br />

confronto i reperti storici con i frame<br />

dal film, è stato riscontrato che<br />

spesso non coincidono.<br />

Luoghi storici<br />

1-Viale lazio 108 - Strage di viale <strong>La</strong>zio - 9/12/69<br />

2-Bar lux - Omicidio di Boris Giuliano - 21/7/79<br />

3-Via I. Carini - Omicidio di dalla Chiesa - 3/9/82<br />

4-Via Pipitone - Omicidio di Rocco Chinnici -29/7/83<br />

5-Capaci - Omicidio di Giovanni Falcone - 23/5/92<br />

6-Via d’Amelio - Omicidio di Paolo Borsellino - 19/7/92<br />

7-Via delle palme - Omicidio di Salvo Lima - 12/3/92<br />

8-Via Gian Lorenzo Bernini 54 - Casa di Totò Riina<br />

9-Corso dei Mille - Casa di Filippo Marchese<br />

Luoghi che nella realtà e nella fiction<br />

coincidono<br />

1-Chiesa di S. Domenico – Funerali di Carlo Alberto<br />

dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino<br />

2-Questura di Palermo - Ufficio di dalla Chiesa<br />

Luoghi storici citati<br />

1-Piazzale Anelli - Omicidio di F. Aparo - 11/1/79<br />

2-Viale Campania - Omicidio di M. Francese - 26/1/79<br />

3-Via E. de Amicis - Omicidio di C. Terranova - 25/9/79<br />

4-Via della Libertà - Omicidio di P. Mattarella - 6/1/79<br />

5-Via Cavour - Omicidio di Gaetano Costa - 6/8/80<br />

6-Via Li Muli - Omicidio di Pio la Torre - 3/10/82<br />

Luoghi di Palermo legati alla fiction<br />

1-Cimitero di Santa Maria del Gesù - Appuntamento<br />

di Flora e Arturo<br />

2-Mercato di Ballarò - Riprese per la campagna<br />

elettorale di Salvo Lima<br />

9


16 - PERIODO E CONTESTO<br />

VITTIME DI MAFIA<br />

“Ma come, la <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>?<br />

In realtà, chiunque vive sotto protezione sa benissimo<br />

che in <strong>estate</strong> tutta la sicurezza aumenta<br />

perché le organizzazioni da sempre sanno che<br />

<strong>uccide</strong>re d’<strong>estate</strong> significa non avere risposta. Significa<br />

non avere sdegno. C’è altro a cui pensare.<br />

C’è da rilassarsi. Si sta al mare, in spiaggia.<br />

Come in parlamento, le leggi più ambigue, i decreti<br />

più grigi passano esattamente d’<strong>estate</strong>, allo<br />

stesso tempo le organizzazioni seguono questo<br />

percorso. Sanno esattamente che la grammatica<br />

del divertimento non potrà essere interrotta e<br />

quindi si può colpire d’<strong>estate</strong>.”<br />

Roberto Saviano, <strong>La</strong> Mafia Uccide Solo<br />

D’Estate - Sguardo Leggero<br />

PRIMAVERA<br />

ESTATE<br />

AUTUNNO<br />

INVERNO<br />

1980<br />

1988<br />

1992<br />

1969<br />

1982 1983<br />

1979 1985 1989<br />

1979 1981<br />

1982 1985 1990 1971 1978 1980<br />

1979<br />

1991<br />

1970 1972<br />

1985 1988 1990<br />

1992<br />

1975 1977 1990<br />

1982 1985 1991<br />

<strong>La</strong> Mafia in Sicilia nasce alla fine<br />

XIX secolo con lo spostamento dei<br />

grandi propietari terrieri nelle città,<br />

lasciando l’occupazione delle<br />

terre ai futuri boss che avrebbero<br />

offerto “protezione” ai contadini<br />

contro il malgoverno feudale. Con<br />

l’Unità d’Italia il fenomeno inizia ad<br />

essere considerato come organizzazione<br />

criminale, ma al contempo<br />

diventa più violento, con l’impiego<br />

di minacce, danneggiamenti e<br />

omicidi. Nel secondo dopo guerra<br />

lo sviluppo economico permette<br />

anche a Cosa nostra di aumentare<br />

il proprio potere, che era stato<br />

fortemente compromesso dal Ventennio<br />

Fascista. L’organizzazione<br />

si allarga in particolare nel settore<br />

dell’edilizia, con il cosiddetto Sacco<br />

di Palermo, un’espessione utilizzata<br />

negli anni Cinquanta e Sessanta<br />

per indicare il vertiginoso sviluppo<br />

nella fisionomia della città. Per il<br />

controllo delle città iniziano anche<br />

le faide all’nterno dell’organizzazione<br />

stessa, vessando l’intera città<br />

con agguati e omicidi. Con l’impegno<br />

di giornalisti e istituzioni gli<br />

obiettivi diventano sempre di più<br />

gli oppositori, che pagano l’impegno<br />

civile con la propria vita.<br />

In Italia tra il 1879 e il 2017 si contano<br />

circa 955 vittime di <strong>mafia</strong>, “<strong>solo</strong>”<br />

439 in Sicilia. Il numero sale a più<br />

di 5000 se si tengono in considerazione<br />

anche gli stessi mafiosi uccisi.<br />

Nel grafico riportato si evidenziano<br />

le principali vittime di <strong>mafia</strong> divise<br />

per stagione nel periodo storico<br />

considerato dal film, dalla strage<br />

di viale <strong>La</strong>zio, il 10 dicembre 1969,<br />

alla strage di via D’Amelio, il 19 luglio<br />

1992. Come si può notare, effettivamente<br />

l’<strong>estate</strong> è la stagione in<br />

cui il numero di omicidi è maggiore,<br />

pur essendoci numerose morti<br />

anche nelle altre stagioni.<br />

1980 1983<br />

1984 1991 1992<br />

Stragi<br />

Omicidi<br />

Fonti: Libera, Wikipedia


- 17<br />

PUNTI CHIAVE DELLA LOTTA ANTIMAFIA<br />

Pool anti<strong>mafia</strong><br />

In Sicilia ogni giudice dell’Ufficio Istruzione lavorava<br />

in solitaria contro i mafiosi che gli venivano affidati,<br />

senza poi condividere le informazioni ricavate, che potevano<br />

essere utili ad altri colleghi nelle loro indagini.<br />

Dopo gli omicidi degli anni ‘80 del Capitano dei Carabinieri<br />

Emanuele Basile, il 4 maggio, e del procuratore<br />

Gaetano Costa, il 6 agosto, Rocco Chinnici decise di<br />

centralizzare le indagini creando il Pool Anti<strong>mafia</strong> in<br />

modo che tutti potessero condividere le informazioni<br />

ricavate per aiutarsi nelle indagini.<br />

Nascita del Pool: 16 novembre 1983<br />

Membri: Rocco Chinnici (Capo, muore il 9.7.83)<br />

Giovanni Falcone<br />

Paolo Borsellino<br />

Giuseppe Di Lello<br />

Antonino Caponnetto (Capo dal 9.11.83)<br />

Leonardo Guarnotta<br />

Scioglimento: 16 dicembre 1987<br />

Maxiprocesso<br />

Il Maxiprocesso di Palermo rappresenta la prima vera<br />

reazione dello Stato Italiano nei confronti della <strong>mafia</strong><br />

siciliana. Esso fu reso possibile grazie alla nascita del<br />

Pool Anti<strong>mafia</strong> di Palermo, che si impegnò nella lotta<br />

contro Cosa Nostra. Si svolse nell’aula Bunker del Carcere<br />

Ucciardone di Palermo tra il 10 febbraio 1986 e il<br />

16 dicembre 1987.<br />

Pentitimenti<br />

03.04.86 Dichiarazione di Tommaso Buscetta<br />

11.04.86 Dichiarazione di Salvatore Contorno<br />

11.06.86 Dichiarazione di Vincenzo Sinagra<br />

Punti Salienti Del Processo<br />

Imputati Del Processo<br />

- 29.07.1983<br />

Muore Rocco Chinnici nella Strage di<br />

Via Pipitone mentre indaga al Rapporto<br />

dei 162 assieme a Ninni Cassarà.<br />

Detenuti (207)<br />

- 16.11.1983<br />

Antonino Caponnetto viene chiamato<br />

in Sicilia per sostiuire Rocco Chinnici.<br />

26%<br />

<strong>La</strong>titanti (121)<br />

- 08.08.1985<br />

- 08.11.1985<br />

Muore Ninni Cassarà, capo della squadra<br />

mobile.<br />

Falcone e Borsellino vengono trasferiti<br />

al carcere dell’Asinara per completare<br />

il processo.<br />

Sentenza contro il mafioso Giovanni<br />

Abbate nell’Aula Bunker.<br />

9%<br />

21%<br />

44%<br />

Arresti<br />

domiciliari (44)<br />

Libertà<br />

provvisoria<br />

(102)<br />

- 10.02.1986<br />

- 20.02.1986<br />

- 07.10.1986<br />

- 16.12.1987<br />

Inzio del Maxiprocesso con le testimonianze<br />

dei pentiti.<br />

Viene arrestato a Ciaculli Michele Greco<br />

detto “il Papa”, capo della Cupola di<br />

Cosa nostra.<br />

Omicidio di Claudio Domino, la cui<br />

madre lavorava nell’aula Bunker.<br />

Emissione della sentenza e scioglimento<br />

del Pool Anti<strong>mafia</strong>.<br />

Partecipanti<br />

Pubblici<br />

Ministeri<br />

Presidenti<br />

Giudici a latere<br />

Giuseppe Ayala e<br />

Domenico Signorino<br />

Alfonso Giordano e<br />

Antonio Prestipino<br />

Pietro Grasso e<br />

Claudio Dell’Acqua


18 - PERIODO E CONTESTO<br />

CITAZIONI SECONDARIE<br />

Pif non rinuncia a nascondere, anche<br />

nei dettagli più piccoli del film,<br />

la sua vasta conoscenza della storia<br />

della <strong>mafia</strong> Palermitana e nasconde<br />

in alcune battute avvenimenti<br />

minori che puntano – supportati da<br />

una base di verità – a enfatizzare la<br />

narrazione principale, sia allo spettatore<br />

che conserva memoria del<br />

periodo, sia a chi vede il film come<br />

primo approccio al tema della Mafia.<br />

Giornalismo e <strong>mafia</strong><br />

Quando Francesco parla con Arturo<br />

di quanto sia duro il lavoro di<br />

giornalista specifica che anche lui<br />

si è esposto contro le attività mafiose<br />

e il giornale per il quale lavora<br />

lo ha trasferito nell’ambito dello<br />

sport. <strong>La</strong> notizia viene stemperata<br />

dal fraintendimento di Arturo che<br />

stupito chiede se gli piaccia lo sport<br />

e Francesco risponde: “No, mi fa<br />

schifo”. Questo dettaglio n riferimento<br />

alla collusione dei mezzi di<br />

informazione locali che tendevano<br />

a non esporsi contro gli atti mafiosi<br />

preferendo tacere o distorcere e<br />

minimizzare le informazioni praticando<br />

una vera e propria autocensura<br />

ma potrebbe essere un riferimento<br />

più esplicito alla vicenda del<br />

giornalista Mauro De Mauro, vittima<br />

di <strong>mafia</strong> che era stato trasferito<br />

all’interno del giornale L’Ora dalla<br />

redazione della Cronaca a quella<br />

dello Sport prima di essere rapito e<br />

ucciso il 16 settembre 1970.<br />

Pif e la figura di Arturo<br />

Ulteriore conferma degli aspetti<br />

autobiografici del personaggio di<br />

Arturo è il coinvolgimento nel concorso<br />

promosso dal Banco di Trinacria<br />

“Giornalista per un mese” che<br />

lo porta a chiedere un intervista<br />

al gen. Carlo Alberto dalla Chiesa.<br />

Dopo che il ragazzo ha terminato di<br />

leggere alla classe il suo articolo dal<br />

Giornale di Palermo, i suoi compagni<br />

lo omaggiano con un applauso.<br />

A Questo punto Fofò, evidentemente<br />

infastidito dalle attenzioni rivolte<br />

ad Arturo prende la parola e<br />

alzandosi racconta “L’autista di mio<br />

padre, mi ha detto che ha visto, dentro<br />

un’auto posteggiata in doppia<br />

fila, la testa mozzata di un signore<br />

con gli occhiali da sole! E il resto<br />

del corpo era nel bagagliaio. Si, l’ha<br />

visto”. Questo sembra avere effetto<br />

sui ragazzi, incluso il suo amico<br />

e compagno di banco Sebastiano e<br />

lascia Arturo irritato.<br />

In un’intervista, Diliberto ha commentato:<br />

«Quando ero ragazzino<br />

ero il cronista di punta di nera del<br />

mio giornalino scolastico, quando<br />

un giorno in classe un compagno<br />

disse che il padre aveva visto una testa<br />

mozzata per strada fui traumatizzato,<br />

non per l’immagine cruenta,<br />

ma per il fatto che non l’avevo vista<br />

io. In quegli anni vivevamo in una<br />

bolla, il che in parte ci proteggeva,<br />

ma che ci ha reso più traumatico l’esplodere<br />

di quella bolla».


- 19<br />

Popolo VS magistrati<br />

Altra citazione del film può trovarsi<br />

più esplicitamente nello spettacolo<br />

“Bonsuar”, fittizio talk show presentato<br />

dal narcisistico Jean Pierre<br />

che presenta con un linguaggio creolo<br />

di Italiano e Francese evidentemente<br />

fittizio, cosa che si desume<br />

anche dal titolo stesso dello Show<br />

che è scritto come pronunciato e<br />

non “bonsoir” come sarebbe corretto.<br />

All’inizio dello spettacolo Jean<br />

Pierre presenta una lettera di “una<br />

nostra affezionatissima telespettatrice”,<br />

si tratta della Sig.ra Santoro<br />

che scrive lamentandosi delle sirene<br />

delle auto dei Magistrati che<br />

disturbano la quotidianamente i<br />

cittadini e in particolar modo impediscono<br />

alla signora di godersi<br />

lo spettacolo televisivo. <strong>La</strong> signora<br />

prosegue poi con un’ingenua<br />

proposta: trasferire i Magistrati in<br />

villette fuori dal centro abitato che<br />

porterebbe “meno rischio per loro,<br />

meno rischio anche per noi e meno<br />

stress per tutti”. Il siparietto serve<br />

al presentatore nella finzione e al<br />

regista nel film per introdurre il<br />

personaggio di Salvo Lima ma la<br />

lettera non è fittizia bensì realmente<br />

riportata all’epoca dal Giornale<br />

di Sicilia dove la Sig.ra Santoro, che<br />

abitava nello stesso palazzo di Giovanni<br />

falcone e Francesco Morvillo<br />

e si definiva un’ “onesta cittadina<br />

che paga regolarmente le tasse e<br />

lavora otto ore al giorno”, scriveva:<br />

«Tutti i giorni, non c’è sabato e domenica<br />

che tenga, al mattino, durante<br />

l’ora di pranzo, nel primissimo<br />

pomeriggio e la sera (senza limiti di<br />

orario) vengo letteralmente assillata<br />

da continue e assordanti sirene<br />

di auto della polizia che scortano i<br />

vari giudici. Ora io mi domando: è<br />

mai possibile che non si possa eventualmente,<br />

riposare un poco nell’intervallo<br />

di lavoro, o quantomeno,<br />

seguire un programma televisivo in<br />

pace, dato che, pure con le finestre<br />

chiuse, il rumore delle sirene è molto<br />

forte?»<br />

<strong>La</strong> lettera proseguiva, come riportato<br />

nel film, con il suggerimento<br />

di trasferire i Magistrati e risolvere<br />

così il problema aggiungendo che<br />

questo avrebbe risparmiato anche<br />

i cittadini da un eventuale attentato<br />

del quale sentiva “regolarmente<br />

coinvolti senza ragione”.<br />

Il piccolo “Divo”<br />

Alcuni giornalisti hanno chiesto al<br />

Pif dei legami con altri film relativi<br />

con i medesimi temi raccontati ne<br />

<strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> e se<br />

abbia fatto volontariamente riferimento<br />

ad alcuni di essi dal punto di<br />

vista visivo, li abbia presi ad esempio<br />

o citati in altri modi. Il regista ha<br />

voluto evidenziare come si possano<br />

trovare delle analogie registiche al<br />

film I cento passi ma non ricercate<br />

per uno scopo narrativo quanto<br />

dovute al suo coinvolgimento nelle<br />

riprese del film come aiuto regista.<br />

Mentre sono completamente non<br />

voluti i riferimenti estetici al film Il<br />

Divo (Il divo - <strong>La</strong> spettacolare vita<br />

di Giulio Andreotti, 2008, Paolo Sorrentino)<br />

che alcuni critici hanno riscontrato<br />

anche nella locandina del<br />

film ma che Pif motiva con il fatto<br />

che il personaggio Andreotti abbia<br />

dei tratti talmente caratteristici ed<br />

inconfondibili da non appartenere<br />

a nessuna delle due finzioni ma alla<br />

realtà.


20 -<br />

DECOSTRUZIONE FORMALE<br />

MAPPA DELLE<br />

6<br />

RELAZIONI<br />

CONSIGLIERE<br />

ASSASSINO<br />

INNAMORATO<br />

OSTACOLATORE<br />

GENITORI<br />

IMPIEGATO<br />

ASSOCIATO<br />

AMBIGUO<br />

Personaggi:<br />

4<br />

5<br />

9<br />

Fiction<br />

Vittime di <strong>mafia</strong><br />

1<br />

Mafia<br />

Controverso<br />

1_Artuto Giammarresi<br />

2_Flora Guarneri<br />

3_Francesco<br />

4_Papà di Artuto<br />

5_Mamma di Arturo<br />

6_Papà di Flora<br />

7_Jean Pierre<br />

8_Fra Giacinto<br />

9_Fofò<br />

10_Giulio Andreotti<br />

11_Totò Riina<br />

12_Michele Cavataio<br />

13_Filippo Marchese<br />

14_Leoluca Bagarella<br />

15_Boris Giuliano<br />

16_Rocco Chinnici<br />

17_Carlo Alberto Dalla Chiesa<br />

18_Salvo Lima<br />

19_Giovanni Falcone<br />

20_Paolo Borsellino<br />

3<br />

7<br />

8<br />

1


2<br />

Questo schema illustra la serie di<br />

relazioni instaurate nel corso del<br />

film tra tutti i personaggi, anche<br />

quelli meno rilevanti nella narrazione.<br />

Essi si distinguono appunto<br />

- 21<br />

per importanza in base alla dimensione<br />

del cerchio e per tipologia,<br />

ovvero se appartenenti alla fiction<br />

o alla realta storica, divisi in mafiosi<br />

e vittime di <strong>mafia</strong>.<br />

18<br />

12<br />

13<br />

10<br />

11<br />

14<br />

20<br />

15 16<br />

17<br />

19


22 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />

ANALISI DEI PERSONAGGI<br />

<strong>La</strong> trama del film si dirama fin<br />

dall’inizio, sviluppando una<br />

trama fittizia che segue le vicende<br />

di Arturo e del suo innamoramento<br />

per Flora, e una storica<br />

riguardante Totò Riina e le vicende<br />

di Cosa Nostra. Per comprendere<br />

meglio le dinamiche della storia<br />

e i ruoli dei singoli, sono state distinte<br />

due categorie di personaggi,<br />

riconducibili ai personaggi fittizi e<br />

ai personaggi della realtà storica,<br />

a loro volta suddivisi in mafiosi<br />

e vittime anti<strong>mafia</strong>. È stata condotta<br />

un’analisi che nel caso dei<br />

personaggi storici si attiene principalmente<br />

alla narrazione e agli<br />

avvenimenti citati nel film con lo<br />

scopo di rimanere in ambito <strong>mafia</strong>.<br />

Anche per quanto riguarda la scelta<br />

di quali personaggi analizzare ci<br />

si è voluti focalizzare su quelli che<br />

hanno avuto un ruolo importante<br />

all’interno della trama e nei confronti<br />

del protagonista.<br />

FICTION<br />

Il contesto palermitano è rappresentato<br />

tramite i personaggi della<br />

fiction. È una società immersa<br />

nell’omertà più totale, e se vogliamo<br />

anche un po’ stereotipata, in<br />

cui all’interno del nucleo familiare<br />

sono gli uomini a lavorare e le donne<br />

a stare a casa. Alle volte esagerati,<br />

come Jean Pierre, personaggio<br />

secondario e conduttore della serie<br />

televisiva Bonsuar, che eccede sia<br />

nelle apparenze che nella sua verve,<br />

in realtà si scoprono tutti umani<br />

e indifesi di fronte agli attentati<br />

mafiosi. È una società che neanche<br />

col maxiprocesso alla <strong>mafia</strong> coglie<br />

del tutto la pericolosità di questo<br />

fenomeno, come i genitori di Arturo<br />

che guardando il telegiornale si<br />

guardano come per dire “Forse allora<br />

esiste davvero la <strong>mafia</strong>.”


- 23<br />

IL PROTAGONISTA<br />

Arturo Giammarresi<br />

Il protagonista del film è Arturo,<br />

un bambino di circa 10 anni che<br />

frequenta la scuola elementare a<br />

Palermo, sua città natale. <strong>La</strong> sua<br />

storia si sviluppa su due fronti: uno<br />

più frivolo legato all’amore per Flora<br />

e alla questione delle “femmine”,<br />

e uno che riguarda la presenza della<br />

<strong>mafia</strong> a Palermo. Durante il film<br />

assistiamo alla maturazione del<br />

protagonista che di fronte agli avvenimenti<br />

delittuosi di Cosa Nostra<br />

realizza la situazione presente nella<br />

Sicilia di quegli anni: passa infat-<br />

ti da un atteggiamento più innocente<br />

ed infantile, tipico dei bambini,<br />

ad una totale presa di coscienza di<br />

quello che era ed è il fenomeno della<br />

<strong>mafia</strong>. Questa evoluzione psicologica<br />

è dettata anche dalla curiosità<br />

di Arturo, che uscendo dal clima<br />

di omertà tipico della popolazione<br />

Palermitana, interagisce spesso con<br />

i personaggi storici legati al tema.<br />

Strettamente connessa ad Arturo è<br />

la figura dell’allora presidente del<br />

consiglio Giulio Andreotti, il quale<br />

rappresenta allegoricamente un<br />

ribaltamento dell’identificazione<br />

eroica; se Arturo bambino infatti lo<br />

prende come punto di riferimento<br />

per le sue faccende amorose, come<br />

Questo amore viene ostacolato nel<br />

corso della loro infanzia diverse<br />

volte, sia da espedienti banali come<br />

i falliti tentativi di conquistare Flora<br />

con le iris (dolci tipici siciliani),<br />

che dalla <strong>mafia</strong> stessa sempre pronta<br />

a mettersi in mezzo. Flora è infatti<br />

costretta per motivi di sicurezza,<br />

a causa del lavoro di suo padre, a<br />

trasferirsi in Svizzera e a non tornare<br />

a Palermo per dieci anni, infrangendo<br />

il cuore di Arturo che<br />

però, a differenza sua, non ha mai<br />

smesso di amarla.<br />

Una volta adulta, Flora è il persofosse<br />

il suo mentore, Arturo adulto,<br />

dopo aver compreso i valori mancati<br />

alla base di questo personaggio,<br />

lo considera di poco conto e<br />

irrilevante.<br />

Un’altra peculiarità di Arturo è la<br />

determinazione; senza farsi scoraggiare<br />

da niente e nessuno riesce ad<br />

arrivare alle sue piccole conquiste<br />

con la giusta tenacia e forza di volontà.<br />

Un esempio applicabile è la<br />

sua scalata verso la carriera giornalistica<br />

che comincia da piccolo vincendo<br />

il concorso giornalistico “Un<br />

giorno a Palermo” e che continua<br />

da adulto lavorando per la campagna<br />

elettorale di Salvo Lima.<br />

L’AMATA<br />

Flora Guarneri<br />

Figlia di un importante funzionario<br />

di banca, è una ragazzina dagli<br />

occhi azzurri e dai capelli biondi<br />

che viene introdotta nella narrazione<br />

come la nuova compagna di<br />

classe di Arturo. Flora Guarneri è il<br />

secondo filone attorno a cui ruota<br />

la storia del protagonista che, innamorato<br />

dalla prima volta che la<br />

vede passare per strada, stenta a<br />

trattenere i suoi sentimenti per lei.<br />

naggio che manifesta una più improvvisa<br />

presa di coscienza riguardo<br />

il tema <strong>mafia</strong>. È Arturo stesso<br />

che, avendo vissuto in questo clima<br />

da sempre, cerca di farle capire che<br />

le dinamiche politica/<strong>mafia</strong> non<br />

possono essere sconvolte come lei<br />

pensava. Sarà al funerale di Paolo<br />

Borsellino, sul sottofondo di cori<br />

che intonano “Fuori la <strong>mafia</strong> dallo<br />

stato!”, che Flora e Arturo si ricongiungono,<br />

e l’amore non corrisposto<br />

per quasi vent’anni si conclude<br />

in lieto fine.


24 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />

I GENITORI DI ARTURO<br />

Maria Pia e Lorenzo<br />

I genitori di Arturo incarnano invece<br />

l’ideale di omertà tipico della popolazione<br />

palermitana del tempo.<br />

Alla prima parola pronunciata dal<br />

figlio “Mafia” la loro reazione tende<br />

quasi a tralasciare l’accaduto con<br />

un’alzata di spalle da parte della<br />

mamma. Sempre presenti per Arturo,<br />

in realtà sono incapaci di soddisfare<br />

le curiosità del figlio sia che<br />

si tratti di questioni di cuore che di<br />

questioni di <strong>mafia</strong>. È dalla risposta<br />

del padre di Arturo alla domanda<br />

del figlio in merito alla pericolosità<br />

della <strong>mafia</strong> che è tratto il titolo<br />

del film: “No, è come coi cani, basta<br />

che non gli dai fastidio... adesso siamo<br />

in inverno? <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong>.”<br />

L’AMICO<br />

Francesco<br />

“Arturo, un giornalista deve sempre<br />

stare attento alle proprie fonti.<br />

Diciamo che in questo caso Andreotti<br />

non è stato una buona fonte.”<br />

Francesco è probabilmente il vero<br />

mentore di Arturo. All’interno delle<br />

relazioni personali del protagonista<br />

è colui che gli fa aprire gli occhi<br />

in merito alla figura di Andreotti<br />

e non <strong>solo</strong>. <strong>La</strong> loro amicizia nasce<br />

dall’incursione nell’appartamento<br />

del nonno, in cui Arturo era convinto<br />

vi abitasse un boss mafioso.<br />

Il presunto latitante si rivela invece<br />

essere un semplice giornalista che<br />

vive in affitto lì e che per motivi di<br />

<strong>mafia</strong> è costretto a scrivere articoli<br />

inerenti lo sport. È fondamentale<br />

nella formazione del personaggio<br />

di Arturo perché è il primo a cogliere<br />

le sue doti giornalistiche, ed è<br />

colui che lo sprona a coltivare questa<br />

passione fino a farla sfociare da<br />

adulto in carriera.


- 25<br />

IL FRATE<br />

Fra Giacinto<br />

Fra Giacinto, come Giulio Andreotti,<br />

è una delle figure equivoche<br />

all’interno della narrazione poiché<br />

veste inizialmente il ruolo di frate<br />

di parrocchia, che si rivela successivamente<br />

essere non troppo convinto<br />

della sua vocazione. Il suo<br />

personaggio si ispira alla figura di<br />

Stefano Castronovo, frate amante<br />

del lusso e della ricchezza, indagato<br />

poiché il suo stile di vita risultò<br />

alquanto sospetto per la sua professione.<br />

Risulta presto chiaro che<br />

anche Fra Giacinto come Stefano<br />

Castronovo mantiene nel corso degli<br />

anni loschi affari con la <strong>mafia</strong>,<br />

la quale, una volta ritenuto inutile,<br />

decide di <strong>uccide</strong>rlo. <strong>La</strong> figura di Arturo<br />

lo mette di fronte alla realtà,<br />

facendolo riflettere sulla criminosità<br />

dei suoi atti e della sua collaborazione<br />

con la <strong>mafia</strong>.


26 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />

ANTIMAFIA<br />

Le vittime anti<strong>mafia</strong> sono invece<br />

rappresentate nella loro<br />

forma più umana, spesso fuori<br />

dal proprio contesto di appartenenza.<br />

Il regista li pone sotto questa<br />

luce accentuando con riguardo<br />

un sentimento di simpatia nei loro<br />

confronti che lo spettatore difficilmente<br />

riesce a non condividere.<br />

Che sia il poliziotto Boris Giuliano<br />

che assume una parvenza buffa<br />

sporcandosi i baffi di zucchero a<br />

velo, o il magistrato Rocco Chinnici<br />

che si interessa con riguardo all’amore<br />

di Arturo per Flora, questi<br />

personaggi entrano a turno nella<br />

vita del piccolo Arturo, portando<br />

ognuno con sé un alone di umanità<br />

e vana considerazione, che si<br />

trasforma in stima e totale ricordo<br />

<strong>solo</strong> una volta uccisi dalla <strong>mafia</strong>.<br />

IL MAGISTRATO<br />

Rocco Chinnici<br />

Rocco Chinnici, il vicino di casa di<br />

Flora, è un onesto ed incorruttibile<br />

magistrato che segue con affetto<br />

la vicenda del corteggiamento tra<br />

i due bambini. L’amore infantile<br />

tra Flora e Arturo viene spezzato<br />

il giorno in cui Cosa Nostra piazza<br />

un’autobomba di fronte alla casa<br />

del magistrato che muore sul ciglio<br />

di casa sua, dopo aver letto la dedica<br />

d’amore che Arturo ha scritto<br />

per Flora sul marciapiede.<br />

Nel 1970 gli venne assegnato il caso<br />

della strage di viale <strong>La</strong>zio, in cui figuravano<br />

molti nomi di criminali<br />

mafiosi. Divenne successivamente<br />

magistrato di Corte d’Appello e magistrato<br />

di Cassazione negli anni Ot-<br />

tanta, proprio quando fu ucciso Cesare<br />

Terranova. Non molto tempo<br />

dopo Cosa Nostra uccise il capitano<br />

dell’Arma dei Carabinieri Emanuele<br />

Basile ed il procuratore Gaetano<br />

Costa, fedele amico di Chinnici, con<br />

cui aveva condiviso indagini sulla<br />

<strong>mafia</strong>. Fu proprio in seguito a questo<br />

omicidio che Chinnici ebbe l’idea<br />

di istituire una nuova struttura<br />

collaborativa fra i magistrati palermitani<br />

chiamata Pool Anti<strong>mafia</strong> la<br />

cui realizzazione ha portato al Maxiprocesso<br />

di Palermo.<br />

“Un mio orgoglio particolare è una<br />

dichiarazione degli americani secondo<br />

cui l’Ufficio Istruzione di Palermo<br />

è un centro pilota della lotta<br />

anti<strong>mafia</strong>, un esempio per le altre<br />

magistrature d’Italia. I magistrati<br />

dell’Ufficio Istruzione sono un gruppo<br />

compatto, attivo e battagliero.”


IL POLIZIOTTO<br />

Boris Giuliano<br />

Boris Giuliano incontra Arturo nel<br />

bar Lux a Palermo e, catturato dalla<br />

simpatia del bambino gli offre<br />

un’iris, dolce tipico siciliano, che<br />

il protagonista decide di donare<br />

a Flora ogni mattina come regalo<br />

da un ammiratore segreto. <strong>La</strong><br />

sua identità viene svelata il giorno<br />

della sua morte, quando passando<br />

davanti al bar Arturo vede il suo<br />

cadavere e sente le persone parlare<br />

di lui. Giuliano viene quindi rappresentato<br />

come un semplice uomo<br />

che fa colazione al bar leggendo un<br />

giornale, ghiotto di iris che gli sporcano<br />

di zucchero a velo i baffi. <strong>La</strong><br />

sua morte sensibilizza lo spettatore<br />

che gli si affeziona riconoscendolo<br />

come un uomo di mondo ingiustamente<br />

ucciso dalla <strong>mafia</strong>.<br />

Nella realtà Giuliano fu il capo<br />

della squadra mobile di Palermo,<br />

investigando a fianco di Carlo Alberto<br />

dalla Chiesa contro i casi di<br />

- 27<br />

Cosa Nostra. Il caso a cui dedicò<br />

grande importanza fu quello legato<br />

alla scomparsa di Mauro de<br />

Mauro, giornalista investigativo<br />

nell’ambito mafioso. <strong>La</strong> strategia di<br />

Giuliano era quella di distruggere<br />

i boss tramite la cattura dei cosiddetti<br />

“picciotti”, gli alleati di minor<br />

importanza che facevano il lavoro<br />

sporco al posto loro. Venne ucciso il<br />

21 luglio 1979 nel bar Lux a Palermo<br />

da Leoluca Bagarella stesso, in<br />

seguito all’investigazione sul caso<br />

Di Cristina.<br />

IL PREFETTO<br />

Carlo Alberto dalla Chiesa<br />

Nella narrazione Carlo Alberto dalla<br />

Chiesa è uno dei personaggi storici<br />

con cui interagisce Arturo. Egli<br />

infatti viene intervistato dal piccolo<br />

giornalista che riusce ad intrufolarsi<br />

senza molta fatica nel suo ufficio.<br />

“Lei è qui per combattere la <strong>mafia</strong>,<br />

ma l’onorevole Andreotti dice che<br />

l’emergenza criminalità è in Campania<br />

e in Calabria. Generale, ha forse<br />

sbagliato regione?”<br />

Con questa domanda Arturo pone il<br />

generale di fronte a una questione<br />

spinosa. Egli infatti risponde che<br />

sta eseguendo una vera e proprio<br />

guerra contro la <strong>mafia</strong>. Da qua il ragionamento<br />

di Arturo secondo cui<br />

per la guerra servirebbe un esercito<br />

e che attorno a dalla Chiesa c’erano<br />

<strong>solo</strong> due poliziotti. In conclusione,<br />

Arturo non si scolla ancora dal<br />

suo idolo, giustificando la mancata<br />

protezione di dalla Chiesa col fatto<br />

che in Sicilia non c’è alcun pericolo<br />

di <strong>mafia</strong>.<br />

È con la morte del generale avvenuta<br />

per mano mafiosa pochi giorni<br />

dopo l’intervista, che Arturo si rende<br />

conto della presenza della <strong>mafia</strong><br />

a Palermo, e il mito di Andreotti,<br />

che non si palesa neanche al funerale,<br />

crolla assieme a tutte le certezze<br />

di Arturo.<br />

Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale<br />

dei carabinieri che venne nominato<br />

prefetto nei primi anni Ottanta,<br />

fu chiamato a Palermo per<br />

sconfiggere la <strong>mafia</strong>. Egli accettò<br />

l’incarico recandosi in Sicilia con la<br />

moglie Emanuela Setti Carraro, nonostante<br />

lo stato non gli dette alcun<br />

appoggio o alcuna protezione. Lottò<br />

intensamente contro Cosa Nostra<br />

indagando sulla strage di Viale <strong>La</strong>zio,<br />

sul caso De Mauro, l’omicidio di<br />

Pietro Scaglione, la strage di Marsala<br />

e diverse vicende, che lo portarono<br />

a rappresentare una minaccia<br />

per la <strong>mafia</strong>. Venne infatti ucciso il<br />

3 settembre 1982 da una raffica di<br />

colpi in quella che fu chiamata strage<br />

di Via Carini, insieme alla moglie<br />

e alla sua scorta.


28 -<br />

DECOSTRUZIONE FORMALE<br />

MAFIA<br />

Irappresentanti mafiosi del film<br />

sono caratterizzati dal regista<br />

smitizzati e velati da un’ironia<br />

che li ridicolizza davanti a situazioni<br />

comuni. Mostrano il loro<br />

lato umano, ma a differenza dei<br />

personaggi anti<strong>mafia</strong>, non riescono<br />

ad adattarsi o a risolvere semplici<br />

questioni. È il caso di Filippo<br />

Marchese che lotta contro le questioni<br />

di cuore, o Totò Riina che<br />

non comprende come funzioni il<br />

telecomando del condizionatore.<br />

Rappresentati impotenti, non viene<br />

mai mostrato effettivamente il<br />

loro lato criminale, piuttosto è un<br />

passaggio che viene saltato quasi<br />

come se non si addicesse a questi<br />

personaggi inetti. Quello che viene<br />

mostrato sono solamente le conseguenze<br />

delle loro azioni, senza reazioni<br />

da parte loro.<br />

IL BOSS MAFIOSO<br />

Totò Riina<br />

Salvatore Riina è l’antagonista<br />

all’interno della narrazione. Conosciuto<br />

col soprannome “Totò” o per<br />

i suoi affiliati “<strong>La</strong> Belva”, non viene<br />

mai mostrato nella sua forma più<br />

cruenta, piuttosto in una più umana<br />

e ordinaria. Discute di affari mafiosi<br />

con leggerezza, gioisce di fronte<br />

alla figlia appena nata e discute<br />

animatamente col tecnico del condizionatore<br />

sul suo funzionamento.<br />

Smitizzato sotto ogni aspetto, il<br />

regista decide di dargli questa connotazione<br />

da uomo ordinario che<br />

scardina qualsiasi credenza in merito<br />

all’immagine del mafioso, forse<br />

per metterlo sullo stesso piano di<br />

qualsiasi uomo a volerne indicare<br />

l’apparente impotenza.<br />

Non ha mai rapporti diretti con altri<br />

personaggi al di fuori del contesto<br />

mafioso, eppure rappresenta il<br />

nemico annunciato di Arturo. È infatti<br />

a causa sua che l’amore di Arturo<br />

per Flora viene spesso messo a<br />

dura prova ed è con la sua sconfitta<br />

che invece l’amore tra i due protagonisti<br />

riesce a decollare.<br />

Conosciuto come il boss del Clan<br />

dei Corleonesi, e come capo di Cosa<br />

Nostra sin dal 1982, fu il mandante<br />

della famosa Strage di Viale <strong>La</strong>zio<br />

con lo scopo di <strong>uccide</strong>re il boss ribelle<br />

Michele Cavataio, per cui era<br />

scoppiata la prima guerra di <strong>mafia</strong>.<br />

Imponente fu anche la sua presenza<br />

in ambito politico, in cui si assistì<br />

alla corruzione di uomini politici<br />

importanti tra cui Vito Ciancimino,<br />

l’allora sindaco di Palermo, e Salvo<br />

Lima, esponente della Democrazia<br />

Cristiana, che non rispettò gli accordi<br />

presi e venne ucciso nel 1992.<br />

A seguire l’uccisione di importanti<br />

uomini come Rocco Chinnici, Boris<br />

Giuliano e Carlo Alberto dalla Chiesa,<br />

che precedono quella che viene<br />

definita oggi “la stagione delle stragi”.<br />

Col maxiprocesso alla <strong>mafia</strong><br />

e coi primi pentiti, Falcone e Borsellino<br />

alla fine degli anni Ottanta<br />

lavorano alla sua condanna, che<br />

conta al giorno d’oggi 26 ergastoli.<br />

Viene ufficialmente catturato e arrestato<br />

il 15 gennaio 1993, dopo 24<br />

anni di latitanza, con la condanna<br />

da scontare in regime di carcere<br />

duro. Muore il 17 novembre 2017<br />

a causa di complicazioni al sistema<br />

cardiaco.


- 29<br />

IL PRESIDENTE<br />

Giulio Andreotti<br />

Giulio Andreotti fu presidente<br />

del consiglio negli anni Settanta e<br />

rappresentava uno dei principali<br />

esponenti della democrazia cristiana.<br />

Nel film si palesa nella vita del<br />

protagonista un pomeriggio in cui,<br />

bisognoso di aiuto, il piccolo Arturo<br />

assiste a una sua intervista televisiva<br />

e, cogliendo alla lettera i consigli<br />

amorosi dell’onorevole, Arturo lo<br />

prende da esempio fino a farlo diventare<br />

il suo mentore.<br />

L’aspetto che caratterizza questo<br />

personaggio al meglio è quello<br />

dell’incorporeità, ovvero a differenza<br />

degli altri personaggi storici<br />

a livello di importanza nella trama,<br />

è l’unico che non si palesa fisicamente<br />

nella narrazione, come una<br />

sorta di fantasma. Si manifesta tramite<br />

interviste televisive, articoli di<br />

giornale e poster, rimanendo però<br />

sempre avvolto in quest’alone di<br />

ambiguità. Questa scelta narrativa<br />

è dettata con coerenza dall’adattamento<br />

della sua figura al film, illustrando<br />

il mancato schieramento<br />

in ambito mafioso che Andreotti<br />

ha manifestato storicamente. È col<br />

passare del tempo e con l’affermazione<br />

sempre più imponente della<br />

<strong>mafia</strong> a Palermo che la fiducia di<br />

Arturo in questo personaggio scema<br />

fino a sparire completamente<br />

al funerale di Carlo Alberto dalla<br />

Chiesa, quando il presidente giustifica<br />

la sua assenza così: “Ai funerali<br />

preferisco i battesimi.”<br />

Andreotti fu uno dei primi politici<br />

condannati per aver avuto rapporti<br />

con la <strong>mafia</strong>, in questo caso Cosa<br />

Nostra. Si dice che egli si incontrò<br />

con Andrea Manciaracina, uomo di<br />

fiducia del boss Totò Riina, ma l’onorevole<br />

Andreotti, per mantenere<br />

pulita la sua reputazione, negò<br />

sempre tutto. In merito alla figura<br />

di dalla Chiesa, il presidente insistì<br />

affinché il generale accettasse l'incarico<br />

di Prefetto di Palermo. Dalla<br />

Chiesa però iniziò ad indagare sui<br />

rapporti che la <strong>mafia</strong> intratteneva<br />

politicamente e, in un suo diario,<br />

affermò che: “<strong>La</strong> corrente democristiana<br />

siciliana facente capo ad<br />

Andreotti sarebbe stata la "famiglia<br />

politica" più inquinata da contaminazioni<br />

mafiose.”. Nel 2004 viene<br />

processato con l’accusa di associazione<br />

mafiosa con la risultante di<br />

prescrizione per gli avvenimenti<br />

compiuti fino al 1980 e assoluzione<br />

per i successivi.


30 - DECOSTRUZIONE FORMALE<br />

IL VIAGGIO<br />

DELL’EROE<br />

3<br />

Per non rimanere invischiato<br />

nella “spaventosa questione<br />

di femmine” mal decantata<br />

da tutti a Palermo, Arturo<br />

nega a sè stesso il suo<br />

innamoramento per Flora.<br />

2<br />

Arturo si innamora di Flora,<br />

la sua nuova compagna di<br />

classe.<br />

RIFIUTO<br />

DEL<br />

RICHIAMO<br />

1<br />

Una famiglia palermitana<br />

vive nella quotidianità.<br />

Viene concepito Arturo.<br />

RICHIAMO<br />

ALL’AVVENTURA<br />

I ATTO<br />

Il tempo passa, Arturo ha<br />

già 8 anni e va alla scuola<br />

elementare.<br />

MONDO<br />

ORDINARIO<br />

ARTU<br />

Grazie alla ferma presa<br />

di coscienza di Arturo di<br />

quella che stava diventando<br />

la situazione mafiosa a<br />

Palermo, Flora capisce<br />

i sentimenti di Arturo e<br />

durante una manifestazione<br />

si baciano. Dalla loro unione<br />

nascerà il loro primo figlio.<br />

RITORNO<br />

CON<br />

L’ELISIR<br />

RESURREZIONE<br />

III ATTO<br />

12<br />

Passati diversi anni, Arturo<br />

avvia la sua carriera<br />

giornalistica grazie anche<br />

all’aiuto di Flora, che<br />

riincontra dopo essere<br />

tornata dalla Svizzera.<br />

VIA<br />

DEL<br />

RITORNO<br />

L’infografica analizza la parte di<br />

narrazione legata alla storia di<br />

Arturo in merito al suo innamoramento<br />

per Flora. Il modello utilizzato<br />

è quello del viaggio dell’eroe<br />

teorizzato da Christopher Vogler,<br />

tramite cui è stato possibile individuare<br />

una struttura logica nella<br />

composizione della storia.<br />

L’amore per Flora non si è<br />

mai spento e nell’ennesimo<br />

tentativo di conquistarla,<br />

Arturo fallisce nuovamente.<br />

11<br />

Flora parte per la Svizzera.<br />

Francesco parte per Milano.<br />

Arturo torna alla sua<br />

quotidianità iniziale più<br />

consapevole della vita, della<br />

<strong>mafia</strong> e dell’amore per Flora.<br />

10


4<br />

- 31<br />

o<br />

Arturo vede per la prima<br />

volta Giulio Andreotti in un<br />

programma televiso.<br />

Decide di prenderlo come<br />

esempio per conquistare<br />

Flora.<br />

INCONTRO<br />

COL<br />

MENTORE<br />

VARCO<br />

PRIMA<br />

SOGLIA<br />

5<br />

Durante la festa di Carnevale,<br />

Arturo ottiene l’atenzione di<br />

Flora traveswwtendosi da<br />

Giulio Andreotti e vincendo<br />

il premio per il miglior<br />

costume della festa.<br />

6<br />

Sconfitta per mano di Fofò<br />

nel tentativo di conquistare<br />

Flora con le Iris.<br />

PROVE,<br />

ALLEATI<br />

E NEMICI<br />

Sconfitta nel tentativo di<br />

mostrare a Flora il Boss<br />

mafioso che vive in casa sua<br />

e che si rivela invece essere<br />

Francesco, un giornalista.<br />

URO<br />

II ATTO<br />

CAVERNA<br />

RECONDITA<br />

Col cuore infranto, Arturo<br />

si fa ispirare dal suo<br />

nuovo amico Francesco, il<br />

giornalista, per partecipare<br />

al concorso giornalistico<br />

della scuola.<br />

PROVA<br />

CENTRALE<br />

Conquista finalmente Flora<br />

vincendo il primo premio.<br />

7<br />

RICOMPENSA<br />

Flora accetta l’invito di<br />

Arturo di recarsi al cimitero<br />

(come fece Andreotti per<br />

dichiararsi a sua moglie).<br />

8<br />

.<br />

Nonostante Flora gli racconti<br />

che deve lasciare Palermo<br />

per trasferirsi in Svizzera, tra<br />

i due sboccia l’amore.<br />

Flora bacia Arturo.<br />

9


32 - TESTIMONIANZE<br />

TESTIMONIANZE<br />

Interviste<br />

L’uscita del film è stata largamente coperta dai mezzi<br />

di informazione che ne hanno sottolineato l’originalità<br />

e l’autorialità.<br />

Sul titolo del film l’autore sottolinea in un’intervista<br />

“In realtà è una frase nata per sbaglio, scrivendo a una<br />

mia amica che stava a Palermo ho detto «guarda sto facendo<br />

un film in cui prendo un po’ in giro la <strong>mafia</strong>» lei<br />

dice «non scendi a Palermo?» «No, perché la <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />

<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>»<br />

Fonte: https://www.comingsoon.it/cinema/news/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-parlano-pif-e-cristiana-capotondi/n28197/<br />

Mentre in un’altra approfondisce la scelta delle parole,<br />

commentata anche da Roberto Saviano:<br />

“<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>” è una frase nata per<br />

caso ma, come diceva Roberto Saviano, non è un caso<br />

che quando si devono fare le “leggi vergogna”, fatte per<br />

aiutare una persona in particolare, le si fanno in <strong>estate</strong>,<br />

perché la gente in <strong>estate</strong> si distrae, inoltre è vero che<br />

la <strong>mafia</strong> ha fatto la maggior parte di delitti, a Palermo,<br />

in <strong>estate</strong>. Non tutti, anche perché non è la stagione che<br />

conta, quando bisognava ammazzare si ammazzava.<br />

Diciamo che è una delle scuse che il padre dà al figlio per<br />

tranquillizzarlo e per tranquillizzarsi.<br />

Tania Catalano<br />

trinacrianews.eu<br />

“<strong>La</strong> cosa bella di questo film è che si ride moltissimo e<br />

poi in maniera quindi inaspettata arrivi alla commozione<br />

finale. Quando ho visto il film per la prima volta ero<br />

in sala con tantissime persone e tutti si aspettavano che<br />

l’attrice del film l’avesse già visto e invece io era la prima<br />

volta che lo vedovo e mi sono trovata a singhiozzare<br />

con i miei vicini che mi guardavano piangendo anche<br />

loro come per dire “allora lo stai vedendo per la prima<br />

volta? (...) I bambini vivevano un’infanzia (soprattutto il<br />

mio personaggio) inconsapevole di quello che stava succedendo<br />

a Palermo. Per cui la vivevano come se fosse<br />

un’infanzia normale però in qualche modo era drogata<br />

e poi sono arrivati da adulti, come nel caso del mio personaggio,<br />

perché invece il personaggio di Pierfrancesco<br />

comprende per incontri, per intelligenza, per capacità di<br />

lettura di alcune ambiguità degli adulti che c’è qualcosa,<br />

il mio no.”<br />

Cristiana Capotondi<br />

Fonte: https://www.comingsoon.it/cinema/news/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-parlano-pif-e-cristiana-capotondi/n28197<br />

Perché è faticoso uscire dal coro. Perché,<br />

per quanto amaro possa essere,<br />

sul momento si vive meglio abbassando<br />

la testa, e poi si vedrà.<br />

Allora, essere un bambino a volte conviene. Perché imiti<br />

i tuoi modelli, cioè gli adulti. E se per loro non ci sono<br />

problemi, non ci sono neanche per te.<br />

I problemi arrivano quando, un giorno, il bambino capisce<br />

che la <strong>mafia</strong> non <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>.<br />

“Si può parlare con leggerezza della Mafia?”<br />

“Si. L’ho fatto, anche perché, essendo palermitano, forse<br />

mi sono sentito legittimato”<br />

“Quando mi sono trasferito a Milano ho notato che la<br />

gente mi faceva una serie di domande su Palermo sulla<br />

<strong>mafia</strong> che io dicevo: ‘ma come fai a farmi ancora queste<br />

domande su Palermo, sulla <strong>mafia</strong>, pensavo che la gente<br />

ne sapesse di più’. ed effettivamente la gente non lo sa e<br />

soprattutto non sa quanto-e ormai neanche i palermitani<br />

si ricordano forse- come Palermo ha vissuto gli anni<br />

70-80 e il rapporto dei Palermitani con la Mafia.<br />

Era un modo per non accettare il fatto che ci fosse la Mafia<br />

e quindi se ammazzavano una persona dicevano ‘era<br />

un femmina’ ‘Se l’è andata a cercare’. Sopratutto i non<br />

mafiosi non volevano accettare, non volevano guardare.<br />

Questa situazione l’ho fatta vedere tramite occhi di un<br />

bambino. Tutto questo periodo lo vede un bambino che<br />

quindi si crea un effetto comico che applica le cose insensate<br />

degli adulti. Io l’ho raccontato tramite quegli occhi<br />

perché io non sono capace di fare un film sulla <strong>mafia</strong><br />

serio, come si dovrebbe fare, forse.”<br />

Pif<br />

Fonte: https://agiscuola.it/index.php?option=com<br />

k2&view=item&id=359:la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d%2525E2%252580%252599<strong>estate</strong><br />

T<strong>estate</strong> giornalistiche<br />

<strong>La</strong> critica ha apprezzato le qualità del film considerandolo<br />

sopra le aspettative:<br />

“Era l’anello mancante del cinema civile: Pif, volto cult<br />

tv, Pierfrancesco Diliberto, alterna informazione e satira<br />

in modo nuovo, divertente e accattivante, le stragi mafiose<br />

dagli anni 70 con gli occhi di un bambino; trapassa<br />

eventi e persone nella realtà cartoon schizzata di sangue.<br />

Tutto ahimè vero, l’educazione sentimental-civile di<br />

un’Italia neonata alla lotta contro il cancro mafioso che<br />

invade i sentimenti.”<br />

Maurizio Porro, Corriere della Sera, 28 novembre 2013


- 33<br />

“Occhi blu da cui è impossibile staccarsi e un sorriso da<br />

scugnizzo siculo che la sa lunga (ma te la racconta poco<br />

alla volta...), Pierfrancesco Diliberto in arte ‘Pif’ ce l’ha<br />

fatta, e l’impresa era colossale.<br />

Raccontare la <strong>mafia</strong> ridendoci su. Per chi fosse tentato<br />

di evocare istantaneamente la cinica ex coppia Ciprì &<br />

Maresco si sbaglia, il territorio narrativo di Pif è altrove,<br />

e riesce a transitare tra figure retorico/emozionali<br />

con la leggerezza del puro, certamente dell’esordiente,<br />

essendo il suo film ‘<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>’ il suo<br />

debutto dietro alla macchina da presa di un ‘lungo’.<br />

Autobiografia sensoriale, cronaca poetica di una <strong>mafia</strong><br />

annunciata, ferrea volontà di omaggiare gli Eroi caduti<br />

per mano mafiosa, la pellicola del già ‘Testimone’ per<br />

Mtv Pif parte di comicità per accomiatarsi con la poesia<br />

che commuove.<br />

Esilarante è la creatura (ispirata a se stesso) di Arturo,<br />

bimbo fatalmente concepito il giorno della strage di viale<br />

<strong>La</strong>zio nel 1969, un segnale che gli si scolpisce addosso<br />

come un tatuaggio esistenziale. (...) Un lavoro coraggioso<br />

su tutti i piani, e non per ultimo quello di averlo realizzato<br />

‘in situ’ palermitano senza aver pagato il pizzo e<br />

senza un centesimo dalla Regione Sicilia.<br />

«Se oggi la <strong>mafia</strong> ha perso potere è<br />

anche grazie a tutte quelle centinaia<br />

di cittadini siciliani che hanno deciso<br />

di non pagare più il pizzo, una scelta<br />

eroica e che merita l’applauso condiviso<br />

di ogni italiano».<br />

Commosso, Pif sa quel che dice, e la sensazione è la<br />

stessa che si prova sullo struggente finale del suo piccolo-grande<br />

film.”<br />

Anna Maria Pasetti, Il Fatto Quotidiano, 28 novembre 2013<br />

“Si possono raccontare vent’anni di<br />

<strong>mafia</strong> con il sorriso sulle labbra?<br />

E si può, con toni da commedia, rendere omaggio ai<br />

grandi eroi dell’anti<strong>mafia</strong> che hanno pagato, con la vita,<br />

il coraggio di essere, fino in fondo, servitori dello Stato?<br />

Detto così, sembrerebbe un sacrilegio bello e buono. Invece,<br />

‘<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>’ è una delle operazioni<br />

più riuscite e intelligenti fatta dal cinema italiano, in<br />

questi ultimi anni. E il merito va tutto a Pif, nome d’arte<br />

di Pierfrancesco Diliberto, volto noto televisivo che ai<br />

successi ottenuti sul piccolo schermo (da ‘Le lene’ a ‘ll<br />

testimone’) può aggiungere, ora, anche questo rimarchevole<br />

debutto nella regia cinematografica.<br />

Attraverso la storia di Arturo, concepito il 10 dicembre<br />

1969 mentre stanno <strong>uccide</strong>ndo Michele Cavataio, si ripercorrono<br />

anni di esplosioni, attentati, omicidi eccellenti.<br />

Dando un volto umano ai protagonisti dell’anti<strong>mafia</strong>,<br />

che la sceneggiatura mette sulla strada di Arturo,<br />

innamorato senza speranza della piccola Flora.<br />

E’ il commissario Boris Giuliano, per dire, a fargli scoprire<br />

una pastarella dolce e tocca al giudice Rocco Chinnici,<br />

vicino di casa della piccola Flora, condividere i patemi<br />

amorosi del bimbo. Così come è Dalla Chiesa a concedere,<br />

ad Arturo, un’intervista per il giornale locale, pochi<br />

giorni prima dell’attentato in cui perse la vita. Scene di<br />

vita quotidiana, che strappano risate, spazzate via dalle<br />

immagini di repertorio delle loro morti. (...) Qualche<br />

sbavatura da opera prima, ma questo è un film del quale<br />

andare fieri.”<br />

Maurizio Acerbi, Il Giornale, 28 novembre 2013<br />

“Pif (è lui Diliberto) che all’esordio<br />

nella regia, dimostra (non è poco)<br />

di conoscere l’alchimia<br />

dramma-commedia.<br />

E raccontare la difficile convivenza<br />

tra una vita possibilmente normale e<br />

un contesto secolarmente criminoso.”<br />

Giorgio Carbone, Libero, 28 novembre 2013<br />

Premi<br />

“ EFA 2014, DUE PREMI PER L’ITALIA CON PIF E RAK<br />

Il trionfatore della serata è Ida di Pawel Pawlikowski.<br />

domenica 14 dicembre 2014 - News<br />

Alla 26ma edizione degli European Film Awards, tenutasi<br />

quest’anno a Riga, l’Italia ottiene due premi importanti:<br />

dopo aver vinto il premio del pubblico al Festival di<br />

Torino dello scorso anno, il David di Donatello per il miglior<br />

regista esordiente e due Nastri d’Argento, <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> di Pif ottiene un altro importante<br />

successo aggiudicandosi il premio per la Miglior Commedia<br />

Curopea. Il film di Alessandro Rak, L’arte della<br />

felicità, presentato nel 2013 come evento fuori concorso<br />

alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia, si<br />

è aggiudicato il premio per il Miglior Film d’Animazione<br />

Europeo. Il trionfatore di questa edizione degli EFA è Ida<br />

del polacco Pawel Pawlikowski che ha ottenuto cinque<br />

premi: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Fotografia,<br />

Miglior Sceneggiatura e il Premio del Pubblico.<br />

Film Europeo 2014: Ida<br />

Commedia Europea 2014: <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />

Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debutta al cinema<br />

con una storia di rimozione, una storia scomoda perché<br />

chiama in causa responsabilità collettive che costringono<br />

a interrogarsi sull’identità culturale del Paese, sul<br />

suo passato e sul suo futuro. “<br />

Marzia Gandolfi<br />

Fonte: https://www.mymovies.it/cinemanews/2018/149365/


34 - TESTIMONIANZE<br />

Recensioni<br />

“Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debutta al cinema<br />

con una storia di rimozione, una storia scomoda perché<br />

chiama in causa responsabilità collettive che costringono<br />

a interrogarsi sull’identità culturale del Paese,<br />

sul suo passato e sul suo futuro. Aiuto regista di Marco<br />

Tullio Giordana nel 2000, lo ha accompagnato nei cento<br />

passi che separavano l’abitazione di Peppino Impastato<br />

da quella del boss Tano Badalamenti. E di quel film l’opera<br />

prima di Pif ha l’urgenza e la necessità di raccontare<br />

una pagina drammatica che non deve essere dimenticata<br />

perché rompe col silenzio e con l’omertà, un contratto<br />

sociale basato sulla connivenza.<br />

Costruito come un romanzo di formazione, <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> trova la sua rilevanza in quello che<br />

racconta e la sua forza in come lo racconta e come rappresenta<br />

la <strong>mafia</strong> senza indulgenze celebrative. Infilato<br />

il terreno minato dell’universo criminale, Pif contempla<br />

il fascino sinistro dell’eroe del male, incarnato nel<br />

film da Giulio Andreotti e allargato a una lunga serie di<br />

‘persone perbene’e istituzionali fino alla bassa macelleria<br />

criminale, scartando i sentimenti retorici e i cliché<br />

che veicolano l’idea dell’immutabilità della Mafia. Nato<br />

in una regione incline al fatalismo come la Sicilia, Pif<br />

fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente<br />

di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un<br />

ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che<br />

imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e<br />

volendosi ‘diverso’ rispetto alla cultura diffusa di cui la<br />

criminalità organizzata è espressione. I padrini forti e<br />

arcaici visti sempre nella loro sacralità di potenti e cattivi<br />

vengono ‘rovesciati’ in una storia drammaturgicamente<br />

valida e capace di scendere dentro le cose.<br />

Cinema impegnato in prima linea, che arriva col sorriso<br />

fino in fondo, fino a sentire e a far sentire un dolore<br />

lancinante, <strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> capovolge il<br />

comico in tragico ricordandoci che ribellarsi è possibile.<br />

Il film porta a coscienza del protagonista e della sua<br />

città i mostri che stanno anche dentro chi li vorrebbe<br />

cacciare e che decide per questo di dichiarare guerra a<br />

una parte di sé. Lo sguardo attonito e incredulo di Arturo<br />

bambino sulle omertà e le brutalità del mondo degli<br />

adulti, che lo hanno sedotto (Giulio Andreotti), innescato<br />

(il giornalista esiliato di Claudio Gioè) e (ri)educato (i<br />

‘retroscena’ del potere mafioso), si posa adesso consapevole<br />

sul figlio e sulle targhe di marmo.<br />

Targhe che ‘medicano’ le ferite di Palermo, targhe fissate<br />

sui suoi muri e nella sua memoria, targhe su cui Arturo<br />

legge i nomi dei caduti per la Mafia. Legge il loro impegno,<br />

le loro imprese, rompendo l’ordine delle cose (nostre)<br />

e avviando il processo di eredità di chi ha saputo<br />

far esistere la cultura come possibilità della comunità.“<br />

Marzia Gandolfi<br />

“Vivere circondati dalla <strong>mafia</strong> è un po’ come vivere alle<br />

pendici di un vulcano, chi ci vive non ci fa caso nel quotidiano<br />

ma teme il “potente” e si sente “impotente”. Hai<br />

la mia stessa impressione? (...) <strong>La</strong> <strong>mafia</strong>, oggi, è tornata<br />

ad essere come prima, a scomparire. Non si ammazza<br />

più, non succede più nulla di palese, però, di fatto, c’è.<br />

Prima di Totò Riina, il mafioso era quello che non doveva<br />

farsi vedere ma tutti dovevano sapere che c’era. Ora<br />

si sta tornando a questo tipo di <strong>mafia</strong> che è quella più<br />

pericolosa perché siamo in un paese dove si va avanti<br />

per le emergenze senza le quali rallentano le cose, invece<br />

bisogna sempre stare all’erta forse ora ancora di più<br />

perché il fatto che scompaia non vuol dire che non ci sia<br />

ma è più diabolica e subdola.<br />

<strong>La</strong> pellicola è un racconto delicato. Un viaggio sentimentale<br />

e d’impegno civile di un bambino, Arturo, nato a Palermo<br />

lo stesso giorno in cui il mafioso Vito Ciancimino<br />

viene eletto sindaco. Arturo, che nella sua camera ha il<br />

poster del premier Giulio Andreotti, il suo mito vivente,<br />

cresce tra le stragi di <strong>mafia</strong>, incrociando malavitosi e<br />

uomini di legge.”<br />

Paola Medori<br />

Fonte:https://it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2013/12/<br />

la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-conquista-gli-spettatori-incasso-primo-week-end-a-750-mila-euro-0047035.html<br />

“(...) qualcuno ha anche obiettato che non fosse neanche<br />

proprio un film-film; che poi mi piacerebbe sapere<br />

che cosa sia un film-film, o cosa renda un prodotto per il<br />

grande schermo meno film.<br />

Ammetterò che io stesso sono andato in sala, a vedere<br />

l’esordio di Pif, in concorso al TFF31, con più di una perplessità.<br />

Mi pare, invece, che <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />

sia, per quel che riguarda lo scenario italiano recente,<br />

uno degli esperimenti narrativi più sinceri, se non<br />

uno dei più compiuti. <strong>La</strong>nciato nell’impresa di costruire<br />

un Bildungsroman che è storia generazionale, nutrita di<br />

cinema civile e integrata coi documenti storici, lo fa raccontando<br />

l’educazione sentimentale e politica di Arturo<br />

(innamorato di Flora e, almeno all’inizio, di Andreotti)<br />

così fittamente quanto inconsapevolmente interlacciata<br />

con i tempi e i luoghi della guerra di <strong>mafia</strong>, e con la presa<br />

di coscienza, progressiva ma non scontata, singolare e<br />

poi collettiva, della gravità del problema, per concludere,<br />

in sostanza, con la stagione delle stragi.<br />

E lo fa mettendo in discussione le retoriche del discorso<br />

su Cosa Nostra e sulla storia recente, con un gusto per<br />

l’ironia e per il paradosso che pure lasciano spiragli a<br />

non pochi colpi al cuore.”<br />

Alessandro Uccelli<br />

Fonte: http://www.cineforum.it/focus/Film-in-tv/<strong>La</strong>-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-di-Pif-Pierfrancesco-Diliberto<br />

Fonte: https://www.mymovies.it/film/2013/<strong>solo</strong>d<strong>estate</strong>/


- 35<br />

“Il pubblico di Pierfrancesco Diliberto sta rispondendo<br />

bene, si è presentato puntuale al botteghino, si sono viste<br />

probabilmente al cinema persone che ci andavano<br />

poco o che forse non ci andavano più. Il tamtam del social<br />

ha contribuito a mobilitare il popolo del web, fatto<br />

sia di ragazzi che di ‘non più ragazzi’, quelli che si fanno<br />

le domande giuste e cercano risposte ancora più giuste.”<br />

Antonio Pirpan, 6 dicembre 2013<br />

Fonte:http://www.optimaitalia.com/blog/2013/12/06/incasso-record-per-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>130-000e-un-mercoledi-da-leoni/122603<br />

“<strong>La</strong> pellicola riflette, appunto, anche sulla tematica<br />

dell’omertà: del visto-non visto che preoccupa, del “è tutto<br />

tranquillo” che, invece, riempie i notiziari. Una storia<br />

d’amore che lega Pif, prima ancora che ad una donna,<br />

alla sua città. Palermo degli anni settanta e ottanta. Di<br />

una lotta che è interna alla città ma che riguarda Stato<br />

e cittadini, Istituzioni e politica. Pif, con questo film, diventa<br />

un testimone eccezionale di un rinnovamento. Un<br />

cinema che riesce ad abbracciare tutti, anche i più grandi<br />

che sicuramente ricorderanno quei momenti. Ma è ai<br />

giovani che è rivolto lo sguardo. Sono loro che devono<br />

imparare questa storia e imparare anche a non dimenticare.”<br />

Alessandro Bottone<br />

Fonte:https://faiblogantiracket.wordpress.com/2015/10/17/<br />

cannocchiale-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />

Pif dice...<br />

“Siamo riusciti a girare quattro settimane<br />

a Palermo senza pagare il pizzo.<br />

Ho detto da subito che non l’avrei<br />

pagato perché sarebbe stato assurdo,<br />

visto il senso del film.<br />

Ci siamo riusciti, e non è una cosa così scontata, grazie<br />

all’aiuto fondamentale dell’associazione Addiopizzo e<br />

perchè non ho la mentalità dei miei genitori, che erano<br />

rassegnati”.<br />

Pif<br />

http://www.palermotoday.it/cronaca/pif-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-<strong>estate</strong>-presentazione.html<br />

“È grave quando non si può ridere di<br />

qualcosa, sempre con il rispetto naturalmente<br />

per le vittime, in modo che<br />

la satira non offenda la tragedia”<br />

“Forse il paragone sembrerà azzardato ma i fatti accaduti<br />

in quegli anni e le dichiarazioni dei politici di allora<br />

sono come le spalline degli anni Ottanta. Tutte le ragazze<br />

e le donne le portavano, ma viste ora possiamo dire<br />

che erano orribili, così se con la consapevolezza di oggi<br />

riascoltiamo alcune frasi di politici come Salvo Lima o<br />

Giulio Andreotti capiamo che era sotto gli occhi di tutti<br />

la collusione tra certa politica e la <strong>mafia</strong>. I palermitani<br />

però non la vedevano, si parlava di debiti di gioco, di<br />

storie di corna quando un insospettabile veniva ucciso.<br />

Solo le morti di Falcone e Borsellino hanno aperto gli<br />

occhi alla città”.<br />

“Quando ero ragazzino ero il cronista di punta di nera<br />

del mio giornalino scolastico quando un giorno in classe<br />

un compagno disse che il padre aveva visto una testa<br />

mozzata per strada fui traumatizzato, non per l’immagine<br />

cruenta ma per il fatto che non l’avevo vista io. In<br />

quegli anni vivevamo in una bolla, il che in parte ci proteggeva,<br />

ma che ci ha reso più traumatico l’esplodere di<br />

quella bolla”.<br />

“Io vengo dall’esperienza delle Iene, arrivo ‘babbiando’,<br />

come si dice a Palermo, cioé scherzando, e poi sparo la<br />

mia denuncia. Forse un film più classico un ragazzo non<br />

lo vedrebbe, mentre è importante che i giovani sappiano<br />

che anche se Cosa Nostra oggi è un po’ meno potente<br />

non si deve abbassare la guardia perché la <strong>mafia</strong> è particolarmente<br />

pericolosa quando è silente, strisciante”.<br />

Fonte:_http://www.repubblica.it/spettacoli/cine-<br />

ma/2013/11/19/news/ridere_della_<strong>mafia</strong>_con_pif_si_pu-<br />

71369761


36 - TRADUZIONI E VARIANTI<br />

TRADUZIONI<br />

LUNGOMETRAGGI<br />

Johnny Stecchino<br />

di Roberto Benigni, 1991<br />

Il film Johnny Stecchino, nella narrazione<br />

degli episodi mafiosi che<br />

fanno da sfondo alla vicenda centrale<br />

del lungometraggio, sottende<br />

allo stesso filone ironico che<br />

caratterizza <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong>. L’intreccio prende forma<br />

in un alternarsi di scene paradossali<br />

e beffarde che trascinano gli<br />

avvenimenti lungo il proprio svolgersi<br />

e che lasciano trasparire una<br />

narrazione segretamente ordinata<br />

dall’imprevedibile e dalla logica<br />

della casualità fortuita: proprio la<br />

stessa tecnica registica e narrativa<br />

utilizzata da Pif. Il tema dalla <strong>mafia</strong><br />

fa da sfondo all’intreccio e ne<br />

giustifica il proseguire, sebbene, rispetto<br />

a <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>,<br />

il film risulti meno apertamente<br />

istruttivo e volto alla sensibilizzazione.<br />

Tuttavia, nello scioglimento,<br />

come nella pellicola prima citata, si<br />

evince la medesima superiore forza<br />

regolatrice che governa il divenire<br />

e consegna i mafiosi alla giustizia.<br />

<strong>La</strong> leggenda<br />

di Al, John e Jack<br />

di Massimo Venier, 2002<br />

<strong>La</strong> leggenda di Al, John e Jack ironizza<br />

sul tema della <strong>mafia</strong> tramite<br />

l’abbassamento dei personaggi.<br />

Similmente a <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong> i personaggi non vengono<br />

delineati come garanti di rispetto e<br />

ammirazione ed idealizzati a figure<br />

eroiche ma anzi, emerge il loro<br />

lato più umano in una rappresentazione<br />

che si profila sicuramente<br />

come beffarda e distorta. Vi è sempre<br />

il leitmotiv del caso che, come<br />

nel lungometraggio di Pif, funge da<br />

traccia nello svilupparsi degli episodi.<br />

<strong>La</strong> matassa<br />

di Giambattista Avellino, 2009<br />

Ne “<strong>La</strong> matassa”, con Ficarra e Picone<br />

emerge un’ironia diversa nei<br />

mezzi ma similmente applicata al<br />

fenomeno della <strong>mafia</strong>. Ne risulta<br />

un abbassamento dei personaggi<br />

malavitosi e l’ironia più evidente<br />

è quella ai danni del sistema mafioso,<br />

così segreto e così sommerso<br />

che tra gli stessi malviventi un colloquio<br />

decisionale pare un infinito<br />

processo. Anche in questo caso alla<br />

fine del film i mafiosi vengono arrestati<br />

passando da una situazione<br />

di egemonia nei confronti dei protagonisti<br />

a quella di totale sconfitta.


- 37<br />

I cento passi<br />

di Marco Tullio Giordana, 2000<br />

“I cento passi” condivide con “<strong>La</strong><br />

<strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>” il taglio<br />

biografico, istruttivo e in qualche<br />

modo documentaristico che si evince<br />

in entrambe le pellicole. “I cento<br />

passi” ripercorre la vita di Giuseppe<br />

Impastato e affronta il tema<br />

della <strong>mafia</strong> narrandone gli avvenimenti<br />

che si incrociano con la vita<br />

del protagonista, figlio del capo<br />

mafioso Luigi Impastato. Nel lungometraggio<br />

appare il tema dell’ironia<br />

che si esplicita nei giudizi di<br />

Peppino sul fenomeno malavitoso:<br />

il protagonista infatti va apertamente<br />

contro agli ideali di onore<br />

e rispetto che permeano il tessuto<br />

sociale criminale.<br />

Orfani di <strong>mafia</strong><br />

Puntata 2x01 de Il Testimone<br />

Il tema della <strong>mafia</strong> non è stato trattato<br />

da Pif <strong>solo</strong> in <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />

<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>. Sono state girate tante<br />

puntate a tema <strong>mafia</strong> per il programma<br />

Il Testimone ma è stata in<br />

particolare individuata la prima<br />

puntata della seconda stagione<br />

del programma. Pif ripercorre attraverso<br />

Sonia Alfano, presidente<br />

dell’associazione vittime di <strong>mafia</strong>,<br />

la morte del padre Beppe Alfano,<br />

ucciso per aver scritto un articolo<br />

sulla <strong>mafia</strong>. Rispetto al film all’interno<br />

della puntata si utilizza un<br />

linguaggio ancora più ironico e<br />

sdrammatizzante, che viene affrontato<br />

accostando alle immagini<br />

cruente dell’epoca le hit in voga<br />

in quegli anni. Questo prodotto è<br />

paragonabile al testo mediale di<br />

partenza per la tematica dell’anti<strong>mafia</strong>,<br />

per il trattamento del tema<br />

in maniera ironica, e per il valore<br />

civile legato alla denuncia e alla<br />

sensibilizzazione sul tema.


38 - TRADUZIONI E VARIANTI<br />

PRODUZIONI MUSICALI<br />

Pensa<br />

di Fabrizio Moro, 2007<br />

Pensa è un brano di Fabrizio Moro<br />

del 2007. È un interessante esempio<br />

di traduzione in quanto il testo<br />

della canzone è stato scritto di<br />

getto dall’artista in seguito ad aver<br />

visto un film su Paolo Borsellino. Il<br />

testo della canzone, come <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, si propone<br />

di denunciare e portare gli ascoltatori/spettatori<br />

alla riflessione<br />

sulla tematica <strong>mafia</strong>. Entrambi i<br />

testi mediali si fanno portavoce di<br />

un’ideologia anti<strong>mafia</strong> scaturita<br />

da avvenimenti comuni, in questo<br />

caso dalla stagione delle stragi a Palermo.<br />

Cuore<br />

di Jovanotti, 1992<br />

Allo stesso modo Jovanotti propone<br />

un testo sull’ideologia dell’anti<strong>mafia</strong><br />

scritto in seguito alla strage<br />

di Capaci. Il brano non è mai stato<br />

pubblicato e ha lo scopo di coinvolgere<br />

e sensibilizzare il pubblico più<br />

giovane grazie anche al testo rap.<br />

Affrontando le tematiche dell’omertà<br />

e del senso di oppressione,<br />

Jovanotti in un suo post di facebook<br />

datato 23 maggio 2012 parla del suo<br />

brano così: “Per quello che riguarda<br />

la mia vita considero il 23 maggio<br />

1992 il giorno in cui mi sono accorto<br />

di essere legato ad una storia, ad<br />

un paese, a una comunità di persone<br />

che crede in una cosa fondamentale<br />

e non negoziabile: il diritto/dovere<br />

di ognuno di vivere in un paese libero<br />

dal potere della malavita organizzata.<br />

Organizzata in ogni sua<br />

forma, dalla più atroce e violenta a<br />

quella più strisciante, mascherata,<br />

istituzionalizzata e collusa con altri<br />

poteri.”


- 39<br />

VARIANTI<br />

Serie televisiva<br />

Spettacolo teatrale<br />

È stata realizzata una versione<br />

teatrale del film, realizzata dalla<br />

scuola media G. di Biasio di Cassino<br />

(FR). Lo spettacolo è stato recitato<br />

per la prima volta al festival del<br />

teatro civile Cassino Off. Gli interpreti<br />

sono ragazzi dai 15 ai 17 anni<br />

e la durata dello spettacolo è di 50<br />

minuti. Lo spettacolo viene presentato<br />

ogni anno con un cambio di<br />

attori a seconda dei partecipanti<br />

al laboratorio e degli studenti coinvolti<br />

nel progetto. Lo scopo è quello<br />

di sensibilizzare gli studenti e le<br />

famiglie sulla tematica <strong>mafia</strong> il più<br />

possibile.<br />

Gli aspetti che mutano rispetto alla<br />

storia del film sono pochi, tra questi<br />

la durata che vede un’ora e mezza<br />

di film condensata in 50 minuti di<br />

spettacolo teatrale e le scene e le<br />

battute variano a seconda dell’interpretazione<br />

dei giovani attori.<br />

Prendendo ispirazione dal film è<br />

stata realizzata una serie televisiva<br />

che porta lo stesso nome, <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> diretta da Luca<br />

Ribuoli, ideata da Pif e trasmessa su<br />

Rai Uno.<br />

Fino ad ora sono state realizzate<br />

due stagioni, ognuna composta da<br />

dodici episodi da circa 50 minuti<br />

l’uno. <strong>La</strong> prima puntata della prima<br />

stagione è stata mandata in<br />

onda lunedì 21 novembre 2016, riscuotendo<br />

ottimi risultati in termini<br />

di ascolti e gradimento, quasi 6<br />

milioni di spettatori per uno share<br />

del 22%.<br />

<strong>La</strong> seconda stagione è invece stata<br />

mandata in onda in prima serata a<br />

partire da giovedì 26 aprile 2018.<br />

Come per il film, Pif assume un<br />

ruolo importante all’interno del<br />

progetto. Oltre che esserne l’ideatore,<br />

è anche autore di soggetto e sceneggiatura<br />

e come per il film, la sua<br />

voce fuori campo racconta le vicende<br />

storiche assumendo la figura<br />

del piccolo protagonista Salvatore<br />

da adulto. <strong>La</strong> trama narra la storia<br />

alla fine degli anni 70 della famiglia<br />

palermitana dei Giammarresi<br />

costretta a lasciare Palermo per la<br />

presenza di Cosa Nostra, alle prese<br />

tra lavoro, questioni sentimentali<br />

e problemi economici. Alternando<br />

verità e finzione, con lo stesso tono<br />

del film, la serie diventa il racconto<br />

di quella che fu una stagione intensa<br />

e sanguinosa, del conflitto tra<br />

bene e male, una storia che racconta<br />

del nostro passato per fare chiarezza<br />

sul nostro presente.<br />

<strong>La</strong> serie tv rispetto al film enfatizza<br />

maggiormente il racconto familiare,<br />

forse manca di quelle note<br />

grottesche che avevano reso il film<br />

più innovativo ma come questo riesce<br />

a dissacrare i boss mafiosi e<br />

onorare i grandi eroi dell'anti<strong>mafia</strong><br />

con leggerezza e semplicità. Come<br />

per il film, una scelta attuata per la<br />

realizzazione della serie è stata la<br />

quasi totalità del cast siciliano.


40 - MODELLO CULTURALE<br />

LINGUAGGIO<br />

Le vicende del film sono narrate<br />

in prima persona dalla voce<br />

di Arturo. Egli, utilizzando il<br />

giusto tono di voce a seconda delle<br />

vicende, ovvero più ironico e leggero<br />

per quelle legate alla sua vita, e<br />

più serioso e tragico per quelle legate<br />

alle disgrazie storiche, accompagna<br />

lo spettatore per l’intera durata<br />

del film.<br />

Arturo comincia la sua storia inquadrando<br />

Flora adulta e con un<br />

“<strong>La</strong> vedete quella ragazza?”, fa capire<br />

senza mezzi termini la natura del<br />

film; se da una parte la telecamera<br />

a mano illustra la caratterizzante<br />

documentaristica del lungometraggio,<br />

il soggetto ripreso fa intendere<br />

l’aspetto più frivolo riguardante la<br />

storia d’amore tra Arturo e Flora.<br />

Ironia e smitizzazione<br />

I personaggi appartenenti a Cosa<br />

Nostra sono rappresentati con<br />

estrema semplicità, agli occhi dello<br />

spettatore risultano quindi privi di<br />

qualsiasi aura mitica e connotazione<br />

superba. Pensando ad altri testi<br />

mediali che trattano temi simili,<br />

possiamo dire che la rappresentazione<br />

dei personaggi mafiosi è ad<br />

esempio totalmente differente da<br />

quella che si può evincere ne Il Pa<br />

drino. Mentre in quest’ultimo film<br />

i malavitosi godono di un rispetto<br />

e di un fascino per così dire miticizzato,<br />

ne <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />

essi sono rappresentati come<br />

persone comuni, abbassati a livello<br />

del popolo nel loro più esile status<br />

sociale. Non risultano né magnifici<br />

né magnificenti.<br />

Nell’intera rappresentazione quella<br />

che emerge è una critica raccontata<br />

con il sorriso sulle labbra, con<br />

grande acume e una nota di ironica<br />

satira che però non scende mai nella<br />

beffa. Lo scopo è quello di dissacrare<br />

e di divellere la questione di<br />

Cosa Nostra dalla sua intrattabilità<br />

e dall’omertà che permea l’argomento.<br />

Di <strong>mafia</strong> si può parlare, con<br />

la consapevolezza e l’intelligenza<br />

di una storia che si può e si deve<br />

affrontare.<br />

“Io vengo dall’esperienza delle Iene,<br />

arrivo ‘babbiando’, come si dice a<br />

Palermo, cioé scherzando, e poi sparo<br />

la mia denuncia. Forse un film più<br />

classico un ragazzo non lo vedrebbe,<br />

mentre è importante che i giovani<br />

sappiano che anche se Cosa Nostra<br />

oggi è un po’ meno potente non si<br />

deve abbassare la guardia perché la<br />

<strong>mafia</strong> è particolarmente pericolosa<br />

quando è silente, strisciante”.<br />

(Pif, intervista per Repubblica, 19<br />

Novembre 2013)<br />

Casualità e finalismo<br />

L’intera narrazione sottende ad un<br />

meccanismo di casualità di eventi<br />

che si incrociano in coincidenze<br />

concorrenti a creare una serie di<br />

conseguenze. Quello di Arturo ad<br />

esempio si può definire un amore<br />

avversato dagli eventi criminosi legati<br />

a Cosa Nostra, in quanto, ogni<br />

volta che il protagonista ha l’opportunità<br />

di conquistare Flora, la <strong>mafia</strong><br />

si mette sempre in mezzo rovinando<br />

le aspettative di Arturo. È dalla<br />

seconda metà del film, quando la<br />

<strong>mafia</strong> comincia ad essere ostacolata<br />

dalla giustizia palermitana, che<br />

la casualità degli eventi comincia<br />

a ruotare a favore dei protagonisti<br />

e più in generale dei cittadini di<br />

Palermo; si stabilisce così un equilibrio<br />

tra le parti che legge all’interno<br />

delle tragedie di Cosa Nostra<br />

la richiesta di giustizia da parte<br />

del popolo. Quella che traspare è<br />

quindi un’idea molto prossima al<br />

finalismo, tipico della cultura occidentale,<br />

secondo il quale tutto tende<br />

verso uno scopo ultimo e ogni<br />

momento e avvenimento cospira<br />

verso l’attuazione di un determinato<br />

fine, nel caso della narrazione, il<br />

coronamento dell’amore di Flora e<br />

Arturo così come il maxi processo a<br />

Cosa Nostra.


- 41<br />

Televisione e giornali<br />

Un’altra metodologia di linguaggio<br />

utilizzata notevolmente all’interno<br />

della narrazione sono i telegiornali<br />

e i giornali. Adoperati come mezzo<br />

di diffusione di notizie, sono i titoli<br />

in grassetto e le voci dei cronisti a<br />

narrare l’andamento politico e mafioso<br />

di quegli anni. Viene spesso<br />

lasciata in sottofondo la voce dei<br />

giornalisti mentre il regista mostra<br />

la vita delle persone a Palermo che<br />

va avanti come nulla fosse seguendo<br />

con coerenza l’atteggiamento<br />

di omertà presente all’epoca. <strong>La</strong><br />

televisione viene utilizzata come<br />

intermezzo tra una scena e l’altra<br />

e rappresenta anche il luogo del<br />

primo incontro tra Arturo e il suo<br />

mentore. Altro mezzo di informazione<br />

importante sono i giornali e<br />

i quotidiani che in diverse situazioni<br />

catturano l’attenzione di Arturo<br />

sempre e <strong>solo</strong> in merito a Giulio<br />

Andreotti. Ossessionato da questa<br />

figura politica, l’elemento del quotidiano<br />

ricorre in tutte le scene in cui<br />

Arturo si dedica al suo album di ritagli<br />

in onore appunto del suo mito.<br />

Il protagonista comunica anche<br />

attraverso le lettere. Da adulto intraprende<br />

rapporti epistolari con<br />

Francesco, che ormai vive a Milano<br />

da diversi anni. È sempre attraverso<br />

una lettera che Flora trova<br />

il coraggio di accettare l’invito<br />

di Arturo al cimitero. <strong>La</strong> scrittura,<br />

che sia giornalistica o epistolare,<br />

è all’interno della narrazione un<br />

forte metodo di comunicazione che<br />

permette al protagonista e ai personaggi<br />

attorno a lui di esprimersi al<br />

meglio, come se quello che non può<br />

essere detto può essere scritto.


42 - MODELLO CULTURALE<br />

TEMATICHE<br />

Falsi eroi<br />

Una delle tematiche chiave del film<br />

è quella del fanatismo, velatamente<br />

anche di tipo politico. Nel trattare<br />

questo argomento, Pif illustra Arturo,<br />

come fanatico della figura di<br />

Giulio Andreotti. In realtà, la situazione<br />

è paradossale poiché Arturo<br />

non è un fan del politico italiano<br />

per via dei suoi pensieri diplomatici<br />

ma in quanto lo ritiene simile<br />

a sé caratterialmente, nonché una<br />

figura da imitare nella conquista<br />

del suo grande amore, Flora. Si<br />

crea quindi una situazione che ha<br />

del paradossale e del comico, in<br />

quanto si scoprirà in seguito che il<br />

personaggio politico, tanto onorato<br />

dal bambino, risulta indagato per<br />

legami con Cosa Nostra, organizzazione<br />

contro la quale Arturo adulto<br />

si batterà a viso aperto. Pif, come<br />

regista, mette quindi in luce la deriva<br />

di un fanatismo sconsiderato<br />

e fuorviante, nonché deludente nei<br />

suoi risvolti. Quello che traspare è<br />

un messaggio di avvertenza velato<br />

di critica, rispetto al fanatismo – soprattutto<br />

politico – rappresentato<br />

dal punto di vista ingenuo di un<br />

bambino.<br />

L’attività di reporter<br />

Il leitmotiv che accompagna tutta<br />

la narrazione è l’attività di reporter<br />

svolta da Arturo sin da piccolo. Egli<br />

infatti nutre il sogno di diventare<br />

un vero giornalista per raccontare<br />

tutte le vicende della sua città e<br />

cerca in ogni modo di alimentare<br />

questa sua passione, che ha modo<br />

di sviluppare grazie all’incontro<br />

con Francesco. Qui appare più evidente<br />

quella che è, se vogliamo così<br />

definirla, la nota più autobiografica<br />

del film, con dei riferimenti diretti<br />

alla figura di Pif come personaggio<br />

pubblico e reporter televisivo. Il<br />

messaggio che permea l’intero intreccio<br />

è quello di credere sempre<br />

nei propri sogni e nelle proprie passioni<br />

e che, nonostante le difficoltà,<br />

gli obiettivi si possono raggiungere.<br />

Arturo stesso incontra una certa<br />

complessità nel diventare un giornalista<br />

e nel poter narrare gli eventi<br />

legati alla <strong>mafia</strong>, ma con un po’<br />

di tenacia e determinazione queste<br />

problematiche vengono superate<br />

e si giunge ad un lieto fine. Il<br />

reportage diventa così il mezzo di<br />

denuncia di cui Arturo e Pif stesso<br />

si servono per rivelare il fenomeno<br />

<strong>mafia</strong> al pubblico.<br />

Un’altra tematica importante che<br />

viene tracciata è quella della censura<br />

e della manipolazione delle<br />

informazioni da parte dei media,<br />

infatti Francesco, all’interno del<br />

racconto dice di essere stato costretto<br />

dal direttore del giornale<br />

per il quale lavora a curare la rubrica<br />

sportiva, invece di scrivere<br />

riguardo argomenti scomodi come<br />

la <strong>mafia</strong>.


Donne e Mafia<br />

È chiaro che ne <strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong><br />

<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> non ci sia il timore<br />

di dipingere i protagonisti delle<br />

vicende palermitane come attori<br />

macchiettistici del proprio destino<br />

continuando a creare situazioni<br />

ridicole che, sebbene non mirino<br />

a far ridere lo spettatore, quantomeno<br />

lo fanno sorridere. Le situazioni<br />

ingenue, intrecciate agli<br />

orrori delle stragi mafiose creano<br />

un ritmo precisamente indirizzato<br />

verso il finale. In tutto ciò l’amore,<br />

specificamente visto dalla prospettiva<br />

maschile, passa, come il resto<br />

della narrazione, dagli occhi di Arturo<br />

che, inesperto, fraintende e si<br />

cruccia dei difficili rapporti con “le<br />

fimmene”. <strong>La</strong> figura di Flora apre<br />

la narrazione con un flashforward<br />

dove Pif, nelle vesti di cameramen,<br />

la segue nei pressi del teatro Politeama<br />

di Palermo chiarendo fin<br />

dall’inizio del film il leitmotiv del<br />

film: la storia d’amore di un bambino<br />

cresciuto a Palermo vittima<br />

degli eventi e della stessa città. Se<br />

la figura della madre sfuma presto<br />

nello stereotipo della donna di<br />

casa che cucina e si occupa dei figli,<br />

quella di Flora sembra calamitare<br />

l’attenzione divenendo l’unica vera<br />

protagonista femminile all’interno<br />

di un mondo di uomini. <strong>La</strong> narrazione<br />

non è puntigliosa in questo<br />

dato che è ormai riconosciuto il<br />

ruolo delle donne nell’organizzazione<br />

mafiosa in veste non ufficiale<br />

ma sostanziale. Questo è forse<br />

per render meglio l’idea di mafiosi<br />

prettamente soli, inetti e inscatolati<br />

in logiche fuori dal tempo. Quella<br />

delineata nella prima parte del<br />

film è un’idea maschilista di donna<br />

come pericolosa tentatrice dell’uomo<br />

che emerge nelle varie figure<br />

di lavoratori che non si fanno problemi<br />

a nascondere la vera natura<br />

delle azioni perpetrate dall’associazione<br />

criminale dietro luoghi comuni<br />

quali “Secondo me è tutta una<br />

questione de fimmene”, “incuitò una<br />

femmina che non doveva incuitare”,<br />

“gli piacevano troppo le femmine:<br />

quelle degli altri”, “A Palermo, uccidono<br />

più le femmine che l’infarto”,<br />

anche di fronte ad Arturo accompagnato<br />

dalla madre. Questo crea, in<br />

breve, un immaginario nella testa<br />

di Arturo dove innamorarsi è pericoloso<br />

e le donne possono mettere<br />

in pericolo la vita. Ad ammonirlo<br />

sarà (non senza ironia dell’autore)<br />

frate Giacinto, che lo rassicurerà<br />

sul fatto che le femmine non costituiscono<br />

un motivo per cui si può<br />

essere uccisi. Per il resto della narrazione<br />

Flora emerge come una ragazza<br />

determinata mentre Arturo è<br />

sempre più innamorato di lei e cerca<br />

di fari notare o almeno ottenere<br />

la sua fiducia. È sempre Flora che<br />

determina la linea temporale della<br />

narrazione, fermandola con il trasferimento<br />

in Svizzera e riaprendola<br />

con il suo ritorno al fianco di<br />

Salvo Lima. Questo inseguimento si<br />

interrompe <strong>solo</strong> con la confessione<br />

di Arturo che provoca l’allontanamento<br />

dei due e prepara al finale<br />

ricongiungimento dove i personaggi<br />

si trovano finalmente sullo stesso<br />

piano. Altra figura femminile che<br />

il regista ha scelto di evidenziare<br />

può essere la figura della madre di<br />

Jean Pierre, che vuole raffigurare<br />

la presa di coscienza di una generazione<br />

più addietro del resto dei<br />

protagonisti, che però ha maturato<br />

anch’essa una nuova sensibilità nel<br />

momento in cui accadono gli omicidi<br />

di Falcone e Borsellino.<br />

Come già accennato, la storia delle<br />

donne all’interno dei fenomeni mafiosi<br />

è più complessa e meriterebbe<br />

un approfondimento proprio. In<br />

linea di massima si può comunque<br />

parlare di un generale coinvolgimento<br />

informale della figura femminile<br />

che appoggiava l’uomo mafioso,<br />

arrivando fino a consigliarlo.<br />

- 43<br />

In alcuni casi è avvenuto che, in<br />

seuito all’incarcerazione o alla<br />

morte di un Boss, la moglie potesse<br />

prendere le redini del Clan, grazie<br />

alle conoscenze acquisite. In altri<br />

casi le donne non erano coinvolte<br />

direttamente nelle attività criminali<br />

e nelle decisioni ma si occupavano<br />

degli affari casalinghi , talvolta<br />

maturando una devozione verso<br />

l’organizzazione e aderendo completamente<br />

agli ideali mafiosi.<br />

Celebri sono state in questo senso<br />

le mogli di alcuni pentiti mafiosi<br />

durante il Maxiprocesso che sono<br />

intervenute in sala di tribunale (venendo<br />

poi allontanate) inveendo<br />

contro i propri coniugi per il “tradimento”<br />

dei principi mafiosi.<br />

Altra casistica principale è sicuramente<br />

il fenomeno delle donne che<br />

hanno invece avuto il coraggio di<br />

denunciare i crimini commessi nel<br />

proprio paese, a danno proprio o<br />

della loro famiglia.<br />

Vengono ricordate in questa casistica<br />

Rosetta Prestinicola, Vita Rugnetta,<br />

Michela Buscemi, Antonia<br />

Setti Carraro, Rita Atria e molte altre<br />

donne.


44 - MODELLO CULTURALE<br />

REGIA E TECNICHE DI RIPRESA<br />

<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> è il film<br />

d’esordio di Pif, che si distingue<br />

come regista per aver saputo produrre<br />

un film equilibrato nelle sue<br />

parti e corretto nella composizione<br />

registica. Lo stile del film è infatti<br />

caratterizzato da diverse modalità<br />

di ripresa, ognuna associata a una<br />

diversa funzione.<br />

Lo schema sotto illustra le diverse<br />

tecniche di ripresa adottate nell’interezza<br />

del film.<br />

0:00:00 0:16:40<br />

0:16:40<br />

0:33:20<br />

0:33:20<br />

0:50:00<br />

0:50:00<br />

1:06:40<br />

1:06:40<br />

1:23:20<br />

Camera a mano<br />

Fiction<br />

1:23:20 1:29:14<br />

Filmati originali<br />

Ricostruzione<br />

storica<br />

Falso storico<br />

Titoli


Macchina da presa<br />

- 45<br />

Quella principale che caratterizza<br />

gran parte del girato del film, ha lo<br />

scopo di narrare la storia nel suo<br />

lato fittizio. Essa è realizzata secondo<br />

il regime tipico e canonico<br />

tramite inquadrature fisse, zoom, e<br />

l’utilizzo di carrelli per le riprese in<br />

movimento.<br />

Cinepresa a mano<br />

Pif introduce nel film spezzoni girati<br />

direttamente con la cinepresa<br />

a mano in puro stile giornalistico,<br />

suo elemento caratterizzante nato<br />

col programma televisivo Il Testimone<br />

di MTV. Il film sfrutta questo<br />

espediente narrativo per ricollegarsi<br />

alla figura di Arturo che da<br />

adulto pratica il giornalismo come<br />

mestiere e viene usato come metodo<br />

che apre e chiude il cerchio<br />

narrativo sia per modalità di ripresa<br />

che per soggetto (all’inizio della<br />

storia la telecamera inquadra e si<br />

stringe su Flora, e alla fine su Arturo,<br />

Flora e il loro bambino).<br />

Filmati originali<br />

Interessante è anche lo strumento<br />

con cui narra la realtà storica, ovvero<br />

immagini di repertorio. Pif<br />

si serve per cui di filmati originali<br />

quali interviste e reportage telegiornalistici<br />

per mostrare le conseguenze<br />

storiche e l’impatto che ha<br />

avuto Cosa Nostra sulla società, in<br />

maniera cruda e senza filtri, accentuando<br />

i valori di denuncia e documentaristici/educativi<br />

di cui il film<br />

si fa portatore.


46 - MODELLO CULTURALE<br />

COLORI E FOTOGRAFIA<br />

Per quanto riguarda la componente<br />

cromatica il film gioca<br />

sull’utilizzo di una palette coerente<br />

che viene mantenuta dall’inizio<br />

alla fine del lungometraggio.<br />

I colori che dominano all’interno<br />

delle composizioni sono il blu, l’azzurro,<br />

il beige e il grigio, accostati a<br />

toni scuri come ad esempio il nero<br />

in alternanza al marrone. Non per<br />

nulla il film intero sembra quasi<br />

essere coperto da un alone scuro<br />

che tende a incupire e raffreddare<br />

le scene, in particolare quelle girate<br />

in ambienti chiusi. Nelle scene<br />

in presenza di Flora si è notato un<br />

cambiamento del calore dei singoli<br />

colori; essi sono più accesi e pieni,<br />

coerentemente con i sentimenti di<br />

Arturo. Interessante è l’applicazione<br />

del colore applicato principalmente<br />

attraverso gli abiti indossati<br />

dai personaggi, che giocano spesso<br />

sulla triade beige-blu-marrone.<br />

Il colore che lega invece i due piccoli<br />

innamorati è il rosso, indossato<br />

alternatamente da Flora e Arturo,<br />

colore dell’amore e della passione.<br />

Questo colore li identifica all’interno<br />

della narrazione come i due innamorati.<br />

#13515d<br />

#a8aca3<br />

#000000<br />

#ae9449<br />

#701518


- 47


48 - MODELLO CULTURALE<br />

BRAND<br />

Lo sviluppo del Brand è stato curato<br />

dalla casa di produzione Wildside<br />

ed è stato strettamente legato<br />

all’estetica e alle tematiche del film.<br />

In particolare, è divenuta portavoce<br />

della pellicola la fotografia che<br />

immortala Arturo travestito da Andreotti<br />

con le dita incrociate e lo<br />

sguardo diretto all’obbiettivo.<br />

Il logotipo si rifà invece alla grafica<br />

dei titoli di giornale con le parole<br />

sono scritte in maiuscoletto. I colori<br />

bianco delle scritte e rosso degli<br />

elementi grafici, giocano in negativo<br />

con lo sfondo nero fotografico.<br />

In alcune versioni è presente anche<br />

in rosso la scritta “Un film di Pif”. I<br />

manifesti vogliono richiamare i titoli<br />

di prima dei giornali, come se<br />

il titolo del film divenisse l’ultima<br />

andreottiana dichiarazione negazionista<br />

del fenomeno mafioso.<br />

Il logotipo in versione digitale, nel<br />

film e nel trailer, è stato trasformato<br />

togliendo il filetto rosso fra “<strong>La</strong><br />

Mafia <strong>uccide</strong>” e “<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>” congiungendo<br />

alcune lettere fra di loro<br />

e unendo l’apostrofo con la riga superiore.<br />

È stato anche cambiato il<br />

colore adottando l’arancione.<br />

Il logotipo è stato mantenuto anche<br />

per le due stagioni della serie<br />

aggiungendo semplicemente la dicitura<br />

“la serie” e mantenendo la<br />

stessa impostazione grafica.<br />

Altra variazione nel colore è stata<br />

fatta nella locandina internazionale<br />

dove si è adattato il colore viola<br />

per lo sfondo e il titolo inglese è<br />

stato riordinato su tre righe senza<br />

ulteriori elementi grafici.<br />

In generale non sono stati distribuiti<br />

gadget per promuovere il film e<br />

non è stato realizzato merchandise.<br />

L’immagine del film è stata legata<br />

fortemente e a quella di Pif adottando<br />

un tono di voce spontaneo<br />

e pulito, cercando di mostrare anche<br />

nel trailer l’impronta stilistica<br />

de Il Testimone. Anche l’iniziativa<br />

#aiutapif è servita a raccogliere la<br />

partecipazione dei fan di Pif coinvolgendoli<br />

nella realizzazione di video<br />

amatoriale e ricalcando l’idea<br />

di “aiutare” l’autore a promuovere<br />

il suo film senza investire in un’ampia<br />

campagna commerciale.


- 49


50 - MODELLO CULTURALE<br />

ASPETTO IDEOLOGICO<br />

<strong>La</strong> tipologia cinematografica a<br />

cui il film si rifà è quella civile<br />

o politica. <strong>La</strong> pellicola rappresenta<br />

infatti la volontà di Pif di<br />

voler raccontare un contesto sociale<br />

e storico assieme alle sue falle e<br />

ai suoi punti deboli.<br />

Omertà e società<br />

L’ideologia alla base della società<br />

narrata dal regista è l’omertà. Elemento<br />

caratterizzante dei modi di<br />

vivere e comportarsi quotidianamente,<br />

essa è applicata alla figura<br />

del cittadino palermitano; se alla<br />

radio viene annunciato l’omicidio<br />

di un giornalista, il commento del<br />

macellaio è “Ma quale <strong>mafia</strong> e <strong>mafia</strong>.<br />

Secondo me è tutta una questione<br />

de fimmene.”, se la prima parola<br />

del figlio è “<strong>mafia</strong>”, la reazione<br />

della mamma è un’alzata di spalle,<br />

e se al telegiornale mostrano il maxiprocesso<br />

alla <strong>mafia</strong>, il risultato è<br />

uno scambio di sguardi increduli<br />

come se si sentisse parlare di <strong>mafia</strong><br />

per la prima volta. Forse quest’incredulità<br />

non è del tutto ingiustificata,<br />

perché Pif ritrae i mafiosi<br />

stessi come persone comuni. Senza<br />

evidenti segni di distinzione di ceto<br />

o classe sociale, essi si aggirano per<br />

la città all’interno di macchine comuni,<br />

guardano la televisione e i telegiornali<br />

come persone comuni e<br />

cantano le canzoni di Ivana Spagna<br />

mentre ne ritagliano gli articoli,<br />

proprio come fa Arturo con Andreotti.<br />

Non viene mostrato esplicitamente<br />

quali sono gli aspetti che<br />

rendono i mafiosi persone peggiori<br />

di un uomo qualsiasi, per questo<br />

non si fa caso della loro esistenza.<br />

L’educazione stessa tende a sminuire<br />

questo fenomeno, come quando<br />

Arturo legge ad alta voce l’articolo<br />

secondo cui a detta di Andreotti la<br />

<strong>mafia</strong> non esista in Sicilia, e la sua<br />

maestra applaude sorridendo.<br />

Manipolazione e censura<br />

Collegata a quest’aspetto è la questione<br />

della censura e della manipolazione<br />

delle notizie. Furono<br />

diverse le persone uccise a causa<br />

di articoli riguardanti investigazioni<br />

sulla <strong>mafia</strong> o simpatizzanti con<br />

le forze dell’ordine. Viene infatti<br />

introdotta la figura di Francesco,<br />

un giornalista che viene costretto<br />

a scrivere articoli sportivi per non<br />

esporsi in ambito mafioso. <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

nel corso di questi anni diventa<br />

un aspetto talmente tanto presente<br />

nella vita delle persone che una<br />

volta fatta l’abitudine diventa una<br />

presenza normale.


- 51<br />

Anti<strong>mafia</strong><br />

Nel film è presente un aspetto ideologico<br />

posto in opposizione all’omertà<br />

della società, che ha origine<br />

dalla voglia di reazione e dal<br />

sentimento di giustizia. I volti dei<br />

giudici e dei poliziotti incorrotti<br />

rappresentano gli eroi dell’anti<strong>mafia</strong>,<br />

ideale che è costato la vita ad<br />

ognuno di loro. Questo è il modello<br />

che nel contesto storico e fisico<br />

di riferimento non è stato preso<br />

sul serio dai palermitani che non<br />

riconobbero momentaneamente il<br />

valore e il lavoro di queste persone.<br />

Il fenomeno è stato anche soffocato<br />

dalle parole di Andreotti secondo<br />

cui l’emergenza <strong>mafia</strong> si trovava<br />

principalmente in Calabria e Campania.<br />

È <strong>solo</strong> con la morte di Falcone e<br />

Borsellino, divulgatori di questa<br />

manifestazione “fantasma”, che le<br />

persone si indignano e chiedono<br />

giustizia. Nel corso di questi anni<br />

quindi il fenomeno anti<strong>mafia</strong> viene<br />

sottovalutato da tutti, proprio<br />

come il suo opposto. Prendendo<br />

l’esempio di dalla Chiesa a cui non<br />

venne dato sostegno sufficiente da<br />

parte dello stato italiano, si legge<br />

dall’articolo di Arturo: ”Dalle parole<br />

del generale sembra che lui stia<br />

combattendo una vera e propria<br />

guerra alla <strong>mafia</strong>. Per combattere<br />

una guerra però ci vuole un esercito<br />

e invece intorno a lui non c’era nessuno,<br />

c’erano <strong>solo</strong> due poliziotti senza<br />

cappello. <strong>La</strong> prefettura era vuota.<br />

Allora forse ha ragione l’onorevole<br />

Andreotti; in Sicilia evidentemente<br />

non c’è nulla da fare.”<br />

Mafia<br />

L’ideologia alla base della narrazione<br />

è la <strong>mafia</strong>. Essa viene spiegata<br />

da Arturo nel ripercorrere la<br />

sua ricerca per distinguere il bene<br />

dal male. Come detto finora la <strong>mafia</strong><br />

in sé non viene rappresentata<br />

nella sua forma più cruenta ma<br />

smitizzata. Traspaiono però quali<br />

sono i principi alla base di questo<br />

sistema. Oltre a porsi in netta opposizione<br />

agli apparati giudiziari<br />

ufficiali, l’essenza della <strong>mafia</strong> è<br />

quella di adottare un codice di onore<br />

violento, ovvero se ostacolata la<br />

reazione è un omicidio o addirittura<br />

una strage. Nel film è evidente<br />

nell’ordine di azione-reazione da<br />

parte prima delle forze dell’ordine<br />

e poi della <strong>mafia</strong> stessa. Non a<br />

caso viene ritenuto come segno di<br />

debolezza il ricorso alla giustizia<br />

per vie ufficiali. Strettamente collegata<br />

a un’ideologia rurale che ha<br />

origine nel contesto contadino, essa<br />

rimane legata ad una struttura piramidale<br />

indifferente a sentimenti<br />

e idee moderne. Totò Riina attua la<br />

sua scalata per diventare il capo dei<br />

Corleonesi a partire dalla Strage di<br />

viale <strong>La</strong>zio, proprio come richiede<br />

la mobilità sociale che deve essere<br />

per forza di cose violenta col fine di<br />

mantenere una struttura gerarchica.<br />

<strong>La</strong> famiglia mafiosa si sviluppa<br />

in questo modo in maniere ascendente,<br />

tra affiliati che riconoscono<br />

un unico capo, in questo caso Totò<br />

Riina per la famiglia di Corleone, e<br />

che lottano contro le altre famiglie<br />

per l’egemonia del territorio.


52 - AUDIENCE<br />

ASPETTO GENERAZIONALE<br />

Come detto in precedenza,<br />

l’aspetto che viene messo in<br />

luce dal film è il come due<br />

generazioni diverse abbiano affrontato<br />

la tematica <strong>mafia</strong> nella<br />

vita di tutti i giorni. Nella trama<br />

viene infatti messa a confronto la<br />

generazione dei bambini con quella<br />

degli adulti, entrambe appartenenti<br />

al contesto temporale degli<br />

anni Ottanta. In particolare, il fenomeno<br />

mafioso viene interpretato<br />

come la difficoltà dei più piccoli di<br />

distinguere il bene dal male anche<br />

attraverso le lezioni di adulti omertosi.<br />

<strong>La</strong> generazione dei bambini<br />

incarnata dalla figura di Arturo, è<br />

caratterizzata da questa nota di curiosità<br />

per cui se nessuno ne parla<br />

allora bisogna chiedere. Arturo non<br />

si fa scrupoli a chiedere agli adulti,<br />

ad indagare per le vie di Palermo,<br />

o ad intervistare importanti persone<br />

politiche, ed è <strong>solo</strong> con la caduta<br />

del suo mito che Arturo smette di<br />

fare domande, arrivato alla¬¬ conclusione<br />

della sua ricerca tra bene<br />

e male. Da bambino curioso di scoprire<br />

la realtà dei fatti, si trasforma<br />

in adolescente rassegnato e disilluso,<br />

cosciente di quel mancato senso<br />

di giustizia all’interno della vita di<br />

tutti. Dall’altra parte gli adulti, rappresentati<br />

dai genitori di Arturo,<br />

non affrontano proprio la questione,<br />

minimizzandola del tutto fino<br />

ad ignorarla. Non si capisce bene se<br />

sia per un semplice clima di omertà<br />

per cui tutti sanno e nessuno parla,<br />

oppure è il desiderio stesso di non<br />

voler credere all’esistenza di Cosa<br />

Nostra. Quello che accomuna però<br />

queste due generazioni è che all’inizio<br />

degli anni Novanta, è la <strong>mafia</strong><br />

stessa a diventare l’espediente per<br />

cui avviene la loro trasformazione;<br />

a causa infatti del clima di oppressione<br />

causato dall’egemonia di<br />

Cosa Nostra sulla città di Palermo,<br />

dall’evoluzione di entrambe le generazioni,<br />

scaturisce il sentimento<br />

di giustizia e rivoluzione necessitato<br />

da tutti.<br />

Per cui sebbene sembri che inizialmente<br />

possano esserci dei limiti di<br />

ricezione in merito alla comprensione<br />

del fenomeno da entrambe le<br />

parti, la prima per disillusione e la<br />

seconda per apparente disinteresse,<br />

quello che viene urlato da tutti<br />

loro assieme è un sempre più convinto<br />

“Fuori la <strong>mafia</strong> dallo stato!”.<br />

L’aspetto dell’evoluzione della persona,<br />

che si vede attuata sui personaggi<br />

di Flora e Arturo da adulti,<br />

porta a concludere la narrazione<br />

con questa frase: “Quando sono diventato<br />

padre ho capito che i genitori<br />

hanno due compiti fondamentali:<br />

il primo è quello di difendere<br />

il proprio figlio dalla malvagità del<br />

mondo. Il secondo è quello di aiutarlo<br />

a riconoscerla.”. <strong>La</strong> notevole<br />

differenza che si coglie è appunto<br />

nei termini della relazione genitore-figlio,<br />

che se all’inizio degli anni<br />

Settanta è limitante e infeconda,<br />

vent’anni dopo è esattamente il<br />

contrario.


- 53<br />

TARGET<br />

Per questo motivo il target di riferimento<br />

è chiunque. Il film non<br />

si rivolge a un target specifico in<br />

quanto il voler divulgare questo<br />

fenomeno e la storia che ci sta dietro<br />

comporta che il fine ultimo sia<br />

quello di raggiungere il maggior<br />

numero di persone possibili. Un<br />

ipotetico target di riferimento potrebbe<br />

essere quello legato al contesto<br />

dell’infanzia, per cui quello<br />

di scuole e oratori che utilizzano il<br />

film, che si presta per linguaggio e<br />

trattamento del tema, come mezzo<br />

di sensibilizzazione e informazione<br />

ideale nei confronti dei più piccoli.<br />

Ciò non vuole escludere un’importante<br />

fetta di pubblico costituita dagli<br />

adulti, che invece possono riconoscere<br />

in quest’opera di denuncia<br />

la volontà del regista di esporre i<br />

propri ideali senza nascondersi.<br />

Sempre con lo scopo di voler denunciare<br />

e divulgare le vicende<br />

storiche, la messa in pratica della<br />

sceneggiatura comporta che il film<br />

si attenga a una certa forma di credibilità.<br />

A questo proposito, oltre<br />

all’ambientazione palermitana, la<br />

scelta intrapresa dal regista è stata<br />

quella di adottare un cast quasi del<br />

tutto siciliano (l’unica attrice non<br />

siciliana è Cristiana Capotondi, Flora).<br />

Questa scelta ha permesso di<br />

rappresentare al meglio il contesto<br />

e i personaggi interpretati per coinvolgere<br />

al meglio il pubblico.


54 - AUDIENCE<br />

ASPETTO COMUNICATIVO<br />

Partecipazione<br />

Essendo <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong><br />

un film civile, uno degli scopi<br />

principali al lancio del film fu quello<br />

di coinvolgere il maggior numero<br />

di persone. <strong>La</strong> strategia utilizzata è<br />

stata quella di adottare una comunicazione<br />

mass-mediale, in particolare<br />

sfruttando i social network e la<br />

comunicazione digitale tramite cui<br />

avviare iniziative per coinvolgere<br />

il pubblico. È stato analizzato il<br />

caso della pagina facebook perché<br />

è quella che ha riscontrato un maggior<br />

numero di seguaci e di attività.<br />

Facebook<br />

Come si può osservare dai grafici la<br />

pagina fino a gennaio 2014 è stata<br />

costantemente aggiornata per promuovere<br />

il film e per creare passaparola<br />

tra gli utenti, questo ha<br />

portato la pagina a crescere giorno<br />

per giorno. “Mi piace”, commenti e<br />

condivisioni sono tutte azioni che<br />

permettono di arrivare a più persone.<br />

Come si vede dal grafico, in<br />

concomitanza con l’uscita del film<br />

(27 Novembre 2013) c’è stata una<br />

notevole crescita per quanto riguarda<br />

queste attività.<br />

I grafici sotto illustrano il movimento<br />

delle attività sulla pagina facebook<br />

nel perioso compreso tra ottobre<br />

2013 e gennaio 2014. Il grafico sopra<br />

è in riferimento ai mi piace acquisiti<br />

nel tempo, e quello sotto ai numeri<br />

delle attività per giornata.<br />

Mi piace<br />

Commenti<br />

Condivisioni<br />

15 k<br />

10 k<br />

5 k<br />

0<br />

06<br />

OTT<br />

13 20 27 03<br />

NOV<br />

10 17 24 08<br />

DIC<br />

15 22 29 05<br />

GEN<br />

12<br />

1,4 k<br />

1,2 k<br />

1 k<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

06<br />

OTT<br />

13 20 27 03<br />

NOV<br />

10 17 24 08<br />

DIC<br />

15 22 29<br />

Fonte: Tesi di laurea “Il Social Network nella distribuzione cinematografica” di Valerio Roviglioni, LUISS Guido Carli, 2013


#AIUTAPIF<br />

Engagement<br />

Al fine di promuovere l’uscita del<br />

film nelle sale è stata lanciata la<br />

campagna #aiutapif per la quale<br />

veniva chiesto ai fan di realizzare<br />

un breve video di circa 30 secondi<br />

citando “<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>”<br />

e postandolo su qualsiasi social<br />

network includendo l’hashtag<br />

designato per poter rintracciare il<br />

contenuto. I video migliori sono poi<br />

stati selezionati e inseriti in una pagina<br />

apposita del sito ufficiale. Principalmente<br />

i contributi sono stati<br />

caricati sulla piattaforma YouTube<br />

dove si contano 112 video sotto l’hashtag,<br />

caricati dall’inizio dell’iniziativa<br />

fino a giugno dell’anno seguente.<br />

I contributi sono molto variegati<br />

spaziando da video in stop-motion<br />

come #AiutaPif - <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />

<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, dal 28 Novembre di<br />

Chiara Cocco (5.103 visualizzazioni)<br />

o #AiutaPIF <strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong><br />

d’<strong>estate</strong> di Renzo Petrungaro (3.325<br />

visualizzazioni), passando per un<br />

ridoppiaggio della sigla del cartone<br />

Peppa Pig #aiutaPIF // PEPPA PIF -<br />

Cristiano Pasca (Cristiano Pasca e<br />

I Ricoverati - 7.041 visualizzazioni)<br />

per arrivare a imitazioni dello stile<br />

giornalistico di Pif come #AiutaPif -<br />

<strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> (ilpecoranera<br />

- 2.192 visualizzazioni) girato<br />

a Vancouver o Frizzo Films Lo<br />

vedete questo? #aiutapif (Frizzo Films<br />

- 5.239 visualizzazioni) e infine<br />

video di fiction come il contributo<br />

realizzato da dei ragazzi del Liceo<br />

Saint Sigisbert di Nancy (Francia)<br />

recitato in italiano e caricato con<br />

il titolo #aiutapif - Una settimana<br />

dopo.<br />

Nel canale ufficiale “aiutaplf” sono<br />

invece stati caricati 7 video realizzati<br />

da Pif a scopo promozionale<br />

in cui il regista invita a prendere<br />

parte all’iniziativa con dei filmati<br />

che lo vedono protagonista come<br />

nel format de Il Testimone in alcuni<br />

luoghi famosi dove titolo del film<br />

viene scritto (grazie ad un montaggio)<br />

in luoghi o edifici iconici o<br />

assurdi come su un ghiacciaio della<br />

Groenlandia, sul Colosseo o sotto la<br />

finestra del Palazzo Apostolico in<br />

Piazza San Pietro.<br />

Questa attività ha permesso di coinvolgere<br />

il pubblico che è diventato<br />

generatore e allo stesso tempo condivisore<br />

di contenuti.<br />

- 55<br />

Tratto da Casi di marketing, Volume 11<br />

(Camilla Barbarossa, FrancoAngeli, 6<br />

mag 2015) analisi fatta dall’agenzia di<br />

analisi Radian6 sui contenuti pubblicati<br />

dal prifilo ufficiale di Pif durante il<br />

periodo compreso fra l’1 gennaio 2014<br />

e il 10 febbraio 2014<br />

Generici<br />

Partecipazione a Che Tempo<br />

Che Fa<br />

Premio Mario Francese<br />

Partecipazione a Sanremo<br />

Il Testimone<br />

<strong>La</strong> Mafia <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>


56 - AUDIENCE<br />

Supporto di Fiorello<br />

Altro video rilevante è quello caricato<br />

sul canale Rosario Fiorello<br />

(57603 iscritti) come uno speciale<br />

della rubrica Edicola Fiore che lo<br />

showman tiene in un bar romano e<br />

nel quale commenta le notizie della<br />

giornata in diretta avvalendosi di<br />

alcuni amici e ospiti. In questo caso<br />

è presente Pif che “subisce” un’intervista<br />

da parte di Fiorello dove e<br />

questi a capovolgere i ruoli impugnando<br />

la macchina da presa. Il video<br />

è inserito nel sito web ufficiale<br />

in rilievo e ha totalizzato il numero<br />

più alto di visualizzazioni (22.914)<br />

fra quelli riportanti l’hashtag.<br />

122<br />

1.409<br />

496<br />

42.828<br />

I grafico illustra<br />

il numero di seguaci<br />

presenti sui<br />

social nel periodo<br />

di maggio 2018.<br />

148<br />

0 10.000 20.000 30.000 40.000<br />

Copertura social<br />

(dati aggiornati al 31 maggio 2018)<br />

A supporto dell’iniziativa sono stati<br />

messi in piedi anche la pagina<br />

Google+ “aiutali” con 148 follower<br />

e 139 post, il profilo Facebook <strong>La</strong><br />

<strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> (@la<strong>mafia</strong><strong>uccide</strong><strong>solo</strong>d<strong>estate</strong><br />

- 42.820 Mi<br />

Piace) che è tutt’ora mantenuto<br />

attivo, spostandosi sulla promozione<br />

dei lavori successivi dell’autore,<br />

e infine il profilo Twitter <strong>La</strong> <strong>mafia</strong><br />

<strong>uccide</strong> (@_<strong>solo</strong>_d_<strong>estate</strong> - 248 Tweet,<br />

1410 follower, 128 mi piace) Che<br />

ha rilanciato i Tweet principali dei<br />

profili che hanno preso parte all’iniziativa<br />

ed è stato il canale più intensamente<br />

aggiornato per seguire<br />

l’uscita del film.<br />

Secondari sono la pagina Instagram<br />

con soli 4 post e 122 follower<br />

quando sulla piattaforma sono sta-<br />

ti pubblicati dagli utenti 4 video 47<br />

immagini con l’hashtag #aiutapif, e<br />

per ultimo il profilo Pinterest #aiutapif<br />

con 31 immagini postate e 29<br />

follower. Assente invece un profilo<br />

ufficiale su altri social quali ad<br />

esempio Vine, Viddy e Vimeo nel<br />

quale si trovano però 4 video che<br />

rispondono all’hashtag<br />

<strong>La</strong> campagna ha avuto un modesto<br />

successo collezionando quasi 200<br />

contributi e selezionando 61 video<br />

“vincenti” nella sezione dedicata<br />

del sito ufficiale.


- 57<br />

In alto alcuni dei post più un vista dalle pagine Facebook e<br />

Google+<br />

Sotto la Home Page del sito www.la<strong>mafia</strong><strong>uccide</strong><strong>solo</strong>d<strong>estate</strong>.<br />

com, a destra la pagina in cui sono stati esposti i video selezionati<br />

dall’iniziativa “#aiutapif” (maggio 2018).<br />

Il sito ufficiale<br />

Il sito ufficiale del film è la miglior<br />

piattaforma d’informazione per<br />

qualsiasi tipo di contenuto. Si possono<br />

trovare informazioni riguardo<br />

al film, personaggi, rassegna<br />

stampa, photo gallery e mostra un<br />

contatto diretto con tutte le piattaforme<br />

social su cui è presente. Questa<br />

è rimasta la piattaforma più attiva.<br />

In ogni sito infatti nonostante<br />

non sia aggiornato vi si trova un<br />

link che rimanda a questo sito,<br />

dove l’utente riesce facilmente a<br />

rintracciare qualsiasi informazione<br />

rispetto al film.


58 - AUDIENCE<br />

I titoli del film nei diversi paesi (colorati<br />

in rosso) dove è stato pubblicato,<br />

nelle relative lingue e, dove disponibile,<br />

con la data di rilascio.<br />

(Fonte: IMDb)


- 59<br />

DISTRIBUZIONE<br />

Il film viene distribuito in Italia il 28<br />

novembre 2013 incassando nell’arco<br />

della sua distribuzione 4.662.000<br />

euro. Il film viene venduto alle<br />

emittenti estere dalla Rai Trad e<br />

raggiunge 16 paesi differenti in tutto<br />

il mondo. Oltre al forte successo<br />

in patria ottiene un buon riscontro<br />

anche all’estero, in particolare in<br />

Australia, Stati Uniti e Regno Unito.<br />

Al 29 giugno si contano i 774.962 ingressi<br />

al cinema che confermano la<br />

riuscita del film.


60 - MODELLO ECONOMICO<br />

INCASSI<br />

“Un bel successo per l’industria cinematografica italiana per un film che,<br />

attraverso un linguaggio originale, mette d’accordo critica e pubblico<br />

coniugando comicità e commozione”<br />

(Mario Gianani e Lorenzo Mieli, produttori)<br />

Produzione e box office<br />

Il film nasce dall’incontro tra Pif e<br />

Mario Gianani della Wildside, casa<br />

di produzione italiana nata nel<br />

2009. Il produttore, su consiglio di<br />

Saverio Costanzo, altro proprietario<br />

della Wildside e famoso regista,<br />

nota Pif dopo aver visto una puntata<br />

de Il testimone e decide di contattarlo<br />

per proporgli la realizzazione<br />

di un film. Già nel programma Pif<br />

aveva dimostarto in diversi episodi<br />

di avere il carattere e le capacità di<br />

affrontare il tema della <strong>mafia</strong>. Egli<br />

propone l’idea di un lungometraggio<br />

basato sul periodo dell’ascesa al<br />

potere di Cosa nostra, progetto a cui<br />

stava lavorando da quattro anni.<br />

Alla produzione, della quale non<br />

sono reperibili i costi, hanno collaborato,<br />

inoltre, Rai Cinema con un<br />

contributo di 150.000€ del Ministero<br />

dei beni e delle attività culturali e<br />

del turismo, MTV e Technicolor SA.<br />

Le riprese sono durate 6 settimane<br />

a partire da lunedì 12 marzo 2012 e<br />

si sono svolte a Palermo e nei suoi<br />

dintorni. Per far fronte alle spese<br />

di produzione senza dover pagare<br />

il pizzo Pif si è rivolto al comitato<br />

Addiopizzo, perchè, come spiega il<br />

regista, “il cinema muove tanti soldi<br />

e se ci sono i soldi c’è anche la <strong>mafia</strong>.<br />

[...] Non posso pretendere il cambiamento<br />

se poi non faccio qualcosa.<br />

Non posso andare a fare le interviste<br />

all’imprenditore che denuncia e poi<br />

quando tocca a me pago come tutti<br />

gli altri. Molti produttori vengono<br />

da Roma e non gliene frega niente<br />

del pizzo. Preferiscono pagare così<br />

hanno meno problemi. Ho avuto la<br />

fortuna di avere una produzione che<br />

mi ha appoggiato in questo senso.<br />

[...] Io piuttosto non giravo. Non avevo<br />

scelte. È questione di dignità” (da<br />

Il Testimone - Stagione 5 - EP.16 - <strong>La</strong><br />

<strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong> <strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong> - Backstage).<br />

Uscito nelle sale italiane il 28 novembre<br />

2013, il film ha riscosso subito<br />

un grande successo arrivando<br />

a guadagnare 757.000€ nella prima<br />

settimana. Prima di metà dicembre<br />

gli incassi si avvicinano ai due<br />

milioni di euro, nei mesi successivi<br />

il successo non cala e al 24 agosto<br />

2014 si raggiungono i 4.662.000€.<br />

Anche oltre oceano ha un buon seguito,<br />

seppure più modesto se confrontato<br />

a quello Italiano ed Europeo.<br />

Il paese estero in cui il film ha<br />

ottenuto il maggior successo è l’Australia,<br />

dove ha incassato 25.326$<br />

durante la prima settimana, per arrivare<br />

ad un totale di 267,248$. Negli<br />

Stati Uniti arriva nelle sale più<br />

di un anno dopo, il 6 marzo 2015,<br />

ed entro maggio sfiora i 40.000$, un<br />

discreto successo considerando il<br />

fatto che l’obiettivo dei produttori<br />

non era certo un film blockbuster<br />

popolare in tutto il mondo.<br />

Gli incassi del film in Italia (in euro)<br />

e negli Stati Uniti (in dollari)<br />

Fonte: IMDb


Prezzi di distribuzione<br />

- 61<br />

Dopo il successo sul grande schermo<br />

il film arriva nelle case degli<br />

spettatori in diversi formati. Non<br />

essendo un prodotto commerciale<br />

si può notare che i prezzi sono piuttosto<br />

accessibili. Il film è disponibile<br />

nei formati tradizionali di DVD e<br />

Blu-ray, rispettivamente per 9,99€ e<br />

13,99€, e in aggiunta a questi è disponibile<br />

l’intera colonna sonora<br />

del film in un CD Audio per la cifra<br />

di 15€. Non manca ovviamente la<br />

possibilità di acquistare o noleggiare<br />

il film in versione digitale.<br />

Per l’acquisto il prezzo varia da un<br />

massimo di 9,99€ su Apple iTunes e<br />

PlayStation in Germania e un minimo<br />

di 5,99€ sulle medesime piattaforme<br />

in Italia, per quanto riguarda<br />

l’Europa. I prezzi per la versione<br />

in streaming invece oscillano tra i<br />

2,99€ e i 4,99€ tra le diverse piattaforme,<br />

escludendo quelle che prevedono<br />

un abbonamento mensile<br />

come nel caso di Netflix e Realyz.<br />

I prezzi del film relativi<br />

a ciascun supporto<br />

Distribuzione fisica<br />

9,99€ 13,99€ 15€<br />

DVD<br />

Blu-ray<br />

CD Audio<br />

Distribuzione digitale<br />

5,99€<br />

Apple iTunes<br />

(ITA)<br />

9,99€<br />

Apple iTunes<br />

(DEU)<br />

5,99€<br />

PlayStation<br />

(ITA)<br />

7,99$<br />

PlayStation<br />

(USA)<br />

9,99€<br />

PlayStation<br />

(DEU)<br />

6,99€<br />

Timvision<br />

(ITA)<br />

7,99€<br />

Microsoft Store<br />

(ITA)<br />

7,99€<br />

Chili<br />

(ITA)<br />

7,99€<br />

Rakuten TV<br />

(ITA)<br />

8,99$<br />

Vudu<br />

(USA)<br />

9,99$<br />

Google Play<br />

(USA)<br />

7,99€<br />

maxdome Store<br />

(DEU)<br />

Streaming<br />

ABBONAMENTO<br />

Netflix<br />

(Globale)<br />

2,99€<br />

Timvision<br />

(ITA)<br />

2,99€<br />

Microsoft Store<br />

(ITA)<br />

2,99€<br />

Playstation<br />

(ITA)<br />

4,99€<br />

Playstation<br />

(DEU)<br />

2,99$<br />

PlayStation<br />

(USA)<br />

2,99€<br />

Chili<br />

(ITA)<br />

2,99€<br />

Rakuten TV<br />

(ITA)<br />

3,99€<br />

Apple iTunes<br />

(ITA)<br />

4,99€<br />

Apple iTunes<br />

(DEU)<br />

2,99€<br />

maxdome Store<br />

(DEU)<br />

ABBONAMENTO ABBONAMENTO<br />

Realyz<br />

(DEU)<br />

Realyz<br />

(USA)<br />

2,99$<br />

Google Play<br />

(USA)<br />

2,99$<br />

Vudu<br />

(USA)<br />

Fonti: JustWatch, MYmovies


TRADUZIONE INTERMEDIALE - 63<br />

TRANSMEDIAZIONE<br />

Quadro sinottico con punti chiave<br />

PUNTI CHIAVE<br />

TEMA<br />

Cosa nostra<br />

Cosa nostra<br />

CONTESTO<br />

Sicilia anni ‘70 ‘80<br />

Sicilia odierna<br />

FILO CONDUTTORE<br />

Storia d’amore<br />

tra Arturo e Flora<br />

Gioco di squadra<br />

FAZIONI<br />

Giudici e mafiosi<br />

Giudici e mafiosi<br />

PERSONAGGI / MASCHERE<br />

Arturo, Flora ...<br />

Giudici e mafiosi<br />

LIGUAGGIO<br />

Ironico<br />

Ludico<br />

PUBBLICO<br />

Variegato<br />

Variegato<br />

SCOPO<br />

Sensibilizzazione<br />

Sensibilizzazione<br />

VALORE<br />

Giustizia<br />

Rivalità<br />

SUPPORTO<br />

Film<br />

Gioco in scatola<br />

Legenda:<br />

Invariato<br />

Variato


64 - TRADUZIONE INTERMEDIALE<br />

TRANSMEDIAZIONE<br />

In seguito all’analisi fatta in merito<br />

al testo mediale <strong>La</strong> <strong>mafia</strong> <strong>uccide</strong><br />

<strong>solo</strong> d’<strong>estate</strong>, è stata progettata una<br />

transmediazione che potesse portare<br />

con sé i valori di denuncia ed<br />

educativi che trapelano dal film.<br />

Rimanendo nel contesto mafioso,<br />

ma cambiandone il contenuto di<br />

partenza, è stata realizzata a partire<br />

dal film una versione del gioco<br />

in scatola Risiko! ambientata nella<br />

Sicilia odierna. <strong>La</strong> scelta è ricaduta<br />

su questo gioco perché è stata<br />

letta un’analogia tra le strategie di<br />

conquista territoriale appartenenti<br />

alle modalità di gioco di Risiko! e<br />

l’aspetto che contraddistingue l’ideologia<br />

mafiosa legato all’egemonia<br />

territoriale tipica dei mandamenti.<br />

L’aspetto in particolare che le accomuna<br />

è una conquista dei territori<br />

per mano violenta, nel primo caso<br />

tramite eserciti e guerre, nel secondo<br />

tramite omicidi e stragi. È stato<br />

così deciso di inserire il fenomeno<br />

Cosa Nostra in un ambiente coerente<br />

con il suo contesto di partenza<br />

applicato ad un mezzo che può arrivare<br />

a chiunque come quello del<br />

gioco da tavolo.


- 65<br />

Scopo morale<br />

Prima di addentrarci nelle regole<br />

e nelle modalità di gioco, è meglio<br />

evidenziare con che scopo è stato<br />

pensato il prodotto finito. Quello<br />

che era importante realizzare era<br />

un prodotto che mantenesse lo scopo<br />

primario di voler denunciare<br />

un particolare contesto. Se il film<br />

denuncia quella che è stata la stagione<br />

più sanguinosa di Palermo e<br />

di Cosa Nostra, questo gioco si pone<br />

nella condizione di segnalare quella<br />

che è la situazione odierna, non<br />

più <strong>solo</strong> di Palermo ma della Sicilia<br />

nella sua interezza, (scelta dovuta<br />

al fatto che Cosa Nostra non è un<br />

fenomeno proprio della città palermitana<br />

ma dell’intera Sicilia). Sono<br />

stati per questo motivo individuati<br />

quelli che sono i mandamenti e le<br />

famiglie per provincia presenti in<br />

Sicilia (aggiornati all’anno 2016). Il<br />

risultato è un gioco che ha lo scopo<br />

di istruire su quella che è la realtà<br />

odierna e di diffonderla in un<br />

contesto in cui di Cosa Nostra non<br />

si sente più parlare come una volta.<br />

In particolare, l’inserimento del<br />

nuovo espediente ludico costituito<br />

dalla lotta tra il bene e il male (giudici<br />

contro mafiosi) all’interno del<br />

format base del gioco, ha lo scopo<br />

di sensibilizzare i giocatori che attuano<br />

una guerra di conquista in<br />

territorio siciliano col fine di comprendere<br />

che la <strong>mafia</strong> è una vera e<br />

propria lotta tra fazioni, sia interne<br />

che esterne.


66 -<br />

Componenti del gioco<br />

-Regolamento<br />

-Tabellone<br />

-5 carte identità<br />

-37 carte territorio<br />

-2 carte jolly<br />

-6 gruppi di auto come pedine<br />

-3 dadi neri<br />

-3 dadi bianchi


- 67<br />

Il tabellone<br />

Il tavolo da gioco si restringe drasticamente<br />

andando a zoomare su<br />

una realtà poco conosciuta non<br />

<strong>solo</strong> a livello mondiale ma anche<br />

italiano, interpretando al posto dei<br />

singoli continenti le province sicule,<br />

e al posto delle singole nazioni i<br />

mandamenti per famiglie mafiose.<br />

Rispetto all’originale cade l’espansione<br />

tramite le rotte via mare.


68 - TRADUZIONE INTERMEDIALE<br />

Carte identità<br />

L’importante introduzione che viene<br />

fatta nel gioco del Risiko! versione<br />

Cosa Nostra è che non si tratta<br />

più di un gioco individuale ma di<br />

un gioco a squadre. Non ci sono più<br />

le carte obiettivi in quanto lo scopo<br />

vero e proprio del gioco è quello di<br />

sconfiggere la squadra avversaria.<br />

All’inizio della partita vengono infatti<br />

distribuite le carte identità che<br />

identificano ogni giocatore all’interno<br />

di una delle due squadre<br />

meno un giocatore che dopo aver<br />

tirato i dadi e aver fatto il numero<br />

minore diventa automaticamente<br />

giudice. L’unica identità che tutti<br />

conoscono è appunto la sua. Ciò<br />

permette ai giocatori di attuare<br />

una strategia di gioco che svelerà<br />

piano piano l’effettiva appartenenza<br />

ai due gruppi. Ad esempio,<br />

nel momento in cui un giocatore<br />

attacca continuamente il giudice si<br />

rivela automaticamente essere suo<br />

nemico, ma non è detto che questa<br />

non sia una strategia per confondere<br />

l’avversario.<br />

È consigliato usare lo stesso numero<br />

di giudici e mafiosi per non<br />

creare situazioni di vantaggio nei<br />

confronti della squadra opposta. In<br />

caso di numero di giocatori dispari<br />

è consigliato dare vantaggio in termini<br />

di numero ai giudici in quanto<br />

uno di loro è già conosciuto da tutti.


- 69<br />

Carte territorio<br />

Le 37 carte territorio rappresentano<br />

i 37 mandamenti in cui sono<br />

divise le nove province. Ogni carta<br />

presenta il nome del territorio e ne<br />

evidenzia la posizione all’interno<br />

della mappa della Sicilia. Su ogni<br />

carta è riportato anche un simbolo<br />

tra martello, bomba o giudice/mafioso<br />

che serve a differenziarle e a<br />

creare tris con altre carte per ricevere<br />

supplementi di auto durante il<br />

gioco.<br />

Esse vengono distribuite ai giocatori<br />

fino a esaurimento.<br />

I mandamenti<br />

TRAPANI:<br />

Trapani<br />

Mazzara del Vallo<br />

Castelvetrano<br />

Alcamo<br />

PALERMO:<br />

Camporeale<br />

Grande mandamento<br />

Caccamo<br />

Castelverde<br />

ENNA:<br />

Enna<br />

SIRACUSA:<br />

Lupi<br />

Nardo<br />

Aparo<br />

CALTANISSETTA:<br />

Mussomeli<br />

Vallelunga<br />

Riesi<br />

Gela<br />

RAGUSA:<br />

Stidda<br />

Mazzei<br />

Piscopoù<br />

Mormina<br />

CATANIA:<br />

Mazzei<br />

Cappello<br />

<strong>La</strong>udani<br />

Ercolano<br />

Ramacca<br />

Sciulto<br />

MESSINA:<br />

Castelverde<br />

Tortoriciani<br />

Mazzaroti<br />

Clan Catanesi<br />

Barcellonesi<br />

Influenza ‘ndrangheta<br />

AGRIGENTO:<br />

Sambuca<br />

Ribera<br />

Cianciana<br />

Agrigento<br />

Licata


70 - TRADUZIONE INTERMEDIALE<br />

Personaggi, pedine e dadi<br />

Non si parla più di armate ma di<br />

giudici e mafiosi. <strong>La</strong> lotta tra il bene<br />

e il male rappresenta la chiave di<br />

lettura di questa nuova versione<br />

del Risiko!. Questa scelta nasce<br />

dall’analisi del testo mediale di<br />

partenza secondo cui anche all’interno<br />

del contesto storico fosse difficile<br />

identificare chi si schierasse<br />

con chi. Al di là dei semplici pentiti,<br />

si parla di spie, di finti giornalisti e<br />

di ambigui politici accusati in tarda<br />

età. Questo aspetto viene ripreso<br />

dal gioco nel momento in cui i giocatori<br />

devono attuare delle strategie<br />

senza sapere chi siano i propri<br />

alleati, ma scoprendolo nell’andare<br />

avanti col gioco.<br />

Il funzionamento di dadi e pedine è<br />

lo stesso dell’originale, ma a livello<br />

estetico, per quanto riguarda le pedine,<br />

si abbandona l’ideologia del<br />

carro armato per adottarne una<br />

più coerente al contesto diventando<br />

una macchina.<br />

Riassumendo<br />

Per riassumere, queste sono le<br />

principali differrenze che caratterizzano<br />

la transmediazione rispetto<br />

al gioco originale:<br />

DIFFERENZE<br />

MODALITÀ DI GIOCO<br />

PEDINE<br />

LOTTA BENE/MALE<br />

SCOPO<br />

CARTE<br />

TABELLONE<br />

CONTESTO<br />

INDIVIDUALE<br />

CARRI ARMATI<br />

LOTTA TRA ARMATE<br />

COMPLETARE L’OBBIETTIVO<br />

DATO<br />

OBBIETTIVI E TERRITORI<br />

MONDO<br />

GUERRA<br />

SQUADRE<br />

MACCHINE<br />

LOTTA TRA GIUDICI E MAFIOSI<br />

SCONFIGGERE LA SQUADRA<br />

NEMICA<br />

IDENTITÀ E TERRITORI<br />

SICILIA<br />

MAFIA


- 71<br />

Libretto del regolamento<br />

È stato adattato al regolamento di<br />

Risiko! il nuovo format di gioco,<br />

con le nuove regole e modalità.<br />

All’interno sono presenti spiegazioni<br />

di come avviene il turno dei giocatori<br />

e le funzionalità dei singoli<br />

elementi.<br />

I contenuti sono:<br />

-Scopo del gioco<br />

-Componenti<br />

-Preparazione<br />

-Come si gioca:<br />

-Prima fase: disposizione delle auto<br />

-Seconda fase: combattimenti<br />

-Terza fase: gli spostamenti<br />

Rispetto al gioco originale, Risiko!<br />

Cosa Nostra non propone il torneo<br />

all’interno delle modalità di gioco<br />

in quanto è un gioco tra due squadre<br />

e non tra singoli giocatori.


72 -<br />

SITOGRAFIA<br />

it.wikipedia.org/wiki/<strong>La</strong>_<strong>mafia</strong>_<strong>uccide</strong>_<strong>solo</strong>_d%27<strong>estate</strong><br />

it.wikipedia.org/wiki/Pif_(conduttore_televisivo)<br />

agiscuola.it/component/k2/item/359-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d%E2%80%99<strong>estate</strong>.html<br />

www.neodemos.info/articoli/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />

www.sorrisi.com/tv/pif-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>-intervista/<br />

www.mymovies.it/cinemanews/2018/149365/<br />

trinacrianews.eu/intervista-pif-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />

www.wiki<strong>mafia</strong>.it/wiki/index.php?title=Cosa_Nostra https://www.mymovies.it/film/2013/<strong>solo</strong>d<strong>estate</strong>/<br />

www.cineforum.it/recensione/Il_discorso_morale_di_un_testimone_ironico<br />

it.blastingnews.com/cultura-spettacoli/2013/12/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-conquista-gli-spettatori-incasso-primo-week-end-a-750-mila-euro-0047035.html<br />

www.optimaitalia.com/blog/2013/12/06/incasso-record-per-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>130-000e-un-mercoledi-da-leoni/122603<br />

faiblogantiracket.wordpress.com/2015/10/17/cannocchiale-la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d<strong>estate</strong>/<br />

www.palermotoday.it/cronaca/pif-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-<strong>estate</strong>-presentazione.html<br />

www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2013/11/19/news/ridere_della_<strong>mafia</strong>_con_pif_si_pu-71369761<br />

www.comingsoon.it/cinema/news/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-parlano-pif-e-cristiana-capotondi/n28197/<br />

www.comingsoon.it/film/la-<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>/49596/video/?-<br />

vid=12333<br />

www.imdb.com/title/tt3374966/<br />

www.the-numbers.com/movie/<strong>mafia</strong>-<strong>uccide</strong>-<strong>solo</strong>-d-<strong>estate</strong>-<strong>La</strong>/Italy#


PROGETTO DI<br />

Lorenzo Ambrosini<br />

Margherita Dallaiti<br />

Giulia Lissoni<br />

Luca Longa<br />

Davide Macchi<br />

Giorgia Piacentini<br />

DOCENTE<br />

Matteo Ciastellardi<br />

TUTOR<br />

Matteo Andreozzi<br />

Corso di laurea<br />

in Design della Comunicazione

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