Magazine Avventista 21 - Ottobre - Novembre - Dicembre 2019
4 TESTIMONIANZA - Dalla schiavitù della droga alla libertà in Gesù 8 FOCUS - Richard Lehmann : Da zero a Presidente d’Unione 14 CREDENZE - La rivoluzione francese e la nascita dell’avventiamo 18 DONNE - 200° “Condivisione al femminile” a Neuchâtel 21 OMAGGIO - François Perrin 25 NOTIZIE SVIZZERA Giornale trimestrale della Federazione avventista della Svizzera Romanda e del Ticino (FSRT)
4 TESTIMONIANZA - Dalla schiavitù della droga alla libertà in Gesù
8 FOCUS - Richard Lehmann : Da zero a Presidente d’Unione
14 CREDENZE - La rivoluzione francese e la nascita dell’avventiamo
18 DONNE - 200° “Condivisione al femminile” a Neuchâtel
21 OMAGGIO - François Perrin
25 NOTIZIE SVIZZERA
Giornale trimestrale della Federazione avventista della Svizzera Romanda
e del Ticino (FSRT)
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La fede<br />
di Stassi<br />
OTTOBRE / NOVEMBRE / DICEMBREE <strong>2019</strong> N°ISSN 2571-6859<br />
CREDENZE<br />
La rivoluzione<br />
francese e la nascita<br />
dell’avventismo<br />
TESTIMONIANZA<br />
Carmelo : Dalla schiavitù<br />
della droga alla libertà in<br />
Gesù<br />
<strong>21</strong>
RICETTA<br />
Giornale trimestrale<br />
della Federazione<br />
avventista della Svizzera<br />
Romanda<br />
e del Ticino (FSRT)<br />
DIO HA UN PIANO…<br />
EDITO<br />
SOMMARIO<br />
MELE<br />
IN STILE BISCOTTO<br />
Ingredienti<br />
2-3 mele<br />
Sciroppo d’acero<br />
Nocciole<br />
1. Lavate, pelate e tagliate le mele a fette.<br />
2. Con degli stampini per biscotti, tagliate le mele e<br />
sistematele su una teglia da forno.<br />
3. Preriscaldate il forno a 150°C.<br />
4. Versate dello sciroppo d’acero.<br />
5. Rompete grossolanamente le nocciole con l’aiuto<br />
di un bicchiere; mettete le nocciole in un sacchetto di<br />
plastica e frantumatele ancora con il dorso del bicchiere.<br />
6. Distribuite le nocciole sugli stampini delle mele.<br />
7. Fate cuocere in forno per 45 minuti.<br />
.<br />
Una ricetta di Jessica Merckx<br />
http://pinkcappuccino.ch<br />
N°<strong>21</strong><br />
<strong>Ottobre</strong> - <strong>Novembre</strong> -<br />
<strong>Dicembre</strong> <strong>2019</strong><br />
Rivista gratuita - Stampato in<br />
Germania - N° ISSN 2624-6686<br />
Caporedattore: Rickson Nobre<br />
Editore: Dipartimento delle<br />
Comunicazioni FSRT<br />
Redazione a cura di: Rickson<br />
Nobre, Eunice Goi, Yolande<br />
Grezet, Pierrick Avelin, Cédrick<br />
Fernandez Impaginazione e<br />
grafica: Cédrick Fernandez et<br />
Eunice Goi Redattori: RRickson<br />
Nobre, Richard Lehmann, Flavio<br />
Pereira Da Silva Filho, Tiziana<br />
Càla, Eunice Goi, Suzanne Von<br />
Büren, Conni Henck Traduttore:<br />
Tiziana Calà Correzione a cura<br />
di: Geneviève Montégut, Simone<br />
Charrière, Odette Cordas<br />
Photo credit<br />
Copertina, p5, p6 : Deborah<br />
Bough p2 : Jessica Merckx p8 :<br />
Frédéric Leduc p9 : Pxhere p10 a<br />
12 : Richard Lehmann p14, p15 :<br />
Adobe Stock p18 a 20 : Suzanne<br />
von Büren p<strong>21</strong> : Myldred Delker<br />
p22 : Eunice Goi p24, p25 : Carlos<br />
Alvarenga p26, p27 : Claudia Dala<br />
da Silva p28 : Campus di Salève<br />
p30 : Carla Silva p31 : Clinica La<br />
Lignière<br />
La responsabilità degli articoli<br />
firmati pubblicati su Adventiste<br />
<strong>Magazine</strong> è dei singoli autori.<br />
© FSRT - Tutti i diritti sono riservati in<br />
tutti i paesi.<br />
RICKSON<br />
NOBRE<br />
Pastore e<br />
Caporedattore<br />
La storia di Carmelo mi ha colpito. Un<br />
percorso caotico tra droga, prigione e<br />
incertezze che alla fine cambierà, passando<br />
dalle braccia di una donna prima di arrivare<br />
tra le braccia di Gesù. Questo dimostra che<br />
Dio ha un piano, proprio come troviamo<br />
scritto nel libro di Geremia: “Infatti io so i<br />
pensieri che medito per voi, dice il Signore:<br />
pensieri di pace e non di male, per darvi un<br />
avvenire e una speranza”.<br />
I piani di Dio hanno cambiato anche la vita di un giovane<br />
cresciuto in Alsazia, un certo Richard, che da apprendista<br />
frigorista è diventato pastore e Presidente dell’Unione in<br />
Francia. Tutto questo grazie alla madre che aveva ascoltato<br />
uno stralcio di un programma radiofonico “Voce della<br />
speranza”. Ma decidere di seguire i piani di Dio non significa<br />
necessariamente che non saranno irti di insidie. Non è stato<br />
facile quando questo famoso Richard, alla Facoltà <strong>Avventista</strong><br />
di Teologia, ha ottenuto il voto di 0,5 nel suo primo esame di<br />
francese. Ha dovuto resistere ed è proprio quello che ha fatto,<br />
per restare fermo nel piano che il Signore aveva per lui.<br />
Allo stesso modo, le donne di Neuchâtel hanno resistito,<br />
festeggiando di recente il loro 200° incontro di “Condivisione<br />
al femminile”. Quando questo loro progetto è iniziato, erano<br />
ben lungi dall’immaginare che questi incontri facessero parte<br />
del piano di Dio, uno strumento per cambiare la vita di molte di<br />
loro, fino a portare alcune delle partecipanti al battesimo.<br />
Ringraziamo il Signore per questi progetti e per i Suoi piani<br />
di felicità che ci cambiano la vita. Speriamo che le storie e le<br />
testimonianze di questo numero di <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong> vi<br />
ispirino e vi incoraggino a scegliere di vivere il piano di Dio per<br />
la vostra vita.<br />
4TESTIMONIANZA<br />
Dalla schiavitù della<br />
droga alla libertà in<br />
Gesù<br />
8FOCUS<br />
Richard Lehmann :<br />
Da zero a Presidente<br />
d’Unione<br />
14<br />
CREDENZE<br />
La rivoluzione francese<br />
e la nascita dell’avventismo<br />
18<br />
DONNE<br />
200° “Condivisione<br />
al femminile” a<br />
Neuchâtel<br />
<strong>21</strong><br />
OMAGGIO<br />
François Perrin<br />
25<br />
NOTIZIE<br />
SVIZZERA<br />
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2 3
TESTIMONIANZA<br />
CARMELO<br />
Dalla schiavitù della droga<br />
alla libertà in Gesù<br />
Sigarette, hashish, cocaina... un ciclo infernale che ha<br />
portato Carmelo in prigione ma anche ai piedi di Gesù.<br />
Perché con Dio, non si può mai andare troppo lontano. La<br />
sua grazia può raggiungerci ovunque.<br />
Mi chiamo Carmelo Spinelli. Sono nato<br />
nel 1972 a Varese, da una famiglia cattolica<br />
molto legata alle tradizioni. A 15 anni<br />
ho iniziato a lavorare come cameriere<br />
presso un ristorante, dove sono<br />
anche entrato in contatto<br />
con i vizi del mondo: ho<br />
cominciato a fumare,<br />
prima solo sigarette<br />
poi anche hashish,<br />
a bere e a fare uso<br />
di cocaina e LSD.<br />
Queste sostanze<br />
mi tenevano intrappolato<br />
soprattutto<br />
durante le vacanze,<br />
quando prosciugavo<br />
tutte le mie entrate economiche.<br />
A 19 anni ho conosciuto Margareth, una<br />
ragazza della Repubblica Dominicana che<br />
mi cambierà la vita; questa ragazza inizia<br />
a parlarmi di Gesù, un argomento che la<br />
metteva sempre di buon umore: è lei a<br />
farmi scoprire i consigli alimentari presenti<br />
nella Bibbia. Non sono riuscito subito<br />
a seguirli e a farli miei ma di<br />
sicuro ne ero rimasto estremamente<br />
colpito, con<br />
la convinzione che la<br />
Bibbia costituisce la<br />
parola di Dio e che<br />
quindi se erano<br />
scritti lì, un valido<br />
motivo doveva di<br />
sicuro esserci. Ma<br />
Margareth era sposata<br />
e così mi trovo a<br />
dover mettere da parte<br />
il mio interesse per lei.<br />
Gli anni passano, cambio<br />
lavoro perdendo di conseguenza<br />
i contatti con la giovane dominicana.<br />
Ci ritroviamo solo qualche anno dopo: il<br />
matrimonio di Margareth nel frattempo<br />
4 5
era finito, cosa che mi ha permesso di entrare<br />
sotto nuova veste nella sua vita e di andare a<br />
convivere con lei e suo figlio.<br />
Ma nonostante tutto, la mia vita proseguiva<br />
senza subire grandi cambiamenti: continuavo<br />
a fumare, a bere e a mangiare in maniera<br />
smodata. Dopo qualche anno sono riuscito ad<br />
aprire un piccolo ristorantino a Varese: le cose<br />
però non andavano bene, né a casa né a lavoro;<br />
e così mi ritrasferisco a casa mia e mi trovo<br />
costretto a chiudere il locale, a causa del poco<br />
lavoro e dei costi eccessivi. È in quel momento<br />
che ho iniziato a sentire il bisogno di Dio, un<br />
bisogno così forte da spingermi a chiedergli<br />
aiuto per uscire da quel vortice.<br />
I mesi passano e vengo arrestato,<br />
indagato per spaccio<br />
di stupefacenti. Nonostante<br />
le accuse fossero<br />
infondate, il tempo<br />
scorre lento, senza<br />
nessun cambiamento<br />
o rilascio.<br />
L’unico oggetto<br />
che avevo scelto di<br />
portare con me in<br />
prigione era la Bibbia<br />
che mi avevano<br />
regalato in occasione<br />
del battesimo cattolico<br />
da neonato e che non avevo<br />
mai aperto: ma le cose cambiano<br />
in carcere, quando mi ritrovo<br />
ad aprire la Parola del Signore e a scoprire che<br />
i comandamenti contenuti erano diversi da<br />
quelli che conoscevo; sono anche entrato in<br />
contatto con gli insegnamenti e i consigli che<br />
la Bibbia forniva, istruzioni che hanno l’unico<br />
scopo di permettere all’essere umano di vivere<br />
una vita piena e abbondante. Che scoperte!<br />
Una volta terminata l’indagine, quasi un anno<br />
dopo, esco finalmente dal carcere e ritorno<br />
alla vita di sempre, riprendendo a lavorare e<br />
tornando a vivere con Margareth. Circa 5 mesi<br />
dopo Margareth mi invita ad andare con lei<br />
nella chiesa avventista di Varese. È a partire da<br />
quel sabato che nasce in me una voglia e una<br />
fame di sapere la verità e di conoscere meglio<br />
Gesù; cominciamo così un percorso di studio<br />
della Parola, durante il quale ci rendiamo<br />
conto di essere in adulterio agli occhi di Dio.<br />
Decidiamo quindi di lasciarci e di affidarci a lui,<br />
rimettendo al Signore i nostri cuori e le nostre<br />
menti.<br />
Grazie all’aiuto del Signore, sono riuscito a<br />
smettere di fumare e di bere, sconvolgendo<br />
radicalmente perfino il mio regime alimentare<br />
e diventando vegano. Dopo aver conosciuto il<br />
pastore avventista Matthias Maag, ho ricominciato<br />
un percorso di studi biblici: grazie a lui,<br />
alla Parola del Signore e ai testi dello<br />
Spirito di Profezia, sono arrivato<br />
alla convinzione che la<br />
chiesa avventista rappresenti<br />
la chiesa di Dio.<br />
Ho quindi preso la<br />
decisione di essere<br />
battezzato, insieme<br />
ad altre tre persone,<br />
nella giornata<br />
del 22 giugno<br />
<strong>2019</strong>: questa data<br />
rappresenta per me<br />
una nuova nascita,<br />
anche se mi ero sentito<br />
parte della chiesa fin dal<br />
momento in cui avevo scelto<br />
e accettato con tutto il cuore<br />
Gesù come mio personale salvatore.<br />
Il mio augurio è che anche la persona che mi<br />
ha portato a conoscere Gesù scelga di affidargli<br />
completamente la vita, facendosi battezzare.<br />
Che il Signore possa sempre utilizzarmi<br />
come strumento nelle sue mani e che questa<br />
mia testimonianza possa toccare e trasformare<br />
le vite altrui.<br />
AM<br />
6<br />
7
FOCUS<br />
Richard Lehmann<br />
DA ZERO A PRESIDENTE D’UNIONE:<br />
QUANDO DIO È ALL’OPERA<br />
Ci sono persone che ammiriamo, che ci ispirano e di cui invidiamo la forza, il coraggio,<br />
la spiritualità e la vita. Ma conosciamo quello che hanno passato e sopportato<br />
per arrivare ad avere quelle caratteristiche o ricoprire determinate posizioni? Saremmo<br />
pronti a metterci nei loro panni, rivivendo il loro percorso? Richard Lehmann<br />
è conosciuto nel mondo avventista per la sua formazione professionale, la sua saggezza<br />
e i suoi libri. Come altri grandi uomini moderni e della Bibbia, anche lui ha<br />
sperimentato il “deserto” e le relative difficoltà. È questo aspetto personale e più<br />
intimo che scoprirete qui.<br />
LA CHIAMATA DI DIO<br />
Sono nato nei Vosgi all’inizio dell’ultima guerra,<br />
dopo lo spostamento degli abitanti di Strasburgo<br />
a causa dell’avanzata tedesca. Più tardi,<br />
i miei genitori sono tornati in Alsazia, dove<br />
sono cresciuto. La mia famiglia era più o meno<br />
religiosa. A me piaceva la chiesa cattolica, dove<br />
sono anche stato battezzato e dove ho fatto la<br />
mia prima comunione; avevo anche l’abitudine<br />
di frequentare il convento dei Cappuccini vicino<br />
casa nostra.<br />
Dopo qualche tempo, mia madre si ammalò<br />
e iniziò a cercare nelle altre religioni delle risposte<br />
alle sue domande esistenziali, motivi che<br />
spiegassero perché non riusciva a guarire. Un<br />
giorno, si inginocchiò in salotto e chiese a Dio<br />
di aiutarla. Dopo essersi alzata, tornò a fare le<br />
pulizie e accese la radio; capitò per caso alla<br />
fine di un’emissione, giusto il tempo di sentire<br />
il presentatore dire “E questa era la Voce della<br />
Speranza, BP 303, Parigi 13ème”. Questa frase<br />
attirò la sua attenzione, così tanto da spingerla<br />
a segnarsi l’indirizzo. Ed è così che è nato tutto,<br />
con un’assistente pastorale che veniva per darle<br />
studi biblici, percorso che l’ha vista diventare<br />
avventista.<br />
Io non ero d’accordo con questo suo cambiamento.<br />
Ero cattolico, seguivo il catechismo e<br />
il suo rispettare il sabato mi infastidiva molto.<br />
Convinta della sua nuova fede, aprì la Bibbia<br />
davanti a me a Esodo 20, chiedendomi di<br />
confrontare questo testo con quello che mi veniva<br />
insegnato a catechismo, che continuavo a<br />
difendere a spada tratta. È stato uno shock per<br />
me, un colpo anche per la mia autostima. Avevo<br />
12 anni quando è successo e la mia reazione è<br />
stata…quella di diventare agnostico! Non volevo<br />
dirle che aveva ragione perché avrebbe significato<br />
ammettere che io avevo torto ma sapevo<br />
anche che dire che erano i cattolici ad aver<br />
ragione, significava dare più valore al mio catechismo<br />
rispetto che alla Bibbia.<br />
Nonostante fossi riluttante, mia madre mi<br />
mandò in un campeggio estivo della Chiesa<br />
<strong>Avventista</strong>, dove ho stretto tantissime<br />
amicizie. Una volta finita<br />
questa esperienza, per ritrovare<br />
i miei amici, ho iniziato<br />
a frequentare il gruppo<br />
giovani della chiesa.<br />
Sono nati così dei legami<br />
forti e man mano abbiamo<br />
iniziato e continuato<br />
a crescere insieme.<br />
All’epoca frequentavo la<br />
scuola pubblica di Koenigshoffen,<br />
nella periferia<br />
di Strasburgo; mia madre mi<br />
propose però di andare in una<br />
scuola avventista, che era proprio a<br />
Strasburgo. Ho finito per accettare la sua proposta,<br />
e il numero dei miei amici avventisti è<br />
cresciuto ancora di più. Ho iniziato a osservare<br />
il sabato. Dopo aver conseguito il “Certificato di<br />
Studi Primari” (un diploma che in passato caratterizzava<br />
la fine degli studi primari in Francia), ho<br />
scelto di andare in un centro di apprendimento<br />
ebraico, in modo da avere il sabato libero; lì ho<br />
preparato il mio “Certificato di Apprendimento<br />
Professionale” per diventare elettricista.<br />
Al termine degli studi, ho superato un concorso<br />
per iniziare una formazione come frigorista a<br />
Parigi. È stato allora che ho deciso di farmi battezzare;<br />
mi sembrava tutto una grande avventura:<br />
vivere da solo a 17 anni, in una grande<br />
metropoli a me sconosciuta. Sentivo di aver<br />
bisogno dell’aiuto del Signore ed è per questo<br />
motivo che ho deciso di stringere questo patto.<br />
Quando sono arrivato a Parigi, da grande divoratore<br />
di libri quale sono, ho letto molto; sono<br />
rimasto colpito in particolare dalle biografie<br />
di Livingstone e di William Carrey. Questi due<br />
missionari mi hanno fatto venire voglia di partire<br />
in missione in Africa. Ma sapevo che per<br />
farlo, avrei dovuto seguire tutta una formazione<br />
specifica. Ho terminato gli studi come frigorista<br />
a 18 anni e sono tornato a Strasburgo, con<br />
l’obiettivo di trovare lavoro per aiutare i miei genitori.<br />
Ho anche dovuto fare i miei due anni di<br />
leva, che all’epoca erano obbligatori. Ho quindi<br />
rimandato la mia vocazione missionaria, sperando<br />
di poter partire in un secondo momento.<br />
IL SENTIERO TORTUOSO DELLO<br />
STUDIO<br />
Un giorno, Michel Grisier, pastore a<br />
Strasburgo, mi ha chiamato, perché<br />
aveva bisogno di un elettricista<br />
per eseguire dei lavori per<br />
la chiesa. In quell’occasione,<br />
abbiamo parlato del mio futuro,<br />
del mio desiderio di servire<br />
Dio come missionario e dell’ostacolo<br />
che mi tratteneva: i soldi.<br />
Fu allora che mi spiegò che lui<br />
aveva lavorato come colportore<br />
in Bretagna e che la vendita dei libri<br />
gli aveva permesso di pagare la retta<br />
di Collonges; mi suggerì quindi di fare lo<br />
stesso. La settimana seguente, durante una<br />
riunione, chiese al Presidente, il fratello Charles<br />
Winandy, di autorizzarmi ad andare a fare il<br />
colportore in Alsazia, per raccogliere fondi per<br />
la mia retta di Collonges. Era a favore, ma c’era<br />
un problema: non avevo nessuna formazione<br />
per vendere libri. Avevo già fatto del porta a<br />
porta, per vendere il giornale “Jeunesse”, ma<br />
fare il colportore era tutta un’altra storia. Pronto<br />
per l’avventura, dopo qualche giorno ho iniziato;<br />
ho lasciato il negozio di elettrodomestici<br />
dove lavoravo e l’ho fatto senza grandi difficoltà,<br />
visto che non lavoravo davvero come frigorista<br />
e che tutto quello che avevo scoperto lì, ovvero<br />
delle maniere di prendersi gioco del cliente,<br />
non mi piaceva per niente. Così ho colto questa<br />
8<br />
9
occasione, limitandomi però alla vendita delle<br />
riviste. Devo anche dire che quando comunicai<br />
a mia madre la decisione presa, nonostante i<br />
rimpianti per non riuscire a essere per loro un<br />
aiuto nell’economia familiare, lei mi disse: “Sai,<br />
era da tanto che pregavo per questo!”<br />
La casa editrice “Vie et Santé” mi inviò le riviste<br />
“Signes des Temps”, e “Vie et Santé”, naturalmente<br />
obsolete! Mi ero prefissato l’obiettivo di<br />
vendere 70 confezioni da 3, ovvero <strong>21</strong>0 riviste al<br />
giorno. Per fare questo, ogni mattina prendevo<br />
l’autobus o il treno per raggiungere i paesini circostanti.<br />
Andavo di porta in porta con un’unica<br />
frase pronta: “Salve signora, sono uno studente<br />
e vendo queste riveste per pagarmi gli studi. Tre<br />
riviste per 1 franco”. Tutto qui, non sapevo cos’altro<br />
dire. Ma, incredibilmente, funzionava! Quasi<br />
ogni settimana, ricevevo dei pacchi dalla casa<br />
editrice. Avevo come obiettivo quello di riuscire<br />
a mettere da parte almeno un terzo<br />
delle tasse scolastiche; una parte<br />
infatti sarebbe stata coperta<br />
dalla casa editrice stessa e<br />
l’ultima parte dell’Unione,<br />
se non mi sbaglio.<br />
E così sono finalmente<br />
arrivato a Collonges. Mi<br />
sono iscritto a quello che<br />
allora si chiamava corso<br />
d’evangelizzazione. Ma<br />
non avendo un diploma di<br />
maturità, ho scoperto non<br />
avere il livello richiesto per<br />
entrare nella facoltà di teologia,<br />
cosa che mi rendeva necessario frequentare<br />
un anno di scuola, un altro. Mi sono<br />
iscritto quindi a un nuovo anno, insieme a René<br />
Augsburger, il mio compagno di stanza, che<br />
aveva studiato in Austria.<br />
Il mio primo saggio in francese dovrebbe essere<br />
conservato negli annali! Il docente iniziò a<br />
distribuire i compiti ai vari studenti, a partire dai<br />
voti più alti. Alcuni avevano preso 10, altri 8, 6…<br />
e io non avevo ancora ricevuto il mio! Poi l’insegnante<br />
fece il mio nome, chiedendomi da dove<br />
venissi. Spiegai che venivo da Strasburgo, dove<br />
avevo studiato in un centro di formazione. Con<br />
un tono che non dimenticherò mai, disse pubblicamente<br />
che mi aveva dato il voto di 0,5 solo<br />
per l’inchiostro usato, perché per il resto, il mio<br />
francese era terribile. Fu uno shock per me, ero<br />
devastato. A pranzo rientrai nella mia stanza e<br />
pregai il Signore, dicendogli che se voleva davvero<br />
che diventassi missionario, avrebbe dovuto<br />
fare un grande miracolo in me… esattamente<br />
quello che poi è successo!<br />
Dopo un anno, e con l’inizio del colportaggio estivo,<br />
in Bretagna (questa volta vendendo libri),<br />
sono finalmente entrato al corso di evangelizzazione!<br />
Ma un nuovo colpo di scena mi aspettava.<br />
Il Pastore Fridlin, Presidente della Divisione,<br />
informò infatti gli studenti che d’ora in poi, per<br />
andare in Africa, era necessario avere almeno<br />
un diploma di laurea. Queste informazioni vennero<br />
confermate dal mio consigliere, Raoul Dederen;<br />
sono quindi dovuto ritornare sui banchi<br />
di scuola. Il mio percorso si stava rivelando ricco<br />
di ostacoli e la fine era ben lontana. A giugno<br />
presi il mio primo diploma, andando alla<br />
sessione di ripescaggio di settembre. Pur non<br />
avendo i punti necessari, venni ripescato. Dopo<br />
tutto questo, dovetti partire come militare.<br />
Facevo qualche lavoretto di ritinteggiatura<br />
a Collonges quando venni<br />
convocato all’ospedale militare<br />
di Nancy, per sottopormi a un<br />
elettroencefalogramma; infatti,<br />
durante i colloqui preparatori<br />
per l’esercito, mi era stato<br />
chiesto se avessi mai avuto<br />
episodi di svenimento, cosa<br />
che mi era successa una volta,<br />
mentre mi trovavo nel refettorio<br />
di Collonges. L’esercito prese la<br />
cosa molto seriamente, a tal punto<br />
che venni congedato in maniera definitiva.<br />
Non dovevo quindi servire come militare<br />
per quei famosi due anni obbligatori: decisamente<br />
una bellissima notizia, quasi faticavo<br />
a crederci! Sono quindi ritornato a Collonges,<br />
iscrivendomi all’ultimo anno delle superiori con<br />
due mesi di ritardo.<br />
Durante i miei studi, avevo l’abitudine di prendermi<br />
del tempo per me, dalle 12 alle 14, per<br />
leggere gli scritti di Ellen White, soffermandomi<br />
in particolar modo su un passaggio che sembrava<br />
essere rivolto direttamente a me: era un<br />
testo dove, nelle “Testimonianze per la chiesa,<br />
Volume 2” Ellen White dichiara che i giovani<br />
dovrebbero proseguire gli studi il più a lungo<br />
possibile, “raggiungendo non solamente il livello<br />
delle classi medie ma l’élite della società”. Leggere<br />
queste parole mi creava un certo disagio.<br />
Mi ritrovavo ad aver appena preso il mio “primo”<br />
diploma ed ero rimasto indietro nel mio ultimo<br />
anno di liceo, a causa del servizio militare. Così<br />
feci un patto con il Signore. Se davvero dovevo<br />
proseguire con gli studi, avrei avuto bisogno<br />
di una menzione durante il mio ultimo anno di<br />
liceo. Avevo fissato un obiettivo molto alto, forse<br />
anche per sentirmi esonerato dall’obbligo di<br />
stare sui libri ancora a lungo. Raggiungere quel<br />
risultato sembrava altamente improbabile. Ma<br />
quando mi sono diplomato, con tanto di menzione,<br />
non potevo più tirarmi indietro.<br />
Tuttavia, il percorso non si preannunciava privo<br />
di ostacoli. Ho proseguito i miei studi a Ginevra,<br />
iscrivendomi a Scienze Morali, della Facoltà<br />
di Lettere e Filosofia. Durante il primo anno,<br />
gli studenti (me compreso) vennero informati<br />
dell’imminente annullamento del corso di laurea:<br />
questo significava che noi saremmo stati<br />
gli ultimi a laurearsi in quella materia, il che implicava<br />
doversi laureare in tempo. La cosa per<br />
me era infattibile, visto che in contemporanea<br />
stavo studiando teologia a Collonges. Ero di<br />
fronte a un nuovo ostacolo, dovevo trovare una<br />
nuova strada. Sono quindi entrato alla facoltà<br />
di scienze economiche e sociali, per prendere<br />
una laurea di primo livello in scienze sociali.<br />
Venni ammesso al secondo anno, con la riserva<br />
di passare tutti gli esami del primo anno;<br />
mi trovavo quindi a studiare sui libri del primo<br />
anno, pur continuando a frequentare il secondo<br />
anno e i corsi a Collonges. Una volta laureato<br />
in teologia, ho continuato a studiare a Ginevra,<br />
mentre insegnavo storia all’istituto scolastico<br />
“Maurice Tièche”.<br />
FINALMENTE IN AFRICA!<br />
Si può dire, ovviamente, che la mia carriera scolastica<br />
è stata ricca di ostacoli, tutte occasioni<br />
utili per continuare a “combattere”, per diventare<br />
più forte, per rafforzare il mio rapporto con<br />
il Signore. Il Dio dell’impossibile ha trasformato<br />
ogni montagna in una pianura “sassosa” ma<br />
percorribile. Con le mie due lauree in mano,<br />
era finalmente arrivato il momento di andare in<br />
missione in Africa. Nel frattempo, io e Tania ci<br />
eravamo sposati e anche lei aveva abbracciato<br />
la mia vocazione.<br />
Nel 1967, abbiamo risposto a una chiamata in<br />
Camerun, dove sarei stato formatore presso la<br />
facoltà avventista di Nanga-Eboko, al servizio<br />
dell’Unione dell’Africa equatoriale. E così, ho<br />
passato due anni in un’aula, per formare due<br />
studenti a diventare pastori. Non era quello che<br />
mi ero immaginato della missione; mi vedevo<br />
meglio a camminare per le strade, predicando<br />
la Parola di Dio, tanto che ho formato altri missionari<br />
per creare una campagna evangelistica<br />
nel villaggio vicino!<br />
Dato che i corsi non mi comportavano un grandissimo<br />
lavoro di correzione compiti, dopo due<br />
anni in Africa decisi di iscrivermi alla Facoltà<br />
Protestante di Yaoundé, per fare il Master in<br />
teologia. Ancora una volta, i miei piani furono<br />
vani, visto che proprio nello stesso periodo mi<br />
venne offerta la direzione della facoltà dove insegnavo;<br />
fare entrambe le cose sarebbe stato<br />
davvero molto complicato. Così scelsi di rinunciare<br />
a seguire i corsi ma i docenti del master mi<br />
10<br />
11
offrirono comunque la possibilità di prepararmi<br />
agli esami, con letture e compiti a casa, senza<br />
limiti di tempo. Dopo 5 anni, ottenni anche il<br />
master in teologia.<br />
LE SORPRESE DI DIO<br />
Dopo sette anni in Africa, ritornammo in Europa.<br />
Mia moglie Tania, in effetti, doveva ritornare<br />
subito in patria, in seguito ad aver contratto<br />
una grave epatite.; venne ricoverata alla clinica<br />
“La Lignière”, situazione che segnava la fine improvvisa<br />
della nostra “avventura” in Africa.<br />
Per miracolo e per grazia di Dio, Tania<br />
inizia piano piano a guarire e la<br />
nostra vita riprende lentamente<br />
il suo normale corso. I nostri<br />
figli vanno a scuola, mia moglie<br />
è guarita e io… sono<br />
disoccupato, perché tutti<br />
i posti erano giù presi. Mi<br />
metto quindi in contatto<br />
con la Divisione, chiedendo<br />
il permesso di completare la<br />
mia tesi di Master. Come risposta<br />
ricevo una borsa di studio<br />
e l’ammissione alla Facoltà di<br />
Teologia di Strasburgo… per il dottorato,<br />
sulla base dei miei studi. Discuto<br />
la mia tesi di Master, supero il “Diploma di Studi<br />
Superiori” e l’anno successivo discuto la mia tesi<br />
di dottorato.<br />
Sono ora a disposizione della Federazione del<br />
nord della Francia, che aveva sovvenzionato<br />
parte dei miei studi di dottorato. Venni assegnato<br />
come pastore nelle chiese di Mulhouse<br />
e Guebwiller. Dopo tre anni in Alsazia, mi venne<br />
offerto un posto come insegnante di Nuovo<br />
Testamento a Collonges, impiegando Tania<br />
come bibliotecaria, grazie a un diploma universitario<br />
che aveva conseguito a Strasburgo. In<br />
seguito, venni nominato decano della Facoltà di<br />
Teologia e poi Direttore del Campus <strong>Avventista</strong>.<br />
In totale, circa 18 anni di servizio nel campus di<br />
Collonges.<br />
In occasione di una riunione amministrativa<br />
della Federazione del nord della Francia, a Vittel<br />
nel 1997, a cui partecipavo in rappresentanza<br />
della scuola, mi venne chiesto di accettare di ricoprire<br />
il ruolo di presidente della Federazione.<br />
Dopo averne parlato con il fratello Frikart, l’allora<br />
Presidente della Divisione, scelsi di accettare<br />
questa nuova missione, con la sensazione<br />
di essermi lanciato nel bel mezzo dell’oceano<br />
senza nemmeno sapere in quale direzione cominciare<br />
a nuotare. Per me era tutto nuovo e le<br />
responsabilità erano immense. Scelsi quindi di<br />
fare mio il motto dei tizzoni “scelgo sempre di<br />
fare del mio meglio”.<br />
Per complicare la situazione, l’anno successivo<br />
la Divisione scelse, per motivi economici, che la<br />
posizione di Presidente dell’Unione Franco-Belga<br />
sarebbe stata assunta da uno dei presidenti<br />
delle varie federazioni rappresentate…ovvero<br />
me! Sono stati anni di duro lavoro e sono riuscito<br />
a portare avanti il tutto solo perché Tania<br />
aveva accettato di essere la mia segretaria:<br />
abbiamo lavorato insieme, un vero e<br />
proprio lavoro di squadra. Bisogna<br />
anche sottolineare che sono<br />
stato il primo presidente ad<br />
aver avuto un computer!<br />
Una volta raggiunta l’età<br />
della pensione, ci sono andato…per<br />
sei mesi, visto che<br />
poi il presidente Frikart mi<br />
chiese di assumere la direzione<br />
provvisoria del Campus a<br />
causa di un cambio di direzione<br />
durante l’anno. Questo periodo “di<br />
transizione” durerà ben quattro anni. E<br />
da allora, ho continuato a mettermi a disposizione<br />
della Facoltà <strong>Avventista</strong> e del Comitato di<br />
ricerca biblica della Divisione.<br />
La vita non è sempre un fiume calmo e tranquillo,<br />
perfino quando si cammina con Dio, perfino<br />
quando ci si vuole mettere al servizio. Lo so, l’ho<br />
sperimentato. E quello che posso testimoniare<br />
oggi è che il percorso più facile non ci porta al<br />
vero obiettivo da raggiungere. A volte, la domanda<br />
da farsi non è cercare di capire se lo Spirito<br />
Santo è all’origine di un determinato avvenimento<br />
della nostra vita. La vera domanda,<br />
per me, è chiedersi se, proprio dove mi trovo<br />
in questo momento, sto compiendo la volontà<br />
del Signore. Sto pensando e agendo come Lui<br />
vorrebbe, proprio qui, in questa situazione, in<br />
questo momento, in questa condizione? Ecco la<br />
vera sfida che ogni cristiano si trova ad affrontare<br />
ogni giorno.<br />
RICHARD LEHMANN<br />
1# Rendi la lettura della Bibbia<br />
un’attività quotidiana<br />
Ci sono giorni in cui “divoriamo la Bibbia”<br />
e altri in cui non lo facciamo. Quando il<br />
cuore non riesce, lascia che sia la tua mente<br />
a prendere il sopravvento. Apri la Bibbia 7<br />
giorni su 7.<br />
2# Scegli la Bibbia che ti “parla” di più<br />
C’è una sola Bibbia, ma in lingue diverse.<br />
Prova diverse versioni e conserva quella che<br />
preferisci (in italiano corrente, con le immagini,<br />
con i commenti a lato, ecc.)<br />
3# leggi diversi passaggi biblici uniti<br />
dallo stesso tema<br />
Per una comprensione globale di un argomento,<br />
leggi i versetti che lo trattano nelle<br />
diverse parti della Bibbia. Per questo, i vari<br />
riferimenti potrebbero davvero aiutarti.<br />
4# medita sui testi della Bibbia<br />
La Bibbia non è necessariamente un libro<br />
facile da leggere. Ecco perché non bisogna<br />
esitare a rileggere più volte lo stesso versetto,<br />
per riuscire a comprenderlo al meglio.<br />
5# Invita l’autore a spiegarti cosa<br />
intendeva dire<br />
La Bibbia contiene dei tesori che non sono<br />
riservati solo ai più dotti. Chiedi allo Spirito<br />
Santo di guidare la tua lettura: è lui ad aver<br />
ispirato coloro<br />
che hanno scritto<br />
la Bibbia.<br />
6# vivi la<br />
storia<br />
Un esercizio divertente<br />
potrebbe<br />
essere quello di<br />
sostituire i nomi<br />
dei personaggi<br />
con il tuo. Per<br />
esempio, “Infatti<br />
io so i pensieri<br />
che medito per (il tuo nome), dice il Signore,<br />
pensieri di pace e non di male, per darti un<br />
avvenire e una speranza”. Geremia 29.11<br />
7# Condividi con chi ti circonda quello<br />
che hai imparato e capito<br />
Uno dei modi migliori per ricordare ciò che<br />
hai appena imparato è trasmetterlo agli altri:<br />
parlane allora a voce, sui social network, in<br />
chiesa, ecc.<br />
8# Metti in pratica quello che leggi il<br />
prima possibile<br />
La Bibbia non è fatta di teoria. Contiene<br />
preziosi consigli per avere una vita felice.<br />
Quindi leggi e agisci di conseguenza!<br />
9# Memorizza i versetti della Bibbia<br />
Non puoi sempre prendere una Bibbia in<br />
caso di bisogno. Impara quindi alcuni versetti<br />
che potrebbero servirti come incoraggiamento<br />
nel corso della giornata.<br />
10# Regala una Bibbia<br />
Se noti qualcuno che lotta<br />
con alcuni problemi<br />
personali, uno dei<br />
regali più belli che<br />
potresti fargli è<br />
una Bibbia, in<br />
modo che possa<br />
trarre saggezza<br />
per la sua vita.<br />
10 CONSIGLI<br />
AI LETTORI<br />
DELLA BIBBIA<br />
12 13
CREDENZE<br />
La rivoluzione<br />
francese<br />
E LA NASCITA DELL’AVVENTISMO<br />
Considerata la “madre delle rivoluzioni”,<br />
di cui si celebra il 230° anniversario,<br />
ha fatto nascere un vero e proprio interesse<br />
per il libro dell’Apocalisse, che ha<br />
raggiunto il suo apice con la nascita della<br />
chiesa.<br />
Il 14 luglio 1789, la Bastiglia, fortezza-prigione<br />
di Parigi e simbolo dominante<br />
dell’autorità reale francese, venne<br />
conquistata durante una rivolta<br />
popolare. Le pietre<br />
del grande muro alto 24<br />
metri e spesso 3 che<br />
formavano la prigione<br />
vennero tolte,<br />
una dopo l’altra 1 . La<br />
caduta della Bastiglia<br />
segna la fine<br />
di una delle monarchie<br />
più potenti<br />
al mondo; è l’evento<br />
che inaugura e separa<br />
l’età moderna da quella<br />
contemporanea, oltre<br />
a essere l’evento chiave che<br />
rappresenta l’intera rivoluzione<br />
francese 2 .<br />
Nel suo immediato contesto cronologico,<br />
la rivoluzione francese ebbe un impatto<br />
diretto su Haiti, che nel 1791 diede inizio<br />
a un’insurrezione per combattere la<br />
schiavitù, culminata nell’indipendenza del<br />
paese avvenuta nel 1804. Intorno al 1790,<br />
gli shock ideologici che seguirono, a partire<br />
dagli sviluppi radicali in Francia, ebbero<br />
delle ripercussioni perfino sull’altra<br />
sponda dell’Atlantico. Le idee francesi di<br />
sovranità popolare e l’effetto delle guerre<br />
rivoluzionarie fecero sì che il desiderio di<br />
indipendenza raggiunse il nord del<br />
Messico, l’Argentina e il Cile.<br />
L’ideologia rivoluzionaria<br />
francese ha anche<br />
influenzato le emergenti<br />
nazioni nell’Europa<br />
del XIX secolo,<br />
al punto che adottarono,<br />
proprio come<br />
la Francia, una bandiera<br />
tricolore. Tra il<br />
1789 e il 1917, la politica<br />
europea ruotava<br />
intorno a movimenti a<br />
favore o contro i principi<br />
rivoluzionari del 1789 o la loro<br />
versione più radicale del 1793 3 .<br />
A distanza di 230 anni, è ancora possibile<br />
rilevare i progressi di quella che è passata<br />
alla storia come la “madre di tutte le rivoluzioni”<br />
nella crescita globale delle repubbliche<br />
liberali e delle democrazie, nella<br />
diffusione del laicismo e nello sviluppo delle<br />
ideologie moderne. In sintesi, le riproduzioni<br />
ideologiche che seguirono, proiettate<br />
a partire dalla rivoluzione francese, hanno<br />
fatto sì che si trattasse di uno degli eventi<br />
più importanti della storia.<br />
D’altra parte, sembra che la rivoluzione<br />
francese abbia influenzato anche un altro<br />
settore, forse più insospettabile. I<br />
conflitti sociali, politici e religiosi<br />
avvenuti intorno al 1790<br />
hanno suscitato l’interesse<br />
di molti studiosi<br />
per quanto riguardava<br />
le descrizioni<br />
bibliche relative alla<br />
fine del mondo 4 .<br />
Più precisamente,<br />
l’anno particolarmente<br />
violento del<br />
1793, iniziato con la<br />
decapitazione del re e<br />
terminato in un periodo<br />
di terrore, ha aumentato<br />
a dismisura lo studio del libro<br />
dell’Apocalisse negli Stati Uniti e<br />
in Inghilterra.<br />
Nel febbraio del 1793, il predicatore americano<br />
Elhanan Winchester (1751-1797) pubblicò<br />
il libro “The Three Woe-trumpets”,<br />
che associa gli eventi della rivoluzione<br />
all’11° capitolo del libro dell’Apocalisse,<br />
sostenendo che la rivoluzione francese<br />
fosse il compimento delle profezie trattate<br />
in questo libro delle Scritture e che la settima<br />
tromba stava per suonare (v. 15), annunciando<br />
il grande cataclisma finale e la<br />
seconda venuta di Gesù Cristo 5 .<br />
Analogamente, il teologo inglese Joseph<br />
Priestley (1733-1804), in una predicazione<br />
pubblicata nel febbraio del 1794, collegava<br />
il terremoto descritto in Apocalisse<br />
11:3 con la divisione della Babilonia mistica,<br />
che sarebbe stata composta da paesi<br />
europei. La decima parte sarebbe stata la<br />
Francia, che con la rivoluzione aveva interrotto<br />
il dominio papale 6 . La predicazione<br />
sottolinea la seconda venuta di Gesù, che<br />
coincide con l’inizio dei mille anni (p.<br />
19). Allo stesso modo, Samuel<br />
Taylor Coleridge (1772-<br />
1834), poeta, filosofo e<br />
teologo inglese, scrisse<br />
una poesia nel 1796,<br />
in cui collegava il<br />
libro dell’Apocalisse<br />
alla rivoluzione<br />
francese e il<br />
periodo dei mille<br />
anni alla redenzione<br />
universale 7 .<br />
Alla fine del XVIII secolo,<br />
con il substrato della<br />
rivoluzione, emerse un elemento<br />
chiave per delimitare incisivamente<br />
le profezie degli ultimi tempi. In<br />
generale, la violenza e la portata del disastro<br />
francese hanno fatto sì che gli studiosi<br />
di entrambe le sponde dell’Atlantico guardassero<br />
le profezie bibliche di Daniele e<br />
dell’Apocalisse. Diversi studiosi della Bibbia<br />
hanno sviluppato un particolare interesse<br />
per le profezie del tempo riferite all’anno<br />
1798. Nel febbraio dello stesso anno, Berthier,<br />
generale di Napoleone, marciava verso<br />
Roma, detronizzando Papa Pio VI. Ecco<br />
perché, per molti, il 1798 divenne un punto<br />
di riferimento che collegava la storia secolare<br />
con le profezie bibliche 8 .<br />
Utilizzando il principio che afferma che,<br />
14 15
nelle profezie bibliche, un giorno corrisponde<br />
a un anno, coloro che stavano<br />
esaminando le Scritture hanno interpretato<br />
la prigionia del Papa come la “ferita a<br />
morte” di Apocalisse 13:3 e il compimento<br />
dei 1.260 giorni/anni di Daniele 7:25 e di<br />
Apocalisse 12:6,14 e 13:5. La giustapposizione<br />
degli eventi relativi al decennio del<br />
1790 e dei versi sopra menzionati ha fornito<br />
la “stele di Rosetta” ai commentatori<br />
biblici.<br />
L’anno 1798 è stato identificato come punto<br />
di intersezione tra profezia e storia 9 . Ed è<br />
a partire da quella data che sono<br />
nate numerose pubblicazioni<br />
che trattavano il tema<br />
dei 1.260 giorni profetici<br />
10 . Tra questi, ricordiamo<br />
“Remarks<br />
on the Signs of the<br />
Times” di Edward<br />
King (1735-1807),<br />
stampato nel 1798,<br />
poco dopo l’incarcerazione<br />
di Pio<br />
VI 11 .<br />
In seguito all’interpretazione<br />
standardizzata<br />
dei 1.260 giorni,<br />
un certo consenso venne<br />
raggiunto sul fatto che la profezia<br />
di Daniele 12:4 si fosse già compiuta,<br />
con il conseguente sopraggiungimento<br />
degli ultimi tempi. Questo era il ponte escatologico<br />
verso i 2.300 giorni di Daniele<br />
8:14 12 . LeRoy Froom ha documentato cinquantotto<br />
esponenti in quattro continenti,<br />
che tra il 1800 e il 1844 hanno affermato<br />
che la profezia dei 2.300 giorni profetici si<br />
sarebbe realizzata tra il 1843 e il 1847. In<br />
pratica, l’interpretazione dell’evento che<br />
si sarebbe verificato in quella data era<br />
variabile 13 .<br />
In sintesi, a causa di diversi fattori correlati,<br />
come l’Illuminismo (XVIII secolo), la rivoluzione<br />
americana (1766-1783), la rivoluzione<br />
francese (1789-1799) e il secondo grande<br />
risveglio (1790-1830), i decenni intermedi<br />
tra il XVIII e il XIX secolo convergono verso<br />
una rinascita globale senza precedenti per<br />
quanto riguarda il livello di interesse negli<br />
studi biblici sul ritorno di Gesù. Diversi interpreti<br />
protestanti sono stati convinti dallo<br />
studio delle profezie bibliche che Gesù<br />
Cristo sarebbe tornato al loro tempo.<br />
Tuttavia, fu William Miller (1782-1849),<br />
membro di una chiesa battista a Low<br />
Hampton, New York (Stati Uniti), a svolgere<br />
uno dei più accurati calcoli cronologici<br />
della profezia biblica<br />
del suo tempo. Nella sua<br />
interpretazione, dimostrò<br />
quello che credeva<br />
fosse l’imminente ritorno<br />
di Gesù 14 . Nei<br />
suoi primi anni di<br />
studio (1816-1818),<br />
William Miller cercò<br />
di comprendere e<br />
conciliare i periodi<br />
profetici, come i<br />
2.300 giorni di Daniele<br />
8:14; i 1.290 giorni e<br />
i 1.335 giorni di Daniele<br />
12:11-12, così come i 1.260<br />
giorni di Apocalisse 11:3 e 12:6<br />
(vedi Daniele 7:25; Apocalisse 11:2; 12:14;<br />
13:5). Questo lo portò alla conclusione che<br />
era possibile che Cristo sarebbe tornato nel<br />
1843.<br />
Gli avventisti del settimo giorno formano<br />
il ramo più importante del movimento<br />
millenario nordamericano che emerse tra<br />
il 1830 e il 1840, periodo segnato dalla forte<br />
ondata del secondo grande risveglio (1790-<br />
1830). Da allora in poi, il movimento millerita<br />
ha cominciato a sviluppare un nuovo<br />
sistema di interpretazione delle profezie,<br />
portato poi avanti dagli avventisti sabbatisti.<br />
Subito dopo la delusione del 22 ottobre<br />
1844, gli avventisti sabbatisti cominciarono<br />
a studiare intensamente le Scritture, definendo,<br />
il <strong>21</strong> maggio 1863, il loro sistema<br />
dottrinale.<br />
Alla fine del XVIII secolo, la rivoluzione<br />
francese è stata utilizzata come solida metafora<br />
di una forza radicale capace di superare<br />
ogni ostacolo. Come un turbine, travolgeva<br />
tutto ciò che la forza umana poteva<br />
mettergli davanti. Nessuno restava “impunito”.<br />
La rivoluzione francese condusse<br />
molti uomini alla rovina, nonostante questi<br />
pensassero essere i principali protagonisti<br />
della rivolta 15 .<br />
Tuttavia, contro questo movimento devastante,<br />
carico di violenza e distruzione,<br />
Apocalisse 18:1 presenta un’altra rivoluzione<br />
nel futuro: un grande movimento<br />
mondiale, simboleggiato da un angelo che<br />
detiene una grande autorità e illumina tutta<br />
la Terra. Questo angelo è una metafora<br />
che rappresenta ogni persona che aspetta<br />
il ritorno del Signore, ma allo stesso tempo<br />
accelera la realizzazione di questo evento<br />
attraverso una preparazione quotidiana<br />
che si fa solo sul campo di battaglia della<br />
missione. E quando verrà il momento in cui<br />
questo messaggio finale sarà stato proclamato<br />
in tutto il mondo, il potere di questa<br />
parola sarà più grande di qualsiasi rivoluzione.<br />
FLÁVIO PEREIRA DA SILVA FILHO<br />
Professore di teologia biblica, pastore<br />
e giornalista<br />
Il film della nascita dell’avventismo<br />
Dillo Al Mondo<br />
Note e riferimenti<br />
1. James Maxwell Anderson, Daily Life During<br />
the French Revolution, 2007. p. 11 ; Max Gallo,<br />
Revolução Francesa, v. 1, 2012. p. 148<br />
2. Mark Almond, Uprising! Mitchell Beazley,<br />
2002, p. 32<br />
3. E. J. Hobsbawm, The Age of Revolution: Europe<br />
1789-1848, 1996. p. 53<br />
4. George. R. Knight, William Miller and the Rise<br />
of Adventism, 2010. p.13<br />
5. Elhanan Winchester, The Three Woe Trumpets,<br />
1793, p. 37, 38<br />
6. Joseph Priestley, Present State of Europe<br />
Compared with Antient Prophecies, J. Johnson,<br />
1794, p. 25, 26<br />
7. S. T. Coleridge,& E. H. Coleridge (ed.), The<br />
Complete Poetical Works of Samuel Taylor<br />
Coleridge, v. 1, 1912, p. 108-123<br />
8. William Miller and the Rise of Adventism,<br />
p.13, 14<br />
9. Ernest Robert Sandeen, The Roots of Fundamentalism,<br />
1970, p. 7<br />
10. L. E. Froom, The Prophetic Faith of our<br />
Fathers, v. 2, 1948, p. 765-780<br />
11. E. King, Remarks on the Signs of the Times,<br />
1798, p. 16<br />
12. William Miller and the Rise of Adventism,<br />
p. 14<br />
13. L. E. Froom, The Prophetic Faith of our<br />
Fathers, v. 4, 1954, p. 403-405<br />
14. Alberto R. Timm, “The sanctuary and the<br />
three angels’ messages” [thèse de doctorat],<br />
1995. p. 1-4<br />
15. Joseph de Maistre, Considérations sur la<br />
France, 1844, p. 15, 16<br />
16<br />
17
DONNE<br />
200°<br />
“Condivisione<br />
al femminile”<br />
a Neuchâtel<br />
Nel capitolo 19<br />
del Vangelo di<br />
Luca, Gesù usa<br />
la parabola<br />
dei talenti per<br />
affermare<br />
che Dio affida<br />
doni diversi e<br />
una missione<br />
a ciascuno dei<br />
suoi servitori che<br />
compongono la Chiesa.<br />
Anche se ogni cristiano<br />
fosse consapevole della missione<br />
che Gesù ci ha lasciato: “Andate dunque<br />
e fate miei discepoli tutti i popoli<br />
battezzandoli nel nome del Padre, del<br />
Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo<br />
28:19), resta difficile per alcuni di noi<br />
mettere questo principio in pratica<br />
e non per mancanza di motivazione,<br />
ma perché non sappiamo da dove o<br />
come partire. La missione affidataci è<br />
grande e a volte<br />
fraintendiamo<br />
l’obiettivo<br />
di questa<br />
ingiunzione<br />
di andare. È<br />
molto facile<br />
giungere alla<br />
conclusione che<br />
per rispondere<br />
a questo appello,<br />
bisogna andare di<br />
porta in porta a distribuire<br />
del materiale di letteratura<br />
cristiana o che bisogna invitare i<br />
propri amici a venire in chiesa il sabato<br />
mattina. Tuttavia, il testo di Paolo “Con<br />
i deboli mi sono fatto debole, per<br />
guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni<br />
cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo<br />
alcuni” (1 Corinzi 9:22) apre la via a un<br />
nuovo pensiero… Ci sono tanti modi<br />
per condividere la propria fede, tanti<br />
quante sono le persone su questa terra.<br />
L’unico parametro che non cambia è<br />
il messaggio da trasmettere, quello<br />
di Gesù, che si riassume con: “Ama il<br />
Signore Dio tuo con tutto il tuo<br />
cuore, con tutta la tua<br />
anima e con tutta la<br />
tua mente. Questo è<br />
il grande e il primo<br />
comandamento.<br />
Il secondo,<br />
simile a questo,<br />
è: Ama il tuo<br />
prossimo come<br />
te stesso” (Matteo<br />
22:39-39). A<br />
partire da questi<br />
versetti, ovviamente<br />
le metodologie possono<br />
variare, l’unico limite è la vostra<br />
creatività.<br />
Ne sono un esempio le donne della<br />
Chiesa <strong>Avventista</strong> di Neuchâtel, che<br />
hanno creato “Partage au féminin”<br />
(Condivisione al femminile), un<br />
gruppo che si riunisce mensilmente<br />
per mangiare insieme, dialogare e<br />
scambiare opinioni. Hanno appena<br />
festeggiato il loro 200° incontro;<br />
ce ne parla Suzanne<br />
von Büren, una delle<br />
partecipanti nonché<br />
organizzatrice del<br />
progetto.<br />
Testimonianza<br />
Questi incontri di<br />
“Condivisione al femminile”<br />
sono iniziati nel 1997, con<br />
Christiana Benoit, nei locali<br />
della chiesa di Neuchâtel. Avevamo<br />
ricevuto il via libera dal comitato, oltre<br />
al sostegno di David Jennah, il pastore<br />
locale dell’epoca, che ci ha sostenuto<br />
18<br />
19
OMAGGIO<br />
grandemente nella realizzazione di questo<br />
progetto. Esistevano già dei gruppi familiari,<br />
ma volevamo pensare più in grande, con<br />
la possibilità di invitare le nostre amiche, le<br />
amiche delle nostre amiche, le nostre vicine<br />
e conoscenti.<br />
L’idea era quella di fare colazione insieme,<br />
un momento sempre molto amichevole<br />
che permette di entrare nell’atmosfera.<br />
Poi proseguire con la presentazione di un<br />
piccolo argomento, dando spazio al<br />
dialogo e alla libertà di pensiero<br />
e di coscienza, senza alcun<br />
limite di denominazione<br />
religiosa, sempre<br />
integrando la nostra<br />
conoscenza di Dio. Il<br />
progetto era anche<br />
quello di conoscersi a<br />
vicenda, di incontrare<br />
il Signore e di vedere<br />
come agisce nella nostra<br />
vita. E, ovviamente, di farci<br />
conoscere come Chiesa<br />
<strong>Avventista</strong>.<br />
All’inizio, con Christiana, facevamo insieme<br />
la presentazione. Ci dividevamo in piccoli<br />
gruppi per il momento di dialogo, per poi<br />
ritrovarci tutte insieme alla fine dell’incontro,<br />
per mettere insieme i pensieri e pregare/<br />
leggere un testo prima di salutarci. Gli<br />
incontri si sono sempre svolti (ancora<br />
adesso) il primo mercoledì del mese (a<br />
eccezione di gennaio, agosto e settembre),<br />
dalle 9 alle 11.<br />
Nel settembre del 2004 Christiana è tornata<br />
al lavoro a tempo pieno; mi sono quindi<br />
ritrovata sola a dirigere queste attività<br />
di “Condivisione”. Fare tutto da sola era<br />
faticoso: abbiamo dovuto riorganizzare<br />
gli incontri e ridefinire le aspettative delle<br />
partecipanti. È così che altre persone<br />
hanno scelto di impegnarsi e partecipare<br />
attivamente, cosa che ci ha permesso di<br />
continuare a portare avanti questa attività.<br />
Una volta rientrata a tempo pieno a lavoro,<br />
questa responsabilità, insieme ai miei vari<br />
impegni, era diventata troppo pesante.<br />
Nel settembre del 2010 Graziella Burnier<br />
è diventata la responsabile di questo<br />
“Ministero delle Donne”, prendendo le<br />
redini della “Condivisione” con grande<br />
entusiasmo e brio, fino al febbraio<br />
del 2016. La vita passa, i bisogni<br />
e le disponibilità cambiano…<br />
Ma la “Condivisione<br />
al femminile” resta.<br />
Sono rientrata tra le<br />
organizzatrici, con<br />
l’aiuto di Christiana e<br />
Graziella, e ora che<br />
siamo in pensione, grazie<br />
anche all’entusiasmo delle<br />
partecipanti, possiamo<br />
continuare ancora per<br />
qualche tempo… Da sole non<br />
possiamo fare nulla, ma in tante e con<br />
l’aiuto del Signore, molte cose inimmaginabili<br />
diventano possibili.<br />
In questa mattina autunnale, il primo<br />
mercoledì di settembre <strong>2019</strong>, ci siamo riunite<br />
per festeggiare il 200° incontro (dopo 22<br />
anni e mezzo dalla nascita del progetto).<br />
È lo stato d’animo delle partecipanti che ci<br />
spinge a continuare, considerando anche<br />
il bellissimo rapporto di fiducia che si è<br />
instaurato nel corso del tempo. GRAZIE<br />
Signore per averci regalato tanti momenti<br />
meravigliosi, tante gioie e anche tante<br />
sofferenze, ma sempre nella condivisione. È<br />
sempre un vero piacere ritrovarsi insieme.<br />
AM<br />
A presto...<br />
François Perrin<br />
François Jacques Perrin è nato l’11 febbraio<br />
1937 a Saint-Imier. Si è battezzato nel 1959,<br />
iniziando a frequentare la chiesa avventista<br />
di Ginevra. Nel 1990, sposato con Arminda,<br />
si è trasferito a Oron per lavorare presso il<br />
centro avventista “Le Flon”.<br />
Alcuni tratti tipici della sua personalità<br />
erano senz’altro l’accoglienza, la capacità di<br />
stringere amicizia, la gentilezza e l’altruismo.<br />
Si interessava alla storia, alla politica, allo<br />
sport, alla musica…. ma era la fede a occupare<br />
il posto più importante nella sua vita.<br />
Nel 2001, sempre con la moglie, è partito<br />
per il Brasile, per godersi la pensione: hanno<br />
anche avuto modo di partecipare attivamente<br />
alle attività della chiesa del campus<br />
avventista di San Paolo.<br />
Nel 2016, la coppia è partita per l’Africa,<br />
servendo come missionari. Vivere nella foresta<br />
angolese all’età di 79 anni è stata una<br />
grande avventura per François.<br />
Di ritorno in Brasile, hanno continuato<br />
le loro attività: scuola del Sabato, corsi di<br />
francese, aiuti umanitari, ecc.<br />
Durante il suo ultimo soggiorno in Svizzera,<br />
nell’aprile del <strong>2019</strong>, François è stato<br />
improvvisamente ricoverato in ospedale. È<br />
morto dopo tre settimane, il 6 maggio <strong>2019</strong>,<br />
nella speranza del ritorno di Gesù.<br />
François rimarrà nella nostra memoria come<br />
un cristiano esemplare che ha vissuto mano<br />
nella mano con Gesù fino al suo ultimo<br />
respiro.<br />
Myldred e Christophe Escolano<br />
Amici di François Perrin<br />
20<br />
<strong>21</strong>
S V I Z Z E R A<br />
Assegnazioni FSRT<br />
<strong>2019</strong>-2023<br />
LOSANNA<br />
LATINOS<br />
RENENS<br />
Patrick<br />
MAEDER<br />
Andrey<br />
OSTROVSKY<br />
LOSANNA<br />
FRANCOPHONE<br />
LOSANNA<br />
ANGLOFONA<br />
LOSANNA<br />
LUSOPHONE<br />
Gilbert<br />
GREZET<br />
22<br />
Parla il<br />
Presidente<br />
della FSRT,<br />
Olivier<br />
Rigaud<br />
Al centro, all’origine della chiesa, c’è Gesù, il<br />
Cristo, il nostro Capo, la testa del corpo. Da Lui<br />
provengono tutte le fonti di vita, di saggezza, di<br />
forza e di amore che devono animare il corpo<br />
unito, la chiesa.<br />
Ci è stata affidata una missione: continuare e<br />
portare a termine l’opera che Gesù ha iniziato<br />
sulla terra.<br />
Per compiere questa missione è essenziale, se<br />
non vitale, comprendere che al centro della vita<br />
spirituale c’è questo simbolo, la croce di Cristo.<br />
Questa croce è il luogo dove Dio si è riconciliato<br />
con tutta l’umanità, con ciascuno di noi. Questa<br />
croce esprime il suo perdono totale, la sua<br />
perfetta giustizia e il suo amore sconfinato per<br />
noi. Questa croce è al centro della predicazione<br />
e della missione della Chiesa.<br />
La chiesa cristiana è formata da uomini e<br />
donne che hanno sperimentato la grazia<br />
infinita di Dio.<br />
Attraverso il battesimo, sono diventati partecipi<br />
di una nuova umanità riconciliata, salvata e<br />
liberata da Cristo. L’avventura della fede può<br />
quindi iniziare!<br />
Per dare vita al corpo di Cristo e compiere la<br />
sua missione, le chiese della nostra Federazione<br />
sono state costruite attorno ai ministeri e al<br />
mettersi al servizio di tutti i credenti, a seconda<br />
dei propri doni e talenti. Un corpo strutturato in<br />
quattro parti:<br />
1. Il ministero dei credenti/laici, la base di tutto.<br />
2. L’organo amministrativo<br />
3. Il corpo pastorale<br />
4. Poi, i dipartimenti e le istituzioni<br />
Il corpo pastorale è attualmente composto<br />
da 19 pastori e 3 volontari, distribuiti secondo<br />
questa mappa (vedi pagina a fianco).<br />
Io e lo staff della Federazione, nonostante le<br />
nostre debolezze e i nostri limiti, serviremo<br />
il Signore con tutte le nostre forze, con tutto<br />
il nostro cuore, con tutta la nostra anima, in<br />
nome della sua gloria.<br />
Insieme a ognuno di voi, tutto il corpo ben<br />
coordinato trarrà forza, saggezza e amore dal<br />
Padre celeste, per andare avanti.<br />
Facciamo affidamento sulle vostre preghiere<br />
ferventi per avere un risveglio spirituale.<br />
Riunitevi in gruppi di due o tre, unitevi<br />
per pregare insieme e con uno stesso<br />
spirito; lasciamo da parte le divisioni, non<br />
disperdiamoci, ma uniamoci tutti intorno a<br />
Gesù che ci salverà da noi stessi.<br />
Riprendiamo coraggio, il Signore ci chiama,<br />
“non sono forse io che ti ho mandato?”.<br />
Amen!<br />
MEYRIN<br />
Daniel<br />
OLIVEIRA<br />
Dominik<br />
FRIKART<br />
Sergi<br />
TEJEL*<br />
Olivier<br />
RIGAUD<br />
GINEVRA<br />
HISPANIQUE<br />
VIVO<br />
Leandro<br />
LOPEZ<br />
Samuel<br />
SARPANING<br />
Volontario<br />
Samuel<br />
CUNHA<br />
Pierrick<br />
AVELIN<br />
GLAND<br />
Clifford<br />
GIAMFY<br />
LA CHAUX-<br />
DE-FONDS<br />
GENÈVE<br />
GINEVRA<br />
LUSOPHONE<br />
YVERDON<br />
Nicolas<br />
WALTHER<br />
Studente FAT<br />
GINEVRA<br />
FRANCOPHONE<br />
GINEVRA<br />
ANGLOPHONE<br />
& TAGALOG<br />
LAUSANNE<br />
Freud<br />
BRAZ<br />
Rickson<br />
NOBRE<br />
NEUCHÂTEL<br />
CLARENS<br />
Gilbert<br />
GREZET<br />
Jean-Pierre<br />
RÉCHAL<br />
BIENNE<br />
NEUCHÂTEL<br />
LUSO-ISPANICA<br />
FRIBURGO<br />
SION<br />
David<br />
JENNAH<br />
DELÉMONT<br />
Raphaël<br />
GRIN<br />
Christian<br />
GOETSCHALCKX<br />
LOSONE<br />
Lucio<br />
ALTIN<br />
Matthias<br />
MAAG<br />
Daniello<br />
BARELLI<br />
ARBEDO<br />
CADEMPINO<br />
LUGANO<br />
23<br />
* Fotografia non pubblicata su richiesta dell’interessato<br />
23
Una folla radunata -<br />
Battesimi a Ginevra VIVO<br />
Nella giornata di sabato 28 settembre <strong>2019</strong>, in<br />
un pomeriggio ancora soleggiato, quasi 200<br />
persone si sono riunite in una piccola chiesa<br />
di Ginevra. Dei numeri mai visti prima, un vero<br />
e proprio record… queste sono le impressioni<br />
dei membri abituali della chiesa Vivo. Delle 160<br />
sedie preparate, non ce n’era nemmeno una<br />
libera; tanti altri erano in piedi nei corridoi e<br />
all’ingresso. Bisognava stringersi per far entrare<br />
tutti. Numerose videocamere e macchine<br />
fotografiche erano pronte all’azione. Ma che<br />
cosa stava succedendo, perché c’erano così<br />
tante persone? I battesimi, mi direte voi. Okay,<br />
ma c’era di più… Più che la cerimonia<br />
in sé, è soprattutto l’esperienza<br />
personale vissuta dai 4<br />
catecumeni che ha attratto<br />
così tante persone, senza<br />
lasciarne indifferente<br />
nemmeno una.<br />
Il battesimo è considerato<br />
un nuovo inizio.<br />
Simbolicamente è vero,<br />
formalizziamo il nostro legame<br />
con Gesù, ricevendo pubblicamente<br />
una nuova identità. Ma è anche un risultato di<br />
un processo più o meno lungo, durante il quale<br />
il Signore ci ha chiamati, durante il quale ci<br />
siamo lasciati guidare, fino a essere trasformati.<br />
È questa trasformazione a suscitare la curiosità<br />
degli altri.<br />
Quel sabato tutti volevano sapere cosa era<br />
successo nella vita di Sophie, Mélanie, Cécilia<br />
e Hervé, tutti volevano conoscere i dettagli di<br />
quel loro cambiamento.<br />
Infatti, Mélanie non aveva il tipico passato di chi<br />
un giorno decide di compiere questo grande<br />
passo. Nata in una famiglia non credente, non<br />
riceve alcuna educazione religiosa. Eppure,<br />
da bambina, crede già in Dio, instaurando<br />
un rapporto molto personale. Lo vede nella<br />
natura, nei cuori delle persone e nell’arte. All’età<br />
di 8 anni, grazie a due amici, scopre la chiesa<br />
avventista ma riceve il divieto da parte dei<br />
genitori di partecipare alle attività. Il suo modo<br />
di lodare Dio è attraverso la danza, che offre<br />
come preghiera. La sua fede inizia a crescere,<br />
così come il suo bisogno di scoprirne di più.<br />
Inizia a frequentare varie chiese, alla ricerca di<br />
qualcosa. Ma è con l’uomo che diventerà poi<br />
suo marito, Alain, di fede avventista, che<br />
troverà le risposte tanto cercate ed<br />
è nella chiesa di Ginevra Vivo che<br />
dichiara, senza vergogna o paura,<br />
il suo amore per Dio.<br />
Seppur con un contesto diverso,<br />
chi avrebbe mai immaginato<br />
che un giorno Hervé avrebbe<br />
deciso di farsi battezzare? Di sicuro<br />
poche persone, e di sicuro non lui.<br />
Festaiolo, la sua vita era caratterizzata<br />
da feste piene di alcol, droga e ragazze. Non<br />
aveva mai pensato che avrebbe avuto bisogno<br />
di qualcos’altro… fino a quando non conosce<br />
una ragazza, LA ragazza che scombussolerà il<br />
suo cuore e il suo modo di pensare. Insieme a<br />
Maëlys, Hervé scopre il suo rapporto con Dio,<br />
che lo affascina. Ma resta questa domanda che<br />
lo preoccupa: “Voglio una vita di fede per me<br />
stesso o per Maëlys?”. La risposta gliela darà<br />
Dio stesso, facendosi sentire concretamente<br />
durante un suo momento di preghiera<br />
personale. La sua presenza era così forte che<br />
Hervé non ha più avuto dubbi. Dio esiste, è<br />
vivo e vivere con lui vale più di tutte le feste del<br />
mondo. E così ha stravolto il suo stile di vita,<br />
comunicandolo a tutti nella giornata di sabato<br />
28 settembre.<br />
Sophie ha fatto un percorso un po’<br />
all’incontrario. È nata in una famiglia avventista,<br />
figlia di un pastore. Conosce molto bene la<br />
chiesa, in particolare i campeggi estivi per i<br />
giovani e i campi umanitari all’estero. Apprezza<br />
tantissimo questo aspetto della chiesa,<br />
che influenza anche il suo orientamento<br />
professionale. Eppure, nel suo profondo,<br />
Sophie vive un grande conflitto. Anni prima,<br />
i suoi genitori avevano perso un bambino,<br />
cosa che aveva portato Sophie a dubitare<br />
della bontà e dell’amore di Dio… fino al punto<br />
di allontanarsi completamente da lui. Sophie<br />
sente che c’è qualcosa che non va nella sua<br />
vita. Per rimediare a questa situazione, si<br />
rivolge a una psicologa-formatrice che durante<br />
i suoi corsi utilizza dei versetti biblici,<br />
cosa che spinge Sophie a riaprire<br />
la sua Bibbia, dopo ben 18<br />
anni. È il frutto dello Spirito<br />
(Galati 5) che desidera nella<br />
sua vita. Accompagnata<br />
dalla madre e dal pastore<br />
Léo, intraprende un nuovo<br />
percorso di riconciliazione<br />
con il Signore. Per di più,<br />
dichiara apertamente di non<br />
voler più vivere senza di lui!<br />
Il pastore Léo e sua moglie Karen sono<br />
stati un elemento chiave anche nella vita di<br />
Cécilia, la sorella del pastore. Cécilia viveva<br />
in Argentina, dove tutto era solo sofferenza<br />
per lei. Sentendosi intrappolata nella sua vita,<br />
Cécilia si sentiva di fallire continuamente,<br />
cosa che la portava a svalutarsi e a perdere<br />
fiducia nelle sue capacità. In un momento di<br />
disperazione, si rivolge a Gesù, piangendo,<br />
implorando in un cambiamento di vita, in un<br />
nuovo inizio. Dio le risponde e il cambiamento<br />
arriva, preannunciandosi radicale: Léo e Karen<br />
le offrono infatti di venire a vivere in Svizzera<br />
come ragazza alla pari, per prendersi cura di<br />
Naomi, la loro bambina (e quindi sua nipote).<br />
Nonostante il cambiamento, Cécilia continua<br />
a vivere le stesse battaglie interiori… fino al<br />
giorno in cui assiste a un battesimo nella chiesa<br />
di Ginevra Vivo, quando sente la presenza<br />
del Signore, unita a una pace inspiegabile.<br />
E così sceglie di impegnarsi con il Signore.<br />
Quello di sabato è stato un momento davvero<br />
indimenticabile per lei e per il fratello che l’ha<br />
battezzata. Entrambi sono usciti in lacrime, ma<br />
questa volta erano lacrime di gioia.<br />
Infatti, l’intera assemblea ha partecipato con<br />
grande emozione a questa indimenticabile<br />
cerimonia battesimale. La testimonianza della<br />
presenza di Dio che dà senso alla vita umana<br />
non lascia nessuno indifferente. Così, quando il<br />
pastore Léo Lopez ha chiesto se altri volevano<br />
conoscere Dio attraverso lo studio della Bibbia,<br />
sei persone hanno risposto positivamente<br />
all’appello.<br />
Ecco quello che ha attratto così<br />
tante persone: il fatto che tutti<br />
sono riusciti a identificarsi nelle<br />
esperienze di Mélanie, Sophie,<br />
Hervé e Cécilia. Perché in<br />
fondo, tutti noi abbiamo una<br />
carenza, il bisogno di avere<br />
Gesù nelle nostre vite. E la loro<br />
testimonianza ci ricorda che ci<br />
sono tante persone su questa terra<br />
quante sono le vie che Dio trova per<br />
toccare i cuori e dare un vero senso alla vita.<br />
Nessun caso è perso; nessuna situazione è<br />
troppo difficile. Dio può raggiungerti dove sei,<br />
così come sei. Sta a te decidere se aprirti a lui.<br />
Se vuoi venire a scoprire e a saperne di più, la<br />
chiesa di Ginevra Vivo si riunisce tutti i sabati<br />
alle 18, a Chêne-Bourg, Rue de Genève 77.<br />
Vieni a vedere!<br />
Secondo le testimonianze di<br />
Mélanie, Sophie, Cécilia, Hervé, Daniel<br />
Oliveira, Fatima Reyes et Rickson Nobre<br />
24 25
Dai limiti della malattia alla libertà in Cristo:<br />
Battesimo di Marco a Delémont<br />
Claudia Dala da Silva è moglie e madre di due<br />
figli. <strong>Avventista</strong>, conosce Dio, ma questo non<br />
le risparmia grandi difficoltà, che la spingono<br />
a separarsi dal marito. Per proteggersi dalla<br />
pressione del suo ex marito, Claudia cambia<br />
domicilio, sistemandosi in uno piccolo spazio<br />
dove insieme ai figli può stare al sicuro. Inizia<br />
però quella che si rivelerà essere una vita<br />
difficile: è inverno, il clima è rigido, il lavoro<br />
è precario ed educare due figli da sola è un<br />
compito che non le lascia il tempo per riposare.<br />
Il desiderio di mandare tutto all’aria le passa<br />
più volte per la testa. Afflitta da questa nuova e<br />
pesante vita, Claudia si sveglia il sabato mattina<br />
e si rivolge al Signore, facendo un patto<br />
con lui: “Se non ci abbandoni, mi<br />
impegno a portare in chiesa<br />
tutti i sabati i miei figli”. Quel<br />
sabato stesso, seppure<br />
molto abbattuta, riesce<br />
a trascinarsi in chiesa<br />
anche se non smette di<br />
piangere, così tanto da<br />
non riuscire nemmeno<br />
a cantare. In risposta alla<br />
sua preghiera, Dio dimostra<br />
di non abbandonare questa<br />
madre; si è servito di vari metodi<br />
per sostenerla e presentarsi a lei, anche<br />
attraverso fratelli e sorelle di chiesa, dei veri<br />
e propri punti di riferimento per lei e la sua<br />
famiglia. È così che questa famiglia va avanti,<br />
continuando a seguire i precetti avventisti.<br />
Marco è il maggiore dei suoi figli. È venuto al<br />
mondo con grande difficoltà e sofferenza. Alla<br />
nascita ha avuto problemi respiratori, dovuti<br />
principalmente al fatto che ha bevuto liquido<br />
amniotico nel grembo materno. Nonostante il<br />
colorito grigiastro, quasi privo di segni di vita,<br />
i medici riescono a salvargli la vita, anche se<br />
si ritrova a dover trascorrere altri due mesi in<br />
ospedale. Per Claudia è chiaro, è Dio ad averlo<br />
salvato.<br />
Marco cresce senza problemi di salute e<br />
inizia a camminare a 8 mesi! Dopo qualche<br />
tempo, sa già dire “papà”, “mamma”, “no”. Gli<br />
piacciono i lego, il suo piccolo pianoforte, ecc.<br />
Ma col tempo, Claudia si accorge che Marco ha<br />
smesso di crescere. A 3 anni, Marco non parla<br />
più; sembra piuttosto peggiorare, retrocedere,<br />
finendo per comunicare solo a gesti,<br />
cosa che preoccupa terribilmente<br />
la madre. La pediatra non<br />
sembra invece esserne turbata,<br />
quindi Claudia si rivolge a<br />
un’assistente sociale che le<br />
raccomanda uno psichiatra<br />
infantile: si tratta della luce<br />
in fondo al tunnel per questa<br />
famiglia, che finalmente inizia a<br />
ricevere delle risposte. A Marco<br />
viene diagnosticata la sindrome di<br />
Asperger, una forma di autismo. Grazie<br />
all’aiuto di uno psicologo e di un logopedista,<br />
frequentando anche, dai 5 ai 9 anni, una scuola<br />
specializzata nell’assistenza ai bambini con<br />
difficoltà, Marco fa progressi, ricominciando a<br />
parlare. Di fronte a questi grandi cambiamenti,<br />
Marco cambia scuola, iniziando finalmente la<br />
sua formazione scolastica.<br />
All’età di 12 anni, Marco esprime il desiderio<br />
di essere battezzato. Fin da piccolo, aveva<br />
sempre mostrato un certo amore per Gesù,<br />
apprezzando in particolare i film sulla Bibbia:<br />
Sansone, Giona, Mosè e il Mar Rosso, ecc.;<br />
era affascinato da questi eroi della fede. Ma<br />
sua madre pensava che fosse troppo presto e<br />
cercava di rimandare l’evento per capire come<br />
Dio si sarebbe servito di suo figlio.<br />
Marco continua il suo percorso, miracolo<br />
dopo miracolo: impara ad andare<br />
in bicicletta, a nuotare, e molte<br />
altre cose, senza bisogno<br />
di aiuti esterni. La scuola<br />
pensava che fosse tutto<br />
merito della famiglia, la<br />
famiglia pensava fosse<br />
tutto merito della scuola,<br />
per poi scoprire che Marco<br />
stava facendo tutto da solo e,<br />
Claudia lo ricorda sempre, con<br />
la grazia del Signore. Grazie a Lui, è<br />
diventato un giovane intelligente, molto<br />
educato e disponibile.<br />
Per un certo periodo di tempo, la chiesa di<br />
Delémont aveva un gruppo di studi biblici, a cui<br />
Marco partecipava con costanza. Lì sentiva di<br />
imparare tanto e Claudia era passata dall’essere<br />
una mamma preoccupata a una mamma sicura<br />
di sé, orgogliosa di suo figlio, consapevole che<br />
Dio opera nella vita dei suoi figli. Ma sentiva che<br />
Marco aveva ancora bisogno di una presenza<br />
maschile, un qualcuno che avrebbe potuto<br />
aiutarlo a parlare, ad aprirsi e a confidarsi. E<br />
Dio manda il pastore David Jennah. I due fanno<br />
amicizia e si incontrano regolarmente, cosa che<br />
rende la madre molto felice. Più tardi, scopre<br />
che Marco ha ripreso gli studi biblici con il<br />
pastore.<br />
Convinto dell’importanza del sabato, Marco<br />
conferma il suo desiderio di voler stringere<br />
un patto con il Signore. E con grande<br />
gioia della sua famiglia, il 17<br />
agosto <strong>2019</strong> Marco entra<br />
nelle acque battesimali.<br />
Quella mattina, il volto di<br />
questo timido giovane era<br />
illuminato in maniera del<br />
tutto particolare. Tutta<br />
la chiesa, commossa, ha<br />
accompagnato Marco e<br />
la sua famiglia in questa<br />
speciale cerimonia che segna<br />
un nuovo inizio nella vita di Marco,<br />
il più importante di tutti: l’inizio della<br />
sua vita nel regno di Dio, dove non ci sarà più<br />
sofferenza, né dolore, né lacrime. Marco ha una<br />
nuova identità ora, quella di figlio di Dio, la sola<br />
che conta davvero.<br />
E “se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?”.<br />
Chiedetelo a Marco e Claudia, risponderanno:<br />
niente e nessuno!<br />
AM<br />
26 27
28<br />
La mia fede:<br />
Battesimo di Stassi<br />
Mi chiamo Stassi e ho 34 anni. Ho avuto la<br />
fortuna di crescere in una chiesa avventista,<br />
uno dei tanti motivi per cui ringrazio la mia<br />
famiglia, in particolar modo mia madre.<br />
Vivere la chiesa mi ha permesso di avere delle<br />
basi solide e giuste, aiutandomi al tempo<br />
stesso a capire come dovrebbe comportarsi<br />
un buon cristiano: per me infatti, essere<br />
cristiani significa innanzitutto rispettare gli altri<br />
e rispettare quello che troviamo scritto nella<br />
Bibbia. Anche se crescere in chiesa<br />
è stato per me un privilegio,<br />
nemmeno io, come penso<br />
nessun altro giovane,<br />
sono stata risparmiata<br />
dagli attacchi di Satana:<br />
l’avversario è molto<br />
bravo nel presentare<br />
il mondo “esterno”<br />
come qualcosa<br />
di meraviglioso e<br />
luccicante, qualcosa da<br />
non farsi assolutamente<br />
scappare. Non sempre<br />
è facile dire di no a queste<br />
tentazioni, anzi, a volte sembra<br />
essere quasi impossibile resistere; e così<br />
anch’io sono caduta e a poco a poco mi sono<br />
allontanata dalla chiesa e da Dio, nonostante<br />
la fede della mia famiglia. Sono comunque<br />
grata di aver avuto la libertà di fare quello che<br />
mi sentivo di fare, nonostante alcune scelte<br />
fossero sbagliate, senza sentirmi giudicata e<br />
condannata dalle persone a cui tenevo di più al<br />
mondo: questo mi ha comunque permesso di<br />
sentirmi accettata e “a casa” con loro.<br />
Quando sono andata via di casa, il mio stile<br />
di vita si è trasformato completamente,<br />
totalmente sedotta da quanto avevo trovato<br />
fuori dal nido protettivo della chiesa. Ho<br />
conosciuto così la vita notturna e i suoi<br />
mille pericoli, l’alcol e il fumo, tutte cose che<br />
generano un comportamento aggressivo che<br />
distrugge non solo la persona in sé ma anche<br />
coloro che la circondano e che provano ad<br />
aiutarla.<br />
Nonostante la vita che conducevo, ho<br />
continuato a credere nell’esistenza<br />
di un Dio, che sentivo<br />
sempre al mio fianco:<br />
sono sicura che è stato<br />
grazie al Suo intervento<br />
che alcune situazioni<br />
pericolose, come il<br />
girare ad altissima<br />
velocità credendosi<br />
immortali, non si sono<br />
trasformate in tragedia.<br />
Anche se mi ero allontanata<br />
volontariamente da Lui, lo<br />
sentivo vicino a me, sentivo che<br />
mi accompagnava, sentivo la Sua<br />
mano intervenire nella mia vita: lo vedevo<br />
risolvere situazioni impossibili, invitarmi a<br />
mantenere la calma in momenti difficili, fermare<br />
miracolosamente la macchina per evitare uno<br />
schianto disastroso.<br />
Per qualche tempo sono andata avanti con<br />
questa vita ma in realtà ho sempre saputo<br />
che non mi apparteneva, che qualcosa<br />
doveva cambiare. Nonostante mio fratello<br />
e Alessandro, che all’epoca era solo il mio<br />
ragazzo, nonostante la presenza della mia<br />
migliore amica e del mio solito gruppetto,<br />
sentivo che mi mancava qualcosa. Parlavo<br />
spesso con mia mamma, una donna che è<br />
sempre stata sincera con me; imperterrita,<br />
senza mai perdere la fede, mi ricordava<br />
sempre dell’inizio del sabato, invitandomi<br />
anche ad andare in chiesa con lei. Questa<br />
sua caratteristica è stata fondamentale per il<br />
mio rientro in chiesa: è sempre stata sincera<br />
nel dirmi le cose senza però mai diventare<br />
invadente o farmi sentire sbagliata; si è presa<br />
cura di me e del mio cuore, facendomi sentire<br />
accolta e amata, cosa che troppo spesso diamo<br />
per scontata con i nostri giovani.<br />
Dopo essermi allontanata dal Signore ero<br />
diventata una ragazza ansiosa, volevo risolvere<br />
tutti i problemi da sola senza ovviamente<br />
riuscirci e mi rifugiavo nella scienza e nella<br />
psicologia per cercare le risposte a tutti i miei<br />
perché. Ma quelle agognate risposte le ho<br />
trovate solo qui, nel sacrificio di Gesù, nel Suo<br />
perdono, nella speranza della vita eterna.<br />
Serve coraggio per accettare il perdono totale<br />
del Signore, serve una grande forza interiore<br />
per credere che a prescindere da quanto<br />
grandi possano essere stati i nostri sbagli, il<br />
nostro Creatore ci ama di un amore perfetto<br />
e indistruttibile. Leggendo la Sua Parola e<br />
conoscendo Gesù scopriamo anche quello che<br />
richiede da noi: fede e amore, nient’altro.<br />
Nel Signore ho trovato una pace che non avevo<br />
mai conosciuto prima d’ora, una pace che mi<br />
ha anche permesso di diventare la persona che<br />
sono oggi.<br />
Ringrazio la mia famiglia che non ha mai<br />
smesso di pregare, che non mi ha mai fatta<br />
sentire indegna di questo grande dono;<br />
ringrazio il pastore Matthias Maag che mi ha<br />
accompagnato per quasi due anni nel percorso<br />
degli studi biblici; e infine ringrazio il Signore,<br />
che mi ha dato il coraggio di seguirlo e di<br />
essere qui e che adesso mi chiama a provare a<br />
fare la differenza nella vita di chi mi circonda.<br />
AM<br />
La scelta di Jenny:<br />
battesimo a Losone<br />
Durante un sabato soleggiato, la<br />
chiesa di Losone ha avuto il piacere di<br />
assistere al battesimo di una cara amica,<br />
Jenny Mainardi. Numerosi fratelli di<br />
chiesa, tra cui molti direttamente dalla<br />
chiesa di Lugano, erano presenti, per<br />
accompagnare Jenny in questa scelta,<br />
in occasione di quella che è stata una<br />
cerimonia solenne ma festiva al tempo<br />
stesso. Jenny viene dalla Slesia (Germania)<br />
da dove è scappata insieme alla sua<br />
famiglia. È diventata svizzera sposando un<br />
ticinese, da cui ha avuto due figli, per poi<br />
diventare nonna di tre nipoti. Durante la<br />
cerimonia, il sermone del pastore Matthias<br />
Maag ha toccato il cuore di tutti i presenti.<br />
L’assemblea si è preparata all’inizio della<br />
nuova settimana proprio con questo<br />
messaggio pieno di amore e questo<br />
momento di affetto reciproco.<br />
Ci congratuliamo con Jenny per aver scelto<br />
di seguire il Signore e le auguriamo un<br />
cammino pieno di fede.<br />
Conni Henck<br />
Membro della chiesa avventista di<br />
Losone<br />
29
Un sabato in natura,<br />
un memoriale della creazione<br />
Mattia Benini, nuovo Direttore generale della<br />
clinica La Lignière SA, a partire da 2020<br />
Gli avventisti del settimo giorno sono molto<br />
legati al sabato: fa parte del loro nome, della<br />
loro identità, del loro “DNA”.<br />
È bello immaginare che ogni sabato, milioni<br />
di persone in tutto il mondo si ritrovano per<br />
incontrare il loro Dio, sia in chiesa, sia con<br />
gli amici in piccoli gruppi, o nell’intimità delle<br />
proprie case, anche attraverso la visione di<br />
un culto in streaming, ecc. Ci sono molti modi<br />
di vivere il sabato, anche se Dio ci dà qualche<br />
dritta per beneficiare al meglio di questo giorno<br />
(Genesi 2, Isaia 53, ecc.).<br />
Ma dobbiamo ammettere che ci sono sabati più<br />
belli di altri, ancora più autentici, come quelli<br />
trascorsi in mezzo alla natura.<br />
Infatti, il sabato ci ricorda la creazione: “Il<br />
settimo giorno, Dio compì l’opera che aveva<br />
fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta<br />
l’opera che aveva fatta. Dio benedisse il settimo<br />
giorno e lo santificò, perché in esso Dio si<br />
riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta”<br />
(Genesi 2:2-3).<br />
Il sabato ci ricorda che Dio ha creato delle cose<br />
belle: il cielo, le montagne, i fiumi, gli uccelli, i<br />
fiori, ecc.<br />
E quale modo migliore per celebrare il Creatore<br />
se non in mezzo alla Sua creazione? Questo<br />
è ciò che la chiesa lusofona di Losanna ha<br />
vissuto nelle ultime settimane, sulle rive del<br />
lago Tseuzier. Questo magnifico scenario ha<br />
portato pace e riposo ai cuori e alle menti di<br />
tutti i partecipanti. È il potere di Dio attraverso<br />
la natura: portare la pace nei cuori turbati,<br />
riempire l’anima di vera bellezza.<br />
Il sabato è un dono della grazia; ci trasmette<br />
quello che il Signore ha creato. Oltre alla natura,<br />
ha creato l’essere umano, i nostri fratelli e<br />
sorelle, eredi della Parola e della vita eterna<br />
in Gesù. Non importa dove ti trovi, è bello<br />
festeggiare. Sì, Dio è degno delle nostre lodi!<br />
Eunice Goi<br />
Membro della chiesa avventista Lusofona<br />
di Losanna<br />
Il Consiglio di Amministrazione di Lignière<br />
Holding SA ha nominato Mattia Benini come<br />
nuovo Direttore generale della Clinica “La<br />
Lignière” e delle sue entità consorelle, a partire<br />
dal 1° febbraio 2020. Prenderà il posto di<br />
Nicolas Walther, che rimarrà in carica fino al 31<br />
gennaio 2020. Questo periodo di transizione,<br />
così come il profilo del nuovo direttore,<br />
garantiranno la continuità nella strategia di<br />
La Lignière e nello sviluppo di partenariati<br />
regionali, nazionali e internazionali.<br />
Con una formazione in teologia e<br />
una laurea in Ingegneria dei<br />
Processi Gestionali, nel marzo<br />
2017 Mattia Benini è stato<br />
nominato responsabile<br />
operativo presso la<br />
Clinica La Lignière SA,<br />
del Centro Medico &<br />
Terapeutico La Lignière<br />
SA e del Centro di<br />
Salute La Lignière SA.<br />
Come tale, gestisce tutti i<br />
servizi interfunzionali quali<br />
amministrazione, alloggio<br />
e reception, manutenzione<br />
e lavori, logistica e sicurezza,<br />
informatica e ammissione dei pazienti. In<br />
qualità di membro del Comitato Direttivo,<br />
Benini lavora a stretto contatto con la Direzione<br />
Generale su tutti i progetti trasversali, pur<br />
essendo coinvolto nei progetti strategici di La<br />
Lignière.<br />
Il Comitato di Ricerca e Selezione,<br />
appositamente istituito dal Consiglio di<br />
Amministrazione di La Lignière Holding SA, ha<br />
privilegiato una candidatura con un approccio<br />
partecipativo, trasversale e interdisciplinare. Il<br />
Consiglio di Amministrazione desidera inoltre<br />
sottolineare le conoscenze tecniche e pratiche<br />
che Mattia Benini ha sviluppato e messo in<br />
campo a La Lignière sin dal suo arrivo. Il nuovo<br />
direttore è stato scelto per le sue capacità<br />
umane e sociali, per il suo profondo senso del<br />
valore e per il suo impegno.<br />
“Il fatto di essere giovane, visionario, dinamico<br />
e di amare il lavoro di squadra, sono tutti dei<br />
punti a favore per guidare la nostra istituzione<br />
in un sistema sanitario sempre più complesso”,<br />
ha affermato Mario Brito, Presidente<br />
del Consiglio di Amministrazione.<br />
Nicolas Walther rimarrà<br />
Direttore generale della<br />
Clinica La Lignière e delle<br />
sue entità consorelle<br />
fino al 31 gennaio<br />
2020. Potrà così<br />
trasmettere a Mattia<br />
Benini tutti i compiti<br />
gestionali, coinvolgendolo<br />
gradualmente nei vari<br />
progetti in corso. Il Consiglio<br />
di amministrazione è convinto<br />
delle grandi capacità e del potenziale<br />
di Mattia Benini, con lo scopo di garantire<br />
continuità nella strategia attuata a livello di<br />
clinica, ambulatorio e centro sanitario e nello<br />
sviluppo di collaborazioni a livello di regione<br />
e di cantone, ma anche internazionali, come<br />
quelle instaurate negli ultimi anni.<br />
Clinica La Lignière<br />
Comunicato stampa<br />
Gland, 26 settembre <strong>2019</strong><br />
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