Marguareis - Sulle tracce dei certosini

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l c o cca 

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ph: D. Cantamessa 

Il massiccio del Marguareis sembra fatto 

apposta per essere attraversato, esplorato, 

percorso a piedi e in bicicletta! 

a piedi 

e in bicicletta 

Il Giro del Marguareis permette agli escursionisti a piedi di 

circumnavigare le vette più alte dell’altopiano carsico, tutte raggiungibili 

anche dai non alpinisti. Una fitta rete di comodi sentieri conduce ai 

colli in quota e a rifugi sempre accoglienti, che consentono di spezzare 

il trekking in tappe alla portata di tutti e di assaporare una frugale 

notte in montagna. Panorami aperti e dolci pendii, rocce bianche e 

praterie multicolori, profili arrotondati e scenari ariosi: le montagne del 

Parco sono fatte per la gioia del camminare, senza l’affanno della 

difficoltà tecnica. In primavera o in autunno, quando le prime nevi 

sconsigliano di avventurarsi in quota, il trekking dell’Alto Tanaro 

Tour conduce alla scoperta dei due versanti della Valle Tanaro, fra 

boschi e antiche frazioni abbandonate, mentre la Via delle Borgate in 

Val Pesio permette un’affascinante immersione lunga una giornata nel 

passato recente della tramontata civiltà alpina. 

Per gli appassionati della bici da montagna la strada militare Limone- 

Monesi, l’itinerario del Passo del Duca e la Balconata d’Ormea 

sono altrettante classiche imperdibili. I più ardimentosi possono cimentarsi 

nell’impegnativo percorso transfrontaliero del Tour dei Forti, un modo 

per rivisitare pacificamente il confine conteso fra Italia e Francia, 

scoprendo le bellezze dell’appartata Valle Roya. 

La più bella strada bianca 

d’Europa 

La sterrata militare Limone-Monesi, sospesa fra il Mediterraneo 

e le vette pallide delle Alpi Liguri, è un capolavoro di ingegneria che 

unisce il Colle di Tenda a Monesi in Liguria correndo per 40 chilometri 

a quote comprese fra i 1800 e i 2300 metri. Sottoposta negli ultimi 

anni a interventi di ripristino e manutenzione, attraversa tre regioni, 

due province e dieci comuni tra Francia e Italia. I ciclisti più allenati 

possono percorrerla in giornata, altrimenti conviene fare tappa 

lungo il tracciato (ad esempio al rifugio Don Barbera). Un’opzione 

scelta da molti è quella di partire da Limone Piemonte e di continuare 

il viaggio fino al mare, itinerario conosciuto come “l’Alta via del 

Sale”: il pernottamento in questo caso è d’obbligo, per immergersi 

ancor meglio nella natura e nell’atmosfera unica all’incontro fra l’aria 

sottile delle montagne e i profumi della riviera. 

La recente realizzazione della Ciclovia del Duca, che assicura il 

raccordo tra la Limone-Monesi e l’alta Valle Pesio, offre l’opportunità 

di compiere uno spettacolare anello Limone-Colle di Tenda-Capanna 

Morgantini-Passo del Duca-Chiusa di Pesio-Boves-Limone. 

La rete Natura 2000 

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione 

Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di 

una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, 

istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire 

il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle 

specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. 

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse 

Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo 

quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono 

successivamente designati quali Zone Speciali di 

Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di 

Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 

2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli 

uccelli selvatici. 

ph: E. Chiecchio ph: Archivio Panzera 

01 

R é f r 

C. de Dore 

1371 

2127 

C. Piana 

C.tto Mirauda 

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1366 

C. d’Arpese 

T.ta delle Gore 

2028 

2086 

C. della Perla 

S e 

c 

P.ta Mirauda 

M. Jurin 

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C. della Fascia 

C. Malaberga 

2312 

2386 

C. Ciaudon 

C. Boaria 

2102 

L e 

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R 

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v e n 

Pis del Pesio 

T. Baban 

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d e l l ’ O 

03 

04 

Capanna 

Morgantini 

2237 

2219 

C. Piana 

di Malaberga 

M. Corni 

996 

Rocche Nuvolente 

P.ta Besimauda 

B.ta Barril 

1450 

2231 

Sella Morteis 

T. Mauri T. Baudinet 

meraviglie 

San Bartolomeo 

C. Pravine 

752 

1634 

T.to Ciacioni 

T. Crovera 

del Marguareis 

T.to Rumiano 

Bric Costa Rossa 

2404 

Gias Pittè Sottano 

C.na San Michele 

C. La Motta 

2285 

C.na San Paolo 

Certosa di Pesio 

Cuore del deserto certosino, la Certosa di Santa Maria sorge in alta 

Valle Pesio, a 860 metri sul livello del mare. Fondata nel 1173, ha 

ospitato per secoli una fervente comunità di uomini solitari, animata 

dalla fede e dal lavoro. I padri meditavano e pregavano nelle loro celle 

silenziose e nell’appartata ombra del chiostro, i fratelli conversi si 

occupavano delle questioni materiali, amministrando con efficienza 

grange, boschi e terreni a partire dalla vicina Correria – difendendo i 

padri dal rumore del mondo. Oggi è un luogo di spiritualità missionaria, 

visitabile nelle sue parti più nascoste su richiesta. 

02 

ph: M. Fissore 

Pian delle Gorre 

Un’isola di verde e azzurro nel mare increspato e scuro dell’abetina: 

questo è la radura di Pian delle Gorre nella bella stagione. Le nevicate 

la trasformano in un angolo incantato di Grande Nord. Posto al fondo 

della Valle Pesio, punto di partenza di alcune delle più famose escursioni 

e accogliente area attrezzata per ospitare allegre merende, il magico 

prato ondulato è chiuso dalle vette calcaree che fanno da spartiacque 

con le valli Vermenagna ed Ellero. Ne vegliano l’accesso le severe punte 

Mirauda e Bartivolera, lo anima in ogni stagione il Rifugio del Parco. 

03 

Pis del Pesio 

Un salto d’acqua di oltre venti metri che sgorga direttamente dalla 

roccia: è la spettacolare origine del torrente Pesio. Meravigliosa ed 

effimera, la cascata è visibile solo per alcune settimane l'anno, quando 

il disgelo o le piogge stagionali saturano la montagna fino a farne 

scaturire fuori con impeto l’acqua in eccesso. Durante gli altri periodi 

dell’anno, il torrente è alimentato da una meno appariscente sorgente 

perenne alla base della parete, che svela l’antica alleanza fra roccia 

e acqua: la pioggia modella il calcare, che la assorbe e inghiotte prima 

di restituirla al sole. 

V a l 

M. Alpetta 

1925 

Bric 

Campanino 

2256 

C. Pepino 

2344 

V a l 

V 

. n 

C. Pittè 

Crest 

1852 

C. de Bosélia 

1374 

1780 

Granges des 

Lamentargue 

1271 

Gr.ge des Féné 

Gr.ges Stourze 

1068 

Gr.ges Taillapan 

V A L 

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2175 

V A L 

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E N A G 

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l o n d e C h a o u r é 

l o n d e C a r v a i l l o n 

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V a l l o n 

V E R M 

i o v 

C. del Becco 

2300 

M. Bergioin 

2188 

1679 

C. des Larderes 

1544 

2155 

Gias della Perla 

1914 

Gias sottano 

del Colle 

Gias soprano 

del Colle 

sottano 

1660 

2491 

Gr.ges du Pont Riche 

1 1002 2 

965 

Gr.ges du Pont Pauvre 

R O Y 

2060 

y 

P.ta Labiaia 

Mirauda 

C. de Malabergue 

2188 

C. du Pinet 

1480 

e 

P 

Baisse de 

la Crocette 

Sito archeologico 

1677 

1420 

Col Linaire 

s 

i 

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01 

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P e 

02 

Castel Frippi 

C. del Prel 

1881 

C. de L’Evèque 

2241 

L e 

v e n 

Cascata 

del Saut 

Un pezzo di Luna precipitato sulla Terra: ci sentiamo C. du Loup 

1636 un po’ tutti 

e M e 

o n e 

748 

1268 

1971 

Osservatorio 

P.ta Melasso soprano faunistico 

2076 

1912 

Canavere 

Gias Vaccarile 

n 

e 

V 

Gr.ge de M. Long 

1403 

A 

u r g i 

d e l 

a 

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d e l l a 

Legenda 

a n 

V . n d ’ A r m a c r e u 

n i 

o n 

P e 

S a 

e d i C o 

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Gr.ge Cragnou 

1271 

o r a 

e 

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V a l 

s t a 

B 

o a 

l o n e 

r i a 

Strada statale C. Aurusi 

2054 

S. provinciale 

S. secondaria 

S. sterrata 

Sentiero 

S. chiusa al traffico 

S. ad accesso 

regolamentato 

Comune 

Località 

919 

CimaGrange de la Pia 

Colle 

Giro del Marguareis 

0 km 

ph: Archivio APAM 

V a l l o n d e 

V a l l o n 

d e V a 

R o u é o u 

La Brigue 

04 

l l e 

f r e g g i a 

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P r 

R o s s a 

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V a l l o n 

a 

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Gias dell’Ortica 

d e 

i 

n 

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V a l 

V a l l o n 

l l o n e M 

Gr.ge de la Varne 

1323 

V 

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B a r a c o n 

V a 

l o 

V a l m a u r i n a 

l 

V a 

l 

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B.ta Oy 

Certosa 

di Pesio 

843 

Villaggio 

Madonna d’Ardua 

C o n 

scala 1:140.000 

V a l l o n 

V . n d ’ U g ail 

d e l a S 

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B 

d e 

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V a l l o n 

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l 

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o 

e C 

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Gias Fontana 

Gias degli Arpi 

c a 

o n 

e 

n 

i n 

r a v 

a 

P i 

R u m i a n o 

a 

z a 

e 

P 

o 

i 

s 

C. dei Signori 

2112 

C. de Sènèca 

2138 

C. d’Veleg 

M. Noir 

1400 

C. di Pertegà 

M. Bertrand 

2482 

Punta Bartivolera 

2402 

C. di Selle Vecchie 

2099 

Colla Rossa 

2172 

08 

C. de la Male 

1580 

Cappella 

Sant’Erim 

P. di Flamalgal 

2178 

C. Missun 

C. Pigna 

1751 

Gias Mascarone 

C. Gardiola 

A s i n i 

C. Cars 

2035 

C. di Serpentera 

G i a i r e t t o 

C. Piastra 

N i v o r i n a 

C o r v o 

V a 

C a v a l l o 

M a c i a p 

06 

S o r i e 

P. Basera 

2041 

e 

V a 

z e 

e 

E 

o 

E l l 

r a 

r 

Colletto delle 

Rocche di Serpentera 

2206 

2200 

M. Saccarello 

C i a p p a 

B a n c a 

U o m o M o r 

B a 

o 

C. del Caplet 

1958 

P i a n d e 

v e r a 

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T a 

i a n d ’ O 

P 

s 

F r a 

r e 

C a p a n n e 

j a 

l L u p o 

n a r e l l o 

P r a 

M o n a g 

t o 

s i n e 

S 

N . 

07 

l i e 

P i g n a t t a 

l ’ 

d e l 

r o 

1627 

C. delle Salse 

E l l e 

I n f e r n o 

. G 

P. della Colletta 

1611 

M. Grosso 

B. Scravaglion 

C u 

P. del Lagarè 

1746 

r a t o 

r a 

1690 

Colla Rossa 

Passo del Duca 

Stazione botanica 

1989 

C. BICKNELL 

Rifugio 

P. di Sestrera 

L. delle Moie 

2052 

Mondovì 

1147 

Porta Sestrera 

T.ta del Duca 

1761 

Rifugio 2228 

Sorgenti 

1970 

dell’Ellero 

Garelli 

Gias Soprano 

Pis 

Abisso Scarason del Marguareis 

L. Biecai 

dell’Ellero 

Stazione botanica 

2135 

D. RE 

Laghetto del Marguareis 

2355 

C. Scarason Castello delle Aquile 

Porta Marguareis 

C. delle Saline 

2298 

2302 

2513 C. dei Genovesi 05 

L. Ratavuloira 

P.so Scarason 

2580 

C. dei Savonesi 

2612 

2661 

2488 

C. Marguareis 

C. Palù 

2448 

2486 

C. dei Torinesi 

C. Pian Ballaur 

d e l l 

o n d e M a l a 


l e 

t 

o 

V 

d 

n 

e 

e T i g l i e t 

V A L L E 

Orsaire 

1322 

I O 

P E S 

t t é 

2256 

920 

e C a r s e n 

b e 

r 

g 

u 

e 

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V . n e 

e 

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V 

V a l l o n d e B 

680 

Bergerie de 

Chambeuil 

1616 

Fiolera 

T. Fuggin 

Gias Baus d’Lula 

B.ta Biroe 

Gias Pari di mezzo 

Gias Pari soprano 

Gias 

della Costa 

Gias Mascarone 

Sottano 

1957 

Gias Madonna 

1652 

Gias Pian del Creus 

Rifugio 

Villa Soche 

Bergerie 

de la Mule 

1667 

1890 

Gias d’la Crösa 

2219 

Gias Soprano 

di Serpentera 

C. Serpentera 

2305 

1858 

Rocca di Ferà 

2248 

s s a 

M. Castello 

e 

V.n 

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f e r n o 

n e 

S a l i 

t o 

S a g n a s s o 

C. Bauzano 

1949 

I n 

1656 

Margh. Panizzi 

1881 

Punta S. Maria Margh. Violetto 

1729 

2138 

Margh. Soprana 

di Tanarello 

Rifugio 

SANREMO 2054 

M. Cimanasso 

T 

Bric 

Baracco 

M o g l i e 

o r 

L.to Mondolè 

C o l l e t t a 

r 

M o n e g h e 

B a n d 

n d 

L. delle Scalette 

B e l 

i B a r a c c o 

e n t e 

1549 

Colla Bassa 

d e 

i t a 

l 

V e g 

l 

S e p a e 

S c a 

i n o 

N 

l i e 

l e t t e 

P. Scalette 

1950 

M. Mondolè 

2097 

Colletta Seirasso 

s o 

i o 

Rabb 

e g 

B r a c c o 

P. del Cavallo 

2239 

C. Garlenda 

M. Frontè 

Rocche Seirasso 

C. Seirasso 

r o n 

P i n i e l l a 

G 

g n a 

T a 

M 

i o v a 

e 

a 

u 

a 

M e r e 

c c h i n i 

2239 

C. Brignola-Seirasso 

Pizzo Rodolfo 

1518 

C. Omo dell’Alpetta 

2034 

C. delle Colme 

2355 

U o m o M o r 

Barchei 

Gr.ges d’Amarine 

Margh. Binda 

1615 

Gr.ge 

1227 

P.te di 

1180 

Valcona Sottana Tanarello 

1042 

1406 

Col de Tuana 

C. Farenga 

1404 

Morignole 

958 2209 

Valcona Soprana 

Briga Alta 

Castel Vecchio 

1237 

P. della Porta 

C. Ventosa 

1823 Piaggia 

C. Volpaira 

1309 

2137 

1452 

Bergerie de Corou 

P. di Tanarello 

Monesi di Mendatica 

1506 

2046 

1300 

M 

o 

M a ï n a 

V a l l o n d e l a 

t a 

Rifugio del Parco 

Pian delle Gorre 

Struttura del Parco 

Gr.ges de Pouchin 

Rifugio 1493del Parco 

Rifugio/Posto Réfrei tappa 

1444 

Rif./Bivacco non gestito 

Edificio religioso 

Fortificazione 

Stazione sciistica 

Area Parco 

Area contigua 

Area ZSC/ZPS 

Alpeggio 

Conca delle Carsene 

3 

4 

a r 

A m 

o n d 

V a l l 

e 

i n 

1032 

r d o 

M a r n e 

r i g n o l e 

Notre Dame 

de Fontaine 

Vigna 

Pian 

delle Gorre 

Parco 

d e l S a l t o 

d e 

S è n è 

Berg. de Seneca 

1741 

a c h i a t 

Casotto sorveglianza 

d’Ardua 

o n 

V a 

V 

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l o n e 

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V a l 

V a 

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G a m b e 

l o n e 

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V a 

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l l o 

V a l l o 

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P o r c h e r o t 

n e d e i 

e C a v 

V . n e V a l a n g a d e 

M a r g u a r e i s 

d e 

V 

c a 

a l 

n e d 

2538 

2220 

C. Palù 

C. de la Galine 

naturale 

2400 

2079 


Don Barbera 

Celle di Carnino 

Bosco delle Navette 

Craviola 

1204 

Bens 

1076 

e t 

e 

M 

V a l l o n e d i 

e l 

F 

u n 

t a 

i F r a t i 

V 

a 

l C 

a 

V . 

Les Fraches 

1322 

e l 

. 

V 

n e 

u 

r 

a v a 

l l o 

Case Nivorina 

M. Tanarello 

2094 

1795 

Gias bassi 

di Pontetto 

822 

876 

Chiusa di Pesio 

C. Biule 

566 Baracco 

T. Capperoni 

C. Fornelli 

Bric Perrino 

1332 

Sant’Anna 

1181 

Castello 

Colle Fornelli di Mirabello 

1238 

Monte Fallonio Rastello 

830 

1601 

1895 

Gias alti 

di Pontetto 

Cappella 

Madonna 

della Neve 

del Marguareis 

2380 

u p 

t r o 

e S 

n d 

l o 

V a l 


Sestrera Sottano 


cosmonauti quando mettiamo piede per la prima volta sull’orlo della 

Conca delle Carsene, uno degli angoli più appartati e suggestivi del 

Parco. Roccia bianca, suolo arido, crateri, silenzio: qui il calcare, levigato 

dall’azione glaciale e dalle intemperie, incanta con una pallida 

superficie tormentata, dove si aprono faglie, fratture, pozzi, inghiottitoi 

e doline di varie dimensioni. 

Molte sono le grotte presenti, alcune sprofondano per centinaia di 

metri e sono percorribili per chilometri da speleologi esperti. 

5 

T u a n 

a 

V a l l o 

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S . B r u n o 

n i n 

n d e C 

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B e v 

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A R 

d i 

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E A 

r a v i o l a 

ph: Archivio APAM 

05 

U p e 

V a 

g a 

Rifugio 

Comino 

Capanna 

Saracco Volante 

l l o n 

C O N 

e d i 

t i n a 

Montefallonio 

e A r g e n 

C a r n i 

E R O 

V . E L L 

2045 

1745 

C. Durand 

2092 

2085 

2016 

P. di Collardente 

Rocca Rossa P. di Garlenda 

1605 

Colle di 

1805 

Garezzo 

Marguareis 

1771 

Verdeggia Rocca Barbone 

1105 

1629 

Punta Marguareis è il cuore del massiccio calcareo, simbolo del Parco 

V a l l 

T I G U 

2217 

2579 2377 

Gias delle Saline 

A 

n o 

Foresteria 

di Carnino 

V . 

Upega 

1297 

Prea 

C.na Colombo 

Carnino 

Sup. 

1397 1370 

Inf. 

T 

Gias 

Colletta 

Il Castellazzo 

1620 

900 

Gias 

Bellino 

Gias Pra Canton 

1764 

Rifugio 

Ciarlo-Bossi 

A 

1376 

Monesi 

di Triora 

Villa di Caccia 

di ”Mombrisone” 

Sede PARCO 

Collezione M. Pellegrino 

Centro per la Biodiversità 

Giardino fitoalimurgico 

Sito arch. La Roccarina 

1741 

V a l l e 

N 

2436 

C. di Pian Cavallo 

C. Cantalupo 

1896 

1892 

2152 

2382 

1890 

Gias Gruppetti 

d e 

l l a 

1310 

F u s e 

2143 

2181 

1300 

A R O 

Grangia del Castlà 

Artesina Sant’Anna 

Rifugio 

La Balma 

L. Brignola 

1520 

Rifugio 

Mongioie 

1593 Margh. 

Garlenda 

e vetta più alta delle Alpi Liguri. Rivolgendo lo sguardo verso sud, la 

sommità arrotondata è un balcone affacciato su una dolce fuga di 

pendii verdi e intrisi di luce che digradano verso il mare. Ma basta 

voltare le spalle perché si spalanchi ai piedi dell’escursionista la severa 

vertigine del roccioso versante nord, inciso dai canali ingombri di neve 

fino a tarda primavera. Il Marguareis è anche una montagna “cava”, 

che cela un labirinto sotterraneo che richiama ogni anno moltissimi 

esploratori da tutto il mondo. 

1883 

n a rel l o 

ph: B. Vigna ph: N. Villani ph: P. Bolla 

Viozene 

08 

Bosco delle Navette 

Se sei un gallo forcello, il bosco delle Navette è qualcosa di simile a 

un piccolo paradiso: un tappeto di mirtilli e rododendri all’ombra di 

uno dei boschi di larice più belli ed estesi delle Alpi Occidentali. 

Ma nemmeno gli escursionisti sono immuni al fascino degli alberi delle 

“Navette”: un tempo utilizzati per costruire barche e navi nella vicina 

costa ligure, oggi fanno parte del Parco e ne incantano i visitatori, 

vestendosi di morbidi aghi verde brillante in primavera e incendiando 

di colore la testata della Val Tanaro d’autunno. 

07 

Carnino 

Chi ci crederebbe oggi che questo minuscolo villaggio situato in un 

diverticolo laterale dell’alta Val Tanaro fosse nel Medioevo un importante 

snodo commerciale? Eppure fra queste case in pietra pare passasse il 

tracciato di una delle vie marenche su cui viaggiavano il sale e altri 

prodotti fra il mare e la pianura. Al riparo dei tetti in paglia di segale 

vivevano famiglie intere in equilibrio sull’alpe, fra pastorizia, prodotti 

della terra ed emigrazione stagionale. Oggi Carnino e la sua foresteria 

offrono accoglienza a chi è di passaggio o in cerca di tranquillità. 

06 

V a 

l l e 

P u n 

r i a 

t a S . M a 

Carsena del Pas 

” 

Non prendete nulla, 

tranne foto. 

Non lasciate nulla, 

tranne impronte. 

Non portate via nulla, 

tranne ricordi. 

Una conca ondulata come un placido mare in bottiglia. Sulle rive, il 

riverbero della Capanna scientifica Saracco-Volante. Prati verdi e rocce 

chiare, attraversate da un piccolo corso d’acqua che… sparisce 

improvvisamente, inghiottito da una nera voragine che si apre proprio 

al centro della scena. È la Carsena del Pas, l’ingresso più famoso del 

complesso carsico di Piaggiabella: al suo limitare, una persistente 

corrente d’aria fredda sembra mettere in guardia dall’avventurarsi 

nell’oscuro labirinto… o forse è solo un invito a fare un passo oltre 

l’orlo dell’abisso. 

Le strutture del Parco 

Sedi, musei, centri visita e interpretazione 

Chiusa di Pesio, sede operativa 

Via Sant’Anna 34, tel. +39 0171 976865 

info@parcoalpimarittime.it, www.parcomarguareis.it 

Chiusa di Pesio, casotto di sorveglianza d’Ardua 

località villaggio Madonna d’Ardua 

Chiusa di Pesio, sito archeodidattico “La Roccarina” e 

Grangia del Castlà, presso sede Parco 

Chiusa di Pesio, osservatorio faunistico, località Canavere 

Chiusa di Pesio, Collezione fotografica Michele Pellegrino 

A seguito del restauro dell’antica segheria dell’Opera Pia Parroci, l’Ente 

Parco ha allestito, nei pressi della sede di Chiusa di Pesio, un museo 

fotografico che, attraverso 300 immagini in bianco e nero realizzate e 

sviluppate personalmente in camera oscura dal fotografo chiusano 

Michele Pellegrino (1934), tratta principalmente il tema della montagna 

con un’attenta analisi dell’ambiente, del paesaggio, dell’architettura 

e dei suoi abitanti. 

Chiusa di Pesio, Centro Regionale 

per la Biodiversità Vegetale“Emile Burnat” 

Il Centro di Referenza Regionale per la Biodiversità Vegetale (CBV), ha 

come obiettivi la conservazione della ricchezza botanica piemontese, 

il censimento e monitoraggio scientifico delle specie vegetali, 

l'approfondimento e l'aggiornamento delle conoscenze floristiche 

relative all’intero territorio delle Alpi Liguri e Marittime. 

Parte integrante del CBV sono le stazioni botaniche ”Bicknell” e ”Re”, 

in alta Valle Pesio, il giardino botanico Valderia a Terme di Valdieri (Valle 

Gesso) insieme al giardino fitoalimurgico “Oreste Mattirolo”, situato 

sul tetto della "Sala Incontri" del Parco: uno speciale ”orto” suddiviso 

in aiuole tematiche, in cui sono ospitate oltre 80 specie vegetali 

spontanee di interesse alimentare. 

Completa il CBV la Banca del Germoplasma vegetale della flora 

autoctona, che opera per la conservazione in celle climatizzate dei semi 

della flora spontanea, con particolare interesse per il settore alpino sud 

occidentale e per le specie vegetali rare e/o minacciate. 

Strutture ricettive 

Briga Alta (Valle Tanaro), Rifugio Don Barbera 

tel. +39 0174 086157, apertura estiva 

Briga Alta (Valle Tanaro), 

Foresteria di Carnino (rifugio escursionistico) 

tel. +39 0174 086108, apertura estiva 

Chiusa di Pesio (Valle Pesio), Rifugio Pian delle Gorre 

tel. +39 0171 738077 

Chiusa di Pesio (Valle Pesio), Rifugio Sestrera Sottano 

non gestito, ritiro chiavi presso Rifugio Pian delle Gorre 

Sentieri autoguidati 

Sentiero arte natura Certosa - Gorre (Valle Pesio) 

Sentiero natura Carnino (Valle Tanaro) 

Geotour de Marguareis (Valli Pesio e Tanaro) 

Come si arriva 

Per raggiungere il Sud del Piemonte gli aeroporti più vicini sono quelli 

di Torino (aeroportotorino.it) e Nizza (nice.aeroport.fr). 

I collegamenti ferroviari (trenitalia.com) permettono di arrivare a Cuneo 

e Mondovì con le linee Torino-Cuneo-(Ventimiglia) e Torino-Savona. 

Le Autolinee Valle Pesio (+39 0171 734496, savgroup.it) coprono la 

tratta Cuneo-Chiusa di Pesio (corse per la Certosa in periodo estivo), 

l’ATI assicura il servizio da Mondovì a Chiusa di Pesio (+39 0171 

478811, buscompany.it). 

Tutto l’anno è attivo un servizio taxi dalle stazioni ferroviarie di Cuneo 

(+39 0171 692113) e di Mondovì (+39 0174 339040). 

Con mezzo privato, Chiusa di Pesio è raggiungibile dalle uscite di Carrù 

e Mondovì dell’Autostrada A6 Torino-Savona, percorrendo una distanza 

di poco superiore ai 20 km. Con altri 9 km lungo la Strada Provinciale 

42 si arriva a Certosa di Pesio e quindi a Pian delle Gorre (3 km da 

Certosa), ultimo punto di attestazione veicolare. 

Per salire in alta Valle Tanaro, da Ceva (casello Autostrada A6 Torino- 

Savona) si segue la Strada Statale 28 fino a Ponte di Nava (41 km), 

proseguendo poi lungo la Provinciale per Viozene-Carnino-Upega (10- 

17 km); Ponte di Nava è raggiungibile anche da Imperia (casello 

Autostrada dei Fiori A10 Genova-Ventimiglia) con percorso lungo la 

Statale 28 (38 km). 

CUNEO 

Parco naturale 

Alpi Marittime 

Parc national 

Mercantour 

Savigliano 

Fossano 



COLLE DI TENDA 

VENTIMIGLIA 

Mondovì 

TORINO 

NIZZA 

IMPERIA 

GENOVA 

Albenga 

Savona

design&cartografia www.diegoviada.com e www.areagrafica.it – stampa Jollygraph, Villanova Mondovì – 02_2020 

LE AREE PROTETTE DELLE ALPI MARITTIME 

L’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, creato dalla Regione 

Piemonte nel 2016, coordina le attività di due Parchi e otto Riserve naturali, 

che nell’insieme occupano una superficie di circa 40.000 ettari all’interno di 

diciassette Comuni. Ne fanno parte: 

Parco naturale Alpi Marittime 

Comuni: Aisone, Entracque, Roaschia, Valdieri, 

Vernante 

Superficie totale: 28.360 ettari 

Parco naturale Marguareis 

Comuni: Briga Alta, Chiusa Pesio, Ormea 

Superficie totale: 7.833 ettari 

Riserva naturale Benevagienna 

Comuni: Benevagienna 

Superficie totale: 438 ettari 

Riserva naturale Ciciu del Villar 

Comuni: Villar San Costanzo 


Riserva naturale Crava – Morozzo 

Comuni: Mondovì, Morozzo, Rocca de’ Baldi 


Riserva naturale 

Ciciu del Villar 


Grotte di Aisone 

CUNEO 


Rocca San Giovanni-Saben 


Grotte del Bandito 



Fossano 

COLLE DI TENDA 


Crava-Morozzo 



Aree Protette 


Ente di gestione Aree Protette 

delle Alpi Marittime 

tel. +39 0171 976800 

fax +39 0171 976815 

info@parcoalpimarittime.it 

www.areeprotettealpimarittime.it 

www.parcomarguareis.it 

Mondovì 

Riserva naturale Grotte di Aisone 

Comuni: Aisone 


Riserva naturale Grotte del Bandito 

Comuni: Roaschia 


Riserva naturale Grotte di Bossea 

Comuni: Frabosa Soprana 


Riserva naturale Sorgenti del Belbo 

Comuni: Camerana, Montezemolo, Saliceto 


Riserva nat. Rocca San Giovanni – Saben 

Comuni: Valdieri 


TORINO 


speciale Benevagienna 


Grotte di Bossea 


Sorgenti del Belbo 

NIZZA 

GENOVA 

Savona 

Sede legale di Valdieri 

Piazza Regina Elena 30 

12010 – Valdieri – Cuneo 

Sede operativa di Entracque 

Strada Provinciale per San Giacomo 12 

12010 – Entracque – Cuneo 

Sede operativa di Chiusa di Pesio 

Via Sant’Anna 34 

12013 – Chiusa di Pesio – Cuneo 

Il Parco, istituito nel 1978, tutela oggi circa 

8000 ettari di ambiente alpino ripartiti sulle 

due alte valli Pesio e Tanaro e su tre comuni 

(Chiusa Pesio, Briga Alta, Ormea). 

A partire dal 2016 fa parte dell’Ente di Gestione 

delle Aree protette delle Alpi Marittime. 

Ha il suo cuore e il suo simbolo nel massiccio 

calcareo del Marguareis, compreso nel sottosettore 

delle Alpi Liguri, che ospita uno dei 

più importanti sistemi carsici d’Europa. 

il parco 

Un luogo perfetto. Un’oasi di pace, dove la 

natura è rigogliosa, l’ombra dei boschi invita 

alla meditazione, i pascoli aperti infondono 

serenità e le vette innalzano i pensieri. 

i certosini 

in valle pesio 

Qualcosa di simile devono aver pensato i primi Certosini, arrivati in alta 

Valle Pesio in cerca di un “fertile deserto”: un luogo isolato abbastanza 

per garantire ai religiosi la tranquillità indispensabile alla preghiera e 

alla contemplazione, ma anche ricco di risorse, così che i laici potessero 

dedicarsi con successo alle attività agricole indispensabili per la 

sopravvivenza materiale della Certosa. 

Il nucleo più antico della Certosa di Santa Maria, fondata nel 1173, 

aveva un aspetto molto più essenziale e spartano dell’imponente edificio 

attuale, che è il frutto di successivi ampliamenti e cambi di utilizzo. 

“La croce sta ferma, mentre il mondo gira” è il motto che rispecchia i 

due volti della vita certosina: devozione e lavoro. Anche nel secondo 

ambito, i monaci dimostrano di essere efficaci e solerti: nel corso dei 

secoli, la Certosa diventa il cuore di un fiorente sistema economico 

fondato su una saggia gestione del legname, sull’allevamento e sui 

prodotti agricoli, esteso dalle grange dell’alta Valle Pesio alle cascine 

della pianura. I Certosini sono instancabili: alle medie quote si fanno 

“pastori di alberi”, gestendo con saggezza il legno delle abetine; in 

alta montagna ripuliscono i pascoli e li dotano di ripari, recinti e casere; 

mantengono in efficienza sentieri e mulattiere. Caduta in disgrazia nel 

periodo napoleonico, l’impronta della Certosa è tuttora evidente in 

Valle Pesio: il Parco ha raccolto oggi la sfida di tutelare la ricchezza 

naturale del territorio erede della gestione certosina, facendone un 

“deserto biodiverso”. 

Sedimento su sedimento, nel corso di centinaia 

di migliaia di anni, sul fondo di un antico mare 

caldo si sono formati i calcari del massiccio 

del Marguareis, poi emerso all’epoca del 

sollevamento della catena alpina. 

grotte e carsismo 

Queste rocce che l’acqua aggredisce e scava poggiano su di un 

basamento impermeabile: una situazione estremamente favorevole allo 

sviluppo del fenomeno carsico. L’instancabile lavorio dell’acqua, delle 

glaciazioni e del tempo hanno modellato queste montagne “dal cuore 

tenero”, dando vita a un imponente complesso sotterraneo, esempio 

tra i più suggestivi in Italia e in Europa di carsismo d’alta quota, con 

oltre cento grotte esplorate. Le due più famose e più esplorate sono 

Piaggiabella (oltre 40 km di sviluppo) e Labassa (circa 15 km). 

Il territorio del Parco è uno dei “paradisi 

botanici” d’Europa. 

boschi, rupi 

e praterie 

Il suo segreto? La prossimità delle Alpi al Mediterraneo, la varietà dei 

suoli e dell’orientamento dei versanti sono alcuni dei fattori alla base 

della ricchezza floristica e vegetazionale dell’area, dove sono rappresentati 

tutti gli ambienti e le relative specie: boschi, praterie, aree umide, zone 

aride, rupi e ghiaioni. L’elenco floristico delle specie censite all’interno 

del Parco è impressionante: conta attualmente circa 1500 specie, 

quasi un quarto dell’intera flora italiana. 

Buona parte del territorio è coperta da estesi boschi di pregio. 

Le formazioni di fondovalle sono ben rappresentate in Valle Pesio, dove 

ci sono castagneti, boschi misti di latifoglie, querceti, che, nell’insieme, 

fanno da corona alla Certosa di Pesio. Il castagno più suggestivo e, 

forse, anche il più anziano del Parco con i suoi cinquecento anni, è 

posto nei pressi della Cascina San Michele. Appena più in alto troviamo 

le faggete, utilizzate da secoli per ricavarne legname da ardere: 

certosini e valligiani hanno sfruttato da sempre questi boschi non solo 

per uso domestico ma anche per rifornire fornaci, fabbriche di vasi, 

martinetti. All’aumentare della quota, si trovano le conifere: in Valle 

Pesio domina l’abete bianco con le abetine del Prel e del Buscaiè, 

nella Valle di Carnino il pino uncinato nella pineta delle Larzelle e 

nel Vallone di Upega il larice con il famoso bosco delle Navette. 

Occhi grandi, corsa aggraziata, posteriore 

bianco: sono i caprioli, simbolo del Parco e 

tra gli animali più facili da avvistare a bassa 

quota. 

caprioli 

e galli forcelli 

Altri ungulati presenti nel Parco sono il cinghiale e il cervo nei boschi 

alle quote più basse e il camoscio, frequentatore abituale delle praterie 

in quota. 

Nella bella stagione è frequente l’incontro con le marmotte, che con 

i loro fischi acuti annunciano allarmate i passi degli escursionisti. 

Complessivamente, il numero delle specie animali presenti nel Parco 

è stimato a circa 700 ed è continuamente incrementato dalla scoperta 

di nuove entità. Molto ricca e diversificata è l'avifauna alpina, con 

120 specie censite fra cui il gallo forcello, i cui maschi si sfidano sulle 

arene di neve nelle albe di primavera. Fra le specie più caratteristiche 

che solcano i cieli del Parco ci sono l'aquila, il biancone, l'astore, il gufo 

reale, la civetta capogrosso, la civetta nana e il picchio nero. 

Tra gli anfibi è da segnalare la presenza del geotritone: adattato a 

vivere in ambienti umidi come l’ingresso delle grotte, respira attraverso 

la pelle. L’ittiofauna presente nei numerosi corsi d’acqua del Parco 

è rappresentata principalmente dallo scazzone e dalla trota, di cui 

sopravvivono alcune popolazioni autoctone relitte. A metà degli anni ’90 

del secolo scorso hanno fatto ritorno nel Parco i primi esemplari di lupo 

in dispersione naturale dall’Appennino Ligure. Cacciati fino all’estinzione 

all’inizio del Novecento, i lupi sono una presenza stabile da oltre 

vent’anni: schivi e difficilissimi da avvistare, lasciano lungo i sentieri 

tracce che solo gli escursionisti più attenti sapranno cogliere… 



sulle tracce dei certosini 


Dalle vette più alte del Parco, che superano 

i 2600 metri, lo sguardo spazia dalla Corsica 

al Monte Rosa. Al di sotto dei 2000 metri, 

splendidi boschi di abete bianco, faggio e 

larice fanno ombra agli escursionisti, mentre 

negli ambienti più difficili vegeta l’ostinato 

pino mugo. 

Il Parco ospita un’eccezionale varietà di specie 

floristiche. Varia e ricca anche la fauna: insieme 

a cervi, caprioli e cinghiali, è presente buona 

parte delle più tipiche specie alpine, dal 

camoscio alla marmotta, dall’aquila al gallo 

forcello. 

Un’ottima rete sentieristica e gli 

accoglienti rifugi presenti sui due versanti 

del massiccio del Marguareis, permettono agli 

escursionisti di scoprire il Parco prendendosi 

il tempo di assaporarne i panorami luminosi 

e aperti. Molti dei percorsi ricalcano le antiche 

vie del sale, vie di comunicazione fra la 

Pianura Padana e il mare. Più a valle, l’impronta 

della storia è ben presente nell’eredità che i 

monaci della Certosa hanno lasciato in 

Valle Pesio: un’attenta gestione forestale che 

oggi il Parco porta avanti con impegno e 

passione. 

Roccarina 

La Roccarina è l’area immediatamente a monte della sede del Parco di Chiusa 

Pesio. Un facile anello escursionistico unisce alcuni punti di interesse, come 

il villaggio archeodidattico, la fornace per la produzione di calce e la vicina 

palazzina di caccia del Mombrisone. Il percorso culmina nel punto panoramico 

su cui sorgono i resti, oggi messi in sicurezza e valorizzati con una piattaforma 

panoramica, della grangia certosina del Castlà, fondata nel 1206 e affacciata 

sulla parete crollata di una vecchia cava. Le grange erano vere e proprie 

comunità agricole, i cui abitanti lavoravano la terra a nome e nell’interesse 

del monastero. Nello specifico, la grangia del Castellar era un «Edificio rustico 

con cortile, seccatoio, una piccola casa per i religiosi della Certosa e, più in 

alto su una montagnetta, le fornaci, la stalla, un altro seccatoio, l’aia e l’orto». 

Qui non ci sono laghi: l’acqua sparisce subito, assorbita dalle fratture 

del terreno, e scorre invisibile nel sottosuolo. Tra le forme più 

caratteristiche del paesaggio carsico ci sono i pozzi a neve, voragini 

nella roccia calcarea profonde alcuni metri, che si restringono al fondo 

con accumuli di neve. Presenti un po’ ovunque nel massiccio, sono 

numerosi nella Conca delle Carsene. Gallerie e pozzi sono le forme 

con cui si manifestano gli ingressi di complesse e profonde cavità: 

l’esempio più classico di cavità “decapitate” sono le condotte venute 

a giorno come la Grotta di Labassa nella Gola della Chiusetta e 

l’ingresso dell’Arma delle Mastrelle. Facili da riconoscere sono le doline, 

avvallamenti erbosi o rocciosi di forma circolare, molto diffuse in tutto 

il massiccio. Altrettanto caratteristici sono i lapiaz o campi solcati: 

scanalature nella roccia incise dall’acqua che ricordano il passaggio di 

un carro nel fango. Se ne trovano bellissimi esempi sui calcari giurassici 

della Piana del Solai e nella parte mediana della Conca delle Carsene. 

In copertina: vallone del Marguareis (foto P. Bolla). 

Il Pesio in prossimità delle sorgenti (foto P. Bolla). 

Il chiostro della Certosa di Pesio (foto E. Chiecchio). 

La grangia del Castlà (foto N. Villani). 

Arma Ciosa, Gola delle Fascette, alta Valle Tanaro (foto R. Zerbetto). 

Bosco misto in alta Valle Pesio (foto P. Bolla). 

In visita alla stazione Bicknell (foto E. Chiecchio). 

Maschio di capriolo (foto R. Audino). 

L’altana dell’osservatorio faunistico (foto E. Chiecchio). 

Le stazioni botaniche alpine 

Le due stazioni botaniche in quota del Parco, concepite secondo i più moderni e 

rigorosi modelli di impostazione dei giardini botanici alpini, permettono ai visitatori 

di scoprire le specie vegetali più significative delle Alpi Liguri e Marittime. Sorgono 

entrambe nei pressi dell’accogliente Rifugio Garelli. La stazione botanica “Clarence 

Bicknell”, dedicata al celebre esploratore, custodisce habitat rari e minacciati e ospita 

diverse entità rarissime o endemiche, fra cui Senecio persoonii, Silene cordifolia, 

Saxifraga florulenta, Fritillaria tubaeformis subsp. moggridgei e Veronica allioni. 

La stazione botanica “Danilo Re”, dedicata alla memoria di un guardiaparco deceduto 

in servizio, si trova presso il laghetto del Marguareis e tra le specie vegetali più rare 

e significative ospita i paleoendemismi Phyteuma cordatum, Euphorbia valliniana e 

Berardia subacaulis e relitti glaciali rarissimi come Carex bicolor, Carex microglochin 

e Juncus arcticus. 

L’osservatorio faunistico 

L’osservatorio si trova nel Vallone delle Canavere, in alta Valle Pesio, e ospita alcuni 

esemplari di cervo. L’area recintata, allestita dal Parco nel 1990 per favorire 

l'acclimatazione dei primi animali reintrodotti, ha una superficie di circa quattro 

ettari ed è dotata di un'altana per l'osservazione. In Valle Pesio, come del resto in 

quasi tutta Italia, il cervo si era estinto in seguito alla caccia. Le condizioni ambientali 

ottimali per la specie, hanno indotto il Parco a elaborare un progetto di reintroduzione. 

A seguito di donazioni è stato costituito il nucleo iniziale di una decina di animali. 

A partire dall’inverno del 1996 è documentato l’inizio della presenza di esemplari 

in libertà.

Marguareis - Sulle tracce dei certosini

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