Il Quartiere - Anno VI - Numero II
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IL LOCKDOWN RIVELA IL FALSO MITO DEI “NATIVI DIGITALI”
CLAMOROSO: UN TERZO DELLE FAMIGLIE NON HA UN PC! NON BASTA VIVERE IN UN MONDO DI APP, SERVONO LE COMPETENZE
Il galateo di Mister Internet. Una delle tante, preziose risorse presenti su www.andreacartotto.blog
ri di sbagliare in buona
fede.
Passiamo al lato più
tecnico: quali strumenti
consigli per la
DAD?
Innanzitutto, per fare
DAD non tutte le risorse
in rete vanno bene.
Per fare didattica esistono
strumenti riconosciuti,
e quelli vanno
sfruttati. Per le videolezioni,
suggerisco la
piattaforma HUB, sviluppata
in Toscana dalla
Fondazione Franchi.
La sua forza è quella di
riprodurre perfettamente
in digitale la
classe tra le mura. Più
in generale, sono da
preferire le cosiddette
applicazioni “in cloud”,
da utilizzare e ritrovare
in qualsiasi momento
e su qualsiasi dispositivo,
dal PC al tablet.
Ad esempio,
Google Drive può essere
un buon “contenitore”.
La scuola, inoltre, deve
attingere al software
libero, slegato dalle
logiche delle multinazionali.
Il pacchetto
Libreoffice (ndr: equiv
a l e n t e f r e e d i
Microsoft Office), per
esempio, è più etico a
monte, è una risorsa legale,
gratuita ma comunque
ottima.
Quali sono, invece, le
risorse che vanno assolutamente
evitate?
I social e i programmi
di messaggistica. Ho
notizie di un utilizzo
diffuso di WhatsApp
che, peraltro, sotto i 16
anni di età non si potrebbe
nemmeno scar
i c a r e . M a a n c h e
Facebook, Messenger
e Instagram non hanno
né l’istituzionalità
né le funzionalità adatte
per la DAD. Infine,
un appunto sull’uso
della fotocamera: va
strettamente e seriamente
regolamentato,
nella vita così come nella
didattica, perché va
ben distinto l’uso positivo,
anche per la scuola,
da quello superficiale.
La DAD amplia o riduce
il divario tra i ragazzi
“smart” e quelli più
in difficoltà?
Lo riduce senza dubbio.
Da un lato, c’è il rischio
che il ragazzo
“smart” si trasformi in
furbetto, abbia presunzione,
e che non capisca
che anche se si è
casa, valgono le stesse
regole e sanzioni della
scuola; dall’altro, col
giusto strumento, è
p o s s i b i l e f a r e
un’azione mirata a distanza
sull’alunno a rischio
emarginazione
senza metterlo in imbarazzo
nel contesto classe.
Una didattica veramente
inclusiva, insomma.
È troppo presto per fare
un primo bilancio
della DAD o qualche
giudizio possiamo già
emetterlo?
La pandemia ha riportato
la scuola al centro.
Ci ha fatto scoprire (al
di là del calore dei ragazzi)
come molte cose
che facevamo in presenza
si possano fare,
con uguale qualità, a distanza.
Abbiamo scoperto
che l’approccio
mentale è il fulcro di
tutto, che dobbiamo
“prendere” la tecnologia
e “dirle”: mi servi
per questo.
Bisogna, insomma, avere
l’umiltà e la capacità
di comprendere la
forza del web, la sua onda
d’urto. Nulla sarà
più come prima, ci viene
ripetuto ogni giorno
alla TV e sui giornali.
Vero.
Per questa volta abbiamo
avuto la tragica scusa
del virus, ma non è
detto che in futuro possa
esserci un’altra scusa
valida per poter ammettere
candidamente
di “non essere in grado
di…”.
Concludiamo con alcune
considerazioni di carattere
più generale,
cui peraltro hai appena
fatto accenno, sulla
sfida digitale che ci ha
posto la pandemia…
Una sfida che coinvolge
non solo il singolo
cittadino ma anche, e
soprattutto, gli enti.
Pensate se l’apparizione
del coronavirus fosse
avvenuta non oggi ma
d i e c i a n n i f a …
Sarebbero crollate le
istituzioni, cessate le
comunicazioni, collassate
le reti internet.
Lo Stato, a questo punto,
deve dotarsi di una
politica digitale organica,
funzionale e accessibile
a tutti. I siti
istituzionali, per esempio,
devono essere cons
u l t a b i l i a n c h e
dall’utente con minime
competenze digitali.
Se “abbraccio”
l’utente più basso, significa
che li ho soddisfatti
tutti.
Anche i comuni possono
e devono fare di
p i ù : a l l a nostra
Amministrazione,
per esempio, consiglierei
di attuare una politica
del digitale al servizio
del cittadino, che
si concretizzi in una
“app” veramente diffusa,
fruibile da tutti,
che permetta di consultare
gli orari e i servizi
del trasporto pubblico,
delle farmacie,
degli uffici comunali
con relativa opportunità
di prenotazione
degli appuntamenti...
ANCHE A
DOMICILIO
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