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Italia Poetica
Elena Bacchielli
“Il fiore della rinascita”
Alice si era svegliata come ogni mattina nel suo letto matrimoniale, grande, accogliente, ma
vuoto. Da quando era scoppiata l’epidemia da Covid-19 viveva da sola nella sua casa di Milano.La
vita era improvvisamente cambiata da quando quel nemico invisibile e misterioso era riuscito
ad entrare nella sua vita e in quella di altre migliaia e migliaia di persone.
Il compagno viveva bloccato in un’altra parte della città e lei era isolata.
Non si sentiva sola, dopo le prime due settimane di quarantena si era abituata al nuovo stile di
vita. Più limitato. Chiuso. Ma lei sentiva sempre vivo dentro il suo piccolo corpo il fuoco della
creatività.
Era un fuoco caldo, vivace, che si muoveva di qua e di là come fa la fiammella di un cerino.
Ecco, lei si sentiva piccola e fragile come quel cerino che si impegnava ogni giorno a restare in
piedi; ma quella fiammella era sempre e comunque accesa.
Non poteva e non voleva spegnerla. Era naturale che restasse viva. E allora, seguendo quel
fuoco vitale sempre acceso, si dedicava a riempire i giorni interminabili scrivendo le sue emozioni
in fogli di carta di vari formati: a volte erano i resti della carta del fruttivendolo, altre fogli
A4 che per caso aveva raccolto mesi prima dentro un block-notes colorato.
Non era preparata all’isolamento forzato. Non lo poteva essere nessuno. Ma si arrangiava a
trovare nuove possibilità. E quei pezzi di carta ritrovati in casa un po’ alla rinfusa le sembravano
un segno di apertura verso il futuro. Quale sarebbe potuto essere il futuro della
sua Nazione ed il suo? Non lo sapeva, non poteva saperlo.
Certe risposte erano sconosciute anche a virologi ed esperti che ogni giorno parlavano e facevano
ipotesi più o meno credibili. Non apparteneva a lei né a nessun essere umano, fragile e
insicuro, cercare risposte così grandi. L’Universo che regnava e vegliava quotidianamente
dall’alto, la avvolgeva di sensazioni diverse e nuove ogni volta; era l’unica certezza per Alice.
Esso governava sopra di lei e sopra altre migliaia di persone facendo muovere stelle e pianeti.
Facendo crescere piante, fiori, frutti. E permettendo ad ogni creatura umana di respirare. Sì,
perché ora l’unico pensiero certo che emergeva nella mente di Alice era il mutare continuo della
Natura.
Dal suo piccolo terrazzo di casa vedeva allungarsi la siepe, colorarsi di bianco la pianta di gelsomino,
penetrare scorci di sole sempre più ampi che riuscivano a filtrare nonostante gli alti tetti
delle altre abitazioni intorno.
Le api venivano a bussare dalla porta- finestra in vetro della cucina e lei le salutava con un sorriso
spontaneo, sincero.
Questo era per Alice un segnale di vita esterna, fuori dalla sua piccola casa. E quel movimento
così vitale esterno lei lo sentiva riprodotto dentro di sé da quella fiammella, che a volte si colorava
di giallo, altre di arancione. La vita non andava ricercata lontano, nelle notizie dei virologi,
nei quotidiani che raccontavano di morti e guariti e facevano continue statistiche. No. Ora
ne era sicura.
La vita si muoveva al di là della sua finestra, nei rumori armoniosi e delicati che facevano le
rondini sopra i tetti. La Natura era vita, e lei conteneva dentro di sé tutti i suoni, gli odori e i co-
I Quaderni della Rinascita. Racconti. 24