Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Italia Poetica
Giulia Detoni
Sono in giardino, Peter di fronte a me che studia, Daniele è appena rientrato in casa, Veronica
in call per smart working, Giovanni che sforna torte al cioccolato, Giulia al lavoro in clinica.
Io? Scrivo.
Vorrei essere sicura di ricordare, nel poi, come sto ora. Che le riflessioni di oggi possano fondersi
con i pensieri del domani, e portare cambiamento. Ancora non ho a fuoco cosa sta succedendo,
cosa sta cambiando dentro di noi tra di noi e al di fuori di noi, ma sento che è un momento
importante, che merita riflessione e un quotidiano ticchettare sulla tastiera.
Abbiamo altre tre settimane da vivere nella medesima condizione, cosa potrà combinare questo
lasso temporale? Sono incuriosita. Sono rimasta senza lavoro, ma al momento sto bene, non
voglio concentrarmi sul fuori, sulle possibilità e sulle incertezze, sulle domande.
Voglio concentrarmi sulle risposte, che sto vedendo, qui e ora. Si, credo di aver imparato a vivere
il qui e ora, molto spesso, abbastanza bene.
Non mi preoccupa il fare nulla, non mi preoccupa fare l’inutile, mi preoccupa fare cose belle e
vere. Come ad esempio, ora scrivere. Cucinare. Coltivare il proprio cibo. Badare e aiutare a
vivere i miei animali e le mie piante. Mantenere puliti e in ordine gli spazi di casa, dentro e fuori,
confortevoli alla vita in comune. Mi vesto, a mio piacere, senza per forza la tuta o il pigiama.
Mi metto gonne, orecchini, maglie colorate, scelgo gli abbinamenti, mi ricordo di voler vedermi
bella. Mi pettino mi lavo, respiro. Ascolto i canti degli uccellini. Tutto va più lento. Tutto
aspetta il suo tempo. Tutto ci insegna ad aspettare. I rintocchi lenti delle campane di Custoza, lo
sbocciare dei fiorellini azzurri a primavera, lo starnazzare dei fagiani intorno. Tutto ci ricorda
che siamo vivi, e lenti. Che la vita è anche lentezza. La lentezza non è la morte.
Giusto appena prima della quarantena, i miei genitori di ritorno dall’India mi hanno regalato
una collana con un pendaglio a forma di tartaruga. Subito ero perplessa, ho chiesto alle sorelle
di scambiarla con un altro pendaglio che era stato regalato loro, perché la tartaruga e la lentezza
sono ciò che più si può ritenere lontano da me, in cui fatico a trovare un rispecchio.
E invece la tartaruga è arrivata a farmi visita, a conoscermi, a mostrarsi, a insegnarmi cose che
ancora non sapevo, o piuttosto che avevo intravisto ma non ancora interiorizzato a pieno.
Buongiorno tartaruga. Buongiorno pazienza. Buongiorno tempo di lievitazione. Buongiorno
riflessione. Buongiorno silenzio. Buongiorno attesa. Buongiorno consapevolezza.
I Quaderni della Rinascita. Racconti. 87