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I Quaderni della Rinascita. Racconti - Versione lunedì 8/06/2020

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Italia Poetica

Giulia Detoni

Sono in giardino, Peter di fronte a me che studia, Daniele è appena rientrato in casa, Veronica

in call per smart working, Giovanni che sforna torte al cioccolato, Giulia al lavoro in clinica.

Io? Scrivo.

Vorrei essere sicura di ricordare, nel poi, come sto ora. Che le riflessioni di oggi possano fondersi

con i pensieri del domani, e portare cambiamento. Ancora non ho a fuoco cosa sta succedendo,

cosa sta cambiando dentro di noi tra di noi e al di fuori di noi, ma sento che è un momento

importante, che merita riflessione e un quotidiano ticchettare sulla tastiera.

Abbiamo altre tre settimane da vivere nella medesima condizione, cosa potrà combinare questo

lasso temporale? Sono incuriosita. Sono rimasta senza lavoro, ma al momento sto bene, non

voglio concentrarmi sul fuori, sulle possibilità e sulle incertezze, sulle domande.

Voglio concentrarmi sulle risposte, che sto vedendo, qui e ora. Si, credo di aver imparato a vivere

il qui e ora, molto spesso, abbastanza bene.

Non mi preoccupa il fare nulla, non mi preoccupa fare l’inutile, mi preoccupa fare cose belle e

vere. Come ad esempio, ora scrivere. Cucinare. Coltivare il proprio cibo. Badare e aiutare a

vivere i miei animali e le mie piante. Mantenere puliti e in ordine gli spazi di casa, dentro e fuori,

confortevoli alla vita in comune. Mi vesto, a mio piacere, senza per forza la tuta o il pigiama.

Mi metto gonne, orecchini, maglie colorate, scelgo gli abbinamenti, mi ricordo di voler vedermi

bella. Mi pettino mi lavo, respiro. Ascolto i canti degli uccellini. Tutto va più lento. Tutto

aspetta il suo tempo. Tutto ci insegna ad aspettare. I rintocchi lenti delle campane di Custoza, lo

sbocciare dei fiorellini azzurri a primavera, lo starnazzare dei fagiani intorno. Tutto ci ricorda

che siamo vivi, e lenti. Che la vita è anche lentezza. La lentezza non è la morte.

Giusto appena prima della quarantena, i miei genitori di ritorno dall’India mi hanno regalato

una collana con un pendaglio a forma di tartaruga. Subito ero perplessa, ho chiesto alle sorelle

di scambiarla con un altro pendaglio che era stato regalato loro, perché la tartaruga e la lentezza

sono ciò che più si può ritenere lontano da me, in cui fatico a trovare un rispecchio.

E invece la tartaruga è arrivata a farmi visita, a conoscermi, a mostrarsi, a insegnarmi cose che

ancora non sapevo, o piuttosto che avevo intravisto ma non ancora interiorizzato a pieno.

Buongiorno tartaruga. Buongiorno pazienza. Buongiorno tempo di lievitazione. Buongiorno

riflessione. Buongiorno silenzio. Buongiorno attesa. Buongiorno consapevolezza.

I Quaderni della Rinascita. Racconti. 87

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