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360 | Settembre - 2020

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E’ difficile, se non impossibile, capire il motivo

per il quale siamo rivolti verso il futuro pur

convivendo costantemente con la nostalgia del

passato. Non avendo una risposta, possiamo

smussare gli angoli della nostra nostalgia per

abbandonarci completamente al nuovo, limitando

il pensiero nostalgico al mero ricordo

dell’emozione passata, senza cercare di riviverla

con l’intento di rianimarla; osservarla con

distacco e usarla come modello da riproporre

o da evitare in base al giudizio che gli occhi

attuali danno di essa.

Solo in questo senso il pensiero nostalgico

smette di essere freno per lo slancio nel futuro

e diventa DNA del nostro essere, arricchendo

l’esperienza con i colori dei sentimenti ad essa

legati. Il futuro allora, inizia ad essere meno

opaco; riesco ad orientarmi, non vedo più

l’immensità del mare senza stella polare, so di

essere condizionato da un’infinità di elementi,

ma è la consapevolezza giusta per andare avanti

verso una terra che potrebbe contenere la felicità.

Tanto da desiderare il futuro per averne

dell’altro.

Sport

Passato bianco, futuro nero di Andrea Sciannamanica

Andrea Pirlo è il nuovo allenatore della Juventus.

Leggendo la notizia, una persona poco

immersa negli eventi del pianeta calcio potrà

pensare a un banale errore di battitura o che

l’astigmatismo sia aumentato e che l’appuntamento

dall’oculista sia da anticipare celermente.

Il volto nostalgico del campione silenzioso

ora fa rumore: il suo sguardo intangibile

e apparentemente privo di emozioni guiderà

la squadra nove volte consecutive campione

d’Italia. Scelta voluta dal Presidente Andrea

Agnelli e accolta dai senatori: vecchi compagni

di squadra e amici dell’ex regista bianconero.

Lo stupore di questa decisione ha coinvolto

la quasi totalità degli addetti ai lavori e non,

anche perché pochi giorni prima c’era stata la

presentazione dello stesso Pirlo come tecnico

dell’under 23. La scomoda sconfitta col Lyone

ha però decretato la fine di Sarri, il cui compito

era quello di vincere proponendo “il bel

gioco”, e che ha invece mostrato i suoi limiti

caratteriali e un’idiosincrasia con l’ambiente

che si portava dietro dall’esperienza napoletana.

Allora ecco che arriva la mossa “Kansas

City”: “loro guardano a destra e tu vai a sinistra”.

La vittima (Sarri) sospetta di un inganno,

ha le prime avvisaglie (vedi le voci sulla

possibile successione di un Pirlo pronto a subentrare

in corso d’opera), e finisce col cadere

in trappola. La presa di posizione di Agnelli

- che ha riproposto un’iniziativa simil Conte,

un po’ istintiva, forse troppo - è dettata dalla

volontà di liberarsi di un allenatore da lui mai

appoggiato, preso dalla coppia Paratici - Nedved,

e da situazioni economiche e di gestione

del gruppo. Infatti, Pirlo difficilmente potrà

chiedere carta bianca per la campagna acquisti,

ma dovrà - per così dire - accontentarsi del

materiale che avrà a disposizione con qualche

accorgimento. Pirlo è stato il giocatore che

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