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ricordi-infanzia-lumenti - Dauniacom

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mezzogiorno era avanzata della minestra, mia madre gliela offrì in un<br />

piatto. Il mendìco la mangiò con gusto e ringraziò la mamma , quindi<br />

aggiunse:<br />

“Signò, è stata bona, ma n’ata vota m(e)ttìtici nu’ poch di sale di cchiù<br />

(Signora ,è stata buona ma un’altra volta metteteci un poco di sale in più)<br />

Certo che le donne, a quei tempi, veramente sfacchinavano. Si alzavano<br />

all’alba per ammassare la farina” ndà fazzatòra “( nella madia ) per fare il<br />

pane mettendosi in testa “u’tuccatìno(grande fazzoletto) per evitare che<br />

qualche capello cadesse nella farina, poi preparavano i bambini per la<br />

scuola. Li pettinavano prima con un pettine a denti stretti per eliminare un<br />

eventuale pidocchio o “ i’ lìnnl “( le lèndini, cioè le sue uova) poi davano<br />

loro un’ultima ripassata con la “ scatèna”( pettine a denti più larghi).<br />

Per proteggere i propri figli da disgrazie e sventure appuntavano sulla loro<br />

maglietta intima “ l’abbitìna”(sacchetto che conteneva un santino piegato,<br />

acini di sale e altri oggetti ritenuti scaramantici) Se, malgrado tutto, i<br />

bambini si ammalavano, si correva in farmacia per farsi preparare “ u’<br />

bucchèro pa’ frèva “(il bicchiere per la febbre) o si dava loro da bere<br />

“l’acqua d’ malv”( un infuso fatto con le piante di malva ).<br />

Tra le altre incombenze c’era il bucato che veniva fatto “ndù cantr “(<br />

grosso recipiente di terracotta in cui si metteva la biancheria a mollo con la<br />

cenere ). Tutta l’operazione veniva eseguita rigorosamente a mano<br />

strofinando il bucato insaponato “ sopa a’ tavlèll “(pezzo di legno<br />

rettangolare e scanalato.)<br />

Quanto a pulizie mi tornano in mente quelle di Primavera che assumevano<br />

una caratteristica tutta particolare: si tirava fuori di casa quasi tutto il<br />

mobilio e si provvedeva a ripulirlo a fondo. Il trattamento più radicale era<br />

riservato alle reti metalliche dei letti alle quali, dopo averle bagnate con<br />

alcool o petrolio, si dava fuoco affinchè gli insetti, eventualmente annidatisi<br />

negli intersizi delle molle, trovassero la morte.<br />

Eliminare mosche, pulci, zanzare e altri insetti fu sempre un compito arduo<br />

fino all’arrivo degli Americani che ci portarono il famoso DDT .Altra buona<br />

cosa fu l’avvento della penicillina che contribuì a debellare molte malattie<br />

per le quali si moriva molto facilmente anche in giovane età.<br />

Per portare rispetto ai morti ricordo che tutti i familiari si vestivano<br />

completamente di nero e gli uomini non si radevano almeno per dieci<br />

giorni mentre per noi bambini era quasi una festa perché si aspettava “u’<br />

ricùnzolo”. In cosa consisteva ? Siccome nella casa del “morto” non si<br />

poteva cucinare, i parenti e gli amici, a turno,a mezzogiorno mandavano<br />

loro un cesto con ogni ben di Dio: brodo con pasta reale ( a proposito se ne<br />

trova ancora in commercio ?) pollo lesso oppure pasta al sugo con<br />

carne,frutta ,vino e pane fresco perché si rifocillassero e si “riconsolassero”<br />

appunto.

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