La sporta della RondaDa sempre in Ronda consegniamo, aPersone e nuclei familiari in difficoltà,generi alimentari.Lo facciamo con metodo raccogliendoinformazioni per capire la situazione,definire il nucleo famigliarecercando di andare al di là della solaconsegna della Sporta della Rondadando informazioni a chi rivolgersiper trovare aiuto.Da mesi sono quasi quotidiane letelefonate di Persone, spesso donne,che ci raccontano storie di disperazionedi famiglie in cassa integrazioneo senza stipedio, che hannoterminato i risparmi e che, a malapena, riescono a pagare l’affitto, mache non hanno di che mangiare. Inquesto caso l’intervento è immediatocon un volontario che si reca pressol’abitazione a portare una Sporta econoscere la famiglia.La preparazione delle Sporte dellaRonda, avviene grazie a donazionidi supermercati e cittadini e spessovengono organizzate raccolte alimentariall’esterno di supermercati.La consegna avviene con cadenzaquindicinale o settimanale in base aibisogni delle Persone.«Oggi c’è da fare parecchio perchéprepariamo i pacchi famiglia», mi diceLuciano, e io mi aspetto di avere quellescatole regalo rosse sgargianti e invecemi trovo con capienti sporte dellaspesa.Inserirsco legumi, pelati, pasta, zucchero,farina, olio, tonno, biscotti... prendeforma dentro di me che la Sporta dellaRonda è qualcosa di essenziale perpranzi e cene e mi rendo conto che lascatola di fagioli che ho nella dispensadi casa mia – che rischia di scadere – èun pasto assicurato e quel barattoloprende un colore e una forma nuova.La sporta robusta si riempie sempre piùe mi avvilisco quando vedo che nonci sta più nulla e che peso e volumeaumentano notevolmente. Preparo inbell’ordine 50/60 sporte stracolme egonfie come salsicciotti.Arriva il giorno della consegna e le miesporte diventano le star della giornatae visualizzo l’immagine di questa sporta,fiera e imponente, sul tavolo di unacucina pronta ad essere smistata.Arriva una giovane donna, moltominuta che consegna il suo foglio perla firma e il ritiro. Si mette da parte pernon intralciare il resto della fila, cerca disistemare il contenuto che trabocca eprende le maniglie saldamente per nonfar cadere nulla. Osservo la scena, manon riesco a restare ferma così mi avvicinoe le chiedo se posso aiutarla e le siilluminano gli occhi, che sono tutto ciòche vedo, a fatica, perché la mascherinaè davvero grande per quel viso cosìpiccolo. Ha voglia di parlare e cominciaBARBARANALESSOQuello che vedo è la realtàdi questi tempi, di questi mesi,di questi giorni.a ringraziarmi così tante volte che miimbarazzo parecchio. Mi racconta cheha sempre lavorato da quando ha terminatola scuola, che non ha mai avutomomenti di difficoltà, che ora è da solacon la sua creatura di 8 anni, che daun anno e mezzo non lavora più e nonsa come fare ad andare avanti.La spontaneità del suo racconto, l’umiltàdelle sue parole, l’umanità della suacondizione mi emozionano così profondamenteche non riesco a pronunciareuna sola parola di circostanza perchédentro di me tutto è bloccato e lefaccio un timido sorriso, che può avervisto solo attraverso i miei occhi.Torno verso la mia postazione e vedol’anziano marocchino che, pur essendoin Italia da parecchi anni, ancora non sauna sola parola d’italiano; c’è la ragazzacon il figlioletto in mano; c’è l’uomoche deambula con le stampelle e suamoglie un passo dietro a lui.Quello che vedo è la realtà di questitempi, di questi mesi, di questi giorni.Proseguo la consegna delle sporte cheio ho soprannominato la sporta delladignità, dell’umiltà e della speranzaperché non consegnamo solo generialimentari, ma tutto quello che lasolidarietà riesce a colmare nella vitadi Persone in bilico, Persone che incambio ti restituiscono molto di piùattraverso quel valore che a volteperdiamo di vista e che si chiamal’essere umano.Tra-sporta-re umanità non è poi cosìimpossibile.40 | Ronda della Carità Verona ODVBilancio Sociale 2020
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