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La salute? Ora è a portata di chip!Ecco come un chip potrebbe rivoluzionare la medicinaCi pensate mai? Gli anni che stiamo vivendo verranno raccontatinei libri di storia. Un giorno si parlerà di come il progressoscientifico e tecnologico abbiano potuto sconfiggereuna pandemia che ha messo l’intero mondo in ginocchio. Lafarmacia, l’ingegneria biomedica e le biotecnologie stanno ricoprendoun ruolo fondamentale nella lotta al Covid-19 e iloro passi da gigante sono riportati su tutti i giornali.Dunque nel 2021, tra i tanti nuovi traguardi della medicina edell’industria farmaceutica, poteva forse mancare un colpo digenio di Elon Musk intento a trovare per l’ennesima volta unmodo per salvare l’umanità? Ovviamente no.Di nuovo l’ideatore di Tesla ha saputo far parlare di lui, questavolta attraverso il progetto di un chip impiantato nel cervelloche possa permettere di comunicare solo con la forza delpensiero.Inquietante? Forse, ma le intenzioni di Musk sono chiare edambiziose: impiantare l’intelligenza artificiale nei cervelli umanial fine di curare diverse patologie neurologiche (ad esempioAlzheimer e Parkinson). Questi chip, infatti, sarebbero in gradodi leggere e scrivere l’attività cerebrale rendendo dunquepossibile il superamento di qualsiasi disturbo a carico del sistemanervoso, tra cui le paralisi.Se pensate che si tratti solo dell’ennesimo progetto utopicovi state sbagliando, infatti questi chip sono già stati prodottidalla Neuralink di Musk e in fase di test; un esperimento hadimostrato come l’impianto di uno di questi nel cervello diuna scimmia le abbia reso possibile giocare ad un videogiocosolamente attraverso il pensiero.Dunque esisterebbero dei minuscoli componenti elettronicicapaci di pilotare un corpo con la sola forza del pensiero. Scenariotanto straordinario quanto agghiacciante, eppure perniente remoto se ci si basa sulle parole dello stesso Musk:“Neuralink sta lavorandoa strettocontatto con laFood and DrugAdministrationper garantire chegli impianti deichip siano sicuri.Se le cose andrannocome speriamo,potremmoessere in grado dieffettuare i primitest sugli esseriumani più tardi nelcorso dell’anno”.Questa nuova invenzioneha, comesempre, diviso a metà la comunità scientifica e dato origine,nel dibattito etico, a due fazioni: una pro e una contro.A favore si sono schierati i tanti che hanno posto il focussull’enorme opportunità di restituire una vita normale a chi,affetto da patologie neurologiche senza possibilità di guarigione,sembrava ormai aver perso la speranza.Per i pazienti paralitici, per esempio, questo piccolo chip rappresenterebbela possibilità di riacquistare le funzioni motoriee porre fine alla propria condizione di disabilità, un orizzontefinora ritenuto irraggiungibile dalla scienza. Insieme a questipotrebbero avere nuove possibilità di guarigione anche i pazientiaffetti da malattie neurodegenerative, ancora ritenuteincurabili. Insomma, sembrerebbe davvero un miracolo!Del resto, però, la medaglia ha sempre due facce e lo hannofatto notare i “contrari” che, prima di cantare vittoria edergere statue in onore di Elon Musk, hanno riflettutoanche sulle potenziali ripercussioni negative che unatale tecnologia potrebbe avere.Il principale pericolo, secondo gli scettici - sebbenesi tratti solo di speculazioni - potrebbe essere quellodell’hackeraggio del chip che rischierebbe di permetteread un individuo di controllare la mente di un altro,con conseguenze catastrofiche.Allora dove sta la ragione? Chi vince il dibattito? Comesempre non esistono risposte certe a queste domande.La scienza e la tecnologia sono strumenti che solo l’uomopuò decidere come usare; il progresso tecnologicopotrebbe evolversi in tanti modi, potrebbe portare il genereumano a nuovi traguardi o potrebbe spingerlo versoun abisso senza ritorno, ma come disse Karl Popper,“il futuro è aperto e dipende da noi tutti”.Martina Cogni11