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TEMPLATE Orvieto

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Template - <strong>Orvieto</strong> #39<br />

Pozzo<br />

di<br />

San<br />

Patrizio.<br />

Il Pozzo di San Patrizio<br />

di <strong>Orvieto</strong> è una delle<br />

opere ingegneristiche più<br />

complesse e affascinanti<br />

di ogni tempo, l’esempio<br />

di una sfida vinta<br />

dall’uomo sulla Natura.<br />

Il Pozzo di San Patrizio,<br />

capolavoro dell’ingegneria<br />

del Rinascimento, fu<br />

fatto scavare da Papa<br />

Clemente VII, rifugiatosi<br />

a <strong>Orvieto</strong> dopo “il Sacco<br />

di Roma” ad opera<br />

dalle truppe imperiali<br />

e dai Lanzichenecchi,<br />

per rifornire di acqua la<br />

città in caso di assedio.<br />

L’incarico fu affidato<br />

ad Antonio da Sangallo il<br />

Giovane nel 1527.<br />

Per la costruzione del<br />

Pozzo di San Patrizio Papa<br />

Clemente VI incaricò<br />

Benvenuto Cellini di<br />

coniare una medaglia<br />

con la scritta “Ut bibat<br />

popolus” (“affinchè il<br />

popolo beva”), dove è<br />

rappresentato Mosè che<br />

colpisce con la verga<br />

una roccia da cui sgorga<br />

l’acqua davanti al popolo<br />

ebreo in fuga, mentre<br />

uno di essi ne attinge<br />

con una conchiglia. Gli<br />

esemplari della moneta<br />

sono conservati ai Musei<br />

Vaticani di Roma e al<br />

British Museum. L’opera<br />

fu completata nel 1537<br />

sotto il papato di Paolo III<br />

Farnese.<br />

Il pozzo inizialmente<br />

chiamato “della Rocca”<br />

in quanto prossimo alla<br />

Rocca Albornoz, fu poi<br />

ribattezzato Pozzo di San<br />

Patrizio poiché per la sua<br />

profondità fu accostato<br />

alla grotta su un’isola<br />

di un lago irlandese in<br />

cui il santo si recava per<br />

pregare. La leggenda<br />

narrava che questa cavità<br />

fosse cosi profonda da<br />

essere la porta di accesso<br />

del Purgatorio.<br />

Il Pozzo è profondo circa<br />

54 metri ed è composto<br />

da una struttura a<br />

doppia scala a spirale di<br />

248 gradini, 13 metri di<br />

diametro ed è illuminato<br />

da 72 finestroni ad arco a<br />

tutto sesto da cui filtra la<br />

luce che crea particolari<br />

tonalità sulla parete<br />

esterna scavata nella<br />

pietra viva. Questa geniale<br />

struttura creata dal<br />

Sangallo consentiva<br />

agli animali da soma di<br />

scendere e risalire per<br />

prendere l’acqua senza<br />

mai incontrarsi.<br />

Scendendo giù per il<br />

Pozzo, in prossimità del<br />

fondo, si può notare una<br />

curiosa porticina. Da<br />

qui, attraversando uno<br />

stretto cunicolo scavato<br />

nel tufo, si arriva nei pressi<br />

della fontana di San Zero,<br />

sotto la rupe. La fontana<br />

è collegata all’emissario<br />

che garantisce il livello<br />

costante dell’acqua<br />

in fondo al pozzo<br />

proveniente da una<br />

sorgente naturale. Si<br />

narra che, oltre alla sua<br />

funzione originale, questo<br />

cunicolo ebbe anche<br />

un’importante scopo:<br />

quella di rappresentare<br />

una veloce e sicura via di<br />

fuga per il Papa in caso di<br />

pericolo.<br />

All’ingresso è ancora<br />

posta l’iscrizione che,<br />

al termine dei lavori,<br />

ne espresse tutta la<br />

grandezza: “Quod natura<br />

munimento inviderat,<br />

industria adiecit”<br />

ovvero “ciò che non<br />

fece la natura, l’artificio<br />

aggiunse”.<br />

Accanto al Pozzo di San<br />

Patrizio, collegata da un<br />

passaggio recentemente<br />

recuperato, si trova la<br />

Fortezza o Rocca Albornoz<br />

edificata a partire dal 1364<br />

per volontà del cardinale<br />

Egidio Albornoz ma già<br />

nel 1390 venne distrutta<br />

mentre la città viveva un<br />

periodo di tumultuose<br />

lotte interne. Nel 1450,<br />

sotto il controllo dello<br />

Stato Pontificio la<br />

fortezza venne ricostruita<br />

e continuò ad avere la<br />

sua funzione originale di<br />

struttura di difesa militare<br />

fino alla fine del 1800.<br />

La fortezza divenne un<br />

luogo di aggregazione<br />

per eventi anche<br />

grazie alla costruzione,<br />

al suo interno, di<br />

un anfiteatro con<br />

gradinate e palchi dove si<br />

svolgevano eventi.<br />

Oggi la fortezza ospita<br />

i giardini pubblici<br />

e la casa natale del<br />

giornalista orvietano Luigi<br />

Barzini, il primo inviato<br />

speciale della storia<br />

del giornalismo. Dalle<br />

sue mura si gode di un<br />

bellissimo panorama<br />

della valle sottostante<br />

e recentemente è stato<br />

anche realizzato un<br />

percorso di collegamento<br />

tra la Rocca e il Pozzo di<br />

San Patrizio.<br />

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