21.08.2021 Views

1 Palin Reazione

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Scritto da Filippo Dodero

#Area Heisenberg

5G, radiazioni e

reazioni sull’uomo

#Area Heisenberg

Le radiazioni elettromagnetiche sono sempre intorno a noi, ma non sono tutte uguali. Potremmo dire

che ci sono tante radiazioni e altrettanti quesiti: che differenza c’è fra le radiazioni? Quali sono i

rischi per la salute dell’uomo? È vero ciò che si dice sulla nuova connessione dati 5G? Quanto c’è di

scientificamente provato?

Radiazione. Per chiunque mastichi un po’ di

vocabolario scientifico, questo è un normale e

innocuo termine d’uso. Allargando però il suo

raggio a quella che è la maggioranza delle

persone, ci si rende conto dello scetticismo

che incute nella mentalità di molti: solo a

sentirlo pronunciare la mente va subito ai

disastri nucleari di Chernobyl e della bomba

atomica di Hiroshima, sfociando a volte persino

in errate credenze popolari o addirittura logiche

complottistiche.

Risulta perciò importante fare una distinzione

per comprendere questa diversità di punti

di vista. Partiamo proprio dalla definizione di

radiazione:

Fenomeno di emissione e propagazione di

energia secondo raggi che costituiscono il

percorso di corpuscoli o la direzione di onde.

In particolare:

R. radioattive, radiazioni ionizzanti emesse da

nuclei atomici quando subiscono trasformazioni

strutturali, spontanee o provocate da reazioni

nucleari.

Radiazioni sono quindi quei fenomeni, del

tutto comuni all’esperienza umana come lo

è la semplice luce, tra cui sono comprese

anche le radiazioni radioattive (dette anche

ionizzanti), altamente pericolose per gli organismi

biologici e che possono generare danni

sia somatici che a livello genetico.

Il mondo in cui viviamo è da sempre costituito

dall’unione di materia e radiazione. Se oggi

potessimo vedere tutte le onde elettromagnetiche

intorno a noi, ci renderemmo conto che

tra radio, televisioni, satelliti e via dicendo, ci

troviamo immersi in un enorme campo di

radiazioni, capaci o meno di interagire con la

materia. La domanda che sorge spontanea è

se tali interazioni possano causare danni biologici

e se ciò dipende principalmente dall’energia

trasportata o anche dalla durata del

tempo di esposizione.

Nel 2019 è iniziata la distribuzione globale

della rete a consumo dati di quinta generazione

per la telefonia mobile: in breve, il

tanto discusso 5G. Si narra di uccelli morti

nelle regioni di installazione delle antenne,

aumento dei casi di autismo, addirittura di un

legame con il coronavirus e di un Bill Gates

malvagio che mira allo sterminio di massa.

Ma quanto c’è di vero in tutto ciò? Anche in

questo caso la cattiva informazione ha facilmente

prevalso su quella scientifica (e corretta)

ma per smentirla basta semplicemente informarsi

sulle bande di frequenza utilizzate per

controllare se corrispondono a quel range

nocivo di radiazioni ionizzanti. La rete 5G è

suddivisa in tre bande di frequenza al variare

dell’area di copertura: bassa da 694 e 790

MHz, media da 2,5-3,7 GHz e alta da 25-39

GHz. Da un semplice confronto con lo spettro

elettromagnetico si nota immediatamente

che siamo nell’intervallo delle onde radio:

nulla di particolarmente allarmante quindi,

considerando che radio, televisioni ma anche

le reti wireless funzionano con lo stesso tipo

di radiazioni. Queste non presentano un’energia

sufficiente da modificare direttamente

gli elementi che costituiscono gli

esseri viventi.

Sia chiaro a questo punto che chi diffonde

notizie contro l’uso del 5G tramite Internet

sta già peccando di mancanza di coerenza.

Va precisato, però, che esiste effettivamente un

fenomeno definito ‘elettrosmog’ riguardante

l’indagine dei danni dovuti a tipi di radiazione

non ionizzante, che sono stati dimostrati

in condizioni di forte intensità; anche se,

escludendo gli incidenti sul lavoro, per ora

nessuno è mai stato sottoposto ad emissioni

così elevate. Questi studi per ora non

hanno portato a risultati così chiari ed evidenti,

per cui si è scelta una strada precauzionale

e nel febbraio 2000 l’ORNI (Organizzazione

sulla protezione da Radiazioni Non Ionizzanti)

40 5G, radiazioni e reazioni sull’uomo 5G, radiazioni e reazioni sull’uomo

41

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!