Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n. 101 dicembre 2021
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Figura 2: carta delle terre del riso
suoli poco drenanti
naturalmente idonei
suoli drenanti idonei
suoli a tessitura sabbiosa
ad elevata esigenza di apporto idrico
Diversamente da molte aree tropicali,
dove la messa a coltura azzera o quasi
la biodiversità, in Europa la conservazione
della biodiversità, oltreché dalla
tutela degli habitat primari residui,
dipende dalla permanenza di sistemi
agro-silvo-pastorali a bassa intensità,
le cosiddette aree High Nature Value
farming (HNV). Ciò è spiegabile con le
caratteristiche dei suoli, più recenti e
con maggiore fertilità naturale, e con
la storia millenaria dell’agricoltura
nell’area mediterranea, che ha dato il
tempo a molte specie animali e vegetali
di coevolvere con le colture. Negli
ultimi decenni la tecnologia ha rapidamente
e intensamente modificato i paesaggi
agrari tradizionali, rendendoli
non più idonei ad ospitare molte specie
che si erano adattate all’ambiente
agricolo; per questo motivo l’Europa
ha scelto le HNV come un indicatore
per valutare la qualità del territorio
rurale e l’impatto delle misure del PSR
rispetto alla conservazione e all’incremento
della biodiversità associata ai
paesaggi agrari tradizionali.
Nel 2018 l’IPLA ha elaborato per la
Regione una metodologia per definire
le aree HNV, considerando diversi
dati territoriali (tipi di coltura e loro
impatti, mosaico policolturale, altri
usi del suolo, connettività, dati faunistici
e floristici), che ha portato a
una valutazione della naturalità delle
principali colture e all’individuazione
cartografica delle aree HNV,
riportata ai fini operativi alla scala
dei fogli di mappa catastali (Fig. 1).
Ne è risultato che circa un terzo della
collina (mosaici policolturali, prati),
il 9% della pianura (prati permanenti)
e l’86% della montagna
(prato-pascoli e pascoli d’alpeggio)
sono considerate HNV.
LE SISTEMAZIONI
AGRARIE TRADIZIONALI:
LE RISAIE
Un aspetto correlato alle aree HNV è
quello delle sistemazioni agrarie tradizionali
(SAT), la cui valorizzazione
è promossa dalla recente legge regionale
per l’agricoltura (n. 1/2019).
Tra queste sono state analizzate prioritariamente
le risaie (circa 12%
della SAU regionale), cruciali per il
paesaggio, la biodiversità e le produzioni
di qualità. Per l’individuazione
delle SAT è stata aggiornata la delimitazione
cartografica delle superfici
coltivate a riso, sono stati considerati
i perimetri dei consorzi irrigui
e la relativa rete di canali, i dati pedologici
per definire l’idoneità delle
terre alla coltura (Fig. 2), gli istituti
di conservazione della biodiversità
(aree protette e rete Natura 2000),
gli elementi strutturanti e qualificanti
per la Rete ecologica regionale
(presenza di formazioni lineari,
specie di fauna e flora di interesse
conservazionistico, zone umide,
fontanili, aree boscate, rete fluviale),
i limiti dei paesaggi rurali storici
inseriti nel Catalogo della Rete
rurale nazionale (Baragge Biellesi
e Vercellesi, Partecipanza di Trino),
l’inquadramento nel Piano paesaggistico
regionale (PPR), i vincoli
paesaggistici istituiti con specifici
Decreti ministeriali e i siti UNESCO
(Valle del Ticino), i valori di naturalità
(HNV) e l’adesione dei risicoltori
alle misure del PSR per migliorare la
sostenibilità della coltura.
Le conoscenze acquisite ed in fase di
ulteriore approfondimento potranno
consentire di rafforzare il ruolo
dell’agricoltura nella conservazione
e valorizzazione dell’ambiente, del
paesaggio e della biodiversità, orientando
opportunamente le prossime
risorse della PAC verso azioni mirate
nelle aree chiave, per riportare gli alberi
e il mosaico colturale in pianura,
anche riscoprendo l’agroforestazione,
e per mantenere aree aperte nelle
colline e montagne marginalizzate.
CORRETTE POLITICHE
DI SVILUPPO SONO
LO STRUMENTO
FONDAMENTALE PER
LA CONSERVAZIONE E
VALORIZZAZIONE DELLE
RISORSE NATURALI
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